state reperite attraverso Internet. Non dovrei aver infranto alcun diritto d'autore. Se trovate interessante questo scritto, se trovate interessanti in miei Blog e i miei lavori, tornate a visitarmi e fate qualche ordine o donazione. Grazie P.Ag. rinascenza.wordpress.com paoloaugusto.blogspot.com IN via completamente empirica la parola lustro ha un'ovvia connessione con il riflesso della luce: risplende tutto ci che illustre e possiede delle qualit per le quali il tocco di un lume crea un effetto non comune. Illustrazione, o ci che illustrato, chiaramente spiegato, perci ampiamente comprensibile; ma tale forma descrittiva creata utilizzando modi, materiali e figure di categoria diversa dalla sola parola parlata o scritta. Spesso si tratta di forme di comunicazione considerate superiori per la maggiore elaborazione. Questa pu essere una definizione del lustro molto semplice e generica: si evita volutamente di ragionare su cosa significhi lustro riguardo gli uomini, fermandosi agli oggetti inanimati. Nella produzione degli oggetti di lusso sembra che il lustro si sia scavato una ben precisa ed esclusiva nicchia all'interno del settore ceramistico. Nessun altro oggetto con finalit e caratteristiche anche vagamente simili alla ceramica pare poter avere gli stessi pregi di una ceramica a lustro, in quanto questo genere di oggetti sono essenzialmente delle terrecotte verniciate, dipinte, smaltate cui, a tutte queste caratteristiche estetiche, si aggiunge il dettaglio di colori scintillanti dai riflessi metallici. In altri termini il lustro in ceramica riesce - letteralmente - a fondere insieme tanti elementi dell'estetica materiale che ben poche altre attivit creative riescono a ottenere; neppure l'oreficeria e la lavorazione del vetro nonostante possano avvantaggiarsi della possibilit di creare delle leghe tra diversi metalli, riescono a raggiungere la stessa variet di forme, scale cromatiche, miscele di materiali e libert d'esecuzione che la ceramica a lustro pu garantire. La ceramica a lustro quindi ha tutti gli elementi essenziali per assumere una posizione indipendente nel mercato dei prodotti di lusso, e in effetti ha conosciuto un lunghissimo periodo storico nel quale riusciva a spiccare proprio come un settore esclusivo e superiore a tutti gli altri tipi di produzione ceramistica possibili grazie alla sua ricercata magnificenza. Tuttavia, si pu affermare che attualmente la produzione della ceramica a lustro ha perso moltissimo terreno e il suo mercato si ristretto notevolmente, tanto che molte fabbriche e molti artigiani declinano o addirittura abbandonano completamente la realizzazione del lustro per la semplice ma drastica divergenza tra costi di produzione e la dis ponibilit di acquistare dei clienti. Chiamato in genere terzo fuoco, il processo di creazione di un articolo in ceramica prevede innanzitutto la tornitura e la modellazione dell'argilla nella forma desiderata; una volta che il pezzo d'argilla si essiccato, questo va infornato perch si tramuti in terracotta, semilavorato, oppure biscotto. A questo punto l'oggetto pronto per essere decorato, ma la tecnica del lustro - oggi come oggi - prevede che i colori capaci di ossidarsi e poi brillare metallici, vengano apposti sull'oggetto gi smaltato, ossia gi dipinto e cotto una seconda volta come fosse comune ceramica normalmente prodotta e venduta. Ecco il perch del termine terzo fuoco: per produrre un pezzo a lustro, non solo si esige l'uso di vernici e colori speciali, ma anche tre infornate. Questo fa lievitare proporzionalmente il costo di ogni oggetto di ceramica a lustro, per non contare gli scarti non recuperabili o riutilizzabili che inevitabilmente si manifestano alla fine di ogni passaggio, i quali rappresentano un problema critico del mestiere del ceramista: una terracotta che esce dal forno spaccata a met non pu essere riutilizzata, un piatto smaltato con imperfezioni nei colori o nella decorazione non pu essere realmente ritoccato: una volta cotto, l'errore indelebile, per non dire tragico. Ci detto, non aggiungo molto altro in questo breve articolo sull'arte della ceramica a lustro, in quanto argomento molto complesso che necessita di una cura e di un approfondimento maggiore soprattutto per non rovinare la magia che risiede all'interno del suo processo di realizzazione. Infatti incorporare elementi nello smalto delle ceramiche che sembrano poi apparire come luce intrappolata davvero qualcosa di magico, e questo soprattutto nei secoli a cavallo tra Medioevo e Rinascimento doveva sembrare parte di un procedimento arcano se non alchemico, tramandato poeticamente di padre in figlio ma solo quando il vecchio maestro si trovava all'incirca sul letto di morte, o cos la vulgata racconta. In questo caso la leggenda e il suo grano di verit nascosta possono essere confermati dalla strana sistemazione delle fonti storiche reperibili riguardo la produzione del lustro in Italia. Strano poich esistono pochi esemplari databili e contestualizzabili periodicamente e forse meno documenti ancora - come se nessuno parlasse o trattasse di una produzione di ceramiche esclusiva e di lusso, persino in tempi in cui la sontuosit era tornata essere argomento di cui si poteva discutere senza incorrere nella censura morale e politica delle autorit ecclesiastiche. Chi ha provato a fare una descrizione della ceramica a lustro, ha dovuto identificare come centro, o meglio: come i centri di produzione pi importanti del lustro in Italia le citt di Deruta e di Gubbio. Si pu dire, quindi, che nella citt regina delle ceramiche italiane, primeggiava la tecnica regina in assoluto dell'arte ceramistica? Intanto, va detto che i reperti databili del lustro, possono essere tardi rispetto allo sviluppo e all'evoluzione della manifattura della citt: si ritrovano produzioni risalenti a non prima della seconda met del XV Secolo, se non addirittura, questi oggetti, non vanno collocati; gi nel XVI, cio sul finire del '400 e i primissimi anni del '500. Questo aiuta ben poco a periodizzare e conoscere la storia di un prodotto cos sofisticato e pregiato. In fondo c' ancora molto da capire e da scoprire sulla tecnica del lustro in et medioevale e rinascimentale; sappiamo che il legno di ginepro era un elemento essenziale per il processo di cottura, proprio i suoi fumi - si crede - sprigionavano determinati elementi chimici che avevano un ruolo di protagonista nei fenomeni di riduzionne e di ossidazione dei metalli, cos si anche raggiunta la capacita` di riconoscere il lustro di Deruta da quello di Gubbio. I due centri umbri, distanti tra loro poco piu` di cinquanta chilometri presentavano differenze storiche marcate nei colori tipici dei prodotti: rame ossidato e lucido all`ottone paglierino per Deruta e oro rosso per Gubbio. In tutto questo va ancora indagato bene come la tecnica giunse in Italia e in Umbria sul finire del Trecento, si pensa a importazioni di manufatti spagnoli, ma di cio` ne discuteremo altrove.