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CACCIA GROSSA

A caccia: impegnativa, costante, alla ricerca di passi alpini, alcuni famosissimi, altri un po’ meno, in uno dei contesti
naturali più belli e scenografici del mondo: le Dolomiti. Un itinerario di qualche giorno dove il gusto e la gioia di
andare in moto diventano una necessità quotidiana ed appagante, che solo parzialmente, anche se in maniera alquanto
impressionate, può essere attenuata dalla spettacolarità dei paesaggi.

Testo e foto Giovanni LAMONICA


ITINERARIO
Cortina D’Ampezzo, tre cime di Lavaredo, S. Candido, Bagni di Valgrande, S. Antonio, Danta di Cadore, Costalta,
Comeglians, Pesaris, Pieve di Cadore, Venàs, Cibiana di Cadore, Zoldo Alto, Selva di Cadore, Pocòl, S. Cassiano,
Arabba, Rocca Pìetore, Canazei, Vigo di Fassa, Tesero, Moena, S. Martino di Castrozza, Agordo, Alleghe, Larzonei,
Cortina D’Ampezzo.
LUNGHEZZA- km 622
DURATA- 3-7 giorni
Il cielo è terso, l’aria frizzante, il termometro sul cruscotto segna uno strano 9°, davvero pochi se si pensa che neanche
ad un’ora di macchina,verso sud, in pianura ce ne sono quasi 25 in più.
Sono a Cortina d’Ampezzo, la perla delle Dolomiti, in agosto per giunta, ma non sono qui per partecipare alla vita
mondana di cui gode fama il celebre centro Ampezzano. Il mio obbiettivo è un altro: andare per strade, alcune famose,
altre meno battute, nel tentativo di valicare più passi possibile, creando anche un circuito armonico facilmente
ripercorribile da chi volesse seguire queste poche righe. Sono ad appena a 1200m d’altitudine, mi copro e punto
decisamente verso le montagne più belle della zona: le 3 Cime di Lavaredo, il primo passo è quello di 3 Croci, 1805m.
Oltrepasso il lago di Misurina, massimo specchio d’acqua del Cadore e pagato il pedaggio il mito dei miti Dolomitici,
come viene definito dalle guide, appare in tutta la sua possanza: la triade sarebbe aggirabile con un sentiero in meno di
2 ore ma il richiamo della strada è troppo forte e sperperando l’esorbitante pedaggio di ingresso (per le moto, la bellezza
di €10) sono nuovamente per strada. Nonostante sia ancora abbastanza presto il traffico è abbastanza intenso ma,
arrivato a S. Candido ed abbandonando il famosissimo e frequentatissimo giro del Cristallo che riporterebbe troppo
presto al punto di partenza, le cose migliorano dirigendosi verso l’Austria, per poi deviare verso il Passo di Monte
Croce di Comelico. Il tragitto è molto meno trafficato, ma deviando ulteriormente verso il Passo del Zovo, le cose
migliorano ancora. E sarà solitudine o quasi fino al riavvicinarsi a Pieve di Cadore, famosa per le numerose fabbriche di
occhiali oltre che a dare i natali a Tiziano. A Vènas, per evitare la ressa sulla ss51 Alemagna, devio per il paese dei
murales, Cibiana e l’omonimo passo. La strada è molto stretta ed aggrappata alla parete immersa nel bosco.
Proseguendo si scende fino ad imboccare la ss251 ed appena dopo Selva di Cadore, prendo a dx per il passo Giau,
riconosciuto come uno di più belle della zona. Al 29° tornante ci si rende conto di essere quasi in cima!!! Per affrontare
il Falzarego devo riavvicinarmi a Cortina, il bivio è ad appena 6km, ma continuo deviando a sx per inanellare passi in
rapida successione: Falzarego, appunto, Valparola, Gardena, Sella, Pordoi (altre decine e decine di tornanti!!!), una
brevissima digressione al Campolongo, leggermente fuori itinerario, per arrivare al castello di Andraz. Meno di 10km in
linea d’aria da Selva per percorrerne più di 110 per strada!! La caccia continua per conquistare quello che forse si
avvicina al trofeo della giornata. Arrivare nel tardo pomeriggio sul passo di Fedaia può regalare sensazioni davvero
uniche (foto 24, bella forse anche come doppia di apertura): la Marmolada si specchia sul lago di Fedaia illuminato dal
sole che tramonta dietro la diga, impossibile non fermarsi in contemplazione!!
La discesa lungo la ss641 è normalmente spettacolare ma, l’ingresso a Canazei, invasa da turisti, mi induce ad
affrettarmi alla ricerca di valichi: i solitari e poco trafficati Costalunga, Lavazè, per poi transitare dal S. Pellegrino, il
Valles, ed affrontare il famoso, lunghissimo ma bellissimo passo Rolle. Stanchi? L’arrivo ad Agordo transitando dal
Cereda, posto a soli 1369m, ci sfiancherà di curve su una stradina a volte tanto stretta da indurre a pensare di aver
sbagliato strada. Un po’ di riposo percorrendo la fondovalle ss203 prima di aggredire a Caprile l’ultimo tratto. C’è da
transitare nuovamente sul Falzarego: non preoccupatevi, solo 16 tornanti, più quelli naturalmente per scendere a
Cortina!!

Una delle poesie raccolte nel libro “Malgrètes” di Dino Dibona, scrittore e poeta nato a Cortina D’Ampezzo,
docente universitario e profondo amante e conoscitore di queste montagne, che ben rappresenta nelle sue opere.

Montagne dalle alte cime uscite dal mare


vegliano sulle valli coperte da boschi e prati
e le nuvole fatte per chi le sa guardare
sospinte dolcemente dal vento
scendono là dove non sin possono accarezzare.

Solitario e taciturno, m’incammino a passi cadenzati


sul sentiero seminascosto dagli aghi dorati
ascoltando il respiro delle ninfe addormentate
lieve come la brezza nei lariceti
dolce come il canto delle fate.

Dagli alberi dai rami quasi spogli


giungono suoni improvvisi
e là dove alzo lo sguardo
vedo la luce nell’aria simile a lame di coltelli
attraversata da brevi e fugaci voli d’uccelli.
ARTE E CULTURA
Il nome Dolomiti è dovuto alla denominazione delle rocce che costituiscono la principale caratteristica della regione: le
dolomie sedimentarie formatesi durante il Triassico, da 230 a 195 milioni di anni fa. Queste fantastiche montagne hanno
da sempre colpito i sensi e l’immaginazioni degli abitanti e dei visitatori delle sue profonde valli solcate da
spumeggianti torrenti, e ciò è dovuto soprattutto alla grande varietà del paesaggio, in cui imponenti massicci rocciosi
dalle forme cupolose e scure, si alternano a torri e guglie altissime con pareti di roccia di un bel colore bianco rosato,
che assume diverse colorazioni a seconda dell’ora della giornata.

“Quando partire”
I mesi assolutamente da evitare come i intensità di traffico erano quelli classici delle vacanze estive, fine luglio agosto
per intenderci, anche se negli ultimi anni si è registrato un certo calo di presenze, soprattutto tra quelle italiane.
Sicuramente tarda primavera e soprattutto inizio autunno, settembre ed ottobre, rappresentano ancora le stagioni
migliori per poter godere la bellezza dei panorami guidando rilassati le proprie moto senza effettuare continui slalom tra
colonne di auto e camper.
“L’abbigliamento”
Anche in estate, quando nelle valli ci sono più di 25°, sui passi ad oltre 2000m d’altitudine può far fresco, con degli
sbalzi di temperatura di anche 10°, immaginatevi se dovesse cambiare il tempo.
Ad agosto, la mattina presto ho trovato anche 9° a Cortina!!!
Il casco SYSTEM 4 della BMW rappresenta per me una certezza dopo anni di utilizzo, può essere trasformato in jet con
due orecchie in plastica che sostituiscono la mentoniera, rendendolo sfruttabile in tutte le condizioni e nei viaggi più
impegnativi. In questa occasione l’ho utilizzato con la modifica jet.
Per questa esperienza alpina ho sperimentato la giacca Confort Shell della BMW, abbinata al pantalone Summer sempre
della casa tedesca. Davvero una felicissima esperienza. Questo nuovo materiale, parliamo della giacca, sviluppato e
brevettato da BMW abbina le doti di una tuta impermeabile a quelle di un capo dalla traspirabilità davvero eccezionali
ed inaspettate. Partire con temperature superiori ai 30° per poi, nel corso della giornata salire di altitudine ed incontrare
fredde spruzzate d’acqua senza minimamente preoccuparsi di altro all’infuori della guida, rimanendo completamente
asciutti e termicamente a proprio agio, devo dire in tutta sincerità ha lasciato un segno nelle mie certezze piuttosto
abitudinarie.
Credo, una rivoluzione nel modo di andare in moto.
Critiche? Come al solito vorrei qualche tasca in più: ce ne sono 2 esterne, una tra le due cerniere di chiusura, tutte
impermeabili, ed una interna. Inoltre se avesse un imbottitura termica, mi sentirei dì affermare con assoluta certezza, di
trovarmi di fronte ad un vero e proprio punto di riferimento nel panorama dell’abbigliamento motociclistico.
Per quanto concerne il pantalone, il Summer, è dotato di protezione alle ginocchia e ne ho potuto apprezzare la notevole
quantità di tasche ed il bel taglio, anche se la traspirabilità non mi è sembrata all’altezza. Un buon indumento da mezza
stagione, ma che entra in crisi nelle giornate più calde. Assai utile anche la zip che permette di trasformarlo in un
pantalone corto per le visite a piedi quando la moto è parcheggiata.
Per gli stivali ho collaudato i nuovi stivali della Oxtar, denominati Airtech Gtx Xcr, foderato con una lamina di goretex
3 volte più sottile dello standard, che permette una maggiore traspirabilità, mantenendo inalterate le capacità
impermeabili. Ottimi.
Casco BMW SYSTEM EVO 4
Giacca BMW CONFORT SHELL
Pantalone BMW SUMMER
Stivali OXTAR AIRTECH GTX XCR

“Che moto utilizzare”


Se ne vedono di tutti i colori, ma soprattutto di tutti i tipi!!!
Nessuna controindicazione a parte le solite raccomandazioni sulla sicurezza: mantenere sempre la propria carreggiata
senza invadere la corsia opposta e controllare la velocità soprattutto nei tratti più ripidi.
Informazioni utili
Per qualsiasi informazione sul web
www.dolomiti.com
www.dolomitipark.it
www.dolomiti.cc
Cortina D’Ampezzo
Ristorante “Leone e Anna”, loc. Alverà 112, tel. 04362768 e-mail sturlese@sunrise.it cucina sarda trapiantata da anni
nell’ampezzano, uno strano connubio ma apparentemente ben riuscito.
Ristorante albergo “Beppe Sello” via Ronco 68 tel. +3904363236,
fax +39 0436 3237 www.beppesello.it e-mail: info@beppesello.it Ristrutturato completamente nel 1995. Dispone di 13
confortevoli camere, tutte con bagno, televisore e balcone. Locale storico della zona con buona cucina.
Ristorante “Al Camin”, loc. Alverà 99, tel. 0436862010 e-mail fabiop91@alice.it
Cartografia
La Michelin pubblica una serie di carte stradali 1/400000 che suddividono l’Italia in 4 aree. Di recentissima
pubblicazione una nuova serie di carte regionali in scala 1/200000 assai dettagliate. Per maggiori informazioni
www.ViaMichelin.com
Veneto, Grande Carta d’Italia TCI 1:200.000 più le inossidabili guide verdi www.touringclub.it

COLORI E SAPORI
La voce carne non ha un grosso peso nella tradizione della cucina ampezzana. Qualche po’ di carne si mangiava fresca
quando si macellavano pecore e maiali. Il maiale veniva tagliato a pezzi grandi e messo in salamoia; se ne mangiavano
fresche le interiora: rognoni, fegato, cuore e polmoni. I pezzi con gli ossi venivano messi anch’essi in salamoia e
conservati per farli cuocere con al minestra ed i crauti. Pere conservare il lardo e di crauti si procedeva così: si pestava
sale grosso, vi si univa pepe, aglio, foglie di salvia, alloro, bacche di ginepro e rosmarino. Con questo miscuglio si
strofinava bene il lardo e di vari pezzi di carne. Si mettevano in un mastello di legno appoggiato ad uno sgabello. Il
mastello aveva un cocchiume, da dove ogni giorno si toglieva la salamoia che si formava col sale sciolto e si riversava
sui pezzi di carne, questo per 15-20 gironi. Si toglievano poi dal mastello la carne ed il lardo che si appendevano al
soffitto delle cucine su appositi paletti. Per 5-6 ore si affumicava la carne con dei rami di ginepro messi in un paiolo. Si
faceva asciugare la carne ancora per qualche giorno e si trasportava poi il tutto in cantina. Il lardo “speck” si cominciava
a consumarlo dopo circa 6 mesi. Anche la pecora subiva lo stesso trattamento. Nella tradizione culinaria della zona non
esistono altri piatti di carne, a parte qualche arrosto di castrato; per il resto la carne veniva consumata affumicata e cotta
nelle minestre d’orzo, di fave e, raramente, di fagioli, dato che non crescevano nelle valli e, come tutto quello che si
doveva acquistare, costituiva una rarità.

I passi
C’è ne è davvero per tutti i gusti, tortuosi, angusti, veloci, con pendenze da arrampicata, panoramici, immersi nei
boschi, pieni di tornanti, con rapide curve da raccordare fluidamente, scavati nel crinale delle montagne o affacciati su
vallate bucoliche, vertiginosamente sprovvisti di parapetti. Questi sono i protagonisti dell’itinerario, i valichi delle
montagne venete, splendidi esempi di viabilità, soprattutto se percorsi in moto.
Le strade
I passi meno frequentati sono quelli che hanno un manto stradale più “performante”, oltre ad essere quelli più divertenti,
anche se in media le condizioni sono sempre buone. Le maggiori attenzioni vanno prestate al traffico che in alcuni
valichi ed in alcune zone e, soprattutto in certi periodi estivi può diventare anche intensissimo.

e-mail: giovanni.lamonica@gmail.com
web: www.landsails.it
http://landsails.blogspot.com/

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