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Indice
Prima lezione 3
1 La retta 3
1.1 Definizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 Equazioni di rette per uno o due punti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.3 Rette parallele e perpendicolari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.4 Intersezione tra rette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
2 Secondo grado 7
2.1 Parabola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
2.2 Equazioni di secondo grado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
2.3 Disequazioni di secondo grado . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Seconda lezione 17
3 Polinomi 17
3.1 Potenze con esponente n ⩾ 0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
3.2 Polinomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
3.3 Equazioni e disequazioni polinomiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
4 Frazioni algebriche 22
4.1 Potenze con esponente intero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
4.2 Equazioni e disequazioni frazionarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Terza lezione 27
5 Il valore assoluto 27
5.1 Il valore assoluto (o modulo) di un numero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
5.2 Grafico di y = |f (x)| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
5.3 Esempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
6 Potenze frazionarie 34
6.1 Radice n-esima di un numero e funzione radice n-esima . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
Quarta lezione 39
6.2 Potenze con esponente razionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
6.3 Equazioni e disequazioni irrazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
6.4 Esempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
Quinta lezione 51
1
7 Esponenziale 51
7.1 Funzioni esponenziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
7.2 Equazioni e disequazioni esponenziali (I) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
8 Logaritmi 56
8.1 Funzioni logaritmiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
8.2 Proprietà del logaritmo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
8.3 Equazioni e disequazioni esponenziali (II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
8.4 Equazioni e disequazioni logaritmiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
Sesta lezione 63
10 Trigonometria 65
10.1 Misurazione degli angoli in radianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
10.2 Funzioni trigonometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
10.3 Valori notevoli delle funzioni trigonometriche elementari . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
10.4 Identità notevoli della trigonometria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
10.5 Equazioni e disequazioni trigonometriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73
2
Corso OFA
Università degli Studi di Bergamo
PRIMA LEZIONE
1 La retta
1.1 Definizione
• Siano m e q ∈ R. L’equazione
y = mx + q (1.1)
descrive una retta nel piano, dove
y = mx
e descrive una retta passante per l’origine. Il grafico della retta di equazione (1.1) si ottiene da
quella di equazione y = mx con una traslazione rispetto all’asse y che manda il punto di coordinate
(0; 0) nel punto di coordinate (0; q).
y = mx + q
1.1 y = mx
• Utilizzando la formula (1.1), si possono ottenere tutte le rette del piano, ad eccezione di quelle
verticali. Queste ultime hanno un’equazione della forma
x = k,
con k ∈ R, e quindi non rientrano tra le rette con equazione della forma (1.1).
3
• L’equazione di una retta generica è data da
ax + by + c = 0,
con l’unica restrizione che (a, b) ̸= (0, 0) (cosa succede se (a, b) = (0, 0)?). Infatti, si verifica che
– se b ̸= 0, si ottiene una retta (non verticale) con equazione della forma y = mx + q, con
m = −a/b e q = −c/b;
– se b = 0, allora necessariamente a ̸= 0 (perché?) e si ha una retta verticale di equazione
x = k con k = −c/a.
Esercizio 1.1 Disegnare su un unico grafico le rette di equazione
3
r1 : y = −1, r2 : y = −x, r3 : y = x + 1, r4 : x + 2y + 2 = 0 e r5 : x = 2.
2
y r5 : x = 2 r3 : y = 32 x + 1
5
4
r2 : y = −x
3
2
1.2 1
−2 −1 1 2 3 4 x
−1 r1 : y = −1
−2
r4 : x + 2y + 2 = 0
• Dato il punto A(xA ; yA ), la retta passante per A di coefficiente angolare assegnato m si ottiene
a partire dall’equazione y = mx + q imponendo il passaggio per A, cioè imponendo la condizione
yA = mxA + q da cui si ricava q = yA − mxA . L’equazione è quindi data da y = mx − mxA + yA
che può essere riscritta nella forma equivalente
y − yA = m(x − xA ). (1.2)
4
Esercizio 1.2 Scrivere un’equazione della retta passante per A(2; 3) e con coefficiente angolare m = 12 .
Sol.
Dalla (1.2) si ha y − 3 = 12 (x − 2) cioè
1
y= x + 2.
2
y
5 y = 12 x + 2
4
A
3
1.3 2
−1 O 1 2 3 4 x5
−1
Esercizio 1.3 Scrivere un’equazione della retta passante per A(1; 2) e B(0; −1).
Sol.
Notiamo che xA ̸= xB . Imponendo il passaggio per A e B si ha
2=m+q m=2−q m=3
⇒ ⇒
−1 = 0 · m + q q = −1 q = −1.
Un’equazione della retta è perciò y = 3x − 1. (Verificare che l’equazione è soddisfatta dalle coordinate
di A e B) ▲
Esercizio 1.4 Scrivere un’equazione della retta passante per A(2; 1) e B(2; 4).
Sol.
In questo caso si ha xA = xB e il sistema (1.3) non ammette soluzioni (fare la verifica). I punti A e
B sono allineati in verticale, la retta cercata è quindi una retta verticale passante per A (o per B) e
quindi ha equazione x = 2. ▲
Sol.
5
a) Ogni retta parallela ad r ha equazione della forma
y = −3x + q
2 = −3 · 1 + q ⇒ q = 5 ⇒ r′ : y = −3x + 5.
1
y= x+q
3
1 1
5= · 3 + q ⇒ q = 4 ⇒ r′′ : y = x + 4 (oppure x − 3y + 12 = 0).
3 3
Sol.
Abbiamo
1
r : y = −3x + 2 e r′′ : y = x + 4,
3
quindi l’intersezione r ∩ r′′ tra r e r′′ è data dai punti di coordinate (x; y) tali che
y = −3x + 2 y = −3x + 2
( (
′′ y = −3x + 2
r∩r : 1 ⇒ 1 ⇒
y = x+4 −3x + 2 = x + 4 −9x + 6 = x + 12
3 3
9 y = 19
y = −3x + 2
(
y = +2
y = −3x + 2
⇒ 3 ⇒ 5 ⇒ 5
−6 = 10x x=− 3 3
5
x = −
x = − .
5 5
6
2 Secondo grado
2.1 Parabola
L’equazione
y = ax2 + bx + c,
con a ̸= 0, b e c ∈ R descrive una parabola con asse parallelo all’asse y. Otteniamo il grafico di tale
parabola a partire da quella di equazione y = x2 .
i) La parabola di equazione y = x2 ha il suo vertice nell’origine, passa per il punto di coordinate (1; 1)
e il suo asse è la retta di equazione x = 0 (l’asse y).
y y = x2
1.4
1
1 x
ii) Consideriamo il grafico della parabola di equazione y = ax2 . Si hanno due casi:
• Se a > 0, il grafico si ottiene da quello della parabola di equazione y = x2 con una dilatazione
di coefficiente a sull’asse y.
• Se a < 0, il grafico si ottiene da quello della parabola di equazione y = x2 con una dilatazione
di coefficiente |a| = −a sull’asse y, assieme ad una riflessione sull’asse x.
y y = x2
y = 2x2
y = 12 x2
1.5
x
y = − 21 x2
iii) Il grafico della parabola di equazione y = a(x−x0 )2 si ottiene dal grafico della parabola di equazione
y = ax2 con una traslazione di x0 sull’asse delle x, a destra o a sinistra a seconda del segno di
x0 . Come capire se si trasla a destra o a sinistra? Se a > 0, il grafico della funzione f (x) = ax2
7
ha un minimo in x = 0, che corrisponde al vertice della parabola. Di conseguenza, la funzione
f (x − x0 ) = a(x − x0 )2 ha un minimo quando x − x0 = 0, cioè x = x0 . Quindi la traslazione
sull’asse x porta la parabola ad avere ascissa x0 e l’asse di simmetria della parabola è la retta
di equazione x = x0 . Se a < 0 il discorso è esattamente lo stesso, con un unico cambiamento:
“minimo” diventa “massimo”.
y y = 12 (x − 2)2
y = 21 x2
1.6
2 x
iv) Il grafico della parabola di equazione y = a(x − x0 )2 + y0 si ottiene dal punto precedente con una
traslazione sull’asse y che mandi il vertice ad avere ordinata y0 , quindi verso l’alto se y0 > 0 e verso
il basso se y0 < 0. Il vertice ha quindi coordinate (x0 ; y0 ).
y y = 12 (x − 2)2 + 1
y = 12 (x − 2)2
1.7
1
2 x
v) L’ultimo caso descritto è quello generale. Infatti, ogni trinomio ax2 + bx + c con a ̸= 0 può essere
scritto sotto la forma a(x − x0 )2 + y0 con opportuni x0 e y0 . Come trovare x0 e y0 ? Completando
il quadrato, come vedremo nei seguenti esempi.
Osservazione: come illustrato in precedenza, la parabola di equazione y = a(x − x0 )2 + y0 ha il suo
vertice nel punto di coordinate (x0 ; y0 ). □
Esempio 2.1 Scrivere un’equazione delle seguenti parabole nella forma y = a(x − x0 )2 + y0 . Determi-
nare il vertice, l’intersezione con l’asse x e tracciarne un grafico qualitativo.
(a) y = 2x2 − 12x + 14.
Sol. Sappiamo che a = 2. Cerchiamo x0 e y0 tali che
8
L’equazione data è quindi equivalente a
y = 2(x − 3)2 − 4.
√
Le soluzioni della prima equazione sono x1,2 = 3 ± 2.
3
1.8 x
−4
(b) y = −x2 + 2x + 1.
Sol. Si ha a = −1. Cerchiamo (x0 ; y0 ) tale che
y = −(x − 1)2 + 2.
9
y
1 x
1.9
Si noti che
2x2 − 8x + 6 = 2(x2 − 4x + 3) = 2(x − 3)(x − 1).
Possiamo collegare l’equazione alla parabola di equazione y = 2x2 − 8x + 6. Questa interseca l’asse
x nei due punti di ascissa gli zeri di P , cioè x = 1 e x = 3. Inoltre completando il quadrato,
troviamo
y = 2x2 − 8x + 6 = 2(x2 − 4x) + 6 = 2 (x − 2)2 − 4 + 6 = 2(x − 2)2 − 2,
quindi il vertice è V (2; −2). Osserviamo, e non è un caso, che l’ascissa del vertice è la media degli
zeri.
10
y y = 2x2 − 8x + 6 = 2(x − 2)2 − 2
1.10
2
1 3 x
−2
b
x1 = − .
2a
ax2 + bx + c = a(x − x1 )2 .
Questa identità coincide con la (2.1) nel caso x2 = x1 (ed è la ragione per la quale la soluzione x1
è detta doppia: conta due volte).
Esempio 2.3 Cerchiamo gli zeri del polinomio P (x) = 2x2 − 8x + 8. Si ha ∆ = (−8)2 − 4 · 2 · 8 =
64 − 64 = 0. Quindi
8
x1 = = 2.
4
Si noti che
La parabola di equazione y = 2x2 − 8x + 8 ha il suo vertice in V (2; 0), punto in cui è tangente
all’asse x.
11
y y = 2x2 − 8x + 8 = 2(x − 2)2
1.11
2 x
y = ax2 + bx + c
Esempio 2.4 Cerchiamo gli zeri del polinomio P (x) = 2x2 − 8x + 10. Si ha ∆ = (−8)2 − 4 · 2 · 10 =
64 − 80 = −16 < 0, quindi non ci sono zeri. Inoltre
1.12 2
2 x
12
2.3 Disequazioni di secondo grado
Consideriamo ora la disequazione
ax2 + bx + c ⩾ 0, a ̸= 0
e le disequazioni simili dove al simbolo ⩾ si sostituisce >, ⩽ o <. Il metodo più semplice per risolvere
queste disequazioni è quello grafico, descritto nei seguenti esempi.
a) 2x2 − 8x + 6 ⩾ 0.
1.13
2
1 3 x
−2
x ⩽ 1 o x ⩾ 3.
Un metodo alternativo, ma in questo caso più elaborato del precedente, è di studiare il segno del
prodotto 2(x − 1)(x − 3), o equivalentemente del prodotto (x − 1)(x − 3). In questo caso si ha
1 3
x − 1 > 0 ⇐⇒ x > 1 x−1 − + +
x − 3 > 0 ⇐⇒ x > 3 x−3 − − +
(x − 1)(x − 3) + − +
b) 2x2 − 8x + 8 ⩽ 0.
13
y y = 2x2 − 8x + 8 = 2(x − 2)2
1.14
2 x
1.15 2
2 x
d) −x2 + 5x − 6 > 0.
Le soluzioni dell’equazione −x2 + 5x − 6 = 0 sono
√
−5 ± 25 − 24 5∓1 2
x1,2 = = ⇒ −x2 + 5x − 6 = −(x − 2)(x − 3).
−2 2 3
14
Siccome a = −1 < 0, la parabola è rivolta verso il basso, quindi il grafico è dato da
2 3
x
1.16
y = −x2 + 5x − 6
15
16
Corso OFA
Università degli Studi di Bergamo
SECONDA LEZIONE
3 Polinomi
3.1 Potenze con esponente n ⩾ 0
La potenza n ⩾ 0 di un numero x è
xn = x · x · . . . · x (n volte) (3.1)
xm · xn = xm+n
(x · y)n = xn · y n m, n ⩾ 0 (3.2)
m n m·n
(x ) = x ,
semplici da dimostrare a partire della definizione (3.1). Consideriamo ora i grafici delle funzioni potenza
a esponente intero, positivo, cioè del tipo
y = xn , n ⩾ 2,
dove abbiamo tralasciato il caso n = 1 (cioè y = x) che abbiamo già considerato precedentemente. Il
grafico qualitativo di y = xn dipende dal fatto che n sia pari o dispari:
17
y y
6 6
4
y=x
5 5 y = x5 y = x3
2
y=x
4 4
3 3
2 2
2.1
1 1
−3 −2 −1 1 2 3 x −3 −2 −1 1 2 3 x
−1 −1
−2 −2
−3 −3
Si noti che, se n è pari, allora xn ⩾ 0 per ogni x ∈ R. Infatti, se n è pari, allora è della forma n = 2m
2
(m ∈ N), e quindi xn = x2m = (xm ) . Qualunque sia il segno di xm , elevando al quadrato si ottiene
una quantità non negativa.
Esempio 3.1 Risolvere le seguenti disequazioni
(a) x4 ⩾ −2. La disequazione è sempre soddisfatta perché x4 ⩾ 0 > −2 per ogni x ∈ R.
(b) x4 > 2. Dal grafico di y = x4 , si verifica che la disequazione è verificata per x < −a e√x > a, dove
a è il numero positivo che elevato alla
√ quarta è√uguale a 2. Tale numero si indica con 4 2, quindi la
disequazione è verificata per x < − 2 o x > 4 2.
4
y y = x4
y=2
2.2
√ √
−42 4
2 x
(c) x3 > 5. Dal grafico di y = x3 , si vede che questa√disequazione è verificata per x > √ b, dove b è il
numero positivo che elevato alla terza dà 5, ossia 3 5. Perciò le soluzioni sono x > 3 5.
18
□
Osserviamo inoltre che
• se n è pari, la funzione f (x) = xn è pari:
f (−x) = (−x)n = (−1)n xn = xn = f (x);
=
1
=
−1
Infine
• se n è pari, la funzione f (x) = xn è decrescente in (−∞; 0] e crescente in [0; +∞);
• se n è dispari, la funzione f (x) = xn è crescente su tutto R.
Esercizio 3.1 Dimostrare che f (x) = x2 è crescente per x ∈ [0; +∞).
Sol.
Siano 0 ⩽ x1 < x2 , vogliamo mostrare che f (x1 ) < f (x2 ).
Moltiplichiamo x1 < x2 per x1 (⩾ 0) ⇒ x12 ⩽ x1 x2 .
Moltiplichiamo x1 < x2 per x2 (> 0) ⇒ x1 x2 < x22 .
Quindi se 0 ⩽ x1 < x2 , allora f (x1 ) = x12 ⩽ x1 x2 < x22 = f (x2 ). Quindi f (x) = x2 è crescente su
[0; +∞). ▲
3.2 Polinomi
Un polinomio è un’espressione del tipo
P (x) = an xn + an−1 xn−1 + · · · + a1 x + a0 ,
dove n ∈ N, mentre a0 , a1 , . . . , an , detti coefficienti del polinomio, sono numeri reali e x è una variabile
reale. Se an ̸= 0, si dice che P ha grado n.
Esempio 3.2
P1 (x) = 2x3 − x2 + x − 5 (grado 3)
2
P2 (x) = x − 2x (grado 2).
□
I polinomi si possono sommare e moltiplicare con le solite regole di commutatività, associatività e
distributività del prodotto.
Esempio 3.3
P1 (x) + P2 (x) = (2x3 − x2 + x − 5) + (x2 − 2x) = 2x3 − x − 5
P1 (x)P2 (x) = (2x3 − x2 + x − 5)(x2 − 2x)
= 2x3 (x2 − 2x) − x2 (x2 − 2x) + x(x2 − 2x) − 5(x2 − 2x)
= 2x5 − 4x4 − (x4 − 2x3 ) + x3 − 2x2 − (5x2 − 10x)
= 2x5 − 5x4 + 3x3 − 7x2 + 10x.
□
19
3.3 Equazioni e disequazioni polinomiali
Sia P (x) un polinomio e consideriamo l’equazione polinomiale
P (x) = 0.
Non esistono metodi generali per la soluzione di un’equazione qualsiasi. La strategia a cui si ricorre, caso
per caso, è di cercare di fattorizzare il polinomio P , cioè di scrivere P come prodotto di due polinomi
di grado inferiore (ciò non è sempre possibile). I metodi con i quali si cerca la fattorizzazione sono:
Mostreremo questi metodi negli esempi seguenti, raccogliamo qui alcuni prodotti notevoli :
• Se k è una radice del polinomio P (x), cioè se P (k) = 0, allora P (x) è divisibile per x − k (teorema
di Ruffini).
• Le radici razionali del polinomio P (x) = an xn + an−1 xn−1 + · · · + a1 x + a0 in cui tutti gli ai sono
interi vanno cercate nell’insieme dei numeri razionali della forma
divisore di a0
k=± .
divisore di an
k = ±divisore di a0 .
20
Notiamo che P (1) = 0, cioè 1 è radice di P e quindi P è divisibile per x − 1. Effettuando la divisione
tra polinomi
x4 + 2x3 − x−2 x −1
x4 − x3 x3 + 3x2 + 3x + 2
/ 3x3 − x−2
3x3 − 3x2
/ / 3x2 − x − 2
3x2 − 3x
/ / / 2x − 2
2x − 2
/ / / / 0
Quindi x4 + 2x3 − x − 2 = (x − 1)(x3 + 3x2 + 3x + 2). Procediamo nello stesso modo per il polinomio
Q(x) = x3 + 3x2 + 3x + 2, che si annulla per x = −2 (verifica) e quindi è divisibile per x + 2, e si ha
x3 + 3x2 + 3x + 2 x +2
x3 + 2x2 x2 + x + 1
/ x2 + 3x + 2
x2 + 2x
/ / x+2
x+2
/ / / 0
Otteniamo (verifica)
x3 + 3x2 + 3x + 2 = (x + 2)(x2 + x + 1).
Quindi
x4 + 2x3 − x − 2 = (x − 1)(x + 2)(x2 + x + 1)
e si ottengono le soluzioni e la fattorizzazione trovate con il primo metodo. ▲
Osservazione: il metodo della ricerca delle radici porta alla fattorizzazione del polinomio solo se
questo ammette radici razionali. Ad esempio, se P (x) = x2 − 2, i√divisori √
di −2 sono ±1 e ±2, nessuno
dei quali è radice di P (x). Però P (x) si fattorizza: P (x) = (x − 2)(x + 2). □
−2 1
x − 1 > 0 ⇐⇒ x > 1 x−1 − − +
x + 2 > 0 ⇐⇒ x > −2 x+2 − + +
(x − 1)(x + 2) + − +
21
4 Frazioni algebriche
4.1 Potenze con esponente intero
Definiamo la potenza xn con esponente intero qualsiasi estendendo la definizione (3.1) nel modo seguen-
te. Per definizione:
1
x−m = m , m = 1, 2, 3, . . . , x ̸= 0,
x
cosicché le proprietà (3.2) valgono per ogni m, n ∈ Z, a patto che gli eventuali denominatori siano
diversi da zero. Consideriamo ora i grafici delle funzioni potenza a esponente negativo, cioè del
tipo
y = x−n , n = 1, 2, . . . , x ̸= 0.
Di nuovo, si osserva una differenza di tipo qualitativo a seconda che n sia pari o dispari:
y y
3 1 3 1
y= xn , n = 2m y= xn , n = 2m + 1
2 2
1 1
2.3
−3 −2 −1 1 2 3 x −3 −2 −1 1 2 3 x
−1 −1
−2 −2
−3 −3
2 1 3
(b) 1 − = + .
1 − x2 x−1 x+1
22
Le condizioni di esistenza sono
2
1 − x2 ̸= 0 x ̸= 1
x − 1 ̸= 0 ⇐⇒ x ̸= 1 ⇐⇒ x ̸= ±1.
x + 1 ̸= 0 x ̸= −1
1 − x2 − 2 x + 1 + 3(x − 1) −1 − x2 4x − 2
= ⇐⇒ =
1 − x2 (x − 1)(x + 1) 1 − x2 (x − 1)(x + 1)
x2 + 1 4x − 2 x2 − 4x + 3 (x − 1)(x − 3)
⇐⇒ 2 − = 0 ⇐⇒ = 0 ⇐⇒ =0
x − 1 (x − 1)(x + 1) (x − 1)(x + 1) (x − 1)(x + 1)
x̸=1 x − 3
⇐⇒ = 0 ⇐⇒ x = 3.
x+1
L’unica soluzione è x = 3.
x2 − x − 2
(c) = 0.
x3 − 7x + 6
La condizione di esistenza non è ovvia, ma per risolvere l’equazione non è necessario conoscere tutto
il campo di esistenza, è sufficiente sapere se le radici del numeratore annullano il denominatore. Il
numeratore è x2 − x − 2 = (x − 2)(x + 1) quindi si annulla in x = −1 e x = 2. Sia B(x) = x3 − 7x + 6
il denominatore. Allora
y 1
y=
x
2
2.4 1 x
2
23
Le soluzioni sono 0 < x ⩽ 21 .
Algebricamente
1 1 1 2x 1 − 2x
⩾ 2 ⇐⇒ − 2 ⩾ 0 ⇐⇒ − ⩾ 0 ⇐⇒ ⩾ 0.
x x x x x
1
0
2
1
1 − 2x ⩾ 0 ⇐⇒ x ⩽ 1 − 2x + + − 1
2 ⇐⇒ 0 < x ⩽ .
x>0 x − + + 2
1 − 2x
− + −
x
Attenzione: le disequazioni x1 ⩾ 2 e 1 ⩾ 2x sono equivalenti solo nel caso x > 0. Se x < 0, allora
x ⩾ 2 è equivalente a 1 ⩽ 2x. Un modo alternativo di risolvere questa disequazione è quindi di
1
Il primo sistema ha come soluzioni 0 < x ⩽ 12 , il secondo sistema (in questo caso) non ha soluzioni.
x2
(b) > 0.
x−2
La condizione di esistenza è x ̸= 2.
0 2
2 2
x >0 ⇐⇒ x ̸= 0 x + + +
x2
− − +
x−2
Grafico:
2.5 2 x
x2
y=
x−2
24
x2
(c) ⩾ 0.
x−2
È lo stesso del precedente ma con la disuguaglianza larga. Attenzione che il valore x = 0 è una
soluzione isolata della disuguaglianza.
0 2
x2 ⩾ 0 ⇐⇒ ∀x ∈ R x2 + + +
x2
− − +
x−2
3x
(d) ⩽ 2.
x2 −1
3x 3x − 2(x2 − 1) −2x2 + 3x + 2
− 2 ⩽ 0 ⇐⇒ ⩽ 0 ⇐⇒ ⩽0
x2 − 1 x2 − 1 x2 − 1
√ 1
−3 ± 9 + 16 3∓5 −
x1,2 = = 2
−4 4 2,
quindi −2x2 + 3x − 2 ⩾ 0 ⇐⇒ − 12 ⩽ x ⩽ 2.
1
−1 − 1 2
2
N − − + + −
D + − − + +
− + − + −
25
y
3x
y= 2
x −1 y=2
2.6 −1 1 1 2 x
−
2
7(x2 + 1)(x − 4)
< 0.
(x + 1)(x − 2)2
Inoltre, se x ∈ D, allora x − 2 ̸= 0 quindi (x − 2)2 > 0 per cui questo termine non cambia il segno
del membro di sinistra. Possiamo quindi ulteriormente semplificare, e la disequazione di partenza è
equivalente a
7(x2 + 1)(x − 4)
< 0.
x+1
Inoltre per ogni x ∈ R, vale 7(x2 + 1) > 0 per cui neanche questo termine cambia il segno del
membro di sinistra. Possiamo ulteriormente semplificare la disequazione, per ottenere la seguente,
equivalente a quella di partenza (ma solo per x ∈ D):
x−4
< 0.
x+1
−3 −1 2 4
num − − − − +
den − − + + +
+ + − − +
Quindi le soluzioni sono −1 < x < 4 con x ̸= 2.
□
26
Corso OFA
Università degli Studi di Bergamo
TERZA LEZIONE
5 Il valore assoluto
5.1 Il valore assoluto (o modulo) di un numero
Dato un numero reale x, chiamiamo valore assoluto di x (o modulo di x) il numero reale
(
x, se x ⩾ 0;
|x| =
−x se x < 0.
Ad esempio
|1| = 1, |2| = 2, |−3| = −(−3) = 3, |−5| = −(−5) = 5, |0| = 0.
Osserviamo che ∀x ∈ R, vale |−x| = |x| (il valore assoluto è una funzione pari). Infatti
Il valore assoluto di un numero ha un significato geometrico. Rappresenta, sulla retta reale, la distanza
di quel numero dallo 0
|−5| = 5 |5| = 5
3.1
−5 0 5
|x1 − x2 | = |x2 − x1 | = 8
3.2
x1 = −3 0 x2 = 5
27
1. per ogni x ∈ R, si ha |x| ⩾ 0;
2. |x| = 0 se e solo se x = 0;
Attenzione, in generale non è vero (cioè, è falso) che |x1 + x2 | = |x1 | + |x2 |. Ad esempio, se x1 = 1 e
x2 = −1, allora
coincide con l’unione delle bisettrici del primo e del secondo quadrante.
y y = |x|
3.3
• Data una funzione f (x), allora dalla definizione di valore assoluto, segue che
(
f (x) se f (x) ⩾ 0;
|f (x)| =
−f (x) se f (x) < 0.
y = |f (x)|
3.4
x
y = f (x)
5.3 Esempi
Esempio 5.1
1
se x ⩾ −
(
se 2x + 1 ⩾ 0 2x + 1
2x + 1 2
|2x + 1| = = 1
−(2x + 1) se 2x + 1 < 0 −2x − 1 se x < − .
2
28
y
y = |2x + 1|
3.5 1 x
−
2
y = 2x + 1
Esempio 5.2 (
x2 − 4x + 3 se x2 − 4x + 3 ⩾ 0
|x2 − 4x + 3| =
−x2 + 4x − 3 se x2 − 4x + 3 < 0.
Determiniamo il segno di x2 − 4x + 3 come abbiamo fatto prima. Le sue radici sono
√
4± 16 − 12 4±2 3
x1,2 = = =2±1
2 2 1
y = |x2 − 4x + 3|
3.6
y = x2 − 4x + 3
□
√
Esempio 5.3 Risolvere l’equazione |x5 + 4x4 − 3x + π| = −3.
Questa equazione ha senso per ogni x ∈ R, ma non è mai verificata, perché un valore assoluto è
sempre maggiore o uguale a zero, e quindi non può essere negativo. □
29
√
Esempio 5.4 Risolvere la disequazione |x5 + 4x4 − 3x + π| > −3.
Questa equazione ha senso per ogni x ∈ R, ed è sempre verificata, perché un valore assoluto è sempre
maggiore o uguale a zero, e quindi strettamente maggiore di un qualunque numero negativo. □
3.7 −3 0 3 x
y y = |x|
3.8 3
−3 0 3 x
3.9 −3 0 3 x
y y = |1 − x|
1
3.10
0 1 2 x
30
Esempio 5.10 Risolvere la disequazione |x + 2| ⩾ 3x.
Questa disequazione ha senso per ogni x ∈ R e corrisponde all’unione dei due sistemi
( (
x+2⩾0 x+2<0
o
x + 2 ⩾ 3x −x − 2 ⩾ 3x
che risolviamo separatamente. Chiaramente sono due sistemi in alternativa, non ci sono soluzioni comuni
ai due sistemi.
Per il primo sistema
( ( −2 1
x+2⩾0 x ⩾ −2
⇐⇒ − 2 ⩽ x ⩽ 1.
x + 2 ⩾ 3x x⩽1
Per il secondo
1
−
( ( −2 2
x+2<0 x < −2
⇐⇒ x < −2.
−x − 2 ⩾ 3x x ⩽ − 21
y y = 3x
y = |x + 2|
3.11
−2 1 x
31
√ √
Dobbiamo capire come sono posizionati −3 e 1−2 13 , che sono entrambi negativi 1+2 13 è positivo, lui,
quindi più grande di entrambi .
√
1 − 13 √ √
−3 < ⇐⇒ −6 < 1 − 13 ⇐⇒ 13 < 7.
2
√ √
Ora, 13 < 49 = 72 per cui 13 < 7. È quindi vero che −3 < 1−2 13 e le soluzioni del sistema sono
√ √
1− 13 1+ 13
−3 2 2 √ √
1− 13 1+ 13
−3⩽x⩽ o x⩾ .
2 2
3.12
√ √
−3 1− 13 1+ 13 x
2 2
□
Esempio 5.12 Risolvere la disequazione |x2 − 1| ⩽ −x2 .
La disequazione ha senso per ogni x ∈ R. Siccome per ogni x ∈ R, vale |x2 − 1| ⩾ 0 e −x2 ⩽ 0,
l’unica possibilità è che siano entrambi uguali a 0.
( ( ( (
|x2 − 1| = 0 x2 − 1 = 0 x2 = 1 x = ±1
⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒
−x2 = 0 x2 = 0 x=0 x = 0.
32
y
y = |x2 − 1|
3.13 x
y = −x2
Per il primo
1 3
x > −2 −2 3 2
x + 2 ⩾ 0
1
x⩾ 1 3
3x − 1 ⩾ 0 ⇐⇒ 3 ⩽x⩽ .
3 2
x ⩽ 3
x + 2 ⩾ 3x − 1
2
Per il secondo
1 1
x > −2 −
−2 4 3
x + 2 ⩾ 0
1
x< 1 1
3x − 1 < 0 ⇐⇒ 3 − ⩽x< .
4 3
x ⩾ − 1
x + 2 ⩾ −3x + 1
4
Per il terzo
x < −2
non ci sono soluzioni.
x + 2 < 0 1
x⩾
3x − 1 ⩾ 0 ⇐⇒
3
−x − 2 ⩾ 3x − 1 1
x ⩽ −
4
Per il quarto
x < −2
x + 2 < 0 1
x<
3x − 1 < 0 ⇐⇒
3 non ci sono soluzioni.
−x − 2 ⩾ −3x + 1 3
x ⩾
2
33
Le soluzioni sono quindi l’unione delle soluzioni dei due primi sistemi, ovvero
1 3
− ⩽x⩽ .
4 2
Graficamente:
y
y = |3x − 1| y = |x + 2|
3.14
−2 1 1 3 x
−
4 3 2
6 Potenze frazionarie
6.1 Radice n-esima di un numero e funzione radice n-esima
Dato un numero reale a e √un numero naturale n ⩾ 2, vogliamo definire la radice n-esima di a (che
denoteremo con il simbolo n a) come un certo numero che elevato alla potenza n faccia a.
Esempio 6.1 Siano a = 8 e n = 3, cerchiamo cioè un numero che al cubo dia 8 (e che chiameremo
radice cubica di 8). È chiaro che l’unico numero reale che soddisfa tale relazione è 2:
23 = 8.
Graficamente
y y = x3
3.15
2 x
34
Nel caso a ⩾ 0 e n dispari (n = 3, 5, 7, . . . ) la situazione è analoga. □
Esempio 6.2 Siano a = 4 e n = 2, cerchiamo cioè un numero che al quadrato faccia 4. È chiaro che ci
sono due possibilità:
22 = 4 oppure (−2)2 = 4.
Graficamente
y y = x2
3.16
−2 2 x
Entrambe le scelte sono lecite e dobbiamo fare una scelta e decidiamo di scegliere la radice positiva,
quindi √
2
4 = 2.
Nel caso a ⩾ 0 e n pari (n = 2, 4, 6, . . . ) la situazione è analoga. □
√
Definizione 6.1 Sia n ∈ N, n ⩾ 2 e sia a √ ⩾ 0. Chiamiamo√ n a l’unico numero reale b ⩾ 0 tale che
b = a. Per n = 2 usiamo inoltre il simbolo a per indicare 2 a.
n
y y = xn
3.17
√
b= n
a x
√
Per ora abbiamo definito n a quando a ⩾ 0. Cosa succede quando a < 0? Se n è pari, sappiamo che
b ⩾ 0 per ogni reale b, e quindi l’equazione
n
bn = a
√
con n pari e a < 0 non ammette soluzione √ (reale). Detto diversamente, n a non esiste (nei reali) se n è
pari e a < 0. Se invece n è dispari, allora n a è definita anche se a < 0 e abbiamo la seguente
35
√
Definizione 6.2 Sia n ∈ N, n dispari e sia a < 0. Definiamo n
a l’unico numero reale b tale che bn = a.
√
In questo caso si ha b < 0 e b = − n |a| = − n −a.
p
y y = xn
−a = |a|
√
b= n
a
3.18 p
x
n
|a| = −b
√ √
Esempio 6.3 3
−8 = −2 = − 3 8. □
Ricapitolando
• Se n è pari (n = 2, 4, 6, . . . , n = 2m, m ∈ N) allora
√
– n x è definita solo per x ⩾ 0;
√
– n x ⩾ 0 per ogni x ⩾ 0;
√ n
– ( n x) = x per ogni x ⩾ 0.
y y
y = xn , n pari
√
y= n
x, n pari
3.19
x x
• Se n è dispari (n = 3, 5, 7, . . . , n = 2m + 1, m ∈ N) allora
√
– n x è definita per ogni x ∈ R;
√ √ √
– n −x = − n x per ogni x ∈ R, cioè n x è una funzione dispari;
36
√
– il segno di n x è lo stesso di x;
√ n √
– ( n x) = n xn = x per ogni x ∈ R.
y = xn , ny dispari y
√
y= n
x, n dispari
3.20 x x
√
Osservazione: si noti che, se n è pari e x < 0, allora n xn ̸= x. Ad esempio
p √
(−3)2 = 9 = 3 ̸= −3.
Infatti, il valore della radice quadrata (o più in generale, pari) è sempre ⩾ 0. L’identità corretta è
√n
xn = |x|, x ∈ R, n pari.
In particolare √
x2 = |x|, x ∈ R.
√
Per convincersi √della correttezza p
dell’identità,
√ consideriamo √ alcuni valori
√ della funzione f (x) = x2 .
Si ha: f (0) = 0 = 0, f (1) = √ (1)2 = 1 = 1, f (2) = 22 = 4 = 2, e più in generale si può
√
mostrare che per x ⩾ 0 allora x2 = x. D’altra parte, f (−1) =
p
(−1)2 = √1 = 1 = −(−1),
√
(−2)2 = 4 = 2 = −(−2), e più in generale si può mostrare che per x < 0 allora x2 = −x. Quindi
p
( )
√ x, se x ⩾ 0,
x2 = = |x|
−x, se x < 0
□
Esercizio 6.1 Vero o falso:
√
3
√ p
(1) 27 = 3 3 [F] (5) (−3)2 = |−3| [V]
√ √
(2) 3
27 = |3| [V] (6) −9 = |3| [F]
√ √4
(3) 3
−27 = |−3| [F] (7) a4 = a per ogni a ∈ R [F]
√ √3
(4) 9 = −3 [F] (8) a3 = a per ogni a ∈ R [V]
37
√
Esercizio 6.2 Semplificare il radicale x3 − x2 .
Sol.
Condizioni di√ esistenza: x3 − x2 ⩾ 0 ⇐⇒ x2 (x − 1) ⩾ 0 ⇐⇒ x = 0 o x ⩾ 1. Se x = 0, allora
√
x3 − x2 = 0 = 0. Se invece x ⩾ 1,
p p √ √ √ √
x3 − x2 = x2 (x − 1) = x2 x − 1 = |x| x − 1 = x x − 1,
Sol.
Condizioni di esistenza: esiste sempre perché tutti gli addendi sono maggiori o uguali a 0.
p p p
4a6 + 4a4 b2 + a2 b4 = a2 (4a4 + 4a2 b2 + b4 ) = a2 (2a2 + b2 )2 =
√ p
= a2 (2a2 + b2 )2 = |a| · |2a2 + b2 | = |a|(2a2 + b2 ).
38
Corso OFA
QUARTA LEZIONE
6.2 Potenze con esponente razionale
Estendiamo la definizione di xα al caso α = n,
m
cioè al caso razionale. Siano m ∈ Z e n ⩾ 1, e
procediamo come segue.
• Se m
n è in forma ridotta, cioè se m e n non hanno fattori comuni, allora definiamo
m √
n
xn = xm
√
per ogni x per cui n
xm è definita.
m ka a √
b
x n = x kb = x b = xa
√
per ogni x per cui b
xa è definita.
2 √
Esempio 6.4 1) x 3 = x2 per ogni x ∈ R
3
6 2 √
2) x 9 = x 3 = x2 per ogni x ∈ R
3
1 √
3) x 2 = x per ogni x ⩾ 0
2 1 √
4) x 4 = x 2 = x per ogni x ⩾ 0
1 √ q
5) x− 2 = x−1 = x1 = √1x per ogni x > 0.
□
m
Avendo definito x n come sopra, valgono le proprietà delle potenze
xα xβ = xα+β
(xα )β = xαβ α, β ∈ Q
xα y α = (xy)α
39
m √
• Se m e n non sono entrambi pari, non è necessario riscrivere m
n in forma ridotta, cioè x
n =
n
xm
anche se m e n hanno fattori comuni: per esempio, per ogni x ∈ R, vale
√ 3 √ √
q
6 2 3 3 9
x =x = x =
9 3 2 x6 = x6 .
ma √
m n
x n ̸= xm , ∀x < 0.
Ad esempio
√ √ √
q
2 1
ma
4
p
x =x =
4 2 x, x2 = x2 = |x|
1 √
4.1 • y = x2 = x, x ⩾ 0,
1
1 x
y
3 √
4.2 • y = x2 = x3 , x ⩾ 0,
1
1 x
y
2 √
• y = x3 = x2 , x ∈ R, (pari)
3
4.3 1
−1 1 x
y
4 √
• y = x3 = x4 , x ∈ R, (pari)
3
4.4 1
−1 1 x
40
y
1
1 √ −1
4.5 • y=x = 3 3
x, x ∈ R, (dispari)
1 x
−1
1
5 √ −1
• y=x = x5 , x ∈ R, (dispari)
3
4.6 3
1 x
−1
4.7 • y = x− 2 = √1 ,
x
x > 0,
1
1 x
y
4.8 • y = x− 3 = 3 2,
√1
x ̸= 0, 1 (pari)
x
−1 1 x
y
1
• y = x− 3 =
1 −1
3 x, (dispari)
1
4.9 √ x ̸= 0,
1 x
−1
41
(1) Siano a, b ∈ R. Se a < b allora a2 < b2 .
(2) Siccome −5 < 3, allora (−5)2 < 32 .
Chiaramente sono entrambe false. Quindi in generale, dati a, b ∈ R,
x y = x2
4.10
4.11
a2
a b x
Quanto detto nel caso dell’elevamento al quadrato vale più in generale per l’elevamento ad una
qualunque potenza pari.
√ √
• Se la radice è dispari ( 3 ·, 5 ·, . . . ), allora la situazione è più semplice perché le funzioni f (x) =
x2n+1 , n ⩾ 1, sono crescenti su tutto R, e quindi
a
4.12 b x
a2n+1
42
6.4 Esempi
√
Esercizio 6.4 Risolvere l’equazione x = − x.
Sol.
L’equazione ha senso solo per x ⩾ 0. Quindi è equivalente a
(
x⩾0
√
x = − x.
√
Ora essendo x ⩾ 0 e − x ⩽ 0, l’unica possibilità perché siano uguali è che siano entrambi nulli, quindi
l’unica soluzione è x = 0 che è compatibile con la condizione di esistenza.
y
y=x
4.13
x
√
y=− x
▲
√
Esercizio 6.5 Risolvere l’equazione x = x.
Sol.
L’equazione ha senso solo per x ⩾ 0. Quindi è equivalente a
(
x⩾0
√
x = x.
√
Ora essendo x ⩾ 0 e x ⩾ 0, per (6.2) possiamo elevare al quadrato ottenendo una disuguaglianza
equivalente e quindi
( ( (
x⩾0 x⩾0 x⩾0
√ ⇐⇒ ⇐⇒
x = x. 2
x = x. x = 0 oppure x = 1
43
√ √
Esercizio 6.6 Risolvere la disequazione x+1> 2x + 1.
Sol.
La disequazione ha senso solo se x + 1 ⩾ 0 e 2x + 1 ⩾ 0. In questo caso le radici quadrate sono quantità
non negative e quindi, sempre per (6.2) possiamo elevare al quadrato ed ottenere una disuguaglianza
equivalente. La disequazione diventa quindi
x ⩾ −1
x + 1 ⩾ 0
1
2x + 1 ⩾ 0 ⇐⇒ x ⩾ −
2
x + 1 > 2x + 1
x<0
da cui la soluzione è
1
− ⩽ x < 0.
2
−1 − 12 0
x
Può essere utile, per capire se abbiamo correttamente incluso√o non √ incluso i punti di bordo dell’in-
tervallo, fare una verificaqa posteriori. Infatti se x = 0 si ha 1 > 1 che effettivamente non è vero,
mentre se x = − 12 si ha 1
2 > 0 che è vero.
√
y y= 2x + 1
√
y= x+1
4.15
−1 − 1 x
2
▲
√
Esercizio 6.7 Risolvere l’equazione x + 1 = x.
Sol.
L’equazione ha senso solo se x + 1 ⩾ 0 e diventa quindi
(
x+1⩾0
√
x + 1 = x.
√
Ora, affinché x + 1 = x è necessario che x ⩾ 0 (è una condizione che leggiamo dalla equazione, non
è una condizione di esistenza come la precedente, senza la quale l’equazione non ha senso). Quindi
aggiungiamo questa condizione ed otteniamo
x ⩾ −1
x⩾0
√
x + 1 = x.
44
A questo punto, i due membri dell’uguaglianza sono positivi e possiamo elevare al quadrato ottenendo
una uguaglianza equivalente:
x ⩾ −1
x ⩾ −1 x ⩾ −1
x⩾0
x⩾0 ⇐⇒ x ⩾ 0 ⇐⇒ √ √
√
x = 1 − 5 oppure x = 1 + 5 .
x + 1 = x. x + 1 = x2 .
2 2
√ √
Poiché 1− 5
2 < 0, l’unica soluzione è x = 2 .
1+ 5
y = −x y y=x
√
y= x+1
4.16
√
−1 √ 1+ 5 x
1− 5 2
2
▲
√
Esercizio 6.8 Risolvere l’equazione x + 1 = −x2 .
Sol. √
L’equazione ha senso solo se x + 1 ⩾ 0. In questo caso x + 1 ⩾ 0 mentre −x2 ⩽ 0, quindi l’unica
possibilità affinché siano uguali è che siano entrambi nulli. L’equazione diventa
x ⩾ −1
√
x ⩾ −1
1 + x = 0 ⇐⇒ x = −1
2
x=0
x =0
4.17
−1 x
y = −x2
▲
√
Esercizio 6.9 Risolvere la disequazione 2x − 1 < −2x2 .
Sol. √
La disequazione ha senso solo se 2x − 1 ⩾ 0. In questo caso 2x − 1 ⩾ 0 mentre −2x2 ⩽ 0, quindi la
disequazione non ha alcuna soluzione.
45
y √
y= 2x − 1
4.18
1 x
2
y = −2x2
▲
√
Esercizio 6.10 Risolvere la disequazione 2x − 1 ⩾ −2x2 .
Sol. √
La disequazione ha senso solo se 2x − 1 ⩾ 0. In questo caso 2x − 1 ⩾ 0 mentre −2x2 ⩽ 0, quindi la
disequazione è sempre verificata quando ha senso. La soluzione è quindi x ⩾ 21 . ▲
√
Esercizio 6.11 Risolvere la disequazione 1 − x < 2x.
Sol. √
La disequazione ha senso solo se 1 − x ⩾ 0 e in questo caso 1 − x ⩾ 0. Affinché la disequazione
sia verificata è necessario che 2x ⩾ 0, e possiamo aggiungere questa condizione ottenendo il sistema
equivalente
x ⩽ 1
2x ⩾ 0
√
1 − x < 2x.
A questo punto i due membri della disequazione sono positivi e per la (6.2) possiamo elevare al quadrato
ottenendo una disuguaglianza equivalente
x⩽1
x ⩽ 1
x⩾0
x⩾0 ⇐⇒ √ √
x < −1 − 17 oppure x > −1 + 17
1 − x < 4x2 .
8 8
√
e poiché −1+ 17
8 < 1 (provarlo senza calcolatrice) si ottiene che la soluzione della disequazione è
√
−1 + 17
< x ⩽ 1.
8
Schematicamente, si ha:
√ √
−1− 17 −1+ 17
8 0 8 1
x
46
y
√ y = 2x
y= 1−x
4.19
√
−1+ 17 1 x
8
Consiglio: provare per controllo a sostituire i valori di bordo per verificare che le disuguaglianze siano
corrette su quei valori. ▲
√
Esercizio 6.12 Risolvere la disequazione 1 − x ⩾ 2x.
Sol. √
La disequazione ha senso solo se 1 − x ⩾ 0 e in questo caso 1 − x ⩾ 0. A questo punto ci sono due
possibilità in alternativa
1−x⩾0
1−x⩾0
oppure 2x > 0
2x < 0 √
1 − x ⩾ 2x.
Risolviamo i due sistemi separatamente. Il primo ha soluzione
x⩽0
0 1
x
mentre nel secondo, poiché i due membri della terza disequazione sono non negativi, per (6.2) possiamo
elevare al quadrato ed ottenere una disuguaglianza equivalente
1 − x ⩾ 0 x ⩽ 1
0 < x ⩽ 1
2x > 0 √ √
⇐⇒ x > 0 ⇐⇒ −1 − 17 −1 + 17
√ ⩽x⩽ .
1 − x ⩾ 2x. 1 − x ⩾ 4x2
8 8
La soluzione del secondo sistema è quindi
√
−1 + 17
0<x⩽
8
√ √
−1− 17 −1+ 17
8 0 8 1
x
che uniamo alla soluzione del primo sistema ottenendo la soluzione della disequazione iniziale
√
−1 + 17
x⩽ .
8
▲
47
√
3
Esercizio 6.13 Risolvere la disequazione 1 − x2 ⩾ 1 − x.
Sol.
La disequazione ha sempre senso perché la radice è cubica e la funzione 1 − x2 è chiaramente sempre
definita. Inoltre, poiché la funzione f (x) = x3 è strettamente crescente su tutto R, si ha
Si tratta di una disequazione che coinvolge potenze di terzo grado, quindi la strategia non è quella di
sviluppare tutti i conti ma di fattorizzare il più possibile! Quindi
0 ⩽ x ⩽ 1, x ⩾ 3.
0 1 3
x − + + +
x−1 − − + +
x−3 − − − +
x(x − 1)(x − 3) − + − +
▲
√
Esercizio 6.14 Risolvere la disequazione 2x − 1 − x > 1
Sol.
Questa equazione ha senso per 2x − 1 ⩾ 0 e come sempre, essendo coinvolto un modulo, si divide in due
sistemi in alternativa:
2x − 1 ⩾ 0 2x − 1 ⩾ 0
√
√
2x − 1 − x ⩾ 0 oppure 2x − 1 − x < 0
√
√
2x − 1 − x > 1 − 2x − 1 + x > 1
Importante sottolineare che la prima delle tre equazioni di entrambi i sistemi è la condizione di esistenza,
cioè l’insieme dei valori x per cui ha senso la disequazione in esame ed ovviamente deve comparire in
entrambi i sistemi in alternativa. Per il primo sistema:
2x − 1 ⩾ 0
( (
√ 2x − 1 ⩾ 0 2x − 1 ⩾ 0
2x − 1 − x ⩾ 0 ⇐⇒ √ ⇐⇒ √
√
2x − 1 − x > 1 2x − 1 > 1 + x
2x − 1 − x > 1
poiché la terza equazione implica la seconda e quindi possiamo eliminare la seconda equazione. Ora ci
troviamo con una disequazione irrazionale che sappiamo risolvere. Ci sono due possibilità, anche qui in
alternativa:
2x − 1 ⩾ 0
(
2x − 1 ⩾ 0
oppure 1+x⩾0
1+x<0
2x − 1 > (1 + x)2
48
Si ha
x ⩾ 1
(
2x − 1 ⩾ 0
⇐⇒ 2
1+x<0
x < −1
che non ha nessuna soluzione, e poi
1 1
2x − 1 ⩾ 0 x ⩾ x⩾
2 2
1+x⩾0 ⇐⇒ x ⩾ −1 ⇐⇒ x ⩾ −1
2x − 1 > (1 + x)2
2x − 1 > 1 + x2 + 2x
2
x +2<0
2x − 1 ⩾ 0 2x − 1 ⩾ 0
(
√ √ 2x − 1 ⩾ 0
2x − 1 − x < 0 ⇐⇒ 2x − 1 − x < 0 ⇐⇒ √
√
√
2x − 1 − x < −1
− 2x − 1 + x > 1 2x − 1 − x < −1
poiché la terza equazione implica la seconda, che possiamo quindi eliminare. Si ha quindi
2x − 1 ⩾ 0
( (
2x − 1 ⩾ 0 2x − 1 ⩾ 0
√ ⇐⇒ √ ⇐⇒ x − 1 ⩾ 0
2x − 1 − x < −1 2x − 1 < x − 1 √
2x − 1 < x − 1
Qui abbiamo aggiunto una condizione che è indispensabile affinché la disequazione irrazionale abbia
soluzioni. Non è una condizione di esistenza, è una condizione necessaria senza la quale sicuramente
non ci sono soluzioni. L’abbiamo dedotta dalla disequazione stessa. A questo punto, poiché sono tutte
quantità positive, possiamo elevare al quadrato i membri della terza disequazione ottenendo
1 1
2x − 1 ⩾ 0 x ⩾ x ⩾ 2
2
x−1⩾0 ⇐⇒ x ⩾ 1 ⇐⇒ x ⩾ 1
√
2x − 1 < x − 1
2 2
2x − 1 < x + 1 − 2x x − 4x + 2 > 0
1
x ⩾ 2
⇐⇒ x ⩾ 1
√ √
x < 2 − 2 oppure x > 2 + 2
√
Poiché 1
2 <2− 2 < 1, deduciamo che le soluzioni di questo sistema sono
√
x>2+ 2
1 √ √
2 2− 2 1 2+ 2
x
49
√
Lo studio grafico non è completamente evidente, ma si può osservare che 2x − 1 − x > 1 significa
√ √ √ √
2x − 1 − x < −1 oppure 2x − 1 − x > 1 cioè 2x − 1 < x − 1 oppure √ 2x − 1 > x + 1. Siamo
quindi interessati alla parte del grafico della parabola di equazione y = 2x − 1 che non sta tra le rette
di equazione y = x − 1 e y = x + 1, cioè le rette al di sopra e al di sotto di 1 dalla retta di equazione
y = x.
y
y =x+1 y =x−1
√
y = 2x − 1
4.20
√ x
2+ 2
y=x
50
Corso OFA
QUINTA LEZIONE
7 Esponenziale
7.1 Funzioni esponenziali
Fissato un numero a ∈ R, abbiamo visto l’operazione √ di elevamento alla potenza a non ha sempre
b
senso. Ad esempio, se a = −1 e b = 2 allora a = −1, che non è un numero reale. Vogliamo capire
1 b
ab , a > 0, b ∈ R.
√
(ad esempio, hanno senso le scritture 2 2
, π π , etc...).
1
• Se a = 0, allora sappiamo che per b ∈ Q e b > 0 si ha ab = 0b = 0 (ad esempio: 02 = 0, 0 2 = 0,...).
Possiamo estendere la definizione al caso b ∈ R e b > 0 ponendo
0b = 0, b > 0,
mentre per b < 0 tale quantità non è definita (“ non si può dividere per zero”).
• Per a < 0, la situazione è più complicata: anche se b è razionale la quantità ab può non essere
1
definita (ad esempio a− 2 = √1a non è definita per a < 0). Si dimostra inoltre che se a < 0 e b è
irrazionale (cioè b ∈ R \ Q) allora ab non è definita.
Da questa discussione segue che la quantità ab è definita per ogni b ∈ R se e solo se a > 0. Fissato
a > 0, si definisce funzione esponenziale con base a, la funzione
f (x) = ax , x ∈ R.
51
y
y = 2x
5.1
Notiamo dal grafico che la funzione è positiva e crescente, e al crescere di x, la funzione cresce con un
ritmo sempre più rapido.
1 1 1
f (−3) = 2−3 = 213 = 18 , f (−2) = 2−2 = 2 = , f (−1) = 2−1 = , f (0) = 20 = 1, f (1) = 21 = 2,
2 4 2
f (2) = 22 = 4, f (3) = 23 = 8, . . . □
x
1 1
Esempio 7.2 Sia a = 12 , consideriamo cioè g(x) = = x . Il grafico è dato da
2 2
y
1 x
y= 2
5.2
−2
1
Notiamo dal grafico che la funzione è positiva e decrescente. Alcuni valori sono g(−2) = =
2
−1 0
−2 1 −1 1
2−1 = 22 = 4, g(−1) = = 2−1 = 2, g(0) = = 1, . . . □
2 2
x x
Osservazione: si noti che g(x) = 21 = 2−1 = 2−x = f (−x), cioè il grafico di g si ottiene da
quello di f mediante una riflessione rispetto all’asse y. □
Dal punto di vista qualitativo, il grafico di una generica funzione esponenziale è simile ad uno dei
due esempi precedenti.
Fissiamo ora la base a > 0. Allora:
52
• la funzione f (x) = ax è definita per ogni x ∈ R, e f (0) = a0 = 1;
ax ay = ax+y x, y ∈ R (7.1a)
ax
= ax−y x, y ∈ R (si può sempre dividere per ay ) (7.1b)
ay
y
ax = axy x, y ∈ R; (7.1c)
ax bx = (ab)x , x∈R
• inoltre:
– se a = 1, allora ax = 1x = 1;
1 x
– se a < 1, la funzione ax è decrescente (esempio: y = )
2
y y
y = ax y = ax
5.3
a > 1x 0<a<1 x
a) 2x = 8.
Sol. Siccome 8 = 23 , l’equazione è equivalente a 2x = 23 , che è verificata per x = 3. Siccome la
funzione 2x è crescente, x = 3 è l’unica soluzione. ▲
1
b) 3x = .
9
1
Sol. Si ha = 9−1 = 3−2 , quindi l’equazione è equivalente a 3x = 3−2 , perciò l’unica soluzione è
9
x = −2. ▲
c) 2x = 0.
Sol. L’equazione non ha soluzioni poiché 2x ̸= 0 per ogni x ∈ R. ▲
53
d) 257x = 1.
Sol. Per ogni a > 0 e a ̸= 1, l’equazione ax = 1 ha come unica soluzione x = 0. Infatti a0 = 1
e la funzione ax è crescente se a > 1 e decrescente se 0 < a < 1, quindi la soluzione è unica. In
particolare 257x = 1 ⇐⇒ x = 0. ▲
x
1
e) = 4.
2
x x
Sol. Si ha 21 = 2−1 = 2−x . Inoltre 4 = 22 , quindi l’equazione è equivalente a 2−x = 22 , la cui
unica soluzione è −x = 2, cioè x = −2. ▲
f ) 4x − 5 · 2x + 4 = 0.
x 2 2
Sol. Siccome 4x = 22 = 22x = (2x ) , l’equazione è equivalente a (2x ) −5·2x +4 = 0. Sostituendo
y = 2 , l’equazione diventa y − 5y + 4 = 0, che ha come soluzioni y = 1 o y = 4, e si ha
x 2
y = 1 ⇐⇒ 2x = 1 ⇐⇒ 2x = 20 ⇐⇒ x = 0
y = 4 ⇐⇒ 2x = 4 ⇐⇒ 2x = 22 ⇐⇒ x = 2.
Le soluzioni sono quindi x = 0 o x = 2. ▲
g) 9x − 8 · 3x − 9 = 0.
2 2
Sol. Si ha 9x = 32x = (3x ) , quindi l’equazione è equivalente a (3x ) − 8 · 3x − 9 = 0. Sostituendo
t = 3x si ottiene t2 − 8t − 9 = 0, le cui soluzioni sono t = −1 o t = 9. Quindi
t = −1 ⇐⇒ 3x = −1. Impossibile, perché 3x > 0, ∀x ∈ R
t = 9 ⇐⇒ 3x = 9 ⇐⇒ 3x = 32 ⇐⇒ x = 2.
L’unica soluzione è quindi x = 2. ▲
1
h) = 4.
2x
Sol. L’equazione è definita per ogni x ∈ R, e si ha 21x = 4 ⇐⇒ 1 = 4 · 2x ⇐⇒ 1 = 22 · 2x ⇐⇒
1 = 22+x ⇐⇒ 0 = 2 + x, cioè x = −2. In alternativa, si ha 21x = 4 ⇐⇒ (2x )−1 = 4 ⇐⇒ 2−x =
22 ⇐⇒ −x = 2, cioè x = −2. ▲
Esercizio 7.2 Risolvere le seguenti disequazioni
a) 3x < 9.
Sol. Si ha 9 = 32 , quindi la disequazione è 3x < 32 . Siccome la funzione f (x) = 3x è crescente
y y = 3x
2
3 =9
3x
x 2 x
54
▲
x
1
b) < 9.
3
−2 1 −2 1 x 1 −2
Sol. Si ha 9 = 32 = 3−1 , quindi la disequazione è . Siccome la funzione
= 3 3 < 3
x
f (x) = 31 è decrescente
1 x
y
y= 3 1 −2
3 =9
x −2
1 1
5.5 < ⇐⇒ x > −2
3 3
1 x
3
2 x x
x
In alternativa, siccome 13 = 3−x , la disequazione è 3−x < 32 , siccome la funzione f (x) = 3x è
x
crescente, si ha 3−x < 32 ⇐⇒ −x < 2, cioè x > −2. Vediamo un terzo metodo: siccome 13 = 31x ,
la disequazione è 31x < 32 , e siccome 3x > 0 per ogni x ∈ R moltiplicando per 3x si ottiene 1 < 32 · 3x ,
cioè 30 < 32+x . Siccome f (x) = 3x è crescente, si ha 30 < 32+x ⇐⇒ 0 < 2 + x ⇐⇒ x > −2. ▲
c) 4x − 5 · 2x + 4 ⩽ 0.
2
Sol. La disequazione è equivalente a (2x ) − 5 · 2x + 4 ⩽ 0. Ponendo y = 2x , si ottiene y 2 − 5y + 4 ⩽ 0
che è verificata per 1 ⩽ y ⩽ 4. Allora
1 ⩽ y ⩽ 4 ⇐⇒ 1 ⩽ 2x ⩽ 4 ⇐⇒ 20 ⩽ 2x ⩽ 22 ⇐⇒ 0 ⩽ x ⩽ 2 (perché 2x è crescente).
▲
x x
d) 9 − 8 · 3 − 9 > 0.
2
Sol. La disequazione è (3x ) − 8 · 3x − 9 > 0. Ponendo t = 3x allora è equivalente a t2 − 8t − 9 > 0,
che è verificata per t < −1 o t > 9. Siccome
t < −1 ⇐⇒ 3x < −1. Impossibile, perché 3x > 0, ∀x ∈ R
t > 9 ⇐⇒ 3x > 9 ⇐⇒ 3x = 32 ⇐⇒ x = 2.
Quindi le soluzioni sono x > 2. ▲
2x x
2 −2
e) ⩾ 0.
3x − 3
Sol. La condizione di esistenza è 3x − 3 ̸= 0, cioè x ̸= 1.
Studiamo individualmente numeratore e denominatore.
22x − 2x ⩾ 0 ⇐⇒ 22x ⩾ 2x ⇐⇒ 2x ⩾ x ⇐⇒ x ⩾ 0
3x − 3 > 0 ⇐⇒ 3x > 3 ⇐⇒ x > 1.
Si ottiene quindi x ⩽ 0 o x > 1.
55
0 1
+ − +
8 Logaritmi
8.1 Funzioni logaritmiche
Abbiamo visto finora equazioni e disequazioni esponenziali “semplici”, nelle quali è possibile cioè ri-
condursi ad un’unica base (ad esempio: 2x = 4 ⇐⇒ 2x = 22 ⇐⇒ x = 2). Consideriamo ora
l’equazione
2x = 5.
Dal grafico della funzione f (x) = 2x sembra essere un valore di x che risolve tale equazione; non è però
possibile scrivere “ad occhio” 5 come una potenza di 2.
y
y = 2x
5.6
x x
Per risolvere tale equazione, introduciamo il concetto di logaritmo, che può essere definito come funzione
inversa della funzione esponenziale. Più precisamente, fissato a > 0 con a ̸= 1 e y > 0, allora definiamo
il logaritmo in base a di y, che denotiamo con loga y, come l’unica soluzione dell’equazione
y y = ax
y
5.7 ax = y
loga y x
Perciò
x = loga y ⇐⇒ ax = y,
oppure, scambiando x e y:
y = loga x ⇐⇒ ay = x. (8.1)
56
Esempio 8.1 Risolviamo le seguenti equazioni
2x = 5 ⇐⇒ x = log2 5.
• Il grafico di y = loga x si può ottenere dal grafico di y = ax per simmetria rispetto alla retta
y = x.
y y = loga x, a > 1 y
y = loga x, 0 < a < 1
5.8 1 x 1 x
loga 1 = 0, loga a = 1.
Infatti,
loga 1 = y ⇐⇒ ay = 1 ⇐⇒ ay = a0 ⇐⇒ y = 0
loga a = t ⇐⇒ at = a ⇐⇒ t = 1.
aloga x = x, x>0
loga ax = x, x ∈ R.
57
• log a1 x = − loga x. Infatti
y
1
log x = y ⇐⇒
1 = x ⇐⇒ a−y = x ⇐⇒ −y = loga x ⇐⇒ y = − loga x.
a a
In particolare le proprietà dei logaritmi con base 0 < a < 1 si possono dedurre da quelle dei
logaritmi in base a > 1 (ad esempio, log 21 x = − log2 x).
• Le seguenti proprietà dei logaritmi si possono dedurre dalle analoghe proprietà dell’esponenziale.
Siano a > 0, a ̸= 1, b > 0, b ̸= 1, x > 0, x1 > 0 e x2 > 0. Allora
loga (x1 x2 ) = loga x1 + loga x2 (8.2a)
x1
loga = loga x1 − loga x2 (8.2b)
x2
loga (xα ) = α loga x, α∈R (8.2c)
loga x
logb x = . (8.2d)
loga b
Proviamo ad esempio la (8.2a). Dalla proprietà (7.1a) dell’esponenziale, sappiamo che
x1 x2 = aloga x1 aloga x2 = aloga x1 +loga x2
usando la (8.2c)
= 3 log2 2 = 3 · 1 = 3.
In un altro modo
log2 8 = log2 (2 · 2 · 2)
Osservazione: le basi più usate per il logaritmo sono 10 ed e = 2,71828 . . . Il numero e è irrazionale
ed è una costante notevole, che si incontrerà studiando il calcolo infinitesimale e i numeri complessi.
Per indicare i logaritmi in queste basi esistono due convenzioni diverse:
log10 x = Log x, loge x = log x (convenzione usata dai matematici in università)
oppure
58
8.3 Equazioni e disequazioni esponenziali (II)
Esercizio 8.1 Risolvere le seguenti equazioni e disequazioni.
(a) 2x = 3.
Sol. L’equazione è equivalente a 2x = 2log2 3 per cui la soluzione è x = log2 3. ▲
(b) 2x ⩽ 3.
Sol. Siccome la funzione log2 x è crescente, si ha
▲
x
1
(c) ⩽ 3.
2
Sol. Siccome log 12 (x) è decrescente, si ha
x x
1 1
⩽ 3 ⇐⇒ log 12 ⩾ log 21 3 ⇐⇒ x ⩾ log 21 3 ⇐⇒ x ⩾ − log2 3.
2 2
(e) 9x − 11 · 3x + 18 < 0.
Sol. La disequazione è equivalente a (3x ) 2 − 11 · 3x + 18 < 0. Ponendo t = 3x , si ottiene
t2 − 11t + 18 < 0, che ha come soluzioni 2 < t < 9, ovvero 2 < 3x < 9. Siccome 2 = 3log3 2 , 9 = 32
e log3 (x) è una funzione crescente, 2 < 3x < 3 ⇐⇒ log3 2 < x < 2. ▲
5 −5
log x + 1 = 3 log x + 6 ⇐⇒ log x = − ⇐⇒ x = e 2 (accettabile).
2
È possibile risolvere l’equazione con metodi alternativi, per esempio ponendo y = log x. ▲
59
(b) 2 log(x + 2) = log(4 − x).
Sol. Le condizioni di esistenza sono x + 2 > 0 e 4 − x > 0, quindi −2 < x < 4. Utilizzando le
proprietà del logaritmo, si ottiene
2 log(x + 2) = log(4 − x) ⇐⇒ log(x + 2)2 = log(4 − x) ⇐⇒ (x + 2)2 = 4 − x
x = 0 (accettabile)
⇐⇒ x2 + 4x + 4 = 4 − x ⇐⇒ x2 + 5x = 0
x = −5 (non accettabile),
quindi la soluzione è x = 0. ▲
log(1 + 8x)
(c) = 2.
log(3x)
Sol. Le condizioni di esistenza sono 1 + 8x > 0, 3x > 0 e log(3x) ̸= 0, cioè x > − 18 , x > 0 e 3x ̸= 1,
quindi x > 0 e x ̸= 31 . Per tali x, l’equazione è equivalente a
xLa condizione di esistenza è 3 − x > 0, cioè x < 3. Per tali valori, applicando la funzione
Sol.
1
, che è decrescente, si ottiene
2
3
1 1 23
log 12 (3 − x) > 3 ⇐⇒ 3 − x < ⇐⇒ 3 − x < ⇐⇒ x > .
2 8 8
23
La soluzioni sono quindi < x < 3.
8
In alternativa, siccome log 21 x = − log2 x e la funzione log2 x è crescente, si ha
1 23
log 12 (3−x) > 3 ⇐⇒ − log2 (3−x) > 3 ⇐⇒ log2 (3−x) < −3 ⇐⇒ 3−x < 2−3 = ⇐⇒ x > .
8 8
▲
60
(c) log log(2x − 5) < 0.
Sol. Le condizioni di esistenza sono
x > 52 x > 52
2x − 5 > 0
⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ x > 3.
log(2x − 5) > 0 2x − 5 > 1 x>3
Per tali valori, e ricordando che log x = loge x è una funzione crescente (e = 2,71828 . . .), si ha
e+5
log log(2x − 5) < 0 ⇐⇒ log(2x − 5) < e0 = 1 ⇐⇒ 2x − 5 < e1 = e ⇐⇒ x <
.
2
5+e 5+e
Le soluzioni sono 3 < x < perché 3 < , verificare che è effettivamente vero . ▲
2 2
61
62
Corso OFA
SESTA LEZIONE
9 Geometria analitica nel piano
9.1 Punto medio e distanza tra due punti
Dati due punti A(xA ; yA ), B(xB ; yB ) nel piano cartesiano, il punto medio M del segmento AB è il punto
che ha coordinate
y
yB B
xA + xB yA + yB M
xM =
yM =
2 2
6.1 yM =
y A + yB yA A
2
xA + xB x
xA xM = xB
2
Dati due punti A e B nel piano cartesiano, la distanza AB si calcola sfruttando il teorema di Pitagora:
y
yB B
|yB − yA |
p
6.2 AB = (xB − xA )2 + (yB − yA )2 A
yA
|xB − xA |
xA xB x
Esercizio 9.1 Dati i punti A(3; 1) e B(1; −2), determinare la lunghezza del segmento che li unisce ed
il punto medio del segmento.
Sol.
63
√ √
La lunghezza è AB = (1 − 3)2 + (−2 − 1)2 = (−2)2 + (−3)2 = 4 + 9 = 13. Il punto medio M
p p
è dato da
y
A
1
3+1
xM =
=2
2
6.3 1 2 3 x
y = 1 − 2 = −1
−1 M
M
2 2
B
−2
▲
Esercizio 9.2 Trovare sull’asse y un punto P equidistante da A(2; −1) e B(3; 1).
Sol.
Siccome appartiene all’asse y, il punto P ha coordinate (0; y). Imponiamo P A = P B:
p p
(−2)2 + (y + 1)2 = (−3)2 + (y − 1)2
⇐⇒ 4 + (y + 1)2 = 9 + (y − 1)2 ⇐⇒ 4 + y
2 + 2y + 1A = 9 + y
2 − 2y + 1A
5
⇐⇒ 4y = 5 ⇐⇒ y = .
4
Quindi il punto P ha coordinate 0; 54 .
y
2
P
B
1
6.4
1 2 3 x
−1
A
9.2 La circonferenza
La circonferenza di centro C(x0 ; y0 ) e raggio r > 0 è l’insieme dei punti del piano la cui distanza da C
è pari ad r. Quindi il punto P (x; y) appartiene a tale circonferenza se e solo se
p
(x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r,
e, siccome i due membri di questa equazione sono positivi, possiamo elevare al quadrato e scrivere
l’equazione della circonferenza nella ben nota forma
y
6.5 (x − x0 )2 + (y − y0 )2 = r2 r
y0
C(x0 ; y0 )
x0 x
64
Esempio 9.1 (a) x2 + y 2 = 4 è l’equazione di una circonferenza di centro O(0; 0) e raggio r = 2.
√ √
(b) (x − 1)2 + (y + 2)2 = 8 è l’equazione di una circonferenza di centro C(1; −2) e raggio r = 8 = 2 2.
6.6 x x
√
y = − 4 − x2
10 Trigonometria
10.1 Misurazione degli angoli in radianti
Consideriamo la circonferenza di centro l’origine e raggio r. Sia A il punto della circonferenza sulla
parte positiva dell’asse x. Sia P un punto sulla circonferenza e α la misura dell’angolo AOP
[.
α
6.7 O A x
65
• l’angolo misurato in gradi (α = 30◦ , 90◦ , . . . );
⌢
• la lunghezza ℓAP dell’arco di circonferenza AP ;
1
· 2πr π
Esempio 10.1 • Se α = 90◦ , allora in radianti si ha α = 4
= .
r 2
1
· 2πr π
• Se α = 45◦ , allora in radianti si ha α = 8
= .
r 4
1
· 2πr
• Se α = 180◦ , allora in radianti si ha α = 2
= π.
r
2πr
• Se α = 360◦ , allora in radianti si ha α = = 2π.
r
□
Si noti dagli esempi precedenti che la misura dell’angolo in radianti non dipende dal raggio della
circonferenza. Per ottenere la conversione tra gradi e radianti, si osservi la proporzione
π
α = 30◦ =
6
αradianti 2π
= α
6.8 αgradi 360◦ x
66
y y
P P
ℓAP ℓ′AP
α α′
6.9 O A x O A x
Quindi α e α + 2π identificano entrambi il punto P e sono due misure (diverse) dello stesso angolo
geometrico. Possiamo iterare questa osservazione e dedurne che α e α+2kπ, per ogni k ∈ Z, identificano
lo stesso punto P della circonferenza goniometrica. Ad esempio
7 5 3 π
π è equivalente a − π π è equivalente a −
6 6 2 2
π 11
−π è equivalente a π − è equivalente a π.
6 6
Si noti che, implicitamente, abbiamo contato le lunghezze positive se la circonferenza viene percorsa in
senso orario e negative se la circonferenza viene percorsa in senso antiorario; quindi, avendo un segno,
la quantità ℓAP non è esattamente una lunghezza (si chiama un’ascissa curvilinea). □
α
6.10 A′ (−1; 0) O A(1;x0)
B ′ (0; −1)
67
Le seguenti proprietà di cos α e sin α sono immediate:
cos2 α + sin2 α = 1,
1
α | sin α|
6.11 O | cos α| x
È chiaro che le quantità cos α e sin α dipendono dall’angolo α; più precisamente si dice che sono funzioni
di α. Utilizzando la variabile x al posto di α, si può mostrare che il grafico della funzione cos x è dato
da:
y
1 y = cos x
−π π
6.12
−2π 3π −
π π 3π 2π x
− 2 2
2 −1 2
Dalla circonferenza goniometrica e dal grafico della funzione, si nota che la funzione cos x è pari :
∀x ∈ R, cos(−x) = cos x.
Di nuovo, dalla circonferenza goniometrica e dal grafico della funzione, si nota che la funzione sin x è
dispari :
∀x ∈ R, sin(−x) = − sin x.
68
Osserviamo infine che le funzioni cos x e sin x sono definite per ogni x ∈ R e che sono funzioni periodiche
di periodo 2π:
∀x ∈ R, cos(x + 2π) = cos x, sin(x + 2π) = sin x.
Ciò corrisponde al fatto che le misure x e x + 2π identificano lo stesso angolo geometrico e quindi
lo stesso punto P sulla circonferenza goniometrica. Iterando lo stesso procedimento avanti e indietro
(cos(x) = cos(x − 2π + 2π) = cos(x − 2π), . . . ), si osserva che
T (1; tan α)
6.14
α A(1; 0)
O x
△ △
Sia Q la proiezione del punto sull’asse x. I triangoli P OQ e T OA sono simili e questo conduce alla
relazione
tan α sin α sin α
T A : OA = P Q : OQ ⇐⇒ = ⇐⇒ tan α = .
1 cos α cos α
Il grafico della funzione tan x è dato da:
y
3π π π 3π y = tan x
− −
−2π 2 −π 2 2 π 2 2π
6.15 x
Si noti che
69
• la quantità tan x non è definita dove si annulla cos x, ossia per
π
x= + kπ, k ∈ Z;
2
• la funzione tan x è periodica di periodo π:
π
∀x ∈ R, x ̸= + kπ, tan(x + π) = tan x.
2
Esercizio 10.1 Mostrare che la funzione tan x è una funzione dispari.
Sol.
Di fatto, questo succede perché la funzione tan x è il rapporto tra una funzione dispari (sin x) e una
funzione pari (cos x). Infatti si ha,
π sin(−x) − sin x
∀x ∈ R, x ̸= + kπ, tan(−x) = = = − tan x.
2 cos(−x) cos x
▲
Osservazione: in maniera analoga alla tangente, si può definire la funzione cotangente come
cos x 1
cotan x = = .
sin x tan x
□
π π
3 6
1 1 1 √
3
2
6.16
π π π
3 3 3
1 1
2
1
√ π π
2 4 1 4 √
2
1 1 1
6.17 2
π π
4 4
√
1 1 2
2
70
Più in generale, vale la seguente tabella:
α cos sin tan
0 √1 0 √0
π 3 1 3
6 2 2 3
√ √
π 2 2
1
4 2 2
√
π 1 3 √
3
3 2 2
π
0 1 non def.
2
I valori di cos α, sin αe tan α per i multipli degli angoli precedenti (cioè, ad esempio, α = 23 π, 34 π, 56 π,
. . . ) si deducono dai precedenti con opportune considerazioni di simmetria, o usando le identità notevoli
che vedremo nella prossima sezione. Ad esempio, se α = 56 π, allora nella circonferenza goniometrica si
ha:
y
√ √
3 1 3 1
− 2 ; 2 2 ; 2
5π/6
6.18 π/6
x
71
Esercizio 10.2 Dimostrare le equazioni (10.2a)–(10.2d) a partire dalle equazioni (10.1a) e (10.1b).
Sol.
Abbiamo
dalla (10.1a)
che è la (10.2a).
dalla (10.1b)
che è la (10.2b).
cos(2α) = cos(α + α)
che è la (10.2c).
sin(2α) = sin(α + α)
che è la (10.2d).
Le formule (10.2a)–(10.2d) NON devono essere imparate a memoria (uno si deve ricordare la lo-
ro esistenza e saperle ritrovare velocemente). In compenso è difficile fare a meno della (10.1a) e
della (10.1b).
72
10.5 Equazioni e disequazioni trigonometriche
π
Esercizio 10.3 Dimostrare che per ogni x ∈ R, vale sin 2 − x = cos x.
Sol. π π π
sin − x = sin cos x − cos sin x = 1 · cos x − 0 · sin x = cos x.
2 2 2
y
y = cos x
6.19 x
y = sin x
L’identità si può anche dimostrare usando la simmetria di asse la prima bisettrice nella circonferenza
goniometrica. ▲
sin x = sin(π − x)
π−x
x x
6.20 x
Esercizio 10.5 Dimostrare che la funzione tan x è periodica di periodo π, cioè che per ogni x ∈ R,
x ̸= π2 + kπ, vale tan(x + π) = tan x.
Sol.
sin(x + π) sin x cos π + cos x sin π − sin x sin x
tan(x + π) = = = = = tan x.
cos(x + π) cos x cos π − sin x sin π − cos x cos x
Di nuovo, graficamente si può osservare perché la retta corrispondente all’angolo x e quella corrispon-
dente all’angolo x + π sono le stesse, quindi il punto T è lo stesso e quindi la tangente è la stessa.
▲
73
Sol.
Se x ∈ [0, 2π) allora sin x = 1
per x = π
e x = 65 π = π − π
.
2 6 6
1
y= 2
5
6π π
6.21 6 (10.3)
x
Siccome la funzione sin è periodica di periodo 2π, per ottenere tutte le soluzioni dell’equazione dobbiamo
aggiungere i multipli di 2π. Le soluzioni sono quindi
π 5
x= + 2kπ, x= π + 2kπ, k ∈ Z.
6 6
▲
Esercizio 10.7 Risolvere l’equazione sin2 x − cos2 x + 3 sin x − 1 = 0 con x ∈ [0, 2π).
Sol.
Siccome cos2 x = 1 − sin2 x, l’equazione è equivalente a 2 sin2 x + 3 sin x − 2 = 0. Ponendo y = sin x, si
ottiene 2y 3 + 3y − 2 = 0 che ha come soluzioni y = −2, y = 21 .
Se y = −2, allora sin x = −2, mai verificata.
Se y = 12 , allora sin x = 12 , cioè x = π6 o x = 56 π. ▲
√
3
Esercizio 10.8 Risolvere la disequazione cos x ⩽ 2 con x ∈ R.
Sol. √
Per x ∈ (−π, π], l’equazione cos x = 23 è verificata per x = ± π6 , cioè considerando, gli x ∈ [0, 2π), per
x = π6 o x = 11
6 π. Quindi in [0, 2π) la disequazione è verificata per
√
3
y x= 2
11
6 π
π 11 π
6.22 ⩽x⩽ π 6
6 6 x
e quindi su R per
π 11
+ 2kπ ⩽ x ⩽ π + 2kπ, k ∈ Z.
6 6
▲
74
Esercizio 10.9 Risolvere l’equazione tan x = 1 con x ∈ R.
Sol.
Per x ∈ [0, 2π), l’equazione è soddisfatta per x = π4 e x = π
4 +π = 5
4 π. Siccome la funzione tan è
periodica di periodo π, le soluzioni su R sono date da
y
(1; 1)
5
4π π
π
6.23 x= + kπ, k ∈ Z. 4
4 x
y
1
y= 2
6.24 π
− 2π 5π π 5π π
+ 2πx
6 6 − 2π 6 6 6
y = sin x
▲
1
Esercizio 10.11 Risolvere la disequazione sin x < 2 con x ∈ R.
Sol.
Osservando la circonferenza goniometrica (10.3), si ricava che nell’intervallo [0, 2π) le soluzioni sono
π 5
0<x< o π < x < 2π,
6 6
quindi le soluzioni per x ∈ R sono date da
π 5
2kπ < x < + 2kπ o π + 2kπ < x < 2π + 2kπ = 2(k + 1)π, k ∈ Z.
6 6
Si nota che l’intervallo [0, 2π) non è un buon intervallo “di base” per questa disequazione perché l’arco
di circonferenza goniometrica che risolve la disequazione sin x < 12 è “spezzato” da questo intervallo di
75
base. Come soluzione alternativa, si può vedere che per x ∈ − 32 π, π2 le soluzioni della disequazione
sono
7 π
− π<x<
6 6
e quindi, per x ∈ R,
7 π
− π + 2kπ < x < + 2kπ, k ∈ Z.
6 6
▲
Esercizio 10.12 Risolvere l’equazione cos2 x + 3 sin2 x + cos x − 2 = 0 con x ∈ [0, 2π).
Sol.
Siccome sin2 x = 1 − cos2 x, l’equazione è equivalente a −2 cos2 x + cos x + 1 = 0. Sostituendo y = cos x,
si ottiene −2y 2 + y + 1 = 0 che ha come soluzioni y = 1 e y = − 21 .
Se y = 1, allora cos x = 1, cioè x = 0.
Se y = − 12 , allora cos x = − 12 , cioè x = 23 π o x = 43 π.
Le soluzioni sono quindi x = 0, x = 23 π o x = 34 π. ▲
√
Esercizio 10.13 Risolvere l’equazione 3 sin x − 3 cos x = 0 con x ∈ [0, 2π).
Sol.
Osserviamo che se cos x = 0, allora sin x = ±1 e √
l’equazione non è soddisfatta. Possiamo quindi supporre
cos x ̸= 0 e l’equazione è equivalente a tan x = 33 che è soddisfatta per x = π6 e x = π6 + π = 76 π. ▲
Osservazione: le (dis)equazioni precedenti coinvolgono solo valori notevoli delle funzioni trigonome-
triche elementari. Chiaramente, questo è un caso particolare; il caso generale porta a introdurre le
cosiddette funzioni trigonometriche inverse (arccos, arcsin, arctan, . . . ) che non saranno trattate in
questo corso. La situazione è simile a quanto visto (ad esempio) nello studio delle equazioni esponenziali:
è possibile risolvere alcune equazioni “ad occhio” (ad esempio 2x = 4 ⇐⇒ x = 2), ma per equazioni più
generali è stato necessario introdurre le funzioni logaritmiche, cioè le inverse delle funzioni esponenziali
(ad esempio 2x = 3 ⇐⇒ x = log2 3). □
76