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Le prime difficoltà hanno origine dal fatto che viene occultato il senso del dovere e, con esso,
l’affidabilità, la capacità di giudizio, il senso di realtà. Ma è proprio questo il punto: i limiti della
nostra coscienza sono chiamati a dissolversi al suo cospetto, il perimetro fatto di tutto ciò che ci
definisce e ci sorregge necessita, durante il transito, di perdere la sua forma, plasmandosi di nuove e
superiori sensazioni, emozioni, esperienze. Nettuno mina la nostra reale identità, quantomeno per
come fino a un dato momento l’abbiamo conosciuta, ci da un senso di smarrimento, confonde,
disorienta. Ma può anche farci sentire in completa simbiosi con l’intero universo. Può rendere
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ciechi o attivare una vista da leopardo, coinvolgere in affari loschi o renderci missionari di tutto
rispetto, farci provare l’ebbrezza di sapori stupefacenti o allinearci con la natura e i suoi prodotti
alternativi. Ci scoraggia mostrandoci la nostra inutilità, o al contrario ci innalza rendendoci capaci
di grandi cose. Amplifica i nostri sensi e le nostre capacità percettive, diventiamo capaci di grandi
intuizioni accompagnate talvolta da ideali fantastici. Lascia il passo alle nostre attitudini artistiche e
a quella parte meravigliosa e geniale che risiede in noi e che merita di essere riconosciuta,
soprattutto se a giovarne non siamo gli unici ma possiamo condividerla col mondo. È chiaro quanto
possa essere complesso questo meccanismo, poiché richiede di abbassare la guardia a favore di tutta
una serie di elementi che necessita di ascendere e trovare spazio poiché una nostra parte, seppur non
consapevole, lo richiede a gran voce.
Nettuno impiega circa 164 anni per percorrere l’intero Zodiaco. Questo significa che durante la vita
dell’individuo attraverserà circa mezzo emisfero:
- a circa 26/28 anni forma il sestile, precedendo di poco il primo ritorno di Saturno;
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- a circa 53/55 anni forma il trigono, in prossimità del trigono di Urano;