Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Seconda Lezione
Orlando Paris
paris@unistrasi.it
Soffermiamoci ancora un pochino su una domanda centrale :
SIGNIFICAZIONE E COMUNICAZIONE
Caterina Ferrini
Orlando Paris
Nel Trattato di Semiotica generale Umberto Eco scriveva:
Eco sostiene che la semiotica debba studiare i processi culturali in quanto processi di
comunicazione e che tuttavia tali processi di comunicazione posso sussistere perché al
di sotto di essi si stabiliscono processi di significazione
Caterina Ferrini
Orlando Paris
Un sistema di significazione è basato su una relazione , cioè un dispositivo che
lega entità presenti a entità assenti. Il che significa che c’è significazione ogni
Caterina Ferrini
Orlando Paris
Trattato di semiotica generale (1975)
Caterina Ferrini
Orlando Paris
«Tempo di vacanze estive: sbarchiamo di buon mattino su un’isoletta mediterranea
che non conosciamo, è ancora presto per la camera in albergo, così prendiamo in
affitto delle biciclette e andiamo in giro per esplorare il territorio, alla ricerca di una
spiaggia – possibilmente libera e mediamente selvaggia – dove attardarci qualche
ora per un bagno rinfrescante e un po’ di sole a contrasto. Percorriamo la strada
lungo la costa, incuriositi e felici, ma le alte inferriate della lunga serie di villette
(abusive?) impediscono la visione del
mare. Tra sprazzi di buganvillea e cespugli di gelsomini, ogni tanto un cartello
indica un bar con panini e bibite, un negozietto con ombrelloni, sdraio e creme
abbronzanti, un’edicola di giornali, un paio di sedicenti bed & breakfast, una svolta
improvvisa per il paesino assolato che s’intravede su in cima alla collina. Di
spiagge nessuna traccia.
Orlando Paris
Tutto inizia a sembrare uguale a tutto, senza soluzione di continuità: l’occhio si
distrae, gli altri sensi s’acquietano, le speranze per l’ambita nuotata stanno per
svanire. A un tratto,
un riverbero di luce su una distesa mosaica di metallo anticipa un parcheggio; o
meglio: non esattamente un parcheggio ma una serie di automobili abbandonate in
modo improvvisato sul ciglio della strada, scomposte una di fila all’altra, con un
evidente infittirsi di lamiere in prossimità di un viottolo che sembra incamminarsi
verso il basso, verso la costa. Un’occhiata più attenta ci conferma quel che
abbiamo già capito: da lì s’arriva al mare, bastano pochi minuti, diciamo così, di
trekking per l’impervio sentiero ed ecco finalmente la mèta agognata. La spiaggia
isolata e fatalmente di massa sta lì, con acqua
cristallina, sabbia dorata e niente campo per i telefonini. L’abbiamo trovata: il
mucchio di auto ce l’ha improvvidamente segnalata.
Orlando Paris
Ci troviamo di fronte a un grosso, evidentissimo segno, con tutte le principali
caratteristiche,
condizioni e conseguenze che, in generale, caratterizzano i segni.
Grazie a una serie di automobili parcheggiate sul ciglio della strada (o meglio, grazie al
fatto che le abbiamo percepite, che si presentavano distintamente alla nostra vista),
abbiamo capito che da quelle parti doveva esserci una discesa verso la spiaggia, e
l’abbiamo trovata.
Orlando Paris
La visione della serie di automobili costituisce quella che si chiama espressione significante,
ovvero ciò mediante cui abbiamo capito. La presenza della discesa a mare in quel preciso punto
della strada costituisce invece quel che chiameremo contenuto significato, ossia ciò che abbiamo
inteso grazie alla vista delle macchine parcheggiate.
L’unione tra quell’espressione significante (che ha natura sensoriale, percettiva, empirica) e quel
contenuto significato (di natura invece intellettuale, interpretativa, cognitiva) dà luogo a quel che
chiamiamo segno, e cioè a quell’incremento di sapere rispetto alla geografia dell’isola che sino a
L’avere infine effettivamente trovato il sentiero per scendere al mare, inoltre, costituisce quel che
definiamo effetto pragmatico del segno, effetto positivo, in questo caso, dato che il viottolo verso
la spiaggia era proprio ciò di cui eravamo in cerca.
Orlando Paris
Di cose così, nella vita d’ogni giorno, ne accadono a decine. Percepiamo un oggetto che
ha attirato la nostra attenzione, grazie a esso comprendiamo qualcosa di nuovo.
Orlando Paris
Restando nell’ambito della circolazione stradale, se, mentre guido la macchina, a un
certo punto il traffico s’interrompe per un assembramento di auto che blocca il
passaggio (significante), mi capiterà di pensare che c’è stato un incidente
(significato), e questo segno avrà per me conseguenze molto precise, poniamo, sulla
tabella di marcia della giornata. Ancora, cambiando le circostanze, l’addensarsi delle
nuvole (significante) farà pensare all’imminente arrivo della pioggia (significato); la
presenza di fumo (significante) indicherà del fuoco nei paraggi(significato); un’orma
sulla sabbia (significante) additerà il passaggio di un animale (significato).
Orlando Paris
Restando nell’ambito della circolazione stradale, se, mentre guido la macchina, a un
certo punto il traffico s’interrompe per un assembramento di auto che blocca il
passaggio (significante), mi capiterà di pensare che c’è stato un incidente
(significato), e questo segno avrà per me conseguenze molto precise, poniamo, sulla
tabella di marcia della giornata. Ancora, cambiando le circostanze, l’addensarsi delle
nuvole (significante) farà pensare all’imminente arrivo della pioggia (significato); la
presenza di fumo (significante) indicherà del fuoco nei paraggi(significato); un’orma
sulla sabbia (significante) additerà il passaggio di un animale (significato).
Orlando Paris
Cominciamo a ragionare filosoficamente:
Abbiamo detto che di fronte alle macchine ci troviamo di fronte ad un segno, ma allora
se così è, la domanda sorge spontanea:
Orlando Paris
Nel segno che è rappresentato dalle macchine parcheggiate, manca l’intenzionalità
comunicativa cosa invece presente nelle parole o nel cartello stradale.
Quelli che hanno parcheggiato alla bell’e meglio l’automobile sul ciglio della strada per
scendere giù in spiaggia non avevano alcuna finalità di indicarne la presenza ai
passanti, accalcandosi lì con altre consimili auto. Anzi, avrebbero preferito non
segnalarla, e passare la
giornata al mare senza folla intorno a loro. Siamo stati noi che, essendo alla ricerca di
un bel posto dove poter fare una nuotata, abbiamo capito che tutte quelle auto erano
parcheggiate in quel punto perché da quelle parti doveva esserci un varco per la
spiaggia, una spiaggia libera, senza accessi segnalati e senza organizzazione interna
come potrebbe essere nel caso di un lido con cabine e ombrelloni. In termini più
tecnici, diremo insomma che il segno non viene prodotto da chi rende possibile
la costituzione del significante ma da chi lo vede e interpreta.
Orlando Paris
Altri casi simili a quello delle macchine?
L’addensarsi delle nuvole (significante) farà pensare all’imminente arrivo della pioggia (significato); la presenza
di fumo (significante) indicherà del fuoco nei paraggi (significato); un’orma sulla sabbia (significante) additerà il
passaggio di un animale (significato).
In questi casi non sono i fenomeni in sé (le nuvole, il fumo, l’orma) a essere significanti, ma la loro percezione da
parte di qualcuno che, entrando empiricamente in contatto con essi, li associa a dei precisi significati (la
probabile pioggia, la prossimità del fuoco, il cammino dell’animale) . Ci deve essere l’interpretazione….
IL SEGNO quindi, non è qualcosa che sta al posto di un’altra (vedremo che questa definizione ricorrerà molto
nella storia del pensiero sui segni) ma la relazione che un qualche soggetto instaura fra due elementi di cui –
spesso- una ha una dimensione sensibile e l’altro una intangibile. In questi casi che abbiamo citato questa
relazione si instaura a posteriori….
Orlando Paris
Relazione quindi che si istaura a posteriori.
Orlando Paris
In termini più tecnici, quindi, diremo che in questi casi:
che il segno non viene prodotto da chi rende possibile la costituzione del significante
ma da chi lo vede e interpreta. Certo, ci sono molti segni intenzionalmente emessi
per comunicare qualcosa, come quando indichiamo un oggetto a qualcuno, teniamo
una lezione, chiediamo che ore sono, disegniamo un ritratto, dichiariamo un amore,
scriviamo un articolo per un giornale o mandiamo in onda uno spot pubblicitario,
spediamo una mail o un sms. Ma ce ne sono molti altri, come quelli che abbiamo citato
i quali vengono emessi in modo inconsapevole, senza avere cioè alcun sentore che si
tratta di segni, e che solo il destinatario potrà, se ne avrà i mezzi e le capacità,
concepire come tali.
Orlando Paris
Stiamo intanto facendo una prima classificazione di segni: segni in cui è presente
un’intenzionalità comunicativa e segni invece in cui questa intenzionalità non è
presente. La semiotica si occupa di entrambi….. Ma continuiamo con il nostro
ragionamento
Orlando Paris
Da questo cosa capiamo:
• Il primo motore del linguaggio, di tutti i linguaggi umani e sociali, o per meglio dire della
SIGNIFICAZIONE non è l’emittente ma il destinatario: è solo a partire da costui che può
essere generato un CONTENUTO SIGNIFICATO da un’ESPRESSIONE SIGNIFICANTE;
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 1:
Attività come spedire una lettera, fare pubblicità, gridare qualcosa a qualcuno, raccontare una
storia
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 2:
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 3:
Segno/
Significazione: messaggio destinatario
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 4:
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 5:
Il caso delle macchine, il casolo dell’impronta, il caso del fumo, ma non solo
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 5:
Il caso delle macchine, il caso dell’impronta, il caso del fumo, ma non solo…
Orlando Paris
SIGNIFICAZIONE e COMUNICAZIONE 6:
Orlando Paris
SEGNO 1:
• Iniziamo da una prima definizione di segno che arriva dalla filosofica greca: ALIQUID
PRO ALIQUO. Il segno è qualcosa che è riconosciuto da qualcuno come
indicazione di qualcos’altro
Orlando Paris
SEGNO 2:
Non solo, ma per segno si intende solitamente l’elemento minimo cui si possa attribuire
una tale situazione di rimando: solo semplificando moltissimo si può dire che un
giornale o un film siano segni. In realtà questi, nella terminologia che stiamo adottando,
possono essere descritti come messaggi che contengono un gran numero di segni,
variamente articolati tra loro (in seguito parleremo in questi casi di testi).
Orlando Paris
SEGNO 3:
Significante
segno
Significato
Orlando Paris
Ora se ci mettiamo in questa prospettiva, la domanda successiva che ci dobbiamo
porre è:
Orlando Paris
Le inferenze cognitive, più o meno logicamente stringenti, che adoperiamo nelle
nostre interpretazioni, associando nell’esperienza quotidiana significanti a
significati, non hanno nulla di personale, di soggettivo, di idiosincratico. Esse si
basano piuttosto su codici, ossia su alcuni sistemi formali che regolano le possibili
associazioni mentali fra espressioni significanti e contenuti significati, in qualche
modo trascendendo le scelte del singolo individuo, anzi spesso imponendogli l’uso di
determinate categorie mentali che portano a conclusioni interpretative localmente
pertinenti.
Orlando Paris
Questi codici a loro volta, come abbiamo già detto, non hanno nulla di universale e necessario, ossia di
oggettivo, senza per questo essere soggettivi: sono stabilizzazioni più o meno durature di modi collettivi di
pensare e di agire, di desiderare e di preferire. È la pressione sociale a dettarli, e a mantenerli, come anche,
ovviamente, a modificarli quando si ritengono invecchiati (si pensi ai codici dell’abbigliamento, molto meno saldi,
per esempio, di quelli dell’alimentazione).
I codici sono consuetudini sociali e culturali, abitudini interpretative che assumono l’aspetto di una legge (senza
comunque esserlo): e nessuna inferenza individuale è possibile se non a partire da essi. Se non avessimo
condiviso, noi e le tante persone che quel giorno hanno lasciato l’auto sul ciglio della strada, la medesima
cultura, se non avessimo fatto parte della medesima società, quel segno lì (assembramento disordinato di
macchine → “viottolo per il mare”) molto semplicemente non sarebbe esistito.
In Svezia, così come in Germania, in Danimarca, in Gran Bretagna, in mezzo mondo non sussistono codici
che portano a conclusioni di questo genere: ci saranno assembramenti disordinati di automobili, e non
mancheranno viottoli per il mare; non si daranno però regole condivise che mettono in collegamento (la
percezione di) auto e (l’individuazione di) viottoli. Il segno, ripetiamolo ancora, non sta né nelle cose né nelle
idee ma nelle forme della loro relazione.
Orlando Paris
Naturalmente però, ci sono segni, in particolare quelli intenzionali, regolati da codici
molto più stringenti, che non dipendono solo da convenzioni culturali ma da regole
formalizzate. Ad esempio la lingua storico naturale è un insieme di segni regolati da un
codice: un insieme di istruzioni che fissa liste di corrispondenze fra elementi
dell’espressione ed elementi del contenuto e ci indica le modalità di combinazione dei
segni fra di loro.
Orlando Paris