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Novembre 2011
na rivista cartacea ? Ma sei scemo?!? E di questioni sociali, poi! Ma chi vuoi che la legga !?! Casomai una rivista di gossip, con tante belle foto e qualche scoop tipo Tizio andato al ristorante con la morosa di Caio oppure Sempronia si tinta i peli del pube , quelle cose l che interessano ai lettori, insomma... A parte qualche nostalgico o stravagante, le persone normali non hanno n tempo n voglia di leggere:
un lusso che non ci si pu pi permettere! Al massimo ci si informa, o meglio si consumano le notizie attraverso la TV, Internet e gli appositi organi di produzione delle opinioni oppure ci si intrattiene sfogliando immagini piccanti e sghignazzando delle cose pi strane. Se poi proprio ci si vuole dare un aria da intellettualoide ci si pu buttare sulle riviste specializzate, quei manuali di istruzione sulla cucina, sul giardinaggio o sull informatica. Altro che cultura umanistica e libertaria!!!
E va beh! Lo sappiamo. E un idea un po bislacca. Non c il target, non c mercato, i finanziamenti manco li cerchiamo E allora?!? CHI SE NE FREGA.
Questa rivista non una merce, un dono. La si pu richiedere gratuitamente in versione elettronica (PDF) a sindacatoumano@gmail.com e stamparla. Per contraccambiare e sostenerci potete inviare un libero contributo (in busta non trasparente ) alla Redazione: Luigi Betrone - Via A. di Bernezzo 1, 10145 Torino.
P.S. Trattasi di aperiodico,cio esce quando vuole, quindi non necessita di direttori responsabili, iscrizioni e altre amenit.
ALTERNATIVA GLOBALE
iciamo la verit: la vita che siamo costretti a fare, in questa civilt post moderna che qualcuno ancora si ostina a chiamare del progresso e del benessere, non propriamente una bella vita. Anzi, se vogliamo proprio dirla tutta, non neanche una vita degna di essere vissuta. E non si tratta nemmeno pi di una questione di libert e giustizia, gli ideali che nel secolo scorso avevano infiammato schiere di pensatori e rivoluzionari, e per cui si erano battute le masse popolari. Ci che rende la nostra societ assurda e per certi versi insopportabile proprio la mancanza di senso; il fatto che le nostre azioni ed i nostri pensieri siano completamente slegati sia dalla natura che dalla ragione, cio quel processo quasi irreversibile di disumanizzazione originato dalla dittatura dell economia e della tecnica. Quando Berlusconi dice che i ristoranti sono pieni, le autostrade intasate di vacanzieri e le industrie di cosmetici fanno affari d oro, non che racconti proprio una menzogna per la verit che pi aumenta la ricchezza materiale, pi ci
sentiamo poveri. Perch la miseria nei nostri cuori e nei nostri cervelli ! In quanto alla libert, il paradosso che quasi tutto ci permesso, come cantava Gaber in Libert obbligatoria tranne la possibilit di rimanere umani. Siamo liberi s, ma solo di consumare: possedere pi cellulari, rifarsi il seno, scegliersi un identit sessuale,
mantenersi giovanili, persino suicidarsi quando si fuori mercato Insomma, pi aumenta questo tipo di libert pi diventiamo schiavi del consumo, drogati di consumo, incapaci di accettare la nostra condizione, impossibilitati a costruire relazioni col mondo, con gli altri e con noi stessi. La questione sociale non pi tanto una questione di lotta fra le classi ( che si sono imbastardite, mescolate, appiattite sugli stessi valori e stili di vita ) quanto piuttosto uno scontro interno al genere umano fra due modi di intendere l esi3
stenza: da una parte il primato dell economia e della tecnica, l ideologia del profitto e dello scambio mercantile, l emancipazione autodistruttiva dalla natura dall altra la ricerca di un senso, l equilibrio fra cultura e natura, la scelta dell amore e del dono, la consapevolezza di non voler essere nulla di pi e nulla di meno che un essere umano. Questo scontro fra modi di essere e di pensare non affatto messo in gioco nelle rivoluzioni politiche, che hanno come unico effetto quello di sostituire la classe dirigente, trasferendo il potere da un capo a un altro, da un blocco sociale a un altro, senza intaccare minimamente il dominio reale che l economia e la tecnica esercitano sulla vita di tutti. Ormai si tratta di battersi per la sopravvivenza della Specie Umana, messa a rischio dalla follia autodistruttiva del Potere. Quindi la lotta deve essere contro l idea stessa del potere. Nella consapevolezza che questa tentazione ( del potere ) contamina anche noi e che quindi il nemico - seppure con gradazioni diverse - anche dentro di noi.
DISASTRO AMBIENTALE
e catastrofi naturali ci sono sempre state. Terremoti, inondazioni, pestilenze: da sempre l essere umano convive con il periodico manifestarsi della faccia feroce della Natura. Ultimamente per, c la percezione che i fenomeni siano in aumento, sia per numero che per frequenza e intensit. Una spiegazione razionale deve tener conto dell influenza che i mezzi di comunicazione esercitano sulla moderna societ. Oggi veniamo a sapere tutto e subito, almeno per quanto riguarda le brutte notizie, che vengono enfatizzate sia a scopo di aumentare l audience, sia perch il potere ha bisogno di terrorizzare per dominare meglio Tuttavia questa spiegazione non sufficiente.
Che il clima sia impazzito sotto gli occhi di tutti; l ambiente, sottoposto ad ogni sorta di insulti e angherie, messo in sofferenza reagisce in modi imprevedibili; inoltre l attivit umana, ormai svincolata da qualsiasi remora morale o religiosa, tende ad oltrepassare qualsiasi limite, infischiandosene dei rischi a cui si sottopone. Il disastro ecologico, anche se alcuni possono avere interesse ad enfatizzarlo per guadagnarci economicamente ( le imprese eco-compatibili ) o a livello di potere ( partiti e associazioni verdi ) un dato di fatto, verificabile nella vita quotidiana di ognuno di noi: dall aria irrespirabile al cibo insapore, dal paesaggio violentato alle menti sconvolte. Su questa base di nor-
male degrado che gi rende pessima la qualit della vita, si innestano degli episodi straordinari di vera e propria emergenza, catastrofi naturali provocate dall Uomo, dalla follia produttivo/ consumistica, dalla sete di profitto e di potere, dall esaltazione tecnico scientifica. Ecco allora che, sempre pi spesso ci troviamo di fronte a delle emergenze che rischiano di scatenare l Apocalisse, episodi che dimostrano la nostra vulnerabilit e impotenza quando il giocattolo sfugge di
mano agli scienziati pazzi o ai grandi ( criminali ) della Terra. Mucca pazza, l aviaria, la Marea Nera, Chernobyl, Fukushima: sono tutti eventi che sarebbe riduttivo addebitare ai capricci del caso o al destino cinico e baro. Piuttosto, sono un campanello d allarme, un segno, un monito. La sete di profitto contronatura, autodistruttiva, mortifera. Ribellarsi non solo giusto e bello - come si diceva negli anni 70 - ormai anche una necessit vitale.
Disastro umanitario
e crisi umanitarie, massarsi nelle metropoli diin quello che una ventando incapaci di procuvolta era il Terzo rarsi i mezzi di sostentamenMondo ed ora to. Profughi dei cataclismi soltanto il mondo, si susse- (in)naturali provocati dalla guono sempre pi frequenti follia produttiva che rende ied intense. Nonostante, o nospitali e deserte la maggior forse proprio a causa, del parte delle terre emerse. Progresso e dell aumento Veri e propri rifiuti umani, della ricchezza in altre parti del Pianeta. Tra una notizia di gossip e una di calciomercato, vediamo scene da inferno dantesco che arrivano da luoghi lontani, di cui non capiamo i nomi e di cui ci scordiamo immediatamente. Facce e corpi scheletriti di mi- Luke Dixon lioni di esseri umani terrorizzati dalla guerra, dagli prodotti dal nostro assurdo sconvolgimenti climatici, dal- modo di vita, che presto non la carestia. Poveri che diven- riusciremo pi a smaltire tano sempre pi poveri, per- ( come gi avviene per quelli ch giorno per giorno perdo- urbani a Napoli) e dai quali no le capacit di resistere alla temiamo - non a torto - di eslunghissima mano del Merca- sere alla fine soffocati. to. A causa della speculazio- La nostra gestione del ne, a causa dei piani di svi- problema semplicemente luppo, a causa degli aiuti u- schizofrenica: da un lato insimanitari, a causa delle tra- stiamo a proporre il nostro sformazioni tecnologiche. modello (sviluppo, crescita, Profughi di guerra ( quelle consumo) come unico possiguerre fomentate dai paesi bile e desiderabile, dall altro ricchi per accaparrarsi il con- cerchiamo di chiudere le trollo delle materie prime e frontiere, di bloccare le midelle fonti di energia). Profu- grazioni, di asserragliarci nei ghi del progresso, che li priva nostri fortini del progresso e delle loro tradizioni e della del benessere. Da un lato eloro cultura. Profughi del sportiamo la democrazia e il consumismo e della terziariz- libero scambio, dall altro li zazione, che li spinge ad am- ammassiamo nei campi pro5
fughi, li respingiamo buttandoli a mare, li rinchiudiamo nei Centri di identificazione accusandoli del reato di cercare di sopravvivere. La crisi umanitaria non una questione lontana, cui possiamo rimanere indifferenti, che si possa risolvere facendo un po di elemosina o affrontandola come una questione di ordine pubblico. La crisi umanitaria ha un nome e un cognome: si chiama insostenibilit del modello di sviluppo, si chiama follia autodistruttiva del capitalismo e del consumismo.
BASTA CON GLI INTERVENTI UMANITARI! Portano la guerra e le chiamano operazioni di pace. Inoculano il virus del consumismo e lo chiamano sviluppo. Da un lato chiedono i nostri sms solidali, dall altro costruiscono i lager dove rinchiudono gli extra/umani colpevoli di emigrare dalla guerra e dalla fame.
BASTA CEMENTO !
Dopo il Referendum sull acqua che deve restare pubblica ( e chi poteva votare no, oltre ai potenti che speravano di impadronirsene ed ai politici che se la sarebbero venduta ?!?) inizia una nuova battaglia. Su iniziativa di Slow Food e altre associazioni si costituito un Forum per bloccare la cementificazione che erode i terreni fertili, creando mostruosit urbane, alterando gli equilibri naturali e, appunto, deturpando il paesaggio. Sindacato Umano, anche se non crede granch negli artifizi democratici, nelle Leggi e nelle attivit istituzionali, non pu che condividere lo spirito di questa battaglia. Sappiamo che non sar certo una Legge a impedire il saccheggio delle risorse naturali da parte di un Potere Globale che se ne infischia della legalit tuttavia il minimo che si possa fare, di fronte alla violenza, alla bruttura, alla follia della Crescita distruttiva, dire che non siamo d accordo.
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Manifesto
La Specie Umana rischia lestinzione. Da un lato il Pianeta, a causa dellinquinamento cui sottoposto, potrebbe non offrire pi le condizioni minime di sopravvivenza. Dallaltro lessenza stessa degli umani ad essere messa in discussione dalle trasformazioni socio/culturali imposte dal Mercato e dalla Tecnica. Il folle aumento di produzione e consumo provoca la desertificazione sia allesterno che allinterno degli esseri umani. Distruzione dell ambiente e disumanizzazione procedono di pari passo, alimentate dalla sete di Profitto e di Potere. Pur se permangono enormi e odiose ingiustizie tra Nord e Sud, fra nazione e nazione, fra uomo e uomo allinterno della stessa nazione, non si tratta pi solo di una lotta fra le classi. In fondo il Capitalismo, il Comunismo dittatoriale e il Terzomondismo condividevano lo stesso folle progetto: lo Sviluppo, la Crescita, la proliferazione cancerogena di produzione e consumo! Ormai la vera distinzione tra chi lavora a favore del Potere e tutti gli altri, quindi giunto il momento di riconoscerci nellunica, irriducibile Classe Umana. Il Sindacato Umano si propone appunto di difendere la Specie dal rischio destinzione, promuovendo la cultura umanistica in unottica libertaria. I nostri nemici sono il Profitto ed il Potere. E la nostra arma letale la non-collaborazione. Il sistema si regge solo grazie alla partecipazione pi o meno consapevole di tutti i suoi elementi: per questo la democrazia molto pi efficace della dittatura, nel mantenere il controllo senza pericolo di rivolte. Quando gli elettori non voteranno, quando i soldati non spareranno, quando le puttane non si venderanno, quando gli esseri umani non accetteranno di combattersi per un pugno di dollari o per una briciola di potere, quando gli spettatori diserteranno lo Spettacolo allora sar il Potere a dover ricorrere al Terrore. Perch il terrorismo lultima, disperata arma del Potere! Sindacato umano si basa sui concetti di responsabilit personale e di autodeterminazione, non distribuisce cariche n fondi, non richiede tessere n giuramenti. Chiunque si senta ancora un essere umano pu farne parte:lunico requisito un minimo di coerenza logica e morale (soldati,sbirri, politicanti di mestiere,mafiosi e stupratori sono pregati si astenersi!). Sindacato Umano non ha dirigenti n funzionari, non ha sedi permanenti, non ha Organi n Regolamenti, non ha programmi n scadenze, tranne ci che risulta dallo Statuto.
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Statuto
Il Sindacato Umano non un vero e proprio sindacato, nel senso tradizionale del termine: in primo luogo perch non difende gli interessi di una particolare categoria sociale, economica o professionale; in secondo luogo perch non richiede la propria legittimazione ad alcuna controparte. Il Sindacato Umano una libera associazione il cui scopo difendere dal rischio di estinzione la Specie Umana, i cui nemici sono la sete di Potere e di Profitto. Il Sindacato Umano non interessato a fare politica, nel senso deleterio che ormai questattivit comporta. Esso non interessato a prendere il Potere proprio perch individua nel Potere il principale nemico esterno e interno della Specie Umana. Il Sindacato Umano non unorganizzazione democratica, in quanto vede nei meccanismi ben oliati della democrazia precisamente ci che impedisce agli esseri umani di cambiare lo stato di cose presente. Esso non ha una struttura gerarchica,non ha organi di controllo,non distribuisce n cariche n risorse economiche, tutti possono parlare in nome suo ma nessuno a suo nome. Esso si basa sui concetti di autodeterminazione e responsabilit. Il Sindacato Umano non riconosce alcuna autorit locale,nazionale o multinazionale (ci che era legale ieri pu non esserlo oggi, ci che illegale oggi potrebbe non esserlo domani). Esso detesta la violenza e luso delle armi, riconosce per a ciascuno il diritto naturale di difendersi come meglio crede. Possono aderire al Sindacato Umano tutte le persone che,indipendentemente dalla razza,dalla nazionalit,dal censo,dallideologia o dalla fede, si riconoscono nella cultura umanistica e libertaria. Non possono aderire coloro che lavorano direttamente a favore del Potere, in particolare poliziotti e controllori di ogni tipo, politicanti di mestiere e tecnocrati a servizio del profitto. Per difendere la Specie Umana dal rischio di estinzione occorre anzitutto preservare il suo habitat naturale da tutti i tipi di inquinamento e,contemporaneamente, salvaguardare e promuovere tutto ci che ha reso luomo dissimile dalla bestia, cio la coscienza di s,la cultura ed il libero arbitrio. Lo strumento principale che ogni essere umano ha a disposizione nella lotta contro il Potere la noncollaborazione. Il Sindacato Umano intende utilizzare la non collaborazione come principale arma per raggiungere i propri fini.
OBBIETTIVI E PROPOSTE
LAVORARE MENO PER VIVERE MEGLIO
Una drastica riduzione dellorario di lavoro giornaliero,per liberare tempo di vita e non di consumo, avrebbe ricadute positive in tutti i campi. Un orario pi corto,a parit di salario,significa maggior giustizia sociale. Naturalmente questo comporterebbe una minor produzione (decrescita) e quindi un diverso approccio rispetto a ci che bene produrre: magari si dovrebbe smantellare lindustria delle armi,quella del tabacco e di altre droghe,la pornografia,il cinema e la tv per cerebrolesi,la costruzione di edifici megagalattici, gli eventi senza capo n coda insomma, tutto ci che fa salire il PIL rendendo le persone pi povere,malate,tristi e stupide. Diminuire la produzione fa bene all Ambiente: meno inquinamento,meno rifiuti,meno violenza alla Natura).Allo stesso tempo fa bene alla salute,allo spirito, alla cultura,alle relazioni interpersonali. Abbassare lo stress da competizione diminuisce le spinte alla violenza e persino alla guerra. Inoltre, diminuire il tempo non-libero vuol dire lasciare pi spazio alla contemplazione,cio alle facolt pi propriamente umane quali osservare,riflettere,capire.Di conseguenza, questo dovrebbe essere la premessa a tutti gli altri obiettivi.
OBBIETTIVI E PROPOSTE
SUPERARE LA FARSA DEMOCRATICA
La democrazia nacque nelle citt/stato dell Antica Grecia, macchiata da un Peccato Originale troppo a lungo rimosso: ad Atene e nelle altre polis, essa era riservata ai cosiddetti uomini liberi,una minoranza di privilegiati che campava sfruttando gli schiavi. Con il consolidarsi degli Stati nazionali si arriv alla democrazia delegata del Parlamento: un luogo simbolico dove gli eletti mettevano in scena una rappresentazione,cio fingevano di difendere gli interessi dei loro elettori. Mentre la vera partita si svolgeva altrove, nelle piazze,nei luoghi di lavoro,nei salotti borghesi,nei centri di potere. Oggi che la globalizzazione ha svuotato gli Stati nazionali di qualsiasi autonomia ed il Mercato a decidere su tutte le questioni significative, la democrazia parlamentare diventata una farsa. I partiti, intercambiabili,complementari,senza pi alcun legame con le idee,le aspettative e le reali condizioni di vita delle persone, si limitano a ratificare i diktat del potere economico, distinguendosi solo sul modo pi efficace per far accettare alle popolazioni locali le decisioni prese altrove. Il primo passo per superare la farsa democratica consiste nella sua delegittimazione, attraverso il rifiuto della partecipazione. Non votare significa non collaborare, ritirare la delega, affermare la propria autonomia.
si pu riferire a quel simbolico 99% di cui parlano gli indignati. Un unica classe umana, composta di lavoratori,consumatori, cittadini,proletarizzati,spossessati di qualsiasi capacit di decidere,dipendenti dall un per cento di potenti che stanno distruggendo il pianeta. Probabilmente, ogE questa classe umana che, prendendo cogi, l istituzione scienza di s, si dovr unire superando ideopi screditata sono logie e interessi particolari per combattere i sindacati. Nel migliore dei casi inutili e impotenti, molto pi contro la minoranza dominante. Invece di lotspesso la loro una funzione odiosa, una sor- tare tutti contro tutti, nellillusoria pretesa di ta di Robin Hood all incontrario che si fa pa- salvare i propri miserabili privilegi dai sacrogare dai poveri (lavoratori) per fare santi diritti dei pi disgraziati, con il masolinteresse dei ricchi (datori di lavoro). chistico risultato di autoincatenarsi ai feticci E allora perch un sindacato umano ? del potere e del profitto, sentirsi parte di un Non certo per far nascere lennesimo organi- Sindacato Umano significa battersi per la lismo burocratico, pi o meno corporativo, che bert e luguaglianza, anche contro la parte di con la scusa di rappresentare una qualche ca- noi stessi che ha ormai interiorizzato tegoria diventi ruffiano mediatore di conflitti, lideologia dominante. spacciatore di accordi a nome altrui, prostitu- Non si tratta pi di combattere per prendere il ta dalto bordo pronta a lucrare sulla svendita potere, per sostituire un padrone ad un altro, una classe ad unaltra,un partito ad un altro. dei diritti e delle conquiste! L aggettivo umano specifica il termine sin- Si tratta invece di combattere contro il potere dacato, evocandone il senso originario di di qualcuno su qualcun altro,contro il potere unione, a differenza del termine partito, di una classe su unaltra, contro tutti i partiti che gi nelletimologia rimanda alla divisio- e le ideologie. Si tratta di combattere contro ne. Infatti se i partiti creano e fomentano fa- lidea stessa del Potere. Per salvare la Terra zioni all unico scopo di conquistare il potere, dal delirio della crescita economica e dello i sindacati dovrebbero avere il compito di u- sviluppo tecnologico. Per salvare l Umanit nire le forze dei propri associati per difender- dal pericolo dellestinzione. Per costruire una vera societ che non sia in opposizione alla ne i diritti e realizzarne le aspettative. Quindi lidea di un sindacato, che rimanda al- natura. Per ridare alla vita di tutti noi un senla storia del movimento operaio e della lotta so, un equilibrio, una bellezza che la renda per lemancipazione dal lavoro salariato, oggi degna di essere vissuta.
L arma in pi
Il potere nasce dalla canna del fucile - diceva un famoso rivoluzionario. E i rivoluzionari di tutto il mondo hanno sempre finito col pensare che solo con la violenza si sarebbe potuto cambiare il mondo. Cos hanno preso il fucile,hanno preso il potere, ma il mondo rimasto nelle mani dei violenti e non cambiato affatto. Sono solo cambiati i rivoluzionari che, abituatisi alluso della violenza ed allesercizio del potere, si sono trasformati in nuovi despoti. Ma un Sindacato Umano non ha bisogno della violenza, perch gi dispone di unarma formidabile: la disobbedienza civile teorizzata da Henry Thoreau e praticata da Gandhi. Ecco larma segreta per la salvezza dell Umanit. Siamo il 99% per ci comportiamo in modo che tutto giri come vuole lun per cento! Basta disobbedire. Basta smettere di collaborare. Dipende solo da noi.
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a vita in citt sempre pi stressante. La vicinanza forzata con tutte quelle persone sconosciute, con cui non abbiamo scelto di avere delle relazioni umane ma da cui in qualche modo dipendiamo, ci rende nervosi e guardinghi. La quantit degli impegni e delle scadenze, che ci costringe ad un continuo tour de force tra la massa anonima sui mezzi di trasporto, agli sportelli esattoriali, alle casse del supermercato e persino agli ingressi dei luoghi destinati alla cultura o al divertimento ci snerva e ci affatica. Il traffico, l inquinamento, i rumori, l insicurezza, ci rendono infelici e paurosi, dunque aggressivi e inclini a percepire gli altri - tutti gli altri - come dei nemici, responsabili delle nostre frustrazioni. E cos che nasce quel rancore sordo, quell espressione accigliata, quella rabbia senza senso con cui guardiamo i nostri vicini, gli altri della coda, i guidatori delle auto che ci affiancano ed cos che a volte esplode la violenza folle, la rissa selvaggia, l omicidio per futili motivi. Il nemico alle spalle - diceva Bertold Brecht riferendosi ai generali che obbligano i poveri soldati di un Paese a combattere contro i poveri
soldati di un altro Paese. Oggi per la Guerra si chiama Pace e la competitivit si combatte tutti i giorni, senza bisogno di divise e armi convenzionali. I generali siedono in Parlamento, nei Consigli di Amministrazione delle multinazionali e nelle redazioni dei mass media. Sono loro che ci spingono a lottare tra di noi, tutti contro tutti, in nome del profitto e del potere. Gli antichi Greci consideravano l ospitalit sacra ed a-
Ma forse quello che veramente ci spaventa o ci da fastidio, negli altri, non la diversit, bens la similitudine: perch, in fondo, gli altri siamo noi ! La massa che ci fa imbestialire formata da individui che fanno di tutto per distinguersi ( Be original! - incita la pubblicit ) ma in realt sono completamente omologati. Cambiano le camicie, le acconciature, le custodie dei telefonini ma tutti vivono allo stesso modo, parlano allo stesso modo, pensano allo stesso modo. Disprezzando la massa ignorante, volgare e prepotente, in realt protestiamo contro quella parte di noi stessi di cui non Digital Paradox vogliamo ammetprivano le loro case allo stra- tere l esistenza. Non potenniero perch credevano che do e non volendo mettere in nel volto dell altro si celasse- discussione il nostro modo di ro le sembianze di Dio. Men- vivere e di pensare, trasferiatre oggi i democratici abitanti mo la nostra frustrazione sudel mondo civilizzato vedono gli altri. Ma in realt il nenello straniero, specie se po- mico dentro di noi, nella vero ed extracomunitario, un nostra complicit col sistema, pericoloso concorrente, un nella nostra incapacit di rimalintenzionato pronto a por- bellarci, nel nostro interioriztargli via il lavoro, il portafo- zare la ricerca del profitto e glio,la moglie. Salvo poi, se del potere, cui ci adeguiamo ne hanno l occasione, trarne pur ricavandone solo le brivantaggio: facendogli fare i ciole. lavori pi umili e faticosi, pagandolo meno del dovuto, negandogli i diritti pi elementari.
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el linguaggio astronomico, si chiama rivoluzione il movimento che compie un Pianeta per fare un giro completo attorno al proprio asse. Nel linguaggio comune lo stesso termine indica un cambiamento profondo nella struttura politica, sociale, culturale, generalmente ottenuto in modo violento, preferibilmente a livello nazionale. Anche se ultimamente si tende ad abusare del termine, specie nel linguaggio pubblicitario, fino a classificare come rivoluzionario un nuovo prodotto o una nuova moda Negli anni 60 e 70 il mito della rivoluzione sedusse e infiamm intere generazioni di esseri umani che sinceramente e generosamente cercarono di cambiare il mondo, seguendo ideali di giustizia, libert, amore e bellezza. Purtroppo quel sogno fallito. La mia generazione ha perso - come dice Gaber. E il mondo diventato, se possibile, ancora pi brutto, cattivo, oppresso e ingiusto. Perch quando un tentativo di cambiamento fallisce il contraccolpo violento e la restaurazione assume le forme di una vera e pro-
pria vendetta: il vecchio mondo si riprende, con gli interessi, tutto ci che aveva rischiato di perdere e si rafforza ancora di pi. Ma laspetto paradossale delle rivoluzioni moderne che anche quando trionfano, dopo un breve periodo di entusiasmo, esse finiscono col provocare sconcerto e delusione perch le cose, quan-
tato principale stato quello di sostituire politicanti corrotti a politicanti corrotti o tiranni a tiranni ( l esercito egiziano forse meglio di Mubarak ? I capi trib della Cirenaica saranno forse meglio di Gheddafi ? ). Curiosamente, si potrebbe dire che, nel linguaggio orwelliano della democrazia, il termine rivoluzione non sia pi
do non peggiorano, rimangono sostanzialmente come sono. Proprio come avvenuto dopo la caduta del Muro di Berlino, dove milioni di persone gi oppresse dalla burocrazia e dalla mancanza di libert si sono ritrovate oppresse dal consumismo, dalla mancanza di denaro per godere delle affascinanti merci del benessere e soprattutto dalla perdita di sicurezza e del senso di comunit. Per non parlare della rivoluzione arancione in Ucraina o di quella dei gelsomini nel mondo arabo, il cui risul-
tanto rivoluzionario - dal momento che sono proprio i poteri forti come la pubblicit, l informazione o l establishment culturale a promuovere l idea che tutto ci che sia rivoluzionario, o almeno nuovo, debba per forza essere giusto e desiderabile. D altronde, come non restare perplessi di fronte al fatto che gli USA, un tempo baluardo dello status quo, tanto da meritarsi il titolo di gendarme del mondo occidentale, siano oggi coinvolti nel fomentare e sostenere i pi disparati movimenti
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rivoluzionari ? O nel constatare che dei Governi unanimemente ritenuti la quintessenza del conservatorismo, come quelli di Sarkozy e di Berlusconi, intraprendano addirittura un intervento militare per sostenere le confuse ragioni degli insorti libici? Viene il sospetto che, oggi pi che mai, le rivoluzioni, lungi dal mettere in discussione i meccanismi fondamentali della vita quotidiana e dei rapporti tra le persone, abbiano in primis lo scopo di favorire l espansione capitalista ( favorendo l ideologia consumista, aprendo nuovi mercati, insediando classi dirigenti immuni da remore culturali o religiose ). Ov vi am ent e, questo non significa che l aspirazione degli individui e di popoli oppressi al cambiamento non sia legittima e che la tensione rivoluzionaria non sia pienamente condivisibile, qualsiasi forma essa assuma. Tuttavia sarebbe auspicabile ripensare e mettere in discussione lidea romantica e illusoria della rivoluzione politico/militare: la violenza contro la violenza, il giustizialismo contro lingiustizia, l Ordine Nuovo contro l ordine costituito, potere e contropotere.
irsi nemici della democrazia, oggi, sarebbe la pi grande delle eresie: peggio che dichiararsi pedofili o cannibali ! La democrazia infatti un ideale condiviso a destra e a manca, dagli ex fascisti agli ex comunisti, dai filosofi ai teologi, dagli artisti agli scienziati, dai mercenari alle prostitute In nome della democrazia siamo disposti a qualsiasi cosa, persino a scatenare una guerra santa, sterminando tutti quelli che secondo noi non sono abbastanza democratici. Il termine democrazia ( potere del popolo) di per s non significa granch: tutte le peggiori dittature si autodefiniscono come espressione del potere al popolo! Esso nasce nell Antica Grecia, per definire il sistema di governo vigente nelle citt stato: un sistema riservato agli uomini liberi che si riunivano nell agor (piazza) per prendere le decisioni politiche (riguardanti la polis) votando a maggioranza. In seguito la democrazia si contrappose alle altre forme di ordinamento statale come laristocrazia, la monarchia, l Impero. Ma fu solo dopo la Rivoluzione Francese che la democrazia basata sulla distinzione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario inizi ad affermarsi. Nell epoca moderna democrazia divenne sinonimo di democrazia parlamentare, ovvero di un sistema basato sulla rappresentanza, anche se il suffragio universale, con lestensione del diritto di voto anche alle donne, un acquisizione molto recente. Durante la Guerra Fredda, pian piano la democrazia si identific con il Libero Mercato, cio col sistema capitalista e consumista contrapposto a quello comunista. Infine, come ultima mutazione, la democrazia tende oggi a definire un tipo di societ liberale, capitalis
ta, consumista, tecnologica e laica. Il paradosso che, oggi, tutti ci dichiariamo democratici, anche se ognuno intende una cosa diversa e tutti si combattono in nome della democrazia. Mentre il Potere diventa sempre pi impersonale e indefinibile. Le vere decisioni vengono prese da persone invisibili in luoghi invisibili. Le Leggi sono stabilite dall Economia e dalla Tecnica. Le Istituzioni locali sono semplici paraventi ed i rappresentanti del popolo sono meri esecutori di ordini impartiti dal Mercato Globale. Ora, nessuno sano di mente e puro di cuore pu negare la superiorit del metodo democratico - se con ci si intende la libera discussione, il diritto all informazione, il confronto civile, la pari dignit delle persone, l autodeterminazione dei popoli e via dicendo Il punto che ci che viene contrabbandato con la parola democrazia non ha pi nulla a che vedere con queste belle parole, piuttosto si tratta di un eufemismo per mascherare l inganno, la truffa, l impostura, il tradimento. Un sistema perfetto in cui sono le vittime a scegliersi i loro carnefici ! Come nelle riunioni di condominio
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il meccanismo formalmente democratico delle votazioni a maggioranza viene piegato dagli intrighi di famelici amministratori che, in combutta con la mafia delle imprese e legalizzati da apposite norme, riescono ad escogitare sempre nuove spese Come nelle contrattazioni sindacali dove il gioco delle parti fra datori di lavoro e sindacalisti corrotti finisce sempre con la democratica approvazione di bidoni pazzeschi ai danni dei lavoratori Cos a livello propriamente politico i rappresentanti del popolo regolarmente tradiscono i loro elettori, facendo il contrario di ci che promettono ( quelli di destra aumentano le tasse e quelli di sinistra riformano le pensioni o introducono la precarizzazioneObama non smette di fare guerre e torturare, Zapatero spara agli extracomunitari e nessuno se ne fotte del risultato dei referendum contrari all Europa delle banche). E giunto dunque il momento di smascherare i meccanismi fraudolenti del marketing politico, della creazione del consenso e della manipolazione della protesta. La democrazia non basta. Non basta la maggioranza per avere ragione.
PROPOSTE INDECENTI
E se abolissimo la pubblicit?!?
non uscirebbero pi; le televisioni commerciali non avrebbero pi senso di esistere; il calcio diventerebbe solo uno sport; la cultura e lo spettacolo sarebbero l esempio dei casseur de pub francesi, partiti proponendo l azione diretta contro la tirannia pubblicitaria e finiti accontentandosi di spaccare qualche vetrina. Se proprio si volesse combattere questa battaglia per la libert di pensiero, per lautonomia e per la bellezza, contro la volgarit, lo sfruttamento e la mercificazione, ci sarebbe un modo radicale e non violento: bisognerebriservati a chi ha be che ciascuno di qualcosa da dire; i noi, in prima persona politici dovrebbero si dichiarasse indispiegarci le loro ide- sponibile a rendersi e; insomma, si veicolo di pubblicit, bloccherebbe tutto. rifiutandosi di conceE per questo che a- dere il proprio spazio bolire la pubblicit ( spot ) fisico e mensarebbe una proposta tale ai segni e ai simindecente. boli della civilt conDi sicuro, non la si sumistica Ma quepu vietare per Leg- sta sarebbe proprio ge: quale politico sa- una rivoluzione !! rebbe cos autolesionista da inimicarsi in un sol colpo tutto il sistema economico, dai lavoratori della creativit ai consumatori compulsivi ? D altro canto sarebbe velleitario seguire
isto lo squallore, la noia e la volgarit dei programmi televisivi, a volte viene da pensare che la cosa pi interessante siano le interruzioni pubblicitarie ! O, peggio ancora, viene il sospetto che la vera trasmissione siano gli spot, interrotti qui e l da spezzoni di pseudonotizie, vecchi filmati, finte risse tra politicanti, penose battute, ridicoli pianti e innocenti oscenit. In effetti l unico lgos esistente nell attuale societ sembra essere quello della pubblicit. Attraverso di essa si plasma l immaginario, si trasmettono valori, si propongono modelli di comportamento, si impone l ideologia della merce e dello scambio. E lei che ci dice come pensare e come agire, ma in modo democratico. Essa non ordina, suggerisce. Ci propone varie alternative, ortodosse o trasgressive, e ci lascia liberi di scegliere in che
modo obbedirle. Non sar un caso che ormai la politica e il commercio funzionino allo stesso modo, attraverso il marketing: che si tratti di vendere una crema
per le emorroidi o di far eleggere un consigliere comunale, il sistema sempre lo stesso. Persino per convincere la gente a partecipare alle iniziative benefiche di ogni tipo si spendono fior di quattrini in spot pubblicitari a pagamento !!! Una cosa certa: senza pubblicit gli ingranaggi di questa societ non potrebbero funzionare. I Comuni, perdendo gli introiti della tassa sulle affissioni o sulle insegne, fallirebbero; i giornali e le riviste
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RECENSIONI
Attraverso la riflessione sui temi della relazione tra libert e sicurezza, la vita nelle citt del ventunesimo secolo, la figura dello straniero, il significato di essere cittadini e cittadine del vecchio continente, lEuropa tra unit e differenze, si delinea quel progetto emancipativo che sostiene e struttura il pensiero di Bauman. Lidea, cio, che lanalisi sociale e la circolazione di strumenti discorsivi adatti a interpretare le dinamiche sociali contemporanee possano fornire le chiavi di lettura essenziali che permettano a uomini e donne contemporanei di acquisire forme di controllo della propria esistenza. Il sapere che la sociologia di Bauman costruisce, intende contribuire alla riarticolazione della condizione umana, alla necessit, cio, di sostenere in modo attivo la ricerca di significato e di finalit esistenziali espressa da individui sempre pi individualizzati. Linteresse primario della sociologia come scriveva in Modernit liquida ...deve essere la promozione dellautonomia e della libert; la sociologia deve quindi porre al centro della propria attenzione lautocoscienza, la comprensione e la responsabilit. (dalla recensione del prof. Roberto Marchisio a Zygmunt Bauman, Individualmente insieme a cura di Carmen Leccardi, Diabasis, Reggio emilia)
Il terreno su cui poggiano le nostre prospettive di vita notoriamente instabile, come sono instabili i nostri posti di lavoro e le societ che li offrono, i nostri partner e le nostre reti di amicizie, la posizione di cui godiamo nella societ in generale e l'autostima e la fiducia in noi stessi che ne conseguono. Il "progresso", un tempo la manifestazione pi estrema dell'ottimismo radicale e promessa di felicit universalmente condivisa e duratura, si spostato all'altra estremit dell'asse delle aspettative, connotata da distopia e fatalismo: adesso "progresso" sta ad indicare la minaccia di un cambiamento inesorabile e ineludibile che invece di promettere pace e sollievo non preannuncia altro che crisi e affanni continui, senza un attimo di tregua. Lo Stato si priva di una sempre pi grande dose della sua potenza autarchica, e quindi diventa incapace di assumersi l'insieme delle sue funzioni. Lo Stato, per dovere, ma con l'entusiasmo degno di una causa migliore, delega i propri compiti, anzi l d "in affitto" alle forze di mercato, che sono anonime, prive di un volto. Di conseguenza i compiti che sono vitali per il funzionamenti e il futuro della societ sfuggono alla supervisione della politica e quindi a ogni controllo democratico. Il risultato: si affievolisce il senso di comunit e si frantuma la solidariet sociale. Se non fosse per la paura degli immigrati e dei terroristi, l'idea stessa dello Stato come un bene comune e una comunit di cittadini sarebbe fallita. ( da aforismi.meglio.it )
Bibliografia Zygmunt Bauman L'etica in un mondo di consumatori Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman Modernit liquida Ed. Laterza 2011 Zygmunt Bauman Intervista sull'identit Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman Capitalismo parassitario Ed. Laterza 2009 Zygmunt Bauman Amore liquido Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman L'arte della vita Ed. Laterza 2011 Zygmunt Bauman Consumo, dunque sono Ed. Laterza 2011 Zygmunt Bauman Dentro la globalizzazione Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman Modus vivendi Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman Paura liquida Ed. Laterza 2010 Zygmunt Bauman La societ sotto assedio Ed. Laterza 2008 Zygmunt Bauman Vita liquida Ed. Laterza 2011 Zygmunt Bauman Vite di scarto Ed. Laterza 2011 Zygmunt Bauman Voglia di comunit Ed. Laterza 2009 Zygmunt Bauman Vite di corsa Ed. Il Mulino 2009 Zygmunt Bauman Modernit e globalizzazione Ed. dellAsino Zygmunt Bauman La solitudine del cittadino globale Ed. Feltrinelli 2008
Rifiuti: nella "modernit liquida", come Bauman ha battezzato il tempo attuale in cui nulla fisso, niente garantito, tutto mutevole, dove "la storia priva di direzioni e la biografia priva di progetti", sempre pi sono i rifiuti umani. "Certi mestieri, certe specializzazioni, certe capacit sono svalutate sempre pi. Gi la prima modernit aveva creato un ordine artificiale dentro cui molti non erano inseribili. Non "adatti". Un secolo e pi fa per questi problemi locali c'erano soluzioni globali: i "rifiuti" emigravano in America, in Canada, in Australia. Poi, oltre all'emigrazione, ecco la colonizzazione, l'imperialismo... Oggi, al contrario, cerchiamo disperatamente soluzioni locali a problemi globali. Le migrazioni sono oggi la pi grande posta in gioco, ma non sono pi unidirezionali, vanno in tutte le direzioni. E' un problema globale, ma noi cerchiamo soluzioni locali, tipo "chiudiamo le frontiere". Ma non funziona". (Serena Zoli Il Corriere della Sera 15 Ottobre 2002) 13
pparsi inaspettatamente nella Spagna di Zapatero, il leader pi amato dalla sinistra italiana, gli indignati - a dispetto della loro ingenuit - rischiano di segnare una svolta clamorosa nella lotta per l emancipazione dell Umanit. Il movimento si propagato velocemente in ogni parte del mondo, riscuotendo la simpatia e la solidariet di milioni di persone, giovani o anziane, ricche o povere, incazzate o depresse. Perch esprime sentimenti ed emozioni che ciascuno di noi prova davanti alla follia e alla bruttura di un mondo lanciato ad Alta Velocit verso l autodistruzione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso dell indignazione stata la crisi finanziaria provocata dalla speculazione e larroganza con cui tutti i governi hanno deciso di salvare le banche affamando i popoli. Ma naturalmente le ragioni della protesta arrivano da molto pi lontano ed affondano le radici nella voracit di un capitalismo che si espanso fino a fagocitare, insieme all intero spazio geografico, anche la totalit della vita quotidiana, trasformando le cose e le persone in merce ed i rapporti umani in relazioni di compravendita.
Ci si indigna per le ingiustizie sociali, per il fatto che una piccolissima elite di superricchi disponga della quasi totalit delle risorse, affamando intere popolazioni ai margini dell Impero ma anche ricacciando alle soglie della povert gran parte dei cittadini nei Paesi dove dovrebbero regnare il benessere e il progresso. Ci si indigna per gli sprechi assurdi della po-
scita economica, che i potenti spacciano come lunica ricetta per uscire dalla crisi. E si protesta contro le guerre, che ora si chiamano operazioni di pace ma servono sempre ai potenti per spartirsi le risorse naturali o per impadronirsi di nuovi mercati, provocando terrore, miseria e profughi contro i quali si costruiscono nuovi Muri e nuovi campi di concentramento.
litica che in nome della modernizzazione si inventa le Grandi Opere del Cavolo, inutili e dannose, buone solo a mettere in moto la corruzione di cui beneficia. E per gli stipendi al di l di qualsiasi immaginazione, con cui si ricompensano i supermanager ingaggiati per tagliare i posti di lavoro altrui o le star dello sport e dello spettacolo che ipnotizzano gli spettatori per disinnescarne l immaginario. Ma si protesta anche contro la distruzione dell ambiente, per lo sconvolgimento climatico, per i disastri (in) naturali, per limpossibilit di smaltire i rifiuti prodotti dal consumismo e dalla Cre16
Insomma, la protesta degli indignati contro il Profitto, contro la legge del profitto elevata ad unico metro di giudizio, a supremo valore, a fondamento della (in)civilt. Ed anche contro il Potere, di cui il profitto al tempo stesso mezzo e fine. Ma il bello, ci che caratterizza questo movimento spontaneo e universale, lelemento nuovo, che non si tratta di una lotta per il potere. Gli indignati non si riconoscono in alcun partito, non eleggono rappresentanti, non chiedono poltrone: se ne fregano di destra e sinistra, di leader e intellettuali, di istituzioni e parlamenti gli indignati sono il 99% gli indignati sono
tutti gli esseri umani che si riconoscono come tali. Perch si possono avere interessi, gusti, aspirazioni diverse, ma qualcosa ci accomuna tutti: l istinto di conservazione, la pulsione vitale che ci chiama alla rivolta contro un modo di vivere indegno di tale nome. Nella storia dell Umanit le ribellioni e le rivolte si sono susseguite ininterrottamente, ma non hanno mai portato ad un vero cambiamento: i servi sono diventati padroni, gli schiavi sono diventati capi, i liberatori sono diventati oppressori. La rivolta, per avere successo, si sempre dovuta trasformare in rivoluzione, cio in un ribaltone dove tutto cambia affinch tutto resti uguale. Da lotta contro il potere, la rivolta diventa lotta per il potere. I nemici finiscono per assomigliarsi, usano lo stesso linguaggio, le stesse armi, accettano le stesse regole, lo stesso modo di pensare e di agire. Vincitori e vinti sono ormai le pedine di una scacchiera che nessuno mette in discussione. Ora il movimento degli indignati, pi o meno consapevolmente, sembra sfuggire a questo meccanismo. Qui non si tratta pi di scegliere un governo, un partito, un ideologia o una fede: ormai si tratta di salvare la specie umana dall estinzione fisica o comunque dalla degenerazione.