Sei sulla pagina 1di 126

2

Il volontariato allIstituto magistrale Matilde di Canossa di Luana Pensieri e Margherita Cl, pag. I volontari del liceo scientifico A. Moro: E la storia come va a finire? di Francesca Fontanesi, pag. Progetto di Volontariato al Liceo scientifico A. Moro di prof. Luciano Salsi, pag.

Indice
I workshop pomeridiani Presentazione, pag. Se dieci anni vi sembran pochi : Buon Compleanno a Gancio Originale di Deliana Bertani e Mariella Cantini, pag. Laccoglienza nei workshop, di Leonardo Angelini, pag. I Workshop come mercato dei prestiti di Elisa Ruffaldi pag. F. Se fossi un colore sarei il bianco perch indica speranza: lesperienza allistituto Comprensivo IX Circolo la scuola media A. Fontanesi di Lorena Agazzi pag. Evoluzione del workshop alla scuola media A. S. Aosta, di Maria Mori pag. Due ore con I Piccoli Diavoli di Daniela Castellotti, pag. Da coordinatrice a volontaria: Il mondo gelato work-shop alla scuola elementare Don Milani di Silvia Arlini, pag. Sei mesi di Workshop alla Scuola Elementare Don Milani

Attivit di sostegno scolastico nelle e con le scuole medie superiori della citt Un anno importante per Gancio Originale e i volontari del Bus di Prof.ssa Tomaselli Patrizia, pag. Il volontariato di Gancio Originale allIstituto Magistrale Matilde Di Canossa di Prof.ssa Ornella Thibat, pag. I volontari del BUS e Gancio Originale di Mariella Cantini, pag. Gancio Originale allIstituto Tecnico Agrario Statale A. Zanelli di Lorena Agazzi, pag.

di Elena Curti, pag Lopportunit di ricordare linfanzia di Giulio Serri, pag.

Un grande gruppo: workshop alla scuola media Dalla Chiesa di Luana Pensieri, pag. Diario di bordo dei volontari del workshop della scuola media Dalla Chiesa, pag. Facendo un passo dopo laltro insieme possiamo crescere: workshop alla scuola media Don P. Borghi di Rivalta di Luana Pensieri, pag. Workshop alla scuola media di Rivalta Don P. Borghi di Erica Davoli, pag. Diario di bordo del workshop alla scuola media di Rivalta Don P. Borghi, pag. Workschop alle scuole medie M. E. Lepido anno scolastico di Silvia Castagnetti, pag. Workshop alla scuola medi adellIstituto Comprensico di Bagnolo: di Stefano Cappa, pag. Workshop alla scuola media Pertini . di Concetta Barbarello, pag. Workshop alla scuola media Pertini : la voce di un isegnante di prof. Marina Nora, pag. Workshop alla scuola media Pertini di Elena Malvezzi, pag. Workshop alla scuola media Pertini di Stefania Morini, pag.

Progetto di Promozione delle abilit sociali in una classe della scuola elementare di Pieve 2 di Francesca Fontanesi, pag. Progetto Pieve 2 di Matteo Casoli, pag. Lesperienza a Pieve 2 di Petra Fratti, pag. Dal Caos alla favola: progetto Pieve 2 di Maria Elena Curti, pag. Pomeriggio di festa di Giulio Serri, pag. Festa dei Workshop: volantino, foto, pag.

Esperienze di volontariato rivolte ai singoli Il lavoro con G di Cinzia Gimelli pag. Aiutare e divertirsi di Paolo Bertolini e Marco MOntorsi pag. Una cucina per la vita di Stefania Morini pag. I Venerdi insieme a D di Melania Lugli pag. La Notte di Natale di Elena Lombardi, pag. Esperienza nellatelier di musicoterapia

di Elisa Zambelli, pag. Uscire dalletichetta del volontariato di Riccardo, pag.

Le tesi di Laurea su Gancio Originale, pag. I volontari di Gancio e lUniversit Cattolica di Milano di Mariella Cantini, pag.

Eventi La visita degli allievi della scuola educatori di Cuneo di Francesca Fontanesi pag. La delegazione Moldava a Gancio Originale di Mariella Cantini e Luana Pensieri, pag. Volantino della visita della delegazione Russa Lesperienza del Volontariato Europeo di Mariella Cantini , pag. Mondi Lontanissimi e gancio originale di Mariella Cantini, pag. Presentazione di Gancio originale alla ASL di Firenze di Leonardo Angelini, pag. Gancio nel bando Alesini di Deliana Bertani, pag. Gancio News, pag. Gancio alla Giornata Mondiale della Salute Mentale - 7aprile 2001, di Valentina Casoli, pag. Festa della IV circoscrizione di Elena Curti e Luana Pensieri, pag. Festa della IV Circoscrizione di Lorena Agazzi psg. Gancio nellUniversit di Bologna, pag. La formazione Marola 2000: il volantino, pag. Incontro col Prof. David Le Breton volantino pag. Laboratori interattivi al Liceo A. Moro di Sandra De Pietri , pag. Proposte formative 2001: 4 laboratori espressivo manuali volantino, pag. Il tirocinio come cerimonia di aggregazione: del giovane nellet adulta, del neo-professionista nella professione. Analisi del rapporto tutor - tirocinante volantino, pag. Il tatuaggio come rito privato di passaggio allet adulta fra i giovani reggiani oggi - volantino di Antonia Angelini, pag. Marola 2001- volantino, pag.

Il bilancio 99 BILANCIO di ATTIVITA 1999 a cura di Deliana Bertani e Mariella Cantini, pag.

Gancio Originale sui giornali da pag.

Se 10 anni vi sembran pochi : Buon Compleanno Gancio Originale ! di Deliana Bertani e Mariella Cantini Un compleanno un compleanno, ma soprattutto lo quando gli anni sono 10. Non potevamo nellannuario 2000-2001 tacere su questa ricorrenza. Troveremo, da qui alla fine dellanno, molti altri modi, tempi e luoghi per farci gli auguri, le congratulazioni, per fare un bilancio di questi 10 anni. In questa pagina vogliamo proporre alcune riflessioni sul presente piuttosto che sul passato. Un passato peraltro notevole e degno di lode - lo diciamo senza timore e senza falsi pudori - per la volont spesso realizzata con successo di intraprendere nuove esperienze, di confrontarci con le difficolt, di sperimentare partendo da niente come abbiamo appunto fatto fin dallinizio dellestate di 10 anni fa . Ma ecco il presente (che come noto anche futuro): il presente che ci vede impegnati su tanti fronti, al lavoro con tanti partner, come appare evidente anche dallannuario, con tante richieste di

nuove attivit e collaborazioni per lautunno, con tanti giovani e giovanissimi che lavorano con noi , con i quali e per i quali lavoriamo. Questo vuol dire che G.O. diventato un organismo complesso e numericamente importante: questanno - fra volontari maggiorenni e minorenni, ragazzini seguiti in gruppo e individualmente, collaboratori stabili - le persone in circolazione dentro G.O. hanno sfiorato le 500 unit. Dunque non pi vero ci che fino a poco tempo fa abbiamo sottolineato e cio la marginalit istituzionale di Gancio Originale. Gancio Originale diventata una presenza riconosciuta dentro alla AUSL e soprattutto in citt; questo un elemento importante per il nostro futuro, per i nostri ragionamenti, per le nostre attivit, per le scelte di questa nostra impresa (cos allinizio siamo stati definiti). Essere visibili, complessi e numerosi comporter affrontare sempre di pi rischi: perdere in elasticit e in sveltezza; dover assumere procedure pi voluminose; perdere la dinamicit, la creativit; diluire molti di quegli elementi che permettono a Gancio Originale di avvicinarsi con successo ai giovani e di essere addirittura da essi cercati. Acquisire una centralit in citt per comporter anche dei vantaggi: Gancio Originale ha lavorato per dare soddisfazione ai bisogni e alle aspettative di salute, con le risorse via via disponibili, ha garantito prestazioni di prevenzione e di cura, diventato uno strumento, un luogo a questo punto conosciuto e riconosciuto in cui, parafrasando ci che dice lOMS, si cerca di favorire un approccio globale alla persona che soggetto del proprio benessere, a maggior ragione se un giovane, un ragazzo che sta crescendo. Abbiamo avuto delle conferme e questo indubbiamente un vantaggio in termini di sicurezza e di conferma di quello che si sta fa-

cendo, e ci particolarmente importante se si considera che G. O si sempre posto in modo aperto, in interazione continua con un ambiente circostante che una entit che muta in continuazione e che costringe ad una continua revisione dei propri obiettivi. G.O. in questo modo ha potuto progettare azioni pratiche intervenendo nelle situazioni per modificarle con due soli punti di riferimento: lascolto attento e ladesione ai valori da cui si era partiti, che consistevano nel cercare di sviluppare, a partire da unistituzione pubblica, integrazione, sinergie con la scuola e le famiglie per migliorare lofferta di servizi per la salute. Larea , nella quale ci siamo mossi e ci muoviamo, quella cio della salute dellinfanzia, della preadolescenza, e dellet giovanile, non di poca difficolt. E unarea che solitamente emerge soprattutto quando si manifesta con le sue modalit pi esasperate e drammatiche, ma che in effetti richiede, pi che grandi strategie utili solo a descrivere il problema, unazione quotidiana, una serie di ganci che vanno lanciati nei luoghi di vita e di studio dei giovani. G.O si mosso per andare incontro alla realt, quella di tutti i giorni, quella fatta dai problemi, dai disturbi, dalle paure dei giovani e dei ragazzi che vivono e studiano a Reggio nel 2000. Come operatori ci siano posti in gioco in unarea fatta di disordine, molteplicit, variabilit; abbiamo rischiato, perch no, anche la nostra immagine personale, professionale con la sensazione a volte di non avere punti di appoggio o comunque con la fatica di doverseli continuamente ricreare: ne valsa la pena, siamo soddisfatti del lavoro fatto, dei riconoscimenti ottenuti, non solo a livello locale. Ringraziamo tutti i giovani che in questi 10 anni hanno lavorato con noi, ringraziamo chi ci ha dato fiducia e ha seguito il nostro lavoro, ringraziamo anche chi La Regione e la COOP Consumatori Nord-Est - ci ha dato in questi ultimi anni quei contributi economici che sicuramente ci hanno permesso di diventare pi grandi

e capaci; ringraziamo infine lAUSL di Reggio Emilia che ha saputo riconoscere il valore del nostro progetto e la Provincia che, con il convegno del 1995 ci ha permesso di riflettere sul significato che GO ha per i giovani e la citt.

Attivit di sostegno scolastico nelle e con le scuole medie superiori della citt

10

Un anno importante per gancio originale e i volontari del Bus Prof.ssa Patrizia Tomaselli Gli studenti del Bus, volontari di Gancio Originale, ricorderanno questo anno scolastico per limportanza e la ricchezza di momenti e di esperienze che ha offerto loro. Ricordo a settembre, tra i volti ancora un po impreparati al rientro tra i banchi, due o tre volontari dellanno precedente che mi fermano in corridoio e mi chiedono: Quando si inizia? oppure Io ho gi contattato il ragazzino con il quale facevo i compiti lo scorso anno. Sicuramente questo loro desiderio di riprendere lesperienza del volontariato stata la prova pi chiara del profondo significato che vi avevano dato. Da ottobre i volontari, a cui si sono aggiunte forze nuove e molto motivate, hanno ripreso appieno le loro attivit sia nei workshop presso alcune scuole medie, sia come volontariato individuale.

Questanno lattivit di Gancio Originale si arricchita di due momenti di verifica sulloperato dei volontari che ritengo siano stati molto utili e formativi. Infatti, allincirca verso la fine del primo quadrimestre, e poi al termine dellanno scolastico, sono stati organizzati, presso la sede del BUS, degli incontri tra i volontari e i referenti di gancio originale. In questi incontri i volontari hanno esposto i problemi, le difficolt, ma anche le soddisfazioni del loro impegno ed hanno trovato ascolto e comprensione. Assistendo a questi incontri, ho avuto modo di apprezzare la seriet e la dedizione con cui questi giovani affrontavano i problemi che li coinvolgevano molto da un punto di vista emotivo, ma soprattutto ho constatato la maturit delle loro risposte. Sono convinta della rilevanza di questi momenti di verifica e credo anche che si debba trovare il modo, allinterno del singolo Istituto, di diffondere presso un numero pi vasto di alunni lesperienza dei loro compagni che hanno fatto la scelta del volontariato. La nostra scuola ha vissuto questanno un altro momento forte in occasione della Giornata mondiale della salute mentale tenutasi il 7 Aprile 2001. I volontari del Bus hanno infatti presentato lesperienza di Gancio Originale allincontro che, in quelloccasione, si tenuto presso la Sala del tricolore e al quale partecipavano tutte le associazioni di volontariato operanti sul territorio. Nonostante levidente emozione, una rappresentante dei volontari del Bus ha esposto con molta naturalezza limpegno che si sono assunti e il senso di responsabilit con cui lo portano avanti. A conclusione dellanno scolastico, infine, un gruppo dei volontari del workshop presso la Scuola media Dalla Chiesa ha partecipato alliniziativa della IV circoscrizione Torrente in festa. In quelloccasione i ragazzi hanno allestito uno stand per la ven-

11

dita di magliette, candele ed altri oggetti realizzati nel workshop. stato un momento di festa e un modo per autofinanziare le attivit del progetto. Sicuramente, allora, un anno scolastico da ricordare per la quantit e soprattutto la qualit del lavoro svolto e uno stimolo per proseguire in futuro.

Il volontariato con Gancio Originale allIstituto Magistrale Matilde Di Canossa. di Prof.ssa Ornella Thibat Allinterno dellIstituto magistrale il volontariato ormai una realt consolidata, altamente educativa, che cresce ogni anno come numero di studenti partecipanti, e come variet di progetti. La collaborazione con Gancio originale questanno si arricchita su fronti e su obiettivi volti a una sempre maggiore qualificazione. In particolare lattenzione stata volta a: - ascoltare le disponibilit, i desideri, le proposte dei potenziali volontari per consentire loro di trovare una collocazione che rispondesse nel migliore dei modi alle loro attese e che quindi li mettesse in grado di dare il meglio di s l dove sarebbero andati ad agire; - operare, dove stato possibile, con il criterio della territorialit. I volontari sono stati sollecitati a partecipare ai progetti che consentissero loro di mantenere un legame, magari anche occasionale, ma pur sempre significativo, con i ragazzi del loro quartiere;

costruire situazioni di stages educativi in corso danno, in orario scolastico, con le realt in cui si svolgevano i wuorkshop; rispondere, con progetti ad hoc, a bisogni che si sono manifestati in situazioni specifiche. La nostra scuola sempre stata orientata su progetti che durassero tutto lanno scolastico: questanno invece, su precise sollecitazioni legate a bisogni emergenti stata sperimentata la formula su progetti pi brevi temporalmente, ma mirati sulla conquista di abilit determinate. Lesperienza si dimostrata molto proficua, perch ha consentito di fare del volontariato anche a quegli alunni che per una serie di motivi non avevano potuto partecipare ai progetti proposti a inizio danno; allargare la partecipazione alla formazione del maggior numero di studenti possibile. La ricchezza di proposte formative e la loro articolazione in conferenze, ateliers, seminari, formazione residenziale stata un momento di apertura al volontariato anche per coloro che nel corso dellanno non lo stavano svolgendo e ha visto anche la partecipazione di docenti, genitori, tutor, educatori che operano nella scuola. Tutto questo stato possibile grazie allattenzione costante e assidua dei coordinatori di Gancio originale, i quali, con tatto e professionalit, hanno saputo operare allinterno di una progettualit in cui bisogni e potenzialit di ciascuno si sono incontrati, creando legami di rispetto, di amicizia e di forte solidariet sociale.

12

Gancio Originale allIstituto Tecnico Agrario Statale A. Zanelli di Lorena Agazzi

Il Volontariato allIstituto Magistrale Matilde Di Canossa di Luana Pensieri e Margherita Cl

13

I volontari del liceo scientifico A. Moro : E la storia come andata a finire? di Francesca Fontanesi

tanto quello dei ragazzini ma anche quello di adolescenti. Dal confronto e dalla discussione in piccolo e grande gruppo emerge la creativit che in ogni singolo volontario, fonte di sperimentazione di nuove strategie per il raggiungimento degli obiettivi del progetto (per aiutarli fare i compiti, per aiutarli ad aumentare la fiducia in se stessi). Questo avvenuto attraverso tempi e motivazioni proprie di ciascun volontario, nel coinvolgersi progressivamente nella storia del gruppo. Il senso dellautenticit dellesperienza vissuta direttamente, viene sottolineata negli interventi stessi dei volontari durante lincontro finale. La parola agli studenti volontari del liceo scientifico A. Moro : A volte stato difficile fare i compiti; a volte arrivava l senza neanche mangiare, linsegnante dava dei compiti troppo pesanti, mi raccontava della sua famiglia e dei suoi amici, poi ho capito che quel momento non era importante solo per fare i compiti Bisogna usare la confidenza ma bisogna anche essere severi perch in apparenza questi bambini possono sembrare fragili ma in realt sono anche forti Sono stato costretto a studiare anchio la geografia: un parte la leggevo io e una parte luie cos Insieme accompagnamo un bambino con la sindrome di down in giro per

Il primo interrogativo espresso dagli studenti che ha inaugurato il momento finale di verifica e confronto delle attivit svolte presso Gancio Originale, ha riguardato linteresse per il finale della storia, che li ha compresi insieme ai ragazzini che hanno frequentato il gruppo per lapprendimento, per lintero anno scolastico 2000-2001. Ma alla fine sono stati promossi?, Che cosa hanno riferito gli insegnanti?, Come sta quel bambino che ha smesso di partecipare al gruppo? sono alcune delle domande che rappresentano in modo chiaro il senso di interesse e responsabilit nei confronti delle diverse storie dei bambini. La partecipazione ai romanzi familiari dei ragazzi ha permesso loro di sentirsi ancora pi protagonisti allinterno del percorso di crescita, non sol-

14

Reggio e ci divertiamo noi in fondo; gli insegnamo a non prendere i cd nel negozio cos e poi uscire senza pagare; quando capitato, subito ci siamo sentiti imbarazzati poi glielo abbiamo insegnato. Mi servito molto fare questa esperienza con il mio compagno per un sostegno anche morale. Siamo amici anche da prima non sempre facile tenerli poi non portavano sempre i compiti; poi con lintroduzione del torneo di calcio. ancora meno; per anche se non avevano i compiti aiutavano i compagni che stavano finendo, cos potevano iniziare prima i giochi V. aiutava i compagni come facevano i volontari, come se li avesse presi a modello: anche lui che normalmente a scuola e nel gruppo assumeva un comportamento provocatorio si permesso di poter essere buono L. riesce ad adattarsi meglio alle situazioni di apprendimento, sta pi attento; prima ci mettevo tre settimane per spiegargli la somma, poi D. migliorato la scuola non aiuta molto i nostri ragazzi, a volte non ci davano nemmeno una palla con cui giocare e poi i bidelli non ci aiutavano

Il fatto di stare fuori dal cerchio di discussione serviva a L. per attirare ancora di pi la nostra attenzione, che era una conseguenza anche del comportamento di emarginazione che alcuni insegnanti gli manifestavano nellatelier di cucina non dovevo prendere ogni cosa che loro mi chiedevano perch se avessi continuato a fare cos nel prossimo futuro li avrei svantaggiati; la mia presenza li rassicurava non tanto il mio aiuto pratico, perch altrimenti li avrei fatti sentire molto pi handicappati; non mi sostituivo a loro, non facevo le cose al posto loro ma gli spiegavo come andavano fatte nellatelier di cucina sono pi naturali rispetto a scuola in cui i ragazzi devono mostrare un aspetto pi legato agli apprendimenti noi abbiamo seguito due bambini tunisini; andavamo a casa loro significava anche conoscere la loro cultura e la loro famiglia. Per loro luomo pi importante della mamma; il loro pap era visto come pi autorevole. Cera un diverso atteggiamento della madre nei confronti del figlio maschio rispetto alla femmina la sorellina non aveva voglia di fare i compiti ma le piaceva raccontare della sua cultura e delle tradizioni tunisine; nel corso dellanno si instaurato un relazione di aiuto fra fratelli che allinizio non era presente

15

nei confronti dei bambini provenienti da diverse culture: bisogna inventare nuovi metodi di studio perch questi bambini hanno bisogno di muoversi e si distraggono facilmente.

assistiti con zelo, instaurando con loro rapporti di amicizia. La presenza di un volontario tedesco ha contribuito ad arricchire la conversazione anche sotto il profilo culturale. Gli alunni delle medie hanno complessivamente migliorato il comportamento, acquisendo capacit di autocontrollo e autodisciplina. Lesperienza stata altrettanto educativa per gli studenti del Moro.

Progetto di volontariato Gancio Originale al Liceo Scientifico Statale Aldo Moro Anno scolastico 2000-2001 di prof. Salsi Il sottoscritto Luciano Salsi, docente di storia e filosofia in questo liceo, ha partecipato al suddetto progetto prestando assistenza nellaula di disegno al luned pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30 (nella sede centrale) per un totale di 41 ore e mezzo, dal 20-1100 al 14-5-01. Durante questi periodi dodici ragazzi delle medie hanno svolto attivit di studio e ludicoricreative, ai fini del recupero scolastico e della socializzazione, con laiuto di una decina di studenti del Moro volontari. I ragazzi hanno frequentato con discreta assiduit, soprattutto da dicembre ad aprile, impegnandosi nellesecuzione dei compiti e nella preparazione delle lezioni, nonch in giochi manuali e intellettuali. Gli allievi del liceo li hanno

16

17

I workshop pomeridiani

18

gazzi finiscono ben presto col disturbare gli altri, poich non hanno pi nulla da fare. Buona regola allora allora pre\occuparsi, cio programmare per tempo attivit secondarie: che si affianchino alle attivit principali; che siano raggiungibili dai ragazzi che abbiano terminato lattivit principale; che risultino per loro utili e piacevoli. Programmare implica innanzitutto osservare i ragazzi in modo da comprendere quali possano essere le attivit e gli strumenti riabilitativi e didattici (giochi, libri, schede, etc.) per loro utili piacevoli; in secondo luogo sperimentare il loro utilizzo dopo averli disposti attentamente nel luogo in cui si svolge il workshop, fare una prima verifica dopo averne saggiato le qualit attrattive, ed infine istituirle, magari affrontando qualche piccola spesa. Avremo cos la compresenza, sulla scena riabilitativa, di molte opportunit che si aggiungeranno a quella che il gruppo delle tirocinanti e dei volontari avr programmato come attivit principale. Vediamo ora rapidamente come utilizzare il tutto: 1. nel momento iniziale, quello che avvia allattivit principale, occorre spiegare ad alta voce e con fare autorevole di che cosa si tratta a tutto il gruppo, nonch come intendete suddividere i vari membri del gruppo intorno ai tavoli; 2. allorch le attivit sono iniziate tutti i volontari e i tirocinanti devono stare attenti a che ogni membro del gruppo sia concentrato sul compito: qualora si notino segnali di disaffezione da uno o pi ragazzi non pi opportuno rivolgersi loro ad alta voce, ma avvicinarsi a coloro che mostrano difficolt di attenzione e concentrazione, assumere una postu-

Lavoro di gruppo nei workshop: attivit principale ed attivit secondarie di Leonardo Angelini, psicologo coordinatore Open G

Nellorganizzazione del lavoro riabilitativo dei nostri workshop spesso un momento di impasse dovuto al fatto che non tutti i nostri bambini e ragazzi problematici hanno gli stessi tempi di attenzione e concentrazione. Ci fa si che, se la nostra preoccupazione solo per la definizione dellattivit principale, e cio di quellattivit di tipo riabilitativo che noi ci proponiamo di svolgere in termini programmatici, tale attivit viene fortemente inficiata dal fatto che a un certo punto, e precisamente allorch i tempi di attenzione e di concentrazione dei pi veloci o dei meno motivati del gruppo cominciano a venir meno questi ra-

19

ra che vi permetta di parlare loro a bassa voce e usare larma del rinforzo positivo (che, badate bene, non significa adulazione). In questo modo vedrete che i tempi di attenzione di questi ragazzi aumenteranno gi visibilmente. 3. Allorch infine neanche il rinforzo positivo sar in grado di aiutare il ragazzo a mantenersi applicato al compito questa lora delle attivit parallele: esorterete allora il ragazzo ad avvicinarsi ad una delle opportunit che in precedenza avrete sistemato nel luogo del lavoro di gruppo e, se avrete fatto in precedenza delle buone scelte sul piano del reperimento degli strumenti delle attivit parallele, vi troverete di fronte ad una scena che dovrebbe essere la seguente: chi ancora deve terminare lattivit principale lo potr fare senza interferenze eccessive, coloro invece che avranno terminato si disporranno ai lati della scena in uno stato di applicazione in attivit secondarie ugualmente utili per la loro crescita psicologica. Se poi vediamo la situazione in termini dinamici e se sarete stati in grado di far comprendere a tutti i ragazzi la funzione delle attivit parallele potrete osservare, dopo un certo periodo in cui sar necessaria la nostra esortazione alluso di tali attivit, una sempre pi spontanea disposizione dei ragazzi a usare le attivit secondarie (che non un caso che vengano chiamate anche attivit parallele).

20

F. Se fossi un colore sarei il bianco perch indica speranza Lesperienza allIstituto Comprensivo del XI Circolo La scuola media Fontanesi Di Lorena Agazzi Ho coordinato il gruppo per lapprendimento istituito presso la scuola media Fontanesi dal novembre a giugno dellanno scolastico 2000/2001, questo ha per me significato il portare avanti unesperienza iniziata un anno primo come volontaria allinterno dello stesso progetto, avevo quindi il vantaggio di conoscere gi alcuni dei ragazzi con coi ho passato un anno di lavoro. Del gruppo, che si riunito nei pomeriggi del marted e del mercoled dalle 14,30 alle 16,30, hanno fatto parte 10 ragazzi (3 inserimenti sono stati fatti in febbraio), 4 maschi e sei femmine e 10 volontari che si sono suddivisi nei due pome-

riggi; nella conduzione del progetto ha con me sempre collaborato Francesca Melloni conducendo, sostenuta dai volontari, gli incontri del mercoled. Il gruppo che per et piuttosto eterogeneo si caratterizza per la presenza di quattro ragazzi frequentanti le classi terze. Lomogeneit di questo sottogruppo stato un fattore importante in quanto stato possibile affrontare a piccolo gruppo alcuni compiti scolastici e far condividere ai ragazzi, uno spazio di confronto rispetto ai temi del timore dellesame e della scelta della scuola per il prossimo anno scolastico, il potersi confrontare con i giovani volontari frequentanti le scuole medie superiori ha significato per questi ragazzi da una parte il sentirsi capiti nei propri timori e dallaltra ricevere informazioni rispetto a cosa succede nella scuola media superiore. Il gruppo che solo in febbraio ha trovato un assetto stabile (tour over dei volontari e aggiungersi di nuovi ragazzi), ha pian piano definito il momento dei compiti come pi redditizio se affrontato in maniera flessibile e definito in base alle esigenze dei ragazzi stessi, alcuni hanno infatti evidenziato lesigenza di uno spazio di lavoro silenzioso che permettesse una migliore concentrazione, in questo caso il volontario che seguiva il ragazzo uscito dalla stanza di accoglienza per poter lavorare in una seconda aula, altri ragazzi come evidenziato in precedenza hanno ritenuto pi utile, in accordo con i volontari che li seguivano, lavorare a piccolo gruppo. Lattivit del laboratorio che ha seguito i compiti stata oggetto di una programmazione condivisa fra coordinatrice, responsabile del mercoled, volontari e ragazzi ed stata scelta sulla base dei desideri e delle predisposizioni emerse in itinere (sulla base di uniniziale scelta dei possibili laboratori da attivare). Definire insieme le attivit si rivelato essere un importante momento di confronto sulle aspettative che ognuno di noi aveva rispetto al workshop ed ha significato anche

21

porre le basi per iniziare a percepirsi come gruppo di lavoro che da spazio al confronto fra le diverse parti, coordinatore, volontari e ragazzi e a nuove proposte se ritenute educative. Da un momento iniziale dove le attivit erano prevalentemente proposte dai volontari, il gruppo dei ragazzi delle medie passato ad una fase pi propositiva e produttiva: cartelloni per le feste di carnevale, maschere, richiesta di lavorare sul computer e di esibirsi con spettacoli di canto e danza. Dal marzo 2001 il gruppo ha iniziato a lavorare intorno alla preparazione-traduzione di una rappresentazione teatrale, la scena al balcone di Romeo e Giulietta, lavorare su questo testo ha permesso ai ragazzi di confrontarsi su di un tema pi volte accennato, quello della crescita e dellaffettivit, ci si cos messi tutti in cerchio e molti dei ragazzi si sono sentiti di esprimere le loro emozioni rispetto a questi temi coinvolgendo i volontari in alcune riflessioni: L. chiede ad un volontario: ma tu per conquistare una ragazza cosa fai? e R. visibilmente imbarazzato, ma felice di poter dare la sua risposta dice: Cerco di conoscerla meglio, di capire le cose che le piacciono, cerco di essere gentile , L. si rivolge ad una compagna: Se ti regalo una collana esci con me? e P. risponde: Non basta fare regali, pi importante che un ragazzo sia gentile, che ti sappia ascoltare ed S. aggiunge che non ti prenda in giro, N. se un ragazzo gentile bello anche un fiore e cos sulla base di quanto i ragazzi e le ragazze riescono a dirsi emerge quanto diventi importante uno spazio di confronto allinterno del quale figure educative possano accompagnare i ragazzi in questi processi di crescita; nellincontro successivo giocheremo con i ragazzi cercando di dare nome alle emozioni, sulla base del fatto che ci siamo resi conto di riuscire a dare un nome solo ad alcune emozioni, ma non bastano per descrivere ci che si prova.

Fondamentale stato coinvolgere nella programmazione i volontari sia perch si sono mostrati ricchi di idee originali, sia perch in pi di unoccasione hanno mostrato essere ottimi osservatori e sono stati il ponte attraverso il quale poter fare degli aggiustamenti in itinere rispetto ai laboratori proposti perch diventassero pi funzionali alle esigenze del gruppo. Alcuni di loro inoltre hanno in corso altre esperienze educative o di volontariato o stanno studiando per diventare operatori del settore, altri partecipano alle attivit di formazione proposte in itinere da Gancio Originale, tutti sanno offrire al gruppo la ricchezza data da esperienze personali diversificate; sempre sono risorse da valorizzare al meglio. Fondamentale inoltre la responsabilizzazione dei volontari rispetto limpegno che essi si assumono nel progetto, loro stessi si sono trovati in difficolt nel gestire alcuni pomeriggi a causa di assenze improvvise di compagni e hanno riportato il disagio di non poter seguire adeguatamente i ragazzi nelle attivit di sostegno ai compiti. Le attivit proposte a seguito del laboratorio compito dal nostro gruppo di lavoro sono state varie. Abbiamo organizzato laboratori di: pethwork sulle palline di Natale (una ragazza della scuola media ha portato una pallina creata dalla propria madre recuperando le doti artistiche di questa mamma); costruzione di oggetti mediante materiali riciclati (i volontari hanno recuperato presso REMIDA la possibilit di buttarci ognuno nella propria creativit : lalbero di Natale, lArlecchino del nostro carnevale, lacquario); espressione corporea (dalla danza, al canto, allaikido giochi di conoscenza (conoscenza e consapevolezza di s e del proprio corpo, rappresentazione di s nella relazione con laltro, dove ci si sente bene ? Lo stare nel gruppo lo stare fuori, la valorizzazione delle differenze) ;

22

computer (prove di traduzione del testo di Romeo e Giulietta). Per favorire la dimensione gruppale, si anche dato spazio a feste (torta per il Natale, Festa di Primavera - Pasqua, uscita per il pranzo a fine anno scolastico) Riflettendo con i volontari sullandamento dei laboratori abbiamo messo a fuoco che siamo riusciti a cogliere maggiormente limportanza del clima informale che si creava in essi, un clima che favoriva il gioco, ma anche il confronto sulle dinamiche di gruppo, tra i ragazzi iniziavano conversazioni pi intime ed in queste i volontari ed i conduttori venivano coinvolti, come figure che potevano avere maggiori informazioni, ma anche come amici con i quali si poteva parlare e dai quali si poteva ottenere rassicurazione; credo, insieme ai volontari, che questi siano i momenti dove davvero i ragazzi delle scuole medie riescono ad evidenziare la ricchezza dellessere il comunicazione con altri giovani di poco pi grandi di loro e che durante il percorso conquistano stima e fiducia. Durante lanno poi ho potuto incontrare gli insegnanti dei ragazzi per ridefinire gli obiettivi del progetto di alcuni di loro, questi incontri, come gli incontri svolti con altre agenzie educative che sul territorio interagivano con alcuni dei ragazzi inseriti nel whorkshop si sono rivelati utili perch le diverse figure educative che operano con lo stesso ragazzo potessero confrontarsi sullimmagine che avevano di esso e sulle immagini degli altri operatori. Agli incontri finali nei consigli di classe e con alcuni genitori, i volontari hanno partecipato portando la loro esperienza e ascoltando con attenzione il racconto che altre figure proponevano del ragazzo da loro seguito, personalmente ritengo particolare utile questo confronto che suggerisco di inserire gi allinizio dellanno, coinvolgendo i volontari negli incontri iniziali con gli insegnanti in riferimento ai ragazzi che essi seguono in maniera pi specifi-

ca, anche per dare ai volontari, sempre affiancati dal coordinatore, maggiori strumenti per poter lavorare con i ragazzi. Questa proposta che implica un prendersi maggiore responsabilit da parte del volontario, del coordinatore, degli insegnanti e della scuola nasce dallidea che percorsi come quello offerto da Gancio Originale con i suoi workshop debbano sempre pi dar vita a progetti condivisi in grado di promuovere spazi di confronto e di raccordo tra scuola, AUSL e altre agenzie educative, non utile che si abbia del gruppo un immagine distorta che lo accomuna ad un doposcuola invece indispensabile condividere gli obiettivi di progetti diversificati perch diversi sono i luoghi in cui sono attivati e diversi sono i bambini ai quali sono indirizzati. Il termometro di gradimento del workshop penso possa leggersi nella partecipazione alla festa di fine anno allo Zanelli, dove ragazzi e volontari si sono ritrovati in un territorio nuovo, orgogliosi di ritrovare gli elaborati dei loro laboratori appesi alle pareti, insieme al cartellone che indicava il loro nome BIG BANG e le loro foto e sui tavoli del salone centrale e pronti a ri-giocarsi nella relazione allinterno del loro gruppo ma anche con gli altri gruppi (partita di calcio). Mi sembra importante concludere questa relazione con alcune considerazioni fatte dai volontari che mi hanno accompagnata in questa ricca esperienza educativa ringraziandoli tutti per limpegno che hanno messo nel lavoro svolto, un ringraziamento particolare a Francesca Melloni, una vera risorsa territoriale che sta crescendo sempre pi allinterno di questa esperienza di volontariato : La mia aspettativa principale era di aiutare i ragazzi in modo che avessero voti sufficienti e passassero lanno poi ho affiancato F. e con me parla molto e mi espone i suoi problemi

23

Io ho imparato a stare assieme, in un gruppo Spesso non sono riuscito ad impormi o a trovare una soluzione valida, ho acquisito consapevolezza di non poter risolvere ogni problema ed ogni screzio tra i ragazzi, ho imparato a non vedere il ragazzo come qualcuno a cui insegnare, ma come una persona da cui imparare Abbiamo lavorato con la collaborazione di ognuno, ci siamo un po divisi i ragazzi e cos abbiamo instaurato un rapporto pi confidenziale Questo un bellambiente e nonostante venga per insegnare mi diverto Consiglierei questa esperienza perch insegna alcune cose che normalmente nella vita non si apprendono

Evoluzione del workshop alla scuola media inferiore a.s. Aosta di Maria Mori

Come psicologa tirocinante nellAUSL di Reggio Emilia sono succeduta alla dottoressa Anna Piffer nel coordinamento delle attivit svolte nellambito del Workshop della scuola media inferiore A. DAosta. Avendo cominciato il I semestre di tirocinio gioved 15 marzo ed essendo il gioved uno dei due giorni assegnati al WS, mi sono recata subito sul luogo in cui Anna e i ragazzi si trovavano, per rendermi conto della situazione in cui stavo per essere coinvolta. Sono rimasta unora, la loro seconda ora insieme, quella delle attivit ricreative, dopo i compiti. Essendo una realt nuova per me, in quellora ho accumulato troppe impressioni, osservazioni, informazioni, per poter avere un quadro chiaro e definitivo sia delle singole persone che avevo di fronte, sia dellinsieme del workshop. Mi sono, cos, lasciata tempo per capire tutto di volta in volta, a cominciare dallincontro successivo, marted 20 marzo 2001. Ho potuto partecipare finora a circa 20 incontri che mi hanno messo alla prova arricchendomi di esperienze e conoscenze nuove. Non ho un arco di tempo abbastanza lungo su cui basare confronti e constatazioni di cambiamento nei partecipanti. Posso solo riflettere su ci che ho visto in questi due mesi e ci che ho raccolto dalle parole di Anna, dal diario di

24

bordo che mi ha lasciato e dalle osservazioni di alcune volontarie veterane che partecipano a questo WS da uno o due anni. Mi sono trovata di fronte a ragazzi particolari e molto diversi tra loro che avevano, per, in comune disagi e difficolt nellapprendimento e/o nelle relazioni interpersonali; chi per eccessiva aggressivit e mancanza di autocontrollo, chi, al contrario, per eccessiva inibizione e insicurezza. Accentuano queste caratteristiche gli atteggiamenti di acting out tipici della preadolescenza ed adolescenza, accompagnati, in alcuni di loro, da influenze provenienti dalle culture dei loro paesi dorigine, trasmesse dalle famiglie. Ho notato, ad esempio, una necessit di dominare e controllare gli altri, anche con gesti di minaccia, come a dover valorizzare se stessi e il proprio onore da parte dei ragazzi di famiglie meridionali, pi che degli altri. Come se avessero imparato che vale ed degno di rispetto solo chi incute timore al prossimo, che non si fa mai mettere i piedi in testa e che pu contare sullubbidienza altrui. Questo, probabilmente, ci che pensano alcuni di loro, ma spesso, il loro comportamento portato alleccesso perch deve compensare vissuti di inferiorit o inadeguatezza dovuti agli insuccessi scolastici e relazionali causati da carenze nelle conoscenze di base, mancanza di motivazione e a carenze affettive. Ho trovato ragazzi assetati di attenzione, perch trascurati o incompresi, che la richiedevano ognuno a modo suo: Gennaro, ad esempio, con scene di disperato autolesionismo o drammatico vittimismo, mentre Gaetano con azioni tese a fare pi rumore possibile accompagnate da versi e insulti o parole gridati. Negli ultimi tempi, mentre non molto migliorata la situazione comportamentale di Gennaro, ho notato una certa ma-

turazione in Gaetano. Ha, infatti, mostrato molto pi frequentemente comportamenti di autocontrollo, partecipazione alle attivit proposte, soprattutto di cucina, in cui lo coinvolgevo molto notando una sua abilit, ma soprattutto capacit di dialogo quando ben disposto e stimolato. Ho avuto conferma di un leggero cambiamento nel comportamento di Gaetano anche da Daniela, una delle volontarie che viene gi per il secondo anno. Dal diario di Anna emergono ricordi di giornate tranquille e positive cos come di giornate pesanti e difficili a causa dellinsieme sempre diverso di umori e di azioni e reazioni che si vengono a creare. Cos stato anche in questi ultimi due mesi: giorni produttivi, divertenti, piacevoli, anche se stancanti per me che volevo avere cento occhi e mani per seguire tutti, ma anche giorni carichi di aggressivit, negativit, chiusura da parte di tutti, volontari e me compresi. Ognuno porta l dentro gli strascichi della vita familiare, affettiva, extraworkshop, che sono talvolta belli, talvolta brutti ed difficile controllarli ed elaborarli sempre in modo efficace in un gruppo disordinato e scatenato come questo. Nonostante tutte le difficolt, le apparenti rotture e i tentativi di fuga, i ragazzi sono sempre venuti di propria volont, mostrando, anzi, un malcontento generale per la sospensione degli incontri dovuta alle vacanze estive. Soprattutto alcuni, come Antonio, Gennaro, Gaetano, Ilias, sempre presenti in questi due mesi, avrebbero voluto continuare a trovarsi , nonostante mi dessero spesso limpressione di non apprezzare le attivit proposte e soprattutto lora dei compiti. Cosa pu indicare questo, se non che il Workshop per loro un momento di incontro e scambio importante e positivo?

25

Da quando ho cominciato io la conduzione solo un ragazzo, Massimiliano; ha smesso di partecipare, dopo alcuni incontri, ma era entrato dopo nel gruppo e mai con grande voglia. Ritengo importante sottolineare che il cambiamento di psicologa responsabile del workshop avviene a pi di met dellanno scolastico e di conseguenza della formazione del gruppo. Questo non pu che provocare una certa confusione di ruoli e di riconoscimento di autorit da parte dei ragazzi verso le psicologhe che da una diventano due per un certo periodo. Mettono subito alla prova quella nuova e si comportano come se avessero di fronte due genitori invece che un capo e una guida. Quando si tratta, ad esempio, di chiedere il permesso per fare qualcosa, si rivolgono prima ad una delle due e, se ricevono risposta negativa, tentano anche con laltra. Poich talvolta io e Anna non avevamo la stessa idea su alcune richieste o comportamenti, reagivamo in maniera diversa, anche a causa, naturalmente, di personalit diverse, e questo credo creasse una certa ambiguit nei comportamenti da seguire allinterno del gruppo. Il periodo del cambio di coordinatrice stato piuttosto critico perch io dovevo calarmi nel ruolo e Anna doveva continuare a darmi una mano lasciandomi contemporaneamente spazio sufficiente per prendere in mano le redini. A complicare le cose, i ragazzi, hanno approfittato del momento per andare a briglia sciolta diventando spesso difficili da controllare e spesso impertinenti e ribelli. Attribuisco, per, la loro agitazione e assenza di alcuni anche allavvicinarsi della bella stagione che risvegliava la voglia di muoversi, sfogarsi e stare allaperto. Ritengo che la presenza dei volontari, anche se molto giovani, direi quasi coetanei dei ragazzi del WS, e piuttosto ine-

sperti e privi di teoria psicologica, sia molto utile; in primo luogo perch rappresentano dei modelli, degli esempi di condotta per lo pi sani e giusti, che i ragazzini tendono ad apprendere ed interiorizzare (anche inconsciamente). In secondo luogo contribuiscono ad organizzare e svolgere le attivit del WS. In generale sono convinta che ci si possa attendere dei risultati positivi nello sviluppo psicosociale di questi ragazzi, anche se, forse, solo a lungo termine.

26

Due ore con i Piccoli Diavoli di Daniela Castellotti Cos si autoproclamato il gruppo di ragazzini, frequentanti la scuola media Amedeo DAosta, con cui esercito le mie due ore di volontariato nel workshop. Sono una casalinga, moglie e madre di un bimbo di dieci anni, che desiderava dedicare un po del suo tempo libero a dare qualcosa di s a qualcuno che ne avesse bisogno, non facente parte dei familiari. Perci lanno scorso, grazie ai suggerimenti, alle informazioni ed ai consigli di unamica, sono entrata a far parte di Gancio Originale. Finalmente anche un piccolo spazio tutto mio, in cui uscire dai ruoli tradizionali e quotidiani e sentirmi soltanto una persona nella societ. Allinizio ero un po confusa ed ho incontrato diverse difficolt a capire veramente la figura del volontario e ad entrarvi. Nella prima ora dedicata allo studio ed ai compiti assumevo la parte di insegnante, con tutta lautorevolezza e la severit che competono, per poi continuare nel ruolo di educatrice nelle attivit ricreativo-educative, che occupavano lora successiva. Ero convinta che fosse importante solo dare loro delle regole e migliorarne il rendimento scolastico.

Certo, in questo modo, ottenevo risultati sotto quel profilo, ma la mia popolarit era un po scarsa, non mi sentivo molto accettata. Ai loro occhi apparivo, forse, solo come uninsegnante di sostegno, un po pretenziosa che proseguiva soltanto il loro orario scolastico, fuori dalla classe. Cos non andava certo bene. Ho riflettuto a lungo, ho fatto un piccolo esame, ho letto qualche articolo dei fascicoli di Gancio Originale, ho ascoltato i consigli della dottoressa Cantini e soprattutto ho osservato molto gli altri colleghi con pi esperienza di me. Finalmente mi sono resa conto che lo scopo del volontario principalmente aiutare questi ragazzini, che normalmente vivono disagi e malesseri in condizioni di non accettazione o addirittura di vera e propria emarginazione allinterno e allesterno della scuola, a sentirsi meglio. Come? Aiutandoli s nei compiti, ma con maggiore tolleranza rispetto ad un insegnante, infondendo loro fiducia, spronandoli e incentivandoli, senza uneccessiva severit nei casi di estrema svogliatezza e applicando qualche regola per moderare la loro ingestibilit e trasgressivit (modalit loro per attirare lattenzione altrui). Ho cercato di farli parlare, con estrema difficolt, per capire un po meglio la loro storia personale, le loro opinioni e, soprattutto, per instaurare non solo un rapporto di comunicazione, ma anche un vero e proprio scambio affettivo. Ho provato dapprima a rispettare e poi ad aumentare un pochino i loro tempi di concentrazione, relativamente scarsi in ogni attivit. Mi sono sentita pi umile io e ho ridotto le aspettative nei loro confronti. Certo i risultati non sono stati cos evidenti e spesso ho provato sensi di frustrazione ed inutilit, ma ho ugualmente av-

27

vertito la sensazione che qualcosa di positivo, in questa loro confusa disorganizzazione e apparente disinteresse, nellessere e nel comportarsi scaturito. Forse a parte i piccoli miglioramenti nel loro rendimento scolastico, accentuandoli, dando loro un po di calore, io e gli altri volontari abbiamo contribuito ad aumentare la loro autostima e fiducia in se stessi, rendendolo leggermente pi gestibili. Da parte mia le soddisfazioni maggiori sono state quelle di sentirmi pi gradita, di avere avuto manifestazioni di affetto e finalmente di riconoscimento come volontaria.

28

me, alcuni non si conoscevano neanche, ma si vede subito che qualcosa li accomuna. Si confrontano sulle materie scolastiche, sui professori, sulla fatica di studiare e su quello che faranno dopo. E un modo per sapere di non essere soli, di condividere la stessa et, di aprire la loro mente ad altre esperienze. Alcuni di loro stupiscono, arrivano a piacerti, tanto; allora bisogna dirglielo, fargli sapere che sono apprezzati, e non stancarsi mai di ripeterlo; ci ripagheranno non stancandosi mai di venire, anche quando il giorno dopo hanno la mattina pesante a scuola.
I genitori

Da coordinatrice a volontaria Il mondo gelato workshop alla scuola elementare Don Milani di Silvia Arlini
I bambini

C una mamma, alla don Milani che, durante tutto lanno, mi ha informata dei progressi del figlio, sia a scuola sia in altri campi, mi portava le ricette mediche, le schede di scuola; mi ha permesso di condividere i successi del figlio, anzi, ha voluto fortemente che li condividessi, per ringraziarmi. Lei non sa, probabilmente, di essere stata fonte di soddisfazione per me, avrei dovuto dirglielo
I bidelli

I bambini si sperimentano diversi da quello che sono abituati ad essere. Arriva una mamma e mi dice: F. non ha molta voglia di fare i compiti, se ne accorta, vero? Io mi volto, cerco con lo sguardo il figlio della signora e penso Magari non suo figlio quello, mi sono sbagliata, ma allora, di chi sta parlando? Voglio dire, da noi F. non vede lora di incominciare, non vede lora di sedersi e avere unora di tempo di L., la volontaria. L. tutta per lui, o quasi, al massimo la divide con un altro bambino, se L. non viene una domanda dopo laltra per sapere perch, dov, cosa sta facendo
I volontari

Cosa centrano i bidelli nel work-shop? Beh, di fatto cerano anche loro nei nostri pomeriggi, ci hanno accompagnato redarguendo i bambini, fornendo loro la palla, facendo da messaggeri per la scuola, pulendo dove noi avevamo lasciato i segni del nostro passaggio. Ebbene, alcuni pi disponibili, altri meno, limportante convivere serenamente, loro non sanno cosa facciamo e non sanno quali bambini abbiamo, facciamoglieli conoscere, facciamo loro capire che il caos parte delle nostre giornate, e diciamogli il perch; possibile che diventino nostri alleati, alcuni lo sono gi, meglio di averli come rivali!
Le coordinatrici

Sono tanti, frequentano scuole diverse, ma tutti hanno scelto di regalare un po del loro tempo, e si ritrovano insie-

Scrive una ex coordinatrice che ha terminato lanno da volontaria, e da volontaria abbastanza assenteista, per motivi seri, certo, ma pur sempre assenteista.

29

Come stato: intanto una riscoperta del work-shop, sollevata dalle responsabilit del coordinamento, ho avuto lopportunit di dedicarmi unicamente ai due bambini che avevo cercato di seguire dallinizio dellanno, e loro si sono accorti che la mia attenzione era su di loro; e non pi su di loro, sul rumore, sui giochi, sui pennelli, sui problemi di tutti, sui bidelli Poi una grande tranquillit, un momento in cui facevo qualcosa per gli altri perch faceva piacere a me, quindi un circolo di dare e avere; loccasione di creare rapporti con i volontari, di diventare loro amica. Dulcis in fundo, la nota negativa. Sono stata una volontaria troppo calma, troppo ripiegata verso ci che mi piaceva, mi mancata la visione sul gruppo, non ho pi cercato di fare qualcosa per il gruppo, per esempio riempire i momenti vuoti, richiamare il silenzio quando si stava esagerando. Quanto ho scritto non per giustificarmi agli occhi degli altri n, tantomeno ai miei, ma per invitare ad una riflessione: probabilmente mi sono trovata nella stessa situazione della maggior parte dei volontari, bravi, attenti, ma centrati solo sul proprio compito. Credo che il cammino, non facile n breve, da fare con loro, sia accompagnarli verso un maggior senso di responsabilit, utilizzando come strumento operativo il loro coinvolgimento nelle attivit, facendoli proporre in base alle loro (tante) capacit. Sono convinta che questo inviterebbe i nostri volontari ad una maggiore costanza nella presenza, perch toccherebbero con mano lindispensabilit dellesserci, per le coordinatrici e per i bambini.

30

Sei mesi di Workshop alla Scuola Elementare Don Milani di Maria Elena Curti Il 15 marzo di questanno ho iniziato una esperienza per me del tutto nuova e particolare che mi ha suscitato diverse sensazioni tra loro contrastanti. Sto parlando della mia partecipazione in quanto psicologa tirocinante al Workshop pomeridiano della scuola elementare Don Milani. Ricordo di avere iniziato questa avventura il primo giorno del mio tirocinio e limpatto con questa nuova realt stato molto forte. La prima emozione che ho provato stata di paura, forse per linesperienza e anche per tutta quellenergia che emanavano i bambini che mi sembrava difficile da gestire. Questa prima reazione stata accompagnata fin dallinizio e poi rapidamente sostituita da una attrazione verso questa situazione.

Mi rendevo conto che cera tanto che si poteva fare in questo contesto, sia per i bambini, sia per i volontari e non ultimo anche per me. Mi sono sentita responsabilizzata e forse quindi un po pi adulta e inoltre stimolata a trovare soluzioni agli eventuali problemi che mi si presentavano durante lattivit di coordinatrice. Ho sentito una spinta a volermi migliorare e a migliorare i ragazzini che partecipavano al WS. Talvolta mi sembrava di non fare abbastanza e mi sono sentita un po insoddisfatta, altre volte ero pi serena e tranquilla e gratificata anche da piccole cose che possono a prima vista apparire banali ma che per me erano importanti. Mi sono resa conto in breve tempo che tutto ci che accadeva durante quelle due ore e con questo intendo anche i momenti pi difficili faceva parte di una esperienza condivisa molto utile che ha fatto imparare qualcosa a tutti noi che partecipavamo. Mi ha fatto piacere aver avuto la possibilit di relazionarmi anche con le famiglie dei ragazzini e credo che questo aspetto del nostro operato sia ugualmente importante. La partecipazione alla festa di fine anno dei Workshop proprio di coloro che pare abbiano pi difficolt di integrazione a causa del contesta socio-culturale al quale appartengono o per il fatto di essere extracomunitari ha rappresentato un successo perch sta a significare di essere finalmente arrivati in qualche modo anche a loro. Ogni miglioramento sia piccolo che pi evidente che notavo nel gruppo e nei singoli bambini e in certi casi confermato anche dalle maestre, mi ha dato una grande soddisfazione e infuso fiducia in quello che stavo facendo, in me stessa e nel tipo di iniziativa e una nuova carica per quello che ancora c da fare.

31

Ricordo con piacere lesperienza in laboratorio multimediale, dove con molta umilt mi resi disponibile ad insegnare a tutti come giocare al computer. Si rivel un binomio di soddisfazioni e dunque una buonissima riuscita delliniziativa. Ringrazio moltissimo, prima di tutto i bambini, che come dice Antoine de SaintExupery, mi hanno dato lopportunit per ricordare la mia infanzia e Gancio Originale cui porgo la mia disposizione per lanno prossimo ed un sincero augurio di Serene Vacanze.

Lopportunit di ricordare linfanzia di Giulio Serri Lavorare con Gancio Originale stata unesperienza piena di soddisfazioni e di dinamicit. Ho iniziato a fare il volontario a gennaio, in una scuola elementare della citt: la Don Milani situata in Via Ghandi. Le prime settimane sono state le pi difficili: non conoscevo bene i nomi dei bambini ma soprattutto i loro caratteri ed essendo lultimo arrivato dovevo nello stesso tempo ambientarmi con il gruppo dei volontari. Passati questi momenti, che vedo gi lontani, lesperienza divenne sempre pi significativa. Il bello di tutto questo, consisteva nel tornare a casa maggiormente arricchito. Ogni bimbo con il proprio carattere, il suo personale modo desprimersi mi rendeva sempre pi soddisfatto per ci che stavo facendo per lui.

32

Un grande gruppo: workshop alla scuola media Dalla Chiesa di Luana Pensieri

Nelle situazioni precedenti, quando ero stata volontaria o coordinatrice-tirocinante cera sempre qualcuno a cui potevo rivolgermi in caso di bisogno, per stabilire una strategia di intervento, ma questanno alla Dalla Chiesa ero sola. Allinizio questo mi spaventava un po, non tanto per il gruppo di ragazzini, ma per il gruppo di volontari perch non mi sentivo in grado di coordinare ragazze, ormai grandi, con loro idee, desideri e consapevolezze. Mi sembrava di andare contro la loro libert di espressione. In realt il gruppo di volontarie (11 in tutto) era costituito prevalentemente da volontarie minorenni, che non avevano mai avuto esperienze con Gancio Originale, di loro solo quattro, due minorenni e le uniche due maggiorenni, avevano gi lavorato in un Workshop. Il tempo mi ha permesso di conoscerle meglio, di vedere in loro il desiderio di farsi guidare e attraverso degli strumenti mediatori come la programmazione e il Diario di Bordo sono riuscita ad assumere quel ruolo da me tanto temuto. Senza il loro aiuto per non sarei mai riuscita a raggiungerlo, e nemmeno a portarlo avanti fino alla fine. Un ringraziamento particolare lo devo alla volontaria Melissa Scolari che nel periodo tra novembre e dicembre ha coordinato, insieme ad Elisa Bacchelli, le attivit in uno dei due pomeriggi del Workshop.

La scuola media C.A. Dalla Chiesa stato uno, fra i primi istituti ad ospitare il Workshop di Gancio Originale. Diventare coordinatrice di una tradizione simile stato per me importante e carico di emozioni. Era anche la prima volta che mi trovavo a coordinare sola la situazione pomeridiana, e senza saperlo stavo imparando a prendere le decisioni, assumendone le responsabilit ed essendone pienamente consapevole.

I primi momenti: la selezione del gruppo La selezione del gruppo dei ragazzini stata eseguita dalla Dott.ssa Margherita Cl, referente per le scuole della quarta circoscrizione. I ragazzi che componevano il gruppo lanno precedente sono stati ricontattati, ma solo tre hanno riconfermato la loro presenza, anche perch gran parte di loro lanno

33

scorso era in terza e con lesame aveva salutato la scuola media per quella superiore. I componenti del Workshop venivano scelti dalla Dott.ssa Cl tra i candidati proposti dalla scuola per formare un nodo di persone che riuscisse a lavorare insieme. A conclusione dei colloqui di conoscenza dei ragazzi si costruito un elenco di dodici bambini, dei quali frequentavano regolarmente in sette/otto. Ci siamo trovati di fronte a soggetti molto diversi tra loro, due ragazzini di terza, stranieri con grosse difficolt comunicative, quattro ragazzini di prima media, e tre di seconda con una scarsa maturit emotiva e grosse lacune dal punto di vista scolastico, una ragazzina di quinta appena arrivata dal sud che allinizio faceva fatica anche a esprimersi in italiano, e due ragazzini dellanno scorso con difficolt di socializzazione. Questa variet di problematiche ha reso difficile il raggiungimento di risultati immediati di inserimento. Soprattutto i primi due mesi (novembre e dicembre 2000) lobiettivo di integrazione era ostacolato anche dallalternarsi di due gruppi diversi di volontari e coordinatori, che pur cercando di comunicare fra loro creavano, inevitabilmente, momenti e spazi diversi.

Noi nella scuola media Dalla Chiesa In questi anni nella scuola media C.A. Dalla Chiesa ci sono stati diversi cambiamenti a livello dirigenziale, e ad ogni nuovo preside era necessario spiegare la nostra presenza; punto di riferimento per lattivit di Gancio Originale da anni la vicepreside Magda Cerlini, che si resa disponibile per tutte le nostre proposte. Nonostante la sua disponibilit, capitato a volte di non avere a disposizione un luogo dove stare negli orari stabiliti. Tale inconveniente stato col tempo risolto grazie ad una attenta collaborazione fra il gruppo Workshop e gli operatori scolastici e alla continuit delle figure di riferimento. Lo scollamento fra scuola e Workshop era probabilmente causato anche dal rapido turn over dei tirocinanti che si susseguivano nella conduzione del gruppo, e dal personale ausiliario che non era sempre lo stesso. Questanno, grazie alla continuit delle persone presenti nella scuola e della coordinatrice, si sono costruite relazioni pi stabili, che hanno portato ad una maggiore armonia del gruppo dentro la scuola. Noi nella casetta del Workshop Il gruppo del Workshop era composto da 12 bambini iscritti, e da 11 volontarie, tra le quali soltanto due erano maggiorenni. Da anni ormai il Workshop vive allinterno di una casetta, adiacente alla scuola, divisa in stanze idonee ad ospitare diverse attivit. La suddivisione degli spazi ha agevolato molto il nostro lavoro, soprattutto durante lattivit didattica, perch dividere fisicamente i bambini si dimostrata unarma vincente per combattere la distrazione e la confusione. Ma luoghi diversi erano utili anche nei momenti in cui si volavano fare attivit creative differenti.

Gennaio 2001, finalmente insieme. A gennaio 2001 ho avuto la possibilit di coordinare entrambi i pomeriggi, dando una maggiore continuit al nostro operato. Due strumenti importanti, che mi hanno aiutato nel lavoro organizzativo, sono stati la programmazione (aggiornata di mese in mese) e il diario di bordo (vedi capitolo Diario di Bordo della Dalla Chiesa), scritto da tutte le volontarie, giornalmente.

34

Lo spazio pi amato dal gruppo della Dalla Chiesa era sicuramente la cucina che ci ha visti per molti pomeriggi ad armeggiare tra i fornelli per realizzare torte (la pi gettonata era la torta al cioccolato), pizza, focacce, fino allultimo giorno (29 maggio), giorno in cui siamo rimasti a pranzo a scuola per mangiare dei buonissimi spaghetti alla carbonara a suon di musica e di chiacchiere. La cucina stata protagonista di avventure che si chiamavano dolci o stuzzicherie salate, avventura che ci vedevano indaffarati tutti, ragazzini e volontari. In cucina, per la prima volta ho visto occupati nella realizzazione di qualcosa anche i bambini pi piccoli e dispettosi, e ansiosi di mettere in pancia il risultato finale. Sempre sui fornelli abbiamo dipinto coi nodi tante magliette e tante calze da ginnastica di spugna, bagnandole nellacqua bollente colorata. Altro spazio molto quotato era il cortile interno che ci ha visto giocare a calcio, pallavolo, pallasino e torello, che ci ha visto festeggiare il carnevale nella battaglia dei coriandoli e che diventava protagonista quando cera il sole. Le altre stanze hanno, invece, ospitato giochi, e laboratori come la creazione del sale colorato e dellarcobaleno nelle bottigliette, degli antistress con la farina e i palloncini, della pasta sale e delle mille forme che si potevano fare. Noi del marted Al marted eravamo in cinque volontarie, un numero di ragazzini che variava dai quattro ai dieci ed io. Tutte le volontarie avevano gi esperienza di conduzione di gruppi di bambini, due, Gessica ed Erica le ragazze del Blaise Pascal, in altri Workshop con Gancio Originale, le altre tre Maddalena, Lucia e Cecilia del Liceo Moro in situazioni di catechismo. La loro energia ha sempre sostenuto il gruppo nel migliore

dei modi e se anche non eravamo sempre tutte presenti il buon lavoro dquipe era efficiente. Noi del gioved Al gioved le volontarie disponibili erano sei anche se il numero pieno difficilmente era raggiunto. Il numero dei bimbi oscillava sempre tra quattro e dieci. Lquipe delle volontarie al gioved ha trovato maggiori difficolt di integrazione, anche perch due delle volontarie Melissa ed Elisa, del Blaise Pascal, ormai veterane, dopo avere gestito per tre anni i gruppi di Gancio Originale, si sentivano padrone della situazione mentre le altre ragazze Nadia, Alessia, Linda e Camilla erano alle loro prime esperienze e la collaborazione fra le due parti ha avuto bisogno di tempo, di scoprire interessi comuni, di conoscersi meglio. Noi, le feste e gli ospiti Per la festa dei Workshop noi, gruppo della Dalla Chiesa, abbiamo anche trovato un nome, formalizzando cos la nuova identit di gruppo maturata col tempo: Dragon! Questo nome era stato disegnato su un cartellone di foto e rappresentato con splendidi dragoni disegnati dai ragazzi che si erano impegnati a finire entro il 24 maggio. Diverse sono state le feste organizzate: per Natale, Pasqua, Carnevale, abbiamo fatto festa nella nostra casetta, cucinando torte, portando bevande, musica e giochi, salutando i compiti, ma cosa strana alle feste partecipavano tantissime volontarie ma pochi bambini, utilizzando il pretesto della festa per poter stare a casa; il 24 maggio stata organizzata la festa di tutti i Workshop, presso listituto tecnico agrario Zanelli di Reggio Emilia, e insieme abbiamo partecipato alla gran festa; alcuni ragazzi ci hanno raggiunto in bici accompagnati in

35

scooter dalle volontarie, altri mi hanno seguita sullautobus, per festeggiare insieme ai tantissimi altri; 29 maggio 2001, il pranzo del Workshop: una carbonara un po collosa, lo gnocco e la torta e tante bibite da bere e adesso? Chi ha voglia di fare i compiti? 10 giugno abbiamo partecipato alla festa per linaugurazione della camminata lungo Crostolo, che da Reggio citt (Parco delle Caprette) arriva fino al Casale di Rivalta. (vedi capitolo Dulcis in Fundo). La nostra dimora ha inoltre ospitato: una delegazione di educatori di Cuneo, ospitata da Gancio Originale, che sono per arrivati in un pomeriggio in cui molti bambini non hanno partecipato al Workshop; un pomeriggio, invece, ci hanno fatto visita Roberta e Monica, due tirocinanti di Gancio Originale che stanno facendo una ricerca sul volontariato, che ci hanno fatto tante domande interessanti. Le parole dei ragazzi Lultimo giorno della nostra avventura abbiamo fatto scrivere ai ragazzi cosa era piaciuto loro e cosa, invece, non avevano gradito del Workshop, di questa officina di riparazione che ci aveva occupato cos tanto tempo in tutto lanno scolastico e queste sono state le risposte: Mi piaciuto perch ti spiegano tutto quello che non capisci, perch facciamo dei giochi e qualche volta la pizza, la pasta sale, ecc. Dal 1 giorno che sono arrivata abbiamo fatto dei compiti e dopo abbiamo giocato. Mi dispiaciuto che il giorno della festa del Workshop, quando siamo andati allo Zanelli e ci siamo divertiti, io non cero. Mi piaciuto perch ho conosciuto nuove persone e ho fatto nuove amicizie molto simpatiche, che mi hanno aiutato a fare i compiti migliorando da tempo a tempo! Quando face-

vamo cucina, facendo le torte ecc. ci divertivamo tantissimo! Mi piaciuta la pasta sale, pitturare, fare la sabbia colorata, ma non mi piaciuto disegnare e fare i compiti. Mi piaciuto conoscere nuove persone, cucinare, giocare con la palla, ma non mi piaciuto fare i compiti, scrivere o quando sgridavano. Cose che mi sono piaciute: quando abbiamo colorato le magliette, quando abbiamo fatto il pranzo, quando come oggi gioved non ho portato i compiti e non li devo fare. Cose che non mi sono piaciute: quando abbiamo fatto i compiti, dei giorni dove venivo solo io al Gancio ed ero solo. A me mi un gioco un gioco e un compito, io pensavo solo a studiare! Sono ragazzi che allinizio erano molto distanti, per et, per problemi e per interessi. Nel periodo di fine gennaio 2001 si potevano individuare almeno sette sottogruppi: uno formato da tre bambini di prima media, infantili nei loro comportamenti, molto uniti anche da percorsi scolastici precedenti, con grosse difficolt di apertura verso lesterno; uno formato da due fratelli (maschio e femmina) stranieri da poco in Italia, con grosse difficolt linguistiche ma gi in et adolescenziale; due ragazzini riuniti dopo la separazione causata dalla bocciatura di uno dei due; un altro ancora che riuniva due ragazzine, in et adolescenziale che mostravano un forte bisogno dascolto; ed infine tre ragazzini isolati: una che ha partecipato solo un giorno, uno che venuto tre giorni e lultimo che si divideva fra noi e il G.E.T., un veterano del Workshop della Dalla Chiesa, che per, questanno, ha fatto fatica ad inserirsi nel nuovo gruppo, completamente mutato rispetto allanno scorso. Non riuscito a trovare nel nuovo ambiente delle attrattive abbastanza forti da creare delle relazioni importanti.

36

Il gruppo comunque cresciuto e queste distanze cos marcate, col tempo, si sono dissolte. La frequenza dei ragazzi non era costante ma ci si trovava sempre almeno in quattro o cinque. Lultimo giorno ci siamo salutati con un regalo di buona estate. Buone vacanze a tutti! Dulcis in fundo: inventiamoci banchettari La quarta circoscrizione ha organizzato, per domenica 10 giugno 2001, una festa per linaugurazione della camminata lungo il torrente Crostolo che parte dal Parco delle Caprette a Casale di Rivalta, e per questa circostanza ci ha invitato a partecipare come Gancio Originale. Linvito era rivolto ai ragazzi e ai volontari, unopportunit di vivere il territorio insieme. La proposta era quella di allestire banchetti espositivi al Parco di via Fucini, con tutti i prodotto creati nei Workshop della quarta circoscrizione. Volontari e ragazzi hanno colto al volo loccasione chiedendo di fare una giornata dedicata solo ai laboratori per poter riempire di colori e fantasia quei tavoloni a nostra disposizione. Con questo obiettivo abbiamo coinvolto la vice preside e la scuola che ci ha finanziato il materiale occorrente e con la cera, i colori, le magliette, lacqua calda, tanti bicchieri diversiecc., abbiamo creato, giochi di equilibrio sui fornelli, cera che bolliva, acqua bollente che colorava ed ecco! Il risultato: tante magliette e calze di spugna colorate a chiazze verdi, rosse, blu e viola, tante candele, antistress, ecc. Finalmente domenica! Siamo pronti ed festa, lappuntamento per le 10.00/10.30 a Reggio al Parco in via Fucini, insieme agli altri Workshop, imbandiamo il banchetto e aspettiamo, ma ahim non passa tantissima gente e il no-

stro lavoro, pur essendo apprezzato, rimane per la maggioranza nelle nostre mani. E i volontari beh si dimostrano splendidi come sempre e si offrono di restare nel parco anche al pomeriggio un ringraziamento particolare ai volontari.

37

01/03/01 Ben arrivato Marzo. Il carnevale ha decimato un po il gruppo x insieme (quattro volontari e quattro bambini abbiamo realizzato una torta e mangiata sempre insieme bellinizio! Luana P.S. hanno partecipato anche D. L. e A. S.

06/03/01 oggi ho aiutato A. e Y. a fare i compiti. Sono rimasta delusa dal fatto che, soprattutto A., non abbia capito che io volevo aiutarlo e mi ha considerato un peso. Erica Sono andata in biblioteca con R. e mi ha fatto piacere vedere come lei si fidasse e chiedesse il mio consiglio. Dopo ho fatto i compiti con A. e mi sono rattristata un po vedendo che lui non mi ha ascoltata. Gessica Oggi stata una giornata abbastanza pesa, un po perch ero stanca io e un po perch i bambini non collaboravano completamente. Speriamo in una giornata pi positiva il prossimo marted. Cecilia e Maddy 08/03/01 Oggi sono un po stanca, per abbiamo fatto la pasta di sale e fare lartista mi ha tirata su. stato bello perch tutti sono stati coinvolti e abbiamo fatto tante formine. Sono contenta anche perch A. ha capito bene i compiti!! Nadia

38

oggi andata bene, sono riuscita a fare amicizia con s., abbiamo fatto i compiti ed stato molto bello! oggi abbiamo lavorato tutti serenamente! camilla festa della donnasigh, nessuna mimosa, comunque tutti i maschietti hanno fatto gli auguri a noi donnicciuole!!! wow. ho aiutato d. a fare grammatica (tutto ok), abbiamo fatto un bel cartellone con la camilla, la r., a., d. ed io, ed venuto proprio bene! pasta di sale che bello! siamo riuscite a coinvolgere tutti e questo stato molto positivo e molto rassicurante x tutte noi! prossimo gioved: giochi!!! ciao elisa oggi mi sono divertita, ho fatto un sacco di cose: matematica (sigh!): alle espressioni di 2 ci arrivo ancora, ke bello! la mia ignoranza in materia sempre pi spaventosa, fra poco mi rideranno dietro anche i bimbi. storia: ma il libro di j. pi difficile del mio delle suxriori! cmq ho fatto un po di fascismo ke mi servir molto anke a scuola, non lo fanno mai! ke bella la pasta di sale peccato ke sono una frana con le attivit .x stato bello lo stesso! adeso mi vado a lavare i capellila pasta di sale sar un ottimo balsamo! ciao ciao melly

oggi ho lavorato con a.. non molto facile fare i compiti con lui xch molto agitato e non sta un attimo fermo ma comunque siamo riusciti a concludere qualcosa. che bello abbiamo mangiato la pizza! gessica oggi andata bene, ho fatto i compiti con d. e a., sono bravi e si impegnano. abbiamo fatto la pizza e labbiamo mangiata; era buona ma un po insipida. giornata positiva! maddy. oggi ho capito che la c. faceva i compiti con della voglia e questo mi ha fatto piacere. abbiamo fatto la pizza ed stato bello perch tutti facevano qualcosa! bello! ceci 15/3/2001 oggi ho fatto i compiti con la c. x 2 ore!!! abbiamo letto un libro molto triste, ..depressione.., lei non ha capito niente, le ho chiesto di ripetere e non sapeva nulla!!! vado a casa. ciao nadia Oggi ho provato a fare storia.. Ci ho rinunciato e lha fatto la Melissa al posto mio (non si sa come mai quella ragazza sa tutto!!!). Dopo ho fatto grammatica con lElisa e A. (FORZA NAPOLI) Ciao Linda

13/3/01 oggi andata molto meglio. come sempre fare i compiti con j. sempre stimolante. abbiamo anche fatto il cartellone con le regole in rumeno e lui era molto felice che io e carmelita fossimo interessate. adesso lascio il foglio alla ge che brama di scrivere. erica

ho fatto grammatica con a. v. e la linda!!! a. tr forte, ma non sta attento ed sempre tra le nuvole! abbiamo colorato

39

le nostre creazioni di pasta e pare wow, che piccioni! x cera silenzio! yuppie elisa oggi ho fatto un sacco di cose! grammatica con a. s., ho disegnato lasino con a. e d., studiato le miserie in russia con j. e colorato gli shangai! yuppi! imprevisto della giornata: a.s. e d.l. ci hanno scotchato nella saletta proprio mentre entravano le bidelle: scena da panico!!! cmq sono stati molto bravi: non se nera accorto nessuno! bella giornata! baci melly P.S. aggiungo che avevano fatto un bel lavoro da ingegneri! Luana

i compiti. Non hanno difficolt a capire le cose e a studiare, solo questione di attenzione e concentrazione. La giornata andata bene. Abbiamo fatto la torta! CIAO CIAO Maddy!!!

oggi stata una giornata un po faticosa perch i bambini erano in tanti e noi volontari eravamo solo tre. il trio a. d. e y. un gruppetto tosto perch non hanno tanta voglia di lavorare comunque pazienza!!!! ciao ceci 27/03/01 Oggi abbiamo fatto i compiti x tutto il giorno. Mi piaciuto di fare i compiti, ma non abbiamo giocato. La prossima volta vorrei fare dei giochi diversi cio la radio. C. Niente P. M. INGLESE J. C. D. L. ha 1000000 di lire A. S. 1000000 CIRCA Y. G. 12 ANNI e 1000000000000000000000000000000000 lire D. R.: da grande vorrei fare il calciatore! a. v.: da grande mi piacerebbe fare il meccanico, ed avere tanti gatti sani . da adottare. 22-03-2001 oggi ho fatto grammatica con a. e storia con d.!!! dopo abbiamo giocato a patata bollente sono un mostro in quel voglio

20.03 2001 oggi abbiamo fatto la torta (dai, venuta bene) e poi ho fatto i compiti con la c. e j.; sono stati bravi. stata una giornata tranquilla. gessica io ho fatto i compiti con p. (hello!) e a. v. (che tr bravo)! p. tr strafottente la torta vanuta abb. bene, nonostante labbia fatta anche la maddy! tutto sommato andata abb. bene oggi, mi dispiace che la r. e la s. non vengano pi! lucia

Ho fatto i compiti con D. e A.. Sono abb. confusionari, si distraggono continuamente, ma siamo riusciti a fare bene tutti

40

gioco! dopo abbiamo fatto le magliette (e le calze!!!) sono troppo belle! vabb raga baciuz linda!!! Oggi ho fatto i compiti con J. e la C. che simpaticone J.! ( prende in giro la C. x il suo accento.. tr forte!!!). poi abbiamo colorato le magliette WOW, sono venute benissimo! Specialmente le calzettone yo yo della Melissa! Vag a c!!! Bel pomeriggio! Elisa oggi ho fatto i compiti con la S. e A. S. (anke se non si capito se anke lui li stesse facendo con me!). la S. sta migliorando tanto e oggi (incredibile!!!) andava quasi daccordo con J.! Mitico! C il sole e oggi sono un po strippata (x elisa: allegra, felice, fuori a mina!) (grazie by elisa) ok, vado x la Lu ha fretta! Ciao Melly

gioved io e la melly non ci siamo siamo a monaco! elisa divertitevi ehh!! 03-04-01 Oggi ho fatto i compiti con Y. e A.. Non stato molto facile, non ascoltano e fanno confusione. Non hanno voglia di fare i compiti, neanche un po! poi abbiamo fatto il cartellone di Pasqua! Ciao ciao, Maddy. dunque dunque, oggi devo dire che la giornata non cominciata tanto bene perch d. e a. non volevano separarsi per i compiti. dopo averli finalmente separati, ho capito che d. lavora benissimo se non in gruppo perch ha fatto i compiti in 10 minuti!!! un bambino sveglio per se in gruppo insopportabile!!! udite, udite: p. mi ha regalato un disegno (cosa rara perch non un bambino socievole!) ciao ciao ceci 5/4/01 oggi devo dire che andata proprio bene! abbiamo fatto la sabbia colorata e abbiamo dipinto. mi sembra che oggi sia andata proprio bene. erano tutti interessati e con tanta voglia di fare! camy

29/03/01 ciao, Oggi passato prestissimo il tempo. Ho studiato inglese con la C. e mi sembrata migliorata un po o almeno interessata beh, insomma, si capito cosa volevo dire? Poimagliette! Ne ho fatta 1 verde bellissima!!! Anke le mie dolci manine sono totalmente verdi panno, + ke altro verdi alieno! I bimbi vanno + daccordo ultimamente: yuppy! Ciao ciao melly oggi ho fatto grammatica con a. v., non ha capito pi di tanto , sigh!!! abbiamo rifatto le magliette carucce!!! hanno portato le maglie anke j. e s. e sono stati molto contenti di colorarle!

Oggi ho fatto i compiti con S., stato veramente stancante! Poi abbiamo riempito, boccetti di sabbia e tutti si sono divertiti , A. mi ha studiato, ha costruito un bellissimo robot! Nadia

41

Oggi mi sono aggirata per la scuola con La C. alla ricerca del libro di algebra xdutopeccato che come Indiana Jones siamo state un po scarse quindi 2 ore di sabbia colorata! Bello! Peccato non ci fosse lElly, malata ciao Elly! Bella giornata! Ciao Ciao Melly oggi mi sono 1 po esaltata con il sale coloratodopo per pulire stato 1 po 1 pacco ma alla fine giusto cos il mio robot fa un po schifo capita! ciauz linda

oggi festa di pasqua ma non ci sono i bimbi? ho scritto una lettera oggi .. al morso della c.! non ho parole. poi grande caccia al tesoro per aprire luovo di pasqua! yuppy, lo sto mangiando adesso. ero in gruppo con la melly ciao dalla gessica io ho fatto i compiti con a.; lui come al solito interessato e partecipe. poi abbiamo giocato alla caccia al tesoro! bello! devo proprio andare erica Ok posso cominciare a scrivere? No, tardi, vado a casa! Ciao ciao Melly

Oggi il 10- 04-2001 Sono venuti degli studenti di cuneo a vedere come ci comportiamo coi ragazzi ma e ne sono andati subito perch mancava la materia prima i ragazzi! Che brutto che se ne sono andati.. cera un biondo con gli occhi azzurri.. sigh non lo vedr mai pi! Ho fatto il programma per maggio con la Maddy e le Ceci, abbiamo fatto anche il cartellone delle foto della festa di carnevale! Ciao ciao LUCY

ciao a tutti!!! oggi stata una bella giornata, cartellone spettacolare!!! poi abbiamo mangiato luovo di pasqua coi bambini ceci 19/04/01 Bentornati dalle vacanze di Pasqua! Oggi abbiamo fatto la torta ed venuta proprio buona!!! Ho anche cominciato il gioco del personaggio con la C. (la prima parte non ci sprechiamo), poi primo allenamento di calcio.. e relativo pallone finito sul tetto! Vai con la cazziata del bidello! (credo che mi detesti). Ho conosciuto la mamma di A.V. ke fa la bidella, una signora fantastica e gentilissima! Vado a casanuvoloni allorizzonte: anche oggi mi sa che presto o tardi mi lavo! CIAO CIAO MELLY

42

24/04/01 oggi andata bene. Ho fatto i compiti con J., molto bravo e soprattutto ha molta voglia di imparare e di capire le cose. una soddisfazione molto grande fare i compiti con lui!!! Dopo abbiamo fatto i boccettini con la sabbia colorata, e mi sono divertita molto!!! Ciao ciao Maddy Oggi ho fatto la storia inventata con la C. e purtroppo come al solito, non ha voglia di fare niente ma pi motivata a raccontare le sue cose abbiamo fatto poi il sale colorato e anche se sono negata ! Beh mi rifar! Ciao Gessica

giocato a fiori, frutti, animali e cose. hanno disegnato e fatto il cartellone, sono stati tutti bravissimi. camy oggi stato bello subito s. ha fatto la pizza che venuta 1 tot bene! io, a fare i compiti, sono stata con c. (non ho capito ancora bene come si chiama, esattamente mi sa che nn lo sa neanke la luana!!) ciauz linda 8 maggio 2001 oggi mi sono divertita perch, per la prima volta, a. ha fatto i compiti stando concentrato (cosa rara!). poi siamo andati a prendere la palla da pallavolo e abbiamo giocato nel cortile. oggi era particolarmente simpatico, mentre generalmente facendo coppia con d. non si riesce a tenere! tra laltro abbiamo anke fatto una gara di corsa nel corridoio della scuola e naturalmente ho vinto io!!! p.s. complimenti per il cartellone dei draghi, molto bello! ciao ceci oggi andata bene. Ho letto molto con J., bravo ed ha molta voglia di imparare, poi siamo andati in cortile a giocare ad asino. La Luana diventata asino. Ciao ciao Maddy Oggi ho fatto i compiti per la prima volta con p. in un primo momento stato molto scontroso e sulle sue, ma poi quando abbiamo trovato un tema che gli piaceva, mi ha raccontato molte cose del suo paese., cutro - voto: 8 Erica Oggi ho fatto i compiti con la C., e per la prima volta aveva voglia di far qualcosa e si anche impegnata. Abbiamo poi

26/04/01 Oggi abbiamo fatto la focaccia e un tot di foto, parlato di patenti, la mia, quella dellElly fresca fresca e quella futura di J. Per la verit non abbiamo fatto molto ma mi sono divertita un tot. La focaccia si strinata!!! Yuppy! Vado a farmi una lampada, ho fretta di non sembrare pi uno spettro! Ciao ciao Melly Sono tornata e sono guarita! Oggi ho fatto i compiti con J. (grammatica, wow). molto interessato ad imparare litaliano! bello!!! arrivata sua mamma .. ke bella donna! Abbiamo fatto la focaccia, il cartellone e tante foto! Vado, vado!! Ciao Elisa 5-5-2001 oggi direi che andata proprio bene! abbiamo fatto subito la pizza e poi i compiti. io ho fatto i compiti con la s., e credo che si stia affezionando un pochino! dopo i compiti abbiamo

43

giocato a pallavolo e a torello (dove la Luana proprio brava! e il prossimo marted dovr esibirsi ancora.) Ciao Ges

10/05/2001 Oggi nn stavo tr bene cos io e lElisa abbiamo fatto i palloncini antistress. Dopo si sono uniti tutti gli altri. Il mio il + bello.. devo tr iniziare la carriera artistica!!! CIAO RAGA WD LINDA vero la Linda la migliore artista nata! Io e la Linda abbiamo fatto i fantoccini con la farina e i palloncini alcuni sono troppo ciunti, ma molto carucci! anche grandinato e i nostri poveri scooter si sono beccati i chicchi-assassinivero Melly?! Ciao ELISA era da un mese che non prendevo il motorino e oggi si messo a grandinare non ho parole!!! il my palloncino 1 po troppo brutto uff, uff!! va beh adesso andiam a pulire il biancume ciao alessia Oggi ho fatto i compiti con D. mi esalta fare epicax ha grandinato e il mio povero scooter si beccato i chicchi!!! La Linda non stava troppo bene, poverina. Abbiamo fatto i fantocci antistress, il mio bruttissimo e poco gonfio. Lho dovuto fare 2 volte, perch uno mi si rotto addosso Aoh sono tutta bianca!!!) Ciao Nadia

Oggi ho fatto 1 problema allucinogeno con la C. ma x mi ritrovo sempre a fare matematica? Sono 1 caprasigh! Ke belli gli antistress! Peccato ke il mio faccia 1 po tr schifo! Ci ho litigato x 3|4 dh! sono negata per queste cose! Adesso c il sole ma 1|2 fa grandinava vado a vedere come sta lo scooter.. help! Ciao Melly 15 MAGGIO 2001 oggi saltato il nostro progetto (magliette colorate) e un po mi dispiace per no problem si faranno gioved! oggi hofatto i compiti con la c. e la cosa stata un po faticosa perch ancora fa i calcoli con le dita e bisogna ripeterle 3-4 volte e comunque non le entrano in testa! pazienza !!! ci vediamo marted prossimo! ciao ceci Salve a Tutti, oggi andata bene come al solito. Ho fatto geometria con A., che fatica!!! Ciao ciao Maddy Ciao a tutti!!! OGGI ho fatto i compiti un po con d. e a. e un po con la r.! andato tutto bene non ho parole, ho scoperto di non ricordarmi pi le forme verbali! Mah! Va b! A. e d. sono 2 monelli, sono troppo agitati ma siamo riusciti a finire! Ciao ciao gessica 17/05/2001 oggi sono arrivata alle 15.00, xch avevo una partita Cos ho fatto solo i compiti con J., lho aiutato a riscrivere una lettera, niente di faticoso!! Poi abbiamo fatto le magliette, sono venute da Dio!! Ho appena finito di colorare un cartellone, ho disegnato un sole gigante! Sono felice! Nadia

44

Oggi ho fatto i compiti con la c. e mi sembrata abbastanza attenta! Poi io a la c. abbiamo colorato il cartellone che venuto molto bene! Baci camy oggi mi son divertita! sono 1 artista! ho colorato le formine di pasta sale!! tr bell! alessia oggi ho fatto un palloncino che troppo il migliore! sono troppo emozionata prima mi ha parlato! ciao li oggi ho scoperto una tecnica (tr la migliore) x fare gli artisti. lelly ha fatto le magliette ne ho una nuova azzurra + un paio di calze viola ( abbastanza indefinibile). la linda mi fa paura esaltazione!!! ciao melly .. 22/05/01 Oggi ho fatto I COMPITI con J. ed stato come al solito soddisfacente, ma come al solito la C. e la R. se ne sono fregate di quello che dicevamo. STRANO! Besi Eri

ciao a tutti!! oggi ho fatto i compiti con la r. potete immaginare che faticaccia! beh, dopo abbiamo fatto gli antistress che mi piacciono tantosi! un salutone! gessica

45

Scrivi una storia con le seguenti parole: CAMMELLO, GINOCCHIO, EMOZIONE, TORTA, SERPENTE. Scrivi una storia con le seguenti parole: ELEFANTE, BACIO, SIRENA, ORIGANO, UFO. Cera una volta un ELEFANTE il cui sogno impossibile e irrealizzabile era poter un giorno dare un BACIO ad una SIRENA. Lelefante per non sapeva che le sirene non esistono sulla terra. Dopo qualche centinaio o migliaio danni (gli elefanti vivono a lungo) sulla terra arrivarono gli alieni, ovviamente sulla loro casa volante, LUFO. Lelefante era spaventato da tutte le luci, ma quando vide scendere dallastronave una sirena tutte le sue paure svanirono nel nulla e il suo cuore cominci a battere fortissimo. La sirena era venuta sulla terra per cercare LORIGANO per salvare il suo pianeta ma quando vide lelefante fra i due scoppi lAMORE. Cera una volta un CAMMELLO che si chiamava Gigi, aveva circa settantotto anni e viveva nel deserto del Sahara. Per tutta la sua lunga vita Gigi aveva desiderato di poter mangiare una grande TORTA con la panna montata, tante ciliegie e chili di nutella. Ma nel deserto non si trovava nulla del genere: esistevano solo enormi cactus che gli pungevano il sedere quando ci passava vicino. Un giorno arriv in unoasi che non aveva mai scoperto prima. Trov un bellissimo laghetto con tante palme e prov unEMOZIONE nuova mai provata prima. Tornato a casa supplic il padrone in GINOCCHIO di andare a vivere in quel bellissimo paradiso: il padrone commosso lo accontent e con il resto della famiglia si trasferirono

Antonio Vacca, Maddalena, Lucia, Cecilia. Carmelita, Erica, Jessica, Melissa.

46

SCRITTO DA: Melissa, Elisa, Gessica, Erica, Maddalena, Lucia, Cecilia, Linda, Alessia, Nadia, Camilla.

Facendo un passo dopo laltro insieme possiamo crescere: workshop alla Scuola Media Don P. Borghi di Rivalta. di Luana Pensieri

47

Introduzione Il Workshop (gruppo di apprendimento gestito da coordinatori e volontari di Gancio Originale) comincia a far parte delle attivit extrascolastiche della scuola media Don Pasquino Borghi di Rivalta, nellanno scolastico 99/00. I risultati positivi, ottenuti nellanno di sperimentazione, hanno permesso la prosecuzione di questi laboratori di restaurazione, il cui obiettivo principale offrire a ragazzi con un disagio certificato uno spazio scolastico in cui riescano a stare bene. Ma cosa significa dar loro uno spazio scolastico in cui stare bene? Perch proprio uno spazio scolastico? A cosa pu servire uno spazio cos disegnato? Il presupposto che guida questa scelta si basa sulle difficolt stesse che presentano i ragazzini per i quali si richiede linserimento nei Workshop. Sono preadolescenti o adolescenti caratterizzati da disagi relazionali, familiari, e spesso con ritardi mentali lievissimi che, per, non giustificherebbero, da soli, i loro scarsi risultati scolastici. Sono ragazzini con un bassissimo livello di autostima, con grosse difficolt di attenzione e concentrazione e che vivono la scuola come un obbligo, come un luogo in cui vengono messi a confronto coi pari quotidianamente e in cui spesso risultano essere inadeguati. Riuscire quindi a dare una connotazione diversa alle mura scolastiche per questi ragazzi molto importante, perch imparano a vivere la scuola, soprattutto a livello emotivo, in un modo nuovo, come luogo piacevole, in cui si possono fare anche attivit divertenti, integrandosi con gli altri attraverso mediatori alternativi: il gioco, i laboratori, laiuto e lautoaiuto nei compiti, ecc. Ecco cosa significa offrire uno spazio in cui star bene, significa permettere loro il miglioramento dellautostima, lo svi-

luppo di competenze e abilit sociali e il conseguente recupero del s scolastico. La grande avventura dei Corsari (nome darte dei ragazzini del Workshop della scuola media Don Pasquino Borghi) iniziata a novembre 2000, per terminare alla fine di maggio 2001. Nella prima parte dellanno, fino a Natale circa, lappuntamento era settimanale, il mercoled pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30, con la tirocinante della Facolt di Scienze della Formazione dellUniversit di Bologna, Elisa Zambelli che coordinava quattro volontarie, delle quali solo una, Erica Davoli, conosceva gi alcuni dei componenti del gruppo di Rivalta, avendo fatto volontariato con loro anche lo scorso anno. A gennaio c stata unevoluzione, e da un giorno a settimana siamo passati a due, il marted e il mercoled pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.30. Il passaggio da coordinatrice unica a coordinatrici che collaboravano per Elisa e per la sottoscritta, psicologa, ex tirocinante, stato importante e ha permesso nello scambio un arricchimento reciproco. A marzo avvenuto il passaggio del testimone da Elisa, che ha terminato il suo tirocinio, a Matteo Casoli, tirocinante della Facolt di Psicologia dellUniversit di Bologna, ed Elisa Ruffaldi, tirocinante della Facolt di Scienze della Formazione dellUniversit di Bologna. Ma nonostante queste rivoluzioni il gruppo ha continuato a camminare e crescere, grazie alla costante presenza dei volontari e alla disponibilit dei ragazzi verso i nuovi arrivati. I PROTAGONISTI DELLA SCENA

48

Lanima del Workshop: i ragazzini La selezione del gruppo stata seguita dalla Dott.ssa Margherita Cl ed Elisa Zambelli. I ragazzi che componevano il gruppo lanno precedente sono stati ricontattati, per offrire loro la possibilit di partecipare nuovamente allesperienza, col risultato che due su quattro hanno ricominciato insieme a noi. Si sono poi considerati i nuovi candidati proposti dalla scuola: Margherita ed Elisa hanno conosciuto gli aspiranti e costruito il gruppo di Rivalta, e successivamente hanno dato il via ai pomeriggi insieme. Ogni ragazzo che chiede di entrare in un Workshop, viene conosciuto personalmente dalla coordinatrice del gruppo o dalla propria referente per Gancio Originale (nella scuola media di Rivalta la Dott.ssa Cl); solitamente si tratta di un breve colloquio in cui si parla col ragazzino, cercando di cogliere in lui interessi, motivazione ma soprattutto limmagine mentale del Workshop. Mettendo a confronto poi la sua rappresentazione con una descrizione semplice e precisa di cosa sia il Workshop si cerca di preparare leducando allambiente formativo, in cui si trover a cui si dovr adattare. Questi momenti conoscitivi risultano fondamentali per gli educatori perch permettono di farsi unidea sul gruppo con cui andr a lavorare, e soprattutto sincerarsi che siano idonei alla costituzione di unquipe che ha come obiettivo delicato quello della riparazione.

In tutto erano iscritti in sei, tre ragazzini e tre ragazzine, fra i quali due, i pi grandi (frequentanti la terza media) avevano frequentato il Workshop anche lanno scorso, mentre gli altri quattro (tutti di prima media, tra cui un ripetente) erano nuovi allesperienza. Pur essendo in numero pari per genere il gruppo di Rivalta presentava una connotazione prevalentemente maschile, poich una delle ragazzine era estremamente vivace e poco femminile nelle sue espressioni verbali, unaltra invece era poco presente; per questi motivi larrivo di una figura maschile di riferimento, Matteo Casoli, ha aiutato levoluzione del gruppo. La differenza di et ed interessi fra i due gruppetti ha reso pi difficile il cammino verso unidentit comune, ma che gradualmente ha cominciato a concretizzarsi. Le caratteristiche principali dei preadolescenti e degli adolescenti dei Workshop, come di altri bambini a rischio, sono un bassissimo livello di autostima, le grosse difficolt nel rispetto delle regole, la scarsa motivazione, tutti elementi che portano, come conseguenza principale, ad un vissuto negativo dellambiente scuola. Da questa base inizia il cammino di ogni Workshop. La forza dei Workshop: i volontari Il gruppo di volontarie stato fondamentale per affrontare le difficolt e perseguire lobiettivo comune, offrire ai ragazzi uno spazio di aiuto e complicit, di sostegno e collaborazione. Le pioniere di questo anno scolastico sono state: Erica Davoli (la quale aveva gi conosciuto lesperienza lanno scorso), e Giulia Rubini, studentesse dellistituto Magistrale M. di Canossa, e Giulia Branchetti ed Erica Bonazzi del Liceo Scientifico Aldo Moro. Con larrivo di gennaio arrivata

49

in nostro aiuto anche Erica Pedretti, la quale si integrata perfettamente nel gruppo. La loro disponibilit, la loro esperienza nel lavoro di gruppo coi ragazzini (molte avevano gi fatto le educatrici in campi gioco o in doposcuola, le catechiste in parrocchia, le babysitter), il loro saper fare piccoli laboratori sono stati punti di forza che hanno permesso di raggiungere risultati inaspettati. Il lavoro con il gruppo sicuramente agevolato dal maggior numero dei volontari. Si , infatti, verificato che in un rapporto uno a uno (soprattutto in campo didattico), si ottengono risultati pi rapidi. Una voce nuova: i genitori Il nostro lavoro stato caratterizzato questanno da una voce nuova: i familiari. Verso la met del mese di maggio, momento in cui si prepara la verifica finale del lavoro stata offerta ai genitori la possibilit di parlare con lo staff dei coordinatori di Gancio Originale. I ragazzini, a novembre quando inizia lattivit dei Workshop, arrivano accompagnati da un familiare o da chi ne fa le veci, poi spesso la loro presenza rimane in ombra fino alla fine del progetto, senza avere alcuna restituzione. Inoltre, fra gli obiettivi specifici del Workshop ce n una parte che riguarda proprio i familiari con interventi di consulenza rivolto al sostegno degli stessi genitori. Per questi motivi abbiamo provato a offrire lopportunit spettando uneventuale risposta. Ai colloqui hanno partecipato tutti i genitori, nessuno escluso, dimostrando spesso soddisfazione per il lavoro svolto e ringraziamenti per la valorizzazione del loro ruolo e per averli resi partecipi personalmente delle attivit svolte.

In base a questa esperienza si pu pensare, in futuro ad uno spazio specifico per i genitori per raggiungere un livello di collaborazione che rinforzi lopera dei Workshop, in linea con i principali obiettivi dello stesso.

Le autorit della scuola: il preside, la vicepreside, gli insegnanti lo staff di operatrici scolastiche Laccoglienza dellambiente scuola sicuramente un elemento non trascurabile in uno spazio come quello del laboratorio di restauro psicologico, che considera il contesto un elemento base di lavoro. Le operatrici scolastiche per prime, pur non conoscendoci (il personale cambiato rispetto allo scorso anno), si sempre mostrato disponibile nei nostri confronti. Allinizio si dovuto conquistare la loro fiducia, ma avendo come base la disponibilit alla collaborazione reciproca non stato troppo difficile. Il preside ha inizialmente delegato alla vicepreside lorganizzazione del progetto, ma ha seguito costantemente i nostri progressi, complimentandosi personalmente, alla fine del percorso, coi coordinatori per la costante presenza e per i risultati ottenuti. La vicepreside sempre stata presente e disponibile a fornirci il materiale per le attivit ricreative nonch a farci utilizzare altri spazi scolastici, a discutere eventuali cambiamenti di programma. Gli insegnanti hanno cominciato a capire gli obiettivi extrascolastici del Workshop, mostrandosi pi attenti allimportanza delle relazioni maturate nel gruppo e meno proiettati verso una visione esclusivamente didattica. I momenti di incontro sono stati diversi: tre verifiche ufficiali, una allinizio dellanno scolastico per condividere le difficolt scolastiche

50

di ogni bambino, una a met anno per verificare i risultati parziali e cercare nuove strategie, una a fine anno per condividere i risultati raggiunti, e altri incontri individuali quando si riteneva importante discutere di singoli casi. Un buon lavoro dquipe: i coordinatori Inizialmente coordinava Elisa Zambelli, studentessa del Dipartimento di Scienze della Formazione a Bologna. Da gennaio stato allargato il tempo del Workshop a due giorni ed io, Luana Pensieri, psicologa borsista ho iniziato a collaborare con Elisa. Il nostro rapporto di lavoro si basato fin dal principio sulla collaborazione, sullo scambio in base alle ricchezze reciproche, e sulla fiducia. Nonostante i nostri percorsi formativi differenti, siamo riuscite a porre le basi per la cooperazione e la collaborazione. Nei mesi precedenti il mio arrivo, le difficolt maggiori incontrate da Elisa erano state linteriorizzazione e il rispetto delle regole da parte dei ragazzi. Insieme abbiamo cercato una strada per ripristinare lordine, e una volta raggiunto abbiamo lavorato su obiettivi pi specifici. A marzo Elisa se ne andata per lasciare il posto a Elisa Ruffaldi, studentessa della Facolt di Scienze della Formazione a Bologna, ed a Matteo Casoli, tirocinante psicologo. I ragazzi hanno vissuto in modo lieve il passaggio indolore, credo, per diversi motivi: primo fra tutti la continua presenza di una quipe direttiva (noi coordinatori) stabile e coerente, che non ha trasmesso ansia ai ragazzi, la mia presenza, costante per tutto il periodo del Workshop, la forte personalit delle volontarie ha permesso di sentire meno il passaggio dei coordinatori. Altro elemento fondamentale credo sia stato lentrata in gioco di un volontario/tirocinante uomo, un evento insolito che

ha incuriosito i ragazzi e ha permesso loro di registrare nuove modalit relazionali.

Lavoro di rete: lo staff di Gancio Originale La presenza costante della Dott.ssa Cl e della Dott.ssa Cantini per le verifiche dei Workshop stata una condizione essenziale di accompagnamento per sentirsi adeguatamente sostenute, per confrontarsi con punti di vista meno coinvolti in situazione e per ricevere suggerimenti importanti. La supervisione, condotta dal Dott. Angelini, il spazio ideale per elaborare le ansie del coordinatore, e creare efficaci modalit di relazione. Credo per che sia mancato uno spazio importante dedicato solo ai coordinatori dei Workshop, oppure aperto ai coordinatori e ai volontari, per lavorare insieme sui problemi pi pratici: eventuali strategie relazionali diverse, collaborazione e messa in rete delle diverse dei metodologie dei laboratori multidisciplinari realizzati nelle varie sedi, formazione reciproca in base alle proprie competenze, ecc. IL COPIONE E LA TRAMA

51

Le regole Cosa significa stare bene insieme? Sicuramente una affermazione di questo tipo sottintende la presenza di due o pi persone che condividono spazio e tempo; la presenza contemporanea di due o pi persone costringe ognuno di noi a problematizzare il proprio comportamento. Le regole sono necessarie alle relazioni, nascono per garantire e sostenere i rapporti. Quando una persona socialmente matura ha interiorizzato queste regole di comportamento e non ha bisogno di persone esterne che rinforzino i suoi atteggiamenti, mentre un ragazzino, anche se appare grande ai nostri occhi, spesso chiede dei limiti perch incapace di visualizzare lo spazio relazionale. Porre dei limiti e dei punti di riferimento aiuta il ragazzo ad avere fiducia nelladulto; di fronte ai limiti il preadolescente e ladolescente lottano, si scontrano, crescono forti dei limiti appresi. Di fronte alle non regole invece si sentono persi e non riconoscono nemmeno i propri confini, fisici e psicologici. Stare bene insieme in una struttura articolata come una scuola ancora pi complesso perch le relazioni, i vincoli e le restrizioni sono sempre maggiori. Star bene con gli altri significa quindi imparare a mettersi in gioco, con precise regole da rispettare. Il gruppo di preadolescenti, che hanno formato il Workshop di Rivalta, era frammentario senza una minima idea di cosa fosse unidentit comune. I ragazzi, i primi tempi hanno fatto fatica , ad interiorizzare anche le regole fondamentali, come rimanere in classe, uscire chiedendo il permesso, stare fermi sulla sedia durante lesecuzione dei compiti. Insieme, Elisa ed io, abbiamo stabilito coi ragazzi poche regole, ma chiare e decise e dopo un po

di pugno duro i ragazzi hanno cominciato a vivere i gruppo in modo positivo allargandosi alle diverse relazioni. I compiti e il gioco La difficile gestione del gruppo soprattutto nel primo periodo, provocava spesso lallungamento dei tempi di aiuto nei compiti, lasciando limitato spazio alle attivit alternative. Lunico momento di svago era la pausa merenda fatta ai distributori automatici di caff. In questa situazione si erano rifugiati sia i ragazzi che i volontari. Il Workshop si era quindi trasformato in un semplice doposcuola, il cui obiettivo primario era laiuto nei compiti. La costituzione dei laboratori di restauro ha per come obiettivo principale lintegrazione linguistica, scolastica e relazionale dei bambini e dei ragazzi promuovendo il saper fare per creare la consapevolezza del saper essere. Nel rapporto duale dellaiuto nei compiti manca fortemente laspetto relazionale coi pari. Era necessario cambiare la situazione procedendo per fasi. Il primo obiettivo raggiunto stato il controllo del gruppo, i volontari facevano fatica a sentire la collaborazione dei ragazzi e la sensazione maggiore che esprimevano era quella di mancata padronanza degli eventi. Con poche regole concordate coi ragazzi abbiamo ritrovato un po dordine, dopo di che si riusciti a strutturare sempre meglio lattivit. Tutti i ragazzi hanno superato un momento di opposizione alle regole, ma col tempo sono giunti ad interiorizzarle, e sono riusciti a stare nel gioco, a creare il gioco e a fare un sacco di attivit..

52

La programmazione e il diario di bordo Due strumenti fondamentali a livello organizzativi si sono rivelati: il Diario di Bordo: ogni giorno una volontaria a scelta doveva scrivere in breve cosa era accaduto di importante, secondo lei, o ci che la aveva colpita, (vedi articolo Diario di Bordo, Workshop di Rivalta); i volontari e i ragazzi (a volte in sostituzione), sono stati bravissimi e costanti nel compilarlo ed servito a tutti come punto di riferimento; la Programmazione: inizialmente si provato a realizzare una programmazione concordata coi ragazzi, sulla base dei loro desideri e predisposizioni, ma le idee non nascevano; marted 27 febbraio, in un pomeriggio in cui nessun ragazzo era presente al Workshop, sono state delineati i temi principali della programmazione a tre mani Erica Zambelli, Erica Pedretti ed io. Abbiamo elencato tutte le attivit possibili (per lambiente e il tempo a disposizione coi bambini, per le nostre conoscenze, per linteresse dei ragazzi stessi), e abbiamo enumerato tutti i materiali che potevano servire. Con la programmazione iniziato tutto: abbiamo visto un film nella sala video (Lattimo fuggente), ci siamo fatti le fotografie di gruppo e singole per fare dei calendari scannerizzando le foto, abbiamo fatto le patate coi capelli, i palloncini ricoperti di carta pesta colorata per fare le uova di Pasqua, i maialini salvadanaio e le magliette colorate, abbiamo giocato coi giochi da tavolo. Dopo aver dato limpalcatura del programma, abbiamo valorizzato le capacit propositive, gestionali e decisionale di ragazzi e volontari lasciando a loro la festa da organizzare

La crescita del gruppo Nel corso del tempo il gruppo ha imparato a sentirsi gruppo. Nel primo periodo ci trovavamo di fronte a due schieramenti, da una parte i due ragazzini di terza e dallaltra gli altri quattro. C stato chi, allinizio, pur essendo socievole, si esprimeva pi facilmente in un rapporto duale che in gruppo, e tendeva ad isolarsi ascoltando la musica col suo walkman; col tempo riuscito ad inserirsi bene, lasciando a casa il walkman, probabilmente non ha pi avuto bisogno di attivare questo comportamento. Chi fin dallinizio si integrato nel gruppo ed cresciuto con lui superando un momento di opposizione alle regole, interiorizzarle successivamente. Chi entrata nel gruppo un po pi tardi rispetto agli altri, ma pur essendo un gruppo prevalentemente maschile, non ha avuto alcun problema ad inserirsi. Chi ha instaurato buoni rapporti con il gruppo bench la frequenza al Workshop sia stata abbastanza saltuaria, grazie alla presenza di due suoi compagni di classe. Chi ha mostrato un grande bisogno dascolto e chi ha assunto il ruolo di quello pi grande e pi responsabile. Col tempo tutti i ragazzi sono diventati parte del gruppo, fino al punto di sentirsi squadra di calcio e a trovarsi un nome identificativo per partecipare alla festa del Workshop. La conquista del nome e la squadra d calcio I ragazzi di Rivalta hanno costruito una squadrone di calcio, allenandosi per alcuni pomeriggi in vista della partita allistituto tecnico agrario Zanelli. Saranno I corsari.

53

Le feste Diverse sono state le feste organizzate: per Natale, Pasqua, Carnevale, abbiamo fatto festa nella nostra aula, portando cibo, bevande, musica e giochi, salutando i compiti; il 24 maggio stata organizzata la festa di tutti i Workshop, presso listituto tecnico agrario Zanelli di Reggio Emilia, e insieme abbiamo partecipato alla gran festa; 31 maggio 2001, il pranzo del Workshop: una pizza che ha unito ragazzi, volontari del marted e del mercoled e coordinatori. 10 giugno abbiamo partecipato alla festa per linaugurazione della camminata lungo Crostolo, che da Reggio citt (Parco delle Caprette) arriva fino al Casale di Rivalta. Le sorprese Un pomeriggio abbiamo socializzato delle ragazze moldave, ospiti dellA.U.S.L. di Reggio Emilia, e con loro abbiamo giocato a Saltinmente, un gioco di parole, scambiandoci conoscenze linguistiche: loro hanno imparato un po di italiano e noi un po di moldavo. Per due pomeriggi invece ci hanno fatto visita Roberta e Monica, due tirocinanti di Gancio Originale che stanno facendo una ricerca sul volontariato.

54

ve, e a loro ragazzi di poter formare anche un vero gruppo di amicizia. Mi trovo benissimo con tutti sia volontarie che ragazzi e questo ci consente di lavorare con grande affiatamento e in certi casi anche divertendoci. La durata del periodo di studio non mai stata rigorosissima ma si cercava di rispondere al meglio alle esigenze di ogni bambino. Tutte le attivit svolte si sono rivelate soddisfacenti, ma laspetto pi appagante il legame di amicizia e di confidenza instauratosi con i ragazzi. Anche per questanno posso concludere che la mia esperienza stata molto positiva e mi ha permesso di capire quante doti i bambini nascondono dentro se e quanto sono abili nel riuscire ad ottenere ci che desiderano. Spero con tutto il cuore di poter ripetere questa esperienza anche nei prossimi anni perch ogni anno per me unesperienza nuova!!

Workshop alle Scuole Medie di Rivalta Anno Scolastico 2000/2001 Erica Davoli, volontaria di Gancio Originale

Dopo lesperienza positiva dello scorso anno ho deciso di continuare la mia esperienza con Gancio Originale concedendo due ore a settimana, del mio tempo, al Workshop di Rivalta. Inizialmente ero un po insicura della mia scelta perch questanno devo affrontare la Maturit, ma poi ripensando a tutte le soddisfazioni che ho ricevuto lo scorso anno mi sono convinta del tutto. Questanno il gruppo dei ragazzi pi numeroso rispetto allo scorso anno e questo consente a noi volontarie di poter organizzare attivit molto pi creati-

55

Rivalta, 27 febbraio 2001 Sono le 14.30, e tutti i bambini hanno pensato bene dandarsi a divertire al Carnevale in piazza. Noi ragazze: Luana, Elisa ed Erica abbiamo approfittato della situazione per programmare le lezioni future. Abbozzato il calendario e chiacchierato un po siamo andata ognuna per la propria strada: Luana, Erica, Elisa RIVALTA 28 febbraio 2001 La prima parte del pomeriggio si svolta facendo i compiti assegnati agli dagli insegnanti. Una volta che si finito di studiare, chi prima chi dopo, si andati a fare un piccolo spuntino tutti insieme per poi andare in aula video per vedere per circa 20 min il film Lattimo fuggente. Per il poco tempo rimasto non si finito di vedere, speriamo nei prossimi pomeriggi. Giulia & GIULIA RIVALTA 7 MARZO 2001 Sono appena tornata, dopo un mese di assenza. Mi ha fatto piacere rivedere tutti. Oggi si anche aggiunta una bambina nuova di nome S. che molto simpatica e furba. Un saluto a tutti e al prossimo Mercoled. Erika Oggi abbiamo avuto un incontro particolare: 3 signore moldave ci hanno fatto visita, stato divertente e dovevamo indovinare la traduzione delle loro parole!!! Inizialmente abbiamo giocato a SALTINMENTE, poi le abbiamo salutate.

56

Ora vado perch tardissimo!!! CIAO A TUTTI 21/3/01 SONO LE 16.30 E DEVO AMMETTERE SONO UN PO STRAVOLTA. OGGI STATA UNA GIORNATA MOLTO INTENSA MA ANCHE MOLTO BELLA XCH ARRIVATO M. (IL NUOVO VOLONTARIO) E G. CON LUI DIVENTATO UN RAGAZZO DORO. SPERIAMO CHE CONTINUI!!! LA C. HA AVUTO UN PO DI CRISI MA SI TUTTO RISOLTO PER IL MEGLIO. CIAO!!! Erica Davoli 27/03/01 OGGI STATOIL MIO PRIMO GIORNO, E LA MIA PRIMA IMPRESSIONE MOLTO POSITIVA, I RAGAZZI SONO STATI UN PO AGITATI FORSE PER IL NUOVO ARRIVO: IO. MI HANNO SCRUTATO E MESSO UN PO ALLA PROVA, HO AIUTATO A STUDIARE. C. SI IMPEGNATA. CIAO!!!! ELISA RUFFALDI 28/03/2001 GRAZIE PER AVERCI OSPITATO : 0 ) ROB &MONICA (TIROCINANTI) OGGI ABBIAMO FATTO I COMPITI, ALLE 3,30 ABBIAMO FATTO MERENDA E ABBIAMO IN PROGETTO LE MAGLIETTE E GLI AUGURI DI PASQUA. S. S. CIAO A TUTTI.oggi stato uno dei primi giorni che alle 15.30 si sono finiti i compiti e quindi siamo riusciti a divertirci facendo varie attivit x 1 h ( magliette e delle pseudo uovo di Pasqua) penso che tutti si siano divertiti tutti? IO SI!!!

Giulia 10-4-01 LAVVENTURA DI QUESTO VIAGGIO CONTINUA CON TUTTI I SUOI PRO E CONTRO. PROPRIO ARRIVATA LA PRIMAVERA, TUTTI SONO AGITATI E HANNO VOGLIA DI VACANZA. NONOSTANTE LA POCA VOGLIA SIAMO RIUSCITI A FARE I COMPITI E AD ANDARE UN P AVANTI CON I NOSTRI LAVORI MANUALI.. E IL VIAGGIO PROSEGUE. Davoli ERICA

11-04-01 Oggi, per attendere larrivo della Pasqua al Workshop abbiamo fatto la festa di Pasqua abbiamo fatto i compiti, poi abbiamo iniziato a giocare con un gioco inventato da Luana, poi a chi vinceva lonore di distruggere luovo di Pasqua. P.S.: ci sono tornate a trovare Monica e Roberta Sara

18/04/2001 CIAO A TUTTI BH ORMAI SIAMO ALLA FINE, I GIORNI, I MESI PASSANO IN FRETTA E COME OGNI MERCOLED PASSATO CON TUTTI VOI: FORSE XCH SIAMO UN BEL GRUPPO. OGGI I RAGAZZI AVEVANO POCHI COMPITI E QUINDI NE ABBIAMO APPROFITTATO PER GIOCARE UN PO A PALLONE E FARE IL CALENDARIO DELLE REGOLE.

57

Ciao al prossimo mercoled. 09-05-01 Giulia 24-4-01 OGGI MI SONO SENTITA MOLTO MAESTRA, MI SONO ARRABBIATA ASSAI CON D. E C. MA CON DUE URLA SI RISOLTO TUTTO. LESTATE STA ARRIVANDO E TUTTI ABBIAMO VOGLIA DI VACANZA MA CI ATTENDE ANCORA UN LUNGO CAMMINO. DALLE PAROLE DI S. Oggi..cio no cancella giornata piena di mille cose ma nulla di concluso. Alla festa saremo CORSARI

2-05-2001 oggi mi sono arrabbiato con D. e C., quando sono insieme si innesca una miscela esplosiva e BOOM! Ora mi rendo conto quanto sia stressante fare leducatore; forse una dote naturale che sicuramente non ho. Matteo 08-05-2001 Oggi mi sono organizzata per trovare il materiale e pensare come poter costruire il cappello da sombrero per la festa di fine anno. G., C. e D. si sono rinchiusi nellaula di informatica senza farci entrare; appena entrati li abbiamo sgridati e dopo un po c stato il pianto di C., ma poi tutto si risolto con larrivo delle 16.30. Elisa

Marted 15.05 2001 Anche oggi siamo qui, tutti insieme, anche se pochi, a darci da fare per finire i compiti alla svelta e schizzare a fare merenda. Dopo esserci rifocillati, come attivit abbiamo fatto un bel cartellone colorato pieno di nostre fotografie. Ops! La campana suonata e loro non si tengono pi. Mentre concludo tutti i ragazzi sono gi fuori da scuola pronti a scattare come delle molle. Mi resta solo da dire alla prossima!!! Erica Mercoled 16-05 Ehs! Lestate sta arrivando .infatti nessuno porta pi i compiti e i pochi che lo fanno non hanno nessuna intenzione di farli!!! Allora ci attacchiamo alle sedie con la camicia di forza e in 10 minuti li finiamo. Ci stiamo preparando per la grande sfida di calcetto del 24 maggio e VINCEREMO!!! Bye Marted 22.05.2001 Oggi, un po come lo scorso mercoled, abbiamo finito i compiti in fretta e furia per fare merenda e poivisto che il tempo non era dalla nostra parte, siamo rimasti in aula a

58

fare i maialini con le bottigliette, le bandane e altre attivit manuali da presentare alla grande FESTA. Erica

OGGI DOPO AVER FATTO LA RIUNIONE, ABBIAMO INIZIATO I COMPITI E VERSO LE 3.45 ABBIAMO PREPARATO I COPRIOCCHI PER VESTIRCI DA CORSARI ALLA FESTA DI DOMANI CIAO A TUTTI ERICA

11) NON PARLARE DI RAGAZZI/E IN MODO VOLGARE 12) NON M,ANGIARE, MANGIARE SOLO IN CASO DI FESTE O NEI MOMENTI DEDICATIO ALLA MERENDA 13) NON RUTTARE, OPPURE SCACCOLARSI, SCOREGGIARE ECC. THE END BY C. G.

REGOLE: 1) NON DIRE PAROLACCE 2) NON USARE IL CELLULARE 3) SEGUIRE LE INDICAZIONI DATE DAI VOLONTARI 4) NON FARE CONFUSIONE 5) FARE I COMPITI 6) VIETATO PICCHIARSI 7) NON USCIRE DALLA SCUOLA PRIMA DELLE 4.30 pm 8) NON DISTURBARE GLI ALTRI MENTRE FANNO I COMPITI 9) NON URLARE NEI CORRIDOI 10) NON FUMARE

59

Scrivi una storia con le seguenti parole: BRADIPO, ODIO, OCCHIALI, SANGUE, CACCA, PRENDERE. Cera una volta un BRADIPO che che portava gli OCCHIALI e odiava la luce e il sole perch gli facevano sanguinare il naso. Un giorno mentre era impegnato a fare la CACCA gli cadde un sasso in testa e gli si ruppero gli occhiali. A questo punto Pippo, il nostro bradipo, non riusciva pi a vedere il luogo in cui era. Inizi a cantare ma nessuno lo sentiva perch era sottoterra; inizi allora ad urlare con pi voce possibile. Comparve una talpa che gli chiese cosa gli fosse accaduto. Pippo piangente raccont di aver rotto gli occhiali e chiese allamica talpa di guidarlo fino a casa sua per andare a PRENDERE il suo paio di occhiali di scorta. La signorina cortesemente aiut Pippo che finalmente allarrivo a casa pot indossare le lenti, ma quando questi usc dalla porta il vento gli sbatt limposta in faccia e il SANGUE corse dal suo naso. Che giornata!!! Roberta Pioli e Davide Martinelli

Scrivi una storia con le seguenti parole: ELEFANTE, AMORE, INTESTINO, OROLOGIO, PIP. Quando ho iniziato a scrivere questa storia non sapevo ancora cosa fosse realmente lAMORE poich ero un ELEFANTE giovane. Una mattina, come ogni giorno mi alzai verso le 9.30 per cercare un po di cibo. Tutto procedeva come al solito, una giornata come tante: il sole brillava, le piante fiorenti e il mio INTESTINO che brontolava sempre di pi la mia tranquillit fu interrotta da una magnifica elefantessa la quale mi ferm per mostrarmi il suo fantastico OROLOGIO doro. Io feci una figuraccia poich dovetti fare la PIP in un angolino. Sara Salardi e Giulia Rubini

60

Scrivi una storia con le seguenti parole: CAVALLO, DIARIO DI BORDO, LEGNO, CERVELLO, SOLDATI, SENTIMENTO. Scrivi una storia con le seguenti parole: CURIOSIT, TIMIDEZZA, FINESTRA, VINO, SCIMPANZ, MOCCOLO. Cera una volta una bidella molto buona e gentile ma la caratteristica che spiccava era la sua TIMIDEZZA. Un giorno mentre beveva il suo solito bicchiere di VINO, si affacci alla FINESTRA e guard verso il giardino della scuola e vide una cosa strana tra gli alberi. In CURIOSIT decise di andare a vedere cosa era: era uno SCIMPANZ che stava dormendo. Subito si spavent molto e credette di aver bevuto troppo vino. Passata la paura decise di svegliare lo scimpanz. Cap che non cera niente di preoccupante anzi si mise a ridere perch allo scimpanz era sceso il MOCCOLO dal naso mentre dormiva. Anche il piccolo scimpanz si mise a ridere e dopo essersi pulito si present e gioc con la bidella e tutti i bambini della scuola. Cinzia Guglielmi e Monica Plessi Cera una volta un CAVALLO fatto di LEGNO dove cerano nascosti tanti SOLDATI greci che avevano mal di pancia. Alla mezzanotte vennero fuori dal cavallo per andare a cacciare il nemico; il problema era per che non sapevano niente di questa citt e gli sarebbe servito il DIARIO DI BORDO dellantico saggio, che avevano scordato sul cavallo; cos si persero e dovettero usare i loro CERVELLI per escogitare una via di uscita. Mentre giravano un SENTIMENTO profondo li univa e ritrovarono la strada verso il cavallo decidendo di non attaccare pi il nemico che era diventato amico. Matteo Menozzi e Matteo Casoli

Poesia un sentimento Che ti porti dentro come un Viaggio nel cuore. come un peluche morbido Da coccolare Come una cassetta da ascoltare Una lettera da decifrare Anche certe volte, un cuore molto triste e spezzato.

61

un fiume in piena una mente scombussolata Di idee da scrivere su questo foglio Gi pieno per Sara

SCRITTO DA: Giulia R., Giulia B., Erica D., Erica P., Erica B., Matteo, Luana, Elisa R., Elisa Z.

Nel buio sapessi tante emozioni Sentimenti, paure, si nascondono Ma soprattutto colori. Colori intensi che non svaniscono mai Solo alla sera quando il sole cala I colori si schiudono Nellimmenso cielo blu Nel rosso della palla di fuoco Nel mare azzurro O nel verde mare di fili derba.

Sara

62

Workshop alla scuola media Lepido a.s. 2000/2001 Di Silvia Castagnetti

canalare in suddetti impegni collaterali, di cui peraltro il workshop formato. Importanti sono stati i momenti di formazione forniti da Gancio Originale, per gestire queste due ore settimanali in modo proficuo. Anche questanno la sfida stata grande ma alla fine il lavoro svolto, con un ragazzino in particolare, mi ha soddisfatto. Nello sviluppo di queste giovani pianticelle noi cerchiamo di essere i bastoncini di supporto ai quali legarsi; bastoni che vengono cambiati ed adattati mano a mano che la pianta cresce, ma la cui funzione principale rimane inalterata: impedire che le intemperie della vita quotidiana ne segnino la corretta crescita. E bello poter contare su un amico.

Workshop alla scuola media dellIstituto Comprensivo di Bagnolo di Stefano Cappa Il gruppo del workshop alla scuola media di Bagnolo, questanno, si avvalso della collaborazione di una decina di volontari; il numero era variabile in funzione di alcuni acquisti e purtroppo di alcuni abbandoni. Un gruppo, comunque, affiatato sia nellaffrontare i programmi sia negli eventuali inconvenienti, questo anche grazie allottima conduzione di Silvia. Siamo riusciti a mettere in atto alcune attivit collaterali allo studio, con buoni risultati sui ragazzini seguiti, (es. pasta di sale, pittura e realizzazione di maschere, computer ed altre ancora). Certo non stato facile gestire le energie di alcuni ragazzini del gruppo da noi seguito, energie peraltro che abbiamo cercato di in-

63

Workshop alla Scuola Media Statale S. Pertini. di Concetta Barbarello

Anche questanno (il terzo) stato realizzato il gruppo di apprendimento definito Workshop alla scuola media Pertini. Lobiettivo generale, comune a tutti i workshop pomeridiani consiste nella prevenzione secondaria e terziaria del disagio giovanile mediante lintegrazione linguistica, scolastica e relazionale dei bambini e dei ragazzi frequentanti la scuola dellobbligo segnalati sia dalla scuola che certificati dalle AUSL.

64

Lobiettivo proposto sia quello di fornire un sostegno nei compiti per migliorare i livelli di apprendimento e motivazione nei confronti delle attivit scolastiche che promuovere momenti aggregativi che permettano di favorire la socializzazione mediante attivit formative e ricreative. La formazione/selezione del gruppo dei ragazzi avvenuta attraverso alcuni incontri preliminari e scambi tra scuola e servizio AUSL. Il gruppo si ritrovato nei locali della scuola a partire dal 21 novembre 2000 sino al 31 maggio 2001 (48 incontri). Rispetto ai due anni precedenti, dove gli incontri in questa scuola erano previsti solo una volta alla settimana, questanno si passati a due incontri settimanali, marted e gioved dalle 14,30 alle 16,30. La scuola ha messo a disposizione unaula ampia e luminosa dotata di un armadietto dove riporre tutto loccorrente per i nostri lavori. Allinizio il gruppo era formato da 8 ragazzi: C, A V, A F, V, R, A P, D e F. Questi ultimi frequentavano solo una volta alla settimana. Allinizio del secondo quadrimestre stato inserito D F. Al loro fianco vi sono stati nel corso dellanno i vari volontari di Gancio originale: Davoli Sara, Som Barbara, Malvezzi Elena, Morini Stefania, Buzzi Paola, Bozzi Marcello, Casoli Valentina, Pigozzi Erika, Mariani Silvia, Gennaro Arianna frequentanti le scuole medie superiori, Alessia Sforacchi laureanda in scienze delleducazione e Isa Cucchi esperta di serra. Il gruppo stato coordinato dalla psicologa tirocinante dott.ssa Concepita Barbarello. Per lintero periodo gli incontri si sono suddivisi in due momenti: la prima ora stata dedicata ai compiti in cui i ragazzi sono stati seguiti individualmente da un volontario. Per

quanto riguarda la seconda ora nei primi incontri ci si dedicati allaccoglienza e alla formazione del gruppo. Il primo incontro, quindi, stato in funzione del primo approccio al gruppo affrontandolo con un gioco di conoscenza: Il prurito (gioco in cerchio dove ogni membro dice il suo nome ed indica una parte che gli prude). Nei tre incontri successivi si cercato di dare lidentit al gruppo stabilendone il nome (New Friends) e riportando i vari membri del gruppo con una loro piccola scheda su di un cartellone. In quanto gruppo, ci siamo confrontati sulla necessit di stabilire delle regole per dare ordine alle attivit di recupero didattico e formative/ricreative e garantire le relazioni in funzione dello stare insieme nel gruppo del workshop. Tutti i ragazzi hanno proposto e riportato Le regole del workshop ogni tanto richiamate durante gli incontri. Durante un incontro si avvertita la necessit di parlare delle varie provenienze dei ragazzi in quanto quasi tutti immigrati solo due autoctoni. Verso la met di dicembre abbiamo creato un albero di Natale ed il presepe utilizzando solo materiale di recupero proveniente dal centro RE-MIDA. E stato un lavoro entusiasmante sia per i ragazzi che per i volontari. Al rientro dalle vacanze abbiamo pensato di procedere con le creazioni. Abbiamo realizzato in tre incontri una cesta di frutta con la pasta di sale. Dalla met di marzo partito il progetto Pollicino Verde con la collaborazione della Sig.ra Isa Cucchi esperta di serra. Accudire delle piantine, le quali possono nascere, crescere o deperire, vivere o non sopravvivere per mancanza di cure oltre ad essere una cosa gratificante porta con s laspetto educante in quanto le prime dipendono da noi poich il risultato dipende dalla cura e dallimpegno che ci si mette. A questo

65

progetto era dedicata la seconda ora del gioved. Di volta in volta tutto il gruppo era suddiviso in due sottogruppi: uno si occupava del progetto operativo con la Sig.ra Isa laltro, in parallelo, si occupava della trascrizione delle varie operazioni al computer utilizzando questi contenuti per portare avanti unaltra attivit formativa: Laboratorio di computer. I gruppi si alternavano per dare la possibilit a tutti i ragazzi di partecipare ad entrambe le attivit. La cura delle piante non si limitava solo agli incontri del workshop ma si era creato un calendario settimanale di Turni di cura (esposto in aula e di cui ogni ragazzo aveva una copia) dove i ragazzi a coppia, durante la mattina andavano per 5 min. a controllare ed eventualmente innaffiare le piantine (sia quando erano ancora in aula che quando sono state riposte in terrazza). Prima di Pasqua si pensato di creare delle uova incartando dei palloncini gonfiati. Ognuno dei ragazzi ha riposto un bigliettino di auguri sul proprio uovo oltre al cartellone come augurio collettivo. Poter seguire il gruppo per tutto il progetto mi ha permesso di cogliere dinamiche, evoluzioni sia allinterno di tutto il gruppo sia nei rapporti di piccolo gruppo o di diade volontario-ragazzo o ragazzo-ragazzo che hanno permesso ad ogni singolo membro di cambiare nel corso del tempo. Il maggior contenimento, non sempre costante, di Vincenzo e i suoi progressi sul piano dellautostima, della fiducia negli altri e nel rispetto della vita di gruppo, il riuscire a mettersi in gioco di A P, il porre questioni adolescenziali di F a ragazze di qualche anno pi grandi di lei, le relazioni di amicizia instaurate tra ragazzi (R e A) i quali non si conoscevano allinizio del progetto sono una conferma che il gruppo cresciuto, che lesperienza del workshop ha dato loro sostegno nella loro crescita identitaria ed emotiva oltre che sul piano degli apprendimenti (per quanto possibile). Forse la

scarsa frequenza e i conseguenti mancati risultati di D sottolineerebbero limportanza di questi incontri. E stato importante mantenere degli abbinamenti tra ragazzi e volontari i quali divenivano punto di riferimento per vari confronti stabilendo dei rapporti di fiducia. Il gruppo ha richiesto una gestione molto articolata e molto complessa in quanto stato necessario conciliare le problematiche individuali ed il funzionamento complessivo del gruppo. A questo proposito molto importante avere molta cura nella selezione/formazione del gruppo. I risultati ottenuti alla fine del progetto sono dovuti anche al grande impegno dei volontari ai quali rivolgo tutta la mia stima per aver ritagliato tra i loro vari impegni scolastici il tempo per questi ragazzi problematici e la mia gratitudine per tutta la collaborazione.

66

Workshop alla scuola media Pertini: la voce di un insegnante di prof.ssa Marina Nora

Progetto Workshop: stato condotto da una psicologa tirocinante coadiuvata da personale volontario (studentesse delle scuole medie superiori, prevalentemente Liceo A. Moro. Vi hanno partecipato 9 alunni della nostra scuola dopo una selezione iniziale. Il gruppo si riunito con cadenza bisettimanale (marted e gioved a partire dal giorno 21/11/00) dalle 14.30 alle 16.30 presso i locali della scuola media per svolgere attivit di recupero scolastico e attivit pi creative (giochi di gruppo, realizzazione di cartelloni, attivit di serra, informatica, laboratorio di pasta di sale, creazioni di oggetti legati ad alcune festivit: Natale e Pasqua).

67

La frequenza dei ragazzi che vi hanno partecipato stata per alcuni costante, per altri meno regolare e un ritiro a febbraio. Durante il corso dellanno sono stati programmati colloqui di verifica intermedia e finale con gli insegnanti degli alunni partecipanti. Lattivit del workshop, conclusasi alla fine di maggio, risultata molto impegnativa e faticosa per alcune dinamiche instauratesi da parte di certi componenti del gruppo, nonostante ci la coordinatrice ritiene che per tutti gli alunni ci sia stato, anche se in misura diversa, uno sviluppo positivo rispetto il livello di partenza (novembre).

68

aiutarla non solo sul campo scolastico, ma anche nelle sue problematiche umane (problemi con la famiglia: discussioni sulla sorellina pi piccola). Lesperienza mi servita come persona, non solo come volontaria, ad arricchire il mio bagaglio umano e torner, anche se con numerosi sacrifici, a questa attivit.

Workshop alla Scuola Media Statale S. Pertini. Stefania Morini Mi dispiace di non essere venuta oggi pomeriggio, ma ho appreso solo oggi che domani sarei stata interrogata e per giunta alle 16.30 devo andare a scuola guida. Mi dispiace. Questanno passato allinterno del workshop mi servito a comprendere a pieno la mentalit dei bambini di oggi. (Comunque in parte). Inizialmente (per pochissimo tempo) i bambini sentivano un po di timore nei nostri confronti, per cui rispettavano di pi le nostre persone, mentre alla fine si pu parlare di una certa degenerazione avvenuta dal fatto che i legami esistenti tra di noi si accorciavano sempre di pi. Ci non toglie che i bambini partecipavano costantemente allattivit, mettendoci a volte impegno e partecipazione. Nello svolgimento dei compiti cercavano, per quanto nelle loro possibilit, di impegnarsi, aderivano per pi volentieri alle attivit extrascolastiche (pollicino verde, calcetto, laboratori). In particolare una bambina si legata particolarmente alla mia figura di amica e coetanea. Questo mi ha permesso di

69

Mentre aiutavo qualcuno a fare i compiti sentivo che in realt era il bambino ad aiutarmi e a darmi molto di pi di quello che io riuscivo a dare a lui. Credo proprio che lanno prossimo continuer questa esperienza anche se alcune situazioni non sono state facili da affrontare.

Workshop alla Scuola Media Statale S. Pertini. di Elena Malvezzi

Questanno per me stata la prima esperienza di WORKSHOP, anche se non stata la prima esperienza di volontariato. Mi piaciuto molto aiutare i bambini in difficolt e entrare a contatto con realt sicuramente non facili anche se a volte non stato certo facile. I momenti pi difficili mi hanno fatto aprire gli occhi e mi hanno aiutato a crescere. Mi sono accorta che prendendo singolarmente ciascun bambino, anche il caso pi difficile, con la calma e con la costanza si possono raggiungere grandi risultati. Ciascun bambino, con i suoi problemi, le sue difficolt, i suoi modi di fare mi ha dato molto e mi ha dato la carica per continuare lesperienza di volontariato.

70

Progetto di promozione delle abilita sociali del gruppo classe della IIIA della scuola elementare dellistituto comprensivo del IX circolo di Reggio Emilia di Francesca Fontanesi

Nel mese di marzo 2001 le due insegnanti di III A segnalano a Gancio Originale la situazione di disagio relazionale del loro gruppo classe e le difficolt individuali di alcuni bambini che rendono ancor pi difficoltosa la gestione della classe. La classe composta da 26 bambini che provengono da varie culture: tre bambini nomadi, un bambino cinese, un bambino etiope, un gruppo di bambini che provengono da regioni del sud dellItalia, due bambini con disagio legato ad una fase di difficolt vissuta allinterno della famiglia. Due sono i bambini che dovrebbero seguire una progettazione educativa individualizzata tuttavia la classe pu usufruire dellinsegnante di sostegno soltanto per sei ore settimanali. Inoltre la composizione della classe stata incrementata a partire dallinizio dellanno passando da 24 a 26 studenti, che hanno a disposizione unaula sorprendentemente stretta per la loro naturale necessit di avere un proprio spazio fisico e mentale. Lo scopo dellintervento realizzato dalla psicologa borsosta coadiuvata da tre psicologi tirocinanti del ser-

vizio di Psicologia Clinica (Matteo Casoli, Petra Fratti e Maria Elena Curti) era quello da un lato, di fornire importanti elementi di riflessione alle insegnanti sulle dinamiche relazionali allinterno del gruppo classe e dallaltro, far sperimentare ai bambini attraverso lesperienza diretta, modi differenti di stare insieme a scuola. Il programma degli interventi ha riguardato sette incontri. Dopo aver svolto il colloquio approfondito sul disagio vissuto dal gruppo-classe e dalle insegnanti abbiamo somministrato, in due rispettivi incontri, il Sociogramma di Moreno che ci ha permesso di avere una fotografia dei gruppo classe e dei sottogruppi con particolare attenzione a quei bambini che erano rappresentati isolati (non ricevevano alcuna scelta dai compagni) mentre contemporaneamente cercavano di inserirsi scegliendo direttamente i leader sia nella consegna operativa che in quella affettiva. Insieme alle insegnanti abbiamo discusso ricevendo conferme e differenti punti di vista rispetto alla conoscenza che le insegnanti avevano dei loro bambini. Abbiamo cominciato a lavorare con i bambini partendo dal tema dellaffettivit attraverso il Gioco della Fiducia in cui i bambini seduti in cerchio, senza parlare attraverso il linguaggio non verbale, esprimevano un gesto di affetto verso un compagno che a turno si sedeva al centro e con gli occhi bendati riceveva sempre emozionato un bacio, una carezza, un abbraccio in composizioni sempre molto creative da parte dei compagni. Nel successivo incontro, dopo il classico gioco di conoscenza Se fossi che ha ottenuto un grande successo tra i bambini, abbiamo cominciato a lavorare insieme (con diverse difficolt derivate dalla numerosit dei bambini e dallatmosfera volutamente poco strutturata degli incontri) sulla fiaba che la maggior parte dei bambini aveva creato nella prima parte dellanno scolastico. La nostra intenzione era quella di utilizzare unopera che era

71

stata creata dalla III A per lavorare in situazione con i bambini sul tema della cooperazione e sul tema dellascolto e del rispetto delle singole individualit, ognuna con le sue proprie risorse. Lantico regno di Dragolandia Cera una volta lantico regno di Dragolandia, cos chiamato perch da moltissimi anni abitava un enorme drago di nome Ardente, con le scaglie rosso fuoco, ampie ali verdi e occhi profondi e fiammeggianti. Il suo aspetto era veramente terrificante, ma in realt Ardente era un drago buono e generoso che da sempre difendeva il regno. Il re Giacomino e la regina Soldimare regnavano sereni con le loro due figli , le principesse Fiorellina e Ondina. Nel castello vivevano anche molti cavalieri, soldati, servitori e damigelle tra queste, Elisabetta si occupava in particolare della regina, Margherita e Francine delle principessine. Un brutto giorno per, dalle alte torri del castello, venne avvistata la nave schiaccianoci sei tremendi pirati dellisola maledetta, famosi per la loro crudelt.. Ci che nessuno sapeva era che sulla nave cera anche la tremenda strega Bruttina che era stata cacciata via tanti anni prima dalla regina Soldimare perch nel regno causava solo liti e malcontento. Lei voleva solo imprigionare per sempre la regina e il re e governare per sempre su Dragolandia! Mentre la nave si avvicinava sempre pi al porto, Bruttina fece un incantesimo: fece apparire dallanello che portava al dito il fantasma Teschietto e gli ordin di andare al castello e rapire le principesse. Cos mentre la battaglia cominciava ad infuriare, Teschietto, silenzioso e furtivo entr nel castello, fece addormentare le principesse che giocavano nella loro stanza e cominci a trasportarle verso la nave. Per fortuna il drago Ardente sent, nonostante stesse combattendo, lodore

tipico dei fantasmi e si alz in volo con le sua grandi ali, vide Teschietto che si stava avvicinando alla nave e fece per piombargli addosso. Ma, allimprovviso, si trov circondato da una gabbia argentata: la strega Bruttina lo aveva imprigionato! In breve, senza laiuto del drago, il re e i cavalieri furono sconfitti, gettati nelle prigioni e il castello fu invaso dai pirati. La strega Bruttina fece imprigionare la regina, occup la sua camera e ordin che si facesse una gran festa. Tutto sembrava perduto quando da un passaggio segreto comparvero le tre damigelle che si erano nascoste! Cos mentre i pirati festeggiavano, corsero di nascosto verso la gabbia di Ardente, riuscirono ad aprirla e a liberare il drago, che si alz subito in volo e and a chiamare la fata Cristallo, madrina della regina. La fata accorse subito e con una magia fece volare fuori dal castello la strega Bruttina e la rinchiuse nella gabbia, poi costrinse i pirati terrorizzati a liberare il re, la regina, le principesse e i cavalieri. La fata cristallo riun poi i pirati vicino alla gabbia e fece una magia: trasform tutti, compresa la nave, in statuine di cristallo che furono poi per sempre esposte nel salone del castello come insegnamento e lezione a tutti i malvagi! Il re e la regina ringraziarono le tre damigelle che avevano salvato il regno nominandole figlie onorarie. Cos tutti vissero felici e contenti compreso il drago ardente a cui venne costruito uno splendido baldacchino in oro e seta nel giardino del castello. Gennaio, 2001 Scritta d:. A, F, M, F, V, T, M, M, E, R, E, W, A, M, L, R, M, G. Questa fiaba ha costituito lo strumento per lavorare attraverso la suddivisione in tre sequenze, che ha condotto alla rap-

72

presentazione della storia da parte dei bambini suddivisi in tre sottogruppi. Il role-playng stata la metodologia scelta, con particolare attenzione a come i bambini sceglievano e si attribuivano i ruoli. Nella fase di scelta del personaggio avevamo pensato di fornire ad ogni gruppo materiale stimolo per rappresentare il personaggio preferito attraverso la creazione di un oggetto simbolico. In realt i bambini hanno scelto non tanto di creare un oggetto, ma di mascherare se stessi come se ancora tutta lesperienza per essere rappresentata dovesse passare attraverso il loro corpo. Ogni incontro iniziava e si concludeva con un lavoro in grande gruppo per sottolineare il tema della condivisione del lavoro svolto in piccolo gruppo. Lultimo incontro stato caratterizzato dalla rappresentazione teatrale della fiaba: i tre gruppi si sono avvicendati nel recitare le tre differenti sequenze, guidati da un narratore. Come momento finale abbiamo scelto di lasciare al gruppo compreso le insegnanti una impronta emotiva che potesse lasciare un segno nella storia del gruppo. T, scelto democraticamente dai compagni ha dipinto il quadro della III A, utilizzando come materia prima della sua opera i suoi compagni e le insegnanti che sono stati disposti nello spazio condiviso dellaula. In silenzio T. faceva alzare un compagno per volta e lo disponeva nello spazio, come se fosse creta da plasmare: ognuno manteneva poi la posizione che gli era stata data. Alla fine anche T entrato nel quadro scegliendo la sua posizione preferita e concludendo lopera che stata documentata attraverso le fotografie, che rimarranno ai bambini come ricordo dellesperienza vissuta.

73

Progetto PIEVE 2 chL`ssdnB`rnkh

Questa classe elementare di pieve2 composta da 26 alunni di cui 13 maschi e 13 femmine, sono presenti circa 6 bambini con seri problemi (apprendimento, linguaggio, concentrazione, ritardo mentale, socializzazione, etnici, ecc.) due dei quali certificati.

Uno dei due bambini certificati A. Questo bambino fisicamente pi piccolo dei suoi coetanei. La famiglia inizialmente non ha accettato i problemi del bambino credendo e poi nascondendoli dietro ad un presunto problema dadenoidi. Si riscontrato a parere degli insegnanti un principio di regressione, sottolineato anche da un cambio di grafia; il bambino si rende conto di non essere in grado di fare alcune cose in cui riescono gli altri. Le prime volte che lho incontrato ho notato che per attirare lattenzione su se stesso lo comunicava attraverso il contatto fisico (pestava i miei piedi con le mani, dava i pugni alla borsa, mi spingeva le ginocchia; ho notato successivamente che questo modo di comunicare utilizzato anche con i compagni, i quali infastiditi lo isolano (com poi anche risultato dal sociogramma di Moreno). Nel gioco dei sentimenti, A veniva solamente accarezzato, non abbracciato e non baciato, solo F e qualche altra bambina lo hanno baciato, ho notato che G lo bacia ma appena si allontanata ha fatto una smorfia di disgusto. M laltra bambina con certificazione; una bambina Nomade che secondo gli insegnanti ha voglia dimparare, quando esce dalla classe con linsegnante di sostegno non fa problemi, ha gravi difficolt nella lettura e sono sicuramente presenti problemi dapprendimento. Allinterno della classe decisamente isolata, ricerca la compagnia della cugina V. Vi sono altri con dei problemi, come W, un bambino cinese che si inserito da poco nella classe e parla con difficolt litaliano. B, stata visitata dal servizio e lhanno riconosciuta come borderline

74

A, nomade, cugino di M, da poco nella classe, aggressivo con i compagni, spesso causa di zuffe. La prima cosa che colpisce lattenzione in questa classe il sovraffollamento, 26 bambini sono veramente tanti e lambiente classe non permette una buona circolazione fra i banchi, i bambini sono decisamente ammassati. Dal sociogramma di Moreno abbiamo avuto dei risultati molto interessanti, anche se non inaspettati, che ci permettono di capire meglio le dinamiche di gruppo di questa classe. E stato molto interessante assistere, partecipare al gioco del fiducia e notare in modo cos evidente che gli elementi non ben integrati sia affettivamente sia operativamente erano solamente toccati giusto per partecipare al gioco. Ho notato che nessun bambino si lamentato od opposto quando i bambini con dei problemi erano messi al centro. Dopo aver analizzato i dati raccolti dal sociogramma di Moreno, sono stati formati tre gruppi nei quali si cercato di creare le condizioni ideali per una integrazione e collaborazione migliore fra i bambini. Quei bambini con caratteristiche da leader sono stati separati nei tre gruppi, mentre per i bambini risultati decentrati allinterno del sociogramma hanno avuto nel loro gruppo quelle figure di leader cui maggiormente aspiravano. I risultati per quanto mi riguardano sono stati positivi e allinterno del piccolo gruppo si riusciti a far collaborare tutti i bambini creando un microclima decisamente migliore rispetto a quello della classe. Una dinamica che mi ha molto colpito, avvenuta allultimo incontro, durante il gioco della scultura. Questo gioco consiste nel rappresentare la classe attraverso una scultura vivente composta da bambini, insegnati e noi psicologi

Inizialmente i bambini hanno scelto lo scultore (T, ovviamente riconosciuto da tutti come il pi creativo) poi finalmente si creato un silenzio spontaneo da parte di tutti, i bambini erano concentrati ed attenti a ci che accadeva attorno a loro. Alla fine della creazione la scultura aveva preso forma, sembrava il sociogramma di Moreno in versione tridimensionale, per in questo vi erano le variabili insegnanti e psicologi, i quali avevano assunto allinterno della scultura una posizione differente da quella dei bambini, ricordavano unimmagine genitoriale. Questesperienza, a mio parere, servita molto alle insegnanti, le quali hanno potuto osservare i bambini in situazioni e dinamiche differenti da quelle puramente scolastiche, riscontrando cos nuovi atteggiamenti e comportamenti di gruppo.

75

Lesperienza a Pieve 2 di Petra Fratti

Dopo una breve presentazione di ci che significa la nostra presenza nella classe, abbiamo somministrato, le due consegne del sociogramma. Dallanalisi dei risultati del test abbiamo pensato ad una procedura operativa per aiutare una migliore integrazione dei bambini tra loro: infatti in questa classe molto numerosa oltre ad esserci la presenza di bambini che vengono messi da parte dagli altri compagni, si formano dei piccoli gruppi che rendono difficile un vero lavorare insieme. Per questo le insegnanti hanno creduto utile chiedere consigli per far fronte ad una possibile disgregazione dellunit della classe(in realt gi presente) nel futuro. Una delle difficolt maggiori riscontrata stata quella relativa allordine, al farsi ascoltare, al riuscire a catturare la loro attenzione e soprattutto a mantenerla e a far capir loro che per ognuno cera la possibilit di esprimersi senza prevaricare sul

compagno. Questo uno dei bisogni presenti in questi bambini che essendo cos in tanti forse non riescono ad avere il loro spazio personale per essere ascoltati, consigliati, ecc. come invece loro vorrebbero. Le attivit programmate (giochi di conoscenza, giochi di ruolo) hanno suscitato curiosit e anche voglia di sperimentarsi in ruoli diversi da parte di bambini che invece durante lorario normale vestono sempre e solo quel ruolo, per amore o per forza oserei dire. Nelle attivit la difficolt da parte mia stata quella di riuscire a parlare con un tono sufficientemente deciso e accattivante per farli stare un po tranquilli. La loro esuberanza fisica, stato un problema non piccolo da gestire perch anche nel piccolo gruppo si rischiava la disgregazione. Una volta cercato di superare queste difficolt facendo partecipare ogni bambino del mio sottogruppo allattivit pi interessante per lui, sempre cercando di mantenere una collaborazione e una condivisione possibile dell'esperienza, il risultato non stato del tutto nullo. E credo di poter affermare ci perch almeno un aiuto reciproco e una compartecipazione allattivit ultima c stata (qui i bambini pi propositivi e autonomi hanno cercato di aiutare e consigliare i loro compagni pi fragili senza prevaricarli troppo). Questi obiettivi raggiunti perlopi nel piccolo gruppo, i prossimi anni si cercher di estenderli al grande gruppo classe.

76

Dal caos alla favola: progetto Pieve 2 di Maria Elena Curti

accoglievano sempre pi volentieri nonostante passasse un po di tempo tra un incontro e quello successivo. Le gratificazioni ci sono state anche al momento dei saluti quando ci hanno pregato di ritornare. Credo che con questa iniziativa abbiamo potuto offrire ai bambini uno spazio solo per loro, dove potevano essere i protagonisti e potersi esprimere in modi diversi dallordinario. Questo secondo me rispondeva molto bene alle esigenze specifiche di quella classe che un po troppo affollata e dove non facile per le maestre prestare attenzione a ogni singolo bambino. Si tratta di una esperienza che sono contenta di avere fatto e che considero positiva sia per lentusiasmo che ho avvertito nei bambini sia per tutto quello che ho ricevuto e imparato da loro e dallo sperimentarmi in quel contesto.

Il progetto Pieve 2 mi ha offerto la possibilit di fare una esperienza assolutamente nuova. Sin dallinizio mi sono sentita attratta da questa proposta. Mi sembrata interessante oltre che per lopportunit di avvicinarmi al mondo dei bambini anche per il tipo di attivit attraverso le quali abbiamo potuto farlo e in particolare il gioco dellaffettivit e la fiaba da far loro rappresentare. Inizialmente ho provato per un po di sgomento di fronte ad una classe cos numerosa e cos piena di energia e ho temuto forse un po di non saper gestire la cosa ma in seguito ho sentito di essere riuscita a convivere con quel caos e poi a ridimensionarlo producendo qualcosa con i bambini utilizzando appunto lo strumento che avevamo e cio la favola. Molto utile stato anche confrontarsi con gli altri due tirocinanti Petra e Matteo, sia nei momenti di difficolt che in quelli di successo. Mi ha dato molta soddisfazione il fatto che i bambini fin da subito si sono ricordati di noi e ogni volta ci aspettavano e ci

77

Pomeriggio di Festa di Giulio Serri

La passione per un microfono e una telecamera lo sempre avuta fin dallinfanzia. Ricordo, infatti, che durante le feste di famiglia, prendevo una cucchiaia da cucina per intervistare i presenti o per presentare la serata. Per me fare il presentatore un vero modo di esprimersi in cui cerco di trasmettere agli altri, con uno stile semplice e lineare, emozioni pi o meno riflessive o divertenti. Essendo anche un volontario di Gancio Originale, ho condotto cos la seconda festa provinciale dei Workshops, tenutasi il 24 maggio, presso lITA Zanelli e presentata lanno scorso dalla prof. Carmen Mirabile (altrettanto gran conduttrice). Ed dunque proprio grazie a lei e alla Dott.ssa Cantini, che ho avuto modo di vivere uno splendido pomeriggio allinsegna del divertimento e della mia pi gran passione. Bimbi, insegnanti referenti, volontari e responsabili, assieme per festeggiare un anno scolastico vissuto e denso dattivit didattiche, ludiche tutto sempre nellottica dello stare bene in compagnia. E anchio presentando il piccolo concerto del prof. Magnani ed i vari numeri degli insegnanti e dei volontari ho respirato unincontrastabile atmosfera dallegria e di grande unit e coesione fra i diversi componenti del mio pubblico. Nellaugurare a tutti delle serene vacanze, colgo loccasione (forse troppo anticipatamente) dinvitarvi alla terza festa Workshops: maggio 2002!!!

78

Esperienze di volontariato rivolte ai singoli

79

IL LAVORO CON G di Cinzia Gimelli volontaria di GO "Lesperienza con G, bambino di 8 anni della Scuola Elementare Collodi, ha avuto un esito positivo e soprattutto inaspettato. Quando GO mi chiese di occuparmi di G mi fu presentato come un bambino difficile. La sua difficolt era scolastica (lui stesso si definiva scemo e incapace di rimanere al passo con gli altri bambini della classe) e di relazione con i coetanei. Il primo incontro con G mi appassion ( un bellissimo bambino biondo con gli occhi azzurri), sprizzava energia da tutti i pori e non nego che fu piuttosto difficile farlo mettere a sedere per fare i compiti. Con le maestre, la logopedista (G ha avuto fin da piccolo problemi di linguaggio) e la psicologa si stabil un piano affinch potesse seguire lanno scolastico con poche difficolt ed arrivare alla sufficienza in tutte o quasi tutte le materie. In matematica, soprattutto con le divisioni, inizialmente sbagliava i calcoli, con il tempo e qualche piccolo trucco che gli ho insegnato, fa operazioni di addizione, sottrazione, moltiplica-

zione e divisione come se niente fosse. Le lezioni di storia e di geografia, oltre ad impararle quasi a memoria le capisce, le sa riassumere e le ricorda nel tempo. Lunica materia dove ha avuto la sufficienza inglese(io per mi accontenterei ! ! !). Il lavoro con G e non per G ha dato i suoi frutti. I risultati a livello scolastico sono dimostrati anche dalle schede di giudizio finale le quali riportano un voto globale di DISTINTO. Nonostante passi molto tempo a giocare con la Playstation (lera del computer porta anche questi danni), G, ha migliorato il suo linguaggio e il suo modo di esprimersi (alcune volte rasenta la perfezione). BRAVO!!! Spero di poter seguire G anche il prossimo anno (mi laureo in Psicologia e mi aspetta un anno di tirocinio obbligatorio) e colgo loccasione per ringraziare tutti coloro che hanno riposto fiducia in me e che mi hanno permesso, soprattutto, di vedere felice un bambino".

80

capirlo, per questo non stato un grande ostacolo perch dopo qualche tempo abbiamo cominciato a interpretare meglio le sue parole. Questa esperienza stata molto positiva, ci ha fatto capire che noi siamo molto fortunati e che nostro dovere aiutare chi in difficolt. E alla fine dobbiamo confessare che ci siamo anche divertiti!

Aiutare e divertirsi di Paolo Bertolini e Marco Montorsi

Attraverso Gancio abbiamo conosciuto un ragazzo Down di diciotto anni. Il nostro compito stato quello di accompagnarlo in giro per la citt e di insegnargli a compiere delle attivit che per noi sono semplice routine quotidiana, ma che per lui possono costituire una difficolt. Siamo infatti andati insieme in gelateria, al bar, nei supermercati, nei negozi, gli abbiamo insegnato luso dei soldi, abbiamo cercato di renderlo pi autonomo negli spostamenti e gli abbiamo insegnato a leggere i semafori. Il nostro amico un ragazzo molto allegro, che sta bene in compagnia e che dimostra la sua soddisfazione con larghi sorrisi; molto buono e nonostante sia molto pi vecchio di noi ha seguito sempre le nostre indicazioni con molta docilit. Abbiamo avuto qualche problema a

81

Una cucina per la vita di Stefania Morini

Ciao! Mi chiamo Stefania e ho 18 anni e ho frequentato il quarto anno del liceo scientifico Aldo Moro. Poche righe non basteranno per descrivere ci che ho svolto questanno

Ad ottobre ho iniziato lattivit di volontariato singolo, per Gancio Originale, avevo scelto di andare allatelier di cucina presso lU.S.L.; questo progetto prevedeva di rendere pi autonomi ragazzi aventi problemi di neuropsichiatria. Inizialmente non avevo ben compreso il mio ruolo e il mio compito, ero partita dal presupposto dio andare ad aiutarli punto e basta, lasciando tutto solo in quella stanza, dove aveva luogo lattivit, ma ben presto ci si rivel impossibile..Ho capito che la sola mia presenza riusciva a rassicurare quei ragazzi. Il laboratorio si svolgeva di marted e di gioved, in entrambi i giorni dalle 14.30 alle 18.30, dove si alternavano due gruppi di tre persone diverse ciascuno; io riuscivo a dare la mia disponibilit solo il gioved. Devo ammettere che non stato facile mantenere limpegno con costanza, anche se ho sempre fatto il possibile, ma penso sinceramente che questesperienza mi accompagner tutta la vita. Non solo per quello che ho imparato (pensavo che avrei dovuto insegnare e invece.), ma anche per le persone fantastiche che ho conosciuto. A volte mi viene detto che per quello che faccio sono da ammirare, ma le vere persone da ammirare sono quei ragazzi! Presentavano diversi tipi di problematiche, ma come si dice: lunione fa la forza ed proprio vero, perch tramite ricette, scritte in forma elementare, riuscivano ad organizzare il lavoro in modo abbastanza autosufficiente e ottenevano un risultato direi molto buono sotto tutti i punti di vista..Inoltre il tutto non si limitava al solo svolgimento della ricetta, ma in queste occasioni i ragazzi si aprivano al mondo, non solo tra di loro, ma anche con me. I ragazzi mi hanno accompagnato per lintero anno e gi, anche se trascorso poco tempo dallultimo incontro, mi mancano con i loro problemi, i loro racconti e la loro presenza. Spero di tornare anche lanno prossimo

82

83

I venerd insieme a D di Melania Lugli

Mi chiamo Melania e ho 24 anni. Ho conosciuto il Gruppo di Volontariato Gancio Originale grazie alle informazioni fornitemi da unamica. Sono entrata a far parte di Gancio Originale quasi due anni fa e da allora la mia vita ha subito alcuni cambiamenti.

La mia esperienza iniziata allinterno di un workshop pomeridiano organizzato alla Scuola Media C. A. Dalla Chiesa (che stata, tra laltro, la mia scuola media). Inizialmente nutrivo alcuni dubbi ed incertezze su quali relazioni avrei potuto instaurare con i bambini, e comunque con una realt che per me era ancora sconosciuta, quella del volontariato. Giorno dopo giorno, per, si concretizzava sempre di pi un senso di soddisfazione per quello che nel mio piccolo vedevo di essere in grado di fare e un profondo rispetto per quei bambini che nonostante fossero bambini, stavano riuscendo ad insegnarmi tante cose e ad arricchirmi le giornate. Non capita a tutti di interagire spesso con dei bambini, bambini che soprattutto hanno bisogno di sostegni, sia concreti e materiali che psicologici ed emotivi, per, nel momento in cui capita, ed io ho avuto questa possibilit, ci si rende conto di quante cose che noi adulti diamo per scontate siano per loro fondamentali. La mia esperienza nei workshop, purtroppo si conclusa per impegni universitari miei, e ci mi dispiaciuto, ma, non volendo abbandonare una cosa che avevo soltanto iniziato a poco a poco a scoprire, ho deciso di restare a far parte di Gancio Originale prendendo parte ad un volontariato singolo con un bambino di otto anni, D. Ho iniziato con lui pi o meno nel marzo del 2000, e da allora passato gi pi di un anno. D. rappresenta molto per me: stato difficile entrare nel suo mondo, e soprattutto arrivare a costruire con lui un rapporto intimo ed amichevole. Allinizio mi riservava soltanto attenzione, sorrisi e modi garbati, ma, dopo aver parlato qualche volta con la madre, avevo capito che quello non era il suo atteggiamento abituale e spontaneo, ma si comportava cos perch era imbarazzato (e questo era normale), perch non eravamo abbastanza inti-

84

mi, e quindi indossava una maschera. Noi tutti a volte indossiamo maschere, e lo facciamo quando la persona che ci troviamo di fronte non ci mette al sicuro, e non ci induce ad avere fiducia in lei. Superato questo momento di impasse iniziale, anche se con qualche difficolt, D. ha iniziato a rendersi conto che poteva trovare in me una persona di cui si poteva fidare ed ha iniziato ad acquisire sicurezza, lasciandosi andare ed essendo se stesso. Sono stata felice di vedere che i nostri incontri lo rasserenavano, di sentirmi dire da D. che mi voleva bene, e di ricevere tante manifestazioni daffetto, di stima e di fiducia. Da allora si sta impegnando molto anche nelle attivit scolastiche e si sente pi sicuro per quanto riguarda le sue abilit e competenze e questo per me il regalo pi bello. Mi sono accorta di tenere davvero tanto ai nostri venerd e ho scoperto di aver imparato cosa significhi fare qualcosa per laltro e contemporaneamente arricchirsi di vita e di esperienza.

85

La notte di Natale di Lombardi Elena Tirocinante di Scienze dellEducazione Tra le varie esperienze fatte nel mio tirocinio vorrei menzionare quella presso lIstituto Simonini con quattro ragazzi (S, C, D, M) con diversi problemi di handicap, ho avuto modo di

proporre un percorso che si concretizzato in un lavoro collettivo, frutto della loro fantasia e creativit. Dopo un primo periodo di conoscenza reciproca, fatto di giochi insieme, passeggiate allaria aperta e ampie discussioni tese a capirli sempre meglio, ho proposto loro di mettere in piedi uno spettacolo teatrale La notte di Natale. Essi hanno accolto con entusiasmo la mia idea, rimanendo stupiti dalla mia richiesta. La novit della proposta elevata anim il gruppo energizzandolo e rendendolo protagonista di qualcosa di importante. Le mie paure sono arrivate in seguito quando, durante le prove (il lavoro era professionale; tutto doveva essere come in teatro) mi accorsi delle notevoli difficolt che, per alcuni ragazzi, tutto questo comportava. Problemi relazionali per uno di loro in particolare gli impedivano di far uscire la voce ma, con rassicuranti rinforzi ed aspettando con pazienza i suoi tempi, riuscito a recitare una parte, a guardare il pubblico e a vincere la sua timidezza data dallessere sulla scena. Lobiettivo del progetto di animazione Simonini non era certamente quello di acquisire nozioni di recitazione (anche se un ragazzo avrebbe tanto desiderato prendere lezioni di teatro) ma quello di imparare a stare insieme in modo significativo, aspettando i propri turni e quelli degli altri (mi preoccupavo che tutti seguissero sul nostro copione le parti interpretate dai compagni), partecipando attivamente ad un progetto collettivo. Ripensandoci, dopo la buona riuscita dello spettacolo, credo che il coinvolgimento dei ragazzi sia stato tanto e penso davvero che ognuno abbia dato il meglio di se. Fondamentale stata la coesione del gruppo nel quale la diversit di ogni ragazzo diventata risorsa e punto di forza comune.

86

Il risultato finale (uno spettacolo allestito in un locale della scuola opportunamente ripulito e predisposto a tale scopo, realizzato con musiche, scenografie e costumi) stato la conferma per questi ragazzi della loro crescita personale che ognuno di loro ha saputo rendere visibile (chi mostrandosi sulla scena, chi fingendo di suonare la chitarra e cos via).

Esperienza nellatelier di musicoterapia


di Zambelli Elisa,

Ho partecipato, come figura di supporto, ad un atelier di musicoterapica, che si teneva ogni marted pomeriggio in una sala debitamente attrezzata dellIstituto Musicale Peri di Reggio Emilia. A questo atelier partecipavano bambini portatori di handicap medio-grave, suddivisi in quattro gruppi distinti che si alternavano nel corso del pomeriggio. Il mio compito era di affiancare nelle attivit latelierista, la Dott.ssa Rossi Rossana, insegnante di musica. Obiettivo principale di un atelier di musica, non certo quello di insegnare i fondamenti della musica, ma di creare/instaurare una relazione con questi bambini utilizzando come tramite la musica,il suono e perch no anche il rumore. Come dicevo i bambini erano suddivisi in gruppi ed in ognuno di questi veniva fatto un lavoro diverso in base a chi ci si trovava di fronte e alle esigenze e richieste che andando avanti nascevano. Il primo ragazzino del pomeriggio era L., maschio di 12 anni affetto dalla Sindrome di Down. Con L. lobiettivo che ci siamo poste fin dallinizio stato quello di fargli usare di pi la voce, di fargli tirare fuori la voce, perch quando arri-

vava da noi si metteva a suonare un qualsiasi strumento e raramente apriva bocca. Abbiamo quindi cercato di stimolarlo a parlare attraverso i giochi che pi gli piacevano utilizzando gli strumenti. L. un ragazzino molto simpatico e spesso si divertiva a farci degli scherzi soprattutto quando non aveva voglia di collaborare. Lora successiva arrivava S., una bambina di 13 anni, sulla sedia a rotelle e con un grave ritardo mentale. S. una ragazzina piena di gioia e di voglia di ridere e la prima cosa che faceva quando entrava era di dirigersi subito al pianoforte. Questo strumento esercitava su di lei un forte potere, da una parte aveva la capacit di farla scaricare da tutte le tensioni accumulate, dallaltra di rilassarla e distenderla completamente. Tra i divertimenti preferiti di S. cera quello di inventare canzoncine, i cui soggetti provenivano dalla sua fantasia, e quello di spaventarci facendo pi rumore possibile sul pianoforte. Il terzo gruppo era composto da due bambini, J. e E. di otto anni, entrambi con la Sindrome di Down. J. e E. sono due bambini molto diversi caratterialmente. J. un bambino molto timoroso rispetto a tutto ci che di nuovo e non conosciuto doveva affrontare. Ad esempio i suoni forti lo spaventavano e quindi si cercato di evitarli allinizio e poi di introdurli gradatamente. Si osservato che J. aveva anche paura di sbagliare, di commettere errori in tutto ci che si accingeva a fare. Per ovviare a questa sua paura abbiamo cercato di proporgli ogni cosa sotto forma di gioco, dimostrandogli che anche noi potevamo sbagliare e che nessuno infallibile. E. molto diverso da J. E un bambino che tende a voler essere al centro delle attenzioni,cerca di farsi notare in tutti i modi, ad esempio quando si proponevano dei giochi da fare tutti assieme E. voleva sempre essere il primo a cominciare, a volte si arrabbiava se non lo assecondavamo nei suoi desideri. A volte con J. aveva anche un atteggiamento aggressivo perch forse lo vedeva come un rivale che potesse rubargli lattenzione. Questo suo comportamento andava ad accentuare le paure di J. che si isolava. Noi abbiamo cercato di comunicare ad E. il fatto che quando si in un gruppo bisogna rispettare gli altri ed imparare a collaborare,senza per questo non divertirsi.

87 Gli ultimi del pomeriggio erano D. e L., due maschi di 12 e 13 anni affetti anchessi dalla Sindrome di Down. Con loro il primo obiettivo che si cercato di raggiungere stato quello di imparare a rispettare il turno in cui ognuno di noi poteva suonare. Pu sembrare una cosa scontata per noi, ma per L. e D., avere davanti un tamburello significava cercare di fare pi rumore possibile impedendo cos agli altri di suonare. Si cercato di far capire loro che tutti dovevano avere il loro spazio per suonare e che ascoltare poteva essere piacevole. Pi avanti abbiamo deciso di differenziare il percorso da fare con L. e D., perch ci siamo rese conto che diverse erano le loro esigenze. In particolare con L. si affrontata la questione di suono forte e suono piano. Per lui lunico modo di suonare il tamburo era quello di avventarcisi sopra con tutta la forza possibile, facendo moltissimo rumore. Abbiamo lavorato molto sul piano e sul forte in vari modi, ad esempio facendogli notare che in natura ci sono suoni pi o meno forti ( il mare calmo e il mare in burrasca),facendogli vedere che ci sono strumenti musicali che hanno un suono pi forte e altri un suono pi lieve. Con D. invece ci siamo concentrati sulla voce. Avvalendoci del fatto che a lui piace molto cantare ed un grande appassionato dei Nomadi abbiamo pensato di fargli eseguire da solo le canzoni che pi conosceva. Inoltre facevamo anche degli esercizi con la voce. Grazie a questa attivit, che lo ha coinvolto molto, D. ha migliorato sia sul piano vocale che su quello personale, acquistando pi fiducia in se stesso.

Uscire dalletichetta del volontariato di Riccardo

Prima di iniziare a collaborare con Gancio Originale, circa cinque anni fa, cercai di capire quali erano i motivi che mi spingevano a "fare volontariato", e ne trovai molti e molto diversi tra loro: dal nobilissimo intento di aiutare qualcuno meno fortunato di me, al meno nobile bisogno di sentirmi migliore, magari pi apprezzato dagli altri, fino alla necessit di sopire i sensi di colpa per una condizione (famigliare, fisica, economica...) privilegiata e la vergogna per i miei "piccoli" problemi di fronte a "veri" disagi. Ho smesso presto di farmi domande, di cercare motivazioni, quando mi sono reso conto che l'oggetto della questione non ero io e i miei perch. Quello che era in gioco era la voglia e la capacit di relazionarsi con altre persone, di creare un rapporto umano che andasse al di l dell'impegno straordinario o del vuoto senso di carit ed entrasse a far parte della routine. Un'esperienza che era cominciata sotto l'etichetta di "volontariato" uscita da quella categoria per diventare un'abitudine, parole come solidariet hanno perso l'aurea che spesso le cir-

88

conda e le lega ad atti straordinari per diventare solo una traccia invisibile da seguire inconsapevolmente e senza presunzione.

Eventi

La visita degli allievi della scuola educatori di Cuneo di Francesca Fontanesi Nellambito delle iniziative che LAUSL di Reggio Emilia ha organizzato in occasione della giornata mondiale della salute mentale, tenutasi il 7 aprile, venticinque allievi della scuola educatori di Cuneo hanno partecipato ad una visita didattica presso il Servizio di Psicologia Clinica.

89

Liniziativa coordinata dal dott. Angelici, ha avuto origine allinterno del progetto di formazione didattica che prevede per gli studenti della scuola educatori di Cuneo, di visitare le realt che possono riguardare il futuro inserimento professionale. I temi centrali della prima giornata sono stati La storia dei servizi psichiatrici per minori di Reggio Emilia (relatore: dott. Angelini) e allinterno di questo approfondimento stata presentata lesperienza decennale del progetto Gancio Originale attraverso la presentazione del filmato, lesposizione del sistema Gancio Originale e in particolare stata sottolineata lattivit dei Workshop (relatori: dott.sse Cantini, Cl e Fontanesi). La seconda giornata ha visto lintervento di Mariano Dolci, consulente teatrale del Comune di Reggio Emilia, riguardo al lavoro di animazione nel Centro Diurno per soggetti psichiatrici e per quanto riguarda il mondo degli adulti stato illustrato un piano inter-istituzionale per gli adulti disabili da parte di Gisella Nicotra Susanna Cagassi, educatrici dellAusl. E risultata particolarmente apprezzata lalternanza per quanto riguarda la prima giornata della introduzione teorica del sistema Gancio originale e, successivamente la visita guidata che le due psicologhe borsiste hanno coordinato allinterno dei workshop delle scuole medie Pertini, Fontanesi, e nella scuola elementare Don Milani. Questa visita ha costituito lo spunto per un interessante dibattito finale riguardante la figura professionale delleducatore che si trova ad operare in settori anche molto differenti tra loro. Alcuni degli studenti presenti che hanno svolto esperienze di tirocinio nellambito dellet evolutiva, hanno trovato dei punti in comune tra lattivit dei workshop e i progetti che, nel contesto della citt di Cuneo sono gestiti da educatori professionali e si svolgono allinterno del normale orario scolastico.

Volantino dei due giorni

90

di Valentina Casoli, studentessa del BUS La delegazione Moldava a Gancio Originale di Mariella Cantini Volantino della visita della delegazione Russa Lesperienza del Volontariato Europeo di Mariella Cantini Mondi Lontanissimi e Gancio Originale di Mariella Cantini Presentazione di Gancio originale alla ASL di Firenze di Leonardo Angelini Il workshop una realt nuova, per ragazzini e volontari un progetto che mira a valori importanti come lamicizia, la solidariet, lunione, ma anche ad obiettivi come lintegrazione e il confronto. Una realt fatta di spontaneit, di sorrisi, di soddisfazione ma anche di delusioni e di grandi responsabilit. Le ore del workshop sono divise in due momenti diversi. Il primo quello dello studio, durante il quale noi volontari aiutiamo i ragazzini nello studio e nei compiti. In questo modo diventiamo per loro dei punti di riferimento, diamo loro dei punti di riferimento, diamo loro sostegno e li aiutiamo a migliorare i loro risultati scolastici. Un secondo momento dedicato al divertimento, alle attivit manuali, singole o in gruppo, che danno ai ragazzini la possibilit di essere creativi e lavorare allinterno di un gruppo. Questo serve a loro per imparare a socializzare con gli altri, per lavorare unendo la fantasia alla manualit. Ma serve anche a noi per confrontarci con altre realt. Per avere gratificazione quando loro si confidano con noi, quando si interessano a quello che fai. Ci sono purtroppo dei momenti, episodi di insoddisfazione, in cui senti che non puoi fare niente per controllarli o per farti ascoltare. In questi momenti non bisogna scoraggiarsi ma imparare a sfruttarli per crescere, non abbattersi e migliorarsi. Questo serve a noi ma anche a loro.

Gancio nel bando Alesini

Gancio News

Gancio alla Giornata Mondiale della Salute Mentale 7 aprile 2001

91

Festa della IV circoscrizione di Elena Curti e Luana Pensieri DOMENICA 10 GIUGNO: GANCIO ORIGINALE IN FESTA INAUGURAZIONE DELLA CAMMINATA DAL PARCO DELLE CAPRETTE AL CASALE DI RIVALTA

Domenica 10/6/2001 Gancio Originale era presente, insieme a tante altre organizzazioni e associazioni, per linaugurazione della camminata lungo Crostolo, che da Reggio Emilia arriva fino a Casale di Rivalta. Siamo stati invitati perch Gancio originale lavora da anni allinterno delle scuole della IV circoscrizione, nelle scuole medie inferiori C.A. Dalla Chiesa, e Don Pasquino Borghi, nella scuola superiore Zanelli, e da questanno nelle scuole elementari Don Milani e San Giovanni Bosco, coinvolgendo ragazzi e volontari della zona. Bench fosse finita la scuola, abbiamo deciso di partecipare insieme (coordinatori, ragazzi, volontari) a questa manifestazione trovandoci quel mattino tutti al Parco di Via Fucini, per esporre in pittoreschi banchetti la nostra creativit! stata una bella esperienza che ci ha unito al di fuori delle mura scolastichecon uno splendido sole di cornice!

92

Un ringraziamento speciale soprattutto ai ragazzi e ai volontari che hanno partecipato.. siete troppo forti! Luana Pensieri Luana(coordinatrice workshop), Lorena(coordinatrice workshop), Silvia(coordinatrice workshop) ed io(coordinatrice workshop) abbiamo allestito alcuni banchetti espositivi con il materiale prodotto durante lanno nei vari workshop. Alla festa erano presenti i volontari della Dalla Chiesa, San Giovanni Bosco, Don Milani e Don Pasquino Borghi, i quali ci hanno aiutato nellallestimento dei banchetti manifestando un notevole entusiasmo per liniziativa. Il materiale era costituito da cartelloni con disegni e fotografie, magliette dipinte a mano, magliette fatte con la tecnica del batik, originali candele colorate, pasta di sale e altri simpatici manufatti. Mi ha fatto piacere la partecipazione di un bambino che seguo nel workshop pomeridiano alla Don Milani, che ha collaborato sul posto a dipingere il cartellone con la scritta Gancio Originale. Credo che partecipare a questa festa sia stato particolarmente utile per i volontari e i ragazzini dei workshop intervenuti, per farli sentire inseriti in un contesto, parte di un gruppo ben definito e quindi in un certo qual modo pi importanti. Maria Elena Curti

93

di Lorena Agazzi Gancio Originale con i propri volontari, i ragazzi frequentanti le scuole coinvolte a livello territoriale e i coordinatori dei progetti, ha partecipato con entusiasmo alla giornata organizzata dalla Circoscrizione. Questa giornata domenicale, che ha visto impegnate tante figure, ha significato da un lato lincontro-confronto con altre organizzazioni di volontariato presenti nello stesso territorio in cui lavoriamo e quindi la possibilit di rafforzare il lavoro di rete, dallaltro ha consentito ai di promuovere in maniera concreta il valore del conoscere il territorio abitato per potervi appartenere. In questa manifestazione il territorio stato abitato dai bambini e dai ragazzi che frequentano le scuole della Circoscrizione ed cos divenuto risorsa che mette in relazione bambini, come quelli delle scuole elementari e medie, ragazzi, come i volontari di Gancio Originale e degli altri progetti, e adulti, rappresentati dalle famiglie che hanno accompagnato i bambini, ma anche dagli operatori che si sono spesi per la buona riuscita di questa giornata, tutte queste figure hanno cos dato vita ad un pomeriggio semplice e sereno che ha lascito spazio al confrontarsi con il proprio territorio e con il diventarne un po pi protagonisti attivi, per questa esperienza ringrazio in modo particolare i volontari di Gancio Originale che si sono dimostrati entusiasti della giornata ed hanno partecipato alle attivit proposte in maniera come sempre costruttiva e vivace.

La festa della IV Circoscrizione

94

Gancio nellUniversit di Bologna Le tesi di Laurea su Gancio Originale I volontari di Gancio e lUniversit Cattolica di Milano di Mariella Cantini,

95

Formazione

96

97

98

99

Riflessione sui metodi di lavoro = = riflettere 1. sui metodi del lavoro frontale e 2. sui metodi della formazione

2.METODI DI LAVORO FRONTALE Varie problematiche:


A.

I metodi di Gancio Originale di Leonardo Angelini

LAVORO FRONTALE CON BAMBINI E RAGAZZI A RISCHIO 1. LAVORO DI GANCIO ORIGINALE

FORMAZIONE DEI GIOVANI E DEI MENO GIOVANI CHE LAVORANO SUI BAMBINI E RAGAZZI A RICHIO

Reperimento dei volontari che implica contatto con i giovani nelle scuole, nelle parrocchie, ecc. Importante nodo metodologico: far capire che si tratta di un impegno limitato (poche ore settimanali), importante per per aiutare chi in difficolt. Il metodo quello dellabbinamento tra la nostra tutor (M. Cantini) e alcuni volontari che gi hanno lavorato con noi. Obiettivo: rendere meno enigmatico possibile il lavoro di coloro che poi si candideranno. B. Abbinamento dei neo-volontari ad un caso individuale (disabilit/disagio) o ad un gruppo (workshop/laboratorio linguistico), abbinamento svolto dal tutor Metodo: valutazione della vocazione specifica dei neovolontari. Strumento: colloquio individuale o di gruppo.

3.

Lavoro frontale vero e proprio:

100

presentazione del caso e del gruppo definizione dellorario e della natura dellimpegno e del luogo dellintervento tutoring dellattivit svolta metodi: discussione con la tutor e il personale AUSL che gi segue quel caso - quel gruppo counselling svolto dalla tutor a richiesta e/o programmato

4.2. Paganini non ripete: di ogni relazione viene consegnata una copia scritta al volontario nel momento in cui prende servizio. Questo ci permette, ci obbliga ad aggiornare sempre la nostra proposta formativa e, unitamente a quanto detto sopra, di inserirla sempre aderente ai bisogni del volontario 4.3 Reperimento degli esperti allinterno dellAUSL quando possibile. Allesterno allorch largomento lo impone. Anche allesterno si chiede allesperto se disponibile a fare il suo intervento volontariamente, cio gratuitamente. 4.4 Adeguamento del modello di formazione allargomento allo.d.g.: lezione dibattito seminario lavoro di gruppo casework roleplayng (i due Seminari al Seminario) 4.5 Supervisione degli operatori che guidano i workshop e i laboratori linguistici che non vede direttam. coinvolti i volontari, ma ha un effetto di ricaduta sul loro lavoro.

4. I METODI DELLA FORMAZIONE 4.1 La formazione parte sempre dai punti di crisi del rapporto tra il volontario ed il soggetto a lui affidato o del rapporto tra volontario e Gancio Originale, la scuola, la famiglia del soggetto. Come si fa ad individuare questi punti di crisi? Ad ogni momento formativo viene chiesto ai volontari di esprimere i loro bisogni (i loro punti di crisi). E su questi si preparano gli incontri successivi.

101

5. LASCIA DI WASHINGTON (Alla quale erano stai cambiati due volte il ferro e cinque volte il manico eppure rimaneva lascia di Washington) Grande turn over tra i volontari di Gancio Originale: cosa rimane? qualcosa che - nonostante il turn over - ha definito un gruppo e una tradizione. La struttura AUSL che rimane essa stessa molto leggera e si basa: sul lavoro part time di M. Cantini e che referente e tutor, della dott.ssa D. Bertani responsabile di Gancio Originale e del dott. L. Angelini coinvolto soprattutto per la formazione, la redazione dei Quaderni professionisti che svolgono queste funzioni tra 1000 altri impegni, tutti legati per ai problemi dei giovani, e dei giovani in difficolt, in particolare.

102

103

Quadro degli Interventi di Gancio Originale di Mariella Cantini, tutor e referente di Gancio Originale

Lobiettivo del mio intervento di illustrare, nel modo pi chiaro possibile, le tante attivit di cui Gancio Originale si occupa. I filoni in cui i volontari operano in collaborazione con i Servizi dellA.U.S.L. sono rimasti gli stessi che nel 1992, anno di inizio della nostra attivit, avevamo individuato: Aiuto nei compiti singolarmente e in gruppo Attivit legate al tempo libero Animazione ai Progetti gestiti dellazienda U.S.L. Presenza negli atelier di pittura e musica. Nel corso di questi anni la nostra attivit ha trovato altre forme di espressione, pur mante-

nendo la stessa organizzazione, la stessa metodologia, la stessa tipologia di volontari e di utenti e lo stesso turnover (il 50% ogni anno). Il lavoro RETE ormai consolidato, o almeno speriamo, sul territorio reggiano, ci permette di collaborare con quasi tutte le istituzioni, le strutture, le associazioni e le parrocchie esistenti. Lobiettivo principale, diventato abituale, quello di cercare di posizionarsi allinterno del tessuto sociale per rispondere ai bisogni di ogni singolo caso. Lattivit che maggiormente si andata a consolidare in questi anni sono i workshop pomeridiani. Sono nati nel 1995, presso due scuole medie statali (Fontanesi e Dalla Chiesa) come prevenzione del disagio scolastico, mediante lintegrazione linguistica, scolastica e relazionale dei bambini e dei ragazzi (immigrati e non). Lattivit non solo nellaiuto scolastico ma in tutti i workshop abbiamo aperto laboratori creativi: Pollicino Verde, Laboratorio di Creta, di Cucina, di Pasta e sale, di Riciclaggio del Materiale di Recupero, di Drammatizzazione ecc. E proprio in queste attivit che i volontari esprimono, in modo pi spontaneo e creativo, la loro voglia di mettersi in gioco. Questa esperienza notevolmente aumentata, si opera attualmente in molte scuole medie cittadine e limitrofe: Dalla Chiesa, A.S. D'Aosta, A. Pertini, Fontanesi, pi Rivalta e Bagnolo che sono in via di definizione altri due workshop presso due scuole medie cittadine.

104

Unaltra attivit molto simile alla precedente, e a noi molto cara, quella di doposcuola allinterno dellIstituto Zanelli e del Liceo A. Moro (vorremmo trovare un nome pi appropriato). Con gli studenti dellIstituto Zanelli il terzo anno che ci attiviamo, in un doposcuola, per ragazzini delle scuole elementari e medie della zona. Attualmente i ragazzini che partecipano sono 10, il luned e il gioved pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30. Lesperienza coordinata sempre dalla stessa insegnante, che ha iniziato tre anni fa, fatta nei locali della scuola e coinvolge studenti delle ultime classi, entusiasti del lavoro e motivati sul piano sociale. Con il Liceo Aldo Moro il secondo anno che collaboriamo, con le stesse modalit del precedente istituto, dando una risposta sul piano scolastico a otto ragazzini delle scuole medie limitrofe: Fermi, Manzoni, Fontanesi, Leonardo. Lattivit, che coordinata da alcune insegnanti della scuola stessa, diventa incisiva non solo per i ragazzini, ma anche per un numero notevole di volontari coinvolti. Complessivamente il numero dei ragazzini seguiti in attivit pomeridiane, WORKSHOP e DOPOSCUOLA, sono 70. Una notevole mole di lavoro svolta dai volontari che, individualmente, seguono bambini delle scuole elementari e ragazzi delle scuole medie, in attivit di recupero scolastico o in attivit legate al tempo libero. Sono pi di 70 i

casi seguiti, di cui 26 del Settore di Neuropsichiatria Infantile, con patologie pi o meno gravi. Una decina di volontari sono impegnati nel Progetto dellA.U.S.L. presso listituto Simonini, e in atelier di pittura e musica come collaboratori al lavoro svolto. I casi seguiti in tutto sono circa una ventina.

Cosa fanno i volontari singoli: Aiutano a fare i compiti: A casa A scuola Nelle biblioteche Presso i circoli ARCI Presso le parrocchie Accompagnano a conoscere la citt: In ludoteca In piscina In palestra Giocare a tennis Frequentare luoghi in cui si fa musica e ginnastica ecc Imparano ad usare i computer Molto spesso scopriamo per caso che i volontari continuano spontaneamente a mantenere un rapporto amicale con i nostri ragazzini, andando con loro al cinema, a mangiare una piz-

105

za, andando alle feste di compleanno. E un constatare che lo spirito della solidariet e del servizio consolidato e va oltre la spinta iniziale che stata nostra. Dal 1995 il numero dei volontari stato costante, 100-110 allanno. Il dato numerico del 1999, 138 volontari, dimostra un leggero aumento come lo dimostrano il numero delle ore svolte da loro da gennaio a dicembre 99, 5180.Oltre alle ore dei 138 volontari maggiorenni ci sono le ore dei 50 volontari minorenni che hanno collaborato con noi, ragazzi e ragazze provenienti dal B.U.S. Pascal, dallIstituto Magistrale, dallIstituto Zanelli e dal Liceo Aldo Moro. In queste scuole, si delineata la figura di una insegnante referente, che coordina con noi lattivit di propaganda informativa, che cura lassicurazione degli studenti fuori dai locali scolastici, e che diventata un punto di riferimento per i ragazzi e per noi nel progettare gli interventi. Ad oggi i volontari minorenni sono 82: 28 dal liceo Aldo Moro, 24 dal B.U.S. Pascal, 18 dallIstituto Zanelli e 13 dallIstituto Magistrali. Per concludere, cos lascio ai volontari la possibilit di illustrare dal vivo ci che fanno, vorrei aggiungere due parole sul ruolo che in questa avventura coi giovani mi trovo a ricoprire. Sono per loro la prima figura che incontrano quando vado nelle scuole, e sono anche la prima che le accoglie progettando insieme il loro

intervento di volontariato. Poche ore definite in un giorno o due la settimana, inserito in un progetto mirato e preciso. La vicinanza alla sede dove il volontario svolger la sua attivit diventata una regola, come diventata una regola accettare la predisposizione personale alle attivit. Do un messaggio chiaro: SAI DOVE TROVARMI, CI SONO PER ACCOMPAGNARTI, SONO DISPONIBILE AD ASCOLTARTI E SE POSSIBILE AD AIUTARTI.

106

107

108

GANCIO ORIGINALE
angelinl@ausl.it.re http: // www.ausl.re.it/gancio/gancio/html

Se vuoi saperne di pi rivolgiti a: MARIELLA CANTINI via delle Ortolane, 7/c tel. 0522-925524 o 925521

109
AZIENDA U N I T SANITARIA LOCALE REGGIO EMI LI A

CICLO DI INCONTRI FORMATIVI PER VOLONTARI SUL TEMA:


Reggio Emilia 23/24 maggio 2000

Dare, ricevere, contraccambiare


Dal mercato allo scambio solidale

Reggio Emilia 23 Maggio 2000

110

PROGRAMMA

marted 23 maggio ore 17.00-20.00 via delle Ortolane, 7/c DOVE ABITA BABBO NATALE? FRANCESCA FONTANESI

mercoled 24 maggio ore 18.00-20.00 via Guido Riccio Fogliani, 32 APRIAMO BOTTEGA: IL LABORATORIO DELLA PASTA DI PANE ROSA PAGANO

111

Marted 5: ore 10.00 Saluto delle autorit ore 10.30 Relazione ore 11.30 Discussione Organizzazione delle Attivit di Gruppo ore 12.30 Pranzo ore 14.00 16.00 Lavori di gruppo (1 parte) ore 16.30 18.30 Lavori di gruppo (2 parte) ore 19.00 Cena

AZIENDA U N I T SANITARIA LOCALE REGGIO EMILIA

Mercoled 6: 3 SEMINARIO AL SEMINARIO MAROLA (Re) 5 / 6 Settembre 2000 ore 9.00 Relazione ore 10.00 Discussione ore 10.30 Lavori di gruppo (3 parte) ore 12.30 Pranzo Full immersion formativa per i volontari di Gancio Originale Se vuoi saperne di pi rivolgiti a:MARIELLA CANTINI via delle Ortolane, 7/c tel. 0522-925524 o 925521 ore 14.00 16.00 Lavoro nel grande gruppo Conclusione

112

113

Dove abita Babbo Natale? Introduzione al Ciclo di Incontri Formativi per Volontari di Gancio Originale: 23 maggio 2000 Francesca Fontanesi, borsista di Gancio Originale Dare, Ricevere, Contraccambiare: dal mercato allo scambio solidale costituisce il tema del ciclo di incontri formativi per volontari del progetto Gancio Originale che ha avuto inizio il 23 maggio scorso con una cornice teorica introduttiva dal titolo Dove abita Babbo Natale?. La scelta di questo titolo che racchiude al suo interno molteplici filoni tematici intrecciati e sovrapposti, intende favorire una riflessione a pi livelli dellesperienza di volontariato. Che cosa ha in comune Babbo Natale con i giovani che svolgono attivit di volontariato? Entrambi portano doni. Il sistema del dono infatti sembra avere un

ruolo importante nellintervento di volontariato. Caill (1999) afferma che dono e volontariato possono essere concepiti allo stesso modo: un salto fuori da s stessi per lavorare insieme e per stabilire legami sociali. Andare oltre se stessi significa apertura verso laltro, superamento delle proprie barriere e confini. Il volontariato non pu esistere se non quando si dona senza la certezza di essere ricambiati. Cos si deve uscire fuori da s stessi, perch se si concentrati su se stessi e sui propri interessi personali non si pu accedere n al dono n al volontariato. Tuttavia se latto del donare inteso come atto gratuito, completamente disinteressato di chi non si aspetta nulla in cambio, allora esso unutopia (Godbout, 1993). Non diamo per ricevere qualcosa in cambio, ma diamo nella speranza che un giorno gli altri daranno a loro volta qualcosa. La restituzione c sempre e si esprime in varie forme che non corrispondono a beni materiali, caratteristici delleconomia di mercato (riconoscenza, gratitudine, la restituzione spesso nel dono stesso). Il DONO pu essere definito come ogni prestazione di beni e servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare e ricreare il legame sociale tra le persone. Come si crea, alimenta e ricrea il legame sociale tra le persone? Godbout ha analizzato in modo approfondito questo tema ed arrivato a questa risposta: attraverso il ciclo in cui il dono inserito, il ciclo di dare, ricevere e ricambiare. E nelluniverso dei rapporti personali in cui luomo moderno si permette di dare senza contare, universo in cui regnerebbe leconomia del dono. I tre elementi della trilogia del dono (dare, ricevere, ricambiare) spesso si confondono:

114

spostando il punto di vista donare ricambiare e viceversa. Colui che ricambia in realt dona anchegli.

115

BILANCIO di ATTIVITA 2000

116

117

GANCIO ORIGINALE attivit di volontariato Settore di Psicologia Clinica a cura di Deliana Bertani e Mariella Cantini

Lanno 2000 ha visto unulteriore aumento delle attivit di Gancio Originale supportato dalla piena attivazione delle due borse di studio di 7 ore settimanali ( dott.sse Fontanesi e Cl ) finanziate dalla L.R.29/97 Il 2 febbraio a Roma il Presidente del Senato ha consegnato allo staff di G.O. il premio nazionale della FIVOL

Venerd 11 Febbraio presso il Liceo Moro stato presentato, nellambito delliniziativa Gancio originale nella scuola , con la scuola per la scuola reggiana, il I Quaderno di Gancio Originale Bambini e ragazzi a rischio tra famiglia , scuola e strada. Con lass.reg Borghi, i dirigenti dellAUSL, numerosi presidi e insegnanti degli istituti cittadini, rappresentanti del volontariato e delle istituzioni i volontari di G.O. hanno discusso del loro lavoro, delle difficolt e dei risultati ottenuti. Febbraio- maggio G.O. ha partecipato per il secondo anno consecutivo allesperienza organizzata da Dar Voce- centro di servizi per il volontariato- Mondi Lontanissimi progetto sperimentale di alternanza scuola volontariato Mercoled 7 Giugno 2000,durante una conferenza stampa presso la direzione generale della AUSL ,il dott. Loris Ferini direttore dell area soci e identit ha annunciato che la COOP Consumatori Nord-Est ha stanziato 90 milioni di lire per finanziare i progetti Workshop pomeridiani per due anni . Con il finanziamento stato indetto un concorso per 4 borse di studio per giovani psicologi . Potr essere programmata una formazione pi diversificata e articolata nei prossimi due anni. In questo modo prender consistenza la funzione di agenzia formativa che G.O. sta via via assumendo .

118

2 e 3 Giugno G.O. ha partecipato a Roma al seminario di verifica del volontariato europeo organizzato dal Dipartimento degli Affari Sociali. Infatti nel 2000 proseguita, con lappoggio di Dar Voce lesperienza di accoglienza di giovani europei nelle attivit . Tre sono stati i giovani : una svedese, una finlandese, un tedesco nellultima parte dellanno. G.O ha partecipato con lUniversit di Bologna ad una ricerca condotta dal Prof . Errani e promossa dal Ministero della pubblica Istruzioni sui rinforzi dellapprendimento 8 giugno allIstituto Zanelli G.O. ha festeggiato per la prima volta la chiusura dei workshop. I bambini e i volontari hanno messo in mostra i loro prodotti. Il gruppo Musica insieme e Composizione formato dagli studenti delle scuole superiori della citt e guidato dal prof. Mariani ha animato la festa.

Si ripreso e ampliato con due relazioni teoriche e tre laboratori pratici il tema Dare , ricevere, contraccambiare I partecipanti sono stati 50 . Il seminario stato aperto anche a volontari e op eratori di altri progetti con per simile target di riferimento. 8 Novembre presso la sala delle Farmacie Comunali in collaborazione con lassociazione di volontariato la Melagrana conferenza La passione del rischio nelle nuove generazioni prof.Le Breton 9 Novembre presso il pad. Morselli in collaborazione con LOpen G seminario Vecchie e nuove immagini della corporeit prof. Le Breton Progettazione con il Liceo Moro dei Laboratori interattivi Formazione approvata e parzialmente finanziata dal Provveditorato Si lavorato inoltre con i volontari dellIstituto Magistrale allapertura di un laboratorio linguistico per ragazzini terzomondiali presso la scuola media Lepido.

Formazione ciclo di incontri Dare, ricevere ,contraccambiare -dal mercato allo scambio solidale : 23 maggio Dove abita Babbo Natale? dott.ssa Francesca Fontanesi 24 maggio Apriamo bottega: il laboratorio della pasta di pane Rosa Pagano Marola 5-6 settembre 3 seminario al Seminario

119

Pubblicazioni In Settembre uscito lAnnuario 19992000 In Dicembre uscito il I numero di Gancio news bollettino di informazione e comunicazione per i volontari .

medie superiori : Istituto tecnico agrario Zanelli, coordinato dalla prof. Mirabile e da una psicologa volontaria Liceo scientifico Moro coordinato dalla prof.ssa De Pietri e da una tirocinante di scienze delleducazione.

Alcune considerazioni sui workshop *A Ottobre 2000 nei workshop il numero dei volontari minorenni assicurati dalle rispettive scuole ( 79 del Liceo Moro, 20 del Bus ,30 dellIstituto Magistrale, 21 Istituto Zanelli ) doppio rispetto a quelli della fine di maggio. Labbassamento dellet ha reso per pi impegnativa la gestione e la formazione in itinere. Infatti stato importante sottolineare loro pressocch quotidianamente limportanza di mantenere limpegno preso, di avere delle regole e dei limiti, di avere una programmazione precisa. *Inoltre stato difficile e impegnativo linizio delle attivit perch con la ristrutturazione dellorganizzazione scolastica si dovuto riallacciare i rapporti con i dirigenti scolastici quasi tutti cambiati rispetto allanno scolastico scorso.

Workshop nelle scuole Scuole elementari : Don Milani, Don Bosco preparazione dellapertura per il gennaio 2001 medie inferiori: Dalla Chiesa, Amedeo DAosta, Pertini, Fontanesi , Lepido Istituti comprensivi : Rivalta , Bagnolo - . Tutti i sopracitati work shop sono stati coordinati da tirocinanti e volontari psicologi supportati dalle due borsiste, guidati dall ed. prof. Mariella Cantini e supervisionati dal dott. Angelini, responsabile dell Open G consultorio giovani

Complessivamente per lanno scolastico 1999/2000 i minori seguiti nei work shop. sono stati 78. Alla ripresa delle attivit (a Novembre) sono stati 110. -

120

Va ricordato che tutti i minori seguiti sono in carico ai servizi di Psicologia Clinica o di NPI. Molti casi sono anche in carico al servizio sociale minori del Comune.

Volontariato singolo. Una notevole mole di lavoro svolta da volontari che, individualmente, seguono bambini o ragazzi in et delle scuole elementari e delle scuole medie inferiori e superiori in attivit volte ad affrontare il disagio negli apprendimenti scolastici ,il disagio comportamentale e relazionale, allautonomizzazione e socializzazione. Sono pi di 60 i casi seguiti ( in carico al Settore di Neuropsichiatria Infantile o al settore di Psicologia Clinica ) con patologie varie , pi o meno gravi. Cosa fanno i volontari singoli: aiutano a fare i compiti a casa, a scuola, nelle biblioteche, presso i circoli ARCI, presso le parrocchie; accompagnano a conoscere la citt in ludoteca, in piscina, in palestra,

accompagnano a giocare a tennis, nei luoghi in cui si fa musica, insegnano ad usare i computer. Una decina di volontari sono impegnati nel Progetto dell AUSL presso il Centro di addestramento lavorativo Simonini, e negli ateliers di pittura, musica e cucina . I ragazzi seguiti in queste situazioni sono circa 30. Abbiamo partecipato con un volontario ( Malte ,il volontario tedesco) ad un progetto della s.m. Fermi di integrazione per ragazzini con pesanti problemi comportamentali e di apprendimento. Molto spesso scopriamo per caso che i volontari continuano spontaneamente a mantenere un rapporto amicale con i ragazzini che hanno seguito, andando con loro al cinema, a mangiare una pizza, andando alle feste di compleanno: la solidariet va oltre la nostra spinta iniziale . Nellestate 2000 Un volontario ha accompagnato una ragazzina disabile per due settimana al campo gioco delle Caprette, in continuit con lattivit fatta ogni sabato durante il periodo invernale. Circa 20 volontari hanno continuato nel periodo estivo quello che facevano nellinverno Propaganda informativa nelle scuole superiori. Ogni anno si ripresenta la necessit di riproporre la campagna informativa poich il

121

fenomeno del turn over che ha sempre connotato Gancio Originale continua ad essere molto alto.( pi del 50% ) Quest anno ha preso consistenza la funzione di sportello di G.O.. Infatti abbiamo collocato vari volontari, studenti di scuole di Reggio ma residenti in provincia, in attivit e gruppi della provincia. Linvio stato accompagnato e il lavoro stato seguito.

Per concludere un confronto: 1996 ore 2792 1997 ore 3627 1998 ore 4542 1999 ore 5180 2000 ore 5320

I volontari nel 2000 I volontari con et superiore ai 18 anni sono stati 158 per un totale di 5320 ore da gennaio al dicembre 2000. A questi vanno aggiunti (sempre in riferimento a tutto lanno 2000 ) i 150 volontari minorenni provenienti dai 4 istituti superiori con i quali collaboriamo in maniera pi organica: Liceo Moro, BUS Pascal, Istituto Zanelli, Istituto Magistrale.

Dobbiamo rilevare nel bilancio dellattivit un grosso problema che si presentato nel 2000 in conseguenza del ritiro da parte del Comune di Reggio delle deleghe sui minori, problema che a tuttoggi rimasto irrisolto e che ci sta creando disagi con i volontari. E stato sospeso il rimborso spese ( soprattutto km) . Questo significa che molti non potranno pi dare la loro disponibilit e la disponibilit di spostamento, a detrimento soprattutto degli interventi pi decentrati rispetto al centro e quindi pi significativi per realt disagiate e sguarnite.

Reggio Emilia 06/04/2001

122

Gancio Originale sui giornali

123

ESPERIENZA NELL ATELIER DI MUSICOTERAPIA


di Zambelli Elisa,

Ho partecipato, come figura di supporto, ad un atelier di musicoterapica, che si teneva ogni marted pomeriggio in una sala debitamente attrezzata dellIstituto Musicale Peri di Reggio Emilia. A questo atelier partecipavano bambini portatori di handicap medio-grave, suddivisi in quattro gruppi distinti che si alternavano nel corso del pomeriggio. Il mio compito era di affiancare nelle attivit latelierista, la Dott.ssa Rossi Rossana, insegnante di musica. Obiettivo principale di un atelier di musica, non certo quello di insegnare i fondamenti della musica, ma di creare/instaurare una relazione con questi bambini utilizzando come tramite la musica,il suono e perch no anche il rumore. Come dicevo i bambini erano suddivisi in gruppi ed in ognuno di questi veniva fatto un lavoro diverso in base a chi ci si trovava di fronte e alle esigenze e richieste che andando avanti nascevano. Il primo ragazzino del pomeriggio era L., maschio di 12 anni affetto dalla Sindrome di Down. Con L. lobiettivo che ci siamo poste fin dallinizio stato quello di fargli usare di pi la voce, di fargli tirare fuori la voce, perch quando arrivava da noi si metteva a suonare un qualsiasi strumento e raramente apriva bocca. Abbiamo quindi cercato di stimolarlo a parlare attraverso i giochi che pi gli piacevano utilizzando gli strumenti. L. un ragazzino molto simpatico e spesso si divertiva a farci degli scherzi soprattutto quando non aveva voglia di collaborare. Lora successiva arrivava S., una bambina di 13 anni, sulla sedia a rotelle e con un grave ritardo mentale. S. una ragazzina piena di gioia e di voglia di ridere e la prima cosa che faceva quando entrava era di dirigersi subito al pianoforte. Questo strumento esercitava su di lei un forte potere, da una parte aveva la capacit di farla scaricare da tutte le tensioni accumulate, dallaltra di rilassarla e distenderla completamente. Tra i divertimenti preferiti di S. cera quello di inventare canzoncine, i cui soggetti provenivano dalla sua fantasia, e quello di spaventarci facendo pi rumore possibile sul pianoforte.

Il terzo gruppo era composto da due bambini, J. e E. di otto anni, entrambi con la Sindrome di Down. J. e E. sono due bambini molto diversi caratterialmente. J. un bambino molto timoroso rispetto a tutto ci che di nuovo e non conosciuto doveva affrontare. Ad esempio i suoni forti lo spaventavano e quindi si cercato di evitarli allinizio e poi di introdurli gradatamente. Si osservato che J. aveva anche paura di sbagliare, di commettere errori in tutto ci che si accingeva a fare. Per ovviare a questa sua paura abbiamo cercato di proporgli ogni cosa sotto forma di gioco, dimostrandogli che anche noi potevamo sbagliare e che nessuno infallibile. E. molto diverso da J. E un bambino che tende a voler essere al centro delle attenzioni,cerca di farsi notare in tutti i modi, ad esempio quando si proponevano dei giochi da fare tutti assieme E. voleva sempre essere il primo a cominciare, a volte si arrabbiava se non lo assecondavamo nei suoi desideri. A volte con J. aveva anche un atteggiamento aggressivo perch forse lo vedeva come un rivale che potesse rubargli lattenzione. Questo suo comportamento andava ad accentuare le paure di J. che si isolava. Noi abbiamo cercato di comunicare ad E. il fatto che quando si in un gruppo bisogna rispettare gli altri ed imparare a collaborare,senza per questo non divertirsi. Gli ultimi del pomeriggio erano D. e L., due maschi di 12 e 13 anni affetti anchessi dalla Sindrome di Down. Con loro il primo obiettivo che si cercato di raggiungere stato quello di imparare a rispettare il turno in cui ognuno di noi poteva suonare. Pu sembrare una cosa scontata per noi, ma per L. e D., avere davanti un tamburello significava cercare di fare pi rumore possibile impedendo cos agli altri di suonare. Si cercato di far capire loro che tutti dovevano avere il loro spazio per suonare e che ascoltare poteva essere piacevole. Pi avanti abbiamo deciso di differenziare il percorso da fare con L. e D., perch ci siamo rese conto che diverse erano le loro esigenze. In particolare con L. si affrontata la questione di suono forte e suono piano. Per lui lunico modo di suonare il tamburo era quello di avventarcisi sopra con tutta la forza possibile, facendo moltissimo rumore.

124 Abbiamo lavorato molto sul piano e sul forte in vari modi, ad esempio facendogli notare che in natura ci sono suoni pi o meno forti ( il mare calmo e il mare in burrasca),facendogli vedere che ci sono strumenti musicali che hanno un suono pi forte e altri un suono pi lieve. Con D. invece ci siamo concentrati sulla voce. Avvalendoci del fatto che a lui piace molto cantare ed un grande appassionato dei Nomadi abbiamo pensato di fargli eseguire da solo le canzoni che pi conosceva. Inoltre facevamo anche degli esercizi con la voce. Grazie a questa attivit, che lo ha coinvolto molto, D. ha migliorato sia sul piano vocale che su quello personale, acquistando pi fiducia in se stesso. Una fase importante alla quale ho potuto partecipare, stata quella della selezione dei nuovi ragazzini che sarebbero entrati questanno, effettuata dalla Dott.ssa Fontanesi Francesca,psicologa e borsista che gi da alcuni anni segue questo gruppo. Gli incontri avvenivano il luned e il gioved dalle 14.30 alle 16.30. Il gruppo creatosi era davvero numeroso. Ben dodici ragazzini e altrettanti volontari,perch fondamentale il rapporto uno a uno. Infatti solo seguendo individualmente il ragazzo nei compiti si riesce ad ottenere un miglior risultato,sia a livello didattico sia comportamentale. Inoltre tra volontario e ragazzino,con il tempo, viene ad instaurarsi un rapporto di amicizia e fiducia reciproca che rappresenta un ottimo incentivo per lo studio. Lobiettivo principale di questo gruppo era il recupero scolastico ed il tempo restante veniva dedicato ad attivit di gioco istruttivo e formativo. A differenza dellaltro gruppo in cui ero inserita , questo aveva una peculiarit precisa e cio la presenza di insegnanti della scuola stessa, con i quali si rendeva necessaria la collaborazione per la buona riuscita delle attivit. Sono pienamente soddisfatta della mia esperienza in questo gruppo perch ho potuto mettere alla prova la mia capacit organizzativa

WORKSHOP MORO

AL LICEO SCIENTIFICO ALDO

a.s. 2000/01 Zambelli Elisa, tirocinante di scienze delleducazione

Ho coordinato un gruppo di recupero scolastico, che si tenuto nel locali del liceo scientifico Moro di RE. Questo gruppo era formato da ragazzini delle scuole medie situate nelle vicinanze del liceo, i quali sono stati segnalati ,ed entrati a far parte del gruppo, su richiesta dei propri insegnanti a causa di difficolt di apprendimento scolastico. I volontari erano tutti studenti del liceo stesso seguiti da insegnanti resisi disponibili a tale attivit. Il mio ruolo stato quello di coordinare per tutto il periodo di svolgimento del gruppo,da novembre a maggio, le attivit in collaborazione con i volontari e alcuni insegnanti della scuola.

125 Inoltre tra volontario e ragazzino,con il tempo, viene ad instaurarsi un rapporto di amicizia e fiducia reciproca che rappresenta un ottimo incentivo per lo studio. Lobiettivo principale di questo gruppo era il recupero scolastico ed il tempo restante veniva dedicato ad attivit di gioco istruttivo e formativo. A differenza dellaltro gruppo in cui ero inserita , questo aveva una peculiarit precisa e cio la presenza di insegnanti della scuola stessa, con i quali si rendeva necessaria la collaborazione per la buona riuscita delle attivit. Sono pienamente soddisfatta della mia esperienza in questo gruppo per-

Workshop Al Liceo Scientifico Aldo Moro


a.s. 2000/01 di Zambelli Elisa,

ch ho potuto mettere alla prova la mia capacit organizzativa

Ho coordinato un gruppo di recupero scolastico, che si tenuto nel locali del liceo scientifico Moro di RE. Questo gruppo era formato da ragazzini delle scuole medie situate nelle vicinanze del liceo, i quali sono stati segnalati ,ed entrati a far parte del gruppo, su richiesta dei propri insegnanti a causa di difficolt di apprendimento scolastico. I volontari erano tutti studenti del liceo stesso seguiti da insegnanti resisi disponibili a tale attivit. Il mio ruolo stato quello di coordinare per tutto il periodo di svolgimento del gruppo,da novembre a maggio, le attivit in collaborazione con i volontari e alcuni insegnanti della scuola. Una fase importante alla quale ho potuto partecipare, stata quella della selezione dei nuovi ragazzini che sarebbero entrati questanno, effettuata dalla Dott.ssa Fontanesi Francesca,psicologa e borsista che gi da alcuni anni segue questo gruppo. Gli incontri avvenivano il luned e il gioved dalle 14.30 alle 16.30. Il gruppo creatosi era davvero numeroso. Ben dodici ragazzini e altrettanti volontari,perch fondamentale il rapporto uno a uno. Infatti solo seguendo individualmente il ragazzo nei compiti si riesce ad ottenere un miglior risultato,sia a livello didattico sia comportamentale.

Le sculture di pane di Rosa Pagano

126

Durante il ciclo di incontri formativi per volontari sul tema Le sculture di pane tenuti da Rosa Pagano emerso che i gruppi dei partecipanti hanno mostrato di essere molto interessati a questa tecnica di manipolazione della pasta di pane e alla successiva realizzazione di modelli (suggeriti a seconda della creativit di ognuno dei partecipanti). Con la pasta di farina, senza aggiunta di lievito, i poveri creavano gli addobbi dellalbero di Natale. Questa arte nota in Germania si poi sviluppata anche in Italia. Con un po di esperienza si ottengono ottimi risultati. Da principio pu sembrare difficile ma la manipolazione di questa pasta elastica, morbida consente di dare forme pi diverse con una conseguente creazione. Semplici attrezzi aiutano a risolvere e a portare a termine il lavoro pensato. Gli incontri si sono svolti in un clima di molta curiosit iniziale e di molta partecipazione e di collaborazione poi. Tutti molto entusiasti una volta finiti i prodotti realizzati, consapevoli di mettere a frutto questa nuova esperienza. Colgo loccasione per dire che questi incontri sono stati piacevoli, stimolanti e di grande soddisfazione.

Potrebbero piacerti anche