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IL NOSTRO CAPESTRO QUOTIDIANO Di fronte alla posta, al fisco, alla RAI-TV, alle ferrovie come Don Abbondio davanti ai bravi AA\ tempo di don Rodrigo 1a legge era pid debole della Traviata alfultimo at- to, Il « pover'uomo », luomo della str da indifeso ¢ senza bravi al fianco, era rassegnato a qualsiasi prevaricazione. ‘Spesso ci domandiamo se oggi i soprusi sono finiti. La legge & veramente forte ¢ uguale per tutti? o non camminiamo piuttosto in una foresta di < abusi lega- lizzati » contro i quali sarebbero impo- tenti perfino i bravi di don Rodrigo? ‘Tempo fa il signot Mario R., proprie- tario di una piccola fabbrica di vini spu- ‘manti, fu protagonista d'una vertenza giudiziaria che spiega meglio il concetto degli « abusi imposti dallalto >. Per lan ciate i suoi prodotti, R. aveva fatto stam- pare da una tipografia alcune migliaia di pieghevolipubblicitari che vantavano Fottima qualita del suo vino (lo chiame- emo per comoditA Spumante Rossi), de- finito « il migliore d'Italia >. ‘Qualche settimana dopo, Mario R. af- francd regolarmente gli opuscoli ¢ li spe- i per posta a tutti i suoi client italiani ce stranieri Nello stesso petiodo, if proprietario di un‘altra fabbrica di vino (che chiamere- mo Spumante Bianchi), deciso anche lui 80 ¢ persino alle gare ciclistiche spesso ci troviame ancora di Arrigo Petacco 1 reclamizzare i suoi prodotti, aveva sti pulato un contratto con le Poste secon- do il quale per un certo numero di gior- ni sui francobolli della corrispondenza in partenza sarebbe stato applicato un tim- ‘bro supplementare che diceva all'incirca ccosl: « Bevete Spumante Bianchi: il mi- sliore d'Italia >. Per una singolare coincidenza, tutti i pPieghevoli spediti da Mario R. ebbero Questa stampigliatura e furono percid automaticamente trasformati in veicoli pubblicitari della ditta concorrente. Ne Segui tna situazione divertente e i clien- ti di Mario R, si chiesero sorridendo da cche parte stava la veritt. Qual era lo Spumante « migliore d'Italia », il Bianchi © il Rossi? A chi si doveva credere, ‘al timbro ché appariva all’esterno dell'opu- scolo 0 a quanto era scritto nel!'interno? Lrunico @ non sorridere per questa cu- riosa contraddizione fu Mario R. che ri- tenendosi vittima d'una grave ingiusti- zia protest vivamente reclamando un risarcimento danni. Nessuno poteva dar- ii torto, poiché il suo ragionamento era confermato dalla logica. La corrispon- denza, infatti, appartiene al mittente il ‘quale, oltre all'acquisto della carta e del- a busta, paga regolarmente il servizio ‘dalle Poste col francobollo che vvi s'applica. Di conseguenza le stampi sliature supplementari devono essere con- siderate un arbitrio, come lo sarebbe se tuna ditta di traslochi, pagata per tra- ‘delle masserizie da una citth alfaltra, sporcasse i mobili scrivendoci sopra delle frasi pubblicitari. Ma in certe situazioni 1a logica non conta ¢ le proteste di Mario R. erano destinate a cadere nel vuoto. C? infatti ‘una legge che autorizza le Poste a uti- lizzare a fini pubblicitari tutto cid che & i sua competenza: edifci, tralicei, cas- sette postali, corrispondenza... Quallo subito da Mario R. non & che uno dei tanti « abusi legalizzati » cui i cittadini devono rassegnarsi, se non vo- lion promuovere cause giudiziarie de- stinate a durare anni e di cui 2 sempre difficile indovinare Ia conclusione. Vie mai capitato, per esempio, di chie rio non utilizzato? In teoria sembra la ccosa pid semplice del mondo, ma in pra- tica & quasi impossible. In primo luogo il rimborso va richiesto il giorno stesso del'emissione del biglietto, altrimenti questo perde ogni validitt. Ma non & tutto: si deve infatti formulare una det- tagliata domanda di rimborso su carta bollata e inviarla al Servizio Contrello Vingsiatori di Firenze. A questo punto, dopo circa. un anno cates, sttera il rimborso del biglictto ma con una de- curtazione del dieci per cento. Naturalmente, tutte queste formalita sono stabilite dal regolamento delle Fer- rovie dello Stato e quindi bisogna accet- tatle. Ma che accadrebbe se i ving tori si rifutassero di consegnare gli scon- trini al controllore se questi non ba i quanti? Eppure il regolamento delle Fer- rovie prevede anche quest, Luso dei guanti si potrebbe pretende- re di dirtto anche dai vigili che ci chie- dono la patente per contestarci una vio- lazione del Codice della strada. Invece avviene che essi se li tolgono. proprio in quelox Arusi autorizzati ne esistono in ogni ‘campo, ma soprattutto nei rapporti fra il citadino e lo Stato o fra il cttadino ¢ le grandi societ& private. I principio del «solve et repete », sborsa poi pro- testa, benché gindicato anticostituziona- le, & ancora usato in larga misura. Se tun agente fiscale esegue un accertamen- to ingiusto, il contribuente che si-vede arrivare una cartella delle tasse esagera- ta, prima d'ottenere la riparazione del- Yrerrore dovri pagare Timporto del tri- bbuto ingiusto © quindi chiedere il rim- bborso seguendo le consuete Iungaggini burocratiche. Lo stesso principio @ vali- do anche per le societa telefoniche. Chi ‘nota nella propria bolletta delle interur- bbane che & certo di non avere mai chie- sto, prima di poter controllare i carteli- ni relativi, da cui risultera il numero te- lefonico che ha eseguito le conversazio- fi, deve anche Tui pagare lintero im- Porto e aspettare con calma Ia restitu- zione del suo avere. E non basta: infatti se un utente ri- tarda il pagamento d'un canone dovra oi aggiungervi gli interessi di mora che aumentano paurosamente quasi di gior- ‘no in giomo. Invece, quando il credi- tore 2 Tutente questi dovra. rassegnarsi a riavere soltanto il suo denaro (am- ‘meso che non vi siano decurtazioni) sen- za alcun interesse, anche se Ja sua at- tesa @ durata molti anni. ‘busi legali si devono pure conside- rare i cosiddetti contratti div adesione, una curiosa formula per dire che in real- ‘non si tratta di veri contratti poiché ‘non 8 Tincontro di due volonta, ma duna sola volonta che simpone al- Yatra, Prendere o lasciare, insomma, Per esempio, i telefoni. Un cittadino si decide a mettere il telefono in casa. Va alla sede della societt per. fare Ia domanda e viene subito invitato a ver- sare 22.000 lire, La discussione che se- ‘gue @ quasi sempre questa cB per le spese d'impianto? > «No, quelle sono calcolate a parte. » «Alora sara per Tacquisto dell'appa- recchio. » ‘< Neppure. Il telefono appartiene alla Societi, Anzi, attento a non romperlo, sennd dovra pagarlo. » «Ho capito! Si tratta d'un deposito ‘cauzionale che mi sara restituito quando Iascerd l'appartamento. » « Neanche per sogno. » « Allora vorra dire che mi fard rim- borsare dal nuovo inquilino cui lascerd ill mio apparecchio. » « Si sbaglia. Il nuovo utente dovra fe re un nuovo versamento. » «Ma insomma, dove yanno a finire ‘questi denari? » , affermava, «pretendono dagli ‘utenti il canone, perd non fanno pa- gare Vapparecchio telefonico, Altrettan- to fanno le Aziende della luce ¢ del gas che forniscono gratis il contatore. La RAL, invece, non assegna apparecchi ra- dio, i quali vengono regolarmente ac- quistati dagli ascoltatori. Inoltre », pro- seguiva Tavvocato, «non ® neppure di- mostrato che Tascoltatore utilizzi i ser- vii della RAL Non potrebbe infatti ascoltare soltanto le stazioni straniere per le quali non si paga nulla? » Musio Sales non vinse Ia causa, Cer- allora di rifarsi sostenendo che, am- ‘messo il pagamento del canone, In’ RAT non aveva diritto d'eseguire trasmissioni pubblicitarie poiché chi paga pud pre- tendere delle trasmissioni di suo gradi- ‘mento 0 comunque regolari. Ma anche stavolta non ebbe successo, Tempo fa mi capitd dessere vittima i un incidente stradale in una via di Roma, I! mio investitore riconobbe d's vere torto ed avverti Ia sua assicurazio- nie. Alcuni giorni dopo, un perito venne ‘8 esaminare In mia machina. Il danno cera molto lieve e venne valutato seimila lire. Firmai il eoncordato e attesi quindi artivo dell'essegno. Dopo tre mesi aspet- tavo ancora. Un giorno mi decisi a te- lefonare alla direzione della societd d’As- sicurazione che ha sede in una localith 4 circa dieci chilometri da Roma. Mi risposero che T'assegno era pronto e che potevo passare a ritirarlo, « Perché non Jo mandate per posta? », domandai. « Per venire di persona dovrei perdere mezza giomata di lavoro e rimetterci almeno quattromila lire di taxi.» Mi fu rispo- sto tranquillamente: « Non inviamo mai per posta delle piccole somme. & un si- stema molto economico: sapesse quante persone rinunciano al rimborso dei dan- nil ». E cost anch'io rinunciai a quelle seimila lire che mi spettavano di diritto. Ci sono poi ingiustizie legalizzate a eui non si pensa. Prendiamo le amni- stie che vengono concessé di tanto in tanto. Se proviamo ad esaminarle a fon- CAPESTRO serve do, esse sono l'applicazione a rovescio ella massima «La legge 8 uguale per tutti». In_proposito, ascoltiamo un ma sistrato, Domenico Colaiuta, che ha vo- luto sottoporre il quesito alla Corte co- stituzionale. « Confesso », egli ha scrit- to, « che di fronte alla recente amnistia ‘mi sento colpevole d'iniquita verso colo- To che furono da me condannati, in questo ultimo decennio, fra un'amnistia Caltra. Infatti, la mia sollecitudine nel efinire i processi, ha fatto sl che i col- pevoli scontassero Ia pena. Ma in altre sedi dove, si dice, i processi pendereb- bero tuttora, persone accusate d'uguali reati, commessi nella stessa data, grazie alfamnistia non sconteranno nulla. Per- ‘ché mai ct chi paga tutto e chi niente vendo lo stesso debito? », Come il giu- dive Colaiuta, accade ogni tanto che, an- che dei semplici cittadini riflutino d'ac- cettare passivamente un atto che riten- gono ingiusto. Naturalmente sono molto tari e si tratta di autentici pionieri: qua- fatti, preferiamo subire 'abuso Fra questi pionieri '® chi 2 riuscito a far valere i suoi diritti: vedi il caso di Luciano Ruggero, di La Spezia. Circa ‘due anni fa, il Ruggero era andato in treno a Genova. Il convoglio era molto affollato ¢ non riusel a trovare un posto libero: era yuoto solo lo scompartimen- to riservato ai deputati e senatori, ¢ Rug- gro non ci pensd due volte per acco- ‘modarsi. Poco dopo pass® il controliore cche Fnvit® ad andarsene, ma egli rifutd ecisamente. Ne segul una discussione che si concluse con un'azione giudizia- ria. Il processo durd due anni e il signor Ruggero dovette sacrificare una parte del ‘suo tempo alla causa. Alla fine perd i giudici gli dettero ragione. E grazie a Luciano Ruggero anche noi questestate, wovandoci in piedi in un treno affol- lato, potremo tranquillamente sederci nnello scompartimento riservato ai par- famentari, finché un senatore 0 un de- utato non verri a chiederci il posto. | Ca Disegni dl Alberto Fremara

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