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INTRODUZIONE

Andrea: Certo che, da quando ce ne siamo andati noi, Cittadella proprio peggiorata. Nicholas: Adesso neanche i bidelli hanno pi! Sara: Eh, gi. Sono proprio messi male, questi qua! Andrea: Quando ceravamo noi, almeno avevano un teatro vero. Nicholas: E lo chiami teatro questo? Sara: Ma guarda... non hanno neanche le luci sul palco. (cominciano a pulire) Sara: Ma quando ci sar lo spettacolo? Andrea: Domani, mi sembra. E per questo che dobbiamo pulire il teatro. Nicholas: Domani? Ma io sapevo dopodomani. Sara: Io credevo che lo spettacolo fosse per stasera... Andrea: Basta chiacchiere, altrimenti non finiremo mai con le pulizie. Nicholas: Ma ti sembra giusto che le pulizie tocchino a noi? Sara: Lhai sentita anche tu, la prof. di mate. Andrea: Com che ha detto? Se proprio volete andare alle superiori, dovrete prima sudare un bel po. Nicholas: Ai maestri dei nostri cari fratellini non parso vero. Sara: E ci hanno fatto trovare scopa e paletta Andrea: Tutto pronto alluso. Nicholas: Ma secondo me, non era questo che intedeva la prof. di mate, quando ha detto dovrete sudare un bel po Sara: Comunque non giusto Nicholas: Una vita passata sui libri... Sara: E guarda come siamo ridotti Nicholas : Ah, se ci fossero qui i nostri genitori... Andrea: Ah, se ci vedessero lavorare su questi stracci sporchi...

Nicholas: Sono sicuro che si farebbero sentire... Sara: Shhh! Zitti! Andrea: Cosa c? Nicholas: Ho sentito un rumore Sara: Oh, cavolo verde fritto e impanato... Ho paura! Andrea: Calma, calma. Nicholas, acendi le luci, vediamo cosa succede. (Si accendono le luci in sala) Tutti insieme : Oh! Andrea: Ma guarda... Nicholas: I nostri genitori... Andrea: Ci hanno visto lavorare non hanno detto nulla. Nicholas: Niente, nessuno ha detto nulla. Andrea: Muti come pesci. Nicholas: Sono rimasti indifferenti di fronte ad un crimine contro linfanzia. Andrea: Non ho parole. Sara: E proprio vero che non esistono pi i genitori di una volta. Andrea: Secondo me perch stanno troppo tempo dietro al computer Nicholas: Tutto il giorno su Facebook Sara: Nessuno si ritrova pi con gli amici. Andrea: Allora, lo spettacolo era stasera... Nicholas: Andrea... Andrea: Cosa c? Nicholas: Ti devo dire una cosa... Andrea: Cosa? Nicholas: Delle volte le tue intuizioni mi spaventano. Andrea: Tranquillo. Ho solo un quoziente di intelligenza eccezionalmente alto. Sara: S, ma adesso? Che facciamo? Nicholas: Ho unidea. Andrea: E quale? Nicholas: Chiamiamo Giorgio e Davide e facciamoli cominciare. Sara: Giorgio! Davide! Dateci sotto con lintroduzione.

GIORGIO Cera una volta uno spirito malvagio, un diavolo che voleva prendersi gioco degli uomini. Questo diavolo fabbric uno specchio magico che deformava chiunque vi si specchiasse. Di fronte a quello specchio, ogni pensiero malvagio era pi preciso e feroce. Lo specchio pass di mano in mano e un giorno fu portato su in cielo, perch i demoni volevano ridere perfino degli angeli. DAVIDE P. Ma poco prima di giungere fin sopra le nuvole, lo specchio scivol dalla mano del demone, precipit e si frantum in migliaia di schegge. Le schegge volarono in alto nel cielo, ma poi ricaddero sulla Terra e finirono nel cuore e negli occhi degli uomini. Fu cos che il cuore e lo sguardo di quegli uomini si fece pi duro e pi freddo del ghiaccio. Ma questo solo linizio della nostra storia...

BALLO MIMO
EUGENIO- KIMBERLY- ZINEB- FRANCISCO CHIARA- JULIAN- LUCA- LULU

SCENA 1: KAY SCOMPARE


ASIA Gerda e Kay vivevano in una grande citt. Le loro case erano proprio una vicina allaltra. A dire la verit i due bambini vivevano nelle due soffitte delle case e le loro finestre erano cos vicine che potevano passare facilmente da una finestra allaltra. Kay, spesso, lo faceva, soprattutto destate. Con un salto andava a trovare la sua amica Gerda, sempre facendo attenzione a non rovinare le rose che le mamme piantavano con tanta cura sui piccoli davanzali. Le rose scaldano il cuore diceva la mamma di Kay. Per sentire il loro profumo serve un nasino speciale. Un nasino che sta qui (indica il cuore) diceva la mamma di Gerda. HARRISON Dinverno, invece, i due bambini se ne stavano dietro i vetri ghiacciati delle finestre. Per salutarsi, tutte le mattine, i bambini scaldavano una moneta sulla stufa e poi la appoggiavano al vetro. Da quel tondo trasparente si facevano ciao con la manina e si fermavano a guardar cadere la neve. Quando poi tornavano a fiorire le rose, i bambini si ritrovavano un poco pi grandi e avevano una gran voglia di raccontare tutte le cose che erano capitate. ESMA Poi accadde quella cosa strana. I due amici se ne stavano tranquilli a leggere una storia, stesi sul prato dei giardini della citt, quando Kay fece:

GIACOMO( KAY) JULIA (GERDA) KAY: Ahi!. GERDA: Cosa c? Cosa ti successo? KAY: O, nulla. Ho sentito una fitta qui, al petto Ahi! GERDA: E ora? Cosa ti successo? KAY: Ma credo ancora nulla ho solo sentito una fitta qui allocchio. GERDA: Ma ci vedi bene? E il tuo cuore batte bene? KAY: S. Tutto bene, non ti preoccupare. Solo che questo libro insopportabile. Vado a giocare con gli amici. ESMA Erano due schegge dello specchio fatato portate dal vento e gli erano entrate nel cuore e nella pupilla. Sembrava che nulla fosse successo, ma da quel momento il bambino cambi. Era sempre scontroso, arrabbiato, e non voleva pi giocare con Gerda. A lei preferiva i giochi coi ragazzi pi grandi, per la strada. MOHAMMED Ritorn linverno, ma Kay non aspettava pi di salutare la sua amica Gerda da dietro il vetro. Usciva subito di casa per andare con gli amici a fare dispetti ai passanti. Sembrava trovarsi bene nelle temperature gelide del mattino e non aveva alcun bisogno di scaldare una moneta per sciogliere il ghiaccio. Un giorno, mentre Kay camminava da solo sulla neve fresca, venne affiancato da una grande slitta bianca, che portava una signora avvolta in una morbida pelliccia bianca. La signora lo fece salire con la promessa di una bella corsa. La slitta sfrecciava, ad ogni curva sbandava pericolosamente e il bambino cominci ad avere paura. Attraversarono la citt e si fermarono solo quando furono in aperta campagna.

GIACOMO- KAY / STELA-REGINA KAY: Chi sei? REGINA: Ho molti nomi, ma se vuoi puoi chiamarmi Regina della neve. KAY: Non sapevo che la neve avesse una regina e non ti ho mai vista da queste parti. Dove abiti? REGINA: Non mi hai mai visto perch il mio castello lontano. Oltre le montagne pi alte c la terra dove sempre inverno. Quello il mio paese. KAY: E cosa fai in un posto in cui sempre inverno? Non ti annoi? REGINA: No, non mi annoio. Quando molto freddo, prendo la mia slitta e vengo a visitare questi piccoli paesi coperti, ma non incontro mai nessuno. E cos freddo che pochi hanno il coraggio di uscire di casa. Pochi sono coraggiosi come te. KAY: A me il freddo non fa paura. Mi trovo bene nel freddo, io. DAVIDE A. In realt, di fronte al mantello bianco e lucente di quella donna, a Kay veniva da battere i denti e le sue mani erano gelate. La regina sembr accorgersene perch fece cenno al bambino di avvicinarsi. STELA REGINA: Vieni qui. Scaldati, ora. DAVIDE A. Kay, tremando, si rannicchi sotto la sua pelliccia. La regina avvicin le sue labbra alla fronte di Kay e gli diede un bacio. Il bambino si sent gelare, ma fu un attimo, perch dopo quel bacio di ghiaccio non sent pi niente, e dimentic la sua vita passata. Da quel giorno, Kay spar. Gerda pianse a lungo, ma non si arrese allidea di aver perso il suo amico. Anzi, decise di partire alla sua ricerca.

SCENA 2: LA VECCHINA
EUGENIO In una tiepida mattina di primavera Gerda and al fiume. Non si preoccup di dove la sua storia lavrebbe portata, ma fece scivolare una barca sullacqua e vi sal dentro. Portata dalla corrente, alla fine, approd sulla riva del fiume. L, in un giardino di rose e di ciliegi, cera una casetta dalle finestre azzurre e dal tetto di paglia. Nella casa abitava una vecchina molto anziana, che quando vide la bimba pens: KIMBERLY VECCHINA: Che bella bambina. Da tanto tempo sogno di avere qualcuno che mi faccia compagnia. Non voglio che se ne vada. EUGENIO La vecchia non era malvagia, ma si sentiva sola, cos fece di tutto perch la bambina restasse con lei. KIMBERLY VECCHINA: Vieni, bella bambina. Ho delle buonissime ciliegie mature al punto giusto. Vieni in casa mia e raccontami cosa ti ha portato qui. ZINEB GERDA: Sto cercando il mio amico Kay. Kay ha gli occhi di un bambino buono e il sorriso che scalda il cuore. Negli ultimi tempi era un po strano e stringeva i pugni con rabbia. Ma sono sicura che, in fondo, il mio amico Kay non cambiato. Linverno stato lungo. Sono sicura che gli mancato il profumo delle nostre rose. KIMBERLY VECCHINA: Che strana storia mi racconti. Ma vieni un po pi vicina, che ti pettino i capelli con questo bel pettine doro. EUGENIO Pi la vecchina pettinava, pi Gerda dimenticava il motivo per cui si era messa in viaggio.

Con una magia, la vecchina fece scomparire tutte le piante di rose dal giardino, affinch la bambina non ricordasse le rose della sua soffitta e non sentisse nostalgia di Kay. FRANCISCO Passarono i giorni, passarono i mesi. Una mattina, per, prima di uscire in giardino, Gerda indoss il cappello della vecchia per proteggersi dal sole. Era un vecchio cappello come tanti, ma aveva un contorno di fiori di stoffa. Tra questi cera anche una rosa e tanto bast a far ritornare la memoria alla piccola Gerda. Tutta un tratto si ricord delle rose sui tetti, della sua casa, dei giochi con Kay; e del motivo del suo viaggio. A quel pensiero Gerda pianse e dalle sue lacrime cadute sul prato spuntarono i cespugli di rose che la vecchia aveva fatto scomparire. ZINEB GERDA: Quanto tempo ho perso quaggi. Devo riprendere subito a cercare Kay. Cos Gerda riprese il suo viaggio.

SCENA 3: CORVO E PRINCIPI


REBECCA Pass lestate e arriv linverno. Gerda continu a camminare, senza preoccuparsi di dove la sua storia lavrebbe condotta. Cammina cammina, arriv sotto il ramo di un albero spoglio. Sul ramo stavano appollaiati un corvo ed una cornacchia.

ANGELO-CORVO / EVA-CORNACCHIA / SOFIA-GERDA CORVO: Cra Cra! Ciao, bambina. Dove stai andando? Sembri triste come qualcuno che ha perso qualcosa di molto importante. CORNACCHIA: Cra Cra! E proprio vero. Sembri davvero molto triste! GERDA: Sto cercando il mio amico Kay. Conosci il mio amico Kay? Ha gli occhi di un bambino buono e il sorriso che scalda il cuore. Sono sicura che non cambiato, anche se negli ultimi tempi si era fatto un po strano. CORVO: Forse S, s, potrebbe essere proprio il tuo amico Kay. CORNACCHIA: Eh, gi! La tua descrizione non lascia dubbi. GERDA: Cosa? Dite davvero? Lo avete incontrato? CORVO: Credo proprio di s, ma mi dispiace CORNACCHIA: ti dobbiamo dare una brutta notizia. CORVO: E probabile che si sia gi dimenticato di te. Ora vive con una principessa, in un grande castello poco distante da qui. GERDA: Una principessa? CORVO: S, ascolta. Nel regno dove ci troviamo abita una principessa molto intelligente. Un giorno decise di prendere marito, ma voleva un giovane che avesse unintelligenza pari alla sua e potesse intrattenerla con qualsiasi argomento. Molti furono i giovani che si presentarono.

CORNACCHIA: Tutti i giorni, in quel castello, cera una ricevimento, tutti i giorni cera un ballo.

BALLO DEL CASTELLO ASIA-ESMA-JULIA-DARYLLINE-NOEMI HARRISON-GIACOMO-MOHAMMED FRANCESCO-GIORGIO


CORVO: Nessuno dei giovani che arrivarono al castello per sposare la principessa, per, riusc a catturare il suo cuore. Non appena si trovavano al suo cospetto, i ragazzi diventavano timidi e si facevano muti come pesci. CORNACCHIA: Un giorno per si present a corte un ragazzo allegro e pieno di coraggio. CORVO: I suoi occhi erano brillanti come i tuoi e aveva bellissimi capelli lunghi. GERDA: Era Kay! CORVO: La mia fidanzata, (indica la cornacchia) la cornacchia di corte, mi ha raccontato che quando lui arriv and dritto dalla principessa. Cominci a parlare con lei, con grande libert. In verit, il ragazzo non era venuto per chiedere la sua mano. Voleva soltanto vedere la principessa di cui tutti parlavano. CORNACCHIA: Lei lo trov straordinario. CORVO: E lui la trov straordinaria. CORNACCHIA: E allora lo sai come succede in questi casi CORVO: Decisero di sposarsi. GERDA: Non pu che essere lui. Devo assolutamente vederlo! Aiutatemi, per favore.

REBECCA Quella stessa notte, aiutata dal corvo e dalla sua fidanzata, la cornacchia di corte, Gerda riusc a entrare nel castello e ad avvicinarsi al letto del principino. Quando lo vide in volto, Gerda grid per lemozione. SOFIA-GERDA / PRINCIPINO-GABRIEL/ PRINCIPESSA-DESIRE GERDA: Ah! PRINCIPINO: Ah! PRINCIPESSA: E tu chi sei? Guardie! GERDA: Oh, no! Principessa, ti prego, non chiamare le guardie. PRINCIPINO: Come sei entrata? E cosa vuoi da noi? GERDA: Il mio nome Gerda, signor principe. Potete credermi, non sono qui per farvi del male. PRINCIPESSA: Ah, no? E allora perch sei entrata nel castello come una ladra? GERDA: Sono qui per cercare il mio amico Kay. Il mio amico Kay scomparso, forse perch gli mancato il profumo delle nostre rose. Linverno stato cos lungo che le rose sembravano non voler sbocciare pi. Ma sono sicura che lo ritrover ed avr ancora il sorriso che scalda il cuore. REBECCA Visto che il principe e la principessa sembravano ancora confusi, Gerda aggiunse: GERDA: Un corvo mi ha raccontato la storia di un ragazzo allegro e ardito. Mi ha raccontato dei suoi occhi brillanti e dei capelli lunghi e bellissimi. Il corvo mi ha anche detto che il ragazzo ha saputo trovare le parole per far innamorare la pi intelligente tra le principesse. E il mio Kay! Non pu che essere Kay! Ho pensato, ma mi sbagliavo. Vi ho spaventati per nulla. E forse non riuscir mai a trovare Kay.

REBECCA Il principe e la principessa furono molto commossi dal suo racconto. Il giorno dopo rivestirono Gerda da capo a piedi e le offrirono ospitalit al castello. Ma lei desiderava ripartire alla ricerca di Kay. Cos, diedero ordine di prepararle una carrozza tutta doro, che riempirono di cibi di ogni tipo, e le regalarono guanti caldi e un paio di stivaletti nuovi imbottiti. Gerda sal in carrozza. PRINCIPE E PRINCIPESSA: Addio, addio! GERDA: Addio amici! E grazie di tutto!

SCENA 4: I BRIGANTI
KIARA LYN Neanche in quel momento Gerda si preoccup di dove la sua storia lavrebbe portata. Si lasci condurre da quattro cavalli veloci come il vento ed entr nel fitto di una foresta buia come la notte. Nella parte pi scura della foresta buia vivevano dei terribili briganti dagli occhi neri come la pece. Quando videro sfrecciare la carrozza doro, rimasero cos abbagliati che la assalirono, la depredarono e fecero prigioniera la piccola Gerda.

BALLO BRIGANTI
REBECCA- SOFIA- DENISE- LILY- JANINE- ALEYNA ANGELO- THOMAS- XHORDAN- DAVIDE A. GABRIEL- DESIRE MARK BRIGANTE 1: Guardate com tonda e rosea. CRISTIANO BRIGANTE 2: Mmm, chiss che buon sapore deve avere. KING BRIGANTE 3: Uccidiamola subito CHIARA C. FIGLIA BRIGANTE: Silenzio! Lasciala stare: lei giocher con me! Io sono la figlia del capo e lei ora mia. O no? MARK BRIGANTE 1: S, s. Giusto CRISTIANO BRIGANTE 2: S. Giusto, giusto. KING BRIGANTE 3: S, s. Giusto, giusto.

KIARA LYN La figlia del capo dei briganti aveva la stessa et di Gerda, ma era molto pi alta e pi robusta. E tanto si impunt che gliela diedero vinta. Per il momento, Gerda era salva e venne portata nel castello dei briganti. L bevve, mangi, e poi segu la figlia del brigante in un angolo buio, dove cerano paglia e coperte. In alto, tra le assi del tetto, stavano appollaiati pi di cento piccioni e due colombi, e sotto, in un angolo, cera una renna incatenata. CHIARA C. FIGLIA BRIGANTE: Vedi? Loro sono tutti miei, anche la renna... Ma ora, prima di dormire, voglio conoscere la tua storia. Raccontamela. GIULIA B. GERDA: La mia storia? CHIARA C. FIGLIA BRIGANTE: Certo, la tua storia. La storia di una principessa che viaggia nella foresta piena di briganti GIULIA B. GERDA: Anche se viaggiavo in una carrozza non sono una principessa. In realt sono in viaggio per cercare il mio amico Kay, il bambino pi buono e dolce della Terra. Negli ultimi tempi era diventato un po strano, ma sono sicura che in fondo al cuore ancora il mio Kay. IULIAN Prima ancora che Gerda finisse il suo racconto, la figlia del brigante gi russava, tenendola stretta a s. Gerda non riusc a chiudere occhio: anche se fosse riuscita a sciogliersi dallabbraccio, la casa era piena di briganti e non sarebbe lo stesso riuscita a scappare. Di notte, per, due colombi, che avevano ascoltato il suo racconto, le dissero: LEAH COLOMBO 1: Noi forse abbiamo visto il piccolo Kay.

FRANCESCO COLOMBO 2: Era proprio lui, ne sono sicuro. LEAH COLOMBO 1: Era sulla slitta della Regina della Neve. FRANCESCO COLOMBO 1: La slitta ha sollevato un vento terribile... GIULIA B. GHERDA: Davvero? E dove erano diretti? LEAH COLOMBO 1: Oh, probabilmente in Lapponia. FRANCESCO COLOMBO 2: Forse in Norvegia. LEAH COLOMBO 1: O forse da qualche altra parte. Prova a chiedere alla renna. FRANCESCO COLOMBO 2: Lei di sicuro lo sa GIULIA B. GERDA: Renna, renna. Tu sai dove andato il mio amico Kay? DARRYLINE RENNA: Il tuo amico andato con la regina della neve. GIULIA B. GERDA: E dove? DARRYLINE RENNA: In Lapponia. lass che la Regina della Neve trascorre Lestate. Ma la sua vera dimora in un castello vicino al Polo Nord, su unisola di ghiaccio. Il mattino dopo, Gerda confid tutto alla figlia del brigante. Lei dapprima si rabbui perch gi immaginava che la bambina avrebbe provato a scappare. Poi, di fronte ai suoi occhi pieni di lacrime si impietos e chiese alla renna:

CHIARA C. FIGLIA DEL BRIGANTE: Tu sai dov la Lapponia? DARRYLINE RENNA: Certo! Prima di essere catturata vivevo l. CHIARA C. FIGLIA DEL BRIGANTE: Adesso non posso aiutarvi perch anche se tutti i briganti sono usciti, c mia madre in casa. Ma tra poco si addormenter accanto al fuoco: allora vi aiuter. IULIAN Cos, non appena la donna si fu appisolata, la figlia del brigante disse alla renna: CHIARA C. FIGLIA DEL BRIGANTE: Avrei voglia di tenerti ancora con me, ma ti lascio libera. Torna in Lapponia e porta con te questa bambina. Vai, ora!

SCENA 5: IN LAPPONIA
THOMAS Ancora una volta, Gerda si mise in viaggio senza preoccuparsi di dove la sua storia lavrebbe portata. La renna correva veloce; attravers foreste e laghi, montagne e paludi. Intanto, la neve cadeva abbondante e ricopriva ogni cosa.

BALLO NEVE
DAVIDE P. MARK- KIARA LINN- CRISTIANO KING -GIULIA-LEA- TOMMASO- EVA- EVE Corsero finch non arrivarono in Lapponia, dove si fermarono davanti a una piccola casa. Era abitata da una donna che stava friggendo del pesce sopra la fiamma di una lampada a olio. Mentre la donna friggeva, la renna le raccont la storia di Gerda. La donna allora disse: DENISE DONNA DI LAPPONIA: Poverine! Dovete fare ancora tanta strada, perch la Regina della Neve si trova in Finlandia. Scriver un messaggio: quando arrivate, consegnatelo alla donna di Finlandia. LILY E poich non aveva carta, prese un pesce secco e vi scrisse sopra il messaggio. Poi, quando Gerda si fu riscaldata e saziata, la donna di Lapponia la leg alla renna, le raccomand di non perdere il messaggio e la salut. Dopo unaltra lunga corsa, la renna si ferm davanti alla casa della donna di Finlandia.

Dentro la casa faceva un gran caldo: la donna sfil a Gerda i guanti, il vestito e gli stivali gelati e la fece sedere accanto al camino. Prese il pesce secco della donna di Lapponia, lesse e rilesse il messaggio finch non lo ebbe imparato a memoria, poi butt il pesce in pentola per cucinarlo. Allora la renna le raccont la sua storia e quella della piccola Gerda e le disse: DARYLLINE RENNA: So che sei saggia e pratichi la magia. Dai qualcosa da bere a questa bambina perch diventi forte e riesca a vincere lincantesimo della Regina della Neve. NOEMI DONNA DI FINLANDIA: La magia non servirebbe a nulla. La Regina della Neve tiene Kay in suo potere. Lui crede di trovarsi nel posto pi bello del mondo, e questo perch ha una scheggia di vetro nel cuore e unaltra nellocchio. Per spezzare lincantesimo bisogna toglierli. Quanto a te, Gerda, non posso darti pi potere di quello che hai gi. La tua forza sta nella bont del tuo cuore e nella tua volont. Devi andare da sola fino al castello della Regina della Neve per liberare il piccolo Kay. A due miglia da qui comincia il giardino della Regina. Tu, renna, accompagnerai Gerda fin l, la lascerai vicina a un grande cespuglio di bacche rosse e tornerai da me. ALEYNA La donna di Finlandia aiut la bambina a salire sulla renna, che corse via veloce. Nella fretta, per, Gerda aveva dimenticato i guanti e gli stivali nella casa della donna di Finlandia. Quando la renna si ferm accanto al cespuglio, Gerda si accorse di avere mani e piedi nudi e intirizziti. Cominci a correre, verso il castello, ma proprio in quel momento si scaten una tempesta di neve. I fiocchi non cadevano dal cielo, ma arrivavano turbinando contro di lei.

SCENA 6: AL CASTELLO
TOMMASO Gerda non si fece scoraggiare, ma prosegu in fretta verso il castello della Regina della Neve. Neanche in quel momento la bambina si preoccup di dove la sua storia lavrebbe portata, ma intanto pensava: LULU GERDA: Chiss cosa sar successo al povero Kay? TOMMASO Kay abitava nel castello, un castello costruito con ghiaccio e spolverato di neve. Il castello aveva pi di cento stanze, ma senza porte. Il vento, l dentro, era cos forte che le porte avrebbero sbattuto in continuazione. Nel castello non penetravano mai lallegria e il calore di un sorriso. Tutto era gelido, immobile, vuoto e freddo. La Regina della Neve aveva rubato a Kay tutti i ricordi. Il bambino passava tutto il giorno seduto al centro di una grande sala, circondato da cubetti di ghiaccio. Con quei cubetti, Kay giocava fino a sera, da solo. Inventava figure complicate e componeva parole delle quali non capiva il significato. Kay stava tutto il giorno solo perch la Regina viaggiava tra i paesi caldi per coprire le viti e gli alberi in fiore con il suo manto terribile. XHORDAN Non appena Gerda varc la porta del castello, i venti si placarono. Era serena e piena di coraggio e questo sembr bastare a calmare la tempesta. Attravers le sale ghiacciate e in una di queste trov Kay. Non appena lo vide, gli corse incontro e lo abbracci.

LULU (GERDA): Kay! Amico mio. Ti ho trovato, finalmente! Sapessi quanta strada ho fatto per poterti vedere. Sono entrata nella casa di una vecchia che mi ha pettinato con un pettine doro, poi ho incontrato due principi che LUCA Ma Gerda si accorse che Kay non laveva riconosciuta. Lo sguardo era fisso nel vuoto e lui era rimasto zitto e freddo. LULU (GERDA): Oh, Kay, ma allora Non servito a nulla. LUCA Gerda parlava e piangeva, ma le sue parole erano chiarissime, se solo Kay le avesse ascoltate. LULU (GERDA): E stato tutto inutile. Tutta questa strada solo per vederti cos freddo ed insensibile. LUCA Le lacrime scesero dagli occhi e caddero per terra. Alcune caddero anche sulle mani di Kay, altre sul suo viso. Infine, lultima, cadde sul petto, pass oltre i suoi vestiti e gli penetr nel cuore. Le lacrime di Gerda erano cos calde che non si fermarono neanche di fronte alla scheggia di ghiaccio, la scheggia che tanto tempo prima si era conficcata nel cuore di Kay. In un attimo si sciolse e, in quel momento, Kay riconobbe lamica e scoppi in lacrime, e le lacrime sciolsero la scheggia gelata che cera nel suo occhio. Kay ricord la sua casa, e insieme a Gerda pianse e poi rise di gioia. Ed era cos bello vederli felici che perfino i cubetti di ghiaccio si commossero e si disposero da soli fino a formare parole e figure che finalmente potevano essere lette e comprese.

JANINE In un istante ogni incantesimo si spezz e Kay riconquist la sua libert. Gerda e Kay non persero tempo e uscirono dal castello. Sincamminarono verso casa e incontrarono la renna, che li port sulla sua groppa dalla donna di Finlandia, dove si poterono scaldare. Proseguirono fino alla casa della donna di Lapponia, che aveva preparato per loro una slitta e vestiti caldi. La renna train la slitta fino ai confini del paese, dove spuntavano le prime foglie verdi, perch era primavera. Gerda e Kay continuarono il viaggio a piedi. EVE Nel bosco incontrarono una ragazza a cavallo: era la figlia del brigante, che aveva deciso di andare a scoprire il mondo. Riconobbe Gerda, e le due amiche si abbracciarono con gioia. Gerda e Kay proseguirono tenendosi per mano, e arrivarono nella loro citt mentre suonavano le campane della chiesa grande. Subito corsero a casa, e tutto era come prima, ma specchiandosi si accorsero che non erano pi bambini. TOMMASO Erano diventati grandi: un ragazzo e una fanciulla. E allora si sedettero sulle loro sedie di quando erano piccoli, si presero per mano e si sorrisero. E rimasero a lungo seduti, ormai adulti, ma semplici come bambini. Ed era estate. E le rose erano in fiore.

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