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Delitto
Atto unico di Enrico Ventura
Personaggi: un uomo
La scena: sul palco vuoto una finestra, dalla quale entrerà una calda luce solare, e una
grande porta chiusa. Da un lato una comoda poltrona da salotto. Non pareti.
E' un'ora che sono seduto su questa comoda poltrona di pelle: un'ora senza
inizio e senza fine, forse un'eternità.
La mia casa sembra stranamente silenziosa e quieta. La confusione e uscita
sbattendosi dietro la porta.
Ah, sì! Immensi ammassi di marmo e terra, che sembrano antiche necropoli e
non luoghi di ricordo, dove i morti e i non ancora morti tentano di riconciliarsi.
Eppure, qualche volta, per convenienza o per istinto,sono costretto a seguire i
cortei funebri fino a questi luoghi di ultima e disperata dimora.
Quando è stata l’ultima volta? Cos’era? Autunno?
La giornata tiepida. I sempreverdi, con la loro ombra, rovinano quel poco di
sole che ancora ottobre ci vuole regalare. Da boschi vicini l'eco di voci confuse:
satiri che rincorrono le ninfe, e il richiamo degli uccelli migratori affannati prima
dell'esodo.
Forse sono allucinazioni, forse echi mentali, ma ora quasi inviti ad una fuga,
ad un ritorno ad un periodo arcaico quando i morti facevano paura, tanto da non
essere nemmeno toccati. Questa gente intorno sembra limitarmi, sembra
soffocarmi, così lugubremente vestita di nero.
-Chi è il morto? - domando ad un vicino, quasi senza guardarlo.
-Oh!... sei un mostro!- sussurra, e dalla voce mi accorgo che è Donatella.
Questo mi fa ricordare che il corteo funebre è quello di mia suocera, la madre
di Donatella.
Una sensazione di dolore e una voglia irresistibile di movimento scuotono la
mia inerzia. Donatella con la sua minuscola mano attanaglia il mio braccio.
Lentamente, cercando di non farmi accorgere, tento di sfilarlo da questa morsa
dilaniante. Niente! Più tiro indietro più lei stringe con ardore. Penso che il
braccio mi andrà in gangrena.
Prima di sposarmi, mi ricordo, dicevo:
- Il mio ideale è: brutta, oca e piena di soldi… - Brutta sì, ma non come
Donatella!... miseria!
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Delitto Atto unico di Enrico Ventura
Prima di sposarla non era poi così brutta, ma adesso, col tempo, è diventata
veramente orrenda. A detta di tutti assomigliava alla madre da giovane solo che,
mentre l'adorabile vecchietta, che stiamo seppellendo, con gli anni aveva
acquistato in fascino e sopratutto in capitali, Donatella, invece, era proprio
peggiorata.
Doveva essersene accorta anche la madre, perché, prima di morire, ha mutato
il testamento lasciandole solo il 20% dell’intero patrimonio, mentre il rimanente
è andato a un istituto per lo studio della malaria dei canarini. Ecco sono riusciti a
rendermi antipatici anche i canarini!
Pensate a quanto sia stato laborioso darsi da fare perché la Vecchia morisse
prima del tempo; e pensate al mio disappunto nel vedere che mia moglie aveva
ereditato così poco di quell'immenso capitale.
Sopprimere la dolce vecchietta non era stato poi così difficile.
Tempo fa, facemmo disinfestare la soffitta: era diventata un vero e proprio
allevamento di topi. Ci affidammo ad una di quelle ditte private che, con poca
spesa ed un barattolo di cianuro di potassio, in mezza giornata, liberano ogni
ambiente dalla più radicata colonizzazione di roditori. L’idea me la diede
proprio l'operaio che venne a casa. Prima di iniziare la derattizzazione mi spiegò
che dopo l’applicazione del gas, gli ambienti devono essere accuratamente
svuotati ed ogni oggetto distrutto, perché il cianuro, o meglio l'acido cianidrico,
ha la caratteristica di restare attaccato su moltissime superfici così che gli oggetti
non possono più essere riutilizzati.
Tra le varie cose da buttare trovate in soffitta, c'era anche un bel cuscino,
quasi nuovo, che sono riuscito a nascondere dall'altra parte della casa: in cantina,
ben chiuso in un sacco di plastica.
Una notte, non visto, prima che la mia dolce suocera si coricasse, ho messo il
cuscino avvelenato sul suo letto. Quando la vecchia si è coricata, col capo ha
riscaldato il cuscino, che, come un piccolo fedele complice, ha liberato piano,
piano il suo veleno: di cianuro basta respirarne poco, lo sapete! Nel frattempo io
facevo passare una notte di follie alla brutta e sgraziata compagna della mia vita.
Dopo che Donatella si è addormentata ho rimesso le cose come stavano
prima.
Non se ne è accorto nessuno.
Per le formalità di legge non ci sono stati problemi: per l'atto di morte si è
tenuto conto dell'età della defunta e del fatto che da anni era portatrice di una
malattia cardiaca. Non vi erano segni di violenza né sul suo corpo né nella
stanza.
Io da questa morte non avevo nessun interesse diretto , anzi era proprio questo
il mio alibi: non avere movente. Quello che non sapevo era che Donatella
ereditasse così poco.
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Delitto Atto unico di Enrico Ventura
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Delitto Atto unico di Enrico Ventura
Prima devo trovare il sistema per uscire da questa villa, senza essere visto:
devo telefonare al mio informatore per cercare di ritardare il più possibile
l'annuncio del fallimento, più la cosa rimarrà segreta meglio è!
E non posso farlo da qui, potrebbero sentirmi.
Certo che non è molto semplice uscire di qui inosservati, la casa è ben
sorvegliata, Poi, devo anche procurarmi un mezzo per arrivare fino in città: a
piedi praticamente non arriverei mai.
Oh! Che sbadato , devo anche cercare di levarmi questa stupida e brutta
camicia bianca che mi tiene le braccia legate dietro la schiena!
Fine