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GE}ITUCC-A. f.db il,'interno e un .ab ti tcord.ar di IILYANE K,.USE ZMBONI - Non i.NGlI-A I,ATINI L cqs degli Ors ro|si. di C-A.TERINA LORENZTI - Gl dvnici, Sndri^ piooolo Anil,eraen. MARIS.{, - Il
- Volert
bene.
Mi.RIA R. PASINI Lcggende del, mre c ilelle Alpi,. LIA PIOCINNI Il- basco stregalo, GIUSEPPE LIGOTI ros. - Noaellino lINt TOREIL Bcstie del mondo nero. LUIGI IIGOLII{ - Le D\nture di uno ldrtqrug. - Nutolino ncl regno del,le cicogne.
oilor d,i cate buone. BRUNA SILVI Le bolte iti eapone. ALESSNDRO ZCC-A.RELLI - Colibr\ - Il Reucco che d,irenne operoso.
G. B. PARAVIA
& C.
dnila montagna,
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La mia nonnina, cos saggia o pia, tre soli Iibri aveva in libreria: iI Yangelo, il Messale e la Dottrina,
stessa che imparava da bambina. Bastava che uno cli quei libri aprisse perch pi forte il cuore si sentisse.
che rLi libri ne aYeYano millanta, andavan spesso a chieclerle consigli: Come faresti, mamrlra, al posto mio-q Apriva iI libro e lo chiecleva a Dio.
Cbe quella scienza fosse poca o tanta, io non so clire. So per che i figli,
La mia mammina accanto a quelli ha un ricettario, un libro cli cucina, un grosso libro cho consulta spesso prima cli far la spesa alla mattinal
o nel leggorlo mette I'attenzione d'un bimbo che ripassa Ia lezione.
messo
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che non basta il clanaro a comprar tutto; o pane, e pasta, e uoYar e burro, e strutto... Spesso ho sorpreso la mia mamma in pianto: allora chiccle che ltaiuti il Cielo o legge qualche passo clel Yangelo,
SCUOLA
un anno intero. mio sentiero sul incontr X'iori e spini o quante cose belle egli m'ha cletto,
questo che
conclusse
mi
o speranze e certezze egli mtha clato.' Oh, non un libro, un cuore illuminato! Qui tra iI Vangelo e il libro cli preghiero ingiallir, cliventer un vecchino col cuore buono e fresco dtun bambino o iI fiato cli lontane primavere. E ai miei figli clir: Non lo sgualcite! Potrebbe sanguinar se Io felite.
Chi rlisegn per lei quei clue giartlini con pochi fiori e giovani albbrelli
cLifesi clall'insulto clei monelli
Clri semin con tanto amor Ie zolle9 Per che bambino costluir Ie volle?
{on per un birnbor D& per quanti sono nel monclo, suona quella campanellal
e la scuola ti sembra cos bella, e quelltaiuola un riforento clono
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LD RUGIIE DDII
NONNO
ohi t'ha segnato in volto questa ruga? E quella? Oh, quante! Sembran cicatrici, o la faccia una foglia cli lattuga. II nonno l che nella mento fruga. Poi clice aI bimbo: Questa che hai toccata, silenzioso iI ilolor se lt scavata, o questa il pianto che nessuno asciuga.
Questa che vedi, ecl lieve e sottile, me lthan fatta le gioie a poco a poco; e questtaltra cho par segnata a fuoco I'ho guatlagnata per non esser vile.
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IA YESTE I{UOYA
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grembiale riduce. Che al risveglio Io trovi nuovo cli punti nuovi, quela passera! E cuce.
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nuovo rifanno il lino liso, ch! il suo pir bollo, e domani ltuccollo oanter nol giarclino.
Or st punta lo clita, lna non Yogga la figlia quella gocoia vormiglia sulla veste fiorita.
Carle d.al sonno, eppuro ilisf il lavor gi fatto porch la oucitura copre quol fior scarlatto
Borbotta ltaoqua, per clue brocohe, al fuooo. E il fuoco riclo o la sua yampa cresco. L'aoqua borbotta, ma lo fa per gioco. E nol paiuolo ora'la mamma lnesco farina dtoro, e i bimbi son d.tattorro.,. Sembra cho ouocia iI sol di mozzogiorno!
clice: A tavola, cht pronta! E pronclo iI fllo, -e, mentre taglia, conta -
o la bambina ignori quol che cost la vesta tLi punti e cli clolori. Domani la sua festa.
quanclo
Ia mamma
quanti ne ved.o a tavola seclere. N il cuor guicl $iammai mano pi attenta tli questa cho spartisce una polenta.
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IA RUGIADA
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Perch, dimmi,
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stanchi dtun giorno, con la buona notte, questo trerlino clalle ossa rotte, pieno cli gente solita e minuta, mentre stavventa verso la oollina promette rli tornare domattina.
Quanclo ormai
Yecle, nel suo lettino acltlormentato mezzo scoperto il figlio pi piccino e sogna cli posargli sul cuscino untochetta cli zucchero filato; e la sua donna vede affaccenclata a custoclir la cena preparata.
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s nascoste questo trenino gaio e spensierato che va felice quanrlo Ie ha deposte un pot per tutto dove st fermatol e non conosce i lunghi, aclclolorati atldii dei fazzoletti sventolati.
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castagne, ecl erbe per la pecorina che cl buon latte e fa un agnello alltannol o le galline un uoYo co lo fanno. Yo' a levarlo clal niclo og;ni mattina.
I.,a casa brutta e siam poyera gente, ma in buona pace clolco anche iI soffrirg. Ancliam ficlenti ver:so ltavyenire col pan d.tun giorno o un pugno cli sement
Yicli fumal', come cltun denso fato, nel giorno fredclo, agnella in aer fbsco, una casetta al limitar clel bosco: pi che Lrna casa, un cuore illuminato.
l{e usc una bimba con un secchio, ed io le chiesi: Come mai vivete in quella
- casa senza stella, casa speriluta, cl-re la nevo cacluta asconde a Dio?
Siamo in cinclue fratelli, ella rispose, e iI pir piccino dorme nella culla; la mamma, il babbo; e non ci manca nulla.
cose.
Abbiamo il fuoco, ch r'amaglie e pruni celcriam nel bosco i giorni che fa bello; pane ne ct quel nostlo carnpicello e poi tra noi non chi non racluni
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un bimbo mietuto clal sonno e un ricciolo cltor gli ravvaPapavero o giglio che sia,
il
piccolo
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scuoti la novo clai piecli, la neve d.al nero cappotto o in questo calcluccio ti siecli. I-la stalla cliventa un salotto.
Ti
ti
porta con s nel mantollo chi viens cli fuori o saluta. Ma iI cuore Ia stalla tramuta
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Chi giovane, intanto, spannocchia. Nessuno sta sonza far nulla. I-la mamma tien dtocchio una culla, o il veochio ha gi, sulle ginocohia
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Chi ti
Poverina, che mani roSse! manda per fuscelli? La tua mamma? _ Cos fosso! Sono sola con tre flatelli.
E cloman, come farai? - u.ccelli, - Se il Signor pensa agli pu scorclare i miei fratelli? Passeranno i carbonai
e una legna pur caclr tlalla groppa clei giumonti.
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Sola rimasta Piccola Cristina coi fratelli Pi Piccoli cli te (il babbo tutto il giorno all'officina, la mamma... oh, la tua mamma pit non
Lustra come una, casa cli signori la soff.tta che scopi e rigoverni: o trovi il tempo di curare i fiori d.tapriro libri e scrivoro quaclerni. Sei un poco scolara e un Pot nammrna: tlalzi senza Ia sveglia ogni mattina,
prima clel babbo assai, quando il lattaio ti rompe mezzo il sogno tuo pi bello. Prepari il bricco, sventoli il fornello, vai a prentlere il pane clal fornaio
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e tieni le scarpette contro iI cuore per far le scale senza far rumore.
IL BAMBINO OPERAIO
Il
babbo t'ha lasciato tre monete per comprar tutto ci che in casa occorre. poco, ma il giuclizio ti soccorre: sei Ia mammina cli virt segrete.
Gi lavori, cos piccino tiri iI mantice, batti il martello. Ma sei felice come un uccello, metti oanto sul tuo clestino.
clopo cena, quanclo nella stanza clormono i bimbi clietro iI tuo racconto, di quel che hai speso al babbo rencli conto o qualcosetta quasi sempre tLza'.
Siete in sette: cinque fratelli e la mamma e iI pap, clormite insieme como gli ucoelli cos felici cho Dio lo sa.
pane grancle, oaldo, rotond.o, Iuminoso come il sole cla spartire a chi ne vuole, un pane grancle, pi grancle clel monclo. Che ce ne sia per vecchi e bambini e per i poveri vostri vicini.
IIn
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Gi,
piccolo uomo clal volto seYero. Ti nasce in f'ronte un Pelsiero tlal solco clritto cl'una ruga.
la tua mano iI
suclore asciuga,
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I.,,A MADRE
Setto figliuolil ecl ecco una figlietta. Dio ce ltha rnand.ata! I-.,a mamma tlice: Da sette a otto... sia la beneclotta. un pulcino di pi nella nicliata.
n'ossero
il
camicino bambino. primo mio cIeI son gli stessi Otto ne scalcler con una fiamma.
I-la casa angustar D& cos Pulita che il sol vi gioca tutto il cl contento. la bimba, i primi passi clella vita li tenter su questo Pavimonto.
Dir' con me Ia sua prima Parola o I'Ave tlella sera e clel mattino; e quand.o un giorno torner da scuola I'aiuter sul libro pi Piccino.
Cos ho fatto per sette e mi par poco; che, messi a letto, agucchio notti intero
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LA STRADA
Signor mtascolta e mi sostiene se la stanchezza vince iI mio fervore. Como sento che Dio mi vuole bene! Per otto flgli pu bastare un cuore.
il
Yoglio insegnarti una stracla, una straclina un pot matta che non si sa d.ove vacla, che non si sa d.ove sbatta.
Yetle un ruscello che gemo, che corro solo soletto e se Io prencle a braccetto per chiacchierare un pot insieme.
curiosa che non ha niente cla fare: clove ct untombra, riposal d.ove ct un bosco, scompare;
rrna straclina
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Se in cuore avete uno sPino, ohiu<leto clunquo la Porta: o' quolla stracla n cammino, impolverata, un pot storta, bianoa, pi bianca cltun greto, che so piangete vi sento e oorro a clirlo alla gente... Non sa tonoro un segroto.
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pu"e se ognun nel suo vicino riconosce il fratello e gli si aocosta per cliviclere un pane ocl una crosta col gesto o ltinnocenza d1'tn bambino.
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PICCOIO OPERATO
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MENDICANTI
taglia e cuci il d e la notte ci ha cavato una giacchetta (quelle ohe hai son tutte rotte, ta pi buona ormai tr stretta)
e l'indossi stamattina bella e r-ozza, come un per andare alltofficina,
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menclicanti chieclono la carit e godono iI sole cLi maggio lungo le case clel villaggio, vestiti cli povert.
saio
e cade un soclino sonoro lustro cotne ltoro sul marciapiecle tlella via
maestra.
tu il pi piccolo
operaio.
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il
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Ma snl cuore in mezzo al panno ct uno strappo tondo e netto. Cosa sia tutti Io sanno: per quel colpo cli moschett<r
c' un solclato sotto terra. Per quel foro bruciacchiato tu sei orfano di guerra e ti senti clecolato.
oo
Il menclicante cieco non sa, trovare, tra la polvere e i sassi, dentro ltorme clei passi, quella goccia cli carit.
Esplora ogni buca, ogni ruga con ansia segreta, na invano... Quandtecco incontra una mano cho celca, che tenta, che fruga...
uomo?
Cerchi
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R.
PEzzM. Od,or
di
cose buone.
non ebbi in tlono cla Dio gli occhi aperti sulla vita.
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Yieni; ci ho un pan cli cruschello. clar clel mio pane salato, Che importa tlel solclo? IIai trovato, oercando, cercando, un ftatello.
Ti
Son sicuro che ct un Angelo con me, che mi cammina al fianco muto, soave, bianco.
che non soffre lo spino: un pierle cli bambino. Se bevo a untacqua fonda, beve e non lascia onda,
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n gli si specchia il volto nel ciolo capovoltol u la nube clel fato, se Ia neve nel prato,
LA SERVETTA
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vivo, vicino a
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Dove vai, bella figlietta col vestito nuoyo a flori? Yaclo a faro la servetta, vado in oasa cli signori.
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gonfia e rossa cho ti veclo? Ci sta tutto il mio corredo, lo mio coso per Ia souola,
un panetto e qualcho frutto. Eoco: poco pi cli nulla! Ma c' clentro quasi tutto quanto basta a una fanciulla.
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clico
in conficlonza:
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clato
la
cred-enza.
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CUCINA
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Yarlo a fare Ia servetta perch mamma abbia un aiuto... ma io chiacchiero etl ho fretta.
Non son che d.ue stanzette e una cucina al quarto piano. Tre moclesti ambienti cltuna casa tra un prato e untofficina, voltati al sole che li fa riclenti.
E quanclo iI
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acl aspettar
non ct casa d.i ricco o cli potente che valga questa cli povera gente.
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Se nella spiga si mut il granollo, se in tlolce pomo il fiore st cambiato or questo libro si far, martello o ferro cli mestiere, acuminato.
mai la gente cho felice mestiero mai quello cltanclar con un paniere a lavar panni in riva a una corrente.
Sapesse
Ert io con quello anclr gi preparato e iI lavorar: mi sembrer Pi bello e breve il giorno e meno faticato e l'offi.cina mi parr, un castello.
Se alla terra clar Ia mia fatica per veclerla fiorir del mio suclore
Tra batti e sciacqua o schiuma cli sapone ct sompre chi oomincia una canzono ecl, altri intorno che ne fanno un coro'
le cluchesse!
perch cli me sia parte in ogni spica e iI CieI Ie mio speranze beneclica. Io sono un operaio clel Signore.
Adelina, che fa la lavanclaia, appena ltora clelle Primo messet cammina cLritta col paniere in testa
come se
in
Muove a un ruscello cos trasparente che ti lasoia ved'er tutta la ghiaia, ecl felice cli sPecchiar Ia gente e ricle e squilla acl ogni lavanclaia'
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Ora il sapone, ohe quancltera asciutto cti quel bigio color PareYa brutto, toccata ltacqua lascia alla corrente una lunga collana iriclescente, che oi sogna Aclelina o un po' ci spera dtaverla aI collo il giorno tlella flera.
Ma so lavaro e torcero il bucato un lavor che lo Piace, cliventa gioia stenclerlo nel prato, e una festa raccoglierlo gi asciutto, come spicoare un frutto clall'albero che un ct abbiam piantato.
lungo clurer entro iI canclore cti hen conposti lini, memoria cli campagna cl'i giarctini iI buon ottor cli terra e cl'erba e fiorel e, innocente segreto, il ricorclo cltun giorno in riva a un groto.
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la bimba
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nella chiesetta quanclo sento messa e gli rlomantlo cli starmi vicino.
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La mamma morta. La bimba sola con tre fratelli che vanno a scuola.
Tre fratellini cla pettinare
un nido.
tre fratellini cla custoclire tre orazioni rla recitare quand.o, la sera, yanno a dormire.
Con quella bimba, la gente clice, la casa povera non infelice.
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Dice iI Signore: I'albero florito - che ltha piantato e fu ltAngelo mio perch dtun fiore fosse consolato chi in questa terricciuola s' assopito.
Vede il Signor sui tetti intorno a un abbaino un piccolo giarclino
Davanti alla Madonna col Bambino che sul muretto in clolce posa sta
Dice
In cos bel boschetto Signore: venga clunquo a cantare un uccellino. E tu, se vuoi, puoi prenclerne un rametto per la minestra e per lo stufatino. Ogni povero faccia un suo giarclino che quel giarclino sar benecletto. il Tra pianure e foreste, clove non c' pi neYe, scopre, iI Signore, un breve
camposantino agreste.
si ferma sempre qualche pellegrino che posa un flore, prega, e se ne ya. Quei fiori fanno un piccolo giarrlino che pi bello neppure un re ce ltha.
Itldio Io veclo e dice: - In quelltaiuola c' il flor cli tutti: iI fior clel poverello, clel vecchio, clel bambino che va a scuola, clella rlonnetta, il flor tlel pastorello che a m.arzo il primo a cliscoprir la viola... E dire non saprei qual' iI pi bello.
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oh, questo vero! Son curiosi cti tutto ma siamo diventati un pot parenti, e ne han quasi iI cliritto e le patenti: fanno vetlere un cuor tanto sincero!
Spesso son
cltolio, cli sale, un pugno cli farina, un pot cltaceto. Ct una povorina che verso sera viene a chietler fuoco.
Come tlire cli no? come lasciare che quella mamma pianga tutta sola senza cho un ouore trovi una parola cli pace per poterla oonsolare?
porta. sempre chiusa o intimirlire il cuor che le si accosta? Io lo socohiuilo qualche vo.ta apposta o trovo spesso untinnocento scusa
Come tener
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per far seclere qui vicino a mo quella vecchina che sta su in soffitta,
clro passerebbe come untombra, zitta, golosa d'una tazza, cli caff.
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sentite tossir, la notte, solo quol giovano malato, aI quarto piano? Io lo ved.o comprimersi la mano Eopra la bocca: e sangue sul lenzuolo
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LA I{ONNA E I'UCCELLINO
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Ia mattina gli trovo, allor che batte pi che la mano, il cuore, alla sua porta. La mia presonza un pot lo riconforta, gli ritl vita un buon bic:chier di latte.
Sono felice quando umile appare perch gli scriva quattro righe al figlio quel vecchino che trema. In un bisbiglio mi apre iI cuore e me Io fa tocoare, cos pieno rli spine e antiche e nuove. Se gli rileggo quel che ho scritto, taoel di quel che ha suggerito si commuore e Ya con la sua pena e un po' cli paoe.
La raclio bella come esserlo pu un sogno fatto realt cantabile; la fonte che diventa acqua potabile; un flore ritrovato in un com;
una musica chiusa in una stanza che ci tl iI senso cltesser tanto poveri; Itape che miel non fa net suoi ricoveril la carit senza la sua fragranza.
Ma tu, nonnina, dentlo le tue fole mettevi un cuore che ora qui non c'. Dicevi: sole ), od io vedevo iI sole, ilicevi: < un prode )>, eal io veclevo un rc.
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Che casa triste avrei, senza vicini, e che silenzio intorno a me, che dur.o giorno sarebbe mai tra muro e muro, senza squillo cl'un gioco cli bambini!
Senza
timicla cantavi ctrn la freschezza deituccel cli siepe; e tu, sul flauto cli pastor, provavi un'atia, ili sagrato e di presepe.
l tu, fanciulla,
che, dopo pnno, qualche volta odo clire ai ragazzi: X'ate piano! il modo - ora riposa. tli gridare? Il vicino
al petto, tu, vecchio, mostrrrri la cicatlioe ilel Risolgirnento, e la Gloria plebea per urr mornento
tnezzo tirceva atl nscoltal qnel cre rtarravi.
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Pw,zANr. Ad.or
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di
ccse buone.
Grave cLi sogni usciva iI cuor cla quella veglia d.i pace, e ltuniverso intero era una stella chiusa in un pensiero, e lo speranze si faoean pi belle.
camino, n pi raccoglio intorno a s la fecle. I-.,a nonna morta, canta in un giarclino cl'ombre, stritlulo uccel che non si ved.e.
AlcLe
Canta per lei, chiss su quale ramot senzi innocenza, senza batticuore' Non la, grazia: iI perficlo richiamo che nasconcle ltinsiclia e il cacoiatore.
Come iI mulino odora tli farina o la chiesa dtincenso e cera flna, sa cli gesso la scuola. iI boon odor che lascia ogni parola scritta sulla lavagna come rrn fioretto in mer,zo alla campagna.
buono.
la
si risponcle all'appello...
Oh, nella scuol.a
il
S'apre iI libro, si legge e la signora spiega, per chi non sa, or questo or quello
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come in un gioco: un gioco cos bello che quanclo si fa ltola cltuscir, yorremlno che clurasse ancora. Come iI mulino odora cli falina o la chiesa dtincenso c cera lna, Ia casa prentle odor clal pane nostlo e Ia scuola clal gesso e ilall'inchiostro.
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L A SA NTA
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Bambinel tli Dio, il CieI si grem cl'Angeli, lc stradc cli pastori. Anche il snsso pit opaco mise un suo luccicho e l dovteran spiui s'irprilotro dei fiori.
Sbocciato nella culla
il
IJsciva dalle case la gente e sulle braccia ognuno ayeva un tlono, un canest o, un agnello. E via per scorciatoie, costeggianclo iI i:uscello e per non perder tempo bevea nella borracia.
Bello era andar per strade sconosciute, col lume d.tuna lantelna ai pierli, tla lunghe ombre raggianti or supelanclo un ftrsso, ora guadanclo un flume, la fronte alltoriente e la certezza dei santi.
Senza la luna, in cielo appesa altra lucerna, andavan svelti i vecchi appoggiati alla canna, e il coro d.ei versetti facea da ninna na,nna ai bimbi add.ormentati sulla spalla materna.
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--
Poi la cometa scencle come chi stinabissa, n mai pir viva luce astro port con s, parve cercare un porto e I ristette fissa,
Povera tencla fatta cl'un lacerato teo, povo o il Re che nacque sotto quel baltlacchino! Ma <tietlo quegli strappi fa ressa tutto iI Cielo che vuol vetler Maria che fascia il suo Rambino'
La casa, questo luogo benedetto, ha le mura, le polte e le finestre e un tetto; un camino, un acquaio, la cantina, il solaio, e intorno, qualche volta, un giartlinetto.
Dentro, per ogni stanza, ci vetli un po' tli tutto: Ietto, tavolo, armadio, cassettone sedie, pentole, scope... e, chi lo put), ci mette le specchiere e Ie poltrone.
Qualche Libro ct sempre, anche piccino
cli pochi fogti mal ritlotti, appena che basti a leggiucchiar:e tlopo cena.
E poi c' iI fuocol c' la -arnpacina appesa & un filo; il gatto che sonnecchia
e qu.ol tic-tac ctel ternpo che cammina e il gocciolal deI'acqua nella secchia'
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La casa, rioca o povera che sia questa che. v'ho tletto: se ct la pace un sitti benecletto, ma l d.ovo uon c', Gesumrnaria!
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'batte spento, iI penclolo non e la ruggino, i[ ragro, iI tarlo, iI topo non trovan pi nessun che li combatte. La vita in quella casa senza scopo. fLroco
Palla cli cuoio, pallone rotondo, leggera e forte fgura cIeI monclo,
cor:ri e t'innalzi nel libero gioco come una glande favilla cla un fuoco.
Bosse pure soltanto una capa,nna col tetto rnesso su cli vecchie latte como ne vecli alla periferia, se c' un bambino cre ci fa la nanna, quello iI castello clella poesia.
E como.l'ape
So una ilonna vi stencle il suo bucato come bantliere un forte che s'arlende, e, cluandt ltora, un fuoco, un lume accencle
e fa trovale un cibo cuoitrato all'uom che fatic per un salatiol quella untarca fnor d.togui tempesta
ne attingi l'impeto, ilescrivi un arco, ti avverrti inclomita cercanclo un varco. I'ermata a un limite da un cuole attento pi auclace e libera torni aI oimentol
+
clovo il Signore appese un calendario che mette sernpre sole e sempre festa.
tu, cuot cli giovane che tutto lischia, torni acl accenclere la bella mischia.
Irrefrenabile sorvoli il campo: Ia folla il tuono, tu sei iI lamPo.
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*:
Yinta tli untlici cuol Ia parete or Ia vittoria t'ha presa alla rete,
cuore cli giovane, pallone audace, uovo cli aquila in nitlo cli pace.
Dcco fa notte e il figlio suo non torna e la sua.pena grande, il cuor le cluole. Brutti pensier discaccia. Ella non vuole cedele al pianto. I1 penctolo frastorna
la
e cos piena
d'ombre e clta,ngoscie, desolato porto. Or cLa un muto pregar prende conforto: e Dio che ascolta la rif serena
e iitenta ad accudire il suo fornello per tener: calclo un pot d.i cena al figlio, I'orecchio teso a un passor acl un bisbigliot or ltocchio al fuoco ed ora al chiavistello.
Iisuona un passo, un gemito sommesso.'. Ecco su.o figlio insanguinato, affranto. ella gli vola accanto: Qsgurmaria! Cosa tthan fatto, cosa t' successo?
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Gli tooca il sangue, gli solleva il vr-rlto. EgIi non Parrla, l che non intende. Mentre il'un lino fa filacce e bend.e la maclre tutto un gran ouore in ascolto.
ps1 un lavolo che occolreva fatto, era notte cl-re uscii clall'offioina, con la mia busta clella quinclicina' Sono sul viale ecl ecco che dtun tratto
china sul suo clolor', tlolce infermiera. E se in casa non ct farmaco buono, ci son filacce, c' la sua Preghiera: Che Dio salvi quei clue' col suo perclono!
Ma iI fglio insorge e iI pianto che ha sugli occhi dtun sorso glie lo beve iI suo rancore: Non voglio Pi, non voglio che rni tocchi se non piangi ancho tu clel mio dolore.
mi si fan contro clue, coperto il volto, Zitto un'arma in mano. Ifno mi clice: e fuori i soltLi. Sputali o sei fritto! Io clico: il rnio lavoro, e nor molto,
Tu guarirai, ma fcltlio
iI -
clito
figtiuolo!) su quei clue che t'han ferito' Pertlona con iI cuore e con la bocca.
e s'ha bisrgno in casa... Alltimprovviso mentre uno mi tiene che non scaPPi I'altro s'avventa e rtri colpisce al viso, cerca iI denalo, rni licluce a strappi,
Unts,16a prender per la vendetta, e sar lupo, oh! sarr lupo anchtie.'. pss6, lo vecli? piango, io, poveletta, e piango solo perch offencli Ittdio.
mi toglie tutto e ancora rni colpisce. Ma non sentivo pi. Sono c*eluto.'. Ora, avvilito, piange un pianto muttt,
e la sua mamna l che lo guarisce
Come a far bentle ho lacerato un lino, questa mia catne, senza alcun dolore, mi strapperei pur cli benclarti il cuore, perch ii tolni iI cuore il'uri bamltino.
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silenzio clur g:ave tra lolo, disse, Mamrnina, poi il flglio s'alz: e volle che lo beneclisse. sei buona! del suo lavoro. iagion Mangianclo,
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San l\fartino, San Martino! llello il nome e verde iI oolle. Qui posato kklio 1o volle per sentirselo vicino,
nelle case della gente c' la paco e la semente. Bleve storia ha Sau Martino Tra le lune' e le stagioni, tra vendemmie e fienagioni, nella telra iI suo destino.
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Dovo in silenzio dormono gli eroi e la spacla cl'ognun st fatta Croce, not oamposanti Pi l'emoti' Puoi rtei cari morti risentir la voce'
Greve la terra a custod'ir chi giace ma il sangue gritta e vince ogni prigione:
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Tutti, fratelli a flanco coricati, vogliarn sentire un canto tti fatica alto e concorale. Ma uessuno clica cti noi Cacluti: < Poveri soldati! >'
Piet ci umilia. Por-eri non siamo' E tu, fanciullo, ohe sei I'innocenza ripeti ai vivi ci clre noi rogliarno:
trenino Semplicit La stalla II fuoco dei poverr Una donnina Il bambino operaio La madre La strada
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