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IL GIORNALE IN EDICOLA : AVELLINO - BENEVENTO

SABATO 17 NOVEMBRE 2012

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Trivellazioni per il petrolio, rischio Val DAgri dietro langolo per molte zone dellIrpinia
NESSUN BENEFICIO ECONOMICO E DANNI RILEVANTI

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SCHIANTO SULL'OFANTINA BIS

(fonte Vigili del Fuoco)

Avellino- In Basilicata attivo un giacimento di 39 pozzi petroliferi, che ogni giorno assicura allItalia 90mila barili di greggio e 3,5 milioni di metri cubi di gas, contribuendo per l80 per cento alla produzione energetica nazionale. Il problema del Ministro per lo Sviluppo Passera, convinto assertore della cosiddetta oldeconomy, cio di uno sviluppo industriale ed economico basato sullenergia prodotta da fonti fossili, quantitativo. La Basilicata ancora lontana dagli accordi del 98 che imponevano alla Val dAgri lestrazione di 130mila barili al giorno. Lintera produzione attuale di quei giacimenti copre solo il 6 per cento dei consumi nel Belpaese. E allora, non solo Passera chiede al territorio nazionale, prevalentemente al Sud (oltre a Basilicata e Sicilia), di raddoppiare la percentuale di greggio estratta oggi (che globalmente vale il 10 per cento del fabbisogno), ma il ministro punta anche ad aumentare di conseguenza il gettito che dagli idrocarburi tricolori arriva nlle casse centrali statali, cristallizzando lattuale modello in vigore in Basilicata. A due passi dal confine con lIrpinia, il giacimento su terra ferma pi grande dEuropa garantisce (secondo le stime) allo Stato il 60 per cento dei proventi complessivi raccolti dalla piattaforma petrolifera, a fronte dei quali il governo riconosce al sistema degli enti locali circa un sesto delle risorse finanziarie introitate. Mentre le organizzazioni sindacali lamentano lo scarso impatto sulloccupazione locale, accusando Eni e gli altri operatori di fare ricorso spesso a manodopera non locale (ed in misura peraltro contenuta, anche tenendo presente lindotto), la stessa giunta regionale della Basilicata per ora frena sulle nuove concessioni, in attesa di capire se le aperture giunte dal governo (evidentemente per spianare la strada sui permessi di nuove perforazioni) si trasformer in royalties tangibili. Per ora i frutti derivanti dallestrazione e dalla commercializzazione della risorsa naturale di origine fossile nella sostanza sono appannaggio dellerario e delle compagnie petrolifere, mentre ai Comuni e alla Regione restano i problemi ambientali da gestire, spesso reinvestendo in opere di risanamento quel poco che le casse pubbliche locali racimolano dalle royalties. Su questo lo scontro tra Basilicata e governo in corso al pi alto livello. A scatenarlo stata la moratoria imposta dalla Giunta regionale della Basilicata, impugnata allinizio di questo mese dal governo davanti alla Consulta, su richiesta del?ministro per lo Sviluppo Economico, che accusa lesecutivo De Filippo di ostacolare il piano nazionale per lenergia (che prevede laumento della produzione petrolifera nazionale fino al 20 per cento della domanda, nuovi metanodotti, col taglio agli incentivi sulle rinnovabili e una semplificazione amministrativa per le perforazioni petrolifere). La Basilicata ha bloccato listanza di permesso di ricerca a Grotta del Salice (della Shell) e a Frusci (dellEni). A fronte del 6 per cento del fabbisogno nazionale garantito extra-importazioni, la Basilicata incassa per ora solo un centinaio di milioni di euro di royalties allanno, poche centinaia di posti di lavoro ed un indotto considerato modesto, se paragonato allimpatto ambientale. La partita in corso tra il governatore De Filippo e il governo sui numeri. La Basilicata vuol dire la sua nei contratti e ottenere garanzie scritte circa le promesse fatte dal ministro nei mesi scorsi (cio 6 miliardi di euro in ventanni). Lesempio della Val dAgri, non lontano dai confini irpini, offre spunti di riflessione alle istituzioni e alle forze sociali in provincia di Avellino, oltre che ai cittadini oggi preda delle conseguenze di una crisi economica senza precedenti. Al bivio tra lo sviluppo della green economy (che vede qui eccellenze nazionali come Bisaccia e Lacedonia) e il ripiego sullo sfruttamento delle fonti tradizionali fossili, lIrpinia si trover a dover scegliere la strada da percorrere (e in fretta...).
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(fonte: Vigili del fuoco)

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