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Era un uomo maniaco dellordine.

Perseguitato dalla paura di buttare via le cose le disponeva in file interminabili su mensole e ripiani che spolverava in continuazione. I libri erano in ordine alfabetico; le riviste impilate dalla pi vecchia alla pi recente. In casa larredamento era ridotto allessenziale per facilitare la pulizia: un divano e un tavolino basso in soggiorno, una piccola cucina con qualche pensile, un letto, un comodino, un armadio, una specchiera in bagno. Era intento a lucidare gli argenti con il dentifricio quando suonarono alla porta. Controll nel videocitofono ma riusc a vedere solo una testa calva. Non gli ricordava nessuno. Quando apr la porta un ometto in giacca e cravatta gli si present davanti. Il bianco e nero della videocamera non aveva reso giustizia alla pelata: a colori sembrava uno specchio. Era bellissima. Lometto era talmente basso che ne offriva una visuale perfetta, panoramica, in tutta la sua rotondit e lucentezza. Ricordava vagamente Danny De Vito, ma completamente calvo. Aveva una valigetta e un tesserino di riconoscimento attaccato con una spilla da balia al taschino destro. Per leggerlo ci si sarebbe dovuti inginocchiare. Buongiorno! Salut, agitando una minuscola mano grassoccia. Permetta che mi presenti, mi chiamo Azazel. Sfoder un sorriso bianchissimo. Posso entrare? Chiese con cortesia. Prego. Rispose luomo. Lometto si sistem sul divano e accavall le gambe in una maniera piuttosto singolare per uno della sua stazza, andando a formare quasi una x. Arriver presto al dunque, signor - Disse il nome delluomo. Non le far perdere tempo prezioso. Sono in giro a proporre lacquisto di un prodotto di mia invenzione. Sembrava proprio soddisfatto di s. Le dico subito che non accetter denaro in cambio. Contratteremo la forma di pagamento a tempo debito. Vado ora a mostrarle larticolo in questione. Con un coupe de theatre consumato apr la valigetta e ne mostr il contenuto. Era vuota. Luomo rimase di sasso. E la valigia che vuole vendermi? Domand dopo una lunga pausa. Azazel non smetteva di sorridere. In un certo senso si, guardi meglio. La avvicin al naso delluomo. Lentamente cominci a vedere qualcosa: una lucina debole. Poi not un corridoio. Un andito stretto alle cui pareti erano ordinati oggetti di ogni genere. I suoi oggetti. Erano puliti, catalogati, amati. In fondo al corridoio vide le librerie, le riviste, e due piccoli esseri intenti a pulire. Sembravano due scimmie, di quelle a cui si mette il fez e ballano per strada. Erano vestite di bianco e si davano un gran da fare. - Queste simpatiche collaboratrici tengono il ripostiglio in ordine. Disse Azazel chiudendo la valigetta. - Allora, cosa ne pensa? La capienza illimitata, gli oggetti sono sempre in ordine e ben puliti. Non dovr pi buttar via niente e potr averli sempre con s, anche in viaggio. Liberer un sacco di spazio in casa e potr tenerla sempre pulita! Il sogno delluomo si stava realizzando. Tutto ci che aveva sempre desiderato era l, sul divano di casa sua. E cosa vuole in cambio? Aveva il palato secco. Il suo nome. Rispose serafico Azazel. Solo il suo nome, niente di pi, niente di meno. Luomo non ci pens su neppure un secondo e accett. Firm un contratto che lo vincolava e compr il ripostiglio. Il suo nome si cancell non appena fin di scriverlo. Il suo nome? Non lo ricordava pi nemmeno lui, ma che importanza poteva avere? Sistem la valigetta sul tavolino basso davanti al divano. Rimase a guardarla incantato per tutta la sera. Poco prima di cena la apr e chiam le scimmie. Ordin loro di raccogliere tutti gli oggetti e i mobili che aveva in casa e di lasciare solo il divano, il tavolino, i fuochi della cucina, il letto e la specchiera del bagno. E cos fu. Pass due giorni splendidi a pulire. I pi belli della sua vita. Lucid i muri, scrost lo spazio tra una piastrella e laltra del pavimento, rese asettico ogni angolo della casa. Ogni tanto usciva e comprava qualche oggetto nuovo. Lo entusiasmava il fatto di non dover buttar via nulla per fargli posto. Ma si accorse che in strada, nei negozi, a lavoro, la gente quasi

lo ignorava. Come se avendo perso il nome avesse perso parte dellessere. Lo chiamavano schioccando le dita, con un fischio o battendo le mani. Non gli diede peso, ma perse interesse per il resto del mondo e si rinchiuse in casa. Nella sua vita perfetta cominci presto ad annoiarsi. Le scimmie facevano tutto il lavoro e lui si ritrovava a pulire sul pulito. Quando si fece passare gli argenti per lucidarli li trov cos splendenti che sent male agli occhi. Decise allora di levare qualche oggetto dal ripostiglio, cos, per ridare un senso alla casa, per ridare un senso al doversi alzare la mattina. Ma non appena li vide fuori dalla valigetta fu preso da un attacco di panico incontrollabile. Dove li avrebbe messi? Avrebbero sporcato! Avrebbero fatto disordine! Rimase tutta la sera rannicchiato in un angolino, tremante e pallido. Rimise gli oggetti nel ripostiglio e si rassegn. Smise quasi di mangiare e dimagr a vista docchio. Linedia lo travolse. Fin col mettere in valigia anche le ultime cose che gli tenevano compagnia e decise di dormire sul pavimento, avvolto dallodore di varecchina e disinfettante. Una mattina Azazel suon a casa sua. Si alz a fatica dal pavimento e and ad aprire. Lometto entr, pimpante come non mai, con la testa tirata a lucido e un grosso sorriso stampato. Che ordine perfetto! Comment. Ho paura. Singhiozz luomo. Di cosa? Si inform Azazel, aggrottando le sopracciglia. Ho paura di me stesso. Mi aiuti. La prego! Si inginocchi, voleva piangere ma aveva gli occhi asciutti come il deserto. Da quella posizione lesse il cartellino appeso alla giacca di Azazel. Intimamente lo aveva sempre saputo. Mi dispiace, non posso. Sa bene che io mi occupo solo di pentole. Ai coperchi, mio caro signor nessuno, ci deve pensare lei. E nel suo caso il coperchio lequilibrio. Sempre lo stesso, statico sorriso. - La ricerca della felicit una ricerca dellequilibrio. In realt lei non ha perso la sua umanit quando mi ha ceduto il nome, ma quando stato vinto dalla sua mania. Gir i tacchi e and via. Lo scoprirono morto poco tempo dopo. Pelle ed ossa, sommerso da rifiuti di ogni genere. Scartoffie, oggetti rotti, libri strappati. Lo seppellirono in una tomba anonima, in un angolino abbandonato del cimitero. Senza un nome. Nessuno riusciva a ricordarlo.

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