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Invece c' molto altro nei libri di Tolkien e messaggi da cogliere nel pi ampio

spettro e profondit di una discussione filosofica e di una riflessione morale sugli


aspetti pi cruciali dell'esistenza umana: dai valori etici dell'uomo ai drammi della
corruzione di questi ultimi e dell'ambiente naturale, a questioni religiose valide e
importanti parimenti per credenti e non. Tutto questo viene affrontato usando il
medium della Letteratura (della grande Letteratura) sapientemente ricavato usato in
una fusione organica durante la narrazione, in quanto, cercare il pensiero di Tolkien
iscritto nei suoi libri tentando di mettere allo specchio o in controluce le pagine per
vedervi qualcosa in pi sar del tutto inutile. La potenza della mitopoiesi di Tolkien
ripeto si dispiega nella sua capacit di creare una realt virtuale completa,
che non significa esattamente realt fittizia, priva di scopo, valore o altro, ma
l'esatto opposto: una realt che esiste in virt di uno sforzo, di un patto, di
un'opera che coinvolge attore e spettatore e li pone sullo stesso piano per farli
interagire cos come molte cose davvero importanti della vita esistono in virt
di scelte, patti, rinunce, ridimensionamenti e mediazioni, pi difficili da realizzare
rispetto al lasciarsi soggiogare dalla corrente della realt fisica e dalle costrizioni
materiali.

Tutti i contenuti significanti sono quindi immessi nelle gesta, negli atti, nelle
azioni, nei sotterfugi, nelle superficialit e nelle bassezze dei personaggi che l'autore
muove sulle scene, e in particolare nel testo de Lo Hobbit uno sguardo accurato su
cosa essi fanno ci mostra quanto Tolkien fosse davvero poco interessato a scrivere un
libro per ragazzi, o una fiaba o un romanzo d'evasione, o infine un qualcosa che era
in voga soprattutto nelle riviste di settore americane degli anni '20 e '30, dove le
storie Pulp e le Weird Tales accoglievano nel loro gruppo anche la Sword and Sorcery
venata d'un poco d'epica classica. Questo lo si vede andando pi a fondo nella lettura,
pensando che le strutture logiche da lui create non siano l'unico aspetto determinante
della sua opera, ma c' anche tutto quel nucleo narrativo dei momenti di crisi di
queste strutture perfette, che ho prima nominato come corruzioni degli stili
narrativi. Quando il mondo incantato delle favolose certezze della Terra di Mezzo a
rischio di crollare, quando e soprattutto i personaggi viventi in questo mondo
sbattono contro le strutture, quelle morali, quelle della politica, e si fanno del

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male, ne escono sconfitti e lividi, oppure cercano di trasgredire queste regole,
corrompendole, cedendo ai ricatti o alle bramosie o anche, semplicemente fanno degli
errori i quali non erano concessi agli eroi dell'Epica classica da parte dei poeti che
di cui ne scrivevano.

Nessun personaggio di Tolkien nelle sue opere al sicuro, chiunque pu


correre seriamente il rischio di urtare la propria fragilit o di eccedere
nell'arroganza; in entrambi i casi il personaggio esce dalle rigide posizioni d'essere
un campione positivo o negativo e diviene pi simile a chiunque altri non sia un eroe
senza macchia ma di cui val bene lo stesso raccontare la sua storia . A quanto pare il
primo personaggio di tutta la carriera letteraria di Tolkien a cui tocca manifestare le
sue hobbitiche debolezze Bilbo. Questo, secondo me, avviene in un momento
importante del romanzo, ma ancora pi importante il modo in cui Bilbo cede,
perch in quel passaggio Tolkien smonta un intero pezzo della tradizione letteraria
germano-romanza per mettervi al suo posto qualcosa di assolutamente nuovo, in
termini di Narrativa, e di diverso. Mi riferisco alla Gara degli Indovinelli, pi
precisamente al momento in cui Bilbo pone (o per essere pi preciso: sfrutta
opportunisticamente una sbadataggine) la fatale e ultima domanda: Che cosa ho in
tasca?.

Volendo usare gli occhi di un fanciullo, innocente e ben educato al rispetto


delle regole e dell'equit, la reazione non pu essere che prendere in dispetto Bilbo,
anche solo momentaneamente, e contrariamente a quanto si legge in qualit di
commento durante il capitolo, poich si tratta di osservazioni chiaramente di parte,
perch effettivamente l'hobbit viola le regole del gioco, persino grossolanamente
questa proprio l'interpretazione migliore.

Ne Il Signore degli Anelli quando Gandalf a Hobbiville racconta a Frodo di


Gollum, precisa al nipote di Bilbo che quest'ultimo aveva accettato la sfida del
mostriciattolo con assoluta seriet, un cimento condiviso e ricambiato da Gollum
perch entrambi appartenenti al comune ceppo etnico (degli hobbit) per il quale gli
enigmi erano estremamente importanti come gioco, tanto da metterci in palio la

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propria vita almeno quella di Bilbo. Le natura e rilevanza della disputa dei due
avevano la stessa e identica struttura logica e giuridica delle ordalie e dei duelli tra i
guerrieri nelle societ arcaiche e medioevali: erano delle prove il cui risultato finale
aveva valore di verit accertata e dimostrata; in una contesa mostravano chi
avesse torto e chi ragione che poi il giusto a quei tempi fosse difficilmente
separabile dal pi forte era una questione completamente ininfluente per quanto
concerne l'aura di sacralit e di rispetto assoluto che veniva data alla prova. Questo
perch erano razionalmente organizzate e pianificate per dare un responso che si
sottraeva al giudizio fallace o corruttibile di un uomo-arbitro che osserva i due
dall'esterno, piuttosto il responso era chiaro ed oggettivo , era un responso che poteva
essere attribuito a un'entit suprema e soprannaturale, cio agli di (o a Dio) i quali
avevano dato la forza al vincitore del duello, protetto il sottoposto all'ordalia o
manifestato in qualche altro modo la giustizia.

In linea teorica barare o truffare durante una prova di questo genere era
semplicemente fuori della portata di chiunque, cio inconcepibile, chi ingannava
materialmente era senz'altro mosso da una mancanza di fede o pi semplicemente
dalla disperazione. Comunque fosse, tradire le regole di una prova di questo genere
equivaleva a rinnegare qualcosa di estremamente sacro, perci anche a subire delle
conseguenze tra le peggiori se scoperti. Bilbo lo fa, probabilmente perch disperato:
non sarebbe diventato mai la cena di Gollum ma al tempo stesso ucciderlo con la sua
spada Pungiglione avrebbe certamente significato non trovare mai l'uscita dalla
caverna. Doveva fare qualcosa anche andando contro a leggi antiche per ingannare
Gollum e raggirarlo, riuscendo a costringerlo a fare quello che lui voleva.

Successivamente, ho gi anticipato prima come nella Desolazione di Smaug,


il Re degli Elfi in preda della sete di ricchezza e ferito nellorgoglio, corrompe le leggi
sacre della cavalleria e dell'onore delle armi, accettando l'offerta di un ladro; posso
aggiungere pure un'altra corruzione pi profonda nel romanzo, avvenuta prima di
questo evento: l'Uccisione di Smaug. Quello che si legge nel capitolo dedicato pu
apparire deludente a chi va in cerca di Climax epici; il drago viene ucciso da Bard,
un personaggio che ha avuto spazio solo nell'ultimo terzo nel romanzo; costui, aiutato
da un messo assolutamente d'eccezione che gli rivela il punto debole del Drago,

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scaglia una freccia e ha un colpo di fortuna. Ma soprattutto non accade questo in uno
scenario di battaglia o in duello sui calchi delle gesta per i grandi eroi leggendari, ma
durante un evento catastrofico e confuso; la corruzione in questo caso riguarda la
struttura narrativa che disdegna le belle lettere come mezzo trasfigurare l'evento
tragico in uno glorioso. Da una parte la coerenza realistica affida l'onere del
racconto a Bilbo il quale non assiste all'evento e quindi nulla sa di come sono
andate davvero le cose e quindi scherma e maschera la storia; tuttavia c' un aspetto
evidentissimo di unit diretta tra il Volo di Smaug sopra Pontelagolungo, la sua morte
e quanto accaduto immediatamente prima in Notizie dall'Interno la collera
cieca, prepotente e ingiusta di Smaug conseguenza di quanto accadde quando Bilbo e
i nani entrarono nella Montagna Solitaria che era la sua tana. A me pare che proprio
in quel capitolo Tolkien smonta e corrompe molti stilemi e strutture classiche,
anche se solo un lettore molto attento pu cogliere questo lavoro nel pieno del suo
significato1.

1 qui necessario aggiungere in nota una precisazione capace di aprire tutta unintera nuova
argomentazione sullopera di Tolkien (la quale porta molto oltre i confini di questo saggio). Il
personaggio di Bard, nonostante lapparenza, non un tipo di eroe con alcunch in comune con altri
dello stampo degli Achille, degli Orlando, degli Enea, i Beowulf, i Sigfrido e molti altri eroi mitici o
magici della classicit o della modernit. Invece la sua costituzione, o il suo statuto letterario ha
tutto perfettamente allineato con una certa mitizzazione a volte persino agiografica, conferita a molte
personalit realmente vissute nel passato e tramandate come eroi. Pi che elementi culturali io credo
vi sia piuttosto una presenza a di poco perfetta di casi sociologici in grado di mettere in moto un
processo e, al tempo stesso, di liberare il personaggio di Bard dal fardello delleroismo classico.
Purtroppo le pagine de Lo Hobbit non contengono informazioni necessarie e dampiezza sufficiente per
apprezzare la questione in modo preciso e chiaro, ma ricorrendo allopera successiva, Il Signore degli
Anelli, gli elementi si manifestano con maggiore evidenza. In particolare il Settentrione della Terra di
Mezzo, durante il XV secolo della sua Terza Era, venne descritto (e considerato) da Tolkien come una
contrada spopolata; ci che un tempo era un grande regno di Uomini di Nmenor, chiamato anche
Ovesturia, non pi tale da molte vite di uomini mortali. Qui Tolkien sembra utilizzare strumenti di tipo
demografico, fissando lo stato di questo territorio nella verosimiglianza di una vasta regione geografica
che, a causa di guerra, pestilenza e carestia, si denota per una cospicua contrazione di popolazione, tale
da lasciare desolate e in rovina larghe fette di paesi e pianure. Ne Lo Hobbit troviamo alcuni accenni, ne
La Compagnia dellAnello questi aspetti sono molto pi marcati. In condizioni come queste, tra i
necessariamente pochi discendenti delle popolazioni precedenti, la memoria buona o cattiva, accurata o
confusa, altro non pu fare se non rinforzare i legami tribali tra i discendenti e gli antenati del passato; in
altre parole: molti altri oltre Bard potevano reclamare il lignaggio della stirpe di Girion di Dale; Bard
trova la piena legittimit nelluso di questo titolo perch, ovviamente, di fronte a un avvenimento storico
traumatico e sconvolgente (e rivoluzionario per le vite degli uomini di Lago Lungo) ottiene un ruolo di
protagonista. Tuttavia va precisato anche quanto accadr in seguito: sessant'anni dopo la morte di
Smaug, la citt di Dale fu ricostruita e, ne Il Signore degli Anelli, i suoi abitanti sono chiamati i bardini
cio la gente di Bard. Perch questo? Perch quanto accadeva sempre quando una trib o una
comunit veniva fondata o rifondata: la sippe o la gens prendevano il nome del loro capo originario.

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Notizie dall'Interno il XII capitolo del romanzo e a esso e ai suoi risultati

letterari Tolkien vi arriva per gradi, con un procedere serpentino nel quale offre dei
veri e propri miraggi elaborati da vecchi modelli che poi sfumano e sbiadiscono nel
gioco di specchi delle illusioni . La vicenda di Smaug una porzione se stante del
romanzo, compresa dal momento in cui i nani fuggono dalle prigioni degli elfi
viaggiando via fiume all'interno di barili, fino alla morte del drago stesso. Al capitolo
X (Un'Accoglienza Calorosa) i nani sono finalmente liberi ma hanno pi solo la loro
pelle dura come la scorza d'albero, le loro barbe orgogliosamente fluenti e i loro
vestiti inzuppati d'acqua. Si ritrovano sulla riva non pi del Fiume Fluente, ma su
quella del lago di cui il fiume immissario: Lago Lungo.

Tolkien sembra aver preso ispirazione dai Loch delle Highlands scozzesi,
laghi freddi e profondi d'alta quota la cui forma stretta e allungata anche per diversi
chilometri deriva dal ritiro e dallo scioglimento dei ghiacciai sulle pareti di catene
montuose alte e strette. Tuttavia il panorama di Lago Lungo ben diverso non per
questo meno suggestivo il lago in pianura e si trova ai piedi della Montagna
Solitaria, il traguardo dell'impresa dei nani.

La questione urgente per come arrivare fin lass nelle condizioni in cui
versa la compagnia. Non hanno armi, non hanno cibo e nessun genere
d'equipaggiamento, figurarsi un equipaggiamento adeguato ad affrontare un drago, e
ovviamente sono scossi, ammaccati, indeboliti dalla lunga detenzione e fradici d'acqua

Proprio per questa ragione Bard non quel genere di eroe assimilabile ai grandi dellEpica: Bard sembra
piuttosto un personaggio antiepico che fonda l, in quel momento, le ragioni del suo merito e della sua
stirpe. Infatti per concludere sono personalmente piuttosto scettico sul conferire a Bard lArciere
dei poteri soprannaturali. A differenza di molti altri grandi della Terra di Mezzo (tra cui anche un
Uomo Mortale come Aragorn) che avevano davvero dei poteri sovrannaturali, Bard sembra essere un
comune essere umano. Persino la faccenda del tordo pu essere messa in discussione: forse i veri
appartenenti alla stirpe di Girion, un tempo, avevano il potere magico di capire il suo linguaggio, ma
nulla vieta di pensare che quel curioso e vecchio volatile gi presente in molti altri momenti importanti
di fronte alla Porta Segreta fin quando non ultima i suoi doveri posandosi sulla spalla di Bard e poi
chiamando il vecchio corvo per Thorin, non fosse davvero un uccello ma qualcun altro. Forse Gandalf? Il
semplice fatto che il tordo scompare quando di lui non sono pi necessari i servizi e lo stregone
riappare dal nulla (accanto a Bard, tra laltro), permette di pensarla cos.

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fin nelle ossa.

L'unica scelta l'ncora di salvezza di tentare nel fare nuovamente


affidamento su degli altri; altre genti, civilt, culture e razze. Qui si trovano
sempre lontani da tutti i loro simili; il piccolo popolo degli hobbit un popolo piccolo
concentrato quasi esclusivamente nella loro Contea a occidente; i nani sono pi
numerosi e diffusi nella Terra di Mezzo ma Thorin e la sua compagnia non
brigherebbero per la loro impresa se vi fossero altri nani nelle vicinanze, invece sono
tutti scomparsi generazioni fa ai tempi del nonno di Thorin, ultimo Re sotto la
Montagna. Tolti gli elfi dai quali sono appena scappati e gli orchi con cui nessun
essere civile vuol avere a che fare, per la prima volta, dirigendosi verso gli Uomini, la
compagnia si trover in relazione con questa razza; infatti finora li abbiamo visti
interagire solo con esseri come loro, completamente fantastici. I nani vanno dagli
umani anche perch vi fossero state delle alternative, non ne erano a conoscenza.
Erano ancora in possesso dell'antica mappa studiata nel primo capitolo a casa
Baggins ed essa riportava segnato un insediamento di uomini molto antico, che poteva
essere noto ai nani anche senza l'ausilio della mappa.

Si trattava della citt dall'azzeccato nome di Pontelagolungo, sorta molti


secoli fa con il nome di Esgaroth, come punto di snodo tra la vetta dalle ricche
caverne sotterranee della Montagna Solitaria e la via fluviale che uscendo dal lago
permette di entrare in contatto con le popolazioni della Terra di Mezzo meridionale.

E sufficiente giusto un'infarinatura di scienze sociali e dell'opera di Tolkien


per prevedere con esattezza quale sia la situazione generale di questinsediamento
umano nel momento in cui i nani lo visitano. Un tempo, che fu oltre un secolo fa, la
citt di Dale2, pi a nord rispetto a Pontelagolungo, prosperava grazie alle ricchezze
che scendevano gi a valle dalla Montagna Solitaria. C'era un sodalizio commerciale

2 Dale effettivamente significa valle in lingua inglese, e proprio questo il significato del toponimo, il
quale in questo romanzo non stato mai tradotto in nessuna edizione, mentre nelle traduzioni di altre
opere di Tolkien, lo stato. Difformit come queste sono abbastanza numerose in tutte le traduzioni dei
libri dellAutore.

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tra nani e uomini motivato dal fatto che entrambi i popoli hanno in comune la
passione per la ricchezza, specialmente produrre ricchezza in quantit sempre
maggiori. Quel tempo del passato pu anche essere definito come una specie d'et
dell'oro di Dale perch la ricchezza che si faceva, la si otteneva in modi che
sembravano pacifici.

Poi venne il drago. Il drago sconfisse e cacci i nani dalla loro montagna e
se ne impadron. Gli uomini di Pontelagolungo ricordano questo evento di quando
erano sia gli Uomini di Dale che di Esgaroth, ma c' un aspetto molto particolare
intorno questo: come spesso accade agli uomini della Terra di Mezzo, la loro memoria
fallace, sembrano deficitari nella capacit di tesaurizzare il passato in modo molto
minore rispetto quanto ci si pu attendere normalmente dagli esseri umani. Forse
Tolkien manipol intenzionalmente le capacit mnemoniche degli Uomini della Terra
di Mezzo per farli apparire ancora pi proni alla stoltezza delle altre popolazioni
fantastiche come i Nani e gli Elfi che, date le loro lunghe esistenze, inevitabilmente
dovevano avere una conoscenza pi precisa e profonda dei tempi remoti3.

Cos la popolazione di Pontelagolungo nella sua interezza possiede nella sua


memoria il ricordo del Re sotto la Montagna, ma nell'insediamento non c' pi niente
e nessuno a dar prova della memoria a partire da nessun anziano che pu
testimoniare come fu realmente quel periodo. E per gli abitanti questa sembra essere
la prova che viene prima di qualunque altra se non l'unica necessaria: non viene

3 Tratto dal capitolo in questione (Unaccoglienza Calorosa):

Nel frattempo gli Elfi Silvani avevano risalito il Fiume Selva con il loro carico, e c'era grande agitazione nel
palazzo reale. Non sono mai venuto a sapere che cosa accadde al capo delle guardie e al maggiordomo.
Ovviamente, mentre i Nani erano a Pontelagolungo non una parola fu mai detta a proposito di chiavi o di
barili, e Bilbo stette attento a non diventare mai invisibile. Tuttavia, oserei dire, si indovin pi di quanto
non si sapesse, anche se il signor Baggins rimase senza dubbio un mistero per tutti. In ogni caso il re era
adesso a conoscenza della missione dei Nani, o pensava di esserlo, e disse tra s e s:
'Benissimo! La vedremo! Nessun tesoro attraverser Bosco Atro senza che io abbia qualcosa da ridirci. Ma
immagino che faranno tutti una brutta fine, proprio quella che si meritano!' Egli non credeva che i Nani
fossero in grado di combattere e uccidere draghi come Sm[au]g, e aveva il forte sospetto che avrebbero
piuttosto cercato di depredarlo o qualcosa di simile, e questo dimostra che era un Elfo saggio, pi saggio
degli Uomini della citt, sebbene non avesse affatto ragione, come si vedr alla fine. Dissemin le sue spie
lungo le rive del lago e il pi a Nord possibile, verso la Montagna, e rimase in attesa.

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citato archivio, volume di storia, reperto o altra testimonianza capace di assodare la
verit n vengono chieste ai nani delle prove per confermare le loro parole,
nonostante ne avevano, come per esempio la mappa e la chiave conservate da Thorin.
Esistono solo delle canzoni, ma quanto possono valere delle canzoni? A Pontelagolungo
non c nulla di veramente storico.

E una situazione ben strana, dai contorni sfumati e indefiniti: il


significato della memoria collettiva sulla leggenda del Re sotto la Montagna pare
portare a far concordare tutti sul fatto che fosse un periodo ricco e felice, tuttavia le
genti di Pontelagolungo non sembrano passarsela poi cos male, nonostante il drago
lass rintanato, nel cuore della montagna che si specchia su di loro. In sostanza gli
abitanti di Pontelagolungo, quando arriva Thorin Scudodiquercia e proclama i suoi
natali per reclamare i suoi diritti di discendenza, si divide in due fazioni. Una piccola
e minoritaria, ma l'lite della citt capeggiata e rappresentata in prima persona dal
governatore, il quale resta del tutto incredulo di fronte ai nani e all'hobbit. Mancando
di memoria storica, quest'uomo completamente concentrato sul presente della citt
indaffaratissima nelle attivit commerciali strette, guarda il caso, proprio con il
regno degli elfi di Bosco Atro; sar con gran sorpresa e imbarazzo di una delegazione
di questi ultimi che la compagnia di Thorin interverr per presentarsi durante una
cena ufficiale del governatore offerta ai suoi amici elfi.

La seconda fazione il popolino della citt, affabulata da una leggenda che


non comprende fino in fondo e neanche sa se vera; essa sembra subire il fascino di
relazionarsi direttamente con dei nani, sicuramente con i loro tratti scontrosi ma
meno altezzosi e scostanti degli elfi. Con sopportazione mal tollerata del governatore
di Pontelagolungo, la citt entra in festa quando arrivano i nani che sarn trattati
come ospiti d'onore. evidente che la storia del Re sotto la Montagna divenga
l'argomento principale del discorso sociale di Pontelagolungo in quei giorni, ma
personalmente la considero giustappunto rispolverata come un timbro adatto per
l'occasione perch nella sostanza dei fatti i nani ospitati vengono curati, lasciati
riposare, li fanno ingrassare e rifocillare, sono aiutati a spese della citt a
equipaggiarsi per ripartire verso l'ultimo tratto del loro viaggio, ma la compagnia di
Thorin, quando lascia l'insediamento, se ne va sola: non si pu notare una reale

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interazione tra i nani e gli uomini. La fazione del popolino li tratta come attrazione
momentanea, il governatore li vede come un fastidio di cui disfarsi il pi presto
possibile nella convinzione di non sentire mai pi notizia di loro dopo che se ne
saranno andati, andassero effettivamente dal drago o da qualunque altra parte.
Quanto qui si scritto trova comprova in seguito. Infatti quale altra (e migliore
nonch pi contestuale) ragione potrebbe aver spinto Tolkien a rendere il lettore
compartecipe dello stato d'animo dei nani quando raggiungono l'altezza della
Desolazione di Smaug?, con l'ulteriore e particolare accento su quante persone hanno
incontrato in questo viaggio prossimo a terminare, e su quello che di loro si portano
nel cuore (Capitolo XI, Sulla soglia):

Solo qualche mese prima, a giugno, erano stati ospiti della bella casa di Elrond e, bench
l'autunno stesse ormai per lasciare il passo all'inverno, quei bei momenti sembravano ora
appartenere ad anni e anni prima. Erano soli in un deserto pieno di pericoli senza nessuna speranza
di aiuto; erano giunti alla fine del loro viaggio, ma pareva che fossero pi lontani che mai dalla fine
della loro ricerca. Nessuno di loro aveva molto entusiasmo in serbo.

Sar successivamente noto a tutti che l'arrivo dei nani a Pontelagolungo


tutto fosse stato salvo un evento casuale e senza strascichi, ma quanto va messo in
evidenza in questo capitolo come vi sia un livello di superficie per il quale ogni
passo compiuto sembra un procedimento per costruire il Climax ascendente che
conduce all'impresa finale, e uno pi profondo che dovrebbe corrispondere a
quanto stato appena illustrato il quale mi pare intenzionato a giocare su
elementi ben differenti dell'Epica tradizionale : notiamo atteggiamenti vaghi e
imprecisi, la scarsa consapevolezza degli uomini riguardo quello che avviene sotto i
loro occhi e a quanto da l a poco avverr; li troviamo al limite molto pi
concentrati sull'interesse materiale cogente invece di affrontare, in tangenza, il
futuro. una specie di miopia, un'assenza di saggezza che lavora in profondit per
continuare a rifiutare modelli stilistici del passato e raccontare una storia con
maggiore modernit.

Come ho gi scritto pi volte in precedenza, molti dei capitoli del romanzo


sono delle piccole storie quasi se stanti, nelle quali Tolkien varia grandemente gli
strumenti narrativi cambiandoli di continuo, proponendo brevi pezzi di pregiatissima

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letteratura; per questo Lo Hobbit cos piacevole da leggere: l'unit narrativa
mantenuta dal racconto inteso semplicemente come susseguirsi di eventi , ma esso
procede usando ogni volta schemi retorici e letterari diversi oltrech oculatamente
selezionati. Il capitolo a mio avviso cruciale Notizie dall'Interno non fa affatto
eccezione. Dapprincipio vi troviamo quello che possiamo battezzare come Il discorso
di Thorin:
I Nani rimasero a lungo nell'oscurit davanti alla porta a discutere, finch alla fine Thorin
parl. Ora arrivato il momento per il nostro egregio signor Baggins, che si dimostrato un buon
compagno lungo tutto il nostro cammino, e uno Hobbit pieno di coraggio e di risorse di gran lunga
superiori alla sua taglia, e, se posso dirlo, dotato di una fortuna di gran lunga superiore a quella
normale; ora arrivato il momento per lui di adempiere il compito in grazia del quale egli stato
incluso nella nostra Compagnia; ora arrivato il momento di guadagnarsi la sua Ricompensa.

Quante volte nei poemi e nelle prose dell'Epica classica, prima di un'impresa
determinante l'estensore del testo ferma la narrazione per inserire un brano
elogiativo dell'eroe che si appresta a compiere lo sforzo, o parlandone per bocca d'un
terzo personaggio, o direttamente come narratore? Per rispondere con leggerezza
si pu annotare che non poteva esistere un'opera d'Epica degna di tale titolo senza
uno di questi panegirici. Tuttavia, io personalmente, e credo anche altri lettori, penso
daver percepito erroneamente Il discorso di Thorin la prima volta che ebbi modo di
leggerlo. Mi apparve eccessivo, ampolloso nel lessico e nella grammatica, e soprattutto
meno giustificato di quanto il procedere in ossequio a delle ritualit puntuali e
tradizioni rigide potrebbe essere per dei rappresentanti della razza nanica come
condotta consuetudinaria.

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