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Profezia In maggio arriveranno le prime navi nel porto di Lisbona, la citt apparentemente deserta vedr i transatlantici affacciarsi lenti

in vista della torre di Belm, i pochi abitanti rimasti scenderanno alle rive del Tejo, caleranno i disperati di Alfama, e di Sao Bento percorrendo i vicoli in discesa per racimolarsi nella Baixia animandola dopo tanto tempo, dalle terrazze del Bairro Alto gli ultimi discendenti della borghesia che avr distrutto la citt svuotandone i palazzi e mettendoli in vendita fino a quando non siano diventati un cumulo di rovine scheletriche, guarderanno gli sciami di pezzenti riempire le calate ai porti e praca do commercio e Cais do Sodr e aspetteranno col fiato sospeso finch leco di ci che star accadendo non raggiunger le loro ombrose e salutari prigioni. Alcuni di loro non avranno mai messo piede in strada e vorranno per la prima volta sentirle ma saranno gi state trasformate in discariche e cave per costruire con speranze di solidit i muri delle baracche, e penseranno che sia sempre stato cos. La miseria che si rincorrer per poggiare lo sguardo sulle navi bianche riscoprir una citt vuota, riempiendola, nel viaggio visiter le vecchie botteghe e i ristoranti cercando di ricordare chi li avr svuotati, che cosa fossero, cercher di recuperare un minimo di memoria ma sar passato cos tanto tempo dalla grande crisi che queste due parole rimarranno lunica risposta. Una risposta vuota come le costruzioni che attraverseranno unaltra volta come locuste. La grande crisi non sar diventata nientaltro che una memoria mitologica di un momento in cui si sar persa la strada e si sar

distrutto tutto, non si ricorderanno gi pi i motivi, n i protagonisti o le azioni che si saranno svolte. Migliaia di occhi diventeranno costa, e miraggio dapprodo per quelli che saranno sulle navi, e avranno viaggiato per mesi in attesa di giungere da qualche parte dopo aver abbandonato la loro terra distrutta dai maremoti, dagli incendi, dalla fame, la terra del sogno diventata inabitabile. Aspetteranno in rada esponendo le insegne della disperazione e della speranza, sar come rivedere tornare indietro dopo secoli le navi partite per conquistare lignoto, le navi di legno che videro per la prima volta le coste del Brasile e dellamerica centrale, e le isole dellAtlantico, ma queste saranno di metallo, saranno bianche e blu, porteranno unaltra volta la croce come insegna ma non avranno nessuna religione da esportare perch la fede delluomo nella religione sar venuta meno gi da molto tempo. E la marmaglia affacciata sui moli fisser quella affacciata ai parapetti (o il contrario) e sar felice nonostante limpressione che possano essere pericolosi e affamati, perch almeno sapranno che luomo non mangia luomo, non nella vecchia civile europa, e con questo pensiero si saranno lasciati alle spalle i timori nati nella loro terra, quando luomo avr cominciato veramente a mangiare luomo per sopravvivere. Noi sapremo di questo incontro di sguardi tempo dopo, ce lo riferiranno i nostri osservatori confusi tra la massa di uomini e donne misere. O saranno quelli che allora saranno ancora bambini a parlarci di ci che sar avvenuto (avvenne) nel porto di Lisbona, e pochi giorni dopo in quello di Marsiglia, e di Napoli e Genova, centinaia di approdi e di incontri di sguardi tra chi torner con la
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coda tra le gambe dopo essere stato convinto per tanto tempo di essere diventato il padrone del mondo, e chi invece avr pensato semplicemente di morire in mezzo agli altri morti, come da millenni sar oramai avvenuto nella vecchia europa. Avverr questo e tante altre cose saranno gi avvenute, e ne avverranno ancora.

Il 14 maggio alle 12:03 Abel sentir

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