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NUMERO DEL 7(14)/4/2009

Ambiente & Scienza BREVI ISTRUZIONI PER UN ESAME DI CO2SCIENZA. I MILANESI E LEFFETTO SERRA. Clementi A volte parlare di qualit della vita e di ambiente in un contesto come quello milanese pu sembrare imbarazzante. Mi chiedo che interesse pu avere il milanese medio a ridurre le proprie emissioni di gas serra quando ogni giorno disposto a respirare . (bip). Spero che i lettori di Arcipelago Milano non se la prendano per i toni poco pacati, e riconoscano la difficolt di parlare di questioni ambientali e di qualit della vita agli abitanti di una citt in cui la qualit dellaria pessima, la maggior parte dei musei chiudono alle sei del pomeriggio, il parcheggio sul marciapiede la norma e che non mi sorprenderebbe scoprire nel guinness dei primati per il tasso di spopolamento nei weekend. Certo Milano al centro del mondo! In unora di auto posso andare da qualsiasi parte. Ma se io volessi rimanere qui? Se io volessi provare a misurare la mia qualit della vita in un arco temporale pi breve dellintervallo settimanale? Che cosa cambierebbe se il milanese medio iniziasse a misurare la propria qualit della vita nellarco temporale delle 24 ore giornaliere? Forse, guardando le famigliole in bici e caschetto che la mattina eroicamente e illegalmente contendono il marciapiede alle vecchiette che ancora hanno il coraggio di andare a fare la spesa, si renderebbe conto dellesigenza di piste ciclabili. Forse trovandosi costretto a non migrare nel fine settimana accetterebbe molto meno volentieri di respirare i gas di scarico della propria auto o del proprio inefficiente sistema di riscaldamento. Potrei andare avanti allinfinito con questa rassegna di acidi forse, ma, per farla breve, la prima istruzione per un esame di coscienza che questo sfogo iniziale vuole trasmettere, un invito alla consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni quotidiane sullambiente. Affrontando la problematica del surriscaldamento globale e degli stili di vita sostenibili tale suggerimento esorterebbe a essere maggiormente coscienti delle emissioni clima-alteranti provocate dallindividuo durante le 24 ore della propria giornata tipo. Tale primo sforzo sarebbe comunque inutile senza un termine di riferimento; Gianni Silvestrini in un articolo sul numero 6 del 2007 della rivista LIMES presenta la necessit di andare oltre gli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto per collocarsi in uno scenario a lungo termine, condiviso dal governo tedesco, che prevede un limite di emissioni per tutti gli abitanti del pianeta di 2000kg di CO2 pro-capite anno entro la fine del secolo. Una coscienza ecologica pulita potrebbe adottare questo termine come riferimento per unanalisi dei propri impatti quotidiani, impegnandosi a verificare se le proprie azioni comportino emissioni tali da superarne il limite, ovvero 5,5 kg di CO2 pro capite al giorno. Come gi evidenziato dallo studio sullimpronta ecologica della provincia milanese presentato nella sezione ambiente di Arcipelago Milano il 12 marzo scorso, le emissioni relative al nostro stile di vita sono imputabili alle categorie di consumo alimentazione, abitazione, trasporti, servizi e altri consumi di beni. La tabella riportata nellarticolo presenta questi dati nei termini di quantit equivalente di terreno per lenergia, in altre parole lestensione di foreste necessaria per assorbire la CO2 prodotta dalluso di risorse non rinnovabili. Considerando che un ettaro di foresta rappresentativo della capacit media mondiale di assorbire anidride carbonica consente lo stoccaggio annuale di circa 5,2* tonnellate di CO2, il dato espresso nelle tabelle dellanalisi dellimpronta ecologica della provincia di Milano potrebbe essere riportato in termini di emissioni di CO2 pro capite. Cos facendo le emissioni giornaliere dellabitante della provincia ammonterebbero a 36,5 kg di CO2, 13312 kg pro capite ogni anno, di cui 1248 kg si riferiscono allalimentazione (3,4 kg/giorno), 2704 kg allabitazione (7,4 kg/giorno), 3536 kg ai trasporti (9,7 kg/giorno), 4316 kg al consumo di altri beni (11,8 kg/giorno) e 1508 kg ai servizi (4,1 kg/giorno) (*il dato relativo alla capacit di assorbimento delle foreste globali stato estratto da Chambers N., Simmons C., Wackernagel M.- Manuale delle Impronte Ecologiche. Principi, applicazioni, esempi. Edizioni Ambiente, 2002; non quindi aggiornato al 2008, anno di pubblicazione dello studio per Milano). Invito quindi il lettore di Arcipelago Milano a prendere atto della notevole differenza tra i dati presentati e il termine di riferimento, e provare, ove le informazioni siano disponibili, a misurare direttamente le emissioni di CO2 della propria quotidianit. A tal fine pu tornare utile sapere che il consumo di 1 kWh elettrico secondo il mix nazionale italiano comporta lemissione di circa 0,550 kg di CO2, la combustione di un litro di benzina 2,4 kg di CO2, un litro di gasolio 2,7kg, un metro cubo di gas metano circa 1,9 kg, e che ci sono on line molti calcolatori interessanti come per esempio sui siti www.ecodieta.it oppure www.azzeroco2.it.

Approfondimenti MELEGNANO: SALVARE LA MEMORIA Gardella E successo poche settimane fa nella cittadina di Melegnano un fatto edilizio apparentemente insignificante, in realt indicativo di un fenomeno che minaccia il nostro patrimonio storico: una vecchia casa rustica, risalente al secolo XVIII e posta nel centro storico della cittadina, stata drasticamente demolita, nellarco di una sola giornata, per opera di due gigantesche ruspe. Invano Italia Nostra, come associazione, e alcuni singoli privati, sensibili ai valori della tradizione, hanno cercato di fermare latto incriminato. La Soprintendenza ai Monumenti, pur rammaricandosi di quanto stava succedendo, non ha trovato motivazioni legali per impedire la demolizione: la vecchia casa infatti non era soggetta a vincoli monumentali e nellambiente in cui sorgeva non era vietato sostituire un vecchio edificio con uno nuovo. Bisogna riconoscere che ledificio non era di valore tale da richiedere un vincolo della Soprintendenza; n il centro urbano in cui sorgeva aveva caratteri storici e ambientali cos particolari da dover essere sottoposti a tutela. Bisogna anche ammettere che il nuovo edificio destinato a sostituire quelle abbattuto non presenta un aspetto stridente e offensivo, ma soltanto goffamente folkloristico nel suo tentativo di imitare un palazzotto medioevale. Eppure, nonostante lammissione di queste premesse apparentemente non censurabili, il fatto grave, e denota un costume che fa paura. A poco a poco, pezzo dopo pezzo, tutte le tracce del nostro passato saranno destinate a scomparire. E insieme con loro verr irrimediabilmente cancellato tutto il patrimonio di documenti, di sentimenti, di atmosfere, di ricordi che quelle tracce, quando ancora riescono a sopravvivere, portano con s e suscitano in noi. Per contrastare questa progressiva distruzione della Storia; per arrestare lo smantellamento, una dopo laltra, delle superstiti tracce del passato, non bastano i vincoli imposti dalla Soprintendenza o dagli Assessorati ai Beni Culturali della Regione; occorre creare una diversa sensibilit, un modo di ragionare contrario a quello che il nostro attuale e dominante concetto di citt e di territorio. Non pi concepire questultimo come terreno di conquista, quando non di rapina, ma considerarlo come un tesoro comune, un bene collettivo da usare con cautela e da occupare con discrezione. E ovvio che questo radicale cambiamento di prospettiva urbanistico-paesaggistica non innocuo n indolore, giacch sembra mettere in forse la propriet privata del suolo, e il diritto di edificare sul proprio terreno. Tuttavia, senza voler affrontare la secolare questione giuridica che riconosce il possesso della terra al singolo privato, possibile introdurre alcune fondamentali e radicali riforme normative che consentirebbero di salvaguardare, rinnovare e conservare il restante patrimonio edilizio, anche di minore valore architettonico, trasmessoci a tuttoggi dal passato. E noto che uno degli ostacoli maggiori alla conservazione di questo patrimonio la difficolt, se non limpossibilit, di far rispettare le numerose e spesso pletoriche norme che regolano e condizionano labitabilit degli edifici. Spesso assurde, anche quando vengono applicate a stabili di nuova costruzione, queste norme lo sono ancora di pi quando vengono imposte nelle case vecchie. La loro rigidit, cieca e ottusa, ne rende impossibile il rispetto senza compromettere lintegrit storico-estetica della costruzione. E questa impossibilit favorisce, com ovvio, la decisione di abbattere ledificio esistente e di elevarne al suo posto uno nuovo, diligentemente rispettoso di tutte le prescrizioni richieste. Basterebbe introdurre nei regolamenti edilizi e nelle norme dei piani urbanistici, criteri pi flessibili, pi malleabili, pi adattabili ai singoli casi concreti, e si avrebbe il risultato di eliminare ogni scusa volta a giustificare la distruzione del vecchio. Elaborare e applicare tali criteri non certo facile, ma per i cultori della giurisprudenza urbanistica sarebbe una sfida entusiasmante, un compito pieno di attrattive. Unaltra azione, faticosa ma gratificante, da mettere in pratica per la salvezza del passato, consiste nel dimostrare che il comfort e le comodit domestiche, cos come sono offerti dalle nuove costruzioni, non sono n ostacolate n irraggiungibili anche nelle vecchie. Una delle motivazioni pi falsamente convincenti che induce ad abbattere le vecchie sta nella convinzione, anzi nel pregiudizio, che esse siano pi disagevoli e scomode, meno facilmente attrezzabili, maggiormente sacrificate di quanto non siano le nuove. Se si chiarisse che i medesimi requisiti di comodit offerti da queste potrebbero essere esaurientemente assicurati anche in quelle, molti costruttori, molti proprietari, molti affittuari non avrebbero diffidenza e difficolt ad abitare una casa vecchia e ospitale piuttosto che in una casa nuova, priva di calore e di atmosfera famigliare.

Nella prospettiva di rendere le case vecchie sia abitabili che conformi alla legge, nel caso della riforma normativa era richiesto limpegno e la capacit professionale del legislatore-urbanista, nel caso del riuso abitativo richiesta la preparazione e la capacit inventiva del progettista-architetto. Sta a lui il compito di saper rispettare il fascino del vecchio senza far mancare la comodit del nuovo. Le nostre facolt di architettura, che spesso si perdono in ricerche astratte e lontane dai problemi reali, dovrebbero inserire nei loro attualmente poco organici programmi, almeno specifici corsi distruzione volti a rendere ledilizia di ieri rispondente alle esigenze di oggi; e capaci di educare gli studenti a preferire i robusti dettagli costruttivi di ieri alle appariscenti finiture edilizie di oggi. Una volta che gli apparecchi e gli impianti igienici siano perfettamente funzionanti non detto che i bagni moderni, luccicanti di maioliche smaltate, siano da preferirsi ai bagni pi tradizionali, rivestiti da materiali meno accattivanti, ma pi solidi e collaudati. Una volta che siano installate in locali racchiusi tra mura antiche le attrezzatissime cucine di recente produzione, non detto che il focolare della famiglia appaia meno invitante e confortevole. Una volta che lisolamento acustico fra piano e piano sia perfettamente collaudato ed efficace, non detto che un piatto e anonimo solaio in latero-cemento sia pi gradito di un antico soffitto in travi di legno, sul quale lilluminazione naturale o artificiale crea un vivace contrasto di luci e di ombre, impossibile da ottenere nei solai moderni. Occorre combattere la concezione commerciale, seducente e edonistica della casa, cos come ci viene propinata dalle insulse immagini della televisione e dalle riviste di arredamento; e sostituirla con un sentimento pi intimo e antico della casa che rivaluti gli spazi e gli ambienti del passato. Se ci fosse un giorno attuabile, la rustica casa settecentesca, posta nel centro di Melegnano, sarebbe oggi ancora in piedi, felicemente abitata da persone soddisfatte, perch interamente dotata di attrezzature moderne; e nello stesso tempo ancora presente con il suo patrimonio di sentimenti famigliari e di suggestioni profonde. Nel centro storico della piccola cittadina lombarda avremmo una viva e vivente testimonianza del passato e non lo stucchevole spettacolo di una casa costruita in finto stile rustico, gi morto in partenza.

Citt & Societ LA GIUSTIZIA A MILANO: MOLTE OMBRE E QUALCHE LUCE Amoroso Ogni giorno, quasi diecimila persone, per lo pi semplici cittadini non operatori del settore, si mettono in fila dinanzi ai quattro ingressi del Palazzo di Giustizia di Milano e attendono pazientemente di poter accedere, attraverso impianti di controllo tipo aeroporto, spesso tarati in misura troppo sensibile, per cui suonano quasi sempre, costringendo gli addetti alla sicurezza a controlli complementari che fanno perdere a tutti tempo prezioso. Una volta entrati e raggiunto con fatica il rispettivo obiettivo (i sette piani dell'edificio sono un vero labirinto, con indicazioni scarse e spesso superate), gli interessati sono costretti a ulteriori, lunghe attese per ottenere chi un certificato, chi di poter testimoniare, chi di ottenere giustizia in quanto parte lesa in un processo penale. Per la comodit degli operatori, soprattutto dei magistrati, quasi tutti i processi penali vengono fissati alla stessa ora, le 9.00, ma in realt, salvo lodevoli eccezioni, iniziano ben pi tardi e si protraggono fino al primo pomeriggio. Il primo adempimento di ogni organo giudicante il rinvio di quei processi nei quali viene riscontrato qualche difetto di notifica, specie se a carico dell'imputato. Difatti, se il processo venisse celebrato nonostante il difetto di notifica, ci renderebbe nullo ogni atto giudiziario svolto, in quanto vi sarebbe violazione del diritto di difesa garantito dalla Costituzione. Il numero di processi rinviati ogni giorno per questi motivi rilevante. La ragione che gli ufficiali giudiziari, pagati poco e con molto ritardo dallo Stato, si occupano delle notifiche penali solo "in coda" alle notifiche civili, che invece vengono loro pagate dagli avvocati e dalle parti private in anticipo. Oltretutto, che una notifica penale non sia andata a buon fine lo si apprende solamente la mattina del giorno fissato per il processo. Questo comporta che le parti offese ed i testimoni, presenti a loro spese e dopo aver dovuto giustificare l'assenza dal lavoro, si sentono comunicare solo quella mattina che debbono andarsene e verranno richiamati qualche mese dopo, senza alcuna garanzia che quella sar la volta buona.

Ogni volta che viene inaugurato l'anno giudiziario i giornali riportano ampi stralci della relazione del Procuratore generale presso la Corte d'Appello, contenente dati a dir poco deprimenti sulla durata dei processi, le carenze degli organici di giudici e personale dipendente, le omissioni dello Stato in materia di investimenti, attrezzature, strumentazione. Sta di fatto che, dal punto di vista dell'utente, la giustizia a Milano appare funzionare male, con lentezza esasperante, nonostante l'impegno dei singoli magistrati e funzionari addetti agli sportelli non manchi ed il loro comportamento nei confronti dei cittadini sia quasi sempre corretto e collaborativo. A questo panorama da diciannovesimo secolo fa tuttavia da contraltare qualche segnale positivo, per ora limitato agli addetti ai lavori, ma tale da far sperare che in un tempo ragionevole possa intervenire un deciso miglioramento della situazione, almeno nel settore civile (che quello che riguarda la stragrande maggioranza degli utenti; il penale, come ovvio, fa notizia, ma concerne la patologia, percentualmente comunque molto ridotta, dei casi). La giustizia milanese , infatti, fra le pi avanzate d'Italia quanto ad informatizzazione. Il settore pi rilevante che ne sta gi beneficiando quello dei "decreti ingiuntivi", cio dei provvedimenti che privati e imprese possono richiedere contro i debitori che non pagano, pur avendo regolarmente ordinato e ricevuto la merce. Da due anni questo settore stato automatizzato, per cui i creditori possono godere del procedimento telematico, con grandi risparmi di tempo e di lavoro per tutti. Il tempo medio per ottenere uningiunzione telematica di circa 25 giorni, contro gli oltre tre mesi necessari per uningiunzione su carta. In questi giorni anche entrato in vigore un sistema di avvisi da parte delle cancellerie agli avvocati, relativo a ogni provvedimento concernente i processi da loro gestiti, affidato completamente ai computers, tramite l'utilizzo della cosiddetta "firma digitale", ottenibile con poca spesa e un procedimento burocratico semplice e bene organizzato dal Consiglio dellOrdine. Questo dimostra che l'inefficienza generale del sistema non una disgrazia irrimediabile. La tecnologia ormai ampiamente disponibile a costi molto ridotti rispetto a poco tempo fa consente a chi abbia voglia e capacit organizzative del tutto normali di migliorare molto il servizio-giustizia, nell'interesse degli utenti e in generale di tutti gli operatori del sistema. La recente intervista rilasciata a questo giornale dal Presidente Pomodoro, nonch la sua storia personale di magistrato attento ed esperto in materia organizzativa, fanno bene sperare per un miglioramento della situazione.

Dal Palazzo UNA INDIMENTICABILE SETTIMANA RACCONTATA DAI COMUNICATI STAMPA DI PALAZZO MARINO CATERPILLAR - Milano, 6 aprile 2009 La movimentazione di alcuni capolavori simbolo come il David si legge nel messaggio inviato dal ministro dei Beni culturali Sandro Bondi una scelta che il Ministero sta perseguendo con coraggio e ostinazione. RITARDI ATM - Milano, 6 aprile 2009 Il piano predisposto per i terremotati dellAbruzzo un esempio di questa nuova applicazione. Ringrazio Atm che aveva prontamente messo a disposizione alcuni mezzi. Mezzi che, sulla base delle notizie giunte, non sono pi necessari. Lo comunica il vice Sindaco Riccardo Marshal De Corato che ha la delega alla Protezione Civile. PASTORALE - Milano, 7 aprile 2009 Il Sindaco ha commentato: Verde e musica: uno splendido connubio. Il Sindaco ha poi accompagnato Abbado in una passeggiata da piazza della Scala a piazza Duomo dove ha mostrato il giardino allestito intorno alla statua di Vittorio Emanuele II, come dimostrazione di una futura area verde che dar risalto alla piazza. HORTICOLA Milano, 7 aprile 2009 - Il nostro Piano del Verde molto pi ampio ha detto lassessore allArredo, Decoro Urbano e Verde Maurizio Cadeo -. Vorremmo portare il verde in piazza Duomo come era prima del 29, con aiuole intorno alla statua di Vittorio Emanuele II, con piante in vaso che si adatterebbero perfettamente allambiente, ad esempio le magnolie. SALUTE - Milano, 7 aprile 2009 Milano, sede dellExpo 2015 afferma lassessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -, non pu trovarsi impreparata e deve poter garantire conoscenza e competenza ai milioni di turisti che parteciperanno a questa manifestazione, tra i quali ci saranno molti che si curano con lomeopatia.

LOW PROFILE - Milano, 7 aprile 2009 La periferia diventa centrale ha aggiunto Carlo Masseroli assessore allo Sviluppo del Territorio , funzione attrattiva anche di altre strutture eccellenti come gli alberghi low cost. STELLA DI LATTA 1 - Milano, 6 aprile 2009 Proprio oggi abbiamo appreso di altre due violenze sessuali compiute a Milano. Che nel 2009 assommano a 14 casi, con 15 autori stranieri e 2 italiani. Tra le vittime ci sono 9 donne straniere e 5 italiane. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 2 - Milano, 6 aprile 2009 - Come per altri casi analoghi, anche oggi lo sfratto del centro sociale Circolo dei Malfattori, che occupa abusivamente un immobile comunale in via Torricelli, non stato attuato. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 3 - Milano, 8 aprile 2009 - La prontezza dei nostri agenti ha permesso di bloccare lennesimo straniero che si reso responsabile di un reato, lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 4 - Milano, 10 aprile 2009 - Sfondata nel mese di marzo la soglia delle mille multe. Sono infatti 1.072 le sanzioni da 500 euro inflitte solo dalla Polizia Municipale di Milano. Questa notte 11 lucciole, di cui 10 romene, e 1 venezuelana sono state multate da cinque pattuglie della Polizia Municipale in servizio antiprostituzione per una cifra complessiva di 5850 euro. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. SQUADRA MOBILE - Milano, 7 aprile 2009 Che i vigili non si spostino un metro dalle Colonne poco verosimile. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. LO SPIGOLATORE DI SARPI 1- Milano, 7 aprile 2009 Forze dellordine e Polizia Municipale stanno mettendo sotto controllo Sarpi. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. LO SPIGOLATORE DI SARPI 2 - Milano, 9 aprile 2009 - Sono stati sequestrati oltre 10mila medicinali illegali scaduti o privi di data di scadenza, per un valore complessivo di oltre 10mila euro. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. TEMPUS FUGIT - Milano, 8 aprile 2009 Nessuno perde tempo cos lassessore ai Lavori Pubblici e Infrastrutture Bruno Simini commenta. RIVELAZIONE - Milano, 8 aprile 2009 I giovani ha detto lassessore Giovanni Terzi alle Attivit produttive - sono il futuro su cui investire. CADEO VS DE CORATO - Milano, 9 aprile 2009 Non amo le citt blindate e i cancelli intorno ai parchi ha dichiarato lassessore allArredo, Decoro urbano e Verde Maurizio Cadeo. GENTE DI MONDO - Milano, 9 aprile 2009 - Seconda missione allestero per lassessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory. Dopo Berlino, lassessore alla Cultura si recato a Londra. CELEBRITA Milano, 9 aprile 2009 - Lincontro ha posto le basi per la grande mostra prevista per il 2015 a Milano dove saranno esposti i celeberrimi disegni di Leonardo. STASERA PAGO IO - Milano, 12 aprile 2009 Il Sindaco Moratti ringrazia Dario Fo per la sua offerta di saldare la multa di 100 euro allartista di strada romeno ma precisa: Avevo gi dato istruzioni ai miei uffici perch fossi io a pagarla.

Economia ASSALTO A MANAGER Marco Vitale Mi si chiesto un commento sugli assalti ai manager che si sono andati intensificando negli ultimi tempi e assumendo caratteri sgradevoli, violenti e confusi. Sarebbe un grave errore raggruppare questi episodi sotto il semplicistico epiteto di populismo e cavarsela con una scrollata di spalle. In passato ho gi scritto su questo tema:Negli ultimi ventanni si creato uno squilibrio politico e sociale a favore del top management delle grandi societ che ha permesso allo stesso di appropriarsi di corrispettivi che non hanno pi alcuna relazione di alcun tipo con le prestazioni fornite, con i risultati raggiunti, con il loro tipo di attivit, con landamento reale delle aziende. Questi valori non rappresentano pi un corrispettivo per dei servizi professionali, ma unappropriazione basata su una incontrollata posizione di potere. Come i nobili delle antiche aristocrazie, essi si appropriano di quello che reputano di potere e di dover prendere, una volta assicurata ai cittadini una discreta sopravvivenza. Lelemento comune principale che essi prelevano un surplus che non ha pi alcuna relazione con i servizi resi, ma che deriva solo da una posizione di potere occupato. I compensi e le forme partecipative prelevati dal big management del big business sono diventati di natura e proporzione tali da non potere pi, in alcun modo, essere ricondotti a un corrispettivo per un qualsiasi lavoro professionale direttivo. Essi sono un prelievo e non pi un corrispettivo. E la loro legittimazione basata su una posizione di potere raggiunta, posizione di potere sottoposta a ben pochi controlli o bilanciamenti, dopo che la propriet alla quale competeva principalmente tale funzione si dispersa ed praticamente sparita.Si trattava dicevo di forme moderne di neo-feudalesimo. Il fatto nuovo che questa classe di top managers delle grandi istituzioni finanziarie internazionali non solo si appropriata di surplus giganteschi, ma fallita come gruppo dirigente. La crisi, infatti, non dovuta a guerre, terremoti, maremoti, salti tecnologici o altri fattori esogeni ma semplicemente al fatto che questi CEO sono falliti come CEO, nonostante il colossale ingiustificato prelievo che la societ ha loro, per tanti anni, concesso. Da qui il montante risentimento sociale che pi che giustificato, al di l delle forme inaccettabili che questo risentimento possa talora assumere. Ed destinato a montare quanto pi si continuer a vedere che i governi, e soprattutto quello americano, continueranno a coprire gli errori ed il fallimento di questa classe di palloni gonfiati; ed a lasciarli tranquilli a godersi il non meritato riposo, ricchissimi del non meritato denaro. Questo discorso si riferisce fondamentalmente ai CEO delle grandi istituzioni finanziarie internazionali e pochi altri. Resta aperta la questione di come ci possa essere avvenuto. E una vera e propria ideologia che si pian piano imposta per sostenere questi corposi interessi e che ha alimentato dei veri e propri imbrogli intellettuali fra i quali i principali sono stati: le grandi dimensioni sono sempre e comunque un bene; la concentrazione della ricchezza in mano a gruppi sempre pi ristretti , alla fine, positiva per lo sviluppo economico generale; compito dei manager non porsi al servizio delle imprese ma dedicarsi ad aumentare il valore degli azionisti. E sulla base di questa ideologia folle, mai criticata dagli studiosi se non in pochissimi casi, divulgata dalle grandi banche di investimento e dalle grandi societ di consulenza, supinamente accettate dai sindacati e da noi fatta propria dalla sinistra con lentusiasmo dei neofiti, che si consumata lappropriazione delleconomia e, in parte della democrazia da parte di questa classe di neofeudatari, ora rovinosamente crollata. Essi vanno tenuti nettamente distinti da altri casi di sequestri e aggressioni che hanno colpito normali manager di normali industrie, costretti dalla crisi a ridurre occupazione e impianti per sopravvivere. La rabbia sociale quando monta non ama fare distinzioni. Ma noi, nel tentativo di contribuire a discorsi pi costruttivi, queste distinzioni dobbiamo farle. Questi manager normali, che cercano di affrontare la crisi attenuandone gli effetti sulle loro aziende, sono lavoratori che cercano di fare il loro dovere, anche se talora per salvare lazienda devono tagliare posti di lavoro per adeguarli alle nuove condizioni di mercato. E qui subentra la normale dialettica con il sindacato e la corretta applicazione delle leggi di tutela dei lavoratori. Ma quando la crisi assume le abnormi dimensioni della presente crisi, la normale dialettica sindacale e la normale tutela possono non essere pi sufficienti. Gli assalti ai manager, ai di l della loro inaccettabilit, esprimono confusamente il messaggio che necessario trovare soluzioni nuove e pi ampie che permettano alle aziende di ristrutturarsi e di riciclarsi ma che, al contempo, assicurino ai lavoratori colpiti continuit di reddito e possibilit di riciclasi a loro volta.

Le soluzioni possibili per fronteggiare questa grande emergenza non mancano. Studiosi della materia seri come Pietro Ichino, Tito Boeri e Piero Gariboldi le hanno gi delineate. Il 25 marzo trenta senatori di entrambi gli schieramenti hanno presentato un disegno di legge nella stessa direzione. Non possibile entrare qui nei dettagli di queste soluzioni. Ma importante sapere che esse esistono e aggiungere la nostra modesta voce a quella di chi chiede questi interventi. Altrimenti gli attacchi ai manager e la rabbia sociale continueranno a montare. Che la crisi si possa affrontare solo continuando a pompare denaro nelle grandi banche fallite, qualcosa che solo gli gnomi di Wall Street, trasferiti sotto le ali della chioccia Obama, possono continuare a credere.

Lettera IL PIANO CASA CHE NON CE Franco Mirabelli Finalmente dal tavolo tra il Governo e le Regioni stato partorito il provvedimento sulledilizia e ora pi chiaro di cosa stiamo parlando. Si tratta di chiedere alle Regioni (cui spetta di decidere essendo una loro competenza) provvedimenti che semplifichino e accelerino le procedure per ristrutturare e ampliare edifici non protetti da vincoli, non collocati nei centri storici, che consentano di ricorrere a procedure pi rapide per lampliamento delle residenze del 20 per cento in pi, che incentivino, consentendo di poter contare su volumetrie superiori del 35 per cento, labbattimento e la ricostruzione secondo criteri ispirati alla diminuzione del consumo energetico e compatibili con lambiente. E un provvedimento che andr letto per dare un parere, ma sicuramente una parte dei rischi presenti nelle prime proposte sembra essere scongiurato. Certo , per, che questo tutto meno che un piano casa: una misura anticiclica per sostenere le aziende edili di fronte alla crisi, consente a chi ha una casa e ha i soldi per farlo di ampliarla. Ma un Piano Casa deve servire ad affrontare il problema di tante famiglie che la casa non lhanno, che faticano a pagare laffitto, che non riescono a pagare il mutuo. Su tutto ci non c nulla. Non ci sono stanziamenti per ledilizia sociale, per sostenere gli affitti, manca una politica per la casa, non si capisce dove sono finiti i soldi stanziati per la Casa dal governo Prodi (550milioni) che continuano a non essere utilizzati. Anzi se guardiamo al problema dal nostro osservatorio in Lombardia sul terreno dellaiuto alle famiglie si sta facendo addirittura meno di ci che si fatto prima della crisi. Nellultimo bando per accedere al fondo sostegno affitti le richieste erano passate da 65mila a 70mila e si riferivano ad una fase precedente alla concretizzazione degli effetti della crisi, quindi probabile che a giugno le richieste aumenteranno ancora in modo significativo. A fronte di queste previsioni i finanziamenti statali e regionali previsto diminuiscano passando da 69 milioni a 60 senza che la regione abbia mantenuto limpegno di raddoppiare il proprio contributo che passato da 14milioni e mezzo a 19. Servirebbe un intervento pi significativo della Regione ma anche la capacit di Formigoni di, anzich assecondare tutto ci che fa il governo, battere i pugni sul tavolo e rivendicare maggiori risorse dallo Stato per far fronte alle difficolt reali dei cittadini. Un Paese che toglie lICI anche a chi ha tanto e non aiuta chi fa fatica il Paese governato dalla destra, un Paese in cui le differenze e le ingiustizie crescono, in cui i ricchi diventano pi ricchi e i poveri pi poveri.

Metropoli IL SOGNO PERDUTO DELLAFFITTO. UNA STORIA MILANESE Sergio DAgostini La confusione alimentata intorno al Piano Casa, mescolando misure anticrisi con programmi di edilizia sociale, contribuisce ancor pi ad offuscare quello su cui ormai tutti concordano e cio che per rispondere al bisogno casa necessario aumentare lofferta in locazione, a canone sopportabile per la domanda inevasa. Invece, ci che si fa revocare i finanziamenti gi disposti per lemergenza abitativa e proporsi di finanziare i nuovi alloggi sociali svendendo il patrimonio pubblico esistente. Intanto si realizzano nuove abitazioni, tutte in vendita, e addirittura in quantit che nellarea milanese non si vedevano da decenni. Laffitto sempre promesso e sempre rinviato e Milano in ci non fa eccezione, anzi sembra ripercorrere con pertinacia una strada gi vista nei primi anni Ottanta quando un ambizioso Progetto Casa varato per oltre

40.000 vani, di cui i 5/6 in affitto a equo canone, fu poi realizzato e tranquillamente venduto, a prezzi di mercato, nel silenzio pressoch generale. Quasi 20 anni dopo, a fronte della crescita dellemergenza abitativa e di una vasta mobilitazione cittadina che aveva coinvolto il Cardinale e il Prefetto, il Comune di Milano vara nel maggio 2005 il Piano Verga: 20.000 alloggi per le fasce deboli su oltre 40 aree di propriet pubblica da offrire agli operatori a costo zero per realizzare alloggi a canone calmierato. Dunque si sacrificano aree gi destinate a standard, con aspettative per verde e servizi, ma lo si fa per un obiettivo sociale ineludibile, che si pu conseguire solo creando condizioni di fattibilit per soggetti privati che integrino le insufficienti risorse pubbliche. Anche la dimensione sembra adeguata, di questi 20.000 alloggi almeno la met sar in affitto, ad un canone contenuto. Gradualmente per lobiettivo si perde per strada. Vediamo come andata. E la primavera 2007 quando, dopo due anni di silenzio, lassessore Masseroli convoca gli operatori per presentare il nuovo progetto, da mettere a bando in tutta fretta pena il rischio di perdere il cofinanziamento regionale. Le aree, per, da 40 si sono ridotte a 10, e poi alla fine saranno 8. Meglio di niente, si tratta di un totale di 3.000 alloggi, con buone probabilit che almeno la met (1.500) sia riservata alla locazione: infatti la quota minima di affitto, elevabile in sede concorsuale, fissata al 40% (era il 60% nella prima versione Verga, ma pazienza). Passa altro tempo, molto pi di quello annunciato, mentre si tratta con gli operatori sulla fattibilit economica dellintervento. Il comune sembra temere una fuga dalla partecipazione al bando e ci agevola il gioco del fronte che punta a ridurre laffitto e a sterilizzare leffetto sui punteggi delle voci quantit e durata della locazione. Il processo sembra concludersi nel maggio 2008 in Consiglio Comunale dal quale esce una delibera che porta la quota minima di locazione dal 40 al 25% (solo del totale degli alloggi!) riducendo contemporaneamente il peso dei punti attribuiti alle voci riguardanti laffitto che passano in complesso da 350 a 240, mentre non restano che 80 punti per la voce pi significativa, la quantit di slp in locazione sulla slp residenziale totale. Ma non finita e il fondo viene toccato coi criteri di attribuzione dei punteggi adottati dalla commissione giudicante. Infatti, sugli 80 punti disponibili questa decide di sterilizzarne la met partendo da 40 punti che vengono attribuiti a tutti i progetti ammissibili. Gi per lo meno singolare che i criteri vengano decisi in sede di esame dei progetti e non siano invece esplicitati nel bando e noti a priori ai concorrenti, ma risulta davvero incomprensibile laccanimento posto nel punire laffitto e dunque proprio quei soggetti e quei progetti che meglio sembrerebbero rispondere al principale obiettivo del bando. Cos il risultato finale a dir poco modesto e del tutto inaccettabile a cospetto del sacrificio di aree a standard di propriet pubblica. I progetti vincitori sulle sei aree aggiudicate (su due aree non sono stati presentati progetti ammissibili) consentiranno di realizzare in totale 1680 alloggi e di questi solo 530 (il 31%) saranno in affitto. Un topolino, a fronte delle decine di migliaia attesi e necessari. E un altro obiettivo sembra mancato, quello di promuovere nuovi soggetti gestori (di Terzo Settore) per ledilizia sociale capaci di accompagnare quel nuovo modello di mix e di coesione sociale che sembrava auspicato, se vero che sono stati per lo pi premiati progetti che prevedono di vendere successivamente ad Aler le quote di alloggi a canone sociale e moderato.

Mobilit MOTO E I MOTORINI: UNA NORMATIVA REALISTICA E GRADUALE Marco Ponti Il problema connesso certo ai pericoli generati a tutti i veicoli da condotte prive di regole reali, ma soprattutto dai pericoli generati ai motociclisti stessi. Infatti le stime sono che il tasso di pericolosit delle moto dellordine di 13 volte pi elevato di quello delle automobili, per unit di traffico (e si ricorda che il costo sociale degli incidenti stradali stimato da tutte le fonti superare di molto quello per le esternalit ambientali, effetto serra compreso).

Il tasso di pericolosit espresso correttamente dai morti e dai feriti per unit di traffico, cio non come numero assoluto, ma in relazione al totale dei veicoli circolanti, moltiplicato per la percorrenza media stimata di ogni veicolo. Innanzitutto sembra urgente conoscere alcune informazioni essenziali per la realt milanese: a) una stima del numero di motoveicoli a Milano, delle tendenze di crescita, e degli incidenti per tipologia, b) una stima del numero e della tipologia delle infrazioni commesse a Milano dai motociclisti, e c) il corrispondente livello di repressione (cio delle sanzioni comminate per ogni tipo di infrazione). Largomentazione che sia difficile fare stime del numero di infrazioni in realt parte del problema stesso. Infatti la non conoscenza dellincidenza statistica delle sanzioni (fenomeno che sembra presente a Milano per ogni tipo di sanzione del traffico), rende tendenzialmente non configurabili strategie di intervento appropriate, n rende misurabile il grado di successo dellintervento repressivo. Elenchiamo qui di seguito quelle che sembrano essere le infrazioni pi sistematiche (sistematiche al punto che sicuramente alcune di esse non sono pi percepite come tali dai motociclisti.). - la rimonta di colonne di veicoli in movimento, da destra e da sinistra, con repentino taglio della strada ai veicoli nella corsia propria (in caso di sopravvenienza di veicoli in direzione opposta che non diano strada). Loccupazione della corsia opposta infatti costringein generale i veicoli sopravvenienti ad accostare a destra, con situazioni spesso potenzialmente pericolose. - accostamento a volte improvviso davanti al primo veicolo in attesa al semaforo, che costringe spesso quel veicolo a frenate repentine durante la fase di accelerazione (con laccendersi del verde). - percorrenza dei marciapiedi - sorpasso in strade a senso unico, o sorpasso doppio con spartitraffico (a pochi centimetri di distanza dallauto sorpassata). - superamento sistematico dei limiti di velocit (per le cilindrate maggiori) - rumorosit, in generale superiore a quella delle automobili (soprattutto in fase di accelerazione). Il livello di repressione di tali infrazioni sembra sostanzialmente assente, certo anche per la difficolt tecnica di rilevare le targhe e di fermare i conducenti. Ma, si ripete, sembra indispensabile disporre di informazioni adeguate, nel senso sopra descritto (cio conoscere il rapporto infrazioni stimate/sanzioni comminate). Ma occorre formulare alcune ipotesi realistiche di intervento, pena una lamentela astratta e inefficace; proviamo a elencarle - Una campagna iniziale di moral suasion, e di annuncio di prossime sanzioni, limitate ma credibili, per le infrazioni oggi sostanzialmente non perseguite. - Reprimere la percorrenza dei marciapiedi. - Reprimere almeno la rimonta di colonne in movimento (contromano). Tutto questo, con il successivo monitoraggio sia delle sanzioni comminate che delle infrazioni stimate (per verificare lefficacia dellazione, ed eventualmente tararla sui nuovi risultati). Occorre infine ricordare che si tratta di azioni direttamente a tutela dei motociclisti indisciplinati, dato che sono le prime vittime dei loro comportamenti.quadro ben diverso di quello delle sanzioni agli automobilisti, le cui vittime sono in citt sono prevalentemente soggetti pi deboli.

Sanit CONTROLLARE LE PRESTAZIONI E RIASSESTARE IL MODELLO LOMBARDO Valmaggi I provvedimenti recentemente assunti dalla Giunta regionale in materia di controlli sulle prestazioni sanitarie e di requisiti per ottenere e mantenere laccreditamento sono scaturiti, con buona probabilit, dallesigenza di dare una risposta alle numerose inchieste che nel 2008 hanno scosso la sanit lombarda, ed in particolare quella milanese. Lo sdegno manifestato dai cittadini per quanto accaduto nella Casa di Cura S. Rita, la sfiducia generata dagli scandali che hanno coinvolto altre strutture private accreditate, la pressione esercitata dalla magistratura affinch si intervenisse su un sistema che consentiva storture ed aberrazioni rilevanti, hanno imposto al Governo regionale di assumere un provvedimento che, apparentemente, cambia le regole nella direzione di un maggior rigore.

Purtroppo permane la sensazione che il Sistema Sanitario Lombardo, pur con qualche correzione nei controlli, mantenga al suo interno degli elementi di instabilit tali da non consentire una esclusione di episodi di questo tipo. Infatti la divisione tra strutture erogatrici e strutture compratrici di prestazioni, ha reso possibile una frantumazione del percorso assistenziale e una separazione tra le funzioni della prevenzione, della diagnosicura, della riabilitazione e dellintegrazione socio-sanitaria che, in Lombardia, ha vanificato principi ed obiettivi della legge di riforma sanitaria e rappresenta un sostanziale abbandono dellassistito negli intervalli temporali di presa in carico da parte dellospedale, degli istituti di riabilitazione o del territorio. La mancata integrazione di queste realt nella ricerca di soluzioni comuni, utili ai pazienti, particolarmente grave nei casi di non autosufficienza. I provvedimenti trattano il problema ospedale-territorio sottolineando la necessit di un maggior coinvolgimento del medico di medicina generale nelle scelte di politica sanitaria e di governo clinico, ad esempio attraverso lobbligo di comunicazione chiara del sospetto diagnostico, ma questo pu ingenerare difficolt con il proprio assistito e dubbi su chi pagher le conseguenze delleventuale mancata precisazione diagnostica (il paziente sar respinto in fase di prenotazione? Dovr tornare dal proprio medico o, peggio ancora, dallo specialista?). Altri punti salienti riguardano i requisiti che devono essere posseduti dalle strutture sanitarie per essere autorizzate/accreditate: da accogliere con favore quello che stabilisce che tutte le strutture con posti letto di degenza ordinaria debbano dotarsi di un direttore sanitario di presidio, cos come laffidamento di compiti di controllo alle direzioni sanitarie, per, indispensabile, per il corretto svolgimento di questa funzione, rivolgere grande attenzione alla formazione e allaggiornamento di queste figure, vigilare sul possesso di reali conoscenze in materia daccreditamento e di qualit delle prestazioni, e valutare la loro concreta presenza sullattuale mercato del lavoro. Un altro aspetto preso in considerazione riguarda la corretta compilazione delle cartelle cliniche ospedaliere: le indagini giudiziarie e amministrative prima ricordate hanno evidenziato, tra le molte manchevolezze, una frequente e grave trascuratezza nello svolgimento di un compito che ha grande importanza clinica e medicolegale. , quindi, del tutto condivisibile la previsione di considerare la corretta compilazione della cartella clinica quale discriminante per giudicare il ricovero rimborsabile o no da parte del servizio sanitario regionale. I provvedimenti tuttavia non contemplano la possibilit di sanzioni pi severe, n rinviano a successivi provvedimenti. Gli scandali della sanit lombarda avrebbero meritato ben altre conseguenze, non solo in termini di revoca degli accreditamenti, ma anche di risarcimento pecuniario del Servizio sanitario regionale. Una novit positiva lintroduzione, tra i requisiti organizzativi daccreditamento, di un controllo sui rapporti contrattuali tra sanitari e strutture sanitarie pubbliche e private: nei contratti non dovranno essere presenti elementi che facciano intravedere possibili conflitti dinteressi e, viceversa, dovranno essere contenuti i principi del Codice di deontologia medica. Altri due ultimi aspetti contenuti nella delibera: la verifica periodica dei contratti e il controllo sullappropriatezza delle prestazioni. In merito a questultimo occorre specificare per che la trasformazione del sistema dei controlli formali, fino ad oggi effettuati, in controlli per la valutazione professionale dellappropriatezza specifica delle prestazioni di ricovero e cura e di specialistica ambulatoriale, non sicuramente facile, ma il meccanismo messo in piedi dalla Giunta Regionale di una tale complessit che rischia di diventare del tutto inapplicabile. Sono dubbi ai quali opportuno siano date risposte rapide e certe. Pur apprezzando quindi quanto di positivo stato introdotto dalla delibera riteniamo che essa non dia sufficienti garanzie di tutela della salute dei cittadini. I cambiamenti necessari al sistema sono ben pi radicali e riguardano lessenza stessa del modello lombardo

Scuola & Universit IL TETTO Vincenzo Viola Il nuovo fronte delle battaglie ideologiche sulla scuola, che appassionano e ossessionano il ministro Gelmini, costituito (si direbbe col linguaggio delle patrie battaglie) dalla quota 30. Infatti per salvare la scuola dalle orde barbariche dopo le classi ghetto (inattuabili) e dopo i maestri-spia (impresentabili) il ministro torna alla carica con una magica percentuale: in una classe di qualsiasi ordine di scuola mai ci dovr essere pi del 30% di ragazzi stranieri. Si tratta, con tutta evidenza, di una sciocchezza, eticamente meno riprovevole delle due precedenti, ma ugualmente dannosa e foriera di gravi, inutili complicazioni per le famiglie e gli operatori scolastici. Infatti, stando alle prime indicazioni ma ormai chiaro che le disposizioni del MIUR non sono mai definitive, ma soggette a continui ripensamenti e variazioni la quota varr per tutte le classi, per tutte le scuole, per tutti i gradi di scuola, per tutto il Paese: precisa, tassativa, invalicabile, la quota resister ad ogni assalto. Ma dove, puta caso, la quota dovesse venire superata, come certamente avverr in certe zone (non sempre periferiche) di Milano o in certi ordini di scuola, che si far mai? Si importeranno ragazzi italiani, si esporteranno ragazzi stranieri (non diciamo per, come stato affermato, che si deporteranno: un termine decisamente troppo grave e sproporzionato)? Si prenderanno un po di liceali e li si iscriveranno dufficio in certi istituti professionali (o viceversa) per diluire la concentrazione troppo forte di studenti provenienti da altre parti del mondo? O si metteranno i ragazzi stranieri in lista dattesa, ordinando nel contempo ai loro genitori di non fare pi figli perch altrimenti le liste dattesa non si esauriranno mai? Il paradosso pu far sorridere, ma dovrebbe servire anche a far riflettere. Limpatto dellimmigrazione sullinsieme della scuola certamente notevole e tendenzialmente crescente. I problemi che comporta non sono di immediata e facile soluzione: sarebbe ipocrita e sbagliato nasconderselo e le soluzioni vanno cercate, studiate e applicate con tenacia e coerenza. Ma solo chi legge la realt con gli occhi dellideologia pu credere che tali soluzioni possano consistere in misure allo stesso tempo rigide e approssimative; invece le disposizioni devono essere flessibili per adattarsi alle diverse situazioni e ben definite nella loro ispirazione e nella linea di tendenza. Anche rispetto alla composizione delle classi, se invece di pensare con intento punitivo a gabbie contenitive e a quote magiche e invalicabili, si ragionasse in termini concreti, con attenzione alle singole realt socio-abitative, si potrebbero valorizzare alcuni contenuti positivi delle disposizioni del ministro, come ad esempio la composizione tendenzialmente pi omogenea delle classi di una scuola o di scuole di una stessa zona; invece si costringeranno dirigenti e docenti a un frenetico tourbillon per trovare soluzioni e i figli degli immigrati a subire lumiliante condizione di sgraditi pacchi postali spediti da una scuola allaltra. Invece ci che in ultima istanza serve per tutti - italiani, stranieri di prima e seconda generazione, ecc. un ben diverso approccio pedagogico e didattico, che rispetti le diverse culture e ne valorizzi gli apporti positivi e utilizzi nuovi strumenti e competenze, soprattutto nellambito dellinsegnamento linguistico. Gli esempi positivi nella scuola milanese non mancano di certo: in molte scuole elementari e medie ottimi insegnanti hanno sviluppato unattivit dintegrazione culturale di notevole valore; in alcune secondarie superiori, come ad esempio il Bertarelli e altri istituti professionali, la presenza massiccia di studenti di provenienza linguistica diversa dallitaliano ha fatto crescere la consapevolezza di dover e poter coniugare una nuova formazione linguistica con una pedagogia interculturale. In queste scuole risulta chiaro che lo studio della lingua non un momento di potenziale discriminazione, ma lo strumento di socializzazione e di cittadinanza pi alto. Si tratta di esempi molto positivi, messi in atto, nonostante la scarsit di risorse, grazie a un approccio non fondato sullastratta percentuale di ragazzi che non hanno il passaporto italiano, ma sulla concreta e corretta analisi della situazione data.

RUBRICHE

ARTE Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Il soggiorno di Leonardo da Vinci a Vigevano, testimoniato dallo stesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziative in zona che ruotano attorno a questo genio poliedrico, tra cui una mostra decisamente insolita. Anzi impossibile perch riunisce lintera opera pittorica di Leonardo, operazione in s inimmaginabile se non attraverso il ricorso alle tecnologie di riproduzione digitale. cos che 17 opere leonardesche, ricostruite in dimensioni reali e retroillluminate (al punto da essere apprezzabili analiticamente talvolta meglio degli originali), sono esposte tutte assieme negli spazi del castello vigevanese. Dalla Gioconda alla Vergine delle Rocce, alla Dama con lermellino e persino lUltima Cena, questultima presentata nella vicina chiesa sconsacrata di San Dionigi, da poco restaurata come anche limponente pala del Cerano, qui custodita, raffigurante il martirio del santo. Questa rassegna non la prima del genere. Lideatore del progetto, Renato Parascandolo, ha cominciato a pensarci nel 2000, quando, allora direttore di Rai Educational, strinse un accordo col Ministero per i Beni e le Attivit culturali per fotografare e riprendere in video i maggiori capolavori dei musei italiani. Cominci da l la sua avventura nei territori della riproduzione delle opere darte e nacque cos lidea di utilizzare quei materiali per realizzare una sorta di grande trailer dei capolavori italiani da esportare nel mondo per richiamare turisti a vedere gli originali. Ecco allora le mostre di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, curate da studiosi qualificati, cui seguiranno a breve, quelle non meno impossibili sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto e su Piero della Francesca. Leonardo: una mostra impossibile. Lopera pittorica di Leonardo da Vinci nellepoca della sua riproducibilit digitale. Castello di Vigevano - orario: marted-domenica 10/19. Fino al 30 giugno

Questa volta, diversamente dal Caravaggio Odescalchi esposto a Palazzo Marino, la presentazione a Milano di unopera che ci si aspetta richiami molto pubblico, giover non soltanto ai Musei civici del Castello, ma servir soprattutto a ricordarsi che la nostra citt possiede un capolavoro del rilievo della Piet di Michelangelo. Vero che il piccolo Crocefisso in legno di tiglio acquistato dallo Stato per 3,25 milioni di euro dallantiquario torinese Giancarlo Gallino, ritenendola opera di Michelangelo giovane, fa storcere il naso a una serie di studiosi che dubitano dellattribuzione al Buonarroti. Fatto sta che la temporanea collocazione al Castello di questa comunque preziosa scultura, presentata al pubblico per la prima volta nel 2004 al Museo Horne di Firenze, non potrebbe essere pi appropriata: nella Sala degli Scarlioni che gi ospita, si diceva, lemozionante e troppo dimenticata Piet di Michelangelo. Proporzioni perfette in non pi di 41 centimetri di altezza, lopera datata attorno al 1495 e assegnata al Buonarroti sulla sola base delle analisi stilistiche, poich nessun documento ne attesta la paternit. La rassegna arricchita non soltanto da alcune immagini di Aurelio Amendola, il cui obiettivo ha magistralmente e pi volte immortalato lopera di Michelangelo, ma anche da una serie di fotografie che il tedesco Thomas Struth ha dedicato ai visitatori della Galleria dellAccademia di Firenze, straniti davanti dal David. Struth ha iniziato nell89 con le Museum Photographs. Quelle esposte al Castello, nella Sala delle Asse, tutte di grandi dimensioni, appartengono alla serie Audience e riflettono sulla singolare relazione che si instaura fra individuo e opera darte. Michelangelo. La Piet Rondanini e il Crocefisso ritrovato. Castello Sforzesco, Museo darte antica, Sala degli Scarlioni orario: 9/17.30, chiuso luned. Fino al 5 maggio.

Forse non tutti sanno che Johann Wolfgang von Goethe fu anche conservatore delle raccolte darte dei Granduchi di Weimar e collezionista in prima persona. quanto accadde tra il 1775 e il 1832 nella patria del classicismo tedesco, periodo durante il quale Goethe effettu numerosi sopralluoghi in Italia allo scopo di incrementare il patrimonio dei granduchi, ma approfittandone anche per acquisire per la propria collezione un nucleo di disegni di maestri italiani che conflu in seguito nella Klassik Stiftung Weimar. Da Weimer, appunto, storica citt della Turingia, provengono i circa 50 disegni esposti al Castello Sforzesco. La rassegna, curata da Hermann Mildenberger, conservatore delle raccolte grafiche della Klassik Stiftung, documenta linteresse dei granduchi per il Settecento veneto, da Giambattista Tiepolo ai figli Giandomenico e Lorenzo di cui si vedono alcune teste di notevole espressivit, dal Piazzetta ai due celebri vedutisti Canaletto e Bernardo Bellotto, ma anche i paesaggi di Antonio Zucchi (la cui moglie, Angelica Kauffmann pure presente con un disegno) e di Francesco Zuccarelli, accanto a un paio di fogli dello stesso Goethe, innamorato del Bel Paese e del suo allora integro territorio. Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori dalle raccolte di Weimar. Castello Sforzesco, Sala del Tesoro della Biblioteca Trivulziana e sala 38 del museo orario: marteddomenica 9/13 e 14/17.30. Fino al 26 aprile.

un mostra costruita attorno al ritrovamento di un quadro di Cagnaccio di San Pietro del quale si erano perse le tracce, quella che propone in questi giorni la gallerista e storica dellarte Claudia Gian Ferrari. Un dipinto di notevole vigore espressivo, intitolato Primo denaro ed eseguito dallartista veneto nel 1928, pubblicato allepoca della sua realizzazione, ma che sembrava sparito nel nulla. Al secolo Natalino Bentivoglio Scarpa, conosciuto per come Cagnaccio di San Pietro, per via del grosso cane di suo nonno Natale, che terrorizzava lintero paese di San Pietro in Volta sullisola di Pellestrina, vicino a Venezia, questo pittore in realt non ha certo bisogno del suo curioso pseudonimo per essere ricordato. Bastano le opere taglienti, enigmatiche e spesso spietate che ha creato nel corso della sua breve vita ( morto a soli 49 anni il 29 maggio 1946), rivendicando la vitalit della tradizione classica allinterno del cosiddetto Realismo magico di cui fu, tuttavia, un esponente eccentrico. Cagnaccio di San Pietro. Un quadro ritrovato. Claudia Gian Ferrari Arte contemporanea, via Filippo Corridoni 41 orario: luned-venerd 10/14 e 15.30/19, sabato solo su appuntamento. Fino all8 maggio.

Nella sua lunga carriera ha avuto modo di frequentare la poesia, larte, il romanzo, il teatro, il radiodramma, il giornalismo, la musica. Un artista poliedrico e multiforme Emilio Isgr, ora al centro di una mostra, curata da Marco Meneguzzo, che verr riproposta nellestate anche in Sicilia, dove lartista nato nel 1937. Con numerosi riconoscimenti alle spalle, la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e a decine di rassegne in tutto il mondo, Isgr un artista concettuale, ma anche un poeta visivo che ha fatto della cancellatura una delle modalit espressive privilegiate, ma certamente non la sola. Cardine di questa mostra , tuttavia, proprio linstallazione inedita Fratelli dItalia, che oltre a suggerire il titolo della personale, anche stata concepita cancellando o in parte occultando linno nazionale che si snoda lungo una striscia di carta, per fare emergere solo i passaggi pi significativi del testo. La mostra riunisce una settantina di opere dagli esordi a oggi e altre due installazioni: Lora italiana e Lavventurosa vita di Emilio Isgr, luna concepita nell83 per ricordare l'attentato alla Stazione di Bologna, laltra nel 1971, pensata come una serie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, che identificano il personaggio in maniera "concettuale" attraverso la descrizione. Emilio Isgr. Fratelli d'Italia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese. Corso Magenta 59 orario: marted-venerd 12/19, sabato e domenica 10/19, chiuso luned. Fino al 13 giugno.

Vale la pena visitare in questi giorni il Museo Diocesano e in particolare la sezione dei Fondi oro che si arricchita, qualche tempo fa, della collezione di Alberto Crespi. Di quella donazione generosa faceva parte anche una tavola raffigurante Santa Cecilia, oggetto ora di una piccola, ma importante mostra che segna il temporaneo ricongiungimento di questo pannello con gli altri 4 elementi del polittico di cui ha fatto parte

fino a circa il 1745, anno in cui linsieme venne smembrato. Si tratta del Polittico del Carmine che si trovava in origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo, nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine, giudicato dagli studiosi opera della maturit di Bernardo Daddi, artista morto nel 1348, tra i migliori seguaci di Giotto. Dal Castello Reale del Wawel a Cracovia arriva la Madonna col Bambino e due angeli musicanti che stava al centro del pentittico, San Bartolomeo e San Lorenzo, in posizione laterale, sono ora conservati alla Galleria dellAccademia di Firenze, mentre allestrema destra, si trovava la Santa Caterina dAlessandria, ora in collezione privata. La Santa Cecilia stava, dunque, allestrema sinistra del polittico: da notare la descrizione sontuosa delle vesti, la delicatezza dellincarnato e una ricchezza narrativa e decorativa che rinvia a opere precedenti del maestro. Il Polittico del Carmine di Bernardo Daddi. Museo Diocesano, corso di Porta Ticinese 95 orario: marted-domenica 10/18, chiuso luned. Fino al 24 maggio.

un prestito decisamente fuori dal comune quello che ha consentito di realizzare la mostra bergamasca. Cinquanta icone selezionate tra gli oltre 6mila esemplari conservati nel museo Museo Tretyakov di Mosca che vanta in materia di arte sacra russa la pi imponente collezione al mondo. Visibili rappresentazioni di spettacoli misteriosi e soprannaturali": lo studioso russo Pavel Florenskij us queste parole per definire le icone, non semplici opere d'arte, ma immagini dotate di una loro vitalit, veri e propri momenti di comunione con il divino. Le opere esposte sono datate dalla fine del XIV- inizio XV secolo, a partire da una Nativit della Madre di Dio con santi, tipico esempio delle icone di Novgorod, fino al XVIII secolo. Una serie di immagini che illustrano le tappe principali del calendario liturgico - le feste, la venerazione della Madre di Dio, la devozione ai santi locali - raffigurate di volta in volta secondo schemi iconografici che gli artisti hanno ripetuto nei secoli senza sostanziali variazioni, al solo scopo di suggerire un contatto diretto con l'archetipo. In mostra anche alcune icone di Pskov, caratterizzate da una maggiore concretezza nellinterpretazione dell'immagine divina. Loro dellanima. Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. Bergamo, Palazzo della Provincia di Bergamo - Spazio Viterbi, via Torquato Tasso 8 orario: luned-venerd 15/19; sabato, domenica e festivi 10/19; chiuso gioved. Fino al 14 giugno.

Se a Mede Lomellina, dove nata nel 1894, un piccolo, delizioso museo nel Castello Sangiuliani conserva le sue opere su carta e su tela, oltre a una serie di sculture, Regina Cassolo in questi giorni anche al centro di una mostra che coincide non casualmente con le celebrazioni del centenario della fondazione del Futurismo. Regina futurista, appunto, perch la scultrice medese ader alla seconda stagione del movimento marinettiano e a quellepoca si riferiscono i disegni, i bozzetti e i taccuini riuniti nella galleria milanese, in una rassegna curata da Rachele Ferrario. Disegni a grafite su carta, alcuni bozzetti per le incredibili sculture che realizz in marmo, bronzo, ma anche plexiglass, alluminio, latta e gli inediti taccuini futuristi, tutti provenienti dalla collezione Fermani. Sono opere che documentano un periodo in cui Regina, grazie al sostegno di Fillia, espose stabilmente con i maestri futuristi, firmando nel 34 il Manifesto tecnico dellaeroplastica futurista. Fu una grande sperimentatrice, si ciment con materiali insoliti, come la latta, ottenendo esiti di grande efficacia e senza mai scadere nel puro decorativismo. La sperimentazione la port molto vicino allastrazione, sempre mai perdere di vista la velocit, il dinamismo e levocazione degli stati danimo, cui alludono le forme e i materiali. morta nel 1974 a Milano, nella sua casa-atelier. Regina futurista. Opere degli anni Trenta. Spaziotemporaneo, via Solferino 56 Orari: dal marted al sabato 16/19.30. Fino al 21 aprile.

Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di San Valentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vita propria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensuale e carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui la redazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versione del 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio tra

Romanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici, Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza, appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nella letteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e di altri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio materno di Paolo Troubetzkoy o il Bambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso di Cleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalle effusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo e Francesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nel cinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lunga pellicola, nel film di Tornatore Nuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della cinematografia italiana. Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato, domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno.

Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite, raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Tra le tante novit di questa rassegna - a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo spicca Il bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14, esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla) dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo, da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra ritratti e caricature di Marinetti, opere di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline, riviste e volumi marinettiani come Zang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert (Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra, intesa come spettacolo simultaneo di situazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anche questo. F.T. Marinetti=Futurismo. Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20. Fino al 7 giugno.

Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dal Giappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anche voracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva che per il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggia piermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo e lunica armatura da cavallo presente in mostra e un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Una novantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai, realizzati tra il periodo Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si animano di guerrieri severi e magnifici, samurai di alto rango e daimyo (signori feudali) che dalle guerre sono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte; per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si chiude con i super robot Goldrake e Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto a piene mani anche fumetti e disegni animati. Samurai. Palazzo Reale, piazza del Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 2 giugno.

grazie alleredit dellindustriale bresciano Giacinto Ubaldo Lanfranchi se il Poldi ha potuto organizzare una mostra dedicata ai netsuke. Ci voleva un collezionista che si dedicato pressoch in esclusiva a queste minuscole sculture, concepite originariamente come bottoni per fissare alla fascia del kimono giapponese, privo di tasche, un cordoncino cui agganciare un piccolo contenitore porta oggetti. In legno o in avorio, preziosamente intagliati, i netsuke si affermarono in Giappone nel XVII secolo, ma gi nella seconda met dell800 persero la loro funzione originaria per diventare oggetti di collezionismo. Lanfranchi ne ha messi insieme moltissimi. Una selezione di quella raccolta ora in mostra nella casa-museo di via Manzoni, insieme a una settantina di pezzi provenienti da altre collezioni private italiane e dal Linden-Museum di Stoccarda. Capolavori in miniatura che raffigurano creature fantastiche, divinit, personaggi ispirati alla mitologia, alla storia, ai racconti popolari, alla letteratura, oltre ad animali, fiori, piante, frutti o ortaggi. Ma ce n anche uno rarissimo in cui rappresentata una Piet, a testimoniare la diffusione del Cristianesimo in Giappone tra la met del 500 e il 600. In programma, gioved 5 marzo alle 18, lultima di una serie di conferenze a latere della mostra: Storie fluttuanti. Lantica letteratura giapponese. Interviene Ikuko Sagiyama, docente di Lingua e letteratura giapponese allUniversit di Firenze. Netsuke: sculture in palmo di mano. La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali. Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12 - orario: marted-domenica 10/18. Fino al 19 aprile.

CINEMA & TV Questa rubrica curata da Simone Mancuso Gran Torino di Clint Eastwood Conferma per uno dei pi grandi registi contemporanei targati Stati Uniti. Clint Eastwood continua a sfornare uno dietro laltro, film perfetti da quasi ogni punto di vista. Dopo il capolavoro Mystic River, il riflessivo e dal doppio significato Million dollar baby, i patriottici opposti punti di vista di Flags of our fathers prima e di Lettere da Iwo Jima poi, e la delicata fotografia di Changeling, hanno portato questuomo, un tempo famoso pi come attore che come regista, ad essere iscritto nella storia del cinema mondiale come il fautore di alcuni dei film pi belli mai scritti e realizzati. Non da meno questo Gran Torino, che rispetto agli altri ha una differenza, a parte la sceneggiatura meno intensa e corposa: la recitazione di Eastwood. Finalmente esce una recitazione al di fuori dai suoi schemi, daltronde E. era famoso per non essere uno dei pi espressivi tra gli attori di Hollywood(famosa la frase di Sergio Leone che parlando di lui disse:ha solo due espressioni:con e senza il sigaro), invece in questo film, con questo personaggio riesce a tirar fuori qualcosa di diverso, un personaggio con unanima ben visibile. Forse perch, mi piace pensare cos, il protagonista assomiglia un po a Eastwood uomo, o forse semplicemente un modo di essere americano che il regista comprende e capisce fino in fondo, visto che hanno degli elementi comuni, come let, il patriottismo e il fare i conti con una societ che intorno a noi sta cambiando cos velocemente che inevitabilmente ci trascina, con tutto il nostro background, nel cambiamento. Una nota va ai soggettisti Dave Johannson e Nick Schenk, questultimo anche lo sceneggiatore, entrambi al loro primo lavoro ad Hollywood. Non cos invece, per il direttore della fotografia Tom Stern, da tempo cinematographer del regista. Il film stato candidato al Golden Globe 2009 per la miglior canzone originale, scritta ed interpretata dallo stesso Clint Eastwood.

The Watchmen di Zack Snyder Riuscita trasposizione nel genere dei supereroi per questo film adrenalinico, firmato dal regista di 300. Meritano un elogio speciale, lapertura e la chiusura del film, compresi i titoli di testa. Inizio, con cui il regista vuole subito catapultare, con stile, lo spettatore allinterno del fumetto e della sua storia. Sceneggiatura curata in maniera pregevole da David Hayter gi in confidenza con il mondo dei supereroi perch sceneggiatore di Brian Singer per entrambi i capitoli di X-Men.Ovviamente ha partecipato al soggetto il creatore del fumetto Alan Moore, pratica molto politicamente corretta ed in uso ad Hollywood,

iniziata da Frank Miller per Sin City, il quale firm addirittura anche la sceneggiatura e la regia. Lunico eccesso estetico, se cos si pu definire, da parte del regista, la passione maniacale per gli slow-motion, forse troppi. La direzione della fotografia viene riassegnata a Larry Fong il quale aveva gi fatto intendere la sua tendenza verso liper digitale da videogames in 300. Una fotografia il cui lavoro si svolge pi in post-produzione con i computer che sul set, ma daltronde penso sia esteticamente la pi appropriata per il genere. Tutto questo accompagnato dalla scelta di una colonna sonora non solo molto accurata, ma anche molto azzeccata. Insomma un film sicuramente da vedere al cinema, che consiglio agli appassionati del genere pi di tutti, ma anche a chi non ama particolarmente le trasposizioni fumettistiche, ma che vuole vedere un film che sicuramente fa pieno sfoggio delle tecniche pi avanzate che sia possibile vedere al cinema oggi.

Fortapsc di Marco Risi Dedicata al padre Dino, questopera del filone postneorealista, si insinua in quella modalit di racconto cinematografico, a met tra il racconto reale di Garrone e il racconto realistico di Sorrentino. In realt, per il rispetto dellanzianit cinematografica di Risi, si dovrebbe dire che i due nuovi autori si insidiano nel genere di questultimo. La differenza per sostanziale: mentre due film come Gomorra e Il Divo fanno parte, insieme a Respiro di Crialese, allultima generazione di registi italiani che hanno cambiato radicalmente il modo di raccontare il reale, rendendolo allo spettatore a volte nemico, a volte crudo ed a volte timido, ma mai semplicemente osservato. Qui, invece, lo spettatore riesce sempre a percepire il racconto, il film non diventa mai lo sguardo diretto dello spettatore, ma rimane uno schermo da guardare. Il cinema della nuova generazione un cinema che diventa sguardo, mentre il cinema postneorealista un cinema che racconta. Racconto che il regista gestisce in maniera diversa dalle sue precedenti opere(Mery per sempre, Ragazzi fuori, Il branco), con un po pi di patinatura, come se volesse lavare le immagini, dal realismo insito nei personaggi, nei volti e nelle storie raccontate.

MUSICA La rubrica MUSICA a cura di Paolo Viola

MAGA FEMMINILE

La sala grande del Conservatorio era gremita, con il pubblico anche sul palcoscenico e sulla balconata del coro, dietro i due pianoforti gran coda contrapposti che gi da soli erano un magnifico spettacolo. Cos si presentava la situazione gioved 2, al concerto di Martha Argerich e Lilya Zilberstein, due donne che pi diverse non potrebbero essere: una argentina di Buenos Aires e laltra russa di Mosca, una con i capelli argentei e una fama che la segue da mezzo secolo; laltra nel pieno degli anni migliori, conosciuta s ma non certo dal grande pubblico; tutte e due laureate al celeberrimo concorso Busoni di Bolzano, una nelledizione del 1957 e laltra in quella del 1987 30 anni dopo! e tutte e due con una forza e una musicalit che prorompevano da tutti i pori della pelle. Queste due signore - con le due ragazze che voltavano loro le pagine quasi a rimarcare ulteriormente la totale femminilit della serata - si guardavano da una tastiera allaltra con unintesa complice e quella gioia del suonare insieme che presupposto fondamentale di ogni evento musicale di eccellenza. E vero che conosciamo e sentiamo spesso le due sorelle Katia e Marielle Labque - ormai famosa coppia al femminile del pianismo internazionale - ma laltra sera era tutta unaltra cosa, si avuta la sensazione di una presa di possesso nettamente femminile del grande potere che si esprime attraverso la musica, una rivoluzione rispetto alla tradizione dei frac e della seriosit che usualmente li accompagna. Il repertorio per due pianoforti non vastissimo, impaginare un programma per essi non facile, ed anche quello presentato dalle due pianiste manifestava un certo affanno passando da Mozart a Schumann, da ostakovi a Brahms e a Rachmaninoff. E se non tutti i pezzi erano di grande qualit (le variazioni di

Brahms sul tema di San Lorenzo, da lui stesso trascritte per due pianoforti, non sono paragonabili alloriginale per orchestra!), pur sempre di grande interesse conoscere la produzione minore o meno nota dei grandi maestri, quanto meno per apprezzarne meglio i capolavori. Dunque un programma inusuale, che non si poteva pretendere fosse preparato dalle esecutrici con la stessa cura ed attenzione che si pone nelle opere destinate a restare a lungo in repertorio. Ma le imprecisioni che si sono riscontrate nellesecuzione venivano imprevedibilmente trasformate in sublime leggerezza, in una sorta di affettuosa dimestichezza con il pubblico, quasi fosse un concerto in casa, improvvisato per festeggiare i convenuti. Due uomini non sarebbero mai riusciti a compiere questo miracolo; non si sarebbe potuto parlare - senza una sorta di imbarazzo o di disagio - di leggerezza, di emozioni, di festa, facendo tacere lo spirito critico. Queste due donne ce lhanno consentito con la gioia che hanno trasmesso, lemozione suscitata nel pubblico, lentusiasmo creato intorno ai loro strumenti.

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Incredibile, ma la mattina di quello stesso gioved i giornali riportavano, con grande evidenza, che una giovane donna sar il nuovo direttore stabile dellOrchestra Verdi!

I PROGRAMMI MUSICALI DAPRILE Da sempre, ma da qualche anno in qua in modo sempre pi evidente, le feste Pasquali si celebrano anche nelle sale da concerto con musiche doccasione. Questanno non far eccezione, anzi, e nei prossimi quindici giorni sembra che non si possa sentire altro che musica sacra. Non me ne lamenterei, visti i capolavori chessa ha prodotto. Dunque non possiamo non cominciare con il grande capolavoro bachiano - la Passione secondo Matteo che lorchestra Verdi, il Coro Sinfonico di Milano e le Voci Bianche della Scala ci ripropongono anche questanno - il 7, l8 e il 10 di aprile allAuditorium di Largo Mahler - diretti da Ruben Jais ed Erina Gambarini. Sempre in tema di musica sacra da segnalare il Canto Gregoriano ed Ambrosiano della Schola Gregoriana Mediolanensis che, diretta da Giovanni Vianini, accompagner la messa pasquale delle 12 in San Marco; ma dobbiamo anche ricordare la Via Crucis di Listz luned 6 sera alla chiesa di San Bartolomeo di via Moscova, e La Resurrezione di Hndel eseguita dallensemble La Risonanza il marted 7 al Conservatorio per la Societ del Quartetto; sempre marted 7, ma in S. Maria del Carmine, sar eseguita con la direzione di Massimo Palumbo una delle pi belle fra le 26 messe di Haydn, la Theresienmesse, scritta nel fatidico 1799. E per finire con le celebrazioni pasquali, le Serate Musicali ci propongono ancora marted 7 nella chiesa di San Bartolomeo di via Moscova, un magnifico concerto del Mnchener Bach Chor interamente dedicato a Mottetti e Cantate di Bach. Cambiando argomento, imperdibile il ritorno del Viaggio a Reims rossiniano alla Scala, la cui prima sar marted 7 e che replicher altre 10 volte, a partire dal 14 aprile fino al 10 maggio; il famosissimo Viaggio costruito anni fa sulle scene di Gae Aulenti per la regia di Luca Ronconi, allora diretto da Claudio Abbado, questa volta da Ottavio Dantone. Altrettanto imperdibile sarebbero, per chi avesse voglia di inseguire la buona musica fino a Berlino, sia il Lohengrin wagneriano alla Staatsoper (il 4, l8 e il 12 aprile per la regia di Stefan Herheim) che i due Requiem, quello tedesco di Brahms e la Messa da Requiem di Verdi (rispettivamente il 7 e il 10 ma alla Philarmonie); la cosa straordinaria che tutte le cinque serate notate bene, una dopo laltra, il 4, il 7, l8, il 10 e il 12, due concerti con programmi assai diversi fra loro e tre recite dopera, vedranno sul podio Daniel Barenboim! (Complimenti. Come non ricordare lAbbado delle nove sinfonie e cinque concerti beethoveniani in una sola settimana, prima a Vienna e poi replicati a Roma, in condizioni di salute a dir poco drammatiche...?)

Finite le settimane di Pasqua anche a Milano potremo riprendere a sentire musica profana, e fin dora segnaliamo due eventi particolari. Innanzitutto il ritorno sul podio della Verdi di Wayne Marshall (ne parlammo in occasione di un suo Requiem verdiano, in febbraio, sempre in largo Mahler) questa volta con un programma tutto russo: louverture de Il Principe Igor e la seconda sinfonia di Borodin e il fantastico concerto di aikovskij eseguito dalla giovanissima violinista moldava Patricia Kopatchinskaja (che ama suonare a piedi nudi!). E poi un bel programma di musiche di Mendessohn (la Fingals cave e la quarta sinfonia Italiana opera 90) e di Schumann (concerto per violoncello e orchestra) dirette da Giancarlo De Lorenzo ed eseguite da Umberto Clerici al violoncello, sabato 18 aprile al teatro Dal Verme per i Pomeriggi Musicali.

TEATRO Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi The Andersen Project Tra gli eventi pi attesi della stagione c lo straordinario spettacolo del regista canadese Robert Lepage, che il francese Le Figaro ha definito un poeta e un mago: un artista che unisce emozione e sapere, intelligenza e meraviglia. Scritto in occasione del bicentenario della nascita di Hans Christian Andersen (1805 2005), Robert Lepage ha tratto ispirazione da due racconti tra i meno noti dello scrittore per linfanzia, La driade e Lombra, per costruire un monologo di due ore in cui racconta la storia di Frdric Lapointe, canadese del Qubec, scrittore di testi per canzoni, che si reca a Parigi. Il sovrintendente dellOpera, Garnier, gli ha commissionato la stesura di un libretto per unopera lirica che avr come soggetto, appunto, La Driade di Andersen. I piani narrativi a questo punto si intersecano: Frdric, albino come Andersen, vive una sorta di identificazione con lo scrittore. Come lui ha difficolt nei rapporti con le donne. Se Andersen era bisessuale e per tutta la vita fu attratto e respinto dal sesso femminile, Frdric si sta separando dalla propria compagna, desiderosa di figli che lui, al contrario, non vuole. Intanto la Driade, ninfa dei boschi, si aggira per Parigi cercando il modo per barattare la propria immortalit con una notte nella Ville Lumire dellExpo Universelle del 1867. Effetti speciali high tech, scenografie proiettate e abitabili, video tridimensionali, cartoni animati, cinema, marionette, teatro dombre, opera lirica: lo spettacolo mette al centro sempre e solo Andersen e i suoi mille volti, il brutto anatroccolo, il diverso geniale, luomo che non sapeva amare, ma che tanto avrebbe voluto. Dal 16 al 19 aprile Teatro Strehler, largo Greppi Orario: gioved 16 e venerd 17 aprile alle 20.30; sabato 18 aprile alle 19.30; domenica 19 aprile alle 16 Info e prenotazioni: 848.800.304 Arlecchino servitore di due padroni Spettacolo-simbolo del Piccolo Teatro, reduce da trionfali tourne in Italia e nel mondo, lArlecchino torna a casa. Lungi dal trasformarsi in uno spettacolo-museo, Arlecchino conferma la sua funzione di memoria in azione, capace di trascinare lo spettatore come diceva Strehler nellempireo del grande teatro comico, inno gioioso di liberazione. Il fatto che, in oltre sessantanni, il ruolo di Arlecchino sia stato interpretato Da due soli attori, Marcello Moretti e Ferruccio SOleri, che ne raccolse leredit nel 1963, accresce il suo carattere di eccezionalit. Soleri, che ha raccolto leredit di Strehler per la regia dello spettacolo, diventato Arlecchino e ha restituito con una straordinaria longevit scenica lenergia senza tempo del suo personaggio. Dal 15 aprile al 10 maggio Teatro Studio, via Rivoli 6 Orario: Marted e sabato alle 19.30; mercoled, gioved e venerd alle 20.30; domenica alle 16 (luned riposo). Venerd 17, mercoled 22, luned 27, mercoled 29 aprile e mercoled 6 maggio alle 15 (pomeridiana per le scuole) e alle 20.30 Sabato 25 aprile, venerd 1 e luned 4 maggio: riposo Info e prenotazioni: 848.800.304

Tra la terra e il cielo Il nuovo spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti ha debuttato con successo a Benevento nel settembre dello scorso anno. Racconta la giornata di quattro personaggi: un uomo e una donna, arrivati e pieni di certezze, e un ragazzo e una ragazza agli inizi della loro lotta per la sopravvivenza, pieni di incertezze. Ognuno di loro vive un giorno un po speciale nel quale, oltre alle persone che fanno parte dellabituale quotidianit, incontra angeli, diavoli e la Morte stessa, con il suo seguito di spiriti, che si presenta per ricordare che tutti alla fine le apparteniamo. I contenuti dellintreccio raccontano solo una piccola parte dello spettacolo: ci che ancora una volta d limpronta pi originale alla creazione di Corsetti infatti luso spregiudicato ma scoperto delle immagini video, che vengono impiegate non solo in senso scenografico, ma come elemento costitutivo della drammaturgia, in linea con il percorso di ricerca iniziato dal regista pi di ventanni fa in collaborazione con Studio Azzurro. Il risultato? Una visione multipla, una realt virtuale quasi metafisica che si definisce sotto gli occhi del pubblico che alla fine applaude convinto. Dal 14 al 26 aprile Teatro dellElfo, via Ciro Menotti 11 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.71.67.91 La licenza Una classe, un tema da comporre. Enzo e Mino sono due studenti che devono prendere la licenza e realizzare cos i loro sogni. Si sono allenati, sono pronti su ogni argomento, non chiedono molto - un lavoro, lamore, la famiglia, e se ci scappa anche lamaro. I due riversano un numero infinito di parole sui quei fogli che sembrano non riempirsi mai e tra un argomento e laltro emergono piano piano le loro pulsioni e le loro paure. Ogni argomento diventa cos la scusa per confessarsi, per dirsi qualcosa di s e vedere leffetto che fa. Scritto da Claudio Autelli a quattro mani con la drammaturga Viviana Salvati, lo spettacolo usa un linguaggio teatrale denso e tagliente. Il tempo della storia il tempo di un tema, il tempo del tema il tempo di una vita. Una vita sublimata nel suo stesso raccontarsi. Nel tempo dellattesa scorrono i propri sogni, le proprie illusioni e vengono svelate le proprie debolezze. Enzo e Mino rappresentano lincertezza di fronte ad una scelta. Sono l sulla soglia, pronti per uscire, stanno solo aspettando che quello accanto si senta pronto a partire mentre il tempo nella classe si dilata e si contrae assecondando le divagazioni, i dubbi e le confessioni di questi due studenti fuoricorso tenacemente chini sui loro banchetti, costretti, legati ad essi come ad una zattera che prima o poi l porter a riva. Tutta la loro vita, mossa dall'irrinunciabile necessit di partire, congelata nell'attesa di un momento che non arriva mai... e allora ognuno, con i propri mezzi, cerca di adeguarsi, per costruirsi la propria tana, per raccontarsi le proprie piccole bugie. La classe un luogo metaforico, un posto della mente in cui si rimasti imbrigliati, una condizione di eterna preparazione alla vita. Lo spazio ha le coordinate di una classe, ma allo stesso tempo mantiene tutti i germi di una casa, le sue abitudini e i suoi tempi. Dal 16 aprile al 3 maggio CRT Salone, via Ulisse Dini 7 Orario: 21 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.89.01.16.44

Tutti i santi giorni Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, ritorna sul palcoscenico come protagonista e "alter ego" di una delle nostre penne pi lucide e graffianti, Michele Serra, e d voce a un percorso di visioni e commenti in cui si traccia la quotidiana "discesa agli inferi" di un uomo comune, impegnato a districarsi tra una selva di comunicati, veline, proclami, vip, giornalisti di guerra, di pace, di caldo e di freddo, di insegne sempre pi insulse. lantologia ideale di una quotidianit assurda, ma non per questo meno reale. A guidare le reazioni violente e tenere sono le lungimiranti osservazioni sul mondo che ci circonda, osservato attraverso la graffiante e comica satira dellautore, che suggerisce, scuote, indaga. Luomo appare in fuga da tutto, ma qualcosa non torna, non tutto come sembra, e una verit grottesca e misteriosa minaccia di prendere il sopravvento. Eppure solo un attimo di lucidit, e tutto ritorna come prima, nellimpossibilit di sfuggire da "tutti i santi giorni". Dal 16 aprile al 3 maggio Nuovo Teatro Oscar, via Lattanzio 58 Orario: 21 (mercoled alle 19.30, domenica alle 17) Info e prenotazioni: 02.36.50.37.40

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