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Attivit svolta con il sostegno della RAS attraverso una borsa di Ricerca cofinanziata con fondi a valere sul PO Sardegna FSE 20072013 sulla L.R.7/2007 Promozione della ricerca scientifica e dellinnovazione tecnologica in Sardegna

Aspetti generali della fusione fredda

Il fenomeno comunemente chiamato fusione fredda, o pi specificamente "Low Energy Nuclear Reactions" (LENR) o anche Chemically Assisted Nuclear Reactions" (CANR) implica la capacit di innescare reazioni nucleari nei materiali solidi con limpiego di ridotte quantit di energia. Anzich servirsi della forza per avvicinare i nuclei fino ad una distanza in cui si pu favorire una reazione nucleare, esiste un meccanismo nella struttura reticolare che capace di superare la barriera di Coulomb, permettendo linterazione tra i nuclei. La fusione di due atomi di deuterio richiede grandi quantit di energia affinch i nuclei si avvicinino abbastanza per fondere. Questa energia indispensabile per superare la barriera creata dalla carica positiva di ciascun nucleo, la barriera coulombiana. Quando questo genere di fusione si verifica, i prodotti sono sempre un insieme di particelle energetiche costituiti da neutroni, elio-3, trizio e protoni, quasi tutti nelle stesse quantit. Anche quando particelle di deuterio ad alta energia bombardano un metallo, ad esempio il palladio, questi prodotti si formano sempre, anche quando lenergia applicata molto bassa. Quando per lenergia applicata viene ridotta, la velocit di reazione diviene troppa bassa per essere misurata prima che lenergia associata alla fusione fredda sia raggiunta. La fusione pu essere ottenuta pi rapidamente in condizioni di basse energie se si sostituisce lelettrone della molecola D 2 con il pi pesante muone, riducendo in questo modo la distanza tra i nuclei. Anche in questo caso si ottengono i prodotti come se la reazione avvenisse ad alte energie. Ogni processo che riduce le distanze tra i nuclei di deuterio conduce ai prodotti di reazione che caratterizzano la fusone ad

alte energie, indipendentemente da quanto bassa lenergia applicata possa essere. Inoltre, minore lenergia applicata, minore sar la velocit di reazione. Visto che la sola riduzione delle distanze tra i nuclei produce una sorta di fusione calda, deve esserci qualche aspetto delle reazioni a fusione fredda che, oltre a superare la barriera coulombiana, cambia la composizione delle particelle energetiche emesse. Questo aspetto particolare stato trovato quando le reazioni avvengono nei materiali solidi, non nel plasma. Oltre a cambiare i prodotti nucleari ed eliminare le particelle energetiche questa condizione permette un tasso molto elevato di reazione anche a bassa energia applicata. Il prodotto principale risultato essere lelio-4, accompagnato occasionalmente da trizio e vari prodotti di trasmutazione ma non i neutroni. I due tipi di fusione sono generati da condizioni diverse e conducono a differenti prodotti di reazione. In particolare la fusione ad alte energie richiede temperature elevatissime e non condizionata dallambiente chimico in cui avviene. La fusione fredda richiede pochissima energia ed molto sensibile all'ambiente chimico in cui avviene. Queste differenze importanti sono state trascurate presto nella storia del campo, portando a molta confusione agli inizi e ancora oggi su come i due tipi di fusione siano correlate. Questo rapporto ulteriormente complicato dalla convinzione tradizionale che l'ambiente chimico non possa influire su qualsiasi reazione nucleare, il che non vero nel caso della fusione fredda. Infatti, la natura dellambiente chimico-fisico essenziale per il funzionamento e la comprensione della fusione fredda. La particolare condizione fisico-chimica richiesta affinch la fusione fredda avvenga detta nuclear active environment (NAE). Non sono noti metodi sicuri per ottenere un tale ambiente favorevole, problema che ha reso difficoltosi i progressi in tale ambito. Quando questo si forma, distribuito in maniera discontinua e puntiforme allinterno della massa del materiale, che resta inerte e non partecipa alla reazione. Il modo di trovare la natura del NAE dipende dalla teoria con cui si tentano di spiegare le LENR, per cui sono state avanzate numerose proposte diverse per scoprire la causa del fenomeno. stato ipotizzato che esistano dei meccanismi che richiedono una superficie tra due materiali diversi, oppure si ritiene necessaria lesistenza di siti speciali in un reticolo di palladio o stato proposto anche lesistenza di un processo che coinvolge neutroni o altre particelle.

Finora nessuna si mostrata in grado di spiegare pienamente il problema e quindi di ricreare le condizioni cercate quando applicata. Il pi noto e documentato aspetto preso in considerazione al fine di credere che il fenomeno reale sempre stato la produzione di energia notevolmente superiore a qualsiasi processo chimico plausibile. Non ci sono pi motivi per mettere ancora in discussione questa affermazione perch in ormai numerosissimi casi sono state effettuate accurate misurazioni calorimetriche e sono stati affrontati tutti i problemi pi comuni. Tante volte sono stati rilevati elementi pesanti non presenti inizialmente nel materiale. Sebbene in qualche caso si possa ritenere che siano presenti per contaminazione, la grande maggioranza non pu essere spiegata in tale modo a causa degli anormali rapporti isotopici oppure per le concentrazioni troppo alte quando lambiente circostante non in grado di fornire per contaminazione una tale quantit. Sporadicamente si manifestano anche delle radiazioni in quantit non coerenti con la fusione calda, n si possono giustificare con processi chimici di qualche tipo, visto che non esiste alcuna reazione chimica accompagnata da radiazioni. Tutti questi aspetti non contemplati dalle attuali conoscenze fisiche sono spiegabili molto pi economicamente con lipotesi di una reazione nucleare sconosciuta visto che molto pi difficile trovare errori in tutti gli esperimenti condotti. Fin dagli esperimenti dei primi periodi rimasto assodato che lidrogeno leggero, vale a dire neutroni, partecipa alle reazioni nucleari come il deuterio, producendo calore e altri prodotti nucleari. Con soli due protoni non si giunge ad un risultato stabile in caso di fusione, cosicch l'energia supplementare osservata stata attribuita alla formazione dei prodotti di trasmutazione ritrovati. Questi prodotti risultano da una reazione in cui un protone va nel nucleo di un atomo pi grande come palladio, potassio o altro. Per chiarire che si tratti di una reazione nucleare si deve identificare il prodotto e dimostrare che esiste una proporzionalit con lenergia misurata. Esistono degli studi che risolvono il problema misurando il rapporto energia/elio da cui risulta un valore pari a 255 MeV/He. Questo valore coerente con lenergia prodotta dalla fusione di due atomi di deuterio, pari a 23,8 MeV/He. Nessunaltra reazione nucleare produce tanta energia come quando viene prodotto l'elio. D'altra parte, altre reazioni nucleari sono state rilevate occasionalmente, si potrebbe

quindi essere indotti a credere che potrebbero aggiungere energia durante queste misurazioni e rendere il valore riportato solo casualmente simile al valore previsto per la fusione D-D. Certe volte viene prodotto il trizio ad un tasso massimo di 108 atomi/s. Se il trizio deriva dalla fusione D-D, che produce 4 MeV/trizio, la potenza sarebbe 0,0064 mW. Anche se il tasso di produzione del trizio fosse sottostimato di un fattore 100, questo sarebbe ancora troppo piccolo per influenzare il valore calcolato per l'energia/elio. Inoltre, la produzione di trizio dal processo di fusione fredda improbabile durante la fusione D-D, cos il valore dell'energia/trizio sarebbe ancora pi piccolo e quindi si otterrebbe ancor meno potenza ad una velocit plausibile produzione di trizio. anche noto che la trasmutazione si verifichi mentre la fusione fredda funziona. difficile stimare la velocit di questa reazione perch i prodotti trasmutati sono altamente localizzati e i loro tassi di produzione non sono stati accuratamente misurati. Comunque il tasso molto ridotto ed improbabile che diano un contributo significativo alla potenza osservata. Dovrebbe accadere che ad ogni misurazione siano occorse trasmutazioni casuali che, in ogni circostanza, abbiano fornito sempre lo stesso ammontare di energia e che questo sia sempre compatibile con quello atteso per le fusioni nucleari. Questo cos poco probabile che lo si pu escludere. Anche se ci sono ancora delle incertezze, la conclusione pi accettabile che la potenza osservata sia riconducibile alla fusione di due atomi di deuterio con generazione di elio. Bisogna quindi ipotizzare un processo che abbia i precedenti aspetti. Il lavoro di Iwamura et al. 1 mostra la produzione di qualcosa allinterfaccia PdCaO in grado di diffondersi da questa regione attraverso il palladio e interagire con alcuni elementi fino a causare spontaneamente trasmutazioni aggiungendo fino a 6 deuteroni ai nuclei bersaglio. Ci significa che sono coinvolti gruppi di atomi di deuterio e questi possono diffondersi attraverso il reticolo di palladio fino allinterfaccia Pd-CaO dove sono localizzati gli elementi di destinazione. Inoltre, possono ridurre la barriera di Coulomb tra loro e i nuclei bersaglio, dissipando l'energia risultante senza emissione di radiazione energetica. Naturalmente, se uno di questi gruppi dovesse

Iwamura, Yasuhiro; Sakano, Mitsuru; Itoh, Takehiko, Elemental analysis of Pd complexes: effects of D2 gas permeation. Jpn. J. Appl. Phys. A Vol 41 (7), p. 4642-4650, 2002.

reagire con un atomo di deuterio, si otterrebbe elio e il rilascio degli attesi 23,8 MeV/He dal processo stesso che provoca trasmutazione. Questa osservazione suggerisce un meccanismo plausibile per tutte le reazioni osservate. Il fenomeno della fusione fredda dunque reale e la fonte di energia la fusione di atomi di deuterio. Il meccanismo deve ridurre la barriera di Coulomb tra gli atomi di deuterio e i nuclei bersaglio, dissipare lenergia nucleare come emissioni a bassa energia quando avvengono le reazioni nucleari, le particelle devono diffondersi attraverso il palladio e reagire con gli atomi di deuterio per produrre elio quando la concentrazione di deuterio alta e sono presenti anche trizio e prozio. Tutti questi eventi devono accadere senza lausilio di alte energie e senza rompere i legami chimici del materiale. Questultimo aspetto spesso ignorato, ma importante perch un processo spontaneo che accumula energia nella regione del deuterio in primo luogo ne modifica i legami chimici e lenergia accumulata viene assorbita da questo processo prima che si possa raggiungere un livello necessario per causare una reazione nucleare. Questo effetto ben noto ed descritto dalla seconda legge della termodinamica e dal principio di Le Chatelier. Inoltre, quando si aggiunge di proposito energia altamente concentrata, risulta sempre la fusione calda, non la fusione fredda. Pertanto, il processo di fusione fredda non pu comportare una concentrazione spontanea di energia nella regione ricca di deuterio o, addirittura, in una qualunque parte di un reticolo solido oltre i livelli che potrebbero causare un processo chimico-fisico. Tali requisiti sono molto spesso ignorati nelle teorie proposte. Ne risultata lassenza di una teoria utile perch il comportamento di base e la conoscenza accettata dei materiali non stata considerata durante il tentativo di spiegare gli aspetti nucleari del processo.

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