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FILOSOFIA 14/01/2021

Il prospettivismo
L’esistenza di angoli prospettici diversi, cioè di diverse interpretazioni dei fatti. Nelle considerazioni
inattuali dice che i fatti in sé sono stupidi e ciò che conta è l’interpretazione dei fatti, che è diversa
in ogni singolo individuo per cui vi sono innumerevoli interpretazioni. Critica il positivismo che
assolutizzava i fatti. Dicendo che vi sono innumerevoli sensi non vuole assolutizzare l’io alla
maniera idealistica come Hegel. Per Nietzsche non esistono punti di riferimento
dell’interpretazione perché anche colui che interpreta è soggetto a interpretazione. L’io per
Cartesio è sostanza pensante e diventa punto di riferimento (cogito). Per Nietzsche invece l’io
deriva da un’abitudine grammaticale, che fa corrispondere a un fatto uno che compie quel fatto.
L’io non può essere assolutizzato perché anche l’io deve essere interpretato.
Dice che il mondo è caotico e l’interpretazione dei fatti stabilisce un ordine. È paragonato a Kant,
secondo cui il disordine trova una forma di ordine attraverso gli a priori presenti fin dalla nascita
che ci permettono di ordinare i dati sensibili. Tuttavia, per Kant la verità è immutabile in quanto
tutti gli uomini hanno le stesse forme a priori (spazio, tempo e le dodici categorie), dunque quella
è la chiave di lettura e non cambia da uomo a uomo. Per Nietzsche ogni interpretazione è
differente dalle altre perché si basa sui bisogni, di conseguenza è mutevole perché i bisogni sono
molteplici e si manifestano con maggiore o minore forza a seconda dei soggetti. Dunque, tutto ciò
che chiamiamo verità è illusione. L’illusione diventa abitudine e assume l’aspetto di una verità
oggettiva.

Il superuomo e la fedeltà alla terra


Nietzsche racconta di Zarathustra che giunge a una città vicina e incontra una massa di popolo al
mercato, che era lì perché stava aspettando l’esibizione di un funambolo. Parla alla folla e dice: “io
vi insegno il superuomo, l’uomo deve essere superato, ma voi che cosa avete fatto per superare
l’uomo. Tutti gli esseri hanno creato un essere superiore, voi invece volete tornare indietro
piuttosto che superare il superuomo?”. Considerando l’uomo e la scimmia, questa rappresenta un
ghigno o una vergogna dolorosa, perché la scimmia è inferiore all’uomo così come l’uomo è
inferiore rispetto al superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna. Dice che ancora oggi l’uomo
è più scimmia di qualsiasi scimmia perché non fa niente per realizzare il superuomo. Anche l’uomo
più saggio non è altro che pianta e spettro.
Il superuomo è il senso della terra perché dà senso alle cose. Zarathustra sta constatando che non
c’è la consapevolezza del superuomo perché l’uomo non fa niente per realizzarlo. “Nell’uomo c’è
del verme”. Dice di non credere a coloro che parlano dell’aldilà. Coloro sono diffusori di veleno
perché impediscono di vivere la vita nella massima pienezza, sono moribondi perché non vivono a
pieno la vita, non si realizzano perché ripongono il senso della vita nell’aldilà. Un tempo il
sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio. Ma con la morte di Dio sono morti tutti i sacrileghi.
Commettere un sacrilegio nei suoi confronti non esiste perché Dio è morto e non esistono
neanche i sacrileghi. Oggi esiste il sacrilegio contro la terra, perché non si vive a pieno la vita.
In passato l’anima veniva esaltata e il corpo denigrato. In realtà era da denigrare anche l’anima
perché considerando il corpo con disprezzo anche l’anima doveva essere disprezzata. Il corpo
dell’anima non manifesta altro che indigenza e feccia e miserabile benessere. È un fiume sporco e
per poter purificarlo occorre che il fiume si immerga nel mare, che è grande e riesce a dissolvere
l’immondizia del fiume. Allo stesso modo il superuomo sarà in grado di dissolvere tutto il negativo
dell’uomo.

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