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L’Occasione fa il ladro ossia Il cambio della valigia, di G. Rossini (libretto di L.

Prividali), progetto di regia della scena prima.

Personaggi:

-) Don Parmenione: ha l’aspetto e l’atteggiamento di un amministratore delegato di


grande azienda in viaggio di lavoro, professionale e azzimato. Capelli corti e ordinati,
in abito spezzato con cravatta, scarpe di pelle non da cerimonia ma certamente
eleganti, impermeabile lungo ma leggero. Ha una borsa di pelle a tracolla, nella quale
ha un palmare.

-) Martino: autista/galoppino di don Parmenione, se questi è un AD quegli è in


sostanza il suo stagista da davvero troppo tempo. In giacca e camicia senza cravatta,
jeans e scarpe da ginnastica che vorrebbero maldestramente costituirsi in
abbinamento casual con il resto della mise, sopra ha un k-way troppo corto, dal quale
fuoriesce la giacca. Porta due valigie (la sua e quella di Parmenione), è trafelato,
ansioso, timoroso del giudizio del suo datore di lavoro – che nascostamente disprezza
–.

-) receptionist: si preoccupa per il benessere dei clienti, parteggiando particolarmente


per Martino.

-) barista: vuole solo fare il suo lavoro, e non avere guai: pertanto è cortese con i
clienti, ma preferisce non esporsi troppo.

Scenografia (“destra” e “sinistra” sono riferite al punto di vista dei personaggi che dal
palco guardano alla platea):

Siamo nella hall di un albergo su una scogliera che affaccia sul mare, come potrebbe
essere in penisola sorrentina o in costiera amalfitana. Sul fondo della scena si trova
una vetrata che affaccia per l’appunto sul mare. Immediatamente dopo la vetrata,
sulla destra, addossata alla quinta abbiamo la portineria, con un banco rotondo e la
receptionist. Verso il proscenio, sempre sulla destra ma più centrale (che non copra la
visuale sulla portineria ) abbiamo un tavolino rotondo corredato da un divanetto e due
sedie (una a destra e una a sinistra, il divanetto dà lo schienale al fondale). Sulla
sinistra, sempre verso il proscenio e addossato alla quinta abbiamo il bar con relativo
bancone ad angolo, e su ciascun lato sta uno sgabellino rotondo, di quelli alti che si
trovano appunto nei bar.
“S’alza il sipario”

Don Parmenione e Martino sono in scena: Martino sta discutendo e armeggiando con
la receptionist per la presa della stanza, la barista pulisce il bancone e mette a posto
bicchieri e bottiglie, mentre Parmenione è di spalle, al centro della vetrata, che guarda
il mare e fa qualche foto al paesaggio che si vede dalla vetrata col suo ipad. A
battuta 155 Parmenione si gira rilassato verso il pubblico; mentre cammina
composto e tranquillo e rimettendo a posto l’ipad nella sua tracolla, si avvicina al
proscenio diritto davanti a sé, avendo l’accortezza di non superare la linea del
divanetto – quando comincia a cantare gli altri personaggi lo guardano –. A battuta
185 si sistema sul divanetto e si toglie la tracolla, ponendola accanto a sé; estrae
l’ipad e fa qualche foto all’albergo. Poco prima di battuta 216 si accorge che alla sua
sinistra c’è il bar e, avendo finito di cantare, a passo risoluto si alza e si dirige proprio
lì, urtando Martino che gli stava venendo addosso. Si risente dell’urto, fa una faccia
schifata e va a sedersi sulla sedia più vicina alla platea. Una volta seduto confabula
con la barista e ordina da bere, che gli viene portato con due olive e qualche altro
stuzzichino. Mentre beve e mangiucchia estrae il palmare dalla tracolla e inizia a
lavorarci.

Nel frattempo Martino poco prima di battuta 216 riceve in consegna le chiavi della
stanza dalla receptionist e, trascinando una valigia per braccio, comincia con fatica ad
andare in direzione del bar. Mentre si sta spostando a battuta 216 c’è il tuono: lui
dovrà trovarsi al centro della scena. Al tuono si ferma, e prorompe nel suo sfogo
contro i fulmini: è esasperato dal viaggio e dalla fatica di star dietro al suo capo.
Quando sente il rumore delle valigie cadute la receptionist si sporge oltre il banco per
vedere di cosa si tratta, e anche la barista alza immediatamente gli occhi e guarda
Martino. Martino, che nel frattempo si sarà trovato dietro il divanetto sui cui stava
Parmenione, vi si siede, stanco e snervato.

A battuta 225 guarda fisso il suo capo e, sempre da seduto, lo scongiura di


permettergli di mangiare: il capo non si accorge nemmeno che ce l’ha con lui, e
continua imperterrito a chiacchierare con la barista e a bere, dando ogni tanto
un’occhiata all’ipad: non è assolutamente interessato a Martino!

A battuta 240, mentre Martino si alza per riprendere a camminare verso il bar,
maldestramente fa cadere le valigie. Il rumore fa finalmente girare la testa a
Parmenione, che chiede cosa sia successo: Martino a 244 si china per riprenderne
l’impugnatura e nel frattempo risponde come chi vuole sorvolare su un problema ma
in realtà ne lascia intendere l’esistenza (Martino rimane fermo con le valigie
impugnate). Quando sente per la seconda volta il rumore di valigie che cadono la
receptionist si acciglia, esce da dietro il suo banco e va vicino a Martino per
chiedergli se è tutto a posto: Martino quindi, mentre canta rivolto a Parmenione
contemporaneamente rassicura la receptionist, la quale insiste, così che Martino si
stizzisce e la allontana. La receptionist ritorna dietro il banco.

Sempre quando cadono ancora le valigie, a battuta 240, la barista si rivolge a


Parmenione per chiedere se il suo stagista avesse qualche problema, ma Parmenione
fa un cenno sbrigativo con la mano alla barista che vuole dire “non farci caso!”, e
continua a cantare.

Parmenione nel frattempo non ha smesso di guardare verso Martino: continua lo


scambio di battute tra i due fino a che, a battuta 253, Parmenione prende dal banco
un piattino con qualcosa da mangiare, lo appoggia sul bancone del bar e lo indica,
con eleganza, a Martino, facendogli capire che può raggiungerlo al bar allo sgabello
di fronte al suo (come se Martino non lo stesse facendo! Dovrebbe riuscire a
trasparire la comicità di questo gesto che rappresenta la strafottenza del capo nei
confronti del suo sottoposto).

A battuta 258 c’è un terzo tuono: Martino fa di nuovo cadere le valigie e si mette le
mani alla testa: vedendo che la situazione si sta complicando la receptionist esce da
dietro al bancone e fa segno alla barista che Martino e Parmenione possono diventare
ingestibili, insomma è preoccupata che non facciano qualche sproposito, e a distanza
gesticola verso la barista, la quale risponde a gesti: tanto i due sono troppo impegnati
a battibeccare, non si accorgono che le due ragazze comunicano.

Parmenione si inizia a spazientire a battuta 267: adesso si gira del tutto verso
Martino, e anzi ci dovrà essere una certa enfasi in questo gesto, a far capire che è
veramente spazientito. gli fa di nuovo cenno di venirsi a sedere sullo sgabello. A
battuta 270 Martino, che oramai era quasi preda di una crisi isterica. si riscuote e si
rivolge snervato direttamente a Parmenione, rimanendo sempre dove si trova, in
piedi, con le valigie. Parmenione gli risponde spazientito: tutto lo scambio di battute
fino a battuta 287 si svolge mentre i personaggi sono fermi nelle loro posizioni.

La receptionist e la barista, che erano state a comunicare con il labiale e i gesti fino a
questo punto, sul “dove vai” di Parmenione, a battuta 272, alla fine decidono di
rassicurarsi e ritornano al banco la receptionist, alle faccende del bar la barista.

A battuta 287 Parmenione, con un mezzo sorriso di ironia, ma con disprezzo, gli
indica il posto con la mano, e poi si risistema seduto correttamente, in modo da
trovarsi di faccia a Martino.
Da battuta 290 (dopo il “Siedi qui” di don Parmenione), senza mai abbandonare le
valigie ma portandole con sé, finalmente Martino va a sedersi sullo sgabello. È
snervato, si siede scompostamente: quando inizia a cantare, a battuta 296 la
receptionist che è preoccupata dal battibecco iniziato esce dal banco e si pone davanti
ad esso, ma non si avvicina troppo ai due: al momento si limita a prepararsi per essere
pronta a intervenire in caso di litigio, e ogni tanto si scambia qualche sguardo con la
barista. Anche quest’ultima è preoccupata ma non vuole sembrare troppo invadente e
si limita ad rassettare il banco, pur essendo tesa.

Da battuta 296 in avanti i due personaggi cantano seduti, l’uno di fronte all’altro: ma
mentre Martino si rivolge, con petulanza e mai con rabbia, direttamente a don
Parmenione, quest’ultimo, pur parlando a Martino, è molto più distaccato, non lo
guarda sempre negli occhi, ha anche un’espressione leggermente canzonatoria, ma
mai greve.

Da battuta 306 a battuta 311 c’è la ripetizione del frammento “e non badar / non
tremar”: qui i personaggi si esasperano, e la receptionist quindi si precipita da
Martino a chiedergli se gli serve aiuto: Martino la nota solo a battuta 311, e quando
canta “ma come fare per non tremare?” si rivolge direttamente alla receptionist, che
annuisce premurosa. La barista è interdetta, guarda la scenda preoccupata.

Parmenione a battuta 311 invece fa un gesto di stizza, mandando elegantemente al


diavolo Martino: quando dice “bevi” la barista prontamente porge un bicchiere
d’acqua a Parmenione, che lo pone sul bancone di fronte a Martino. Una volta
compiuto questo gesto, che è già tanto per una persona come Parmenione, questi si
gira verso il pubblico e con aria disinteressata prosegue a cantare “e non badar” con
l’aria di uno che vuole scrollarsi di dosso un importuno. La barista interdetta continua
a rassettare e ogni tanto guarda la receptionist, che intanto cerca di consolare Martino,
il quale continua a rivolgersi a lei parecchio innervosito e stressato.
MOVIMENTI RECEPTIONIST:

“S’alza il sipario”: sta discutendo e armeggiando con Martino per la presa della
stanza;

battuta 155: quando Parmenione comincia a cantare lei lo guarda;

poco prima di battuta 216: consegna le chiavi della stanza a Martino;

battuta 216: quando sente il rumore delle valigie cadute si sporge oltre il banco per
vedere di cosa si tratta, curiosa e attenta;

battuta 240: sente per la seconda volta il rumore di valigie che cadono e si acciglia,
esce da dietro il suo banco e va vicino a Martino per chiederle se è tutto a posto.
Viene rassicurata da Martino, ma lei quale insiste, così che Martino si stizzisce e la
allontana. La receptionist ritorna dietro il banco;

battuta 258: vedendo che la situazione si sta complicando la receptionist esce da


dietro al bancone e fa segno alla barista che Martino e Parmenione possono diventare
ingestibili, insomma è preoccupata che non facciano qualche sproposito, e a distanza
gesticola verso la barista, la quale risponde a gesti: tanto i due sono troppo impegnati
a battibeccare, non si accorgono che le due ragazze comunicano. Questo fino a
battuta 272; sul “dove vai” di Parmenione alla fine decide di rassicurarsi e ritorna al
banco;

battuta 296: visto che è preoccupata dal battibecco iniziato esce dal banco e si pone
davanti ad esso, ma non si avvicina troppo ai due: al momento si limita a prepararsi
per essere pronta a intervenire in caso di litigio, e ogni tanto si scambia qualche
sguardo con la barista;

battuta 306: al primo “e non badar” dalla sua posizione in piede davanti al banco si
precipita da Martino a chiedergli se gli serve aiuto: Martino la nota solo a battuta
311, e quando canta “ma come fare per non tremare?” si rivolge direttamente alla
receptionist, che annuisce premurosa. Continua a consolare Martino fino alla fine
della scena.

MOVIMENTI BARISTA:
“S’alza il sipario”:pulisce il bancone e mette a posto bicchieri e bottiglie;

battuta 155: quando Parmenione comincia a cantare lei lo guarda;

battuta 216: quando sente il rumore delle valigie cadute la barista alza
immediatamente gli occhi e guarda Martino;

dopo battuta 216: Parmenione si alza e va a sedersi al bar. Una volta seduto lei
confabula con lui. Parmenione ordina da bere, la barista glielo serve con due olive e
qualche altro stuzzichino, poi ritorna a rassettare e a chiacchierare con Parmenione;

battuta 240: quando sente il rumore di valigie che cadono ancora si rivolge a
Parmenione per chiedere se il suo stagista avesse qualche problema, ma Parmenione
fa un cenno sbrigativo con la mano alla barista che vuole dire “non farci caso!”, e
continua a cantare;

battuta 258: c’è un terzo tuono: Martino fa di nuovo cadere le valigie, la barista alza
gli occhi. Lo sguardo della barista viene intercettato da quello della receptionist, e
cominciano a comunicare a gesti. Questo fino a battuta 272; sul “dove vai” di
Parmenione alla fine decide di rassicurarsi e ritorna alle proprie faccende al bar;

battuta 296: è preoccupata dal battibecco ma non vuole sembrare troppo invadente e
si limita ad rassettare il banco, pur essendo tesa.

Da battuta 306 a battuta 311: la barista è interdetta, guarda preoccupata la dinamica


tra Martino (consolato dalla barista) e Parmenione, fino alla fine della scena.
MOVIMENTI PARMENIONE:

“S’alza il sipario”: Parmenione è di spalle, al centro della vetrata, che guarda il mare
e fa qualche foto al paesaggio che si vede dalla vetrata col suo ipad;

battuta 155: Parmenione si gira rilassato verso il pubblico; mentre cammina


composto e tranquillo e rimettendo a posto l’ipad nella sua tracolla, si avvicina al
proscenio diritto davanti a sé, avendo l’accortezza di non superare la linea del
divanetto;

battuta 185 si sistema sul divanetto e si toglie la tracolla, ponendola accanto a sé;
estrae l’ipad e fa qualche foto all’albergo;

poco prima di battuta 216 si accorge che alla sua sinistra c’è il bar e, avendo finito di
cantare, a passo risoluto si alza e si dirige proprio lì, urtando Martino che gli stava
venendo addosso. Si risente dell’urto, fa una faccia schifata e va a sedersi sulla sedia
più vicina alla platea. Una volta seduto confabula con la barista e ordina da bere, che
gli viene portato con due olive e qualche altro stuzzichino. Mentre beve e
mangiucchia estrae il palmare dalla tracolla e inizia a lavorarci;

battuta 225: Parmenione non si accorge nemmeno che Martino ce l’ha con lui, e
continua imperterrito a chiacchierare con la barista e a bere, dando ogni tanto
un’occhiata all’ipad: non è assolutamente interessato a Martino!

battuta 240: mentre Martino si alza per riprendere a camminare verso il bar,
maldestramente fa cadere le valigie. Il rumore fa finalmente girare la testa a
Parmenione, che chiede cosa sia successo; la barista si rivolge a Parmenione per
chiedere se il suo stagista avesse qualche problema, ma Parmenione fa un cenno
sbrigativo con la mano alla barista che vuole dire “non farci caso!”, e continua a
cantare;

Parmenione nel frattempo non ha smesso di guardare verso Martino: continua lo


scambio di battute tra i due fino a che, a battuta 253, Parmenione prende dal banco
un piattino con qualcosa da mangiare, lo appoggia sul bancone del bar e lo indica,
con eleganza, a Martino, facendogli capire che può raggiungerlo al bar allo sgabello
di fronte al suo;

battuta 267: Parmenione si inizia a spazientire: adesso si gira del tutto verso
Martino, e anzi ci dovrà essere una certa enfasi in questo gesto, a far capire che è
veramente spazientito. gli fa di nuovo cenno di venirsi a sedere sullo sgabello;
battuta 270: Parmenione gli risponde spazientito direttamente a Martino: tutto lo
scambio di battute fino a battuta 287 si svolge mentre i personaggi sono fermi nelle
loro posizioni;

battuta 287: Parmenione, con un mezzo sorriso di ironia, ma con disprezzo, indica
con la mano il posto a Martino, e poi si risistema seduto correttamente, in modo da
trovarsi di faccia a Martino;

Da battuta 296 in avanti Martino e Parmenione cantano seduti, l’uno di fronte


all’altro. Parmenione, pur parlando a Martino, è molto più distaccato, non lo guarda
sempre negli occhi, ha anche un’espressione leggermente canzonatoria, ma mai
greve.

Da battuta 306 a battuta 311 c’è la ripetizione del frammento “e non badar / non
tremar”: Parmenione si esaspera;

battuta 311: Parmenione, dopo l’ultimo “non badar” fa un gesto di stizza, mandando
elegantemente al diavolo Martino. Una volta compiuto questo gesto, che è già tanto
per una persona come Parmenione, questi si gira verso il pubblico e con aria
disinteressata prosegue a cantare “e non badar” con l’aria di uno che vuole scrollarsi
di dosso un importuno.
MOVIMENTI MARTINO:

“S’alza il sipario”: Martino sta discutendo e armeggiando con la receptionist per la


presa della stanza;

battuta 155: quando Parmenione comincia a cantare Martino lo guarda;

poco prima di battuta 216: riceve in consegna le chiavi della stanza dalla receptionist
e, trascinando una valigia per braccio, comincia con fatica ad andare in direzione del
bar e va addosso a Parmenione;

battuta 216: c’è il tuono: lui dovrà trovarsi al centro della scena. Al tuono si ferma, e
prorompe nel suo sfogo contro i fulmini: è esasperato dal viaggio e dalla fatica di star
dietro al suo capo. Nel frattempo si sarà trovato dietro il divanetto sui cui stava
Parmenione: vi si siede, stanco e snervato;

battuta 225: guarda fisso Parmenione e, sempre da seduto, lo scongiura di


permettergli di mangiare;

battuta 240: secondo tuono: mentre si alza per riprendere a camminare verso il bar,
maldestramente fa cadere le valigie;

battuta 244: si china per riprenderne l’impugnatura e nel frattempo risponde come
chi vuole sorvolare su un problema ma in realtà ne lascia intendere l’esistenza
(rimane fermo con le valigie impugnate). Mentre canta rivolto a Parmenione
contemporaneamente rassicura la receptionist, la quale insiste, così che Martino si
stizzisce e la allontana;

battuta 258: c’è un terzo tuono: Martino fa di nuovo cadere le valigie e si mette le
mani alla testa, esasperato;

battuta 270: Martino, che oramai era quasi preda di una crisi isterica. si riscuote e si
rivolge snervato direttamente a Parmenione, rimanendo sempre dove si trova, in
piedi, con le valigie. Parmenione gli risponde spazientito: tutto lo scambio di battute
fino a battuta 287 si svolge mentre i personaggi sono fermi nelle loro posizioni;

battuta 290: dopo il “Siedi qui” di don Parmenione, senza mai abbandonare le
valigie ma portandole con sé, finalmente Martino va a sedersi sullo sgabello. È
snervato; si siede scompostamente;

da battuta 296 in avanti Martino e Parmenione cantano seduti, l’uno di fronte


all’altro: Martino si rivolge, con petulanza e mai con rabbia, direttamente a don
Parmenione;
da battuta 306 a battuta 311 c’è la ripetizione del frammento “e non badar / non
tremar”: qui Martino e Parmenione, e la receptionist quindi si precipita da Martino a
chiedergli se gli serve aiuto: Martino la nota solo a battuta 311, e quando canta “ma
come fare per non tremare?” si rivolge direttamente alla receptionist; fino alla fine
della scena Martino continua a rivolgersi a lei parecchio innervosito e stressato.

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