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Dicembre, primo giorno del mese

è mattino e il giorno non ha ancora deciso se porterà bel tempo o invece terrà questa umida cappa di
nuvole e nebbia. Fatto stà che quando ci si alza con un desidero, tale desidero è meglio assecondarlo,
sopratutto quando è riferito alla montagna.

Per cui, nessun zaino, parto così un pò alla rinfusa ad un orario che farebbe inorridire i puristi.

Equipaggiamento: essenziale e stagionale.


Equipaggiamento extra: una fetta di strudel.
Nessun aggeggio tecnologico se non l'auto.

Parto poco convinto, ma con tanta voglia di sgranchirmi le gambe. E' la prima uscita montana al freddo da
quando ho fatto il trapianto. Forse ci starò andando cauto, ma il mio fisico non è ancora in buone condizioni
da affrontare chissà che giri kilometrici. Quest'estate andava un po' meglio, ma il mese di ricovero
successivo, con quell'intervento in anestesia generale mi ha messo proprio ko.

Ad ogni modo, salgo, salgo con l'auto fino un posto che è utile parcheggiare a Cima Campo. Questa
montagna che amo particolarmente, non offre molte avventure faticose e trovare subito un posto quasi alla
sommità è facile. Quel tanto che basta per fare un pò di km e un pò di dislivello, che non guasta mai. Si
tratta di una strada del genio, che porta fino alla sommità (circa a 1500m) dove è posto un forte della prima
guerra mondiale, sempre suggestivo da vedere sopratutto per il panorama stupendo che si può godere
dalla sommità.

Scendo dalla macchina e i 2 gradi sopra lo zero si sentono tutti. L'aria è fredda e il cielo è definitivamente
coperto sopra di me, ma l'orizzonte si vede ancora e si vedono tutte le cime circostanti: Monte Grappa,
Monte Avena, il Pavione con i suoi 2400m, più distanti si stagliano nitide le Pale di San Martino e Cima
d'Asta, monumenti granitici da affrontare con tutto il rispetto.

E' tutto sommato quello che volevo, aria e panorama. Salgo lentamente per la strada sterrata, mi devo
fermare parecchie volte poichè le gambe non collaborano molto. Va beh, ma si va comunque e pian piano
mi ritrovo all'ultimo tornante e poi al pianoro dove si erge il monumentale forte Leone.

E' impressionante, ha più di cent'anni ormai, ne ha passate molte e i segni del tempo sono evidenti. E'
sempre bello per me tornare qui, ci venivo spesso d'estate, quando si veniva a suonare con la banda. Un
momento importante, un pò per la cerimonia, molto per il pranzo luculliano che ci preparavano gli alpini e
per il divertimento di noi piu' piccoli nel gironzolare per le viscere (pericolose, all'epoca) del forte.

Nei pressi ci sono un sacco di panche e muretti, è l'ora della pausa e della merenda. Lo strudel con veduta
panoramica era una di quelle cose che mi mancavano molto! Poi con il freddo e il venticello che mi fischiava
vicino le orecchie, non ha prezzo.

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