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Tanto tempo fa, nel 1846, un ricco possidente abitava nella fortezza in cima alla montagna che sovrasta

il lago. Il castello apparteneva alla sua famiglia, e lui ci viveva con sua figlia Clarice, una dolcissima bambina di 11 anni. Sua moglie purtoppo era morta quando la piccola aveva solo 3 anni, ma era ormai abituato a vivere solo con lei, una bimba bellissima, dai lunghi capelli neri, gli occhi azzurri come il cielo e la pelle candida come la neve. Clarice era tutta la sua vita. Con loro, nel castello, vivevano la governante, la servit e un'insegnante, perch la piccola era malata e non poteva frequentare la scuola come tutti gli altri bambini. Quando stava bene e poteva alzarsi dal letto Clarice faceva lunghe passeggiate nel parco, e se pioveva partiva in esplorazione del castello. Adorava camminare per quei lunghi corridoi, entrare nelle camere vuote, respirare i secoli, cercare nei cassetti e negli armadi oggetti appartenuti a chi le aveva abitate, imbastire storie, immaginare volti e voci Un giorno Clarice, munita di una lampada, si avventur nei sotterranei. Non lo aveva mai fatto, aveva troppa paura, ma l'affascinava l'idea di vedere cosa c'era l sotto, anche perch le era stato proibito di andarci. Ma tanto il pap era in viaggio per lavoro, e alla governante avrebbe raccontato una bugia. Le scale che scendevano gi, nel buio, erano umide e scivolose, e lei indossava delle pantofoline di lana: meglio camminare scalza, anche se il freddo aggrediva i suoi piedi e le penetrava nelle ossa. La lampada illuminava appena il suo cammino, non aveva appigli, l'aria carica di goccioline d'acqua entrava nel naso rendendole faticoso respirare, un sottile terrore accompagnava i suoi passi, ma allo stesso tempo si sentiva bene, era entrata in un mondo a parte, si sentiva coccolata dalla sua paura, che l'avvolgeva come due braccia forti e la teneva stretta. I piedi non avevano quasi pi sensibilit, e solo quando l'acqua arriv a lambire la camicia da notte di pizzo candido si rese conto che stava camminando in uno specchio d'acqua: tutt'intorno un silenzio asfissiante bisbigliava parole incomprensibili, mille voci si accavallavano le une sulle altre fino a diventare urla...Si port istintivamente le mani alle orecchie, facendo cadere la lampada nell'acqua. Il buio ora era totale e il terrore l'avvolgeva completamente. Perse l'equilibrio, e mentre scivolava nell'acqua vide una donna che avanzava verso di lei: era bellissima, sorrideva. Clarice ricambi il sorriso e prima di perdere i sensi fece in tempo a pronunciare due parole: "Ciao, mamma!" In quel preciso istante seppe che non avrebbe provato nessun dolore.

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