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Limmigrazione in Italia tra identit e pluralismo culturale


La pubblicazione stata realizzata dal Ministero dellInterno
Dipartimento per le Libert civili e lImmigrazione
in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sullImmigrazione
Milano, 25 e 26 settembre 2009
La realizzazione del volume stata curata da Nomisma
Gruppo di lavoro
Anna Lucia Colleo (coordinamento)
Ersilia di Tullio
Romina Filippini
Federico Fontolan
Elena Molignoni
Mario Pelucchi
Daniela Percoco
Concetta Rau
Valentina Solieri
Vanessa Albertini (segreteria)
Patrizia Gozzi (segreteria)
Nomisma - Societ di studi economici
Strada Maggiore 44 I-40125 Bologna
nomint@nomisma.it
www.nomisma.it
Progetto graco: Studio Francesca Cantarelli
Realizzazione editoriale: a cura di DDE Editrice
Illustrazione: Studio Francesca Cantarelli
Finito di stampare nel mese di settembre 2009
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INDICE
Breve nota introduttiva 10
Sezione I Il contesto mondiale ed europeo
I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo 14
I.1.1 La popolazione mondiale 14
I.1.2 I migranti nel mondo 15
I.1.3 Aree di residenza dei migranti 19
I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione
universitaria 19
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati 21
I.1.6 Le rimesse 22
I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilit in Europa 25
I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita 25
I.2.2 Limmigrazione temporanea: ussi di ingresso e di ritorno 27
I.2.3 La mobilit interna allUnione Europea 29
I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa 31
I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di et
e livelli di istruzione 37
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualicate:
lEuropa nel contesto OCSE 42
I.2.7 Popolazione e dinamica demograca nellUnione Europea 45
I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e
senza immigrazione 50
4
Sezione II Gli immigrati stranieri in Italia
II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i ussi di ingresso 54
II.1.1 Gli ingressi in Italia 54
II.1.2 La motivazione dellingresso 58
II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati 64
II.1.4 Gli ingressi irregolari 66
Approfondimento 1: Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri
rintracciati senza permesso di soggiorno 70
II.2 Gli stranieri residenti in Italia 71
II.2.1 Aspetti demograci: residenti, incidenza sulla popolazione e
proiezioni 71
II.2.2 Nazionalit degli stranieri in Italia 74
II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani 76
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti 81
II.2.5 La suddivisione per classi di et 82
II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia 84
II.2.7 Linsediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia 87
II.2.8 Mobilit degli stranieri allinterno dellItalia 91
II.2.9 Un prolo degli irregolari in Italia 93
I beneciari delle regolarizzazioni 93
Approfondimento 1: Lopinione degli italiani sulla presenza di stranieri
in Italia 102
Approfondimento 2: Lopinione degli stranieri sugli italiani e sulla
cittadinanza italiana 104
Approfondimento 3: Lindice di integrazione CNEL 106
II.3 La casa degli immigrati stranieri 109
II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri 109
Lo stock abitativo e i servizi dellabitare 109
Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza 118
La risposta dellEdilizia Residenziale Pubblica 121
5
Approfondimento 1: Le famiglie, le coabitazioni, i single 123
Approfondimento 2: La condizione abitativa degli immigrati stranieri
nel Sud Italia 126
II.3.2 Laccessibilit alla casa 134
La quota di mercato degli stranieri 134
Le tipologie abitative pi richieste 134
Il mercato dei mutui 136
Approfondimento 3: Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini
stranieri 140
II.4 I giovani stranieri nella scuola italiana 141
II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia 141
II.4.2 Le scuole con alunni stranieri 148
II.4.3 La dispersione scolastica 150
II.4.4 Gli studenti stranieri e listruzione universitaria
e post-universitaria 152
Approfondimento 1: Lintegrazione degli alunni stranieri secondo
gli insegnanti italiani 156
II.5. La salute degli stranieri e laccesso ai servizi sanitari 158
II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri 158
II.5.2 La prevenzione 159
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie 161
II.6 La dimensione economica dellimmigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo
territoriale 166
II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato
con i paesi europei 166
Le forze lavoro e i tassi di attivit 166
La disoccupazione degli stranieri 167
Gli occupati dipendenti e indipendenti 167
Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualiche 168
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una quanticazione del fenomeno
e le sue caratteristiche 177
6
Le forze lavoro straniere 177
La tipologia di occupazione degli stranieri
e la distribuzione per area geograca 178
Livelli di istruzione, qualica e condizione retributiva 179
Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro 181
I contributi previdenziali 182
Le prestazioni inps a sostegno del reddito della popolazione
di origine extra comunitaria e il gettito scale degli immigrati 183
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati nel mercato
del lavoro 196
Le esigenze di qualicazione 198
II.6.4 Le imprese degli stranieri 204
Le caratteristiche e levoluzione dellimprenditoria straniera 204
Approfondimento 1: I risultati di unanalisi diretta
Unioncamere-Nomisma-Crif 212
Le caratteristiche dellimprenditore e delle imprese 212
Lorganizzazione dellattivit, la posizione di mercato
e il nanziamento dellattivit 212
I servizi allimpresa 214
Approfondimento 2: La dinamica del credito dei Piccoli Operatori
Immigrati 226
II. 7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi
di origine 229
II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dallItalia 229
Approfondimento 1: Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e
investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna 235
II.7.2 La migrazione di ritorno 240
Approfondimento 2: Il ritorno dei cittadini dellEuropa dellallargamento:
il caso del Regno Unito 242
II.7.3 Migrazioni e sviluppo 244
II.7.4 Linterscambio commerciale con i paesi di origine 247
7
ALLEGATI:
Fonti utilizzate 251
Riferimenti bibliograci 253
Elenco di tabelle, graci e mappe 256
8
9
Indicazioni di sintesi
Popolazione e migrazioni nel mondo
10
Breve nota introduttiva
Questo volume accompagna i lavori della seconda edizione della Conferenza
Nazionale sullImmigrazione, voluta dal Dipartimento per le Libert
civili e lImmigrazione per favorire un confronto aperto sulla progressiva
trasformazione in senso multiculturale del nostro Paese.
Limmigrazione in Italia non un fenomeno transitorio. La presenza
immigrata diventata, al contrario, una caratteristica strutturale dellItalia.
Limmigrazione non una presenza n omogenea n statica. Continuamente
si rinnova e si modica, per i nuovi ingressi, per gli spostamenti allinterno
del Paese, per la molteplicit variegata di comportamenti e di culture che
la compongono. Tanto pi in Italia, dove convivono pi di 160 diverse
nazionalit.
Limponenza del processo non attiene infatti solo agli aspetti quantitativi della
presenza degli immigrati, che pure ha superato il 6 per cento della popolazione
residente (e continua a crescere), ma anche allimpatto dellaumento della
variet culturale, sociale ed economica che limmigrazione porta con s, che
genera una trasformazione delle dinamiche di convivenza e una domanda
forte di politiche di tutela della coesione sociale e di valorizzazione della
dinamica economica.
Di qui limportanza di dotarsi di un metodo e di una base conoscitiva
strutturata e attendibile che accompagni la discussione in corso, rilevando
le continue evoluzioni in atto e approfondendo la conoscenza di molti aspetti
di novit della vita del Paese anche sotto langolo visuale della crescente
presenza di stranieri che vivono, abitano, lavorano, nascono e vanno a scuola
in Italia.
Si voluto rendere disponibile per la Conferenza il risultato di un primo
sforzo, pur necessariamente incompleto, di raccogliere le molte informazioni
che le fonti istituzionali mettono a disposizione. Un lavoro di raccolta di
dati che, ordinati insieme, supporti limpegno delle istituzioni e degli attori
della societ civile di guidare la complessit dei processi in atto verso
un esito positivo. Le caratteristiche dei ussi migratori e le specicit
dellimmigrazione in Italia sono state collocate nel contesto delle dinamiche
11
migratorie in atto nel mondo e, con maggiore dettaglio, nel continente
europeo.
I dati di provenienza non istituzionale, trattati come approfondimenti,
sono segnalati e riconoscibili per il diverso formato graco con cui sono
riportati nel testo. A complemento dei dati istituzionali pi aggiornati, sono
stati infatti raccolti anche elementi di conoscenza e spunti di analisi che
le fonti ufciali ancora non offrono e che colgono invece aspetti importanti
dellevolvere serrato dei cambiamenti legati al fenomeno migratorio. In
alcuni casi, si tratta di informazioni ancora inedite.
Il confronto tra le diverse dimensioni territoriali e istituzionali coinvolte
nella gestione dellimmigrazione anima le sessioni di discussione della
Conferenza ed riesso, di conseguenza, nellossatura di questo volume.
Le informazioni raccolte delineano gli aspetti pi rilevanti dei ussi di
ingresso nel nostro Paese e della popolazione straniera residente. Prendono
in considerazione limpatto demograco, la localizzazione e la mobilit
sul territorio, il formarsi di nuovi nuclei familiari. La presenza di minori,
immigrati dallestero e nati in Italia, nelle scuole. I bisogni legati allalloggio
e allassistenza sanitaria, linserimento nel mondo del lavoro, limpatto sulla
economia e lo scambio con i propri paesi di origine.
Il volume delinea un prolo aggiornato dellimmigrazione in Italia ma
anche, per comparazione con gli altri paesi europei, una fotograa attuale
dello stato del Paese.
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13
Sezione I
Il contesto mondiale ed europeo
Popolazione e migrazioni nel mondo
Immigrazione, emigrazione e mobilita in europa
14
I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo
I.1.1 La popolazione mondiale
La popolazione mondiale pi che raddoppiata negli ultimi 50 anni, passando
dai circa 3 miliardi del 1960 ai quasi 6,5 miliardi stimati dalle Nazioni Unite
per il 2005 (tab. 1.1). E triplicata la popolazione dellAfrica e grosso modo
raddoppiata anche quella di Asia, America Latina coi Caraibi e Oceania,
ma la crescita complessiva ha riguardato anche Europa (71 per cento) e
America settentrionale (61 per cento). La battuta darresto si vericata solo
nel continente europeo, che nel passaggio tra il 2000 e il 2005 ha cominciato
a registrare un tasso di crescita negativo. Nel complesso, quindi, la crescita
della popolazione mondiale stata alimentata dallandamento demograco
positivo dei paesi meno sviluppati, che nel loro insieme hanno mantenuto in
media un tasso di aumento di oltre 2 punti percentuali lanno, anche quando
questo rallentava sia nei paesi in via di sviluppo, dove passato dal 2,3 per
cento del 1960-1965 all1,47 per cento del 2000-2005, sia nei paesi pi
sviluppati, dove nello stesso periodo passato complessivamente da 1,09 a
0,36 (tab. 1.2).
Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (met anno, migliaia)
Anno Mondo Africa Asia Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi pi
sviluppati
(a)
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
1960 3.023.670 281.659 1.664.812 424.266 218.577 204.149 15.884 949.482 2.074.187 246.910
1965 3.338.041 318.937 1.856.500 443.539 250.774 219.567 17.788 1.007.076 2.330.965 277.308
1970 3.696.128 363.535 2.094.849 458.196 285.196 231.931 19.639 1.052.788 2.643.340 314.107
1975 4.073.745 415.824 2.344.417 471.909 322.449 243.417 21.284 1.098.003 2.975.743 355.870
1980 4.442.309 478.824 2.574.744 482.680 362.210 255.545 22.893 1.138.196 3.304.113 402.902
1985 4.843.930 553.255 2.826.908 489.868 402.992 269.015 24.700 1.175.829 3.668.102 457.958
1990 5.279.519 635.685 3.168.616 721.390 443.747 283.361 26.721 1.148.572 4.130.947 521.816
1995 5.692.353 722.669 3.430.323 727.885 483.615 299.028 28.834 1.173.983 4.518.369 596.962
2000 6.085.572 812.466 3.675.799 728.462 522.929 314.968 30.949 1.193.354 4.892.218 673.524
2005 6.464.750 905.936 3.905.415 728.389 561.346 330.608 33.056 1.211.265 5.253.484 759.389
(a) Comprende lEuropa, lAmerica del Nord, lAustralia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende lAfrica, lAsia escluso il Giappone, lAmarica latina e i Caraibi pi Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, So Tom e Prncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division
15
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%)
Anno Mondo Africa Asia Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi pi
sviluppati
Paesi
in via di
sviluppo
Paesi
meno
sviluppati
1960-1965 1,94 2,46 2,15 0,96 2,76 1,41 0,10 1,09 2,30 2,33
1965-1970 2,02 2,59 2,39 0,68 2,55 1,07 0,11 0,85 2,48 2,51
1970-1975 1,94 2,65 2,26 0,60 2,42 0,94 0,08 0,77 2,37 2,54
1975-1980 1,77 2,82 1,95 0,49 2,30 0,95 0,08 0,66 2,15 2,54
1980-1985 1,76 2,85 1,94 0,40 2,07 0,96 0,08 0,58 2,13 2,55
1985-1990 1,75 2,77 1,91 0,39 1,91 1,17 0,08 0,60 2,09 2,59
1990-1995 1,54 2,57 1,63 0,18 1,73 1,19 0,08 0,47 1,82 2,65
1995-2000 1,36 2,41 1,40 -0,02 1,55 1,20 0,07 0,34 1,62 2,44
2000-2005 1,26 2,34 1,25 0,08 1,31 1,01 0,08 0,36 1,47 2,36
(a) Comprende lEuropa, lAmerica del Nord, lAustralia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(a) Comprende lEuropa, lAmerica del Nord, lAustralia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende lAfrica, lAsia escluso il Giappone, lAmarica latina e i Caraibi pi Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, So Tom e Prncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division
I.1.2 I migranti nel mondo
Tra il 1960 e il 2005 il numero dei migranti nel mondo raddoppiato: a
met di questo decennio, risiedeva fuori dai conni del paese di nascita
il 3 per cento della popolazione mondiale, circa 190 milioni di persone,
contro i 75 milioni del 1960 (tab. 1.3 e 1.4). Di questi, circa la met
sono donne, allincirca la stessa percentuale di 50 anni fa (tab. 1.4). La
concentrazione pi rilevante di migranti in rapporto alla popolazione si trova
oggi nellAmerica del Nord (13,5 per cento) e in Europa (8,8 per cento)
e comunque, nel complesso, nei paesi pi sviluppati. La propensione alla
concentrazione nei paesi a pi alto reddito risulta fortemente aumentata:
i paesi pi sviluppati registravano nel 1960 un rapporto complessivo tra
migranti e popolazione nativa del 3,4 per cento; il tasso di oggi 9,5 per
cento (tab. 1.3).
16
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per
indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno Mondo Africa Asia Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi pi
sviluppati
(a)
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
1960 2,5 3,2 1,7 3,4 2,8 6,1 13,4 3,4 2,1 2,6
1965 2,4 3,0 1,5 3,8 2,3 5,8 14,3 3,5 1,8 2,5
1970 2,2 2,7 1,3 4,1 2,0 5,6 15,4 3,6 1,6 2,3
1975 2,1 2,7 1,2 4,3 1,8 6,3 15,8 3,9 1,5 1,9
1980 2,2 2,9 1,3 4,5 1,7 7,1 16,4 4,2 1,6 2,3
1985 2,3 2,6 1,3 4,8 1,6 8,2 17,0 4,6 1,6 2,0
1990 2,9 2,6 1,6 6,9 1,6 9,7 17,8 7,2 1,8 2,1
1995 2,9 2,5 1,4 7,6 1,3 11,2 17,5 8,1 1,6 2,0
2000 2,9 2,0 1,4 8,0 1,2 12,8 16,3 8,8 1,5 1,5
2005 3,0 1,9 1,4 8,8 1,2 13,5 15,2 9,5 1,4 1,4
(b) Comprende lAfrica, lAsia escluso il Giappone, lAmarica latina e i Caraibi pi Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia,
Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico,
Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, So Tom and Prncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan,
Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.
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18
Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di
sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno Mondo Africa Asia Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi pi
sviluppati
(a)
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
1960-1965 0,8 0,7 -0.2 3,1 -0,6 0,3 3,6 1,8 -0,1 1,6
1965-1970 0,7 1,0 -0.3 2,4 -0,6 0,4 3,4 1,6 0,0 0,7
1970-1975 1,3 2,0 0,2 1,4 0,2 3,3 2,0 2,0 0,6 -1,1
1975-1980 2,7 4,9 2,7 1,6 1,1 3,4 2,3 2,2 3,1 5,7
1980-1985 2,2 0,5 2,9 1,4 0,6 4,1 2,2 2,4 2,0 0,0
1985-1990 6,7 2,5 2,4 3,1 2,2 4,4 2,5 10,4 2,4 3,7
1990-1995 1,3 1,9 -1,1 2,3 -2,9 3,9 1,2 2,8 -0,7 2,2
1995-2000 1,4 -1,7 1,3 1,0 0,7 3,7 0,0 2,0 0,4 -3,5
2000-2005 1,5 0,7 1,2 1,9 1,1 1,9 -0,1 1,9 1,0 0,4
(a) Comprende lEuropa, lAmerica del Nord, lAustralia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende lAfrica, lAsia escluso il Giappone, lAmarica latina e i Caraibi pi Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal,
Niger, Rwanda, Samoa, So Tom and Prncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu,
Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division
19
I.1.3 Aree di residenza dei migranti
Nel 2005, oltre il 60 per cento dei migranti nel mondo risiedeva nei paesi pi
sviluppati, percentuale in costante crescita dal 1960, quando erano il 42,8 per
cento; la suddivisione tra aree continentali vede nel 2005 il 33,6 per cento dei
migranti concentrati in Europa, il 28 per cento in Asia e il 23,3 per cento in
America del Nord; solo una parte residuale si spostata in un paese africano
(9 per cento) o in America Latina (3,5 per cento): percentuali in netto calo dal
1960, a testimonianza dellindebolimento progressivo della direttrice sud-sud
nei ussi migratori globali (tab. 1.6).
Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno Africa Asia Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi pi
sviluppati
(a)
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
1960 12,1 37,7 18,9 8,0 16,6 2,8 42,8 57,2 8,5
1965 12,0 36,0 21,2 7,5 16,2 3,3 45,2 54,8 8,9
1970 12,2 34,2 23,1 7,0 16,0 3,7 47,2 52,8 8,9
1975 12,7 32,3 23,2 6,6 17,6 3,9 48,9 51,1 7,9
1980 14,2 32,4 22,1 6,1 18,2 3,8 47,8 52,2 9,2
1985 13,0 33,5 21,1 5,6 20,0 3,8 48,3 51,7 8,2
1990 10,6 32,2 31,9 4,5 17,8 3,1 53,2 46,8 7,1
1995 10,9 28,6 33,5 3,7 20,3 3,1 57,5 42,5 7,4
2000 9,3 28,5 32,9 3,6 22,9 2,9 59,4 40,6 5,8
2005 9,0 28,0 33,6 3,5 23,3 2,6 60,5 39,5 5,5
(a) Comprende lEuropa, lamerica del Nord, lAustralia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende lAfrica, lAsia escluso il Giappone, lAmarica latina e i Caraibi pi Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, So Tom and Prncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.
I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione
universitaria
Secondo uno studio commissionato da OCSE nel 2007,
1
nel 2000 la quasi totalit
dei migranti altamente qualicati era originario di uno dei paesi dellAmerica del
Nord o dellEuropa. In particolare, il 64,8 per cento veniva dallAmerica del Nord,
percentuale rimasta sostanzialmente invariata rispetto al decennio precedente,
e il 23,6 per cento dallEuropa (20,3 per cento nel 1990). Con una differenza
sostanziale: i paesi del Nord America attiravano il 62,1 per cento dei laureati
1 Lowell B., Trends in International Migration Flows and Stocks, 1975-2005, OECD Social
Employment and Migration Working Paper No. 58, OECD Publishing, 2007, Paris.
20
provenienti da altri paesi dello stesso continente; dei laureati residenti in Europa
nello stesso anno solo il 36,7 per cento, invece, proveniva da altri paesi europei.
Va segnalato per il miglioramento della capacit attrattiva dellEuropa sui propri
laureati rispetto al 1990, quando solo il 27,2 dei cervelli europei emigrava in un
altro paese europeo. La dinamica trova contralto nella forte diminuzione della
concentrazione di migranti con un livello di istruzione elevato che si vericata
nello stesso periodo in Africa e in America Latina (tab. 1.7).
Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine
e di destinazione, 1990 e 2000 (%)
Area di origine
Area di destinazione Europa Nord America
Sud America
e Caraibi
Asia Oceania Totale
2000
Europa 36,7 49,9 0,6 1,6 11,3 100
Nord America 24,9 62,1 4,6 2,3 6,1 100
Sud America e Caraibi 8 88,3 1,3 1,4 1 100
Asia 14,5 73,1 0,1 4,2 8 100
Oceania 22,4 27,2 0,1 0,7 49,6 100
Africa 47,7 44,5 0,1 0,1 7,6 100
Totale 23,6 64,8 0,7 2,4 8,5 100
1990
Europa 27,2 57,2 0,8 0,9 13,9 100
Nord America 19,1 67,2 4,8 2,9 6 100
Sud America e Caraibi 7,9 87,3 2,2 1,2 1,5 100
Asia 13,5 69 0,2 7,7 9,6 100
Oceania 15,3 28,5 0,1 0,8 55,3 100
Africa 46,8 43,2 0,1 0,1 9,8 100
Totale 20,3 64,9 1 3,2 10,7 100
Fonte: Lowell 2007 per OCSE, sulla base di dati raccolti da paesi OCSE di destinazione
21
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati
Lincidenza dei rifugiati sul numero dei migranti nel mondo ha conosciuto
una cresciuta esponenziale: dal 2,9 del 1960 al 7,1 del 2005 (tab. 1.4),
con variazioni molto rilevanti tra le diverse aree continentali. Le dinamiche
dellasilo si sono sviluppate in direzione inversa rispetto ai cambiamenti nella
concentrazione dellinsieme dei migranti: i rifugiati sono rispettivamente il
17,7 e il 14,6 degli immigrati in Africa e in Asia, mentre arrivano appena
al 3,1 e all1,2 in Europa e America settentrionale (tab. 1.4). Alla ne del
2008, dei 9 milioni di rifugiati nel mondo, oltre 2,5 milioni hanno trovato
asilo in Asia, quasi 2,3 milioni in Medio Oriente e nel Nord Africa, 1,6
in Europa e nemmeno 500.000 nel continente americano, settentrionale e
meridionale (tab. 1.8). La maggior parte di loro si riversata in paesi vicini:
quasi 3 milioni sono originari dellAsia e 2,4 milioni del Medio Oriente e
del Nord Africa (tab. 1.9). Di questi, 3,7 milioni vengono da Afghanistan
e Iraq (tab. 1.10).
Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008
Regione di asilo Rifugiati Richiedenti asilo
Africa Centrale e Grandi Laghi 978.159 17.185
Africa Orientale e Corno dAfrica 763.857 35.344
Africa del Sud 161.140 243.841
Africa Occidentale 175.349 9.230
Asia e Pacifco 2.577.767 40.221
Medio Oriente e Nord Africa 2.278.151 35.003
Europa 1.616.015 273.070
Americhe 499.960 173.429
Totale 9.050.398 827.323
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR/Governi
Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008
Regione di origine Rifugiati Richiedenti asilo
Africa Centrale e Grandi Laghi 932.940 64.585
Africa Orientale e Corno dAfrica 1.219.884 90.146
Africa del Sud 190.978 45.469
Africa Occidentale 205.673 30.887
Asia e Pacifco 2.970.347 118.463
Medio Oriente e Nord Africa 2.402.784 44.869
Europa 793.352 60.586
Americhe 151.887 116.025
Vari/Apolidi 182.552 256.293
Totale 9.050.398 827.323
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati ACNUR/Governi
22
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008
Paese di origine Rifugiati Richiedenti asilo
Afghanistan 1.817.913 23.179
Dem. Rep. del Congo 367.995 36.278
Iraq 1.873.519 25.675
Myanmar 184.347 22.338
Territori Palestinesi 333.990 2.661
Serbia 185.432 14.683
Somalia 559.153 20.543
Sudan 397.013 18.080
Turchia 214.376 8.538
Vietnam 328.183 1.712
Totale 6.775.228 211.094
Totale nel mondo 9.050.398 827.323
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR
I.1.6 Le rimesse
La Banca Mondiale stima che il totale delle rimesse trasferite dai migranti
nel mondo sia passato da 121 miliardi di dollari americani nel 1998 ai
397 miliardi del 2008. Sono i paesi in via di sviluppo, e non quelli meno
sviluppati, la principale destinazione delle rimesse: nel decennio 1998-
2008 il usso che questi hanno ricevuto passato da 71.380 a 305.281
milioni di dollari USA. I paesi meno sviluppati, nei quali il volume totale
ugualmente quadruplicato, nel 2008 hanno ricevuto rimesse dallestero per
20.744 milioni di dollari USA. La rilevanza dei risparmi dei migranti varia
fortemente in relazione al prodotto interno lordo dellarea di arrivo, calcolata
per il 2007: le rimesse costituiscono il 5,8 per cento della ricchezza dei
paesi meno sviluppati e il 5,9 per cento della ricchezza dei paesi in via
di sviluppo con i redditi pi bassi. Facendo una panoramica tra le aree
continentali, le rimesse costituiscono il 4,5 per cento del prodotto interno
lordo dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, il 3,7 per cento di
quello dei paesi dellAsia meridionale, il 2,6 per cento della ricchezza dei
paesi dellAfrica sub-sahariana, contro una media mondiale dello 0,7 per
cento (tab. 1.11). Non stupisce che, guardando agli invii, sia dai paesi
OCSE ad alto reddito che viene spedito il 66 per cento di tutte le rimesse
nel mondo (tab. 1.12), dove come abbiamo visto si andata concentrando
la popolazione migrante.
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I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilit in Europa
I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita
Nel 2006, ultimo anno per cui Eurostat rende disponibili dati aggregati a livello
europeo sui ussi di ingresso, la maggior parte degli ingressi nei paesi della UE,
il 52 per cento, stata di cittadini extra-comunitari, mentre i cittadini comunitari
che si sono spostati allinterno di un altro Stato europeo rappresentavano il 34 per
cento del totale degli ingressi. interessante notare come una quota consistente
di ussi di ingresso nei paesi della UE, pari al 14 per cento, fosse costituito da
nativi di ritorno, ovvero da persone che avevano lasciato in precedenza il proprio
paese e che avevano deciso di farvi ritorno. Sembra dunque trovare conferma
la tendenza ad una crescita del fenomeno della migrazione temporanea o di
ritorno
2
allinterno della UE (graf. 2.1).
Tra i ussi di ingresso di extra-comunitari, il Marocco occupa il primo posto tra
i paesi di provenienza, seguito da Ucraina e Cina, riettendo una distribuzione
molto varia delle provenienze continentali (graf. 2.2).
Guardando allandamento dei ussi di immigrazione e di emigrazione tra il
2002 e il 2007 nei paesi dellUnione Europea, possiamo fare alcuni confronti
tra lItalia ed altri paesi a forte presenza straniera. Innanzitutto, Germania,
Italia, Spagna e Regno Unito assorbono da soli, in media, pi del 70 per cento
dei nuovi ingressi di stranieri nellUnione Europea. In particolare, Germania e
Spagna sono i paesi che si contendono il primato per numero di ingressi.
Se guardiamo al trend dei ussi di ingresso nei vari paesi UE, notiamo che
la capacit attrattiva dei singoli paesi molto cambiata negli ultimi anni. Ad
esempio, mentre in Germania il usso di immigrati passato dagli 840mila del
2002 ai 680mila del 2007, in Spagna si passati da 480mila a 950mila ingressi
e in Italia da 210mila a 515mila ingressi nello stesso periodo. I paesi della
sponda sud dellEuropa sono diventati mete preferenziali di ingresso nella UE.
Importanti sono anche le differenze tra gli Stati Membri dellUnione nel rapporto
tra ussi in ingresso e ussi in uscita. Mentre Germania e Regno Unito
hanno sia ussi di immigrazione che ussi di emigrazione molto elevati,
2 Per migrazione circolare si intende quella tipologia di movimenti migratori che prevede una
mobilit continua tra paesi di origine e paesi di destinazione, mentre per migrazione di ritorno
si intende quei percorsi migratori che si concludono con il ritorno dei migranti nel proprio paese
di origine.
26
Italia e Spagna presentano invece uno scarto molto elevato tra il numero
di ingressi e il numero di partenze, che contenuto. Questo fenomeno ha
fatto s che in questi due paesi la crescita netta della popolazione straniera
sia stata improvvisa e rapida (tab. 2.1).
Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%)
52%
14%
34%
Cittadini extra-comunitari
Nativi
Cittadini da altri stati membri
UE
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze
2006 (migliaia)
0
20
40
60
80
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Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
27
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007
Paese
dorigine e
di destina-
zione
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Immigra-
zione
Emigra-
zione
Immigra-
zione
Emigra-
zione
Immi-
grazione
Emigra-
zione
Immi-
grazione
Emigra-
zione
Immigra-
zione
Emigra-
zione
Immigra-
zione
Emigra-
zione
Austria 113.165 79.658 113.554 77.257 127.399 76.817 117.822 68.650 100.972 73.495 106.905 74.191
Belgio n.d. n.d n.d. n.d 85.378 42.046 n.d. n.d n.d. n.d 146.409 91.052
Bulgaria n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.561 2.958
Cipro 14.370 7.485 16.779 4.437 22.003 6.279 24.419 10.003 15.545 6.874 19.017 11.389
Repubbli-
ca Ceca
44.679 32.389 60.015 34.226 53.453 34.818 60.294 24.065 68.183 33.463 104.445 20.500
Germania 842.543 623.255 768.975 n.d. 780.175 697.632 707.352 628.399 661.855 639.064 680.766 636.854
Danimar-
ca
52.778 43.481 49.754 43.466 49.860 45.017 52.458 45.869 56.750 46.786 64.656 41.566
Spagna 483.260 36.605 672.266 64.298 684.561 55.092 719.284 68.011 840.844 142.296 958.266 227.065
Finlandia 18.113 12.891 17.838 12.083 20.333 13.656 21.355 12.369 22.451 12.107 26.029 12.443
Ungheria n.d. n.d 21.327 3.122 24.298 n.d. n.d. n.d 21.520 3.608 24.361 4.500
Irlanda 50.500 20.700 50.100 18.500 70.000 16.600 86.900 17.000 103.260 38.866 88.779 42.538
Francia n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d
Italia 213.202 41.756 440.301 48.706 414.880 49.910 304.960 53.931 254.588 (a) n.d. 515.201 (a) n.d.
Lituania n.d. n.d 4.728 11.032 5.553 15.165 6.789 15.571 7.745 12.602 8.609 13.853
Lussem-
burgo
n.d. n.d 12.613 10.540 12.495 10.911 13.512 10.841 14.352 9.001 16.675 10.674
Lettonia 1.428 3.262 1.364 2.210 1.665 2.744 1.886 2.450 2.801 5.252 3.541 4.183
Malta n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.829 1.908 6.730 5.029
Olanda 121.250 66.728 104.514 68.885 94.019 75.049 92.297 83.399 101.150 132.470 116.819 n.d.
Polonia 6.587 24.532 7.048 20.813 9.495 18.877 9.364 22.242 10.802 46.936 14.995 35.480
Portogallo 17.041 8.814 14.389 6.687 16.761 10.680 n.d. 10.800 27.703 n.d. n.d. n.d
Romania 6.582 8.154 3.267 10.673 2.987 13.082 3.704 10.938 7.714 14.197 9.575 8.830
Svezia 64.087 33.009 63.795 35.023 62.028 36.586 65.229 38.118 95.750 44.908 99.485 45.418
Slovenia 9.134 7.269 9.279 5.867 10.171 8.269 15.041 8.605 20.016 13.749 29.193 14.943
Slovac-
chia
2.312 1.411 2.603 1.194 4.460 1.586 9.410 2.784 12.611 3.084 16.265 3.570
Regno
Unito
385.901 305.931 431.487 313.960 518.097 310.389 496.469 328.408 529.008 369.470 526.714 317.587
Nota: (a) dati Istat. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
I.2.2 Limmigrazione temporanea: ussi di ingresso e di ritorno
Nellanalisi dei ussi migratori importante considerare landamento dei
ussi di lavoratori temporanei. Confrontando infatti i ussi di ingresso totali
con i ussi di ingresso temporanei, possibile muovere una serie di osser-
vazioni sul tipo di immigrazione che si sta sviluppando in un determinato
paese. In particolare, la migrazione odierna sembra essere caratterizzata da
una crescente propensione a forme di mobilit aperta. Questo comporta che
la popolazione straniera residente in un paese caratterizzata da un forte
28
tasso di rinnovamento della sua composizione. Alcuni paesi hanno scelto di
aumentare le quote destinate ai lavoratori temporanei, contribuendo a deter-
minare un trend in crescita per questa categoria nella UE27. Fa eccezione
la Germania, dove per due anni di seguito si vericata una riduzione del
usso di lavoratori temporanei, ma vero che in Germania si notevolmente
ridotto il usso di immigrazione complessivo. Viceversa, lItalia ha registra-
to un aumento consistente di lavoratori temporanei, passando dai 69.000 del
2003 ai 98.000 del 2006 (tab. 2.2).
Sono in crescita anche le migrazioni di ritorno, ovvero il numero di migranti
che decidono di tornare nel paese di origine dopo un periodo trascorso
allestero. Del fenomeno si parler pi diffusamente nel capitolo 8, portando
ad esempio il caso specico del Regno Unito. Tuttavia, importante
sottolineare da subito che i dati riportati da OCSE su alcuni paesi selezionati
indicano tassi di ritorno dopo cinque anni di residenza tra il 20 per cento e
il 60 per cento (tab. 2.3).
Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia)
2003 2004 2005 2006 Ogni mille abitanti (2006)
Austria 30 27 15 4 0,5
Belgio 2 31 33 42 4,0
Bulgaria - 1 1 1 0,1
Danimarca 5 5 5 6 1,1
Francia 26 26 27 28 0,5
Germania 446 440 415 379 4,6
Italia 69 70 85 98 1,7
Olanda 43 52 56 83 5,1
Portogallo 3 13 8 7 0,7
Svezia 8 9 7 7 0,8
Regno Unito 137 239 275 266 4,4
Totale 769 913 927 921
Differenza annuale % na 18,73% 1,53% -0,65%
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati OCSE International Migration Outlook 2008
Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza
(persone oltre i 15 anni di et)
Periodo di ingresso Tasso medio di ri-emigrazione dopo 5 anni (%)
Irlanda 1993-1998 60,4
Belgio 1993-1999 50,4
Regno Unito 1992-1998 39,9
Norvegia 1996-1999 39,6
Paesi Bassi 1994-1998 28,2
Stati Uniti 1999 19,1
Fonte: OCSE International Migration Outlook 2008.
29
I.2.3 La mobilit interna allUnione Europea
Lallargamento dellUnione Europea stato uno degli avvenimenti pi
rilevanti degli ultimi anni, anche rispetto alle dinamiche migratorie.
Linclusione nella UE di 12 nuovi Stati Membri ha avuto un signicativo
impatto sul movimento di persone e di lavoratori al suo interno (graf. 2.3).
Se guardiamo alle nazionalit dei cittadini comunitari che nel periodo 2003-
2007 si sono trasferiti in un altro Stato Membro, Romania e Polonia sono i
paesi da cui proveniva la maggior parte degli immigrati, costituendo insieme
il 44 per cento di tutti gli spostamenti interni alla UE durante il periodo
considerato (graf. 2.4).
Se consideriamo la mobilit della forza lavoro, la propensione alla mobilit
pi elevata nel periodo 2003-2007 si registra, omogeneamente, per i
paesi di nuova adesione. Lituania, Cipro, Romania, Polonia, Slovacchia
e Bulgaria occupano le prime posizioni: in rapporto alla forza lavoro del
paese di origine, sono stati i lavoratori di questi paesi a manifestare la
propensione pi elevata ad emigrare in un altro paese dellUnione Europea.
Se poi distinguiamo anche tra mobilit di breve e lungo periodo (inferiore
e superiore ai 4 anni), interessante notare come invece la mobilit di
lungo periodo veda protagonisti il Portogallo e lIrlanda, mentre Polonia,
Slovacchia e Lituania risultano notevolmente ridimensionate (graf. 2.5).
30
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006
0
50000
100000
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200000
250000
300000
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Fonte: Elaborazioni Nomisma su stime Eurostat
Graf. 2.4 Nazionalit dei cittadini comunitari che negli ultimi 4 anni hanno stabilito la loro
residenza in un altro Stato Membro (gruppo det: 15-64 anni), 2007 (%)
Polonia 25 %
Romania 19%
Germania 7%
Regno Unito 6%
Francia 5%
Portogallo 4%
Bulgaria 4%
Slovacchia 4%
Italia 4%
Lituania 4%
Altri cittadini UE;
18%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
31
Graf. 2.2 Tassi di mobilit intra-UE della forza lavoro (a) per anni di residenza, 2007 (%)
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
Pi di 4 anni 1,3 3,5 4,1 1,1 0,7 2,8 0,6 7,8 1,6 7,5 1,3 0,7 1,7 1,0 0,7 1,8 2,8 0,7 0,8 0,5 0,7 1,9 1,4 0,6
Almeno 4 anni 3,1 3,0 2,5 2,0 2,0 1,7 1,3 1,2 1,0 0,7 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1
LT CY RO PL SK BG LV PT EE IE NL CZ BE DK HU AT EL SE UK DE FR FI IT ES
Legenda: Lituania (LT) , Cipro(CY), Romania (RO), Polonia (PL), Slovacchia (SK), Bulgaria (BG), Lettonia (LV), Portogallo
(PT), Estonia (EE), Irlanda (IE), Olanda (NL), Repubblica Ceca (CZ), Belgio (BE), Danimarca (DK), Ungheria (HU), Austria
(AT), Grecia (EL), Svezia (SE), Regno Unito (UK), Germania (DE), Francia (FR),
Finlandia (FI), Italia (IT), Spagna (ES).
Nota: (a) misurata come rapporto tra la forza lavoro residente in un Stato Membro diverso dal proprio sul totale della forza lavoro
nel paese di origine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa
La presenza di stranieri in Europa si concentra in termini assoluti nei paesi
pi popolosi ed economicamente sviluppati della UE: Germania, Francia,
Italia, Spagna e Regno Unito (mappa 2.1).
Dal 1999 al 2008 gli stranieri presenti nellUnione Europea sono passati da
circa 18 a circa 30 milioni di persone. Nel 2008, rappresentavano il 6,2 per
cento della popolazione totale. Lelemento interessante che la quasi totalit
degli stranieri presenti nella UE 27 si trova sul territorio degli Stati UE 15
(pre-allargamento). Nei paesi di nuova adesione, lincidenza della popolazione
straniera tende ad essere molto bassa, con alcune eccezioni (Cipro, Lettonia),
mentre nei paesi dellEuropa occidentale lincidenza oscilla tra il 5 per cento e
il 10 per cento, con punte massime in Irlanda e Lussemburgo (tab. 2.4).
Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri residenti in Europa, nel
32
2007 si trattava per la maggior parte di cittadini provenienti dallesterno
dellEuropa. LItalia si colloca al terzo posto per numero assoluto di residenti
stranieri provenienti da paesi non UE; viceversa, non gura nemmeno tra i
primi dieci paesi per numero di residenti stranieri provenienti da altri paesi
UE 15, a sottolineare che il Paese non sembra esercitare unelevata capacit
attrattiva nei confronti di quei paesi dai quali emigrano soprattutto gure
professionali altamente qualicate. Negli altri paesi europei a forte presenza
straniera, il divario non cos eclatante. Molto signicativa appare invece la
capacit attrattiva dellItalia nei confronti dei nuovi Stati Membri del 2007,
Romania e Bulgaria. LItalia attrae da sola circa il 25 per cento di tutti gli
immigrati provenienti dai due paesi (tab. 2.5).
Analizzando invece la provenienza continentale degli stranieri possiamo
osservare quale area geograca di provenienza pesi di pi nella composizione
della presenza straniera allinterno degli stati europei. In Italia la componente
africana dellimmigrazione quella pi consistente, tanto che solo il Portogallo ha
unincidenza di stranieri provenienti dallAfrica pi elevata. Molto consistente
in Italia anche la quota di stranieri provenienti dallAsia e dallEuropa non
UE
3
(dove pesa la presenza di immigrati albanesi). In rapporto alla media UE,
lItalia attira inoltre una quota pi limitata di stranieri provenienti da altri
paesi UE 15 (tab. 2.6).
3 NellEuropa non UE vengono conteggiati i cittadini provenienti da Albania, Bielorussia,
Bosnia-Erzegovina, Croazia, Moldavia, Montenegro, Russia e Ucraina.
33
Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densit di presenze, 2008
Fonte: Eurostat population database
34
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione
totale, 1999 e 2008
1999 2008 di cui donne, %
di cui comunitari,
%
Incidenza su totale
popolazione 2008, %
UE 27 30.798.059 (s) 6,2
UE 25 30.747.557 (s) 6,6
UE 15 18.293.280 (a) 29.227.474 (s) 7,4
Belgio 850.630 971.448 49,1 67,9 9,1
Bulgaria 24.402 58,3 15,0 0,3
Repubblica Ceca 220.187 347.649 39,9 38,4 3,3
Danimarca 256.276 298.450 50,5 30,2 5,5
Germania 7.319.593 7.255.395 48,6 37,7 8,8
Estonia 229.300 (s) - -
Irlanda 112.856 553.690 47,8 20,5 12,6
Grecia 906.400 (s) - - 8,1
Spagna 748.954 5.262.095 47,2 39,8 11,6
Francia 3.263.186 3.674.000 (s) - - 5,8
Italia 1.116.394 3.432.651 50,4 27,8 5,8
Cipro 53.900 125.300 (e) - - 15,9
Lettonia 415.493 52,5 1,1 18,5
Lituania 42.934 43,5 6,2 1,2
Lussemburgo 152.900 205.889 49,7 85,8 42,4
Ungheria 150.239 176.580 48,4 57,7 1,8
Malta 7.879 15.460 47,6 56,9 3,8
Olanda 662.290 688.375 50,7 38,2 4,1
Austria 749.126 854.752 48,8 41,9 10.3
Polonia 57.842 53,1 42,4 0,2
Portogallo 178.137 446.333 - 25,9 4,2
Romania 26.100 35,5 23,0 0,1
Slovenia 33.454 68.621 25,0 16,1 3,4
Slovacchia 40.904 37,1 64,1 0,7
Finlandia 85.060 132.708 48,4 35,5 2,5
Svezia 499.931 524.488 48,9 45,8 5,7
Regno Unito 2.297.947 4.020.800 (s) - - 6,7
s= stima Eurostat e=stima (a)=eccetto Grecia.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
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I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di et e livelli
di istruzione
La suddivisione per classi di et dei residenti stranieri nei paesi UE ci
permette di osservare, tramite il calcolo dellincidenza sulla popolazione
residente nelle rispettive classi di et, quanto i processi migratori inuenzino
soprattutto le classi di et pi giovani. In ogni paese europeo, infatti, gli
stranieri pesano di pi nelle prime due fasce di et, quella 0-14 e 15-39,
a conferma che i ussi migratori contribuiscono ad una rigenerazione delle
dinamiche demograche (tab. 2.7).
Per quanto riguarda invece let media degli stranieri presenti nei paesi
UE, uninteressante distinzione riguarda la loro provenienza. Nel 2006 la
popolazione dallet media pi bassa era rappresentata dai cittadini stranieri
provenienti dai paesi non UE, che avevano in media 27,7 anni contro i 30
dei residenti stranieri provenienti da altri stati UE e i 30,6 anni dei nativi
di ritorno. E interessante che let media dei nativi di ritorno sia piuttosto
bassa; si tratta verosimilmente per la maggior parte di progetti migratori
temporanei, per studio o per fare le prime esperienze professionali, e non
di migranti di lungo corso che ritornano nella vecchiaia o comunque in et
avanzata nel paese di origine (graf. 2.6).
Unultima analisi da cui emergono elementi rilevanti riguarda i livelli di
istruzione della popolazione straniera residente nella UE. Nel 2007, la
percentuale dei nativi con un livello di istruzione basso era pi elevata di
quella degli stranieri comunitari, in particolare se paragonata alla fascia di
stranieri comunitari residenti da meno di sette anni. La popolazione straniera
non comunitaria registrava invece la percentuale pi elevata di persone con
un livello di istruzione basso. Tuttavia, se guardiamo alla fascia di persone
con un livello di istruzione elevato, evidente come la percentuale maggiore
si riscontri tra gli stranieri residenti da meno di 7 anni, in particolare tra
quelli comunitari. Questo suggerisce che limmigrazione pi recente verso
gli stati UE ha coinvolto un numero crescente di laureati (graf. 2.7).
Si tratta di un dato che trova conferma anche nellanalisi della situazione dei
singoli paesi. Tra gli Stati Membri che attraggono pi cittadini stranieri il
livello di istruzione della popolazione straniera supera in percentuale quello
della popolazione nativa. I casi pi evidenti sono quello della Francia, dove
il 16,9 per cento dei francesi ha un livello di istruzione universitario, contro
38
il 18,1 per cento dei nati allestero; del Regno Unito, dove il 20 per cento
dei nativi ha un livello di istruzione universitario, contro il 34,8 per cento
dei nati allestero; dellItalia, dove le percentuali sono dell8,1 per cento
per gli italiani contro il 12,2 per cento dei nati allestero. Solo la Germania
fa eccezione, probabilmente per la forte presenza della comunit turca che
presenta tassi di istruzione mediamente non elevati (tab. 2.8).
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Graf. 2.3 Et media degli immigrati nella UE, 2006
28,8
30,6
27,7
30
26
26,5
27
27,5
28
28,5
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Totale immigrati
Nativi di ritorno
Immigrati extra-comunitari
Immigrati comunitari
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat
Graf. 2.7 Livello di istruzione nella UE dei nativi, degli stranieri UE e degli stranieri non UE, 2007
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%
Nativi
Stranieri comunitari
di cui: residenti > 7 anni
residenti < 7 anni
Stranieri extra-comunitari
di cui: residenti > 7 anni
residenti < 7 anni
Basso Medio Alto
Nota: sono escluse dal calcolo Bulgaria, Germania, Irlanda e Regno Unito.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat e DG Occupazione.
41
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata allestero,
2006 (%)
Nativi Nati allestero Totale
Paese Istruzione M F Tot M F Tot M F Tot
Austria Primaria 24,2 42,0 33,4 45,0 53,4 49,4 27,0 43,5 35,6
Secondaria 61,9 50,0 55,7 41,9 36,9 39,3 59,1 48,2 53,4
Terziaria 14,0 8,1 10,9 13,2 9,7 11,3 13,9 8,3 11,0
Belgio Primaria 45,3 47,6 46,5 50,5 55,8 53,3 45,9 48,5 47,3
Secondaria 31,5 28,9 30,1 24,4 23,1 23,8 30,7 28,2 29,4
Terziaria 23,2 23,5 23,3 25,1 21,0 23,0 23,4 23,2 23,3
Repubblica Ceca Primaria 16,5 28,7 22,8 27,4 47,9 38,6 17,2 29,9 23,8
Secondaria 71,5 62,8 67,0 56,5 42,1 48,7 70,7 61,5 65,9
Terziaria 12,0 8,5 10,2 16,1 9,9 12,8 12,2 8,5 10,3
Germania Primaria 16,8 31,0 24,2 41,2 50,5 45,8 20,4 33,7 27,2
Secondaria 58,0 55,1 56,5 42,1 36,4 39,3 55,7 52,6 54,1
Terziaria 25,1 13,8 19,3 16,7 13,1 14,9 24,0 13,7 18,7
Danimarca Primaria 35,0 40,1 37,6 35,2 38,6 36,9 35,0 40,0 37,5
Secondaria 46,2 39,0 42,6 39,9 38,5 39,2 45,8 39,0 42,3
Terziaria 18,8 20,9 19,9 25,0 22,9 23,9 19,2 21,0 20,1
Spagna Primaria 65,3 67,5 66,4 58,1 54,6 56,3 64,9 66,8 65,9
Secondaria 16,3 14,9 15,6 21,4 23,7 22,6 16,6 15,4 15,9
Terziaria 18,4 17,6 18,0 20,5 21,7 21,1 18,6 17,8 18,2
Finlandia Primaria 39,7 40,8 40,3 53,1 52,1 52,6 40,1 41,1 40,6
Secondaria 38,4 34,3 36,3 30,0 27,0 28,5 38,2 34,1 36,1
Terziaria 21,9 24,9 23,4 16,9 20,9 18,9 21,7 24,8 23,3
Francia Primaria 41,5 49,6 45,8 52,0 57,5 54,8 42,8 50,5 46,8
Secondaria 41,6 33,5 37,4 28,9 25,5 27,2 40,1 32,6 36,2
Terziaria 16,8 16,9 16,9 19,1 17,0 18,1 17,1 16,9 17,0
Regno Unito Primaria 50,9 51,5 51,2 39,8 41,3 40,6 49,9 50,5 50,2
Secondaria 28,1 29,2 28,7 23,9 25,1 24,5 27,7 28,8 28,3
Terziaria 20,9 19,3 20,1 36,3 33,6 34,8 22,4 20,8 21,6
Grecia Primaria 50,2 54,7 52,5 46,6 38,8 42,7 49,8 52,9 51,4
Secondaria 34,2 32,9 33,5 39,6 43,3 41,4 34,8 34,0 34,4
Terziaria 15,5 12,5 14,0 13,8 17,9 15,9 15,4 13,1 14,2
Ungheria Primaria 39,5 50,1 45,1 35,6 45,4 41,1 39,4 49,9 45,0
Secondaria 49,2 39,7 44,2 40,7 37,8 39,1 49,0 39,7 44,0
Terziaria 11,3 10,2 10,7 23,6 16,7 19,8 11,6 10,4 11,0
Irlanda Primaria 50,0 45,6 47,8 29,9 29,4 29,6 47,8 43,8 45,8
Secondaria 28,6 30,3 29,5 29,2 29,4 29,3 28,7 30,2 29,5
Terziaria 21,4 24,1 22,7 40,9 41,2 41,1 23,5 25,9 24,7
Italia Primaria 62,4 64,8 63,6 56,6 52,3 54,3 62,2 64,3 63,3
Secondaria 29,3 27,3 28,3 32,0 34,8 33,5 29,4 27,6 28,5
Terziaria 8,3 7,9 8,1 11,4 12,9 12,2 8,4 8,1 8,3
Polonia Primaria 28,7 33,6 31,2 38,5 54,1 47,9 28,9 34,1 31,6
Secondaria 61,6 55,4 58,4 45,8 36,6 40,3 61,3 54,9 57,9
Terziaria 9,8 11,0 10,4 15,7 9,3 11,9 9,9 11,0 10,5
Portogallo Primaria 80,9 79,3 80,0 57,3 52,3 54,7 79,2 77,5 78,3
Secondaria 12,2 12,2 12,2 25,5 26,3 25,9 13,2 13,1 13,1
Terziaria 6,9 8,5 7,7 17,2 21,4 19,3 7,6 9,4 8,5
Repubblica Slovacca Primaria 22,0 33,4 28,0 20,2 36,4 29,3 22,2 33,9 28,3
Secondaria 66,1 57,1 61,4 59,1 51,9 55,0 66,0 56,8 61,2
Terziaria 11,9 9,5 10,6 20,7 11,7 15,7 11,8 9,3 10,5
Svezia Primaria 26,8 23,1 25,0 28,8 30,2 29,5 27,1 24,1 25,6
Secondaria 53,8 50,5 52,2 48,1 44,4 46,2 53,1 49,7 51,4
Terziaria 19,3 26,3 22,8 23,0 25,4 24,3 19,8 26,2 23,0
Olanda Primaria 35,1 45,8 40,5 47,9 50,4 49,2 36,5 46,3 41,5
Secondaria 43,3 38,1 40,6 30,8 32,4 31,6 41,9 37,4 39,6
Terziaria 21,6 16,1 18,8 21,3 17,2 19,2 21,6 16,2 18,9
Nota: Istruzione primaria = elementari - medie; Secondaria = superiori; Terziaria = universit post-universit.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE.
42
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualicate: lEuropa
nel contesto OCSE
Tra le diverse tipologie di migranti, quella degli studenti universitari e delle
gure professionali altamente qualicate richiede unanalisi separata. Si tratta
infatti di un tipo di immigrazione verso la quale i paesi pi sviluppati adottano
un approccio diverso. Nel mondo caratterizzato dalla globalizzazione la
contesa per i lavoratori pi qualicati molto serrata e alcuni paesi europei si
sono attrezzati per attrarre studenti e lavoratori in possesso di alte qualiche.
Questo corrisponde ad una tendenza generalizzata in Europa, nella gestione
dei ussi migratori, ad aumentare la capacit di attrarre persone qualicate e
a ridurre la quota di lavoratori poco qualicati.
Possiamo tratteggiare a grandi linee la situazione attuale guardando al numero
di stranieri iscritti nelle universit, pesato sul totale degli iscritti e sul totale
della popolazione residente, e al numero di laureati in ingresso e in uscita per
alcuni paesi UE ed OCSE.
Se consideriamo il numero di studenti stranieri iscritti nelle universit dei
paesi OCSE, nel 2006, il confronto tra lItalia e i paesi OCSE pi avanzati
eloquente. Mentre Francia, Germania, Canada e Regno Unito hanno tassi
di iscrizione di studenti stranieri superiori al 10 per cento, lItalia arriva al
2,4 per cento. Si tratta di un dato che colloca lItalia in fondo alle classiche
OCSE, dietro tra gli altri anche a Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e
Ungheria (tab. 2.9).
Per osservare il numero di laureati che decidono di trasferirsi da un paese
verso un altro, abbiamo considerato per ogni paese OCSE lo stock dei laureati
in uscita e in entrata, questi ultimi distinti tra laureati provenienti da paesi
OCSE e provenienti da paesi non OCSE. In termini assoluti i paesi che ospitano
il maggior numero di laureati stranieri sono Stati Uniti, Canada, Australia,
Germania e Regno Unito. Anche in questo caso, lItalia mostra una capacit
attrattiva molto pi limitata di quella dei paesi pi avanzati, con uno stock di
laureati stranieri pari a quello della Turchia. Considerando lo stock di laureati
in entrata, si possono formulare osservazioni pi approfondite. LItalia, tra i
grandi paesi europei, si trova in una situazione doppiamente negativa. Non solo
non attrae un numero elevato di laureati dallestero, ma ne perde anche molti
che si sono laureati nelle universit italiane e hanno poi deciso di trasferirsi in
un altro paese. Il risultato che il saldo nale tra laureati in ingresso e quelli
43
in uscita pesantemente negativo, segno che il paese non in grado di attrarre
persone altamente qualicate n di trattenere le sue migliori risorse. Solo il
Regno Unito nella UE 15 ha un saldo negativo pari a quello italiano (con la
differenza sostanziale che il Regno Unito attrae molti laureati stranieri), e tra i
paesi OCSE solo Polonia, Corea del Sud e Messico (tab. 2.10).
Se appare naturale che in termini assoluti gli Stati Uniti attraggano pi laureati
rispetto ad altri paesi UE, possiamo pesare il numero di laureati sul totale
della popolazione residente. Confrontando i tre casi di Stati Uniti, Regno Unito
e Italia, si nota quanto, anche in relazione al peso della popolazione, Stati
Uniti e Regno Unito hanno una capacit attrattiva molto pi elevata rispetto
allItalia (graf. 2.8).
Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006
Paese di destinazione Totale iscrizioni % sul totale iscrizioni Ogni 1000 abitanti, %
Austria 30.366 12,0 3,7
Belgio 24.854 6,3 2,4
Canada 148.164 14,6 4,5
Rep. Ceca 17.057 5,1 1,7
Danimarca 10.952 4,8 2,0
Finlandia 11.514 3,7 2,2
Francia 247.510 11,2 4,0
Germania 261.363 11,4 3,2
Grecia 16.558 2,5 1,5
Ungheria 12.381 2,8 1,2
Islanda 715 4,5 2,3
Irlanda 12.740 6,8 3,0
Italia 48.766 2,4 0,8
Giappone 119.120 2,9 0,9
Corea 22.260 0,7 0,5
Paesi Bassi 27.037 4,7 1,7
Nuova Zelanda 36.900 15,5 8,8
Norvegia 4.114 1,9 0,9
Polonia 11.365 0,5 0,3
Portogallo 17.077 4,6 1,6
Slovacchia 1.613 0,8 0,3
Spagna 18.206 1,0 0,4
Svezia 21.315 5,0 2,3
Svizzera 28.016 13,7 3,7
Regno Unito 330.078 14,1 5,4
USA 584.814 3,3 2,0
Totale 2.271.621 5,0 2,3
Note: se non diversamente indicato, i dati riguardano studenti non residenti.
Fonte: Elaborazioni Nomisma OCSE, International Migration Outlook 2009.
44
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001
Stock di migranti laureati
Paesi OCSE-30
Da altri
paesi OCSE-30
Verso altri
paesi OCSE-30
Saldo
Da paesi
non OCSE-30
Saldo totale
Australia 826.301 117.865 708.436 811.751 1.520.187
Austria 64.537 130.146 -65.609 38.674 -26.935
Belgio 73.914 13.738 60.176 25.856 86.032
Canada 1.166.275 523.461 642.814 1.557.820 2.200.634
Repubblica Ceca 6.345 70.449 -64.104 40.643 -23.461
Danimarca 23.612 67.889 -44.277 16.023 -28.254
Finlandia 8.300 72.594 -64.294 13.211 -51.083
Francia 240.867 310.751 -69.884 368.118 298.234
Germania 566.185 936.520 -370.335 454.570 84.235
Grecia 15.575 161.667 -146.092 49.209 -96.883
Ungheria 2.950 123.289 -120.339 9.595 -110.744
Islanda 4.270 7.125 -2.855 2.290 -565
Irlanda 90.668 228.141 -137.473 25.053 -112.420
Italia 57.515 395.229 -337.714 84.903 -252.811
Giappone 132.097 278.268 -146.171 135.273 -10.898
Corea del Sud 18.375 612.937 -594.562 27.596 -566.966
Lussemburgo 13.987 6.419 7.568 7.785 15.353
Messico 51.235 949.330 -898.095 30.719 -867.376
Paesi Bassi 170.422 254.730 -84.308 223.469 139.161
Norvegia 41.265 44.067 -2.802 22.639 19.837
Nuova Zelanda 135.201 174.870 -39.669 82.653 42.984
Polonia 14.957 454.557 -439.600 88.539 -351.061
Portogallo 12.197 145.765 -133.568 15.291 -118.277
Slovacchia 3.436 24.097 -20.661 2.477 -18.184
Spagna 111.450 154.650 -43.200 182.590 139.390
Svezia 100.706 80.553 20.153 95.163 115.316
Svizzera 189.274 92.554 96.720 90.801 187.521
Turchia 53.683 174.687 -121.004 95.006 -25.998
Regno Unito 511.030 1.478.474 -967.444 722.391 -245.053
Stati Uniti 3.804.292 426.099 3.378.193 6.595.708 9.973.901
OCSE-30 8.510.921 8.510.921 0 11.915.816
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE
45
Graf. 2.8 Immigrati ed emigrati con istruzione universitaria sul totale della popolazione del
paese di residenza, 2006
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Italia Regno Unito Stati Uniti
Immigrati Emigrati
Fonte Elaborazioni Nomisma su Fondazione Rodolfo De Benedetti
I.2.7 Popolazione e dinamica demograca nellUnione Europea
Lo squilibrio demograco una delle sde che lEuropa deve affrontare. Il
ruolo che limmigrazione da paesi terzi ha sullandamento della crescita della
popolazione europea un elemento rilevante da tenere in considerazione.
Oggi nellEuropa unita risiedono legalmente circa 30 milioni di cittadini
non europei (tab. 2.4). Recenti proiezioni Eurostat per il 2050 indicano
che, anche prevedendo che nel 2050 risiederanno nella UE 40 milioni di
immigrati, la popolazione europea totale diminuir di 7 milioni di persone;
la forza lavoro, di 52 milioni di persone.
Guardando le elaborazioni del programma comunitario ESPON 2013
(European observation network for territorial development and cohesion)
4
sulle dinamiche demograche in Europa tra il 2001 e il 2005, possiamo
osservare alcuni trend signicativi.
4 Il Programma ESPON 2013 stato avviato dalla Commissione Europea nel 2007 con lo
scopo di supportare lo sviluppo di politiche in favore della coesione territoriale. La sua azione
soprattutto quella di fornire informazioni comparabili al livello territoriale pi dettagliato
possibile (http://www.epson.eu/).
46
Se consideriamo il bilancio migratorio, larea che comprende la penisola
iberica, il sud della Francia, lItalia centro-settentrionale e lIrlanda ha
avuto una crescita annuale del saldo migratorio sempre superiore all1 per
cento. Quello che si nota immediatamente che esiste una vera spaccatura
tra i paesi della UE 15 e quelli dellallargamento 2004 e 2007. Questi
ultimi infatti, hanno subito una riduzione costante o una crescita vicina
allo zero del saldo migratorio (fatta eccezione per Budapest e Riga). Nella
UE 15, invece, la tendenza stata quasi ovunque positiva (anche qui
con le eccezioni di Berlino, Belgio e Lussemburgo). In Italia, evidente
la spaccatura tra il trend delle regioni centro-settentrionali e quello delle
regioni meridionali, dove landamento del saldo migratorio simile a quello
delle regioni dellEuropa dellEst, mentre il saldo ovunque in crescita nel
Centro-Nord (mappa 2.2).
Per avere un quadro completo della situazione demograca, si guardi alla
crescita naturale della popolazione: senza immigrazione, landamento
demograco della popolazione europea tra il 2000 e il 2005 avrebbe
conosciuto un rallentamento considerevole (mappa 2.3). Molte delle aree
che presentano nel periodo considerato una crescita complessiva della
popolazione residente avrebbero in realt sperimentato una riduzione della
popolazione in assenza di migrazione. Tra queste, lItalia settentrionale,
ampie zone della Spagna settentrionale e del Portogallo, gran parte della
Francia occidentale, del Regno Unito, della Germania. E possibile dunque
affermare che nel periodo preso in esame, la crescita del saldo migratorio ha
pesato in genere pi della crescita naturale della popolazione nel determinare
landamento demograco complessivo. stato soprattutto lafusso di
migranti a portare ad un andamento positivo della crescita demograca, in
particolare nelle regioni sopraelencate. Limpatto dei movimenti migratori ha
invece un impatto inverso in quelle regioni dellEuropa orientale che hanno
avuto una crescita naturale positiva ma hanno visto ridursi la popolazione
totale per effetto dei ussi di emigrazione, come alcune aree delle Polonia e
della Romania settentrionale (mappa 2.4).
47
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005
Variazione annuale, anno base 2000:
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013
48
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione,
2001-2005
Variazione annuale, anno base: 2000
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.
49
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale,
2001-2005
Popolazione in crescita con:
Popolazione in diminuzione con:
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.
Saldo migratorio positivo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale negativo
Dato non disponibile
50
I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e
senza immigrazione
Unulteriore conferma dellimpatto degli spostamenti migratori
sullandamento demograco della popolazione europea viene dallanalisi
delle proiezioni Eurostat per il 2010, 2020 e 2050 sulla popolazione residente
nellUnione Europea. Confrontando le due proiezioni, una in ipotesi di
assenza di migrazione, laltra comprendente tutta la popolazione residente,
si ottiene una misura dellimpatto dei ussi migratori. In particolare, nel
lungo periodo la differenza sarebbe notevole: se nel 2020 lo scarto tra i due
scenari sarebbe di 20 milioni di persone, nel 2050 la differenza sarebbe di
70 milioni di residenti. Lafusso di cittadini stranieri consentir quindi una
crescita demograca sostenuta, anche in virt dei maggiori tassi di natalit
che si riscontrano presso le comunit di immigrati (tab. 2.11).
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53
Sezione II
Gli immigrati stranieri in Italia
Gli stranieri che arrivano in Italia: i ussi di
ingresso
Gli stranieri residenti in Italia
La casa degli immigrati stranieri
I giovani stranieri nella scuola italiana
La salute degli stranieri e laccesso ai servizi
sanitari
La dimensione economica dellimmigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo
territoriale
Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi
paesi di origine
54
II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i ussi di
ingresso
II.1.1 Gli ingressi in Italia
Il 2008 ha confermato il robusto andamento dei ussi di stranieri in ingresso
nel nostro Paese, con quasi 470.000 nuove registrazioni in anagrafe di
cittadini provenienti dallestero. Durante lanno precedente, nel 2007, si
era registrato un numero di nuovi ingressi mai raggiunto prima in Italia,
con un saldo migratorio a ne anno di oltre 490.000 nuove registrazioni
(tab. 1.4).
Se allunghiamo lo sguardo ai decenni dietro le nostre spalle, il bilancio
migratorio passato dal punto zero del 1988, a 49.000 persone dieci anni
dopo, con un andamento progressivo della crescita, ai 434.000 nel 2008
(tab. 1.1).
Il primo balzo in aumento si registrato in occasione della regolarizzazione
della posizione di lavoratori stranieri immigrati avviata negli ultimi mesi
del 2002 e conclusasi nel 2003, e delle tappe del processo di allargamento
dellUnione Europa, nel 2004
1
e 2007
2
. Nel 2002 il saldo migratorio era
arrivato a 347.000 persone, contro le 46.000 dellanno precedente; il 2003
aveva registrato 610.000 nuove presenze. Nel 2004, il saldo era stato di
558.000 persone e nel 2007, come si diceva, di quasi mezzo milione di
persone (tab. 1.1).
Se guardiamo alla provenienza dei nuovi arrivi, il dato risulta sostanzialmente
confermato: secondo i dati del Ministero dellInterno sulla presenza di
cittadini stranieri residenti tra il 2005 e il 2007, il rapporto tra comunitari
ed extracomunitari si ribalta nel 2007. Nel 2006 i nuovi residenti comunitari
erano 80.000 e i non comunitari 180.000; nel 2007, i comunitari erano quasi
320.000 e i non europei 102.000 (tab. 1.2).
Il saldo tra nuovi iscritti alle anagra dallestero e cancellati per lestero
positivo per tutte le aree dItalia, anche se decisamente pi elevato nel
Nord-Ovest (oltre 160.000 unit), nel Nord-Est (quasi 150.000) e nel Centro
(quasi 140.000), rispetto al Sud (poco pi di 7.000) e alle Isole (13.352).
1 Con laccesso di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria e
Slovenia, oltre a Malta e Cipro.
2 Quando entrarono Bulgaria e Romania.
55
Vale la pena osservare anche landamento dei cancellati per lestero: nelle
regioni del Nord e del Centro ha unincidenza limitata sul saldo migratorio
(costituisce grosso modo un ottavo dei nuovi iscritti dallestero); nelle Isole
e al Sud, lincidenza decisamente maggiore (gli emigrati allestero sono
circa un quarto degli immigrati dallestero); in particolare, nelle regioni del
Sud i cancellati per lestero sono passati da 1.362 nel 2003 a 15.448 nel
2008, mentre il tasso di incremento dei nuovi arrivati dallestero nello stesso
periodo stato solo del 15 per cento (tab. 1.4).
In termini di composizione per genere, i ussi del 2007 mostravano una
sostanziale parit tra maschi e femmine, pur con una forte disomogeneit
nelle presenze per nazionalit e nei motivi dellingresso in relazione alla
provenienza. Le donne nel corso del 2007 sono pi numerose tra le persone
provenienti dallEuropa orientale, dallAsia orientale (per lincidenza di
cinesi e lippine), e dallAmerica Latina (tab. 1.3). Non ci sono dislivelli
eclatanti nel numero di donne nubili e sposate, fatta eccezione per le donne
albanesi, tra cui le coniugate sono il doppio delle donne arrivate nubili in
Italia, e, in misura pi limitata, tra cinesi, lippine, ecuadoregne e peruviane.
Viceversa, tra i maschi, prevalgono nettamente i celibi, tra gli albanesi ma
anche tra le persone in ingresso dallAfrica, dallAsia, dallAmerica del
Nord e del Sud (tab. 1.3).
Dal punto di vista delle zone di provenienza degli stranieri in arrivo, il
nostro Paese ha mantenuto nel 2007 una forte attrattiva nei confronti dei
cittadini non comunitari che sono presenti da tempo in Italia, come albanesi
e marocchini, ma anche ucraini e moldavi, la cui presenza registrata
molto aumentata in seguito alla regolarizzazione del 2002; anche Cina,
Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka alimentano consistenti ussi di
ingresso. Come si vedr nel capitolo successivo, la comunit pi numerosa
rimane tuttavia quella dei rumeni, con 780 mila residenti, che dal 2007
sono cittadini dellUnione europea e non hanno pi bisogno di ottenere un
permesso di soggiorno per risiedere in Italia, quindi non compaiono tra i dati
presi in esame (tab. 1.7).
56
Tab. 1.1 PopoIazione residente e biIancio demograco, 1968-2008 (migIiaia)
Anni
Popolazione
a inizio anno
Nati vivi Morti Saldo naturale Saldo migratorio
Popolazione
a fne anno
1978 56.063 721 540 181 3 56.247
1979 56.247 683 542 141 - 56.388
1980 56.388 657 559 98 -7 56.479
1981 56.479 628 541 87 -42 56.524
1982 56.524 635 538 97 -58 56.563
1983 56.563 613 564 49 -47 56.565
1984 56.565 598 536 62 -39 56.588
1985 56.588 589 549 40 -30 56.598
1986 56.598 562 545 17 -20 56.594
1987 56.594 560 535 25 -10 56.609
1988 56.609 578 538 40 - 56.649
1989 56.649 567 532 35 10 56.694
1990 56.694 581 544 37 13 56.744
1991 56.744 556 547 9 20 56.773
1992 56.773 575 545 30 18 56.821
1993 56.821 553 555 -2 24 56.842
1994 56.842 537 558 -21 23 56.844
1995 56.844 526 555 -29 29 56.844
1996 56.844 537 558 -21 53 56.876
1997 56.876 540 565 -25 53 56.904
1998 56.904 533 577 -44 49 56.909
1999 56.909 537 571 -34 49 56.924
2000 56.924 543 560 -17 54 56.961
2001 56.961 536 548 -12 46 56.994
2002 56.994 538 557 -19 347 57.321
2003 57.321 544 587 -43 610 57.888
2004 57.888 563 547 16 558 58.462
2005 58.462 554 567 -13 303 58.752
2006 58.752 560 558 2 377 59.131
2007 59.131 564 571 -7 495 59.619
2008 59.619 577 585 -8 434 60.045
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dellammontare di stranieri residenti, 2005-2007
(migliaia)
Anni
Stranieri entrati in Italia con permesso di soggiorno
ancora in vigore a fne anno
Variazione dellammontare di cittadini stranieri
residenti
Totale di cui UE10 di cui extra UE Totale di cui UE10 di cui extra UE
2005 206,8 57 134,6 268,4 68 200,4
2006 181,5 49,4 (b) 122,6 (b) 268,4 80 180
2007 252,4 0 252,4 493,7 319,5 102
(a) Considerando Romania e Bulgaria come paesi UE.
(b) Stima.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dellInterno
57
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in ItaIia neI 2007 per sesso, area geograca e
principali paesi di cittadinanza, per stato civile
Maschi
Stato civile
Femmine
Stato civile
Aree geografche e paesi di
cittadinanza
Celibi Coniugati Altro Totale Celibi Coniugati Altro Totale
EUROPA 23.324 15.813 160 39.297 23.344 31.124 2.330 56.798
Europa centro orientale 23.302 15.804 156 39.262 23.323 31.095 2.325 56.743
di cui: Albania 10.628 6.158 51 16.837 3.297 8.804 334 12.435
Bosnia - Erzegovina 1.036 1.042 3 2.081 158 339 6 503
Moldova 3.129 2.555 31 5.715 7.322 8.599 571 16.492
Ucraina 2.491 2.134 34 4.659 8.529 8.962 1.043 18.534
Altri paesi europei non Ue 22 9 4 35 21 29 5 55
AFRICA 28.486 8.118 106 36.710 10.681 11.483 393 22.557
Africa settentrionale 19.476 5.635 59 25.170 6.650 9.170 296 16.116
di cui: Egitto 2.252 761 2 3.015 198 926 14 1.138
Marocco 13.084 4.027 36 17.147 5.845 6.583 249 12.677
Tunisia 3.427 692 11 4.130 475 1.245 28 1.748
Africa occidentale 5.687 1.521 20 7.228 2.237 1.577 34 3.848
di cui: Ghana 1.470 400 2 1.872 606 411 2 1.019
Nigeria 1.020 236 3 1.259 690 293 6 989
Senegal 1.192 352 2 1.546 293 530 4 827
Africa orientale 2.572 878 24 3.474 1.169 548 50 1.767
Africa centro meridionale 751 84 3 838 625 188 13 826
ASIA 26.797 11.637 60 38.494 12.312 13.273 191 25.776
Asia occidentale 1.304 498 13 1.815 754 587 50 1.391
Asia centro meridionale 17.016 6.944 31 23.991 2.590 6.386 67 9.043
di cui: Bangladesh 6.081 2.152 12 8.245 188 1.325 4 1.517
India 5.260 2.055 9 7.324 1.076 2.560 13 3.649
Pakistan 2.120 843 3 2.966 198 636 9 843
Sri Lanka 2.584 1.645 6 4.235 880 1.690 13 2.583
Asia orientale 8.477 4.195 16 12.688 8.968 6.300 74 15.342
di cui: Cina, Rep. Popolare 6.231 2.283 14 8.528 5.256 3.543 26 8.825
Filippine 1.545 1.352 2 2.899 2.501 1.963 34 4.498
AMERICA 7.641 4.259 93 11.993 11.812 7.986 584 20.382
America settentrionale 1.025 738 20 1.783 1.306 1.192 42 2.540
America centro meridionale 6.616 3.521 73 10.210 10.506 6.794 542 17.842
di cui: Brasile 1.506 732 15 2.253 2.206 1.970 113 4.289
Ecuador 1.150 657 5 1.812 1.618 741 43 2.402
Per 1.374 852 5 2.231 2.678 1.190 46 3.914
OCEANIA 97 80 2 179 124 97 5 226
Apolidi 3 - - 3 - - - -
TOTALE 86.348 39.907 421 126.676 58.273 63.963 3.503 125.739
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, informazioni del Ministero dellInterno
58
Tab. 1.4 BiIancio demograco deIIa popoIazione straniera residente per ripartizione
geograca, 2003-2008
Anni
Iscritti
dallestero
Cancellati per lestero Saldo migratorio con lestero
ITALIA
2003 424.856 12.886 411.970
2004 394.756 14.019 380.737
2005 282.780 15.951 266.829
2006 254.588 16.974 237.614
2007 515.201 20.316 494.885
2008 534.712 80.947 469.053
NORD-OVEST
2003 148.411 4.767 143.644
2004 148.691 5.158 143.533
2005 99.110 6.102 93.008
2006 86.760 6.229 80.531
2007 157.128 7.128 150.000
2008 157.816 22.844 160.236
NORD-EST
2003 108.378 3.768 104.610
2004 97.680 4.572 93.108
2005 78.517 5.265 73.252
2006 71.831 5.660 66.171
2007 125.254 6.865 118.389
2008 139.059 19.870 149.829
CENTRO
2003 99.342 2.732 96.610
2004 96.054 3.008 93.046
2005 71.014 2.933 68.081
2006 63.479 3.562 59.917
2007 135.493 4.055 131.438
2008 138.000 14.894 138.548
SUD
2003 53.656 1.362 52.294
2004 42.681 950 41.731
2005 25.657 1.290 24.367
2006 23.890 1.141 22.749
2007 69.145 1.552 67.593
2008 68.268 15.448 7.088
ISOLE
2003 22.899 9.571 3.224
2004 9.650 331 9.319
2005 8.482 361 8.121
2006 8.628 382 8.246
2007 28.181 716 27.465
2008 31.569 7.891 13.352
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.1.2 La motivazione dellingresso
Nel complesso, il lavoro rimane la motivazione di ingresso prevalente per gli
stranieri che arrivano in Italia: i visti rilasciati nel 2006 per lavoro (subordinato e
autonomo) erano circa 94.000, nel 2007 erano poco meno di 225.000. Guardando
59
alle variazioni della motivazione dellingresso tra il 2000 e il 2007, si vedr come
lincidenza di ingressi per motivi di lavoro alle dipendenze raddoppiato (dal 7
per cento a oltre il 14 per cento del totale dei ussi in ingresso), mentre calata
di due terzi lincidenza per lavoro autonomo. Laumento dei visti per motivi di
lavoro va certamente messo in relazione con la programmazione delle quote di
lavoratori stranieri
3
; tuttavia, se confrontiamo la marcata prevalenza di visti per
posizioni di lavoro subordinato, la forte tendenza alla contrazione di ingressi per
lavoro autonomo, pur se da sempre limitata nella dimensione complessiva, e il
forte calo negli ultimi anni dei visti per studio (da un picco di incidenza del 5
per cento nel 2003, nel 2007 si arrivati al 3,3 per cento), le indicazioni sulla
capacit attrattiva complessiva dellItalia non sembrano lusinghiere (tab. 1.6).
Le donne sono protagoniste delle migrazioni per motivi di lavoro dai paesi
dellEst europeo: l88 per cento degli ingressi di moldavi nel 2007 era costituito
da donne, le ucraine costituiscono l86,7 del totale dei connazionali arrivati in
Italia nello stesso anno; anche nel caso di cinesi e lippini le donne costituiscono
pi delle met degli ingressi per motivi di lavoro (rispettivamente, il 66,7 e l82
per cento); non differiscono ecuadoregne (63,9) e peruviane (73,5) (tab. 1.7).
Gli ingressi per ricongiungimenti familiari sono tipici di comunit che si sono
formate inizialmente con una migrazione maschile, come quella marocchina,
tunisina e albanese, che stanno progressivamente consolidando la presenza
nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dal Ministero dellInterno, sono pi
che altro le donne ad arrivare per ricongiungersi con il marito; questo vale per
quasi tutte le nazionalit escluse quelle in cui abbiamo visto che gli ingressi
per motivi di lavoro hanno una forte predominanza femminile (tab. 1.7).
Le domande di ricongiungimento familiare sono aumentate per quasi tutti i
continenti; fa eccezione il leggero calo registrato dallAmerica (da dove i ussi di
prima emigrazione pi consistenti sono quelli femminili). Le regioni nelle quali
sono depositate le domande sono quelle che nel prossimo capitolo vedremo che
hanno gli indici di integrazione pi elevati: Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte,
Sicilia e Toscana, dove il numero delle domande aumentato tra il 2006 e il
2007 (addirittura raddoppiato in Emilia-Romagna) e Lombardia, che rimane la
regione con il pi alto numero di richieste di ricongiungimento ma nel 2007 ha
registrato un leggero calo delle domande (graf. 1.4 e 1.5).
3 Programmazione dei ussi dingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato.
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Graf. 1.1 Distribuzione dei visti riIasciati per Ie principaIi naIit, 2004-2007 (%)
0
3
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18
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24
27
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33
36
39
42
45
48
51
54
57
60
Turismo/ADS Lavoro subordinato Affari Ricongiungimento familiare Studio
2004 2005 2006 2007
47,88
6,83
13,47
8,48
4,54
49,25
7,93
12,90
8,35
4,30
53,31
7,45
13,16
6,59
3,91
51,03
14,43
12,18
5,83
3,28
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri
Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009
84.052
91.318
69.739
56.407
72.477
27.805
0
10000
20000
30000
40000
50000
60000
70000
80000
90000
100000
2007 2008 2009
Domande presentate
Esito positivo
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
63
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008
701.510
477.079
127.151
470000
170000
150.000
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
2006 2007 2008
Domande
Posti disponibili
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del
richiedente, 2006-2007
728
9
18742
22883
17220
4381
2930
21
18351
13578
11889
4579
0
5000
10000
15000
20000
25000
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Totale 2006
Totale 2007
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
64
Graf. 1.5 Domande di ricongiungimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
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2006
2007
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno.
II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati
Landamento delle richieste e delle concessioni di asilo politico risponde
a fattori di causa diversi da quelli dei ussi migratori volontari, anche se
verosimile che il passaparola tra i migranti che tentano di raggiungere
lItalia clandestinamente possa incidere sullaumento di richieste che
non sono legate a condizioni di pericolo o persecuzione nel paese di
origine. Potrebbe essere questa una delle cause dello sbalzo che il
Ministero dellInterno ha registrato nel numero dei richiedenti asilo tra
il 2007, quando le domande ricevute erano state poco pi di 14.000, e
il 2008, quando sono state pi di 31.000, anche se solo parzialmente
utile cercare di dare risposte univoche ad un fenomeno cos complesso
(tab. 1.6 e 1.7).
65
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008
24.808
18.360
17.402
16.123
13.971
10.348
14.053
31.097
9.796
9.346
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda
Anni 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Totale
Domande presentate 24.808 18.360 17.402 16.123 13.971 9.796 9.346 10.348 14.053 134.207
Domande esaminate 8.239 24.978 13.148 16.890 11.144 8.584 11.589 9.260 13.509 117.341
di cui:
Riconosciuti 785 1.615 2.052 1.235 720 771 961 878 1.408 10.425
Negativi senza protezione 6.579 21.617 6.908 4.186 2.658 3.277 1.701 3.681 4.908 55.515
Negativi con protezione 853 1.615 1.312 729 2 2.366 4.084 4.338 6.318 23.444
Irreperibili 0 11 2.838 10.662 5.854 2.086 4.258 262 400 26.371
Sospesi 1 11 19 12 15 1 202 101 275 637
Altro 21 109 19 66 68 83 383 0 200 949
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
66
II.1.4 Gli ingressi irregolari
Nel 2008 hanno raggiunto lItalia via mare oltre 35.000 persone. Sono
state trasportate da 665 imbarcazioni, di cui ben 537 sono arrivate sulle
coste della Sicilia (397 a Lampedusa). Il numero medio di persone per
imbarcazione lascia supporre che il trafco verso la Sicilia e la Calabria non
sia lesito di tentativi improvvisati ma faccia capo ad una organizzazione
strutturata degli spostamenti: secondo i dati messi a disposizione dal
Ministero dellInterno, i clandestini approdati in Sicilia viaggiavano in
media in gruppi di 66 persone, quelli arrivati nelle provincie di Catanzaro,
Crotone e Reggio Calabria in gruppi di 60 persone, mentre in Sardegna
e in Puglia hanno attraccato barche che trasportavano dalle 10 alle 20
persone (tab. 1.8).
Si tratta in gran parte di uomini: lincidenza delle donne varia dal quasi
10 per cento della Sicilia (esclusa Trapani) al 12 della Calabria, mentre
solo pochissime donne erano a bordo dei barconi approdati in Sardegna e
in Puglia. La presenza di donne pi alta tra i nigeriani (29,8 per cento).
In Puglia la percentuale di minori particolarmente elevata: il 60 per
cento degli sbarcati, 77 persone, perlopi non accompagnati. In Calabria
scende al 18 per cento, in Sicilia al 12 per cento. Lincidenza di minori
altissima tra gli egiziani (41,8 per cento) (tab. 1.8 e 1.9).
In generale, le nazionalit pi numerose tra gli sbarcati sono quelle
tunisina, nigeriana e somala. In assoluto, gli sbarchi interessano per
la quasi totalit ussi che hanno origine in alcuni paesi del Maghreb e
dellAfrica sub-sahariana, da dove raggiungono lItalia attraversando
le coste settentrionali dellAfrica (tab. 1.9 e mappa 1a). Secondo il
Sisde (oggi Aisi), gli sbarchi dal Nord Africa apparivano sensibilmente
diminuiti nel complesso e in particolare in Sicilia e nelle regioni costiere
del Sud: nel confronto tra il primo semestre del 2006 e il primo del 2007
si passati da 7.695 a 4.460 clandestini sbarcati. In Sardegna invece si
passati dai primi 8 del 2005 ai 389 del 2007 (mappa 1b e mappa 1c).
Dellinsieme degli immigrati arrivati, 11.735 sono stati trattenuti nel 2008
in Centri di Identicazione e di Espulsione, di cui 4.473 rimpatriate,
con una permanenza media di 32 giorni. Altri 21.478 migranti sono stati
accolti nei Centri di Accoglienza, dove in media le persone nel 2008
sono rimaste 100 giorni. I Centri di Primo Soccorso e Accoglienza hanno
67
accolto 32.653 persone che allo sbarco avevano necessit di cure di prima
assistenza; di queste, 31.250 sono passate dal Centro di Lampedusa
(tab. 1.10).
Il numero delle persone di nazionalit straniera che le forze dellordine
hanno rintracciato e che non erano in possesso dei documenti o dei
requisiti per rimanere in Italia non variato in misura sostanziale tra il
1999 (112.881 persone) e il 2005 (119.923). Nello stesso periodo, invece,
diminuito sostanzialmente il numero delle persone allontanate , passate
da 72.392 a 54.306. Questo calo dovuto integralmente alla diminuzione
dei respingimenti alla frontiera, passati dai 48.437 del 1999 ai 23.878 del
2005, mentre le espulsioni e i ritorni sono aumentati nello stesso periodo,
da 23.955 a 30.428 (tab. A e tab. B).
Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008
Totale sbarchi Totale persone di cui donne di cui minori
di cui
minori affdati
CALABRIA 11 663 84 94 27
Catanzaro 4 67 3 29 23
Crotone 2 83 4 8 4
Reggio Calabria 5 513 77 57 -
PUGLIA 7 127 4 40 37
Foggia 4 62 3 33 33
Lecce 2 34 2 2
Taranto 1 31 4 5 2
SARDEGNA 110 1.621 22 33 1
Cagliari 110 1.621 22 33 1
SICILIA 537 35.540 3.825 2.582 1.844
Agrigento 430 31.370 3.538 2.426 1.824
di cui a Lampedusa 397 30.657 3.522 2.325 1.771
Ragusa 44 1.330 152 81 81
Siracusa 30 1.430 134 72 17
Trapani 33 410 1 3 3
TOTALE COMPLESSIVO 665 36.951 3.935 2.749 1.909
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati forniti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale dellImmigrazione e
della Polizia delle Frontiere.
68
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalit delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008
Paese di cittadinanza Totale
di cui donne,
%
di cui minori,
%
Tunisia 7633 0,7 2,6
Nigeria 6373 29,8 5,0
Somalia 5258 15,2 5,6
Eritrea 3943 15,3 9,2
Egitto 2281 0,1 41,8
Algeria 2019 1,4 1,8
Ghana 1996 3,7 7,7
Marocco 1800 8,4 2,7
Costa dAvorio 618 0,5 4,4
Burkina 526 0 5,5
India 511 0 0,2
Gambia 422 0,7 10,2
Mal 397 0,3 3,0
Sudan 377 15,1 5,0
Togo 369 3,5 11,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
Tab. 1.10 Persone accoIte nei Centri di Identicazione ed EspuIsione, nei Centri di AccogIienza
e nei Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, 2008
Centri di Identicazione ed EspuIsione
Ospiti trattenuti 11.735
Ospiti rimpatriati 4.473
Permanenza media (gg) 32
Centri di Accoglienza
Persone accolte 21.478
Permanenza media (gg) 100
Centri di Primo Soccorso e Accoglienza
Persone accolte 32.653
di cui a Lampedusa 31.250
Permanenza media (gg) 34
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
69
Mappa 1.1 (a) Rotte dellimmigrazione clandestina verso lItalia
Fonte: Sisde (oggi Aisi) 2007 su dati Ministero dellInterno
Mappa 1.1 (b) Clandestini rintracciati sbarcati in
Sardegna, 1998-2007
Mappa 1.1 (c) Clandestini rintracciati sbarcati in
Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007
Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dellInterno Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dellInterno
70
APPROFONDIMENTO 1
Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza
permesso di soggiorno
Tab. A Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati in posizione irregolare,
1999-2005
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Totale rintracciati 112.881 130.791 133.655 149.783 105.739 105.662 119.923
Totale persone allontanate 72.392 66.057 75.448 88.501 65.153 59.965 54.306
Allontanati, % 64,1 50,5 56,4 59,1 61,6 56,8 45,3
Respingimenti alla frontiera 48.437 42.221 41.058 43.795 27.397 24.528 23.878
Espulsioni/ritorni 23.955 23.836 34.390 44.706 37.756 35.427 30.428
Non ottemperanti 40.489 64.734 58.207 61.282 40.586 45.697 65.617
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network su informazioni del Ministero dellInterno
Tab. B Stranieri senza permesso di soggiorno rintracciati dalle forze dellordine, 2002-2004
2002 2003 2004
Stranieri rintracciati
in posizione irregolare
150.746
Stranieri rintracciati
in posizione irregolare
105.957
Stranieri rintracciati
in posizione irregolare
105.662
di cui : di cui : di cui :
Non rimpatriati 62.245 Non rimpatriati 40.804 Non rimpatriati 45.697
Allontanati 88.501 Allontanati 65.153 Allontanati 59.968
di cui: di cui: di cui:
Respinti alla Frontiera 37.656 Respinti alla Frontiera 24.202 Respinti alla Frontiera 24.528
Respinti dai Questori 6.139 Respinti dai Questori 3.195 Respinti dai Questori 2.563
Espulsi con
accompagnamento alla
frontiera
24.799
Espulsi con
accompagnamento alla
frontiera
18844
Espulsi con
accompagnamento alla
Frontiera
16.270
Espulsi su provvedimento
dellAutorit Giudiziaria
427
Espulsi su provvedimento
dellAutorit Giudiziaria
885
Espulsi su provvedimento
dellAutorit Giudiziaria
930
Stranieri riammessi nei Paesi
di provenienza
17.019
Stranieri riammessi nei
Paesi di provenienza
9.901
Stranieri riammessi nei
Paesi di provenienza
7.996
Stranieri non rimpatriati 62.245 Stranieri non rimpatriati 40.804 Stranieri non rimpatriati 45.697
di cui presenti nei Centri
al 31.12
963
di cui presenti nei Centri
al 31.12
977
di cui presenti nei Centri
al 31.12
1.054
Fonte: Nomisma su dati Ministero dellInterno.
71
II.2 Gli stranieri residenti in Italia
II.2.1 Aspetti demograci: residenti, incidenza sulla popolazione
e proiezioni
Grazie ai ussi di ingresso dallestero, insieme al tasso elevato di fertilit
degli stranieri, nel corso del 2008 la popolazione residente sul territorio
italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni di persone
(tab. 2.1). La crescita della popolazione, pari a 434 mila nuovi residenti
nel 2008, si deve interamente alla popolazione immigrata. Gli stranieri
residenti erano 3 milioni e 900 mila al 1 gennaio 2009, il 6,5 per cento
della popolazione residente. Lanno precedente, erano il 5,8 per cento
(tab. 2.2).
La popolazione straniera inuisce sulla dinamica demograca in misura
nettamente superiore rispetto al suo peso sulla popolazione complessiva.
La crescita della popolazione che si vericata tra il 2003 e il 2008 nelle
regioni del Centro Nord, a fronte di un saldo naturale negativo, si deve quasi
interamente agli iscritti alle anagra dallestero. Nel Sud e nelle Isole il
saldo migratorio con lestero ha compensato lemigrazione verso lestero e
verso il nord del Paese (Tab. 2.3)
4
.
Le previsioni sulla popolazione residente per il prossimo futuro, diffuse nel
2008 da Istat, consentono di fare qualche considerazione sullincidenza
della componente straniera sulla dinamica demograca, pur con tutte le
cautele dobbligo quando ci si riferisce a scenari previsionali. In soli cinque
anni, il numero dei residenti stranieri in Italia raddoppiato: erano quasi
due milioni nel 2003, sono quasi 4 milioni nel 2008. Stando allipotesi di
scenario intermedia delineata da Istat, la popolazione straniera potrebbe
ammontare a 6 milioni e 300 mila persone nel 2020, a 10 milioni e 600 mila
nel 2050. Lincidenza sul totale della popolazione sar triplicata rispetto ad
oggi, con un tasso di oltre il 17 per cento, tendendo quindi ad aumentare
in misura pi che proporzionale rispetto alla crescita in valori assoluti.
4 In questo volume si scelto di fare riferimento ai dati raccolti dalle anagra per le infor-
mazioni sugli stranieri residenti in Italia. bene precisare per, seguendo Istat, che per
quel che riguarda le iscrizioni in anagrafe, gli effetti del decreto ussi 2008 si producono
principalmente nel 2009 mentre possibile che, considerato il ritardo accumulato nella
concessione dei permessi di soggiorno, le iscrizioni in anagrafe del 2008 derivino anche dai
decreti ussi del 2006. In particolare, il d.p.c.m. del 15 febbraio 2006 autorizzava lingresso
di 120 mila lavoratori extracomunitari non stagionali, mentre quello del 25 ottobre pro-
grammava in aggiunta al precedente un fabbisogno di 350 mila lavoratori extracomunitari
non stagionali (nota 2 p. 241 Rapporto Annuale 2008).
72
In tutte le ipotesi formulate da Istat, compresa quella meno sfavorevole
circa la contrazione della popolazione italiana autoctona, questa tender
comunque a decrescere e saranno gli stranieri a fare fronte a questa
dinamica negativa, consentendo una crescita limitata ma costante della
popolazione (tab. 2.4).
Tab. 2.1 PopoIazione residente in ItaIia e movimento anagraco, 2001-2008
Anni
Popolazione
residente
a inizio
periodo
Saldo
naturale
Totale iscritti
Iscritti
dallestero
Saldo
migratorio
(interno +
estero)
Saldo totale
Popolazione
residente alla fne
dellanno
ITALIA
2001 (a) 56.995.744 -7.752 135.995 24.753 6.988 -2.002 56.993.742
2002 56.993.742 -19.195 1.650.961 222.801 238.005 327.328 57.321.070
2003 57.321.070 -42.405 2.057.970 470.491 440.199 567.175 57.888.245
2004 57.888.245 15.941 2.056.055 444.566 405.617 574.130 58.462.375
2005 58.462.375 -13.282 1.851.564 325.673 268.116 289.336 58.751.711
2006 58.751.711 2.118 2.056.944 297.640 244.161 379.576 59.131.287
2007 59.131.287 -6.868 2.062.210 558.019 503.464 488.003 59.619.290
2008 59.619.290 -8.467 2.046.718 534.712 469.053 425.778 60.045.068
(a) Popolazione al 21 0ttobre 2001 (popolazione legale in base al XIV Censimento generale della popolazione) e movimento
anagraco dal 22 ottobre al 31 dicembre.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008
Anno Saldo Naturale e Migratorio Maschi Femmine Totale
2003 Saldo Naturale -9.355 -33.050 -42.405
Saldo Migratorio e per altri motivi 311.740 297.840 609.580
2004 Saldo Naturale 15.336 605 15.941
Saldo Migratorio e per altri motivi 292.860 265.329 558.189
2005 Saldo Naturale 5.848 -19.130 -13.282
Saldo Migratorio e per altri motivi 144.236 158.382 302.618
2006 Saldo Naturale 12.753 -10.635 2.118
Saldo Migratorio e per altri motivi 178.800 198.658 377.458
2007 Saldo Naturale 10.538 -17.406 -6.868
Saldo Migratorio e per altri motivi 220.768 274.103 494.871
2008 Saldo Naturale - 8.467
Saldo Migratorio e per altri motivi 425.778
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
73
Tab. 2.3 BiIancio demograco deIIa popoIazione straniera residente per ripartizione geograca,
2003-2008
Anni
Iscritti
dallestero
Cancellati per lestero Saldo migratorio con lestero
Popolazione straniera
residente (a)
ITALIA
2003 424.856 12.886 411.970 1.990.159
2004 394.756 14.019 380.737 2.402.157
2005 282.780 15.951 266.829 2.670.514
2006 254.588 16.974 237.614 2.938.922
2007 515.201 20.316 494.885 3.432.651
2008 534.712 80.947 469.053 3.901.704
NORD-OVEST
2003 148.411 4.767 143.644 707.664
2004 148.691 5.158 143.533 873.069
2005 99.110 6.102 93.008 976.887
2006 86.760 6.229 80.531 1.067.218
2007 157.128 7.128 150.000 1.223.363
2008 157.816 22.844 160.236 1.383.599
NORD-EST
2003 108.378 3.768 104.610 545.394
2004 97.680 4.572 93.108 653.416
2005 78.517 5.265 73.252 730.569
2006 71.831 5.660 66.171 802.239
2007 125.254 6.865 118.389 923.812
2008 139.059 19.870 149.829 1.073.641
CENTRO
2003 99.342 2.732 96.610 483.233
2004 96.054 3.008 93.046 576.815
2005 71.014 2.933 68.081 641.158
2006 63.479 3.562 59.917 727.690
2007 135.493 4.055 131.438 857.072
2008 138.000 14.894 138.548 995.620
SUD
2003 53.656 1.362 52.294 176.597
2004 42.681 950 41.731 213.206
2005 25.657 1.290 24.367 229.375
2006 23.890 1.141 22.749 244.088
2007 69.145 1.552 67.593 305.146
2008 68.268 15.448 7.088 312.234
ISOLE
2003 22.899 9.571 3.224 6.646.358
2004 9.650 331 9.319 85.651
2005 8.482 361 8.121 92.525
2006 8.628 382 8.246 97.687
2007 28.181 716 27.465 123.258
2008 31.569 7.891 13.352 136.610
(a) Per il 2008, la popolazione residente stimata sulla base del saldo migratorio dellanno precedente.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
74
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della
popolazione (2010-2020-2050)
Anni Totale stranieri
Totale popolazione
residente
Incidenza stranieri su
tot. popolazione %
2010
Maschi 2.013.368 29.242.194 6,9
Femmine 2.106.783 30.981.919 6,8
Totale 4.120.151 60.224.113 6,8
2020
Maschi 3.126.580 30.017.521 10,4
Femmine 3.192.489 31.616.893 10,1
Totale 6.319.069 61.634.414 10,3
2050
Maschi 5.455.601 30.302.641 18,0
Femmine 5.180.883 31.413.876 16,5
Totale 10.636.484 61.716.517 17,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su proiezioni Istat
II.2.2 Nazionalit degli stranieri in Italia
Al 1 gennaio 2009, quasi la met degli stranieri residenti in Italia
apparteneva a cinque sole nazionalit: Romania (circa 780.000, in aumento
del 24,8 per cento rispetto allanno precedente), Albania (oltre 440.000, con
una variazione positiva del 9,7 per cento sul 2008), Marocco (circa 400.000,
aumentati del 9,9 per cento), Cina (circa 173.000, aumentati di oltre il 10
per cento) e Ucraina (oltre 150.000, con una crescita del 16,5 per cento
sullanno precedente) (tab. 2.5).
In una panoramica delle provenienze continentali, la presenza di
neocomunitari, cittadini di paesi dellEuropa orientale entrati nellUnione
europea nel 2004 e nel 2007, aumentata del 22,7 per cento tra il 2008 e
il 2009 (la variazione percentuale registrata tra il 2007 e il 2008 era molto
pi alta, ma era dovuta in misura sostanziale alla registrazione di rumeni,
diventati comunitari nel 2007, una parte dei quali verosimile che fosse gi
presente in Italia). La presenza africana aumentata di quasi il 10 per cento
(passando dai 133.000 residenti del 2008 ai 155.000 del 2009), quella di
asiatici del 14,3 per cento (631.000 persone circa nel 2009, 80.000 in pi
dellanno precedente) e quella di persone provenienti dallAmerica del 12,1
per cento (passata da circa 293.000 a circa 330.000 persone). La variazione
della presenza di stranieri provenienti da Asia ed America registrata tra
2008 e 2009 raddoppiata rispetto alla variazione 2007/2008 (tab. 2.6).
75
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1 gennaio 2008
Paesi Maschi Femmine Totale
1 Romania 294.212 331.066 625.278
2 Albania 222.198 179.751 401.949
3 Marocco 216.517 149.391 365.908
4 Cina,Rep. Pop. 82.411 106.764 156.519
5 Tunisia 60.789 74.108 132.718
6 Senegal 50.503 63.371 105.675
7 Egitto 49.080 61.839 93.601
8 India 46.318 45.558 90.218
9 Macedonia 44.994 44.062 78.090
10 Filippine 43.836 42.946 77.432
11 Serbia Mont. 37.925 33.096 73.235
12 Bangladesh 37.359 32.812 70.755
13 Pakistan 34.528 31.114 69.572
14 Sri Lanka 34.087 30.617 68.591
15 Ecuador 29.173 26.977 68.542
16 Peru 27.809 25.662 62.620
17 Polonia 26.847 24.670 61.064
18 Ucraina 25.954 23.180 55.242
19 Moldova 23.033 20.492 49.344
20 Ghana 21.635 19.792 40.641
21 Nigeria 17.461 18.786 40.163
22 Algeria 15.750 17.883 38.400
23 Germania 15.493 17.371 37.848
24 Bosnia -Erzegovina 15.346 16.765 33.477
25 Bulgaria 13.685 14.816 30.803
26 Brasile 12.186 14.736 27.356
27 Francia 12.017 12.617 26.448
28 Regno Unito 11.712 12.581 22.672
29 Croazia 11.104 12.117 21.523
30 Costa dAvorio 9.402 12.010 21.308
31 Turchia 8.631 11.688 18.591
32 Stati Uniti 6.912 11.370 17.890
33 Colombia 6.202 10.204 17.354
34 Eritrea 6.039 8.124 17.132
35 Dominicana, Rep. 6.010 7.730 15.036
36 Burkina Faso 5.893 6.991 14.581
37 Argentina 5.501 6.922 14.562
38 Spagna 4.737 5.931 12.492
39 Svizzera 4.277 5.521 11.386
40 Mauritius 4.275 5.347 9.798
41 Russa, Fed. 4.152 4.971 9.246
42 Iran, Rep. Islam. 3.864 4.890 8.960
43 Grecia 3.861 4.671 8.165
44 Camerun 3.719 4.597 7.463
45 Paesi Bassi 3.494 4.496 7.331
46 Cuba 3.211 4.493 7.063
47 Etiopia 2.901 4.430 7.060
48 Somalia 2.801 4.066 6.940
49 Slovacchia 2.573 3.897 6.913
50 Giappone 2.463 3.753 6.609
Altri Paesi 66.937 89.792 161.087
Totale 1.701.817 1.730.834 3.432.651
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
76
Tab.2.6 Cittadini stranieri residenti per continente dorigine e paesi selezionati, 2008-2009
(numeri assoluti e variazione % annuale)
Aree geografche e paesi di cittadinanza
Totale 1
gennaio 2008
Totale 1
gennaio 2009
Variazione %
2008/07
Variazione %
2009/08
EUROPA 1.785.870 2.053.362 28,1 15
UE 27 934.435 1.119.656 54,1 19,8
UE 15 157.667 166.448 5,9 5,6
Paesi nuova adesione 776.768 953.208 69,9 22,7
Romania 625.278 780.421 82,7 24,8
Albania 401.949 441.073 6,9 9,7
Moldova 68.591 92.637 22,9 35,1
Ucraina 132.718 154.670 10,5 16,5
AFRICA 797.997 876.120 6,4 9,8
Egitto 69.572 76.566 5,9 10,1
Marocco 365.908 402.242 6,6 9,9
Senegal 62.620 68.134 4,6 8,8
ASIA 551.985 631.061 7,7 14,3
Cina,Rep. Pop. 156.519 173.159 8 10,6
Filippine 105.675 119.864 4,3 13,4
AMERICA 293.550 328.935 5,2 12,1
Ecuador 73.235 81.488 6,3 11,3
Peru 70.755 83.321 6,4 17,8
OCEANIA 2.527 2.635 -0,4 4,3
Apolidi 722 878 12,3 21,6
TOTALE 3.432.651 3.892.114 16,8 13,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani
Sono sempre pi numerosi gli stranieri che decidono di avere gli in Italia.
Solo nel 2007, i nati da coppie di genitori stranieri erano oltre 63.000, l11,3
per cento dei nati in Italia, con unincidenza sul totale molto superiore a
quella della popolazione straniera complessiva (5,8 per cento nello stesso
anno) (tab. 2.7). Se si amplia lo spettro di osservazione no ad includere i
nati da almeno un genitore straniero, lincidenza sale al 14,6 per cento.
Nel 2007, la maggior incidenza di nati stranieri si registrata nelle regioni
del Nord Est e del Nord Ovest, dove supera il 17 per cento delle nascite (dove
la presenza straniera nel 2007 incideva complessivamente per il 7,8 per
cento della popolazione residente); Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia
sono le regioni che hanno registrato lincidenza pi elevata: oltre 20 neonati
sul territorio regionale ogni 100 avevano almeno un genitore straniero.
Nel Centro, lincidenza arriva al 13 per cento (contro il 7,3 per cento di
incidenza dei residenti stranieri sul totale della popolazione); spiccano i
77
valori elevati di Marche, Lazio e Toscana, che registrano unincidenza di
oltre il 15 per cento. Nel Mezzogiorno, lincidenza degli stranieri sul totale
dei nati invece assai pi contenuta: 2,8 per cento nelle regioni meridionali
e 2,6 nelle Isole; fa eccezione lAbruzzo, con una incidenza media che si
aggira intorno all8 per cento (tab. 2.7 e 2.8).
Anche tra gli adulti si annoverano nuovi italiani: sono state quasi 40.000
le cittadinanze concesse nel 2008, di cui circa il 37 per cento per diritto
acquisito durante la residenza in Italia e il 63 per cento tramite matrimonio; i
dati dei due anni precedenti non differivano di molto (tab. 2.9 e graf. 2.1).
Nella comparazione per genere, il numero delle cittadinanze concesse a
donne cresciuto in termini assoluti molto pi di quello delle cittadinanze
riconosciute a persone di sesso maschile; le donne naturalizzate italiane
sono passate da circa 9.000 nel 1997 a circa 38.000 nel 2007; nello stesso
periodo, le quasi 3.000 cittadinanze a uomini nel 1997 sono diventate circa
11.000 nel 2007 (graf. 2.2).
I nuovi cittadini italiani sono in gran parte di origine europea (per lesattezza,
la cittadinanza italiana stata riconosciuta a 15.249 persone nate in un altro
paese europeo) e americana (12.337). Gli africani che hanno acquisito la
cittadinanza italiana nel 2008 sono stati 7.561 e 2.710 gli asiatici (graf.
2.3). Tra le nazionalit, spiccano quella marocchina, con oltre 5 mila e 500
cittadinanze concesse nel 2008, gli albanesi (oltre 3 mila), i rumeni (2 mila
e 600), argentini, brasiliani e ucraini (graf. 2.4).
Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %)
Ripartizioni
Nati stranieri Nati totali Incidenza
% nati
stranieri
su nati
totali
Incidenza % nati
stranieri su nati
totali
Iscritti in anagrafe per nascita Iscritti in anagrafe per nascita
Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale
Italia nord-occidentale 12.728 12.114 24.842 75.546 70.814 146.360 17,0 17,0
Italia nord-orientale 9.976 9.219 19.195 56.022 52.735 108.757 17,6 17,6
Italia centrale 7.072 6.588 13.660 54.204 50.806 105.010 13,0 13,0
Italia meridionale 1.913 1.835 3.748 68.841 65.450 134.291 2,8 2,8
Italia insulare 833 734 1.567 31.303 29.868 61.171 2,6 2,6
ITALIA 32.522 30.490 63.012 285.916 269.673 555.589 11,3 11,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
78
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e
incidenza %)
Regioni
Nati con almeno padre straniero Nati con almeno madre straniera
Valore stimato Incidenza % Valore stimato Incidenza %
Piemonte 6.650 17,2 7.831 20,3
Valle dAosta 140 11,3 174 14,0
Lombardia 18.484 19,2 20.900 21,7
Trentino-Alto Adige 1.560 14,6 1.919 18,0
Veneto 9.316 19,6 10.561 22,2
Friuli-Venezia Giulia 1.597 15,1 1.913 18,1
Liguria 1.614 13,3 1.971 16,2
Emilia-Romagna 8.062 19,9 9.380 23,2
Toscana 5.254 16,3 6.245 19,4
Umbria 1.302 16 1.654 20,6
Marche 2.328 16,6 2.784 19,8
Lazio 6.072 11,6 7.600 14,5
Abruzzo 987 8,6 1.394 12,2
Molise 66 2,6 142 5,7
Campania 1.548 2,5 2.492 4,0
Puglia 1.033 2,7 1.396 3,7
Basilicata 125 2,6 205 4,2
Calabria 671 3,7 1.137 6,3
Sicilia 1.641 3,3 2.197 4,5
Sardegna 353 2,6 566 4,2
Italia nord-occidentale 26.888 18,1 30.876 20,8
Italia nord-orientale 20.535 18,8 23.773 21,7
Italia centrale 14.956 14,0 18.283 17,1
Italia meridionale 4.430 3,2 6.766 4,9
Italia insulare 1.994 3,2 2.763 4,4
ITALIA 68.803 12,2 82.461 14,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab.2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008
Anni Inserite Concesse Respinte Inammissibili
2003
Matrimonio 17.944 11.319 201 203
Residenza 9.149 2.124 1.801 17
Totale 27.093 13.443 2.002 220
2004
Matrimonio 19.756 9.997 261 399
Residenza 10.841 1.948 1.056 62
Totale 30.597 11.945 1.317 461
2005
Matrimonio 18.770 11.854 337 278
Residenza 10.240 7.412 829 56
Totale 29.010 19.266 1.166 334
2006
Matrimonio 17.341 30.151 279 235
Residenza 13.232 5.615 243 149
Totale 30.573 35.766 522 384
2007
Matrimonio 21.257 31.609 84 232
Residenza 25.261 6.857 63 332
Totale 46.518 38.466 147 564
2008
Matrimonio 24.959 24.950 434 294
Residenza 32.026 14.534 305 385
Totale 56.985 39.484 739 679
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
79
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008
1
1
3
1
9
2
1
2
4
9
9
9
7
1
9
4
8
1
1
8
5
4
7
4
1
2
3
0
1
5
1
5
6
1
5
3
1
6
0
9
6
8
5
7
2
4
9
5
0
1
4
5
3
4
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
2
0
0
3
2
0
0
4
2
0
0
5
2
0
0
6
2
0
0
7
2
0
0
8
Matrimonio
Residenza
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Femmin
e
Maschi
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
80
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007
4
9
3
0
7
5
0
9
1
4
5
1
4
1
5
2
4
9
2
3
9
3
5
0
2
9
6
8
4
3
7
5
6
1
1
1
1
0
1
8
6
6
2
3
4
8
2
7
1
0
3
4
7
7
4
7
9
3
1
1
8
9
8
1
2
3
3
7
1
7
5
3
1
4
1
5
9
2
1
1
1
6
2
2
1
7
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
Europa Africa Asia America Oceania Apolidi
2004 2005 2006 2007
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008
Marocco
Albania
Romania
Argentina
Brasile
Ucraina
Polonia
Tunisia
Altri
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellInterno
81
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti
Laumento dei matrimoni tra stranieri o che coinvolgono almeno uno straniero
va certamente letto come un ulteriore indicatore della stabilizzazione della
presenza straniera in Italia.
Tuttavia, bene anche tenere presente che il matrimonio, per i cittadini
extracomunitari, pu rappresentare unoccasione per acquisire la
cittadinanza italiana, e quindi ovviamente il diritto a risiedere in Italia, nel
caso di matrimoni misti, oppure la possibilit di avviare il ricongiungimento
con il partner rimasto fuori dallItalia, nel caso di matrimoni tra stranieri.
Come suggerisce Istat nel Rapporto annuale 2008, il calo dei matrimoni
di cittadini rumeni registrato nel 2007, dopo il loro ingresso nellUe,
esemplare a questo riguardo.
I matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati oltre 34 mila nel corso
del 2007, il 13,8 per cento del totale dei matrimoni registrati in Italia (250
mila). Il numero e lincidenza di questo tipo di unioni coniugali rimasto
sostanzialmente invariato rispetto allanno precedente (tab. 2.10).
La quota pi consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero
rappresentata da matrimoni misti, celebrati cio tra cittadini italiani e
stranieri; nel 2007 sono pi di 23 mila, il 9,4 per cento del totale. Nelle
coppie miste, la tipologia pi frequente quella in cui lo sposo italiano e la
sposa straniera (sette matrimoni su 100 a livello medio nazionale); le donne
italiane che si sposano con uno straniero sono circa 2,4 su cento. Inne, sono
il 4,4 per cento del totale i matrimoni in cui entrambi gli sposi sono stranieri
(tab. 2.10). Delle oltre 24.000 famiglie in Italia, il 6,9 per cento contano al
proprio interno almeno una persona di cittadinanza straniera (tab. 2.11).
82
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007
Tipologia di coppia
Anni
Sposi
entrambi
italiani
Incidenza
%
su tot
matrimoni
Sposo
italiano
sposa
straniera
Incidenza
%
su tot
matrimoni
Sposo
straniero
sposa
italiana
Incidenza
%
su tot
matrimoni
Sposi
entrambi
stranieri
Incidenza
%
su tot
matrimoni
Matrimoni
con
almeno
uno
sposo
straniero
Incidenza %
su tot
matrimoni
1995 277.680 95,7 7.416 2,6 3.248 1,1 1.665 0,6 12.329 4,3
1996 266.618 95,7 7.254 2,6 2.621 0,9 2.118 0,8 11.993 4,3
1997 264.248 95,1 8.167 3,0 2.808 1,0 2.515 0,9 13.490 4,9
1998 265.798 94,9 8.640 3,1 2.806 1,0 2.790 1,0 14.236 5,1
1999 263.782 94,1 10.127 3,6 3.177 1,1 3.244 1,2 16.548 5,9
2000 264.409 93,0 12.305 4,3 3.653 1,3 4.043 1,4 20.001 7,0
2001 242.513 91,9 13.524 5,0 3.603 1,4 4.386 1,7 21.513 8,1
2002 244.423 90,5 15.561 5,7 4.491 1,7 5.538 2,1 25.590 9,5
2003 236.367 89,5 16.098 6,1 4.304 1,6 7.328 2,8 27.730 10,5
2004 218.307 87,7 17.389 7,0 4.446 1,8 8.827 3,5 30.662 12,3
2005 214.723 86,7 18.481 7,5 4.822 1,9 9.714 3,9 33.017 13,3
2006 211.596 86,0 19.029 7,8 4.991 2,0 10.376 4,2 34.396 14,0
2007 215.801 86,2 17.663 7,0 5.897 2,4 10.999 4,4 34.559 13,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007
Numero di Famiglie
Famiglie con almeno uno
straniero
Famiglie con capofamiglia
straniero
Incidenza % famiglie con almeno uno
straniero su tot. famiglie
24.282.485 1.684.906 1.366.835 6,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.5 La suddivisione per classi di et
Laumento delle nascite e dei ussi in ingresso per ricongiungimento
familiare ha un impatto diretto sulla composizione per et della popolazione
straniera residente. La divisione per classi di et mostra una popolazione
decisamente giovane, se paragonata agli italiani.
Secondo gli aggiornamenti Istat al 1 gennaio 2009, gli stranieri che
risiedevano nel Paese al 1 gennaio 2008 avevano unet media di 31,1 anni
(let media degli italiani di circa 43 anni). Il processo di stabilizzazione
degli immigrati e il crescente numero di richieste di permesso di soggiorno
per ricongiungimento familiare hanno portato a un aumento costante di
minorenni stranieri in Italia: al 1 gennaio 2008 erano gi 767 mila. I minori
83
stranieri hanno unincidenza pari al 7,5 per cento sul totale dei minorenni
in Italia, molto superiore a quella della popolazione straniera complessiva
(pari al 6,5 per cento) (tab. 2.12 e 2.13).
Poco meno della met degli stranieri in Italia (49,2 per cento) ha unet
compresa tra i 18 e i 39 anni. Oltre l80 per cento ha meno di 45 anni (il
50 per cento degli italiani). Viceversa, solo il 2 per cento degli stranieri ha
pi di 65 anni (tab. 2.12), con un impatto di aggiustamento sostanziale del
tasso di dipendenza, misurato dal rapporto tra la popolazione con oltre 65
anni e il numero di persone in et da lavoro (tra i 15 e i 64 anni).
Le proiezioni demograche diffuse da Istat prevedono che nel 2050
la percentuale di giovani con origini straniere sar di circa un terzo dei
residenti con meno di 15 anni e anche di quelli di et compresa tra i 15 e i
24 anni, sottolineando come si tratti di valori in linea con quelli attualmente
registrati in paesi di tradizionale immigrazione come il Canada e gli Stati
Uniti (Proiezioni demograche 1 gennaio 2007 1 gennaio 2051). Per
la maggior parte saranno persone nate in Italia in famiglie con almeno un
genitore immigrato.
Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di et e incidenza sul totale della
popolazione residente, 1 gennaio 2008
Ripartizioni
Totale
stranieri
residenti
Composizione percentuale per
classi di et
Incidenza percentuale stranieri su popolazione
totale
0-17 18-39 40-64 65 e oltre
Et
media
0-17 18-39 40-64 65 e oltre Totale
Nord-ovest 1.223.363 23,4 49,3 25,4 1,8 30,4 11,5 13,8 5,6 0,7 7,8
Nord-est 923.812 23,6 49,6 25,1 1,7 30,2 11,9 14,4 5,9 0,7 8,1
Centro 857.072 20,7 48,7 28,2 2,5 32,8 9,5 12,8 6 0,8 7,3
Sud 305.146 17,9 49,3 30,4 2,4 33 2 3,5 2 0,3 2,2
Isole 123.258 19,8 48 29,6 2,6 32,5 2 2,9 1,7 0,3 1,8
Italia 3.432.651 22,2 49,2 26,6 2 31,1 7,5 9,8 4,5 0,6 5,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
84
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione
minorenne, per ripartizione geograca,
1 gennaio 2008
Ripartizioni Minorenni
% su stranieri
residenti
% su totale
minorenni in Italia
Maschi Femmine Totale
Nord-Ovest 149.805 139.003 288.808 23,6
Nord-Est 113.807 104.422 218.229 23,6
Centro 94.629 86.479 181.108 21,1
Sud 27.699 26.203 53.902 17,7
Isole 12.938 12.075 25.013 20,3
Italia 398.878 368.182 767.060 22,3 7,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia
Il tasso di istruzione degli stranieri in Italia relativamente alto, situazione
simile a molti paesi europei, anche se con differenze rispetto ai nativi. La
specicit italiana riguarda la limitata presenza di laureati (14,7 su cento
stranieri in Italia), che registrano un peso relativo sul totale degli immigrati
inferiore a tutti i Paesi Europei considerati, inferiore anche alla Germania,
paese che diversamente dallItalia condizionato da un fenomeno di
vecchia immigrazione, che tende ad essere pi caratterizzato da bassi
livelli di scolarizzazione (la Germania, il paese dopo lItalia con lincidenza
pi bassa di laureati tra la popolazione straniera residente, arriva al 18,8 per
cento) (tab. 2.15).
Per contro, lItalia ha un peso relativo molto alto nei livelli di istruzione pi
bassi: 48,8 ogni cento stranieri residenti, inferiore tra gli Stati Membri solo
a Spagna e Portogallo (che registrano, rispettivamente, il 54,8 e il 50,5 per
cento) (tab. 2.15).
Dallanalisi dei dati per continente di provenienza si rileva una situazione
diversicata; in particolare, gli immigrati europei hanno unelevata
percentuale di diplomati (41,5 per cento), la maggior parte dei laureati
proviene dal nord America (31,4 per cento). Il grado di scolarizzazione pi
bassa riferibile soprattutto a immigrati asiatici e africani (tab. 2.16,
2.17, 2.18).
85
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di et, genere e
ripartizioni geograche, 2006 (%)
Popolazione straniera Popolazione italiana
Fino
licenza
media
Diploma Laurea Totale
Fino
licenza
media
Diploma Laurea Totale
Classi di et
15-24 74,7 24,4 0,9 100 53,3 43,2 3,5 100
25-34 47,2 41,7 11,1 100 32,3 49,8 17,8 100
35-54 49,6 37,3 13,1 100 48,9 38,6 12,4 100
55-64 53,4 23,3 23,3 100 68,4 23,2 8,4 100
Genere
Maschi 57,1 34,3 8,7 100 50,4 39 10,6 100
Femmine 48,9 38,1 13 100 49,2 38,6 12,2 100
Ripartizioni
Nord 50,7 38,2 11,1 100 47,3 40,9 11,8 100
Centro 49,8 38,5 11,7 100 43,9 41,9 14,1 100
Mezzogiorno 70,8 21,6 7,6 100 55,8 34,6 9,6 100
Totale 53 36,2 10,8 100 49,8 38,8 11,4 100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007
Livelli 1 e 2 Livelli 3 e 4 Livelli 5 e 6 Totale
Danimarca 29,4 42,0 28,6 100,0
Francia 41,3 33,0 25,7 100,0
Germania 35,1 46,1 18,8 100,0
Italia 48,8 36,6 14,7 100,0
Paesi Bassi 37,9 37,3 24,8 100,0
Portogallo 50,5 25,7 23,8 100,0
Spagna 54,8 22,4 22,9 100,0
Svezia 20,1 51,0 28,9 100,0
Regno Unito 30,0 26,0 44,1 100,0
Nota: I livelli di istruzione citati fanno riferimento allInternational Standard Classication of Education ISCED 1997 di
UNESCO:
1. Educazione primaria: diploma di scuola elementare.
2. Educazione secondaria di I livello: diploma di scuola media inferiore.
3. Educazione secondaria di II livello: diploma di scuola superiore.
4. Diploma di Laurea di Primo livello (Triennale).
5. Diploma di Laurea Specialistica o di Vecchio Ordinamento.
6. Formazione Post-Laurea (Master, Dottorati, Corsi di Specializzazione).
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
86
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2,
2007
Africa Asia Europa
Nord
America
Oceania
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
Paese di
nascita
sconosciuto
Tutti i paesi
di nascita
Danimarca 31,0 37,9 27,0 12,2 16,7 21,6 29,4
Francia 38,7 34,3 47,2 8,1 16,2 28,4 - 41,3
Germania 33,1 32,6 36,9 - - 21,1 31,3 35,1
Italia 62,9 58,4 43,7 24,5 40,0 40,9 - 48,8
Paesi Bassi 50,2 32,2 37,6 14,1 38,4 49,9 37,9
Portogallo 53,3 53,0 45,7 36,4 39,3 47,6 - 50,5
Spagna 75,6 57,7 48,0 15,4 33,0 50,6 - 54,8
Svezia 21,7 21,9 20,1 5,5 7,4 17,2 - 20,1
Regno Unito 21,6 37,3 31,3 12,6 14,2 39,7 36,9 30,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4,
2007
Africa Asia Europa
Nord
America
Oceania
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
Paese di
nascita
sconosciuto
Tutti i paesi
di nascita
Danimarca 42,8 40,1 42,7 38,0 49,8 44,7 - 42,0
Francia 34,5 29,9 32,5 20,3 28,5 28,7 - 33,0
Germania 52,7 48,1 46,6 34,7 - 54,3 41,3 46,1
Italia 27,4 25,9 41,5 44,1 44,9 40,7 - 36,6
Paesi Bassi 32,6 37,9 36,2 37,1 52,2 41,7 11,2 37,3
Portogallo 24,2 22,9 28,2 27,1 29,2 28,6 - 25,7
Spagna 12,8 22,3 23,2 20,1 33,0 26,5 - 22,4
Svezia 53,8 47,5 51,9 32,5 41,3 56,0 - 51,0
Regno Unito 31,4 20,4 28,0 24,0 28,4 24,1 25,4 26,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6,
2007
Africa Asia Europa
Nord
America
Oceania
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
Paese di
nascita
sconosciuto
Tutti i paesi
di nascita
Danimarca 26,1 22,0 30,4 49,8 33,5 33,8 - 28,6
Francia 26,8 35,7 20,3 71,5 55,3 42,9 - 25,7
Germania 14,2 19,3 16,5 65,3 - 24,6 27,4 18,8
Italia 9,7 15,7 14,8 31,4 15,2 18,5 - 14,7
Paesi Bassi 17,2 29,9 26,2 48,9 47,8 19,9 38,9 24,8
Portogallo 22,5 24,1 26,1 36,4 31,5 23,9 - 23,8
Spagna 11,6 20,0 28,8 64,5 34,0 22,9 - 22,9
Svezia 24,5 30,6 28,0 62,0 51,2 26,8 - 28,9
Regno Unito 47,0 42,2 40,7 63,4 57,3 36,2 37,7 44,1
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
87
II.2.7 Linsediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia
La presenza di immigrati stranieri non interessa in maniera uniforme tutto
il territorio del nostro Paese. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle
regioni del Nord e del Centro del Paese. Al 1 gennaio 2008 si concentrava
qui l87,5 per cento degli stranieri presenti in Italia. Il 36,3 per cento nel
Nord Ovest, il 27,3 per cento nel Nord Est, il 24,8 per cento nel Centro e
l11,65 per cento nel Mezzogiorno (tab. 2.19).
La Lombardia la regione con la pi alta concentrazione di stranieri,
uno straniero ogni quattro registrati in Italia. Proporzioni superiori al 10
per cento del totale degli stranieri residenti si registrano anche in Veneto,
Emilia-Romagna e Lazio. Nel complesso, in Lombardia, Veneto, Lazio,
Emilia-Romagna e Piemonte si concentra il 45 per cento della popolazione
italiana e quasi il 70 per cento degli stranieri (tab. 2.19).
Se si considera invece lincidenza sulla popolazione residente, lUmbria
presenta il rapporto pi alto, insieme allEmilia-Romagna (8,6 per cento,
ben pi alto della media nazionale, che alla ne dello stesso anno era il
5,8 per cento), seguite da Lombardia (8,5) e Veneto (8,4). Al Sud e nelle
Isole lunico caso con un valore signicativamente pi alto della media della
ripartizione lAbruzzo (3,7 per cento) (tab. 2.19).
Guardando alla concentrazione di stranieri per ampiezza dei comuni di
residenza (tab. 2.20) e al dettaglio territoriale dellincidenza di stranieri
(mappa 2.1), possibile farsi unidea di quanto lincidenza sul territorio
possa presentare variazioni notevoli allinterno di una stessa area; il livello
locale, spesso nella dimensione micro territoriale, di piccoli comuni,
quello dove si sviluppano le dinamiche speciche della multiculturalit,
con modalit ed effetti specici.
Il tasso migratorio pi elevato
5
, superiore al 10 per cento, si trova nei comuni
con una dimensione tra i 5 mila e i 20 mila abitanti. E molto elevato, pari al
9,5 per cento, anche nei comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti e si mantiene
sopra il intorno al 7 per cento di media nei comuni no a 250 mila abitanti.
Decresce sensibilmente, invece, nei comuni di dimensione maggiore (3,5
per cento circa nei comuni tra i 250 mila e i 500 mila abitanti e nei comuni
capoluogo), ed arriva ad un valore negativo nei comuni pi grandi, oltre i
5 Per tasso migratorio si intende il rapporto tra la popolazione residente e il saldo migratorio
nellanno considerato.
88
500 mila abitanti (- 1,1 per cento) (tab. 2.20).
Le elaborazioni contenute nel Rapporto annuale 2008 di Istat suggeriscono
che la localizzazione sia fortemente inuenzata dalla domanda di lavoro locale
e dal passaparola delle catene migratorie, che determinano ricongiungimenti
familiari e attrazione delle comunit nei confronti dei connazionali
provenienti dalle stesse aree di origine. Il modello insediativo, quindi,
risulta in larga parte connesso al tipo di attivit lavorativa principalmente
svolta dagli stranieri delle diverse collettivit.
Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza,
per genere e incidenza sulla popolazione residente, 1 Gennaio 2008
Regioni
Maschi Femmine Totale % su pop.
residente
Piemonte 152.350 158.193 310.543 7,1
Valle dAosta 3.120 3.484 6.604 5,2
Lombardia 425.849 389.486 815.335 8,5
Trentino-A.A. 35.146 35.688 70.834 7,0
Veneto 210.364 193.621 403.985 8,4
Friuli-V. G. 42.643 40.663 83.306 6,8
Liguria 42.827 48.054 90.881 5,6
Emilia-Romagna 185.009 180.678 365.687 8,6
Toscana 134.548 140.601 275.149 7,5
Umbria 35.469 40.162 75.631 8,6
Marche 57.163 58.136 115.299 7,4
Lazio 180.570 210.423 390.993 7,0
Abruzzo 28.268 31.481 59.749 4,5
Molise 2.697 3.574 6.271 2,0
Campania 47.771 67.021 114.792 2,0
Puglia 31.125 32.743 63.868 1,6
Basilicata 4.299 5.296 9.595 1,6
Calabria 22.877 27.994 50.871 2,5
Sicilia 48.055 50.097 98.152 2,0
Sardegna 11.667 13.439 25.106 1,5
RIPARTIZIONI
Nord-Ovest 624.146 599.217 1.223.363 7,8
Nord-Est 473.162 450.650 923.812 8,1
Centro 407.750 449.322 857.072 7,3
Sud 137.037 168.109 305.146 2,2
Isole 59.722 63.536 123.258 1,8
ITALIA 1.701.817 1.730.834 3.432.651 5,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
89
Tab. 2.20 SaIdo e tasso migratorio per ampiezza demograca dei comuni di residenza, 2008
Classe di ampiezza
demografca
e tipologia del
comune
Numero di comuni
al 31 dicembre 2008
Popolazione
residente al
1 gennaio
2008
Saldo
migratorio
e per altri
motivi
Tasso
migratorio
Tasso di
crescita
naturale
Popolazione
residente al 31
dicembre 2008
V.A. % V.A. %
Fino a 1.000 1.938 23,9 1.071.729 7.844 7,3 -6,3 1.072.811 1,8
1.001-3.000 2.609 32,2 4.788.971 37.652 7,8 -2,6 4.813.930 8,0
3.001-5.000 1.162 14,3 4.470.944 42.519 9,5 -0,6 4.510.697 7,5
5.001-10.000 1.195 14,8 8.369.098 88.805 10,6 0,6 8.463.376 14,1
10.001-15.000 468 5,8 5.640.017 57.912 10,2 1,2 5.704.534 9,5
15.001-20.000 219 2,7 3.710.097 37.619 10,1 1,2 3.752.188 6,2
20.001-50.000 361 4,5 10.783.642 80.475 7,4 0,8 10.873.018 18,1
50.001-80.000 80 1,0 4.760.332 32.998 6,9 0,5 4.795.913 8,0
80.001-100.000 24 0,3 2.123.223 13.033 6,1 -0,5 2.135.234 3,6
100.001-250.000 33 0,4 4.835.763 35.910 7,4 -1,0 4.867.010 8,1
250.001-500.000 6 0,1 1.891.618 6.500 3,4 -2,6 1.893.215 3,2
oltre i 500.000 6 0,1 7.173.856 -7.022 -1,0 -0,5 7.163.142 11,9
Comuni capoluogo 111 1,4 17.519.663 62.969 3,6 -1,2 17.561.104 29,2
Altri comuni 7.990 98,6 42.099.627 371.276 8,8 0,3 42.483.964 70,8
TOTALE 8.101 100,0 59.619.290 434.245 7,3 -0,1 60.045.068 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
90
Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1 gennaio 2008
Fonte: Istat
Fino a 7,0
7,1 - 25,0
25,1 - 35,0
35,1 - 45,0
45,1 - 75,0
75,1 e oltre
Conni regionaIi
91
II.2.8 Mobilit degli stranieri allinterno dellItalia
La propensione degli stranieri a spostarsi allinterno del territorio nazionale
molto alta, decisamente pi elevata di quella degli italiani: di circa
1.350.000 iscritti allanagrafe da un altro comune italiano, nel 2006, oltre
200.000 erano stranieri (tab. 2.21 e 2.22).
Tra il 1996 e il 2006, i trasferimenti di residenza di stranieri allinterno dei
conni nazionali sono quintuplicati. La quota di cittadini stranieri trasferiti
allinterno dei conni nazionali passata dal 4 per cento a quasi il 15 per
cento (tab. 2.21 e 2.22).
Prevale nettamente, come per i ussi migratori di italiani, la traiettoria
Sud-Nord: nel 2006, solo il 12,5 per cento dei nuovi iscritti alle anagra
dallestero si registrato nei comuni delle regioni del Sud (erano il 22,2
per cento dieci anni prima); a fronte di questa diminuzione degli arrivi
dallestero, il 5,7 per cento del totale degli stranieri che hanno cambiato
residenza si spostato da Sud verso il Centro-Nord tra il 1996 e il 2006 (il
numero assoluto degli stranieri emigrati dal Sud al Centro e Nord dItalia
quasi triplicato) (tab. 2.22).
Nel tempo, le migrazioni di stranieri da Sud verso il Centro-Nord sono
diminuite in termini relativi dal 9,1 per cento del totale del 1996 al 5,7 per
cento del 2006. Come nota Istat (Rapporto annuale 2008), nello stesso periodo
la quota di stranieri che si iscrivono dallestero in una delle anagra del
Mezzogiorno si quasi dimezzata: nel 1996 il 22,2 per cento delle iscrizioni
avveniva in questa ripartizione, mentre nel 2006 solo il 12,5 per cento degli
stranieri si sono trasferiti dallestero in un comune del Mezzogiorno.
92
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006
Regioni Iscritti Cancellati
Piemonte 125.070 124.925
Valle dAosta 4.463 4.452
Lombardia 306.097 297.053
Trentino-Alto Adige 25.063 23.304
Bolzano 11.204 10.455
Trento 13.859 12.849
Veneto 135.885 131.650
Friuli-Venezia Giulia 32.529 30.449
Liguria 36.821 35.095
Emilia-Romagna 129.513 112.154
Toscana 90.335 82.947
Umbria 16.781 15.030
Marche 34.626 31.425
Lazio 104.070 98.812
Abruzzo 24.966 24.033
Molise 4.858 5.043
Campania 113.598 136.804
Puglia 43.429 55.088
Basilicata 5.504 7.689
Calabria 27.705 35.467
Sicilia 76.896 87.489
Sardegna 30.089 29.389
Italia 1.368.298 1.368.298
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia
di trasferimento, 1996-2006 (valori assoluti e %)
Interno Estero
Anni Totale
di cui dal Mezzogiorno verso
il Centro-Nord
% Totale di cui verso il Mezzogiorno %
1996 43.877 3.995 9,1 143.151 31.743 22,2
1997 54.196 6.145 11,3 132.505 23.125 17,5
1998 68.866 8.050 11,7 127.114 17.501 13,8
1999 73.961 7.943 10,7 152.900 25.266 16,5
2000 88.052 9.688 11,0 192.557 26.072 13,5
2001 93.017 10.203 11,0 172.836 20.017 11,6
2002 108.611 10.137 9,3 168.726 18.489 11,0
2003 114.609 9.159 8,0 392.771 63.681 16,2
2004 161.531 11.670 7,2 373.086 49.410 13,2
2005 185.268 10.850 5,9 267.634 32.935 12,3
2006(a) 203.859 11.705 5,7 242.048 30.263 12,5
Fonte: Istat, Rilevazione delle iscrizioni e cancellazioni anagrache per trasferimento di residenza; (a) dati provvisori
93
II.2.9 Un prolo degli irregolari in Italia: i beneciari delle
regolarizzazioni
La componente irregolare della presenza straniera risulta particolarmente
difcile da studiare, per lassenza di fonti e la conseguente impossibilit
di avvalersi di riferimenti conoscitivi certi. Quella dellimmigrazione, e
spiccatamente della presenza irregolare, del resto una realt in movimento,
che si rinnova continuamente e che sfugge ad unanalisi puntuale.
Sono state effettuate negli anni alcune stime che, tenuto conto della
lacunosit di fonti e dati, mettono a disposizione indicazioni utili, tanto pi
che le conclusioni a cui arrivano, ad esempio su motivazioni e composizione
della clandestinit, sono tendenzialmente omogenee.
Si fa riferimento qui in particolare alle indicazioni contenute nel Rapporto
sulla criminalit in Italia del Ministero dellInterno, alle elaborazioni della
Fondazione Ismu sulla presenza di clandestini in Lombardia e al lavoro
dellUniversit Bocconi sulla base dei dati raccolti sui propri beneciari
dallassociazione Naga, che a Milano offre assistenza socio-sanitaria anche
a immigrati irregolari.
Si scelto in questo volume di usare la massima cautela e di non riportare
il dettaglio delle stime effettuate, perch si tratta pur sempre di elaborazioni
con una percentuale elevata di approssimazione. Tuttavia, si ritiene utile dare
rilievo ad un dato di massima su cui le diverse fonti concordano ampiamente:
la quota pi consistente dellimmigrazione irregolare nel nostro Paese,
oltre il 60 per cento, costituita da stranieri entrati in Italia regolarmente,
perlopi con un visto turistico, e rimasti in Italia oltre la scadenza del visto.
Comunemente, ci si riferisce alle persone che rientrano in questa categoria
come overstayers. questa, e non quella degli ingressi clandestini, la
componente pi cospicua della presenza straniera irregolare.
I beneciari delle regolarizzazioni
La dinamica di crescita della popolazione straniera in Italia stata negli anni
inuenzata da una serie di interventi legislativi che hanno consentito, con
criteri di selezione di volta in volta differenti, di regolarizzare la posizione di
quei cittadini stranieri residenti in Italia ma privi di permesso di soggiorno.
Ci riferiremo quindi a questi interventi legislativi denendoli generalmente
regolarizzazioni, anche se ognuna stata caratterizzata da modalit di
94
attuazione differenti. In particolare, gli interventi di regolarizzazione che
si sono succeduti dagli inizi degli anni 90 al 2008 sono quattro: la Legge
39/90 (legge Martelli), il Decreto Legge 489/95 (decreto Dini), il Decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 1998 e la Legge
189/02 (legge Bossi-Fini). E attualmente in corso (1-30 settembre 2009)
la sanatoria di colf e personale di cura domestica che lavora in Italia in
posizione lavorativa irregolare e quindi senza permesso di soggiorno;
verosimile che anche in questo caso lincidenza sulle presenze regolari sar
elevata.
Lanalisi dei risultati delle regolarizzazioni passate consente da un lato di
contestualizzare le informazioni sullevoluzione della presenza straniera
residente in Italia, tenendo conto anche dellimpatto delle regolarizzazioni
stesse. Per altro verso, mette a disposizione elementi certi per disegnare
un prolo della presenza straniera irregolarmente presente in Italia. In
particolare, i dati raccolti durante i processi di regolarizzazione passati
delineano caratteristiche di numero, provenienza, occupazione e localizzazione
sul territorio degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano al
momento delle regolarizzazioni.
Rispetto al numero, se confrontiamo i dati sui regolarizzati con quelli sui
permessi di soggiorno, evidente come le regolarizzazioni abbiano pesato in
maniera consistente sul numero di permessi rilasciati. Un terzo dei permessi
rilasciati al 1 gennaio 1992 erano costituiti dai permessi rilasciati dalla
legge 39/90; oltre due terzi dei permessi rilasciati tra il 1992 e il 2000 sono
stati ottenuti in seguito al DL 489/95 e al DPCM del 1998. Inne la crescita
elevata di permessi registrata nel 2004, dovuta quasi interamente agli effetti
delle leggi 189/02 e 222/02 (tab. 2.23).
In termini assoluti, tramite la regolarizzazione del 2002 stato concesso il
maggior numero di permessi, con 646.829 regolarizzati, mentre nel 1990 erano
stati circa 217.000, nel 1995 244.000 e nel 1998 217.000 (tab. 2.24).
Il numero pi elevato di irregolari in rapporto alla componente regolare si
per registrato con la regolarizzazione del 1990, con 120 sanati ogni 100
regolari. Per le regolarizzazioni successive, il tasso di irregolarit stato del
45,9 per cento nel 1995, del 24,9 per cento nel 1998, del 47,8 per cento
nel 2002.
95
Guardando alla provenienza dei regolarizzati, la percentuale di regolarizzati
provenienti dallEuropa cresciuta dal 12,7 per cento del 1990 al 59,2
per cento del 2002. Si tratta di un dato che riette il forte aumento della
presenza di stranieri provenienti dallEuropa centro-orientale. In particolare,
pi del 20 per cento dei regolarizzati del 2002 proveniva dalla Romania
e pi del 15 per cento dallUcraina. In maniera speculare si vericato
un calo sostenuto della popolazione straniera regolarizzata proveniente
dal continente africano. Gli stranieri di origine africana rappresentavano
nel 1990 il 58,4 per cento della popolazione regolarizzata, mentre erano
solo il 16,8 per cento nel 2002, met dei quali di origine marocchina. La
popolazione proveniente dallAfrica anche lunica che perde non solo quote
percentuali, ma che risulta ridursi anche in termini assoluti, passando dai
circa 127.000 regolarizzati del 1990 ai 108.000 del 2002. Aumenta invece
in termini assoluti il numero di sanati provenienti dallAsia, ma la quota
sul totale dei regolarizzati passa dal 21,6 per cento del 1990 al 13,6 per
cento del 2002. Lunico altro gruppo che vede crescere la propria quota di
regolarizzati costituito dai cittadini provenienti dal continente americano,
passati dal 7,1 per cento del totale al 10,4 per cento.
Sono dati che corrispondono alla fotograa dinsieme dei capitoli precedenti
sullandamento della presenza straniera in Italia. Se agli inizi degli anni
90 i ussi migratori irregolari provenivano in maniera prevalente dal Nord
Africa, il processo di costante allargamento dellUnione Europea ha mutato
la composizione dei ussi migratori in ingresso, portando ad una crescita
molto rapida della componente proveniente dallEuropa orientale.
Se vogliamo tentare di delineare un prolo di chi stato regolarizzato ed
era dunque irregolare, possiamo innanzitutto guardare al tipo di attivit
svolta. Ci concentreremo in questo caso sullultima regolarizzazione del
2002, sia perch pi recente sia perch, dato lampio numero di cittadini
stranieri coinvolti, molto rappresentativa riguardo alle condizioni e al
prolo degli stranieri irregolari. Esistono signicative differenze, in termini
di provenienza, tra chi presta servizi alle famiglie e chi lavora presso
le imprese. Presso le famiglie lavoravano soprattutto ucraini, romeni,
ecuadoregni, polacchi e moldavi. Sembra esistere una specializzazione
settoriale per alcune comunit: l84 per cento degli stranieri provenienti
dallUcraina lavorava presso una famiglia, cos come il 75 per cento dei
polacchi, il 73 per cento dei moldavi, il 79 per cento dei peruviani, con
96
una forte componente femminile.
Ugualmente, gli stranieri regolarizzati che lavoravano in unimpresa
provenivano in larga parte da Romania, Marocco, Albania, Cina e Ucraina.
Infatti anche in questo caso si registra una sorta di specializzazione settoriale,
per cui l80 per cento dei regolarizzati marocchini lavora per le imprese,
cos come il 77 per cento degli albanesi e l83,4 per cento dei cinesi. Solo la
Romania compare ai primi posti in entrambe le categorie (tab. 2.25).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei cittadini regolarizzati, se
guardiamo al numero di regolarizzati ogni cento regolari, la ripartizione con
lincidenza inferiore di regolarizzati il Nord-est, unarea del Paese con una
concentrazione di migranti tra le pi elevate e con i tassi di sviluppo pi alti.
Al contrario, nelle regioni del Centro e del Sud la percentuale, rispettivamente
del 52,5 e del 91,3 per cento, decisamente elevata in rapporto allincidenza
della popolazione straniera nelle due ripartizioni (tab. 2.26).
La seconda osservazione riguarda lincidenza dei regolarizzati per paese
di provenienza e per ripartizione, considerando in particolare i primi nove
paesi di provenienza dei regolarizzati, i quali da soli contano per pi del
70 per cento del totale. In generale, nelle diverse ripartizioni il peso delle
singole comunit differisce notevolmente. Nel Nord-ovest forte lincidenza
dei rumeni, seguiti dagli ecuadoregni. Nel Nord-est romeni e ucraini hanno
unincidenza simile, seguiti dai moldavi. Nel Centro, lincidenza dei romeni
la pi elevata, seguiti a molta distanza dagli ucraini. Al Sud sono invece gli
ucraini ad avere lincidenza pi elevata, seguiti da albanesi e polacchi. Inne,
nelle Isole, marocchini e albanesi hanno circa la stessa incidenza, seguiti da
polacchi e ucraini.
Se poi osserviamo la distribuzione percentuale di questi paesi nelle singole
ripartizioni, anche in questo caso esiste una forte differenziazione territoriale.
Nei primi anni del 2000 alcune comunit tendevano a consolidare la propria
presenza in aree precise del paese; ad esempio, ben il 72,5 per cento degli
ecuadoregni regolarizzati risiedeva nel Nord-ovest, il 41,9 per cento dei
polacchi al Centro, il 45,2 per cento dei moldavi nel Nord-est, il 38,9 per
cento degli ucraini al Sud (tab. 2.26).
Un altro elemento interessante la permanenza in Italia di quanti hanno
97
usufruito di un provvedimento di regolarizzazione. Istat (La popolazione
straniera regolarmente presente in Italia, aprile 2007) stima che siano pi
di 100 mila i beneciari dellultima regolarizzazione che non sono riusciti
a rinnovare successivamente il loro permesso. Allinizio del 2006, infatti,
i permessi di soggiorno validi erano solo 40.000 in pi rispetto allanno
precedente, e solo 60.000 in pi rispetto al 2004. Una variazione cos limitata
la conseguenza del picco di permessi rilasciato nel 2003 (724.000). Dato
lelevato numero di permessi non prolungati, ci si potrebbe aspettare un
calo dei permessi di soggiorno, mentre come abbiamo visto si vericato un
aumento, se anche limitato. Tra il 2004 e il 2006 il numero di permessi di
soggiorno per lavoro calato del 4,1 per cento, mentre i permessi per motivi
di famiglia sono aumentati del 25 per cento, proprio successivamente alla
regolarizzazione del 2002, che ha verosimilmente permesso a molti stranieri
di legalizzare la propria posizione permettendo alle famiglie in patria di
trasferirsi in Italia (tab. 2.27).
Dal punto di vista territoriale, una volta di pi, possibile osservare differenze
rilevanti a seconda delle ripartizioni. Laumento del numero di permessi,
infatti, da imputare quasi totalmente alle dinamiche operanti nel Nord
Est e nel Nord Ovest del Paese. Soltanto in queste due aree si vericata
una crescita netta del numero dei permessi, mentre al Centro, al Sud e nelle
Isole landamento stato negativo, a sottolineare come le regioni del Nord,
in particolare il Nord-est, esercitino unattrattiva forte nei confronti dei ussi
migratori, anche di quelli interni alla penisola (tab.2.28).
Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1 gennaio 1992, 2000,
2003 e 2004
1 gennaio 1992 1 gennaio 2000 1 gennaio 2003 1 gennaio 2004
Continenti Numero % Numero % Numero % Numero %
Europa 206.656 31,8 530.237 39,6 639.566 42,5 1.061.955 47,7
Africa 227.531 35,1 389.532 29,1 401.442 26,7 529.163 23,8
Asia 116.941 18 256.612 19,1 281.131 18,7 380.490 17,1
America 94.298 14,5 161.237 12 177.852 11,8 252.685 11,3
Oceania 2.612 0,4 2.420 0,2 2.680 0,2 2.657 0,1
Apolidi 897 0,1 617 .. 615 .. 617 ..
Totale permessi 648.935 100 1.340.655 100 1.503.286 100 2.227.567 100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
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101
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia,
1 gennaio 2003-2006
Lavoro Famiglia
Totale permessi
numero % numero %
2003 829.761 55,2 477.959 31,8 1503286
2004 1.479.381 66,4 545.300 24,5 2.227.567
2005 1.412.694 62,9 624.404 27,8 2.245.548
2006 1.419.285 62,1 682.365 29,8 2.286.024
variaz.%
2006/2003
71 42,8 52,1
variaz.%
2006/2004
-4,1 25,1 2,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1 gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per
ripartizione geograca
1 gennaio 2004 1 gennaio 2006 Variazione percentuale, %
Totale
permessi
Lavoro Famiglia
Totale
permessi
Lavoro Famiglia Totale Lavoro , % Famiglia, %
Nord-ovest 746.146 512.132 184.177 787.645 499.916 241.907 5,6 -2,4 31,3
Nord-est 550.095 365.485 150.279 640.442 403.174 202.603 16,4 10,3 34,8
Centro 618.645 395.685 132.204 589.928 357.380 156.518 -4,6 -9,7 18,4
Sud 232.205 157.394 55.199 198.198 121.214 58.796 -14,6 -23 6,5
Isole 80.476 48.685 23.441 69.811 37.601 22.541 -13,3 -22,8 -3,8
ITALIA 2.227.567 1.479.381 545.300 2.286.024 1.419.285 682.365 2,6 -4,1 25,1
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
102
APPROFONDIMENTO 1
Lopinione degli italiani sulla presenza di stranieri in Italia
I dati sullopinione degli italiani sugli immigrati stranieri provengono da una
rilevazione svolta da Nomisma in collaborazione con Demetra nel corso del
2007
6
.
Agli intervistati stato chiesto quanto fossero daccordo con una serie di affer-
mazioni che riguardavano la presenza di stranieri in Italia (tab. A). Innanzi-
tutto, laffermazione che raccoglie maggiori consensi che italiani e stranieri
regolari devono avere gli stessi diritti (84,5 per cento degli intervistati sono
daccordo). E bastato per fare una domanda pi specica sul diritto alla casa,
perch il 63,4 per cento degli intervistati rispondesse che nellassegnazione di
una casa popolare gli italiani debbano avere la precedenza sugli stranieri.
Agli stranieri viene poi riconosciuto a grande maggioranza un ruolo economico
fondamentale: il 79,4 per cento degli intervistati ritiene che gli stranieri svol-
gano lavori che gli italiani non vogliono pi fare e che dunque il loro apporto
essenziale.
Una quota rilevante di italiani si avvale gi dei servizi offerti dagli stranieri: l11
per cento acquista regolarmente generi alimentari in punti vendita gestiti da stra-
nieri; il 9 per cento afda la cura e lassistenza di persone care a badanti stranie-
re, il 9 per cento incarica immigrati della pulizia della casa. Il 60 per cento di
quelli che ancora non ne usufruiscono, si dichiarano disponibili a farlo.
La valutazione espressa in merito allimpatto della presenza di tali servizi sulla
zona in cui si vive complessivamente buona ed direttamente proporzionale
al livello di istruzione: se il 17 per cento di intervistati in possesso di un basso
titolo di studio (scuola elementare o media inferiore) dichiara un atteggiamento
ostile verso i servizi offerti da stranieri, solo il 7 per cento dei laureati fa al-
trettanto. Analogamente, il 71 per cento dei laureati vede negli stranieri una
risorsa; il 50 per cento degli intervistati con licenza elementare o media vi
intravvede una minaccia.
6 Indagine telefonica su un campione rappresentativo della popolazione italiana, di et
superiore a 15 anni, con un margine massimo di errore delle stime (al livello duciario del
95%) del 4,76%.
103
Rispetto allintegrazione degli stranieri nel Paese, il 68,9 per cento del campio-
ne la ritiene di difcile realizzazione. Tuttavia, la maggioranza degli intervistati
(57 per cento), forse proprio in relazione alle difcolt di integrazione, ritiene
giusto che gli stranieri partecipino attivamente alle decisioni che coinvolgono
la vita pubblica.
Pi in generale, secondo unindagine di Eurobarometro del 2007, gli italiani
collocano limmigrazione al sesto posto tra i problemi che il Paese deve af-
frontare, alle spalle di questioni di natura economica quali la disoccupazione,
linazione, le tasse e la preoccupazione per la criminalit (tab. B). Anche in
altri paesi europei dove la componente straniera rilevante limmigrazione non
gura tra le priorit. Fa eccezione il Regno Unito, dove sembra esistere una
preoccupazione pi marcata in questo senso, con limmigrazione al secondo
posto tra i principali problemi da affrontare.
Tab. A Opinione degli italiani sugli immigrati stranieri, 2007
Per nulla
daccordo
Poco
daccordo
DISACCORDO
Abbastanza
daccordo
Molto
daccordo
ACCORDO Totale
Non
risponde
% % % % % %
Gli stranieri svolgono
lavori che gli italiani
non vogliono pi fare
9,2 11,4 20,6 32,9 46,4 79,4 100 0,7
La presenza di stranieri
ha migliorato i servizi
della zona in cui vive
35,5 20,3 55,7 33,7 10,5 44,3 100 3,8
Linserimento di uno
straniero nel nostro
paese diffcile
15 16,2 31,1 38,2 30,6 68,9 100 0,9
E giusto che gli
stranieri partecipino
attivamente alle
decisioni che
coinvolgono la citt
20,7 22,4 43 40,9 16,1 57 100 2,1
Italiani e stranieri
regolari devono avere
gli stessi diritti
6,4 9,1 15,5 41,3 43,2 84,5 100 1,4
Per lassegnazione di
una casa popolare, gli
italiani devono avere
la precedenza sugli
stranieri
21,1 15,5 36,6 31,5 32 63,4 100 2,8
Fonte: Indagine Nomisma-Demetra
104
Tab. B Principali problemi da affrontare, 2007
Italia Francia Germania
Regno
Unito
UE-27
% % % % %
Disoccupazione 28 51 58 8 34
Criminalit 28 24 16 41 24
Situazione economica 28 23 15 6 20
Infazione 26 21 15 7 18
Tasse 18 5 8 7 8
Immigrazione 15 10 8 32 15
Pensioni 11 12 16 11 12
Terrorismo 9 6 7 25 12
Sistema sanitario 5 6 20 24 18
Protezione dellambiente 5 11 8 8 7
Energia 4 3 6 4 4
Istruzione 2 8 18 8 9
Politiche abitative 2 17 0 10 8
Difesa e politica estera 1 1 1 3 2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurobarometro 67.
APPROFONDIMENTO 2
Lopinione degli stranieri sugli italiani e sullottenimento della
cittadinanza
I dati sullopinione degli stranieri sono tratti da unindagine Makno &
consulting del 2007 commissionata dal Ministero dellInterno. Sembra esistere
un consenso ampiamente diffuso tra gli immigrati sullaffermazione che gli
italiani sono, in generale, delle brave persone, disposte ad aiutare lo straniero
se questo sincero, e che uomini e donne in Italia godono degli stessi diritti.
Pi del 60 per cento degli intervistati, inoltre, concorda sul fatto che in generale
gli italiani sono rispettosi degli immigrati e delle persone anziane, ma anche
che pensano soprattutto a fare soldi.
Pi del 55 per cento convinto che gli italiani non capiscano la cultura
degli immigrati. Questi dati sembrano delineare una situazione nella quale
gli stranieri in Italia da una parte non sentono una mancanza di rispetto da
parte degli italiani, ma dallaltra trovano delle difcolt di comprensione e
comunicazione.
105
C invece incertezza su una serie di affermazioni per le quali non esiste una
maggioranza dopinione. Secondo il 44 per cento degli intervistati gli italiani
accettano gli immigrati solo perch gli conviene, mentre il 45,7 per cento
convinto che gli italiani tengano alla larga gli immigrati. una minoranza
(36,9 per cento), seppur consistente, quella che afferma invece che gli
italiani in fondo in fondo sono razzisti (graf. A).
Dallanalisi delle motivazioni che spingono gli stranieri a chiedere la
cittadinanza, emerge come i motivi pratici siano dominanti. Il 57 per cento
degli intervistati vorrebbe infatti la cittadinanza per non chiedere pi il
permesso di soggiorno, il 40,7 per cento per avere gli stessi diritti degli italiani,
il 34,1% per trovare un lavoro pi qualicato. Minoritaria la posizione di
chi vuole acquisire la cittadinanza per acquisire diritti politici (poter votare,
10,1 per cento) o per sentirsi maggiormente integrati (riconosciuto individuo
onesto, 15,7 per cento; riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2 per cento; pi
accettato dagli italiani 9,6 per cento) (graf. B).
Graf. A - Opinioni degli immigrati sugli italiani, 2007
92,3
82,2
80,5
66,1
64,9
64,5
61
55,6
45,7
44,4
43,7
38,6
36,9
5,7
13,7
14,8
23,1
27,3
29,6
31,1
37,6
50,6
43,7
43,3
45,4
53,9
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
In generale, brava gente
Se sei sincero, ti aiutano
Uomini e donne, stessi diritti
Molto attenti all'educazione dei figli
In generale, rispettosi degli immigrati
Rispettosi degli anziani
Pensano soprattutto a fare soldi
Non capiscono la mia cultura
Tengono a distanza gli immigrati
Accettano immigrati perch gli conviene
Molto interessati alla religione
Non si capisce in cosa credono
In fondo in fondo sono razzisti
Disaccordo Accordo
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno
106
Graf. B - Motivazioni per richiedere la cittadinanza, 2007
7,3
9,6
10,1
12,8
14,2
15,7
16
16,1
23
34,1
40,7
57
0 10 20 30 40 50 60
Pi libero di esprimermi
Pi accettato dagli italiani
Poter votare
Pi facilmente una casa
Riconosciuti sforzi per integrarmi
Riconosciuto individuo onesto
Per i miei figli
Pi facile il passaporto
Pi integrato in Italia
Trovare lavoro pi qualificato
Stessi diritti degli italiani
Non chiedere pi il permesso
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno
APPROFONDIMENTO 3
Lindice di integrazione CNEL
Lindice di integrazione CNEL misura il potenziale di integrazione socio-
occupazionale di un territorio, sintetizzando in un unico indice una serie di
indicatori relativi sia allinserimento sociale sia allinserimento occupazio-
nale degli stranieri
7
.
Lindice pi aggiornato, che si basa sui dati relativi al 2006, calcolato di-
stinguendo due criteri: uno assoluto, che evidenzia le regioni in cui le po-
tenzialit di inserimento per gli stranieri sono pi elevate in termini assoluti,
laltro relativo, che misura il potenziale di integrazione in relazione alle con-
dizioni della popolazione regionale. Questa distinzione permette di vedere in
quali territori minore lo scarto tra i dati relativi alla popolazione straniera e
7 Per una descrizione pi dettagliata sulla metodologia e sulla composizione degli indici, si
veda http://www.portalecnel.it/Portale/DocumentiAltriOrganismi.nsf/vwPerONC?Openview.
107
quelli relativi alla popolazione italiana.
In termini assoluti, la regione con lindice di integrazione pi elevato lEmi-
lia-Romagna, che toglie al Veneto il primo posto del 2004. Dietro lEmilia-
Romagna, troviamo Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In generale, le regioni
a pi alto potenziale di integrazione sono concentrate nel Nord Italia, con
leccezione della Valle dAosta, in sedicesima posizione, e della Liguria, in
diciottesima.
Se guardiamo alla classica basata sul criterio comparativo, le gerarchie
sono quasi invertite. Ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia e del Piemonte,
che restano nelle prime posizioni, sono le regioni del Centro e del Sud ad
ottenere i punteggi pi elevati. Sardegna e Marche occupano infatti le prime
due posizioni, mentre Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia si trovano ri-
spettivamente in tredicesima, quattordicesima e diciottesima posizione.
Lutilizzo del doppio criterio molto interessante, in quanto ci permette di
evidenziare come nelle regioni in cui gli indicatori di integrazione sono pi
elevati in termini assoluti, esistano tuttavia degli scarti sostanziali tra la con-
dizione degli immigrati e quella degli italiani. Allopposto, in molte regioni
dove il punteggio assoluto pi basso, si riduce anche lo scarto tra la popo-
lazione italiana e quella immigrata. Alla luce di questo confronto, sembre-
rebbe confermata la tesi secondo cui lintegrazione in Italia riesce meglio nei
contesti pi piccoli, dove le distanze burocratiche e istituzionali sono ridotte
e il rapporto con gli enti e le strutture territoriali pi diretto (tab. C).
108
Tab. C Indice del potenziale territoriale di integrazione socio-occupazionale, 2006
Criterio assoluto Criterio comparativo (a)
Regione Punteggio
Fascia di
intensit
Regione Punteggio
Fascia di
intensit
1 Emilia-Romagna 645 Massima Sardegna 541 Massima
2 Friuli-Venezia Giulia 638 Massima Marche 467 Alta
3 Piemonte 626 Massima Friuli-Venezia Giulia 463 Alta
4 Lombardia 619 Massima Valle dAosta 456 Alta
5 Trentino-Alto Adige 608 Massima Umbria 455 Alta
6 Marche 581 Massima Piemonte 454 Alta
7 Veneto 580 Massima Sicilia 448 Alta
8 Sicilia 552 Alta Puglia 422 Media
9 Sardegna 550 Alta Calabria 417 Media
10 Abruzzo 536 Alta Trentino-Alto Adige 411 Media
11 Toscana 533 Alta Molise 406 Media
12 Umbria 515 Alta Abruzzo 406 Media
13 Lazio 490 Media Veneto 399 Media
14 Puglia 462 Media Emilia-Romagna 384 Media
15 Molise 457 Media Campania 383 Media
16 Valle dAosta 451 Media Toscana 363 Bassa
17 Calabria 407 Bassa Basilicata 337 Bassa
18 Liguria 407 Bassa Lombardia 326 Bassa
19 Campania 354 Minima Liguria 278 Minima
20 Basilicata 315 Minima Lazio 246 Minima
Nota: (a) il criterio comparativo tiene conto dei differenziali tra le condizioni socio-occupazionali degli immigrati e degli
autoctoni a livello locale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati CNEL
109
II.3 La casa degli immigrati stranieri
II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri
Gli ultimi dati istituzionali disponibili sui diversi aspetti della condizione
abitativa degli immigrati sono stati raccolti in occasione del censimento
della popolazione del 2001.
La fotograa riportata in questo paragrafo ha quindi un valore indicativo ma
non aggiornata.
I censimenti della popolazione sono troppo poco frequenti per consentire di
stare al passo con le evoluzioni della presenza straniera in Italia.
Dal 2001, la popolazione straniera pi che raddoppiata. Lallargamento
dellUnione europea nel 2004 e nel 2007 ha avuto un impatto sulla
composizione per provenienza dei ussi migratori nel nostro Paese. Per
gruppi nazionali diversi, si evidenziano comportamenti diversi, anche in
relazione alla casa. Inoltre, i dati censuari rilevano i comportamenti della
popolazione straniera regolarmente residente sul territorio italiano ma non di
quella irregolare, che presumibile viva in condizioni di maggior precariet
e disagio, anche abitativo.
Il censimento della popolazione degli immigrati stranieri costituisce tuttavia
il riferimento pi esaustivo per completezza e per variet degli indicatori
considerati.
I dati originali sui mutui per la casa accesi dagli immigrati stranieri, messi
a disposizione da CRIF, che si trovano in questo capitolo, cos come le
indicazioni provenienti dalle ricerche di CRESME, di Nomisma e della
Fondazione ISMU per la Lombardia, riportati in calce al paragrafo che
segue, saranno utili a dare profondit prospettica alle informazioni raccolte
col censimento del 2001.
Lo stock abitativo ed i servizi dellabitare
I dati censuari del 2001 restituiscono una serie di informazioni sullo stock
abitativo e le sue caratteristiche con riferimento al segmento della popolazione
residente straniera. I dati riguardano: dimensione e caratteristiche dello
stock abitativo occupato da residenti stranieri; numero, titolo di godimento
110
per paese di provenienza; forma di occupazione; tipologia abitativa (servizi;
dimensione in vani e mq); epoca di costruzione e stato di conservazione.
Dei 1.334.889 stranieri regolarmente residenti in Italia, il 96,6 per cento
viveva in abitazione, a fronte del 99,5 per cento della popolazione italiana.
Erano 41.381 gli stranieri che vivevano in convivenza o in un alloggio
diverso dallabitazione ma adibito a scopo abitativo. Nelle regioni del
Centro, rispetto alle altre regioni italiane, era pi diffusa la convivenza (4,5
per cento della popolazione straniera; tab. 3.1).
Lo stock abitativo occupato da cittadini stranieri ammontava a 646.750
unit, pari al 3 per cento dello stock complessivo. Va precisato che, di queste
abitazioni, il 58,7 per cento (379.864 unit) era occupato da soli cittadini
stranieri, mentre la rimanente quota vedeva la presenza congiunta di italiani
e stranieri. C poi unaltra tipologia denominata altri tipi di alloggi che
pur non essendo classicabili come abitazione al momento del censimento,
risultavano occupati, il cui dimensionamento era pari complessivamente a
23.336 unit, il 20 per cento delle quali occupate da stranieri. Da segnalare
la maggior diffusione di questa tipologia adibita a servizi abitativi nelle
regioni del Sud e del Centro Italia. Circa il dimensionamento degli altri tipi
di alloggi va detto che essi ammontavano a 0,9 unit ogni 1.000 abitazioni
occupate da cittadini italiani mentre sono 11,6 unit ogni 1.000 abitazioni
occupate da soli cittadini stranieri (tab. 3.2).
Il titolo di godimento dellabitazione occupata dalla popolazione straniera
aveva come modalit prevalente laftto (73,5 per cento): la propriet
riguardava il 16,3 per cento dello stock ed inne alla voce altro titolo
(a titolo gratuito o a titolo di prestazioni di servizio) apparteneva il 10,2
per cento dello stock occupato. Da segnalare una maggiore diffusione della
propriet nelle regioni del Centro Italia, cos come le abitazioni godute ad
altro titolo erano presenti con percentuali maggiori nel Sud e nelle Isole
(rispettivamente 13,9 per cento e 15,3 per cento). Rispetto alla popolazione
italiana, la composizione della forma di godimento dellabitazione da parte
di cittadini stranieri era praticamente ribaltata nelle due modalit della
propriet e dellaftto: in Italia, al censimento 2001, lo stock in propriet
occupato da cittadini italiani rappresentava il 72,6 per cento del totale
(tab. 3.3).
111
Lo stock abitativo occupato da stranieri apparteneva ad edici classicati
in buono stato di conservazione per una quota pari al 72,4 per cento; da
segnalare che la frequenza pi elevata apparteneva alla classe di edici
costruiti prima del 1961 (tab. 3.4 e graf. 3.1).
La supercie media delle abitazioni occupate da stranieri era di 73,4 mq; vi
erano poi differenze nelle diverse regioni tali per cui nelle regioni del Nord-
Est e del Centro il taglio medio risultava di 78 mq, mentre nelle altre regioni
di 68 mq. Labitazione media era composta da 3,3 stanze e la supercie
media per persona residente di 28,5 mq, che equivale a 0,8 abitanti per
stanza (tab. 3.5).
Nelle tabelle successive (tab. 3.6, 3.7, 3.8) sono riportate le informazioni
sullo stock abitativo occupato per area geograca e paese di cittadinanza
della popolazione straniera censita. In sintesi:
- il 96,2 per cento della popolazione europea viveva in una abitazione;
si segnala la quota, anche se piccola ma superiore alla altre etnie,
dell1,8 per cento di europei che viveva in altri tipi di alloggio;
anche il titolo di godimento dellabitazione diverso dalla propriet
e dallaftto era piuttosto diffuso (9,1 per cento delle abitazioni);
la tipologia abitativa occupata era mediamente pi ampia e la
condizione di grave sovraffollamento riguardava una componente
pi piccola della popolazione (4,3 per cento) rispetto alla media
della popolazione straniera (6,5 per cento);
- il 97,5 per cento della popolazione africana viveva in una abitazione;
era mediamente meno diffusa la propriet; labitazione occupata era
pi piccola rispetto a quella delle altre etnie (65,8 mq); era invece
pi elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione che viveva
in condizioni di grave sovraffollamento (9,9 per cento);
- il 96,3 per cento della popolazione asiatica viveva in una
abitazione; si segnala che il 3 per cento della popolazione viveva in
altri tipi di alloggio, quota signicativamente superiore rispetto
a quella delle altre etnie; era molto diffuso il titolo di godimento
dellabitazione diverso dallaftto e dalla propriet (12,4 per cento
delle abitazioni), in particolare tra i lippini, mentre i cinesi
avevano una elevata quota di abitazioni in propriet (23,1 per cento
rispetto alla media asiatica che del 17,6 per cento); labitazione
112
occupata era mediamente pi grande rispetto alle altre etnie (77,1
mq) ed era pi elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione
che viveva in condizioni di grave sovraffollamento (8 per cento, con
punte dell11,7 per cento tra i lippini);
- il 96,4 per cento della popolazione americana viveva in una
abitazione; si segnala che il 3,4 per cento della popolazione viveva
in altri tipi di alloggio, quota signicativamente superiore
rispetto alle altre etnie; laftto riguardava il 72 per cento dello
stock occupato e non trascurabile la quota del 18,4 per cento
di abitazioni in propriet; tra la popolazione non era diffusa la
condizione di sovraffollamento e gli standard abitativi (dimensione,
numero di stanze per abitante, riscaldamento e servizi) erano
superiori alla media per la popolazione straniera.
Rispetto alla dotazione di servizi per labitare (cucina, gabinetto, acqua calda,
acqua potabile, riscaldamento) non erano rilevabili differenze signicative
tra lo stock occupato da stranieri e lo stock occupato da cittadini italiani
(tab. 3.9).
A fronte del quadro desumibile dalle informazioni provenienti dal
censimento 2001, diverse indagini recenti sulla questione abitativa in Italia
dimostrano, invece, come a fronte di una situazione di disagio, la popolazione
straniera evidenzi una forte propensione al miglioramento (Ancab-Cresme,
La questione abitativa in Italia 2008. Tra emergenza e inversione di
ciclo).
Come aveva evidenziato anche il lavoro di Nomisma per il Ministero delle
Infrastrutture nel 2007 sul disagio abitativo in Italia, le rilevazioni e i dati
disponibili sulla condizione abitativa degli immigrati stranieri non
descrivono un disagio allarmante, almeno nel suo complesso, n per
diffusione n per intensit, se pure nel confronto con la situazione dei
cittadini italiani emergono aspetti di disagio peculiare. Non appare
corretto considerare gli stranieri come un segmento di popolazione
a rischio degrado abitativo per se. Piuttosto, il disagio abitativo
espresso dagli immigrati va collocato nel quadro generale della
condizione abitativa in Italia, che comprende realt disagiate tanto
tra i cittadini italiani quanto tra gli immigrati stranieri.
Omogeneamente, le indagini campionarie realizzate da ISMU per la
113
Lombardia tra il 2000 e il 2006, che pur avendo dimensione locale hanno
una rilevanza conoscitiva specica, perch includono anche la popolazione
straniera non regolarmente presente, mettono in luce un miglioramento
sostanziale nella tipologia degli alloggi occupati dagli stranieri, in tempi
molto rapidi, e registrano alcuni cambiamenti di grande importanza: la
quota divenuta di maggioranza assoluta dei locatari che vivono da soli o con
i propri familiari, passata dal 45,9 per cento del 2001 al 50,1 per cento del
2006, la frazione minima ed in netta diminuzione nel tempo di persone in
aftto in coabitazione con altri stranieri immigrati che passa dal 20,8 per
cento del 2001 al 17,8 per cento del 2006.
Come si vedr dai dati sui mutui immobiliari riportati nel prossimo paragrafo,
anche la propensione degli stranieri a comprare casa e quindi a stabilizzarsi
in Italia fortemente aumentata negli ultimi anni.
Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione
geograca - Censimento 2001
Popolazione straniera Popolazione italiana
Ripartizioni
geografche
Totale
In
abitazione
(%)
In
convivenza
(%)
In altro
tipo di
alloggio
(%)
In
nessun
alloggio
(%)
Totale
In
abitazione
(%)
In
convivenza
(%)
In altro
tipo di
alloggio
(%)
In
nessun
alloggio
(%)
ITALIA 1.334.889 96,6 2,1 1,0 0,3 56.660.855 99,2 0,7 0,1 0,0
Nord Ovest 466.546 98,4 0,8 0,8 0,2 14.470.016 99,1 0,8 0,1 0,0
Nord Est 356.975 98,1 1,3 0,5 0,1 10.277.845 98,9 1,0 0,1 0,0
Centro 333.203 93,1 4,5 1,6 0,8 10.573.423 99,2 0,7 0,1 0,0
Sud 118.011 95,3 2,6 1,7 0,4 13.798.854 99,5 0,4 0,1 0,0
Isole 60.154 95,8 2,4 1,7 0,1 6.540.717 99,4 0,5 0,1 0,0
Il trattino (-) indica lassenza del fenomeno rilevato, lo zero (0) indica che il fenomeno presente, ma non apprezzabile
nellarrotondamento alla prima cifra decimale.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
114
Tab. 3.2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dellalloggio Censimento 2001
Abitazioni (A) Altri tipi di alloggio (B) B/A * 1000
Alloggi occupati solo da italiani 21.009.538 18.484 0,9
Alloggi occupati da italiani e stranieri 266.886 436 1,6
Alloggi occupati solo da stranieri 379.864 4.416 11,6
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e
ripartizione geograca - Censimento 2001
Regioni ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA ITALIANI
ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E
STRANIERI
ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA
STRANIERI
Ripartizioni
geografche
Propriet
(%)
Afftto
(%)
Altro
titolo(%)
Totale
Propriet
(%)
Afftto
(%)
Altro
titolo(%)
Totale
Propriet
(%)
Afftto
(%)
Altro
titolo(%)
Totale
(%) v.a. (%) v.a. (%) v.a.
Piemonte 69,3 22,9 7,8 100,0 1.734.963 52,4 40,3 7,3 100,0 20.579 13,7 78,7 7,6 100,0 34.480
Valle
dAosta
66,7 22,3 11,0 100,0 51.569 52,1 37,1 10,8 100,0 771 12,7 78,8 8,5 100,0 732
Lombardia 72,7 20,0 7,3 100,0 3.484.112 56,2 36,9 6,9 100,0 51.856 18,4 73,1 8,5 100,0 96.986
Bolzano 72,2 21,5 6,3 100,0 163.552 60,1 34,2 5,7 100,0 3.923 23,9 64,8 11,3 100,0 4.556
Trento 77,1 15,5 7,4 100,0 185.162 56,3 36,5 7,2 100,0 2.853 12,9 79,8 7,3 100,0 4.502
Trentino
Alto Adige
74,8 18,3 6,9 100,0 348.714 58,5 35,2 6,3 100,0 6.776 18,6 72,2 9,3 100,0 9.058
Veneto 77,5 15,3 7,2 100,0 1.633.031 59,7 32,8 7,5 100,0 22.177 15,6 76,9 7,5 100,0 44.313
Friuli-
Venezia
Giulia
78,0 16,0 6,0 100,0 473.433 65,6 27,9 6,5 100,0 9.305 17,7 74,0 8,3 100,0 10.520
Liguria 69,6 23,0 7,4 100,0 687.029 56,7 36,5 6,8 100,0 9.943 24,5 67,8 7,7 100,0 9.916
Emilia
Romagna
73,2 18,1 8,7 100,0 1.576.970 55,4 35,9 8,7 100,0 23.117 13,0 76,3 10,7 100,0 37.295
Toscana 75,7 15,8 8,5 100,0 1.322.199 62,1 29,3 8,6 100,0 22.874 22,0 65,3 12,7 100,0 29.898
Umbria 76,3 12,1 9,6 100,0 297.962 60,8 29,4 9,8 100,0 4.881 17,2 71,8 11,0 100,0 7.743
Marche 78,4 12,4 9,2 100,0 525.950 60,3 30,2 9,5 100,0 7.666 13,8 77,0 9,2 100,0 13.019
Lazio 71,3 20,4 8,3 100,0 1.886.114 59.6 31,5 8,9 100,0 38.134 16,3 69,9 13,8 100,0 35.789
Abruzzo 76,7 12,9 10,4 100,0 448.477 60,2 27,4 12,4 100,0 5.967 13,1 75,6 11,3 100,0 5.188
Molise 79,2 10,7 10,1 100,0 117.364 64,4 21,5 14,1 100,0 1.091 23,2 58,7 18,1 100,0 513
Campania 62,3 27,2 10,5 100,0 1.826.601 50,7 37,6 11,7 100,0 12.920 10,5 77,4 12,1 100,0 11.324
Puglia 74,2 18,1 7,7 100,0 1.358.049 60,0 30,3 9,7 100,0 6.961 12,6 71,9 15,5 100,0 8.605
Basilicata 74,7 14,3 11,0 100,0 212.453 90,7 26,8 12,5 100,0 1.074 11,2 54,7 34,1 100,0 892
Calabria 73,8 14,3 11,9 100,0 694.657 60,4 26,2 14,4 100,0 4.994 14,4 71,6 14,0 100,0 5.602
Sicilia 71,0 17,2 11,8 100,0 1.751.545 58,0 27,9 14,1 100,0 11.947 10,2 74,1 15,7 100,0 15.032
Sardegna 78,6 14,0 7,4 100,0 575.346 64,8 26,1 9,1 100,0 3.863 23,3 63,1 13,6 100,0 2.959
ITALIA 72,6 18,8 8,6 100,0 21.006.538 58,0 33,4 8,6 100,0 266.886 16,3 73,5 10,2 100,0 379.864
Fonte: Istat, Censimento 2001.
115
Tab. 3.4 PopoIazione itaIiana e straniera residente in edici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione deIIedicio - Censimento 2001
Popolazione italiana
residenti (%)
Popolazione straniera
residenti (%)
Fino al 1961 ben conservati 25,2 32,2
Tra il 1962 e il 1981 ben conservati 36,8 27,6
Dal 1982 al 2001 ben conservati 21,5 12,6
Fino al 1961 mal conservati 10,1 20,6
Tra il 1962 e il 1981 mal conservati 5,2 6,0
Dal 1982 al 2001 mal conservati 1,2 1,0
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Graf. 3.1 PopoIazione itaIiana e straniera residente in edici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione deIIedicio
83,5
72,4
16,5
27,6
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Popolazione italiana residente Popolazione straniera residente
i
n

%
Edifici ben conservati Edifici mal conservati
Fonte: Istat, Censimento 2001.
116
Tab. 3.5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone
residenti di cittadinanza straniera per regione e ripartizione geograca - Censimento 2001
Ripartizioni e ripartizioni
geografche
Superfcie media
abitazioni (mq)
Stanze per
abitazione
Superfcie per persona
residente (mq)
Residenti
per stanza
Piemonte 65,5 2,9 26,5 0,8
Valle dAosta 59,6 2,8 25,4 0,8
Lombardia 70,5 3,0 26,9 0,9
Bolzano 69,6 3,2 33,4 0,6
Trento 71,8 3,1 26,1 0,9
Trentino Alto Adige 70,7 3,2 29,3 0,8
Veneto 82,9 3,5 29,5 0,8
Friuli-Venezia Giulia 76,2 3,4 29,9 0,7
Liguria 71,4 3,5 30,1 0,7
Emilia Romagna 74,6 3,3 26,5 0,9
Toscana 83,2 3,8 32,1 0,7
Umbria 81,5 3,5 31,3 0,7
Marche 78,7 3,6 26,7 0,8
Lazio 72,5 3,3 28,9 0,8
Abruzzo 74,6 3,5 28,2 0,8
Molise 73,8 3,4 28,8 0,8
Campania 67,3 3,0 32,2 0,7
Puglia 64,1 2,9 26,4 0,8
Basilicata 61,5 2,9 27,1 0,8
Calabria 70,4 3,2 33,7 0,7
Sicilia 66,8 3,2 29,2 0,7
Sardegna 76,1 3,4 38,5 0,9
Italia 73,4 3,3 28,5 0,8
Nord-Ovest 69,3 3,0 27,0 0,8
Nord-Est 78,1 3,4 28,4 0,8
Centro 77,9 3,5 30,2 0,7
Sud 68,1 3,1 29,8 0,7
Isole 68,3 3,2 30,5 0,7
(a) E il rapporto tra la somma delle abitazioni e il totale delle abitazioni.
(b) E il rapporto tra il numero delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine) e il totale delle abitazioni.
(c) E il rapporto tra la somma delle superci delle abitazioni e il numero dei residenti in abitazione.
(d) E il rapporto tra il numero dei residenti in abitazione e la somma delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine).
Fonte: Istat, Censimento 2001
Tab. 3.6 PopoIazione residente straniera e itaIiana per condizione abitativa, area geograca
di cittadinanza Censimento 2001
Aree geografche In abitazione
(%)
In convivenza
(%)
In altro tipo
di alloggio (%)
In nessun
alloggio (%)
Totale
(%) v.a.
Europa 96,2 1,6 1,8 0,4 100,0 586,379
Africa 97,5 1,8 0,4 0,3 100,0 386.494
Asia 96,3 3,0 0,3 9,4 100,0 214.728
America 96,4 3,4 0,1 0,1 100,0 143.018
Oceania 96,3 3,6 0,1 0,0 100,0 3.668
Apolidi 89,5 3,8 6,5 0,2 100,0 602
Totale 96,6 2,1 1,0 0,3 100,0 1.334.889
di cui:
Paesi a forte pressione migratoria (a) 96,5 2,0 1,1 0,4 100,0 1.154.640
Popolazione italiana 99,2 0,7 0,1 0,0 100,0 55.660.855
TOTALE POP. RESIDENTE 99,2 0,7 0,1 09,0 100,0 56.995.744
(a) Sono stati cos deniti i Paesi di nuova adesione allUnione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente allEuropa
centro-orientale, allAfrica, allAsia (ad eccezione di Israele e Giappone) e allAmerica centro-meridionale, per estensione, anche
gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
117
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per
titoIo di godimento deIIabitazione, area geograca di cittadinanza - Censimento 2001
Aree
geografche di
cittadinanza
IN ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E
STRANIERI
IN ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA STRANIERI
Propriet
(%)
Afftto
(%)
Altro
titolo
(%)
Totale
Propriet
(%)
Afftto
(%)
Altro
titolo
(%)
Totale
(%) v.a. (%) v.a.
Europa 59,4 32,2 8,4 100,0 166.483 16,1 74,8 9,1 100,0 398.170
Africa 45,4 47,2 7,4 100,0 40.381 12,6 81,0 6,4 100,0 336.097
Asia 59,1 32,6 8,4 100,0 30.409 17,6 70,0 12,4 100,0 176.305
America 54,5 36,3 9,2 100,0 69.845 18,4 72,0 9,6 100,0
67.973
Oceania 99,1 19,7 11,2 100,0 2.596 48,0 38,3 13,7 100,0 937
Apolidi 42,6 46,0 11,4 100,0 272 20,6 70,4 9,0 100,0 267
Totale 56,5 35,0 8,5 100,0 309.986 15,4 75,8 8,8 100,0 979.749
di cui:
Paesi a forte
pressione
migratoria (a)
52,3 39,2 8,5 100,0 209.556 13,1 78,1 8,8 100,0 905.196
(a) Sono stati cos deniti i Paesi di nuova adesione allUnione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente
allEuropa centro-orientale, allAfrica, allAsia (ad eccezione di Israele e Giappone) e allAmerica centro-meridionale, per
estensione, anche gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di
godimento dellabitazione e paese di cittadinanza Censimento 2001
0
20
40
60
80
100
i
n

%
Propriet 9,4 0 8 14,2 8,5 10,1 23,1 10,8 18,3
Affitto 82,9 78,2 80,7 79,9 82,7 84,9 72,6 72,7 72,5
Altro titolo 7,7 8,8 11,3 5,9 8,8 5 4,3 16,5 9,2
Albania
Rep. Fed.
Jugoslavia
Romania Marocco Tunisia Senegal Cina Filippine Per
Fonte: Nomisma su dati Istat, Censimento 2001.
118
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un
cittadino straniero e popolazione residente in condizione di sovraffollamento grave
per area geograca di cittadinanza - Censimento 2001
Abitazioni occupate da italiani e stranieri Abitazioni occupate solo da stranieri
Aree
geografche
di
cittadinanza
Superfcie
media
delle
abitazioni
(mq)
Stanze
per
abitazione
Superfcie
media pro
capite
(mq)
Residenti
per
stanza
Superfcie
media
delle
abitazioni
(mq)
Stanze per
abitazione
Superfcie
media pro
capite (mq
Residenti
per
stanza
Popolazione in
Condizione di
sovraffollamento
grave (%)
Europa 101,1 4,3 33,7 0,7 77,8 3,4 31,6 0,7 4,3
Africa 90,5 3,9 27,8 0,9 65,8 3,0 24,5 0,9 9,9
Asia 120,7 4,8 35,5 0,7 77,1 3,4 26,7 0,8 8,0
America 99,0 4,2 31,6 0,8 76,0 3,3 34,0 0,7 3,9
Oceania 107,9 4,5 34,0 0,8 97,5 4,0 60,4 0,4 9,5
Apolidi 97,4 4,0 29,5 0,9 69,9 3,2 38,6 0,7 3,5
Totale 100,9 4,3 32,9 0,8 73,4 3,3 28,5 0,8 6,5
di cui:
Paesi a forte
pressione
migratoria (a)
97,4 4,1 30,8 0,8 70,1 3,1 25,8 0,9 7,4
(a) Si considerano tra questi paesi la Repubblica Ceca, Cipro, lEstonia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la
Repubblica Slovacca, la Slovenia e lUngheria.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per
disponibilit di servizi nellabitazione (valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento)
Aree geografche
Spazio adibito alla preparazione
dei cibi
Almeno un
gabinetto
Acqua calda
in bagno e/o
cucina
Acqua
potabile
Riscaldamento
di cittadinanza
Almeno
una cucina
Solo cucinino
e/o angolo cottura
Europa 70,1 28,9 99,6 97,7 96,0 96,0
Africa 63,3 35,5 99,3 93,9 98,9 90,9
Asia 69,3 29,4 99,6 97,8 99,3 91,9
America 69,0 30,0 99,7 98,8 99,3 96,7
Oceania 77,2 22,2 99,9 98,6 99,2 95,4
Apolidi 64,4 34,5 99,8 96,1 98,5 94,6
Totale 67,9 31,0 99,5 96,7 99,1 93,9
Popolazione italiana 77,7 21,4 99,8 98,8 98,9 94,4
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza
LArt. 40 del Testo Unico sullimmigrazione propone agli immigrati soluzioni
abitative differenti secondo le diverse situazioni ed i diversi stadi del
percorso migratorio, in modo tale da permettere un inserimento abitativo
specico per le diverse esigenze dellimmigrato.
Il campo delle iniziative abitative specicatamente rivolte agli immigrati si
limita alle fasi transitorie (il primo arrivo e il primo momento dellinserimento
119
abitativo degli immigrati). I momenti di questo percorso di inserimento
abitativo consistono, prescindendo dalle soluzioni speciche che debbono
essere di volta in volta adottate, in centri di accoglienza, alloggi sociali
collettivi o privati, strutture alloggiative organizzate in forma di pensionato.
La Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica del Ministero
dellInterno censisce ogni anno i centri di prima e seconda accoglienza
che ospitano stranieri principalmente in stato di bisogno economico e sono
anche un punto di riferimento per quelli da poco arrivati in Italia. Non sono,
invece, qui prese in considerazione le strutture di accoglienza e assistenza
per immigrati irregolari (CDA CARA CIE).
Per la maggior parte dei centri presi in esame si tratta di strutture residenziali
a tutti gli effetti verso cui gli immigrati vengono indirizzati dallUfcio
Immigrazione del Comune interessato e dove la permanenza di solito
di sei mesi, con la possibilit di proroga per altri sei. Alcune strutture
ospitano solo uomini, altre solo donne ma ultimamente, con lincremento
dei ricongiungimenti familiari, molte ospitano prevalentemente famiglie o
donne con bambini ed anche il tempo di permanenza si ulteriormente
protratto per la difcolt di reperire alloggi.
Dal censimento risultano presenti in Italia nel 2007 1.463 strutture
residenziali che offrono una disponibilit di 28.106 posti letto. Il 70 per
cento delle strutture ed il 64 per cento dei posti letto sono concentrati nel
Nord Italia. Prevalgono le strutture private, che rappresentano il 61 per
cento del totale censito, con una dimensione media di 18 posti letto, contro i
23 posti letto delle strutture pubbliche. Una piccola componente, pari a 132
strutture, di natura mista pubblico-privata (tab. da 3.10 a 3.12).
Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri
Regione 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Nord-ovest 353 338 474 493 496 490 478
Nord-est 414 464 512 526 562 565 554
Centro 170 182 197 217 229 233 236
Sud 93 90 110 120 143 155 149
Isole 27 31 32 37 40 44 45
Italia 1057 1105 1325 1393 1470 1487 1462
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
120
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007
Regione Totale % posti letto
Numero Posti letto sul totale
Piemonte 136 1.935 6,9
Valle dAosta 2 32 0,1
Lombardia 317 7.575 27,0
Liguria 23 396 1,4
Nord-Ovest 478 9.938 35,4
Trentino Alto Adige 296 1.283 4,6
Veneto 172 2.464 8,8
Friuli-Venezia Giulia 50 755 2,7
Emilia Romagna 306 3.791 13,5
Nord Est 554 8.293 29,5
Totale Nord 1.032 18.231 64,9
Toscana 106 1.677 6,0
Umbria 31 423 1,3
Marche 34 569 2,0
Lazio 65 1.684 6,0
Centro 236 4.353 15,5
Abruzzo 5 95 0,3
Molise 2 23 0,1
Campania 46 1.837 6,5
Puglia 51 1.130 4,0
Basilicata 9 108 0,4
Calabria 37 581 2,1
Sud 150 3.774 13,4
Sicilia 42 1.687 6,0
Sardegna 3 61 0,2
Isole 45 1.748 6,2
Totale Italia 1.463 28.105 100,0
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica
Area
Totale strutture residenziali
di cui
Geografca Pubbliche Private Miste
Numero
Posti
letto
Numero
Posti
letto
Numero
Posti
letto
Numero
Posti
letto
unit in % unit in % unit in % unit in %
Nord Ovest 478 32,7 9.938 79 18,0 2.288 349 39,2 6.877 50 37,9 773
Nord Est 554 37,9 8.293 250 56,8 3.810 259 29,1 3.701 45 34,1 782
Centro 236 16,1 4.353 80 18,2 1.216 143 16,0 2.927 13 9,8 210
Sud 150 10,3 3.774 22 5,0 1.724 113 12,7 1.799 15 11,4 251
Isole 45 3,1 1.748 9 2,0 888 27 3,0 685 9 6,8 175
Totale 1.463 100,0 28.106 440 100,0 9.926 891 100,0 15.989 132 100,0 2.191
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
121
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione
geograca
0
100
200
300
400
500
600
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole
Fonte: Nomisma su dati Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica, Ministero Interno.
La risposta dellEdilizia Residenziale Pubblica
I processi di stabilizzazione che caratterizzano il fenomeno migratorio in
Italia, portano ad unaccresciuta, e in prospettiva crescente, domanda di
alloggi da parte delle famiglie straniere. Questo signica domanda di case,
nel senso di sistemazioni e tipologie propriamente abitative piuttosto che
sistemazione in strutture di accoglienza e presso pensionati. A partire dal
1998, quando per la prima volta la legge Turco-Napolitano sancisce la parit
di trattamento per gli stranieri nellaccesso agli alloggi di edilizia sociale
8
, si
registra una crescente presenza degli stranieri tra gli assegnatari.
8 Larticolo 40 del Testo Unico sullimmigrazione prevede che il titolare di carta di soggiorno
(dopo sei anni di permesso regolare) e gli stranieri regolarmente soggiornanti in virt di un
permesso di soggiorno almeno biennale e di unattivit di lavoro subordinato o autonomo
hanno diritto di accedere in condizioni di parit agli alloggi di edilizia residenziale pubbli-
ca, ai servizi di intermediazione delle agenzie locali, agli alloggi temporanei (pagando una
quota calmierata) disposti dai Comuni e da enti privati, pubblici e associazioni, ai centri
di prima accoglienza. Mettiamo in luce che i limiti imposti dalla legge per accedere allErp
escludono una grossa fetta di popolazione immigrata, anche allinterno dei regolarmente
presenti: basti dire che la maggior parte dei permessi di soggiorno ad oggi rilasciati sono di
durata annuale (Caritas 2004).
122
Se guardiamo ai dati sullutenza straniera di Edilizia Residenziale Pubblica,
i dati raccolti nella tab. 13 evidenziano una signicativa crescita della
presenza di immigrati negli alloggi ERP. Fra i casi pi evidenti c quello
della provincia di Bergamo dove la presenza di cittadini extracomunitari
in case popolari cresciuta dal 2001 al 2006 del 686 per cento in termini
assoluti; mentre, se si valuta la quota percentuale sul totale degli abitanti
delledilizia pubblica, si passati dall 1,6 per cento del 2001 al 12,9 per
cento del 2006. Anche a Milano per gli stessi anni gli inquilini immigrati
nelle case dello stato sono passati dalle 7.690 alle 12.412 unit e a Bologna
la loro presenza negli alloggi popolari si addirittura raddoppiata. Ormai
allinterno del parco abitativo di alcune aziende del centro-nord del Paese
la presenza di famiglie di immigrati ha raggiunto percentuali decisamente
considerevoli: il 18,9 per cento a Parma, il 15,5 per cento a Brescia, 15,2
per cento ad Ancona, il 14,2 per cento a Bologna, il 14 per cento a Perugia,
il 12,9 per cento a Milano, solo per citare i casi maggiori.
Tab. 3.13 Lutenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006
2001 2006
Variazione
2001-2006
Valori %
% immigrati
extracomunitari
sul totale di
utenti ERP
Immigrati
extracomunitari
utenti ERP
% immigrati
extracomunitari
sul totale di
utenti ERP
Torino 4,7 5.700 8,1 78,1
Novara 2,4 1.815 13,6 367,8
Alessandria 10,7 1.989 16,6 48,2
Genova 2,7 - - -
La Spezia 2,6 175 2,1 -19,7
Milano 4,3 12.412 9,4 61,4
Bergamo 1,6 2.038 12,9 586,2
Brescia 14,1 3.094 15,7 51,1
Cremona 2,8 1.804 16,5 501,3
Trento 4,6 849 4,0 3,0
Venezia 0,6 - - -
Padova 0,8 933 4,3 309,2
Udine 1,3 400 2,8 93,2
Trieste 0,8 704 3,4 252,0
Bologna 7,0 5.080 14,2 99,5
Parma n.d. 2.155 18,9 -
Forl-Cesena 4,3 1.248 13,5 220,8
Firenze 6,6 1.945 7,0 -1.8
Perugia - 1.767 14,0 -
Terni 2,9 516 8,0 158,0
Ancona 3,7 2.123 15,2 322,9
Roma - 2.422 1,9 -
Avellino - 773 3,7 -
Palermo 0,05 - - -
Messina - 15 0,04 -
Nuoro - 25 0,2 -
Fonte: Elaborazione Censis su dati indagine Federcasa 2008.
123
APPROFONDIMENTO 1
Le famiglie, le coabitazioni e i single
Di seguito sono presentati in sintesi i risultati della indagine estensiva
sugli immigrati (basata su 2000 interviste personali), condotta nel quadro
della ricerca sociale sulla immigrazione in Italia commissionata dal Mini-
stero dellInterno a Makno & consulting. Le interviste sono state effettuate
dal 26 marzo al 23 aprile 2007.
Il 44 per cento degli immigrati abita con la propria famiglia.
Le coabitazioni con amici e/o parenti sorano il 30 per cento, mentre le
condivisioni di abitazioni con altre persone si attestano sul 17 per cento.
Meno del 10 per cento degli immigrati vive da solo (160 mila persone).
Sommando coabitazioni e condivisioni, si arriva ad un bloccodi dimen-
sioni leggermente superiori a quelle delle famiglie (46 per cento).
Gli immigrati single per lo pi non hanno una propria famiglia nel Paese
dorigine ma il 28 per cento di essi lha invece lasciata per venire in Italia:
nella grande maggioranza dei casi, una famiglia con gli. Degli immigrati
che abitano da soli ma che hanno una famiglia al proprio Paese, un terzo
ha gi deciso che non presenter domanda di ricongiunzione (salvo poi
ricredersi), il 27 per cento non ha ancora deciso, mentre il 24 per cento
ha gi presentato la domanda o la presenter a breve (si tratta di circa 11
mila famiglie). Il restante 12 per cento conta di presentare la domanda di
ricongiunzione tra qualche anno, subordinandola ad una propria migliore
sistemazione in Italia.
124
Esito delle risposte al questionario su La famiglia e la casa
Con chi abita? %
Con la mia famiglia 43,8
Con amici e/o parenti 29,0
Con altre persone 16,6
Da sola/o 8,2
Altro 2,6
Ha una famiglia nel paese di origine? %
S, coniuge e pi fgli/e 4,1
S, coniuge e due fgli/e 6,2
S, coniuge e un fglio/a 9,3
S, coniuge ma senza fgli 8,8
No 71,6
Pensa di far venire la famiglia in Italia? %
Sicuramente no 15,3
Probabilmente no 16,9
Non abbiamo ancora deciso 27,1
Presentato domanda ricongiunzione 15,3
Presenteremo domanda 8,5
Tra qualche anno 11,9
Altro 5,1
Numero componenti della famiglia %
Due 17,4
Tre 26,9
Quattro 34,9
Cinque 16,6
Pi di cinque 4,3
Numero di fgli conviventi in famiglia
%
Uno 29,5
Due 30,8
Tre 10,4
Pi di tre 1,5
Nessuno 27,8
Numero di coabitanti in casa %
Due 18,7
Tre 22,5
Quattro 22,0
Cinque 14,7
Sei 9,0
Pi di 6 6,2
Non risponde 6,8
Tipo di abitazione %
In afftto 64,0
Di parenti o amici 11,3
Di propriet 12,3
Del datore di lavoro 8,3
Non abitazione fssa 2,2
Altro 2,1
125
Dimensioni dellabitazione (mq)
Italiani
(in %)
Immigrati
(in %)
Meno di 60 mq 8,9 24,2
Da 60 a 79 mq 20,6 36,6
Da 80 a 109 mq 26,6 23,8
Da 110 a 149 mq 23,0 4,3
Da 150 mq in poi 10,9 1,4
Non so - 9,8
Numero vani della casa (compresi i vani di servizio)
Italiani
(in %)
Immigrati
(in %)
Uno 2,1
Due 0,1 10,0
Tre 1,4 21,4
Quattro 5,8 28,9
Cinque 12,0 22,0
Sei 17,0 10,0
Sette 18,1 3,0
Otto 16,5 1,4
Nove 11,8 0,6
Dieci 9,1 0,2
Pi di dieci 8,2 0,5
Soddisfazione per la casa %
Abbastanza soddisfatto 50,9
Molto soddisfatto 21,7
N soddisfatto n insoddisfatto 16,8
Abbastanza insoddisfatto 7,0
Molto soddisfatto 3,0
Fonte: Makno & Consulting per Ministero Interno, anno 2007
126
APPROFONDIMENTO 2
La condizione abitativa degli immigrati stranieri nel Sud Italia
9
Il problema abitativo non si manifesta per tutti nella sua gravit al mo-
mento dellarrivo, perch per circa il 60 per cento dei casi la rete amicale
o parentale sopperisce al fabbisogno; per il 17 per cento degli intervistati
infatti il datore di lavoro o comunque una famiglia italiana che offre
lavoro e alloggio. Sembra questa una dinamica comune a tutte le aree del
Mezzogiorno considerate, anche se in alcuni casi, i Centri di accoglien-
za, in modo signicativo in Sicilia, sembrano sopperire a questa funzione.
Quella della accoglienza presso un parente, un connazionale, un amico
del resto connessa alla modalit stessa della migrazione, in cui il modello
per chiamata orienta il processo decisionale del migrante e della sua
famiglia (sta in: Ministero della Solidariet Sociale, Indagine conosci-
tiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia).
Gli obiettivi generali della ricerca hanno riguardato la descrizione e la in-
terpretazione del disagio abitativo dei migranti in quattro regioni del Mez-
zogiorno di Italia: Campania, Puglia, Calabria, Sicilia (graf. A).
Prevale la sistemazione in appartamento (54,3 per cento), quindi la sola
stanza o posto letto (nellinsieme il 35 per cento) e, a seguire la sistemazio-
ne presso il datore di lavoro (8,3 per cento; graf. B).
Chi alloggia in un appartamento in aftto ha dichiarato di essere titolare
di un contratto ad uso abitazione per il 62,9 per cento degli intervistati,
mentre una condizione irregolare o di non contratto riguarda il 33 per
cento degli afttuari (graf. C).
Il canone di aftto pi frequentemente pagato compreso tra i 100-200E
mensili (graf. D) sul quale incide la componente di chi paga un aftto per
una stanza; chi invece occupa un appartamento laftto medio mensile
compreso tra i 200-400E (tab. A).
La dimensione pi frequente dellabitazione occupata da immigrati di tre
stanze (39 per cento) e labitazione , nel 31,3 per cento dei csi , posizio-
9 Indagine nanziata dal Ministero della Solidariet Sociale nel quadro degli interventi
del Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno dItalia
2000-2006.
La sua realizzazione ha visto il coinvolgimento di pi di 8.500 persone fra intervistati,
intervistatori, responsabili ed operatori delle organizzazioni esecutrici. Gli immigrati sono
stati intervistati in numero proporzionale alla loro consistenza per nazionalit. Nellin-
dagine si fatto riferimento alle seguenti macro-categorie: Europa-Balcani; Altri Paesi
europei; Africa-Magreb; Altri Paesi africani; resto del Mondo.
127
nata al livello della strada (graf. E e F).
Il riscaldamento e lallaccio al gas sembrano essere caratteristiche as-
senti nel 60 per cento circa del parco abitativo occupato da immigrati
(tab. B).
Il grado di soddisfazione per labitazione occupata sufciente per il 49
per cento dei casi (graf. G).
Il 10,9 per cento degli intervistati ricerca una casa in propriet mentre
prevale laftto nelle sue varie forme: casa popolare; stanza; abitazione
(graf. H).
Il canone di aftto sostenibile per una nuova abitazione contenuto entro i
300E mensili per l85 per cento degli intervistati (graf. I).
128
Graf. A - I sistemi locali del lavoro delle quattro Regioni Obiettivo
1 in base al livello di criticit concernente il disagio abitativo degli
immigrati
AVERSA
CASERTA
TEANO
BENEVENTO
CASTELLAMMARE DI STABIA
FORIO
NAPOLI
NOLA
AGROPOLI
CAPACCIO
SALA CONSILINA
SARNO
ASCOLI SATRIANO
FOGGIA
MANFREDONIA
SAN GIOVANNI ROTONDO
ALTAMURA
BARI
BARLETTA
BISCEGLIE
MONOPOLI
GINOSA TARANTO BRINDISI
OSTUNI
LECCE
CASSANO ALLO IONIO
CASTROVILLARI
CORIGLIANO CALABRO
COSENZA
CATANZARO
GIOIA TAURO
REGGIO DI CALABRIA
CROTONE
VIBO VALENTIA
ALCAMO
CASTELVETRANO
SALEMI
TRAPANI
BAGHERIA
POLIZZI GENEROSA
TERMINI IMERESE
BROLO
FRANCAVILLA DI SICILIA
AGRIGENTO
CANICATTI'
GELA
MAZZARINO
MUSSOMELI ENNA
PIAZZAARMERINA
ACIREALE
CATANIA
MODICA
RAGUSA
LENTINI
SIRACUSA
indicatore sintetico
alto
medio alto
medio basso
basso
Fonte: Ministero della Solidariet Sociale, Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli
immigrati nel Sud Italia.
129
Graf. B - Attuale sistemazione abitativa
Solo un posto
letto
15,1%
Presso il datore
di lavoro
8,3%
Altro
2,3%
Solo una stanza
20,0%
Un
appartamento
per se/con la
famiglia
54,3%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
Graf. C - Tipo di contratto di aftto
Uso foresteria
0,5%
Uso commerciale
0,7%
Informale
7,4%
Comodato
3,5%
Nessuno
Uso
abitazione
Occupazione
a busiva
1,4%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
130
Graf. D - Costo mensiIe deIIaftto
Da 301 a 400 euro
13,1%
Da 501 a 600 euro
0,7%
Nulla in quanto
ospite
15,8%
Fino a 100 euro
16,1%
Da 101 a 200 euro
22,5%
Da 201 a 300 euro
28%
Da 401 a 500 euro
3,5%
Oltre i 600 euro
0,4%
Alloggio di propriet
3,1%
Una quota trattenuta
dal salario
4,0%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
Tab. A - AttuaIe sistemazione per costo mensiIe aftto (vaIore %)
Canone di
afftto
Un appartamento per
se/con la famiglia
Solo una
stanza
Solo un posto
letto
Presso il
datore di
lavoro
Altro Totale
Nulla in quanto
ospite
6,9 17,1 19,0 61,0 53,3 15,8
Fino a 100 euro 3,7 28,3 53,6 0,9 9,6 16,1
Da 101 a 200
euro
19,7 40,8 20,7 1,8 7,4 22,5
Da 201 a 300
euro
33,8 7,7 2,9 0,7 3,9 20,8
Da 301 a 400
euro
22,3 2,3 1,8 0,7 1,8 13,1
Da 401 a 500
euro
6,1 0,2 0,5 0,0 0,0 3,5
Da 501 a 600
euro
1,2 0,4 0,1 0,0 0,0 0,7
Oltre i 600 euro 0,6 0,1 0,1 0,1 1,3 0,4
Alloggio di
propriet
4,7 0,0 0,3 0,0 19,8 3,1
Una quota
trattenuta dal
salario
1,0 2,9 1,0 34,8 2,9 4,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
131
Graf. E - Dimensione dellabitazione
Una stanza
6,7%
Cinque stanze
5,5%
Oltre cinque
stanze
2,3%
Due stanze
26,4%
Tre stanze
39,0%
Quattro stanze
20,1%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
Graf. F - Caratteristiche dellabitazione
Al di sotto del
livello della strada
3,8%
Al piano
ammezzato
4,8%
Al livello della
strada
31,3%
Al primo piano
28,4%
Al secondo piano
13,5%
Oltre il secondo
piano
18,1%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
132
Tab. B - Dotazione di servizi nellabitazione occupata (valore %)
Si No Totale
Acqua potabile 91,4 8,6 100,0
Acqua calda 91,3 8,7 100,0
Luce elettrica 98,0 2,0 100,0
Riscaldamento 39,5 60,5 100,0
Allaccio al gas 37,0 63,0 100,0
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
Graf. G - Grado di soddisfazione dellabitazione
No per niente
9,7%
Poco
23,8
Abbastanza
49,1%
Molto
17,4%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
Graf. H - Ricerca di una nuova abitazione
Stanza in
locazione/affitto
10,1%
Stanza in locazione
con altri inquilini
4,2%
Abitazione da
acquistare
10,9%
Casa popolare
15,4%
Abitazione
in affitto
20,4%
Stanza in
locazione con
familiari
39,1%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007.
133
Graf. I - Canone di aftto sostenibiIe per Ia nuova abitazione
Fino a 100
11,9%
Da 401 a 500
3,1%
Da 501 a 600
0,3%
Oltre i 600
Da 101 a 200
43,1%
Da 201 a 300
30,1%
Da 301 a 400
11,3%
Fonte: Ministero della Solidariet sociale, secondo semestre 2007
134
II.3.2 Laccessibilit alla casa
La quota di mercato degli stranieri
Negli ultimi 5 anni cresciuta la quota di mercato che vede come acquirente
di abitazione un cittadino straniero. Si infatti passati dal 13,7 per cento
delle compravendite nel 2004 al 17,5 per cento nel 2008.
Laumento maggiore si riscontrato nel 2006 (+12,9 per cento nellanno)
mentre, in linea con la congiuntura negativa del mercato immobiliare
italiano del 2008, anche la quota di mercato degli stranieri si contratta,
facendo registrare una variazione negativa dell11,1 per cento. Il costo medio
di unabitazione cresciuto in 5 anni del 37 per cento in termini nominali
(tab. 3.14).
Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati
Anno Numero compravendite
N. compravendite sul totale
(in %)
Var % annua
Spesa media per
unabitazione di 60 mq
(in Euro)
2004 110.000 13,7 - 93.000,0
2005 116.000 13,9 5,4 103.000,0
2006 131.000 15,5 12,9 117.000,0
2007 135.000 16,7 3,0 124.000,0
2008 120.000 17,5 -11,1 128.000,0
Fonte: Censis.
Le tipologie abitative pi richieste
Nel 2007 Nomisma ha realizzato una indagine nalizzata a connotare il
mercato immobiliare dei cittadini stranieri. Nellambito della periodica
indagine congiunturale sul mercato immobiliare italiano Nomisma ha
inserito una serie di domande nalizzate allo scopo.
I soggetti intervistati sono gli agenti immobiliari mentre i riferimenti
territoriali sono rappresentati dalle 13 aree urbane italiane e dalle 13 citt
intermedie (rappresentative dei mercati di provincia).
La tipologia pi frequentemente compravenduta appartiene alla fascia medio-
bassa del mercato: abitazione usata o da ristrutturare, di 60-80 mq (53,8
per cento del mercato) o di 80-100 mq (26,6 per cento), senza posto auto,
localizzate in periferia (74,6 per cento). Nel segmento locativo si ritrovano
anche abitazioni centrali a differenza di quello delle compravendite.
Peraltro la parte di pi elevata presenza extracomunitaria nei comuni di
135
ancor pi piccola taglia e con i prezzi ed i canoni di locazione pi bassi.
In qualche modo si assiste in questo caso ad un fenomeno di sostituzione
della domanda dei cittadini italiani con quella degli extracomunitari che si
rivolge verso le abitazioni di minor valore unitario, fenomeno che letteratura
anglosassone o nota come ltering-down (tab. 3.15 e 3.16).
Tab. 3.15 Le caratteristiche pi frequenti delle abitazioni acquistate dagli extracomunitari, 2007
Citt Stato di conservazione Dimensioni Localizzazione
Bari Usato/Da ristrutt. <60 mq Semicentro/Periferia
Bologna Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia
Cagliari Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Catania Usato/Da ristrutt. <60 mq Semicentro/Periferia
Firenze Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Genova Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia
Milano Usato/Da ristrutt. <60 mq Periferia
Napoli Usato <60 mq Periferia
Padova Usato 60-80 mq Periferia
Palermo Usato 60-80 mq Semicentro
Roma Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Torino Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Venezia citt Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Venezia Mestre Usato/Da ristrutt. 60-80 mq/81-100 mq Centro/Semicentro
Media 13 aree urbane Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia
Ancona Usato 60-80 mq Periferia
Bergamo Usato 81-100 mq Periferia
Brescia Usato 60-80 mq Periferia
Livorno Usato 60-80 mq Centro
Messina Da ristrutt. <60 mq Periferia
Modena Usato 60-80 mq Periferia
Novara Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Parma Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Perugia Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Salerno Usato <60 mq Periferia
Taranto Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Centro
Trieste Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia
Verona Usato 81-100 mq Periferia
Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia
Fonte: Nomisma.
136
Tab. 3.16 Le caratteristiche pi frequenti deIIe abitazioni afttate dagIi extracomunitari, 2007
Citt
Stato di
conservazione
Dimensioni Localizzazione
Bari Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Bologna Usato 60-80 mq/81-100 mq Semicentro/Periferia
Cagliari Usato 60-80 mq Periferia
Catania Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro
Firenze Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia
Genova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Milano Usato 60-80 mq Periferia
Napoli Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro
Padova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Palermo Usato 60-80 mq Semicentro
Roma Usato <60 mq/60-80 mq Periferia
Torino Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Venezia citt Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro/Periferia
Venezia Mestre Usato 60-80 mq Semicentro
Media 13 aree urbane Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia
Ancona Usato 60-80 mq Periferia
Bergamo Usato 81-100 mq Periferia
Brescia Usato 60-80 mq Centro/Periferia
Livorno Usato 60-80 mq Centro
Messina Usato 60-80 mq Periferia
Modena Usato 60-80 mq Periferia
Novara Usato 81-100 mq Periferia
Parma Usato 60-80 mq Periferia
Perugia Usato 60-80 mq Periferia
Salerno Usato <60 mq Periferia
Taranto Usato 60-80 mq Centro
Trieste Usato <60 mq/60-80 mq Centro/Periferia
Verona Usato 81-100 mq Periferia
Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia
Fonte: Nomisma.
Il mercato dei mutui
Secondo unindagine effettuata da Nomisma nel 2007 in diverse citt
italiane
10
, si direbbe che rispetto allacquisto della casa sussista una
condizione di svantaggio per gli stranieri. Nelle aree metropolitane, la
maggior parte delle case acquistate da stranieri sono situate in periferia
(54%), dove i mercati immobiliari sono meno onerosi; sono tendenzialmente
in un cattivo stato di conservazione (oltre la met delle case sono da
ristrutturare), e nella maggioranza dei casi (68,7%) non superano gli 80
metri quadrati di supercie. Situazione pi vantaggiosa sembra quella in
10 Indagine condotta attraverso la somministrazione di un questionario a un campione non si-
gnicativo di agenti immobiliari in 13 citt metropolitane e in altrettante citt intermedie.
137
cui si trovano gli acquirenti stranieri nelle citt di dimensione intermedia,
dove la percentuale di quelli che acquistano case da ristrutturare si riduce
a un terzo, mentre aumenta il numero di stranieri che acquistano immobili
pi grandi.
La banca dati CRIF ha fornito per questo volume informazioni aggiornate
sulle operazioni di credito nanziate dal sistema bancario italiano. Da
queste si possono desumere i dati relativi al segmento del credito per mutui
immobiliari destinato a cittadini stranieri
11
.
Il 10 per cento del mercato dei mutui per lacquisto dellabitazione
destinato a cittadini stranieri, per un ammontare complessivo, nel 2007,
di 6.300 milioni di euro, che equivalgono a circa 48.600 contratti di mutuo
(tab. 3.17) . Nel 2008, in corrispondenza con la crisi dei mercati nanziari,
la quota di mercato dei mutui a cittadini stranieri scesa al 7,8 per cento del
totale erogato (tab. 3.18). Una percentuale che si dunque mantenuta ben
al di sopra dellincidenza degli stranieri residenti in Italia sul totale della
popolazione, a riprova della progressiva stabilizzazione nel nostro Paese di
persone di altre nazionalit.
Limporto medio nanziato per un mutuo erogato a cittadini stranieri nel
2008 stato di 128.800 euro, quota prossima a quella erogata dagli istituti
di credito per un cittadino italiano (tab. 3.19). Tra i cittadini stranieri,
sono soprattutto gli stranieri provenienti dallEuropa Orientale a richiedere
e ottenere un mutuo (30,6 per cento: tab. 3.20).
11 Per cittadini stranieri si intendono quelli provenienti dallAmerica centro-meridionale,
Europa orientale, Asia e Africa. La componente altri comprende le aree dellAmerica
settentrionale, dellEuropa occidentale e dellOceania.
138
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri,
anno 2007
Monte mutui erogati per acquisto casa nel 2007 (in milioni di euro) 62.800 100%
- di cui a cittadini italiani 56.500 90%
- di cui a cittadini stranieri 6.300 10%
Numero mutui erogati per acquisto casa nel 2007 505.000 100%
- di cui a cittadini italiani * 456.400 90,4%
- di cui a cittadini stranieri * 48.600 9,6%
- di cui a cittadini stranieri * 48.600 9,6%
* il numero dei mutui erogati a cittadini italiani e quelli a cittadini stranieri stata calcolata come rapporto tra il monte mutui
erogato e limporto medio nanziato.
Fonte: Stime Nomisma su dati CRIF Decision Solutions
Tab. 3.18 Distribuzione % dei hussi dei mutui per area di provenienza
2006 2007
2008
1 sem 2008 2 sem 2008 Media annua
Mutui erogati ad italiani 89,9 90,0 92,0 92,4 92,2
Mutui erogati a cittadini stranieri 10,1 10,0 8,0 7,6 7,8
Fonte: CRIF Decision Solutions
Tab. 3.19 Importo medio nanziato dei mutui (vaIori in Euro)
2006 2007
2008
1 sem 2008 2 sem 2008 Media annua
Mutui erogati ad italiani (A) 118.200 123.800 125.000 123.000 124.000
Mutui erogati a cittadini stranieri (B) 128.000 129.600 129.800 127.800 128.800
B/A 108,3% 104,7% 103,8% 103,9% 103,9%
Variazioni A - 4,7% - - 0,2%
Variazioni B - 1,3% - - -0,6%
Fonte: CRIF Decision Solutions
Tab. 3. 20 Distribuzione % dei hussi dei mutui per Paese di provenienza
2006 2007
2008
1 sem 2008 2 sem 2008 Media annua
Africa 21,0% 18,1% 14,7% 12,4% 13,6%
America Centro-Meridionale 13,4% 14,2% 13,3% 12,9% 13,1%
Asia 16,3% 15,9% 14,9% 14,8% 14,9%
Europa Orientale 29,3% 30,0% 30,5% 30,6% 30,6%
Altri* 20,0% 21,7% 26,7% 29,3% 28,0%
* La componente altri comprende le aree dellAmerica settentrionale, dellEuropa occidentale e dellOceania.
Fonte: CRIF Decision Solutions
139
Graf. 3.4 Distribuzione % dei hussi dei mutui per Paese di provenienza
0% 20% 40% 60% 80% 100%
2006
2007
2008
Africa America Centro Meridionale Asia Europa orientale Altri
Fonte: CRIF Decision Solutions.
140
APPROFONDIMENTO 3
Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini stranieri
Dai risultati di una indagine realizzata da Nomisma nel 2007, nalizzata
a connotare il mercato immobiliare dei cittadini stranieri, emerge che la
quota di mercato degli spazi adibiti a negozi da parte di cittadini stranieri
del 7,7 per cento del totale delle compravendite mentre si sale al 15,7
per cento nel mercato della locazione, nella media dei 13 maggiori mercati
immobiliari italiani, mentre leggermente pi bassa la percentuale di
contratti stipulati nella media dei mercati di provincia (tab. C).
Tab. C - Quota % di contratti stipulati da extracomunitari, rispetto al totale delle
compravendite e delle locazioni di NEGOZI Anno 2007
Citt Compravendite Locazioni
Bari 6,4 17,0
Bologna 9,2 23,3
Cagliari 2,7 8,4
Catania 10,1 16,8
Firenze 3,8 14,3
Genova 9,5 9,7
Milano 9,6 15,4
Napoli 5,3 18,1
Padova 1,7 0,8
Palermo 4,8 17,6
Roma 8,3 14,8
Torino 10,8 22,4
Venezia citt 11,9 18,9
Venezia Mestre 14,4 22,8
Media 13 aree urbane 7,7 15,7
Ancona 12,5 25,8
Bergamo 0,4 3,0
Brescia 9,3 25,7
Livorno 10,0 13,8
Messina 3,6 11,4
Modena 3,8 16,3
Novara 15,3 13,0
Parma 1,9 6,5
Perugia 3,9 15,8
Salerno 5,8 4,0
Taranto 8,9 10,1
Trieste 0,8 12,9
Verona 1,4 8,1
Media 13 intermedie 6,0 12,8
Fonte: Nomisma
141
II.4 I Giovani stranieri nella scuola italiana
II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia
I 180mila alunni non italiani presenti nelle scuole italiane, tra scuole dellinfanzia,
primarie e secondarie, nellanno scolastico 2001/2002, sono diventati a oltre
570mila nel 2007/2008. Sono aumentati cio, complessivamente, del 215 per
cento in sette anni.
Pi nel dettaglio, considerando i tassi di crescita annuali per le singole classi di
scuola, la crescita pi sostenuta si vericata nella scuola superiore di secondo
grado, con tassi di crescita annui spesso superiori al 30 per cento (tab. 4.1).
Anche rispetto allincidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione
scolastica, il trend di forte crescita. Lincidenza pi elevata si riscontra nella
scuola primaria, dove quasi 8 alunni su 100 sono stranieri. Lincidenza pi bassa
invece si rileva nella scuola secondaria di secondo grado (4,3 per cento), dove
per, come abbiamo visto, si registrata la crescita percentuale dellincidenza
pi elevata (1,1 per cento nellanno 2001/2002, 4,3 per cento nel 2007/2008)
(tab. 4.2).
interessante, allinterno della scuola secondaria di secondo grado, vedere
che tipo di scuola frequentano gli alunni stranieri. In generale, evidente
come la propensione sia ad iscriversi in istituti che garantiscono un accesso
pi immediato al mercato del lavoro. Su 118 mila alunni stranieri presenti
nelle scuole superiori nellanno 2007/2008, pi di 90mila frequentavano
istituti tecnici o professionali (tab. 4.3). in particolare, allinterno degli istituti
professionali, gli alunni stranieri rappresentavano quasi il 9 per cento della
popolazione scolastica.
Se guardiamo alla distribuzione territoriale degli alunni stranieri, in termini
assoluti la Lombardia ospita quasi un quarto di tutti gli studenti presenti in Italia
nellanno scolastico 2007/2008, con 137 mila presenze. Seguono Veneto ed
Emilia-Romagna, con rispettivamente 70 mila e 65 mila presenze. Allopposto,
le regioni che ospitano meno alunni stranieri sono Molise, Basilicata e Valle
dAosta (tab. 4.4). In generale, come daltronde ci si pu aspettare vista la
distribuzione territoriale della popolazione straniera, la presenza di alunni
stranieri si concentra nelle regioni del Centro-Nord.
142
Per osservare invece in quali regioni limpatto della presenza di alunni
stranieri pi rilevante, necessario guardare allincidenza sul totale della
popolazione scolastica regionale. La regione con lincidenza pi elevata
di alunni stranieri lEmilia-Romagna, dove nel 2007/2008 l11,8 per
cento degli alunni era straniero. Seguono lUmbria, con l11,4 per cento, la
Lombardia con il 10,3 per cento e il Veneto con il 10,2 per cento.
interessante confrontare questa incidenza con quella del totale della
popolazione straniera nella regione di residenza: nelle regioni del Centro-
Nord lincidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica pi
alta dellincidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione,
mentre in quelle del Sud vero il contrario. Questo indica verosimilmente
sia che al Centro-Nord la concentrazione di stranieri nelle fasce di et pi
giovani pi elevata, sia che gli stranieri residenti al Centro-Nord hanno
tassi di partecipazione scolastica pi alti (tab. 4.5).
La serie storica dellevoluzione dellincidenza degli alunni stranieri sulla
popolazione scolastica mette in evidenza come le regioni che hanno
conosciuto una crescita maggiore di alunni stranieri dal 1998/99 al 2007/08
sono state Veneto e Marche, che sono passati rispettivamente dall1,6 per
cento al 10,2 per cento e dall1,5 per cento al 9,9 per cento (tab. 4.6).
A un livello territoriale pi dettagliato, le 15 province con la presenza pi
consistente di alunni stranieri sono tutte collocate nel Nord Italia, con
leccezione di Roma, Perugia e Firenze (tab. 4.7). interessante confrontare
questi dati con quelli relativi alle 15 province con la pi alta incidenza di
alunni stranieri. Mentre in termini di presenza assoluta le prime tre province
sono tre grandi capoluoghi di regione (Milano, Roma e Torino), in termini di
incidenza le prime tre province sono Mantova, Prato e Piacenza, con oltre
il 15 per cento di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica
(tab. 4.8). In generale possibile osservare come si tratti di province di
medio - piccole dimensioni, a testimonianza della particolare distribuzione
della popolazione straniera in Italia, la quale tende non tanto ad aggregarsi
attorno ai grandi centri urbani, quanto a dislocarsi sul territorio. Questa
stessa tendenza emerge se guardiamo ai primi 10 capoluoghi di provincia
in cui lincidenza degli alunni stranieri maggiore: Prato viene prima di
Milano, Alessandria prima di Torino, Roma non rientra nemmeno nella
classica (tab. 4.9). Analogamente, se guardiamo allincidenza di alunni
143
stranieri nei comuni non capoluogo, si arriva a percentuali superiori al 20
per cento (tab. 4.10).
La crescita della presenza di alunni stranieri nella scuola italiana appare
dunque signicativa. Tuttavia, se mettiamo in confronto la situazione italiana
con quella di altri paesi dellUnione Europea, lItalia si colloca tra i paesi
in cui lincidenza degli alunni di origine straniera ancora medio bassa,
compresa tra il 6 per cento e il 10 per cento. Tra i paesi europei a pi forte
presenza di residenti stranieri, solo la Spagna si colloca nella stessa fascia,
mentre Francia, Regno Unito e Olanda contano una presenza di alunni
stranieri compresa tra l11 per cento e il 20 per cento della popolazione
scolastica totale; la Germania raggiunge una quota di alunni stranieri
superiore al 20 per cento (tab. 4.11).
Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti)
Anno
scolastico
Infanzia
Crescita
annuale,
%
Primaria
Crescita
annuale,
%
Secondaria
Crescita
annuale,
%
Secondaria
Crescita
annuale,
%
Totale
scuola
Crescita
annuale,
%
di I grado di II grado
2001/02 36.823 76.662 44.219 24.063 181.767
2002/03 48.356 31,3% 95.555 24,6% 55.888 26,4% 33.176 37,9% 232.975 28,2%
2003/04 54.947 13,6% 115.277 20,6% 67.437 20,7% 44.922 35,4% 282.583 21,3%
2004/05 73.106 33,0% 144.225 25,1% 84.375 25,1% 59.570 32,6% 361.276 27,8%
2005/06 81.577 11,6% 164.177 13,8% 96.611 14,5% 82.312 38,2% 424.677 17,5%
2006/07 94.737 16,1% 190.803 16,2% 113.076 17,0% 102.829 24,9% 501.445 18,1%
2007/08 111.044 17,2% 217.716 14,1% 126.396 11,8% 118.977 15,7% 574.133 14,5%
Crescita
percentuale
2001-2007
202% 184% 186% 394% 216%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca.
Tab. 4.2 Lincidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%)
Anno scolastico Infanzia Primaria
Secondaria
di I grado
Secondaria
di II grado
Totale scuola
2001/02 2,6 3,0 2,7 1,1 2,3
2002/03 3,4 3,8 3,5 1,5 3,0
2003/04 3,8 4,5 4,0 1,9 3,5
2004/05 4,6 5,4 4,8 2,3 4,2
2005/06 5,0 6,0 5,5 3,1 4,8
2006/07 5,7 6,8 6,5 3,8 5,6
2007/08 6,7 7,7 7,3 4,3 6,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
144
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni
A.S. 2007/2008 A.S.2006/07
Tipo scuola Alunni stranieri % su totale alunni Alunni stranieri % su totale alunni
Liceo classico 4.131 1,4 3.596 1,2
Liceo scientifco 11.706 1,9 10.212 1,7
Liceo linguistico 432 2,4 394 2,3
Ex Ist. Magistrale 6.082 2,7 5.300 2,4
Istituto Artistico 3.438 3,4 2.936 2,8
Istituto Tecnico 44.809 4,8 38.498 4,1
Ist. Professionale 48.379 8,7 41.893 7,5
Totale 118.977 4,3 102.829 3,7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori
assoluti)
Regioni Infanzia primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Valle dAosta 271 458 222 223 1.174
Piemonte 11.127 21.346 12.064 10.911 55.448
Lombardia 29.071 53.210 29.548 25.656 137.485
Trentino A.A. 2.736 4.583 2.690 1.966 11.975
Veneto 14.432 27.619 15.835 12.580 70.466
Friuli V.G 2.732 5.043 3.027 3.154 13.956
Liguria 3.119 5.945 4.015 4.476 17.555
Emilia Romagna 11.985 24.878 13.763 15.187 65.813
Toscana 8.541 16.864 10.101 9.737 45.243
Umbria 2.739 5.066 2.844 3.039 13.688
Marche 4.522 7.942 4.698 4.950 22.112
Lazio 9.645 21.361 13.037 13.689 57.732
Abruzzo 1.804 3.624 2.234 2.028 9.690
Molise 156 385 237 209 987
Campania 1.805 4.746 3.218 3.281 13.050
Puglia 1.828 4.103 2.441 2.301 10.673
Basilicata 209 473 329 295 1.306
Calabria 1.260 3.045 1.861 1.692 7.858
Sicilia 2.581 5.883 3.356 2.906 14.726
Sardegna 481 1.142 876 697 3.196
ITALIA 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
145
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni,
a.s. 2007/08 (%)
Regioni Infanzia Primaria
Secondaria
I Grado
Secondaria
II Grado
Totale
Incidenza pop. straniera
su tot. pop. regionale, %
Valle dAosta 7,8 8,1 6,7 4,6 6,8 5,2
Piemonte 10,1 11,4 10,8 6,7 9,7 7,1
Lombardia 10,9 12 11,5 7 10,3 8,5
Trentino A.A. 8,7 8,4 8,2 4,9 7,5 7,0
Veneto 10,6 12,1 11,8 6,4 10,2 8,4
Friuli V.G. 9 10,1 10,3 6,8 8,9 6,8
Liguria 8,5 9,6 10,6 7,6 9 5,6
Emilia Romagna 11,1 13,6 13,2 9,3 11,8 8,6
Toscana 9,3 11,1 11,2 6,6 9,4 7,5
Umbria 12,2 13,6 12,7 7,9 11,4 8,6
Marche 11,1 11,5 11,3 6,9 9,9 7,4
Lazio 6,4 8,3 8,2 5,3 7 7,0
Abruzzo 5,3 6,2 6 3,1 5 4,5
Molise 2 2,7 2,6 1,2 2,1 2,0
Campania 0,9 1,4 1,5 0,9 1,2 2,0
Puglia 1,5 1,9 1,8 1 1,5 1,6
Basilicata 1,3 1,7 1,8 0,8 1,3 1,6
Calabria 2,1 3,1 2,9 1,4 2,3 2,5
Sicilia 1,7 2,2 1,9 1 1,7 2,0
Sardegna 1,2 1,6 1,9 0,8 1,3 1,5
Italia 6,7 7,7 7,3 4,3 6,4 5,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo
1988/89-2007/08
Regione 1998/99 2001/02 2004/05 2006/07 2007/08
Emilia Romagna 2,6 4,8 8,4 10,7 11,8
Umbria 2,0 4,3 7,8 10,1 11,4
Lombardia 2,1 3,8 7,0 9,2 10,3
Veneto 1,6 3,7 7,0 9,0 10,2
Marche 1,5 3,8 7,1 8,8 9,9
Piemonte 1,6 3,2 6,5 8,5 9,7
Toscana 1,9 3,7 6,3 8,4 9,4
Liguria 1,4 3,5 6,3 7,9 9,0
Friuli V. G. 1,8 3,4 5,9 7,8 8,9
Lazio 1,2 2,3 4,5 6,0 7,0
Abruzzo 0,6 1,6 3,1 4,2 5,0
Calabria 0,2 0,6 1,1 1,8 2,3
Molise 0,2 0,4 1,0 1,5 2,1
Sicilia 0,2 0,5 0,9 1,3 1,7
Puglia 0,3 0,7 1,0 1,3 1,5
Basilicata 0,1 0,4 0,8 1,1 1,3
Sardegna 0,2 0,3 0,7 1,1 1,3
Campania 0,1 0,3 0,6 1,0 1,2
Totale Italia 1,1 2,3 4,2 5,6 6,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
146
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza pi elevata di alunni con cittadinanza non italiana,
a.s. 2007/08
Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Milano 11.119 19.732 11.274 11.273 53.398
Roma 7.585 16.887 10.250 11.157 45.879
Torino 5.242 10.527 5.959 6.293 28.021
Brescia 5.195 9.365 4.938 3.963 23.461
Treviso 3.066 6.483 3.709 2.945 16.203
Bergamo 3.450 6.428 3.667 2.576 16.121
Vicenza 3.235 6.038 3.366 2.608 15.247
Firenze 2.754 6.112 3.098 2.835 14.799
Verona 3.244 5.707 3.112 2.230 14.293
Bologna 2.529 5.175 2.703 2.599 13.006
Modena 2.481 4.732 2.617 2.729 12.559
Padova 2.353 4.489 2.650 2.189 11.681
Perugia 2.228 4.085 2.278 2.432 11.023
Genova 1.865 3.263 2.290 2.814 10.232
Reggio Emilia 1.683 4.000 2.096 2.067 9.846
Totale nazionale 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.8 Le province con unincidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli
alunni superiore al 12%, a.s. 2007/08
Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale
Mantova 17,2 17,9 17,4 8,8 15,3
Prato 15,0 17,5 17,6 10,3 15,1
Piacenza 15,0 17,5 16,5 11,3 15,1
Reggio Emilia 11,9 16,4 15,3 10,8 13,6
Modena 13,5 15,3 14,5 9,4 13,2
Brescia 14,6 15,6 14,2 8,3 13,2
Cremona 14,4 15,8 13,6 8,1 13,0
Alessandria 13,1 15,3 14,8 7,9 12,8
Asti 13,2 14,8 14,1 8,5 12,7
Pordenone 13,2 14,3 14,8 8,1 12,6
Parma 11,9 14,1 14,0 10,0 12,5
Treviso 12,0 14,9 14,6 7,9 12,4
Perugia 13,0 14,6 13,6 8,2 12,4
Macerata 13,3 14,3 14,3 6,6 12,1
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
147
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la pi alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli
alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
Comune capoluogo a.s. 2006/07 a.s.2007/08
Prato 13,7 15,2
Milano 14,2 15,0
Alessandria 13,9 14,8
Torino 12,6 14,2
Reggio Emilia 13,0 14,0
Piacenza 11,7 13,7
Cremona 11,9 13,5
Brescia 11,8 13,0
Pordenone 11,1 12,5
Vicenza 10,7 12,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei comuni non capoluogo,
a.s. 2007/08
Comune Provincia Incidenza su tot. alunni
Porto Recanati Macerata 25,8
Calcinato Brescia 25,2
Susegana Treviso 24,8
Crevalcore Bologna 23,7
Soresina Cremona 23,6
Carpenedolo Brescia 23,3
Martinsicuro Teramo 23,1
Novi di Modena Modena 22,6
Castel San Giovanni Piacenza 22,5
Vobarno Brescia 22,3
Spresiano Treviso 22,2
Novellara Reggio Emilia 21,9
Fornovo di Taro Parma 21,6
Borgonovo Val Tido Piacenza 21,5
San Damiano DAsti Asti 21,1
Santa Croce Arno Pisa 20,6
Asolo Treviso 20,6
Bibbiena Arezzo 20,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
148
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dellobbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria
anni 2005-2006-2007)
1-5% 6-10% 11-20% oltre 20%
Rep. Ceca Belgio Austria Germania
Danimarca Cipro Gran Bretagna Lussemburgo
Finlandia Grecia Estonia Svizzera
Ungheria Irlanda Francia
Lituania Italia Lettonia
Malta Norvegia Olanda
Polonia Spagna Svezia
Portogallo
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
II.4.2 Le scuole con alunni stranieri
Nellanno scolastico 2007/08, oltre il 71,3 per cento delle scuola
registrava la presenza di alunni stranieri, con una crescita negli ultimi
quattro anni del 17 per cento, mentre solo poco pi di un quarto delle
scuole non ha stranieri tra i suoi alunni (tab. 4.12). Nel complesso,
sono oltre 40.000 le scuole italiane con alunni stranieri, la maggior parte
delle quali ha una presenza di alunni stranieri inferiore al 10 per cento
del totale, in linea con lincidenza media nazionale (tab. 4.13).
Analizzando la distribuzione geograca delle scuole con alunni stranieri,
si ripete un quadro simile a quello osservato riguardo lincidenza degli
alunni stranieri nelle varie regioni. Nelle regioni del Nord-Ovest,
del Nord-Est e del Centro pi dell80 per cento delle scuole ha una
presenza di alunni stranieri, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale
rispettivamente del 46 per cento e del 40 per cento (tab. 4.14).
Questa situazione riette in maniera eloquente la dinamica di
distribuzione della popolazione straniera residente in Italia. Un dato
interessante emerge dalla lista delle province che contano il maggior
numero di scuole a forte presenza straniera (quelle con pi del 20
per cento della popolazione scolastica). In questo caso compaiono
naturalmente le grandi citt, ma ancora una volta c una forte presenza
delle province non capoluogo di regione, con Brescia che appare subito
dopo Milano e Perugia alle spalle di Roma (tab. 4.15). In generale,
149
questi dati indicano che la stabilizzazione della presenza straniera
osservabile principalmente nei centri di medie dimensioni e di forte
industrializzazione.
Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nellultimo
quadriennio (%)
Anno scolastico Scuole Scuole
con alunni stranieri senza alunni stranieri
2004/05 60,7 39,3
2005/06 64,5 35,5
2006/07 67,1 32,9
2007/08 71,3 28,7
Var. % 04/08 17,5 -27,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s.
2007/08
Scuola statale Scuola non statale Totale
Non presenti 9.867 6.582 16.449
Minore del 10% 21.614 5.370 26.984
Tra 10% e 20% 8.016 1.693 9.709
Tra 20% e 30% 2.310 483 2.793
Tra 30% e 40% 637 138 775
Tra 40% e 50% 208 55 263
Tra 50% e 60% 89 30 119
Tra 60% e 70% 38 6 44
Tra 70% e 80% 15 4 19
80% e oltre 10 12 22
Totale 42.804 14.373 57.177
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
150
Tab. 4.14 La distribuzione deIIe scuoIe con aIunni stranieri per area geograca, a.s. 2006/07 (%)
Scuole con stranieri Scuole senza stranieri
Nord-Ovest 83,2 16,8
Nord-Est 84,2 15,8
Centro 82,1 17,9
Sud 46,2 53,8
Isole 40,3 59,7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri,
a.s. 2007/08
Scuole valore ass. %
Milano 202 6,1
Brescia 157 4,7
Roma 151 4,6
Perugia 129 3,9
Treviso 123 3,7
Mantova 121 3,7
Torino 115 3,5
Bergamo 108 3,3
Modena 99 3,0
Bologna 95 2,9
Vicenza 95 2,9
Verona 89 2,7
Reggio Emilia 87 2,6
Cremona 78 2,4
Firenze 74 2,2
Totale Italia 3.307 100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
II.4.3 La dispersione scolastica
La dispersione scolastica nettamente pi alta tra gli alunni stranieri che
tra quelli italiani. Nel 2007/08 i ripetenti stranieri erano oltre 21.000, pi
della met dei quali frequentavano scuole secondarie di secondo grado
(tab. 4.16).
In ogni ordine di scuola, la percentuale di stranieri ripetenti pi elevata di
quella degli italiani. In totale, la percentuale di ripetenti stranieri sul totale
di stranieri frequentanti del 4,5 per cento, mentre la stessa percentuale
relativa agli alunni italiani del 3,4 per cento (tab. 4.17).
151
La stessa distanza evidente se si guarda alla percentuale di alunni in ritardo.
Mentre tra la popolazione scolastica italiana la percentuale di alunni in
ritardo dell11,6 per cento, tra gli alunni stranieri la percentuale del 42,5
per cento. Particolarmente alta la percentuale di alunni stranieri in ritardo
nella scuola secondaria di secondo grado, pari al 71,8 per cento, contro il
24,4 per cento degli alunni italiani. Il divario resta molto elevato anche nella
scuola secondaria di primo grado (51 per cento contro 6,8 per cento) e in
quella primaria (31,1 per cento contro 1,8 per cento) (tab. 4.18).
Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s.
2007/08
Area geografca Primaria
Secondaria
I grado
Secondaria
II grado
Totale
Nord-Ovest 697 2.921 3.973 7.591
Nord-Est 612 2.132 2.971 5.715
Centro 437 1.983 2.976 5.396
Sud 187 626 746 1.559
Isole 115 300 345 760
Totale Italia 2.048 7.962 11.011 21.021
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
Tab. 4.17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di
istruzione, a.s. 2007/08 (%)
Area
geografca
Alunni stranieri ripetenti
per 100 alunni stranieri frequentanti
Alunni italiani ripetenti
per 100 alunni italiani frequentanti
Primaria
Secondaria I
grado
Secondaria II
grado
Totale Primaria
Secondaria
I grado
Secondariaa
II gradoo
Totale
Nord-Ovest 0,9 6,4 9,6 4,5 0,2 2,5 6,7 3,1
Nord-Est 1,0 6,0 9,0 4,4 0,2 2,1 6,1 2,8
Centro 0,9 6,5 9,5 4,8 0,2 2,2 6,6 3,2
Sud 1,1 6,1 7,6 4,3 0,2 2,4 6,6 3,3
Isole 1,6 7,1 9,6 5,1 0,4 5,2 9,2 5,0
Totale
Italia
0,9 6,3 9,3 4,5 0,2 2,7 6,9 3,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca
152
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico
(per 100 alunni), a.s. 2007/08
Scuola Italiani Stranieri
primaria 1,8 31,1
secondaria I grado 6,8 51,7
secondaria II grado 24,4 71,8
Totale 11,6 42,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca.
II.4.4 Gli studenti stranieri e listruzione universitaria e post-
universitaria
Lincidenza degli stranieri sugli iscritti alluniversit in lenta ma costante
crescita. Dal 1998/99 al 2007/08, la percentuale di stranieri iscritti sul
totale degli studenti iscritti passata dall1,4 per cento al 2,8 per cento,
quella dei laureati dall1,1 per cento all1,7 per cento (tab. 4.19).
Se guardiamo alle provenienze degli iscritti stranieri nelle universit
italiane, in pi del 60 per cento dei casi si tratta di stranieri provenienti
dallEuropa, dei quali il 26 per cento proviene dallUnione Europea e il
35 per cento proviene da altri paesi europei. Sono gli studenti stranieri
di origine nord-americana e dellOceania i meno presenti nelle universit
italiane (tab. 4.20).
Stando ai dati relativi alle iscrizioni del 2005/06, la facolt con pi iscrizioni
di studenti stranieri Medicina, alla quale si sono iscritti nellanno
considerato il 22,1 per cento degli studenti stranieri. Una quota consistente
si iscritto inoltre a facolt umanistiche e sociali, che insieme attraggono il
26 per cento degli studenti stranieri (tab. 4.21).
Per misurare pi direttamente la capacit attrattiva del sistema universitario
italiano, si pu confrontare il numero di studenti stranieri iscritti con quello
degli altri paesi europei. Lincidenza degli iscritti stranieri sul totale degli
iscritti nelle universit in Italia nel 2006 si colloca molto al di sotto sia della
media UE sia della media OCSE, con unincidenza pari al 2,4 per cento. Nel
Regno Unito lincidenza del 17,9 per cento, in Germania 11,4 per cento, in
Francia 11,2 per cento, in Spagna 2,9 per cento (tab. 4.22).
Per quanto riguarda i corsi post-universitari, lincidenza sul totale degli
153
iscritti nellanno accademico 2005/2006 era il 3,3 per cento, pi elevata
rispetto a quella degli studenti stranieri iscritti alluniversit. La maggior
parte degli stranieri iscritti a corsi post-universitari proveniva dallEuropa.
In particolare il 28 per cento proveniva dai paesi della UE 25 e il 22,5 per
cento dallEuropa non UE (tab. 4.23).
Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08
(valori assoluti e composizione %)
Anni Immatricolati Stranieri Iscritti Stranieri Laureati Stranieri
accademici totale per 100 immatricolati totale per 100 iscritti totale
per 100
laureati
1998/99 4.738 1,5 23.088 1,4 1.571 1,1
2002/03 7.188 2,2 31.343 1,8 2.388 1,2
2003/04 8.191 2,4 35.299 1,9 2.863 1,2
2004/05 8.758 2,6 38.298 2,1 3.505 1,3
2005/06 9.113 2,8 41.589 2,3 4.438 1,5
2006/07 10.268 3,3 47.521 2,6 5.027 1,7
2007/08 11.498 3,7 51.790 2,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufcio di Statistica
Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08
Continente Immatricolati % iscritti %
UE (27 paesi) 2.675 23,3 13.454 26,0
altri paesi europei 3.378 29,4 18.357 35,4
Asia 2.378 20,7 7.939 15,3
Africa 1.891 16,4 5.758 11,1
Sud America 968 8,4 3.752 7,2
Nord America 165 1,4 835 1,6
Oceania 4 0,03 39 0,08
non defnito 39 0,3 1.656 3,2
Totale 11.498 100 51.790 100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufcio di Statistica
154
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06
Area di studio Valori assoluti Composizione % Stranieri
per 100 iscritti
Medica 9.179 22,1 4,8
Umanistica 5.491 13,2 3
Sociale 5.462 13,1 2,5
Economica 4.589 11 2,2
Ingegneria dellinformazione 3.487 8,4 2
Giuridica 3.138 7,5 1,4
Architettura e ingegneria c. 2.398 5,8 2,1
Giornalismo ed informaz. 1.093 2,6 1,7
Artistica 1.067 2,6 1,4
Scienze naturali 1.064 2,6 1,5
Informatica 912 2,2 2,6
Scienze della formazione 777 1,9 0,8
Servizi alla persona 556 1,3 1,6
Ingegneria industriale 495 1,2 4,1
Veterinaria 361 0,9 3,2
Fisica 357 0,9 1,4
Agraria 341 0,8 1,1
Matematica 297 0,7 1,9
Servizi sociali 249 0,5 1,4
Servizi per la sicurezza 140 0,3 7,4
Ambientale 115 0,2 0,9
Servizi per i trasporti 21 0,1 1,6
Formazione insegnanti 2 0 2,5
Totale 41589 100 2,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufcio di Statistica
Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei
(per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006
Paese %
Regno Unito 17,9
Belgio 12,1
Germania 11,4
Francia 11,2
Norvegia 6,7
Paesi Bassi 6,1
Svezia 4,6
Portogallo 4,6
Finlandia 2,9
Spagna 2,9
Grecia 2,5
Italia 2,4
Media Ue 8,9
Media Ocse 9,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE
155
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari nelle universit italiane
per provenienza geograca e incidenza suI totaIe iscritti, a.a. 2005/2006
Continente
Scuole di
specializzazione
Dottorati
di ricerca
Master
universitari
Totale
stranieri
Totale
italiani
Distribuzione
%
provenienza
Incidenza stranieri
su totale iscritti, %
Europa -UE 25 322 489 587 1398 28
Europa 202 423 501 1126 22,5
Asia 152 426 304 882 17,7
Sud Amercia 45 283 380 708 14,2
Africa 121 194 205 520 10,4
Nord America 26 90 159 275 5,5
Oceania 1 4 7 12 0,2
Non defnito 7 17 49 73 1,5
Totale 876 1926 2192 4994 149.612 100 3,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR- Ufcio Statistica
156
APPROFONDIMENTO 1
Lintegrazione degli alunni stranieri secondo gli insegnanti italiani
I risultati provengono da unindagine realizzata da Nomisma per conto
dellAssociazione nazionale dirigenti e alte professionalit della scuola
(ANP) per rilevare la percezione dei docenti riguardo alle questioni che si
trovano ad affrontare nella loro professione.
Lintegrazione degli alunni di cittadinanza straniera risulta essere una
sda fondamentale da affrontare per un quinto dei professori intervistati.
Questa cifra varia per molto in relazione al livello della scuola in cui
viene esercitato linsegnamento. Ad esempio, la preoccupazione sembra
essere maggiore per gli insegnanti della scuola primaria e degli istituti di
istruzione secondaria di secondo grado, mentre negli istituti darte e nelle
scuole medie la preoccupazione sembra essere pi contenuta (tab. A).
Analizzando i dati per ripartizione geograca, per un insegnante su
quattro che lavora negli istituti del Nord Italia lintegrazione degli alunni
stranieri sar una delle sde pi importanti da affrontare per la scuola del
prossimo futuro. La percentuale scende per gli insegnanti che lavorano
negli istituti del Centro-Sud, dove lincidenza di alunni stranieri pi
bassa (tab. B)
Tab. A Le principaIi sde che Ia professione dovr affrontare: anaIisi per tipoIogia di scuoIa
(Risposta multipla, valori percentuali)
Sfde che la professione
dovr affrontare
TIPOLOGIA DI ISTITUTO IN CUI ESERCITA L INSEGNAMENTO NELL AS 2008-2009
Primaria
Secondaria
di primo
grado
Istituto
comprensivo
Liceo
Istituto
tecnico
Istituto
professionale
/ Istituto darte
Istituto di
istruzione
secondaria di
II grado
Totale
Recuperare legittimazione
sociale per la professione
45,2 43,2 46,0 52,1 50,8 41,7 43,8 46,2
Abbattere linsuccesso
scolastico
41,3 48,1 46,0 27,7 31,8 43,7 29,5 39,8
Introdurre metodologie
didattiche interattive e
collaborative
36,9 43,4 34,6 38,3 47,3 50,5 38,6 38,8
Realizzare lintegrazione di
studenti stranieri
20,0 15,2 20,9 17,4 16,3 11,4 25,6 19,4
Accettare la valutazione
delle proprie prestazioni
professio
13,3 12,7 16,3 33,0 29,3 21,2 20,3 18,8
Sviluppare la valutazione
per competenze
15,7 19,0 13,7 15,1 13,4 16,5 31,4 17,0
Non risponde 2,4 1,5 1,1 0,4 0,4 1,8 0,7 1,3
Altro 0,5 0,1 0,4 1,0 0,8 0,9 0,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008
157
Tab. B Le principaIi sde che Ia professione dovr affrontare: anaIisi per area geograca
(risposta multipla, valori percentuali)
Sfde che la professione dovr affrontare Nord Centro Sud Totale
Recuperare legittimazione sociale per la professione 44,8 47,6 47,1 46,2
Abbattere linsuccesso scolastico 34,5 40,8 44,9 39,8
Introdurre metodologie didattiche interattive e collaborative 38,1 39,5 39,2 38,8
Realizzare lintegrazione di studenti stranieri 24,6 16,3 15,4 19,4
Accettare la valutazione delle proprie prestazioni professionali 23,9 17,1 14,3 18,8
Sviluppare la valutazione per competenze 18,6 16,5 15,6 17,0
Non risponde 1,0 1,5 1,5 1,3
Altro 0,6 0,5 0,4 0,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008.
158
II.5 La salute degli stranieri e laccesso ai servizi sanitari
II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri
Le informazioni sullo stato di salute degli stranieri sono ricavate principalmente
dallindagine Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, svolta da
Istat nel 2005 e resa pubblica nel 2008. Da questa indagine emergono una serie
di informazioni che ci permettono di completare il quadro sulle condizioni di
vita degli stranieri in Italia.
Per cominciare, la percentuale di cittadini stranieri tra i 14 e i 64 anni che
ritiene di essere in buona salute pi alta di quella degli italiani. Mentre
infatti l85 per cento dei maschi stranieri dichiara di stare bene o molto bene,
per gli italiani la percentuale scende al 75,5 per cento. Per le donne vale lo
stesso: il 75,1 per cento delle donne straniere dichiarava di stare bene o molto
bene, contro il 68,1 per cento delle donne italiane (tab. 5.1).
Un secondo indicatore delle condizioni di salute degli stranieri in Italia il
numero di persone affette da almeno una malattia acuta nelle quattro settimane
precedenti lintervista. Anche in questo caso, la percentuale di stranieri sotto i
65 anni che ha sofferto di una malattia acuta inferiore a quella degli italiani
(22,8 per cento contro 27,4 per cento). Di nuovo, la percentuale di maschi
stranieri che ha sofferto una malattia nelle quattro settimane precedenti
lintervista inferiore a quella delle donne; la proporzione per simile a
quella che si riscontra per la popolazione italiana (tab. 5.2).
In generale, dai dati emerge che, in media, la popolazione straniera
residente in Italia gode di uno stato di salute migliore rispetto a quella della
popolazione italiana. I dati non tengono conto della componente irregolare
dellimmigrazione.
Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per et)
Bene/molto bene Discretamente Male/molto male
Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine
Italiani 75,5 68,1 22,0 28,7 2,5 3,3
Stranieri 85 75,1 13,8 22,7 1,2 2,2
Fonte: Istat
159
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione
di et inferiore ai 65 anni nelle quattro settimane precedenti lintervista, per cittadinanza e
genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone)
Tassi standardizzati
Stranieri Italiani
M F M e F M F M e F
Persone con almeno una malattia acuta 20,9 24,8 22,8 25,5 29,4 27,4
Malattie dellapparato respiratorio 10,9 12,3 11,6 13,8 14,9 14,3
Malattie del sistema osteomuscolare 2,9 3,4 3,1 3,6 4,8 4,2
Malattie dellapparato digerente e denti 2,3 3,6 2,9 3,0 3,8 3,4
Traumatismi e avvelenamenti 3,3 1,3 2,3 2,9 2,1 2,5
Malattie del sistema nervoso 1,1 3,0 2,1 2,2 4,5 3,3
Altre malattie 1,0 2,1 1,6 1,7 2,4 2,1
Malattie dellapparato circolatorio 1,2 1,6 1,4 1,4 1,8 1,6
Disturbi psichici 0,6 0,8 0,7 0,7 1,1 0,9
Malattie della pelle e tessuto sottocutaneo 0,4 1,0 0,7 0,5 0,8 0,6
Malattie dellapparato genito-urinario 0,6 0,7 0,6 0,3 0,4 0,4
Malattie degli occhi e delle orecchie 0,7 0,6 0,6 0,7 0,8 0,7
Fonte: Istat
II.5.2 La prevenzione
Per quanto riguarda il ricorso ad esami di prevenzione, la popolazione
straniera si sottopone in genere meno frequentemente a controlli preventivi
(le categorie di controllo considerate sono per il colesterolo, la glicemia e la
pressione arteriosa).
Di media, il 40 per cento della popolazione straniera maschile non si sottopone
ad alcun controllo, contro meno del 25 per cento tra la popolazione maschile
di cittadinanza italiana. La popolazione femminile straniera fa pi ricorso
a controlli di prevenzione rispetto alla controparte maschile, ma comunque
meno rispetto alla popolazione femminile italiana: circa unitaliana su cinque
non si sottopone ad alcun controllo per il colesterolo e la glicemia, mentre per
la popolazione femminile straniera la proporzione di una su tre (tab. 5.3).
Si rilevano inoltre sostanziali differenze in merito al ricorso alla mammograa
e al pap-test. Mentre il 73 per cento delle donne italiane nella fascia di et
50-64 si sottoposta a mammograa nellanno precedente, solo il 42,9 per
cento delle donne straniere ha fatto altrettanto (tab. 5.4). Anche in merito al
pap-test, le differenze sono notevoli, anche se pi contenute. Nella fascia di
et 25-64, circa il 71 per cento delle donne italiane si sottoposta a pap-test,
contro il 51 per cento delle donne straniere (tab. 5.5).
160
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e pi che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia
e pressione arteriosa per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per et)
Colesterolo Glicemia Pressione arteriosa
Cittadinanza
almeno
una
volta
allanno
ogni
2-4
anni
5
anni
e pi
nessun
controllo
almeno
una
volta
allanno
ogni
2-4
anni
5
anni
e pi
nessun
controllo
almeno
una
volta
allanno
ogni
2-4
anni
5
anni
e pi
nessun
controllo
MASCHI
Italiana 45,0 20,1 10,0 24,8 45,6 19,9 10,0 24,5 55,0 14,8 8,2 22,0
Straniera 29,3 15,4 11,4 43,7 31,2 15,4 11,1 42,2 37,4 12,7 10,8 39,1
FEMMINE
Italiana 49,9 21,5 8,3 20,3 50,4 21,4 8,4 19,9 61,1 15,0 6,6 17,3
Straniera 35,5 18,6 9,6 36,3 35,8 18,5 9,7 36,0 47,5 13,0 8,5 31,0
MASCHI E FEMMINE
Italiana 47,5 20,8 9,1 22,5 48,0 20,7 9,2 22,2 58,1 14,9 7,4 19,7
Straniera 32,4 17,0 10,5 40,1 33,5 16,9 10,4 39,5 42,3 12,8 9,7 35,2
Straniera 32,4 17,0 10,5 40,1 33,5 16,9 10,4 39,5 42,3 12,8 9,7 35,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammograa per cIassi di et e
cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100 persone)
Cittadinanza Et raccomandata per la mammografa
Totale
50-64
50-55 50-55 60-64
Italiana 73,0 74,7 71,3 73,1
Straniera 40,9 47,6 40,8 42,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test,
per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per et)
Cittadinanza Et raccomandata per il pap test
Totale
25-64
25-29 30-34 35-44 45-54 55-64
Italiana 44,8 63,6 74,9 80,7 77,0 71,8
Straniera 40,3 56,8 50,8 56,8 55,9 51,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
161
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie
Anche nel ricorso a prestazioni sanitarie esiste un divario netto tra la
popolazione straniera e quella italiana: in media la popolazione straniera
sotto i 65 anni fa meno ricorso degli italiani a prestazioni sanitarie.
In particolare, il divario consistente per quanto riguarda le visite
specialistiche, alle quali solo il 9 per cento degli stranieri ha fatto ricorso
nelle quattro settimane precedenti lintervista, contro il 14 per cento degli
italiani. Le uniche importanti eccezioni sono il ricorso al consultorio familiare
e le prestazioni di pronto soccorso, alle quali gli stranieri accedono pi
frequentemente rispetto agli italiani (tab. 5.6). Da notare anche la marcata
differenza di genere tra gli stranieri: le donne straniere fanno ricorso alle
prestazioni sanitarie molto pi frequentemente degli uomini, con percentuali
superiori anche a quelle degli uomini italiani, pur restando al di sotto della
media delle donne italiane (tab. 5.6).
Se guardiamo alle motivazioni che spingono alla scelta della struttura dove
effettuare le visite specialistiche, la ducia nella struttura e la vicinanza
alla struttura sono i due fattori che orientano la scelta sia degli stranieri
sia degli italiani. Tuttavia, mentre per circa un italiano su dieci il fattore
economico ad orientare la scelta, per gli stranieri il rapporto di uno su
cinque. Il motivo economico pesa per gli italiani meno che lattesa, mentre
per gli stranieri viene subito dopo la ducia e la vicinanza della struttura
(tab. 5.7).
Il ricorso al medico di famiglia non mostra sostanziali differenze tra stranieri
e italiani. In media, il 60,6 per cento degli stranieri tra i 18 e i 64 anni si
rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti, contro il 63,2 per
cento degli italiani. La differenza pi marcata tra la popolazione maschile,
allinterno della quale il 63 per cento degli italiani si rivolge al medico di
famiglia per decisioni importanti contro il 58,9 per cento degli stranieri.
Le percentuali sono tuttavia diverse per quanto riguarda la ducia riposta
nel medico di famiglia confrontata con la ducia riposta nello specialista
privato. Dai dati osservati emerge come in media gli stranieri abbiano
unelevata ducia nel medico di famiglia: il 68,6 per cento degli stranieri
ripone infatti ducia nel medico di famiglia contro il 60,9 per cento degli
italiani. In maniera speculare, la ducia nello specialista privato molto pi
162
elevata tra la popolazione italiana (35,9 per cento) che tra quella straniera
(15,9 per cento) (tab. 5.8).
Alcune sostanziali differenze emergono anche per quanto riguarda alcuni
indicatori del percorso della maternit. Innanzitutto, lo scarto pi evidente
si ha riguardo alle strutture utilizzate per lassistenza durante la gravidanza.
Mentre le donne straniere si rivolgono nel 57,6 per cento dei casi ad un
ginecologo che lavora in una struttura pubblica, solo il 16,5 per cento delle
italiane fa altrettanto. Anche per quanto riguarda il ricorso alle visite di
consultorio, il 38,3 per cento delle donne straniere vi fa ricorso durante
la maternit, contro il 13,7 per cento delle italiane. Relativamente agli
indicatori di assistenza, in media le donne italiane fanno pi ricorso a visite,
ecograe e parto cesareo rispetto alle donne straniere, mentre queste ultime
fanno maggiormente ricorso allallattamento al seno rispetto alle italiane
(tab. 5.9).
Rispetto allincidenza dei ricoveri stranieri sul totale dei ricoveri, a livello
sia nazionale che regionale, dal 2003 al 2006 lincidenza in crescita
costante, essendo passata dal 3,1 per cento dei ricoveri complessivi al 4,3
per cento. Si tratta di una percentuale sempre inferiore allincidenza della
popolazione straniera sul totale della popolazione italiana a ne anno. A ne
2003, infatti, lincidenza della popolazione straniera era del 3,4 per cento,
mentre a ne 2006 era del 5 per cento. La popolazione straniera dunque fa
ricorso ai ricoveri in maniera meno che proporzionale rispetto alla propria
presenza sul territorio e meno rispetto alla popolazione italiana.
Anche a livello regionale si rileva una spaccatura tra le regioni del Centro-
Nord e quelle del Sud Italia. In queste ultime, infatti, lincidenza dei ricoveri
di cittadini stranieri costantemente al di sotto del 2 per cento, mentre
quasi ovunque in crescita e superiore comunque al 3 per cento in tutte
le regioni del Centro-Nord. Tra le regioni a maggior incidenza di ricoveri
di cittadini stranieri gurano nel 2006 il Trentino-Alto Adige, il Veneto,
lEmilia-Romagna, lUmbria e la Lombardia. Sicilia, Basilicata e Molise
sono invece le regioni a minor incidenza di ricoveri di cittadini stranieri nel
2006 (tab. 5.10).
163
Tab. 5.6 PopoIazione no a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza
e genere, 2005 (tassi standardizzati per et)
Almeno
una
visita*
Visite
generiche o
pediatriche*
Visite
specialistiche*
Almeno un
accertamento*
Accertamenti
specialistici*
Ricoveri**
Pronto
soccorso**
Consultorio
familiare**
Maschi
Italiani 20,0 11,8 11,5 8,9 4,2 2,1 4,5 0,5
Stranieri 14,4 10,0 5,9 5,7 2,4 1,4 7,7 1,1
Femmine
Italiani 27,1 15,6 16,4 12,7 7,1 2,6 3,7 2,3
Stranieri 21,2 13,3 12,3 8,4 4,8 2,9 4,6 2,9
Totale
Italiani 23,5 13,7 14,0 10,8 5,6 2,4 4,1 1,4
Stranieri 17,7 11,6 9,1 7 3,6 2,1 6,2 2,0
* Ricorso nelle quattro settimane precedenti lintervista.
** Ricorso nei tre mesi precedenti lintervista.
Fonte: Istat
Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro
settimane precedenti lintervista per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi
standardizzati per et)
Maschi Femmine Totale
Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Vicinanza struttura 24,9 36,6 21,0 28,8 22,6 31,6
Motivo economico 8,3 19,3 8,0 20,1 8,1 19,8
Fiducia nella struttura 52,3 40,6 55,2 44,4 54,0 43,1
Attesa 11,2 10,6 11,6 13,0 11,4 12,2
Accoglienza 7,2 3,3 7,8 13,3 7,6 9,7
Altro strumento 2,6 0,3 2,3 1,9 2,5 1,3
Fonte: Istat
164
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti
e Ia gura professionaIe per Ia quaIe dichiarano maggiore ducia, per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per et)
Cittadinanza
Si rivolge al medico di famiglia
per decisioni importanti
Fiducia nel medico di famiglia
Fiducia nello specialista
privato
Maschi
Italiani 63,1 61,5 34,0
Stranieri 58,9 67,9 13,6
Femmine
Italiani 63,2 60,3 37,8
Stranieri 62,4 69,4 18,2
Totale
Italiani 63,2 60,9 35,9
Stranieri 60,6 68,6 15,9
Fonte: Istat
Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternit per le donne che hanno partorito
nei cinque anni precedenti lintervista per cittadinanza e paese di origine, 2005
(tassi standardizzati per et)
Italiane Straniere di cui
Albanesi Marocchine Rumene
Strutture utilizzate per lassistenza durante la gravidanza
Ginecologo che lavora in una struttura pubblica 16,5 57,6 57,6 75,0 50,6
Consultorio 13,7 38,3 26,7 60,3 31,9
Indicatori di assistenza
Informazione su diagnosi prenatale 88,4 63,1 41,0 66,7 77,0
VISITE
Prima visita entro il primo trimestre 94,6 88,5 84,3 87,9 82,9
Quattro e pi visite 93,2 87,3 90,3 90,8 89,5
ECOGRAFIE
Prima ecografa entro il primo trimestre 88,3 68,5 48,4 72,8 69,5
Quattro e pi ecografe 79,9 64,2 77,6 61,9 55,9
PARTO CESAREO 35,9 24,9 28,7 30,8 18,0
ALLATTAMENTO AL SENO 80,7 88,0 100,0 79,4 94,4
PARTO CESAREO 35,9 24,9 28,7 30,8 18,0
ALLATTAMENTO AL SENO 80,7 88,0 100,0 79,4 94,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
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166
II. 6 La dimensione economica dellimmigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale
II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato
con i paesi europei
Le forze lavoro e i tassi di attivit
Limmigrazione in Italia, come stato messo in evidenza, un fenomeno
recente ma che negli anni ha registrato una rapida crescita: nel 2006
lincidenza degli stranieri sulla forza lavoro risultata pari all8,6 per cento,
registrando un aumento di tre punti percentuali rispetto al 2002, con un
trend di crescita tra i pi alti a livello europeo (inferiore soltanto a Spagna e
Irlanda) ed una percentuale di occupati stranieri sulloccupazione totale che
si attesta su valori molto simili (tab. 6.1);
il tasso di attivit degli stranieri in Italia pi elevato rispetto a quello dei
nativi: nel primo trimestre del 2009 il differenziale tra nativi e stranieri
era superiore a 11 punti percentuali e tale gap aumentato negli anni (nel
1995 il tasso di attivit dei nativi era pari a circa il 57 per cento contro il
66,7 per cento degli stranieri); tale fenomeno in controtendenza rispetto
alla maggior parte dei paesi OCSE tra cui Germania, Francia, Regno
Unito, Paesi Scandinavi e Paesi Bassi, dove il tasso di attivit dei nativi
decisamente superiore a quello degli stranieri, mentre altri paesi dellEuropa
meridionale, quali Spagna, Portogallo e Grecia hanno una situazione simile
allItalia, anche se con differenziali dei tassi diversi (tab. 6.2);
i dati evidenziano una forte differenza di genere: la componente maschile
che genera la superiorit del tasso di attivit complessivo nazionale
ed superiore in particolare nei confronti dei paesi in cui il fenomeno
dellimmigrazione ha una storia pi lunga, quali ad esempio Germania e
Francia; il tasso di attivit femminile decisamente meno elevato (59,9
per cento contro l86 per cento di quello maschile) ed tra i pi bassi se
confrontato con gli altri paesi europei (tab. 6.3); considerando inne larea
di provenienza, comunitaria ed extra comunitaria, evidente la differenza a
vantaggio degli stranieri comunitari che presentano un tasso di attivit pi
elevato, pari a circa il 77 per cento contro il 71 per cento degli stranieri
extracomunitari (tab.6.4).
167
La disoccupazione degli stranieri
Unaltra peculiarit del nostro Paese riguarda il tasso di disoccupazione
degli stranieri, che risulta superiore di tre punti rispetto a quello dei nativi,
ma con una percentuale tra le pi basse dEuropa, inferiore di oltre 6 punti
percentuali rispetto alla media dellEuropa a 27 e superiore soltanto rispetto
a Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Regno Unito.
Certamente nei territori di vecchia immigrazione dellEuropa centro
settentrionale lelevata disoccupazione dei lavoratori stranieri riguarda
persone ormai da tempo immigrate coinvolte nelle difcolt dei processi di
deindustrializzazione; diversamente, in altri paesi come la Spagna, le forti
ripercussioni sugli stranieri sono riconducibili alla crisi (basti pensare che
nel 2007 il tasso di disoccupazione era pari a 12,6 per cento e che nel
2009 passato al 28,4 per cento) mentre in Italia no ad oggi gli stranieri
si sono collocati prevalentemente in attivit in cui la domanda superava
lofferta, originando quindi una minore competizione tra gli italiani (tab.
6.5); nel confronto tra stranieri comunitari ed extracomunitari i valori nel
2009 risultano pressoch uguali, mentre i dati evidenziano una differenza
nei generi, a svantaggio anche in questo caso della componente femminile
(12,4 per cento contro 9,1 per cento) (tab. 6.6, 6.7).
Gli occupati dipendenti e indipendenti
Il tasso di occupazione degli stranieri di oltre 8 punti superiore a quello
degli italiani e di 5 punti percentuali superiore alla media dei paesi
dellUnione Europea (UE a 27); il differenziale tra gli stranieri e i nativi
nei tassi di occupazione un fenomeno presente in pochi altri paesi, ed
in particolare riguarda Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Portogallo;
osservando landamento italiano negli ultimi anni, dal 2007 al 2009, per
gli stranieri non si evidenziano scostamenti rilevanti, mentre si registra una
lieve essione per i nativi (tab. 6.8);
esaminando la composizione per genere si osserva che il differenziale
soprattutto maschile; nellultimo periodo considerato si infatti registrato
un tasso di occupazione maschile superiore al 78 per cento, in 5 posizione
tra i paesi europei, superato solo da Grecia, Ungheria, Polonia e Repubblica
Ceca (tab. 6.9);
guardando alle differenze di occupazione tra comunitari ed extracomunitari
168
ancora osservabile la superiorit dei primi, con un differenziale di oltre
5 punti percentuali (tab. 6.10); la gran parte dei lavoratori stranieri sono
dipendenti (oltre l82 per cento), assunti a tempo indeterminato (circa l85
per cento) con un contratto che prevede il tempo pieno (pi dell82 per
cento).
Rispetto ai lavoratori italiani si rileva una quota relativa superiore di circa
1,5 punti percentuali di occupazione temporanea e di circa 4,5 punti
percentuali di occupazione part-time; rispetto agli altri paesi europei, lItalia
ha un peso relativo pi elevato nel lavoro autonomo, pari al 17,5 per cento ed
inferiore solo alla Polonia (tab. 6.11); i dati sulla distribuzione settoriale
evidenziano una concentrazione in alcuni rami di attivit: i primi 4 settori
occupano pi del 50 per cento degli addetti stranieri totali. Si tratta delle
costruzioni (14,8 per cento), delle manifatture durevoli (13,4 per cento),
delle collaborazioni familiari (11,4 per cento) e della vendita allingrosso
(10,8 per cento).
Il confronto con gli altri paesi evidenzia differenze nel peso relativo dei
singoli settori; in particolare il comparto delle costruzioni ha un peso
relativamente elevato in quasi tutti i paesi europei, ma lItalia ha una quota
inferiore solo rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo; le manifatture durevoli
sono presenti con un peso superiore nella Repubblica Ceca e in Germania;
il commercio allingrosso, sebbene importante in Italia, ha un peso relativo
inferiore rispetto a tutti gli altri paesi ed inne le collaborazioni familiari
rivestono un peso relativo marginale in quasi tutti i paesi europei, ad
eccezione di Grecia e Spagna il cui peso relativo superiore allItalia (tab.
6.12).
Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualiche
Loccupazione degli immigrati tende ad essere polarizzata nelle mansioni
dequalicate rispetto al livello di istruzione, in percentuale molto pi
elevate rispetto ai nativi. In Italia nel 2007 la percentuale di occupati con
professioni dequalicate rispetto al livello di istruzione era pari al 6,9
per cento per i nativi e al 15,4 per cento per gli stranieri. Tuttavia i dati
evidenziano che questo fenomeno risulta abbastanza generalizzato nei paesi
europei considerati (tab. 6.13a e 6.13b).
169
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni),
2002-2006
% di stranieri sulla Forza Lavoro % di occupati stranieri sul totale degli occupati
2002 2006 2002 2006
Austria 13,3 16,2 12,7 15,4
Belgio 11,3 12,3 10,1 11,1
Repubblica Ceca 1,9 1,9 1,8 1,8
Danimarca 5,7 6,0 5,5 5,8
Finlandia 2,4 3,1 2,2 2,8
Francia 11,7 12,0 11,0 11,2
Grecia 7,4 8,3 7,2 8,3
Ungheria 1,3 1,7 1,4 1,8
Irlanda 9,5 13,9 9,4 13,7
Italia 5,1 8,6 5,0 8,5
Lussemburgo 41,4 44,6 41,1 43,8
Paesi Bassi 11,3 11,0 11,0 10,3
Norvegia 6,5 7,8 6,2 7,4
Portogallo 6,3 7,9 6,2 7,8
Slovacchia - 0,7 - 0,7
Spagna 7,8 15,1 7,6 14,6
Svezia 12,4 13,5 11,7 12,5
Svizzera - 25,4 - 24,4
Regno Unito 8,8 11,2 8,6 11,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.
Tab. 6.2 Tassi di attivit dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Nativi Stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 74, 2 75, 0 75, 0 69, 6 67, 7 69, 5
Belgio 67, 4 67, 6 67, 3 64, 5 64, 6 65, 2
Repubblica Ceca 69, 7 69, 3 69, 5 78, 9 78, 9 77, 2
Danimarca 76, 7 77, 4 77, 6 67, 2 67, 1 67, 7
Germania 81, 2 80, 9 80, 8 64, 7 67, 8 74, 6
Spagna 70, 0 70, 9 71, 9 78, 9 79, 0 79, 9
Francia 70, 2 70, 4 70, 8 64, 8 65, 0 64, 9
Grecia 66, 5 66, 4 66, 8 73, 1 73, 2 73, 8
Ungheria 61, 5 60, 9 60, 9 69, 8 71, 8 73, 5
Italia 61, 3 62, 2 61, 7 72, 1 72, 6 72, 8
Paesi Bassi 78, 6 79, 4 80, 3 64, 4 68, 0 70, 0
Polonia 62, 5 63, 2 64, 2 73, 8 71, 6 76, 8
Portogallo 73, 8 73, 7 73, 6 79, 0 81, 7 81, 0
Romania 61, 7 61, 8 61, 8 60, 0 57, 8 54, 5
Regno Unito 75, 6 75, 7 76, 1 72, 0 73, 7 73, 4
UE 27 70, 0 70, 5 70, 7 70, 7 71, 3 72, 0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
170
Tab. 6.3 Tassi di attivit dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Donne straniere Uomini stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 60, 2 58, 4 60, 9 79, 2 77, 6 78, 7
Belgio 50, 3 52, 1 55, 2 77, 4 76, 7 74, 6
Repubblica Ceca 67, 0 66, 4 70, 1 89, 1 90, 7 83, 7
Danimarca 55, 1 55, 1 56, 3 78, 8 78, 8 78, 9
Germania 55, 4 62, 1 66, 1 76, 9 74, 1 85, 0
Spagna 69, 5 70, 2 71, 6 88, 2 87, 6 88, 2
Francia 54, 1 54, 0 54, 4 76, 2 76, 3 75, 8
Grecia 56, 6 54, 8 55, 9 89, 2 89, 8 90, 6
Ungheria 59, 2 59, 3 60, 6 80, 9 84, 6 87, 5
Italia 57, 1 58, 7 59, 9 87, 2 86, 5 86, 1
Paesi Bassi 53, 4 58, 6 60, 4 76, 3 78, 7 81, 6
Polonia 67, 7 69, 4 70, 9 79, 8 73, 5 85, 6
Portogallo 73, 7 75, 1 74, 7 85, 0 88, 4 87, 6
Romania - 47, 4 37, 9 72, 0 68, 8 73, 3
Regno Unito 61, 3 63, 2 63, 8 82, 8 84, 1 83, 5
UE 27 59, 4 60, 5 61, 7 81, 9 82, 2 82, 5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab 6.4 Tassi di attivit di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 66, 3 63, 4 67, 2 76, 3 75, 7 73, 4
Belgio 58, 4 54, 4 56, 2 67, 1 69, 1 69, 0
Repubblica Ceca 79, 5 76, 9 75, 7 78, 3 81, 2 78, 6
Danimarca 62, 6 62, 2 63, 3 75, 6 75, 7 75, 7
Germania 60, 8 65, 2 69, 8 77, 6 78, 6 84, 6
Spagna 78, 8 79, 3 80, 1 79, 3 78, 1 79, 6
Francia 59, 6 61, 1 62, 1 73, 0 72, 1 69, 8
Grecia 74, 1 75, 0 75, 0 69, 0 65, 3 69, 1
Ungheria 70, 5 75, 0 73, 5 69, 5 70, 3 73, 5
Italia 71, 3 72, 2 71, 1 75, 3 74, 0 77, 2
Paesi Bassi 54, 4 59, 0 61, 2 78, 3 81, 4 82, 0
Polonia 70, 3 67, 8 76, 2 80, 5 80, 2 -
Portogallo 79, 7 81, 7 81, 0 75, 5 81, 6 81, 4
Romania 59, 2 57, 2 52, 1 - - -
Regno Unito 66, 2 67, 9 67, 8 80, 7 81, 3 81, 0
UE 27 67, 8 68, 7 69, 5 76, 1 76, 3 76, 7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
171
Tab, 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Nativi Stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 3,9 3,7 4,0 10,8 8,9 10,8
Belgio 7,2 6,4 7,2 16,6 14,3 15,4
Repubblica Ceca 6,1 4,8 5,8 5,7 4,1 5,5
Danimarca 8,7 7,6 7,3 17,4 14,7 15,5
Germania 4,2 2,8 5,0 9,2 10,0 10,7
Spagna 7,8 8,8 15,3 12,6 14,7 28,4
Francia 8,2 7,0 8,4 17,2 14,4 18,5
Grecia 9,2 8,5 9,4 9,3 7,5 10,7
Ungheria 7,6 8,0 9,7 - - 10,7
Italia 6,2 7,0 7,8 9,7 9,5 10,5
Paesi Bassi 3,7 2,9 3 8 7,3 5,9
Polonia 11,5 8,2 8,3 - - -
Portogallo 8,7 7,8 9,0 13,0 12,6 16,6
Romania 7,4 6,6 7,2 - - -
Regno Unito 5,3 5,0 7,1 8,6 7,1 7,7
UE 27 7,5 6,8 8,2 13,2 12 16,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)
Tab 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 13,5 11,2 13,5 6,1 5,3 6,6
Belgio 33,6 29,4 28,6 10,2 9,0 11
Repubblica Ceca 10,0 6,1 4,9 - - 6,1
Danimarca 22,2 18,8 19,4 10,1 8,9 9,7
Germania 11,3 10,2 13,2 9,4
Spagna 13,1 15,2 30,1 11,5 13,4 24,3
Francia 24,4 19,2 24,1 7,9 7,1 9,5
Grecia 9,1 7,2 10,1 10,4 8,9 13,6
Ungheria - - - 10,9
Italia 10,0 9,6 10,4 8,7 9,1 10,5
Paesi Bassi 11,9 8,9 8,7 4,2 5,6 3,0
Polonia - - - - - -
Portogallo 14,3 13,8 17,8 - - -
Romania - - - - - -
Regno Unito 10,4 8,8 9,8 6,4 5,3 5,4
UE 27 15,8 14,2 19,3 8,7 8,4 11,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
172
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Donne straniere Uomini stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 11,0 8,3 8,0 10,7 9,4 13
Belgio 17,7 15,3 17,1 16 13,6 14,3
Repubblica Ceca 9,9 4,1 7,3 3,0 4,2 4,2
Danimarca 16 14,4 14,8 18,4 15 16
Germania 8,9 11,6 11,8 9,6 8,7 9,6
Spagna 15,4 16,8 25,6 10,4 13,1 30,7
Francia 18,0 14,9 19,1 16,6 14,0 18,1
Grecia 16,7 12,9 13,7 4,8 4,5 9,1
Ungheria - - - - - -
Italia 15,0 14,0 12,4 6,2 6,4 9,1
Paesi Bassi 8,0 8,6 6,6 7,9 6,2 5,3
Polonia - - - - - -
Portogallo 17,4 17,1 18,4 8,7 8,6 15
Romania - - - - - -
Regno Unito 9,7 7,9 8,2 7,8 6,6 7,4
UE 27 14,4 13,4 16 12,3 11,1 16,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Nativi Stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 71, 3 72, 2 72, 0 62, 1 61, 7 62, 1
Belgio 62, 6 63, 3 62, 4 53, 8 55, 3 55, 1
Repubblica Ceca 65, 5 66, 0 65, 5 74, 4 75, 7 72, 9
Danimarca 70, 0 71, 5 71, 9 55, 5 57, 2 57, 2
Germania 77, 7 78, 6 76, 8 58, 7 61, 0 66, 6
Spagna 64, 5 64, 7 60, 9 69, 0 67, 4 57, 2
Francia 64, 4 65, 4 64, 9 53, 7 55, 7 52, 9
Grecia 60, 4 60, 8 60, 5 66, 3 67, 7 65, 9
Ungheria 56, 9 56, 0 55, 0 66, 0 69, 2 65, 7
Italia 57, 5 57, 8 56, 8 65, 1 65, 7 65, 2
Paesi Bassi 75, 7 77, 1 77, 9 59, 3 63, 0 65, 8
Polonia 55, 4 58, 0 58, 9 71, 2 70, 1 67, 7
Portogallo 67, 3 68, 0 67, 0 68, 8 71, 4 67, 6
Romania 57, 2 57, 7 57, 4 56, 5 53, 0 52, 8
Regno Unito 71, 5 71, 9 70, 7 65, 9 68, 4 67, 7
UE 27 64, 8 65, 7 64, 9 61, 4 62, 8 60, 3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)
173
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo
trimestre)
Donne straniere Uomini stranieri
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 53, 6 53, 6 56, 0 70, 7 70, 4 68, 4
Belgio 41, 4 44, 1 45, 8 65, 1 66, 3 63, 9
Repubblica Ceca 60, 4 63, 7 65, 0 86, 5 86, 9 80, 2
Danimarca 46, 3 47, 1 48, 0 64, 3 67, 0 66, 3
Germania 50, 5 55, 0 58, 3 69, 6 67, 7 76, 8
Spagna 58, 8 58, 4 53, 3 79, 0 76, 2 61, 1
Francia 44, 3 46, 0 44, 0 63, 5 65, 6 62, 1
Grecia 47, 2 47, 8 48, 2 84, 9 85, 8 82, 4
Ungheria 54, 0 55, 7 51, 8 78, 6 83, 2 80, 6
Italia 48, 5 50, 5 52, 4 81, 8 81, 0 78, 3
Paesi Bassi 49, 1 53, 6 56, 5 70, 2 73, 8 77, 2
Polonia 67, 7 69, 4 55, 8 74, 6 70, 7 85, 6
Portogallo 60, 9 62, 3 60, 9 77, 6 80, 9 74, 5
Romania - 43, 5 34, 8 72, 0 62, 9 73, 3
Regno Unito 55, 4 58, 2 58, 6 76, 3 78, 6 77, 4
UE 27 50, 9 52, 4 51, 8 71, 9 73, 1 68, 8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari
2007 2008 2009 2007 2008 2009
Austria 57, 3 56, 3 58, 1 71, 6 71, 8 68, 6
Belgio 38, 7 38, 4 40, 1 60, 3 62, 9 61, 4
Repubblica Ceca 71, 6 72, 2 72, 0 77, 1 79, 5 73, 8
Danimarca 48, 7 50, 5 51, 1 68, 0 69, 0 68, 3
Germania 54, 0 58, 6 60, 6 74, 5 71, 3 79, 1
Spagna 68, 5 67, 2 56, 0 70, 2 67, 7 60, 2
Francia 45, 0 49, 4 47, 1 67, 2 66, 9 63, 2
Grecia 67, 3 69, 7 67, 4 61, 8 59, 5 59, 7
Ungheria 66, 1 72, 8 66, 0 66, 0 67, 5 65, 5
Italia 64, 1 65, 3 63, 7 68, 7 67, 3 69, 1
Paesi Bassi 48, 0 53, 7 55, 9 75, 1 76, 8 79, 6
Polonia 68, 1 65, 6 67, 6 77, 0 80, 2 -
Portogallo 68, 2 70, 4 66, 6 71, 8 76, 6 73, 4
Romania 56, 4 52, 1 50, 3 - - -
Regno Unito 59, 4 62, 0 61, 2 75, 6 77, 0 76, 6
UE 27 57, 1 58, 9 56, 1 69, 4 69, 9 68, 0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
174
6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego,
(15-64), 2007 (%)
Autonomi Tempo determinato Tempo Indeterminato Part-time Full-time
Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri
Austria 9,3 8,4 9,1 8,1 90,9 91,9 22,0 20,8 78,0 79,2
Belgio 12,1 15,5 8,1 14,0 91,9 86,0 21,9 22,2 78,1 77,8
Danimarca 7,0 9,6 8,4 12,3 91,6 87,7 23,2 26,7 76,8 73,3
Finlandia 9,6 14,1 16,1 30,7 83,9 69,3 13,8 15,1 86,2 84,9
Francia 8,1 10,8 14,7 15,2 85,3 84,8 16,6 19,5 83,4 80,5
Germania 10,0 9,5 14,4 14,5 85,6 85,5 24,7 29,3 75,3 70,7
Grecia 26,4 10,6 10,1 16,7 89,9 83,3 5,2 7,4 94,8 92,6
Irlanda 16,8 9,3 8,2 12,9 91,8 87,1 18,1 15,1 81,9 84,9
Italia 23,6 17,5 13,1 14,7 86,9 85,3 13,0 17,6 87,0 82,4
Lussemburgo 5,4 6,5 6,9 6,8 93,1 93,2 17,8 17,8 82,2 82,2
Paesi Bassi 11,0 11,0 15,7 24,8 84,3 75,2 46,3 41,1 53,7 58,9
Norvegia 5,8 6,9 9,6 14,7 90,4 85,3 27,0 29,3 73,0 70,7
Polonia 11,2 29,2 28,2 32,7 71,8 67,3 8,4 14,5 91,6 85,5
Portogallo 15,6 12,1 21,2 34,0 78,8 66,0 8,9 7,6 91,1 92,4
Spagna 16,0 11,7 26,8 47,5 73,2 52,5 11,5 13,7 88,5 86,3
Svezia 8,5 10,0 16,5 21,9 83,5 78,1 24,2 24,1 75,8 75,9
Regno Unito 11,9 13,4 5,2 8,9 94,8 91,1 24,7 20,4 75,3 79,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2009 su dati Eurostat (EU Labour Force
Survey).
175
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale delloccupazione straniera (15-64), 2007 (%)
AT BE CH CZ DE DK ES FR GR UK IT NL NO PT
Agricoltura e pesca 1,3 1,2 1,0 3,6 1,1 - 4,5 1,1 4,8 0,6 3,4 1,4 - -
Attivit estrattive - - - 1,3 - - 0,2 - - 0,4 - - - -
Manifatture, prodotti non
deperibili
3,0 2,2 1,6 2,8 3,7 3,9 2,4 2,3 3,0 2,9 1,9 3,0 2,7 -
Manifatture, prodotti non
deperibili (altri)
6,2 4,8 5,1 8,1 6,7 4,0 3,7 3,8 5,3 3,9 7,3 4,7 3,6 4,9
Manifatture durevoli 11,4 6,6 11,4 23,2 19,9 8,3 5,1 7,6 6,4 5,8 13,4 9,8 5,2 5,7
Elettricit, fornitura acqua
e gas
- 0,6 0,4 - 0,3 - 0,1 0,3 - - - - - -
Costruzioni 10,0 8,2 8,4 8,8 6,7 3,3 21,0 10,1 32,0 5,7 14,8 4,8 5,2 15,9
Vendita allingrosso 15,0 13,9 13,7 14,1 12,4 14,0 13,0 12,1 10,3 11,8 10,8 12,2 13,1 14,3
Hotel e ristoranti 12,0 8,0 7,4 6,1 8,4 7,8 14,7 6,9 10,2 8,6 8,1 6,8 5,9 8,3
Trasporti 6,3 6,7 4,5 4,6 5,4 7,7 4,5 6,3 2,4 7,8 4,6 6,9 8,0 5,0
Intermediazioni fnanziaria 1,4 2,1 4,6 1,4 1,5 1,7 1,0 2,2 - 4,9 0,7 2,7 0,7 1,8
Immobiliare afftti e attivit
correlate
11,5 13,7 12,6 7,9 10,1 11,6 7,7 14,6 3,8 15,2 9,1 16,1 12,7 9,4
Real Estate & Renting 2,1 0,9 1,2 1,3 0,8 - 1,1 1,9 - 1,4 0,7 0,8 0,6 0,9
Informatica, R&S e attivit
correlate
4,4 12,8 9,5 4,8 5,2 10,8 3,0 7,3 1,9 13,9 4,8 10,8 8,9 4,7
Sicurezza e pulizie
industriali
5,0 - 1,9 1,8 4,1 - 3,6 5,4 1,8 - 3,6 4,4 3,2 3,9
Pubblica amministrazione 3,4 10,9 3,1 2,7 2,5 3,4 1,2 7,0 1,3 5,0 1,5 6,0 3,8 6,5
Educazione 3,1 5,6 5,9 4,2 4,3 8,0 2,0 5,5 1,5 7,1 2,3 5,4 10,1 6,8
Salute e servizi sociali 9,1 9,8 13,6 5,8 10,4 19,5 4,1 11,2 2,6 14,4 4,9 15,2 21,6 7,3
Altri servizi sociali 5,5 4,5 5,2 5,0 5,7 4,9 2,7 4,1 2,1 4,9 5,6 4,4 4,3 4,9
Collaborazioni famigliari - 1,2 1,6 - 1,0 - 12,2 4,8 14,0 0,6 11,4 , , , , 5,4
Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100
Legenda: AT-Austria ;BE-Belgio; CH-Svizzera; CZ- Repubblica Ceca; DE-Germania; DK-Danimarca; ES-Spagna; FR-Francia;
GR-Grecia;UK-Regno Unito; IT-Italia;NL-Paesi Bassi;
NO-Norvegia;PT-Portogallo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook, OECD Sopemi 2009 , su dati Eurosat (EU Labour
Force Survey).
176
Tab. 6.13 a PercentuaIe di occupati nativi e stranieri in professioni dequaIicate rispetto aI
livello di istruzione in selezionati paesi OCSE, (15-64), 2007
% di occupati con professioni dequalifcate rispetto
al livello di istruzione
Paese Nativi Stranieri
Grecia 10,1 32,4
Spagna 7,3 19,8
Svezia 7,6 18,6
Italia 6,9 15,4
Danimarca 11,2 24,5
Austria 9,9 20,0
Portogallo 8,3 13,6
Svizzera 7,2 10,6
Regno Unito 14,0 18,4
Finlandia 16,1 21,6
Francia 10,8 13,7
Irlanda 16,9 21,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.
Tab. 6.13 b Tassi di occupazione di nativi e stranieri per livello di istruzione, 2006
Nativi Stranieri
Basso Intermedio Alto Basso Intermedio Alto
Austria 47,7 75,6 88,0 51,4 68,2 74,8
Belgio 41,1 66,6 83,7 35,2 53,3 72,9
Repubblica
Ceca
22,9 72,0 84,0 33,1 67,5 79,8
Danimarca 61,5 81,0 87,8 49,3 63,2 78,9
Finlandia 47,4 73,6 85,6 42,4 65,8 72,9
Francia 46,5 69,8 79,3 49,1 60,6 68,8
Germania 43,0 72,4 87,8 47,0 64,3 71,3
Grecia 48,6 61,4 82,7 65,8 65,6 73,3
Ungheria 27,5 65,2 81,3 36,9 59,8 77,3
Irlanda 48,9 73,7 86,8 49,9 72,7 80,2
Italia 45,1 67,6 78,6 59,0 70,2 73,9
Lussemburgo 37,8 62,5 85,6 61,5 65,2 83,4
Paesi Bassi 60,7 80,5 87,2 44,6 64,2 75,2
Norvegia 56,4 80,4 89,4 49,1 68,5 84,6
Polonia 23,3 58,4 81,9 16,3 32,9 59,9
Portogallo 65,9 63,5 84,5 67,5 71,3 84,4
Slovacchia 14,5 67,5 83,9 - 58,4 78,7
Spagna 55,3 65,9 81,9 63,8 73,6 75,3
Svezia 54,7 81,1 88,3 47,0 66,5 74,3
Svizzera 55,3 80,7 92,7 63,3 74,4 81,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Factbook 2009.
177
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una
quanticazione del fenomeno e le sue caratteristiche
Le forze lavoro straniere
Lapporto degli immigrati al mercato del lavoro viene comunemente
riconosciuto, ma data lintensa e continua evoluzione che caratterizza tale
fenomeno necessita di essere compreso nei suoi vari aspetti.
La maggior parte degli stranieri arriva in Italia per motivi di lavoro, anche
se negli ultimi anni si sono intensicati i ricongiungimenti familiari
(rispettivamente 60,1 per cento e 33,0 per cento
12
nel 2008).
Sia lincidenza percentuale degli immigrati stranieri sul totale della forza
lavoro che la percentuale di occupati risultano pari circa al 7,5 per cento,
con valori simili tra uomini e donne. Inoltre, va considerato che il dato
della componente femminile destinato ad incrementare a seguito del
decreto ussi del 2008 quasi esclusivamente dedicato al lavoro di cura,
e aumenter ulteriormente a seguito della regolarizzazione in corso (tab.
6.14 e 6.15);
come stato messo in evidenza nel capitolo precedente sia il tasso di attivit
che quello di occupazione sono pi elevati per gli stranieri rispetto ai nativi
italiani, cos come superiore quello di disoccupazione; i dati relativi alla
durata della disoccupazione evidenziano per unestensione inferiore per
gli stranieri rispetto agli italiani.
Tale fattore da imputare anche alla diversa struttura per et delloccupazione
(la quota degli occupati con et inferiore ai 45 anni supera quella italiana di
quasi 17 punti percentuali) (tab. 6.16 e 6.17); dai dati si evince inoltre
una diversit tra stranieri e italiani sulla correlazione tra fascia di et e
disoccupazione: gli italiani presentano una quota relativa pi consistente
nella fascia compresa tra i 15-24 anni, imputabile anche al fatto che risultano
ancora coinvolti in percorsi formativi; per contro gli stranieri mostrano pi
difcolt nella fascia superiore ai 35 anni (tab. 6.18).
12 La fonte dei dati Istat; i dati sono relativi ai Permessi di Soggiorno rilasciati agli extra-
comunitari nellanno 2007.
178
La tipologia di occupazione degli stranieri e la distribuzione per area
geograca
Il tasso di disoccupazione pi elevato nelle fasce superiori di et
certamente inuenzato dalla tipologia di attivit in cui sono impiegati.
Infatti gli immigrati sono occupati in tipologie di attivit differenti rispetto
agli italiani, sia per qualica che per settore. Quasi il 40 per cento
impiegato nellindustria, contro il 29 per cento degli italiani; per contro la
percentuale risulta nettamente pi bassa rispetto agli occupati italiani nel
terziario, mentre nellagricoltura la quota di occupazione molto simile tra
le due componenti.
Unanalisi pi dettagliata dei singoli settori di attivit fa emergere una
concentrazione degli stranieri molto superiore in alcune speciche attivit:
nel comparto industriale il settore costruzioni che fa aumentare la
quota delloccupazione straniera (pi che doppia rispetto alla quota degli
italiani), mentre nei servizi sono il lavoro domestico e di cura a contribuire
sensibilmente (tab. 6.19 e 6.20);
i dati evidenziano inoltre differenze tra le diverse aree geograche: nel Centro
Nord oltre il 40 per cento degli stranieri occupato nellindustria e nelle
costruzioni mentre nel Mezzogiorno loccupazione straniera principalmente
concentrata nellagricoltura, nel settore alberghiero e nella ristorazione, nel
commercio al dettaglio e nei servizi alle famiglie (tab. 6.21);
anche sotto il prolo quantitativo la distribuzione territoriale delle forze lavoro
straniere molto disomogenea, cos come differente il tasso di occupazione:
questultimo nel 2008 era pari al 59 per cento nel Mezzogiorno, circa 9 punti
percentuali in meno rispetto a quello del Centro Nord
13
; inoltre pi del 63
per cento degli stranieri in et lavorativa si concentra nel Nord Italia, circa
il 25 per cento al Centro e solo poco pi dell 11 per cento nel Mezzogiorno,
corrispondente al 9 per cento delloccupazione complessiva nel Centro Nord
e al 3 per cento nel Mezzogiorno. Questa maggiore concentrazione verso
tale area del Paese risponde ovviamente alle maggiori opportunit lavorative
offerte agli immigrati (tab. 6.22 e 6.23); oltre alla tipologia settoriale di
impiego degli immigrati importante analizzare la qualit delloccupazione
immigrata.
13 La fonte dei dati Banca dItalia, Leconomia delle regioni italiane nellanno 2008.
179
Rispetto ai nativi, i dati evidenziano una maggiore concentrazione degli
immigrati nella microimpresa, con un peso relativo superiore rispetto
alloccupazione stagionale. Analizzando i pesi relativi secondo la ripartizione
territoriale emerge un maggior peso relativo nella media dimensione nel
Nord, mentre nel Centro e nel Sud la quota nelle micro imprese risulta pi
elevata. Tale evidenza certamente imputabile alla maggiore richiesta in
queste aree nel comparto primario (agricoltura, pastorizia e pesca) (tab.
6.24);
i dati evidenziano inoltre unassoluta prevalenza di lavoratori alle dipendenze
di unazienda (84,8 per cento), con una probabile sottostima del dato dovuta
al fatto che alcune partite IVA possono nascondere situazioni di comodo.
Rispetto al totale nazionale tuttavia il peso relativo dei dipendenti stranieri
di quasi 10 punti percentuali superiore a quello complessivo nazionale,
cos come gli stranieri registrano una percentuale pi elevata di contratti
part-time (soprattutto per il genere femminile) e di contratti a termine (tab.
6.25 e 6.26).
Livelli di istruzione, qualica e condizione retributiva
I livelli di istruzione degli stranieri occupati sono mediamente inferiori
rispetto agli italiani: nel 2008 la quota di stranieri occupati che hanno
conseguito un diploma di scuola secondaria superiore pari a circa al
42 per cento contro il 45 per cento degli italiani; gli stranieri occupati in
possesso di una laurea o di un diploma post-laurea risultano pari a quasi il
12 per cento, mentre per gli italiani il dato si attesta leggermente sotto il 17
per cento (tab. 6.27 e 6.28);
il dato complessivo sullistruzione nasconde per delle differenze tra i
lavoratori delle diverse aree del paese e tra i paesi di provenienza degli
immigrati. In particolare nel Mezzogiorno la quota di lavoratori immigrati in
possesso di un titolo di laurea pari all8 per cento a fronte del 13 per cento
del Centro Nord, e la quota degli stranieri con al massimo lassolvimento
dellobbligo scolastico pari al 65 per cento, che corrisponde ad una quota
superiore di 13 punti percentuali rispetto al Centro Nord (Banca DItalia,
Economie regionali, 2009).
Per quanto riguarda le differenze per provenienza degli stranieri, il maggior
180
grado di scolarizzazione tra gli occupati si registra per i cittadini dellUnione
Europea, con oltre il 35 per cento in possesso di una laurea (tab. 6.29);
nelle regioni del Centro Nord, nel 2008 quasi l80 per cento degli stranieri
impiegato come operaio a fronte del 35 per cento degli italiani, mentre nel
Mezzogiorno il differenziale delloccupazione operaia meno marcata, con
una presenza maggiore di lavoratori autonomi (tab. 6.30);
ad un livello di istruzione relativamente elevato non sempre corrisponde
unoccupazione adeguata alla qualica posseduta: solo l8,3 per cento del
totale degli occupati immigrati impiegato in una professione qualicata
mentre la percentuale di quelle non qualicate pari al 32 per cento (anche
se come vedremo in seguito le previsioni di assunzione da parte delle
imprese segnalano una crescita della domanda di manodopera qualicata)
(tab. 6.31a e 6.31b);
inoltre la mancata corrispondenza tra il livello di istruzione e la professione
esercitata riguarda quasi il 37 per cento degli stranieri, mentre gli italiani
interessati a questo fenomeno sono una quota molto inferiore, pari al 16 per
cento (tab. 6.32);
unaltra discriminante la condizione retributiva. Diversi lavori hanno
analizzato questo aspetto negli anni, con il risultato unanime che esiste
un differenziale negativo per i lavoratori immigrati, anche a prescindere
dalle caratteristiche dei lavoratori stessi, dalle tipologie di imprese in cui
sono occupati e dallandamento del mercato occupazionale. Il III Rapporto
dellINPS del 2009, che confronta i dati relativi alla retribuzione media
annua percepita dai lavoratori dipendenti di origine extracomunitaria con
lo stesso dato calcolato sullinsieme dei dipendenti di azienda registrata
allINPS a prescindere dal paese di nascita, evidenzia che, nellambito
del lavoro dipendente (con lesclusione dei lavoratori domestici e degli
operai agricoli) gli stranieri extracomunitari percepiscono una retribuzione
inferiore di oltre il 36 per cento rispetto agli altri lavoratori (nel 2000 il
differenziale era sostanzialmente analogo) (tab. 6.33). Inoltre, il rapporto
evidenzia notevoli differenziazioni di genere: la retribuzione media annuale
di 12.137 euro per gli uomini, mentre di 7.136 euro per le donne. Nella
valutazione di questi dati bisogna per tenere presente alcuni fattori. In primo
luogo la composizione delloccupazione, relativamente a caratteristiche
che comportano intrinseche condizioni di svantaggio sul piano salariale
181
come in particolare bassa qualica, giovane et, genere femminile, ecc.
Secondariamente si tratta di dati di sintesi e che quindi possono essere
riferiti non solo a lavoratori occupati per un intero anno, ma anche per
periodi pi brevi, spesso intervallati da periodi di disoccupazione o di
lavoro sommerso. Inne questa situazione certamente inuenzata dalla
normativa che regola il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, in
base alla quale il contratto di lavoro condizione necessaria; in sostanza,
lesistenza di tale requisito pu portare alla necessit di accettare condizioni
occupazionali di basso prolo per non incorrere nel rischio della condizione
di irregolarit;
i lavoratori autonomi extracomunitari iscritti allINPS percepiscono una
retribuzione media pi elevata, pari a 12.921 euro lanno, con differenze tra
le categorie occupazionali (tab. 6.34).
Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro
Sebbene la rilevazione statistica del lavoro nero sia difcile, soprattutto
relativamente alla parte rappresentata dagli immigrati privi di permesso di
soggiorno, Istat fornisce alcune stime, le quali evidenziano lesistenza non
marginale del fenomeno (ridottosi leggermente solo a seguito della procedura
di regolarizzazione avviata dalla legge 189/2002) (tab. 6.35 e 6.36);
la tipologia di occupazione degli stranieri inuenza certamente il livello
di incidenza degli infortuni sul lavoro. Nel 2008 gli stranieri assicurati
allInail hanno superato quota 3.266.000: si tratta del 6 per cento in pi
rispetto allanno precedente, e del 41,9 per cento in pi rispetto al 2004
quando i lavoratori immigrati erano poco pi di 2,3 milioni.
Il 42 per cento degli assicurati stranieri sono donne (tab. 6.37); tuttavia,
a fronte dellaumento occupazionale del 6 per cento, lincremento degli
infortuni tra lavoratori stranieri nel corso del 2008 stato solo del 2 per
cento, passando dai 140.785 incidenti sul lavoro del 2007 ai 143.561 del
2008.
Gli eventi infortunistici subiti da lavoratori stranieri hanno rappresentato il
16,4 per cento del totale infortuni in Italia. Gli immigrati per continuano
a presentare unincidenza infortunistica pi elevata rispetto a quella dei
colleghi italiani: 44 casi denunciati allInail ogni mille occupati contro i
182
39 dei lavoratori nati in Italia (tab. 6.38); i casi mortali tra i lavoratori
stranieri nel corso del 2008 sono stati 176, di cui 109 provenienti da
paesi extra-UE e 67 da paesi UE. Il dato degli infortuni mortali rimane
sostanzialmente invariato rispetto allanno precedente, che ammontava
a 178 casi (tab. 6.39); poco meno del 96 per cento degli infortuni (per
lesattezza 137.223) si vericato nel settore dellindustria e servizi, contro
il 90 per cento del totale dei lavoratori. In particolare prevale il peso delle
attivit di tipo industriale, in primo luogo le costruzioni che con 19.719
denunce rappresentano il 13,7 per cento di tutti gli infortuni riguardanti
i lavoratori stranieri. Questo settore detiene inoltre anche il primato degli
infortuni mortali tra gli immigrati: ben 43 nel 2008, che equivale ad un
decesso su 4 tra tutti quelli segnalati allIstituto.
Rivolgendo lattenzione al personale domestico (italiani e stranieri), 72
infortuni su 100 hanno colpito lavoratori di origine straniera, quasi sempre
colf e badanti di sesso femminile (tab. 6.40); gli infortuni ai danni di
lavoratori stranieri avvengono principalmente nelle regioni del Nord Est,
con il 44,7 per cento di tutti gli infortuni, seguito dal Nord Ovest con il 31
per cento. La regione con il maggior numero di infortuni la Lombardia, con
29.775 infortuni denunciati, di cui 40 mortali, seguita a breve distanza da
Emilia Romagna con pi di 28.000 infortuni, di cui 28 mortali (tab. 6.41);
sono soprattutto i lavoratori provenienti dal Marocco quelli che incorrono
in infortuni sul posto di lavoro, 22.519 denunce di infortunio, seguiti dai
lavoratori di origine rumena, con 21.400 infortuni e albanese, con 14.746
infortuni. Ben il 41 per cento degli infortuni ed oltre il 50 per cento dei
casi mortali vedono coinvolti lavoratori provenienti da questi tre paesi (tab.
6.42).
I contributi previdenziali
Le prestazioni che al 1 gennaio 2007 sono registrate in pagamento a persone
nate allestero risultano pari a 294.025 (la rilevazione fatta ricorrendo agli
archivi basati sui codici scali dei pensionati e in particolare prendendo
quelli nati allestero), con un aumento di 8.973 trattamenti previdenziali,
pari al 3,6 per cento in pi rispetto allanno precedente.
Oltre il 70 per cento delle prestazioni pensionistiche riguardano le pensioni
di vecchiaia e ai superstiti, seguite da quelle di invalidit civile (che pesano
per quasi il 12 per cento) (tab. 6.43); le stime dei contributi sul futuro
183
pensionistico degli immigrati sono ancora poco diffuse, verosimilmente
anche in ragione delle difcolt di previsione sulla durata di permanenza
dei lavoratori stranieri sul nostro Paese; il terzo rapporto dellInps riporta
le stime fatte nel Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes che
si fondano su dati demograci di ne 2005: tra gli immigrati nel 2015 vi
potrebbe essere 1 pensionato ogni 25 residenti, mentre attualmente tra gli
italiani vi circa 1 pensionato ogni 5 residenti.
Le prestazioni Inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra
comunitaria e il gettito scale degli immigrati
Lincidenza sullutilizzo da parte degli extracomunitari delle prestazioni a
sostegno del reddito pi elevata per quanto riguarda la cassa integrazioni
guadagni, anche se in termini assoluti la prestazione pi utilizzata quella
della disoccupazione non agricola.
I dati evidenziano un crescente utilizzo da parte di cittadini extracomunitari
delle prestazioni dellInps, con la sola eccezione della cassa integrazione
che si contratta nel 2005 rispetto al 2004 di oltre il 22 per cento, della
disoccupazione agricola (quasi il 5 per cento) e dei lavoratori socialmente
utili che per rappresentano una quota esigua in valori assoluti (tab.
6.44);
relativamente alle differenze di genere i dati dellInps evidenziano che a
beneciare degli ammortizzatori sociali considerati sono prevalentemente
gli uomini (nel 2005 il 72,4 per cento contro il 27,6 per cento delle donne)
anche se rispetto al 2004 si assistito a un progressivo incremento dei
beneciari di sesso femminile (nel 2004 le donne rappresentavano il 22,5
per cento);
per quanto riguarda il gettito scale degli immigrati le analisi sono
ancora molto limitate, anche per la carenza di banche dati pubbliche
sullimmigrazione; in un recente articolo di Andrea Stuppini
14
si stima che il
gettito scale degli immigrati ammonti a circa 3,2 miliardi di euro, calcolato
sul numero dei lavoratori, sui loro redditi e sulla composizione familiare.
14 Stuppini A., Le tasse degli immigrati, Il Mulino, Rivista bimestrale di Cultura e Politica,
n.3 maggio-giugno 2009.
184
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008
Maschi Femmine Totale
2005 5,4 5,2 5,3
2006 6,0 6,0 6,0
2007 6,6 6,7 6,6
2008 7,5 7,8 7,6
2008 7,5 7,8 7,6
Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.15 Incidenza % degli immigrati stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008
Maschi Femmine Totale
2005 5,4 4,9 5,2
2006 6,0 5,7 5,9
2007 6,6 6,3 6,5
2008 7,5 7,5 7,5
2008 7,5 7,5 7,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari,
2007
Italiano Straniero Stranieri UE Stranieri extra UE
non pi di 6 mesi 42,8 54,1 53,0 54,4
+ di 6 mesi non + 2 anni 36,2 37,2 39,9 36,5
+ di 2 anni 21,0 8,7 7,2 9,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R). Anno 2007
Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007
v.a. %
Meno di 3 anni 21.784 16,1
Tra i 3 e i 4 anni 23.591 17,5
Tra i 5 e i 9 anni 49.782 36,8
Da 10 e pi anni 40.010 29,6
Totale 135.167 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
185
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di et, 2006 (%)
Stranieri Italiani Totale % stranieri sul tot
CLASSE DI ET
15-24 anni 21,2 25,8 25,4 6,4
25-34 anni 34,9 35,3 35,3 7,5
35 anni o pi 43,9 38,9 39,3 8,5
Totale 100,0 100,0 100,0 7,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008
Italiani Stranieri Occupati totali Incidenza stranieri
v.a. Peso % v.a. Peso % (%)
Agricoltura 837 3,9 59
3,4
895 6,6
Industria in s.s. 4.579 21,1 407 23,2 4.985 8,2
Costruzioni 1.683 7,8 286 16,3 1.970 14,5
Servizi 14.555 67,2 1.000 57,1 15.555 6,4
Totale 21.654 100,0 1.751 100,0 23.405 7,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007
Albania Romania Marocco Cina Stranieri Italiani
Agricoltura 4,1 5 3,3 0,6 3,5 4,0
Industria in s.s. 22,8 20 37,9 39,4 23,2 21,6
Costruzioni 37,8 26,6 17 0,1 17 7,8
Servizi di cui: 35,2 48,8 41,8 60 56,2 66,5
servizi alle famiglie 10 16,9 9,4 1,1 20,5 5,6
alberghi e ristoranti 7,5 7,6 4,5 20,7 8,7 4,7
commercio 5,4 5,7 14,8 36,5 9,1 15,7
altre attivit 12,3 18,3 13 1,6 17,9 40,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
186
Tab. 6.21 Distribuzione settoriaIe Iavoratori itaIiani e stranieri per area geograca di residenza
e per genere, 2008
Centro Nord Mezzogiorno
Voci Maschi Femmine Maschi Femmine
Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Agricoltura 3,3 3,6 2,0 0,8 6,9 13,7 5,9 5,5
Industria in senso stretto 29,1 32,5 17,6 13,9 16,7 10,5 7,5 4,4
Costruzioni 11,1 27,6 1,3 0,6 14,3 20,9 0,9 0,1
Commercio 14,9 8,2 15,6 6,8 16,5 29,1 16,8 10,3
Alberghi e ristoranti 3,6 6,9 6,0 12,3 4,6 6,0 5,5 12,9
Altri servizi privati (1) 22,2 14,1 20,4 12,2 17,6 4,3 15,3 5,1
Pubblica amministrazione 12,1 1,3 29,5 10,6 19,2 1,0 39,5 5,1
Altri servizi sociali (2) 3,7 5,8 7,5 42,7 4,3 14,5 8,6 56,7
Tasso di occupazione 74,5 83,1 56,3 53,5 60,9 72,6 30,9 47,9
(1) Intermediazione monetaria e nanziaria, attivit immobiliari, trasporti e comunicazioni, servizi alle imprese e altre attivit
professionali e imprenditoriali.
(2) Servizi pubblici, sociali e alle famiglie.
Fonte: Banca dItalia, Leconomia delle regioni italiane nellanno 2008
Tab. 6.22 Numero e incidenza deIIa forza Iavoro straniera per genere e per ripartizione geograca,
2008
Maschi Femmine Totale
v.a Totale v.a Totale v.a. Totale
Nord 739 66,1 471 59,2 1.209 63,2
Centro 261 23,4 227 28,5 488 25,5
Mezzogiorno 118 10,6 98 12,3 216 11,3
Italia 1.117 100,0 795 100,0 1.913 100,0
% per genere 58,4 41,6 100,0
% per sesso 58,4 41,6 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geograca, 2008
Maschi Femmine Totale
v.a. Totale v.a. Totale v.a. Totale
Nord 698 66,5 415 59,2 1.113 63,5
Centro 242 23,1 199 28,4 441 25,2
Mezzogiorno 110 10,5 87 12,5 197 11,3
Italia 1.050 100,0 701 100,0 1.751 100,0
% per sesso 60,0 40,0 100,0
% per sesso 60,0 40,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
187
Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007
Nord Centro Mezzogiorno Totale
Micro imprese 44,3 60,9 72,8 51,5
Piccole imprese (11-49) 32,5 28,5 21,6 30,4
Media imprese (50-249) 16,5 6,4 4,3 12,6
Grandi imprese (250 e pi) 6,7 4,1 1,4 5,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di unazienda sul totale dei
lavoratori, 2005-2008
Stranieri Totale
2005 85,1 73.3
2006 85,0 73,6
2007 84,4 73,9
2008 84,8 74,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R).
Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%)
Totale 05 Totale 08 Stranieri 05 Stranieri 08
% dipendenti su totale 73,3 74,5 85,1 84,8
Maschi 69,3 70,5 84,5 82,4
Femmine 79,4 80,7 86,0 88,5
% part-time su totale 12,8 14,3 17,9 18,9
Maschi 4,6 5,3 6,0 6,6
Femmine 25,6 27,9 38,2 37,4
% dipendenti a termine su totale dipendenti 12,3 13,3 14,7 15,6
Maschi 10,5 11,6 12,5 15,4
Femmine 14,7 15,6 18,4 15,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008
Laurea e post -laurea Diploma Licenza media
Licenza elementare,
nessun titolo
Totale
2005 10,8 40,7 34,5 14,0 100,0
2006 11,6 39,8 35,3 13,3 100,0
2007 11,8 41,2 33,2 13,8 100,0
2008 11,9 42,1 33,9 12,2 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R).
188
Tab. 6.28 Livello di istruzione degli occupati italiani, 2005-2008
Laurea e post -laurea Diploma Licenza media
Licenza elementare,
nessun titolo
Totale
2005 14,6 44,4 32,9 8,1 100,0
2006 15,2 44,9 32,7 7,2 100,0
2007 15,9 44,9 32,4 6,7 100,0
2008 16,8 45,1 31,9 6,1 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati
stranieri per livello di istruzione, 2006
Stranieri Italiani Totale % stranieri
Titolo di studio UE Non UE Totale sul totale
Fino alla licenza media 20,4 51,1 48,5 39,7 40,2 7,1
Diploma 43,7 40,1 40,4 45,2 44,9 5,3
Laurea 35,9 8,8 11,1 15,1 14,9 4,4
Fonte: Elaborazioni su dati Istat (R)
Tab 6.30 LiveIIo occupazionaIe dei Iavoratori stranieri per area geograca e per genere, 2008
Centro Nord Mezzogiorno
Voci Maschi Femmine Maschi Femmine
Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Dipendenti 68,8 83,6 80,6 89,3 70,9 71,7 78,2 82,9
- Dirigente/quadro 9,2 1,1 6,9 1,0 6,4 1,3 8,3 1,0
- Impiegato 24,5 3,2 47,3 10,3 23,9 5,2 44,3 15,5
- Operaio 35,1 79,3 26,4 78,1 40,6 65,2 25,6 66,4
Indipendenti 31,2 16,4 19,4 10,7 29,1 28,3 21,8 17,1
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro (R)
189
Tab 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008
Qualifcati
Impiegati
professioni
commercio e
servizi
Artigiani, operai,
conduttori impianti
Non qualifcate Totale
2005 9,2 16,8 41,1 32,9 100,0
2006 9,3 18,2 43,0 29,5 100,0
2007 9,9 18,6 43,0 28,5 100,0
2008 8,3 18,3 41,4 32,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.31b Tipologia di professione degli occupati italiani, 2005-2008
Qualifcati
Impiegati
professioni
commercio e
servizi
Artigiani, operai,
conduttori impianti
Non qualifcate Totale
2005 34,5 27,4 28,6 9,5 100,0
2006 36,5 26,6 27,8 9,1 100,0
2007 37,3 26,5 27,4 8,8 100,0
2008 36,5 27,1 27,2 9,2 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto
deIIa propria quaIica, per genere e cIasse di et, 2006
Stranieri Italiani Totale
SESSO UE Non UE Totale
Maschi 35,4 3 1,2 31,4 15,7 16,7
Femmine 41,5 46,7 46 16,8 18,4
CLASSI DI ET
15-24 anni 30 23,3 23,5 28,9 28,5
25-34 anni 49,3 39,1 39,9 25,3 26,5
35-44 anni 39,6 36,8 37 14,8 16,2
45-54 anni 30,8 39,5 38,5 10,1 11,3
55 anni o pi 19,8 35,7 33,2 6,3 6,8
Totale 39,2 36,7 36,9 16,1 17,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (R)
190
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati
al di fuori della UE, 2004
Comparto
Retribuzione media annua in
Dipendenti Totali
Dipendenti nati in Paesi
extracomunitari
Differenza %
Agricoltura ed attivit connesse con lagricoltura 23.057 12.255 -46,8
Alimentari ed affni 16.972 12.190 -28,2
Amministrazioni statali ed Enti pubblici 18.307 5.410 -70,4
Carta ed editoria 21.387 15.434 -27,8
Chimica, gomma ecc. 23.565 15.072 -36,0
Commercio 14.461 9.893 -31,6
Credito e assicurazioni 38.406 34.954 -9,0
Edilizia 14.035 11.169 -20,4
Estrazione e trasformazione minerali 21.822 15.893 -27,2
Legno e mobili 15.548 12.608 -18,9
Metallurgia e Meccanica 22.003 15.604 -29,1
Servizi 12.934 7.451 -42,4
Tessile e abbigliamento 15.031 8.795 -41,5
Trasporti e comunicazioni 20.602 11.629 -43,6
Varie 25.341 13.251 -47,7
Totale 18.132 11.537 -36,4
*Si considerano solo le retribuzioni maggiori di zero.
Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes su dati INPS.
Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria, 2004
Categorie occupazionali
Lavoratori autonomi totale 12.921
Artigiani 13.101
Commercianti 12.471
Collaboratori parasubordinati 11.227
Dipendenti 11.537
Domestici 4.860
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati INPS
Tab 6.35 Stime unit di lavoro non regolari stranieri, 2000-2006 (migliaia)
Anni Stranieri non residenti Valori %
2000 655,6 21,2
2001 721,1 22,0
2002 464,1 15,2
2003 113,5 4,0
2004 213,3 7,5
2005 274,3 9,4
2006 352,4 11,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
191
Tab. 6.36 Stime unit di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006
Anni Irregolari residenti (a) Stranieri non residenti (a) Posizioni plurime (a) Totale economia
Valori assoluti
2000 1.540,4 655,6 914,7 3.110,7
2001 1.625,5 721,1 933,6 3.280,2
2002 1.643,6 464,1 948,1 3.055,8
2003 1.686,3 113,5 1.011,9 2.811,7
2004 1.627,7 213,3 1.022,0 2.863,0
2005 1.609,7 274,3 1.048,7 2.932,7
2006 1.614,3 352,4 1.001,9 2.968,6
Composizione percentuale
2000 49,5 21,1 29,4 100,0
2001 49,6 22,0 28,5 100,0
2002 53,8 15,2 31,0 100,0
2003 60,0 4,0 36,0 100,0
2004 56,9 7,5 35,7 100,0
2005 54,9 9,4 35,7 100,0
2006 54,4 11,9 33,7 100,0
Fonte: Istat, La misura delleconomia sommersa secondo le statistiche ufciali
Note: (a) Per irregolari residenti si intendono gli occupati che si dichiarano nelle indagini presso le famiglie ma non risultano
presso le imprese; per stranieri non residenti si intendono i lavoratori non regolari che risultanop completamente invisibili al sco
ed esclusi dalle indagini presso le famiglie; per posizioni plurime si intendono quelle calcolate con metodi indiretti e riguardanti
soprattutto il lavoro degli indipendenti in settori sensibili alla non dichiarazione dellattivit produttiva, quali trasporti, costruzioni,
alberghi e pubblici esercizi.
Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati allINAIL per genere,
2004-2008
Sesso 2004 2005 2006 2007 2008
Maschi 1.381.773 1.415.318 1.478.001 1.800.982 1.893.989
Femmine 920.050 963.194 1.023.420 1.276.602 1.372.406
Totale 2.301.823 2.378.512 2.501.421 3.077.584 3.266.395
Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1
Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9
% femminile sul totale 40,0 40,5 40,9 41,5 42,0
Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1
Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9
% femminile sul totale 40,0 40,5 40,9 41,5 42,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
192
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografca 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 %
Italia 839.448 86,8 815.193 86,7 798.855 86,1 771.625 84,6 731.379 83,6
Stranieri 127.281 13,2 124.828 13,3 129.303 13,9 140.785 15,4 143.561 16,4
di cui
Paesi U.E. 9.819 1,0 12.744 1,4 12.983 1,4 32.184 3,5 35.458 4,1
Paesi extra
U.E. *
117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4
TOTALE 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0
Paesi extra
U.E. *
117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4
TOTALE 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0
* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografca 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 %
Italia 1.138 85,7 1.112 86,9 1.174 87,5 1.029 85,3 944 84,3
Stranieri 190 14,3 168 13,1 167 12,5 178 14,7 176 15,7
di cui
Paesi U.E. 15 1,1 17 1,3 22 1,7 59 4,9 67 6,0
Paesi extra
U.E. *
175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7
Totale 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0
Paesi extra
U.E. *
175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7
TOTALE 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0
* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
193
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attivit economica, 2008
Gestione/Settore di attivit economica
Infortuni Casi mortali
N. % N. %
Agricoltura 5.559 3,9 19 10,8
Industria e Servizi 137.223 95,6 157 89,2
di cui:
Costruzioni 19.719 13,7 43 24,4
Industria dei metalli 13.630 9,5 13 7,4
Trasporti e comunicazioni 11.126 7,8 29 16,5
Attivit immobiliari e servizi alle imprese 10.096 7 10 5,7
Alberghi e ristoranti 6.356 4,4 2 1,1
Industria meccanica 4.386 3,1 3 1,7
Sanit e servizi sociali 4.354 3 4 2,3
Personale domestico 2.584 1,8 1 0,6
Dipendenti Conto Stato 779 1,0 - -
Totale 143.561 100,0 176 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
194
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008
Regione
Infortuni Casi mortali
N. % N. %
PIEMONTE 11.013 7,7 13 7,4
VALLE DAOSTA 430 0,3 2 1,1
LOMBARDIA 29.775 20,7 40 22,7
TRENTINO ALTO ADIGE 5.346 3,7 4 2,3
Provincia Autonoma di Bolzano 2.835 2,0 2 1,1
Provincia Autonoma di Trento 2.511 1,7 2 1,1
VENETO 24.385 17,0 26 14,8
FRIULI V. G. 6.328 4,4 3 1,7
LIGURIA 3.839 2,7 2 1,1
EMILIA ROMAGNA 28.081 19,6 22 12,5
TOSCANA 10.587 7,4 15 8,5
UMBRIA 3.257 2,3 3 1,7
MARCHE 5.797 4,0 4 2,3
LAZIO 5.594 3,9 14 8,0
ABRUZZO 2.743 1,9 5 2,8
MOLISE 299 0,2 - 0,0
CAMPANIA 1.107 0,8 11 6,3
PUGLIA 1.653 1,2 3 1,7
BASILICATA 287 0,2 3 1,7
CALABRIA 704 0,5 0,0
SICILIA 1.725 1,2 5 2,8
SARDEGNA 611 0,4 1 0,6
ITALIA 143.561 100,0 176 100,0
Nord Ovest 45.057 31,4 57 32,3
Nord Est 64.140 44,7 55 31,3
Centro 25.235 17,6 36 20,5
Sud 6.793 4,7 22 12,5
Isole 2.336 1,6 6 3,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL.
195
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008
Paese di nascita
2008
Paese di nascita
2008
N. % N. %
Infortuni Casi mortali
MAROCCO 22.519 15,7 ROMANIA 48 27,3
ROMANIA 21.400 14,9 ALBANIA 21 11,9
ALBANIA 14.746 10,3 MAROCCO 17 9,7
TUNISIA 5.832 4,1 SVIZZERA 9 5,1
ex-JUGOSLAVIA 4.510 3,1 INDIA 7 4,0
SVIZZERA 4.207 2,9 UCRAINA 6 3,4
GERMANIA 4.060 2,8 BOSNIA - ERZEGOVINA 5 2,8
SENEGAL 3.970 2,8 ex-JUGOSLAVIA 5 2,8
INDIA 3.151 2,2 POLONIA 5 2,8
PERU 2.849 2,0 BRASILE 4 2,3
MACEDONIA 2.697 1,9 BURKINA FASO 4 2,3
PAKISTAN 2.666 1,9 REPUBBLICA SLOVACCA 4 2,3
POLONIA 2.657 1,9 GERMANIA 3 1,7
BANGLADESH 2.528 1,8 TUNISIA 3 1,7
Altri Paesi 45.769 31,7 Altri Paesi 35 19,9
TOTALE 143.561 100,0 TOTALE 176 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati allestero al 1 gennaio
2007
Categoria v.a %
Vecchiaia 114.814 39,0
Invalidit 19.994 6,8
Superstiti 100.735 34,3
Assegni sociali 20.692 7,0
Invalidit civile 37.790 12,9
Totale 294.025 100,0
Fonte: Elaborazioni Caritas Migrantes su dati Inps
Tab. 6.44 Beneciari deIIe prestazioni a sostegno deI reddito e incidenza stranieri extracomunitari,
2004-2005
Tipologia di sostegno 2004 di cui extracomunitari, % 2005 di cui extracomunitari, %
Variazione %
2004-2005
Disoccupazione non agricola 766.991 7,3 800.439 8,6 23,7
Disoccupazione edile 57.130 6,5 62.569 9,0 50,5
Disoccupazione agricola 611.750 7,5 574.877 7,6 -4,8
Lavori socialmente utili 54.603 0,4 48.222 0,3 -23,8
Mobilit 174.770 3,2 175.673 3,9 19,9
Cassa integrazione guadagni 728.530 11,6 613.151 10,7 -22,2
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati INPS
196
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati
nel mercato del lavoro
Lindagine Excelsior, condotta annualmente su un campione di oltre 100 mila
aziende italiane statisticamente signicativo per tutti i settori economici e i
territori, in grado di fornire un quadro previsionale puntuale e aggiornato
sulla domanda di assunzione delle imprese e sui bisogni formativi.
Nel 2009, in una fase cos critica del ciclo economico , la quota di immigrati
che si prevede in ingresso risulta ulteriormente contenuta rispetto al 2008,
anno che aveva gi fatto segnare una netta tendenza alla diminuzione rispetto
agli anni precedenti. La tendenziale essione della domanda attesa di
lavoratori immigrati certamente legata alla fase critica del ciclo economico
che penalizza prima di tutto questa categoria di lavoratori collocati in attivit
pi a rischio per il futuro, ed in particolare nelle micro e piccole imprese,
in settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, ma non
incide sul carattere strutturale di partecipazione al mondo del lavoro degli
immigrati nel nostro Paese;
le previsioni di assunzione sono per differenziate tra tipologia di contratto
e di attivit. Pi precisamente la essione nelle assunzioni non stagionali
delle imprese, mentre quelle a carattere stagionale mostra un incremento
per quanto riguarda la percentuale minima delle assunzioni di personale
immigrato sul totale delle assunzioni.
Il fabbisogno di immigrati previsto dalle imprese registra inoltre delle forti
differenziazioni sotto il prolo settoriale. Considerando sia la stima di minima
che di massima delle assunzioni non stagionali, i servizi sono il comparto
che prevede di assorbire il numero pi consistente di immigrati (36.920 su
59.710 complessivi). Il comparto industriale quello che sulle ipotesi di
assunzioni non stagionale sia minima che massima registra una contrazione
pi marcata e, allinterno di questo, lindustria in senso stretto che registra
il primato (tab. 6.45 e 6.46 ); analizzando ancora pi nel dettaglio i singoli
rami di attivit emerge che per quanto concerne le assunzioni non stagionali
dellindustria in senso stretto i comparti che hanno un peso relativo pi
elevato sono quello dei metalli, quella alimentare, della meccanica e delle
industrie tessili e abbigliamento; landamento dellultimo anno mostra una
forte contrazione per tutti questi comparti, con leccezione dellalimentare
197
che mostra una diminuzione pi lieve (tab. 6.47); per quanto concerne il
settore dei servizi i comparti che hanno una maggiore rilevanza sono relativi
lalberghiero e la ristorazione, seguiti dai servizi operativi alle imprese e alle
persone e dalla sanit- servizi sanitari privati. Il settore dei servizi operativi
alle imprese e alle persone per quello che per lipotesi di massima
evidenzia in termini relativi il maggior ricorso a personale immigrato.
Nel 2009 rispetto allanno precedente tutti i comparti dei servizi hanno
registrato una contrazione nelle ipotesi di assunzione (fanno eccezione gli
studi professionali, che per rappresentano una quota relativa molto bassa
dellintero comparto), anche se con differenze al loro interno: tra quelli con
un peso relativo maggiore la sanit e i servizi sanitari privati quello
che ha registrato la diminuzione meno consistente (tab. 6.48); mostrano
delle differenze evidenti rispetto alla situazione precedentemente descritta
i dati relativi al fabbisogno di manodopera stagionale. Questa tipologia di
fabbisogno particolarmente diffusa nel comparto agricolo, dove per non
sono ancora disponibili i dati relativi al 2009, ma anche il settore dei servizi
assorbe una quota rilevante (nel 2009 lipotesi di fabbisogno minimo delle
imprese pari a quasi 37 mila unit). Per quanto riguarda le ipotesi di
assunzione di manodopera stagionale, la crescita, nel 2009 rispetto al 2008,
nellipotesi minima nel comparto dei servizi da attribuire agli alberghi,
ristoranti e servizi turistici che stimano nel 2009 quasi 25 mila assunzioni
su un totale di circa 37 mila, con una notevole crescita nellultimo anno
(tab.6.49 e 6.50); dal punto di vista della distribuzione territoriale
ovviamente il Nord larea del paese dove anche nel 2009 si registra un
maggiore assorbimento di manodopera straniera: quasi il 60 per cento sia
nellipotesi di minima che di massima.
Analizzando pi dettagliatamente i territori e le tipologie contrattuale si
evidenzia un maggior peso relativo del Nord Ovest per quanto riguarda le
assunzioni non stagionali di forza lavoro immigrata, mentre considerando la
sola componente stagionale il Nord Est il territorio a maggior assorbimento
(tab. 6.51 e 6.52); landamento del 2009 rispetto allanno precedente
evidenzia una contrazione di intensit abbastanza simile nelle diverse
aree del paese per i contratti non stagionali, mentre per quelli a tempo
determinato gli andamenti sono differenti: il Nord Ovest mostra una crescita,
in controtendenza rispetto agli altri territori.
198
Le esigenze di qualicazione
Al di la dei dati quantitativi importante analizzare le caratteristiche
qualitative del fabbisogno di immigrati. Infatti pur in presenza di una
contrazione delle richieste segnalate le imprese indicano un fabbisogno
con un livello di qualicazione che cresce negli anni; la composizione
dei fabbisogni per gruppi professionali indica un aumento del peso
delle professioni qualicate nelle attivit commerciali e nei servizi, in
controtendenza rispetto ai lavoratori italiani; inoltre si registra una leggera
crescita nella distribuzione delle assunzioni relativamente allincidenza
degli operai specializzati, mentre diminuisce quella del personale non
qualicato (tab. 6.53 e 6.54);
a conferma dellorientamento di una domanda di lavoro pi qualicata
sono interessanti i dati relativi alle necessit, dichiarate dalle imprese, di
provvedere alla formazione: mentre nel 2003 la quota interessata era pari al
46 per cento, nel 2009 salita al 79,9 per cento;
inoltre anche se, come visto in precedenza, limpiego di lavoratori immigrati
prevalentemente concentrato in mansioni poco qualicate e/o laddove
risulta difcile il reperimento di lavoratori italiani, la richiesta di una
maggiore qualicazione dei lavoratori immigrati risulta evidente anche dalla
distribuzione negli anni delle assunzioni per livello di istruzione. Lanalisi
dei dati dal 2006 al 2008 evidenzia infatti un peso relativo superiore negli
anni di lavoratori immigrati con una formazione di scuola superiore mentre
si contratto quello dei lavoratori con la sola licenza elementare/media
(tab. 6.55 e 6.56).
Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Totale 59.710 11,4 89.140 17,0 111.240 13,4 167.800 20,3
INDUSTRIA, di cui: 22.780 12,6 29.140 16,1 53.070 16,2 68.140 20,8
Industria in senso
stretto
12.590 12,9 16.640 17,0 33.240 16,3 43.520 21,4
Costruzioni 10.200 12,3 12.500 15,1 9.830 16,1 24.630 20,0
SERVIZI 36.920 10,8 59.990 17,5 58.160 11,6 99.660 19,9
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
199
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per il 2008 e il 2009
2009* 2008
Minimo v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Totale 43.100 16,7% 69.480 26,9% 33.620 13,4 62.010 24,6
INDUSTRIA, di cui: 6.270 14,2% 10.710 24,3% 9.250 17,0 15.300 28,2
Industria in senso stretto 5.540 14.7% 9.690 25,7% 7.970 17,0 3.480 28,8
Costruzioni 730 11,5% 1.020 16,1% 1.280 17,1 1.820 24,3
SERVIZI 36.840 17,2% 58.770 27,5% 24.370 12,4 46.700 23,7
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009 per tipo di industria
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Massimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Minimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Massimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Industria in senso stretto 12.590 12,9 16.640 17,0 33.240 16,3 43.520 21,4
Estrazione di minerali 100 8,9 100 9,2 270 10,7 320 12,4
Industria alimentari 2380 14,7 3220 19,8 3.070 13,5 4.150 18,3
Industrie tessili, abbigliamento e calzature 1380 12,2 1550 13,6 4.480 18,2 5.460 22,1
Industrie del legno e del mobile 1050 14,8 1320 18,6 2.710 19,4 3.300 23,6
Industrie della carta, stampa, editoria 350 8,1 390 9,0 720 8,9 960 11,8
Industrie chimiche 380 7,2 490 9,3 1.080 12,4 1.700 19,7
Industria della gomma e materie plastiche 750 18,4 1250 30,8 2.010 21,2 2.780 29,3
Industrie dei minerali non metalliferi 680 16,0 760 17,9 1.550 16,8 1.800 19,5
Industrie dei metalli 2710 17,4 3690 23,8 8.420 21,2 10.210 25,7
Industria meccaniche e mezzi trasporto 1620 10,1 2380 14,8 5.540 14,3 8.340 21,5
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
medicali
830 9,8 1040 12,3 2.230 11,5 3.130 16,2
Ind. beni per la casa e altre manifatture 240 16,3 280 18,9 580 18,9 680 22,5
Produzione e distribuzione energia, gas
e acqua
130 5,1 170 6,8 600 17,8 700 20,6
* v.a. arrotondati alle decine
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
200
Tab. 6.48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
e il 2008 per tipo di servizio
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su
tot.
Assunz.
Massimo
v.a.
% su
tot.
Assunz.
Minimo
v.a.
% su
tot.
Assunz.
Massimo
v.a.
% su tot.
Assunz.
Servizi 36.920 10.8 59.990 17.5 58.160 11,6 99.660 19,9
Commercio al dettaglio 2.810 4.4 6.110 9.6 4.270 5,4 10.470 13,3
Commercio e riparazione di autoveicoli
e mot.
720 7.4 760 7.7 1.570 8,9 1.820 10,3
Commercio allingrosso 2.010 10.4 2.420 12.5 3.430 9,8 4.100 11,7
Alberghi, ristoranti e servizi turistici 8.890 16.9 11240 21.3 13.550 16,7 20.050 24,8
Trasporti e attivit postali 3.070 10.0 4.440 14.5 7.950 15,6 12.120 23,8
Informatica e telecomunicazioni 1.350 8.6 1.710 11.0 1.420 5,8 2.240 9,2
Servizi avanzati alle imprese 1.550 7.4 1.880 9.0 2.080 6,1 3.090 9,1
Credito, assicurazioni e servizi fnanziari 540 3.4 850 5.3 840 3,2 1.430 5,4
Servizi operativi alle imprese e alle
persone
6.410 15.3 13.350 31.8 9.930 17,5 21.680 38,3
Istruzione e servizi formativi privati 550 8.9 720 11.7 970 13,0 1.240 16,6
Sanit e servizi sanitari privati 5.510 16.6 12.490 37.6 6.780 17,8 14.510 38,0
Altri servizi alle persone 3.110 12.3 3630 14.4 5.010 13,3 6.520 17,4
Studi professionali 410 5.2 410 5.2 380 2,9 390 3,0
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato
previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di industria
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Massimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Minimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Massimo
v.a.
% su
tot.
assunz.
Industria in senso stretto 5.540 14,7 9.690 25,7 7.970 17,0 13.480 28,8
Estrazione di minerali - - - - - - - -
Industria alimentari 3.810 14,8 6.870 26,6 6.250 18,3 10.870 31,8
Industrie tessili, abbigliamento e calzature 450 15,6 640 22,2 370 11,1 510 15,5
Industrie del legno e del mobile 220 17,5 320 24,9 260 23,4 300 27,4
Industrie della carta, stampa, editoria 110 9,6 200 17,8 210 17,0 270 22,1
Industrie chimiche 50 6,6 100 13,4 - - 20 2,5
Industria della gomma e materie plastiche 160 22,5 330 46,1 50 12,3 90 23,3
Industrie dei minerali non metalliferi 30 9,7 40 15,8 20 8,4 30,0 13,8
Industrie dei metalli 320 17,1 490 26,2 230 18,1 310 24,4
Industria meccaniche e mezzi trasporto 240 14,3 440 26,0 440 14,4 900 30,0
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
medicali
70 11,9 140 23,3 60 10,6 90,0 15,3
Ind. beni per la casa e altre manifatture 50 11,1 90 18,2 60,0 16,9 60,0 17,4
Produzione e distribuzione energia, gas e
acqua
- - - - - - - -
*v.a. arrotondati alle decine.
Il segno indica un valore non statisticamente signicativo.
Fonte:Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior,
201
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato
previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di servizio
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su tot.
Assunz.
Massimo
v.a.
% su tot.
Assunz.
Minimo
v.a.
% su
tot.
Assunz.
Massimo
v.a.
% su tot.
Assunz.
SERVIZI 36.840 17,2 58.770 27,5 24.370 12,4 46.700 23,7
Commercio al dettaglio 1.520 8,2 3.320 17,9 800 3,3 3.700 15,4
Commercio e riparazione di
autoveicoli e mot.
430 20,9 480 23,7 170 8,0 180 8,5
Commercio allingrosso 1.170 18,2 2.190 33,9 800 8,2 1.850 19
Alberghi, ristoranti e servizi turistici 24.480 21,7 42.980 32,7 17.270 15,1 30.810 26,9
Trasporti e attivit postali 730 7,6 1.050 10,9 830 6,9 1.490 12,4
Informatica e telecomunicazioni 340 18,8 420 23,3 250 22,4 330 29,9
Servizi avanzati alle imprese 550 14,2 800 20,6 510 16,9 700 23,4
Credito, assicurazioni e servizi
fnanziari
270 21,8 310 24,6 220 15,9 280 20,6
Servizi operativi alle imprese e alle
persone
1.610 19,4 3.730 45,0 1.830 26,7 3.960 57,8
Istruzione e servizi formativi privati 180 4,3 250 6,0 160 5,9 350 13,1
Sanit e servizi sanitari privati 250 5,7 710 16,1 450 15,0 1.090 36,5
Altri servizi alle persone 1.300 6,0 2.530 11,6 1.090 6,5 1.980 11,8
Studi professionali - - - - - - - -
*v.a. arrotondati alle decine.
Il segno indica un valore non statisticamente signicativo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
per ripartizione geograca
2009* 2008
Minimo v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Nord Ovest 19.320 12.9 25.990 20.1 33.690 13,9 51.460 21,3
Nord Est 16.110 13.3 25.060 20.7 31.490 15,8 48.370 24,3
Centro 13.270 12.7 18.900 18.1 25.820 15,4 38.290 22,9
Sud e Isole 11.010 7.4 15.190 10.2 20.230 9,2 29.670 13,5
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
202
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per iI 2009 per ripartizione geograca
2009* 2008
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Nord Ovest 9.360 19,5 14.930 31,0 5.600 13,2 12.370 29,1
Nord Est 16.720 22,0 25.390 33,3 13.460 17,5 22.690 29,5
Centro 8.710 18,6 13.930 29,7 7.230 15,2 13.730 28,8
Sud e Isole 8.310 9,6 15.240 17,6 7.320 8,7 13.220 15,6
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali,
2003-2008
Anni
Totale
assunzioni
dirigenti e
profess.
specialist.
Professioni
tecniche
Impiegati
Profess.
commerc. e
servizi
Operai
specializzati
Condutt.
impianti e
macchine
Professioni
non
qualifcate
2003 100,0 1,4 6,8 5,0 22,0 27,5 14,3 23,1
2004 100,0 1,3 6,7 5,2 17,9 27,6 16,0 25,3
2005 100,0 1,3 6,3 5,5 24,5 23,1 15,0 24,3
2006 100,0 1,0 4,8 5,9 24,3 21,7 15,2 27,1
2007 100,0 1,4 5,0 5,7 22,7 22,2 15,3 27,8
2008 100,0 1,7 5,3 5,0 23,7 23,3 15,6 25,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali,
2007 e 2008
Anni
Totale
assunzioni
Dirigenti
e profess.
specialist.
Professioni
tecniche
Impiegati
Profess.
commerc. e
servizi
Operai
specializzati
Condutt.
impianti e
macchine
Professioni
non
qualifcate
2007 100,0 0,3 17,7 13,2 24,1 18,6 13,0 8,5
2008 100,0 0,3 18,9 12,9 21,0 19,3 13,2 9,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
203
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione,
2006-2008
Lavoratori italiani Lavoratori stranieri
2006 2007 2008 2006 2007 2008
v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %
Titolo
univers.
53.300 10,0 67.480 11,0 81.040 12,3 6.100 3,7 7.850 3,4 6.960 4,1
Dip. scuola
sup.
204.440 38,4 246.400 40,3 291.470 44,2 31.160 19,1 46.650 20,5 43.810 26,1
Qualif.
profess.
94.530 17,7 98.260 16,1 84.330 12,8 38.910 23,9 49.050 21,6 36.120 21,5
Scuola
obbligo
180.560 33,9 199.740 32,6 203.260 30,8 86.770 53,3 124.030 54,5 80.910 48,2
Totale 532.840 100,0 611.890 100,0 660.090 100,0 162.930 100,0 227.570 100,0 167.800 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009
Con necessit di formazione Fino a 29 anni Senza esperienza specifca
2003 46,4 (1) 52,4
2004 65,9 (1) 48,6
2005 76,1 35,0 46,6
2006 74,4 32,6 51,8
2007 75,7 32,7 50,2
2008 75,0 32,5 50,2
2009* 79,9 30,5 46,8
(1)Valori non confrontabili con gli anni successivi.
* Il dato 2009, comprende i soli settori Industria e Servizi.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
204
II.6.4 Le imprese degli stranieri
Le caratteristiche e levoluzione dellimprenditoria straniera
A ne 2008, sulla base dei dati Infocamere, in Italia vi erano oltre 309.000
titolari di imprese individuali di nati allestero, di cui oltre il 77% di
cittadini extracomunitari e poco meno del 23% di cittadini comunitari.
Le attivit imprenditoriali a titolarit femminile rappresentano circa il 21
per cento del totale delle attivit, dimostrando in questi anni una notevole
capacit di crescita: sono passate da poco meno di 45 mila del 2004 ad
oltre 65 mila nel 2008 (tab. 6.57);
le imprese di titolari stranieri crescono in Italia a un ritmo sostenuto, in
controtendenza rispetto alle imprese italiane; anche nel 2008, nonostante
lo scenario economico, rispetto allanno precedente la crescita stata del
7,4 per cento (anno con la crescita meno rilevante degli ultimi cinque
anni), a fronte di una lieve contrazione delle imprese a titolarit italiana
(tab. 6.58);
quasi il 70 per cento degli imprenditori stranieri si colloca nella fascia di
et compresa tra i 30 e i 49 anni, il 14 per cento interessa quella di et
inferiore ai 30 anni e il 16 per cento appartiene alla fascia superiore ai
50 anni.
Va rilevato che questultima classe quella che negli ultimi anni sta
leggermente aumentando il suo peso relativo. Rispetto al totale delle
imprese italiane la differenza pi rilevante riguarda proprio questultima
classe di et, cio dai 50 anni in su, alla quale appartiene nel 2008 il 40
per cento delle imprese totali (tab. 6.59);
la distribuzione delle imprese attive di titolari nati allestero con
nazionalit straniera per attivit vede una forte presenza nel commercio
(37,5 per cento del totale delle imprese straniere) nelle costruzioni (32,2
per cento) e nelle attivit manifatturiere (11,1 per cento). Se si raffronta la
distribuzione settoriale delle imprese straniere con quelle totali nazionali
levidenza delle specializzazioni, in particolare nel settore delle costruzioni
e nel commercio, ancora pi marcata (tab. 6.60).
205
Il comparto manifatturiero e quello del commercio si presentano poi
con una struttura fortemente concentrata in alcune principali classi di
attivit: labbigliamento (oltre il 31 per cento del totale manifatturiero), le
industrie alimentari (quasi il 15 per cento), la fabbricazione e lavorazione
dei prodotti in metallo (14,3 per cento) e le pelli-calzature (quasi il 10 per
cento); nel commercio naturalmente quello al dettaglio che assorbe il
maggior numero di imprese (tab. 6.61 e 6.62);
per quanto concerne la distribuzione territoriale le imprese sono
principalmente collocate nel Centro Nord. Tra le regioni detiene il primato
la Lombardia, dove sono concentrate oltre il 21 per cento delle imprese
straniere totali, con un peso relativo stabile negli anni; seguono il Lazio, il
Veneto, il Piemonte e la Toscana (tab. 6.63);
interessante anche lanalisi della distribuzione delle imprese per
provincia. Come era ovvio aspettarsi, le province con una numerosit
di imprese pi elevata sono localizzate soprattutto nel Centro Nord, ma
tra le prime venti province per numerosit di imprese attive di titolari
stranieri presente anche il Sud con Napoli, Caserta e Lecce. Inoltre
rilevante notare che nella graduatoria non sono solo presenti capoluoghi di
provincia, ma anche province pi piccole (tab. 6.64); i dati evidenziano
delle specializzazioni settoriali in alcune delle 20 principali province per
numero di imprese immigrate: in quasi tutte le province il commercio e
costruzioni sono i principali settori, con leccezione di Prato che primeggia
con il tessile, Reggio Emilia con labbigliamento al secondo posto tra i
settori e, sempre al secondo posto, emerge la specializzazione di Firenze
nel comparto cuoio e calzature (tab. 6.65);
la rapida crescita della quota di imprese individuali gestite da stranieri non
attenuano le difcolt di accesso al credito che risultano molto superiori
rispetto a quelle costituite da italiani. Analisi condotte dalla Banca dItalia
indicano che il costo del credito per le ditte costituite da extra comunitari
superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte costituite da italiani,
a parit di caratteristiche dellimpresa e dellimprenditore
15
.
15 Fonte: Banca dItalia, Leconomia delle regioni italiane nellanno 2008.
206
T
a
b
.

6
.
5
7

T
i
t
o
l
a
r
i

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Tab. 6.59 Titolari di nazionalit straniera di imprese individuali per classe di et, 2004-2008
CLASSE DI ETA
2004 < 30 30-49 >=50 TOTALE
Comunitaria 11,7 67,4 20,9 100,0
Extra Comunitaria 15,8 70,7 13,5 100,0
TOTALE Straniere 15,2 70,2 14,6 100,0
TOTALE Italia 8,2 51,5 40,3 100,0
2005
Comunitaria 10,6 68,5 20,9 100,0
Extra Comunitaria 15,9 70,4 13,7 100,0
TOTALE Straniere 15,1 70,2 14,7 100,0
TOTALE Italia 7,9 52,0 40,1 100,0
2006
Comunitaria 9,9 68,9 21,2 100,0
Extra Comunitaria 15,6 70,2 14,2 100,0
TOTALE Straniere 14,8 70,1 15,1 100,0
TOTALE Italia 7,7 52,4 39,9 100,0
2007
Comunitaria 16,6 68,8 14,7 100,0
Extra Comunitaria 14,4 70,0 15,6 100,0
TOTALE Straniere 14,8 69,8 15,4 100,0
TOTALE Italia 7,5 52,7 39,9 100,0
2008
Comunitaria 16,7 68,7 14,6 100,0
Extra Comunitaria 13,5 69,9 16,6 100,0
TOTALE Straniere 14,2 69,7 16,1 100,0
TOTALE Italia 7,2 52,8 40,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
Tab. 6.60 Distribuzione per attivit economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008
Comunitaria Extra Comunitaria
Totale imprese
straniere
ITALIA
Agricoltura, caccia e silvicoltura 7,8 2,9 4,0 16,8
Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0,1 0,0 0,0 0,2
Estrazione di minerali 0,0 0,0 0,0 0,1
Attivita manifatturiere 8,0 12,0 11,1 12,1
Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 0,0 0,0 0,0 0,1
Costruzioni 48,1 27,5 32,2 15,2
Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 18,6 43,0 37,5 27,2
Alberghi e ristoranti 3,7 2,6 2,8 5,2
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 2,6 4,3 3,9 3,6
Intermediaz.monetaria e fnanziaria 0,9 0,6 0,6 2,0
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 5,3 4,5 4,7 11,4
Istruzione 0,3 0,1 0,2 0,4
Sanita e altri servizi sociali 0,1 0,1 0,1 0,5
Altri servizi pubblici,sociali e personali 4,1 2,1 2,6 4,5
Imprese non classifcate 0,3 0,3 0,3 0,7
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
208
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarit straniera attive nellindustria manifatturiera, 2008
Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE ITALIA
Industrie alimentari e delle bevande 19,0 13,9 14,7 16,6
Industria del tabacco 0,0
Industrie tessili 3,2 5,0 4,7 4,4
Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 8,2 35,9 31,4 7,2
Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 1,8 11,4 9,9 3,7
Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 8,0 3,0 3,8 7,2
Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,4 0,2 0,2 0,8
Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 3,3 1,2 1,5 5,1
Fabbric.coke,raffnerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,0 0,1
Fabbric.prodotti chimici e fbre sintetiche 0,3 0,1 0,1 1,2
Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 1,4 0,6 0,8 2,0
Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 4,5 1,8 2,3 4,6
Produzione di metalli e loro leghe 0,2 0,1 0,1 0,7
Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine 22,5 12,8 14,3 17,7
Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,1 2,4 2,8 7,6
Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,5 0,1 0,2 0,6
Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 2,4 1,0 1,2 3,0
Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0,6 0,3 0,3 0,9
Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 4,1 1,4 1,8 4,5
Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,4 0,1 0,1 0,5
Fabbric.di altri mezzi di trasporto 2,8 0,9 1,2 1,3
Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere 11,0 7,6 8,1 10,0
Recupero e preparaz. per il riciclaggio 0,3 0,3 0,3 0,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarit straniera attive nel commercio, 2008
Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE ITALIA
Comm.manut.e rip.autov. e motocicli 10,4 2,9 3,8 11,9
Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 29,9 14,9 16,6 31,7
Comm.dett.escl.autov-rip.beni pers. 59,7 82,2 79,6 56,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
209
Tab. 6.63 Distribuzione regionale dei titolari di impresa nati allestero, 2008
2004 2005 2006 2007 2008
ABRUZZO Comunitaria 3,0 3,1 3,0 2,8 2,8
Extra Comunitaria 2,8 2,7 2,7 2,7 2,6
TOTALE 2,9 2,8 2,8 2,7 2,7
BASILICATA Comunitaria 0,6 0,6 0,6 0,5 0,5
Extra Comunitaria 0,5 0,4 0,4 0,4 0,4
TOTALE 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4
CALABRIA Comunitaria 2,1 2,1 2,1 1,7 1,7
Extra Comunitaria 2,4 2,3 2,2 2,3 2,2
TOTALE 2,3 2,2 2,2 2,1 2,1
CAMPANIA Comunitaria 5,0 5,0 5,0 4,0 3,9
Extra Comunitaria 5,4 5,3 5,2 5,5 5,5
TOTALE 5,3 5,2 5,2 5,1 5,0
EMILIA-ROMAGNA Comunitaria 7,6 7,6 7,6 7,8 7,9
Extra Comunitaria 9,0 9,3 9,5 9,7 9,8
TOTALE 8,6 8,9 9,1 9,2 9,2
FRIULI-VENEZIA GIULIA Comunitaria 3,5 3,4 3,4 2,8 2,7
Extra Comunitaria 3,1 2,9 2,8 2,9 2,7
TOTALE 3,2 3,1 3,0 2,9 2,7
LAZIO Comunitaria 8,8 8,9 9,1 11,2 11,7
Extra Comunitaria 10,6 10,5 10,6 10,1 10,1
TOTALE 10,2 10,1 10,3 10,4 10,5
LIGURIA Comunitaria 3,3 3,3 3,3 2,9 2,9
Extra Comunitaria 3,2 3,2 3,2 3,3 3,4
TOTALE 3,2 3,2 3,2 3,2 3,2
LOMBARDIA Comunitaria 21,6 21,5 21,3 20,6 20,5
Extra Comunitaria 22,0 21,8 21,7 21,6 21,8
TOTALE 21,9 21,7 21,6 21,3 21,4
MARCHE Comunitaria 2,7 2,7 2,7 2,8 2,8
Extra Comunitaria 2,8 2,9 2,9 2,9 3,0
TOTALE 2,8 2,8 2,8 2,9 2,9
MOLISE Comunitaria 0,7 0,7 0,7 0,5 0,5
Extra Comunitaria 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4
TOTALE 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4
PIEMONTE Comunitaria 7,0 6,9 6,8 9,2 9,5
Extra Comunitaria 7,3 7,5 7,7 7,2 7,3
TOTALE 7,2 7,4 7,5 7,8 7,9
PUGLIA Comunitaria 4,2 4,3 4,2 3,3 3,2
Extra Comunitaria 3,1 3,0 2,8 2,9 2,9
TOTALE 3,3 3,3 3,1 3,0 3,0
SARDEGNA Comunitaria 2,7 2,7 2,7 2,1 2,1
Extra Comunitaria 1,7 1,6 1,6 1,6 1,6
TOTALE 1,9 1,9 1,8 1,8 1,8
SICILIA Comunitaria 6,2 6,1 6,3 5,0 4,9
Extra Comunitaria 4,5 4,5 4,3 4,6 4,5
TOTALE 4,9 4,9 4,8 4,7 4,6
TOSCANA Comunitaria 7,4 7,4 7,4 8,6 8,7
Extra Comunitaria 9,0 9,1 9,3 9,2 9,2
TOTALE 8,6 8,7 8,8 9,0 9,1
TRENTINO-ALTO ADIGE Comunitaria 4,2 4,1 4,1 3,3 3,2
Extra Comunitaria 1,3 1,3 1,3 1,4 1,4
TOTALE 2,0 2,0 1,9 1,9 1,9
UMBRIA Comunitaria 1,9 2,0 2,0 2,1 2,0
Extra Comunitaria 1,4 1,5 1,5 1,4 1,4
TOTALE 1,5 1,6 1,6 1,6 1,6
VALLE DAOSTA Comunitaria 0,4 0,3 0,3 0,3 0,3
Extra Comunitaria 0,2 0,2 0,2 0,2 0,1
TOTALE 0,2 0,2 0,2 0,2 0,2
VENETO Comunitaria 7,4 7,5 7,5 8,5 8,4
Extra Comunitaria 9,5 9,6 9,7 9,7 9,7
TOTALE 9,0 9,1 9,2 9,3 9,3
TOTALE Comunitaria 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Extra Comunitaria 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
210
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati allestero, 2008
Provincia N imprese
ROMA 9.606
MILANO 8.679
TORINO 8.016
FIRENZE 3.616
BRESCIA 3.191
VERONA 2.975
VICENZA 1.990
PADOVA 1.946
BOLOGNA 1.884
REGGIO EMILIA 1.878
TREVISO 1.601
NAPOLI 1.195
VARESE 1.733
SALERNO 1.611
BERGAMO 1.603
MODENA 1.499
CASERTA 1.391
GENOVA 1.017
PRATO 950
LECCE 900
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
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212
APPROFONDIMENTO 1
I risultati di unanalisi diretta Unioncamere-Nomisma-Crif
Lanalisi che segue riporta alcuni dei risultati provvisori di unindagine
campionaria realizzata nel 2009 su 621 imprese gestite da imprenditori
non italiani, molto utili per comprendere il comportamento degli imprendi-
tori immigrati e il prolo qualitativo di queste imprese. Il lavoro conclusivo
preveder un campione di 1.000 imprenditori su tutto il territorio naziona-
le e sar reso pubblico alla ne del 2009.
Le caratteristiche dellimprenditore e delle imprese
Si tratta di imprese il cui titolare immigrato possiede un buon livello di
istruzione e che, nella maggior parte dei casi, opera in proprio da un tempo
compreso tra uno e cinque anni (graf. A); solo il 10 per cento del campio-
ne ha realizzato in precedenza unaltra attivit autonoma, mentre per quasi
il 90 per cento rappresenta la prima esperienza imprenditoriale, anche
se in massima parte gli imprenditori possiedono unesperienza lavorativa
precedente: quasi l80 per cento faceva un altro mestiere, poco pi del 15
per cento era impegnato in piccoli lavoretti, mentre per meno del 5 per
cento lattivit in proprio rappresenta la prima occupazione (graf. B e C);
le prospettive dellimprenditore, nella maggior parte dei casi, guardano in
direzione di una presenza stabile in Italia e nella quasi totalit dei casi (ol-
tre il 90 per cento) stato proprio il titolare a creare lattivit, mentre solo
nell8 per cento lattivit esisteva gi in precedenza (graf. D); il modello
di impresa a socio unico quello assolutamente dominante, ma nel 45 per
cento dei casi le imprese vengono gestite dallimprenditore con almeno un
collaboratore (graf. E); si tratta di micro imprese con strutture organizza-
tive elementari: solo circa il 23 per cento ha pi di un addetto e il 96 per
cento nel 2008 ha fatturato meno di 250.000 euro (graf. F).
Lorganizzazione dellattivit, la posizione di mercato e il nanziamento
dellattivit
le attivit e le produzioni realizzate dalle imprese intervistate hanno ca-
ratteristiche diverse in termini di destinazione di mercato: circa il 58 per
cento vende i suoi prodotti in ambito locale e provinciale, per poco meno
del 25 per cento il riferimento di mercato quello regionale mentre il mer-
cato nazionale e internazionale un riferimento per il 17 per cento degli
213
intervistati e comunque quasi mai legato al paese di origine (graf. G);
sia i clienti che i fornitori sono in massima parte italiani mentre solo una
piccola quota, non superiore in entrambi casi al 4 per cento, del Paese di
origine (graf. H e I); rispetto al legame con il Paese di origine un risultato
sostanzialmente diverso relativo al personale, che in quasi il 56 per cen-
to dei casi in cui vi personale esterno alla famiglia, proviene dal paese
e dalla comunit di origine (graf. L) per quanto riguarda lorganizzazione
dellattivit, coerentemente con la dimensione delle imprese del campio-
ne, le pi importanti funzioni vengono svolte dal titolare, ed in particolare
quelle relative agli acquisti, le vendite, la produzione e la logistica, mentre
pi spesso gli aspetti nanziari vengono delegati al commercialista (circa
il 46 per cento degli intervistati) o svolti dallimprenditore con il supporto
di un esperto esterno (quasi il 25 per cento) (graf. M);
una quota consistente di imprenditori ha dichiarato di giocare il proprio
posizionamento competitivo sul buon rapporto qualit-prezzo (dichiarato
come punto di forza da circa il 32 per cento degli intervistati), ma assume
un importanza rilevante, per oltre il 19 per cento dei casi, il prezzo, segui-
to dallabilit tecnica dellimprenditore (oltre il 18 per cento) (graf. N);
le prospettive dellimpresa per il prossimo futuro risultano inuenzate,
come prevedibile, dalla pesante crisi economica: oltre il 67 per cento del-
le imprese si attende una diminuzione della domanda e per oltre il 28 per
cento degli intervistati la propria attivit potrebbe incontrare in futuro dif-
colt nanziarie; tra quelli che hanno segnalato come possibile problema
la diminuzione della domanda, la maggior parte sono preoccupati della
situazione negativa in cui versa leconomia italiana (oltre il 58 per cento),
seguono poi in ordine di importanza laumento della concorrenza e le pre-
visioni negative sullandamento del settore (segnalati rispettivamente da
quasi il 18 per cento e da oltre il 14 per cento) (graf. O e P);
per le imprese che temono difcolt nanziarie le cause sono da imputare
principalmente ai ritardi di pagamento dei clienti (25 per cento dei casi),
alle difcolt di accesso al credito per mancanza di garanzie (19 per cento)
e alle procedure troppo complesse per laccesso al credito (17 per cento)
(graf. Q );
va per evidenziato che circa il 57 per cento delle imprese autonanzia la
propria attivit o ricorre allaiuto di parenti (12 per cento), mentre solo il
21 per cento nanzia la sua attivit con il ricorso a prestiti bancari e il 2
per cento a nanziarie e societ di leasing (graf. R);
214
al limitato utilizzo delle banche come modalit di nanziamento dellattivi-
t dimpresa non corrisponde lassenza di rapporti con il sistema bancario,
dichiarato solo da circa il 21 per cento dei casi, mentre la restante quota
utilizza banche o nanziarie prevalentemente italiane (graf. S).
I servizi allimpresa
Le imprese a titolare immigrato reperiscono le informazioni sulle attivi-
t delle imprese principalmente tramite canali informali, almeno per ci
che riguarda il mercato (dove prevale il passaparola), il reclutamento e la
formazione del personale. Per gli adempimenti scali, lassistenza allim-
prenditore viene svolta da commercialisti e dai CAF (Centri di Assistenza
Fiscale). Per i problemi nanziari, dalle banche. Per quanto riguarda le
difcolt di accesso ai servizi allimpresa, i giudizi degli imprenditori sono
differenti a seconda della tipologia del servizio: sono maggiormente sen-
tite le esigenze di supporto allo sviluppo commerciale, dove la difcolt
principalmente segnalata quella di una scarsa conoscenza dellofferta di
questi servizi sul territorio, seguiti dai servizi per il supporto alle pratiche
burocratiche, soprattutto per i tempi lunghi che richiedono gli adempi-
menti amministrativi, mentre i servizi di reclutamento e formazione del
personale sono rilevanti solo per un numero limitato di imprese che segna-
lano spesso la mancanza di informazioni sulle strutture che erogano questa
tipologia di servizi (graf. T, U, V, Z);
215
Graf. A
1%
54%
33%
12%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Da meno di
un anno
Da 1 a 5
anni
Da 6 a 10
anni
Da oltre
10 anni
Anni di svolgimento della attivit in proprio
Graf. B
87%
10%
3%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
1^attivit in
proprio
2^ attivit in
proprio
3^ o pi
Esperienza in proprio dell'imprenditore
216
Graf. C
79%
4%
17%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Faceva un altro
mestiere
Non lavorava Faceva piccoli
lavoretti
Esperienza lavorativa precedente dell'imprenditore
Graf. D
92%
2%
6%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
Creata
dall'imprenditore
Esisteva gi
ed era gestita
da altri
Esisteva gi ed
era gestita da
italiani
Storia dell'azienda
217
Graf. E
54%
22,9%
9,5%
6,1%
2,6%
4,5%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
0 1 2 3 4 5 e pi
Numero di persone che aiutano l'imprenditore
Graf. F
96,1%
2,2% 1,2% 0,3%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
100,0%
Meno di
250.000
euro
Tra 250.000
e 500.000
euro
Tra 500.000
e 1.000.000
euro
Pi di
1.000.000
euro
Classe di fatturato 2008
218
Graf. G
58,2%
24,6%
13,1%
3,9%
0,3%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
Locale-
provinciale
Regionale Nazionale Internazionale Paese di
origine
Mercato di riferimento dei prodotti
Graf. H
3,6% 3,5%
92,9%
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
100,0%
Immigrati della
sua comunita
Immigrati non
della sua
comunita
Italiani
Clienti principali
219
Graf. I
55%
28%
9%
4%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Locali Nazionali Internazionali Paese di
origine
Fornitori
Graf. L
18,5%
17,2%
55,8%
8,6%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
Italiano Della
comunit
di origine
Del paese
di origine
Di altre
comunit
immigrate
Personale dipendente
220
Graf. M
28,2%
24,8%
46,4%
87,3%
3,5%
4,5%
90,5%
1,8%
1,3%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
100,0%
F
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A
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l
o
g
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s
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i
c
a
Organizzazione dell'impresa
imprenditore
Imprenditore con
supporto esterno
Consulente esterno
Graf. N
2,3%
19,2%
14,4%
0,8%
32,1%
18,2%
2,6%
10,3%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
f
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P
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L
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s
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b
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A
l
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o
Punti di forza
221
Graf. O
67,5%
28,7%
1,4%
2,4%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
Diminuzione
della
domanda
Difficolta
finanziarie
(bancarie)
Mancanza di
personale
Difficolt
produttiva e
nei trasporti
Possibili problemi futuri
Graf. P
58,4%
14,4%
6,3%
17,7%
3,3%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
S
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A
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r
o
Motivazione della diminuzione della domanda
(per chi rileva questo problema)
222
Graf. Q
17,1%
4,3%
7,1%
19,3%
25,0%
10,0%
17,1%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
A
l
t
r
o
Motivazione delle difficolt finanziarie
(per chi rileva questo problema)
P
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p
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o
Graf. R
56,7%
12,2%
4,7%
0,8%
21,4%
2,1% 2,1%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
p
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o
Modalit di finanziamento
A
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m
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o
223
Graf. S
20,8%
78,8%
0,2% 0,2%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
Non uso
mai banche
e
finanziarie
Con sede
in italia
Con sede
all estero
in paesi
Unione Eu
Con sede
all estero
in paesi
extra Uni
Utilizzo di banche e finanziarie
Graf. T
32%
2%
6%
4%
55%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Servizi di supporto allo sviluppo commerciale
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224
Graf. U
8%
6%
15%
6%
64%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Uffici per le pratiche burocratiche
N
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Graf. V
15%
2% 2%
3%
77%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
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Uffici per reclutamento e formazione
225
Graf. Z
9%
14%
4%
3%
70%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Prestiti e finanziamenti
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226
APPROFONDIMENTO 2
La dinamica del credito dei Piccoli Operatori Immigrati
La presenza della crisi profonda che si manifestata con grande rapidit ha
inuito sulla dinamica del credito: le imprese chiedono meno nanziamenti
e le banche hanno irrigidito i criteri di erogazione del credito con evidenti
penalizzazioni per le imprese immigrate che, come stato messo in evidenza
dalla Banca dItalia pagano tassi mediamente pi alti.
I dati sulla dinamica del credito di questo approfondimento sono tratti dalla
banca dati EURISC di Crif che collegata via telematica a oltre seicento
banche e nanziarie, grazie al quale possibile accedere ai dati conservati,
ogni qual volta se ne presenta la necessit, quali ad esempio a fronte di
richiesta di un nanziamento e controllare pertanto lafdabilit creditizia
del richiedente. CRIF censisce a dicembre 2008 su Eurisc oltre 4.330.000
aziende.
Analizzando la presenza territoriale del credito ai piccoli operatori immigrati
(POI, ovvero imprese con un fatturato inferiore a 2,5 milioni di euro, un im-
porto medio di afdamento inferiore a 250 mila euro e un numero di addetti
inferiore alle 10 unit) si osserva una maggiore presenza nel Nord del Paese
(32,2 per cento nel Nord Ovest e 29,8 per cento nel Nord Est) ma anche una
quota non trascurabile nel Centro (19,6 per cento) e nel Sud e Isole (18,4 per
cento) (graf. AA);
lanalisi dei nanziamenti ai POI per forma tecnica evidenzia un lieve spo-
stamento, in termini relativi, dal credito al consumo; questultimo passa in-
fatti da un peso relativo del 64,9 per cento nel dicembre 2006 al 68,8 per
cento nel dicembre 2008, a fronte di un aumento dei mutui (che passano dal
9,7 per cento all11,1 per cento); il peso relativo dominante del credito al
consumo conferma come le attivit delle ditte individuali in termini di cre-
dito siano pi vicine alle forme tecniche relative ai privati. Gli importi sono
bassi, probabilmente utilizzati per investimenti ridotti, e sono pochi i mutui
immobiliari e artigiani (graf. AB, tab. A e B);
I dati sul tasso di decadimento, che un indice di usso che misura il dete-
rioramento del credito in un anno (misurato rapportando il numero di clienti
227
afdati che entrano in un stato di default-3/6 rate scadute e non pagate o 3/6
segnalazioni mensili e consecutive di sconno per oltre il 20 per cento - tra
t0 e tl rispetto al numero di clienti afdati in essere e non a default presenti
in portafoglio al tempo t0) evidenziano come il rischio nettamente pi ele-
vato per i POI rispetto ai POE (piccoli operatori economici) ed in costante
aumento dal giugno 2007 al dicembre 2008 (graf. AC).
Graf. AA
Distribuzione delle consistenze per macroarea (dic 2008)
32,2%
29,8%
19,6%
18,4%
Nord Ovest Nord Est Centro Sud -Isole
Graf. AB
9,7%
69,4%
20,9%
11,2%
70,6%
18,1%
10,7%
70,8%
18,5%
10,9%
69,4%
19,7%
11%
69%
20%
0%
20%
40%
60%
80%
100%
2006-12 2007-06 2007-12 2008-06 2008-12
Distribuzione dei contratti accettati per forma tecnica
mutui crcc leas
228
Tab. A Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi
Importo medio fnanziato per forma tecnica
Dic-06 Giu-07 Dic-07 Giu-08 Dic-08
Mutui 62.636 57.216 60.652 62.712 61.794
Credito al consumo 16.179 17.084 18.076 18.425 18.412
Leasing 28.333 28.367 28.134 29.160 28.575
Fonte: dati CRIF Decision Solutions
Tab. B Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi
Mutui % sul tot. importi % sul tot. contratti Importo medio
Mutui chirografari 45% 72% 20.400
Mutui immobiliari 45% 16% 89.625
Mutui artigiani 6% 7% 29.791
Mutui per ristrutturazione 4% 5% 23.789
Fonte: dati CRIF Decision Solutions
Graf. AC
Tasso di decadimento 180 gg - confronto POE-POI
4,8%
4,9%
5,4%
6%
2,1%
2,2%
2,5%
3%
0,0%
1,0%
2,0%
3,0%
4,0%
5,0%
6,0%
7,0%
giu-07 dic-07 giu-08 dic-08
decadimento POI decadimento POE
229
II.7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio
coi paesi di origine
II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dallItalia
Lindicatore pi diretto per misurare il rapporto tra immigrati e paesi di
origine la quantit di rimesse inviate. A questo proposito, interessante
notare come la parte pi consistente delle rimesse inviate dallItalia nel
2007 fosse diretta verso la Cina, la quale attira da sola quasi il 30 per cento
del totale inviato. Una proporzione non scontata, se messa in relazione al
peso della comunit cinese sul totale degli stranieri residenti in Italia: i
residenti cinesi rappresentavano nel 2007 circa il 5 per cento di tutta la
popolazione straniera residente, ben alle spalle di albanesi (quasi 13 per
cento), romeni e marocchini (circa 11 per cento) (tab. 7.1).
importante sottolineare qui due fenomeni che spiegano in parte questo
squilibrio: innanzitutto, parte dei trasferimenti di denaro cinese allestero
riguarda il pagamento di beni importati in Italia dalla Cina. In secondo
luogo, soprattutto nel caso dei paesi pi vicini allItalia, esistono molti
canali informali di invio delle rimesse, che risultano quindi sottostimate
rispetto al loro reale valore. Un caso interessante quello dellAlbania.
Secondo unindagine effettuata nel 2007 da Nomisma per la Regione Emilia-
Romagna sulle rimesse degli immigrati albanesi
16
, nel 2006 quasi il 70 per
cento dei trasferimenti veniva effettuato tramite canali informali, ovvero in
contanti afdati ad amici e parenti o di persona in occasione di viaggi in
Albania (graf. 7.1).
Confrontando i dati sui ussi di rimesse relativi al 2006 con quelli relativi al
2007, la crescita complessiva del volume delle rimesse in uscita dallItalia
stata trainata in maniera determinante dallaumento delle rimesse verso
la Cina, che sono praticamente raddoppiate in termini di incidenza sul
totale degli invii e quasi triplicate in termini assoluti, passando da circa 680
milioni di euro a oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro (graf. 7.2).
16 Il dato in questione proviene dallindagine campionaria effettuata da Nomisma per la Re-
gione Emilia-Romagna nel 2007: Indagine sulla comunit albanese in Emilia-Romagna:
dinamiche abitative, mobilit, lavoro, trasferimento e utilizzo delle rimesse. Lindagine
stata condotta su un campione di 122 famiglie, in rappresentanza delle circa 9.000 fami-
glie albanesi residenti nel territorio della Regione. Per ogni famiglia stato intervistato un
membro, il quale doveva essere impiegato e residente in Italia da almeno due anni.
230
Per quanto riguarda la variazione dei ussi di rimesse, dal 2000 al 2007 si
vericata una crescita costante del volume delle rimesse, in maniera pi che
proporzionale rispetto alla crescita della popolazione residente straniera. Il
totale annuale delle rimesse passato da circa 600 milioni di euro nel 2000
a pi di 6 miliardi di euro nel 2007, pari allo 0,4 per cento del Prodotto
Interno Lordo italiano (tab. 7.2).
Laumento straordinario del volume delle rimesse pu essere ricondotto a
una serie di fattori diversi. In primo luogo, a partire dal 2001 i ussi di
ingresso di stranieri sono aumentati considerevolmente. In secondo luogo,
a partire dal 2006 vengono conteggiati nel calcolo delle rimesse anche i
trasferimenti di fondi effettuati tramite money transfer. Un terzo elemento
da non trascurare la regolarizzazione del 2002, che legalizzando il soggiorno
di molti lavoratori stranieri ha consentito il ricorso a canali formali di invio
delle rimesse.
Per quanto riguarda le regioni di invio, interessante notare come anche
in questo caso le principali regioni per volume di invio non corrispondano
esattamente alle regioni con la maggior presenza di stranieri. Il Lazio infatti
la regione da cui sono state inviate pi rimesse nel 2007, con una quota
del 26 per cento sul totale delle rimesse inviate dallItalia, senza dubbio
grazie alla forte presenza di una comunit lippina, che tra le comunit pi
importanti per invio di rimesse. Dietro il Lazio si collocano Lombardia, che
anche la regione che ospita il maggior numero di stranieri (circa un quinto
del totale), e Toscana, in virt di una forte presenza cinese nella provincia
di Prato. Questultima conta da sola per il 7 per cento circa delle rimesse
totali dallItalia. Restano pi indietro invece regioni con una forte presenza
straniera, quali Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte (tab. 7.3).
231
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dallItalia per paese di destinazione, 2007
Paese Rimesse 2007
Incidenza % su tot.
rimesse
% stranieri residenti del paese su
tot. stranieri residenti
Cina (a) 1.687.533.000 27,92 4,93
Romania 789.597.000 13,06 11,64
Filippine 727.930.000 12,04 3,45
Marocco 339.411.000 5,62 11,68
Senegal 252.278.000 4,17 2,04
Brasile 152.765.000 2,53 1,17
Albania (b) 143.660.000 2,38 12,79
Bangladesh 143.072.000 2,37 1,69
Per 127.896.000 2,12 2,26
Ecuador 125.748.000 2,08 2,34
India 103.064.000 1,71 2,36
Ucraina 102.056.000 1,69 4,09
Tunisia 101.052.000 1,67 3,03
Colombia 92.720.000 1,53 0,60
Polonia 73.986.000 1,22 2,47
Rep. Dominicana 68.681.000 1,14 0,61
Moldavia 54.567.000 0,90 1,90
Nigeria 48.446.000 0,80 1,28
Altri paesi 909.598.000 15,05 29,68
Totale (c ) 6.044.060.000 100,00 100,00
Note:
(a) La Cina risulta essere il Paese di destinazione di circa il 27 per cento delle rimesse, a fronte di una percentuale di cittadini
cinesi residenti in Italia pari a circa il 5 per cento delle presenze di stranieri sul territorio italiano al 1 gennaio 2007. Tale divario
potrebbe essere riconducibile anche a trasferimenti di fondi per pagamento di beni importati in Italia dalla Cina.
(b) Nel caso dellAlbania, il 12 per cento circa di cittadini albanesi residenti in Italia al 1 gennaio 2007 ha effettuato nellanno
trasferimenti per circa il 2,5 per cento delle rimesse totali. La differenza fra queste due grandezze potrebbe essere spiegata dal ricorso
a canali informali di trasferimento di fondi.
(c ) Il dato complessivo riferito alle rimesse quello utilizzato per la redazione della bilancia dei pagamenti (B.d.P.) e non
comprende le rimesse effettuate direttamente tramite il sistema bancario, che comunque rappresentano una quota trascurabile
dellammontare totale delle rimesse. Nella B.d.P. 2007, le rimesse degli immigrati rappresentavano il 18% del totale dei pagamenti
per trasferimenti unilaterali in conto corrente e il 41% dei soli trasferimenti privati
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF-Banca dItalia.
232
Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
in contanti, portati
personalmente in
occasione di viaggi
in Albania
in contanti, affidati
a amici/parenti di
fiducia tornati in
Albania
tramite lagenzia
Western Union
tramite lagenzia
Money Gram
tramite vaglia
postale
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
Tab. 7.2 Flussi di rimesse dallItalia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL)
Anno Tot. Rimesse
Variazione annuale,
%
Rimesse procapite
(a)
Variazione annuale, % Rimesse/PIL %
2000 588.468 15,26 463,2 0,05
2001 749.401 27,30 511,7 10,50 0,06
2002 791.616 5,60 593 15,90 0,06
2003 1.167.060 47,40 753,3 27,00 0,09
2004 2.706.106 131,90 1.359,70 80,50 0,19
2005 3.900.793 44,10 1.623,90 19,40 0,27
2006 4.528.861 16,10 1.695,90 4,40 0,31
2007 6.044.060 33,50 2.056,60 21,30 0,39
Variazione 2000-2007 927,10 444
Note: (a) calcolato sul numero di stranieri residenti in quellanno.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca dItalia.
233
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dallItalia per regione di invio, 2007
Regione Rimesse (migliaia ) Incidenza % (a) Variazione % 2000-2007
Abruzzo 62.259 1,0 642,1
Basilicata 13.652 0,2 1817,4
Calabria 83.339 1,4 1272,5
Campania 280.771 4,7 1934,1
di cui Napoli 170.810 60,8
Emilia Romagna 398.218 6,6 1207,3
di cui Bologna 126.137 31,7
Friuli Venezia Giulia 54.772 0,9 423,5
Lazio 1.573.449 26,0 791,3
di cui Roma 1.505.137 95,7
Liguria 158.492 2,6 1267,0
di cui Genova 95.313 60,1
Lombardia 1.242.919 20,6 628,4
di cui Brescia 127.300 10,2
di cui Milano 824.872 66,4
Marche 92.954 1,5 1229,4
Molise 8.914 0,2 283,1
Piemonte 292.088 4,8 2315,2
di cui Torino 180.411 61,8
Puglia 96.480 1,6 328,4
Sardegna 55.896 0,9 765,1
Sicilia 174.300 2,9 471,3
Toscana 867.816 14,4 2391,8
di cui Firenze 244.298 28,2
di cui Prato 449.739 51,8
Trentino-Alto Adige 48.663 0,8 479,2
Umbria 71.851 1,2 2272,1
Valle dAosta 7.305 0,1 2436,5
Veneto 406.958 6,7 1157,9
di cui Padova 104.588 25,7
Non ripartibili 52.964 0,9 0,0
Italia 6.044.060 100,0 927,1
Note: (a) per le province selezionate si intende lincidenza delle province sul totale regionale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca dItalia.
234
Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dallItalia per paese di destinazione, confronto 2006-2007
17,5
11,5
6,5
4,6
3,3
3,1
2,4 2,5
2,9
27,9
12,0
5,6
4,2
2,5 2,4 2,4
2,1 2,1
15,5
13,1
0
5
10
15
20
25
30
C
I
N
A

R
E
P
.
P
O
P
.
R
O
M
A
N
I
A
F
I
L
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M
A
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O
C
C
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N
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G
A
L
B
R
A
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I
L
E
A
L
B
A
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I
A
B
A
N
G
L
A
D
E
S
H
P
E
R
U
'
E
C
U
A
D
O
R
2006 2007
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF - Banca dItalia.
235
APPROFONDIMENTO 1
Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e investimento delle ri-
messe degli albanesi in Emilia-Romagna
17
Un caso di studio utile nellanalisi dellimpatto delle rimesse sui territori
di origine lAlbania, dove le rimesse nel 2006 ammontavano al 15,4 per
cento dellintero prodotto interno lordo. I dati che emergono sono signi-
cativi. In primo luogo, emerge chiaramente quanto sia ancora diffuso
lutilizzo di canali informali di invio delle rimesse (tab. A). In secondo
luogo, risulta chiaro quanto forte possa essere limpatto delle rimesse per
le comunit e i territori dorigine. Nelle zone urbane (Tirana) le rimesse
costituivano in media nel 2006 il 22 per cento delle entrate delle famiglie,
mentre nelle zone rurali (Elbasan) la quota era addirittura del 40 per cento
(graf. A1 e A2). Naturalmente occorre osservare che le rimesse hanno un
impatto molto selettivo, ovvero inuenzano direttamente solo chi le riceve,
e normalmente si tratta non degli strati pi poveri della popolazione, ma
di famiglie che sono state in grado di sostenere linvestimento iniziale del
progetto migratorio.
Uno degli aspetti pi interessanti riguarda limpatto delle rimesse sulla spesa
delle famiglie in istruzione e cure sanitarie. Le famiglie che ricevono rimesse
aumentano in maniera considerevole la quota di spesa in questi ambiti (graf.
B). Questo era vero sia nelle zone rurali che in quelle urbane, a testimo-
nianza dellimpatto positivo non solo per quanto riguarda laccesso ai beni
di consumo, ma anche a servizi in grado di migliorare la qualit della vita
delle famiglie. In particolare, a Tirana la spesa in istruzione e cure sanitarie
aumenta in media di 5 punti percentuali, mentre ad Elbasan la spesa in
istruzione aumenta di 5 punti percentuali e quella in cure sanitarie di 7.
17 I dati riportati in questo Approfondimento provengono da una serie di indagini svolte da
Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel corso del 2007, alcune delle quali svolte in
collaborazione con le Universit di Tirana e di Elbasan. In particolare, i dati sui compor-
tamenti delle famiglie albanesi residenti in Emilia-Romagna, provengono dallindagine
sugli albanesi in Emilia-Romagna gi citata nella Nota 1 di questo capitolo. I dati sulla
variazione dei comportamenti di spesa e di risparmio delle famiglie che ricevono rimesse
rispetto al totale della popolazione, provengono dallanalisi econometrica delle informazioni
censuarie sulla misurazione degli standard di vita raccolte dallIstituto Nazionale di Sta-
tistica albanese, col supporto di Banca Mondiale; il campione indagato ha incluso 16.521
individui e 3.599 nuclei familiari, dei quali il 54,4% residenti in aree urbane e il 45,6% in
aree rurali. I risultati dellanalisi sono stati contestualizzati ed aggiornati con due indagine
campionarie realizzate su un campione di 200 famiglie a Elbasan e di 200 famiglie a
Tirana che avevano almeno un membro della famiglia allestero.
236
Il caso albanese sembra inoltre sostenere la tesi per cui le migrazioni ten-
dono ad assumere un carattere non permanente, anzi orientato al ritorno.
Secondo lindagine Nomisma 2007 svolta sul territorio dellEmilia-Roma-
gna, circa il 50 per cento delle famiglie di origine albanese intervistate
vedeva il proprio futuro in Albania, mentre solo il 23 per cento progettava
di restare in Italia e un altro 30 per cento rimaneva incerto (tab. B).
Tab. A Canali di invio delle rimesse in Albania nel 2006
in contanti, portati personalmente in occasione di viaggi in Albania 40
in contanti, affdati a amici/parenti di fducia tornati in Albania 28,8
tramite lagenzia Western Union 18,8
tramite lagenzia Money Gram 1,3
in contanti tramite servizi di trasporto a pagamento -
attraverso banche/istituti di credito -
tramite vaglia postale 11,3
in contanti, via posta -
Totale 100
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
237
Graf. A.1 Composizione del reddito delle famiglie albanesi in aree urbane (Tirana)
e rurali (Elbasan), 2007
39,3
16,5
2,6
41,6
59,1
14,6
4,1
22,2
0
10
20
30
40
50
60
70
Redditi da lavoro Altre fonti di reddito Rendite Rimesse
Elbasan Tirana
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
Graf. A.2 Incidenza delle rimesse sui redditi delle famiglie in Albania, 2006 ()
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
Elbasan Tirana
Valore medio delle rimesse
ricevute per famiglia
Reddito medio annuale per
famiglia
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
238
Graf. B Quota di spesa per cure sanitarie e istruzione: confronto tra totale
popolazione e famiglie che ricevono rimesse, per aree urbane (Tirana) e aree rurali
(Elbasan), 2006
Totale popolazione
1,8
2,4
3,7
4,6
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
3,5
4
4,5
5
Tirana Elbasan
Istruzione
Cure sanitarie
Famiglie che ricevono rimesse
0
2
4
6
8
10
12
14
Tirana Elbasan
Istruzione
Cure sanitarie
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati indagine Istituto Statistico albanese 2002
239
Tab. B Le famiglie albanesi in Emilia-Romagna e le prospettive per il futuro, 2006
Provenienza Tempo di permanenza in Italia
Dove le famiglie vedono il
proprio futuro
Totale Totale
Elbasan Tirana
2 - 5 6 - 10
oltre 10 anni
n. % anni anni
in Albania 57 46,7% 55,4% 39,4% 47,1% 50,0% 41,7%
in Italia 28 23,0% 23,2% 22,7% 20,6% 19,2% 30,6%
non sanno, devono ancora
decidere
37 30,3% 21,4% 37,9% 32,4% 30,8% 27,8%
Totale 122 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007.
240
II.7.2 La migrazione di ritorno
Misurare il numero di stranieri che fa ritorno nel proprio paese di origine
un esercizio complesso. Innanzitutto, necessario distinguere tra ritorni
coatti e ritorni volontari. In questo capitolo ci occuperemo solo di ritorni
volontari, che consentono qualche riessione su aspetti qualitativi della
migrazione odierna, soprattutto in relazione ai processi di integrazione tra
territori di origine e di arrivo e per limpatto sui processi di sviluppo dei
paesi di partenza.
In secondo luogo, esistono diverse categorie di ritorno anche allinterno dei
ritorni volontari. In particolare, solo una piccola parte di chi fa ritorno nel
proprio paese usufruisce di programmi di assistenza al ritorno volontario.
Avere una misura precisa di quanti stranieri fanno ritorno al loro paese di
origine piuttosto difcile. Una stima si pu azzardare analizzando i ussi di
emigrazione dallItalia. Secondo Eurostat, i ussi di emigrazione di cittadini
stranieri dallItalia sono cresciuti costantemente dal 1999 al 2005, con
lunica eccezione del 2002 che risente degli effetti della regolarizzazione
del 2001 (tab. 7.4).
Sono dati che naturalmente sottostimano il fenomeno: non solo non tengono
conto del movimento degli stranieri in posizione non regolare, ma anche il
calcolo riguardante gli stranieri regolarmente presenti risente della difcolt
di distinguere tra chi esce dallItalia per far ritorno nel proprio paese di
origine, chi esce solo temporaneamente e chi esce per trasferirsi in un altro
paese. Secondo lOCSE, una percentuale compresa tra il 20 per cento e il
50 per cento degli immigrati lascia il paese di destinazione entro cinque
anni dallarrivo. Prendendo in considerazione il volume dei ussi di ingresso
in Italia, dal 2003 al 2007, il numero medio di ingressi per anno stato
superiore a 370.000 individui. Questo vorrebbe dire, stando alle stime
pi caute dellOCSE, che i migranti di ritorno sarebbero un numero ben
maggiore rispetto a quelli registrati dai ussi di emigrazione.
Per quanto riguarda invece il caso pi specico del ritorno volontario assistito,
si tratta di un particolare tipo di migrazione di ritorno, che sostenuta da
speciali programmi statali. Tra il 1991 e il 2006 hanno beneciato di questo
programma 7.223 individui; va tenuto conto che i programmi per il ritorno
non sono aperti a tutti gli immigrati, ma solo a determinate categorie: i casi
di emergenza umanitaria, i richiedenti asilo e rifugiati, le vittime della tratta
241
e i casi umanitari (che comprende minori non accompagnati, lavoratori
in difcolt e persone in stato di vulnerabilit). Sono invece esclusi gli
immigrati irregolari (graf. 7.3).
Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dallItalia, 1999-2005
1999 2000 2002 2003 2004 2005
Flussi emigrazione totale 64.873 56.601 41.756 48.706 49.910 53.931
Flussi emigrazione italiani 56.283 47.480 34.056 39.866 39.155 41.991
Differenza 8.590 9.121 7.700 8.840 10.755 11.940
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
Graf. 7.3 Beneciari deI ritorno voIontario assistito, 1991-2006
Totale beneficiari 1991-2006:
7.223
0,727
0,11
0,063
0,099
Emergenze umanitarie
Asilo
Vittime tratta
Casi umanitari/Lavoratori in
difficolt
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network, 2006, Migrazioni di ritorno: il caso italiano, su
informazioni del Ministero dellInterno.
242
APPROFONDIMENTO 2
Il ritorno dei cittadini dellEuropa dellallargamento: il caso del
Regno Unito
Un caso utile alla comprensione delle dinamiche che regolano le migra-
zioni di ritorno quello del Regno Unito e dei ussi di immigrazione pro-
venienti dai Nuovi Stati Membri del 2004 (Polonia, Slovacchia, Slovenia,
Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, esclusi Cipro e
Malta) e del 2007 (Romania e Bulgaria). Il Regno Unito stato uno dei tre
Stati Membri che nel 2004 e nel 2007 non ha posto vincoli daccesso al
proprio mercato del lavoro da parte dei cittadini neo-comunitari. Verosi-
milmente, questo ha eliminato la preoccupazione di perdere la possibilit
di ingresso nel Regno Unito per chi fosse uscito dai suoi conni. Secondo
uno studio recente dellInstitute for Public Policy and Research
18
, il ri-
sultato stato un forte aumento della propensione dei cittadini di questi
paesi a formulare un progetto migratorio non permanente. La percentuale
di stranieri provenienti dai Nuovi Stati Membri che resta nel Regno Unito
per meno di due anni aumentata costantemente dal 2001, passando dal
38 per cento al 64 per cento (graf. C).
Le caratteristiche delle migrazioni di ritorno appaiono complesse anche
in ragione dei fattori non solo economici, ma anche culturali e personali,
che la animano, secondo lindagine condotta sempre da IPPR su alcuni
migranti polacchi ritornati in patria. Le prime due motivazioni indicate
come centrali nel decidere di tornare in Polonia sono infatti la nostalgia di
casa e la mancanza della famiglia (tab. C). Si tratta in genere di persone
con un livello di istruzione molto elevato, trasferitesi nel Regno Unito per
continuare gli studi o per svolgere unesperienza professionale formativa,
e che successivamente decidono di tornare in patria.
18 Floodgates or turnstiles? Post-EU enlargement migration ows to (and from) the UK,
April 2008.
243
Graf. C Permanenza nel Regno Unito dei cittadini stranieri provenienti dai Nuovi Stati
Membri, 2001 e 2007
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
2001 2007
Pi di 10 anni
5-10 anni
3-5 anni
2-3 anni
1-2 anni
Meno di 1 anno
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.
Tab. C Ragioni per ritornare in Polonia, indagine su cittadini polacchi ritornati in Polonia,
2009
Ragioni per ritornare %
Mi mancava casa 36
Per stare con la famiglia 29
Sono venuto solo per lavorare temporaneamente 18
Ho sempre pensato di tornare una volta accumulato abbastanza denaro 16
Per continuare listruzione in Polonia 15
Ho sempre pensato di tornare una volta trascorso un certo periodo di tempo nel Regno
Unito
14
Non riuscivo a guadagnare abbastanza soldi 7
Il/La mio/a partner ritornato in Polonia 7
Il costo della vita nel Regno Unito troppo alto 5
Volevo che i miei fgli crescessero in Polonia 4
Non riuscivo a trovare un lavoro al pari delle mie qualifche 4
Non riuscivo a trovare un lavoro nel Regno Unito 4
Le condizioni abitative nel Regno Unito sono sfavorevoli 3
Leconomia polacca pi solida di quando sono partito 3
Non mi sentivo benvenuto nel Regno Unito 3
Le condizioni di lavoro nel Regno Unito sono sfavorevoli 3
Per comprare/costruire una propriet in Polonia 3
Note: La somma delle percentuali maggiore di 100 perch era possibile dare pi di una risposta.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.
244
II.7.3 Migrazioni e sviluppo
I ussi di rimesse, in tutto il mondo, sono di molto superiori agli aiuti allo
sviluppo per quantit di fondi trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Questo
avviene anche in Italia, dove il totale delle rimesse negli anni 2005-2006-
2007 ha superato i 14 miliardi di euro, mentre il totale erogato nello stesso
periodo dalla cooperazione allo sviluppo stato poco pi di 2 miliardi e
mezzo di euro.
Questo risulta tanto pi vero se si osservano solo i fondi e i progetti nanziati
dalla Cooperazione Italiana rivolti a iniziative che favoriscono la correlazione
tra migrazioni e sviluppo. Secondo i dati forniti dalla Direzione Generale
Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, i fondi impegnati
in progetti legati alle migrazioni sono cresciuti notevolmente nellultimo
triennio, sia in termini assoluti che in termini relativi. Si passati, infatti,
dai 2,3 milioni di euro impegnati nel 2006 ai 12,1 impegnati nel 2008 (tab.
7.5), mentre in relazione al totale delle spese sostenute dalla cooperazione
allo sviluppo la quota percentuale impegnata per progetti legati alle
migrazioni quasi triplicata durante lo stesso periodo (tab. 7.6).
Per quanto riguarda le aree di destinazione dei progetti legati alle migrazioni,
la Cooperazione allo Sviluppo ha agito prevalentemente nel continente
africano, al quale sono state assegnate circa il 40 per cento delle risorse
impegnate. Sembra invece in calo il peso rivestito dalle risorse assegnate
a organizzazioni internazionali come contributo volontario (in particolare
allOrganizzazione Internazionale per le Migrazioni), a favore soprattutto di
interventi diretti verso lAsia e lAmerica Latina (graf. 7.4).
245
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei
fondi, 2006-2008 ()
2006 2007 2008
Africa 999.224 2.745.526 5.752.387
Europa 226.950 249.229 2.933.930
America Latina 68.942 75.851 1.155.579
Asia - - 1.106.912
ONG - 77.132 274.973
Contributo volontario OIM 1.000.000 4.000.000 950.000
Totale 2.295.116 7.147.739 12.173.781
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla
Cooperazione allo Sviluppo, 2006-2008 (milioni di euro)
Cooperazione allo Sviluppo Settore migrazioni Incidenza percentuale, %
2006 327,6 2,23 0,68
2007 616,5 7,27 1,18
2008 703,5 12,5 1,78
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
246
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per
continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 ()
2006
43%
10%
3%
44%
Africa
Europa
America Latina
Contributo volontario OIM
2007
38%
3%
1%
1%
57%
Africa
Europa
America Latina
ONG
Contributo volontario OIM
2008
48%
24%
9%
9%
2%
8%
Africa
Europa
America Latina
Asia
ONG
Contributo volontario OIM
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
247
II.7.4 Linterscambio commerciale con i paesi di origine
Analizzando il usso di interscambio commerciale tra lItalia e i paesi con
la pi forte presenza sul territorio italiano, evidente che dal 1999 al 2008
le esportazioni italiane sono cresciute in termini percentuali molto di pi
verso i paesi in via di sviluppo che verso i paesi sviluppati. interessante
vedere come tra i paesi verso i quali le esportazioni italiane sono aumentate
maggiormente gurino quei paesi da cui proviene la maggior parte degli
stranieri presenti in Italia, in particolare Cina, Albania, Romania e
Marocco. Naturalmente, non possibile dedurre un legame diretto tra ussi
migratori ed esportazioni. Questo dato pu tuttavia suggerire che i rapporti
commerciali risultano favoriti se si instaurano rapporti diretti tra il territorio
di origine e quello di provenienza, e che le diaspore sembrano favorire lo
sviluppo di rapporti commerciali (graf. 7.5).
Una certa cautela deve guidare poi lanalisi dellaumento percentuale
delle esportazioni verso un paese. Questo aumento, infatti, pu non essere
determinato da unaumentata capacit attrattiva delle merci provenienti
dallItalia, ma da un pi generale aumento delle importazioni da parte del
paese in via di sviluppo. Possiamo controllare la capacit di penetrazione
in un mercato delle esportazioni italiane andandone ad osservare la quota
italiana di mercato in quel paese. Da questa analisi emerge un andamento
non univoco. In alcuni paesi lItalia ha saputo aumentare le proprie quote di
mercato (Ucraina, Marocco, Per), mentre nella maggior parte dei casi presi
in considerazione le quote di mercato sono rimaste praticamente inalterate
(Albania, Moldavia, Egitto). Due vistose eccezioni risultano essere Cina e
Romania, verso le quali lItalia, pur aumentando le sue esportazioni in termini
assoluti (tab. 7.7), ha perso quote di mercato importanti (tab. 7.8).
248
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base
1999)
0
1
2
3
4
5
6
7
Ucraina Moldavia Per Cina Albania Romania Marocco Europa Francia Germania Giappone Stati
Uniti
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
249
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro)
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
EUROPA 157.688 180.991 189.660 187.546 190.070 205.495 215.392 239.643 262.630 258.286
Francia 29.176 33.196 33.691 33.069 33.033 35.230 36.845 39.121 41.991 40.957
Germania 36.965 39.558 40.096 37.256 37.233 38.761 39.493 43.936 47.254 46.645
Polonia 3.454 3.845 4.243 4.278 4.589 5.151 5.637 7.132 8.943 9.589
Regno Unito 15.952 18.036 18.474 18.780 18.686 20.153 19.703 20.171 21.241 19.234
Romania 1.923 2.672 3.363 3.616 3.870 4.288 4.671 5.529 5.990 5.820
Albania 291 370 468 546 553 583 611 673 813 933
Ucraina 333 456 704 764 866 1.100 1.281 1.665 1.966 2.360
Moldavia 47 65 85 99 97 111 123 153 175 197
AFRICA 7.641 9.119 10.169 9.977 9.742 10.424 11.502 12.646 14.597 17.981
Egitto 1.504 1.542 1.492 1.203 1.201 1.352 1.387 1.539 2.147 2.906
Libia 867 1.028 1.294 1.316 1.367 1.502 1.365 1.403 1.623 2.639
Marocco 603 719 824 824 892 945 1.012 1.148 1.440 1.689
Senegal 101 76 92 121 98 79 107 105 101 148
AMERICA 31.079 39.287 38.925 36.941 31.624 32.554 34.748 37.115 38.984 37.828
Stati Uniti 20.547 26.659 26.243 25.802 21.970 22.368 23.960 24.541 24.254 23.038
Ecuador 59 74 127 147 96 90 96 121 147 146
Peru 102 128 137 166 140 123 169 221 230 414
ASIA 21.652 27.563 30.783 30.931 29.377 31.787 33.980 38.368 43.363 45.670
Bangladesh 66 96 175 114 112 135 150 167 185 167
India 770 1.007 1.034 1.034 1.097 1.273 1.679 2.166 2.995 3.091
Pakistan 257 270 300 312 294 379 457 540 515 543
Sri Lanka 69 74 80 98 114 123 124 149 148 162
Cina 1.834 2.380 3.275 4.017 3.850 4.448 4.603 5.686 6.290 6.444
Giappone 3.509 4.338 4.705 4.495 4.333 4.333 4.537 4.483 4.312 4.258
Filippine 233 297 253 263 240 252 229 213 233 269
OCEANIA 2.980 3.453 3.453 3.668 3.803 4.154 4.303 4.241 5.169 6.041
MONDO 221.040 260.413 272.990 269.064 264.616 284.413 299.923 332.013 364.744 365.806
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
Tab. 7.8 Quote dellItalia sul totale esportazioni verso paesi selezionati
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Romania 21 20,3 21,2 20,9 19,9 17,5 14,7 13 13,2 11,2
Albania 32,1 34,9 34,1 37,9 37,5 35 33,1 31,6 31,7 32,5
Moldavia 5,4 5,6 6,2 7 5,9 5,6 5,3 5,6 5,2 5,2
Ucraina 3,2 3,2 4,1 4,1 4,2 4,4 4 4 3,9 4
Marocco 6,5 6 7 6,6 7,4 6,9 5,6 6,4 6,7 6,9
Egitto 8,1 7,6 7,4 6,7 7,5 7,1 6,2 5,7 6,9 7,9
Senegal 6,4 3,9 4,7 5,8 4,7 3,5 3,6 3,8 3,1 3,7
Per 1,9 1,8 2 2,4 2,2 1,7 1,9 2 1,7 2,5
Cina 1,2 1 1,3 1,4 1,2 1,1 1 1 1 0,9
MONDO 4,2 3,7 3,9 3,9 4 3,9 3,6 3,5 3,6 3,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
250
Fonti utilizzate
SEZIONE I
CAPITOLO I.1 POPOLAZIONE E MIGRAZIONI NEL MONDO
Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), 2008 Global Trends
Banca Mondiale, Migration and Remittances Factbook 2008
United Nations Population Division, International Migrant Stock: the 2008 Revision
CAPITOLO I.2 IMMIGRAZIONE, EMIGRAZIONE E MOBILITA IN EUROPA
European Spatial Planning Observation Network (ESPON), Territorial Dynamics in Europe: Trends in Population Development
Eurostat, Labour Force Survey; Statistics in Focus: Recent Migration Trends 2008;Population Database
Istat, Demograa in Cifre
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2008 e 2009
SEZIONE II
CAPITOLO II.1 GLI STRANIERI CHE ARRIVANO IN ITALIA: I FLUSSI DI INGRESSO
Ministero degli Affari Esteri, Annuario Statistico 2008
Ministero dellInterno, Archivio Soggiornanti Stranieri; Archivio sui Flussi Irregolari e sui Rimpatri
CAPITOLO II.2 GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA
Consiglio Nazionale dellEconomia e del lavoro (CNEL), Indici di integrazione degli immigrati in Italia
Istat, Rapporto Annuale 2008; Demograa in Cifre; La Presenza Straniera in Italia 2007; Gli Stranieri nel Mercato del Lavoro;
Gli Stranieri in Italia: gli Effetti dellUltima Regolarizzazione; La Popolazione Straniera Regolarmente Presente in Italia
Makno & consulting, Una Ricerca Sociale sullImmigrazione: Indagine Estensiva sugli Immigrati
Ministero dellInterno, Archivio Casi Cittadinanza
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009
CAPITOLO II.3 LA CASA DEGLI IMMIGRATI STRANIERI
Istat, Censimento 2001
CRIF, Decision Solutions
Federcasa, I numeri della casa
Ministero dellInterno, Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG
Ministero della Solidariet sociale, Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia
Makno& Consulting, Una Ricerca Sociale sullimmigrazione: indagine estensiva sugli Immigrati
Nomisma, Osservatorio sul mercato immobiliare
CAPITOLO II.4 I GIOVANI STRANIERI NELLA SCUOLA ITALIANA
Istat, Rapporto annuale 2008
Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca, Dati Servizio statistico
Ministero dellIstruzione, dellUniversit e della Ricerca, Ufcio Statistica
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), Education at a Glance 2005, 2006, 2007, 2008
CAPITOLO II.5 LA SALUTE DEGLI STRANIERI E LACCESSO AI SERVIZI SANITARI
Istituto Nazionale per lAssicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Istituto Nazionale per lAssicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Rapporto annuale, 2006, 2007, 2008
Istat, Salute e ricorso ai servizi sanitari popolazione straniera, 2008
Istat, Check-Up dellItalia: immigrati e nuovi cittadini
Istat e Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni, Mortalit e natalit della popolazione straniera residente in Italia
Ministero della Salute, SDO - schede dimissione ospedaliera
CAPITOLO II.6 LA DIMENSIONE ECONOMICA DELLIMMIGRAZIONE: LAVORO E FORMAZIONE, IMPRESA E
251
SVILUPPO TERRITORIALE
Istituto Nazionale per lAssicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (CRIF), Banca dati EURISC
Unioncamere Infocamere, Movimprese
Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), III Rapporto su immigrati e previdenza negli archivi INPS
Istat, La misura delleconomia sommersa secondo le statistiche ufciali; Rilevazioni sulle forze lavoro
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), OECD.Stat
Eurostat, Labour force survey
CAPITOLO II.7 COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E INTERSCAMBIO CON I PAESI DI ORIGINE
Banca dItalia, Relazione annuale sul 2008
Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Relazioni Previsionali e Programmatiche;
Relazioni al Parlamento
Eurostat, Population Database
Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Rapporto 2008-2009
Ministero dellInterno, Archivio sui ussi irregolari e sui rimpatri
252
Riferimenti bibliograci
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255
Elenco di Tabelle, Graci e Mappe
SEZIONE I
CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (met anno, migliaia) 8
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%) 9
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005
(%) 10
Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005 11
Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) 12
Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) 13
Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine e di destinazione, 1990 e 2000
(%) 14
Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008 15
Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008 15
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008 16
Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA) 17
Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA) 18
CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007 21
Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia) 22
Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza (persone oltre i 15 anni di et)22
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione totale, 1999 e 2008 27
Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia) 28
Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri) 29
Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di et e incidenza su totale della popolazione, 2007 31
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata allestero, 2006 (%) 33
Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006 35
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001 36
Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050 43
Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%) 20
Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze 2006 (migliaia) 20
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006 23
Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densit di presenze, 2008 26
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005 39
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione, 2001-2005 40
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale, 2001-2005 41
SEZIONE II
CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demograco, 1968-2008 (migliaia) 46
Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dellammontare di stranieri residenti, 2005-2007 (migliaia) 47
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geograca e principali paesi di cittadinanza, per
stato civile 47
Tab. 1.4 Bilancio demograco della popolazione straniera residente per ripartizione geograca, 2003-2008 48
Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007 50
Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geograca e principali paesi di
256
cittadinanza, 2007 (valori assoluti e percentuali) 51
Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda 55
Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008 57
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalit delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008 57
Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identicazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Primo
Soccorso e Accoglienza, 2008 57
Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali nalit, 2004-2007 (%) 52
Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009 52
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008 53
Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del richiedente, 2006-2007 53
Graf. 1.5 Domande di riconoscimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007 54
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008 55
Mappa 1.1.(a) Rotte dellimmigrazione clandestina verso lItalia 58
Mappa 1.1.(b) Clandestini rintracciati sbarcati in Sardegna, 1998-2007 58
Mappa 1.1.(c) Clandestini rintracciati sbarcati in Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007 58
CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagraco, 2001-2008 61
Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008 61
Tab. 2.3 Bilancio demograco della popolazione straniera residente per ripartizione geograca, 2003-2008 62
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della popolazione (2010-2020-2050) 62
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1 gennaio 2008 64
Tab. 2.6 Cittadini stranieri residenti per continente dorigine e paesi selezionati, 2008-2009 (numeri assoluti e variazione %
annuale) 65
Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %) 66
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e incidenza %) 67
Tab. 2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008 67
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007 70
Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007 70
Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di et e incidenza sul totale della popolazione residente, 71
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione minorenne, per ripartizione
geograca, 1 gennaio 2008 71
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di et, genere e ripartizioni geograche, 2006
(%) 72
Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007 73
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2, 2007 73
Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4, 2007 73
Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6, 2007 74
Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza, per genere e incidenza sulla popolazione
residente, 1 Gennaio 2008 76
Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demograca dei comuni di residenza, 2008 76
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006 78
Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia di trasferimento, 1996-2006
(valori assoluti e %) 79
Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1 gennaio 1992, 2000, 2003 e 2004 83
Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002) 84
Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attivit e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1 gennaio 2004 85
Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geograca. Principali paesi al 1 gennaio 2004 86
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia, 1 gennaio 2003-2006 87
Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1 gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per ripartizione geograca 87
257
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008 68
Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007 68
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007 69
Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008 69
Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1 gennaio 2008 77
CAPITOLO 3
Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione geograca Censimento 2001 97
Tab. 3. 2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dellalloggio Censimento 2001 97
Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e ripartizione geograca Censimento 2001
98
Tab. 3. 4 Popolazione italiana e straniera residente in edici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
delledicio Censimento 2001 99
Tab. 3. 5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone residenti di cittadinanza straniera per
regione e ripartizione geograca Censimento 2001 100
Tab. 3. 6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geograca di cittadinanza Censimento
2001 100
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per titolo di godimento
dellabitazione, area geograca di cittadinanza Censimento 2001 101
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un cittadino straniero e popolazione
residente in condizione di sovraffollamento grave per area geograca di cittadinanza - Censimento 2001 102
Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per disponibilit di servizi nellabitazione
(valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento) 103
Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri 103
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007 104
Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica 104
Tab. 3.13 Lutenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006 106
Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati 115
Tab. 3.15 Le caratteristiche pi frequenti delle abitazioni ACQUISTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 116
Tab. 3.16 Le caratteristiche pi frequenti delle abitazioni AFFITTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 117
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri, anno 2007 118
Tab. 3.18 Distribuzione % dei ussi dei mutui per area di provenienza 118
Tab. 3.19 Importo medio nanziato dei mutui (valori in Euro) 118
Tab. 3. 20 Distribuzione % dei ussi dei mutui per Paese di provenienza 118
Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
delledicio 99
Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di godimento dellabitazione e
paese di cittadinanza Censimento 2001 101
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione geograca 105
Graf. 3.4 Distribuzione % dei ussi dei mutui per Paese di provenienza 119
CAPITOLO 4
Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti) 122
Tab. 4.2 Lincidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%) 123
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni 123
Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori assoluti) 123
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni, a.s. 2007/08 (%) 124
Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo 1988/89-2007/08 124
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza pi elevata di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 125
Tab. 4.8 Le province con unincidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni superiore al 12%, a.s.
258
2007/08 125
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la pi alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
125
Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei piccoli comuni, a.s. 2007/08 126
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dellobbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria anni 2005-2006-2007) 126
Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nellultimo quadriennio (%) 127
Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 127
Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geograca, a.s. 2006/07 (%) 128
Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri, a.s. 2007/08 128
Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 129
Tab. 4. 17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 (%)
129
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico ( per 100 alunni)*, a.s. 2007/08 129
Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08 (valori assoluti e composizione %) 130
Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08 131
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06 131
Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei (per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006 131
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari postuniversitari nelle universit italiane per provenienza
geograca e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006 132
CAPITOLO 5
Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per et)
134
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione di et inferiore ai 65 anni nelle
quattro settimane precedenti lintervista, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone) 135
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e pi che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia e pressione arteriosa per
cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per et) 136
Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammograa per classi di et e cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100
persone) 136
Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test, per cittadinanza e paese di
origine, 2005 (tassi standardizzati per et) 136
Tab. 5.6 Popolazione no a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza e genere, 2005 (tassi
standardizzati per et) 138
Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro settimane precedenti lintervista
per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi standardizzati per et) 138
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti e la gura professionale per
la quale dichiarano maggiore ducia, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per et) 139
Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternit per le donne che hanno partorito nei cinque anni precedenti
lintervista per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per et) 139
Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri con cittadinanza estera, 2003-2006 140
CAPITOLO 6
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni), 2002-2006 143
Tab. 6.2 Tassi di attivit dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64) , 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 143
Tab. 6.3 Tassi di attivit dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144
Tab. 6.4 Tassi di attivit di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144
Tab. 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 145
Tab. 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
145
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146
Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147
259
Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147
Tab. 6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego, (15-64), 2007 (%) 148
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale delloccupazione straniera (15-64), 2007 (%) 149
Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalicate rispetto al livello di istruzione in selezionati
paesi OCSE, (15-64), 2007 150
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008 154
Tab. 6.15 Incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008 154
Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari, 2007 155
Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007 155
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di et, 2006 (%) 155
Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008 155
Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007 155
Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geograca di residenza e per genere, 2008 156
Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geograca, 2008 156
Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geograca, 2008 156
Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007 156
Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di unazienda sul totale dei lavoratori, 2005-2008 156
Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%) 157
Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008 157
Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati stranieri per livello di istruzione,
2006 157
Tab. 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geograca e per genere, 2008 157
Tab. 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008 158
Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto della propria qualica, per
genere e classe di et, 2006 158
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati al di fuori della UE, 2004 158
Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria 2004 159
Tab. 6.35 Stime unit di lavoro non regolari stranieri., 2000-2006 (migliaia) 159
Tab. 6.36 Stime unit di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006 159
Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati allINAIL per genere, 2004-2008 159
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008 160
Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008 160
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attivit economica, 2008 160
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008 161
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008 161
Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati allestero al 1 gennaio 2007 162
Tab. 6.44 Beneciari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari, 2004-2005 162
Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164
Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 per tipo di industria
164
Tab. 6. 48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 e il 2008 per tipo di servizio
165
Tab. 6. 49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di industria 165
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di servizio 166
Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geograca 166
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2009 per
ripartizione geograca 166
Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali, 2003-2008 167
Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali , 2007 e 2008 167
260
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione, 2006-2008 167
Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009 167
Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalit straniera per genere, 2004-2008 169
Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarit straniera e dellinsieme delle imprese, 2004-2008 170
Tab. 6.59 Titolari di nazionalit straniera di imprese individuali per classe di et, 2004-2008 170
Tab. 6.60 Distribuzione per attivit economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008 170
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarit straniera attive nellindustria manifatturiera, 2008 171
Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarit straniera attive nel commercio, 2008 171
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati allestero, 2008 173
Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province
selezionate, 2008 174
CAPITOLO 7
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dallItalia per paese di destinazione, 2007 192
Tab. 7.2 Flussi di rimesse dallItalia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL) 193
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dallItalia per regione di invio, 2007 194
Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dallItalia, 1999-2005 200
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 ( ) 204
Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla Cooperazione allo Sviluppo, 2006-
2008 (milioni di euro) 204
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro) 207
Tab. 7.8 Quote dellItalia sul totale esportazioni verso paesi selezionati 207
Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006 193
Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dallItalia per paese di destinazione, confronto 2006-2007 195
Graf. 7.3 Beneciari del ritorno volontario assistito, 1991-2006 201
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 ( ) 205
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base 1999) 206
261
262
263
264

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