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10 Proteine
10 Proteine
PROTEINE
Le proteine (dal greco proteios=primo o primario, per
sottolinearne l’importanza negli organismi viventi) sono
sostanze quaternarie, composte cioè da 4 elementi
fondamentali: C-O-H-N.
L’azoto alimentare si trova per la quasi totalità sotto forma
di proteine, che a loro volta costituiscono la normale fonte
di azoto per l’organismo umano che attraverso il processo di
digestione e assorbimento è adattato a utilizzare al meglio
questa fonte.
PROTEINE
• Le proteine sono macromolecole formate da catene
di amminoacidi (aa) della serie L uniti tra loro dal
legame peptidico (legame covalente).
• Gli aa che entrano nella formazione della catena
peptidica sono gli stessi 20 per tutti gli organismi
viventi.
essenziali
non essenziali
Questa classificazione informa su quali siano gli
amminoacidi che devono essere assunti con la dieta e
quali quelli che possono essere sintetizzati dall’organismo.
Sono comunque tutti necessari per la sintesi proteica
CLASSIFICAZIONE NUTRIZIONALE
Flusso in uscita: c
c: amminoacidi avviati al Pool di
catabolismo con conseguente escrezione
produzione di urea
d: amminoacidi indirizzati verso la
sintesi delle proteine corporee
CARATTERISTICHE DEL TURNOVER
PROTEICO
è esteso: tutte le proteine sono soggette a turnover
• Varia per i diversi organi e tessuti (più rapido per gli organi
interni, in particolare intestino e fegato, più lento per i
muscoli)
Proteina Tasso di turnover
Enzimi 7-10 minuti
Fegato 10 giorni
Plasma 10 giorni
Emoglobina 120 giorni
Muscoli 180 giorni
Collagene 1000 giorni
FUNZIONE FISIOLOGICA DEGLI AMMINOACIDI
sono i monomeri che costituiscono le proteine (funzione
plastica, costruttiva)
possono dare origine ad altri composti con funzioni
biologiche specifiche (funzione regolatoria)
possono fornire energia. Questa via (gluconeogenesi)
entra in funzione quando l’apporto di energia fornito da
carboidrati e lipidi è insufficiente (funzione energetica)
Il catabolismo degli amminoacidi fornisce energia
attraverso il ciclo di Krebs, ma ha una minore resa in ATP
rispetto ai carboidrati o ai lipidi, in quanto occorre
eliminare urea, per la cui sintesi si spendono 3 ATP
METABOLISMO DEGLI AMINOACIDI
Chetogenico
Acetil-CoA
g
g ENERGIA
Proteine Aminoacidi
corporee
Intermedi del
ciclo di Krebs
Purine Neurotrasmettitori
Pirimidine Fosfolipidi
Riserve di
Porfirine Coenzimi glicogeno
Tiroxine Altri composti
azotati Glucogenico
TRANSAMINAZIONE
DOVE GLI AMINOACIDI ENTRANO NEL CICLO DI KREBS
Prodotti fisiologicamente importanti del metabolismo di
alcuni amminoacidi
AA Precursore Prodotto Funzione
Cisteina, glicina, ac.
Glutatione Difesa antiossidante
glutammico
Glicina, arginina Creatina Funzione muscolare
Sali biliari, funzione
Cisteina Taurina
muscolare, SNC
Neurotrasmettitore, ormone
Fenilalanina Catecolammine, tiroxina
tiroideo
Triptofano Serotonina Neurotrasmettitore
COMPOSTI AZOTATI NON PROTEICI CON FUNZIONI
BIOLOGICHE SPECIFICHE (I)
• Glutatione (ac. Glu-Cys-Gli): scavenger di radicali,
importante antiossidante. Importante anche per i
sistemi di detossificazione.
• Taurina: deriva dalla cisteina, ed è un costituente dei
sali biliari (digestione dei grassi), ma anche
concentrata nella muscolatura scheletrica e nel SNC,
dove agisce come neuromodulatore. Si calcola che il
25% del fabbisogno di cisteina sia dovuto alla
produzione di taurina
• Creatina: si forma da glicina e arginina. Sotto forma
di creatina-fosfato, è concentrata nel muscolo e nel
SNC dove funziona come riserva energetica
COMPOSTI AZOTATI NON PROTEICI CON
FUNZIONI BIOLOGICHE SPECIFICHE (II)
L’urea è la forma principale di eliminazione dei gruppi amminici che derivano dagli aa.
Dal fegato l’urea diffonde nel sangue attraverso il quale raggiunge i reni
UREA
CREATININA
ACIDO URICO
IONE AMMONIO
AMINOACIDI CATABOLISMO
Secrezioni intestinali
FABBISOGNO DI AMMINOACIDI
ESSENZIALI
Varia molto a seconda dell’età: è massimo nei
primi mesi di vita, cala lentamente con
l’accrescimento, raggiunge il valore minimo
nell’adulto a causa della diminuita sintesi di
nuovi tessuti
Il cibo che si deve garantire ai neonati e ai
bambini deve essere ricco di proteine di alto
valore biologico
Da questo punto di vista l’alimentazione
dell’adulto può essere diversa, in quanto è
minore il fabbisogno di amminoacidi
essenziali
FABBISOGNO GIORNALIERO DI
PROTEINE (g/Kg/die)
VALORE NUTRIZIONALE DELLE
PROTEINE
Una volta definito il bisogno quantitativo in proteine
occorre sapere quale deve essere la qualità di queste
proteine, cioè la loro composizione in amminoacidi
Per valore nutrizionale o qualità biologica di una
proteina si intende la sua capacità di soddisfare le
esigenze fisiologiche dell’organismo
Si definiscono proteine complete o nobili quelle che
contengono tutti gli amminoacidi essenziali in quantità
e rapporti reciproci corretti per garantire il bilancio
dell’azoto
Una proteina viene detta incompleta se non contiene
tutti gli amminoacidi essenziali. Diete basate
sull ’ assunzione di proteine incomplete, anche se
soddisfacenti dal punto di vista calorico, possono
portare a malnutrizione
VALORE NUTRIZIONALE DELLE
PROTEINE
Dipende da due componenti:
Contenuto di amminoacidi essenziali – INDICE CHIMICO
(chemical/aminoacid score) Punteggio chimico attribuito ad
una proteina in funzione del contenuto % di ciascun
amminoacido essenziale rispetto ad una proteina di
riferimento (ad es. mix di amminoacidi essenziali presente
nelle proteine dell’uovo)
Digeribilità della proteina e biodisponibilità dei suoi
amminoacidi. La digeribilità dipende dalla presenza di fibra
o di inibitori di enzimi proteolitici compresenti nell’alimento.
Proteine di origine animale sono digerite meglio (95%) di
quelle di vegetali non raffinati o di legumi (85%).
Biodisponibilità degli amminoacidi può variare a seconda
del trattamento cui è sottoposto l’alimento
VALORE NUTRIZIONALE DEGLI ALIMENTI
La reazione immunitaria responsabile della malattia, avviene quando alcuni peptidi del glutine
(in particolare la gliadina) non subiscono degradazione proteolitica da parte degli enzimi
digestivi nel lume intestinale e riescono ad oltrepassare la barriera epiteliale dell’intestino
raggiungendo la lamina propria della mucosa.
Una volta giunta nella lamina propria, la gliadina interagisce con la transglutaminasi tissutale
(tTG), un enzima che catalizza una reazione di deamidazione, convertendo la glutammina in
acido glutammico. Questo aumenta la sua immunogenicità, facilitandone il legame alle
molecole HLA-DQ2 e HLA-DQ8 di cellule presentanti l’antigene (APC) [cellule specializzate del
sistema immunitario]. Le molecole HLA-DQ sono glicoproteine della membrana cellulare in
grado di legare i peptidi della gliadina deaminata e di formare un complesso HLA-antigene che
viene così riconosciuto dai linfociti T nella mucosa intestinale. Ciò determina l’attivazione
linfocitaria ed il conseguente instaurarsi della risposta immunitaria.
Questa comprende sia rilascio di citochine, responsabili delle lesioni a carico della mucosa
duodenale, sia produzione, ad opera dei linfociti B, di anticorpi contro la gliadina, l’endomisio e
la transglutaminasi tissutale (biomarcatori che possono essere dosati a livello del siero).
CELIACHIA
EZIOLOGIA
Malattia multifattoriale dovuta a:
Ambientali: glutine
Genetici:
La suscettibilità alla celiachia è determinata in gran Immunologici:
parte da molecole di classe II del complesso attivazione linfociti T
maggiore di istocompatibilità in particolare dagli
antigeni HLA-DQ2 e HLA-DQ8
QUADRO CLINICO
La celiachia si può presentare ad ogni età e con sintomi
diversi suddivisi in:
-TIPICI della sindrome da malassorbimento (diarrea,
dolore addominale, perdita di peso)
-ATIPICI con manifestazioni extra-intestinali e forme
asintomatiche e silenti.
Rappresentazione schematica delle alterazioni della mucosa del digiuno e
relative immagini immunoistologiche: La prima immagine rappresenta la
mucosa normale; A lesione di tipo I o infiltrativa; B lesione di tipo atrofico
in cui sono ancora visibili i villi; C lesione di tipo atrofico in cui non sono
più visibili i villi
CELIACHIA
Per il momento l ’ unica terapia efficace è un
regime alimentare in cui siano assolutamente
assenti tutti i cibi contenenti anche minime
quantità di glutine
Gli alimenti privi di glutine sono contraddistinti dal
simbolo della SPIGA BARRATA
Riso, mais, tapioca non contengono glutine →
svezzamento
CELIACHIA
Kwashiorkor: malnutrizione
proteica. Provoca ritardo nella
crescita, depigmentazione dei
capelli (che tendono al rosso),
desquamazione, edema e fegato
grasso. E’ dovuto ad una diminuita
capacità di sintesi di proteine con
funzioni fondamentali per il fegato.
Malnutrizione proteico-energetica
Marasma: malnutrizione energetica. Caratterizzato da
riduzione della massa corporea, della massa muscolare e
del tessuto adiposo; responsabile, nei paesi in via di
sviluppo, del 50% della mortalità infantile
ALTERAZIONI DEL METABOLISMO AMMINOACIDICO:
FENILCHETONURIA
Deficit ereditario dell’enzima fenilalanina idrossilasi (PAH) nel
fegato, dovuto a mutazione a carico del gene che codifica per PAH
L’enzima catalizza la conversione della fenilalanina a tirosina; in
sua assenza la fenilalanina si accumula nel sangue e nei tessuti
determinando alterazioni della funzionalità cerebrale con
conseguente ritardo mentale
La malattia viene controllata con una dieta povera di Phe
(Importante screening neonatale)
Fenilchetonuria:
una malattia metabolica
Fenilalanina in
eccesso è
FENILALANINA FENILPIRUVATO
convertita a
fenilpiruvato che
Phe idrossilasi viene escreto con le
urine, da cui
fenilchetonuria
OH
TIROSINA
Screening neonatale