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Tristezza: riconosco quel che mi MANCA

La tristezza comunemente intesa come l'emozione contraria alla gioia. possibile


sperimentarla in condizioni normali, durante la vita di tutti i giorni, oppure a causa di
un evento particolarmente drammatico, come una perdita o un lutto. Il momento
della tristezza rappresenta l'incontro tra il desiderio e i suoi propri limiti. Non
l'esterno che in qualche modo delimita il desiderio, bens questi limiti sono costitutivi del
desiderio stesso. Accettare la propria limitatezza aiuta in qualche modo a superare la tristezza.
Nel Vangelo di Luca (Luca 22,45) alcuni discepoli dormivano per la tristezza. Questo esempio pu
farci soffermare sul potere invalidante di questa emozione, che da semplice conseguenza pu diventare
causa di impotenza operativa e innestare un circolo vizioso.
Ma la tristezza unemozione stimolante. Se non ci fosse, non ci sarebbe ricerca dell'altro. Lo spazio
interno colorato di tristezza, spazio abitato dall'amore per qualcosa che in un certo momento manca,
perci la tristezza un sentimento maturo.
Blaise Pascal (Clermont-Ferrand,1623-Parigi,1662) stato un mate-
matico, fisico, filosofo e teologo francese. Contribu in modo significativo
alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Dopo
un'esperienza mistica, seguita ad un incidente in cui aveva rischiato la vita,
nel 1654, abbandon matematica e fisica per dedicarsi alle riflessioni
religiose e filosofiche.
La riflessione di Pascal mette in risalto la facilit con cui gli eventi possono
cambiare il nostro umore, quando ci lasciamo condizionare da ogni piccola
inezia. Se non sappiamo trovare una vera serenit nel rapportarci alle cose e alle persone, ecco che basta
un nulla per farci camminare a mezz'aria e altrettanto poco per rattristarci.
Non piangere quando tramonta il sole, le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle (Rabindranath
Tagore): invece di rattristarti per un evento temporaneo, presta attenzione a tutto ci che hai intorno e
che pu renderti felice!
Eppure alcuni dolori sembrano continuare nel tempo, appesantendoci il cammino (Il ricordo del piacere
non pi piacere. Il ricordo del dolore ancora dolore. George Byron): perch un ricordo doloroso ci fa
soffrire anche a distanza di tempo, mentre un ricordo lieto soltanto un ricordo e non ci restituisce pi
l'emozione che l'ha generato?
interessante sottolineare che a ciascuno i propri problemi sembrano i pi grossi, i pi difficili, i pi
insormontabili di tutti gli altri (Tutti abbiamo forza sufficiente per sopportare i mali altrui. Franois De La
Roche Foucauld). Spesso i nostri problemi sono frivoli rispetto alle difficolt che stanno vivendo altre
persone. Chi non ha mai pensato: "C' chi si lamenta perch non ha il telefonino dell'ultima generazione
mentre c' gente che muore di fame..."?
Vangelo, Salmo e Commento
Dal Vangelo secondo Marco ( Mc 10, 17- 22)
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Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli
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domand: Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredit la vita eterna?. Ges gli disse:
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Perch mi chiami buono? Nessuno buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere,
non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua
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madre. Egli allora gli disse: Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza.
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Allora Ges fiss lo sguardo su di lui, lo am e gli disse: Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che
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hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!. Ma a queste parole egli si fece scuro in
volto e se ne and rattristato; possedeva infatti molti beni.
Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 13, 34- 35)
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Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante
volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!
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Ecco, la vostra casa abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finch verr il tempo in cui
direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!.
Dal vangelo secondo Luca ( 24, 13- 35)
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Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome mmaus, distante
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circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
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Mentre conversavano e discutevano insieme, Ges in persona si avvicin e camminava con loro. Ma i
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loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: Che cosa sono questi discorsi che state
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facendo tra voi lungo il cammino?. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clopa, gli
rispose: Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ci che vi accaduto in questi giorni?.
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Domand loro: Che cosa?. Gli risposero: Ci che riguarda Ges, il Nazareno, che fu profeta potente
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in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorit lo
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hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse
colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ci, sono passati tre giorni da quando queste cose sono
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accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e,
non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali
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affermano che egli vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto
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le donne, ma lui non l'hanno visto. Disse loro: Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ci che hanno
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detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?. E,
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cominciando da Mos e da tutti i profeti, spieg loro in tutte le Scritture ci che si riferiva a lui. Quando
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furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare pi lontano. Ma essi
insistettero: Resta con noi, perch si fa sera e il giorno ormai al tramonto. Egli entr per rimanere con
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loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recit la benedizione, lo spezz e lo diede loro. Allora si
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aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli spar dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: Non
ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le
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Scritture?. Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e
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gli altri che erano con loro, i quali dicevano: Davvero il Signore risorto ed apparso a Simone!. Ed
essi narravano ci che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
I brani di Vangelo proposti possono favorire un approfondimento sulla tristezza.
- I molti beni, ci insegna il racconto del giovane ricco, non sono fonte di felicit e di pienezza. Occupano
il cuore e lo rendono triste perch schiavo e incapace di sollevarsi e vivere la gioia del dono totale.
- Un raro testo in cui Ges esprime il suo rammarico per la durezza di cuore dei suoi ascoltatori. Anche
Ges ha vissuto la tristezza. Ma causa di questa tristezza non stata la chiusura in s, bens il grande
amore per l'uomo incapace di aprirsi alla salvezza.
- La tristezza dei discepoli di Emmaus, la loro delusione, chiude loro gli occhi, rendendoli incapaci di
comprendere e di vedere, nella Croce del Signore, l'inizio della liberazione piuttosto che il tragico epilogo
di una speranza delusa.
Sal 114
Il Salmo 114 ci presenta la fede di un uomo che, abitato dall'angoscia e dalla tristezza, si apre fiducioso
al suo liberatore. Mentre vive la tristezza, nutre pure nel cuore la consapevolezza che il suo Signore lo
ascolta, lo salva, perch buono e giusto, misericordioso e sottrae alla morte.
- Che cosa ti ha reso triste recentemente?
- La delusione, il distacco da una persona, la sconfitta... che cosa ti rende pi triste? O c' qualcos'altro
che ti fa triste?
- Con chi parli quando sei triste?
- Che cosa ti ha consolato in un momento di tristezza?
Domande per la riflessione personale e la discussione in gruppo
Amo il Signore, perch ascolta Il Signore protegge i piccoli:
il grido della mia preghiera. ero misero ed egli mi ha salvato.
Verso di me ha teso l'orecchio Ritorna, anima mia, al tuo riposo,
nel giorno in cui lo invocavo. perch il Signore ti ha beneficato.
Mi stringevano funi di morte, S, hai liberato la mia vita dalla morte,
ero preso nei lacci degli inferi, i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore: Io camminer alla presenza del Signore
Ti prego, liberami, Signore. nella terra dei viventi.
Pietoso e giusto il Signore,
il nostro Dio misericordioso.
Attivit a tema
Chi cerca trova
Ce l'ho, mi manca!
Obiettivo: aiutare i ragazzi a riflettere sul valore positivo della tristezza, che apre alla ricerca.
Svolgimento: preparare una semplice caccia al tesoro dividendo i ragazzi in due o tre squadre. Dar loro
alla partenza un elenco di oggetti da trovare. Per stimolare l'impegno e la ricerca non scrivere l'oggetto
ma il suo utilizzo, saranno i ragazzi a dover capire di che oggetto si tratta (possono essere pi d'uno) e a
trovarlo. Un esempio di elenco pu essere:
- Quella cosa che spegne la sete (acqua, ma anche un bicchiere, un cavatappi)
- Senza di loro rimani a piedi scalzi (calze, scarpe)
- L'unica cosa che pu rimediare ad un errore! (gomma)
Ogni gruppo libero di interpretare le definizioni a piacimento. Star all'educatore giudice decidere se
l'oggetto risponde oppure no alla definizione. Pu essere anche attribuito un punteggio agli oggetti
particolari, per premiare la creativit dei ragazzi.
Obiettivo: aiutare i ragazzi a riflettere sui propri desideri e su quello che sentono come mancanza.
Svolgimento:
Prima fase: brainstorming
Chiedere a tutto il gruppo di dire a ruota libera tutto ci che sentono come una mancanza, le cose che
desiderano, che vorrebbero (sia oggetti che situazioni o altro...). In questa fase l'educatore davanti ad un
cartellone prende appunti di tutte le cose che i ragazzi dicono, importante che nessuno regoli la
discussione ma che esprimano il pi possibile i loro desideri, dai pi piccoli ai pi grandi.
Seconda fase: ce l'ho, mi manca
Una volta raccolte le idee emerse dal brainstorming in un elenco, ai ragazzi viene chiesto, con una scheda
preparata o scrivendo sul proprio taccuino, di scrivere a fianco di ogni desiderio ce l'ho o mi manca.
Nella consegna importante spiegare loro che:
- Scrivere ce l'ho equivale a dire che una cosa che apprezzo ed ho gi
- Scrivere mi manca equivale a dire che una cosa che ritengo importante e che vorrei
- Non scrivere niente significa dire che una cosa che non ritengo importante per la mia vita
Terza fase: possibile dopo questo momento, concludere insieme condividendo in gruppo i propri
desideri emersi dall'elenco e aggiungerne altri e valutare come la tristezza sia coinvolta in questi
dinamismi.

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