Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
net
Journal of Neuroscience, Psychology and Cognitive Science
La Neuropsicanalisi
di Pietro Aquino
Abstract
La neuropsicanalisi, integrando la conoscenza della psicoanalisi con le corrispondenti scoperte e
conoscenze delle neuroscienze, dà alla psicoanalisi la possibilità di uscire dall'isolamento che l'ha
sempre più avvolta in questi ultimi anni, di servirsi di metodi di controllo sperimentale delle
proprie osservazioni suggerendo un nuovo linguaggio integrato ed un nuovo metodo, che possano
consentire alla stessa materia (la mente) di essere indagata contemporaneamente da entrambe le
prospettive (quella psicoanalitica e quella neuroscientifica) così da garantire che le due serie di
osservazioni e le spiegazioni teoriche risultanti si riferiscano alla stessa componente della realtà.
Riconoscendo gli importanti contributi forniti da certi attuali studi condotti in ambito
neuroscientifico e, dimostrandosi consapevole delle luci e delle ombre della teoria psicoanalitica
classica, la neuropsicanalisi si propone di integrare le due discipline, come rivela la sua stessa
denominazione, al fine di superare il tradizionale dualismo tra il somatico e lo psichico e giungere
ad una nuova e più esaustiva comprensione delle funzioni mentali e dei disturbi psichici. Infatti,
questo dualismo ha sempre portato ad una contrapposizione che ha ostacolato una comprensione
dell'uomo nella sua integrità. Il principale promotore di questa nuova materia di studio è Mark
Solms, neurologo e psicoanalista contemporaneo, al quale è soprattutto associata la
neuropsicanalisi. Sul piano pratico Solms è tra i "pionieri" che, avventurandosi su terreni
sconosciuti, opera in questa duplice prospettiva, eseguendo da un lato un esame neuropsicologico -
il più dettagliato possibile - su pazienti con una lesione neurologica focale, dall'altro sottoponendo
questi stessi pazienti ad una psicoanalisi classica. In tal modo, si propone di indagare, direttamente
sul piano empirico, le possibili correlazioni tra i meccanismi del cervello e quelli della psiche del
paziente. Solms, cerca di dimostrare come neuroscienze e psicoanalisi si siano per decenni
fronteggiate sulla base di un'"incomprensione": lo stesso Freud, infatti, si allontana
Pagina 1/4
dall'osservazione neurologica per dedicarsi alla psicoanalisi, non per una posizione di principio
avversa alle spiegazioni di tipo neurologico, ma , piuttosto, per il carattere primitivo delle
conoscenze neurologiche dell'epoca. Del resto, anche le neuroscienze hanno guardato a lungo con
sospetto la psicoanalisi, in quanto troppo aleatoria e lontana dalla concezione meccanicistica e
materialistica della mente propria delle neuroscienze. La neuropsicanalisi si propone di andare al
di là della neuropsicologia classica, la quale si sofferma solo, in un certo senso, allo strato
"superficiale" della mente ed è diretta verso le funzioni di base quali percezione, memoria,
linguaggio, attenzione, trascurando le funzioni complesse inerenti alle dinamiche più profonde
dell'apparato mentale. Tuttavia, per poter cogliere quest'ultime, entrano in gioco altri fattori quali
l'instaurazione di una relazione di fiducia tra il medico e il paziente, l'attenzione non soloa
contenuti e comportamenti manifesti, ma anche a quelli più latenti,difficilmente accessibili alla
coscienza, ed ottenuti con strumenti propri del setting psicoanalitico come l'uso del metodo della
libera associazione e l'interpretazione dei sogni.
La neuropsicoanalisi nella pratica clinica: la "necessità" di uno studio delle correlazioni tra
le lesioni neurologiche e i disturbi psichici
Si è ribadito che il punto di partenza di Solms è la convinzione che psicoanalisti e neuroscienziati
studiano la stessa cosa: entrambi sono, infatti, interessati alla mente umana, a come essa funziona e
a quali leggi ne regolino il funzionamento, ma diversi sono i metodi usati e i punti di vista da cui
operano - gli psicoanalisti privilegiano l'esperienza interna e guardano alla mente come la
superficie interna della coscienza; i neuroscienziati, invece, privilegiano la percezione esterna e
guardano alla mente dall'esterno come un organo fisico, una cosa, un oggetto esterno
(Solms-Turnbull 2000). Pertanto, Solms si propone di studiare pazienti con danni focali del
cervello, dandone una descrizione anatomica e fisiologica, ed utilizzando un metodo e concetti
propri della psicoanalisi per poter capire (da questo punto di vista) come le loro personalità e la
loro vita emotiva e motivazionale siano alterate dalla specifica lesione.
Pagina 2/4
ai loro deficit - perciò aggiungono che l'emisfero di destra può essere specializzato per l'emozioni
negative; infine, per spiegare come tali pazienti siano inconsapevoli dello stato del proprio corpo,
ipotizzano che l'emisfero di destra sia specializzato anche per il monitoraggio somatico. Solms
rifiuta tutte e tre le suddette ipotesi, secondo le quali, una funzione, quando appare clinicamente
deficitaria a causa di un danno cerebrale, l'area danneggiata deve essere specializzata in quella
stessa funzione (proprio del metodo clinico-anatomico). Ciò non convince gli psicoterapeuti se
applicato alla vita emozionale: infatti, essi hanno una concezione dinamica della vita emozionale,
di conseguenza può accadere che il meccanismo sottostante ad un disturbo si riveli essere l'opposto
di quello che appare (Solms-Kaplan 2002).
Pagina 3/4
giungono dalla parte del corpo che risulta paralizzata ma, ciò che viene perso, è il pensiero relativo
all'evento traumatico. Personalmente, ho trovato molto interessante il caso della signora M (caso di
anosognosia), in quanto Solms vuol far intendere che i vuoti di funzioni perse sono riempiti da
altre modalità, evidenziando la dinamicità dei processi. La metodologia neuropsicoanalitica,
aggiungenuovi elementi e inferenze alle attuali conoscenze riguardo ad un determinato disturbo
neurologico ed, allo stesso tempo, assegna più scientificità alla psicoanalisi. In questo caso, come
in molti altri, la psicoanalisi è stata in grado di spiegare il comportamento fisiologico di pazienti
affetti da lesione cerebrale.
Bibliografia
Bisiach E., Rusconi M., Vallar, (1991), Remission of somatoparaphrenic delusion through
vestibular stimulation, in Neuropsychologia, 29, pp. 1029-1031.
Damasio A., (1995), L'errore di Cartesio: emozione, ragione e cervello umano, (tr.it. (1994),
Adelphi, Milano).
Heilman K., Van den Abell T., (1980), Right hemisphere dominance for attention: the
mecanisms underlying hemispheric asymmetries of attention (neglect), in Neurology, 30, pp.
327-330.
LeDoux J., (1996), Il cervello emozionale. Alle origini delle emozioni, tr.it.
Mesulam M., (1981), A cortical network for directed attention and neglect, in annals of
Neurology, 10, pp. 309-325.
Ramachandran V. S., (1994), Phantom limbs, neglect syndromes, repressed memorie, and
Freudian psychology, in International Review of Neurobiology, 37, pp. 291-333. Solms M.,
Kaplan-Solms K., (2002), Neuropsicoanalisi. Un'introduzione clinica alla neuropsicologia del
profondo, (tr.it. (2000),Raffaello Cortina, Milano).
Solms M., Turnbull O., (2004), Il cervello e il mondo interno. Introduzione alle neuroscienze
dell'esperienza soggettiva, (tr. It. (2002), Raffaello Cortina, Milano).
permalink: http://www.neuroscienze.net/index.asp?pid=idart&cat=2&arid=548
Pagina 4/4