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Considerazioni sull'uomo obliquo

di Julius Evola
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Nel precedente periodo avemmo a formulare una teoria delle "razze dello spirito"
, che s'intendeva ad individuare tipi e atteggiamenti fondamentali dell'essere u
mano. Per il che ci riferimmo anche ad antiche tradizioni, le quali misero deter
minati caratteri in relazione simbolica con pianeti, divinit ed elementi: cos noi
parlammo delle razze dell'uomo solare, dell'uomo tellurico, lunare, afroditico,
dionisiaco e via dicendo.
Se oggi dovessimo riprendere tale ordine di studi ci accorgeremmo di aver diment
icato un tipo speciale, attualmente diffuso quanto mai, tipo che potremmo chiama
re dell'uomo mercuriale o, pi intelligentemente, razza dell'uomo sfuggente ( la st
essa cosa perch il "mercurio" andrebbe preso come simbolo di una natura labile, i
nafferrabile, sfuggente).
Quale azione corrosiva gli avvenimenti degli ultimi anni - fine guerra e dopogue
rra - abbiano esercitato sull'animo umano, cosa abbastanza nota e, purtroppo, da
noi in Italia perfino pi visibile che altrove. Ma, in questo dominio, si pu andar
ancor oltre. Si potrebbero individuare vere e proprie variazioni psicopatologic
he del tipo umano del periodo attuale, variazioni generali ed uniformi, riscontr
abili un po' dappertutto fra i popoli europei e altres in America U. S., tanto da
potersi quasi parlare di una nuova razza: appunto di quella dell'uomo sfuggente
.
Per cominciare, a caratterizzare in genere il nuovo tipo del dopoguerra basta un
a "anestesia morale". La preoccupazione di "non perdere la faccia", il senso ele
mentare di rispetto verso se stessi son quasi scomparsi. Precisando, non che in
precedenza si potesse riconoscere in ciascuno un "carattere". Ma anche in coloro
che non lo avevano, sussisteva il sentimento di quel che essi avrebbero dovuto
essere e che un tipo umano normale, in genere, . Ebbene, proprio questo, in un gr
an numero di persone, ormai manca: esse sono di fatto labili, oblique, informi,
sfuggenti. Non hanno pi una misura per se stesse. La loro sensibilit morale appunt
o "anestetizzata".
Anzi, rispetto a dei principi ad una esigenza di coerenza, di linea, essi manife
stano spesso una insofferenza quasi isterica.
Peraltro, l'accennata inconsistenza non riguarda quei problemi in senso superior
e, che non si presentano ad ogni momento della vita. Essa caratteristica fin nel
le piccole cose della esistenza ordinaria. Si tratta, ad esempio, della incapaci
t di mantenere un impegno, la parola data, la direzione presa, un dato proposito
(scrivere, telefonare, rispondere, occuparsi di una certa cosa). Rispetto a tutt
o ci che lega, che implica qualcosa di impegnativo di fronte a se stessi, il tipo
in questione insofferente. Cio: dice, ma non fa, o fa un'altra cosa, sfugge - e
il comportarsi cos gli sembra naturale, ineccepibile. Si meraviglia perfino, quan
do qualcuno da ci si sente urtato e glielo rinfacci.
La generalit di una tale attitudine preoccupante. Nei tempi ultimi essa ha fatto
presa in strati sociali, nei quali fino ad ieri predominava una linea abbastanza
diversa: come fra l'aristocrazia e l'artigianato. Lo sfuggire, il promettere se
nza mantenere, la non puntualit, l'evasione anche in cose piccole e stupide, si r
iscontrano anche qui, frequentissime. E vale notare un punto importante: non che
si sia cos deliberatamente, ad esempio, per seguire senza scrupoli il proprio to
rnaconto. No, si cos in via spontanea, talvolta perfino a proprio danno, per un v
ero cedimento interiore. per tal via che molti che ieri ci si illudeva di conosc
ere a fondo, e che ci erano amici, oggi non si riconoscono quasi pi. , si potrebbe
dire, un fatto "esistenziale" pi forte di loro, tanto che spesso essi non se ne
rendono nemmeno conto.
Il fenomeno potrebbe esser seguito anche nelle sue ripercussioni in sede di stru
ttura psichica. L'uomo della "razza sfuggente" accusa infatti una vera e propria
alterazione psicologica. Nel riguardo, potrebbero essere utilizzate le consider
azioni fatte dal Weininger circa il nesso esistente fra eticit, logica e memoria.
In un tipo normale, le tre cose sono unite insieme, perch il carattere esprime q
uella stessa coerenza interna, che si manifesta altres nel rigore logico e in que
lla unit di vita, che permette di ricordarsi, di mantenersi in una mmore, coscient
e connessione col proprio passato. Secondo il Weininger, proprio questa unit dell
e facolt caratterizza la psicologia maschile di fronte a quella femminile, la qua
le di massima invece fluida, poco logica, incoordinata, fatta di impulsi pi che d
i rigore logico ed etico.
Ebbene a tale riguardo "l'uomo della razza sfuggente" appare pi donna che uomo. U
lteriori suoi tratti caratteristici psicologici, che fanno da controparte all'ac
cennata "anestesia morale", sono la menomazione della memoria, la facilit di dime
nticarsi, la difficolt di concentrarsi, spesso perfino di seguire un ragionamento
serrato e stringente, la distrazione,il pensare a balzi. Sono visibilmente, gli
effetti di una parziale disgregazione che, dal piano dei principii e del caratt
ere, son passati a ripercuotersi perfino in quello delle facolt in se stesse.
Da un lato, il fenomeno di collasso che suole seguire ad una prolungata tensione
(quella imposta in molti dalla guerra), dall'altro, il crollo dei valori e degl
i ideali a cui fino a ieri si credette, son forse questi due fattori che oltre a
quelli generali di ogni dopoguerra, han propiziato la formazione del tipo umano
sfuggente. Il fenomeno, purtroppo, reale, ed ognuno, guardando intorno a se, pu
convincersene. La constatazione non certo edificante. I tempi che si stanno prep
arando non sono proprio tali che dei popoli, nei quali una simile incrinatura, h
a saputo diffondersi ed assumere tratti quasi costituzionali, possono essere all
'altezza di essi. Speriamo che qualche energico processo reintegratore e profila
ttico intervenga prima che sia troppo tardi.

titolo: Considerazioni sull'uomo obliquo
autore/curatore: Julius Evola
fonte: Rivolta Ideale, 29 maggio 2952
tratto da: http://www.raido.it
lingua: italiano
data di pubblicazione su juliusevola.it: 22/10/2004

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