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Nikola Tesla,

genio dimenticato.

«La scienza non è


nient'altro che una
perversione se non ha
come suo fine ultimo il
miglioramento delle
condizioni dell'umanità.»
Una nascita “profetica”.
Nikola Tesla nacque tra il 9 e il 10
luglio 1856 a Smiljan, vicino
Gospić, nell’ attuale Croazia.
All’ esterno della piccola casa di
campagna infuriava un violento
temporale e la levatrice che
assisteva la madre, scherzando,
disse che il bambino era senza
ombra di dubbio il “figlio della
tempesta”.
Non poteva certo immaginare
quanto questa affermazione si
sarebbe rivelata fondata.
Una mente molto “speciale”.
Fin dai primi anni di vita Tesla dimostrò di essere
dotato di una mente straordinaria, con grandi
capacità inventive e creative. Ma non è solo
questo a renderlo fuori dal comune; egli da
sempre infatti faceva esperienza di fenomeni
molto strani e particolari. Come
riportò lui stesso nei suoi appunti : «Ogni
visione, ogni progetto che ho realizzato è stato
preceduto da forti bagliori di luce che
disturbavano la mia visione degli oggetti reali e
creavano confusione nei miei pensieri e nelle mie
azioni. Poi, tutto si faceva chiaro.»
La stessa struttura della sua mente è il primo grande
mistero della sua vita. Molti di coloro che lo hanno
conosciuto raccontano della sua fervida
immaginazione che gli permetteva di realizzare,
nella propria sfera mentale, progetti già completi,
definiti e funzionanti. La realizzazione pratica di
questi era quasi una formalità.
Tesla stesso affermava:
«Sia che faccia girare la mia turbina
nel pensiero sia che la provi nel mio laboratorio è
assolutamente uguale. I risultati sono gli stessi,
non c’è differenza alcuna... …
Il dono del potere della mente proviene da Dio,
Essere Divino, e se concentriamo le nostre menti
su quella verità, noi ci sintonizziamo con questa
grande potenza.»
Sognando l’ America.
Tesla si diplomò in soli tre anni, studiando
diciannove ore al giorno e dormendone
due. In brevissimo tempo riuscì a
padroneggiare sia le materie tecniche
che la matematica. Conosceva nove
lingue, si interessava di filosofia, di
poesia e sapeva a memoria molti
classici tra cui Shakespeare, Voltaire e
Goethe. Dopo aver
terminato gli studi di fisica e
matematica presso il politecnico di
Graz, in Austria, lavorò come ingegnere,
ottenendo ottimi risultati, in varie parti
d’Europa. Nel 1882 arrivò a Parigi dove,
assunto dalla Continental Edison
Company, fece la conoscenza di Charles
Batchellor. Capì presto
però che l’Europa era troppo piccola per
lui, decidendo così di partire per gli
Stati Uniti nel 1884, a soli ventotto anni.
Contatto.
Quando giunse negli Stati Uniti aveva con sé solo cinque
centesimi, un libro di poesie, un piccolo quaderno con
degli appunti per la realizzazione di una macchina
volante di sua invenzione e una lettera di
presentazione per Thomas Edison, scritta da Batchellor
stesso, che affermava: «Conosco due grandi
uomini e Lei è uno di quelli. Questo giovane è l’altro
uomo.»

Nonostante ciò, la
loro collaborazione durò soltanto pochi mesi. Lo stesso
metodo operativo di Edison contrastava con quello
preciso, ordinato e razionale di Tesla. A tal proposito
quest’ultimo affermò: «Se Edison dovesse
cercare un ago in un pagliaio, procederebbe
innanzitutto con la meticolosità di un’ape, esaminando
ogni singolo filo di paglia fino a che non abbia trovato l’
oggetto della sua ricerca.»
Nel 1884, Thomas Alva Edison era un abile inventore
pienamente affermato ma, soprattutto, uno scaltro e
furbo imprenditore. Nel novembre del 1877 aveva
ideato e mostrato ai suoi collaboratori uno strumento
straordinario in grado di registrare una voce e
riprodurla: il fonografo. Nel 1878
aveva inventato una lampadina a bulbo incandescente
e nel 1882, due anni prima di incontrare Tesla, aveva
messo in funzione il primo impianto di distribuzione del
mondo di energia elettrica, ovviamente continua.
Queste invenzioni gli avevano assicurato finalmente il
successo e la notorietà che aveva sempre inseguito.
La “guerra delle correnti”.
Tesla, osservando la scarsa efficienza del sistema di
distrubuzione di corrente elettrica continua, propose a
Edison di sostituirlo con il suo sistema basato sulla
corrente elettrica alternata, di gran lunga più
vantaggioso. Naturalmente Edison, pur avendo
compreso che Nikola aveva perfettamente ragione,
rifiutò, per cause puramente economiche, l’offerta di
Tesla. Edison infatti aveva un forte seguito nel mondo
scientifico e soprattutto in quello finanziario. Le più
potenti personalità dell’epoca avevano ricavato un
grandissimo guadagno investendo ingenti somme
nella corrente continua e, se le idee di Tesla avessero
trovato ascolto, avrebbero dovuto ricostruire da capo
tutti gli impianti di produzione e trasporto energetico.
Nonostante queste divergenze Nikola accettò comunque
di lavorare per Edison, offrendosi di ridisegnare e
modificare le dinamo a corrente continua prodotte
dalla compagnia di quest’ultimo, con la promessa di
50.000 dollari come pagamento. Dopo aver lavorato
duramente per un anno a questo progetto, fornendo
alla compagnia dei brevetti estremamente redditizi,
Tesla richiese giustamente il proprio compenso e la
risposta di Edison lo lasciò stordito e amareggiato:
« Tesla, lei non capisce
l’umorismo Americano …»
Dopo questa beffa, Tesla lasciò la compagnia, smise
di collaborare con Edison e, nel 1886, fondò la sua
compagnia, la Tesla Electric Light & Manufacturing.
La guerra delle correnti era appena iniziata.
La sfida continua…
Il vero sogno di Tesla, maturato fin dagli anni in cui
frequentava l’Università, era quello di sostituire per
intero la corrente continua allora in uso generalizzato
con la corrente alternata. A differenza di
quella continua, la corrente alternata è una corrente
elettrica in cui l’intensità e direzione del flusso di
corrente variano ciclicamente, cosa che produce una
efficiente trasmissione di energia a grandissime
distanze e senza perdite lungo il percorso. Essa
risolve molti problemi per la trasmissione di corrente
elettrica. In primo luogo la variazione continua della
direzione della corrente dà origine al noto “effetto
pelle”, grazie al quale la corrente fluisce solo
attraverso la superficie del filo, minimizzando così le
perdite dovute alla resistenza e aumentando di fatto
la portata delle centrali elettriche. In secondo luogo il
voltaggio della corrente può essere alzato o
abbassato sfruttando un trasformatore, rendendo
possibile quindi trasmettere l’energia ad un alto
voltaggio e bassa intensità attraverso cavi sottilissimi
e, al momento di utilizzare questa corrente,
riconvertirla ad un basso voltaggio ed elevata
intensità.
Nel 1887 Tesla costruì un prototipo del suo motore a
induzione per la produzione di corrente alternata,
dimostrandone con successo il funzionamento nel
1888 di fronte all’ American Institute of Electrical
Engineers e attirando l’attenzione del magnate
George Westinghouse.
Westinghouse.
Dopo aver assistito alla presentazione di Tesla e del
suo motore a induzione, il potente magnate
dell’epoca George Westinghouse, industriale che
aveva fatto fortuna producendo freni
aerodinamici e sistemi di segnaletica per le
ferrovie, capì che avrebbe potuto ottenere
notevoli guadagni dalle idee di Nikola, decidendo
così di finanziarlo.
Edison iniziò a comprendere che la sua corrente
continua non poteva assolutamente competere
con quella alternata di Tesla e, con i nuovi
finanziamenti, quest’ultimo era diventato una
seria minaccia per i suoi affari. Così decise di
iniziare una vera e propria guerra mediatica nei
confronti del suo rivale, dando il via ad una
campagna denigratoria contro la corrente
alternata.
Fece stampare e distribuire volantini sulla pericolosità
della corrente alternata e chiese allo stato di New
York di attuare una legge contro il suo utilizzo
domestico. Ma non si fermò qui. Egli infatti, pur
di dimostrare l’ estrema pericolosità della
corrente di Tesla, effettuò vere e proprie
esecuzioni pubbliche usando animali quali cani,
gatti ed elefanti. Propose addirittura di usarla per
uccidere i condannati a morte, diventando di
fatto il padre della sedia elettrica.Nonostante i
suoi sforzi, la corrente alternata proposta da
Tesla si rivelò nettamente migliore. La fine della
corrente di Edison era vicina …
Chicago, 1893.
Nel 1893, l’azienda di Westinghouse firmò un
contratto per la fornitura di corrente
alternata per illuminare la Fiera del Mondo
di Chicago. Durante l’evento fu presentata,
in particolare, la “Città di Luce” , alimentata
da dodici generatori a corrente alternata
ideati da Tesla. Quest’ultimo ebbe
l’opportunità di mostrare in maniera
spettacolare alcune sue invenzioni tutte
derivate dalla corrente alternata. In
particolare dimostrò una volta per tutte
l’inesistente pericolosità della sua corrente
facendola passare sopra il proprio corpo
per accendere le sue nuove lampadine a
fluorescenza. Affermava lo stesso Nikola:
«Ho qui in mano un semplice tubo di vetro
in cui è stato fatto il vuoto. Lo tengo in
mano, poi porto il mio corpo in contatto
con un cavo che convoglia correnti
alternate ad alta frequenza e alto
voltaggio, a quel punto il tubo che si trova
nella mia mano inizia a brillare
intensamente.» Questo fu soltanto il
primo dei due eventi che segnarono la fine
della corrente di Edison.
Cascate del Niagara, 1896.
«Se vogliamo eliminare la miseria e la povertà …
l’elettricità è il nostro baluardo, la fonte primaria
delle nostre versatili energie. Con l’energia
elettrica sufficiente a nostra disposizione possiamo
soddisfare la maggior parte dei nostri bisogni e
garantire un’esistenza comoda e sicura a tutti.»
Questa è una parte del discorso che Tesla
pronunciò in occasione dell’ inaugurazione della
prima centrale idroelettrica del mondo, nelle
cascate del Niagara, nel 1896. La società di
Westinghouse infatti aveva vinto la battaglia con
Edison per l’installazione di quest’ultima. La
centrale avrebbe fornito energia elettrica alla città
di Buffalo, situata a quaranta chilometri di
distanza. Per la sua costruzione furono usati tredici
brevetti dei quali nove erano di Tesla e
permettevano la produzione, il trasferimento e la
distribuzione della corrente. Questo segnò l’inizio
del declino definitivo della corrente continua di
Edison. La “guerra delle correnti” era finalmente
conclusa.
Esperimento dopo esperimento, Tesla aveva acquisito
una comprensione sempre più profonda sulla
trasmissione dell’energia elettromagnetica senza
fili e ciò gli permise di costruire il primo
trasmettitore radio del mondo effettuando la prima
dimostrazione di comunicazione radio nel 1893, a
St.Louis, tre anni prima degli esperimenti di
Marconi. Tuttavia i suoi obiettivi erano ben altri e
non si accorse dell’ importanza della sua scoperta.
Colorado Springs.
Dopo i suoi grandi successi, Tesla pose fine al
contratto con Westinghouse, cedendogli i suoi
brevetti per quindici milioni di dollari. Grazie a
questi soldi Nikola ebbe la possibilità di effettuare
gli esperimenti che aveva sempre sognato sulla
trasmissione di energia senza l’ utilizzo di fili. Fu
così che nel 1899 si trasferì a Colorado Springs,
alle pendici del monte Pikes Peak. In questa zona
poteva disporre della più totale libertà per
realizzare i suoi esperimenti e, inoltre, aveva a
propria completa disposizione l’energia elettrica
fornitagli dalla El Paso Power Company. Iniziò così
la costruzione del suo laboratorio in Hill Street,
nella periferia sud della città. Dotato di strumenti
assolutamente avveniristici per l’ epoca,
esternamente assomigliava ad un grande granaio
dal centro del quale si innalzava un’ asta di rame
lunga ben duecento piedi. Ultimata la sua
realizzazione, Tesla cominciò a lavorare e da
subito si verificarono strani fenomeni …
Coloro che si avvicinavano subivano spesso scariche
elettriche che risalivano su per i piedi attraverso le
suole delle scarpe mentre altri notavano scariche
elettriche fuoriuscire dagli idranti dell’acqua. L’
area attorno al laboratorio era pervasa da una
luminescenza blu, simile al Fuoco di Sant’ Elmo.
Ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, le carte
di intensità magnetica mostrano che il terreno
attorno al laboratorio ha un campo magnetico più
intenso dell’ area circostante. Ma cosa scoprì Tesla
a Colorado Springs?
Energia globale.
E’ difficile dire in poche e semplici parole
quello che Tesla scoprì durante i suoi
esperimenti a Colorado Springs. Egli era
sempre stato attratto dalla risonanza,
soprattutto elettromagnetica. Grazie a
quest’ ultima, capì come dare vita a
correnti elettriche estremamente potenti
che presentavano una frequenza di
200.000 Hz e un’ intensità di vari milioni
di volt. Iniziò così a riflettere sull’
applicazione di tale principio di risonanza
su una scala più ampia, sull’ intero
pianeta Terra. Il suo sogno era quello di
creare una stazione trasmittente in grado
di pompare energia elettromagnetica
nella crosta terrestre fino a raggiungere
la frequenza di risonanza elettrica del
pianeta, che lui stesso scoprì essere di 8
Hz. In questo modo, utilizzando l’ intero
pianeta come un enorme conduttore,
sarebbe stato possibile intercettare
questa energia utilizzando stazioni
riceventi sparse in tutto il mondo,
aprendo ovunque la possibilità di
comunicazioni istantanee e di
trasmissione di energia attraverso la
crosta terrestre. Ma non finisce qui …
Il dio del fulmine.
Tesla desiderava scoprire il limite estremo della
risonanza, così iniziò a trasmettere alla
Terra una corrente avente un’ intensità di
dieci milioni di volt e, ogni volta che l’ onda
prodotta da questa tornava indietro dopo
aver rimbalzato sul lato opposto del pianeta,
egli l’ amplificava fornendo nuova energia
tramite un potente trasmettitore, come in
una sorta di gigantesca altalena elettrica.
Egli aveva capito che ogni oggetto
possedeva una naturale frequenza di
vibrazione, denominata “frequenza
risonante”, e che se un qualsiasi oggetto
fosse stato scosso a quella frequenza, esso
avrebbe cominciato ad oscillare
pericolosamente fino a rompersi. Come
risultato di ciò, ogni volta che l’ onda
tornava indietro fuoriusciva dalla lunga asta
del laboratorio sotto forma di fulmine.
Inizialmente ottenne una scarica di soli sei
piedi, ma continuò con l’ esperimento. In
poco tempo il fulmine raggiunse una
lunghezza di venti piedi, poi di trenta,
quaranta e così via fino a raggiungere i
centoventi piedi. Un tuono terribile, che fu
sentito addirittura nella città di Cripple
Creek, ad oltre trenta km di distanza,
accompagnò quest’ ultimo fulmine che
ancora oggi detiene il record del più potente
fulmine artificiale mai creato ...
Blackout e lampadine.
Proprio al culmine dell’ esperimento ci fu un rumore
improvviso, un blocco e il fulmine scomparve. Entrò di
corsa nel laboratorio e scoprì che la società elettrica aveva
spento l’ impianto di alimentazione, o almeno questo fu
ciò che lui pensò. Immediatamente dopo infatti gli fu
riferito che aveva sovraccaricato il generatore e lo aveva
bruciato, mandando in blackout tutta la città di Colorado.
Nonostante in pochi giorni avesse riparato il guasto, Tesla
non ottenne mai più il permesso di usare l’ elettricità per i
suoi esperimenti. Così, il 7 gennaio del 1900, iniziò lo
smantellamento del suo laboratorio. A Colorado Springs,
Nikola ottenne uno dei suoi risultati più straordinari. Egli
riuscì infatti ad accendere duecento lampadine, usando un
sistema di trasmissione di energia senza fili, situate ad
una distanza di quaranta km dal suo laboratorio. Credeva
inoltre di avere ricevuto segnali di origine extraterrestre
dal pianeta Marte. Come scrisse lui stesso:
«Mentre effettuavo esperimenti in
Colorado con un sistema di trasmissione senza fili, ottenni
l’ evidenza sperimentale dell’ esistenza di vita su Marte.
Avevo perfezionato un ricevitore senza fili di straordinaria
sensibilità, di molto superiore a quanto conosciuto, e
ricevetti segnali che interpretai come 1-2-3-4. Credo che i
Marziani abbiano usato numeri per la comunicazione
perché i numeri sono universali.»
Questa sua affermazione contribuì alla
sua fama di scienziato “pazzo” e fu un’ ottima arma nelle
mani di coloro che lo screditavano. Solo nel 1996 alcuni
ricercatori hanno dimostrato che probabilmente questi
segnali provenivano dalla fascia di plasma che avvolge il
pianeta Giove.
La Torre di Wardenclyffe.
Nel 1898 Tesla aveva effettuato un altro esperimento
straordinario, mostrando, al Madison Square
Garden di New York, l’incredibile funzionamento di
un suo modellino telecomandato di barca
alimentato da una batteria interna e guidato da
controllo remoto, dimostrando di fatto che la
robotica era possibile. Questo esperimento aveva
attirato l’ attenzione di un grande finanziere dell’
epoca: John Pierpont Morgan. Nikola ottenne un
finanziamento di 150.000 dollari da quest’ ultimo,
assicurandogli che avrebbe svolto esperimenti sulla
radio e sulla telegrafia ed aprì, nel 1902, un nuovo
laboratorio: la Torre Wardenclyffe, situata a Long
Island, nei pressi di New York. Tuttavia i progetti di
Tesla erano ben altri. Sulla base delle sue scoperte
a Colorado Springs, egli aveva compreso che l’
intero pianeta funzionava come un condensatore
sferico gigante, le cui piastre erano formate dalla
superficie terrestre e dalla ionosfera ed asseriva
che sarebbe stato possibile disturbare l’ equilibrio
della carica elettrica della Terra, sfruttando le
vibrazioni elettriche naturali di quest’ ultima per
ottenere energia elettrica praticamente illimitata a
costo zero. In seguito avrebbe potuto inviare
questa energia in tutte le parti del mondo senza
utilizzare alcun tipo di filo sfruttando la sua torre,
concepita e costruita come sistema globale per le
telecomunicazioni senza fili. Nel 1903 J.P. Morgan,
dopo aver appreso il vero scopo di Tesla, smise di
finanziarlo, segnando l’ inizio del suo declino.
L’ inizio della fine.
Negli anni seguenti ci furono numerose dispute sia
scientifiche che legali per stabilire chi fosse stato
realmente il primo inventore della radio. Nel
1915 Tesla venne candidato al Premio Nobel per
la Fisica ma rifiutò per due motivi. In primo
luogo, egli avrebbe dovuto condividerlo con
Edison ed in secondo, cosa ancora più
importante, lo stesso Premio Nobel era stato dato
a Marconi nel 1909 per l’invenzione della radio e
questa cosa Tesla non riuscì mai a sopportarla.
Solo nel 1943 la Corte Suprema degli Stati Uniti,
pochi mesi dopo la morte di Nikola, riconobbe
quest’ ultimo come il vero padre della radio. Nel
1917 Tesla fu abbandonato da tutti i finanziatori
e il laboratorio di Wardenclyffe venne raso al
suolo. Da questo momento in poi sia le sue
disponibilità economiche che la sua stessa
reputazione si avviarono verso un declino senza
ritorno. Ritrovatosi povero e solo, grazie ad una
piccola pensione concessagli dal governo
Jugoslavo, trascorse gli ultimi anni della sua vita
trasferendosi da un albergo all’ altro, nutrendo
piccioni e riempiendo i suoi taccuini di appunti.
Morì nella più completa solitudine l’ 8 gennaio del
1943, in una stanza dell’ hotel New Yorker. Lo
stesso giorno, tutto il suo lavoro fu dichiarato Top
Secret dal Governo degli Stati Uniti e tutti i suoi
strumenti e i suoi appunti furono confiscati dall’
F.B.I. Il mistero era appena iniziato …
La storia incontra la leggenda.
Solo tre giorni prima, il 5 gennaio del 1943, aveva
contattato il Dipartimento di Guerra degli Stati
Uniti offrendo i segreti di un’ arma che egli aveva
chiamato “teleforza”, o “raggio della morte”. In
merito a questo Tesla fece affermazioni
inquietanti: «E’ un
raggio di energia così tremendo che riesce a
bloccare gli aeroplani nemici ad una distanza di
duecento miglia dal confine della nazione attaccata
… Il mio apparato proietta particelle che possono
essere relativamente grandi o di dimensioni
microscopiche, questo sistema permette di
concentrare in un’ area molto piccola queste
particelle e di inviarle a distanze enormi, con
energie trilioni di volte più potenti … In tal modo
migliaia di cavalli-vapore possono essere trasmessi
sotto forma di un fascio più sottile di un capello a
cui nulla può resistere.»
Ancora più inquietanti sono le voci secondo cui
sarebbe stato lo stesso Tesla a provocare
involontariamente la tremenda esplosione di
Tunguska, durante i suoi esperimenti nel 1908,
abbattendo sessanta milioni di alberi e
coinvolgendo un area di circa duemila chilometri
quadrati. Altre voci affermano addirittura che egli
fu coinvolto nel leggendario “Esperimento di
Philadelphia”, avvenuto il 28 ottobre del 1943,
durante il quale, nel tentativo di rendere una nave
invisibile ai radar, si sarebbe ottenuta l’ invisibilità
completa di quest’ ultima e la sua apparizione,
pochi minuti dopo, vicino alla città di Norfolk, a
seicento chilometri di distanza …
H.A.A.R.P.
Tesla continua ad avere ancora oggi tanti seguaci in tutto il
mondo. Tra questi, il più famoso e impegnato è
Thomas Bearden, fisico, matematico e ingegnere
nucleare statunitense. Egli sostiene che alcuni dei
documenti requisiti a Tesla dopo la sua morte abbiano
ispirato alcune ricerche del sofisticato progetto
americano “H.A.A.R.P.”, o “High Frequency Active
Auroral Research Program”. Ufficialmente, lo scopo di
quest’ ultimo è la ricerca scientifica sugli strati alti dell’
atmosfera, della ionosfera e sulle comunicazioni radio
per uso militare. Tuttavia non tutti credono che sia
veramente così. Esso ha sede a Gakona, in Alaska, ed
esiste dal 1992. Fa parte dei nuovi armamenti a
tecnologia avanzata sotto il controllo dell’ “Iniziativa di
Difesa Strategica” degli Stati Uniti. Il sistema
nascerebbe da un utilizzo militare della tecnologia di
Tesla con lo scopo di “bucare” letteralmente la
ionosfera e produrre cambiamenti climatici per colpire
le risorse delle popolazioni e delle nazioni considerate
ostili. Secondo alcuni studiosi, H.A.A.R.P. sarebbe nato
da un progetto a scopo difensivo di Tesla del 1937 che
non fu mai pubblicato mentre era in vita. Solo nel
1984 si è potuto venire a conoscenza di questo
progetto grazie al tenace lavoro di alcuni ricercatori.
Nel 2002 ben duecento deputati della Duma, l’
assemblea rappresentativa Russa, hanno firmato un
appello indirizzato all’ O.N.U. per chiedere la messa al
bando degli esperimenti elettromagnetici dell’
H.A.A.R.P., considerati un’ arma micidiale in grado di
influenzare gli elementi naturali con le onde ad alta
frequenza. Il progetto è tuttora in corso …
Tesla: il mito.
Ufficialmente nessuno sa se l’ F.B.I. sia ancora in
possesso di qualche documento di Nikola e il
dubbio che Tesla avesse scoperto ben più di
quello che sappiamo sembra essere lecito.
Sono tre le principali teorie che tentano di
spiegare il motivo di tutta questa segretezza.
La prima è che alcune sue intuizioni abbiano
dato vita a esperimenti tuttora in corso,
come quello del progetto H.A.A.R.P., per il
controllo del clima a distanza. La seconda
riguarda il leggendario “raggio della morte”,
un’ arma che se fosse reale avrebbe una
potenza maggiore di quella nucleare. La
terza è che se il sogno di Tesla di un’ energia
libera, rinnovabile e gratuita fosse realmente
realizzabile, gli attuali equilibri economici
mondiali verrebbero sovvertiti in un solo
istante e con essi, probabilmente, l’ intero
destino dell’ umanità …
L’ ultimo viaggio di Tesla non fu un saluto
normale, furono funerali di Stato ai quali
parteciparono grandi personalità: il Vice
Presidente degli Stati Uniti, la moglie del
Presidente Roosevelt e tantissimi premi
Nobel. Le sue ceneri furono sigillate
all’ interno di una sfera d’ oro e con loro,
probabilmente, i segreti di una vita
“ai confini del genio”.
«L’ umanità ha avuto la possibilità di
cambiare la sua sorte, ma l’ ha rifiutata,
ed io sto ancora aspettando.»
Fine.

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