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E notte nell' agglomerato. Questa in particolare ,sembra la più nera degl'ultimi anni.

Nei vicoli smunti e lugubri del


ghetto rimbombano le note di di una malinconica melodia. Poche note,mascherate dall'incessante gocciolare delle
grondaie arrugginite. I fumi provenienti dai tombini avvampano le strette viuzze ,innonnandole di un odore tanto acre
da bruciare anche l'anima.
Ecco. L'amara cantilena e appena terminata. Un attimo di silenzio poi una voce femminile irrompe nell'aree:
<<La voce amica della buia notte,qui Radio Valhalla e questa voce e della vostra Valchiria Eriana!!....ci giungono
notizie di disordini nel ghetto....l'istituto di salute continua i controlli a tappeto nel ghetto.5 morti durante una rissa
....dicono che i vigilanti abbiano aperto il fuoco su dei bambini...>>una lunga pausa. Pochi secondi,che sembrarono ore.
Un sussulto sul microfono,'Sarebbe troppo per chiunque'.
<<Piove,piove ininterrottamente da tre giorni oramai. Gli esperti dicono che per via di una forte concentrazione di
sostanze tossiche nell'area sopra l'agglomerato,il fenomeno piovoso continuerà ancora per qualche altro giorno. Si
consiglia di evitare lunghe esposizioni.
Per ora e tutto,la vostra Valchiria tornerà all'alba!Buonanotte e ....buona fortuna li fuori! >>.

<<Drin!drin!>>il telefono iniziò a squillare rumorosamente. Mi svegliai di soprassalto. Le 2 del mattino.'Iniziamo


male'pensai.<<Pronto>>risposi svogliato.<<Salve,avrei urgenza di parlare col signor Sirio>>la voce di una donna di
mezza età,decisa e dai toni squillanti.<<Sono io signora...ma l'orario di apertura dell'ufficio e dalle 8 alle..>>non riuscii
a finire la frase che venni interrotto <<lo so,e mi perdoni se l'ho disturbata a quest'ora del mattino. Ma ogni minuto
potrebbe essere prezioso>>un forte senso d'agitazione traspariva dalla voce,che si era fatta tremante.<<Mi dica tutto
signora....?>>.
<<Ah!giusto ,mi scusi. Sono la Signora Carolyn Stephan,moglie del notaio Icarus Stephan>>balzai giù dal letto.
<<la chiamo perché mio marito ...e stato assassinato !>>Un brivido freddo mi scosse definitivamente dal mio
torpore.<<Signora ,ha chiamato i vigilanti?>>chiesi con tono quasi sarcastico. Sapevo già la risposta.<<Beh,come potrà
immaginare ,preferirei non mettere in mezzo le autorità....preferirei fare le cose in modo più
"discreto">>.'Discreto'.Solitamente quella parola era portatrice di guai.
<<Capisco. Verrò immediatamente.>>
'E iniziata veramente male' pensai mentre,ancora disteso sul letto,allungai una mano al pacchetto di sigarette sul
comodino. Dalle tapparelle ingiallite della camera si intravedeva una flebile luce intermittente. Dalla strada il perpetuo
vociare della notte,con le sue mille anime. Mille storie silenziose ogni notte si susseguivano nei vicoli ,nelle polverose e
strette vie ammassate del insano borgo. Una profonda boccata alla sigaretta .Eppoi un altra. Ci misi un po prima di
trovare il coraggio di alzarmi.
<<Muovi il culo pivello!>>il mantra di ogni risveglio ereditato dai tempi della leva nei vigilanti.
Mi mossi lento verso il bagno.
'Sono uno straccio' pensai mentre passavo la mano sulla barba incolta. I lunghi capelli castani contornati da sporadiche
ciocche lucenti come l'argento,legati alla bene e meglio da un laccio di stoffa nera.
Sorrisi al ricordare cosa mi disse mia madre all'ultima riunione di famiglia:"Sirio figliolo!hai 34 anni,e abiti in un
bilocale nel ghetto ....con un cane....e...il tuo lavoro poi...andarti a immischiare con i criminali...rabbrividisco...quand'è
che metterai la testa a posto ?come tuo fratello Orlando o tua sorella Penelope?".
"E lavorare come contabile nell'azienda di famiglia,sposarmi ,avere dei figli e morire di vecchiaia in un letto
nell'ospedale cittadino?preferisco entrare nel ghetto a fucile spianato!"risposi all'epoca facendo impallidire la vecchia.

'Equipaggiamento dell'investigatore dei bassi fondi:sigarette,un taccuino ,una macchina fotografica datata quanto la città
stessa,un lungo cappotto color verde petrolio macchiato ,strappato e rattoppato in modo fantasioso,occhiali di vetro
grezzo per nascondere le occhiaie e la mia magnum,la cara "contessa"'.

Apro la porta della camera ed ecco che vengo assalito. E Baron,un rarissimo esemplare di lupo siberiano
addomesticato ,intelligente, sveglio ma testardo. L'unica compagnia in quel lugubre angolo di mondo.
<<ehi ehi!Ascolta,devo lavorare...tu fa la guardia da bravo!>>dissi accarezzandogli il muso. Si mise subito accanto alla
porta. Non voleva sentir ragioni.<<Lo sai che non puoi venire con me!non mi freghi questa volta!>>.
Abbassò le orecchie .Mi si sciolse il cuore come al solito.<<Va bene forza!>>.
Salimmo in macchina,e partimmo anche se a fatica,tra qualche scoppiettio e lo stridere del metallo arrugginito.

Ho sempre amato guidare di notte. La fioca luce dei lampioni,i vapori dei tombini...la leggera nebbia che solerte e
placida ,si posava sulle fredde vite dei nottambuli.
Un lampo. Il cielo e nuvolo e tenebroso. Oscurità alimentata dalle alte ciminiere della città,che spadroneggiano
sull'orizzonte da ovunque si guardi. Riecheggia il rumore delle porte della chiusa cittadina.
Uscendo dai bassi fondi,l'ambientazione piano piano cambia.
Il limbo. Chiamato cosi perché mondo "di mezzo".Da una parte,la desolazione,la povertà. Dall'altra l'accesso alla
diga,che precede i piani più ricchi. Un grande anello intermedio,dove l'eroe si mischia alla feccia,li dove la mafia
incontra il duro lavoro degli onesti.
Moltitudini di insegne luminose popolano le vie ancora intrise di vita e di gente. I locali sono lungi dal abbassare le
saracinesche.
"Da Betty la battona"..'Allungano il Grog' pensai leggendo l'insegna."Cyber"..'i famosi cyber cocktail....allucinogeni e
realtà virtuale per sballarti fino all'alba...forse finito di lavorare ci faccio un salto'.
Sfrecciando nelle strade del limbo,ritornai al pensiero al lavoro a cui stavo andando incontro.

Il notaio Icarus Stephan era famoso archivista,amato e benvoluto da tutti per la sua benevolenza verso i più poveri.
Grazie a lui infatti,in molti hanno trovato fortuna. Una chiacchiera qui,una chiacchiera lì,e in breve tempo il vecchio
icarus ti faceva fare fortuna!...ed in cambio??..beh prima o poi in vecchio avrebbe trovato il metodo per riscuotere. Un
furbacchione di una cinquantina d'anni,un bel pancione tondo. Sempre ben curato e profumato. Portava spesso un
panciotto rosicchiato dal tempo,di un color verde pisello. Affabile ma risoluto negli affari. Insomma...chi mai lo
avrebbe voluto morto?
Il suo ufficio non era lontano.

Le gallerie commerciali incastonate dentro la chiusa erano probabilmente il punto di ritrovo preferito dai criminali della
città. Un labirintico intrigo di claustrofobici corridoi di pietra grezza. E ad ogni angolo si intravedevano locali e
localetti,di ogni forma,colore e genere.
<<Baron,stammi vicino ed occhi aperti la dentro!>> dissi accarezzandogli il muso. Un ringhio per dire 'conta su di me'.
Mi diressi subito verso l'ufficio del notaio,nel cuore del labirinto. Nonostante fossero a mala pena le 2 e mezzo,le
gallerie erano ancora piene di gente,feccia che tentava di raggirare i poveri passanti. Uomini dal fare losco mi
scrutavano dagli anfratti più bui.

<<Sirio!ehi !amico mio!>>.


Una voce conosciuta. Mi girai ,e tra la marmaglia riconobbi un vecchio amico. Era Zig "mano pesante",uno zingaro del
sud chiamato cosi per il suo feticismo smisurato per la polvere da sparo;un trafficante d'armi,nonché ex commilitone in
giovane età.

<<Ehi Zig!Vecchio mio!ancora respiri?>> chiesi schietto<<Sei fortunato che io non abbia ancora stirato le
zampe,bestia!>> disse aprendo le braccia. Poi mettendo una mano nella tasca,tirò fuori una piccola scatolina.
Porgendomela sussurrò <<Proiettili di mia invenzione!tutto quello che devi sapere....>>si avvicino,parlandomi
all'orecchio <<con ogni probabilità l'effetto sarà alquanto sgradevole alla vista..quindi occhio a non stargli troppo
vicino...provali !te li regalo!>>.'Capito,un proiettile di questi e in grado di far esplodere la testa di un rinoceronte
corazzato a 30 metri....'pensai soddisfatto. Proprio quello che mi ci voleva per tirarmi su di morale.
Salutai con un cenno,e mi allontanai .

"Studio Notarile Icarus Stephan".Appena poggiato la mano sulla maniglia per entrare,una folata di vento sferzò i stretti
corridoi. Un intenso profumo di nocciole mi invase le narici. Mi girai di scatto,e con la coda dell'occhio scorsi una
chioma che scompariva dietro l'angolo. Guardai Baron che era già lanciato all'inseguimento.
Scattai come mai in vita mia oltrepassando rapidamente l'angolo.
Rimasi di stucco nel costatare che stavamo inseguendo un fantasma. In quel corridoio appena raggiunto,neppure un
ombra. Guardai nuovamente Baron,e lui ricambiava con tono spaesato. Mi abbassai per confortarlo.<<Abbi
pazienza...tornerà..>>.

Tirai giù la maniglia. La porta era aperta,quindi entrai .L'ambiente era un tipico ufficietto dei sobborghi. Pareti rivestito
di legno di noce scalfito dal tempo e dall'umidità. Un pavimento di cotto ingrigito. Qualche pianta,rigorosamente
finta,negl'angoli. Lampade e quadri adornavano invece la scrivania del notaio,posta nell'angolo accanto al caminetto .A
riceverci,la Signora Carolyn .<<Prego si accomodi!>>esclamo con somma signorilità. Era una donna magra,molto
alta,all'incirca sulla quarantina. I capelli,di un intenso color corvino, finemente acconciati da nobildonna,raccolti in un
vistoso chignon. Un paio di occhialini con montatura d'oro. Uno sguardo gentile e un sorriso appena accennato però non
bastarono a coprire i segni del tempo. I solchi delle lacrime,gli facevano da cornice per il viso.
<<Il cane e il suo?>> disse abbassando lo sguardo austero. Baron sedeva al mio fianco,e per tutto il tempo non aveva
emesso un solo gemito.<<Si signora,non si preoccupi,e un cane addestrato alle indagini>> dissi col fare più
professionale che riuscii a tirare fuori. Non era proprio vero. I lupi siberiani vengono addestrati alla guerra,non alle
indagini.'Meglio omettere questo dettaglio' pensai.
<<Ora che abbiamo finito i convenevoli,per favore mi dica cosa e successo >> .Si stizzì per un attimo. Poi prese un
gran respiro e iniziò a raccontarmi l'accaduto.
<<Vede,mio marito era solito far tardi .Ma all'incirca un ora fa sono scesa a controllare >> indicandomi con lo sguardo
una piccola porticina semi-nascosta alla mia sinistra. Probabilmente l'accesso agli appartamenti privati.<<Non
trovandolo neanche in ufficio,continuai a scendere fino alla cantina,che mio marito usava come archivio .....e fu li
che.....>>si ammutolì,soffocando un grido disperato. Baron le si avvicino,sedendosi accanto a lei,sfiorandola con il
muso.<<Ho capito signora,Se permette ,scenderò in cantina>>

Discesi la tortuosa scala a chiocciola fin dentro le fondamenta dell'edificio. L'aria era pesante,intrisa di olezzo rancido e
nauseabondo. La temperatura si era abbassata bruscamente.
Mi ritrovai di fronte ad una pesante porta di freddo metallo semi arrugginita .Un forte vibrazione negativa mi
percuoteva le ossa. Un inconscio avvertimento che, se fossi stato meno ligio al dovere,o meno pazzo e voglioso di
andarmi a cacciare in qualche guaio,avrei sicuramente ascoltato.
Spinsi la pesante porta con tutte le mie forze. Il nauseabondo odore si era fatto accanito,tanto che dovetti sopprimere un
amaro rigurgito.
Il macabro spettacolo che mi ritrovai di fronte rimarrà sempre vivido nei miei ricordi.
La fioca luce della lampadina accesa,probabilmente accesa dalla signora qualche ora prima,illuminava un innaturale e
freddo ordine. Il corpo del noto archivista era posto nel centro della piccola saletta. Chino sulle ginocchia,mani giunte e
testa a terra. Una lancia gli trapassava il collo,andandosi ad incastrare con le scanalature della irregolare pavimentazione
in pietra. Nonostante tutto,non una goccia di sangue in giro.
Il puzzo nauseabondo,che sfilava nelle mie narici quasi a volermi suggerire inaudite malvagità,mi rendeva difficile ogni
tipo di ragionamento. Presi il mio taccuino,e mio malgrado cominciai ad annotare ogni particolare.

"Icarus Stephan.
Trovato deceduto nello scantinato. Ginocchia a terra,mani giunte e testa chinata. Data la posizione deve aver implorato
pietà.
Che l'archivista conoscesse il suo boia?
La probabile causa della morte risulta essere una lancia di ossidiana finemente lavorata,priva di ogni incisione esterna o
ornamento alcuno,conficcata nella parte posteriore del collo. Lacerazione della trachea e della giugulare estremamente
probabile. "

Mi avvicinai al corpo del archivista,timoroso e attento a non cancellare possibili tracce a terra. Mi chinai,e con ogni
probabilità in futuro,mi pentirò di aver guardato aldilà della scena già cosi macabra.

"La vittima ,prima di quella che pare una vera e propria esecuzione,sembra che sia stata marchiata sul torace. Sul
petto,lasciato intravedere da uno squarcio del panciotto (n. B assente ogni traccia di sanguinamento)si può chiaramente
distinguere un simbolo che sembra marchiato a fuoco. Il simbolo ricorda una stella, leggermente ellittica,con sette raggi
che puntano verso l'esterno.
Inoltre,si nota che la lingua della vittima ,appare di un insolito color verdastro. Dello stesso colore i polpastrelli di
ambedue le mani. Sui vestiti della vittima si denota un forte odore che ricorda quello dell'ammoniaca."

Mi grattai il capo. Cosa era successo in quel piccolo scantinato?chi l'aveva ridotto cosi?e sopratutto...una morte del
genere avrebbe dovuto inondare la piccola stanza del sangue del poveretto eppure,in quello spazio cosi angusto (infatti
non erano più di una decina i metri di suolo calpestabile)non una singola goccia o macchia era visibile.
Un particolare venne a galla quando,per scrupolo,iniziai a fotografare la nauseante scena. Sulle scarpe del povero
vecchietto ,si trovava una strana,verdognola e putrescente fanghiglia,origine dell'odore preminente che oramai mi era
entrato nelle ossa,facendomi girare la testa. Non mossi il corpo,ma frugai le tasche del panciotto. Un sigaro intatto che
mi infilai nel cappotto,un accendino con impresse le iniziali I.S e qualche ricevuta di poco conto.
Quando mi rialzai,l'occhio mi cadde sulla piccola scrivania alla mia destra. Sopra,un grande libro aperto. Su di esso,un
pennino d'oro .Mi avvicinai e accesi la piccola lampada a muro che sovrastava la piccola scrivania.
Fui colto da una forte e improvvisa paura. Sul grande libro impolverato infatti,vidi parole in linguaggi a me sconosciuti.
Marchi e simboli distrattamente disegnati,rappresentazioni di uomini deformi e di strani rituali che,al mio occhio
profano,parevano porsi nel mezzo tra leggende antiche e gli esperimenti di un chirurgo impazzito. Sfogliando
delicatamente il tomo,pagina dopo pagina,un forte sensazione di paura mista a stupore mi pervase. Pur non capendo una
sola parola del libro,che si presentava fin troppo arcaico per i giorni nostri,più sfogliavo e più ne intravedevo i reconditi
misteri. Appurando che,ad ogni cambio pagina,un leggerissimo miasma di ammoniaca si elevava nel aree (proprio come
quello del panciotto della vittima)decisi che avrei portato il libro via con me in cerca di risposte. Lo misi nella
tracolla,incastrandolo un po a forza visto il suo volume .Risalendo la tortuosa strada a chiocciola con passi furiosi,mi
ritrovai di nuovo nella sala dove ero stato ricevuto. Baron intanto si era messo di guardia alla donna,che nel frattempo
aveva trovato ristoro sulla poltrona del marito. Se ne stava china sulle braccia a rantolare strane ed oscure parole. Più
che un bisbiglio,un sussurro nero carico d'odio.
<<Signora>> interruppi le sue meditazioni <<Ditemi,avete trovato qualcosa???>> tutto d'un tratto si alzo,agitata e
ansimante.
<<Avrò bisogno di tempo,ma qui ho finito. Immagino che vorrà disporre per la sepoltura...>>.
Non rispose,ma in qualche modo si rasserenò .Fece poi un profondo inchino. Non una parola,eppure in quel suo modo
di fare,intravedevo tutti i ringraziamenti più sinceri.
<<Baron,andiamo!>>.

cap 2

Risalimmo in macchina. Rimasi per qualche secondo a fissare il vetro appannato della macchina. Ormai ,nell'orizzonte
sfocato,si cominciavano a vedere le prime pallide e timide riflessioni di un sole lento .'Lo devo staccare quel telefono
maledetto' pensai accendendomi una sigaretta. Sul sedile del passeggero era riposta la sacca. Baron,estremamente
incuriosito,scrutava il sedile.<<E un brutto affare amico mio...si siamo cacciati in un bel guaio>>allungandogli la mano
sotto il muso.
Confesso che ero smarrito.
Già dal primo momento che passai in quella stanza,mi era balenato in mente che si trattasse di un qualche tipo di
sacrilego rituale.
In passato ,sono girate voci di oscure presenze in città. Strane sparizioni dopo i controlli dei vigilanti,che portavano
sempre a ritrovamenti macabri. Pesanti e orribili furono le voci,che molti fuggirono nella landa esterna. Un isteria di
massa ,diede vita ad una guerra civile. Centinaia di morti in 10 giorni di dura lotta nel ghetto.
Poi per anni,più nulla. Ed ora questo.'Cosa fare?se questa cosa venisse fuori succederebbe una catastrofe...no no NO!
non si può fare...ma al comando dei vigilanti sono un ammasso di incapaci nullafacenti..me la devo spicciare da solo..il
libro...ne devo sapere di più....deciso!'.
Girai la chiave e parti alla volta della collina. Li abitava un vecchio di nome Erode. Ex professore dell'unica università
posta ai vertici dell'agglomerato,era caduto in disgrazia."Chi troppo chiede,non cade mai in piedi" diceva a chi gli
chiedeva di narrargli la sua caduta. Lo conoscevo da lungo tempo,dato che mi insegnò dalla tenera età fino a che il mio
spirito ribelle ebbe la meglio.
Arrivai a casa del vecchio professore che oramai erano le 5 del mattino. Quasi come una macchina,avevo viaggiato
senza pensare a nient'altro che alla guida. Solo una volta sceso mi resi conto del sole,che a stento si faceva strada nelle
nebbie delle ciminiere della città.
Arroccata sulla piccola collina,percorribile solo a piedi affrontando una ripida scalinata di pietra logorata dal tempo. In
cima,la piccola casetta in stile antico del vecchio professore
Un umile dimora di due piani,di piccole dimensioni,decadente,quasi fatiscente se non fosse stato per le grigie
decorazioni marmoree di antichi dei e demoni,che trovavano spazio tra le finestre e il piccolo portico che precedeva la
grande e pesante porta d'ingresso.
<<Cosa vedono i miei occhi?!quale vento malefico ti porta alla mia soglia al sorgere del sole?>> una voce rombante e
decisa si alzava da una delle finestre del secondo piano. Era il vecchio professore,che affacciatosi alla finestra si gustava
pacato la sua pipa,in contemplazione del sole neonato. Come sempre,il suo fare era parecchio sgraziato e impertinente.
Un sogghigno accompagnava il viso rugoso ma privo di barba e la capigliatura spelacchiata.
<<Dei peggiori Professore. Sospetto che presto tornerà la notte!>>.Diedi uno sguardo nei dintorni diroccati con una
certa preoccupazione,poi poggiai la mano sulla pesante tracolla. Qualcosa balzò nella mente del vecchio che si ritirò
lesto dalla veduta.
Mi accomodai sul decrepito divano. L'aria da "Aristocrazia in decadenza" di quella casa mi aveva sempre fatto
rabbrividire. Muri contornati da tutti i grandi della storia. Un quadro raffigurava una lupa allattare due pargoli. Da un
altra,un imperioso guerriero che cavalca un elefante. Sul camino,un uomo baffuto e risoluto con una casacca rossa
armato di sciabola.
Ben poca luce filtrava dalle pesanti tende annerite. Il camino,posto al centro della lugubre sala faceva sua
l'atmosfera,l'unico rifugio dalle ombre della scricchiolante catapecchia.
Erode,che agitato sedeva sulla poltroncina accanto al caminetto,mi fissava. Intenso.
Non persi tempo,ed una volta comodo tirai fuori il pesante tomo .Alla sua vista,il vecchio balzo via dalla sedia con uno
scatto innaturale. Tremante,impaurito.<<Porta immediatamente quel.....quel...COSO fuori da casa mia>> tuonò
,agitando l'ossuto indice verso la porta. Un ardore mai visto gli bruciava negl'occhi.'Almeno sono sulla pista giusta'.
<<Icarus Stephan e stato ucciso stanotte. L'assassino era conosciuto alla vittima dato che non ci sono segni di lotta.
Sembra sia stata un esecuzione a cui la vittima si e offerta volontariamente. Il tutto e stato eseguito con una lancia
d'ossidiana di fattura molto antica,ciò mi fa supporre a qualche fanatismo. Il buon notaio non amava i religiosi,ma era
sicuramente parte di qualche strana setta di alto lignaggio>> feci una pausa ,in attesa di una reazione del vecchio.
'Nulla....e completamente paralizzato'.
Dopo le mie parole,il vecchio si era rannicchiato in un angolo buio della stanza. D'un tratto il suo fuoco,si era spento.
Lo sguardo fisso nel vuoto borbottando una strana cantilena.
Mi alzai,e con me anche baron,che incuriosito fissava il professore. Lasciai il tomo sul divano,e mi avvicinai al l'inerme
e borbottante vecchietto.<<Professore.....professore...ERODE MALEDIZIONE!RIPRENDITI!!!!>>colto da una rabbia
improvvisa ,schiaffeggiai il professore. Solo in quel momento ,il vecchio Erode ricominciava a riaffiorare dal suo
oceano di paure e ansie.
<<Per raccontarti questa storia,prima ho bisogno di un goccio...ti unisci a me figliolo?>>
Guardai l'ora.'Le 5 del mattino ...vabbè,inizio a smettere domani'.<<Fammelo doppio. Qualsiasi cosa tu stia per tirare
fuori.>>

Tremolante ,versò 2 bicchieri da una bottiglia vecchia almeno quanto lui.<<Tieni ragazzo...ti servirà>> disse
ridacchiando,prima di buttar giù tutto d'un fiato. Feci lo stesso.
Una rancida ondata di puro fuoco mi pervase fino alle radici.'Diavolo,il vecchio beve forte'pensai mentre mi schiarivo la
gola.
Stavo per iniziare a far domande,ma il vecchio professore mi bruciò sul tempo.
<<Quel...tomo....tu non immagini che cosa sia ..vero?>> il suo viso era tornato truce e martoriato chissà da quale
segreto.<<Tutto iniziò 40 anni fa...all'epoca ero un giovane professore con tante idee sciocche per la testa. Mi prestai
volontario per una spedizione nella landa esterna....>>e via un altro bicchiere. Cominciavo a farci la bocca.
<<Una vecchia miniera di carbone ,a 3 giorni di viaggio a nord,crollò .La squadra di soccorso però,non trovò solo i
corpi dei minatori.....il crollo rivelò un profondo tunnel.>>Un altra pausa. Un altro sorso.
<<Eravamo giovani...stolti...>>Sbarrò gli occhi d'un tratto.<<Scendemmo nel tunnel. I minuti divennero ore. Le ore
giorni. Rimanemmo li sotto per almeno una settimana. Trovammo quel che sembrava essere una città...molto antica...le
sue strutture...luci...ombre...tutto sembrava innaturale...quasi demoniaco...e come se fossi ancora li...>> allungò la
mano,come per toccare chissà cosa.
<<Professore....PROFESSORE!MALEDIZIONE SI RIPRENDA!NON MI E D'AIUTO COSI!>>.
Al mio grido,tornò in sé.<<Perdonami figliolo....nel nostro girovagare,trovammo una sala di fattura antica. Talmente
antica,che non riuscimmo a datarne la costruzione. L'armonia e la lavorazione della pietra era qualcosa che andava ben
oltre la sapienza umana. E al centro di quella sala....3 tomi...>>Lanciò uno sguardo al libro,tornando sognante e
tremolante.<<Poi?cosa accadde?>>.
<<Bhè....portammo via i tomi. Cominciammo a studiarli durante il viaggio...nessuno di noi conosceva quella lingua,ma
nonostante ciò,in breve una maniacale ossessione ci avvolse.Tutti.Sfogliare quei tomi era come tuffarsi in un orrido
oblio .Nei giorni del viaggio di rientro,2 assistenti si suicidarono,tagliandosi la gola di netto...>>.
La voce si era fatta fredda.Distaccata.Rimasi impietrito.<<Ritornati nell'agglomerato,fummo prelevati da una
delegazione del Alto ordine...>> stavolta se ne verso uno doppio. A me altrettanto.<<L Alto ordine???
AHAHAHAHAHAHAHA...professore,quella e solo una legenda dei bassifondi!>>risi baldanzoso mentre mi versava il
diabolico liquido nel bicchiere.
A seguito della mia risata,mi tirò uno schiaffo sulla nuca,come faceva quando ero giovane <<TACI !
IGNORANTE! ....chi credi che controlli il corpo dei vigilanti?e le ciminiere che danno energia alla città?la diga?gli
impianti per la depurazione dell'aria?povero stolto...faresti meglio a scappare dalla città....tu e il tuo cagnaccio rognoso!
>>il vecchio si era fatto imperioso,non curante del fatto che non ero più ne un ragazzo,ne una persona paziente. Mi alzai
di scatto,presi per il collo il vecchio ossuto sbattendolo con forza sul muro adiacente. Bicchieri e bottiglia
caddero,inondando la stanza di vetri e alcool.<<Ascolta bene vecchietto,io ho poco tempo e tante cose da fare...quindi
facciamo un patto....tu mi dici cosa devo cercare ed io eviterò di aprirti un altro buco per cagare!>> dissi con un certo
distacco,presentandogli la cara "Contessa",un revolver 58 Magnum.<<Calma ragazzo calma...ci sto arrivando eh
eh>>.'Tutti docili quando vedono la contessa' pensai soddisfatto.
Riposi l'arma,rilasciando la gola del vecchio che si diresse nuovamente verso il divano.
<<Dicevo....fummo portati al Eden. Li,scoprimmo che l'ordine stava ,da anni ,cercando quei tomi. Li consegnammo
senza indugiare ma....di tre che ne trovammo,ne consegnammo solo 2.Quello che hai portato qui,venne nascosto e
custodito da Icarus.....>>.
<<Professore...ma....quei tomi...cosa sono?>>chiesi,dopo un attimo di esitazione. Calò un freddo silenzio. Fuori ormai
il sole era alto,ma dalla finestra irrompeva una gelida ventata che smorzava di netto il calore del sole.
Avevo una brutta sensazione addosso. Come se stessi per irrompere in un covo di assassini professionisti armato solo di
buone intenzioni.
La mia attenzione venne distolta da baron. Improssivamente ,si era rivolto verso la finestra. Perfettamente immobile
sulle quattro possenti zampe,aveva rizzato il pelo e iniziava a mostrare i denti.'Che abbia avuto anche lui a stessa
sensazione?' mi chiesi preoccupato.
<<Bella domanda figliolo...>> riprese il vecchio stropicciandosi la barba incolta.<<Tutto ciò che posso dirti e che quei
tomi hanno più di 800 anni...>>
Rimasi di stucco. Guardai ancora quel maledetto tomo. Più lo guardavo ,e più il mio disagio cresceva.
Accesi una sigaretta. Nel mentre lanciai un occhiata a Baron,che con il passare del tempo,si era fatto più agitato.'Mai
dubitare dell'istinto di un lupo siberiano!'.
<<Ehi ragazzone,cosa c'è?>> chiesi accarezzandogli dietro le orecchie .Non ebbi risposta.<<Che stupida bestiaccia e la
tua...>> sogghignò il vecchio.
Non feci caso alle sue parole. D'istinto,sfoderai la contessa,assicurandomi di togliere la sicura stavolta.

Ero li,accovacciato accanto al cane,con la mia fida armi tra le mani...e per un attimo ,fu come se il tempo si fermò.
Nessun suono. Nessun odore. Solo il mio sguardo fisso sulla malridotta vetrata. Ad un tratto un sibilo.COme un fulmine
in un cielo limpido,qualcosa infranse la finestra. Non realizzai finché non mi voltai verso il vecchio. Una freccia,o
meglio,qualcosa che assomigliava ad una freccia,si era conficcata nel suo petto,ritinteggiando il muro del suo sangue.
D'istinto,sparai un colpo .Il fragore riecheggiò allungo,mentre quello che rimaneva della finestra,degli infissi,e del mio
udito,andava letteralmente in pezzi .I proiettili di Zig avevano compiuto il loro dovere fin troppo egregiamente.
Baron scattò subito dopo,balzando all'esterno con una tale velocità che feci fatica a carpirne i movimenti.
Il vecchio rantolava mentre, con meno cautela del dovuto,mi affacciavo a quella che oramai sembrava più un lucernario
che una finestra. Nessuno in vista.
Tornai indietro dal professore morente,immerso in un lago salmastro di sangue alcool e vetri sparsi.
<<Ascoltami ragazzo...trova il mio assistente Shomari...vive davanti.....il guardiano dalle tante voci>>.Riuscii a dire
solo poche parole,poi la luce abbandono i suoi occhi.

Rimasi immobile per qualche secondo,cercando di pensare al da farsi. Nonostante avessi odiato quel vecchio pazzo in
gioventù,ora che giaceva esanime a terra innanzi a me,mi resi conto del bene che gli volevo,e promisi a me stesso che
gli avrei fatto giustizia.
Mi infilai la mano in tasca,e accesi il sigaro che qualche ora prima avevo preso dalle tasche del notaio.
Respirai affondo ,mentre osservavo l'arma del delitto. Di per se,era una freccia ...certo. Ma di dimensioni
mastodontiche. Il materiale,era lo stesso della lancia .Ossidiana. Priva di rifiniture. La punta,che aveva letteralmente
squarciato in due l'esile corpo del vecchio,era del medesimo materiale,ricurva su di un lato.
'Sempre originale vecchio mio...probabilmente sei l'unico uomo della città ad essere stato ucciso con una freccia lunga
quanto un bambino di 12 anni e larga quanto una bottiglia di liquore' .Ridacchiai di gusto. L'alchool cominciava a fare
effetto.

Ripresi il tomo e uscii velocemente dalla casa del vecchio. Probabilmente ,"contessa" ,aveva allertato ogni essere
vivente nel raggio di 2 kilometri,ed era meglio sparire prima ....beh prima di doverla usare di nuovo.
Salii in macchina,seguito da Baron,che in tutto il tempo ,era rimasto sotto la finestra,annusando qua e là alla ricerca di
tracce ,senza trovarne.'E difficile ingannare il suo fiuto....questa storia mi piace sempre meno'.
Pregando che la scoppiettante partenza della carcassa con le ruote che chiamavo macchina ,non avesse destato sguardi
indiscreti,mi allontanai in direzione limbo.
Se il tuo obbiettivo era trovare qualcuno nell'agglomerato,era da li che dovevi partire.

<<Qui Radio Valhalla e questa voce e della vostra Valchiria Eriana!!congratulazioni avventurieri dell'agglomerato!se
mi state ascoltando ,vuol dire che siete sopravvissuti alle carezze della Madre notte ancora una volta. Rimanete in
ascolto,a voi e dedicata la prossima canzone!>>.Un sottofondo ritmato usciva dalla radio. Una voce femminile ne
ricamava le parole,eterea,quasi impercettibile. Un lamento alla vita?un inno di gioia? ..non saprei. Sapevo solo che quel
vociare schiamazzato ,il sigaro che ancora mi fumava tra le dita,baron e la sua agitazione,mi sussurravano la prima,e
forse l'unica,buona idea da quando avevo alzato il culo dal mio letto.

Il Bar 'Alta Marea',di Dotty .Dotty era una vecchia amica di mille avventure. Una donna sulla cinquantina,alta poco più
del bancone,ma molto più grassa e parecchio più pericolosa di qualsiasi malvivente della città. Viveva sola,occupandosi
del suo bar. La sua unica compagnia erano i clienti. E le sue più amorevoli cure erano per me,cliente assiduo ormai da
tanti anni.
Si narra che una volta ,un gruppo di uomini armati entrò nel suo locale per rapinarlo. La leggenda narra che vennero
massacrati senza pietà da Dotty,che non brandiva altro che un pesante bollitore nella mano destra e un cavatappi nella
mano sinistra. Inoltre,qualcuno sostiene che due giorni dopo il fatto,Dotty aggiunse il suo famoso piatto speciale
"Spezzatino di bastardo" al menù...ma nessuno ha mai avuto il coraggio di chiedergli la provenienza della ricetta.

<<Eccoli qua!i miei clienti preferiti!!!>>esplose Dotty come al suo solito. Il bar era poco più che una bettola. Trenta
metri e poco più di spazio ,con un unica finestra alla destra di un logoro bancone di legno massello,corroso da anni di
incuria e ubriachezza molesta .Sulla parete,una lunga sfilza di alcolici di bassa lega,dai nomi più disparati e
gradazioni ,la cui più debole,avrebbe sciolto gli ingranaggi della diga cittadina.
Alla destra del bancone,la piccola porticina del bagno,chiusa a chiave anni fa e li dimenticata."La strada e il vostro
pisciatoio,FUORI DALLE PALLE" ,era solita rispondere quando qualcuno chiedeva di usare il bagno.
<<Nottataccia?>> chiese appena mi appoggia al bancone. Presi una grossa boccata del sigaro,che ormai voltava al
termine.
<<Nottataccia...>> ripeté,mentre versava del Bourbon per me,e della vodka in una ciotola per Baron,che scodinzolava
felice.<<Gli fa male la vodka...Dagli il Gin!!>>.
<<Taci tu ragazzino!!!il Gin e per imbecilli!!!a lui piace la vodka!vero cucciolone????>> rispose mentre se lo
spupazzava per bene.

Ora che avevo il mio Bourbon,e Baron si stava facendo coccolare da Dotty ,mi misi su di uno sgabello,aprii il mio
taccuino ed iniziai a ragionare.
'il guardiano dalle tante voci.....cosa cazzo vuol dire?!?!? Erode cazzo,ti sembrava il momento di essere cosi
criptico?...pensa...aspetta!!'
Forse avevo un idea. Il vecchio professore aveva sempre avuto una predilezione per le vecchie leggende del mondo
antico. Sopratutto di come queste antiche popolazioni affrontavano la morte e tutto l'iter successivo al trapasso.'il
guardiano dalle tante voci ...il guardiano dalle tante voci...il guardiano dalle tante BOCCHE!....Cerbero!!'.Non so,forse
il Bourbon che mi infuriava nelle viscere mi aveva aiutato,o forse era solo un momento di lucidità,ma avevo una pista.
Dopo una sana e ristoratrice bevuta,salutai Dotty con un cenno della mano <<Ci vediamo tesoro,non aspettarmi
alzata>> facendogli un occhiolino.<<Fanculo sbarbatello!>>mi rispose mostrandomi il grassoccio dito medio.
La città cominciava a prendere vita. Anime stanche,chi in bici,chi a piedi,si trascinavano. Tristi e malevoli i
volti,intirizziti dal gelo di una fioca mattina.

A pochi isolati da bar vi era l'entrata del nuovo quartiere residenziale. La più grande stronzata degli ultimi 10 anni. Un
grigio,inanimato e lugubre aggroviglio di palazzoni.<<Ehi Baron,secondo te lo affittano per le feste?>> chiesi al fido
compagno,che mi guardava incuriosito.'E un cane.....aspetta di trovare qualcuno prima di fare il sarcastico'.

Quel posto era nato già vecchio. La via principale era stata chiamata "Cerberus lane",in onore al fondatore della
"Cerberus Oil Company",nonché costruttore e finanziatore che aveva permesso la costruzione del 'nuovissimo'quartiere.
Ma alla vista,qualsiasi bigotto strafatto di acidi e scarti industriali avrebbe capito la verità. I mostri di cemento che loro
definirono "focolai domestici",altro non erano che gabbie... gabbie dove chi non aveva avuto fortuna nella vita,sarebbe
morto...sepolto dalla triste verità.
Se sei povero,non hai speranze nell'agglomerato. Se sei povero, sei solo un effimero problema,un peso... carne da
macello. Un bersaglio per i vigilanti,la cui autorità e assoluta...la cui bramosia di maggior potere,dava spesso vita al
gioco della mattanza. Una selezione naturale che rintoccava alle orecchie di tutti,a suon di manganellate e colpi di
fucile.

In quella che sembrava essere la piazza principale,da dove si districavano le vie e i viottoli del insano quartiere,una
grande statua del Cerbero,che fiero e imponente,aveva già iniziato a macchiarsi del tipico colorito misto tra smog e
decadenza. Esattamente di fronte all'imponente opera,uno dei anonimi palazzoni .Mi tornarono in mente le parole del
vecchio."Vive davanti il guardiano dalle tante voci".

Avanzai nel atrio principale. Un vuoto spazio grande quanto un parcheggio,da cui si diramavano un gran numero di
scale. Sussurri e rumori lontani provenivano dai piani superiori.
<<Sappi che l'ultimo che e venuto qui a presentare i suoi 'vantaggiosi prodotti',e diventato cibo per topi!>>.Mi girai di
scatto. In fondo allo spazioso atrio,una piccola finestrella. Dietro di essa,un figuro,che non riuscivo a delineare. Le sue
parole echeggiarono allungo.
<<Non sono un venditore ambulante>> dissi mentre mi avvicinavo. D'istinto,lanciai un occhiata a Baron che mi era
affianco. Sembrava calmo,ma intravedevo diffidenza nel suo sguardo.
Man mano che camminavo,iniziai a mettere a fuoco l uomo .Un anziano signore di pelle nera,grandi occhiali scuri e un
ispida e bianchiccia barba.'oh si,oggi e proprio una giornata soleggiata!' pensai tra me e me.
<<Sto cercando il Signor Shomari,può aiutarmi?>>chiesi in modo garbato,cercando di nascondere il disagio che mi
attanagliava le viscere. O forse era il Bourbon che cominciava a ribattersi nello stomaco.
L'uomo inizio a ridacchiare. Ora lo vedevo bene. Rachitico e scavato,era appollaiato su di una sediola a dondolo,in
quello che sembrava uno sgabbuzzino. Davanti a lui,una piccola scrivania con un posacenere ricolmo,una bottiglia
vuota e un mazzo di carte. Solo quando gli arrivai di fronte,notai la fioca luce di una lampadina alla mia destra. Il ronzio
incessante mi dava alla testa.
<<Sai ragazzo,insieme all'ultimo venditore c'è anche l'ultimo che non si e presentato... da queste parti i topi mangiano
meglio di noi!AHAHAHAHAHAHAH>>.
Cominciavo a perdere la pazienza. Ma mi resi conto che ,estrarre la pistola e fargli esplodere la testa non era una buona
idea. Feci un lungo respiro,tentando di scacciare via il pensiero.<<Mi chiamo Sirio,e sono un investigatore privato. Sto
cercando il Signor Shomari per un indagine urgente>>dissi calmo,ma con vigore. Non si scompose.
<<Urgente? lo immagino....a sentire il suono delle tue scarpe e dal odore di alcool che ti porti dietro,e il tuo portafoglio
che ha un bisogno urgente ragazzino!!!>>.'Anche il custode cieco e stronzo mi doveva capitare' pensai rassegnato e
sempre più vicino ad usare metodi più "forti".
<<in ogni caso,io sono Balton...per te Signor Balton,custode e portiere del magnifico edificio che vedi!>>disse
allargando le braccia. Poi d'un tratto torno serio,e con tono greve mi disse <<Bene,ora che ci siamo presentati,puoi
anche levarti dalle palle. Il Signor Shomari e attualmente ospite della "Casa della tranquillità">>.
Rimasi interdetto per un attimo. La Casa della tranquillità era una nota clinica psichiatrica,dove infermi e mal
voluti,venivano rinchiusi e "Amorevolmente" accuditi. Ovviamente tutti sapevano che chiunque entrasse li,non avrebbe
visto l'alba successiva.
Probabilmente,del Signor Shomari,ora rimaneva solo un guscio vuoto appoggiato su una sedia,a fissare il vuoto in
chissà quali profondi meandri della struttura.
<<Se fossi in te>> disse il vecchio dopo qualche secondo di totale silenzio <<girerei i tacchi e me ne andrei...>>.'Come
se potessi farlo oramai'.
<<Senti invece la mia idea...Balton...>> dissi,sporgendomi nella finestrella.<<Ora tu,mi dai le chiavi del suo
appartamento,mi indichi quale la scala giusta,ed io evito di incastrarti per sempre in quella vecchia sedia a dondolo,in
modo che stanotte ,potrai portare quel tuo inutile culo nel letto stanotte...e non in una bara!>>.
Alla fine,ero stato diplomatico.
Ci fu un lungo sospiro da parte sua. Si tolse gli occhiali rivelando cosi una dura verità. Non era cieco ,come avevo
dedotto poco prima. Le palpebre,erano state sigillate con quello che sembrava filo di sutura,con un punto fatto alla bene
e meglio.
Un rigolo di sangue rappreso spiccava controluce. In quel momento,il ronzio,L'eco,i sussurri,le voci e le grida
degl'inquilini che sciamavano sopra alle nostre teste...nulla. Tutto ciò che riuscivo ad udire,era il respiro,o meglio il
rantolo provenire dal vecchio.

<<Grande giubilo fu,quando i 18 cavalieri arrivarono al villaggio. Gran festa fu fatta agli eroi che avevano sgominato il
grande male nella valle. Durante il gaudio,il più temibile ed il fiero ,per intrattenere il popolo,si sfidarono a duello. Con
arte e furore incrociarono le loro lame. Ma più lo scontro andava avanti,più era il vigore dei due duellanti. Alla
fine,nessuno sa se per errore o per istinto,il più temibile stacco la testa del più fiero con un colpo netto. Poi,preso da una
innaturale follia,mutilò e ammazzò tutti gli altri,che nonostante il gran numero,non riuscirono a placare la sua furia.
All'alba,dei cavalieri e dei popolani,solo un giovane ragazzo sopravvisse. Il giovane quindi,andò dal cavaliere,lordo di
sangue e infamia ,e gli disse:"O cavaliere,l'alba e giunta...ucciderai anche me?"... e il cavaliere rispose :"Giovane
ragazzo,tu rivolgi il tuo sguardo al sole...ma non sarà la luce ad indicarti la risposta".Dopodiché,prese la sua spada ,e se
la infilò nel petto,maledicendo se stesso durante il suo ultimo respiro>>.

Dopo ciò,il vecchio abbozzò una specie di sorriso,e iniziò a dondolarsi incurante del mio stupore.'Stronzo e pazzo '.Ma
non avevo tempo di dar retta ai deliri di un pazzo,ed iniziai a guardarmi attorno. Ogni rampa di scale era numerata da 1
alla 4,e alla fine di ogni scalinata,una piccola finestrella tralasciava uno spiraglio di luce.
Saranno state all'incirca le 7 del mattino,e il fioco sole del esterno emanava una luce fredda e glabra,che riuscivo ad
intravedere alla mia destra.
Ci misi un po ad arrivarci in effetti. Il vecchio bastardo mi aveva dato tutte le indicazioni che mi servivano.
Scala 1,interno 8,lato ovest.'Deve essere parente al professore'pensai mentre mi voltavo ancora una volta verso di lui.
Soltanto che Balton... era sparito. Di lui,rimaneva solo la sedia a dondolo,immobile e impolverata.
Guardai Baron,che mi guardava a sua volta. Ora sembrava calmo e beato,come nulla fosse successo. Mi grattai la
testa,accesi una sigaretta ,e concludendo che non avevo NULLA da concludere,mi inerpicai su per la scalinata.

La porta era aperta. Scardinata con forza,portava i segni di un colpo secco e ben preciso. Sfoderai contessa,e con calma
entrai. Era un piccolo appartamento,sudicio e disordinato. A pochi passi dall'entrata,una lampada giaceva a terra.
Accanto ad essa,una piccola pozzanghera appiccicosa di fluido verdastro. Avvicinandomi,riconobbi il maleodorante
miasma che avevo sentito poche ore prima sul cadavere di Icarus Stephan.Anche Baron aveva fiutato il pericolo.
Ispezionammo prima il piccolo e stretto salotto. Un piccolo divano e un tavolino che cibo e alcolici sparsi. I muri ,tonsi
di umidità e muffa,erano frastagliati da mappe oramai illeggibili e appunti,che sembravano scritti in una lingua
sconosciuta. Man mano che esploravo la stanza,qua e là,vedevo simboli e disegni che somigliavano a quelli sul tomo
che mi portavo dietro.
Giornali sparsi sul pavimento,di date passate,mi fecero pensare che qualcuno stesse facendo delle indagini.'Cosa stavi
cercando ??' pensai tra me e me,mentre scartabellavo una pila di vecchi stralci.
D'un tratto,qualcosa colpi l'attenzione di baron verso una porticina nascosta in una rientranza del muro. Cercando di
essere più silenzioso possibile,mi avvicinai alla porta e fu li che lo avvertii anch'io. Un lieve odore di nocciola
proveniva da quella stanza. Mi bloccai con la mano sulla maniglia.
'e possibile che io stia diventando più pazzo del solito?' me la ridacchiai quasi rassegnato.
Entrai di colpo nella stanza,con tutta la baldanza di cui ero capace.

<<Controlla sempre gli angoli...te lo sei dimenticato??>>


La Signora delle aquile mi teneva sotto tiro. La punta della sua freccia balenava ad un soffio dalla mia testa,pronta per
essere scoccata.
<<Probabile...ma lo sai... l'estratto di nocciole mi fa perdere la testa.>>Poi girai il capo sorridendo.<<Arndìs... quanto
tempo...ammetto che mi mancavi un po!>>.

Mi presi qualche secondo ,mentre Baron,festoso come mai da molto tempo,si faceva accarezzare e
coccolare.Arndìs.Arciera ed esploratrice del clan degli Iram. Un corpo minuto ed elegante. I suoi capelli boccoluti color
violino,si posavano su di una carnagione mulatta. Lineamenti morbidi,arricchiti da occhi grandi e abissali. In molti
erano caduti affascinati da tanta bellezza. E più o meno lo stesso numero erano stati trafitti dalle sue mortali frecce,che
hai tempi della guerra,vibravano sul campo di battaglia abbattendo i nemici con freddezza,classe e un tocco di
soddisfazione.
Per un momento,tornai ai giorni della guerra contro i razziatori dell'est,molti anni addietro. Lei ,come molti del suo
clan,fu reclutata dallo stato maggiore per "aiutare le forze dell'agglomerato" sul campo. Venne assegnata alla nostra
unità come guida per l'impervio territorio. E quando combatti allungo al fianco di una persona...quando passi l'intera
giornata a "cercare e distruggere" ,come amavano dire i nostri comandanti...legare e inevitabile. Noi legammo...noi ci
legammo. Come di preciso,non lo seppi mai. Mi amava?mi odiava?non so.
Aveva tentato di ammazzarmi un paio di volte. Ma alla fine ,ero li,a godere ancora una volta di quel sorriso. Unica cosa
riuscisse oramai a rapirmi totalmente.

Dopo aver accontentato la fame di coccole di Baron,alzò lo sguardo e disse con fare dispiaciuto <<Mi dispiace per
Erode..>>.
<<Come hai..>>risposi io incuriosito.<<Sorvegliavo la sua casa da giorni oramai. Da quando alcuni uomini ammantati
di rosso hanno portato via il suo assistente,qualche giorno fa>> .In un istante divenne seria e imperiosa. La meravigliosa
macchina assassina che ricordavo.<<Vieni,ci serve un posto sicuro in cui parlare>>

Io...io mi ricordo.Me l'ho ricordo talmente bene che spesso,nei miei sogni o desideri piu reconditi,io sono ancora li.
Molti anni prima .Montagne ad est della città.La zona ignota,si ereggeva a 5 giorni di viaggio.Nonostante i cieli grigi,le
tempeste di ghiaccio o di sabbia...l'ubriachezza molesta di un gruppo di 120 soldati in marcia forzata per giorni in terre
dove 'Neanche il diavolo si sarebbe azzardato ad entrare'.L'esercito non aveva fondi per la benzina,ma per gli alcolici
avevano casse ilimitate.Forse fu meglio cosi.Allegri e caldi,andavamo a farci ammazzare dalle montagne.

Villaggio degli Iram,sulle colline prima delle montagne.


'Pecorari con arco e freccie...bene'pensai quando ,piu giovane bello e ardito di ora,mi arrampicavo per quella cazzo di
collina con 20 kili di equipaggiamento sulle spalle.
Il capovillaggio aveva già ricevuto disposizioni.Infatti,aveva scelto 10 dei loro cacciatori migliori,per farci da guida
nelle oscure e ammantate vette dove si annidava il nemico.
Già,il nemico.
I "Razziatori" della zona ignota.Barbari,almeno cosi ci dissero,che di quando in quando,tentavano di compiere scorrerie
vicino le citta.
<<Diffidate di ciò che vedrete.La montagna e anch'essa vostra nemica.Vi ingannerà,vi inseguirà...eppoi vi
ucciderà>>Furono le parole del capovillaggio.Viveva con pochi averi,nella casa più grande,al centro del villaggio
arroccato sul fianco di una collina.Un uomo grande e grosso,il cui braccio era l'equivalente di un uomo.Sul sinistro,tre
lunghe cicatrici che correvano dal gomito fino alla nerboruta mano.'Chissà che bestia era'. Sul destro,un corposo
tatuaggio...Il simbolo irem per i cacciatori.Un leopardo trafitto da una falce.

Questa,l'avevo sentita da un commilitone durante la marcia.<<Caposquadra,lo sa una cosa...>>mi disse Zig,che conobbi
in addestramento.<<I cacciatori di Irem hanno un marchio..un leopardo trafitto da una falce...e lo sa perche???>>disse
zigrinando i denti e gli occhi sparati .<<Zig! potevi aspettare almeno fino a mezzogiorno prima di ubriacarti...Il
comandante ci fa il culo se ti vede cosi!>>dissi io mentre cercavo di non farmi ubriacare dal solo fiato.
<<Faaaanculo e il comandante...ma la cosa fighissima e la storia che ce dietro!!! me la racconto la mia nonnina..la mia
Baba>> comincio a rattristirsi.<<ZIG! avanti finisci di raccontare>> 'E basta frignare cazzo!'.
<<ah sisi...dicevo...c'era questo capocaccia di nome ....bho chi cazzo se lo ricorda il nome.Comunque...il villaggio era
stato attaccato da una bestia feroce.Sembrava un leopardo delle nevi.Ma nonostante avesse decimato il vilaggio,nessuno
era riuscito a vederlo con chiarezza.A volte,La notte,scendeva dalla montagna,e non visto e non sentito...massacrava
tutti.Uomini.Donne,bambini.La cosa,andò avanti per molti anni.Un giorno,la bestia arrivò davanti alla casa del
capocaccia.Solo che la bestia,fu sfortunata.Il prode guerriero,sapeva che sarebbe stato lui la sua prossima vittima.La
bestia arrivo fin davanti al suo letto,e quando fu il momento per balzare sulla sua preda assopita....il prode guerriero usci
urlando dal cesso ,armato di falce e privo di pantaloni.>>Fece una pausa...un altro goccio dalla borraccia.<<In poche
parole,l'ultima cosa che vederono,fu il capocaccia inseguire una bestia ,di notte,armato di falce e con le chiappe al
vento.Comunque,fatto sta che da quel giorno sia lui ,sia la bestia,scomparirono dalla vita del villaggio.>>
'Bella storia'...poi ci riflettei un attimo.<<Quindi ...mi stai dicendo che potremmo incontrare un uomo nudo congelato
sulle montagne????>>

Mattino seguente,prima dell'alba.

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