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IL FATTO QUOTIDIANO DEL LUNED

IL RACCONTO

LUNED 15 APRILE 2013

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Abbiamo fatto lerrore di reagire tardi. Dovevamo cambiare vita prima. Ora pi dura. Ho ridotto le spese, ho scoperto che per mangiare bastano pochi euro. Un mucchio di cose che facevo erano inutili, costavano denaro, non producevano allegria
di Simone Perotti

Te lo dico io w A volte mi viene linsana voglia di Ismaele, il narratore di Moby Dick, di buttare gi il cappello ai passanti. A me viene anche voglia di scuotere le automobili ferme in code chilometriche
Adesso basta, Chiarelettere 2009

Come cambiamo w Sposarmi non era nei miei piani, ma un uomo meraviglioso di qualche anno pi grande ha visto questa ragazzina indipendente e ha deciso che sarebbe stata sua
Dove sono gli uomini?, Chiarelettere 2013

la fine o un inizio?

La verit che non sai neanche cucinare un uovo


lavorare, ogni mattina, mia madre trovava un cadavere con una mela in bocca. A Genova si regolavano i conti con i collaborazionisti, nellimmediato dopoguerra. Se tua moglie vede una ferita a un dito sviene e non va a lavorare per tre giorni. una donna sensibile una viziata, che chiacchiera troppo, si lamenta e spende un mucchio di soldi. Non parlare male di Mara. Ti tira fuori il peggio. Hai sbagliato anche compagna, oltre che stile di vita. Avresti bisogno di una donna che mangia sano, che fa la differenziata, che spende poco, che sa fare il pane. Anzi, il pane dovresti iniziare a farlo tu, che non sai neanche come si cucina un uovo. Quello che sapevano i nostri nonni labbiamo dimenticato. Non sappiamo riparare, non sappiamo costruire, riciclare gli oggetti che abbiamo. Ieri ho preso i dischi in vinile e li ho scambiati con un tavolo e tre sedie. Questi qui. Non sono belli?! Ma la tua collezione di vinili, ci tenevi tanto! E basta con queste collezioni di roba vecchia! Un tavolo e le sedie, ecco cosa mi serviva. Per tre mesi ho mangiato sulla poltrona, col piatto sulle gambe. Ieri ho cenato seduto a tavola. Non ci crederai, ma sono stato felice. E i miei amici, i miei genitori Te lo immagini?! Tu non mi stai ascoltando. Stai pensando alle cose meno essenziali. A quelle che contano non ci pensi. Lascia stare gli amici. Che poi, quali amici? Quelli del club Il Camperista a cui da mesi non hai il coraggio di dire che hai venduto il camper? E poi i tuoi genitori: ma cosa vuoi che pensino? Che hai perso il lavoro: non il fine, solo il mezzo. Pazienza, qualcosa accadr. Si deve andare avanti. Se ti stimano, sanno che ti darai da fare, che qualcosa farai. Ti vedranno un po di pi, si prenderanno cura di te. Saranno pi felici di prima. Se pensano altro vuol dire che non ti devi preoccupare. Ma se domani mi licenziano come passo le mie giornate? Che faccio?!

Chi sono
HO MOLLATO TUTTO Per 19 anni lavoravo in azienda. La mattina scrivevo romanzi, pi o meno dalle 6 alle 9. Durante la pausa del pranzo, nelle feste, in ogni altro momento utile, organizzavo corsi di vela, uscite in barca. Poi il cambio. Lordine stato: sovvertire i pesi. Poco tempo per il lavoro, molto per la vita. Ho lasciato soldi, carriera. Ora scrivo, motivo per cui sono nato, e navigo, per vivere e non perdermi. Ho pubblicato 10 romanzi come Zenzero e nuvole,Stojan Decu, laltro Uomo(Bompiani), Uomini senza ventoeLEquilibrio della farfalla(Garzanti). Poi Adesso Bastae Dove sono gli uomini?(Chiarelettere)

ergio stava perdendo il lavoro. Io lo avevo gi perso. Se ripenso a quel dialogo, ventanni fa, eravamo pi lontani che mai. Un uomo prima della paura, prima di prendere gli esami alla clinica, col terrore di trovarci scritta una condanna a morte, e un uomo che quelle analisi le aveva avute gi, che si stava curando. Un uomo prima e un uomo dopo, dunque una malattia presunta e una conosciuta. Malattia con due nomi diversi, infatti. Un grave morbo, per entrambi, che imponeva senso della realt. Meglio nei guai senza saperlo, mi chiedo oggi, oppure spaventati ma gi al lavoro per guarire? Chi conosce il proprio cancro fa i conti con quello che , pensa a quanto gli resta da vivere. Chi deve ancora sapere, spera di essere sano, ha la sottile ma radicata certezza che tutto possa continuare com sempre stato. Dunque ha solo terrore della morte. Sergio si aspettava una lettera, poche righe, e lorrore di non avere pi il lavoro, le garanzie, per quanto misere fossero. Eravamo nella condizione ideale per parlare, ma non per capirci. Ecco perch ho deciso di ricordare quel dialogo e pubblicarlo oggi, nel 2033. Solo un terzo, un lettore, potrebbe capire qualcosa. Coraggio. Io non sono morto, come vedi. Tu non hai debiti. Non ti rendi conto della gravit Il problema tra chi ha un debito e chi ha un credito, sempre di chi i soldi li deve avere. andata cos, ha rischiato e ha perso. Siamo tutti dispiaciuti. Ma come fai a dire queste cose, mi fai incazzare. Sei anche tu convinto che i debiti dei greci siano un problema dei greci? Io penso che il problema ce labbiano le banche francesi e tedesche, che hanno speculato su quei titoli. Ma che mi frega dei greci! Io devo pagare laffitto, le rate della macchina, la scuola di mio figlio! Tu non hai figli, ecco perch non ci capiamo!

Se per questo non ho neanche le rate della macchina, non ho laffitto, destate invece che andare in vacanza lavoro come guida alpina. Mi piaceva tanto la montagna. Ecco, ora la vivo. Un figlio cambia tutto. Hai visto quelli che si sono suicidati nelle Marche, laltro giorno? Ma guarda che non avevano figli! Va beh, ma vedi a cosa porta la crisi?
E una madre che perde un figlio, allora, cosa dovrebbe fare? Quanti suicidi dovremmo avere ogni giorno? Quando uno sammazza lo fa e basta. Lo avrebbe fatto comunque, una vita che ci pensa. Altrimenti sai in Bangladesh che strage? Nei paesi poveri nessuno si suicida. Qui i suicidi non sono aumentati con la crisi. Adesso fai cos Non ti ricordi quando toccato a te. Mi dicevi che ti sentivi morire, me lo ricordo. Ecco, io mi sento cos. Ma io non sono morto! Allepoca, solo lidea di trovarti nella mia situazione ti faceva terrore. Non mi fosti di molto aiuto. Io invece posso esserlo con te oggi, proprio perch non sono morto. Abbiamo tutti fatto lerrore grave di reagire tardi. Dovevamo cambiare vita prima, quando non eravamo nei guai. Ora pi dura. Io ho ridotto le spese, non compro pi niente; ho scoperto che per mangiare bastano pochi euro se smetti di comprare nei supermercati del centro o di andare al ristorante tre volte a settimana. Un mucchio di cose che facevo erano inutili, costavano denaro, non producevano allegria. Ho venduto la macchina. La usavo solo

Illustrazione di Fabio Corsi

per stare nel traffico con milioni di altri disperati a cui lavorare costava pi di quanto ottenessero lavorando. Ho cambiato casa per questo monolocale. Basta case grandi, dove non stai mai perch devi guadagnarti i soldi che costano. Ma io la casa non ce lho! Pago laffitto! Cambia casa, paga un affitto pi basso. Dovevi farlo prima, fallo adesso. E mio figlio? La scuola? E mia moglie? Tua moglie fa unora di traffico ad andare e una a tornare, ogni giorno. Se vai a vivere verso sud, ci guadagna soltanto. Tuo figlio lo iscrivi alla scuola pubblica. Per te tutto facile Per te tutto difficile I nostri padri, a venticinque anni, questa situazione lavrebbero chiamata benessere. Non avevano niente. Andando a

Una passeggiata. Trovi un bar, da solo, senza piagnucolare. Bevi un caff, un bicchiere dacqua, ti guardi intorno, cerchi di capire dove sei invece che fare la strada tutti i giorni come un automa. La tua vita non finisce domani, vivrai fino a 85 anni, purtroppo per te. Prendi carta e penna, fai uno schemino, un elenco con le cose da fare. Ricominci! Hai soldi per sei mesi, me lo hai detto tu. Che poi sono almeno un anno se cominci a risparmiare. Nei prossimi giorni avremo un bel sole primaverile, basta pioggia. Vai al parco, ossigenati, vatti a fare una corsetta. Ti servir, essere in forma. Servono muscoli per reagire. Sei un marcantonio, ma sei grasso, mangi troppo, mangi male, non fai sport da dieci anni, hai bisogno di rimetterti in sesto.
Tu non capisci! Io sono Caporeparto! Ci ho messo anni per diventarlo! Cera sempre uno davanti, uno raccomandato Alla fine per ce lho fatta. Ho la tredicesima, le ferie pagate, la pensione. Mia moglie si potuta mettere in part-time proprio per quello. Mio figlio va a Judo, fa pianoforte, dobbiamo andare in vacanza in Sicilia questa estate. Dovevamo cambiare la macchina, volevamo prenderci una piccola

multipropriet Tu non capisci, vuoi una giustificazione per come stai adesso. Io ti capisco. Ma sono rovinato se perdo il lavoro! Io spacco tutto, mi faccio arrestare. Ho voglia di prendere un badile e Ma piantala! Stai dicendo un mucchio di cose che so, che ho vissuto pure io! Per prendile una per una: la macchina, quanti chilometri ha? 60.000? Ne pu fare 200.000! Tua moglie: nel tempo libero pu mettersi a cucire. Non fa gi quei lavoretti per le signore della carit? Ecco, la carit ora serve a voi. Per un orlo ai pantaloni ho speso 30 euro laltro giorno. Se me lo faceva lei gliene davo 15. Ci guadagnavamo tutti e due. Tuo figlio sta diventando un violento e un introverso. Prendi una palla e giocaci tu a pallone, oppure mandalo al parco con gli altri ragazzini. Perch fa Judo? Ma che siamo giapponesi noi? E in Sicilia non ci vai, e non mi pare che sia mai morto nessuno per aver mancato la Sicilia. E anche sta cazzata di avere un pezzo di casa di un altro per una settimana lanno: ma che sei lui? Sei te, quindi stai a casa tua. La paghi e non ci stai mai. Goditela! E questa storia del Caporeparto. E basta! Eri una nullit, come me. Non potevi prendere nessuna decisione. Ma che Capo eri? Basta fare i finti capetti e piegare la testa. Ora almeno sei libero. Il pianoforte a tuo figlio insegnalo tu. Eri cos bravo da ragazzo. Ti ricordi quando suonavamo nei locali? Ma non ci divertivamo? Rimettiti a suonare. Hai una tastiera Yamaha che neanche Keith Emerson. Tirala fuori. Fai lezione ai bambini. Fagliele alla met del costo di mercato, cos avrai un mucchio di clienti e consentirai a tanta gente di suonare il pianoforte. Cos meglio, fare il Caporeparto o suonare? Cosa ti piaceva di pi? La tua vita era quella: suona il tuo strumento Ricordo che Sergio, a un certo punto, si alz e se ne and. Non comprendeva. Forse non tollerava il mio tono. Gli esami li avevo gi presi, la malattia mortale dellepoca me lavevano gi comunicata. Cercavo di salvarmi, e nel percorso di guarigione mi ero anche accorto delle infinite possibilit della vita. Lui non ancora. Spero labbia fatto. Non lho mai pi visto. Vivevamo male in quegli anni. Non eravamo felici. Ci aspettavano tempi duri, e molta fatica. Ma fatica per fatica, almeno potevamo provarci. Quando finisce una cosa sbagliata un giorno di morte, ma anche di rinascita. Vivevamo male, doveva finire cos. Non sapevamo che quella fine era un inizio.

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