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La loro arte unisce elementi della tradizione barbarica, come le forme astratte e la decorazione
geometrica, con elementi occidentali. Da questa lenta integrazione culturale ed artistica con la
tradizioni romane e cristiane nascerà presto una nuova civiltà, quella medievale.
RAPPRESENTAZIONE NELL’ARTE LONGOBARDA
Le principali caratteristiche dell’arte Longobarda sono:
- figure piatte, stilizzate, geometrizzate e deformate;
Fra le città più importanti rette dai Longobardi merita particolare attenzione quella di
Cividale del Friuli, che a partire dal 737 ospitò la sede del patriarca di Aquileia, che può
vantare tuttora l’esistenza di testimonianze di architettura e scultura Longobarda.
ALTARE DEL DUCA RATCHIS
L’altare del duca Ratchis è il monumento che ci da più informazioni sui metodi di
rappresentazione artistica dei Longobardi.
L’altare è costituito da quattro lastre in pietra d’Istria, un particolare tipo di calcare di colore
bianco.
Le quattro facce sono scolpite a bassorilievo, il paliotto reca la Majestas domini, il fianco
destro l’Adorazione dei Magi, il fianco sinistro la visita di Maria Vergine alla cugina Elisabetta
e il fronte posteriore due croci.
Su un fondale neutro in risalto ci sono le sagome dei personaggi con mani e visi sproporzionati
e gli occhi fissi nel vuoto.
ALTARE DEL DUCA RATCHIS
Il bassorilievo con la Majestatis domini è caratterizzato da un ornamento
perimetrale con al centro una raffigurazione del Cristo sensibilmente più grande
di quella degli angeli posti ai lati, inoltre, tale raffigurazione è inserita in un’
aureola schiacciata denominata Màndorla che nell’iconografia medievale
solitamente simboleggia la maestà e la gloria divina, costituita da 4 rami di palma
portata in cielo dagli angeli.
Un altro aspetto che si può notare è che nelle composizioni realizzate non c’è
nulla di realistico, infatti i volti e gli arti appaiono abbozzati e schematici,
stesse caratteristiche di stile si riscontrano anche nelle lastre laterali.
I LONGOBARDI A CAPUA
La nuova Capua sorse nel 856, su una struttura urbana ordinata, voluta dal conte Landone I, ancor oggi
intatta con tre assi viari non paralleli e numerose vie secondarie. Il palazzo dei principi sorse al centro
dell'abitato e, secondo la tradizione bizantina, non fu concepito come fortificazione, ma piuttosto come
luogo aperto, di comunicazione con la città. A fare da cornice al palazzo, espressione del potere civile,
le chiese a corte a rappresentare il potere religioso, ma nel contempo, eventi funzione di vigilanza, di
protestazione nei confronti dei Signori residenti nel Palazzo al quale le chiese erano collegate.
CHIESE LONGOBARDE A CAPUA
Le chiese longobarde di Capua sono:
• la chiesa di San Salvatore, la più ampia tra le chiese longobarde di Capua. Essa fu probabilmente di
carattere sepolcrale ed è possibile che, in origine la chiesa fosse più ampia con ulteriori aperture
laterali;
• la chiesa di San Giovanni a Corte ribaltata rispetto alla pianta attuale, che presenta oggi un aspetto
settecentesco;