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IL CIBO E LE ABITUDINI

CULINARIE DEI ROMANI


SVOLGIMENTO DEI PASTI E ZONA DOVE
AVVENIVANO
In età Imperiale, la cena di consumava nei triclina, stanze in cui si trovavano dei
divani disposti a semicerchio,   si disponevano intorno alla tavola (mensa)
tre lecti(imus, medius, summus). Erano coperti con tappeti e cuscini, su cui si
sdraiavano gli ospiti, in genere tre per letto, sul gomito sinistro. Quando gli invitati
erano numerosi, si disponevano tre o quattro mensae, fino a 36 posti disponibili. Al
centro della tavola stava il tavolo (mensa).  Le portate erano servite dai servi. 
Venivano usati anche carrelli di servizio attraverso i quali i commensali potevano
attingere direttamente ai grandi vassoi di portata. 
Ogni convitato aveva a disposizione un piatto su cui metteva il cibo, questo poi
veniva portato alla bocca direttamente con le mani, senza forchette (furcilla) o coltelli
(culter) Le porzioni venivano prima tagliate dai servi. Solo il cucchiaio (cochlear) era
necessario per i cibi liquidi o semiliquidi. Terminata la festa, alle prime luci dell’alba i
commensali si congedavano. Portavano con sé nel linteum (grande tovagliolo di lino)
gli avanzi del pasto, insieme con i piccoli regali (apophoretea) avuti in dono dal
padrone di casa.
Il Banchetto-
Convivium
Durante il banchetto era solito
mantenere il piatto con la mano
sinistra e mangiare con le dita, per poi
pulirsele con la mollica di pane. Si
mangiava sdraiati sul triclinium, un
apposito letto. Bevevano il vino
allungato con acqua dal Calix. I piatti
che venivano serviti non erano cucinati
dagli abitanti della casa ma dai cuochi
nelle case dei più ricchi, le portate
venivano servite dai servi della casa e a
rallegrare l’atmosfera venivano
ingaggiate flautiste e ballerine. Al
termine della cena il rex convivii, il
padrone di casa, organizzatore del
banchetto dava un dono a chi aveva
partecipato, Apophoretea. La parte
finale del banchetto era il commisatio.
I cibi più consumati durante il
banchetto erano la carne lucanica o il
pesce come le anguille o le murene ma
anche frutta e verdura:Carduus,
Mala ,Pira, Uvae, Nux, Graum.
Le abitudini
alimentari dei
plebei
Le abitudini alimentari di patrizi e plebei, di
poveri e di nobili, sono ampiamente
documentate nel De re coquinaria, una sorta
di raccolta di ricette attribuita al gastronomo
(e letterato) Marco Gavio Apicio. Il libro, tra
le rarissime testimonianze scritte
sull’argomento, è la fonte storica più
importante su come si cucinava, e si
mangiava, ai tempi dell’antica Roma.
I poveri, dal momento che non avevano un posto
 
nelle loro insulae dove cucinare i loro alimenti, si
nutrivano nelle taverne, dove i ricchi non
andavano mai.
La taverna era la sala da pranzo del povero, vi
aleggiavano odori pesanti ed era possibile
ordinare un bicchiere di vino miscelato con
acqua bollente, salsicce all'aglio, piselli fritti o
bolliti, pane plebeo (panis secondarius).La plebe
romana e gli schiavi trovavano qui il loro unico
pasto caldo della giornata.
I principali alimenti dei romani erano radici,
cipolla (cepa), cavoli (brassicae), lattuga
(lactuca), lupino (lupinum), sesamo (sesama).
LA TABERNA  (plurale TABERNAE)
Era un ambiente aperto in uno spazio
più ampio dotato di una ampia porta,
dedicato ad attività commerciali.
Questi ambienti si trovavano in edifici
pubblici e privati, aperti verso la
pubblica strada come al piano terra
delle insulae (caseggiati a più piani),
ma anche lungo le facciate delle
domus. Generalmente erano costituite
da un unico ambiente, spesso coperto
da una volta a botte.  A seconda delle
attività che vi si svolgevano potevano
essere dotate di vasche o banconi, con
cinque o sei contenitori murati, rivolti
verso la strada; accanto al banco vi era
un fornello con una casseruola piena
di acqua calda. In ogni taberna era
presente l’armadio (armaria) e per
permettere ai clienti di fare gli acquisti
in tutta tranquillità lungo i muri si
trovavano panche e sedie (sellae).
 Alcune (thermopolium) erano
specializzate nella preparazione e nella
vendita di cibi e bevande. 
ALIMENTAZIONE DEI PATRIZI
A Roma abitualmente venivano consumati tre pasti al giorno.
La colazione (jentaculum), con latte, pane, formaggi o avanzi del giorno prima; i ragazzi
andando a scuola consumavano gli adipata (pasticcini).
Il prandium, pasto frugale, freddo e rapido, anche solitario, in piedi o in tabernae, con
verdure, uova, funghi o avanzi.
La coena, iniziava verso le ore 15 o 16 odierne e si concludeva prima del buio: si basava su
una polenta a base di pappa di farro e grano (puls) accompagnata da legumi o carne allo
spiedo. Inizialmente la cena era comunque un pasto frugale e solo successivamente divenne
simbolo di lusso. Frequentemente era suddivisa in tre parti: la gustatio con uova e olive, la
carne (ferula), la secundae mensae con frutta e dolciumi.
Le carni preferite dei ricchi erano: maiale da latte, agnello, capretto, pollo, ma anche
asino, cinghiale, fagiano, pavone e ghiro ed era molto pregiato il pesce fresco che veniva
conservato per il popolo. La selvaggina era frollata e speziata. Per la durezza, in genere, le
carni erano cotte due volte, la prima nel latte. 
I sapori agrodolci erano graditi: funghi con miele, piccioni con datteri e pesche marinate
ALCUNE PAROLE INERENTI AL CIBO
 Puls = pappa al frumento Ientaculum = prima colazione
 Panis secundarius = pane più bianco dei contadini
Prandium = spuntino di mezzogiorno
 Panis candidus, mundus = il pane di lusso Tabernae = tavola calda
• Clibanus = recipiente dove veniva cotto il pane Epulae vespertinae = cena
 Carduus = carciofo
Gustatio = serie di antipasti
 Mala = mela
 Pira = pere Convivium = rito del banchetto
 Cerasa = ciliege lyntheum = grande tovagliolo di lino
 Pruna = susine
Imus = letto dove si sdraiavano i Romani
 Uvae ollares = fresca o passa conservata dentro
recipienti di coccio per mangiare
 Nux = noce Commisatio = parte finale del banchetto
 Praecox = albicocca Apophoretea = doni ricevuti dal padrone di
 Dactyli = datteri

casa
Garum = salsa piccante preparata con interiora e pezzi
di pesci essiccati al sole Carne lucanica
 Posca = miscela di acqua e vino Vinum = vino
Mostum = vino misto ad acqua

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