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SCHIANTO SULL'OFANTINA BIS
Avellino- A Paestum in pieno svolgimento lassemblea regionale di Legambiente, dedicata in gran parte allannunciata ripresa delle trivellazioni nel Mezzogiorno e in Irpinia. Nella duegiorni, che si concluder oggi, lassociazione ha affidato ad un gruppo di lavoro, denominato Sud, il compito di definire la posizione dellorganizzazione, mentre su scala nazionale e territoriale il governo si prepara a dare una forte accelerazione alle perforazioni su terra ferma e al largo delle coste, con lobiettivo di potenziare lattuale produzione interna, raddoppiandola (fino al 17 per cento del fabbisogno) entro il 2030. Gli analisti riuniti a Paestum hanno avviato lanalisi dei dati (e della strategia nazionale per lenergia, che il Ministero dello Sviluppo ha avviato nel Paese ad ottobre, puntando a farne atti legislativi entro la fine dellanno), proprio mentre a Venezia le Regioni che si affacciano sullAdriatico hanno definito ieri un accordo per ostacolare lassegnazione di nuove concessioni off-shore. Le Regioni contestano lintera manovra messa a punto dal governo, sostenendo in sostanza che il gioco non vale la candela. Secondo le stime delle Regioni (la vicina Puglia, il Veneto, lAbruzzo e il Molise, per ora sono quattro), la quantit di idrocarburi presenti sotto i fondali sarebbe relativamente esiguo, al punto da non giustificare le conseguenze ecologiche e ambientali che la sua estrazione imporrebbe. I quattro consigli regionali hanno offerto un modello anche alla Campania (e agli amministratori locali irpini), avendo approvato proposte di legge di iniziativa regionale alle Camere per la moratoria della ricerca e coltivazione di petrolio in mare. C anche un ordine del giorno unanime della Conferenza dei Presidenti, che chiede a tutti i Consigli regionali iniziative di legge analoghe (mentre anche Slovenia e Montenegro si preparano a dare battaglia al governo italiano sul piano internazionale). Oggi a Paestum si tireranno le somme, ma gi nelle ultime ore la posizione di Legambiente sembra far leva sulla responsabilit dei territori, che fino allavvenuta deregulation dei permessi, oggi restano ancora determinanti nellaprire le porte alle trivelle. E necessario che le istituzioni locali guardino al futuro delle nuove generazioni, offrendo a figli e nipoti margini per uno sviluppo ecosostenibile in linea con la visione strategica adottata dallEuropa in accordo con i Paesi industrializzati.Oggi le conclusioni. Christian Masiello
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