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FUORI DELLORDINE DELLA NATURA

RAIMONDO DI SANGRO (1710-1771) UNA COLLEZIONE

LIBRERIA P 2

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FUORI DELLORDINE DELLA NATURA


RAIMONDO DI SANGRO (1710-1771) UNA COLLEZIONE

LIBRERIA PHILOBIBLON

Le signorine che volessero procurarsi una bizzarra occupazione potrebbero rimetterlo in voga.

Luigi Capuana

2008 Libreria Philobiblon, Roma

n uno degli scritti della raccolta Libri e teatro, Luigi Capuana narra di essersi imbattuto in unopera insolita rovistando tra gli articoli di una bancarella di un venditore di libri. Il volume viene descritto dal celebre scrittore e giornalista siciliano nei termini che seguono: Il frontispizio era impresso a quattro colori: rosso, verde, nero e rosso cupo. Sfogliai il libro con curiosit.Tre grandi tavole incise in rame e colorate a mano attrassero la mia attenzione. Nella prima erano disegnati varie fila di cordoncini con laccetti pendenti, annodati, e sopra, come su note musicali, le parole duna canzonetta peruviana. Nella terza tavola cordoncini in vario modo aggruppati, annodati e colorati, formavano gli alfabeti italiano, latino, francese, spagnolo, tedesco, e inglese. Cera insomma pi che non occorresse per tentare un bibliomane.1 Si trattava della Lettera apologetica di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero (1710-1771), suggestiva ed eclettica personalit del Settecento napoletano, membro dellAccademia della Crusca e della Massoneria, erudito e poliglotta, inventore, meccanico, chimico, architetto, pittore, uomo darmi e scrittore.
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La Libreria Philobiblon lieta di presentare la raccolta Fuori dellordine della Natura che comprende la quasi totalit delle prime edizioni delle opere nate dallingegno di questo illustre personaggio, di alcune di quelle impresse dalla sua tipografia, e di testi coevi anchessi in prima edizione che costituiscono delle fonti preziose per la documentazione dellattivit di questo nobile napoletano versatile e illuminato. La collezione annovera un prezioso manoscritto filosofico-ermetico del principe, parzialmente redatto in scrittura cifrata, in cui, nella parte leggibile, ricorrono temi cari al di Sangro, sotto certi aspetti affini a quelli trattati nella Lettera apologetica. Si passa poi alla prima edizione della prima opera a stampa del Sansevero, la Pratica pi agevole, e pi utile di esercizj militari per linfanteria impressa a Napoli nel 1747, che procur allautore le lodi e lamicizia dellimperatore Federico II di Prussia. Si prosegue con la gi citata Lettera apologetica, edita nel 1750 e stampata dallo stesso di Sangro con un ingegnoso procedimento che gli permetteva di imprimere simultaneamente a pi colori. Segue la Supplica del 1753, impreziosita da un invio autografo dellautore, nella quale il Sansevero chiedeva a papa Benedetto XIV che venisse tolta dallIndice dei libri proibiti la Lettera apologetica, concessione che il principe non ottenne mai anche se il sommo pontefice gli riconobbe labile eloquenza del suo scritto. presente anche lultima opera a stampa del di Sangro, la rarissima Dissertation sur une lampe antique del
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1756, anchessa con invio autografo dellautore, che un testo di carattere scientifico in cui viene spiegata in maniera razionale lorigine naturale della luminescenza fosforica, per sfatare le dicerie superstiziose che favoleggiavano di lumi eterni posti dagli antichi nelle tombe di personaggi illustri e ritrovati accesi dopo secoli. Fa parte della raccolta anche la traduzione dellopera originariamente scritta in francese del massone scozzese Michael Ramsay, I viaggi di Ciro, uscita dai torchi della stamperia Sansevero nel 1753 e illustrata da Nicholas Cochin autore del frontespizio dellEncyclopdie in cui le imprese di Ciro vengono indicate quale modello di sapienza e punto di partenza per la formazione dun grande sovrano che volesse governare con spirito illuminato. presente inoltre la rarissima edizione, impressa dal di Sangro nel 1751, contenente le traduzioni, la prima delle quali fatta forse dallo stesso Sansevero, de Il conte di Gabali ovvero ragionamenti sulle scienze segrete dellabate Villars e del Riccio Rapito di Pope. A completamento della raccolta si ricordano la prima edizione delle Lettres dune Pruvienne del 1747, romanzo epistolare che ispir la stesura della Lettera apologetica; i cinque volumi del Prodromo delle antichit dErcolano di Ottaviano Baiardi, del 1752, impressi con i caratteri ceduti da don Raimondo alla Regale Stamperia Palatina e il rarissimo opuscolo del 1767, Breve nota di quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero D. Raimondo di Sangro nella citt di Napoli, che, oltre a conte9

nere in appendice una vera e propria bibliografia degli scritti del principe, anche guida ai mirabilia del laboratorio di questo poliedrico personaggio, le cui scoperte ed invenzioni risultano talmente stupefacenti da venir considerate dallanonimo autore del libello fuori dellordine della Natura.
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L. CAPUANA, Don Raimondo di Sangro, in ID., Libri e teatro, Catania, Giannotta, 1892, p. 206.

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OPERE SCRITTE E STAMPATE DA RAIMONDO DI SANGRO

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Di Sangro, Raimondo. [Manoscritto filosoficoermetico]. Manoscritto su carta, [Napoli?, sec. XVIII].


Manoscritto su carta (mm 190x134). 8 carte non numerate, di cui la prima e lultima bianche, rilegate a quaderno e prive di legatura. Scrittura settecentesca in inchiostro marrone, in gran parte in cifra, su ununica colonna. Manoscritto in buono stato di conservazione, lievi gore. c. 2r, incipit [preceduto da righe 6 di testo in cifra]: Le memorie della nostra creta non vanno | maj scompagnate da quelle delle nostre miserie | Adamo il primo infelice padre il primo uomo | reietto (creato) per regere (reggere) a la detta gran fameglia | de viventj; lasciosi invanire da un genio | di dormire e sol primo gradito del suo trono | piant superie (massime) di servit, facendo a se | ed a j sucesorj delle sua stessa corona, | una perpetua cattena; La troppa | furtuna madere di molte lagrime; | Comand Iddio ad Adamo che morteficasse l | appetito con lubedienza, e dun divieto | fee fece condimento, questa picola fattica per che | virtuosa potteva comperare al primo sonno (uomo) Il | primo merito, e collubedire imparare larte de | comando; |
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c. 6v, explicit [seguito da un testo in cifra che prosegue al recto della carta seguente]: come insegna il protomedico [parola in cifra] nel suo | in [parola in cifra] eccolo ridotto tutto | dimesso alla porta de medicj per riceverne | in guidardone da medesimi de rabarbari, | rapontidj, veratij, scialappe e chesoso | di consimilj amarissime vivande che apporta- | no nausea anche a pi sani sogiacendo | ancora al rigoroso precetto di una continua | Dieta; e tormentare ancora se occorre | la porta dellanima voglion dire larterio | gi che [parole in cifra] per riacquistar se si puole quella | salute che con tanta trascuragine la gola | ci tolge bene dunque disse il pi | dotto

Straordinario manoscritto olografo del di Sangro, la cui parte leggibile richiama i temi cari al principe; la scrittura cifrata, da leggersi probabilmente da destra a sinistra, oltre che un vezzo leonardesco del di Sangro, era dovuta alla prudenza che il il Sansevero doveva osservare per non incorrere in ulteriori censure da parte delle autorit ecclesiastiche. In questo manoscritto la grafia del principe molto simile a quella della parte finale del suo testamento olografo datato Napoli 7 agosto 1770 che stata aggiunta in un secondo momento rispetto alla stesura originaria del documento e in cui si riscontra unevoluzione della linea con maggiore pienezza del naturale processo formativo grafico e nel contempo la palese difficolt dello scrivente nel mantenere quellimpronta schematica che ha accompagnato il tracciato dellolografo fino a quel momento (C. Miccinelli, Il tesoro del principe Sansevero. Luce nei sotterranei, Genova 1985, p. 172 e tav. XXXIV). Si potrebbe dunque trattare di un abbozzo, o di appunti preparatori, redatti dal di Sangro quando era gi in et avanzata

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1. Di Sangro, Manoscritto filosofico-ermetico

2. Di Sangro, Pratica di esercizi militari

e che egli non ebbe il tempo di sviluppare in maniera compiuta. Very rare holograph manuscript containing a brief text, partly written in a cyphered alphabet, dealing with masonic themes often treated by Raimondo di Sangro in his works.

Di Sangro, Raimondo. Pratica pi agevole, e pi utile di esercizj militari per linfanteria. Napoli, Giovanni di Simone, 1747.

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In-folio (mm 307x206). 4 carte non numerate, 180 pagine numerate con numerazione romana, 4 carte non numerate, 5 tavole fuori testo, ripiegate e montate su onglette, raffiguranti gli schemi delle formazioni militari. Frontespizio stampato in rosso e nero, ornato da unincisione a soggetto allegorico su rame firmata da Ferdinando Strina e raffigurante una lente attraversata dai raggi solari con dietro un roveto che prende fuoco, il tutto in cornice sorretta da due sirene e sormontata dal motto COLLIGIT UT CREMET. Alla c. 2r vignetta su rame, disegnata e incisa dal Baldi, con le armi di Federico II di Prussia; a p. VIII finalino inciso su rame dal Baldi su disegno di Bartolomeo Sampellegrino raffigurante uno scudo circondato da vari tipi di armi con il motto PER LABORES AD ASTRA; a p. CLXXX finalino a soggetto allegorico in cornice figurata inciso su rame da Ferdinando Strina e recante il motto SPEM CREDE LABORE. Legatura coeva in pergamena rigida, titolo in oro su tassello dipinto al dorso, tagli spruzzati di rosso, segnalibro in seta verde. Esemplare ad ampi margini, in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture.

Prima edizione di questopera, dedicata a Federico II di Prussia, che godette di un vasto successo, che per la sua accuratezza e le sue descrizioni precise e dettagliate procur allautore le lodi dellimperatore e che, per la sua purezza linguistica, gli valse liscrizione allAccademia della Crusca col nome di Esercitato. Scrive infatti il di Sangro nella Prefazione: Mi piace qui avvertire, che ho procurato nel maneggio delle armi di servirmi, come ho potuto il pi, di vocaboli veri italiani, cos nel dare i Comandi, come nel farne la spiegazione; e principalmente per rispetto del nominare le parti dellarchibuso, o sia fucile, per non valermi di quello scomposto miscuglio di voci parte derivanti dallo Spagnuolo, e parte dal Francese, che finora si sono usate,
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quali che del tutto manchevole la nostra lingua ne fosse (pp. VII-VIII). Il volume elegantemente impresso e impreziosito da piccoli rami figurati e dalle accurate tavole che mostrano le formazioni militari e il loro modo di operare secondo gli schemi forniti nel trattato diviso in nove capitoli che affrontano minuziosamente i vari aspetti della pratica militare: dal maneggio delle armi da fuoco, a quello della granata, dai movimenti delle truppe, al marciare, ai vari tipi di formazione e di utilizzo degli strumenti bellici a seconda delle differenti situazioni di battaglia, come, ad esempio, nelle trincee o nelle strettoie e sui ponti. La trattazione spesso esemplificata e schematizzata in tabelle che indicano la sequenza dei comandi da impartire ai soldati, la spiegazione delle azioni ad essi collegate e i tocchi di tamburo che devono accompagnarle. La Pratica mostra la grande preparazione militare e la perizia tattica del principe di Sansevero, che aveva adottato con successo la metodologia descritta nel suo libro per laddestramento del suo reggimento della Capitanata, di cui era colonnello e con il quale si era distinto nella battaglia di Velletri contro gli Austriaci nel 1744. Il multiforme ingegno del di Sangro si era inoltre interessato anche alla realizzazione di armi innovative, come ad esempio il cannone leggero, che venne progettato e fuso nel suo laboratorio, e la cui invenzione avrebbe contribuito in maniera significativa alle campagne militari di re Carlo III di Borbone.

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First edition of the first work written by the Neapolitan prince of Sansevero, Raimondo di Sangro, dedicated to the emperor Frederick II, that is a detailed treatise about military art.The techniques described by di Sangro are based on his personal experiences as colonel of the Capitanata regiment; by heading his troops he freed the town of Velletri from the Austrian army. The book, masterly printed, is decorated by a beautiful allegorical etching on title-page, by three smaller head headings and tail-pieces in the text, and by five folding plates.

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Di Sangro, Raimondo. Lettera Apologetica dellEsercitato accademico della Crusca contenente la Difesa del Libro Intitolato Lettere duna peruana Per rispetto alla supposizione de Quipu e Dalla medesima scritta alla duchessa di S fatta pubblicare. Napoli, [Gennaro Morelli], 1750.
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In-folio (mm 270x190). 7 carte non numerate, 320 pagine numerate, 7 carte non numerate, una carta bianca, tre tavole fuori testo.Testo in caratteri romani, sia rotondi che corsivi, e in caratteri greci, ebraici, arabi e tedeschi. Frontespizio stampato a quattro colori (rosso, cremisi, nero e verde), ornato da unincisione su rame di Antonio Baldi stampata in rosso e raffigurante unallegoria dellAccademia della Crusca. Illustrato da tre grandi tavole ripiegate, con acquerellatura dellepoca, ideate dallo stesso di Sangro e raffiguranti, rispettivamente, i principali tipi di nodi quipu, una canzoncina peruviana scritta in alfabeto quipu e traslitterata in alfabeto latino, che ha lo scopo di far conoscere le parole maestre di

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questa scrittura; una tavola con la trascrizione degli alfabeti e della punteggiatura italiana, latina, francese, spagnola, tedesca e inglese in caratteri quipu. Alla c.8r vignetta allegorica incisa su rame dal Baldi con il motto ESERCITAR MI SOLE e il nome Esercitato, assunti dal di Sangro in qualit di accademico della Crusca. A p. 172 piccolo legno raffigurante lalbero della vita del Paradiso terrestre; a p. 193 piccola incisione su legno raffigurante un nodo quipu. Due capilettera ornati e animati incisi su rame nel testo. Legatura coeva in vitello agli acidi, titolo in oro al dorso, tagli marmorizzati, segnalibro in seta verde. Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture. Al contropiatto anteriore nota di possesso manoscritta Franco Lercari Firenze 1775.

Prima ed unica edizione della maggiore opera di Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, impressa con un procedimento tipografico di sua invenzione capace di effettuare la stampa simultanea a pi colori con una sola passata di torchio. Le tavole, finemente incise, recano una coloritura dellepoca e testimoniano leccezionale qualit della mano dopera di cui si avvaleva lautore allinterno della tipografia che aveva allestito nel proprio palazzo. Scritta in un linguaggio aderente ai dettami dellAccademia della Crusca, di cui il principe era membro con il nome di Esercitato, la Lettera, pur se conosciuta e diffusa in tutta Europa, nei secoli successivi entrata in un progressivo oblo, anche per il sospetto di eresia da cui stata accompagnata fin dalla messa allIndice ad opera della Chiesa. Essa dunque nel suo significato complessivo uscita dallattenzione generale, rimanendo quale fonte privilegiata di notizie autobiografiche sulla vita e gli scritti dello stesso Raimondo di Sangro.
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3. Di Sangro, Lettera Apologetica

La Lettera Apologetica unopera con una struttura particolarissima, per non dire bizzarra. Sfruttando al massimo la variet stilistica che il genere letterario, quello epistolare appunto, gli offre, il Principe alterna confessioni e sfoghi rivolti alla sua interlocutrice, la Duchessa di S , e al lettore con analisi tecniche di tattica militare, lunghe note storiche e autobiografiche, esposizioni di esegesi biblica e discussioni circa lorigine delluniverso e delluomo. Dal sottotitolo della Lettera Apologetica si desume che essa intende essere unapologia appunto del sistema di notazione dei quipu scritta a proposito delle Lettres dune pruvienne, romanzo dato alle stampe in unedizione anonima e senza data n luogo da Madame de Grafigny, ovvero Franoise dIssembourg dHapponcourt, nel 1747. In questopera la protagonista Zilia, giovane peruviana catturata dai soldati spagnoli e data in ostaggio ad un ufficiale francese, inviava trentasei lettere ad Aza, principe Inca, di cui diciassette sotto la forma di quipu e diciannove redatte in francese. La Lettera Apologetica, pubblicata anonima, presentata con un probato metodo di mistificazione e di difesa preventiva da eventuali attacchi. Nella prefazione, infatti, la Duchessa di S , nella veste di curatrice, comunica al lettore che lautore, dopo essere stato informato dallimminente pubblicazione del suo trattato, ha voluto aggiungere alcune note esplicative e che ella a sua volta, sempre con scopi chiarificatori, ne
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ha aggiunte altre ancora. Con le prime battute lautore annuncia che con la sua opera intende convincere la sua interlocutrice dellefficacia del sistema dei quipu (in uso [] presso gli Inca nel Per pre-colombiano, dal momento che questa efficacia fu da ella messa in dubbio dopo la lettura delle Lettres dune pruvienne di Madame de Grafigny (Raimondo de Sangro, Lettera Apologetica, a cura di Leen Spruit, Napoli 2002, pp. 21-22). Largomento riguardante i nodi quipu probabilmente il mezzo pi simile alla scrittura usato in America Latina prima dellarrivo degli spagnoli, e costituito da tanti cordoni di lana tinti di differenti colori, e in differenti avvolgimenti, e nodi distribuiti ad arte ( Lettera Apologetica, c. 3r) viene trattato sistematicamente dallautore nella seconda parte dellopera, in cui egli sostiene lidea che i quipu, sebbene utilizzati dagli Inca per un linguaggio piuttosto limitato o sobrio, sono paragonabili ai geroglifici egizi e in quanto tali efficaci, come si evince dallHistoire des Yncas (traduzione francese della Historia del Peru di Garcilaso de la Vega), non solo per la contabilit o nella rapida trasmissione di messaggi, ma anche per registrare storie e cronache. Il ritrovamento poi da parte di Blas Valera di una canzoncina, espressa in alfabeto romano su un quipu, conferma limpiego dei quipu per la resa di testi letterari (Raimondo de Sangro, Lettera Apologetica, cit., p. 26).
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La Lettera Apologetica per le disinvolte e provocatorie citazioni di autori proibiti o fortemente sospettati dalla Chiesa (Toland, Collins, Bayle,Voltaire, Marquis dArgens) se da un lato ha consentito al di Sangro di diffondere idee innovative, dallaltro ha suscitato le veementi reazioni degli ambienti ecclesiastici del tempo, tanto da essere messa allIndice come opera scandalosa temeraria, offensiva alle pie orecchie, che favorisce leresia e il materialismo. First and only edition of the most famous work printed by di Sangro by using a new method which allowed the simoultaneous printing of four colours on the same page, and written by the prince himself in defense of Madame de Grafignys Letters from a Peruvian Princess, published in Paris in 1747. The book can be also considered the first extensive treatise about the quipu knots, used by Peruvians as a communication system.The volume is adorned by three beautiful folding plates coloured at the time, showing the quipu alphabet. According to the Harvard Professor Gary Hurton, the quipu knots are based on a binary system capable of recording phonological and logographic data.
Sabin 40560; Gary Hurton. Signes of the Inca Khipu. Binary Coding in the Andean knotted-string records. University of Texas Press 2003.

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3. Di Sangro, Lettera Apologetica

4. Montfaucon de Villars, Il Conte di Gabali

Montfaucon de Villars, Nicolas Pierre Henri (1635-1673). Il Conte di Gabali ovvero ragionamenti sulle scienze segrete tradotti dal Francese da una dama Italiana a quali si aggiunto in fine il Riccio Rapito Poema del Signor Alessandro Pope Tradotto dInglese dal Signor Antonio Conti Patrizio Veneto. Londra, Dal Pickard [ma Napoli], 1751.
In-4 (mm 195x134). 8 carte non numerate, 240 pagine numerate, 64 pagine numerate. Frontespizio della prima opera stampato in rosso e nero; finalini e capilettera silografici ornati nel testo. Legatura moderna in mezza pergamena con titolo e note tipografiche in oro al dorso, piatti ricoperti riutilizzando loriginale carta decorata del XVIII secolo. Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture.

Prima edizione della traduzione italiana di queste due opere, impresse in realt dalla tipografia del di Sangro,
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anche se come luogo di stampa viene indicata la citt di Londra. Il volume contiene il Conte di Gabali, scritto dallabate Montfaucon de Villars, opera appartenente al filone della tradizione esoterica cinque-seicentesca e tradotta da unanonima dama italiana, dietro alla quale si cela probabilmente lo stesso principe di Sansevero. Segue Il riccio rapito di Alexander Pope, che rispecchia invece lo spirito del deismo moderato, e che venne tradotto, come si evince dalla prefazione, dallabate padovano Antonio Conti, esponente di spicco nel dibattito epistemologico della prima met del Settecento. La pubblicazione di questopera fu considerata anchessa, al pari della Lettera apologetica, una prova della miscredenza e degli interessi cabalistici del di Sangro; infatti il principe fu costretto a negare che essa fosse uscita dalla stamperia col suo consenso, sostenendo che in realt era stata edita clandestinamente dai suoi garzoni. Ma che cosera che aveva messo ancora una volta in agitazione i soliti zelanti? Generalmente, si dice, il fatto di avere pubblicato un classico della letteratura magica; ma a leggere lintroduzione, scritta forse dallo stesso Raimondo, potremo trarre qualche indicazione pi precisa, che ci riporter in quella cerchia inglese di deismo moderato, a cui il principe gi si richiamava nella Lettera apologetica, e che trova conferma nella pubblicazione accoppiata del Gabalis con il Riccio rapito di Pope. Bisogna inoltre, ricordare che tale traduzione non fu affatto unanacronistico ghiribizzo del principe, in quanto egli non fece altro che divulgare in ambiente napoletano
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quanto era gi stato edito a Londra, dieci anni prima, allorch fu ripubblicata lopera che labb Villars de Montfaucon aveva scritto nel 1670. Chi poteva essere interessato al Gabalis nella Londra del 1742? Tra i sottoscrittori dellopera, riportati anche nelledizione desangriana, leggiamo il nome di Robert Montague, duca e conte di Manchester, noto esponente della massoneria inglese. Massone era anche il Pope, il cui Riccio rapito fu illustrato con una serie di incisioni da William Hogarth, questultimo notoriamente esponente di una delle logge londinesi. Inoltre, come si suggerisce nellintroduzione alledizione napoletana, il poemetto del Pope doveva essere letto alla luce della cosmogonia adombrata nei racconti del conte di Gabalis, ovvero della divisione delluniverso nei quattro classici elementi: terra, acqua, aria, fuoco; i quali sarebbero stati rispettivamente abitati da gnomi, ondini, ninfe, silfi e salamandre (Rosanna Cioffi, La cappella Sansevero. Arte barocca e ideologia massonica, Salerno 1987, pp. 100-101). First edition of the first Italian translation, printed by di Sangro with fictitous place and date, of two important works.The first, the Count of Gabalis written by the French abbot Montfaucon de Villars, and probably translated by di Sangro himself, is a conversation about hidden sciences, that pretends to reveal the occult and mystical knowledge contained in the Cabala; but it is thought to have been ironically and jocosely intended.The second is the famous Alexander Popes mockheroic narrative poem The Rape of the Lock, one of the
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most representative works of the English deism, here translated by the Paduan abbot Antonio Conti. Popes masterpiece was originally published in two cantos in Bernard Lintots Miscellany (1712), then enlarged to five cantos and published separately in 1714. Pope based his poem upon a real accident, in which Lord Petre forcibly cut off a lock of Miss Arabella Fermors hair; the poem is dedicated to Miss Fermor.

Baiardi, Ottavio Antonio (1690-1765). Prodromo delle antichit dErcolano. Napoli, Regale Stamperia Palatina, 1752-1756.
5 volumi in-4 (mm 235x170). 48 pagine con numerazione romana, 2678 pagine numerate con numerazione consecutiva per i cinque volu-

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5. Baiardi, Prodromo delle antichit dErcolano

mi. Occhiello per tutti i volumi, il frontespizio del primo volume impresso in rosso e nero e illustrato da un ritratto dellautore in medaglione inciso in rame; i frontespizi degli altri 4 volumi impressi in nero e ornati da un fregio silografico. Lopera illustrata complessivamente da 10 tavole fuori testo, di cui due a piena pagina e le altre ripiegate pi volte, che mostrano le scoperte archeologiche effettuate a Ercolano. Numerose illustrazioni incise su rame, di cui alcune a piena pagina, nel testo del primo volume. Legatura coeva uniforme in pelle marrone alle armi del re Carlo VII delle Due Sicilie (dal 1759 Carlo III di Spagna). I piatti sono inquadrati da rotelle in oro e ornati, ai quattro angoli, da gigli borbonici; al centro le armi Reali sormontate dalla corona e accollate dai gran cordoni degli ordini dinastici di San Gennaro, San Luigi, dello Spirito Santo e dal Toson doro. Il dorso ha, nei compartimenti, il giglio borbonico, piccoli fregi in oro e la numerazione; tagli rossi. Esemplare in buono stato di conservazione, alcune carte uniformemente brunite e qualche gora.

Prima edizione di questopera, dedicata dallautore a Carlo III di Spagna, che forma il vasto ed erudito studio preliminare per la celebre opera iconografica Le Antichit di Ercolano . Il Prodromo va considerato in stretta relazione con lattivit della stamperia di Palazzo Sansevero, dal momento che il di Sangro vendette alla neonata regale stamperia Palatina i caratteri, realizzati dal Kommareck i primi ad essere utilizzati dal principe , con i quali vennero stampati i presenti volumi. Sappiamo da una testimonianza documentaria che il re aveva acquistato nel 1751, per settecento scudi, la stampa che teneva in casa il Principe di Sansevero, invaghitosi della bellezza di quei caratteri, e che la-

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veva posta nella regia stamperia (Rosanna Cioffi, La cappella Sansevero. Arte barocca e ideologia massonica, Salerno 1987, p. 128). La scoperta delle antichit di Ercolano e Pompei gran desiderio aveva destato nel cuor di re Carlo III di Borbone per sentirne discorsa la storia, e conoscere gli usi a che glinnumerevoli monumenti quivi dissepolti eran serviti appo gli antichi. Egli dunque, a proposta del marchese Fogliani suo primo ministro, chiam qui da Roma mons. Ottavio Antonio Bayardi, perch illustrasse quelle preziose antichit; ed affinch comodamente avesse potuto durare s lunga fatica, gli assegn cinquemila ducati allanno, e libri quanti ne volesse. Cinque anni impiegava il Bayardi a preparare il suo lavoro, ed a mantenere gli animi di tutta lEuropa letteraria in grande aspettazione [] (Napoli e i luoghi celebri nelle sue vicinanze, Napoli 1845, vol. 2, p. 7). First edition of this work in five volumes, printed with the types once belonged to the prince of Sanseveros private Press, dedicated by the author to the king Charles III of Spain, that is to be considered a preparatory study to the Antichit di Ercolano, and that is an account about the new archaeological discoveries made at the time in Pompei and Ercolano.With the homogeneus armorial binding of king Charles III of Spain.
Dura 1315; Furcheim, Bibliografia di Pompei, Ercolano e Stabia, p. 7; Cicognara 2649; Lozzi 1475 (nota).

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Di Sangro, Raimondo. Supplica di Raimondo di Sangro Principe di S. Severo umiliata alla Santit di Benedetto XIV Pontefice Ottimo Massimo in difesa e rischiaramento della sua Lettera Apologetica sul proposito de Quipu peruani. Napoli, Salzano e Castaldo, 1753.
In-folio (mm 259x183). 6 carte non numerate, 224 pagine numerate. Frontespizio stampato in rosso e nero illustrato da una vignetta calcografica in rosso incisa da Antonio Baldi e raffigurante una sfinge nellatto di tenere un libro, su piedistallo con il motto IMPLEXA EXPLICAT. Legatura coeva in pergamena spruzzata, titolo in oro su tassello al dorso, tagli marmorizzati. Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture, piatto della legatura inferiore usurato con qualche perdita. Dedica dellautore al foglio di guardia anteriore in inchiostro marrone:Donato dallAutore.

Edizione originale, con invio autografo dellautore, di questopera scritta in difesa della Lettera Apologetica e in36

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6. Di Sangro, Supplica

dirizzata a papa Benedetto XIV, giudicata eretica dalla Congregazione dellIndice e censurata, dopo lattenta analisi del padre agostiniano e professore di esegesi biblica Domenico Giorgi che presenta il Principe come uomo dotto grande sperimentatore, ma assetato, per, di fama e vanagloria e affiliato alla nuova setta dei Liberi Muratori. Credendo de Sangro anche autore del Conte di Gabali, dedica i primi fogli della sua censura a questopera per poi passare allesame della Lettera Apologetica. In gran parte la censura di Giorgi tocca argomenti prevedibili: segnala laffinit del Principe con concezioni eretiche come quelle circa i preadamiti e leternit del mondo, denunzia i dubbi del Principe riguardo lautorit di Mos quale primo scrittore e la sua stima, o meglio, la sua preferenza, per gli storici pagani ai danni degli autori biblici, criticando aspramente non solo le sue pretese di poter replicare il miracolo di San Gennaro con mezzi naturali, ma anche i disinvolti riferimenti ad autori eretici o sospetti quali Bayle, Locke, Collins e quello del Teliammed (Raimondo de Sangro, Lettera Apologetica, a cura di Leen Spruit, Napoli 2002, p. 57). La Supplica d prova delle abilit dialettiche del Principe e testimonia la vastit e lecletticit della sua cultura. Nellopera lautore respinge le obiezioni dei suoi avversari, e in particolare la tesi secondo cui nellApologetica avrebbe espresso attraverso un maligno gergo contenuti esoterici e principi contrari alla dottrina della Chiesa. Nonostante lapprezzamento per la Supplica
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espresso dal papa, la Congregazione dellIndice conferm nel 1754 la proibizione della Lettera Apologetica. Rare original edition of this work written by di Sangro and addressed to pope Benedetto XIV in defense of his Lettera apologetica, that, together with the Italian translation the Conte di Gabali, was inscribed by the Church in the Index of prohibited books with, among the others, the impeachments of being heretical, of preferring the profane historians to the christian ones, of having made the attempt to repeat the miracle of the liquefaction of San Gennaros blood.

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7. Ramsay, I viaggi di Ciro

Ramsay, Andr Michel de (1686-1743). I viaggi di Ciro. Tradotti dallIdioma Francese. In Napoli, Con Licenza de Superiori, 1753.
In-8 (mm 190x122). 4 carte non numerate, 27 pagine numerate V-XXXI, 255 pagine numerate. Frontespizio racchiuso da una cornice calcografica e ornato da un disegno allegorico di Filippo Falcatore, con le armi dei Castropignano, inciso su rame da Francesco Sesone; antiporta allegorica a piena pagina incisa in rame da Francesco Sesone su disegno di Nicholas Cochin; al recto della c. 3 vignetta allegorica con le armi di Mariano Eboli, duca di Castropignano, incisa sempre dal Sesone su disegno di Giovan Battista Rossi. Fregi, testatine e finalini silografici nel testo. Legatura ottocentesca in mezza pergamena con angoli, titolo manoscritto al dorso. Esemplare in buono stato di conservazione, lievi gore, alcune carte leggermente brunite.

Prima traduzione italiana dellopera Les voyages de Cyrus, redatta in francese dallo scozzese Michel Ram41

say e impressa per la prima volta a Parigi nel 1727. Il volume dedicato dal traduttore Annibale Antonini (1702-1775) a Mariano Eboli, dei duchi di Castropignano e, sebbene esso non rechi il nome dello stampatore, probabile che anche limpressione di questo scritto sia da ascrivere allattivit della tipografia di Raimondo di Sangro, che probabilmente non volle esporsi in prima persona dopo le critiche e la messa allIndice in cui erano incorse le sue opere precedenti. Largomento dei Viaggi di Ciro ben si accorda infatti con gli interessi del principe di Sansevero, dal momento che si tratta di un romanzo di pedagogia politica e religiosa, che si ispira alle Aventures de Tlemaque di Franois Fnelon, e che viene considerato una delle pietre miliari della massoneria universale. Ledizione napoletana di questopera arricchita, rispetto alle edizioni francese e inglese, di tre interessanti incisioni dallindubbio carattere iniziatico (Rosanna Cioffi, La cappella Sansevero. Arte barocca e ideologia massonica, Salerno 1987, p. 87). Lantiporta di notevole importanza perch venne disegnata di Charles Nicholas Cochin, celebre autore del frontespizio dellEncyclopdie, e incisa da Francesco Sesone, un artista romano chiamato a Napoli per lavorare allapparato iconografico delle Antichit Ercolanensi. La calcografia, datata 1751, anno in cui lecito supporre che il Cochin, che era in Italia dal 1749 per accompagnare il fratello di Madame de Pompadour in un giro di ricognizione dei nuovi siti archeologici, si trovasse a Napoli per visitare Ercolano e Pom42

7. Ramsay, I viaggi di Ciro

pei. Lanteporta rappresenta unallegoria della riflessione, indicata a Ciro quale guida primaria nei suoi viaggi di ammaestramento. Lideatore di tale incisione elabora una singolare simbologia commista di elementi di carattere tecnico-sperimentale e attributi di sapore esoterico. Infatti, partendo dalla rappresentazione di un fenomeno ottico un raggio di luce incidente su di una superficie speculare convessa che si riflette in un altro specchio di superficie concava e attraverso laggiunta di alcuni simboli alludenti al carattere misterioso dellantica sapienza, vuole sottolineare il valore iniziatico del viaggio di Ciro. La scena ha luogo in Egitto, sede per eccellenza della prisca theologia, come indicato dalla porzione di piramide che si intravede sul lato sinistro della scena. [] (Rosanna Cioffi, La cappella, cit., p. 87). Lillustrazione della Encyclopdie del Cochin doveva aver particolarmente colpito Raimondo, poich si ritrova il motivo della ricerca della verit velata da svelare in tutta la Cappella Sansevero. Il frontespizio dellopera venne invece disegnato da Filippo Falciatore con una grazia rococ ben lontana dalla tradizione classicistica dellaccademia di Francia nella quale si era formato il Cochin (R. Cioffi, La cappella, cit., p. 92) e raffigura lo stemma del dedicatario dellopera, i simboli militari che alludono alla carica del padre di questultimo, Francesco da Eboli, il sole, posto ad oriente, e una donna con un elmo in capo e nellatto di annaffiare un arboscello, accanto al quale sono alcuni libri. [] Lallusione al rapporto tra leducazione
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di Ciro e quella di Mariano da Eboli evidente []. Nellincisione appaiono oltre ai suddetti libri due elementi fitomorfi: uno un ramo di quercia, raffigurato accanto alle insegne militari, che pu essere unallusione tanto alla forza che alla sapienza, virt necessarie al massone ed da ricordare fin dora che la ricca vegetazione marmorea scolpita nella Cappella finge rami e arbusti di quercia ; laltro un arboscello di acacia, simbolo per eccellenza della massoneria gi nel Settecento. Alcuni di questi simboli si ritrovano ancora nella seconda incisione che decora la pagine ove inizia la dedica al duca di Castropignano e c la ripresa dello stemma con il ramo di quercia, i libri e laggiunta di un mappamondo e di un compasso. Questa stampa, disegnata da un altro maestro del rococ napoletano, Giovan Battista Rossi, mostra alcune analogie con la simbologia presente nella tomba di Raimondo, ad esempio gli strumenti militari e scientifici (R. Cioffi, La cappella, cit., pp. 92-93). First edition in Italian of Ramsays best known work, Les voyages de Cyrus, probably printed by Raimondo di Sangros Press, translated from French by Annibale Antonini and dedicated to the Duke of Castropignano, member of the Masonic lodge of Naples.The volume is adorned by three allegorical plates, referring to masonry and initiatic subjects, one of which was drawn by Nicholas Cochin, the famous author of the Encyclopdies title-page.

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Di Sangro, Raimondo. Dissertation sur une lampe antique Trouve Munich en lanne 1753. Ecrite par M.r le Prince de S.t Severe Pour servir de suite la premire partie de ses Lettres M.r lAbb Nollet Paris, sur une dcouverte quil a faite dans la Chimie avec lexplication Phisique de ses circonstances. Napoli, Morelli, [1756].
In-4 (mm 186x130). 5 carte non numerate, 141 pagine numerate. Frontespizio stampato in rosso e nero, ornato, nel margine inferiore, da un disegno coevo a penna e acquerello raffigurante un mazzo di fiori. Illustrato da due tavole ripiegate fuori testo incise su rame da Francesco Cepparuli: la prima con acquerellatura coeva raffigurante il modello della lampada e la seconda la pianta del piede doro che sostenea la caraffa contenente il fosforo del rabino di Costantinopoli. Legatura coeva in vitello agli acidi, titolo in oro e decorazioni a ferri dorati al dorso; sguardie in carta a pettine, tagli spruzzati di rosso e

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8. Di Sangro, Dissertation sur une lampe antique

marrone. Esemplare in ottimo stato di conservazione, restauro a porzione della met bianca dellultima carta, senza perdita di testo. Al contropiatto anteriore ex-libris inciso Felicis Durandi Comitis Villae; nota manoscritta coeva in inchiostro marrone al recto del foglio di guardia anteriore Donn par lAuteur.; firma di appartenenza in inchiostro nero al frontespizio.

Prima e unica rarissima edizione di questopera del principe di Sansevero, impreziosita dallinvio autografo dellautore e da due tavole, di cui una recante unacquerellatura di mano coeva. La Dissertation sur une lampe antique, scritta a Napoli nel 1754, e pubblicata in lingua francese solo due anni dopo, una delle pochissime opere rimasteci del Principe di San Severo D. Raimondo De Sangro, ed al contempo lultimo lavoro che il nobile alchimista volle dare alle stampe. [] La Dissertation trova origine negli studi di Palingenesi condotti dal De Sangro a fasi alterne fra il 1752 e il 1765. [] Oggetto apparente della Dissertazione fare la storia, e spiegare lorigine, dei cosiddetti lumi eterni del mondo antico, cui il nostro autore non crede affatto, e pi in generale di una serie di fenomeni luminosi ed ignei spiegati come effetto dei fosfori. In realt, come gi in altre opere del De Sangro, il motivo apparente un pretesto per parlare di se stesso, delle sue scoperte, delle sue letture e delle sue idee, e contrabbandare in modo velato nozioni e concetti che certo, esposti in forma diretta, avrebbero potuto dar luogo a fastidiosi malintesi

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8. Di Sangro, Dissertation sur une lampe antique

(Raimondo Maria De Sangro, Il lume eterno, a cura di Gian Carlo Lacerenza, Foggia, 1999, pp. 7-10). First exceedengly rare edition, inscribed by the author on the first flyleaf, of this work by di Sangro, written in French in 1754, that tries to trace an history of the origins of some luminous phenomenona, the ethernal lights of the ancient world, but is also a pretext for di Sangro to speak about his own discoveries, his inventions and his ideas. The book is adorned by two engraved plates, one of which with a coheval colouring.

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LE FONTI

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Toland, John (1670-1722). Adeisidaemon, sive Titus Livius A Superstitione vindicatus. La Haye, Thomas Johnson, 1709.
In-8 (mm 158x93). 10 carte non numerate, 199 pagine numerate.Testo in caratteri rotondi e corsivi, in alfabeto greco e latino. Frontespizio stampato in rosso e nero; testatine, finalini e capilettera silografici ornati nel testo. Legatura coeva in vitello nocciola, piatti inquadrati da una cornice dorata a tre filetti, titolo e decorazioni in oro al dorso, dentelles interne, sguardie in carta marmorizzata, tagli dorati. Esemplare in ottimo stato di conservazione, cerniere della legatura un po usurate. Antica nota manoscritta di vendita al verso del foglio di guardia anteriore.

Prima rarissima edizione dell Adeisidaemon (Luomo non superstizioso), interessante opera del filosofo irlandese John Toland considerato tra i pi eminenti liberi pensatori e rappresentanti del deismo inglese. In questopera, di ispirazione panteista, lautore studia per mezzo di Tito Livio le istituzioni e le tradizioni religiose dalla fondazione di Roma allinizio dellet imperia-

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le, indagando il problema delle superstizioni religiose, che inseparabile dallesame delle condizioni politiche pi propizie a favorirne o a contrastarne la diffusione e rivendicando le proprie convinzioni repubblicane. Leibniz warned Toland that he seemed to equate religion and superstition in his Adeisidaemon, particularly in arguing that religion involved dread of punishment and hope of reward.Toland responded that because religion played a politically stabilizing role, it encouraged tolerable superstitions (Stephen H. Daniel, John Toland. His methods, manners and mind, Kingston-Montreal 1984, p. 111). John Toland non solo si trova citato pi volte nel testo della Lettera apologetica, e viene ricordato come uno di quegli autori i cui libri erano anche allepoca pressoch introvabili, ma rientra nelle preferenze del principe di Sansevero a tal punto che intorno al 1750 egli fece uscire dai torchi della sua tipografia unedizione in quarto in soli cinquanta esemplari dellAdeisidemon, che era stato proibito dallIndice, riportante gli stessi dati tipografici della presente princeps. First very rare edition of this essay by the Irish philosopher John Toland, the father of secular philosophy, in which he defends Livys treatment of superstition in Antiquity and extends it to the discussions of his own age.The book of this first person called a freethinker (by bishop Berkeley) was of course put on the Index.Toland was one of the favourite writers of the prince of Sansevero, and he is quoted many times in the
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9. Toland, Adeisidaemon

Lettera apologetica. Di Sangro printed printed with his own Firm an edition of the Adeisidaemon, in quarto and with false indication of date and place.

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[Graffigny, Franoise dIssembourg dHapponcourt (1695-1758)]. Lettres dune Pruvienne. A Peine, [1747].
In-8 (mm 157x92). 12 pagine con numerazione romana, 336 pagine numerate, 8 pagine con numerazione romana, 62 pagine numerate. Fregi silografici nel testo. Legatura coeva in vitello agli acidi, decorazioni e titolo in oro su tassello rosso al dorso, tagli marmorizzati. Esemplare in buono stato di conservazione, legatura leggermente usurata.

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Prima edizione di cui si conoscono varie tirature che differiscono per i fregi silografici utilizzati, per la paginazione e per il luogo di stampa di questopera, la prima conosciuta a contenere una Suite di otto lettere aggiuntive. Il volume venne probabilmente impresso dalla tipografia lionese della famiglia Delaroche, dal momento che presenta numerose affinit tipografiche con le edizioni che uscirono dai torchi di questa celebre stamperia, la cui attivit si protrasse dal XVIII al XX secolo inoltrato. Lopera, un romanzo sentimentale che risente di pesanti debiti alle Lettres persanes di Montesquieu del 1721, venne scritta da Madame de Grafigny, amica di Voltaire, Diderot, Helvtius, e godette, nel corso del XVIII secolo, di un vasto successo tanto da venir ristampata almeno un centinaio di volte e tradotta in varie lingue. Lartificio letterario delle 38 Lettres e della Suite, le vuole scritte dalla principessa Inca Zilia che, rapita e portata in Francia dai conquistatori spagnoli, comunica col fratello e fidanzato Aza attraverso lettere scritte con nodi di cotone colorati, che potevano essere decifrati solo da chi conosceva la registrazione logico-numerica. La vicenda sentimentale narrata dal romanzo epistolare cela una serie di appassionate denunce: dagli eccessi del colonialismo spagnolo in America del Sud, alle incongruenze della societ francese dellepoca, allineguaglianza tra i sessi, denunce che si inseriscono a pieno titolo nel clima culturale europeo dellepoca dei Lumi.

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Lopera di Madame de Grafigny, che entr ben presto a far parte dellIndice dei libri proibiti, venne difesa strenuamente da Raimondo di Sangro nella sua Lettera apologetica e ispir lestesa trattazione sui nodi quipu in essa contenuta. First edition, known in several issues, of this famous epistolary novel by Madame de Grafigny, friend to Voltaire, Diderot and Helvtius, that is an imitation of Montesquieus Lettres Persanes, and that takes the form of a series of 38 letters purporting to be written by a kidnapped Inca princess, brought to France when her country is conquered by the Spaniards, to her lover by using the quipu code.The book, that enjoyed enormous popularity and was translated into numerous languages, was avidly defended by Raimondo di Sangro in his Lettera apologetica.

Barbier, II, 1246; Debacker, 1131; Conlon 47:520; Negley 1408;Valette 142.

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Breve nota di quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero D. Raimondo di Sangro nella citt di Napoli. [S.l, s.n.], 1767.
In-12 (mm 151x95). 60 pagine numerate. Fregio silografico al frontespizio. Legatura ottocentesca in cartoncino ricoperto da carta decorata. Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture.

Rarissima edizione da considerarsi probabilmente la prima, dal momento che quella del 1766 introvabile, di questa guida che, oltre a contenere nella parte finale la prima bibliografia dedicata a Raimondo di Sangro, descrive minuziosamente, oltre ai marmi e alle meraviglie architettoniche della cappella e del palazzo Sansevero, anche i misteri e le stranezze di casa di Sangro. Nellanonima operetta non solo vengono enumerati i mirabilia del laboratorio sotterraneo del principe, ma vi sono anche elogiate le sue numerose invenzioni: dalle
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11. Breve nota di quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero

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gemme artificiali, alla seta vegetale, ricavata dalla filatura di una pianta chiamata Apocino, dalle tavole stampate a pi colori, ai marmi dipinti, dalla cera prodotta mediante un procedimento chimico al carbone alchemico. In questa variopinta e molteplice galleria, che certo contribu a creare un esoterico alone di mistero intorno alla figura del principe, vanno annoverate le famose macchine anatomiche delle quali vien detto: In una stanza duna altro Appartamento, che chiamano della Fenice, il quale sta tutto in fabbrica, per renderlo meglio diviso e comodo, si veggono due macchine anatomiche, o, per meglio dire, due scheletri dun maschio (a sinistra), e duna femmina, ne quali si osservano tutte le vene de corpi umani, fatte per iniezione, che, per esser tutti intieri, e, per diligenza, con cui sono stati lavorati, si possono dire singolari in Europa. Oltre a tutte le viscere, e le parti interiori del corpo, colla apertura del cranio, si osservano tutti vasi sanguigni della testa; e collaprirsi la bocca, si veggono i vasi della lingua. Mirabile poi la delicatezza con la quale e stato lavorato il corpicciuol dun Feto che mor in un colla Madre, la quale sta in piedi e si fa girare dogni intorno, per osservarsene tutte le parti. Le dette due macchine, o scheletri, son opera del Signor Domenico Giuseppe Salerno, Medico Anatomico Palermitano (pp. 20-23). Exceedengly rare edition, probably the first, of this guide to the Sanseveros Palace, that contains also the first bibliography of princes works.The book gives also an account about the marvel61

lous inventions and experiments of di Sangro, such as the alchemical marbles, the alchemical coal, the artificial gems, the vegetal silk, the multi-colours simoultaneous print and the anatomical machines, the skeletons of a man and a woman complete with the entire system of blood veins and arteries perfectly preserved.According to the Legend which raised around the Sorcerer Prince these two persons died accidentally and Raimondo di Sangro injected them some unknown substance which petrified all their veins, arteries and capillaries as well as several organs.

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Genovesi, Antonio (1713-1769). Lettere familiari. Napoli, Domenico Terres, 1774.


Due volumi in-4 (mm 211x136). 23 pagine con numerazione romana, 237 pagine numerate; 4 carte non numerate, 264 pagine. Frontespizio di
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12. Genovesi, Lettere familiari

entrambi i tomi racchiuso da una cornice silografica e ornato da un piccolo fegio inciso su legno; al recto della c. 2 del primo volume testatina incisa su rame, disegnata da Cimarelli, con le armi del dedicatario dellopera; testatine silografiche nel testo di entrambi i volumi. Legatura coeva in pergamena con titoli in oro ai dorsi, segnalibri in seta verde. Esemplare in buono stato di conservazione, lievi fioriture ad alcune carte. Nota di possesso manoscritta al frontespizio dei due tomi Del D. Gaetano Spina.

Prima edizione dellepistolario del celebre illuminista napoletano, autore di opere di filosofia ed economia politica, Antonio Genovesi, che fu allievo di Giambattista Vico, pubblicata postuma e dedicata dallo stampatore Domenico Terres al patrizio genovese Antonio Berio. Il Genovesi, filosofo empirista influenzato da Locke nella Metafisica, volle dare maggiore concretezza alle proprie riflessioni affrontando i problemi delleconomia e suggerendo ai governanti le possibili soluzioni nelle Lezioni di commercio (1765-1767). Convinto della necessit di stimolare lindustria interna con alte tariffe doganali alle importazioni, sostenne invece, in accordo con il pensiero economico riformatore, il libero commercio del grano, la funzione positiva del lusso, la nocivit dei privilegi nobiliari ed ecclesiastici ed inoltre collabor alle riforme introdotte nel Regno di Napoli da Bernardo Tanucci. Le sue Lettere familiari, che testimoniano lassidua attivit epistolare dellautore e la sua fitta e vasta rete di contatti, vengono pubblicate, come si legge nella Prefazione scritta dal Terres, con lo scopo di mostrare
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quegli aurei sentimenti di virtute, e di amore per la Patria, e pel genere umano (vol. I, c. 4r). Lopera da annoverarsi tra le fonti atte a documentare la figura del di Sangro poich vi si trova la risposta del Genovesi, datata 12 settembre 1769, ad una lettera del Principe di Sansevero che gli aveva chiesto un parere sulla Ratio Rethorica, & Critica di Marcellino Ammiano de Luca (vol. II, pp. 172-75). Nella nota delleditore viene evidenziato che probabilmente si tratta di una delle ultime, se non lultima, lettere scritte dal filosofo napoletano prima di morire. Interessante, sempre nelle note, la citazione di un altro brano del Genovesi utilizzato per presentare il personaggio del principe e in cui ne viene delineato un vivace ritratto: Questo Signor (il Principe di Sansevero) di corta statura, di gran capo, di bello e gioviale aspetto, Filosofo di spirito, molto dedito alle Meccaniche, di amabilissimo, e dolcissimo costume; Studioso e ritirato: amante la conversazione di uomini di lettere il Terres aggiunge infine che Egli fu amicissimo del nostro Genovesi (vol. II, p. 172, nota 1) e difatti i rapporti cordiali tra i due furono costanti e sinceri tanto che nella sua autobiografia leconomista ricorda laiuto determinante che il di Sangro gli offr per lottenimento della cattedra di Commercio a Napoli. First edition, published by Domenico Terres after the death of the author, of this collection of Familiar Letters by one of the most important philosophers of the Neapolitan Enlightment, the ab65

bot Antonio Genovesi who was a close friend to the prince of Sansevero.The book is an important source for the knowledge of di Sangro because it contains a letter addressed to him in which we find also an interesting physical portrait of don Raimondo: He is of short height, with a big head, of handsome and jovial looking, he is a witty philosopher, devoted to the study of Mechanics, he is very agreeable and of sweet manners.

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Clemens XIV, papa (1705-1774). Lettere ed altre opere di Clemente XIV. Ganganelli. Firenze, Presso Giuseppe Molini allinsegna di Dante, 1823.
Due volumi in-12 (mm 150x77). Due carte non numerate, 608 pagine numerate; 572 pagine numerate, due carte non numerate. Piccolo fregio
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raffigurante il busto di Dante al frontespizio dei due volumi e al recto della penultima carta del secondo volume. Legatura originale in cartonato editoriale a stampa. Esemplare in discreto stato di conservazione, con barbe, molte carte uniformemente brunite, dorso della legatura del primo volume mancante.

Rara edizione di questa raccolta di lettere e di opere di Gianvincenzo Antonio Ganganelli salito al soglio pontificio col nome di Clemente XIV nel 1769, che testimoniano la fitta corrispondenza dellautore con alcuni dei personaggi pi illustri della sua epoca, quali, tra gli altri, il conte Algarotti, il marchese Scipione Maffei, il cardinal Querini, il conte Ginori, il re di Francia Luigi XV, labate Frugoni,Antonio Genovesi, Ludovico Antonio Muratori e il Baudrier. La silloge si chiude con una serie di sermoni, riflessioni e discorsi pubblici tenuti dal Ganganelli durante il suo pontificato. La personalit di Clemente XIV viene sintetizzata nella prefazione alledizione dove egli viene descritto come Nemico dichiarato del bigottismo [] persuaso che tutto ci che appartiene a Dio non pu essere che sublime. Amico della vera Filosofia, egli non ambisce se non quel che spaventa gli ambiziosi, la fortuna cio di non avere a governare altri che se stesso, convinto che il pi bel titolo delluomo quello desser uomo (vol. I, pp. 5-6). Viste queste premesse, non stupisce pertanto che allinterno del libro si trovino ben tre lettere indirizzate al Principe di Sansevero Napoletano, che proprio in quegli anni incorreva nelle pesanti accuse della Congregazione dellIndice. Nella prima, datata 17 gennaio 1751,
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dopo aver ringraziato il principe per laccoglienza fatta al Signor Wesler, vengono fatte alcune osservazioni sulla citt di Napoli, che viene descritta come la pi propria per esercitar lo spirito de letterati, presentando essa per ogni dove tanti fenomeni in ogni genere, che per forza bisogna darsi loccupazione di osservarli. Le sue montagne, i suoi sotterranei, le pietre, le acque, il fuoco, dal quale essa , per dir cos, penetrata, son tanti oggetti che fanno venir voglia desaminarli (vol. I, lettera XXXI, p. 117). Sembra esserci, in queste affermazioni, una aperta seppur cauta manifestazione della stima del Ganganelli nei confronti degli esperimenti scientifici del di Sangro, che proprio in quel periodo veniva aspramente criticato dal potere ecclesiastico con la messa allindice della Lettera apologetica. Nella seconda missiva, del 13 dicembre 1753, il futuro papa tratta dellutilit della storia naturale, di Dio e dellincredulit (vol. I, pp. 300-308), lodando il trattato di storia naturale del Buffon e gli esperimenti del Sansevero, ma ponendo anche come mnito fondamentale che non si parli mai delle creature se non che per avvicinarci al creatore (ibid., p. 307). La terza lettera, datata 13 gennaio 1757, disquisisce infine su come vada considerato lo studio delle antichit, che meritano s ammirazione, ma che spesso generano un fanatismo eccessivo degli eruditi. Lo scritto si apre con unaffermazione di meraviglia riguardante le scoperte del principe, Ella tira fuori un secondo mondo dal primo, afferma il Ganganelli, per poi concludere con accenti moderati, che hanno il tono della raccomandazione Io
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sempre temo che le di lei chimiche esperienze non siano nocive alla sua salute, perch talvolta ne risultano accidenti terribili (vol. I, lettera CI, pp. 372-75). Rare edition of this collection of letters and works by Antonio Ganganelli, who became pope Clemens XIV in 1769, and addressed to the most important personalities of his time, as Louis XV of France,Algarotti, Muratori and Genovesi.The book contains also three letters written to Raimondo di Sangro in which the Neapolitan prince is praised for his scientific discoveries.

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Serao, Matilde (1856-1927). Leggende napoletane. Milano, Giuseppe Ottino, 1881.

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In-8 (mm 183x105). 272 pagine numerate.Testatine ornate nel testo. Legatura in cartoncino. Esemplare in discreto stato di conservazione, gore e fioriture in tutto il volume, alcune carte uniformemente brunite.

Prima edizione di questa raccolta di storie legate alla tradizione popolare napoletana, da annoverarsi nella produzione giovanile della scrittrice e giornalista di origini partenopee Matilde Serao. Nel volume contenuto, tra gli altri, uno scritto intitolato Il Cristo morto in cui lautrice narra, con toni documentaristici, la visita ai marmi velati fatti realizzare da Raimondo di Sangro nel 1759 per la cappella di famiglia, costituendo una sorta di baedeker del luogo. La cappella glaciale, la prima impressione che Serao annota in questo inconsueto taccuino museale, nel quale del principe di Sansevero non v traccia. Eppure i monumenti, i simboli massonici, le inquietanti macchine anatomiche, il sepolcro con la lunga epigrafe celebrativa ricordano continuamente alla visitatrice il suo nome: ella, invece, vede soltanto freddi marmi, e grandi sculture allegoriche che una dopo laltra le si parano davanti. In questo tempio ove sente aleggiare la morte Tombe dappertutto scrive con evidente disagio volontariamente ignora il mistero che non potrebbe narrare con il tono gioioso e rassicurante, con lingenuo incanto da libro delle fate che contraddistinguono tutti i racconti delle Leggende napoletane (E parve castigo dal cielo.Voci di fine Ottocento sul principe di Sansevero e il suo palazzo , introduzione e note a cura di F. Rutoli, Napoli 2003, p. 15).

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First edition of this collection of Neapolitan legends by the journalist and novelist Matilde Serao that contains an interesting account, the Cristo morto, that is a kind of baedeker of the famous marble statues, also called the veiled marbles, conceived by Raimondo di Sangro in 1759, to adorn the Sanseveros family chapel.

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Capuana, Luigi (1839-1915). Libri e teatro. Catania, Giannotta, 1892.


In-8 (mm 194x128). 37 pagine con numerazione romana, 281 pagine numerate. Brossura editoriale a stampa. Esemplare in buono stato di conservazione, fioriture sulla brossura e su qualche pagina.Timbri di appartenenza al piatto anteriore della copertina.

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Prima edizione di questa raccolta di saggi dello scrittore, critico e giornalista siciliano Luigi Capuana, nella quale viene pubblicato per la prima volta anche il celebre saggio su Don Raimondo di Sangro, scritto nel 1889 in seguito alle impressioni suscitate sullautore dal fatto di croncaca che descriveva lo stato di decadenza del palazzo Sansevero, che aveva rischiato di crollare insieme alla famosa cappella. Nel suo scritto il Capuana, dopo aver tracciato un breve profilo biografico del principe, si sofferma con particolare attenzione sulla sua opera pi nota, la Lettera apologetica, di cui vengono riportati interi brani, per poi descrivere le invenzioni e le scoperte del Sansevero con toni apertamente elogiativi e concludere infine con una sorta di invito alla riabilitazione e alla riscoperta di questo affascinante personaggio: Tattica, invenzioni militari, invenzioni pirotecniche (il verde-mare, il verde-smeraldo, il rubino, il pavonazzo, il giallo che oggi ammiriamo nelle girandole furono scoperti da lui, come pure i razzi col fischio e gli altri, dei quali pare perduto il segreto, con un ben chiaro e distinto canto di uccelli, il quale senzaltro estraneo aiuto era dallo stesso fuoco prodotto) invenzioni idrauliche, architettoniche, artistiche; stud di lingue antiche e moderne, di filosofia, di teologia, storia e antiquaria, non glimpedirono di trovar il tempo per isbizzarrirsi con la lettera apologetica e con la invenzione del nuovo alfabeto dei Quipu, dellantico essen-

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do rimasto soltanto il nome e il ricordo. Le signorine che volessero procurarsi una bizzarra occupazione potrebbero rimetterlo in voga (pp. 236-37). First edition of this collection of essays by the Sicilian writer, literary critic and journalist Luigi Capuana in which one chapter is entirely dedicated to the prince of Sansevero. After giving a brief biographical account about the life of Raimondo di Sangro, the author speaks in a detailed way about the famous Lettera apologetica, praising both its contents and its typographical mastery, and expresses his enthusiasm about the great number of inventions conceived by the prince.

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Questo volume stato impresso dallofficina darte grafica Lucini in Milano marzo 2008

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