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58 Idee e Societ

Venerd 20 gennaio 2012

La Storia e i rischi del rifugio terapeutico


di FRANCO DIONESALVI COSENZA - La giornata della memoria, nella celebrazione che ne ha programmato il Centro Studi Ossidiana (emanazione di Sociologia dell'Universit della Calabria) si avvarr quest'anno della presenza di Rolf Petri, docente dell'universit Ca' Foscari di Venezia. Gli abbiamo rivolto qualche domanda. Nel libro da lei curato dal titolo Nostalgia. Memoria e passaggi tra le sponde dell'Adriatico, scrive che ragionare sulla nostalgia pu farci capire meglio come la biografia sia intessuta nelle maglie della storia collettiva, e come l'immagine dell'Io si relazioni con l'immagine del Noi. Vuole spiegarci questo concetto? Non facile riuscirci in poche parole, ma ci provo. Come spiega il sociologo americano Mead, l'Io pu essere afferrato solo come traccia impressa sull'Altro da noi. Quella traccia un rimando a qualcosa che c'era ma ora non pi qui, gi altrove. L'Io diventa cos un luogo del passato e al contempo uno da ritrovare nell'avvenire. Vale a dire che il tempo che scorre ci impedisce di venire a capo della fissazione dei tempi moderni che risponde al nome di identit. Il rammarico per l'impossibilit di riuscirci lo potremmo ben accostare al sentimento di nostalgia. L'Io diventa un perenne racconto nostalgico, una illusione biografica, come dice il sociologo francese Bourdieu, che narriamo e rinarriamo nella speranza di potergli dare una coerenza che resista al tempo. Raccontare il nostro Io personale vuol dire raccontare le sue relazioni con altro e altri: famigliari, amici, concittadini, associazioni, paesi, comunit, nazioni, paesaggi, colori, odori e cos via. dunque inevitabile che eventi ed elementi di quell'insieme mutevole che chiamiamo storia penetrino nella memoria collettiva e diventino al contempo parte di quell'Io che immaginiamo di essere. Su questo la pedagogia ha fatto leva sin dall'Ottocento, onde intrecciare la nazione nelle maglie pi profonde dell'individuo e viceversa. Ma vale anche a dire che le auto-immaginazioni collettive, i Noi, sottostanno a principi e dinamiche che rassomigliano fino a fondersi con quelli dell'Io personale, inclusa l'ossessione per l'identit la cui rilevanza politica sotto gli occhi di tutti. Tenere presente le dimensioni sociali e psicologiche dei processi sentimentali ha per lo storico diversi vantaggi: capisce meglio quali desideri i singoli possono aver nutrito verso la societ e la politica e, viceversa, su quali di essi la politica ha potuto far leva. Per quanto riguarda il sentimento di nostalgia, si ha anche nello spazio pubblico e politico la stessa ambivalenza a cui accennavo prima: suscita l'inclinazione di rimpiangere o

Riflessione con il professor Petri, ospite dellUnical per il Giorno della Memoria
Il seminario

Dibattito sugli usi politici della nostalgia

Rolf Petri

La ricorrenza ha sempre senso ma con vaglio critico

meglio compiangere il passato, e usa tale sentimento allo scopo di mobilitare per un idealizzato Altrove ancora da raggiungere. Noi abbiamo studiato varie manifestazioni e combinazioni di questi due ingredienti nel processo storico. Per molti anni in Italia gruppi organizzati e molti cittadini isolati hanno vissuto nel rimpianto del duce e nel desiderio utopico di un ritorno al fascismo; oggi sono gli ex paesi del socialismo reale a registrare fenomeni simili. Come spiegare, e come misurarsi, con fenomeni del genere che d'istinto farebbero pensare a sentimenti figli di aberrazione? Credo che aberrazione non sia una categorie utile per spiegare cosa succede in simili casi. Nel libro abbiamo indagato non solo la rimembranza nostalgica della Jugoslavia defunta, ma anche il rimpianto rituale di comunit dalmatiche al tramonto della Repubblica di

Venezia. Nei pressi di una rottura politica tanto profonda da cambiare la vita quotidiana di tutti in modo irreversibile, quasi inevitabile che il ricordo del passato si tinga di tonalit nostalgiche. Persino chi ha sofferto nelle condizioni precedenti e migliorato quella attuale, pu sviluppare sentimenti nostalgici, come ho verificato vivendo per alcuni anni nella Germania orientale. Perch? Perch con il sovvertimento dell'esperienza reale e del racconto pubblico di ci che Noi siamo ed eravamo vengono sovvertiti anche l'esperienza personale e il racconto biografico del chi sono e chi ero io. In questa fase i sentimenti nostalgici, oltre a essere leva di proteste politiche contro i cambiamenti, svolgono principalmente una funzione di rifugio terapeutico permettendo di seppellire nel rammarico il passato. Si accarezza per un periodo il ricordo per fare la pace con ci che si era stati anzich denigrarsi. Cos ci si attrezza meglio per affrontare il presente e il futuro. La funzione oggettiva dei partiti

nostalgici, ad esempio, stata principalmente quella dell'integrazione politica e sociale dei propri militanti e simpatizzanti nel nuovo contesto. Tra le generazioni successive, invece, il racconto nostalgico pu cambiare di segno, ridiventare distintivo di gruppo, a volte anche gadget modaiolo, o ridursi a evocazione di un Altrove utopico. Per certi giovani della ex-Jugoslavia la repubblica federale defunta divenuta il simbolo di un Altrove pacifista in cui non ci si scannava per il solo fatto di essere croati o serbi o bosniaci. Un mondo migliore perduto, una dimensione da rimpiangere e ricuperare. E per un giovane neofascista, o patito di certa musica di destra, o tifoso ultr, quello del Duce diventato un Altrove mitico, una fumosa risposta ai tanti problemi del qui e ora che senza dubbio non priva di pericoli a cui conviene opporre un diverso e pi reali-

Per i giovani il pericolo lAltrove mitico

stico racconto del passato. Ha senso, utile celebrare la giornata della memoria? O rientra anch'essa in una sorta di rituale nostalgico? Non ogni sorta di memoria nostalgica. vero: il lutto pubblico per milioni di vite metodicamente spezzate, famiglie estinte, percorsi interrotti, un vasto paesaggio umano e culturale europeo cancellato, pu essere visto come un rituale nostalgico. Eppure, non mi sembra che la Giornata della memoria si esaurisca in questo. Semmai se ne serve per ricordare l'evento nella sua immensit storica e trarne un giusto monito, affinch non si ripeta mai pi. Ricordare la Shoah ha quindi indubbiamente senso e utilit, poich l'anti-semitismo e il razzismo non sono purtroppo temi inattuali. Al contempo per ogni lettura ufficiale del passato merita un vaglio critico. Non certo per colpa della Giornata, ma per una cultura complessiva della memoria il tema da essa evocato ha finito per monopolizzare l'immagine storica del nazismo. Molti dei giovani che incontro non lo sanno quasi pi legare ad altro. Ma una memoria che finisse per essere ampiamente slegata dalla storia rischierebbe davvero di diventare una celebrazione senza pi virgolette: un ricordo del Male assoluto e falsamente de-occidentalizzato con cui celebrare la nostra presunta Bont odierna. Ricordiamoci per ad esempio che il crimine internazionale supremo imputato al regime nazista, per l'accusatore capo americano di Norimberga, Jackson, era la invasione delle proprie forze armate nel territorio di un altro Stato. Nella fattispecie una devastante guerra di aggressione che cost decine di milioni di morti. Oggi che si conducono o si minacciano invasioni militari nel territorio di altri Stati come se non fossero pi il crimine internazionale supremo, per celebrare noi stessi mi sembrano sussistere davvero pochi motivi.

Paolo Jedlowski

ECCO il programma del Giorno della Memoria 2012 presso lUniversit della Calabria - Facolt di Scienze politiche. Il seminario Gli usi politici della nostalgia si svolger nellaula Seminari del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica (cubo 0/b), marted 24 gennaio dalle ore 15 alle 18. Il dibattito prender avvio dal volume Nostalgia. Memoria e passaggi tra le sponde dell'Adriatico a cura di Rolf Petri (Edizioni di Storia e Letteratura). Il seminario sar aperto da Guerino D'Ignazio, Preside della Facolt di Scienze politiche e Alberto Ventura, Direttore Scuola di Dottorato Gunder Frank. Introdurr e coordiner Paolo Jedlowski Universit della Calabria. Previsti interventi di Rolf Petri (Universit Ca' Foscari di Venezia); Antonella Salomoni (Unical); Lorenzo Migliorati (Universit di Verona); Olimpia Affuso (UniCal).

LE INIZIATIVE NAZIONALI

La Shoah coscienza europea


Il ministro Riccardi annuncia progetti legati al 27 gennaio
di MASSIMO LOMONACO ROMA Una serie di eventi in tutta Italia perch la Shoah ricorda il ministro per la cooperazione internazionale e lintegrazione Andrea Riccardi un fatto drammaticamente europeo e chi nega non fa i conti con questa tragedia che ha segnato la storia europea e italiana. La dodicesima edizione il 27 gennaio prossimo, anniversario della liberazione di Auschwitz nel 1945 del Giorno della memoria istituita con legge dello Stato, mette in campo una serie di eventi stabiliti dal Comitato di Coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah che ieri sono stati appunto presentati dal ministro Riccardi e dal presidente dellUnione delle comunit ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. La Shoah una parte importante della nostra coscienza storica. Per questo spiega Riccardi siamo stati disponibili a recepire tutte queste iniziative e a offrirle agli italiani come percorsi di memoria. Non intendiamo il Giorno della memoria come stanca ritualit. stata troppo drammatica perch si spenga nella ripetizione. Non intendiamo promuovere celebrazioni ufficiali, ma abbiamo recepito tutte quelle iniziative che ripropongono la Memoria, dice. Una ricorrenza che ovviamente deve confrontarsi con i ripetuti episodi di negazionismo o riduzionismo, soprattutto sul web: il ministro non li ha voluti drammatizzare, ma ha sottolineato che c' una tendenza che va combattuta. Non un anticorpo, neppure una goliardata contro un conformismo imperante. Piuttosto qualcosa di profondo. Poi ha citato il recente episodio delle Pietre della Memoria divelte al Ghetto di Roma dove erano state apposte a ricordo di una intera famiglia di ebrei deportati. Gli ha fatto eco Gattegna: I negazionisti o chi vuole sminuire sono gli eredi dei nazisti dal punto di vista politico, storico ed etico.

Il ministro Riccardi

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