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Cuscinetto anteriore
1 i rotismi B3
Fig. 3.11 Ghiera per fissaggio
Cambio dell’autovettura Lancia Cuscinetto posteriore ingranaggi sull’albero
secondario
Thema, di produzione
FIAT Auto SpA: complessivo albero Ingranaggio condotto
secondario. Sono evidenziati tutti Ingranaggio condotto per V velocità
i particolari che completano per IV velocità
Viti fissaggio piastra
l’allestimento dell’albero. alla scatola cambio
Distanziale
Viti, con testa
a esagono incassato,
per fissaggio piastra
Meccanica, Macchine ed Energia – articolazione Energia 2 – Giuseppe Anzalone, Paolo Bassignana, Giuseppe Brafa Musicoro • Copyright © Ulrico Hoepli Editore S.p.A.
Ingranaggio condotto
per III velocità alla scatola cambio
Piastra ritegno
Ingranaggio condotto cuscinetti posteriore
per II velocità cambio
Anello sincronizzatore
per II velocità
Cuscinetto a rullini
per ingranaggio
per II velocità
Manicotto scorrevole
innesto per I-II velocità
e ingranaggio per
retromarcia (parte esterna)
Anello elastico ritegno mozzo
Mozzo completo di rullini
e molle per manicotto scorrevole
innesto per I-II velocità
Anello sincronizzatore per I velocità
Ingranaggio condotto per I velocità
Cuscinetto a rullini per
ingranaggio condotto per I velocità
Anello elastico ritegno cuscinetto anteriore
Cuscinetto anteriore
Albero secondario-pignone
per coppia cilindrica
La figura 3.12 illustra la sezione in pianta, vista dal basso, del cambio a
cinque marce, completo di campana frizione, rinvio e differenziale, per
l’autovettura Lancia Thema.
2 i rotismi B3
Fig. 3.12
Sezione in pianta del cambio 6
dell’autovettura Lancia Thema,
di produzione FIAT Auto SpA;
si possono osservare, dal basso verso
l’alto, i leveraggi di comando (1),
4
la campana frizione (2) e il primario
(3), l’interno del cambio (4), il rinvio
fisso in uscita sul secondario (5),
il differenziale (6).
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Fig. 3.13
1
Vista prospettica del cambio
dell’autovettura Lancia Thema,
di produzione FIAT Auto SpA,
parzialmente sezionato; si possono
osservare, in alto, i leveraggi 2
di comando (1), la forchetta
della quinta marcia (2)
e il rotismo differenziale (3).
3 i rotismi B3
Nella figura 3.14 è rappresentata la vista in sezione longitudinale del
cambio della vettura Mercedes Benz 300 SL, vettura con motore ante
riore longitudinale e trazione posteriore. Il moto proviene da sinistra
attraverso il complessivo frizione. Il primo ingranaggio da sinistra è il
Fig. 3.14 rinvio fisso all’albero secondario, posto inferiormente; dal secondario, il
Sezione in verticale del cambio moto ritorna al primario, a seconda della marcia innestata. Da destra
della vettura Mercedes Benz 300 verso sinistra si osservano gli ingranaggi della retromarcia, della prima,
SL; il senso di marcia è rivolto verso seconda, terza e quarta; la quinta è ottenuta facendo entrare e uscire il
sinistra (Archivio Daimler Chrysler moto lungo il primario, con il secondario che ruota trascinato.
Italia SpA).
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Principi di funzionamento
poliglotta Nei rotismi epicicloidali alcuni degli assi, su cui sono montate le ruo
Rotismo epicicloidale te, sono mobili rispetto a uno o più assi fissi. Gli assi mobili sono tenuti
GB: Epicyclic gears in posizione su un telaio mobile, detto portatreno.
F: Rouage épicycloïdal Il principale vantaggio offerto dagli epicicloidali è la possibilità di
D: Planetengetriebe ottenere riduttori di potenza con elevati rapporti totali, ma con ingom
bri limitati. Tali organi hanno un vasto impiego in robotica, nelle tra
poliglotta smissioni dei veicoli e delle macchine operatrici, nella strumentazione
Portatreno di precisione, come riduttori di velocità fra turbina ed elica negli aerei a
GB: Spider turboelica e negli elicotteri.
F: Porte satellites Nella figura 3.21 è rappresentato, nelle due viste, lo schema genera
D: Planetenträger le di rotismo epicicloidale; il moto entra con velocità ω1 attraverso l’as
se fisso sinistro, su cui è calettata la ruota (1) che ingrana con la ruota
(2), vincolata mediante mozzo comune alla ruota (3); entrambe ruotano
4 i rotismi B3
poliglotta solidalmente intorno al loro asse, a sua volta rotante intorno all’asse fisso,
Satellite con velocità angolare Ω. Il gruppo formato dalle ruote (2) e (3) e dall’asse
GB: Planet wheel mobile è sostenuto dal portatreno, costituito da un telaio rotante intorno
F: Satellite all’asse fisso, che ruota anch’esso a velocità Ω. La ruota (4) riceve il moto
D: Planetenrad dalla ruota (3) e pone in rotazione l’asse fisso destro, con velocità ω2. Le
ruote (1) e (4) sono dette planetari, le ruote (2) e (3) sono dette satelliti.
Fig. 3.21
Schema generale di rotismo
epicicloidale, formato da un asse
fisso di entrata del moto, un asse
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richiamo
Lo schema generale rappresentato
nella figura 3.21 ha due organi in
uscita: l’albero con velocità ω2 e il
portatreno con velocità Ω, disposto
coassiale con il precedente e
terminante con un mozzo dentato,
Formula di Willis
dal quale si preleva il moto
a velocità Ω.
Il rapporto di trasmissione dei rotismi epicicloidali è espresso dalla [3.1],
che lega la velocità angolare della ruota motrice con quella dell’ultima
ruota uscente:
ω
i= 1
ω4
z z z z
i0 = − 2 − 4 = 2 4
z1 z3 z1 z3
5 i rotismi B3
uguagliando i due valori di i0 e inserendo i valori numerici dei numeri di
denti si perviene al rapporto di trasmissione reale i.
poliglotta Esempio 1
Solare Con riferimento al rotismo epicicloidale, rappresentato nella figura 3.22,
GB: Solar wheel in cui la ruota (4) è detta solare fisso, si ipotizzano i seguenti numeri
F: Roue solaire di denti per le quattro ruote: z1 = 22; z2 = 36; z3 = 25; z4 = 33. Calcolare il
D: Sonnenrad rapporto di trasmissione.
Fig. 3.22
Rotismo epicicloidale formato da
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Soluzione
Si applica la [3.5] ricordando che la ruota (4) è bloccata:
ω1 − Ω ω1 − Ω
i0 = =
ω4 − Ω −Ω
da cui si ottiene:
−Ω i0 = ω 1 − Ω
6 i rotismi B3
Esempio 2
Con riferimento al rotismo epicicloidale, rappresentato nella figura 3.23,
in cui la corona a dentatura interna (4) è fissa, si ipotizzano i seguenti
numeri di denti per le quattro ruote: z1 = 34; z2 = 200; z3 = 66; z4 = 300.
Calcolare il rapporto di trasmissione.
Fig. 3.23
Rotismo epicicloidale formato da due
ruote esterne e due interne: la corona
(4) è bloccata; l’ingresso del moto
avviane attraverso il planetario (1);
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Soluzione
Si applica la [3.5] ricordando che la ruota (4) è bloccata:
ω1 − Ω ω1 − Ω
i0 = =
ω4 − Ω −Ω
da cui si ricava:
−Ω i0 = ω 1 − Ω
Ω (1 − i0 ) = ω 1
ω1
i= = 1 − i0
Ω
z z −z z −200 × 300
i0 = − 2 4 = 2 4 = = −26 ,74
z
1 3z z z
1 3 34 × 66
Questo rotismo determina una forte riduzione, senza inversione del moto.
7 i rotismi B3
Osservazione: i rotismi epicicloidali hanno il vantaggio di potere realiz
zare rapporti di trasmissione anche molto variabili, con o senza inversio
ne del moto, mantenendo costante lo schema del rotismo, ma variando
solo i numeri di denti delle quattro ruote; è inoltre possibile accoppiare
due o più rotismi epicicloidali in cascata: bloccando, mediante frizioni,
le corone o i portatreni si ottengono combinazioni diverse di rapporti, il
tutto con un ingombro assiale assai ridotto; questo sistema è utilizzato
nei cambi automatici per autoveicoli.
Rotismi differenziali
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8 i rotismi B3
Le figure 3.12 e 3.13 riportano due viste di un cambio, per una vettura a
trazione anteriore e con motopropulsore trasversale. Si riconosce il diffe
renziale appartenente al gruppo cambio; dal differenziale il moto giunge
alle ruote tramite tre semiassi, non rappresentati nella figura.
ed è collegato con il secondo semiasse destro, che può seguire gli scuoti
menti della ruota; si è così realizzata una condizione di simmetria rispet
to al corpo vettura fra il semiasse sinistro e il secondo semiasse destro.
9 i rotismi B3
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10
Fig. 3.25
i rotismi
Riduttore per servomotori di
produzione ZF Maschinenantriebe
GmbH, Friedrichshafen (Germania).
1
7
5
8
3
102
6
4
9
11
12
13
B3
L’Unità didattica in breve B3
Treni di ingranaggi
Cambi di velocità
11 i rotismi B3
anche a velocità medie e basse, garantendo buone doti di accelerazione e
consentendo la marcia in salita a velocità adeguate. Le ruote cilindriche
hanno i denti elicoidali e sono sempre in presa fra loro e folli sull’albero.
L’innesto delle marce deve avvenire rapidamente anche con il veicolo in
moto. A tale scopo i cambi sono dotati di sincronizzatori, anelli dentati
che, per attrito, trascinano la ruota dentata alla stessa velocità dell’al
bero, prima del vero e proprio innesto.
Rotismi epicicloidali
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Nei rotismi epicicloidali alcuni degli assi su cui sono montate le ruote
sono mobili, rispetto a uno o più assi fissi. Gli assi mobili sono tenuti in
posizione su un telaio mobile, detto portatreno. Il principale vantaggio
offerto dagli epicicloidali è la possibilità di ottenere riduttori di potenza
con elevati rapporti totali, ma con ingombri limitati. Le ruote montate
sugli assi fissi sono dette solari o planetari, quelle montate sugli assi
mobili sono dette satelliti.
Per calcolare il rapporto di trasmissione di un rotismo epicicloidale
occorre applicare la formula di Willis. Essa è riferita al rotismo reso or
dinario, ovvero, suppone che il portatreno sia bloccato e che si sblocchino
eventuali ruote ferme. A questo punto si calcola il rapporto di trasmissio
ne del rotismo reso ordinario, con la relazione che lega i numeri di denti
delle quattro ruote, essendo le ruote dispari motrici e quelle pari condot
te. Nei rotismi epicicloidali occorre esprimere i rapporti di trasmissione
con il segno negativo, se l’ingranaggio è formato da ruote fra loro esterne,
con il segno positivo se l’ingranaggio è formato da ruote interne.
I rotismi epicicloidali sono detti differenziali quando il moto entra
dal portatreno ed esce attraverso due ruote di estremità. La coppia mo
trice è ripartita in parti uguali fra le due ruote cedenti, indipendente
mente dalle loro velocità di rotazione. Tali organi sono applicati sugli
autoveicoli, per regolare le velocità di rotolamento delle ruote motrici
durante le traiettorie curve.
12 i rotismi B3
PROBLEMI DI RIEPILOGO B3
1. Calcolare il rapporto di trasmissione per un rotismo ordinario, formato
da cinque ruote dentate in cascata, i cui numeri di denti sono, rispetti
vamente: z1 = 74; z2 = 29; z3 = 53; z4 = 20; z5 = 37.
mente 28 e 37 denti.
7. In un rotismo epicicloidale (4Fig. 3.22) i numeri di denti delle ruote sono
i seguenti: z1 = 20; z2 = 100; z3 = 24; z4 = 96. Calcolare il rapporto di tra
smissione e verificare se si ha o meno l’inversione del moto.
8. In un rotismo epicicloidale (4Fig. 3.23) i numeri di denti delle ruote sono
i seguenti: z1 = 28; z2 = 222; z3 = 32; z4 = 282. Calcolare il rapporto di
trasmissione e verificare se si ha o meno l’inversione del moto.
13 i rotismi B3