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IL LIBRO

Non sono le armi e neppure i gadget highte-


ch: la vera risorsa di una spia risiede nel cer-
vello e soprattutto nella capacità mnemonica.
la necessità di non lasciare tracce spesso rende
impossibili le registrazioni e l’unica cosa su cui
una spia può fare affidamento è la propria men-
te.

Grazie a questo libro, ricco di esercizi uti-


lizzati per addestrare le spie più abili al mondo,
non solo migliorerai la tua memoria e affinerai
l’attenzione, ma trasformerai il tuo cervello in
una efficacissima macchina capace di registrare
e apprendere tutto quello che ti accade intorno.
L’AUTORE

Non si sa nulla di chi si celi sotto lo pseu-


donimo di Denis Bukin, ma pare che collabori
con una grande azienda russa dove lavorano
molti ex dipendenti del KGB. quel che è cer-
to è che ha deciso di scrivere questo libro dopo
aver potuto apprezzare le eccezionali capacità
mnemoniche e di concentrazione richieste a un
agente segreto.
Denis Bukin

COME DIVENTARE
UNA SPIA
_
ADDESTRAMENTO MENTALE
PER AGENTI DEL KGB
Indice

INTRODUZIONE
9

34
1 - CHIS
(Covert Human Intelligence Source)

58
2 - AGENTE RECLUTATORE
108
3 - AGENTE SEGRETO FREELANCE
145
4 - AGENTE DI COLLEGAMENTO
188
5 - AGENTE OPERATIVO
219
6 - ANALISTA
248
7 - AGENTE DOPPIOGIOCHISTA
267
RISPOSTE
268 RINGRAZIAMENTI
COME DIVENTARE UNA SPIA
INTRODUZIONE
COME DIVENTARE UNA SPIA

Congratulazioni! Se stai leggendo questo documento, significa che sei stato am-
messo alla scuola di intelligence.

Alla maggior parte delle persone la parola “spia” fa venire subito in mente tutta
una serie di gadget, come penne laser e accendini esplosivi, ma l’arma più im-
portante di un agente segreto è il suo cervello. Per il suo lavoro la memoria è di
vitale importanza. L’esigenza della più assoluta segretezza spesso rende impos-
sibile registrare alcunché, quindi, per mantenere e riprodurre una mole enor-
me di informazioni con la più assoluta accuratezza, gli agenti devono affidar-
si alla loro mente.

Nelle pagine seguenti ti insegneremo come potenziare la memoria e affinare la


mente con una serie di esercizi che sono stati sviluppati per addestrare i miglio-
ri agenti segreti russi.*

A differenza di ciò che vediamo in certi film, il vero compito dell’intelligence


consiste nella rielaborazione delle informazioni. Ricostruire il quadro completo
di una situazione basandosi sui minuscoli frammenti raccolti: è questo il com-
pito di un agente segreto, ed è a tale scopo che ti metteremo alla prova. Svilup-
perai capacità con tecniche testate in situazioni estreme, e riuscirai a sfruttare la
tua mente al massimo delle sue capacità.

* Sebbene tutti i personaggi che compaiono in questo libro siano immaginari, e qual-
siasi somiglianza con una persona vera sia del tutto accidentale, gli eventi narrati sono
basati su una storia vera. È inoltre importante sottolineare che tutti i dati forniti pro-
vengono da fonti pubbliche.

10
Introduzione

Struttura del libro

Questo libro è diviso in capitoli che corrispondono alle fasi di formazione di un


agente segreto nel corso della sua carriera. Attraverserai tutti i livelli della scuo-
la di intelligence, dall’agente segreto di primo livello al doppiogiochista, ossia
dal più semplice al più pericoloso e complesso degli incarichi.

Inoltre seguirai la storia di un’operazione di controspionaggio, ricostruita attra-


verso una serie di documenti e annotazioni del protagonista, dei quali sono ri-
prodotte alcune pagine. Ti saranno poi fatte delle domande relative a questa vi-
cenda, per cui leggendola cerca di ricordare tutto quello che puoi.

Ogni fase contiene esercizi pratici e istruzioni sulle procedure di consolidamen-


to della memoria. All’inizio sembreranno facili, ma in seguito si faranno sempre
più difficili. Sforzati di imparare le tecniche e i metodi a partire dai primi inca-
richi più semplici. Probabilmente riuscirai a portare a termine gli esercizi sen-
za usare le tecniche indicate, ma nel corso del programma i problemi si faranno
più complessi, quindi impara a servirtene fin dall’inizio. Utilizzare le scorciatoie
finirebbe per rallentare la tua formazione.

In questo libro ci sono due tipi di esercizi: quelli interattivi, che è bene tu esegua
subito dopo averli letti, ripetendoli diverse volte per assicurarti di averli acqui-
siti. Potrai annotare i tuoi progressi negli spazi dedicati alle note. Se non riesci
a eseguire l’intero esercizio, torna alle tecniche per cui è concepito. Rileggile e
porta a termine più volte la versione meno complessa dello stesso esercizio. Per
il secondo genere di esercizi non c’è bisogno di avere davanti il libro. Puoi ese-
guirli nelle situazioni più disparate: in vacanza, in coda al supermercato o men-
tre ti rechi al lavoro...

Non preoccuparti se non riesci a terminare un compito al primo tentativo. Il


cervello è come un muscolo, e la maggior parte di noi è abituata a utilizzare sol-
tanto una piccola parte della sua capacità. Quindi imparerai di più quando im-
parerai a superare i tuoi limiti. È necessario rinforzare il potenziale della mente
mantenendola in esercizio. Non dimenticartene mai e sia tu sia le persone che ti
circondano finirete senz’altro per notare dei progressi concreti.

Oltre alle tecniche, all’istruzione, agli esercizi e alle missioni, il libro tratta an-
che situazioni relative all’attenzione, all’immaginazione e alla memoria, nonché
al modo di servirsene.

11
SCONTRI PRIMA
DELLE ELEZIONI
Il 10 dicembre 1954 a Buenos Aires, Durante gli scontri la polizia si è li-
durante un comizio, tra gli elettori mitata a fermare parecchie persone.
e il candidato peronista Garcia Pu- È da sottolineare che gli arrestati
ghese si sono verificati una serie di hanno negato la propria partecipa-
eventi inusuali. Come accade nor- zione agli scontri, peraltro senza for-
malmente in situazioni del genere, nire una spiegazione sulle circostan-
si è cominciato con un discorso in- ze dell’arresto e sostenendo di essersi
troduttivo del candidato, ma le cose recati al comizio per pura curiosità.
sono ben presto degenerate in una Gli scontri sarebbero stati il frutto
violenta contesa. La richiesta di Pu- di una psicosi di massa, cominciati
ghese di un confronto diretto con i senza preavviso e conclusisi in breve
socialisti si è concretizzata nella ma- tempo.
niera più letterale. I partecipanti, cir- Gli osservatori ritengono che il par-
ca trecento, sono usciti dal cinema tito Peronista abbia grandi possibili-
mentre il meeting era in corso e si tà di vittoria. Il consenso di cui gode
sono diretti verso il quartier genera- non sarebbe stato indebolito neppu-
le del comitato elettorale socialista, re dalle recenti voci che lasciano in-
scandendo slogan. Una folla impe- tendere una collaborazione con cer-
tuosa, armata di attrezzi da giardino ti consulenti tedeschi che avrebbero
pietre e bastoni, ha spaccato i vetri, servito il regime nazista in Germa-
distrutto il mobilio e malmenato le nia e sarebbero fuggiti dall’Europa
persone. Molti attivisti sono stati ri- in seguito alla sconfitta del Terzo
coverati in ospedale, incluso il can- Reich nella primavera del 1945.
didato socialista Gabriel Acritiso.
12 dicembre 1954

L’anno si sta concludendo. Sto cercando di valutare


a fondo cosa sia accaduto e che cosa abbia significato.
Eccezion fatta per lo studio dello spagnolo, posso solo
definirlo noioso. In realtà, ho cominciato a studiare
lo spagnolo proprio perché mi stavo annoiando...
giusto qualcosa per tenermi occupato.
Sono stanco della psicologia accademica. Lavorare
nell’ufficio del preside è tedioso. La mia vita personale
non è cambiata.

Avrei dovuto iscrivermi a una facoltà universitaria.


Ce la farò l’anno prossimo?

[Estratto dal diario di Andrej Simonov]


15 dicembre 1954

Direttore del Secondo Dipartimento


KGB – Unione Sovietica

In accordo con il provvedimento del KGB sul


“Rimpiazzare il personale operativo privo
dei requisiti necessari e che non porta a
termine un incarico” del 1 dicembre 1954,
con il proposito di rinforzare l’unità sotto
copertura nell’intellighenzia accademica
e artistica, è stata avviata un’operazione
di reclutamento nell’ambito dello staff
dell’Università statale di Mosca.
Chiedo l’autorizzazione a reclutare i
seguenti soggetti:

1. Evgeny Petrovich Ivanov, n. 1931;


2. Elena Vassilyevna Ilyina, n. 1929;
3. Andrej Nikolaevich Simonov, n. 1930.

I profili operativi dei suddetti sono allegati


alla presente.

Tenente Colonnello N.V. Ilyin,


vicecapo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 5 dicembre 1954

PROFILO OPERATIVO
Simonov, Andrej Nikolaevich

Andrej Simonov è nato a Leningrado nel 1930.


Padre: Simonov, Nikolaj Matveevich, n. 1902, operaio. Attualmente
meccanico presso il rimorchiatore a vapore Miner nel porto di
Leningrado. È stato esentato dal servizio militare sul fronte.
Madre: Simonova (nata Ivanova), Olga, n. 1910, operaia.
Attualmente gruista presso il porto di Leningrado.
Ha studiato presso la Scuola Superiore n. 120 di Leningrado.
Dopo essersi diplomato nel 1948, è entrato nell’Università
statale di Mosca, dipartimento di Psicologia presso la facoltà
di Filosofia. Laureatosi nel 1953 con lode, ha ricevuto una nota
di merito per gli studi di dottorato. La sua tesi su “I metodi
psicofisiologici per stabilire la veridicità delle testimonianze
investigative e processuali” ha avuto come relatore il professor
A.R. Luria.
Gli studi successivi alla laurea e le pubblicazioni sono stati
posticipati a favore della ricerca e dell’esperienza pratica.
Attualmente è impiegato come segretario presso l’ufficio di
presidenza della facoltà di Filosofia ed è membro della Lega
Comunista Giovanile. Gli istruttori della sua Università
lo ritengono uno degli specialisti più promettenti. La sua
decisione di non continuare gli studi postuniversitari è stata
accolta immediatamente, con piena comprensione.
I rapporti di Simonov con gli istruttori degli studenti del
dipartimento di Psicologia della facoltà di Filosofia hanno
suscitato l’interesse del KGB. In futuro Simonov svilupperà
maggiori opportunità di ottenere informazioni. Ha molte qualità:
intelligenza fuori dal comune e ottima memoria. È un soggetto
calmo, emotivamente stabile, nessun problema sociale. Parla
tedesco, pratica sport, segue il calcio.
Interessato a psicofisiologia, ipnosi e psicologia sociale.
Celibe.

Possibilità di reclutamento su basi ideologiche e politiche.

Tenente Colonnello N.V. Ilyin,


vicecapo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Capacità della memoria

Generalmente non riusciamo a sfruttare appieno le capacità della memoria.


Come se ciò non bastasse, sono poche le persone che sanno come perfeziona-
re questa dote.

Qualche esempio. Dopo una sola visita, il pittore russo Nikolaj Ge fu in grado
di riprodurre nei dettagli l’interno barocco di una stanza del Palazzo Monplaisir.

Mozart era in grado di trascrivere un complesso pezzo musicale dopo averlo ascol-
tato una volta sola. Dopo aver sentito il Miserere di Gregorio Allegri, fino a quel
momento tenuto segreto dal Vaticano, lo rese di pubblico dominio. Aveva 14 anni.

Winston Churchill conosceva tutte le opere di Shakespeare parola per parola. Se


ne serviva per esercitarsi nell’arte oratoria.

Nel 1960, il famoso giocatore di scacchi ungherese Janos Flash giocò contem-
poraneamente 52 partite senza guardare nessuna scacchiera. Al termine di quel
confronto, che durò oltre 13 ore, fu in grado di ricordare tutte le mosse effettua-
te su tutte le scacchiere.

Tuttavia, il dono di una memoria fuori dal comune non riguarda soltanto i geni.
I ricercatori hanno mostrato 10.000 diapositive a diversi soggetti comuni, e han-
no poi testato le loro capacità mnemoniche. Hanno scoperto che in media si rie-
scono a riconoscere le immagini con un’accuratezza dell’80%. Se le immagini
sono insolite, luminose o piene di colori, l’accuratezza raggiunge quasi il 100%.

Da ciò possiamo dedurre che:

1. Il problema principale non consiste nel memorizzare un’informazione, ma


nel richiamarla alla mente quando serve. Ognuno di noi ha i presupposti
per sviluppare una grande memoria, ma è necessario padroneggiare una se-
rie di tecniche.

16
Introduzione

2. Il cervello umano ha ottime capacità di ricordare le immagini, quindi la mag-


gior parte delle tecniche per memorizzare le informazioni – mnemonica – si
basa sull’immaginazione per trasferire le informazioni verbali e numeriche
astratte in immagini.

Mettiti alla prova

In che anno è nato Andrej Nikolaevich Simonov?

A) 1929

B) 1930

C) 1932

D) 1928

17
<TITOLO VOLUME>

Tipi di memoria

Secondo la moderna psicologia, possiamo identificare tre diversi tipi di memo-


ria: sensoriale, a breve termine e a lungo termine.

La memoria sensoriale archivia informazioni percepite direttamente dai sensi


– vista, udito, tatto, olfatto e gusto – dopo che lo stimolo originario è cessato. La
memoria sensoriale è a brevissimo termine e permette di ricordare le impressio-
ni relative per non più di mezzo secondo. Tuttavia è molto importante, poiché
ogni cosa che ci collega al nostro ambiente passa di lì. È grazie a essa che perce-
piamo i singoli fotogrammi del cinema come un movimento continuo.

Le informazioni che meritano attenzione passano dalla memoria sensoriale a


quella a breve termine, dove possono essere conservate per alcuni minuti oppu-
re ore. La memoria a breve termine viene usata per esempio quando ci ripetia-
mo silenziosamente un numero di telefono mentre cerchiamo una penna o un
pezzo di carta per annotarlo.

Le informazioni più importanti passano dalla memoria a breve termine a quel-


la lungo termine, dove possono essere conservate per anni. Normalmente que-
sto processo di archiviazione si svolge a livello inconscio. Ecco perché spesso
dimentichiamo le cose importanti e ci ricordiamo i dettagli infinitesimali, che
invece dovrebbero essere stati dimenticati molto tempo fa. Comunque sia, esi-
stono metodi per sviluppare la conservazione consapevole delle informazioni a
lungo termine.

Questo libro ti aiuterà a sviluppare la memoria a breve e a lungo termine, non-


ché a imparare come trasferire consciamente le informazioni dalla memoria a
breve a quella a lungo termine.

Una spia di successo deve essere in grado di cogliere i dettagli importanti di ciò
che vede e ascolta, e anche di reinterpretare una certa informazione collegan-
dola a quanto sa. In altre parole, il genere di memoria che vogliamo sviluppare
richiede attenzione per notare le cose, e immaginazione per collegarle a ciò che
già sappiamo. È qui che comincia il nostro programma.

18
Introduzione

Attenzione e memoria

L’attenzione è la capacità di percepire le informazioni selettivamente, di vedere


e ascoltare ciò di cui abbiamo bisogno ignorando le distrazioni. Se una persona
è concentrata a leggere, il rumore non le impedisce di continuare la lettura. Per-
cepisce il testo ignorando suoni estranei. La concentrazione ti consente di foca-
lizzarti sui particolari di ciò che devi ricordare, senza sovraccaricare il cervello
nel tentativo di prestare attenzione a tutto nello stesso modo.

L’attenzione addestrata differisce da quella non addestrata perché è indirizza-


bile. Si diventa capaci di concentrarsi in fretta, di mantenere la concentrazione
per tutto il tempo necessario e poi di dirigerla altrove quando si cambia attività.

19
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Concentrare l’attenzione sul medesimo oggetto per un lungo pe-


riodo di tempo non è così facile come sembra. Prova a esaminare
qualcosa che ti sta di fronte, per esempio un orologio da pol-
so. Osserva ogni dettaglio. Esamina ogni settore del quadrante,
prendi nota di qualsiasi graffio sulla superficie. Hai guardato
bene? Continua, cerca altri particolari.

Dopo qualche minuto ti accorgerai che mantenere la concen-


trazione sull’orologio è difficile. All’improvviso ti renderai
conto che non stai più pensando all’orologio, e che varie as-
sociazioni mentali ti hanno portato altrove. Per esempio, sta-
vi cercando di concentrarti, hai fatto caso al numero 11 e ti
sei ricordato che hai una riunione importante alle 11. Quindi
il tuo pensiero si è rivolto al tuo collega che parteciperà
all’incontro, poi al libro di cui ti ha parlato e poi... In so-
stanza, ti sei dimenticato dell’orologio. Puoi ripercorrere la
sequenza? Sforzati di ricordare come sei passato dall’orologio
a ciò che stavi pensando poco fa. Ripercorri la catena di as-
sociazioni dall’orologio in poi, quindi riprendi a esaminarlo.
Ricordati per esempio del momento in cui hai pensato al libro
che appartiene al collega, poi al collega e alla riunione a cui
devi partecipare, quindi all’ora della riunione, le 11. Ricorda
che quello è l’orario associato al numero 11 sul quadrante e
che il quadrante è collegato all’orologio.

Ripetendo alla rovescia la catena di associazioni mentali, svi-


lupperai la capacità di dirigere l’attenzione.

20
Introduzione

Mettiti alla prova

Gli elettori hanno fatto irruzione nel quartier


generale di quale movimento politico?

A) Anarchico

B) Comunista

C) Socialista

D) Peronista

N. 67s

Mosca, 17 dicembre 1954

Autorizzazione a reclutare Andrej Nikolaevich Simonov


(n. 1930) accolta.

Mettere alla prova l’agente per farlo entrare in


attività sotto copertura.

Tenente generale P.V. Fedotov,


direttore del Secondo Direttorato Principale
del KGB dell’Unione Sovietica
<TITOLO VOLUME>

Capacità di concentrazione,
la regola del 7 ± 2

Una delle principali caratteristiche dell’attenzione è la sua capacità di registra-


re un numero che va da cinque a nove oggetti (incluse parole, cifre o idee) nel-
la memoria operativa di una persona.

È quasi impossibile superare tale numero, ma ci sono modi per aggirare l’osta-
colo: si possono raggruppare i dati in blocchi. Per esempio, il numero di tele-
fono +74957894179 contiene 11 cifre da ricordare, ma se le raggruppiamo in
+7 (495) 789 41 79 queste diventano cinque unità, che si possono ancora ridurre
a quattro, se sappiamo che il prefisso +7 (495) indica la città di Mosca.

La possibilità di suddivisione in unità da 5 a 9 deve essere utilizzata al 100% del-


la sua capacità. Il programma di addestramento ti aiuterà a migliorare la con-
centrazione. Segui le istruzioni, esercitati con regolarità e presto noterai i risul-
tati. Ricorda questa citazione dal Codice Disciplinare dell’Esercito Sovietico: “Il
soldato deve sopportare con risolutezza e coraggio tutte le difficoltà e le priva-
zioni del servizio militare”.

Esercizio

Eseguire due compiti alla volta migliora la capacità di sposta-


re la concentrazione da un oggetto all’altro. Prova a leggere
due libri, alternando un paragrafo di ognuno. Cambia canale ra-
dio ogni due secondi, ascolta due notiziari contemporaneamente
e cerca di ricostruire le informazioni mancanti basandoti sul
contesto. Guarda due programmi televisivi.

Non lasciare che questo esercizio ti prenda la mano! L’esecu-


zione simultanea di compiti diversi è un ottimo esercizio di
addestramento della concentrazione, ma non è un metodo efficace
per completare con successo un ampio numero di attività nello
stesso momento.

22
Introduzione

Allena la mente – Tabelle di Schulte 5x5

Le tabelle di Schulte possono contribuire al rapido sviluppo delle percezioni


mentali, come la visione periferica, l’attenzione, l’autocontrollo e la capacità di
concentrazione.

In questa pagina trovi una tabella quadrata con 25 caselle. I numeri da 1 a 25 sono
collocati casualmente all’interno delle caselle. Fissa lo sguardo al centro della ta-
bella e serviti soltanto della visione periferica per identificare le altre cifre. Ini-
zialmente potrà sembrare difficile, ma se non ti arrendi subito noterai che que-
sta abilità ti sarà di aiuto in tutta una serie di attività, come un’osservazione più
accurata e una lettura più rapida.

Fai spesso riferimento a questo esercizio e andando avanti con la formazione


imparerai a visualizzare la tabella mentalmente; alla fine del percorso noterai
che il tempo a te necessario potrà essere ridotto a 12-15 secondi, o anche meno.

23
19 dicembre 1954

Giornata lunga. Gli esami sono dietro l’angolo, l’attività


nell’ufficio del preside è frenetica, lo stesso quella degli
studenti e dei docenti. C’è anche un’enorme pila di documenti.

Stasera, mentre tornavo a casa, il KGB ha tentato di


reclutarmi. Prima ancora che me ne accorgessi, mi sono
ritrovato a conversare con un individuo, un tipo dall’aria da
professore, basso, paffuto, con un impermeabile grigio.

All’improvviso si è rivolto a me chiamandomi per nome e mi


ha chiesto: «Ti piacerebbe darci una mano?». Quando ho
compreso esattamente di che cosa si trattava, ho rifiutato
categoricamente. Tuttavia, non so come, lui è riuscito a
pormi più volte la stessa domanda. Non mi stava blandendo,
minacciando o manipolando. A suo dire, quel lavoro mi
consentirebbe di mettere in pratica ciò che ho imparato
all’università. «Abbiamo bisogno di buoni psicologi» ha detto.
Per di più, sarei reclutato nel controspionaggio. Cercare di
scovare spie straniere mi sembra un lavoro importante. Molto
più degli esperimenti e delle ricerche ripetitive, e di gran lunga
più utile delle scartoffie nell’ufficio del preside. Alla fine ho
promesso di rifletterci, e il tizio dall’impermeabile grigio mi ha
detto che si terrà in contatto.

Prima di lasciarmi, mi ha chiesto di non parlare a nessuno


della nostra conversazione e di non scrivere di lui.
Ma ecco che già non ho seguito quelle istruzioni.
Dopotutto penso di essere tagliato per fare la spia, visto che
nessuno è mai riuscito a leggere questo diario, che tengo
da una decina d’anni.
Introduzione

Trucchetti per sviluppare l’attenzione

Qualsiasi persona dinamica deve essere in grado di controllare la propria atten-


zione. Ed è altrettanto importante sapere che esistono metodi per gestire quella al-
trui. In fin dei conti, controllare l’attenzione di una persona equivale a soggiogarla.

L’attenzione può essere paragonata a un riflettore acceso nell’oscurità: vedi solo


la porzione illuminata. Dirigendo la concentrazione del tuo interlocutore, puoi
mostrargli ciò che vuoi e nascondere ciò che preferisci non veda. I numeri di ma-
gia si basano sulla capacità di distrarre l’osservatore. A tale scopo i prestigiatori si
servono di movimenti accattivanti, nastri colorati, luci improvvise ed esplosioni.

Le spie, che spesso sono sorvegliate dal controspionaggio estero, usano gli stes-
si metodi. Una volta un’agente dell’intelligence fu perquisita da alcuni poliziot-
ti. Mentre le frugavano nella borsetta, l’agente con fare disinvolto chiese loro di
reggerle un pacchetto di fazzoletti. Alla fine non trovarono nulla di sospetto. I
documenti segreti che stava trasportando erano nascosti proprio tra i fazzoletti.

Un altro trucco efficace consiste nel prolungare l’azione segreta, dividendola in


varie fasi, ognuna delle quali apparentemente innocua. Per esempio, per racco-
gliere da terra un oggetto senza destare sospetti, puoi fermartici vicino, aprire la
borsa, prendere i guanti, lasciarne cadere uno, chinarti per raccoglierlo, far ca-
dere un fazzoletto e infine prendere l’oggetto e il guanto e andartene, lasciando
il fazzoletto a terra. Chi ti sorveglia avrà notato che hai lasciato cadere alcuni
oggetti e ne hai raccolti altri, ma la sua attenzione sarà attratta dal fazzoletto che
hai dimenticato a terra e la tua goffaggine non causerà alcun sospetto. Nessuno
farà caso al numero di oggetti che hai lasciato cadere e a quelli che hai raccolto.

Si può utilizzare questa tecnica di prolungamento dell’azione quando si deve


dare un taccuino a qualcuno in un caffè senza farsi notare. Ti avvicini e tiri fuo-
ri il taccuino dalla valigetta. Poi cominci a parlare, apri il taccuino, ci scrivi so-
pra qualcosa, lo metti da parte e continui a parlare. Infine ti alzi, metti i guanti
sul tavolo, infili il cappotto, poi i guanti e te ne vai. Il taccuino è rimasto sul tavo-
lo e il tuo compagno potrà impossessarsene prima di finire il caffè e andarsene.

25
ACCORDO SEGRETO
CON I SERVIZI DI SICUREZZA STATALI

Io Simonov, Andrej Nikolaevich accetto in piena


libertà di cooperare con i servizi di sicurezza
statali. Mi impegno a realizzare in buona fede
gli incarichi operativi che riceverò, mantenendo
segreto e riservato il mio lavoro, senza mai
rivelare nessuna delle informazioni ottenute nel
corso del mio incarico.

A.N. Simonov
19 dicembre 1954

Mosca, 20 dicembre 1954

Assegnare all’agente A.N. Simonov (n. 1930)


il nome in codice di Simonides. Ammetterlo
nel corso accelerato di intelligence.

Tenente Colonnello N.V. Ilyin,


vicecapo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Introduzione

Memoria operativa

Oltre alla memoria sensoriale, a breve e a lungo termine, possediamo anche la


memoria operativa, che immagazzina le informazioni da elaborare immediata-
mente e le cancella immediatamente dopo il passaggio a un’altra attività.

Le ricerche in materia hanno rivelato una stretta correlazione tra la memoria


operativa e l’intelligenza: maggiore è il numero di dati che una persona riesce a
registrare, più alta è la capacità di notare collegamenti e creare nuove nozioni;
tali abilità possono essere valutate con il test del QI. La memoria operativa è le-
gata anche all’attenzione: più si è attenti, più si è in grado di concentrarsi su di-
versi oggetti contemporaneamente.

Come abbiamo visto, in media la capacità della memoria operativa va dai cin-
que ai nove oggetti. Chi ne memorizza meno ha maggiori difficoltà a controlla-
re l’attenzione e a organizzare il proprio comportamento.

Per misurare la tua memoria operativa, memorizza i numeri seguenti a uno a


uno, ricopiandoli su un pezzo di carta. Non raggruppare i numeri in cifre dop-
pie o triple ecc. Per esempio, rappresenta 1234 come: uno, due, tre, quattro e non
come: dodici ventiquattro. Quando raggiungi la fine della lista, conta quante ci-
fre ci sono nell’ultimo numero che riesci a ricordare correttamente: è questa la
capacità della tua memoria operativa.

850 708243 8203947529

834 0972435 3982775235

4399 8931432 06016554392

9543 43249034 61085082684

82140 24349328 010178844818

38587 905298713 768582301939

932435 378072043

27
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Le coppie 4x3

Prendi un mazzo di carte e scegli una sequenza di carte di due semi, per esem-
pio asso, 2, 3, 4, 5, 6 di cuori e asso, 2, 3, 4, 5, 6 di fiori. Mischiale e, senza girar-
le, disponile di fronte a te in quattro file da tre carte ciascuna.

Fai partire il cronometro.

Gira due carte per volta. Se hanno lo stesso valore (per esempio due assi o due
cinque) lasciale scoperte, in caso contrario capovolgile. Il tuo compito consiste
nel voltare tutte le carte il più rapidamente possibile.

Se ti ricordi la posizione delle carte capovolte, sarai in grado di portare a termi-


ne il tuo compito più velocemente. Immagina che le carte che hai già visto sia-
no scoperte. Cerca di non voltare una carta una seconda volta finché non tro-
vi la sua corrispondente.

Quest’esercizio allena la memoria e l’attenzione e accelera la percezione. Quan-


do avrai imparato a fidarti del tuo istinto e avrai rafforzato la tua memoria ope-
rativa, non avrai più bisogno di ricontrollare le carte già viste.

28
21 gennaio 1955

Conduco una vita strana. Di giorno lavoro nell’ufficio del preside e la sera
studio alla scuola del KGB.
Pensavo che fosse più facile. Mi ronza la testa e a volte ho paura che
scoppi. Alcuni esercizi (costanti e metodici!) mi fanno bruciare e lacrimare
gli occhi. Ma i risultati parlano da soli! Non sono mai stato uno stupido,
ma neanche mi sono fatto notare. Osservavo ciò che volevo ed ero abituato
a notare, trascurando molto altro. Prima dimenticavo spesso le cose,
pronunciavo fin troppe parole durante una conversazione e passavo a fianco
di un conoscente senza riconoscerlo. Ora riesco a cogliere i dettagli e a
ricordare tutto. Questo mi permette di comprendere le persone meglio e più
in fretta, e sono in grado di valutare e prevedere le situazioni. Ho smesso
di dimenticare gli impegni, non ho quasi più bisogno di aprire l’agenda
telefonica e concludo due compiti meglio di come un tempo riuscivo a farne
uno soltanto. Per non parlare di quanto sia piacevole scoprire qualcosa di
nuovo e interessante mentre lo faccio.
A scuola di intelligence seguo le lezioni più strane, tenute da esperti
del settore tra i cinquanta e i sessant’anni. Ho saputo che durante la
guerra molti di loro hanno trascorso lunghi periodi di tempo oltre le
linee nemiche, in territorio tedesco, ma nessuno sa con esattezza dove.
Ci insegnano ad attaccare bottone con persone di ogni tipo, dal
bigliettaio in stazione al dirigente aziendale. Ci viene mostrato come
codificare e decodificare i messaggi, pedinare, seminare, orientarsi in
una città sconosciuta, preparare inchiostro invisibile, scattare foto e
sviluppare microfilm e molto altro.
Ci chiedono di notare e memorizzare molti dettagli. Per esempio,
ci portano in giro per la città per un’ora e poi ci chiedono il colore
dell’insegna sopra una panetteria o la scritta sulla porta della libreria:
“riapre dopo pranzo” oppure “chiuso per lavori”? Sono tornato a dare
un’occhiata per curiosità e ho scoperto che c’era scritto semplicemente
"chiuso” (a lettere rosse su cartoncino grigio).
<TITOLO VOLUME>

Osser vazione non concentrata

Quando l’attenzione è concentrata su un singolo oggetto o evento, con ogni pro-


babilità si finisce per trascurare qualcos’altro d’importante. Ecco perché un agen-
te dell’intelligence deve sviluppare la capacità di osservazione non concentra-
ta. Capita spesso che egli debba analizzare l’intera situazione senza focalizzarsi
su un dettaglio specifico. Per riprendere l’analogia di cui sopra fra l’attenzione e
il fascio di luce, l’osservazione non concentrata è paragonabile alla luce diffusa.
Se non vuoi perderti nulla, l’attenzione deve rimanere concentrata sull’oggetto
dell’osservazione e nel contempo abbracciare tutto il contesto.

Esercizio

Prova a osservare qualcosa senza uno scopo specifico. Per esem-


pio: sei seduto a un caffè e stai aspettando qualcuno. Pre-
sta attenzione all’ambiente circostante senza concentrarti su
niente in particolare. Se vedi qualcosa di interessante prendi
nota, ma non restringere il campo della tua visione, continua
a osservare tutto ciò che ti circonda. Non giudicare, non ap-
provare, non criticare, osserva con indifferenza, come se tra
te e tutto ciò che sta accadendo là fuori ci fosse una spessa
lastra di vetro.

30
Introduzione

Allena la mente – Fiammiferi (Livello 1)

Il seguente esercizio è stato a lungo utilizzato per allenare la memoria visiva dei
piloti dei caccia e degli agenti segreti.

Qui sotto c’è un’immagine di fiammiferi sparpagliati su un tavolo. Memorizza


la loro posizione e dopo quattro secondi chiudi il libro e sistema i tre fiammife-
ri riproducendo lo schema appena visto.

Per addestrarsi non c’è nulla di meglio che affidarsi ai metodi che hanno resisti-
to alla prova del tempo. Se riesci a ricordare la posizione dei tre fiammiferi os-
servati per quattro secondi, potresti anche ricordare una mappa, disegnare un
oggetto a colpo d’occhio, fornire una descrizione verbale o renderti conto che
ti stanno seguendo.

Se ritieni che questo esercizio sia interessante, portati sempre dietro qualche
fiammifero e fai pratica durante le lezioni o le riunioni noiose. Copri la disposi-
zione casuale dei fiammiferi con un fazzoletto e prova a ricrearla a fianco. I ri-
sultati non tarderanno ad arrivare!

31
2 febbraio 1955

Ieri sono stato al cinema con Z. Abbiamo visto Anna al collo.


È interessante notare che abbiamo seguito la storia in modo diverso.
Z si è messa a piangere quando Anna si è sposata e il tizio (non ricordava
nemmeno il nome) la prendeva in giro. Ma quando l’eroina, interpretata
da Alla Larionova, si è lasciata affascinare da un carosello di balli,
ricevimenti e carrozze veloci, Z ha iniziato a respirare in modo affannoso
e non è più riuscita a staccare gli occhi dallo schermo. Era a bocca
aperta. Il film le è davvero piaciuto!

Diversamente da lei, io ho riconosciuto quasi tutte le vie e i luoghi di


Mosca in cui hanno girato il film, ho memorizzato tutti i nomi dei titoli di
coda, i costumi e gli accessori dei personaggi, il tema musicale, le piccole
discrepanze e ogni volto apparso sullo schermo durante tutto il film.

Ecco il risultato del mio addestramento! Ci hanno insegnato a concentrarci


su più aspetti, ad allargare l’attenzione durante l’osservazione. Un tempo
mi risultava difficile. È come se la presenza di Z avesse aumentato le
mie capacità. All’improvviso, tutto ha preso a funzionare alla perfezione
e adesso non vedo l’ora di migliorare ulteriormente le mie capacità di
osservazione.

Ah, mentre camminavamo lungo il fiume, una volta usciti dalla sala,
ci tenevano d’occhio. Suppongo che mi stessero mettendo alla prova.
Siamo riusciti a seminarli alla stazione della metropolitana. È un po’
imbarazzante passeggiare con una ragazza al tuo fianco quando sei sotto
sorveglianza.

Ovviamente Z è molto attraente, ma dubito che tra noi possa funzionare.


Introduzione

Allena la mente – Coppie di lettere 5×4

Questo esercizio è simile a quello della ricerca delle coppie di carte, ma in que-
sto caso si usano tessere di un gioco di parole o di lettere. Scegli una decina di
coppie di tessere e mescolale. Sistemale in cinque file di quattro capovolte. Poi
prova ad accoppiarle. Tieni conto del tempo che impieghi e poi prova a ridur-
lo con l’esercizio.

Mettiti alla prova

A quale dipartimento dell’Università statale di


Mosca fa capo A.N. Simonov?

A) Psicologia

B) Filosofia

C) Fisica

D) Biologia

33
1
CHIS
(COVERT HUMAN INTELLIGENCE SOURCE)
1 - CHIS

Un CHIS (acronimo di Covert Human Intelligence Source, ossia agente infil-


trato sotto copertura) è un agente che raccoglie informazioni sulle persone per
conto dell’intelligence. È incaricato di scoprire nomi, indirizzi, conoscenze, la-
vori, posizioni, stili di vita e abitudini. Tutti questi dati vengono raccolti in do-
cumenti chiamati “profili”.

Nella maggior parte dei casi, l’agente CHIS è reclutato tra coloro che hanno fa-
cile accesso a informazioni personali, come funzionari pubblici e statali, medi-
ci e addetti alle risorse umane. Possono ottenere informazioni preziose anche
coloro che frequentano quotidianamente le persone giuste, perché hanno l’oc-
casione di dare un’occhiata sulla scrivania o... nella spazzatura. Quindi, occhio
al portinaio e alla donna delle pulizie: forse sanno molto più di quel che credi...

Molti iniziano la loro carriera nell’intelligence come CHIS. È una posizione che
consente di farsi le ossa e di mettere alla prova le proprie capacità.

35
<TITOLO VOLUME>

Memoria e immaginazione

Dal punto di vista evolutivo, la capacità di percepire e ricordare le immagini è più


sviluppata della capacità di comprendere e ricordare le parole. Il motivo è sem-
plice: per i nostri antenati un animale selvatico acquattato era più pericoloso di
un vicino fastidioso. Pertanto ogni immagine, soprattutto se luminosa, colorata
e in movimento, verrà percepita meglio e più in fretta di qualsiasi testo scritto.

Come si può utilizzare l’immaginazione per migliorare la memoria? Prova a vi-


sualizzare ciò che vorresti ricordare: il cervello non fa molta differenza tra ciò
che immagina e ciò che effettivamente vede. Quanto immaginato può essere ri-
cordato meglio di un testo, specialmente se la capacità di visualizzazione è in-
tensa, vivida e dettagliata.

Ecco un esempio: un tuo amico ti spiega come raggiungere il suo appartamento


e ti fornisce il nome della via, la descrizione dell’edificio e il numero dell’appar-
tamento. L’hai memorizzato? Poi ti dice che nell’edificio c’è un negozio di ani-
mali al pianterreno. Ottimo! Immagina quel tuo amico al banco del negozio im-
pegnato a vendere tre pesci rossi a tre gatti. Il numero dell’appartamento è il 33.
Certo, l’immagine non corrisponde a realtà, anzi è assurda, ma è intensa, vivida
e inconsueta, e quindi facile da ricordare.

Esercizio

Dai un’occhiata agli oggetti sulla tua scrivania e presta at-


tenzione a ognuno di loro. Dove si trovano? Come sono siste-
mati? Quali sono le caratteristiche: colore, struttura, segni
d’usura, graffi?

Ora chiudi gli occhi. Per prima cosa immagina il piano e co-
mincia a visualizzare gli oggetti a uno a uno. Immaginali nei
dettagli. Se non ci riesci, riapri gli occhi, dai un’occhiata
veloce all’oggetto che non riesci a ricordare, quindi richiudi
gli occhi e riprendi la visualizzazione.

36
1 - CHIS

Questo esercizio può essere eseguito non solo con gli oggetti
su un tavolo, ma anche con quelli che si trovano in una stanza,
o ciò che vedi dalla finestra, o ancora con le persone che ti
sono sedute di fronte in metropolitana.

Allena la mente – Dadi (Livello 1)

Per allenare la memoria si possono utilizzare due dadi di diverso colore, che si
possono comprare in cartoleria o prendere da un vecchio gioco da tavolo.

Questo esercizio serve ad allenare la memoria visiva e l’immaginazione. Lancia


i dadi sul tavolo; osservali per 15 secondi soltanto, memorizzando il colore e il
numero prima di coprirli o guardare altrove. Senza controllare se sono giusti,
annota sia il colore sia il numero.

Scattare una fotografia mentale dei dadi sul tavolo e servirsene per allenare la
memoria è un ottimo esercizio.

37
<TITOLO VOLUME>

L’uomo che ricordava tutto

La storia di Solomon Shereshevsky – un uomo dalle straordinarie capacità mne-


moniche – viene citata in quasi tutti i libri di psicologia. Lo psicologo sovieti-
co A.R. Luria ha avuto la fortuna di studiare questo fenomeno dagli anni Ven-
ti agli anni Sessanta.

S. Shereshevsky – o semplicemente S, come lo chiama Luria nelle sue opere –


era in grado di ricordare un’enorme quantità di informazioni. La sua memo-
ria sembrava illimitata. Ricordava tutto: immagini, idee, parole o combinazio-
ni di lettere prive di senso, ripetendole come se leggesse un libro. Inoltre, Luria
scoprì che non dimenticava mai le informazioni memorizzate: rammentava fa-
cilmente le parole che gli erano state dettate durante gli esperimenti di dieci o
quindici anni prima.

Poiché non era possibile misurare la memoria di Shereshevsky, Luria cercò di


descriverne le modalità operative, ossia i meccanismi del ricordo e della ripro-
duzione. E scoprì aspetti interessanti.

1. Shereshevsky codificava le informazioni in immagini per memorizzarle. Ad


esempio, il numero 1 era un uomo orgoglioso e robusto, il 6 un uomo con un
piede gonfio, mentre l’8 rappresentava una donna grande e grossa. Questa
sua capacità di codificare le informazioni in immagini era innata; riusciva a
ricordare persino cosa aveva visto o sentito nei primi mesi di vita.

2. Shereshevsky era dotato di una spiccata sinestesia, la facoltà di fondere le sfe-


re sensoriali: riusciva, cioè, ad attribuire un colore alle lettere, a percepire la
durezza dei suoni o a gustare le forme. Tutti i suoi sensi erano interconnes-
si, a eccezione dell’olfatto. Le immagini prodotte dagli altri quattro sensi era-
no vivide e forti.

3. Per ricordare l’ordine dei numeri o degli elementi di una lunga lista, Shereshevsky
percorreva mentalmente una strada della sua città e fissava immagini lungo il
cammino. Se l’immagine mentale veniva collocata in un posto buio o si con-
fondeva con l’ambiente circostante, perdeva un elemento. In altre occasioni
immaginava che le sue raffigurazioni intraprendessero avventure che evol-
vevano in storie inconsuete e di conseguenza memorabili.

38
1 - CHIS

Le tecniche di Shereshevsky così come descritte da Luria sono impiegate nella


moderna mnemonica.

Esercizio

Mentre leggi un libro, fermati un attimo a immaginare cosa vie-


ne descritto: volti, aspetti, oggetti, interni, panorami... Da
un lato svilupperai l’immaginazione e dall’altro apprezzerai di
più il libro e ricorderai meglio il contenuto.

9 febbraio 1955

Per prima cosa ci hanno insegnato a gestire l’attenzione.


Molto. E alla fine ce l’ho fatta! Riesco a concentrarmi su una
e molte cose nello stesso tempo. La mia testa è piena di nomi,
numeri e immagini. Ora ci stanno insegnando a lavorare con
tutto quel che è presente nella nostra mente, a organizzare ciò
di cui abbiamo bisogno e a far piazza pulita delle cose inutili.

È come ricominciare dalla prima elementare! O, meglio


ancora, dalla prima infanzia, quando si impara a camminare.

Non vedo l’ora che arrivi la primavera! Mi chiedo se in


questa scuola ci daranno le vacanze...
Mosca, 3 marzo 1955

caso #283
Indagine sui documenti mancanti
contenenti informazioni secretate

Il 2 marzo 1955 è stato registrato un rapporto presso


la stazione di polizia n. 32 di Mosca, relativo alla
scomparsa di Simon Yakovlevich Bernstein, n. 1897, membro
dell’Archivio dell’Accademia delle Scienze dell’Unione
Sovietica. Bernstein non si recava all’Archivio dal
21 febbraio, ma viste le sue frequenti assenze per malattia
e la mancanza di telefono nell’appartamento, la sua
scomparsa è stata scoperta solo dopo una settimana.
Alcuni suoi colleghi sono andati a trovarlo al suo domicilio
il 28 febbraio e poi il 1 marzo, ma entrambe le volte
nessuno ha aperto la porta.

Il 2 marzo, subito dopo averne accertato la scomparsa,


l’alloggio di Bernstein (via Gorkij n. 22, app. 15) è stato
aperto alla presenza dell’ufficiale di polizia distrettuale,
luogotenente A.P. Vasiliev. L’appartamento era vuoto.
Secondo un esame preliminare, nessuno degli effetti
personali di Bernstein risultava mancante, e non c’erano
segni di lotta.

Nello stesso giorno, sono state effettuate ricerche su tutte


le persone ricoverate in ospedale, che si erano rivolte
al pronto soccorso o erano state registrate negli obitori
della zona di Mosca, ma non ci sono stati esiti positivi
nell’indagine.

Dal momento che sul lavoro Bernstein è responsabile


dell’archiviazione di documenti secretati, è stato
effettuato un inventario del suo reparto. Si è così potuto
accertare che alcuni documenti definiti top secret sono
risultati mancanti. Si allega una lista dei suddetti
documenti. La data di rilascio della lista non è stata
registrata.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 3 marzo 1955 RISERVATO

CON RIFERIMENTO
alla lista dei documenti mancanti
contenenti informazioni secretate
presso l’Archivio dell’Accademia delle Scienze
dell’Unione Sovietica

I documenti mancanti sono stati prelevati dagli archivi


dell’RSHA (Reichssicherheitshauptamt), l’Ufficio centrale per
la sicurezza del Reich nel maggio 1945. Appartengono al III
dipartimento dell’RSHA,comandato dal caposquadra delle SS
Ernst Turowski.

I documenti contengono i risultati di ricerche teoriche ed


empiriche compiute da psicologi e medici tedeschi nel campo
delle tecniche suggestive (ipnosi) per controllare grandi
gruppi di persone. Nella maggior parte dei casi, i risultati
sono forniti dall’Istituto tedesco per la ricerca psicologica
e la psicoterapia, conosciuto anche come Istituto Göring.
Durante la guerra, l’istituto in questione è stato diretto
da Matthias Heinrich Göring, cugino del feldmaresciallo
Hermann Göring. Gli studi principali sono stati condotti dal
direttore aggiunto dell’istituto, Johannes Heinrich Schultz,
autore di un ben noto sistema di addestramento autogeno
basato sull’autoipnosi. L’efficacia e la sicurezza a lungo
termine di tale addestramento sono state sperimentate sia
su soggetti sani sia su soggetti affetti da disturbi della
personalità.

I libri di Schultz sono stati pubblicati in Germania, dove


sono liberamente disponibili. Tuttavia, molti dei suoi
lavori, così come altre ricerche compiute presso l’Istituto
Göring, hanno valore militare e di conseguenza sono
secretati. Tali documenti non devono assolutamente cadere
nelle mani di persone e organizzazioni in grado di nuocere
all’Unione Sovietica.
<TITOLO VOLUME>

Mettiti alla prova

Qual è il titolo del film che Simonov ha visto


in compagnia di Z?

A) Sentieri selvaggi

B) Anna al collo

C) Il mistero del falco

D) Intrigo internazionale

42
1 - CHIS

Allena la mente – Oggetti su un tavolo (Livello 1)

Per un agente segreto è fondamentale ricordare la collocazione di oggetti, per-


sone, strade e case, ovvero tutti quei piccoli dettagli che la maggior parte delle
persone giudica insignificante.

Questo esercizio serve ad allenare e testare la memoria dei giovani allievi dell’in-
telligence. La capacità di ricordare la collocazione di oggetti è impiegata anche
dagli agenti più esperti: per esempio, è utile per determinare se qualcuno è en-
trato in un appartamento in assenza del proprietario.

Prendi alcuni oggetti personali e disponili su un tavolo. Scatta una fotografia. Ri-
corda la loro posizione. Chiudi gli occhi, poi chiedi a un amico o a un familiare
di togliere tutti gli oggetti dal tavolo. Riprendili e prova a disporli esattamente
come prima. Puoi valutare il risultato servendoti della fotografia.

Per eseguire quest’esercizio, è necessario scattare una “fotografia mentale” del-


la disposizione e richiamarla alla memoria quando hai di fronte il tavolo vuoto.
Inizia a rimettere gli oggetti al loro posto, ma prima di tutto visualizza tutto il
piano. Ci sono persone che sono in grado di farlo all’istante, mentre altre han-
no bisogno di ricorrere a qualche tecnica particolare come, ad esempio, incli-
nare mentalmente il tavolo, immaginando che gli oggetti scivolino via. In quale
sequenza cadranno e da che parte? Cosa si romperà e come? Che aspetto avrà il
pavimento quando tutti gli oggetti saranno caduti a terra?

È un esercizio che puoi fare ogni giorno. Osserva la scrivania di qualcun altro.
Giraci intorno e ricostruisci mentalmente la posizione degli oggetti che vi si tro-
vano. Oppure, su un autobus o in treno, esamina le persone sedute di fronte a te.
Chiudi gli occhi e ricrea la scena con l’immaginazione. O ancora, osserva uno
scaffale, voltati, e cerca di ricordare l’ordine dei libri.

43
<TITOLO VOLUME>

Migliorare l’immaginazione

L’immaginazione è forse una delle attività più creative del cervello. Grazie a essa
possiamo rappresentare ciò che vediamo, creare nuove immagini e poi modifi-
carne le dimensioni, spostarle, ruotarle, aggiungere o sottrarre elementi. È gra-
zie all’immaginazione che l’uomo inventa e crea oggetti, film, libri e opere d’arte.

L’immaginazione creativa è impiegata in molti espedienti mnemonici. Come già


sottolineato, è molto più facile ricordare le immagini che i testi. Per ricordare ciò
che hai letto, devi visualizzarlo con l’immaginazione.

Esercizio

Quando sei a casa, trascorri mezz’ora a occhi bendati e gira


per le stanze. Sempre senza aprire gli occhi, prova a lavarti
il viso, a vestirti o a fare colazione. Metti un po’ di musica.
Siediti sulla tua poltrona preferita.

44
1 - CHIS

Esercizio

Immagina una lavagna che hai già visto a scuola o altrove:


visualizzane la struttura, il colore, la cornice, il modo in
cui è appesa alla parete. Forse è nera, con la superficie opaca
e ruvida, fatta per scriverci con il gesso; oppure bianca e
liscia, su cui scrivere con i pennarelli. Ora immagina di cam-
biarne il colore in marrone, poi in arancione e quindi in blu.
Fai esperienza di ognuno di questi colori. Trasforma la lavagna
esattamente nel colore che desideri.

Una volta perfezionata la capacità di cambiare il colore della


lavagna immaginaria, scrivici sopra una parola. Osservala at-
tentamente. Com’è scritta? Di quale colore è il testo? Com’è
il tratto? Cancella la parola dalla tua lavagna immaginaria
con un altrettanto immaginario cancellino e scrivine un’altra.
Esercitati per un po’ con questa lavagna immaginaria e con le
parole che ci scriverai.

Ripeti l’esercizio più volte e gradualmente aumenta il numero


di parole scritte. Scrivi frasi brevi, numeri ed elenchi, trac-
cia anche diagrammi. Visualizza nel modo più chiaro possibile
ciò che scrivi.

Questa tecnica è molto utile quando un problema irrisolvibi-


le ti blocca e rievocarlo di continuo provoca solo dispendio
di energia fisica e mentale. Per interrompere questo ciclo di
pensiero improduttivo, immagina che il problema sia scritto
sulla lavagna immaginaria e poi cancellalo. Riappare? Cancel-
lalo ancora! Un’altra volta? Ricancellalo! Normalmente, dopo
due o tre tentativi infruttuosi, il cervello inizia a pensare
a qualcos’altro.

45
<TITOLO VOLUME>

Mettiti alla prova

Perché è stato il controspionaggio, e non la


polizia, a occuparsi del caso di Bernstein?

A) 
Bernstein aveva un impiego importante nella
pubblica amministrazione.

B) 
Custodiva alcuni documenti contenenti
informazioni secretate.

C) Era un agente del KGB.

D) La polizia non era riuscita a trovarlo.

46
1 - CHIS

Allena la mente – Cruciverba 4x4

Questo esercizio serve per allenare l’immaginazione e la memoria visiva. Puoi


eseguirlo ogni volta che trovi un cruciverba su un giornale.

Traccia un quadrato e in ogni angolo posiziona un cruciverba: dovrai ottenere


quattro quadrati di 4 caselle x 4. Concentrati su un angolo, pensando solo allo
schema di caselle chiare o scure. Dopo quattro o cinque secondi, gira il foglio e
disegna sul retro lo schema di caselle chiare e scure. Questo esercizio è più fa-
cile se riesci a scattare una fotografia mentale della matrice e poi la usi per se-
lezionare le caselle. Se non ci riesci, prova a raggruppare le caselle scure in fi-
gure geometriche.

Bisogna ancora una volta rimarcare l’importanza del ragionamento spaziale. Le


ipotesi, le teorie e gli scenari con cui un agente dell’intelligence deve confrontar-
si sono strutture complesse. Di conseguenza, la capacità di ridurle in diagram-
mi, per poi poterle manipolare, serve a inquadrare le numerose informazioni di
un compito complesso.

47
Mosca, 4 marzo 1955 CONFIDENZIALE

Indagine sui documenti mancanti


contenenti informazioni secretate
(caso #283)

Trasferimento dell’indagine al Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo del Secondo Direttorato Principale.

L’inchiesta è proseguita, giungendo alle seguenti


conclusioni: Bernstein ha rubato i documenti secretati
ed è fuggito. Di conseguenza, bisogna scoprire:

1. Dove si trovi attualmente Bernstein.


2. Le possibili motivazioni del sospettato.
3. Le circostanze del furto.

È imperativo individuare il motivo per cui i documenti


sono stati sottratti. Se Bernstein intendeva trasmettere
il contenuto dei documenti, avrebbe potuto semplicemente
ricopiarli senza destare sospetti.

L’agente Simonides è incaricato di determinare il valore


dei documenti sottratti e di indagare sui contatti di
Bernstein.

Occorre portare a termine l’operazione seguendo due diverse


linee d’indagine: 1) studiare i contatti personali e
professionali dell’archivista; 2) determinare chi possa
avere interesse a ottenere i documenti rubati.
Le informazioni ivi contenute hanno rilevanza militare,
quindi potrebbe essere coinvolto un servizio di
intelligence dei Paesi capitalisti.

Spiccare un mandato di cattura per Bernstein in tutte le


repubbliche dell’Unione Sovietica.

Colonnello V.I. Rukin,


vicecapo del Secondo
Direttorato Principale
5 marzo 1955

Questa notte non ho dormito. Mi hanno chiamato dall’ufficio


per affidarmi la prima missione. Un uomo di 58 anni, un
certo Bernstein, è scomparso. L’avevo visto alla centrale un
paio di volte. Sembra che tutti gli istruttori lo conoscessero.

Alcuni documenti segreti, che le nostre truppe avevano


prelevato nel 1945 a Berlino, sono scomparsi dall’archivio
di cui Bernstein era responsabile. Penso che i due eventi
siano correlati e che tale legame vada individuato. Mi è
stato chiesto di raccogliere informazioni su Bernstein: con
chi era in comunicazione, dove trascorreva il suo tempo, chi
erano gli amici più intimi e le persone con cui era più in
contatto. Dovrò redigere un rapporto per il mio supervisore,
secondo il quale l’archivista potrebbe aver rubato i
documenti ed essersi dato alla macchia. Oppure potrebbe
essere stato ucciso o rapito per l’accesso a quei documenti.
Questa seconda versione mi sembra accettabile, perché non
riesco proprio a vedere Bernstein come un sospettato. Aveva
un’aria così inoffensiva!

Mi chiedo cosa ci fosse in quei documenti. Sono curioso.


Devo assolutamente arrivare in fondo a questa faccenda.
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Dadi (Livello 2)

Prova ad aggiungere qualche dado, sempre di colore diverso. Questa volta osser-
vali solo per una decina di secondi.

Esercizio

Mettiti comodo, chiudi gli occhi e richiama alla mente un luogo


che visiti spesso. Potrebbe essere il tuo bar preferito, un uf-
ficio o una sala concerti. Ricostruisci la struttura del posto,
cerca di ricordare le pareti, il pavimento, il soffitto. Come
sono sistemati i mobili? Cosa c’è di solito sui tavoli e sugli
scaffali? Immagina di osservare tutto dal posto in cui siedi di
solito. Cosa riesci a vedere? Ora immagina lo stesso ambiente
da un’angolazione diversa: cambia sedia, sali su un tavolo o
coricati sul pavimento. Cosa vedi adesso?

50
Mosca, 10 marzo 1955

PROFILO OPERATIVO
Bernstein, Simon Yakovlevich

Simon Yakovlevich Bernstein è nato a Tver nel 1897.


Padre: Yakov Borisovich Bernstein, n. 1867, sarto, m. 1919.
Madre: Natalia Nikiforovna Bernstein (nata Eremina), n. 1871,
m. 1925.

Diplomato all’Istituto Superiore di Tver.

Nel 1918 sposa E.K. Sosnova da cui divorzia nel 1921 (la moglie
lo lascia per un altro). Il figlio Yakov, nato nel 1920 durante
il matrimonio, rimane con il padre dopo il divorzio.

Si iscrive alla facoltà di Filosofia dell’Università statale di


Mosca nel 1925 e si laurea nel 1931. Da studente lavora nel gruppo
di ricerca guidato da A.R. Luria e A.N. Leontiev. Viene sottoposto
all’esperimento sui cambiamenti dello stato emotivo in base ai
test degli sperimentatori. Dopo la laurea rimane all’università
in qualità di docente e comincia a scrivere una pubblicazione
sulla psicologia infantile.

Viene licenziato dall’Università nel 1936 dopo il decreto


del Comitato Centrale del Partito Comunista Bolscevico sulle
perversioni pedagogiche nel sistema del Narkompros (Commissariato
del popolo per l’istruzione). Dopo il licenziamento svolge
diversi lavori, prima di trovare un impiego presso l’Archivio
dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica.

Chiamato alle armi nel 1941 nel reparto fanteria, viene mandato
al fronte. Partecipa ai combattimenti. Parla perfettamente il
tedesco, quindi in molte occasioni gli viene chiesto di lavorare
con gli ufficiali prigionieri. Nel luglio 1945 torna al suo lavoro.

Il figlio Yakov muore al fronte nel 1943. La cerchia sociale di


Bernstein è limitata ai colleghi dell’università e del lavoro.
Non ha amici intimi.

Simonides
11 marzo 1955

Oggi, in gran segreto, ho incontrato il mio istruttore


accanto a una panchina in Gogol Boulevard durante la
pausa pranzo. Mi ha informato che lavorerò direttamente
sul caso dei documenti segreti scomparsi e mi ha spiegato
come ci terremo in contatto. Non appena avrò qualcosa
da riferire, dovrò raggiungere questo stesso posto il
martedì o il venerdì, e sedermi su quella panchina. Non
dovrò recarmi personalmente al KGB, perché potrei essere
pedinato. Non che la cosa mi turbi particolarmente, ma
non c’è motivo di attirare l’attenzione.

È stato piuttosto divertente: sotto la panchina c’era una


grande pozzanghera e ci siamo seduti cercando di non
bagnarci i piedi e facendo finta di non conoscerci.

Gli ho riferito tutto quello che ho scoperto su Bernstein.


È andata per le lunghe. Lui mi faceva domande se non gli
era chiaro qualcosa. Poi sono tornato al lavoro, mentre
lui è rimasto sulla panchina.
1 - CHIS

Allena la mente – Cruciverba 5×5

Traccia dei quadrati da 5x5 caselle sui cruciverba. Cerca di ricordare la colloca-
zione delle caselle scure e di ricrearle come forme, per allenarti agli esercizi suc-
cessivi dove userai una matrice più grande.

Anche se riesci a portare a termine l’esercizio senza troppa fatica, ripetilo più
volte, perché così migliorerai le tue capacità.

53
<TITOLO VOLUME>

Ricordare quello che si è dimenticato

In certi casi un agente segreto deve interrogare il testimone di un evento dram-


matico. A causa dello shock, questi potrebbe ricordare solo qualche dettaglio
dell’evento, dimenticando il resto. Per esempio, nel caso di un’aggressione a mano
armata il testimone potrebbe ricordare solo le armi che gli sono state puntate con-
tro e non l’aspetto dell’aggressore. L’agente ha come obiettivo quello di aiutare il
testimone a ricostruire i dettagli di ciò che ha visto e udito. Il modo più efficace
per farlo consiste nel riportarlo nella situazione da lui vissuta.

• Incontra il tuo informatore in un ambiente tranquillo. Mettilo a suo agio e


chiedigli di chiudere gli occhi. Ponigli domande che contribuiscano a fargli
visualizzare la situazione che ha vissuto, così da concentrarlo sull’accaduto.

• L’informatore dovrebbe ricordare il maggior numero di dettagli possibile.


Comincia con quelli essenziali. Dov’è accaduto il fatto? In quali circostanze?
Com’era il posto? Com’era illuminato? Faceva freddo o caldo? Tirava vento?
Quali rumori o suoni ha udito? C’era qualche odore particolare? E da dove
proveniva? Quando ha avuto luogo l’evento? Cos’è successo prima? Per qua-
le motivo il testimone si trovava lì?

• Dopo aver ricostruito le circostanze, avvicinati all’accaduto un poco alla vol-


ta. Cos’è successo? Come ha reagito lui? Cosa ha pensato e sentito? E poi cos’è
successo? Gradualmente, passo dopo passo, otterrai le informazioni che ti ser-
vono. Immerso nella situazione, il testimone sarà di nuovo in grado di vede-
re o ascoltare ciò che deve ricordare.

Affinché il metodo funzioni, è importante che la concentrazione del testimo-


ne sia orientata al recupero delle sensazioni e delle esperienze provate e non ai
fatti veri e propri. Quindi ricordati di evocare tutti e cinque i sensi: vista, udi-
to, olfatto, tatto e gusto.

Anche tu potresti ritrovarti in una situazione in cui devi ricordare qualcosa d’im-
portante. In questo caso, agisci allo stesso modo: rievoca l’evento e ricorda le sen-
sazioni e le emozioni che hai provato.

54
1 - CHIS

Ricostruire una situazione in questo modo non è solo una questione di immagi-
nazione. Se possibile, recati fisicamente nel luogo in cui è avvenuto il fatto (pre-
feribilmente anche alla stessa ora) e prova a ricordare sul posto.

Esercizio

Per allenare la memoria puoi ricostruire le situazioni in cui


hai perso un oggetto in casa. Pensa all’ultima volta che lo hai
visto o lo hai avuto in mano. Cosa stavi facendo? Perché lo
stavi usando? Chi c’era in casa con te? Con chi stavi parlando?
Cos’è successo poco prima? Qual era il tuo stato d’animo? Forse
andavi di fretta, oppure eri annoiato? A cosa stavi pensando?
Come hai usato l’oggetto smarrito, e cos’è successo subito
dopo? Sei uscito portandotelo dietro e dove stavi andando?

Ispeziona i posti in cui hai usato l’oggetto e quelli in cui


ti sei recato subito dopo. Se riesci a ricreare le circostanze
dello smarrimento, lo ritroverai più in fretta, invece di met-
tere a soqquadro tutta la casa.

Se è stato qualcun altro a perdere l’oggetto, guidalo in quest’e-


sercizio. Se lo trova, puoi essere orgoglioso di te stesso: hai
aiutato un amico ad allenare la capacità di ricordare!

Allena la mente – Coppie 4x4

Continua ad allenare la memoria operativa: aggiungi due elementi per ogni seme
in modo da lavorare con quattro file di quattro carte.

55
<TITOLO VOLUME>

Ambiente e memoria

I ricordi sono spesso legati agli ambienti in cui sono stati registrati. È molto più
facile rammentare gli eventi scolastici se ti trovi nella stessa classe in cui hai tra-
scorso diversi anni della tua vita, anziché in ufficio. Ambiente, sensazioni, suoni e
odori creano una serie di associazioni che ci aiutano a riportare alla luce il passato.

È molto più di una semplice curiosità. Ti è mai capitato di non ricordare la ri-
sposta corretta durante un esame, ma di rammentarla non appena tornato a
casa? Una delle ragioni di questo può essere una scorretta organizzazione della
memoria. Se hai preparato l’esame in pigiama, seduto a letto con in mano una
tazza di cioccolata calda, il miglior modo per passarlo sarebbe stare in pigiama,
appoggiato ai cuscini e con una tazza in mano. Ovviamente ciò non è possibi-
le, quindi è meglio preparare il test seduto alla scrivania e concentrato sul libro.

L’ambiente dell’apprendimento deve corrispondere a quello in cui avverrà l’espo-


sizione. Tienilo a mente quando ti prepari per un incarico.

56
1 - CHIS

Esercizio

Per allenare la memoria episodica, cioè quella relativa agli


eventi, è utile rammentare gli episodi più recenti. Cosa ti è
successo oggi? Come ti sei svegliato? Qual era il tuo umore? Cosa
hai sognato?

Cerca di ricordare dove sei stato. Che cosa stavi facendo? Con
chi ti sei incontrato? Che cosa indossava? Di che cosa avete
parlato? Quando parlavi con quella persona, come stavi, come
ti sentivi? Chi hai chiamato e perché? Che cosa hai mangiato?
Quali suoni hai udito? Quanti soldi hai speso di preciso du-
rante la giornata?

Poi prova a cambiare l’ordine in cui ricordi gli eventi: un


giorno procedi dalla mattina alla sera, un altro in ordine
inverso. Comincia a ricordare un giorno, poi due o tre e infi-
ne l’intera settimana. Cerca di ricordare come si è svolta la
tua giornata una settimana fa. Se esegui questo esercizio ogni
giorno, ti basteranno un paio d’ore per ricostruire con accura-
tezza cosa ti è successo in un determinato periodo a tua scelta.
È un’abilità assai utile in caso di indagine.

Mettiti alla prova

Qual è l’obiettivo dell’indagine sui documenti


scomparsi? (Puoi scegliere più di una risposta)

A) 
D ove si trova Bernstein.

B) Il contenuto dei documenti secretati.

C) Le possibili motivazioni di Bernstein.

D) Le circostanze del furto dei documenti.

E) Dove si trovano attualmente i documenti.

57
2
AGENTE
RECLUTATORE
2AGENTE RECLUTATORE

Reclutare gli agenti

Reclutare nuovi agenti è una questione estremamente seria: bisogna pianifica-


re con largo anticipo le operazioni, valutare attentamente le circostanze di vita e
i collegamenti di un potenziale agente, così come il suo eventuale accesso a in-
formazioni interessanti. Vanno, inoltre, definite le qualità personali del candi-
dato e la sua idoneità al lavoro di intelligence.

A seconda delle circostanze, un agente può essere reclutato per una sola ope-
razione, a breve oppure a lungo termine. Può essere introdotto gradualmente o
gli si può assegnare subito una missione completa. Capita anche che gli agenti
vengano reclutati sotto falsa bandiera, così da mantenere nascosto il vero man-
dante. Per esempio un impiegato ambizioso di una certa azienda potrebbe esse-
re reclutato da un agente che si finge suo concorrente.

Variano anche le condizioni del reclutamento: l’agente può accettare per soldi,
per fare carriera o semplicemente per l’ideale in cui crede. Ma, a volte, può es-
sere reclutato sotto ricatto.

L’ingaggio viene siglato da un contratto riservato, che non ha alcun valore lega-
le, ma impegna moralmente l’agente e può essere utilizzato come prova. In altri
casi, si fa firmare un contratto che prevede un corrispettivo economico. Succes-
sivamente, a ogni agente viene assegnato lo pseudonimo con cui apparirà in tut-
ti i documenti dell’intelligence, per proteggere la sua identità.

L’addestramento iniziale viene seguito da un agente reclutatore, che dev’essere


un attento analista, un abile psicologo e un ottimo giudice delle qualità di una
persona. È un individuo in grado di persuadere e ispirare i suoi contatti. Avvi-
cina il futuro agente, conquista la sua fiducia, negozia le condizioni di lavoro e
gli assicura collaborazione.

59
<TITOLO VOLUME>

I tre principi della mnemonica

Per mnemonica si intende l’insieme di strumenti che ti aiutano a sviluppare la


memoria, consentendoti di ricordare i fatti o una grossa mole di informazioni. Le
tecniche sono le più svariate, ma obbediscono tutte ai tre principi che seguono.

1. L’uso dell’associazione

La capacità di creare associazioni è uno degli aspetti fondamentali della psiche.


Il cervello è una macchina perfetta in grado di creare collegamenti tra immagini
e concetti diversi. La memoria elabora una catena di associazioni lunga e com-
plessa. Se si pensa al Natale, all’improvviso vengono in mente l’albero, i canti e
i regali. Se si pensa all’infanzia, l’albero riporterà a Babbo Natale e ai doni del
suo sacco. Qualcuno più pragmatico potrebbe ripensare alle spese extra, men-
tre una persona più religiosa potrebbe considerare i brani del Vangelo in cui si
parla della nascita di Gesù.

Sai già che i segreti per mantenere una buona memoria non consistono tanto
nel ricordare quanto nell’estrarre informazioni. Ricordare qualcosa è più facile
se lo colleghi a ciò che già conosci. Seguendo una catena di associazioni, potrai
riportarlo alla memoria quando necessario.

Ecco quindi il primo principio della mnemonica: per ricordare qualcosa, colle-
galo a un elemento che ti è familiare, in modo da rievocarlo facilmente.

2. Codificare le informazioni servendosi di immagini

Abbiamo già visto come l’immaginazione sia una componente fondamentale


della buona memoria. Le immagini sono più facili da richiamare alla mente ri-
spetto alle parole e ai numeri. Ecco quindi il secondo principio della mnemoni-
ca: convertire in immagini le informazioni da ricordare.

Il primo e il secondo principio vengono utilizzati insieme. Per esempio se devi ri-
cordare le cifre 855411, che indicano il codice di un deposito bagagli usato come
punto di scambio, che potrebbe tornarti utile tra qualche anno.

60
2 - Agente reclutatore

Visualizza le cifre sotto forma di immagini (principio di codificazione del-


le informazioni attraverso le immagini) e collegale l’una all’altra (principio
di associazione). Il numero 8 sembra una donna grassa, il 5 un monociclo,
il 4 è una sedia e l’1 una scopa. Ecco quindi che una donna paffuta (8) gui-
da i suoi due monocicli (55), uniti da una sedia (4). Ma per mantenere il pre-
cario equilibro, come una funambola, si serve di due scope per rimanere in
piedi (11). È diretta alla stazione ferroviaria, dove si trovano i box del depo-
sito bagagli. Immagini così vivide ti consentiranno di tenere a mente il codi-
ce per molto tempo.

Un piccolo consiglio: è ancora meglio se i concetti includono anche gli altri sen-
si. Suoni, percezioni di superfici, gusti e odori aiutano a ricordare con maggior
chiarezza. Tieni presente il caso di Shereshevsky e la sua percezione sinestetica.
Se visualizzi un albero, fallo con tutti i particolari: un’ampia chioma verde con
foglie piccole e tenere, un profumo di linfa fresca e una corteccia dura e ruvida
su cui luccicano gocce di resina amara.

3. Atteggiamento emotivo

Le persone preferiscono risparmiare energie ed evitare sforzi inutili. Il cervel-


lo determina le priorità dei compiti da svolgere in base alle emozioni a essi as-
sociate. Per esempio, un predatore è una minaccia diretta e provoca paura (devi
lottare o fuggire). Una condizione di sete estrema è preoccupante e ti costrin-
ge a cercare da bere. L’odore di cibo marcio suscita disgusto, che ti protegge da
un possibile avvelenamento. Gli eventi associati alle emozioni più forti ci inse-
gnano a vivere: a evitare i sentieri dei predatori, a ricordare la collocazione del-
le sorgenti d’acqua e a rinunciare al cibo marcio.

Le emozioni attivano la memoria. Se chiedi a una persona qualunque di ricor-


dare eventi avvenuti anni fa, con ogni probabilità rammenterà le pietre miliari
della sua vita: la nascita dei figli, l’incontro o la separazione con la compagna di
vita, i traslochi, i cambiamenti di lavoro, i viaggi importanti. Tutti questi eventi
hanno causato emozioni forti e hanno lasciato una traccia indelebile che li ren-
de memorabili. Il resto, in linea di massima, viene cancellato dalla memoria per-
ché ordinario e privo d’interesse. Per dirla con altre parole, si ricorda solo quel-
lo che si ha bisogno di ricordare, quello che conta davvero.

61
<TITOLO VOLUME>

Il terzo principio della mnemonica è stabilire un atteggiamento emotivo verso le


informazioni memorizzate. Ricordi il codice del principio precedente? Perché ci
sei riuscito? In parte perché sei rimasto sorpreso o confuso dall’immagine assurda
della signora paffuta in equilibrio con due scope sui monocicli legati dalla sedia.

Studierai altre tecniche mnemoniche. Non farti dissuadere dalla loro assurdi-
tà: sono utili perché provocano una risposta emotiva, consentendoti di ricorda-
re rapidamente e bene.

Note

62
RAPPORTO DELL’AGENTE

-----------------------------------------------
Rif.: caso #283
14 marzo 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
-----------------------------------------------

Sui contatti di Bernstein (trascrizione da audiocassetta)

In virtù del suo lavoro di archivista, Bernstein è in contatto


con alcuni eminenti scienziati dell’Università statale di Mosca.
Molti di questi, tra cui A.N. Leontiev, A.R. Luria e M. Teplov,
lo hanno contattato per la consultazione di monografie, articoli
e pubblicazioni.

Nel contempo, le sue comunicazioni sono limitate all’ambito


professionale. Non ha famiglia: la moglie lo ha lasciato prima
della guerra e il figlio è stato ucciso sul fronte a Leningrado.
Tutti i suoi contatti sono in qualche modo collegati al settore
della psicologia. Bernstein non ha rapporti con i suoi vicini di
casa, né amici intimi, a eccezione di V.M. Kovalev.

Vasily Mikhailovich Kovalev è nato a Leningrado nel 1930. È uno


psicologo e come neolaureato all’Università statale di Mosca sta
attualmente scrivendo una pubblicazione sulla psicologia dei
grandi gruppi.

Kovalev è in stretto contatto con Bernstein: lo considera una


sorta di mentore ed è stato aiutato da lui in diverse situazioni
difficili, non solo nelle ricerche. È grazie a lui che ha
ottenuto un posto letto agli inizi degli studi universitari. I
due si sono incontrati regolarmente e per diverse ore, prendendo
il tè insieme e discutendo di vari argomenti.

Kovalev ha una certa somiglianza con il figlio di Bernstein,


morto al fronte. Ciò potrebbe spiegare l’atteggiamento paterno
dello scienziato nei suoi confronti.
-----------------------------------------------

Nota: la cassetta è smagnetizzata


Incarico: esplorare le relazioni tra Bernstein e Kovalev
Attività: mettere Kovalev sotto sorveglianza (da ora nome in
codice Poeta)

#134
<TITOLO VOLUME>

Associazioni

Ci serviamo di diverse associazioni per memorizzare.

1. Somiglianze nell’aspetto, nella funzione, nella parola o nel suono. Le basi per
tali associazioni possono essere diverse, ad esempio:

• il numero 8 può somigliare a una donna grassa, a un paio di occhiali visti


dall’alto o al simbolo dell’infinito;

• un aereo che vola è simile a un uccello, a un paracadute o a un aquilone;

• il termine spagnolo bandera (che significa “bandiera”) contiene la parola


familiare “banda”. (Nota che le bandiere medievali consistevano di ban-
de o strisce di tessuto.)

2. Contrasto, come luce e buio, dolce e salato, maschio e femmina.

3. Causa-effetto: le nuvole portano la pioggia, il fuoco sviluppa calore e una buc-


cia di banana può far scivolare qualcuno.

4. Integrazione nello spazio e nel tempo: il Cremlino è a Mosca, il Cavaliere di


bronzo a San Pietroburgo, Leonardo da Vinci visse nel Rinascimento.

La Storia stessa conferma l’importanza delle associazioni per il processo mne-


monico. Molti testi antichi – epopee, leggende, saghe, trattati scientifici e raccol-
te di prescrizioni mediche – furono composti in versi. Metro, ritmo, armonia e
ripetizione: erano queste le associazioni tra le parole che consentivano ai nostri
antenati di memorizzare opere molto lunghe.

Ecco una regola per migliorare la memoria: più sai, più ti sarà facile ricordare.
Chiunque disponga di un vasto sistema di conoscenze può facilmente collegare
nuovi dati alle informazioni che già possiede.

64
2 - Agente reclutatore

Esercizio

La capacità di cogliere rapidamente le associazioni e collegare


tutta una serie di relazioni è parte integrante di qualsiasi
tecnica mnemonica. Puoi sviluppare questa capacità allenando-
ti regolarmente. Cerca di collegare due cose diverse che stai
vedendo. Come puoi connettere la maniglia di una porta a una
graffetta? La loro forma è simile? Oppure potresti fondere una
confezione di graffette per modellare una maniglia? O semplice-
mente potresti attaccare la graffetta alla maniglia?

65
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Coppie di parole (Livello 1)

Imparare a costruire associazioni di parole è importante per tutte le attività mne-


moniche descritte in questo libro. Presta attenzione al seguente esercizio.

Qui sotto trovi coppie di parole che devi ricordare.

Costruisci delle associazioni che colleghino le parole di ogni coppia. Scegli delle
immagini per ricordarle. Poi chiudi il libro per sessanta secondi. Quindi elenca
le coppie di parole ad alta voce. Quante coppie sei riuscito a ricordare?

Anguria/pipistrello

Elicottero/vestito

Albero/telefono

Fiori/pozzanghera

Macchina fotografica/monete

Cuscino/carote

Camion/ orsacchiotto di peluche

Calamita/pennello

Chiavi/forchetta

Blocco di cemento/sedia

66
RISULTATO DELL’INTERROGATORIO

Mosca, 15 marzo 1955

In seguito a ulteriori controlli su Kovalev, non


riteniamo prudente interrogarlo presso il quartier
generale del KGB. Per ottenere informazioni circa
la scomparsa di Bernstein è stato condotto un
interrogatorio nella stanza di Kovalev presso il
collegio universitario dell’Università statale di
Mosca. Kovalev non è stato informato della scomparsa
dei documenti secretati.

Durante l’interrogatorio, Kovalev era molto


nervoso. Ha risposto alle domande con riluttanza e
succintamente. Ha negato l’amicizia con Bernstein,
sostenendo che si sono frequentati solo per la
pubblicazione e per brevi consultazioni. Ha inoltre
affermato di aver visto Bernstein l’ultima volta
molto tempo fa, forse settimane, non ricorda quando
con esattezza.

Non abbiamo proceduto a una perquisizione della


stanza, il cui aspetto tuttavia è assai diverso
da quello delle camere di altri studenti. Nello
specifico, Kovalev possiede un costoso grammofono e
molti dischi. Interrogato in merito alla provenienza
di quel materiale, ha affermato di avere comprato
tutto in un negozio di articoli usati, servendosi del
denaro ricevuto dai genitori come regalo di laurea.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Coppie di parole (Livello 2)

Continua a sviluppare la capacità di costruire associazioni. L’elenco di parole ora


è più lungo e più complesso; prova a memorizzarle tutte! Se trovi l’esercizio trop-
po difficile, dividi la lista in due parti.

Comandante/zebra

Acquario/libro di cucina

Forbici/limone

Racchetta da tennis/crema solare

Spugna/martello

Mela/forcella

Dinosauro/burro d’arachidi

Carta di credito/cioccolato

Matterello/cacciavite

Stuzzicadenti/teiera

Saliera/spada

CD/bibita

Coltello da carne/cravattino

Elastico/pigna

Profumo/bicchiere di Martini

68
2 - Agente reclutatore

Liste di parole

La capacità di memorizzare interi elenchi di parole è fondamentale nel miglio-


ramento della memoria. Tanto per cominciare, ti consente di farti notare: puoi
far colpo sugli amici ripetendo dalla prima all’ultima quaranta parole dettate.
Poi ti permette, per esempio, di memorizzare la lista della spesa, i punti discus-
si in una riunione o quelli da esporre in un discorso.

Un agente che riesce a memorizzare elenchi di parole è in grado di ricordare


password, iscrizioni, sequenze di istruzioni e contatti. Le parole sono associate
ai fatti, e si possono trovare collegamenti tra eventi apparentemente scollegati.

Esistono due tecniche fondamentali per memorizzare un elenco di parole: il me-


todo della storia e quello dei loci (luoghi). Imparerai entrambi e potrai servirtene
nelle situazioni più svariate. Naturalmente, potresti preferire un metodo rispetto
all’altro, e pur conoscendoli entrambi, concentrarti su uno solo. Sta a te decidere.

La tecnica della storia

Questo metodo consiste nello sviluppare una storia che leghi tutte le parole da ri-
cordare, visualizzandola e impregnandola di emozioni. La storia può essere assur-
da, anzi più lo è maggiore sarà il suo impatto sulla tua memoria. Ecco un altro se-
greto: inserisci te stesso nella storia per darle significato e renderla più memorabile.

Per esempio, ecco una lista di parole:

petrolio

tavolo

tassista

caffè

codice

albero

balcone

69
<TITOLO VOLUME>

Ed ecco la storia che potresti costruire.

Ti trovi in una taverna buia di una città portuale. Riesci a sentire lo sciabordio
delle onde, le sirene delle navi e le grida dei lavoratori del porto. C’è un fusto di
petrolio vicino alla finestra, è di ferro arrugginito ed emette l’odore caratteristico
del combustibile. Il fusto è sormontato da un coperchio di legno circolare. Come
se fosse un tavolo, vi siede un tassista che indossa una giacca di velluto e beve un
caffè. Deve guidare, e quindi il rum, la bevanda più servita della taverna, gli è
vietato. L’odore amaro del caffè si miscela con quello del petrolio. Il tassista deve
prelevare un cliente al porto, ma non sa chi è, perché il nome di quest’ultimo è
criptato, e lui non conosce il codice. Il tassista guarda imbronciato un foglio di
carta ingiallito con stampate sopra alcune parole incomprensibili. Poi, però, tu
ricevi un SMS in cui scopri che il codice cifrato è nell’albero all’esterno della ta-
verna. Sorpreso, mostri il messaggio al tassista e ti precipiti fuori con lui. Il tas-
sista prova più volte ad arrampicarsi sull’albero, ma non ci riesce perché il tron-
co è liscio e scivoloso. Così sale al secondo piano della taverna, salta sul balcone
e da lì arriva all’albero, dove trova una lettera con il codice.

Ha visualizzato la storia? Ora ripeti la lista di parole; prova a farlo anche in or-
dine inverso. Ce l’hai fatta?

Nota che abbiamo sfruttato tutti e tre i principi della mnemonica. La storia si
basa su una serie di associazioni e le parole sono state tradotte in immagini vivi-
de: il fusto di petrolio è arrugginito e puzzolente, il velluto morbido, il caffè ama-
ro, la carta ingiallita ecc. I personaggi provano emozioni: il tassista è imbroncia-
to, tu sei sorpreso dal messaggio inatteso e la storia si conclude con un lieto fine.

70
2 - Agente reclutatore

Esercizio

Sforzati di ricordare la conformazione geografica del luogo in


cui vivi. Se c’è una metropolitana nella tua città, ricostrui-
sci mentalmente il suo percorso. Ogni linea è composta da una
serie di stazioni: assicurati di ripeterne i nomi nel giusto
ordine, dopo aver memorizzato tutte le linee. Con il tempo,
sarai in grado di orientarti a memoria nella metropolitana.
Analogamente puoi ricordare una sequenza di strade, le fermate
dell’autobus ecc. È una tecnica utile quando devi eludere un
pedinamento o inventare una storia di copertura.

Allena la mente – Lista di parole. Tecnica della storia (Livello 1)

Ora ti verrà mostrato un elenco di parole. Ricordalo e riproducilo nell’ordine


originale, servendoti della tecnica della storia. La capacità di creare associazio-
ni, acquisita memorizzando le coppie di parole, ti aiuterà a completare con suc-
cesso questo esercizio. Prima di proseguire, diventa esperto nella tecnica della
storia usando soltanto il breve elenco qui sotto.

Nave dei pirati

Cane

Occhiali protettivi

Fede nuziale

Tagliacarte

Ghianda

71
RAPPORTO DELL’AGENTE

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Rif.: caso #283
21 marzo 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
------------------------------------------

Sul valore dei documenti scomparsi

Oggi ho consultato il professor Luria sul valore


scientifico dei documenti scomparsi. Gli ho mostrato un
elenco di documenti con relativi temi e fonti, fingendo che
si trattasse di materiale raccolto per una pubblicazione.

Luria ha definito i documenti interessanti, ma ha


sottolineato che necessitano di considerevoli
miglioramenti prima di poter essere messi in pratica.
Tuttavia ha osservato come vi siano scarse probabilità
di tali miglioramenti nell’ambito dell’Unione Sovietica.
Secondo la scuola sovietica di psicologia l’argomento
è privo di valore scientifico, e l’impiego di tecniche
di suggestione di massa è considerato inaccettabile
per motivi etici. Ciò nonostante, secondo Luria tale
applicazione potrebbe essere possibile nei Paesi
capitalisti, soprattutto per fini militari.

#156
22 marzo 1955

Ieri mi sono incontrato con Luria per avere un suo parere


sui documenti scomparsi, e ho finalmente capito dove può
condurmi questo lavoro. Sebbene non abbia scoperto alcun
particolare importante, è sempre piacevole trascorrere quasi
un’ora con una persona molto intelligente. In passato avevo
seguito una sua lezione, ma questa conversazione privata è
stata totalmente diversa. A ripensarci ora, mi rendo conto di
essere rimasto davvero impressionato, cosa che mi accade
di rado. Luria è alto, con la fronte ampia e qualche filo
bianco tra i capelli neri. Ha uno sguardo profondo, acuto.
Parla con chiarezza e precisione. Trasmette una tranquilla
consapevolezza della propria importanza. Il suo lavoro
con le vittime di guerra, le ricerche sul cervello... tutto ciò
suscita in me un grande rispetto.

Ora, a mente fredda, mi chiedo: 1) se abbia usato


qualche forma di suggestione su di me durante la nostra
conversazione; 2) se anch’egli non lavori per i servizi segreti.
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Lista di parole. Tecnica della storia (Livello 2)

Continua ad allenarti con la tecnica della storia per memorizzare altri elenchi
di parole. La lista ora è più lunga e puoi calcolare quanto tempo impieghi a ri-
peterla, dopo averla memorizzata.

Costruisci storie vivide, cariche di emozioni e cerca di visualizzarle. Serviti di


immagini, suoni, odori, sensazioni di tatto e includi sempre te stesso nella storia.

Francobollo

Bottiglia d’olio

Marmo

Polpo

Matassa di filo metallico

Gesso

Libro

Guanti di gomma

Soldatino

Seghetto da traforo

74
2 - Agente reclutatore

Visualizzazione di concetti astratti

Di solito è facile visualizzare l’immagine di un oggetto. Con la parola “tazza” im-


magini la tua tazza preferita con una forma, un colore e un peso specifici. “Stra-
da” evocherà nella tua immaginazione un percorso familiare. Ma quando si trat-
ta di concetti che non hanno un’espressione tangibile, come “salario”, “felicità” o
“suggestione”, come si fa?

Per codificare questi concetti in immagini esistono due metodi diversi. Il primo
si basa sull’assonanza: scegli una parola o un insieme di parole dal suono simi-
le a quello del termine che vuoi ricordare, e poi codifica tutto in immagini. Per
esempio, puoi servirti di “saliera” per “salario”, o di “ghiaia” per “gioia”.

Il secondo metodo si serve dell’immaginazione simbolica: scegli intuitivamen-


te un’immagine o un simbolo per esprimere il concetto astratto (una parola di
cui ti servi abitualmente o inconsueta). Per esempio, se si parla di libertà puoi
immaginare la Statua della Libertà; se si tratta di felicità, invece, visualizza un
viso sorridente.

Se vuoi usare i simboli, un “accordo” può essere visualizzato come una stretta di
mano, oppure come l’obelisco egizio in Place de la Concorde a Parigi. Il “dovere”
può essere rappresentato da un documento ufficiale con un sigillo.

Il metodo delle associazioni e dei simboli è strettamente personale. Uno studioso


del Medioevo magari avrebbe associato il termine “suggestione” al nome dell’a-
bate Suger, che visse tra l’XI e il XII secolo e si dedicò alla riorganizzazione e
alla riforma di Saint-Denis, vicino a Parigi. Più è vasta la conoscenza di un indi-
viduo e più gli sarà facile scegliere nuove associazioni e ricordare informazioni.

Esercizio

Scegli un glossario appartenente a un settore con cui non hai


una particolare familiarità: ingegneria, filosofia o psicologia.
Sfoglialo e cerca di creare delle immagini per le parole che tro-
vi, servendoti dell’assonanza e delle associazioni simboliche.

75
Mosca, 24 marzo 1955

Indagine sui documenti mancanti


contenenti informazioni secretate
(da archiviare con il caso #283)

Sulla base delle informazioni raccolte


dall’intelligence, tutto indica che i documenti
sono stati sottratti dai servizi segreti
stranieri o da persone interessate al ritorno
dell’ideologia nazista.

Obiettivi: valutare le attività dei servizi


di intelligence dei Paesi capitalisti e le
organizzazioni pro-naziste all’interno della
comunità scientifica. Determinare se esista un
collegamento tra le reti di agenti stranieri e
la scomparsa dei documenti secretati dell’RSHA.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
2 - Agente reclutatore

Allena la mente – Coppie di parole (Livello 3)

Apri il libro a una pagina a caso e memorizza la prima parola di ogni riga. Se ti
imbatti in una preposizione o una parte di una parola iniziata nella pagina pre-
cedente, passa alla successiva. Ricorda le parole usando il metodo delle coppie,
poi chiudi il libro e segna la pagina. Ripeti la lista e mettiti alla prova. Puoi uti-
lizzare anche un articolo di giornale.

Mettiti alla prova

Perché S.Y. Bernstein, che non aveva relazioni


strette, si era avvicinato al neolaureato V.M.
Kovalev?

A) 
Kovalev era un amico del figlio morto di
Bernstein.

B) Kovalev ricordava a Bernstein suo figlio.

C) 
Kovalev aveva aiutato Bernstein a ottenere un
posto letto.

D) 
Bernstein era interessato alla psicologia dei
grandi gruppi, e Kovalev ne era un esperto.

77
Mosca, 26 marzo 1955

RELAZIONE

Dal 1933 al 1945, i nazisti hanno condotto


esperimenti sui prigionieri dei campi di
concentramento, che di solito hanno portato alla
morte dei soggetti o a danni irreversibili alla
salute.

Tali esperimenti sono stati portati a termine ed


è impossibile rimediare alle loro conseguenze.
Tuttavia, viene taciuto che alcuni dei risultati
ottenuti sono utilizzati tutt’oggi, per esempio per
salvare le vittime di disastri.

Molti dei medici assassini che hanno eseguito gli


esperimenti sui detenuti dei lager sono sfuggiti
alla cattura. Il più famoso di loro, Josef Mengele,
per qualche anno dopo la guerra si è nascosto in
Baviera e poi, secondo quanto riferito, è fuggito
in Argentina.

Al processo di Norimberga del 1946-47, ventitré


persone sono state accusate di aver condotto
esperimenti medici sui detenuti dei campi di
prigionia. Sette sono state condannate a morte,
cinque all’ergastolo, quattro a varie pene
detentive e sette prosciolte. La maggior parte
di quelle finite in prigione hanno beneficiato di
uno sconto di pena e oggi lavorano in istituzioni
militari e sanitarie, in Germania e negli Stati
Uniti.

Colonnello K.N. Stolin


del Secondo Direttorato Principale
2 - Agente reclutatore

Memorizzare frasi

La capacità di memorizzare rapidamente liste di parole e di inventare storie apre


alla possibilità di ricordare numerose informazioni, in particolare frasi e par-
ti di testo.

Per esempio, sei stato informato di un nuovo incarico e ti è stato chiesto di me-
morizzare la password: “Bill Brown ha detto che le gru verranno consegnate la
settimana prossima”. Uno dei modi per ricordarla è immaginare Bill Clinton
(Bill) con un’uniforme tanto sporca da sembrare marrone (Brown) nei pressi di
un cantiere. È lui l’addetto (ha detto) alla sicurezza. Sta osservando due gran-
di gru (gru) gialle. Su una di loro è appeso un pannello che mostra una serie di
menù da asporto (consegna) e un calendario sul quale è evidenziata la settima-
na prossima (settimana prossima).

Adesso prova a dimenticare questa frase.

Esercizio

Inventa storie visive basandoti su proverbi, modi di dire e


frasi fatte che conosci.

79
RISERVATO

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Rif.: caso #283
28 marzo 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
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Sulla personalità e lo stile di vita di Kovalev

Sto raccogliendo informazioni sullo stile di vita


di Kovalev, i suoi interessi e i suoi progetti di
ricerca.

Si è laureato due anni fa. Non ha ottenuto brillanti


successi ma soddisfa le aspettative.

Non è indipendente. È molto influenzabile dal giudizio


e dalle opinioni altrui.

I genitori, Mikhail Ilyich Kovalev ed Elena Viktorovna


Kovaleva, sono ingegneri. Vivono a Leningrado. Gli
hanno preso in affitto una stanza per i suoi studi
all’Università statale di Mosca. Tuttavia, dopo
l’inizio dei corsi, gli hanno chiesto di trasferirsi
in un collegio universitario e hanno smesso di
inviargli denaro. Il padre ritiene che il figlio debba
cavarsela da solo.

Tuttavia le spese di Kovalev sono molto alte. In


particolare, è interessato alla musica pop e compra
molti dischi, compresi quelli prodotti all’estero.

Nella seconda metà dell’anno scorso ha iniziato a


interessarsi all’arte, soprattutto ai dipinti del
tardo Medioevo. Visita regolarmente musei e mostre.
Compra costosi cataloghi contenenti riproduzioni di
opere d’arte.

#230
2 - Agente reclutatore

Allena la mente – Oggetti sul tavolo (Livello 2)

Raccogli alcuni oggetti che hai in casa, magari preferendo quelli che usi di meno.
Disponili su un tavolo o chiedi a qualcuno di farlo per te. Ancora una volta, scat-
ta un’immagine mentale del tavolo, poi copri gli oggetti con una tovaglia e visua-
lizza l’immagine mentre ridisponi mentalmente gli oggetti sul tavolo.

Note

81
RAPPORTO DELL’AGENTE

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Rif.: caso #283
9 aprile 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
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Sul reclutamento degli agenti

In accordo con le autorizzazioni ricevute, abbiamo


reclutato i seguenti studenti e membri dello staff
dell’Università di Mosca:

Arkhipov Y.I., n. 1935, studente del terzo anno

Mihin V.R., n. 1929, dottorando

Rychko L.S., n. 1920, docente associato

Kravchuk V.M. ha rifiutato di collaborare con il KGB.

Per contattare i nuovi agenti è stato incaricato il


luogotenente Prikhotko E.Y.

#168
10 aprile 1955

Oggi ho reclutato i miei primi informatori.


Il mio addestramento si sta rivelando utile. Sono riuscito
a guadagnarmi la loro fiducia e a fare in modo che
lavorino con noi.

Kravchuk ha rifiutato, ma spero almeno d’averlo convinto


a non divulgare la nostra conversazione.
<TITOLO VOLUME>

Memorizzare i termini
di un vocabolario straniero

Nella formazione di un agente l’apprendimento delle lingue straniere è parte in-


tegrante dell’addestramento. Gli agenti vengono spesso scelti per le loro capaci-
tà mentali, e poi vengono loro insegnate le tecniche per parlare qualsiasi lingua
in modo fluente e senza accento.

Nella fase iniziale dello studio di una lingua straniera, lo studente deve memo-
rizzare coppie di parole, una delle quali è conosciuta (nella lingua madre) e l’al-
tra no (nella lingua straniera). Si procede con il seguente algoritmo.

1. La parola nella lingua madre è codificata con un’immagine (come nel meto-
do della storia).

2. La seconda parola (sconosciuta) è facile da codificare per somiglianza fone-


tica. È sufficiente scegliere parole della lingua madre che siano foneticamen-
te simili a quella straniera.

3. Basta collegare l’immagine della parola della lingua madre alle immagini delle
parole simili di quella straniera e inserirle nel contesto di una storia inventata.

Per esempio, se devi ricordare il termine francese grognon, che foneticamente


somiglia a “grugno”, per memorizzare la coppia “grognon/brontolone” puoi im-
maginare un brutto ceffo che brontola.

Con la pratica, inventerai queste storielle molto in fretta e riuscirai a ricordare


dalle cinquanta alle settanta parole per ogni sessione.

Esercizio

Acquista un piccolo dizionario (con 500-1000 termini di uso co-


mune) di una lingua che hai sempre desiderato imparare. Serviti
del metodo appena descritto per ricordarli rapidamente. È un
ottimo modo per iniziare a realizzare il tuo sogno.

84
16 aprile 1955

Sto raccogliendo informazioni su Kovalev. Penso che


Arkhipov, Rychko e Mihin, che ho appena reclutato, stiano
facendo lo stesso, anche se non ho ancora avuto modo di
parlare con loro. Mi evitano. Rychko addirittura si volta
dall’altra parte se gli passo accanto o fa finta di leggere
il giornale.

Kovalev è un personaggio curioso. I suoi studi vanno


bene, anche se non si dà molto da fare. Nessuno dei suoi
compagni lo ha mai visto curvo sui libri, eppure in tutti
gli esami ha ottenuto voti discreti se non ottimi. È entrato
all’università grazie a una raccomandazione. Non si è
mai sforzato di sfruttare meglio le sue doti naturali e
trascorre parecchio tempo nei caffè, con i suoi dischi
o i libri d’arte.

Bernstein lo stava aiutando, e Kovalev credo sia coinvolto


nel caso dei documenti scomparsi. Deve anche sapere
qualcosa su Bernstein, ma si rifiuta di collaborare.

È stato appurato che i documenti scomparsi dall’Archivio


sono molto importanti: contengono i protocolli e i risultati
degli esperimenti sul controllo della mente. A dire la verità,
non si tratta tanto di controllo. I nazisti spruzzavano
un gas nelle baracche dei lager che azzerava la volontà
degli individui, trasformandoli in animali obbedienti.
I documenti contengono anche scritti sull’ipnosi di
massa, sull’addestramento autogeno e su molto altro.
Nulla di tutto ciò è mai stato pubblicato (tranne il libro
sull’addestramento autogeno). Non esistono altre copie dei
documenti.

A quanto pare i tedeschi volevano sfruttare questi studi per


scopi militari, ma non hanno avuto il tempo di ultimarli.
Non oso immaginare cosa accadrebbe se questi documenti
cadessero nelle mani degli odierni guerrafondai.
2 - Agente reclutatore

Mettiti alla prova

Qual è il numero di riferimento dell’indagine sui


documenti scomparsi?

A) 286

B) 283

C) 1955

D) 9

E) 236

Allena la mente – Dettato. Tecnica della storia (Livello 1)

È venuto il momento di aumentare il ritmo. Prendi un libro, sfogliane veloce-


mente le pagine, guarda l’ultima riga di tutte le pagine di destra e memorizza il
primo sostantivo. Concediti soltanto cinque secondi per ogni parola, prima di
passare alla pagina seguente. Inizialmente potrà essere difficile mantenere il rit-
mo, ma con il passar del tempo imparerai a inventare le storie più in fretta, fin-
ché il metodo diventerà inconscio, come leggere o scrivere.

87
18 aprile 1955

Convocare Vasily Mikhailovich Kovalev e interrogarlo


sulla scomparsa di Bernstein. Durante l’interrogatorio
menzionare i documenti scomparsi dall’Archivio
dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 19 aprile 1955

(da archiviare con il caso #283)

RELAZIONE

La trance ipnotica è un particolare stato psicologico che


combina sonno e consapevolezza. È accompagnata da una
particolare suggestionabilità: sotto ipnosi le persone sono
pronte a comunicare informazioni che non rivelerebbero mai
in condizioni normali.

Gli studi moderni sull’ipnosi si basano sui lavori degli


psichiatri francesi Jean Charcot e Hippolyte Bernheim
(XIX secolo). Anche lo scienziato russo V.M. Bechterev se n’è
occupato. Nonostante il continuo interesse della scienza, si
conosce però pochissimo dei meccanismi di questo fenomeno.

L’ipnosi, utilizzata nel corso di spettacoli dinanzi a un


grande pubblico, ha dimostrato che la tecnica funziona
solo su alcuni soggetti. È probabile che le persone siano
influenzabili secondo modalità diverse. Per le sue esibizioni
il famoso ipnotizzatore Wolf Messing sceglie persone
particolarmente suggestionabili.

Durante questi spettacoli, le persone ipnotizzate vengono


posizionate in orizzontale su due sedie e sorrette solo alla
testa e ai piedi; sopportano pesi di decine di chili posati
sullo stomaco; non provano dolore; compiono azioni bizzarre
su richiesta dell’ipnotizzatore e rivelano molte informazioni
sul proprio conto, più di quelle che svelerebbero
normalmente.

Molti ipnotizzatori sostengono di poter far cadere in trance


chiunque, in qualsiasi momento, ma non è vero.
In base agli ultimi sviluppi in materia, è emerso che la
persona ipnotizzata deve collaborare con l’ipnotizzatore.
Gli scienziati, compresi quelli delle forze armate, stanno
lavorando su nuovi metodi che consentano di influenzare una
persona contro la sua volontà, ma queste tecniche non sono
ancora state sviluppate.

Colonnello K.N. Stolin


del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Cosa ci induce a ricordare

Le motivazioni e i bisogni di una persona hanno un forte impatto sulla memo-


ria. Per esempio, con ogni probabilità ti sarà difficile ricordare tutte le fermate
della metropolitana che prendi ogni mattina. Questo perché sono informazioni
che non ti servono, a meno che tu non sia il conducente e debba annunciare le
fermate una dopo l’altra. In tal caso le ricorderesti senza alcuno sforzo cosciente.

Ricordare le informazioni necessarie su base quotidiana è più semplice. Il cer-


vello preferisce risparmiare energia, separando ciò che conta davvero dalle al-
tre informazioni. Questo porta alla seguente raccomandazione pratica: prima di
provare a memorizzare qualcosa, stabilisci perché vuoi ricordarla e cosa ci gua-
dagni a farlo. Analogamente, se vuoi che qualcuno memorizzi ciò che gli hai ap-
pena detto, crea uno stimolo che lo induca a farlo. Interessalo in qualche modo
alla cosa; specifica quando e in quali condizioni dovrà soddisfare la tua richiesta.
Per esempio, se vuoi che il tuo vicino di casa ti imbuchi una lettera, digli: “Bob,
quando passi davanti alla cassetta delle lettere, ricordati di me, buttaci dentro
la lettera. Mi faresti davvero un piacere!”. Le parole “quando passi...” aiuteranno
Bob a ricordarsi della tua richiesta al momento giusto, e il tuo ringraziamento
sarà uno stimolo emotivo aggiuntivo.

Spesso, però, bisogni e motivazioni giocano brutti scherzi alla memoria. Sigmund
Freud, il padre della psicanalisi, ha spiegato che il desiderio umano di conforto
emotivo spinge a far dimenticare informazioni potenzialmente sgradevoli. Freud
lo ha chiamato “repressione”.

Se dimentichi sempre di incontrarti con una certa persona, mentre ti capita as-
sai di rado con altri, esamina la situazione più a fondo. Forse comunicare con
quella persona ti causa un disagio emotivo. È difficile immaginare che qualcu-
no dimentichi di chiamare un amico per chiedergli un prestito, mentre un de-
bitore si dimentica spesso di chiamare il creditore per chiedergli una proroga.

90
2 - Agente reclutatore

Allena la mente – Fiammiferi (Livello 2)

È ora di complicare un po’ l’esercizio dei fiammiferi: aumentane il numero e chie-


di a qualcuno di sparpagliarli sul tavolo.

Puoi anche modificare un po’ l’esercizio servendoti di un insieme di matite e


fiammiferi. Prova a ricrearne la configurazione su un foglio. Eccone una per
cominciare.

91
Mosca, 21 aprile 1955

RISULTATO DELLA SORVEGLIANZA DI POETA

Il 21 aprile 1955 il soggetto è rimasto nella sua stanza del collegio


universitario, in via Stromynka, fino alle 12.20, ora in cui è uscito
per andare a prendere l’autobus n. 14, che porta alla stazione della
metropolitana di Kievskaya. Alle 12.50 passeggiava a fianco del treno
diretto alla stazione di Krasnopresnenskaya. Due agenti della Settima
Divisione lo hanno seguito. Appena prima della partenza, ha tenuto
aperte le porte in chiusura ed è saltato sul treno. Il tentativo di
raggiungerlo con il treno successivo è fallito.

Il soggetto è stato rintracciato soltanto alle 15.00, nell’edificio


dell’Università statale di Mosca. Alle 15.50 ha preso un tram
diretto al Parco Sokolniki. Il luogotenente Chinarev era a capo della
sorveglianza. Alle 16.40 il soggetto si è seduto al tavolo di un caffè
del parco e ha ordinato due gelati. Ha cercato di fare conoscenza con
una giovane donna, invitandola al suo tavolo, ma senza successo.

Alle 18.35 ha lasciato il parco e si è diretto al collegio


universitario. Il sottoscritto è subentrato alla sorveglianza usando
il metodo standard.

Alle 19.05 il soggetto è tornato al collegio universitario ed è


salito al terzo piano, dove si trova la sua stanza. Gli agenti che lo
seguivano sono saliti fino al quarto piano, poi sono tornati al piano
terra, dove sono rimasti di guardia. Quindici minuti dopo, alle 19.20,
lo studente K.N. Bykov si è rivolto alla sicurezza per far chiamare un
medico, perché uno dei residenti del terzo piano si era sentito male.

Il sottoscritto è salito al terzo piano e ha trovato Poeta steso


nel corridoio. Non manifestava segni di vita e non è stato rilevato
battito cardiaco. Dieci minuti dopo, alle 19.30, è arrivato il medico
del pronto soccorso che ne ha confermato il decesso, per un probabile
infarto fulminante.

Si è proceduto a una rapida perquisizione della camera di Poeta,


ma non è stato rinvenuto nulla di sospetto.

Alle 20.00 il luogotenente Chinarev e il sottoscritto sono tornati


nel caffè per recuperare il cucchiaino usato dal soggetto, ma era
già stato lavato. Lo stesso gelato era stato consumato anche da altri
clienti, che non avevano accusato alcun malessere.

Capitano V. Nikiforov,
direttore operativo
della Settima Divisione
#36g
2 aprile 1955

Ieri notte ci hanno convocato per comunicarci che Kovalev


è morto. Con ogni probabilità è stato assassinato.
Volevamo servirci di lui per rintracciare Bernstein o i
documenti scomparsi. Purtroppo dobbiamo ricominciare
daccapo.
<TITOLO VOLUME>

La cur va dell’oblio

Verso la fine del XIX secolo, lo psicologo tedesco Hermann Ebbinghaus iden-
tificò la curva dell’oblio, per mostrare come si dimenticano le informazioni ac-
quisite. All’inizio dell’esperimento chiese agli individui oggetto dello studio di
ricordare una serie di sillabe di tre lettere ciascuna priva di significato. Usan-
do le tecniche di apprendimento standard (quindi senza usare l’immaginazio-
ne), dopo un’ora solo il 44% dei volontari ricordava l’informazione acquisita; tale
percentuale dopo una settimana scendeva al di sotto del 25%. Per fortuna, gra-
zie ai metodi di memorizzazione consapevole, le informazioni vengono dimen-
ticate molto più lentamente.

La maggior parte delle nozioni viene dimenticata nella prima ora successiva
all’acquisizione. Come rimediare? Gli esperimenti dimostrano che la ripetizio-
ne riduce la possibilità di dimenticare. Per dirla altrimenti, più un’informazione
viene ripetuta e più verrà ricordata.

Gli esperimenti sul tasso di dimenticanza sono approdati a conclusioni di ordi-


ne pratico. Prima di tutto, ogni tentativo di memorizzare qualcosa in una sola
seduta non è efficace. È meglio assimilare le informazioni in più fasi, dandosi il
tempo per una serie di ripetizioni.

Se hai un giorno a disposizione per la memorizzazione, il programma ottima-


le è il seguente:

• la prima ripetizione dopo 15-20 minuti dall’apprendimento dell’informazione;

• la seconda dopo 6-8 ore;

• la terza dopo 24 ore.

È meglio ripetere l’informazione attivamente: invece di ascoltarla o rilegger-


la, cerca di disegnarla o trascriverla a memoria, e poi se necessario confronta-
la con l’originale.

94
2 - Agente reclutatore

Se hai più tempo a disposizione, segui questa procedura:

• la prima ripetizione il giorno stesso dell’apprendimento;

• la seconda il quarto giorno successivo;

• la terza il settimo giorno successivo.

Se le informazioni da memorizzare sono molte, meglio ripeterle variando il nu-


mero dei particolari : la prima volta ripeti tutto, la seconda solo i punti chiave e
la terza di nuovo tutto, ma raggruppando i dettagli in modo o in ordine diver-
so rispetto alla prima ripetizione. Più le informazioni vengono assimilate a fon-
do e più sarà facile riportarle alla memoria quando necessario. Dunque servono
minimo tre ripetizioni. Quando un agente dell’intelligence impara la sua storia
di copertura, la ripete centinaia di volte, e poi ci ritorna sopra regolarmente per
rinfrescare la memoria. Dopotutto, è una questione di vita o di morte.

Allena la mente – Cruciverba 6x6

Questa volta traccia dei riquadri di 6 caselle per 6 sugli angoli del cruciverba.
Cerca di memorizzare la posizione delle caselle bianche e di quelle nere il più
in fretta possibile.

95
<TITOLO VOLUME>

L’effetto della posizione nella serie

Quest’effetto della memoria è molto importante per gli agenti dell’intelligence.


Per capirlo, facciamo un piccolo esperimento. Leggi le seguenti parole rapida-
mente e senza prepararti:

fuochi d’artificio

arancia

auto

orologio

sofà

dipinto

algebra

dottore

rivista

staff

grattacielo

meteorite

Ora chiudi il libro e cerca di ricordare le parole. Fallo subito.

Mettiti alla prova. Le parole “fuochi d’artificio” e “meteorite” saranno con ogni
probabilità le più facili da ricordare, mentre le parole a metà della lista saranno le
più difficili. Quindi, prendi nota: l’inizio e la fine sono più facili da memorizzare.

L’effetto della posizione in una serie non riguarda soltanto gli elenchi di parole.
Se provi a ricordare gli eventi del giorno, scopri che quelli della mattina e della
sera li ricordi senza sforzo. E quando memorizzi una storia, la parte più diffici-
le è quella che si trova nel mezzo.

96
2 - Agente reclutatore

Ripeto, questo metodo è ampiamente impiegato dai servizi di intelligence, per


esempio per mascherare l’interesse verso un certo argomento. Non nominare ciò
che più ti interessa all’inizio o alla fine di una conversazione. Meglio comincia-
re con qualcosa di generico, poi, nel bel mezzo della conversazione, chiedi o di-
chiara ciò di cui hai bisogno, e al termine cambia ancora argomento.

Bisogna aggiungere, però, che questa tecnica non sempre funziona. Se si tocca-
no argomenti particolarmente dolorosi per l’interlocutore, lui li ricorderà, an-
che se li menzioniamo nel bel mezzo della conversazione. L’arte dell’agente se-
greto consiste nell’individuare i punti dolenti ed evitarli.

In alternativa, potresti porre la domanda in modo diverso. Per esempio potresti


dare l’impressione di essere una persona piuttosto ottusa e priva di tatto, che va
a toccare un argomento indiscreto per semplice ignoranza o noncuranza. In tal
caso l’interlocutore ricorderà soprattutto la tua goffaggine e tenderà a mettere
in secondo piano quello che gli hai effettivamente domandato.

97
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Tabelle di Schulte 5x5

Ecco un’altra tabella di Schulte per il tuo allenamento.

Per prima cosa concentrati sulla casella centrale e guarda gli altri numeri usan-
do solo la visione periferica. Cerca di vedere qualcosa in più del numero di cui
hai bisogno.

Ripeti l’esercizio ogni tanto. Serve per allenare la mente e ti insegnerà a osserva-
re e a pianificare le tue azioni in anticipo.

16 24 6 20 3
25 8 5 13 21
12 10 17 4 18
2 7 15 22 9
14 23 16 1 11

98
Mosca, 23 aprile 1955

Indagine sui documenti mancanti


contenenti informazioni secretate
(da allegare al caso #283)

In base alle attuali circostanze, vale la pena sviluppare le


due principali versioni degli eventi associati alla scomparsa
dei documenti secretati.

Prima versione: Bernstein è fuggito con i documenti sottratti


all’Archivio. Kovalev non è implicato nel caso e la sua morte
è una semplice conseguenza delle sue condizioni di salute.

Seconda versione: Bernstein ha rubato i documenti, Kovalev


in qualche modo l’ha scoperto e Bernstein lo ha ucciso con
un veleno ad azione ritardata. L’autopsia ha rivelato che
Kovalev è morto di infarto, ma gli esami medici cui si era
sottoposto alla clinica universitaria due mesi prima non
avevano evidenziato alcuna anomalia cardiaca.

La morte per infarto è improbabile, per cui non è da


escludere la possibilità che si tratti di omicidio. Inoltre,
l’autopsia dimostra che tra le 13.00 e le 14.00 Kovalev ha
pranzato e ha bevuto da 100 a 200 ml di vino rosso. Potrebbe
essere stato avvelenato in quella circostanza.

Per vagliare entrambe le versioni, è necessario recuperare


ulteriori informazioni sugli interessi di Kovalev, sui suoi
contatti e sulla situazione delle sue ultime settimane di
vita.

Nel contempo, è opportuno organizzare una messinscena. Un


agente in incognito si fingerà un esperto che ha accesso agli
ultimi sviluppi nel campo delle tecniche di suggestione di
massa.

Siccome qui a Mosca potrebbe esserci un agente


dell’intelligence straniera, il Secondo Direttorato
Principale ha disposto un’accelerazione dell’indagine, per
recuperare i documenti mancanti e arrestare il colpevole.

Colonnello V.I. Rukin,


vicecapo del Secondo
Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Principio di interferenza

Il concetto di interferenza si basa sul fatto che i ricordi simili finiscono per me-
scolarsi. Due ricordi simili possono influenzarsi l’uno con l’altro; più si somi-
gliano e più è difficile rievocarli in modo affidabile. Non sono le informazioni
nuove a complicare il ricordo delle vecchie, ma al contrario spesso sono i ricor-
di del passato a interferire con quelli più recenti.

Per esempio, hai usato una carta di credito per un paio d’anni e ricordi perfet-
tamente il PIN. La carta scade e la banca te ne dà una nuova. Inizialmente, ogni
volta che sei al bancomat ti viene automaticamente in mente il vecchio PIN, e
devi compiere uno sforzo cosciente per ricordare quello nuovo. Ma dopo un po’
di tempo la situazione cambia: il nuovo PIN ti viene in automatico mentre per
ricordare quello vecchio dovrai fare uno sforzo. In sostanza, le memorie simili e
associate alla medesima situazione interferiscono l’una con l’altra.

Per ridurre l’impatto dell’interferenza, puoi separare nel tempo la memorizza-


zione di informazioni simili. Per esempio, se stai preparando un esame cerca di
assimilare insieme argomenti il più possibile diversi. È una regola che si dimo-
stra valida in molti casi: il cambio di attività permette di risparmiare energia. Se
nello stesso giorno devi rivedere un documento, scrivere una relazione e trac-
ciare un grafico, è meglio separare la stesura del documento e quella della rela-
zione, intervallandole con il lavoro sul grafico.

Per contro, se vuoi che qualcuno dimentichi qualcosa, forniscigli il maggior


numero possibile di informazioni sullo stesso argomento. Descrivi la questio-
ne nei dettagli, fa’ in modo che il tuo interlocutore sia davvero coinvolto e chie-
digli un’opinione in merito. Si troverà così a dover gestire molte informazioni,
sarà confuso, e grazie all’interferenza non sarà in grado di ricordare con chia-
rezza ciò che vuoi fargli dimenticare. Al termine della conversazione si sentirà
stordito e più insicuro.

Se nel corso di una conversazione una persona cerca di ricordare qualcosa ma


tu vuoi impedirglielo, prova a suggerirgli qualche particolare errato. I dettagli
che non corrispondono alla verità ma sono verosimili creano un’interferenza e
gli impediscono di ricordare ciò che vorrebbe. Tale tecnica viene utilizzata dagli
avvocati per confondere i testimoni durante le deposizioni in aula.

100
2 - Agente reclutatore

Puoi osservare questo fenomeno anche nella vita quotidiana, quando amici o
familiari cercano di aiutarti a ricordare qualcosa, ma la loro interferenza non fa
che rendere più difficile il tentativo.

Allena la mente – Dadi (Livello 3)

Aggiungi altri dadi colorati e concediti soltanto 5 secondi per ricordare cifre e
colori.

Note

101
<TITOLO VOLUME>

Modi e abitudini

L’interferenza non riguarda solo la memorizzazione di informazioni, ma anche


le capacità di un individuo. Per esempio, le persone abituate a guidare a destra
sono confuse se devono condurre un veicolo nei Paesi con la guida a sinistra.
Non solo la loro capacità di guidare a destra diventa inutile, ma interferisce con
la nuova situazione. Per superare queste difficoltà serve uno sforzo consapevole.

In situazioni di tensione, quando il controllo conscio è indebolito, possono rie-


mergere vecchie abitudini. Nella storia dei servizi di intelligence ci sono casi di
agenti sotto copertura traditi da azioni involontarie.

Una volta il KGB distribuì un promemoria con un elenco di caratteristiche utili a


identificare agenti stranieri; per esempio, bere superalcolici con il ghiaccio, offrire
la mancia per piccoli favori, cenare senza pane ecc. Sono comportamenti norma-
li per gli abitanti dell’Europa occidentale e per gli americani, ma non per i russi.

Vuoi che una persona manifesti le sue vecchie abitudini? Prova ad affrontare un
argomento delicato o a confonderla obbligandola a reagire rapidamente con pa-
role o azioni. È probabile che ciò la induca a tradirsi per distrazione. La fatica o
l’abuso di alcol indeboliscono il controllo conscio e sono molto utili per indivi-
duare le abitudini nascoste di un sospettato.

102
25 aprile 1955

Negli ultimi giorni sono stato oberato di lavoro, e ho


dovuto studiare come mai prima d’ora. Qualsiasi speranza
di rapida risoluzione dell’indagine si è spenta con
Kovalev. Ciò che resta è soltanto un sacco di lavoro da
svolgere meticolosamente ogni giorno. Se non fosse per
l’addestramento, che continua con la consueta intensità, direi
che questo lavoro è noioso, anche se ieri, sulla via di casa,
ho finalmente compreso tutta la sua bellezza e meraviglia.
Ogni cosa che ci hanno insegnato a scuola e all’università
trova riscontro nella realtà. Improvvisamente i pensieri e
le emozioni delle persone, le loro parole e le loro azioni,
le reciproche relazioni sono molto più chiare. E ora ho gli
strumenti per influenzare tutto ciò.

Ho osservato i passeggeri della metropolitana e sono


riuscito a capire come hanno trascorso la giornata (se
non addirittura l’intera settimana!). La loro espressione,
la postura, i vestiti, le scarpe e persino i bagagli rivelano
molti particolari della loro vita. Ero così di buon umore che
quando sono uscito dalla stazione ho baciato due donne
che non conoscevo neppure. Avranno pensato che fossi
impazzito o ubriaco. Quando ho chiesto loro dove potessi
comprare dei fiori a quell’ora e se sapevano dove si trova
il reparto maternità n. 18, si sono sciolte un po’ e hanno
sorriso, dicendo che non potevano aiutarmi. Sono scomparso
nell’oscurità, e le due donne sono rimaste lì a discutere di
quel neopapà, dimenticando i baci inopportuni.

Le persone ricordano l’ultima cosa che hanno sentito in una


conversazione... proprio come ci hanno insegnato.
<TITOLO VOLUME>

Riproduzione parziale e dimenticanza

Forse avrai notato questo effetto quando non hai avuto il tempo per studiare tut-
to il materiale di un esame. La domanda relativa a ciò che non hai studiato – for-
se perché pensavi che l’argomento fosse molto difficile – si rivela essere anche
quella a cui è meno facile rispondere durante l’esame.

Per chi ricorda molte informazioni di un certo avvenimento è più difficile ri-
portare alla memoria un dettaglio se poco prima gliene è stato chiesto un altro.
Per esempio, se a un testimone viene chiesto di descrivere il colore della giac-
ca di un indiziato e poco prima gli è stato domandato di descrivere la forma dei
suoi occhiali probabilmente si troverà in difficoltà. Questo metodo viene spes-
so impiegato per confondere i testimoni durante un processo, specialmente se
hanno visto l’imputato solo per qualche breve istante. Ponendo domande rela-
tive a dettagli di minore importanza e interrompendo il testimone al momento
giusto, un avvocato abile e manipolatore può renderlo insicuro e portarlo a fare
affermazioni contraddittorie.

Se vuoi che il tuo informatore si dimentichi una domanda che gli hai posto, du-
rante l’incontro successivo ripeti tutte le altre domande tranne quella. Lui si di-
menticherà della domanda che hai tralasciato, o perlomeno questa si affievolirà
nella sua memoria. Prendi in considerazione questo metodo quando devi for-
mare un agente. Fai attenzione ai test casuali del materiale appreso: possono in-
durre l’allievo a cancellare dalla memoria le informazioni non verificate.

104
2 - Agente reclutatore

Allena la mente – Fiammiferi (Livello 3)

Non dimenticare di esercitarti con i fiammiferi! Per ricordare meglio la colloca-


zione, raggruppali in figure geometriche. Forse la posizione casuale ti fa venire
in mente qualcosa? Serviti di quell’immagine per ricordare.

Se non riesci a completare bene un esercizio, non ti arrendere. Continua a eser-


citarti e se necessario torna al livello precedente. Ripeti l’esercizio con costanza.

105
<TITOLO VOLUME>

Effetto Zeigarnik

L’effetto Zeigarnik prevede che gli incarichi incompiuti o interrotti vengano ri-
cordati con maggior facilità di quelli portati a termine. In un caffè, gli psicologi
Kurt Lewin e Bluma Zeigarnik notarono che il cameriere non aveva preso nota
della loro ordinazione, ma l’aveva eseguita con molta precisione. Quando gli
chiesero che cosa avessero ordinato alcuni clienti appena usciti, però, egli non
riuscì a ricordare niente.

Gli esperimenti successivi dimostrarono che i compiti intellettuali interrotti sono


due volte più facili da ricordare rispetto a quelli completati. Forse questo effet-
to può essere spiegato con una tensione motivazionale che tiene viva la memo-
ria. Una volta completato l’incarico, la motivazione viene meno e il soggetto di-
mentica ciò che ha associato a esso.

L’effetto Zeigarnik è molto utile a livello pratico. Per esempio, se stai scrivendo
un testo molto lungo e ti interrompi a metà capitolo, senza finirlo, la volta suc-
cessiva ti sarà più facile riprendere. L’interruzione ti aiuterà a ricordare in fretta
dove ti sei fermato e cosa volevi scrivere.

L’effetto dell’azione incompiuta può essere applicato alle interazioni con altre
persone. Se interrompi una conversazione a metà, quando la tensione è al mas-
simo e non sei ancora giunto a una conclusione, l’impatto sull’interlocutore sarà
molto intenso e lo spingerà a riflettere sulla questione e molto probabilmente a
condividere la tua opinione.

106
2 - Agente reclutatore

Mettiti alla prova

Secondo il consulente scientifico del KGB , qual è


l’orientamento principale degli psicologi militari
nel campo del miglioramento delle tecniche di
suggestione?

A) 
Rimuovere il dubbio delle informazioni perce-
pite durante una trance ipnotica.

B) Rimuovere il dolore con una trance ipnotica.

C) M igliorare la forza fisica dei soggetti con una


trance ipnotica.

D) 
La capacità di ipnotizzare chiunque senza la
sua collaborazione.

107
3
AGENTE
SEGRETO
FREEL ANCE
3 - Agente segreto freelance

L’intelligence non è il lavoro principale di un agente. Spesso egli deve mettersi


in contatto con altri agenti, assegnare loro missioni specifiche, provvedere all’e-
quipaggiamento di cui hanno bisogno e fornire loro informazioni preziose. Nel
contempo, continua a condurre una vita normale – lavoro, amici ecc. – mentre
raccoglie informazioni ed esegue i suoi incarichi di intelligence.

109
<TITOLO VOLUME>

Dimenticare

Dimenticare è una funzione della memoria importantissima. Protegge il cervel-


lo da un sovraccarico di informazioni.

In primo luogo dimentichiamo le informazioni in eccesso e inutilizzate per lun-


go tempo. Si tratta di materiale che è impossibile, oltre che poco pratico, me-
morizzare nella sua forma originaria; di conseguenza il cervello lo elabora e lo
generalizza. Talvolta questa generalizzazione assume la forma di un’intuizione:
una sensazione che non può essere spiegata a livello logico. In tal modo il cer-
vello ci fornisce indizi istintivi, basati sull’esperienza di situazioni simili che però
abbiamo dimenticato.

In secondo luogo di solito dimentichiamo le informazioni sgradevoli. I ricor-


di dolorosi, come la morte di un parente, un brutto incidente, un disastro natu-
rale, un crimine, un’azione che va contro i nostri valori e le nostre convinzioni,
vengono inconsciamente espulsi dalla memoria per ristabilire un certo equili-
brio psicologico.

L’atto del dimenticare dipende dal tempo: più ne è passato dal momento in cui
abbiamo recepito una certa informazione maggiori sono le possibilità che ven-
ga dimenticata. Nell’ambito di un’operazione di intelligence le pause troppo lun-
ghe possono ostacolare la soluzione del caso. Se perde il contesto, un agente po-
trebbe essere costretto a ricominciare da capo.

Detto questo, le pause brevi, di una settimana o due, possono giovare perché per-
mettono di allargare la prospettiva. I dettagli minori o insignificanti passano in
secondo piano e consentono di avere una percezione più completa e di vedere il
problema da una nuova angolazione. Certi collegamenti che magari erano stati
tralasciati diventano evidenti, ed emergono nuove idee.

In ambito psicologico c’è una teoria secondo la quale una persona non può di-
menticare un’informazione che ha assimilato, ma piuttosto perde la possibilità
di accedervi. Le informazioni dimenticate non scompaiono del tutto e, in circo-
stanze eccezionali, possono essere riportate alla memoria. Ciò è stato dimostrato
da un esperimento di neurochirurgia, in cui la stimolazione di alcune aree della
corteccia cerebrale ha consentito di evocare ricordi dimenticati.

110
3 - Agente segreto freelance

Tuttavia la stimolazione diretta della corteccia non è l’unico modo per ricorda-
re qualcosa che abbiamo scordato. In precedenza abbiamo già visto altri meto-
di. L’aspetto più importante di tutti questi è la riproduzione mentale della situa-
zione in cui l’informazione è stata ricevuta.

Tecnica dei loci

La tecnica della storia non è il solo modo per ricordare una lista di parole. La
storia non è importante di per sé, è solo un mezzo per associare le parole, codi-
ficarle in immagini e disporle in situazioni emotivamente forti. L’associatività,
l’immaginazione e l’emozione, che sono necessarie per giungere a una memo-
rizzazione valida, sono alla base di un altro metodo: la tecnica dei loci. Se la tec-
nica della storia collega le immagini a una trama, quella dei loci le colloca in un
luogo familiare e specifico: in casa, in una stanza o in strada.

È un metodo antico che, secondo una leggenda narrata dall’oratore romano Mar-
co Tullio Cicerone, fu inventato dal poeta greco Simonide di Ceo, vissuto tra il
VI e il V secolo a.C. Simonide stava partecipando a un banchetto quando venne
chiamato da alcuni sconosciuti. Uscì dalla casa e proprio in quel momento il tet-
to crollò. Tutti gli altri invitati morirono. Era impossibile identificare le vittime,
ma Simonide ricordava con precisione il posto in cui era seduto ciascun ospite,
e ciò permise ai parenti di recuperare i corpi dei propri cari.

Cicerone, che descrive quest’incidente nel trattato De oratore, deduce che per
memorizzare una serie di oggetti è necessario creare una loro immagine men-
tale e disporla in un luogo immaginario. L’ordine della disposizione permetterà
di ricostruire quello delle cose memorizzate.

Cicerone stesso si serviva della tecnica dei loci quando doveva memorizzare un
discorso. Lo provava camminando nella sua villa, e associava ogni argomento
o idea a una stanza.

Un altro grande esempio dell’uso di questa tecnica è il Teatro della Memoria del
filosofo e alchimista rinascimentale Giulio Camillo. Nel XVI secolo, egli cercò
di produrre un vasto sistema di organizzazione di tutta la conoscenza umana,
ponendola in un edificio particolare, il Teatro della Memoria appunto. In tale
struttura ogni area della conoscenza aveva una particolare collocazione, tutte
le aree erano collegate e componevano un’immagine completa. Giulio Camillo

111
<TITOLO VOLUME>

voleva persino iniziare la costruzione di un edificio ligneo per il suo teatro, ma


non riuscì a completarlo. Inoltre, non portò nemmeno a termine l’opera fonda-
mentale che descriveva il Teatro nei dettagli. Tuttavia l’idea di una rappresenta-
zione visiva della conoscenza e dei collegamenti delle sue parti ebbe un grande
impatto sui suoi contemporanei.

L’arte della memoria è sempre stata associata ai governi, alle relazioni interna-
zionali e all’intelligence. Il già citato Simonide di Ceo influenzò anche la poli-
tica della Grecia grazie ai suoi poemi sulle guerre persiane. Inoltre come diplo-
matico risolse conflitti ed evitò spargimenti di sangue. Cicerone fu una figura
importante sulla scena politica dell’antica Roma. La sua eloquenza e la sua me-
moria senza pari lo resero tanto popolare che diventò console. E Giulio Camillo
fu chiamato da Francesco I, che regnò in Francia per trent’anni.

Aristotele, Seneca, Agostino d’Ippona, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino, Gior-


dano Bruno, Cartesio, Francesco Bacone, Gottfried Wilhelm Leibniz: questa è
una lista davvero incompleta di personaggi famosi che hanno contribuito alla
teoria e alla pratica della memoria. Ognuno di loro fu influente nella sua epoca,
e alcuni lavorarono come spie.

Metodo

Per cominciare a padroneggiare il metodo è bene servirsi di un ambiente pic-


colo e familiare, per esempio l’appartamento in cui vivi. Visualizzalo e indivi-
dua le zone (loci) in cui puoi posizionare e organizzare gli oggetti da ricordare.

Per esempio: l’appartamento è composto da un ingresso, un soggiorno, un cor-


ridoio, una cucina e un bagno. Immagina di percorrere ogni locale in senso an-
tiorario (se ti risulta troppo difficile, fai prima un giro con gli occhi aperti e os-
serva con attenzione le varie stanze). Ecco cosa potresti notare:

112
3 - Agente segreto freelance

1. Ingresso:

una piccola panca

una credenza con tre comparti

un attaccapanni

2. Soggiorno:

una mensola ad angolo

due scaffali

un sofà

una scrivania

un davanzale

una credenza

un dipinto appeso a un chiodo

3. Corridoio

4. Cucina:

una ciotola per gatti sul pavimento

un tavolo

un piccolo sofà

eccetera

Quindi, anche in un appartamento piccolo è facile trovare venti o trenta posti


in cui collocare gli oggetti mentali. Ovviamente ogni casa è diversa, ma ciò che
conta è che tu la conosca bene.

113
3 - Agente segreto freelance

Ecco un elenco di parole che forse riconoscerai:

fuochi d’artificio

arancia

auto

orologio

sofà

dipinto

algebra

dottore

rivista

staff

grattacielo

meteorite

115
<TITOLO VOLUME>

Ed ecco come puoi ricordarle.

Entri nell’appartamento e vedi dei fuochi d’artificio: ci sono girandole fiam-


meggianti fissate alla panca in corridoio. Fischiano e girano, spargendo scintil-
le ovunque. Il corridoio è pieno di fumo e c’è un forte odore di polvere da sparo.
Nel primo comparto della credenza c’è una bella arancia succosa. È così gran-
de che hai dovuto infilarcela a forza e la buccia si è lacerata, il succo profumato
e appiccicoso è gocciolato nel secondo comparto, dove puoi vedere una piccola
auto. Il liquido acido dell’arancia sta colando proprio sull’auto, che mostra già
qualche macchia di ruggine rossastra. Nel terzo comparto della credenza c’è un
grande orologio ticchettante: misura il tempo che manca all’auto che sta arrug-
ginendo per finire i suoi giorni. Vicino alla credenza a un attaccapanni è appe-
so un comodo sofà portatile di velluto verde. Averne uno è una gran bella cosa:
hai sempre un posto per sederti quando sei stanco. Ma dove puoi lasciarlo quan-
do rientri a casa? Sull’appendiabiti, ovviamente!

Entri in soggiorno. C’è una mensola ad angolo proprio vicino alla porta. Vor-
resti vedere se c’è qualcosa sopra, ma non ci riesci perché è completamente co-
perta da un grande e vistoso dipinto, messo là senza nessun motivo particolare.
Vuoi vedere la mensola, ma il dipinto è fissato saldamente. Sul primo scaffale c’è
un problema di algebra, o meglio, un grafico interattivo del problema. Il dotto-
re in matematica, seduto sul secondo scaffale, quello adiacente, ne è molto feli-
ce, perché sognava da tempo di studiare quello funzione. È entusiasta. Non ab-
bandonerà quel problema e rimarrà sullo scaffale per un bel po’. Sul sofà c’è una
rivista, messa lì dal dottore; è grande e pesante. Ed è chiaro perché è abbando-
nata sul sofà: non c’è nessun altro posto disponibile. Il suo peso schiaccia i cu-
scini del sofà. Ma come ha fatto il dottore a portarla là dentro? Lo staff della
rivista è seduto sulla scrivania. Non c’è abbastanza spazio e stanno tutti stretti
stretti, dal direttore al fattorino, che è aggrappato al bordo della scrivania, dove
è stato spinto dai giornalisti che discutono animatamente di qualcosa. Sul da-
vanzale vicino alla scrivania c’è un modellino del grattacielo in cui lo staff del-
la rivista sogna di trasferirsi. Tuttavia, la sua forma è talmente bizzarra che nes-
suno riuscirà mai a costruirlo. Sembra che i giornalisti siano destinati a vagare
nelle stanze altrui. Noti qualcosa di curioso sull’angolo della credenza. È un me-
teorite, la cui superficie è fusa, frastagliata, rossastra per via della ruggine; sem-
bra quasi un edificio di Gaudí. Probabilmente è caduto da poco, perché è anco-
ra caldo ed emana odore di ferro rovente. In realtà è l’unica cosa interessante di
questo appartamento. È stato portato lì da poco e tu te ne stai davanti alla cre-
denza a esaminare la tua scoperta.

116
3 - Agente segreto freelance

È un quadretto assurdo, bizzarro e persino ridicolo, ma è proprio per questo che


funziona: è più facile ricordarlo. La cosa fondamentale è collocare gli oggetti da
ricordare in luoghi che conosci bene e che ricordi facilmente. Presta attenzione
ai tre principi della mnemonica della storia.

1. Associatività: gli oggetti sono collegati con posti che conosci bene e talvol-
ta sono in relazione tra loro.

2. Immagini: tutte le parole sono trasformate in immagini vivide. Si muovono,


fanno rumore, hanno un peso, un colore, un gusto, un odore e una struttura.

3. Emozioni: hai paura di bruciarti con i fuochi d’artificio; vorresti bere il succo
d’arancia, ma una smorfia si disegna sul tuo viso quando immagini il gusto
aspro e come si appiccica sulle pareti della credenza; provi pietà per la pove-
ra auto arrugginita; sei sorpreso perché un tizio si porta sempre appresso un
sofà; sei curioso di vedere cosa c’è dietro il dipinto; ti preoccupi per il dotto-
re, che si è dovuto trascinare dietro quella pesantissima rivista.

117
<TITOLO VOLUME>

Usare la tecnica dei loci

Per impiegarla, devi avere la massima familiarità con un certo luogo. Devi saperti
muovere in quello spazio con facilità, spostandoti mentalmente tra le varie stan-
ze, ricordando cosa viene dopo con chiarezza. Tanto per esser chiari, non è suf-
ficiente ricordarsi che dietro la porta c’è un guardaroba. Devi visualizzarne ogni
dettaglio: la forma, il colore, la sensazione al tatto, il cigolio della porta, l’odore
che emana dall’interno. È meglio scegliere loci diversi tra loro. Due librerie vici-
ne (l’una di fronte all’altra o l’una di fianco all’altra) possono causare un’interfe-
renza di memoria e spingerti a confondere gli oggetti lì collocati.

Per praticare la tecnica dei loci è opportuno scegliere luoghi reali, in particolare
quelli che puoi visitare fisicamente. Una volta acquisito il metodo, potrai met-
terti alla prova cercando di usare mondi completamente inventati. Rendili dav-
vero indimenticabili, arricchendoli di una moltitudine di dettagli. Torna spesso
a ripercorrerli e ti saranno molto utili.

Esercizio

Per far pratica della tecnica dei loci scegli tre luoghi di-
versi. Ispezionali mentalmente, immaginando ogni angolo, ogni
oggetto contenuto. Tutto ciò che vedi deve avere una forma, una
dimensione, un colore, un peso, una struttura e un odore spe-
cifici. E poi utilizzalo: prova a spostare il mobilio immagina-
rio, tamburella sul tavolo, apri una porta e tasta il bracciolo
della poltrona.

Dopo esserti servito di luoghi realmente esistenti, prova a


crearne uno servendoti soltanto della tua immaginazione.

118
3 - Agente segreto freelance

La memoria del corpo

Per ricordare brevi elenchi, puoi anche servirti delle parti del corpo. Supponi di
preparare un discorso da tenere in pubblico e di doverne ricordare lo schema.
Colloca l’immagine del contenuto della prima parte sui tuoi piedi e legala alle
scarpe. Collega la seconda parte al ginocchio e la terza all’anca.

Come minimo, puoi disporre sul corpo almeno dieci parole, in questi punti:

1. piedi

2. ginocchia

3. stinchi

4. anche

5. vita

6. pancia

7. petto

8. spalle

9. gola

10. testa

Questa tecnica di memorizzazione ti aiuterà a non perdere il filo del discorso


quando farai il tuo intervento di fronte a colleghi ed estranei.

119
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Lista di parole. Tecnica dei loci (Livello 1)

Acquista padronanza della tecnica dei loci servendoti di questo semplice eserci-
zio. Nel momento in cui devi memorizzare una lista, colloca mentalmente i con-
cetti in un luogo familiare. Prova a servirti del corpo come spazio mnemonico.

Note

120
Mosca, 28 aprile 1955

Al fine di accelerare l’indagine sui documenti dell’RSHA


scomparsi, ho chiesto di promuovere l’agente Simonides,
consentendogli di comunicare con gli agenti reclutati
Archeologo, Michael e Rostovets.
Ho inoltre proposto di affidare a Simonides
l’organizzazione della trappola per identificare la rete
di intelligence interessata agli sviluppi dei progetti
psicologici.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Lista di parole. Metodo dei loci (Livello 2)

Acquista padronanza della capacità di memorizzare le parole servendoti della


tecnica dei loci. Questa volta immagina lo spazio della tua stanza o del tuo ap-
partamento.

Note

122
30 aprile 1955

Ieri ho incontrato il mio addestratore. Mi ha comunicato


che sono stato promosso. Ora sono un agente operativo
dell’intelligence, sebbene autonomo. Ciò significa che non
solo sono tenuto a raccogliere informazioni, ma posso
anche partecipare alle operazioni. Significa anche che
devo fare molta più attenzione.

Aprile è stato un mese pieno di novità: più


addestramento; rottura con Z; le mie prime reclute;
l’interrogatorio e la morte di Kovalev; infine la
promozione. Quasi non ricordo più la mia vita
precedente, quando passavo intere giornate nell’ufficio
del preside. Ora il mio quotidiano è pieno di eventi
significativi.
<TITOLO VOLUME>

Tecnica della storia e tecnica dei loci

Conosci già due metodi per memorizzare liste di parole: la tecnica della storia
e quella dei loci. Queste due procedure hanno molto in comune, e soprattutto
soddisfano entrambe i tre principi della mnemonica: associatività, immagini ed
emozioni. Tuttavia ci sono alcune differenze: nella tecnica della storia le asso-
ciazioni vengono costruite passando da un oggetto a un altro; nella tecnica dei
loci i collegamenti sono costruiti in base alla collocazione di un certo oggetto in
un ambiente immaginario.

È meglio acquistare padronanza di entrambi i metodi. Puoi sceglierne uno solo,


oppure decidere di usare l’uno o l’altro a seconda del compito. Sta a te decidere.
Ogni metodo ha i suoi vantaggi e svantaggi.

Uno dei vantaggi più importanti della tecnica dei loci è che non ti costringe a
ricordare tutta la storia per ritrovare uno degli oggetti memorizzati. Per esem-
pio, se cerchi il quinto oggetto della lista precedente, l’immaginazione va subito
all’attaccapanni, dove vedi appeso il sofà.

I limiti sono ovvi. Innanzitutto, per ricordare un elenco lungo bisogna imma-
ginare uno spazio grande. E poi bisogna trovare molti luoghi familiari, per non
confondere liste diverse. È uno degli ostacoli principali. Eppure, molte persone
preferiscono la tecnica dei loci a quella della storia.

Dobbiamo specificare infatti che lo stesso spazio può essere riutilizzato più volte.
Quando una lista memorizzata non serve più, puoi muoverti mentalmente nel-
lo spazio immaginario e svuotarlo delle immagini. Ispezionalo per bene e assi-
curati che non ci sia più nulla. Adesso puoi servirtene di nuovo.

Allena la mente – Dettato. Tecnica dei loci (Livello 2)

Prendi un libro, sfoglialo e scegli un sostantivo in alto a sinistra per ogni pagina
memorizzandoli tutti con la tecnica dei loci. Questo metodo è spesso più prati-
co ed efficace di quello della storia.

124
3 - Agente segreto freelance

Esercizio

Ricorda elenchi di parole servendoti delle due diverse tecniche


che hai imparato. Cerca di capire quale è quella più efficace
per te.

Lista 1:

caffè

mare

schermo

porta

gru

cavallo

tuono

tordo

fine

mito

Lista 2:

frigorifero

interpolazione

suffisso

pastoia

sorpresa

navigazione

simmetria

ruota panoramica

luminescenza

creatività

125
RAPPORTO DELL’AGENTE

------------------------------------------
Rif.: caso #283
30 aprile 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
------------------------------------------

Sui contatti di Poeta

Le indagini sugli amici di Kovalev e sulle sue relazioni


con residenti stranieri hanno rivelato che:

Il soggetto conosceva bene François Legly, figlio di Jean


Legly, consulente per gli affari culturali dell’ambasciata
francese in Unione Sovietica.

Inoltre, si è scoperto che ha conosciuto uno straniero


appassionato d’arte (il cui nome è ancora ignoto)
frequentando il museo dell’Hermitage di Leningrado. I due si
sono incontrati più volte.

Nella stanza del soggetto sono stati reperiti alcuni libri


in lingua spagnola sull’arte italiana, opere che non sono
mai state distribuite nell’Unione Sovietica.

#215
1 maggio 1955

In questo momento stiamo indagando su due stranieri,


padre e figlio di origine francese. È sorprendente notare
quanto siano diversi dai sovietici nelle abitudini e nel
comportamento. Mi riferisco soprattutto al padre, che,
peraltro, potrebbe avere l’atteggiamento tipico dei
diplomatici: raffinatezza e sicurezza di sé, dati forse dal
privilegio della posizione. Mi chiedo come sarebbe se li
beccassi in flagrante in un atto di spionaggio. Ho sentito
che i diplomatici non vengono processati, ma soltanto
espulsi. I residenti hanno di che preoccuparsi, invece:
possono dire addio alla patria se il KGB li scopre.
<TITOLO VOLUME>

Mettiti alla prova

Scrivi i nomi in codice dei tre agenti reclutati da


Simonides per aiutarlo nella missione di ricerca
dei documenti scomparsi.

Allena la mente – Lista di parole (Livello 3)

Ora che hai acquisito la tecnica della storia e quella dei loci, continua ad allenar-
ti memorizzando elenchi sempre più lunghi, riducendo il tempo necessario per
ogni sessione. Alterna le tecniche ogni tre o quattro liste.

128
Mosca, 3 maggio 1955

Indagine su François Legly

caso #283

François Legly, figlio di Jean Legly, n. 1933 e consulente


per gli affari culturali dell’ambasciata francese in
Unione Sovietica. Risiede nel perimetro dell’ambasciata
francese a Mosca. Non gode di immunità diplomatica.

Esistono informazioni sul collegamento tra il consulente


degli affari culturali e i servizi di intelligence
francesi. È possibile che, sotto la copertura di
diplomatico costui sia il capo delle spie residenti a
Mosca e, come in casi simili già registrati, si serva
di un familiare per rimanere in contatto con gli agenti
stranieri. Di conseguenza, François Legly è stato posto
sotto sorveglianza (nome in codice da ora Dandy).

François Legly ha un’ampia cerchia di amici. Secondo i


rapporti degli agenti della Settima Divisione ci sono
prove relative agli incontri tra Kovalev e Legly in
piazza Dzerzhinski e in via Kirov, nonché di alcune
loro passeggiate per Mosca, nel corso delle quali si
sono scambiati sacchetti e fagotti voluminosi. I loro
incontri non sono sembrati misteriosi. Non hanno cercato
di sfuggire all’osservazione degli agenti, né è stata
rilevata alcuna operazione di controsorveglianza.

Per evitare conflitti con l’ambasciata francese, non è


stata intrapresa nessuna azione nei confronti delle
persone legate a François Legly.

Maggiore I.O. Miloslavsky, direttore


operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Dettato di parole (Livello 3)

Alterna la tecnica della storia e la tecnica dei loci per memorizzare elenchi di pa-
role. Cerca di dedicare soltanto tre secondi a ogni parola.

10 maggio 1955

Il caso dei documenti scomparsi sembra finito in un


vicolo cieco. Almeno per quel che mi riguarda.
Kovalev è morto, e probabilmente anche Bernstein.
Penso proprio che i francesi non abbiano alcun interesse
a indagare sugli psicopatici nazisti.
Sebbene mi renda ben conto che non tutti i casi
vengono risolti, davvero non vorrei che la mia prima
missione fosse un fallimento.

Cerco di farmi coraggio!


3 - Agente segreto freelance

Cifre e numeri

Molti hanno difficoltà a ricordare i numeri. Forse perché i numeri sono informa-
zioni astratte, meno tangibili e meno reali delle parole e dei nomi. Per rendere i
numeri più specifici, e quindi più facili da ricordare, puoi codificarli in immagi-
ni. Per cominciare, impara a rappresentare i numeri a una sola cifra, e in segui-
to crea immagini anche per quelli a due o tre cifre. Per memorizzare i numeri,
di solito i sistemi degli altri funzionano poco, per cui, quando sarai un esperto
in mnemonica, potrai crearti il tuo personale.

I numeri possono essere codificati in modi diversi. Un’opzione può essere quella
di servirsi della somiglianza con certe immagini o oggetti. Per esempio:

0 – una palla, un cappello, un anello

1 – una candela, una lancia, una piuma

2 – un cigno, una lumaca, una lampada da tavolo

3 – un baffo, una nuvola, un cammello (girato di lato)

4 – una sedia, una barca a vela, una banderuola

5 – un gancio, un mestolo, una palma

6 – u
na proboscide arrotolata, una carriola con la ruota, un
cocomero con un picciolo

7 – una maniglia, una lampada, una mazza da golf

8 – un paio di occhiali, una clessidra, una bicicletta

9 – u
n palloncino con uno spago, un monocolo con la catenella,
un lecca-lecca

131
<TITOLO VOLUME>

Un’altra possibilità consiste nel codificare le cifre servendosi della rima o di suo-
ni simili:

0 – Alighiero, alberghiero, destriero

1 – Nettuno, autoraduno, tribuno

2 – bue, idee, ambedue

3 – bebè, caffè, narghilè

4 – mastro, plettro, scettro

5 – pingue, lingue, ovunque

6 – Achei, cammei, europei

7 – bollette, manette, graffette

8 – acquedotto, bambolotto, cruscotto

9 – Giove, piove, prove

Si possono codificare le cifre anche servendosi di personaggi cinematografi-


ci o film:

0 – Zorro

1 – La carica dei 101

2 – Stanlio e Ollio

3 – I tre moschettieri

4 – I quattro cavalieri dell’Apocalisse

5 – Capitan Planet e i Planeteers

6 – L’uomo da sei milioni di dollari

7 – I sette nani

8 – O
tto e mezzo

9 – La compagnia dell’anello

132
3 - Agente segreto freelance

Puoi usare un sistema esistente o idearne uno più adatto alle tue esigenze. L’im-
portante è che le immagini siano dettagliate, facili da visualizzare e chiare. Inol-
tre, è meglio se non si somiglino l’una con l’altra, altrimenti potrebbero esser-
ci interferenze.

Per ricordare una sequenza di numeri, devi immaginare una storia, codificando
ogni cifra con un’immagine. Ipotizziamo di dover ricordare il nostro numero di
telefono: 120 15 80. Ecco una possibile storia: una piuma (1) volteggia nel ven-
to. Si è staccata da un cigno bianco (2), che vola con un cappello nero (0). Con
una zampa regge una candela accesa (1), proteggendola dall’aria con un mesto-
lo (5). Una clessidra (8) è attaccata al manico del mestolo e misura il tempo che
impiega il cigno per tracciare un cerchio in volo (0).

Ecco un altro esempio. Supponi di dover ricordare il PIN del bancomat: 4837.
Potresti immaginare questa storia: una barca a vela (4) naviga nel mare. Il mare
è piatto e quindi i marinai hanno attaccato delle biciclette (8) alla nave e peda-
lano come matti per avanzare più rapidamente. Ma ecco che nel cielo passa una
nuvola (3) con una maniglia (7). I marinai non hanno più bisogno di pedalare:
devono solo afferrare la maniglia e farsi trainare.

Questa tecnica si basa sul principio universale della mnemonica: le cifre astrat-
te vengono codificate in immagini, che fanno parte di una storia; dal canto suo,
l’assurdità stessa della storia la rende facile da ricordare.

Memorizzare i numeri è un po’ più difficile del ricordare le parole, ma è comunque


possibile. Gli appassionati di mnemonica fanno a gara per stabilire il record con
il Pi greco. Il record attuale sul Guinness dei primati è ben oltre le 60.000 cifre.

Esercizio

Ricorda tutte le cifre della tua quotidianità: i PIN delle car-


te di debito e di credito, il numero dei documenti, i numeri
di telefono di familiari e amici, le loro date di nascita ecc.

133
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Com’è noto, le password più sicure contengono lettere, numeri


e caratteri speciali. Crea e memorizza password complesse per
proteggere i tuoi dati. Codifica le lettere con parole, la cui
iniziale richiama la lettera da memorizzare. Ricorda i carat-
teri speciali associandoli a oggetti che gli somigliano: la @ è
una chiocciolina, un cane con la coda lunga o un gatto accocco-
lato; # è una finestra con le sbarre; $ un dollaro, una moneta
o una banconota; % è un viso (gli occhi con un naso lungo in
mezzo); ˆ è una casa, un tetto ecc.

Supponiamo che la tua password sia r45ˆtlm. La storia per ri-


cordarla potrebbe essere: un ratto (r) trascina una barca a
vela (4) che al posto del timone ha un mestolo (5). L’imbar-
cazione ha un tettuccio (ˆ) fatto di tegole (t) su cui c’è un
leone (l), intento a contendersi del cibo con un macaco (m).

Se ricorri spesso a queste storielle, riuscirai a memorizzare


ciò che ti serve, in fretta e senza particolari sforzi.

134
15 maggio 1955

A volte il nostro addestramento è più divertente del circo!


Riusciamo a chiacchierare per ore con una persona
senza rivelare nulla sul nostro conto. Riusciamo a far
sì che l’individuo più riservato del mondo si apra e ci
racconti ciò di cui abbiamo bisogno; e sappiamo leggere
tra le righe. Siamo in grado di confondere completamente
l’interlocutore, oppure di dirigere la sua attenzione su un
punto specifico. Ecco uno dei nostri compiti: passare tutto
il giorno in giro per la città prendendo diversi taxi, e alla
sera stilare un rapporto sugli autisti, ricordando il loro
nome e cognome, dove sono nati, dove vivono, se hanno
famiglia, l’età dei figli e se amano o no il loro lavoro. La
chiave sta nel trovare l’argomento preferito dell’altro: a
quel punto ce l’hai in mano. È più difficile troncare queste
conversazioni che iniziarle!

Ma l’ipnosi... be’, è tutto un altro paio di maniche. Oggi a


scuola hanno fatto una dimostrazione. K, uno degli studenti,
è stato ipnotizzato e interrogato. Abbiamo imparato un
sacco di cose interessanti su di lui, e su di noi, sebbene
noi studenti a malapena parliamo di qualcosa al di fuori
dell’addestramento. Mi chiedo se si ricorderà di quello che
ha detto. Ho sentito dire che alcuni ci riescono.

Non abbiamo visto l’ipnotizzatore, perché la sua identità è


segreta. Ne abbiamo solo sentito la voce (chissà se K lo ha
visto!). Tuttavia le sue parole mi hanno davvero colpito, e
da quanto ho potuto notare hanno fatto colpo anche sugli
altri. Affascinante, e anche spaventoso! Non vorrei subire
un interrogatorio del genere.
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Mappe (Livello 1)

Osserva una mappa su un libro o su internet. Crea un semplice tragitto, pren-


dendo nota del nome delle strade. Metti da parte la mappa e dopo un paio di mi-
nuti trascrivi le indicazioni del percorso che hai creato. Riportalo alla memoria
e seleziona le vie corrette sulla mappa. Immaginati mentre cammini per quelle
strade. Cosa vedi alla tua destra e alla tua sinistra? Dove devi svoltare?

136
Mosca, 16 maggio 1955

RESOCONTO DELLA SORVEGLIANZA


DEL SOGGETTO DANDY

Il 5 maggio il soggetto si è incontrato con uno studente


dell’Università di Mosca, un certo E.F. Privalov (n. 1935),
e due giorni dopo ha incontrato gli allievi dell’Istituto
di fisica e tecnologia M.R. Grigoriev (n. 1935) e V.L.
Lukin (n. 1935), insieme allo studente dell’IISS (Istituto
Internazionale per gli Studi Strategici) A.A. Fomin.
Gli incontri hanno avuto luogo sulle panchine del Parco
Gorkij, nel Giardino Neskuchny e nel Parco della Rivolta.
In tutti questi casi Dandy ha consegnato pacchi e fagotti
voluminosi.

Un’ulteriore sorveglianza sulle persone che si sono


incontrate con Dandy ha permesso di accertarsi del loro
rientro a domicilio. Non è stata notata nessuna attività di
controsorveglianza, né ci sono stati tentativi di sfuggire
al controllo.

Il personale della Settima Divisione ha interrogato le


persone che hanno incontrato Dandy. Non hanno collaborato,
e si sono limitate a dire che hanno visto Dandy una volta
sola, senza aver ricevuto nulla da lui. Di conseguenza lo
scopo di quegli incontri non è stato determinato.

Considero appropriato continuare la sorveglianza del


soggetto.

Capitano M.V. Kozmin,


direttore operativo
del Settimo Direttorato Principale

#102a
Mosca, 16 maggio 1955

Risultati dell’indagine
su S.Y. Bernstein
(caso #283)

L’indagine su S.Y. Bernstein (n. 1897), scomparso


nel febbraio 1955, non ha dato nessun risultato. Sono
stati sentiti gli amici e i parenti del soggetto.
Poiché è possibile che Bernstein stia usando documenti
falsi, è stata aperta un’indagine su chiunque sia
stato registrato a Mosca e Leningrado nel periodo
compreso da febbraio a oggi. Per ora non è stato
individuato nessuno che corrisponda alla descrizione
di Bernstein.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 17 maggio 1955

Sull’arresto del cittadino straniero


François Legly
(caso #283)

I rapporti della sorveglianza condotta dagli agenti


del Settimo Direttorato hanno confermato i sospetti, e
cioè che un cittadino francese, François Legly, sia un
corriere per le comunicazioni tra l’ambasciata francese
e i suoi agenti segreti. È stato deciso di arrestare
François Legly durante il trasferimento di istruzioni o
di attrezzature a un probabile agente.

Il 17 maggio alle ore 18.30, François Legly lascia il


perimetro dell’ambasciata e si reca al Giardino Neskuchny
con un pacco avvolto in carta da giornale. Alle 19.05
si siede su una panchina vicino all’ingresso del parco,
su cui già è seduto V.L. Lukin (n. 1935), studente
del secondo anno dell’Istituto di fisica e tecnologia.
Sono stati entrambi fermati dagli agenti del Secondo
Direttorato Principale, nell’atto di scambiarsi il pacco.

All’interno del pacco ci sono dischi francesi. Lukin


dichiara di acquistare dischi jazz da François Legly.
Si tratta di materiale non in vendita a Mosca. Lukin ha
pagato a Legly dai venti ai cinquanta rubli per disco.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 18 maggio 1955

Indagine sui documenti mancanti


contenenti informazioni secretate
(da archiviare con il caso #283)

Il Ministro degli Esteri francese ha inviato una nota


di protesta al nostro Ministero degli Esteri dopo
l’arresto di un cittadino francese, François Legly,
avvenuto il 17 maggio 1955.

Ho inserito una nota di demerito sul profilo di


tutti i membri del gruppo che indaga sui documenti
dell’RSHA scomparsi, nonché su quello del direttore
operativo del Secondo Direttorato Principale,
Maggiore I.O. Miloslavsky, per gli errori compiuti
e la scarsa attenzione prestata nel corso di
quest’operazione.

Colonnello V.I. Rukin,


vicecapo del Secondo
Direttorato Principale
3 - Agente segreto freelance

Allena la mente – Lettere pari 6x5

Scegli quindici coppie di lettere e sistemale in sei righe da cinque. Girane due
alla volta, cercando le coppie di lettere. Fai del tuo meglio per non girare la stes-
sa lettera due volte. Fidati della tua memoria.

Note

141
<TITOLO VOLUME>

Memoria e identificazione

L’unico modo per essere certi di aver registrato in memoria un’informazione


consiste nel riprodurla senza alcun aiuto o suggerimento, e poi confrontarla con
il materiale originario. Non basta credere di ricordare, non è sufficiente ram-
mentare qualcosa della storia di un’altra persona o di un testo, ma bisogna saper
scrivere tutto e confrontarlo con l’originale. Questa regola viene rispettata rigi-
damente nei servizi di intelligence quando un agente deve imparare qualcosa,
come un’istruzione importante o una storia di copertura. Si controlla che il sog-
getto sia in grado di ricordare ogni particolare.

Perché è così importante? Di sicuro ti sarà capitato di trovarti in una situazio-


ne – come il giorno prima di un esame – in cui eri certo di sapere tutto e di po-
terlo esporre con sicurezza, ma poi nel momento opportuno non ci sei riusci-
to. In realtà, la capacità di riconoscere le informazioni e la sensazione soggettiva
di averle memorizzate sopraggiungono molto più presto della memorizzazione
vera e propria. Saper riconoscere i contenuti di un libro non per forza significa
che li ricorderai quando sarà necessario.

Stai dando istruzioni a un agente? Chiedigli di ripeterle. Se si tratta di una se-


quenza di azioni, deve essere in grado di ripeterle dalla prima all’ultima e poi
in ordine inverso. Stai preparando un esame? Ripeti quello che hai imparato e
scrivilo. La sensazione di ricordare e di riconoscere non è sufficiente. E non di-
menticare una delle leggi della memoria: la riproduzione parziale non fa che
peggiorare le informazioni memorizzate, quindi è molto meglio ricordare tutto.

142
3 - Agente segreto freelance

Memoria professionale

Ti sarà forse capitato di notare che gli appassionati di calcio ricordano una gran-
de mole di informazioni. Prima di una partita importante, il tifoso scommette
sul risultato e le sue previsioni risultano spesso fondate. Ricorda i risultati degli
incontri passati in condizioni simili, i dati statistici dei giocatori chiave, i mar-
catori decisivi, gli errori dell’arbitro ecc. Il giorno dopo la partita il tifoso sfega-
tato può parlarne per ore, discutendo ogni dettaglio, ogni azione.

I tifosi non sono gli unici dotati di grande memoria. La stessa cosa accade per i
collezionisti, gli appassionati di cinema e gli scienziati. Tutti ricordano un sacco
di fatti, date, numeri, caratteristiche, situazioni e descrizioni. Eppure, i veri ap-
passionati di rado memorizzano queste informazioni intenzionalmente: le ap-
prendono senza alcuno sforzo.

Oltre all’alto livello motivazionale, il fenomeno può essere spiegato da una va-
sta rete di associazioni. Ogni nuovo evento, fatto o numero viene associato con
un’informazione già acquisita: quel centometrista ha migliorato il suo record di
un tot di millesimi di secondo, quella squadra ha vinto per la prima volta nella
stagione ecc. Il cervello ricorda facilmente le cose a cui è già abituato, soprattutto
se sono significative e suscitano emozioni forti. È proprio per questo motivo che
i tifosi più esperti riescono a prevedere con accuratezza i risultati delle partite,
sebbene essi stessi non sappiano spiegare come siano arrivati a quel pronostico.

Ovviamente, gli agenti segreti dispongono di una memoria fenomenale e sono


capaci di intuizioni perspicaci. Perché il lavoro di intelligence non è solo un
mestiere, ma anche uno stile di vita, e spesso una questione di vita o di morte.

143
<TITOLO VOLUME>

Mettiti alla prova

Chi era responsabile di organizzare la messinscena


per identificare la rete di agenti stranieri
interessata ad accedere agli sviluppi psicologici
dell’ RSHA ?

A) 
I l maggiore Miloslavsky

B) L’agente Michael

C) L’agente Simonides

D) 
I l colonnello Rukin

144
4
AGENTE DI
COLLEGAMENTO
<TITOLO VOLUME>

Ci sono operazioni che richiedono la presenza diretta di uno scout, ovvero un’a-
vanguardia in territorio straniero. Per assolvere alle sue funzioni, questo agente
deve avere non solo conoscenze specifiche ma anche i necessari contatti.

Ne consegue che spesso gli agenti di collegamento lasciano sul campo conoscen-
ze, contatti e soprattutto informazioni di copertura per altri agenti operativi. Il
lavoro di un agente di collegamento all’estero è pericoloso, ma non solo: lavo-
rare sotto la sorveglianza dei servizi segreti nemici richiede abilità particolari.

146
Mosca, 19 maggio 1955

Sui contatti di Kovalev


(da archiviare con il caso #283)

Con il sostegno del Ministero degli Esteri dell’Unione


Sovietica, si è svolta una riunione informale con Jean
Legly (padre di François Legly), consulente per gli affari
culturali dell’ambasciata francese in Unione Sovietica.
Si sono presentate privatamente le nostre scuse al sig.
Legly, spiegandogli le ragioni dell’arresto del figlio.

Nel corso del colloquio, si è stabilito un rapporto


personale con Jean Legly in base a una chiacchierata sui
figli della stessa età e sul loro comportamento. Legly si
è dimostrato comprensivo sulle ragioni dell’accaduto e ha
ammesso che il modo di agire di François è stato tale da
sollevare i sospetti legittimi degli apparati di sicurezza
dello Stato sovietico. Ha anche ammesso di essere
insoddisfatto della condotta del figlio in Unione Sovietica
e ha comunicato la propria intenzione di rimandarlo in
Francia.

Quando ha appreso che l’arresto del figlio era collegato


alla morte di Kovalev, Legly ha commentato: «Non avrebbe
dovuto frequentare quel pazzo argentino».

Ha aggiunto che, secondo il figlio, a volte Kovalev


frequentava un certo signor Alvarez, un tipo strano, uno
storico dell’arte sudamericano che si trovava spesso in
Unione Sovietica. Legly aveva espresso preoccupazione e
sosteneva che Alvarez potesse essere implicato in qualcosa
di illegale, e aveva consigliato al figlio di stare alla
larga sia da Alvarez sia da Kovalev.

Colonnello V.I. Rukin,


vicecapo del Secondo
Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Presentazioni e discorsi

Non c’è nulla di più deprimente di un oratore che legge il suo discorso anziché
esporlo a memoria. Non si può certo giustificare tale mancanza di riguardo ver-
so il pubblico sostenendo che salire su un palco è stressante. La paura di parla-
re in pubblico è una delle fobie più diffuse. Nella storia dell’umanità, gli oratori
sono stati tra i primi a servirsi di tecniche mnemoniche. Se non ha bisogno di
leggere le frasi su un foglio, l’oratore può dimostrarsi più fiducioso e gestire me-
glio lo stress cui è sottoposto.

Per conseguire una buona performance, non c’è bisogno di memorizzare l’intero
discorso parola per parola. È sufficiente ricordare i punti principali e il modo in
cui sono collegati tra di loro. Così non si perderà il filo e ci sarà spazio per l’im-
provvisazione e per una comunicazione vivace con il pubblico.

1. Dividi il tuo discorso in unità semantiche. Non serve ridurlo ai minimi ter-
mini: per una breve presentazione basta disporre di 5-10 unità.

2. Sintetizza le tesi (il concetto principale di ogni blocco) in frasi di tre o quat-
tro parole.

3. Codifica ogni tesi con una singola parola chiave che la definisca chiaramente.

4. Ricorda la lista di parole chiave utilizzando la tecnica dei loci o quella della
storia. Per esempio puoi servirti del corpo come spazio mnemonico.

5. Ripeti la presentazione. Riformula o scrivi le varie tesi, e ricorda le parole chia-


ve a memoria. Elencale dalla prima all’ultima e poi al contrario.

Gli attori teatrali memorizzano testi molto lunghi, parola per parola, e la loro
esperienza può esserci molto utile. Per preparare uno spettacolo, l’interprete non
comincia imparando le battute a memoria, ma comprendendo lo stato d’animo
del suo personaggio e come esso cambi con lo svilupparsi della trama. Quando
ha raggiunto l’essenza del personaggio, il testo diventa chiaro e logico, e lo ricor-
derà meglio e più rapidamente.

148
4 - Agente di collegamento

Pensa alle emozioni che vuoi suscitare nel pubblico per ogni punto del discor-
so. Vivi quelle emozioni e trasformale in parole.

Esercizio

Leggi un breve articolo. Dividilo in unità semantiche. Su tale


base, elenca i concetti principali delle varie sezioni. Indi-
vidua le parole chiave e memorizzale. Prova a raccontare da
capo l’articolo e poi confronta la tua esposizione con il testo
originale.

Ripeti l’esercizio con articoli che trattano argomenti diver-


si. Questo non serve solo a sviluppare la memoria, ma anche a
imparare a cogliere, elaborare e riassumere le informazioni. La
capacità di presentare le parti più importanti di molte infor-
mazioni, condensandole in un breve rapporto, è di importanza
capitale per un agente dell’intelligence.

149
<TITOLO VOLUME>

Memorizzazione e struttura

Per ricordare una grande quantità di informazioni, c’è bisogno di organizzazio-


ne. Uno dei metodi più efficaci consiste nel classificare i dati, utilizzando una
struttura ad albero.

Per esempio, immaginiamo che tu debba ricordare gli oggetti presenti sulla tua
scrivania, magari per assicurarti che nessuno abbia curiosato nel tuo ufficio in
tua assenza. Ecco una lista degli oggetti che potrebbero trovarsi sulla scrivania:

- un computer portatile

- una penna stilografica

- un taccuino (con un segnalibro alla quindicesima pagina)

- diversi fogli bianchi

- un temperamatite

- un rilevatore di cimici e microspie

- l’ultimo numero della tua rivista preferita

- un disco rigido esterno

- una foto incorniciata

- una scheda di memoria

- una statuetta di Budda

- una matita

- un libro di psicologia delle emozioni

- un caricabatterie per cellulare

150
4 - Agente di collegamento

Ricordare questo elenco nella sua forma originaria non è facile, ma gli oggetti si
possono classificare. Per esempio, potresti dividerli in congegni elettronici e al-
tro. La lista assumerebbe quindi questa forma:

1. Congegni elettronici

- un portatile

- un rilevatore di cimici e microspie

- un disco rigido esterno

- una scheda di memoria

- un caricabatterie per cellulare

2. Il resto

- una stilografica

- un taccuino (con un segnalibro alla quindicesima pagina)

- diversi fogli bianchi

- un temperamatite

- l’ultimo numero della tua rivista preferita

- una foto incorniciata

- una statuetta di Budda

- una matita

- un libro di psicologia delle emozioni

151
<TITOLO VOLUME>

Benché questa suddivisione semplifichi le cose, i gruppi sono ancora troppo


grandi. Puoi suddividerli in sottogruppi:

1. Congegni elettronici

A) 
Memorizzazione dati:

- un portatile

- un disco rigido esterno

- una scheda di memoria

B) Altri congegni:

- un rilevatore di cimici e microspie

- un caricabatterie per cellulare

2. Altro

A) 
Materiale per scrivere:

- una stilografica

- un taccuino (con un segnalibro alla quindicesima pagina)

- diversi fogli bianchi

- un temperamatite

- una matita

B) 
Libri e riviste:

- l’ultimo numero della tua rivista preferita

- un libro di psicologia delle emozioni

C) Decorazioni:

- una foto incorniciata

- una statuetta di Budda

152
4 - Agente di collegamento

Così facendo, disponi di un albero a due livelli di classificazione.

Costruire una struttura del genere richiede un po’ di tempo, ma la ricerca ha di-
mostrato che le informazioni ordinate sono dieci volte più facili da ricordare ri-
spetto a una lista semplice.

Quindi impara a dare un senso alle informazioni di cui disponi, costruisci dia-
grammi e tabelle, classificale e organizzale.

Mettiti alla prova

Nell’esercizio Cifre e numeri a p. 132, quale


film rappresentava il numero 9?

A) District 9

B) La compagnia dell’anello

C) 
A lla ricerca di Nemo

D) I Goonies

153
<TITOLO VOLUME>

Mappe mentali

Per creare una rappresentazione visiva della struttura dei dati, si può utilizza-
re il sistema delle mappe mentali, una tecnica sviluppata dallo psicologo inglese
Tony Buzan, che, fra l’altro, è il fondatore del Campionato mondiale della me-
moria, in cui i migliori mnemonisti del mondo si sfidano ricordando e riprodu-
cendo con precisione ogni tipo di informazione.

Le mappe mentali sono indispensabili quando si devono acquisire rapidamen-


te nuove conoscenze. Servono a collegare informazioni frammentate e a trovare
collegamenti tra fatti apparentemente indipendenti tra di loro.

Per costruire una mappa mentale, procedi come segue:

1. prendi un foglio bianco e disponilo orizzontalmente;

2. indica l’argomento principale della mappa al centro della pagina. Può essere
un’immagine, una parola o una frase, come preferisci. La cosa importante è
che tu riesca a comprenderlo e a ricordarlo;

3. espandi e precisa l’argomento principale. Traccia delle linee che partono a rag-
giera dal centro e raggiungono altre parole o immagini chiave.

Pensa al meccanismo di causa ed effetto. Cosa influisce sugli argomenti della


tua mappa? Dove potrebbe condurti? Quali pericoli rappresenta? Quali sono le
sue componenti? Ovviamente le domande dipenderanno dagli argomenti della
mappa, e potrebbero essere numerose. Non scoraggiarti. È possibile che, men-
tre sviluppi la mappa, alcune righe si uniscano mentre altre rimangano vuote.

4. Opera nello stesso modo con ogni linea, trattandola come un argomento se-
parato. Al termine di ognuna, traccia nuove derivazioni e collegale a nuove
parole o immagini chiave.

5. Continua a tracciare linee, dal centro alla periferia, finché non hai messo tut-
te le tue idee sulla mappa.

Affinché l’esercizio sia ancora più utile, segui queste raccomandazioni:

154
4 - Agente di collegamento

1. Anche se non sei bravo a disegnare, è meglio trasformare idee e parole in im-
magini: rimangono più impresse.

2. Se usi le parole, scrivine una per ogni concetto, altrimenti la mappa diven-
terà troppo grossa e confusa.

3. Assottiglia le linee e rimpicciolisci le immagini man mano che ti allontani dal


centro. Evidenzierai così una gerarchia e separerai le informazioni più impor-
tanti da quelle che lo sono meno.

4. Usa colori diversi.

5. Collega i concetti correlati con linee e frecce, o combinali in blocchi.

6. Cerca di non superare sette diramazioni per ogni concetto. Se hai bisogno di
tracciarne di più, aggiungi un altro livello gerarchico.

Una mappa completa somiglia a un neurone: una grande immagine al centro da


cui partono parecchie diramazioni. Alla pagina seguente trovi una mappa che
illustra i tre principi della mnemonica.

La mappa mentale ha il vantaggio di essere facilmente osservabile: tutte le infor-


mazioni sono presenti su un unico foglio. La struttura d’insieme e i collegamen-
ti fra le informazioni sono facilmente visibili. La mappa stessa corrisponde ai tre
principi della mnemonica: associatività (tutti i dati sono collegati); immagini (le
informazioni sono rappresentate visivamente) ed emozioni (colori, sfumature e
le caratteristiche della mappa riflettono la personalità dell’autore).

P.S.: Mantieni segreta la tua mappa. Non dimenticare di distruggerla dopo aver-
la memorizzata.

155
<TITOLO VOLUME>

156
4 - Agente di collegamento

157
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Servendoti di una mappa mentale, descrivi la giornata di ieri


e quella di oggi. Le dimensioni degli elementi della mappa ri-
fletteranno il tempo dedicato a ciascuno di essi, e il colore
indicherà l’importanza di una data attività.

Note

158
Mosca, 23 maggio 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Sono state mostrate le foto di Kovalev e José Alvarez


ai camerieri dei ristoranti che si trovano in un raggio
di venti minuti di auto dal Dipartimento di filosofia
dell’Università di Mosca. Entrambi sono stati riconosciuti
da E.P. Duzhkov, cameriere del ristorante Kolos che il
21 aprile, giorno della morte di Kovalev, era di turno.
I due si sono divisi una bottiglia di vino, ma solo il più
giovane ha mangiato. Lo straniero ha pagato il conto.

Duzhkov li ricorda bene entrambi: il più giovane sembrava


preoccupato, nervoso e non vedeva l’ora di andarsene. Lo
straniero cercava di calmarlo e di convincerlo a restare.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
2 luglio 1955
Buenos Aires

Non avrei mai pensato che la vita potesse portarmi tanto lontano
in così poco tempo.

Nell’ufficio del preside si sono infastiditi quando hanno saputo che


avrei partecipato a un convegno di psicologia.

Non ho mai scritto articoli così in fretta. Ma, a dirla tutta, gli
archivi del KGB sono una miniera d’oro per chi vuole studiare
la storia della psicologia. La mia relazione è stata approvata e le
pratiche sono state smaltite rapidamente. Ho ricevuto istruzioni
precise e ho avuto tutto il tempo di analizzarle con cura. Il
controspionaggio locale probabilmente ci terrà d’occhio, quindi
dovrò fare particolare attenzione.

Peccato che il periodo non sia dei migliori: qui in Argentina giugno
e luglio sono mesi freddi; ci saranno circa 11 gradi e le spiagge
sono deserte. Probabilmente fa più caldo a Mosca.

La diseguaglianza sociale è un male diffuso in Argentina. Per la


nostra stessa sicurezza ci hanno consigliato di stare alla larga
dai poveri, ma anche se non me l’avessero detto non mi sarei
avvicinato troppo.

Soltanto un paio di settimane fa c’è stata una mezza rivoluzione.


Cattolici, peronisti, sindacati e militari... Non conosco i particolari,
ma so che tutto si è concluso con il bombardamento del palazzo
presidenziale, da parte dell’Aeronautica argentina, il cui capo
si è unito ai ribelli. Il numero dei morti e dei feriti non è stato
comunicato, ma le conseguenze delle bombe sono lungo tutte le
strade ed è una vista davvero raccapricciante. Quando le persone
passano in certe zone, si fanno il segno della croce. Molti pregano,
si inginocchiano e piangono. In questo gli argentini sono molto
diversi dai credenti di Mosca, che si fanno il segno della croce di
nascosto, così nessuno li vede.

Come hanno potuto spedirci in questo Paese in un momento


simile? Non credo che Perón resterà in carica a lungo.

Lo spagnolo non è facile. Tutto quello che ho studiato è molto


diverso da come parlano qui. Per non dire della velocità e
dell’intonazione! All’inizio capivo solo metà di quello che mi
dicevano, ma adesso me la cavo abbastanza bene e riesco in
qualche modo a comunicare con la gente del posto. Un Paese
differente, lingua e cultura diverse costringono la mente a operare
al massimo delle sue capacità. Ci sono molti stranieri, ma devo
imparare a integrarmi, a non farmi notare. Ciò richiede impegno,
bisogna osservare tutto e prestare attenzione ai dettagli. La sera
mi butto a letto e mi addormento immediatamente.

11 luglio 1955

Mi sono abituato alla situazione. Lo shock culturale è passato. Il


lavoro non mi lascia molto tempo per rilassarmi. La mia inchiesta
su Alvarez prosegue passo dopo passo. Gli argentini sono più
aperti dei russi. O forse ho semplicemente acquisito maggiore
esperienza nel porre domande e nel comunicare con gli altri.

Trattare con la polizia è stato un po’ più difficile, ma non quanto


immaginavo. I soldi comprano tutto da queste parti.
RAPPORTO DELL’AGENTE

------------------------------------------
Rif.: caso #283
2 giugno 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
------------------------------------------

Sulle ultime settimane di vita di Poeta

Dall’interrogatorio dei vicini di casa è emerso che nei


due mesi antecedenti alla morte, Kovalev si comportava
in modo inusuale. Durante la festa del Giorno
dell’Esercito Sovietico sembrava giù di morale, ed è
apparso strano e depresso anche nei giorni successivi.
Evitava ogni contatto. Aveva quasi smesso di lavorare
alla sua pubblicazione, alla quale aveva dedicato molto
tempo fino ad allora.

Di solito lavorava in archivio tre giorni alla


settimana, ma il 23 febbraio ha smesso di andarci.

C’è motivo di ritenere che sapesse della scomparsa


di Bernstein prima del 2 marzo, quando la polizia ha
ricevuto un rapporto in merito.

#479
4 - Agente di collegamento

Allena la mente – Mappe (Livello 2)

Crea un percorso più lungo da memorizzare utilizzando una mappa diversa dal-
la precedente. Puoi facilitarti il compito scegliendo una zona che conosci. Dat-
ti un minuto per scrivere le indicazioni. Percorri le vie segnate sulla mappa, im-
maginando le case sui due lati della strada, i parchi, i laghetti, i canali. Fermati
agli incroci, poi imbocca la via giusta. Ricordati le sensazioni di ciò che vedi.

163
MESSAGGIO CIFRATO

------------------------------------------
Rif.: caso #283
13 luglio 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
------------------------------------------

Su José Alvarez

José Alvarez, cittadino argentino, n. 1907.


Vive a Buenos Aires.

Scrive articoli su varie riviste sudamericane ed europee.


Insegna. Spesso viaggia per affari. Interagisce con impiegati di
musei, storici dell’arte, collezionisti e appassionati d’arte.
Non gode di immunità diplomatica.

Parla inglese, tedesco, spagnolo e francese. Sa comunicare anche


in russo in modo accettabile.

Riesce facilmente a stabilire rapporti con gli altri. È molto


simpatico e ha un buon senso dell’umorismo. Appassionato
di fotografia, scatta molte foto, che regala ai conoscenti,
instaurando e sviluppando così relazioni personali.

Conosce bene alcuni celebri artisti: Pablo Picasso, Salvador


Dalí, Joan Miró e altri.

Si reca spesso in Unione Sovietica, in particolare a Mosca e a


Leningrado, dove ha molti conoscenti nell’entourage dei musei.

Secondo i suoi amici, la sua formazione è abbastanza ordinaria.


Ha trascorso quasi tutta la sua vita in Argentina e ha
cominciato a viaggiare all’estero solo di recente. Tuttavia tali
informazioni richiedono ulteriori verifiche, perché nessuna delle
persone interrogate lo conosce da più di uno o due anni.

La polizia argentina ci ha informato che per Alvarez quella


dell’arte è una seconda professione, nata come hobby. Prima e
durante la guerra, egli lavorava come commesso viaggiatore per
una piccola azienda che produce macchine da cucire.

Dal 14 gennaio al 23 aprile 1955 si trovava a Mosca. Il motivo


ufficiale di quella visita in Unione Sovietica era di consultare
i documenti della Biblioteca Lenin per scrivere un saggio
sull’arte russa. Si è recato a Leningrado diverse volte.

Buenos Aires
#418
MESSAGGIO CIFRATO

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Rif.: caso #283
25 luglio 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
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Rapporto sulla messinscena


organizzata sotto copertura
per l’accesso a documenti secretati

Ho partecipato al Congresso Internazionale di Psicologia,


tenutosi a Buenos Aires tra il 18 e il 22 luglio. Ho
presentato la relazione Le teorie antiscientifiche
degli psicologi nazisti tra il 1936 e il 1945 per conto
dell’Università di Mosca, dipartimento di Storia della
Psicologia. Ho fatto riferimento agli archivi di istituti
di ricerca e università.

La presentazione non ha suscitato domande, ma durante una


pausa alcuni partecipanti hanno espresso il proprio interesse
per l’argomento esposto. Si trattava di scienziati o
cattedratici. Allego un elenco di nomi e qualifiche.

In conformità con la copertura preparata, ho offerto la


mia collaborazione a chiunque mi abbia avvicinato per
approfondire il lavoro sulla storia della psicologia nella
Germania nazista. Due partecipanti hanno espresso
il desiderio di recarsi in Unione Sovietica per tale scopo:
il rumeno Dracula Radu e l’argentino José Alvarez.

Quest’ultimo non è uno psicologo di professione, bensì


storico dell’arte e insegnante di teoria dell’arte in diverse
università del Sud America e della Francia. È interessato
alla storia della psicologia per un libro che sta scrivendo
sulle percezioni artistiche della pittura. Si trova spesso
in Unione Sovietica. A inizio ottobre sarà a Mosca per una
mostra sui dipinti dei nativi latinoamericani.

Buenos Aires
#378
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Lista di parole (Livello 4)

La capacità di memorizzare le parole è utile per preparare discorsi e consente di


assimilare meglio quel che si legge. Inoltre, esercitandoti con le liste di memoriz-
zazione, migliori l’attenzione e l’immaginazione. Visualizzare rapidamente le pa-
role e i concetti permette di allenare la memoria e di sviluppare la capacità logica.

Prova a memorizzare elenchi di dieci parole con costanza, servendoti della tec-
nica della storia o di quella dei loci, alternando i due metodi ogni due o tre liste.

166
4 - Agente di collegamento

Stile di vita e memoria

Le abitudini quotidiane di un agente dell’intelligence sono molto lontane dal-


le raccomandazioni da manuale per uno stile di vita sano. Lo stress psicologico
e la mancanza di riposo non migliorano le prestazioni. Gli agenti che amano il
brivido e corrono rischi inutili incontrano, poi, difficoltà ulteriori.

Le agenzie di intelligence non scoraggiano affatto la cura della salute e soprat-


tutto la sicurezza: l’addestramento dura molto tempo, e gli agenti hanno parec-
chi contatti importanti. Quindi non mancano i consigli perché la loro vita pro-
fessionale duri il più a lungo possibile.

Cosa si può fare per mantenere prestazioni e rendimento elevati? Ci sono vari
aspetti da prendere in considerazione:

• alimentazione adeguata;

• attività fisica;

• ottimizzazione del programma quotidiano;

• salute emotiva e riduzione dello stress nel lungo periodo.

Tali raccomandazioni verranno descritte in dettaglio nelle pagine successive.

167
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Tabelle di Schulte 7x7

Qui sotto trovi una versione ancora più complessa delle Tabelle di Schulte, con-
tenente 49 caselle. Cerca di completare l’esercizio il più rapidamente possibile,
senza spostare lo sguardo dalla casella centrale. Una griglia 7×7 è piuttosto gran-
de e questo esercizio metterà alla prova i limiti della tua vista periferica.

168
4 - Agente di collegamento

Cibo per la mente

Il cervello umano rappresenta soltanto il 2% circa del peso corporeo, eppure con-
suma quasi il 20% dell’energia totale. Per mantenere prestazioni del sistema ner-
voso di alto livello, la dieta deve includere:

• proteine (yogurt, frutta secca, pesce, uova);

• carboidrati complessi (pane integrale, cereali integrali, pasta di grano duro);

• grassi sani (frutti di mare, olio extravergine d’oliva, salmone, sardine, arin-
ghe, avocado).

Le proteine sono essenziali per qualsiasi organismo vivente. La carenza provo-


ca affaticamento e rallenta il processo di guarigione.

I carboidrati forniscono energia al cervello, ma non dovrebbero essere consu-


mati in grandi quantità. Gli zuccheri alzano i livelli di glucosio nel sangue nel
giro di pochi minuti. L’insulina li riduce di nuovo e non si risolve il problema
dell’alimentazione del cervello. Quindi è molto meglio consumare cibo con car-
boidrati lenti: pane integrale, riso integrale, legumi ecc. Questi rilasciano il glu-
cosio nel sangue più gradualmente, ed esso può quindi essere assorbito meglio
e nutrire il cervello a lungo.

Circa il 60% della materia cerebrale è composto da grassi, ragion per cui è op-
portuno non escluderli del tutto dall’alimentazione. Ovviamente, non tutti i gras-
si sono consigliabili. Quelli idrogenati – come la margarina – sono nocivi per
le cellule nervose, perché ostacolano la rimozione delle scorie. Cerca di evita-
re cibi contenenti grassi vegetali. Gli oli vegetali non raffinati sono invece utili:
puliscono i vasi sanguigni e migliorano la circolazione.

Una delle più importanti funzioni del cervello è di aiutarci nella ricerca del cibo.
L’attività cerebrale dipende da quanta fame ha una persona: se lo stomaco è pie-
no, il cervello rallenta e si prova sonnolenza. Quindi prima di svolgere un com-
pito importante è opportuno non mangiare troppo, perché una fame modera-
ta stimola l’attività mentale.

169
<TITOLO VOLUME>

Si discute molto sui benefici e i rischi di stimolanti come caffè e tè. Ovviamente,
una tazza di caffè ravviva e migliora la capacità mentale, ma l’abuso prolungato
genera dipendenza, che ha effetti collaterali negativi. La cosa più saggia è usare
gli stimolanti naturali con moderazione.

Bevi molti liquidi: la disidratazione riduce drasticamente le prestazioni men-


tali e fisiche.

Mettiti alla prova

Qual è il nome dello psicologo britannico che ha


inventato le mappe mentali?

A) Miles Hewstone

B) Michael Rutter

C) Tony Buzan

D) Alexander Haslam

170
4 - Agente di collegamento

L’attività fisica

Il valore dell’attività fisica per la salute mentale è ampiamente riconosciuto. L’e-


sercizio contribuisce al benessere, migliora la circolazione e rafforza i vasi san-
guigni, mantenendoli elastici. Un allenamento regolare contribuisce al funzio-
namento del sistema endocrino e modera le variazioni dell’umore, attenuando lo
stress. Tutti questi benefici hanno effetti positivi sulle prestazioni mentali. Inol-
tre, i movimenti articolati allenano la mente e la memoria. La corteccia associa-
tiva, responsabile delle capacità cognitive, è vicina alla corteccia motoria, che
controlla il rilassamento e la contrazione muscolare. La stimolazione della cor-
teccia motoria attiva la corteccia associativa, aiutandoci a muoverci con mag-
gior accortezza. Ciò è particolarmente evidente nei bambini, in cui lo sviluppo
delle capacità motorie si accompagna alla crescita intellettuale.

L’attività fisica dona vigore. Se ti senti intorpidito, fa, qualche esercizio: ruota il
capo, alza e abbassa le braccia, esegui una decina di piegamenti sulle braccia o
sulle gambe. Se stai affrontando un problema complicato e sei bloccato, esci a
fare una passeggiata. Mentre la mente si distrae, l’inconscio continuerà a cerca-
re la soluzione, e presto o tardi emergeranno associazioni inattese e nuove idee.

C’è un metodo che gli appassionati di arti marziali conoscono e che rinvigorisce
in fretta il corpo e la mente. Alzati in piedi. Fa’ un respiro profondo sollevando
lentamente le mani, poi espira, portando rapidamente le mani verso il basso, te-
nendo la pancia in dentro. Il sangue si sposterà dagli organi interni agli arti e alla
testa, e il cervello verrà irrorato di sostanze nutritive e ossigeno.

171
<TITOLO VOLUME>

Programmi e memoria

Quando pianifichi la giornata, tieni anche in considerazione il ritmo naturale


del corpo. Alcuni psicologi sostengono che il ritmo circadiano sia più o meno
uguale per tutti. La mattina, al risveglio, l’attività biologica è elevata, mentre cala
la sera. Interferire con il ciclo naturale, per esempio alzandosi tardi la mattina
o restando svegli fino a notte inoltrata, porta a traslare l’attività nella notte. Le
persone mattiniere modificano il loro ritmo circadiano e diventano nottambu-
le. Anche se sei abituato a tirare tardi, prova a cambiare programma: forse sco-
prirai che le ore del mattino sono più produttive.

Per evitare di alterare il ritmo naturale del corpo, non modificare gli orari nel
fine settimana. Se non hai un motivo per alzarti presto la mattina del sabato o
della domenica, la tentazione di restare a letto è forte, ma prova a resistere. Al-
trimenti rischi di perdere le ore più produttive della giornata.

Gli studi sui ritmi circadiani, condotti su un grande campione di popolazio-


ne, dimostrano che la mente funziona al massimo delle sue capacità tra le otto
del mattino e mezzogiorno. Dopo pranzo, il rendimento precipita bruscamen-
te, poi riprende gradualmente e infine si abbassa nuovamente la sera. Sebbene
questo andamento valga per molti, alcuni potrebbero avere caratteristiche di-
verse. Il miglior modo per conoscere il tuo ritmo circadiano è attraverso l’osser-
vazione e la sperimentazione.

Il sonno influenza moltissimo la salute, il rendimento e il quadro psicologico


dell’individuo. Una persona deprivata del sonno può avere difficoltà a control-
lare il comportamento e le sue risposte emotive. È facilmente irritabile e meno
ragionevole, e commette più errori.

Anche la capacità mnemonica dipende dalla qualità del sonno. C’è una teoria
secondo cui l’elaborazione delle informazioni ricevute durante la giornata e il
suo trasferimento nella memoria a lungo termine avvengono mentre dormiamo.
Gli esperimenti confermano che durante il sonno immagazziniamo non solo le
informazioni apprese, ma anche le nuove capacità motorie. Un sonno di buona
qualità è quindi un prerequisito per una preparazione e un addestramento effi-
caci in ogni ambito professionale.

172
4 - Agente di collegamento

Per dormire un sonno profondo e rilassante, non sovraccaricare il cervello pri-


ma di coricarti. Leggi un libro o fai una passeggiata. Non lavorare al computer e
non guardare la televisione, perché queste attività stimolano il sistema nervoso,
al punto che il sonno rimane superficiale e non garantisce rilassamento totale.

Capita spesso che un agente dell’intelligence non abbia abbastanza tempo per
dormire. Questo può causare attacchi di sonnolenza improvvisi durante il gior-
no. In questi casi c’è un metodo particolare cui far ricorso. Mettiti comodo e
concediti un pisolino di una ventina di minuti, non di più. Appena ci addor-
mentiamo, il cervello entra in una fase di sonno lieve, che può essere facilmente
rilevato nell’elettroencefalogramma sotto forma di onde theta di grande ampiez-
za. In questa fase, svegliare la persona che dorme è molto facile. Una ventina di
minuti dopo, nel cervello subentrano le onde delta, più lente. Se ti svegliano in
quel momento, ti sentirai fiacco e irritabile. Quindi metti la sveglia dopo venti
minuti, o chiedi a qualcuno di svegliarti. Nella maggior parte dei casi, quel bre-
ve sonnellino sarà sufficiente a eliminare la fatica e ti permetterà di completare
i lavori più urgenti. Quando ti alzi, bevi un tè molto forte.

Esercizio

Osservati per una o due settimane. Valuta le tue prestazioni


su una scala di sette punti, da –3 a +3, e fallo più volte al
giorno. Traccia i risultati su un grafico: avrai così un’idea
dell’andamento della tua performance quotidiana. In seguito,
sperimenta delle variazioni nel programma giornaliero e nota
gli eventuali cambiamenti a livello di benessere. Forse trove-
rai un programma più produttivo.

Organizzati in modo da inserire le attività più complesse quan-


do sei all’apice del tuo ciclo di performance.

173
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Fiammiferi (Livello 4)

L’esercizio con i fiammiferi si fa più difficile: ora devi prestare attenzione alla
struttura che formano sul tavolo e anche alla direzione in cui punta la capoc-
chia dei fiammiferi. Memorizza entrambe le posizioni.

Diventare un bravo agente è difficile, ma, come sancisce il Codice Disciplina-


re dell’Esercito Sovietico: “Il soldato deve sopportare con risolutezza e coraggio
tutte le difficoltà e le privazioni proprie del servizio militare”.

174
4 - Agente di collegamento

Come evitare di procrastinare

Quello dell’intelligence non è soltanto un lavoro: è uno stile di vita che richie-
de sacrifici. In particolare, non c’è spazio per rimandare i compiti a un momen-
to successivo. Un agente non può permettersi di guardare la televisione, leggere
un libro o farsi un caffè invece di portare a termine un incarico.

Per non perder tempo, è utile padroneggiare alcune tecniche di autorganizza-


zione. Ecco qualche esempio.

1. Stabilisci l’obiettivo del lavoro da svolgere. Specificalo e definisci il motivo per


cui lo stai facendo. Immagina il risultato. Ti sarà utile?

2. Suddividi il lavoro in più compiti per seguire facilmente i progressi. Cerca di


non dover svolgere troppi compiti, meglio solo due o tre. È importante che il
lavoro sia gratificante: stabilisci una ricompensa per i tuoi risultati. Elenca tut-
to ciò che hai portato a termine nella giornata e gli obiettivi che hai raggiunto.

3. Dedica un certo periodo di tempo a un particolare compito.

4. Riduci gli stimoli esterni: spegni il cellulare, non guardare la televisione men-
tre lavori. La ricerca dimostra chiaramente che la voce umana distrae e ridu-
ce la produttività. Mettiti le cuffie, scegli un tipo di musica che favorisca la
concentrazione, oppure lavora in silenzio.

5. Disattiva le notifiche di e-mail e social network. Se non controlli il flusso di


informazioni, sarà lui a controllare te.

6. Prima di cominciare a lavorare, riordina la scrivania. La preparazione ti pre-


dispone psicologicamente a un lavoro efficiente.

7. Dedica una parte della giornata al lavoro e un’altra al divertimento e allo sva-
go, e non mescolarle tra loro. Se ti dedichi anima e corpo al lavoro, avrai più
tempo per goderti un meritato riposo. Quando devi lavorare, controllare l’e-
mail e navigare su internet rappresentano una distrazione.

175
<TITOLO VOLUME>

8. Se non riesci ad affrontare un certo lavoro, prova questa tecnica. Lavora per
trenta minuti senza distrazioni. Se durante quel periodo non trovi il ritmo
adatto al compito da portare a termine, concediti una pausa o fai qualcos’al-
tro per quindici minuti, poi riprova ad affrontare il lavoro precedente per altri
trenta minuti. Se finalmente ti coinvolge, com’è probabile, continua più a lungo.

Per concentrarsi e mantenere l’attenzione è necessario uno sforzo. Peraltro, una


volta iniziato un certo lavoro, concentrarsi diventa più facile. L’attenzione foca-
lizzata cede il passo all’attenzione automatica.

9. Festeggia i giorni e le settimane produttivi. Fatti un regalo per i risultati ot-


tenuti. Per esempio, per celebrare la conclusione di una settimana soddisfa-
cente comprati un bel libro o vai a cena fuori. Le emozioni positive consoli-
dano i risultati.

10. Per superare la tendenza a procrastinare, impara a gestire l’attenzione serven-


doti degli esercizi di questo libro. Quando ci riuscirai, ti sarà più facile lavo-
rare, e il riposo sarà più piacevole.

Esercizio

Per allenare la capacità di concentrazione, prova a lavorare


in condizioni difficili, con numerose distrazioni. Accendi la
televisione, apri la finestra o vai in un posto rumoroso. Col
passar del tempo, aumenta le difficoltà: accendi la televisione
e la radio contemporaneamente, per esempio.

È un esercizio difficile, e all’inizio potrà risultare fastidio-


so. Una volta terminato concediti una pausa.

176
4 - Agente di collegamento

Flusso

Lo psicologo di origine ungherese Mihály Csíkszentmihályi ha scoperto che,


quando lavorano, le persone spesso entrano in uno stato psicologico di comple-
to assorbimento. Lo ha battezzato “stato di flusso”.

Lo stato di flusso ha queste caratteristiche:

• hai una chiara comprensione dell’obiettivo;

• ti concentri sul compito da svolgere, senza lasciarti distrarre da altri pensieri;

• perdi l’autoconsapevolezza e sospendi il giudizio;

• hai una visione distorta del tempo: talvolta scorre rapidamente e senza che
te ne accorga, altre volte si prolunga e ti consente di portare a termine più di
quanto pensavi;

• ottieni rapidamente un feedback: i risultati sono subito visibili e la progres-


sione del lavoro è facilmente modificabile;

• trovi un equilibrio fra le tue capacità personali e la difficoltà del compito, che
non è mai così facile da risultare noioso ma nemmeno così difficile da rive-
larsi impossibile;

• senti la situazione e i risultati sotto controllo;

• ti godi il lavoro e non hai bisogno di forzarti per portarlo a termine.

177
<TITOLO VOLUME>

Sebbene ognuno trovi il suo personale stato di flusso, ci sono alcune linee gui-
da di ordine generale:

• stabilisci un obiettivo;

• concentrati sul compito da portare a termine;

• cerca un feedback: tieni conto dei progressi e osserva come ti avvicini alla so-
luzione del problema;

• se il lavoro è noioso, prova a renderlo più complesso o a farlo meglio dell’ul-


tima volta;

• se viceversa è troppo difficile, cerca di migliorare le tue capacità.

Se sei nel flusso, non c’è spazio per procrastinare. Osservati con attenzione e sce-
gli le tecniche che ti aiutano a entrare in questo stato.

Esercizio

Ripensa alle volte in cui ti sei trovato in uno stato di flusso.


Cosa stavi facendo? Chi c’era con te? Dove stavi lavorando?
Cosa c’era intorno a te? Come hai cominciato a lavorare? E poi
cos’è successo? Come ti sentivi? Quali sono gli aspetti comuni
delle tue esperienze di flusso?

Prova a ricostruire queste condizioni, e vedi se riesci a rien-


trare nel tuo stato di flusso.

178
4 - Agente di collegamento

Una cosa per volta

Quando sei sommerso di lavoro e non hai il tempo di portare a termine tutto
quello che hai in programma per la giornata, cadi facilmente nella tentazione di
fare più di una cosa alla volta, soprattutto se alcuni compiti prevedono delle in-
terruzioni obbligate.

Per esempio: devi finire una relazione e controllare le e-mail. Non è forse logico
aprire la posta mentre sei bloccato davanti a un paragrafo difficile della relazione?

Non cercare di fare due cose alla volta. Forse risparmieresti un po’ di tempo, ma
è probabile che tu finisca per commettere un errore nella relazione o che ti per-
da un messaggio importante. Inoltre, ti stancheresti più rapidamente.

La concentrazione iniziale richiede uno sforzo notevole. Una volta che sei im-
merso in un compito mantenere l’attenzione è più facile, il che si traduce in un
risparmio di energia.

Per comprendere quanto sforzo sia necessario per spostare l’attenzione da un


compito all’altro, fai questo semplice esperimento. Leggi le seguenti afferma-
zioni, valuta la veridicità di ognuna e ricorda il primo sostantivo di ogni frase.

I cani sanno nuotare.

Le rane non hanno i baffi.

I gomiti sono le ginocchia delle braccia.

I treni portano passeggeri.

Gli elefanti non mangiano carne.

I pesci vivono per aria.

Le rane non riescono a respirare sott’acqua.

179
<TITOLO VOLUME>

Ora ripetiti le prime parole senza guardare le frasi. La risposta corretta è: cani,
rane, gomiti, treni, elefanti, pesci, rane. Difficile, vero? Questo perché la valu-
tazione della veridicità delle affermazioni ha interferito con la memorizzazio-
ne delle parole.

Passare da un compito all’altro comporta uno spreco d’energia, e ci impedisce di


entrare in uno stato di flusso e di goderci il lavoro.

Allena la mente – Coppie di lettere 8x6

Scegli 24 coppie di lettere e sistemale in un quadrato di 8x6. Allena la memoria


operativa, cercando di trovare le coppie. Se è troppo difficile ricordare un nu-
mero di tesserine così grande, dividile in parti. Per esempio, cerca un massimo
di otto lettere alla volta.

180
1 agosto 1955

Sono tornato a Mosca da quasi una settimana, e penso


ancora al viaggio in Argentina. Tante esperienze, una lingua
straniera, un sacco di lavoro, fusi orari diversi... Dormo per
metà giornata e poi resto sveglio per metà della notte. Ecco
perché il mio cervello non sta funzionando molto bene. Mi
sento teso e irritabile.

Mentre ero via – quasi un mese – sulla mia scrivania si è


accumulato un sacco di lavoro. Sto cercando di mettere
mano alle pratiche con la dovuta calma, senza esagerare.
Ho spostato i compiti più gravosi al momento della
giornata in cui sono più in forma, oggi come oggi si tratta
soltanto d’un paio d’ore, dalle 9 alle 11. Sto cercando di
fare sonnellini di quindici-venti minuti per volta durante
il giorno. Ho aggiunto un po’ di esercizio fisico alla mia
routine: vado a correre alla mattina e poi in piscina.
Mi aiuta a tenermi sveglio e ad addormentarmi con più
facilità.
Mosca, 5 agosto 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Secondo le informazioni dell’agente, José Alvarez ha già


sollevato l’interesse del Secondo Direttorato Principale.
È stato sorvegliato in diverse occasioni, che hanno
confermato l’inutilità di un ulteriore interessamento alla
sua persona.

Alvarez ha attirato anche l’attenzione della polizia. In


particolare, il Dipartimento di indagini criminali di Mosca
lo ha sospettato di vendita illegale di oggetti d’arte,
senza però trovare conferma.

Il fascicolo di Alvarez contiene alcune foto che gli agenti


gli hanno scattato durante la sorveglianza. Nel corso della
procedura di registrazione delle fotografie, la polizia ha
notato una certa somiglianza tra Alvarez e il criminale
nazista Erich Finke, tuttora ricercato. I funzionari del
Dipartimento di indagini criminali hanno deciso di non
intraprendere nessuna azione in merito, poiché non hanno
avuto l’opportunità di verificare la somiglianza.

Secondo le informazioni disponibili, Alvarez dovrebbe


arrivare a Mosca nel prossimo ottobre in occasione di una
mostra di artisti sudamericani.

Attività: dopo il suo arrivo, avviare un’operazione di


sorveglianza (oggetto: Animo Gentile). Appena possibile,
perquisire in segreto i suoi effetti personali.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
4 - Agente di collegamento

Stress e memoria

Lo stress è un compagno inseparabile nella vita dell’agente dell’intelligence. Con-


trariamente a quanto si crede, ciò non è del tutto negativo. Al momento oppor-
tuno si entra in uno stato d’allerta: i sensi sono attivi, la mente è lucida e il cor-
po è pronto all’azione, perché lo stress incrementa le capacità mentali e fisiche.
Tuttavia, quando si accumula, diventa devastante. Le tensioni prolungate, sen-
za periodi di tregua, possono sfinire chiunque. La fatica interferisce con il lavo-
ro e le percezioni non sono più corrette. Un agente sfinito potrebbe sopravva-
lutare un pericolo oppure sottovalutarlo, compiendo errori in entrambi i casi.

Lo stress prolungato ha ripercussioni negative sulla memoria. Gli esperimen-


ti sugli animali mostrano come l’esposizione a condizioni avverse provochi una
riduzione dell’ippocampo (la parte del cervello situata nel lobo temporale me-
diale, responsabile della memoria a lungo termine). Gli studi confermano che
le persone sotto stress sperimentano difficoltà di memorizzazione e di ricordo,
e hanno problemi di interferenze mnemoniche.

Quasi tutti i metodi per riprendersi dalle situazioni di stress si fondano sulle
tecniche di rilassamento: training autogeno, meditazione, yoga, stretching ecc.
Sono pratiche ampiamente documentate, ma il metodo più efficace per gestire
lo stress cronico è prevenirlo. Concediti regolarmente delle pause, dimentica i
problemi che non puoi risolvere e smetti di fare il perfezionista.

Allena la mente – Dettato (Livello 4)

Un agente dell’intelligence potrebbe non avere una seconda opportunità di ve-


dere un particolare documento, e quindi deve per forza ricordare tutto a prima
vista. Aumenta il numero di parole da memorizzare servendoti della tecnica dei
loci o di quella della storia.

183
23 agosto 1955
Berlino

Sto spulciando gli archivi dell’RSHA di cui si sono


impadroniti i nostri colleghi della Germania Est. Sto
cercando di capire che genere di esperimenti conducessero
i nazisti. Sono cose raccapriccianti. Ho visitato i lager di
Ravensbrück e Sachsenhausen. Non è servito al caso, ma
dovevo vederli con i miei occhi.

Sto cercando di rintracciare qualche sopravvissuto


di Dachau. Forse potrebbe aiutarmi a trovare nuovi
collegamenti tra Bernstein, Kovalev, Alvarez e i documenti
scomparsi.

Berlino sembra viva e allegra, sebbene in alcuni punti si


vedano ancora i segni della guerra. Tuttavia, persino le
rovine e i cumuli di macerie hanno un ordine che testimonia
la pedante disciplina teutonica. Mi è stato consigliato di non
visitare Berlino Ovest.
MESSAGGIO CIFRATO

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Rif.: caso #283
3 settembre 1955
Fonte: Simonides
Ricevuto da: Maggiore I.O. Miloslavsky
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Sul passato di Erich Finke

Mentre ero a Berlino sotto la copertura di una ricerca sulla


storia della psicologia in Germania Ovest per un articolo
di giornale, ho avuto accesso agli archivi dell’RSHA presso
il Ministero per la sicurezza dello Stato della Repubblica
Democratica Tedesca. Inoltre, ho avuto vari colloqui con ex
detenuti del campo di concentramento di Dachau, che ora vivono
a Karl-Marx-Stadt, Gorlitz e Francoforte sull’Oder.

Ho mostrato loro alcune fotografie di Sigmund Rascher, Ernst


Holtslehner, Edward Vaiter e altri ancora, tra cui anche José
Alvarez. Hanno identificato Rascher, Holtslehner e Vaiter, che
erano di stanza a Dachau. Tutti hanno notato la somiglianza
tra Alvarez e Finke, anch’egli in servizio nel lager, tuttavia
nessuno mi ha confermato che si tratti davvero di lui.

Finke è ricordato perché lavorava nella squadra del famigerato


Sigmund Rascher, che condusse vari esperimenti sugli esseri
umani a Dachau.

I testimoni mi hanno anche detto che Erich Finke ed Ernst


Holtslehner parteciparono agli esperimenti di congelamento
di cavie umane, su ordine di Hermann Göring. I prigionieri
venivano costretti a indossare le uniformi della Luftwaffe,
e quindi immersi in vasche di acqua ghiacciata, dopodiché si
tentava di riscaldarli con vari metodi. Questi esperimenti
servivano sia a testare le uniformi dei piloti sia a scoprire
il metodo migliore per rianimare le persone colpite da
ipotermia grave.

Secondo il materiale d’archivio, centinaia di persone


furono sottoposte agli esperimenti di ipotermia. Tutti i
sopravvissuti venivano poi eliminati per ordine di Rascher.

Berlino
#560
<TITOLO VOLUME>

Età e memoria

Purtroppo la memoria si deteriora con l’età. Si può rallentare il processo d’in-


vecchiamento con un’alimentazione corretta, l’esercizio fisico e un equilibrio ot-
timale fra lavoro e riposo, ma non è possibile arrestarlo. Questo vale per la me-
moria pura in quanto funzione psico-fisiologica. Per contro, la memoria pratica
non si deteriora con l’età, anzi può persino rafforzarsi (se non ci sono partico-
lari problemi medici).

La capacità di ricordare dipende dalla ricchezza delle associazioni, che aumenta


unicamente in virtù delle esperienze accumulate. Con l’età, le persone sviluppano
diverse tecniche pratiche di memorizzazione, in proporzione alla complessità del
mondo. Tengono un diario, registrano compiti e idee, imparano a gestire gran-
di quantità di informazioni, e separano ciò che è importante da ciò che non lo è.

I metodi mnemonici servono anche a tenere allenata la memoria.

Per un agente è utile sapere che in età avanzata le persone ricordano bene ciò
che hanno imparato nel corso della loro esistenza, ma non altrettanto il passato
recente. Le capacità professionali rimangono intatte a lungo, se non per sempre.
Ci sono casi di persone che hanno perso la memoria ma riescono comunque
a esercitare la professione che hanno svolto per tutta la vita. Spesso non sanno
spiegare le loro azioni, né ricordano dove e quando hanno imparato a eseguirle.
Le abitudini professionali aiutano gli anziani a mantenere la loro identità, an-
che se hanno smesso di lavorare molti anni prima. Un militare in pensione può
essere individuato dal suo portamento e dal passo sicuro.

186
4 - Agente di collegamento

Mettiti alla prova

Perché E.P. Duzhkov, cameriere presso il ristorante


Kolos, si ricordava di Kovalev e Alvarez il 21 aprile
1955? (Puoi scegliere più di una risposta)

A) 
G li hanno lasciato una mancia generosa.

B) Si sono comportati in modo insolito.

C) 
U no degli ospiti era straniero.

D) 
A veva già visto Kovalev prima di allora.

187
5
AGENTE
OPERATIVO
5 - Agente operativo

Un agente operativo è il braccio dei servizi di intelligence e controspionaggio.


Opera in collaborazione con i colleghi e li dirige, conduce gli interrogatori e le
operazioni di sorveglianza esterna. Svolge le indagini e deve rispondere del suo
operato. Senza di lui, il lavoro di intelligence non sarebbe possibile.

È un incarico complesso che necessita di numerosi requisiti. L’agente operativo


deve possedere le competenze di uno psicologo e sapersi conquistare le perso-
ne. Dev’essere molto intelligente, e in grado di confrontare i dati e sintetizzare le
informazioni raccolte. Deve riuscire a lavorare molte ore e anche sotto stress. La
sua capacità di mantenere i segreti è vitale per il risultato dell’operazione e an-
che per la sua sicurezza e quella degli agenti a lui subordinati. Infine deve ave-
re un’ottima memoria.

189
<TITOLO VOLUME>

Ricordare volti e nomi

Un agente dell’intelligence deve ricordare le persone che incontra. Non solo il


nome e il viso, ma anche l’aspetto generale, i gusti, gli hobby, le abitudini, le de-
bolezze e i trascorsi, ossia tutto ciò che può contribuire a stabilire un contatto in
futuro. L’essere umano è un animale sociale, quindi ha la capacità innata di ri-
conoscere i volti, ma fa più fatica a ricordare i nomi, i gusti, gli hobby ecc. Il mi-
glior modo per memorizzare queste informazioni è collegarle all’aspetto.

Osserva una persona. Prendi nota dei suoi segni particolari: fronte alta o bas-
sa, naso o orecchie dalla forma caratteristica, occhi ravvicinati o distanti l’uno
dall’altro, fossetta sul mento, nei o cicatrici. Poi costruisci una storia che colleghi
il nome a questi tratti. Per ricordare meglio la storia, prendi nota delle tue sensa-
zioni: ti piacciono le sue caratteristiche principali oppure no? Perché?

Quando incontri qualcuno per la prima volta, osservalo bene in volto e ascolta
attentamente la sua voce. Memorizza i particolari insoliti della sua fisionomia.
Se possibile, rivolgigli la parola chiamandolo per nome. Durante la conversazio-
ne cerca di ripetere il nome, richiamandolo alla memoria dalla prima impressio-
ne. Non esitare a domandarglielo di nuovo se l’hai dimenticato.

Esercizio

Individua le caratteristiche inconsuete delle persone che ap-


paiono sui giornali e sulle riviste. Dovresti riuscire a esa-
minare un volto e identificare i segni particolari in modo au-
tomatico.

Comincia con un tipo di volto comune nel tuo Paese. Poi passa a
quelli di persone originarie di altri continenti.

190
Mosca, 7 settembre 1955

Siccome sussiste il rischio che l’agente Simonides


venga scoperto, propongo la sospensione del suo lavoro
presso il Dipartimento di filosofia, con il pretesto di
un lungo periodo di assenza giustificata dalla necessità
di terminare la pubblicazione.

Richiedo l’arruolamento di Simonides nello staff del


Secondo Direttorato Principale in qualità di agente
operativo. La sua preparazione ci consente di affidargli
il caso e le comunicazioni con gli altri agenti nel
Dipartimento di filosofia dell’Università di Mosca.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
13 settembre 1955

Da oggi non lavoro più all’università. E non so ancora bene


quale sarà la mia nuova copertura.

Dopo il viaggio a Berlino, alcune persone all’università hanno


iniziato a guardarmi in modo strano e a bisbigliare alle mie
spalle. Il 2 settembre abbiamo fatto una grande festa per
l’inizio delle lezioni, e Kravchuk ha bevuto troppa vodka a
stomaco vuoto. Nel suo delirio da ubriaco mi ha puntato il
dito allo stomaco, mi ha dato dello spione e ha raccontato
del mio tentativo di reclutarlo. Tutti i presenti hanno
ridacchiato nervosamente e sono rimasti zitti.

Ho riferito l’incidente ai miei superiori e ora mi chiedo se il


trasferimento in ufficio sia una promozione o una punizione.
RAPPORTO DELL’AGENTE

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Rif.: caso #283
15 settembre 1955
Fonte: Michael
Ricevuto da: Luogotenente Simonov
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Sulle ultime settimane di vita di Poeta


(trascrizione da audiocassetta)

Il vicino di Kovalev nel collegio universitario mi ha


informato che poco prima della sua morte il sorvegliato
leggeva una ristampa del racconto di Leonid Andreyev Giuda
Iscariota, e che era molto preso da quel libro.

Il tema principale è l’angoscia di Giuda. Nella versione di


Andreyev, Giuda tradisce Gesù e lo manda a morire affinché
la profezia si avveri e il suo insegnamento non venga
dimenticato. Giuda diventa quindi il discepolo che permette
a Gesù di realizzare il proprio destino. In sostanza si
sacrifica, e il suo tradimento è in realtà strumentale.

Kovalev era stato molto colpito dal racconto, e ne era rimasto


influenzato per diverse settimane. Sebbene il possesso di quel
libro potesse costargli l’espulsione dall’università, lo aveva
tenuto a lungo e ne aveva parlato ad altri. La fonte racconta
che, dopo aver riferito la trama del racconto e il concetto
principale, Kovalev aveva perseverato nell’analisi, per sapere
che cosa avrebbe fatto lui se fosse stato nei panni di Giuda.

#735

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Nota: la cassetta è smagnetizzata


Mosca, 21 settembre 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Le seguenti informazioni sono state ricevute in risposta


alla richiesta inviata al Ministero per la sicurezza dello
Stato della Repubblica Democratica Tedesca.

Erich Finke, n. 1905, medico. Ha lavorato presso l’ospedale


della Luftwaffe. Nel 1942, insieme a Sigmund Rascher
ed Ernst Holtslehner, ha partecipato agli esperimenti
criminali di congelamento dei detenuti nel campo di
concentramento di Dachau.

Il suo lavoro si è concentrato sull’applicazione della


psicofarmacologia (l’uso di droghe psicotrope), dell’ipnosi
e di altre tecniche manipolative su grandi gruppi di
persone.

Finke è altresì noto per il suo amore per la pittura


rinascimentale italiana. Aveva una collezione piuttosto
vasta di dipinti, probabilmente tutti confiscati ai
prigionieri. Conservava la collezione nella sua casa
di Berlino. Mostrava spesso le opere ai colleghi e agli
appassionati d’arte. Durante il suo lavoro nel lager,
talvolta discuteva di arte con i prigionieri, cosa che
peraltro non gli impediva di continuare i suoi terribili
esperimenti su di loro.

Secondo i documenti disponibili, Finke è morto nel 1945


nell’ospedale militare di Neustadt (Holstein), cinque
giorni prima della resa della Germania. Vi sono tuttavia
dei sospetti che il suo certificato di morte possa essere
stato falsificato, e che egli sia in realtà fuggito in Sud
America. La sua collezione d’arte è scomparsa poco prima
che Berlino venisse liberata dalle truppe sovietiche.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
5 - Agente operativo

Memorizzare informazioni sulle persone

Per ricordare un nome devi collegarlo a un attributo insolito della persona e as-
sociarlo a un’emozione. Puoi collegare anche altre informazioni all’immagine.
Le sue preferenze e i suoi interessi ti aiuteranno poi a trovare dei punti in co-
mune con lui.

Per esempio: Mark Walker ha la fronte alta, gli piace giocare a scacchi, segue la
serie televisiva “Dr. House” e si infastidisce quando le persone guardano il cal-
cio alla televisione. Immaginalo con una fronte esagerata dipinta a quadri bian-
chi e neri. In centro a questa scacchiera visualizza una casa (house) e un gruppo
di ragazzini che giocano a calcio lì davanti. All’improvviso il pallone vola den-
tro dalla finestra e colpisce il televisore. Un vecchio infastidito esce spingendo
un deambulatore. Scrive: “Vietato giocare al pallone” su un cartello bianco e lo
appende alla porta.

Con un po’ di pratica, sarai in grado di creare immagini del genere in un paio di
secondi, e di ricordarle a lungo.

La famiglia è importante per tutti, ed è un argomento molto utile per conqui-


stare la fiducia dell’interlocutore. È importante ricordare la situazione familia-
re correttamente, per esempio per non chiedere per sbaglio a uno scapolo sen-
za figli come se la cavano i suoi ragazzi a scuola. Puoi associare le informazioni
sulla famiglia all’attributo principale. Inventa una storia insolita che coinvolga
tutti i membri della famiglia del soggetto, e immaginala in modo vivido e cari-
co di emozioni.

195
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Continua a studiare le foto su riviste e giornali. Osserva


l’aspetto delle persone più interessanti e ricorda molte infor-
mazioni su di loro. Sono conoscenze che potrebbero rivelarsi
utili.

Allena la mente – Profili (Livello 1)

Sfoglia un giornale e ricorda il nome e il volto delle persone che vedi. Nota le
loro caratteristiche insolite e associale al nome con un’immagine vivida. Colle-
ga un’emozione a quella persona.

196
Mosca, 29 settembre 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Al fine di indagare ulteriormente su Alvarez, un agente


sovietico residente a Parigi si è incontrato con alcuni
collezionisti e appassionati d’arte. Costoro hanno
confermato che Alvarez ha organizzato mostre private
di dipinti a Parigi. Hanno identificato diverse opere
esposte da Alvarez in un catalogo di oggetti esportati
illegalmente dai nazisti dai Paesi occupati, che
presumibilmente appartenevano a Erich Finke.

Alvarez arriverà a Mosca l’11 ottobre prossimo.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Descrizioni verbali

La procedura per descrivere l’aspetto di una persona, sviluppata nel XIX secolo
dal criminologo francese Alphonse Bertillon, ha rivoluzionato la scienza dell’in-
dagine criminale. Questa tecnica può contribuire all’identificazione di una per-
sona, a rintracciarla e a confermare la sua presenza sulla scena di un crimine.

È utilissimo imparare a comporre un ritratto verbale e a capire quali sono gli


aspetti da ricordare di un volto. Questo ti consentirà di memorizzare meglio le
persone. Inoltre, il ritratto verbale può essere facilmente inoltrato, soprattutto
quando è troppo rischioso conservare una foto del soggetto. In questi casi un ri-
tratto accurato può salvaguardare l’agente da possibili trappole, allorché il con-
trospionaggio nemico decidesse di sostituirsi alla persona da incontrare.

Il moderno sistema di descrizione verbale si basa su quattro caratteristiche:

• anatomiche, che descrivono il corpo umano (sesso, età, altezza ecc.);

• dinamiche, evidenziate dai movimenti (postura, espressioni facciali ecc.);

• segni particolari (cicatrici, arti mancanti, claudicazione ecc.);

• ulteriori caratteristiche (abbigliamento e modo in cui viene indossato, ac-


cessori ecc.).

Il ritratto verbale non è solo una descrizione generale del volto e dell’aspetto, ma
la valutazione di ogni caratteristica in base a un insieme limitato di parametri.
Per esempio, di profilo la fronte può essere inclinata, diritta o sporgente. Il sog-
getto non viene descritto, ma classificato, e questo semplifica moltissimo la com-
prensione di una descrizione redatta da un altro.

198
5 - Agente operativo

Ecco una versione abbreviata di un ritratto verbale.

1. Caratteristiche anatomiche

A) Genere

B) Razza, colore della pelle

C)  tà con un’approssimazione di cinque anni al massimo (per esempio, 20-


E
25, 45-50)

D) S tatura. Per gli uomini: bassa (inferiore a 1,65 m), media (da 1,65 a 1,75),
alta (da 1, 75 a 1,85), molto alta (superiore a 1,85). Per le donne calcolare
cinque centimetri in meno

E) Corporatura: snella, normale, robusta, corpulenta

F) Capelli
– Colore: neri, castani, castano scuri, castano chiari, biondi, rossi, grigi
– Tipo: lisci, ondulati, ricci
– Barba, basette, baffi

G)  ronte
F
– Altezza: alta, media, bassa
– Profilo: inclinato, diritto, sporgente

H) F
 orma del viso
– Visto di fronte: rotondo, ovale, rettangolare, trapezoidale, triangolare
– Visto di profilo: convesso, dritto, concavo

I) Carnagione (per i bianchi): chiara, abbronzata, rossastra, giallina

J) Pienezza del volto: magro, medio, pieno

K) Sopracciglia
– Colore: chiare, scure
– Aspetto: dritte, arcuate, ricurve, unite
– Forma: inclinate all’interno, inclinate all’esterno

199
<TITOLO VOLUME>

L) Occhi
– Posizione: infossati, sporgenti
– Colore: chiari, scuri, grigi, azzurri, blu, verdi, castani, neri

M) N
 aso
– Lunghezza: piccolo, medio, grande
– Ampiezza: sottile, medio, largo
– Forma: dritto, concavo, convesso, ondulato

N) Bocca
– Dimensioni: piccola, media, grande
– Angoli della bocca: orizzontali, sollevati, contratti

O) L
 abbra
– Spessore: sottili, medie, spesse
– Posizione del labbro superiore relativamente a quello inferiore: supe-
riore sporgente, inferiore sporgente, uguali

P) Orecchie
– Dimensioni: piccole, medie, grandi
– Aderenza: a sventola, attaccate alla testa

2. Caratteristiche dinamiche

A)  asso: veloce, lento, a papera, vivace, incerto, strascicato, zoppicante, con


P
l’ausilio di un bastone o di una stampella

B)  ostura: pendenza del capo e del collo in avanti (incurvata), verticale


P
(eretta)

C)  odi (azioni uniche): mani nelle tasche, braccia lungo i fianchi, braccia
M
dietro la schiena, sfrega le mani, si accarezza i baffi, la barba o la fronte.
Si morde le unghie, sputa, tiene la sigaretta in un certo modo ecc.

200
5 - Agente operativo

3. Caratteristiche distintive

Cicatrici, voglie sulla pelle, calvizie, pelosità, tatuaggi, asimmetria del viso o del
corpo e qualsiasi altro segno particolare.

4. Altre caratteristiche

Abbigliamento e accessori: prestare particolare attenzione alle preferenze per


uno stile, un colore o un tessuto.

201
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Continua a lavorare con le foto delle persone sui giornali.


Crea una loro descrizione verbale servendoti del sistema che
abbiamo appena visto. Fallo anche mentre guardi un film, il no-
tiziario o la gente in strada. La capacità di osservazione di un
agente dell’intelligence si basa su due fondamenti: riconoscere
le caratteristiche che vale la pena ricordare e molta pratica.

Esercizio

Rendi più difficile l’esercizio precedente. Coinvolgi un’altra


persona e cerca di descrivergli un amico comune, un attore o
un politico famoso, per vedere se lo riconosce dal tuo ritrat-
to verbale. Usa il sistema appena descritto. Poi scambiatevi
i ruoli.

202
2 ottobre 1955

Trascorro intere giornate a prepararmi per l’arrivo di


Alvarez e al mio incontro con lui. Non voglio attirarmi
la sfortuna, ma credo che il momento della verità si stia
avvicinando. Devo solo fare attenzione a non spaventarlo.

Gli argomenti della nostra conversazione si approfondiscono


e si perfezionano giorno dopo giorno; non devono esserci
sorprese. Stiamo setacciando Mosca per trovare un posto
adatto all’incontro. Uno è troppo affollato, un altro è troppo
tranquillo e un altro ancora è scomodo per la sorveglianza
esterna.

Se Alvarez ha davvero ucciso Kovalev, devo stare


particolarmente attento. Non mi piace l’idea di finire
avvelenato, anche se i medici mi hanno assicurato che non
mi lasceranno morire. «Troppo onore!» mi hanno detto per
scherzo.

La cosa che mi preoccupa di più è finire in un vicolo cieco.


E se non funziona niente?
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Profili (Livello 2)

In questo esercizio, oltre al viso e al nome di ogni persona,


dovrai memorizzare la sua data di nascita e il lavoro che fa.
Dovrai poi ricordare queste informazioni nella parte finale
del libro. Gli auguri di compleanno sono un’ottima scusa per
mantenere o riprendere i contatti con una persona a cui sei
interessato.

Memorizza le stesse informazioni per tutte le persone che in-


contri nella vita. Non puoi mai sapere quando e dove potresti
aver bisogno di quei dati.

204
Nome: Alexei Popov Nome: Dina Petrov
Data di nascita: Data di nascita: 03/12/1978
17/03/1971 Impiego: Donna delle
Impiego: Diplomatico pulizie

Nome: Vasilisa Sokolov Nome: Vlad Mikhailov


Data di nascita: Data di nascita:
12/07/1977 14/05/1969
Impiego: Cameriera Impiego: Agente di polizia

Nome: Inga Ivanov Nome: Maxim Kuznetsov


Data di nascita: Data di nascita:
01/11/1985 11/02/1982
Impiego: Segretaria Impiego: Operaio
<TITOLO VOLUME>

Mettiti alla prova

Quale numero compare in basso a sinistra nel memo


intitolato “Sulle ultime settimane di vita di
Kovalev”?

A) 247

B) 346

C) 735

D) 125

E) 925

Allena la mente – Oggetti su un tavolo (Livello 3)

Memorizzare la posizione di oggetti allena la memoria e l’attenzione, sviluppa


le capacità di osservazione e organizza il pensiero. Cerca di trasferire quest’eser-
cizio nella vita di tutti i giorni, ricordando la disposizione dei libri su uno scaf-
fale o degli oggetti sulla tua scrivania, il modo in cui sono parcheggiate le auto
in strada ecc.

206
5 - Agente operativo

Stabilire un contatto

Un servizio d’intelligence dipende da una rete di agenti e informatori. Si tratta


di persone comuni che hanno accesso a informazioni utili e che possono esse-
re reclutate in modo diverso: ad alcuni viene offerto denaro, altri sono ricatta-
ti, altri partecipano per motivi ideologici. Tuttavia c’è un aspetto che resta iden-
tico: il reclutamento e il contatto dipendono dalla comunicazione. Le persone
vogliono parlare e sono costantemente in cerca di attenzione e sostegno. Il com-
pito di un supervisore è creare fiducia, persino quando l’informatore è costret-
to a collaborare.

Di norma, durante il primo incontro il potenziale collaboratore è sotto tensio-


ne. Non sapendo cosa aspettarsi dal reclutatore, vede pericoli ovunque. La cosa
importante è dargli fiducia, alleviando le sue preoccupazioni. A tal fine, biso-
gna avviare una conversazione in tono non minaccioso e su un terreno sicuro.

Un ottimo inizio può essere il suo hobby preferito. Tutti hanno qualcosa di cui
amano parlare: francobolli, scacchi, fotografia, calcio; oppure qualcosa di raro:
coltivare cactus o la calligrafia cinese e così via. Se scopri l’hobby del tuo interlo-
cutore, dovrai parlare poco e ascoltare molto. Non dovrai preoccuparti di come
avviare una conversazione, ma soltanto di come portarla a termine.

Se non hai idea di quale sia la sua passione, rivolgi l’attenzione a qualcosa di im-
portante. Comincia dalla sua professione. Parlerai di automobili e macchinari
con un ingegnere o di studenti con un insegnante. Le persone amano parlare di
se stesse. Ascolta con attenzione, alimenta la conversazione e prima o poi sco-
prirai l’argomento giusto.

Se l’obiettivo è instaurare un rapporto di fiducia, non temere di toccare argo-


menti che conosci poco. Ammetti la tua ignoranza, chiedi spiegazioni e ascolta.
Dimostra un interesse genuino. Se le tue domande non sono sincere, ti sentirai
a disagio e il tuo soggetto se ne accorgerà immediatamente.

Una conversazione tranquilla riduce l’ansia, genera un senso di sicurezza e con-


sente di identificare i punti di forza dell’interlocutore. Per esempio, un giardinie-
re sarà paziente, calmo e gentile; un ingegnere, intelligente; un maestro amerà
i bambini. Sottolinea queste qualità, digli che può andarne orgoglioso, e con-

207
<TITOLO VOLUME>

fessa di non possederle. Tu sei diverso, e riconosci la sua superiorità. Questo lo


metterà a suo agio, e forse per qualche istante sarà persino leggermente imba-
razzato. Ci sarà una pausa e a quel punto potrai affrontare l’argomento princi-
pale dell’incontro.

Esercizio

Nella vita capita di avviare molte conversazioni formali o


superficiali, per esempio con un tassista, un impiegato delle
poste, un negoziante, il parrucchiere, una guardia giurata.
Sfrutta questi incontri e trasformali in un’occasione per al-
lenarti. Cerca di instaurare un rapporto di fiducia. Attacca
bottone con la persona e cerca di scoprire i suoi interessi.
Inizia la conversazione con un tassista chiedendogli qualcosa
sul suo lavoro. Al parrucchiere domanda dove ha imparato a ta-
gliare i capelli. Con il commerciante loda i prodotti esposti
nel suo negozio. Anche un oggetto insolito sul posto di lavoro
è un’ottima occasione per aprire un dialogo. Sperimenta, prova
varie opzioni per avviare una conversazione. Non dimenticare di
mostrarti inferiore, di ammettere che non disponi delle capa-
cità e della bravura dell’interlocutore.

Se la conversazione non porta a nulla, non avrai perso niente,


ma ci avrai guadagnato in esperienza; se invece avrai successo,
imparerai un sacco di cose interessanti.

208
Mosca, 12 ottobre 1955

RISULTATI DELLA SORVEGLIANZA DI ANIMO GENTILE

L’11 ottobre il soggetto è arrivato a Mosca e si è sistemato


nell’hotel Metropol.

Il 12 ottobre, alle 11.15 si è recato alla Galleria


Tretyakov, dove è rimasto fino alle 14.20, sotto la
sorveglianza degli agenti del Settimo Direttorato Principale,
che si sono finti dipendenti del museo. Il soggetto ha parlato
ad alcuni visitatori, discutendo dei quadri esposti. Non ha
consegnato né ricevuto nulla.

Nel frattempo la sua camera al Metropol è stata perquisita.


Non è emerso nulla che possa essere collegato a un’attività
di intelligence. Tuttavia sono stati notati alcuni
indicatori che avrebbero potuto essere spostati durante una
perquisizione maldestra. Erano sulla porta del ripostiglio,
sulla biancheria e su un abito appeso in un armadio: un
pezzetto di fiammifero, il bottone di una camicia e l’angolo
di un giornale. Tutti gli indicatori individuati sono stati
rimessi al loro posto.

Nell’armadio sono stati trovati 11 rullini non sviluppati


di una pellicola a colori da 35 mm di produzione estera. Un
rullino è stato prelevato e per non destare sospetti è stato
sostituito con uno simile ma già esposto.

Il rullino sequestrato è stato sviluppato in laboratorio.


Le foto sono state scattate durante una cena. Sono stati
identificati V.V. Romanov, docente di psicologia presso
il Dipartimento di filosofia dell’Università di Mosca; S.Y.
Bernstein, archivista dell’Archivio dell’Accademia delle
Scienze, e V.M. Kovalev, dottorando presso l’Università di
Mosca. Si sta procedendo all’identificazione degli altri
soggetti presenti nelle immagini.

Capitano V. Nikiforov,
direttore operativo
della Settima Divisione

#124 b
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Oggetti su un tavolo (Livello 4)

Se ancora non l’hai fatto, porta a cinque il numero di oggetti sul tavolo. Per me-
morizzare la loro collocazione, forse ti servirà un metodo. Cerca di visualizzare
in che modo gli oggetti cadrebbero se inclinassi il tavolo, e che posizione avreb-
bero sul pavimento. Se non fa al caso tuo, escogita un’altra tecnica e usala. Spe-
rimenta, esplora le caratteristiche individuali della tua memoria.

Note

210
Mosca, 13 ottobre 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Successivamente alla nostra chiacchierata al congresso


di psicologia di Buenos Aires, Alvarez mi ha proposto un
incontro per discutere di una possibile collaborazione.
Quando ci siamo visti, mi ha spiegato che sta scrivendo un
libro sulla teoria dell’arte e che gli serve del materiale
storico sugli esperimenti psicologici dei nazisti. Sta
cercando la consulenza di uno psicologo professionista,
ed è disposto a pagare per questo. Ha detto anche di aver
ricevuto già un anticipo da un editore statunitense.

Parlando della mia relazione, abbiamo discusso delle


fonti d’archivio e della possibilità di accedervi. Gli
ho mostrato le copie di alcuni documenti prelevati dagli
archivi dell’RSHA. Alvarez era entusiasta. Ha detto che,
mentre raccoglieva il materiale per il suo libro, è entrato
in possesso di alcuni documenti che potrebbero interessarmi
ed essere utili per la mia pubblicazione. Si è mostrato
disponibile a mostrarmeli, se avessi contribuito al suo
libro.

Alla fine mi ha chiesto di mantenere segreta la nostra


conversazione, promettendo di fare altrettanto.

Luogotenente A.N. Simonov,


agente segreto della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

La storia di copertura

La storia di copertura è il background o la biografia fittizia che l’agente segreto


usa per portare a termine la missione.

Fornisce una giustificazione legittima e ragionevole per le attività di intelligen-


ce. La maggior parte degli agenti ha un impiego formale presso le ambasciate in
Paesi stranieri. Godono di immunità diplomatica e se scoperti non possono es-
sere perseguiti legalmente. Inoltre, molti si celano dietro un’attività commercia-
le, che è un ottimo paravento per incontrare gli agenti subordinati praticamen-
te alla luce del sole.

Gli agenti preferiscono le professioni che offrono più possibilità di comunicazio-


ne: giornalista, imprenditore, insegnante, ricercatore, critico o collezionista d’arte.
Riescono così a entrare in contatto con personaggi influenti e, nel caso vengano
scoperti, è più difficile dimostrare che stavano svolgendo un’attività di spionaggio.

La storia di copertura viene elaborata con attenzione e preparata prima di invia-


re un agente in missione segreta. Dev’essere abbastanza complessa da risultare
plausibile e assolutamente verosimile. Le informazioni false vengono mescola-
te con quelle autentiche, cioè sono eventi fittizi che però si basano su fatti reali.
La storia è supportata dai dettagli memorizzati dall’agente circa la sua presunta
origine, i suoi studi e la sua carriera, e dai documenti appositamente inseriti ne-
gli archivi e nei registri pubblici. Le ragioni per giustificare un trasferimento o
un cambio di lavoro sono attentamente studiate. Il segreto di una buona storia
di copertura è che la veridicità dei fatti sia difficile da controllare, e che le infor-
mazioni fabbricate non contraddicano la realtà.

Talvolta si crea anche una seconda storia di copertura, da usare nel caso che la
prima venisse scoperta. Serve per limitare i danni e allentare la pressione sull’a-
gente implicato.

Di norma, le storie di copertura vengono preparate da persone che non sono di-
rettamente coinvolte nelle operazioni di intelligence. Compito dell’agente è me-
morizzare la storia, entrare nel personaggio ed essere in grado di ripeterla con
precisione se necessario. Non è sempre facile.

212
5 - Agente operativo

La storia di copertura è sempre esauriente e contiene un sacco di particolari e


banalità fondamentali. Una volta, a un agente sovietico che operava sotto coper-
tura fu chiesto di spiegare un certo segno di usura sulle scale della sua preceden-
te abitazione. La risposta venne verificata e si rivelò accurata.

Un agente esperto dispone di più storie a cui attingere, ma in situazioni stres-


santi è facile confondersi, specialmente su dettagli specifici.

Anche il controspionaggio ha i suoi metodi per analizzare una storia di coper-


tura. Per esempio, si può chiedere al presunto agente di ripeterla in ordine in-
verso, dal presente al passato. Si possono riformulare le stesse domande, espan-
derle o, al contrario, renderle più specifiche. Oppure chiedere di descrivere i
particolari di un fatto, e quindi confrontare le risposte con altre fonti. Se emer-
gono molte incongruenze e contraddizioni, oppure non ce n’è neanche una, ci
sono motivi per dubitare.

Esercizio

Ripercorri mentalmente gli ultimi sei mesi o l’ultimo anno del-


la tua vita. Ricorda tutti gli eventi con il maggior numero di
dettagli possibile, e sviluppa una storia coerente sulla base
delle tue memorie. Serviti di tutto il materiale disponibile:
documenti personali, lettere, fatture e giornali. Chiedi aiuto
ai familiari, agli amici e ai colleghi per procurarti altre
informazioni.

213
Mosca, 15 ottobre 1955

Dal fascicolo dell’indagine in corso


sul cittadino argentino José Alvarez
(caso #283)

Il 15 ottobre 1955, alle ore 13.36, José Alvarez è stato


arrestato nell’atrio dell’hotel Metropol, durante un
incontro con l’agente segreto Simonides, mentre era in
possesso di copie fotografiche degli esperimenti condotti
nel campo di concentramento di Dachau (in lingua
tedesca, 17 pagine, 15x20 cm). Su una di queste pagine
era ben visibile una parte del timbro dell’Archivio
dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica.

La camera di Alvarez è stata perquisita. Nella sua


valigetta è stato rinvenuto un compartimento segreto,
in cui sono stati reperiti quindici rullini sviluppati
di pellicola in bianco e nero da 35 mm. Un esame
preliminare ha permesso di verificare che contenevano le
copie di documenti con simboli nazisti.

Alvarez sostiene di non aver nulla a che vedere con


quelle pellicole e di vederle per la prima volta.
Afferma di aver fotografato solo opere d’arte, panorami
di Mosca e amici.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 15 ottobre 1955

Buone notizie! Alvarez ha abboccato e si è fatto beccare


in flagrante! Non ha neppure avuto il tempo di posare
i documenti che aveva in mano. Ero molto soddisfatto,
ma ho cercato di non darlo a vedere. Gli agenti che
hanno partecipato all’arresto erano tutti più anziani e
molto più esperti di me. Hanno lavorato davvero bene,
quasi in automatico.

Dapprima Alvarez è rimasto calmo e impassibile, ma


quando lo abbiamo perquisito e abbiamo scoperto i
rullini, ha ceduto e ha cominciato a preoccuparsi.
Credo sia stata la prima volta che ho sentito l’odore della
paura di un’altra persona.

E per me è il profumo della vittoria! Com’è dolce!


<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Mappe (Livello 3)

Crea un percorso su una mappa che non conosci, questa volta più lungo e com-
plesso del precedente. Immagina che aspetto hanno le strade che percorri men-
talmente. Prendi nota delle svolte. Come cambia il modo in cui appare la stra-
da? Cosa vedi? Rendi vivido e inconsueto questo viaggio di fantasia. E aggiungi
dettagli nitidi e strani.

216
5 - Agente operativo

La memoria olfattiva

L’olfatto è una fonte di informazioni vitali per tutti gli esseri viventi. È una sor-
ta di sistema d’allarme, che segnala un pericolo, o la prossimità di cibo e di altri
animali. Per alcune specie è anche uno strumento di comunicazione. Nel corso
dell’evoluzione, il nostro senso dell’olfatto si è ridotto, ma la sua influenza è an-
cora significativa.

La memoria olfattiva è molto più forte di quella visiva o uditiva. Forse ciò è do-
vuto alle forti connessioni neurali tra l’area del cervello che riceve i segnali dai
recettori olfattivi e l’ippocampo, responsabile della memoria a lungo termine.
Gli odori possono richiamare eventi che avevamo dimenticato da tempo, non-
ché le sensazioni a essi associate. Per esempio, l’odore di casa non si scorda mai
e si riconosce immediatamente, riportando alla memoria le gioie e le frustra-
zioni dell’infanzia. Il profumo di una donna amata può stimolare le emozioni di
un uomo persino molti anni dopo la separazione, facendo emergere sentimen-
ti apparentemente estinti.

Gli psicologi che lavorano con persone che soffrono di amnesia sanno bene che,
in alcuni casi, gli odori familiari possono favorire il ricordo di eventi passati. Gli
ipnotisti riportano mentalmente le persone in situazioni dimenticate, per aiutar-
le a concentrarsi sugli odori correlati.

Anche noi possiamo sfruttare il rapporto tra memoria e olfatto. Per immergerti in
una situazione che tu o il tuo informatore volete ricordare, cominciate dagli odori.

Talvolta l’olfatto potenzia la memorizzazione. Se vuoi ricordare meglio quel che


viene detto durante una cena, fai attenzione ai sapori del cibo. Una volta richia-
mati alla memoria, quegli aromi ti forniranno delle associazioni addizionali, che
ti serviranno per ricostruire il dialogo.

217
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Quando senti un odore familiare, cerca di ricordare dove e


quando l’hai già sentito. Quali sensazioni provavi allora? Cosa
stavi facendo? Con chi eri?

Mettiti alla prova

Quali sono le circostanze che hanno reso plausibile


il coinvolgimento di Kovalev nella scomparsa di
Bernstein? (Puoi scegliere più di una risposta)

A) L’amicizia di Bernstein con Kovalev.

B) 
Il fatto che Kovalev evitasse di visitare
luoghi associati a Bernstein.

C) 
L’improvviso interesse di Kovalev per le
implicazioni morali del tradimento.

D) I l fatto che Kovalev abbia cambiato l’argomento


della sua pubblicazione.

218
6
ANALISTA
<TITOLO VOLUME>

A differenza di informatori e agenti operativi, è raro che gli analisti facciano la


loro comparsa nei film. Tuttavia questo non significa che il loro lavoro sia tra-
scurabile. L’analista è uno stratega. Tutte le informazioni raccolte dai vari agenti
passano sulla sua scrivania. È lui che pianifica le operazioni, ricapitola le infor-
mazioni ottenute e le presenta alle più alte cariche dello Stato.

Il suo lavoro non è quasi mai pericoloso, ed è sempre molto interessante. Lo si


può paragonare a quello del detective. Uno dei suoi compiti è ricostruire i fatti
e determinare le cause e gli effetti di eventi per i quali dispone solo di informa-
zioni frammentarie, sparse e contraddittorie. A volte arriva a scoprire una rete
di spie straniere partendo solo da qualche indizio isolato.

La parte più sofisticata del lavoro analitico è il grande gioco dello spionaggio,
quello in cui si inganna l’intelligence nemica servendosi di agenti doppiogiochi-
sti, si trasforma la verità in menzogna e la menzogna in verità per metter sot-
to scacco l’avversario.

Un analista esperto può scoprire i segreti di un altro Stato senza mai lasciare il
suo ufficio, ma usando solo fonti pubbliche: articoli e servizi, voci e fughe di no-
tizie. Queste forniscono il 70% delle informazioni di intelligence. Il restante, solo
un terzo, proviene dalle missioni segrete.

220
Mosca, 17 ottobre 1955

Indagine sui documenti mancanti


contenenti informazioni secretate
(caso #283)

L’esame dei documenti dell’RSHA, una copia dei quali


erano sulle pellicole in possesso di José Alvarez, ha
evidenziato quanto segue.

I documenti contengono i risultati delle ricerche


compiute dall’Istituto Göring, comprese le relazioni
e gli appunti di Erich Finke. Finke stesso compare in
alcune fotografie che illustrano il protocollo degli
esperimenti. Le foto sono state scattate da diverse
angolazioni, e sono di alta qualità. Da esse è evidente
che Finke e Alvarez sono la stessa persona.

Gli appunti di Kovalev indicavano che egli conosceva il


contenuto dei documenti dell’RSHA da noi reperiti, e che
ha cercato di servirsene per la sua pubblicazione. Con
ogni probabilità, Kovalev aveva cominciato a sospettare
che Alvarez e Finke fossero la stessa persona, e
che Alvarez/Finke fosse collegato alla scomparsa di
Bernstein. Allarmato dal comportamento di Kovalev dopo
l’interrogatorio del KGB, Alvarez potrebbe averlo ucciso
per eliminare un testimone pericoloso.

Luogotenente A.N. Simonov,


agente segreto della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
<TITOLO VOLUME>

Allena la mente – Mappe (Livello 4)

Crea un percorso ancora più lungo e complicato. Il compito è sempre lo stes-


so: ripercorrerlo usando la posizione di edifici importanti, canali e laghetti, par-
chi e giardini.

222
6 - Analista

La memoria prospettica

La memoria prospettica consiste nella capacità di ricordare intenzioni o azio-


ni pianificate. A differenza della memoria retrospettiva, che riguarda gli even-
ti già accaduti, quella prospettica è rivolta al futuro, a fatti previsti ma non an-
cora verificatisi.

Per ricordare il futuro bisogna usare tecniche diverse, poiché non ci sono pos-
sibili associazioni a esperienze o ricordi passati. Non si possono usare stimoli
esterni, e la memoria viene richiamata solo dalla persona stessa.

Possiamo chiarire la differenza principale fra le due memorie con l’esempio che
segue.

Memoria retrospettiva: la moglie chiede al marito se ha comprato il pane. Per il


marito è facile ripercorrere mentalmente le ultime due ore e ricordarsi se è pas-
sato o meno dal panettiere. C’è un evento esterno che suscita la necessità del ri-
cordo: la domanda della moglie. Il marito non ha bisogno di pensarci da solo
in un momento preciso.

Memoria prospettica: la moglie chiede al marito di comprare il pane prima di


rientrare a casa. Mentre lui torna dal lavoro, non c’è nessuno che glielo ricordi.
Con ogni probabilità non dimenticherà la richiesta, ma in assenza di indicazio-
ni esterne rischia di ricordarla solo quando metterà piede in casa. In altre paro-
le, la memoria prospettica è composta da due elementi: il ricordo dell’intenzio-
ne e il richiamo dell’intenzione al momento giusto.

La memoria prospettica viene studiata a fondo dagli psicologi che lavorano


nel campo ingegneristico, aeronautico e militare. La maggior parte degli inci-
denti, infatti, è dovuta a errori umani compiuti nell’ambito della memoria pro-
spettica: l’operatore dimentica un passaggio e si scatena una serie di eventi con
conseguenze disastrose. Le indagini sugli incidenti aerei dimostrano come pi-
loti e controllori di volo commettano la maggior parte degli errori quando ri-
volgono l’attenzione ad altro. Per esempio, durante un atterraggio, un membro
dell’equipaggio si è accorto che la spia del carrello di atterraggio era spenta. Il
pilota avrebbe dovuto assicurarsi che il carrello fosse abbassato, ma non lo ha
fatto a dovere. Per colpa di una lampadina fulminata (come si scoprirà in se-

223
<TITOLO VOLUME>

guito), l’attenzione dell’equipaggio è stata distolta dall’atterraggio e l’aereo si è


schiantato al suolo.

Nel settore aeronautico esistono molte regole che servono proprio a compensa-
re i possibili errori legati alla memoria prospettica. Queste procedure organiz-
zano le azioni cruciali per evitare che dipendano solo dall’attenzione e dalla me-
moria di una singola persona. Per esempio, le fasi di preparazione del velivolo
sono elencate in una lista prestampata, e vanno spuntate da almeno due membri
dell’equipaggio: il primo esegue l’operazione e riferisce ad alta voce al secondo,
che la controlla. Esiste una procedura memorizzata, abituale ed eseguita senza
riserve su qualsiasi manovra. Eppure, malgrado queste misure, talvolta i pilo-
ti commettono errori.

Gli sbagli legati alla memoria prospettica possono risultare molto costosi per
un servizio di intelligence. Un “corriere” che dimentichi di aspettare la contro-
parola alla sua parola d’ordine mette a repentaglio tutta la sua rete di spie. Per
evitare che ciò accada, i servizi hanno adottato alcuni metodi già collaudati nel
campo aeronautico.

Allena la mente – Oggetti su un tavolo (Livello 5)

Complichiamo ancora un po’ le cose: sistema sei oggetti su un tavolo. Poi volta-
ti e indica la loro posizione.

224
6 - Analista

Allenamento della memoria prospettica

Per determinare la qualità della tua memoria prospettica, rispondi alle doman-
de che seguono.

• Ti dimentichi compleanni, festività e anniversari?

• Ti dimentichi di preparare il tè dopo aver fatto bollire l’acqua?

• Ti dimentichi piccole richieste e incarichi?

• Ti capita di entrare in una stanza, di distrarti e di scordarti perché eri andato lì?

• Ti succede di perdere il filo del discorso se vieni interrotto?

• Ti dimentichi spesso cosa dovevi portare con te quando esci di casa?

• Ti capita di far saltare un appuntamento perché te ne sei dimenticato?

Come abbiamo visto, la memoria prospettica si compone di due parti: il ricordo


dell’intenzione e il suo richiamo al momento giusto. Per allenarsi esistono mol-
ti metodi, e in realtà tu hai già iniziato memorizzando elenchi di parole. Tutta-
via, la maggior parte degli errori in questo campo avviene nella seconda parte,
a causa dell’assenza di promemoria esterni.

Per migliorare la memoria prospettica, prova il metodo del fisiologo americano


Stephen LaBerge. Fissa dei “bersagli”, eventi che ti capitano diverse volte al gior-
no. Per esempio, un bersaglio potrebbe essere il numero 7, oppure una perso-
na che pulisce il marciapiede o ancora una donna vestita di rosso che attraversa
la strada. Nel corso della giornata, l’obiettivo sarà poi notare il maggior numero
possibile di numeri sette, di spazzini o di donne in rosso. Tieni conto di quanti
bersagli hai visto e annota il risultato sul diario. Poi analizza le statistiche dei ri-
sultati settimanali. Allenati con un bersaglio per qualche giorno, poi scegline un
altro. Comincia con uno solo, quindi passa a due o tre simultaneamente. Serve
per rafforzare il rapporto tra le due parti della memoria prospettica.

225
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

L’addestramento con gli eventi bersaglio sviluppa la capacità


di ricordare le intenzioni in relazione a un fatto esterno.
Tuttavia non basta per giungere a un buon livello di memoria
prospettica: bisogna ricordare l’intenzione al momento giusto.
Un agente segreto deve avere un senso del tempo molto preciso.
È utile per ricordare ciò di cui si ha bisogno al momento giusto
e senza indicazioni esterne. Inoltre, permette di pianificare
gli impegni con precisione, perché si è consapevoli del tempo
necessario per portare a termine un determinato incarico.

Affidandosi troppo all’orologio, l’uomo moderno ha atrofizzato


la capacità di percepire il tempo interiormente. Per ravvivare
questa facoltà, bisogna affidarsi più spesso all’intuito.

Esercizio

Nota l’ora su un cronometro o un orologio con la lancetta dei


secondi. Senza guardare, cerca di capire quando è trascorso un
minuto, poi cinque, dieci e infine un’ora. Non contare i secondi
o i minuti a mente, ma continua a fare ciò che stavi facendo.
Se scopri che il tuo orologio interiore è in ritardo oppure in
anticipo, riprova un’altra volta.

226
6 - Analista

Esercizio

Passa una giornata intera senza orologio e, se possibile, ri-


nuncia anche al cellulare. Ti aiuterà a capire come trascorri
il tuo tempo.

Esercizio

Quando cominci un determinato compito, cerca di prevedere quan-


to tempo ci vorrà per finirlo. Non guardare l’orologio mentre
lavori. Una volta concluso, confronta il tempo effettivamente
trascorso con la tua previsione. Di quanto si discosta? Hai so-
vrastimato o sottostimato? Comincia con compiti semplici e poco
impegnativi, come scrivere un’e-mail o riordinare una stanza.
Dopo aver acquisito una certa precisione, passa a compiti e
progetti più importanti.

227
<TITOLO VOLUME>

Come aiutare la memoria prospettica

La memoria prospettica è fatta per memorizzare intenzioni e ricordarle al mo-


mento opportuno. Questa sezione descrive alcune tecniche pratiche che ti aiu-
tano a ricordare le cose quando serve.

Il metodo più facile per ricordare qualcosa consiste nel modificare l’ambiente
per renderlo inusuale, e quindi significativo. Per esempio, puoi mettere le scar-
pe da tennis vicino allo spazzolino da denti per non dimenticare di fare l’alle-
namento mattutino. Oppure lasciare le chiavi dell’auto in frigorifero; trovando-
le in un posto insolito, ti ricorderai che quel giorno devi portarti dietro un libro
che hai promesso a un collega.

Puoi fare in modo di ricordarti un compito importante per esempio disegnan-


doti una X sul palmo. Ci si guardano spesso le mani, e ogni volta il segno ti ri-
corderà l’incombenza pendente.

Anche le agende e i calendari aiutano la memoria prospettica. L’elenco delle cose


da fare non è solo una lista di compiti, ma anche una strategia comportamenta-
le. La capacità di ricordare le intenzioni è associata all’abitudine di controllare
l’elenco degli impegni prima di iniziare a lavorare e alla fine di ogni compito. In
tal modo, cominci a lavorare sulla base di promemoria esterni, che supportano
gli stimoli interiori della memoria prospettica.

Tabelle e calendari sono utili per pianificare gli impegni che oltrepassano la sin-
gola giornata. Per non dimenticare compleanni e anniversari, segnali sul calen-
dario e abituati a controllare gli eventi dell’intera settimana ogni lunedì. Puoi
usare lo stesso sistema per annotare gli appuntamenti con il medico, il vaccino di
cani e gatti, le scadenze delle bollette, la denuncia dei redditi ecc. Ti aiuterà a fare
tutto in tempo e a non dimenticare gli eventi che accadono di rado. Ovviamente,
puoi usare un calendario elettronico, con promemoria automatici, ma in questo
caso tu non partecipi al ricordo e finisci per indebolire la memoria prospettica.

Un’altra strategia consiste nel passare regolarmente in rassegna le tue intenzio-


ni. Se ti imponi di pensare alla spesa ogni volta che passi davanti al supermerca-
to, non dimenticherai di comprare quel che ti manca in cucina.

228
6 - Analista

Eventi e intenzioni possono essere collegati direttamente, oppure, al contrario,


nei modi più bizzarri. Il primo giorno del mese è un buon momento per passare
in rassegna tutte le fatture che hai ricevuto e programmare i relativi pagamenti.
Il bel tempo può ricordarti l’intenzione di prenderti una vacanza.

Mettiti alla prova

Qual è la prima data annotata sulle pagine del


diario di Andrej Simonov?

A) dicembre 1954

B) gennaio 1954

C) marzo 1956

D) giugno 1955

229
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Inventati regole personali per ricordare ciò che intendi por-


tare a termine. Comincia con una o due cose. Scegli gli eventi
in relazione ai quali monitorerai le tue intenzioni: uscire di
casa, uscire dall’ufficio, passare con l’auto davanti al ne-
gozio, un pedone che attraversa la strada, un’ora o una data
specifica, un incontro con una certa persona.

Segui queste regole e fa’ in modo che diventino un’abitudine.


Aumenta gradualmente il numero delle regole, a seconda dei tuoi
obiettivi e delle tue necessità.

Gli strumenti mnemonici descritti in precedenza possono esse-


re usati anche per la memoria prospettica. Prova a pensare a
un evento o a un’occasione adatta a ricordare ciò che ti sei
prefissato, poi collegalo a un’immagine carica emotivamente.
Per esempio, se vuoi comprare una raccolta di saggi di Sigmund
Freud, l’evento relativo potrebbe essere passare davanti alla
libreria. Immagina di essere bloccato nel traffico di fronte
alla libreria. È stato lo stesso dottor Freud a creare l’ingor-
go: si è messo a firmare le dediche nel bel mezzo della carreg-
giata fumando un sigaro!

Infine, il modo più efficace per non dimenticare mai nulla è


ideare regole e rituali. Nei servizi di intelligence ci sono
moltissime procedure del genere. L’arte della segretezza segue
una serie di regole: cosa fare prima, durante e dopo l’incontro
con un agente; come e quando parlare del proprio lavoro; come
rispondere a domande difficili e come eludere la sorveglianza.
Qualsiasi errore può rivelarsi fatale. In questo senso l’in-
telligence è simile all’aviazione e adotta le stesse tecniche
degli aviatori: procedure e checklist. L’unica differenza è
che un agente segreto non conserva i documenti ma li ricorda
a memoria.

Come abbiamo detto, gli errori nell’ambito della memoria pro-


spettica di solito sono dovuti alla distrazione. Per evitar-
li puoi fare così: se vieni distratto non passare a un altro

230
6 - Analista

compito. Prenditi una pausa e fissa in memoria il punto in cui


eri arrivato. Quindi formula un nuovo programma a mente, in
cui posponi il primo compito e svolgi il secondo, e poi torna
al primo e completalo. Finché non viene ultimato, l’impegno
lascerà una traccia in memoria che ti spingerà a concluderlo.
Ricordati dell’effetto Zeigarnik.

Esercizio

Crea rituali e checklist per i compiti che esegui più di fre-


quente. Se ti capita spesso di dimenticarti di prendere cose
importanti quando esci di casa, stila un elenco e memorizzalo.
Quando ti prepari, ricorda ogni punto della lista e controlla
se l’hai già messo in borsa.

Questo metodo ti permette di risparmiare tempo e fatica. Fa’ la


tua prima checklist proprio per le cose che devi portare con te
quando vai al lavoro.

La memoria prospettica gioca brutti scherzi, come quando non


ci ricordiamo se abbiamo fatto o meno qualcosa di importante:
staccare il ferro da stiro, chiudere l’auto o dar da mangiare
al gatto. Questo perché le azioni ripetute diventano meccaniche
e quindi inconscie. Il fatto che sia stata portata a termi-
ne non viene ricordato, ma l’intenzione di compierla sì, e ci
preoccupiamo delle possibili conseguenze. Se ti capita spesso,
fissa un evento bersaglio, come uscire di casa o allontanarsi
dall’auto parcheggiata. Collegalo a un’azione per assicurarti,
per esempio, di aver spento tutto. Quando hai completato l’a-
zione, prendi nota mentalmente di averlo fatto.

231
Mosca, 11 novembre 1955

(caso #283)
Indagine sui documenti mancanti
contenenti informazioni secretate

Rudolf Adler, Carl Salmon e Michael Livshits,


ex prigionieri di Dachau, sono stati invitati a
raggiungere Mosca dalla Repubblica Democratica Tedesca
per un confronto diretto con José Alvarez. Durante
il procedimento lo hanno identificato come il medico
tedesco Erich Finke. Il riconoscimento non si è basato
soltanto sulla somiglianza visiva, ma anche sulle affinità
nell’andatura, nella gestualità e nella mimica facciale.

Maggiore I.O. Miloslavsky,


direttore operativo della Nona Divisione
del Secondo Direttorato Principale
Mosca, 6 febbraio 1956

In seguito all’indagine sui documenti scomparsi e


contenenti informazioni secretate relativi agli
studi psicologici nella Germania nazista, custoditi
nell’Archivio dell’Accademia delle Scienze, riferisco
quanto segue.

Durante l’indagine è stato appurato che José Alvarez


e il criminale di guerra Erich Finke sono la stessa
persona.

Esistono prove evidenti che Alvarez svolgesse un


lavoro di spionaggio per conto dei nemici dell’Unione
Sovietica. Non è stato possibile determinare
per chi lavorasse, ma ipotizziamo si tratti di
un’organizzazione di ex nazisti rifugiatisi in Sud
America dopo la guerra, che nutre la speranza di
far risorgere l’ideologia nazista. Forse Alvarez-
Finke voleva occultare le prove dei suoi crimini nel
campo di Dachau, ma in tal caso non è chiaro perché
abbia avuto bisogno di creare copie fotografiche dei
documenti.

C’è motivo di credere che Alvarez-Finke sia collegato


alla scomparsa di S.Y. Bernstein, impiegato presso
l’Archivio. Bernstein avrebbe violato le regole
di sicurezza trasferendo documenti segreti fuori
dall’Archivio. Avrebbe permesso a Kovalev di
consultarli, tanto che alcuni concetti contenuti nei
suddetti documenti sono presenti nelle ultime bozze
della sua pubblicazione.

Tramite Kovalev, Alvarez ha scoperto l’esistenza di


quei documenti e che Bernstein poteva accedervi.
Con ogni probabilità, ha cercato di impadronirsene,
eliminando Bernstein per raggiungere il suo
scopo. Poiché il cadavere non è stato rinvenuto,
l’implicazione di Alvarez nell’omicidio non può essere
provata.

segue
Possiamo anche ipotizzare che il 21 aprile Alvarez
abbia avvelenato Kovalev durante il loro incontro
al ristorante Kolos. Kovalev era un agente pagato
da Alvarez, probabilmente senza neppure saperlo, ma
deve aver capito di essere implicato nell’omicidio
di Bernstein. Nemmeno il coinvolgimento di Alvarez
nell’omicidio di Kovalev può essere provato, poiché
dall’autopsia non sono emerse tracce di veleni
conosciuti.

Il caso viene ora trasmesso al tribunale. Su José


Alvarez pendono due capi d’accusa: crimini di guerra e
spionaggio.

Tenente generale P.V. Fedotov,


direttore del Secondo Direttorato Principale
del KGB dell’Unione Sovietica

#15g
6 - Analista

Allena la mente – Fiammiferi (Livello 5)

Continua a esercitarti, ma aumenta progressivamente il numero fino a 15 fiam-


miferi.

A questo livello gli esercizi sono molto difficili. Non rinunciare se non ci rie-
sci subito.

Allena la mente – Liste di parole (Livello 7)

Quando padroneggi la capacità di memorizzare un elenco di parole, il nume-


ro di queste non è più un problema. Ciò che conta è imparare a memorizzarlo
il più in fretta possibile.

Durante l’allenamento alterna le due tecniche, quella della storia e quella dei loci.

235
<TITOLO VOLUME>

Il ruolo delle informazioni


nei ser vizi di intelligence

Contrariamente a quanto si crede, il lavoro dell’intelligence non consiste solo


nel procurare informazioni con metodi illegali. Tanto per cominciare, non tutte
le informazioni necessarie sono riservate. La maggior parte è infatti raccolta da
fonti pubbliche e con metodi legittimi: dalla stampa, dal materiale pubblicitario,
nel corso di conferenze e mostre e nell’ambito della normale comunicazione pro-
fessionale. Di per sé i dati, che talvolta possono essere contraddittori, non basta-
no per prendere decisioni importanti. Bisogna prima analizzarli.

Per questo la raccolta dei dati è un importante passo ausiliario per costruire un
quadro realistico di una certa situazione. Puoi accumulare informazioni all’infi-
nito, ma devi presentare il tuo rapporto entro una scadenza prestabilita. In base
all’incarico specifico e al tempo disponibile, l’analista pianifica quali dati e qua-
le grado di affidabilità siano necessari.

È importante comprendere che i dati provenienti da fonti diverse hanno vari li-
velli di affidabilità. Di norma, un agente cerca un equilibrio tra affidabilità e tem-
pestività, e non sempre preferisce la prima. L’analista non soppesa solo la veri-
tà, ma anche la probabilità.

Sei un analista dell’intelligence e hai ricevuto un certo incarico: ecco cosa devi
fare. Per prima cosa valuta quanto tempo hai a disposizione. Nei servizi di intel-
ligence la tempestività ha un grande valore. Molte informazioni diventano obso-
lete in fretta, e spesso non c’è tempo per stilare un rapporto completo e verificato.

Poi prendi familiarità con il problema, ossia definisci i limiti dell’analisi. Iden-
tifica i dati primari e secondari e concentrati su quelli più rilevanti. Raccogliere
ogni genere di informazione senza un piano sarebbe troppo dispendioso in ter-
mini di tempo e di risorse.

Prima riunisci tutto il materiale disponibile pubblicamente. Talvolta troverai dop-


pioni o fonti diverse che si contraddicono o che comunque sono in disaccordo
tra loro. Non preoccuparti: la causa potrebbe essere il diverso metodo di raccol-
ta e di comunicazione; oppure l’inaffidabilità della fonte. Confronta i dati, valu-
tali e poi confermali o rifiutali.

236
6 - Analista

L’analisi di dati indiretti è utilissima. Per esempio, la data esatta del lancio di un
veicolo spaziale con equipaggio è top secret, ed è quasi impossibile scoprirla di-
rettamente. Tuttavia si sa che il cibo per gli astronauti viene preparato al mas-
simo entro una o due settimane dal lancio, in modo che sia più fresco possibi-
le. Nel servizio di ristorazione la sicurezza è meno severa che nei reparti tecnici.
Monitorare l’attività delle società di servizi alimentari associate a una determi-
nata missione spaziale oppure stabilire un contatto al loro interno ti consente di
determinare la data del lancio con un’approssimazione di una settimana.

Dopo aver esaminato il materiale disponibile, torna al piano originario. Elenca


le informazioni di rilievo che ancora mancano e pianifica ulteriori indagini. Va-
luta le tue risorse e, se necessario, presenta una domanda alla sede centrale per
accedere alle informazioni riservate.

In generale, l’obiettivo di un servizio di intelligence è produrre un quadro rea-


listico della situazione attuale e fare previsioni per il futuro, in tutti i settori di
pubblico interesse: militare, politico, economico, scientifico o tecnologico. Per
quanto riguarda le potenze straniere, i servizi si interessano a tre tipi di infor-
mazioni: lo stato attuale delle cose (cosa stanno facendo), le loro capacità (cosa
possono fare) e le loro intenzioni (cosa faranno).

237
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Cerca di prevedere come verrà risolto un problema che ti ri-


guarda. Costruiranno una strada che attraversa il parco del
tuo quartiere? Quale dei tuoi colleghi verrà promosso e diven-
terà il nuovo caporeparto? La tua squadra preferita riuscirà
ad accedere ai play-off? Determina le forze che influenzeranno
il risultato finale, quali sono le parti in causa e quale ha un
impatto maggiore sul risultato finale. Raccogli le informazioni
disponibili pubblicamente e valuta la loro credibilità. Rispon-
di a tre domande: (1) Qual è la situazione attuale? (2) Quali
sono le capacità di tutti i partecipanti? (3) Quali sono le loro
intenzioni? Sarà il futuro a dirti se avevi ragione.

Allena la mente – Cruciverba 7x7

Ormai la matrice ha quasi raggiunto le dimensioni di una scacchiera: 7x7 casel-


le. Raggruppa le caselle scure in forme, lettere o cifre. In tal modo ridurrai il nu-
mero di oggetti da memorizzare.

238
6 - Analista

I fatti e il quadro della situazione

Nel lavoro dell’analista è più utile confrontare i fatti che analizzarli singolarmen-
te. Per esempio, il fatto che il numero di studenti di un dato Paese che studiano
fisica nucleare all’estero sia raddoppiato di per sé non ci dice molto. Forse la cre-
scita corrisponde a una fuga generale dei giovani da quel Paese.

Ma se si confronta il dato con altri, ci si può fare un quadro della situazione diverso:

• una fabbrica di una provincia remota del Paese ha comprato una potente cen-
trifuga industriale;

• la ferrovia che porta a quell’impianto è stata dotata di un moderno sistema


di videosorveglianza;

• la più grande società ferroviaria del Paese ha commissionato la costruzione


di treni speciali per il trasporto di materiali pericolosi;

• presso una centrale nucleare del Paese è iniziata la costruzione di una nuova
vasca di raffreddamento del combustibile.

Presi nel loro insieme, questi dati ci consentono di formulare un’ipotesi ragione-
vole: il governo di quel Paese sta sviluppando la tecnologia per trattare e arric-
chire il combustibile nucleare esaurito. Il monitoraggio della ferrovia e la regi-
strazione dei treni in arrivo all’impianto ci consentiranno di determinare a che
punto è arrivato il progetto.

Nota che questa ipotesi non richiede un’operazione sotto copertura nella cen-
trale nucleare del Paese in oggetto. È sufficiente monitorare le commesse degli
enti pubblici, scambiare quattro chiacchiere con gli operai stagionali coinvol-
ti nella costruzione dell’impianto e con qualche informatore che vive nei pres-
si della ferrovia.

239
<TITOLO VOLUME>

Talvolta l’analista deve eseguire molte osservazioni. Il raffronto di dati banalissi-


mi può produrre risultati insperati. Per esempio, ecco i giorni in cui l’agente A,
un uomo di 43 anni addetto al controspionaggio, ha fatto gli straordinari: 2 mar-
zo, 5 marzo, 6 marzo, 11 marzo, 15 marzo, 20 marzo, 21 marzo, 2 aprile, 4 apri-
le, 7 aprile, 11 aprile, 13 aprile, 20 aprile, 2 maggio, 15 maggio. Di per sé questo
non ci dice un bel niente. Così come gli straordinari dell’agente B, una donna
di 28 anni che lavora in un altro ufficio: 27 febbraio, 5 marzo, 7 marzo, 11 mar-
zo, 15 marzo, 20 marzo, 2 aprile, 4 aprile, 6 aprile, 15 aprile, 24 aprile, 5 giugno.

Se però confrontiamo le due informazioni

A: 2.03, 5.03, 6.03, 11.03, 15.03, 20.03, 21.03,

2.04, 4.04, 7.04, 11.04, 13.04, 20.04, 2.05, 15.05.

B: 27.02, 5.03, 7.03, 11.03, 15.03, 20.03, 2.04,

4.04, 6.04, 15.04, 24.04, 5.06

potremmo dedurre che A abbia stretto amicizia con B, un rapporto che è ter-
minato a inizio aprile, o che è passato a un’altra fase (e i due si incontrano fuo-
ri dal lavoro). Ovviamente non è una conclusione definitiva, ma un’ipotesi, fa-
cile da verificare.

Le statistiche sono uno strumento di analisi molto potente per l’intelligence, ma


vanno usate con cautela. Richiedono infatti un quantitativo sufficientemente am-
pio di dati, un addestramento specialistico dell’analista e molta attenzione nel
formulare le ipotesi che andranno testate con le statistiche stesse. L’uso avventa-
to dei metodi statistici senza giustificato motivo o senza correlazioni fra le va-
riabili può portare a conclusioni sbagliate o inutili, come per esempio: “Tutte le
persone che mangiano cetrioli muoiono, quindi i cetrioli sono letali”.

240
6 - Analista

Esercizio

Cerca di stimare l’incasso settimanale del bar che frequenti.


Spiega che metodo hai usato. Escogita modi diversi per fare
questa stima. Sfrutta tutte le informazioni disponibili: il
numero di sedie e tavoli, il menu, le informazioni contenute
negli scontrini, i racconti degli avventori, le tue osservazio-
ni e i tuoi esperimenti.

Controlla le tue conclusioni stabilendo un contatto con qual-


cuno del personale: i camerieri conoscono benissimo i ricavi
del locale.

241
<TITOLO VOLUME>

Delitto e castigo – Il metodo scientifico

Il lavoro dell’analista è simile a quello dello scienziato o dell’investigatore. Tut-


ti raccolgono dati non collegati tra loro e in base a essi costruiscono un quadro
coerente della situazione. Il confronto di tutti i fatti conosciuti nella speranza di
trovare uno schema richiederebbe troppo tempo, e non garantisce alcun risulta-
to certo. Affinché questo processo sia coerente, gli analisti ricorrono al modello
di ricerca adottato dalla scienza moderna, compresa la criminologia.

Fase 1: Fatti Raccogli i dati fondamentali sul soggetto. Visualizzali, crea uno sche-
ma o una mappa mentale. Se possibile, studia tutte le teorie esistenti, le opinioni
e i punti di vista. Ricorda che alcuni dati possono non essere del tutto accurati
e affidabili e che le teorie possono essere incomplete o errate. In questa fase, un
investigatore esamina la scena del crimine e interroga i testimoni.

Fase 2: Ipotesi Formula un’ipotesi (una supposizione che spiega i fatti nel modo
migliore possibile). Nel corso di un’indagine, l’investigatore si fa un’idea di chi
ha commesso il crimine e di come lo ha fatto, sulla base delle prove e delle di-
chiarazioni dei testimoni. Per esempio, supponiamo che il capo di una grande
società sia stato ucciso con un’arma da fuoco. Le indagini sulla scena del crimi-
ne e le testimonianze dei colleghi ci consentono di ipotizzare che il crimine sia
stato commesso da uno dei subordinati della vittima e che il motivo potrebbe
essere il desiderio di prendere il suo posto.

Fase 3: Conclusioni Pensa alle conseguenze della tua ipotesi, e valuta la loro ve-
ridicità. Le ripercussioni vanno oltre i limiti dei fatti disponibili e spiegano più di
quanto si sapesse inizialmente. Proseguendo con l’esempio precedente, l’investi-
gatore potrebbe giungere a queste conclusioni: il corpo è stato scoperto mezz’ora
dopo il crimine. Secondo l’addetto alla sicurezza, nessuno dei presenti ha lascia-
to l’ufficio prima dell’arrivo della polizia, quindi l’arma del delitto e l’assassino
devono ancora trovarsi nell’edificio.

Fase 4: Verifica Sviluppa un’ipotesi. Cerca nuovi fatti che confermino o confutino
le conclusioni tratte in virtù dell’ipotesi che hai formulato nella fase precedente.
Uno dei metodi per ottenere nuovi fatti è eseguire un esperimento. Se le nuove
informazioni smentiscono la tua teoria, escludi o modifica l’ipotesi e torna alle
fasi 1 e 2. Formula una nuova ipotesi sulla base dei nuovi dati. Se invece riesci a

242
6 - Analista

confermare la maggior parte delle conseguenze dell’ipotesi, questa può ritener-


si dimostrata. Ma solo temporaneamente, perché un giorno potresti scoprire al-
tri fatti che la confutano. Di solito gli scienziati si impegnano di più a smonta-
re le ipotesi, mentre gli investigatori, purtroppo, fanno di tutto per confermarle.

L’ipotesi (l’omicidio commesso da un subordinato) e la conclusione (l’arma nell’e-


dificio) danno indicazioni per ulteriori ricerche. Sappiamo cosa cercare (un’arma
da fuoco) e dove (nell’edificio). È già molto meglio che cercare un oggetto scono-
sciuto in un posto sconosciuto. Il rinvenimento dell’arma del delitto consentireb-
be di sviluppare l’ipotesi originaria. Se l’arma non si trova, l’investigatore dovrà
immaginare come essa sia stata portata all’esterno o formulare un’altra ipotesi.

Tornando all’esempio precedente relativo allo sviluppo di una tecnologia per


trattare il combustibile nucleare esaurito, possiamo costruire la seguente se-
quenza logica.

Fase 1 – Fatti

1. Il numero di studenti che si diplomano in fisica nucleare è raddoppiato.

2. Una grande società chimica ha acquistato una potente centrifuga.

3. La ferrovia che raggiunge l’impianto è stata dotata di un sistema di


videosorveglianza.

4. È stato commissionato un treno speciale per il trasporto di materiali pericolosi.

5. All’interno di uno dei principali impianti nucleari del Paese è in corso la co-
struzione di una nuova vasca di raffreddamento del combustibile esaurito.

243
<TITOLO VOLUME>

Fase 2 – Ipotesi

Il governo di quel Paese sta sviluppando una tecnologia per trattare e arricchire
il combustibile nucleare esaurito. La costruzione di una nuova vasca di raffred-
damento testimonia la volontà di accumulare elementi di combustibile esauri-
to. Le misure di sicurezza lungo la ferrovia potrebbero indicare un cambiamen-
to nella direzione e nel volume dei trasporti di merci importanti. L’aumento del
numero di specialisti è sintomatico di una nuova politica, seria e a lungo termi-
ne, nel settore dell’energia nucleare. Dimostra anche che si tratta di uno svilup-
po delicato, altrimenti il Paese ingaggerebbe specialisti stranieri.

Fase 3 – Conclusioni

Se l’ipotesi è vera ne consegue che:

• si registrerà un aumento delle radiazioni nell’area dell’impianto chimico;

• vi saranno emissioni di gas radioattivi;

• la società acquisterà acido nitrico, necessario per dissolvere le scorie radio-


attive solide;

• l’infrastruttura ingegneristica dell’impianto si farà più sofisticata: cementazio-


ne, vetrificazione e bitumatura – tutti interventi necessari per gestire le sco-
rie nucleari – sono processi produttivi molto complessi;

• un treno blindato con contenitori speciali percorrerà regolarmente la tratta


dalla centrale nucleare all’impianto industriale.

Per giungere a queste conclusioni è sufficiente fare qualche ricerca sulla tecno-
logia necessaria per trattare le scorie nucleari. Puoi utilizzare solo materiali di
pubblico dominio, reperibili per esempio sui siti degli enti nucleari internazio-
nali o delle organizzazioni di tutela ambientale.

244
6 - Analista

Fase 4 – Verifica

Le notizie sull’aumento della radioattività o sull’emissione di gas radioattivi po-


trebbero comparire sui mass media o sui siti di associazioni ecologiste. Potrebbe
rendersi necessario ricorrere a una rete di agenti sul campo per prelevare cam-
pioni di aria e di acqua da sottoporre ad analisi chimica, oltre che per osservare
il movimento dei treni sulla ferrovia.

Se nella quarta fase le conclusioni e le ipotesi sono confermate, è molto probabi-


le che esse siano accurate, e su questa base devi agire. In caso contrario, sarebbe
necessario formulare una nuova ipotesi su quanto sta accadendo.

La ricerca scientifica procede in modo al contempo formale e creativo. Forma-


le perché la dimostrazione o la smentita delle ipotesi si basa sulle regole della
logica. Creativo perché un’ipotesi prende forma grazie alle intuizioni. L’uso del
metodo scientifico nel campo dell’intelligence permette di risparmiare tempo
e risorse. La ricerca di informazioni diventa direzionale. Non si perde tempo a
estrarre dati poco significativi, e di conseguenza le decisioni maturano più rapi-
damente, riducendo i rischi per gli agenti sul campo.

Usando il metodo scientifico, prova a seguire queste indicazioni già collaudate.

1. Formula un’ipotesi di lavoro il prima possibile. La raccolta casuale di dati ral-


lenta la soluzione del problema.

2. Trattala in modo critico. È facile cedere alla tentazione di cercare solo i fat-
ti che confermano l’ipotesi.

3. Sii pronto a ricominciare tutto da capo. La confutazione di un’ipotesi non è


una sconfitta, ma un passo avanti verso la verità.

4. Per produrre una buona ipotesi ci vuole tempo. Se ti trovi in un vicolo cie-
co, prenditi una pausa.

Le decisioni devono avere il tempo di maturare.

245
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Cerca di sapere qualcosa di più su persone cui normalmente non


presti attenzione. Per esempio, osserva l’impiegata alla recep-
tion del tuo ufficio. Ha famiglia? Se vedi che lavora a maglia e
fa calze colorate, puoi ipotizzare che abbia un nipote. Verifica
l’ipotesi rivolgendole la parola. Prova a regalarle qualcosa
per il presunto nipotino; lei accetterà il dono o rifiuterà,
spiegando la decisione.

Scopri l’orario di lavoro degli addetti alla sicurezza del tuo


ufficio. Cerca di indovinare dov’è nato il tuo fruttivendolo.

Esercizio

Cerca di capire le politiche del tuo Paese più a fondo di quanto


non faccia la maggior parte delle persone. Immagina cosa non
viene detto apertamente, raccogli i dati, confrontali, formula
ipotesi e produci previsioni. Il tempo ti dirà se avevi ragione.

246
6 - Analista

Mettiti alla prova

In base a quali fatti gli investigatori hanno


dimostrato un collegamento tra Bernstein e
Alvarez? (Puoi scegliere più di una risposta)

A) 
Alvarez conosceva Kovalev, che era amico di
Bernstein.

B) L a presenza di Bernstein nelle foto scattate da


Alvarez.

C) 
Alvarez conosceva Bernstein, come ha scoperto
Simonides durante l’incontro con il primo a
Buenos Aires.

Gli agenti del KGB hanno scoperto i documenti


D) 
degli archivi dell’ RSHA durante la perquisizione
della camera di Alvarez.

E) 
Alvarez ha mostrato all’agente Simonides
una copia dei documenti dell’ RSHA durante un
incontro a Mosca.

F) 
L e copie dei documenti scomparsi dall’Archivio
dell’Accademia delle Scienze – di cui Bernstein
era responsabile – sono state rinvenute nella
camera di Alvarez dopo il suo arresto.

247
7
AGENTE
DOPPIOGIOCHISTA
7 - Agente doppiogiochista

Talvolta un agente segreto viene scoperto, ovvero è compromesso, come dicono


gli addetti ai lavori. A quel punto l’intelligence che lo ha scoperto può offrirgli un
secondo lavoro, per così dire. Egli può accettare e non dire nulla al servizio di in-
telligence del suo Paese. Oppure accettare con l’approvazione dei suoi supervisori.

Nel primo caso l’agente è un traditore. Talvolta è un vantaggio, ma è pur sempre


abietto. Nel secondo continua a servire il suo Paese, ma con un diverso incari-
co: imbrogliare il suo nuovo datore di lavoro.

Se l’agente segreto conduce una doppia vita, il doppiogiochista conduce una tri-
pla vita. Non può permettersi di perdere l’autocontrollo neppure per un istante,
né di lasciarsi confondere o dimenticare un particolare.

249
<TITOLO VOLUME>

Rimozione

Freud afferma che la mente umana è costituita da una parte conscia e una in-
conscia, ognuna delle quali è governata da regole specifiche. Per illustrare l’idea,
usa la metafora dell’iceberg: l’osservatore vede solo una piccola parte, mentre il
90% della massa di ghiaccio è sommerso. Analogamente, la maggior parte del-
la psiche umana si trova al di là della coscienza, e influenza di nascosto le emo-
zioni, i pensieri e il comportamento della persona.

Freud ipotizza che l’inconscio contenga desideri, emozioni e pensieri proibiti. Le


circostanze che li causano spesso sono state rimosse. Così, ignorando e dimen-
ticando i fatti sgradevoli, risolviamo i conflitti interiori e conduciamo una vita
tranquilla. Gli psicoterapeuti riportano molti casi di amnesia psicogena, in cui
il paziente dimentica i particolari di una situazione estrema che ha vissuto. Se
sono insopportabili, le emozioni legate all’episodio cadono nell’oblio.

Le discussioni sulla teoria di Freud imperversano ormai da più di un secolo. Al-


cuni accusano la psicanalisi di essere una disciplina antiscientifica e di non ave-
re riscontri sperimentali. Altri ne riconoscono il valore e la usano con succes-
so nella pratica clinica.

Secondo Freud il conflitto tra la coscienza e i contenuti rimossi dell’inconscio può


causare problemi mentali: ansia, depressione e disturbi ossessivo-compulsivi. Pro-
pone quindi di trattare queste condizioni con la psicanalisi (una particolare for-
ma di dialogo fra analista e soggetto, volta a svelare le cause dei conflitti interio-
ri). Freud sostiene che il recupero delle cause dei sintomi dolorosi dal subconscio
sia sufficiente per rilasciare la tensione e intraprendere la via della guarigione.

Freud sviluppò molte tecniche di analisi dell’inconscio. Una di queste è il me-


todo della libera associazione. La persona inizia dicendo qualsiasi cosa le venga
in mente. A un certo punto il monologo si interrompe, come se il soggetto aves-
se incontrato un ostacolo. Ciò significa che il soggetto ha raggiunto e ricordato
un’informazione importante che era stata rimossa dalla coscienza.

Un altro metodo è l’interpretazione dei sogni. I personaggi e la trama del sogno


rivelano il contenuto del subconscio. Interpretando il sogno, l’analista scopre le
emozioni, i desideri e i ricordi rimossi dal paziente.

250
7 - Agente doppiogiochista

Un’importante conclusione della teoria dello spostamento di Freud è che si ten-


de a dimenticare gli eventi spiacevoli. Spesso si rimuovono dai ricordi le azio-
ni che generano un senso di colpa e di vergogna: crimini, inganni, crudeltà. So-
vente si dimenticano piccoli debiti, richieste, ordini e promesse non mantenute.
Talvolta i ricordi vengono parzialmente modificati. Per esempio, la persona ri-
corda le azioni e le parole degli altri, ma non le proprie.

Un agente dell’intelligence spesso deve scoprire i ricordi rimossi legati a un even-


to traumatico. Per aiutare il soggetto a ricordare, puoi ricorrere alle tecniche del-
la psicanalisi. Per esempio, invita l’informatore a dire qualsiasi cosa gli venga in
mente in relazione a un dato evento, anche se non gli sembra legata all’episodio.
Analizza il monologo, appunta tutto ciò che potrebbe essere associato all’even-
to, direttamente o indirettamente. Se si interrompe, chiedigli a cosa sta pensan-
do. Confortalo e assicuragli che non lo criticherai né lo incolperai per quel che
dirà. Passa da un’associazione all’altra. Ci sono molte possibilità che qualcuno
dei pensieri espressi ti fornisca l’informazione che cercavi, o che consenta all’in-
formatore di ricordare qualcosa che aveva rimosso.

Non dimenticare che il ricordo di situazioni traumatiche (la morte di persone


care, atti di terrorismo, azioni militari) è doloroso. Quando lavori con un trau-
ma grave, chiedi l’assistenza di uno psicologo.

Esercizio

Un diario dei sogni non è solo un simpatico strumento per co-


noscere se stessi, ma anche un modo efficace per allenare la
memoria. Per ricordare i sogni, tieni taccuino e penna vicino
al letto. Appena ti svegli, prima ancora di alzarti, annota
la trama del sogno con poche parole. Presta attenzione alle
emozioni che hai provato. Poi, non più tardi di mezzogiorno,
rivedi gli appunti e aggiungi qualche dettaglio. Alcune storie
e immagini si ripeteranno, e questo significa che sono legate a
qualcosa cui tieni molto.

251
<TITOLO VOLUME>

Freud dava molta importanza all’interpretazione dei sogni: la chiamava “la via
maestra che conduce all’inconscio”. I sogni hanno un grande valore e possono
aiutarci a risolvere problemi e difficoltà. In alcuni casi hanno portato a impor-
tanti scoperte scientifiche, come la struttura circolare della molecola del benze-
ne e la tabella periodica degli elementi.

Allena la mente – Cruciverba 12x8

Raggruppa mentalmente le caselle scure. Organizzale in figure e forme imma-


ginarie.

3 6 7 8

11

14

17 18 19

252
7 - Agente doppiogiochista

Falsi ricordi

Cos’è la memoria? È un database o un processo di ricostruzione dei dati? Secon-


do la psicologia moderna è un processo di ricostruzione dei dati. I ricordi del
passato vengono ricostruiti ogni volta che vi si accede. Da una parte ciò signi-
fica che le informazioni dimenticate possono essere recuperate: sulla base dei
frammenti rimasti in memoria possiamo ricostruire il quadro completo. Dall’al-
tra però ogni nuova ricostruzione modifica il ricordo.

Lo psicologo francese Jean Piaget descrisse un caso capitatogli di persona. Ricor-


dava dettagliatamente che quando aveva circa due anni qualcuno aveva cercato
di rapirlo dal passeggino. Riusciva a descrivere la scena: la sua bambinaia che in-
terveniva per cercare di difenderlo e il rapitore che fuggiva alla vista di un poli-
ziotto. Era rimasto sicuro del suo ricordo fino ai quindici anni, quando la bam-
binaia, presa dal rimorso, confessò ai genitori di Jean di aver inventato la storia di
sana pianta. Probabilmente Piaget aveva sentito raccontare quella storia infinite
volte dai genitori, finché non l’aveva ricreata visivamente e l’aveva ricordata come
un fatto reale. Questo esempio dimostra che una persona può essere assoluta-
mente certa di un ricordo, nonostante questo non corrisponda affatto alla realtà.

Le memorie dei bambini sono spesso falsate. Ciò è dovuto a un fenomeno


che gli psicologi definiscono amnesia infantile: le persone dimenticano i pri-
mi anni di vita. Esistono teorie diverse in merito, da quella psicanalitica (che
spiega l’oblio con il meccanismo della rimozione) a quella neurobiologica (che
lo ascrive all’immaturità delle strutture cerebrali). La più convincente è legata
alle conoscenze attuali sullo sviluppo della memoria a lungo termine in con-
giunzione con lo sviluppo del pensiero astratto e del linguaggio. Nei primissi-
mi anni di vita il bambino non possiede concetti sufficienti a fissare in memo-
ria ciò che gli accade.

Ciononostante molte persone ricordano volti, giocattoli, episodi ed eventi del-


la prima infanzia. Tuttavia, in linea di massima, sono memorie costruite sul-
la base di fotografie e di storie raccontate dagli adulti, come nel caso del rapi-
mento di Piaget.

253
<TITOLO VOLUME>

Non bisogna pensare che i falsi ricordi servano solo a riempire i vuoti legati
all’amnesia infantile. Possono nascere da errori di percezione: vediamo solo quel
che vogliamo vedere e ignoriamo tutto ciò che contraddice le nostre convinzio-
ni, e spesso completiamo il quadro della situazione basandoci su queste ultime.
Se un testimone è convinto che la maggior parte dei crimini siano commessi dai
senzatetto, tenderà a descrivere un criminale come senzatetto. Potrebbe ignorare
tutti i particolari che indicano altrimenti e integrare la sua descrizione con altri
dettagli. In sostanza, ricostruirà gli eventi in base ai suoi stereotipi, e sarà certo
di ricordare con esattezza e accuratezza.

Un’altra fonte di falsi ricordi è il cosiddetto effetto conformità. Si tratta di ade-


guare i propri atteggiamenti, comportamenti e convinzioni alle norme sociali
del gruppo. Numerosi esperimenti psicologici dimostrano come le persone ca-
dano facilmente sotto l’influsso di un personaggio carismatico o delle indica-
zioni fornite da ricercatori che si fingono soggetti dell’esperimento. Alcuni ar-
rivano addirittura a negare qualcosa di ovvio o a confermare una menzogna, se
vedono gli altri membri del gruppo fare altrettanto. Oltre il 40% dei soggetti te-
stati attribuiva a un gruppo di linee la stessa lunghezza, benché fosse chiaro che
erano di lunghezza diversa, solo perché il gruppo precedente aveva emesso quel
giudizio. Quindi i ricordi delle persone facilmente influenzabili potrebbero es-
sere stati suggeriti da altri, soprattutto se si trattava di figure autorevoli o poten-
ti, e se sono stati ripetuti più volte.

I falsi ricordi differiscono dalle menzogne vere e proprie, perché il soggetto che
li riproduce è sincero. Parla con sicurezza, crede nelle sue parole, e spesso il ri-
cordo ha una certa logica.

Gli agenti dell’intelligence che lavorano sempre con gli informatori devono fare
i conti con i falsi ricordi. Ciò significa ricontrollare i dati. Il primo metodo per
separare il vero dal falso è confrontare le informazioni provenienti da fonti di-
verse. Se coincidono, sono probabilmente corrette. Se differiscono, occorre va-
lutare quale fonte sia più affidabile.

Un altro metodo per distinguere i ricordi autentici è accertare più volte e con
accuratezza ciò che il testimone ha realmente visto e udito, e quali erano i suoi
pensieri mentre lo faceva.

254
7 - Agente doppiogiochista

Mettiti alla prova

Nel paragrafo “Delitto e castigo”, cosa ha


acquistato una grande azienda chimica?

A) Una ferrovia

B) 
U n sistema di videosorveglianza

C) Materiali pericolosi

D) Una centrifuga

Esercizio

Un paio di giorni dopo un evento (come una celebrazione, una


festa o un picnic) chiedi a tutti i presenti di elencarti chi
c’era. Cosa indossavano? Dov’erano seduti? Di cosa hanno parla-
to? Cosa c’era sul tavolo? Chi è arrivato, e quando se n’è anda-
to? Scoprirai notevoli differenze nelle varie ricostruzioni. Se
possibile, analizza le foto o i video dell’evento e controlla
l’affidabilità dei ricordi.

255
<TITOLO VOLUME>

Esercizio

Esplora i ricordi più vividi della tua infanzia. Confrontali


con i racconti dei genitori e dei parenti. Guarda le foto e i
filmati di quel periodo. Se scopri delle differenze, cerca di
ipotizzare come sono nate.

Esercizio

Sviluppa un’autobiografia. Riporta alla memoria la storia del-


la tua vita dalla nascita fino a oggi, anno dopo anno. Ricorda
dove abitavi, cosa facevi, chi frequentavi. Chiedi a chi ti
conosceva e confronta i tuoi ricordi con le foto e i documenti
di famiglia. Ritrova i vecchi amici, i compagni di classe e di
università, e contatta i tuoi ex colleghi. È un ottimo eserci-
zio per costruire una storia di copertura convincente per un
agente segreto.

256
7 - Agente doppiogiochista

La manipolazione dei ricordi

La fragilità della memoria getta qualche ombra sulle testimonianze degli infor-
matori. I ricordi possono essere falsati dagli errori o dai suggerimenti premedi-
tati di una terza persona.

I bravi avvocati sanno come screditare un testimone oculare. Fanno domande


complicate sui particolari, generano il dubbio nella mente del teste e infine con-
cludono che l’intera deposizione è inaffidabile.

Per esempio, quando gli chiedono il colore della Citroën con cui i rapinato-
ri hanno raggiunto la banca a gran velocità, il testimone risponde: «Verde». Le
pressioni dell’avvocato lo inducono a ricordare il colore. Egli infatti non ha vi-
sto l’auto avvicinarsi alla banca e non è stato in grado di identificare il model-
lo. Tuttavia, guidato dalle domande del legale, fabbrica un ricordo e, soprattut-
to, comincia a crederci : «Sì, era proprio una Citroën verde, ed è arrivata alla
banca a tutto gas». Dopo aver ascoltato la testimonianza, l’avvocato la confron-
ta con le registrazioni di una videocamera in cui si vede una vecchia Ford ver-
de che arriva lentamente fino alla banca. L’apparente discrepanza scredita la te-
stimonianza e induce il teste a dubitare di tutti i suoi ricordi legati alla rapina, e
soprattutto dell’identificazione dei rapinatori. Questi ultimi avranno una con-
creta possibilità di evitare la condanna.

Le prove, tanto quelle dell’accusa quanto quelle della difesa, possono contene-
re falsità. Gli annali della giurisprudenza sono pieni di errori, di processi in cui
i ricordi errati hanno portato alla condanna di persone innocenti. Le testimo-
nianze dei bambini sono particolarmente sospette: la forte immaginazione e l’e-
levata suggestionabilità li rendono poco affidabili come testimoni.

La memoria non è un archivio di dati, ma si costruisce ogni volta che si ram-


menta qualcosa. In questo processo gli interventi esterni influenzano il risulta-
to. Non solo puoi cambiare o distruggere ricordi esistenti, ma anche introdurne
di nuovi. Gli esperimenti dimostrano che nel 30% circa dei casi i soggetti pos-
sono essere indotti a richiamare alla mente ricordi infantili assolutamente falsi.
In certi casi, quei ricordi cominciano ad avere vita propria: diventano concreti,
vividi e carichi di emozioni.

257
<TITOLO VOLUME>

Anche nell’adulto si possono impiantare falsi ricordi, specialmente se si mescola


la menzogna alla verità. Talvolta la capacità di “ricordare” a qualcuno un even-
to inesistente è d’aiuto agli agenti dell’intelligence, soprattutto a quelli che ope-
rano al di fuori della legge.

Il suggerimento di memorie adulte può richiedere molto lavoro. Ecco alcuni


consigli.

1. Dev’essere passato molto tempo dall’evento. Per inserire il ricordo di un even-


to che non ha mai avuto luogo è necessario che questo sia accaduto dai tre ai
cinque anni prima. Per suggerire particolari inesistenti di eventi reali il tem-
po può essere ridotto a pochi mesi.

2. La descrizione dell’evento deve essere verosimile. Le menzogne vanno me-


scolate con la verità. Bisogna legare l’evento inesistente a fatti realmente ac-
caduti nella vita del soggetto.

3. La storia sarà più convincente se contiene molti dettagli.

4. Sarà più facile da credere se coinvolge sensi diversi: immagini, sapori e odori.

5. È opportuno corroborare la storia con documenti falsi e fotografie, o con le


testimonianze di figure autorevoli.

6. Introdurre falsi ricordi richiede tempo. Le sessioni di suggestione vanno se-


parate tra loro, in modo che l’informazione venga fissata nella memoria del
soggetto. Anche se la persona nega tutto di primo acchito, con il tempo co-
mincerà a dubitare. Il dubbio sarà la base di partenza della sessione succes-
siva. Sarà necessario rivisitare il ricordo diverse volte: maggiore il numero di
ripetizioni, più fermamente si radicherà il ricordo.

7. In caso di reazione negativa del soggetto, dovremo concentrarci sull’inaffi-


dabilità della memoria: “Per favore, cerca di ricordare...”, “Te ne sei solo di-
menticato”, “Non è successo così, ma così...”, “Non può essere così, perché...”
ecc. Le domande tendenziose vanno formulate in modo da contenere già la
risposta corretta: “Non aveva la barba?”, “Era sera. Ricordi, i lampioni del-
le vie erano accesi?”.

258
7 - Agente doppiogiochista

La manipolazione della memoria può essere del tutto innocente (“Babbo Natale
ti ha portato un regalo!”), ma può anche essere molto pericolosa: la propagan-
da politica spesso mente mentre cerca di riscrivere la storia di un Paese, la me-
moria collettiva dei suoi cittadini.

Esercizio

Prova a inserire un falso ricordo nella mente di uno dei tuoi


conoscenti. Per esempio, una situazione divertente o bizzarra
che ha preso forma durante una festa. Costruisci una storia
dettagliata ed elabora la strategia per proporla. Se possibile
prepara testimonianze e prove materiali. Non rinunciare dopo
il primo rifiuto.

Chiedi al soggetto di ricordare e di fornirti altri dettagli.


Forse la storia potrebbe essere molto più colorita e interes-
sante di quanto pensavi all’inizio.

Stai attento: l’introduzione di falsi ricordi può danneggiare


la psiche del soggetto. Non appena la persona finisce per darti
ragione, raccontagli la verità e digli che gli hai solo fatto
uno scherzo.

259
<TITOLO VOLUME>

La macchina della verità

Il poligrafo (comunemente definito macchina della verità) è un congegno che


misura e registra le informazioni sullo stato fisiologico di una persona: pulsa-
zioni, pressione sanguigna, respirazione, risposta galvanica della pelle, tensione
muscolare, tremore degli arti ecc.

Quando racconta una bugia, una persona vive un conflitto interiore. Si sente in
colpa e teme che prima o poi la verità verrà a galla e che ci sarà una conseguen-
te punizione. I conflitti interiori generano emozioni forti, che possono facil-
mente essere individuate dal poligrafo. Tuttavia va ricordato che l’apparecchio
non individua le bugie direttamente, ma rivela uno stato di eccitazione emotiva
che, se interpretata correttamente, può dimostrare che il soggetto sta mentendo.

Il 90% dei risultati del test poligrafico dipende dalla competenza e dall’esperienza
dell’operatore. Innanzitutto la reazione varia in base alle domande, che vanno pre-
parate con cura e poi formulate nell’ordine corretto. Poi l’operatore deve sapere rico-
noscere una bugia nelle diverse reazioni emotive del soggetto. In fin dei conti, questi
potrebbe essere preoccupato anche se dice la verità, per via della procedura stessa.

Alla fine l’operatore decide se il soggetto ha detto la verità o no, ma si tratta pur
sempre di un’interpretazione per molti versi personale. Nell’interpretare gli in-
dicatori fisiologici, l’operatore può commettere due errori: dichiarare vera una
testimonianza falsa, o accusare un soggetto onesto di mentire.

La qualità del test della macchina della verità dipende molto dalle domande. Sono
di due tipi: pertinenti e di controllo. Il primo tipo è legato direttamente all’obiet-
tivo del test, mentre il secondo si propone di comprendere cosa succede quando
il soggetto mente. Le domande di controllo sono selezionate in modo che il sog-
getto sia costretto a mentire per tutelare la propria reputazione.

Per esempio, una domanda rilevante può essere: “Lei ha passato documenti se-
cretati a persone non autorizzate?”, mentre una domanda di controllo può esse-
re: “Si è mai impadronito di beni altrui?”. Normalmente, almeno in un’occasione
nella vita, tutti si appropriano di qualcosa che non gli appartiene. Tuttavia, non
volendo passare per ladre, le persone di solito mentono. Ciò scatena una reazio-
ne emotiva, che è necessaria per l’analisi della reazione alla domanda pertinente.

260
7 - Agente doppiogiochista

Poiché le emozioni sono individuali, l’operatore non interpreta le reazioni, ma


le differenze tra di loro. Se la domanda pertinente causa una risposta più for-
te e intensa di quella di controllo, significa che il soggetto ha paura di essere in-
criminato. Se invece è vero l’opposto, come nella maggior parte dei casi, è solo
preoccupato di tutelare la sua reputazione, e l’accusa di spionaggio risulterà pri-
va di fondamento.

Il poligrafo può essere ingannato, e un bravo agente sa come farlo. Ci sono così
tanti modi di passare il test che gli esperti li hanno raccolti in gruppi.

1. I metodi meccanici sono i più semplici. È sufficiente provocarsi un dolore,


mordendosi la lingua o la guancia, piegando con forza le dita dei piedi o spin-
gendone uno contro un chiodo nella scarpa.

Il dolore e la tensione muscolare distorcono i parametri fisiologici, complican-


do il lavoro dell’operatore. Tuttavia, i più esperti sanno riconoscere la resistenza
meccanica, e questo non gioca certo a favore del soggetto.

2. Metodi farmacologici: assumere uno stimolante o un sedativo modifica i pa-


rametri che l’operatore usa per distinguere la menzogna dalla verità. Occorre
peraltro fare attenzione con questo metodo, perché l’uso di sostanze psicoat-
tive può essere rivelato dalla dilatazione o dal restringimento delle pupille, o
ancora dal cambiamento della frequenza cardiaca o del colorito della pelle.
Inoltre, c’è sempre il rischio di overdose.

3. Metodi comportamentali: cordialità inappropriata, chiacchiere con l’opera-


tore, ripetizione delle domande, atteggiamento frivolo. L’eccitazione eccessi-
va altera gli indicatori fisiologici. Se la menzogna è indicata dalle differenze
nelle reazioni alle domande pertinenti e a quelle di controllo, si possono ap-
pianare queste divergenze dando risposte pronte a tutte le domande dell’esa-
minatore o a qualsiasi cosa dica. Anche un comportamento eccessivamen-
te familiare o rilassato rende molto più difficile il compito dell’esaminatore.

4. I metodi mentali raggruppano varie tecniche basate sull’autoregolazione psi-


cologica. Comprendono le tecniche di rilassamento dello yoga e di altre di-
scipline orientali, nonché complesse forme di distrazione, come per esempio
i calcoli mentali o la riflessione accurata su qualsiasi problema. Sono metodi
molto efficaci, ma richiedono una preparazione professionale.

261
<TITOLO VOLUME>

Anche il metodo della razionalizzazione funziona bene. Conoscendo lo sco-


po del test, il soggetto si prepara per tempo. Per non tradire ansia ed eccitazio-
ne durante le domande rilevanti, predispone una spiegazione razionale del ge-
sto che intende nascondere. Per esempio, il passaggio di informazioni riservate
a un agente straniero può essere riformulato come la diffusione di informazioni
scientifiche non più segrete, e che dovrebbero essere impiegate per scopi pacifi-
ci. Il commesso sospettato di rubare può convincersi di aver agito nel giusto: ha
prelevato ciò che gli spetta perché è sottopagato e quindi non ha commesso un
furto. Se fatta bene, la razionalizzazione è molto efficace, poiché dona al sogget-
to la sicurezza delle proprie azioni e risolve i conflitti interiori generati dalle bu-
gie. Per questa stessa ragione i falsi ricordi non vengono rilevati dal poligrafo: la
persona testata è assolutamente convinta che siano veri.

Non c’è un metodo sempre infallibile per ingannare il poligrafo, proprio come
non ne esiste uno per interpretare in modo certo gli indicatori fisiologici che
esso rileva. Tuttavia, per superare un test con la macchina della verità servono
conoscenza e addestramento.

Esercizio

Impara a gestire i tuoi indicatori fisiologici. Avrai bisogno di


un sensore cardiaco o di un rilevatore della risposta galvanica
cutanea. Questi vengono normalmente posti sulle dita o sui lobi
delle orecchie, e una volta collegati a un monitor permettono
di tracciare i parametri fisiologici in tempo reale.

Esistono diverse applicazioni che aiutano a gestire consciamen-


te il proprio stato fisiologico. È una capacità utile anche al
di là del test con il poligrafo.

262
7 - Agente doppiogiochista

Allena la mente – I contrari

Osserva la seguente tabella. In quest’esercizio devi pronunciare ad alta voce il con-


trario della parola nel quadrato. Per esempio, se vedi la parola “luce” devi rispon-
dere “buio”. Ripeti l’esercizio per incrementare la percezione e l’agilità mentale.

grande scadente pulito profondo giù presto facile

pieno buono felice pesante qui elevato bollente

leggero lungo rumoroso molti nuovo ricco giusto

sicuro soffice forte alto spesso caldo umido

interes-
moglie giovane liscio esterno ruvido morbido
sante

spaven-
grasso veloce lontano ampio audace seduto
tato

263
7 - Agente doppiogiochista

Hai fatto un bel po’ di strada. Ti sei addestrato molto. Senza dubbio la tua memo-
ria è migliorata. Inoltre, avrai anche migliorato la capacità di elaborare le infor-
mazioni, organizzare il tempo e comunicare. Non fermarti qui. Torna agli eser-
cizi contenuti nel libro. Limita l’uso di strumenti elettronici e carica la memoria.
È così che manterrai e migliorerai le tue capacità mentali.

Oltre alle tecniche necessarie per elaborare le informazioni, questo libro descri-
ve i metodi per comunicare con le persone utilizzati dai servizi di intelligen-
ce. Alcuni di essi possono provocare danni, quindi usali con molta attenzione.

<

Quanto riesci a ricordare?

265
Alvarez-Finke è stato condannato a venticinque
anni di carcere. È morto in prigione.

A.N. Simonov (Simonides) è diventato un analista


del Secondo Direttorato Principale. Ha sposato una
collega. Un servizio di intelligence straniero
ha cercato di reclutarlo. Con il consenso delle
autorità, ha accettato e fatto il doppio gioco per
molti anni.

François Legly è diventato un diplomatico ed è


morto in Algeria nel 1961.

A oggi, i documenti dell’RSHA non sono ancora stati


desecretati. La pubblicazione di Kovalev è stata
ultimata da un altro studente, che ha ristretto
l’argomento all’uso dell’addestramento autogeno di
Schultz.

Bernstein non è mai stato ritrovato.


– –
Risposte – Mettiti alla prova

p. 17 B)

p. 21 C)

p. 33 B)

p. 42 B)

p. 46 B)

p. 57 A), C), D) ed E)

p. 77 B)

p. 87 B)

p. 107 D)

p. 128 Archeologo, Michael e Rostovets

p. 144 C)

p. 153 B)

p. 170 C)

p. 187 B) e C)

p. 206 C)

p. 218 B) e C)

p. 229 A)

p. 247 B) e F)

p. 255 D)

267
Ringraziamenti

Questo libro ha visto la luce grazie Vladimir Vdovikov per la precisione


all’aiuto di un bel po’ di persone. editoriale.
Il concetto, il testo e le illustrazioni del Alexandra Kollontai per il contributo
diario di Simonides sono di Denis Bukin. creativo alla versione inglese del libro.
Traduzione autorizzata di Svetlana Irina Guskina per la cooperazione e
Shcholokova. il sostegno.
Editing del diario di Simonides di Vla- Lesya Kovtun, Oksana Tretyakov, Va-
dimir Vdovikov. lentin Lapchevskiy per il lavoro sul de-
Copyediting del testo inglese di Alexan- sign e la presentazione del libro.
dra Kollontai. Modelli: Artem Petrosov, Vladimirm
Fotografie di Kamil Guliev. Ipatov, Vladimir Maltsev, Ivan Pron-
chev, Margarita Krinochkina, Vasiliy
Illustrazioni di Vasiliy Yaltonskiy. Afanasyev, Natalia Kuznetsova, Eliza-
Esercizi interattivi di Natalia Kuznet- veta Lapteva, Nikolai Sergeyev, Oksa-
sova, Pavel Kabir, Ilya Zubarev, Sergei na Tretyakova, Valentin Lapchevskiy,
Zudin, Galina Smirnova. Elena Markova, Svetlana Shcholokova,
Anastasia Egorova, Alyona Gok, Anton
Layout di Lesya Kovtun e Denis Burin.
Iskrin, Tatiana Shiryayeva.
Website, www.improve-memory.net,
Sergei Plohov e Maxim Aleshin per i
a cura di Rustem Razmanov e Sergei
contributi specialistici.
Zudin.
Gli amici per il vestiario e gli accesso-
Vorremmo inoltre ringraziare:
ri per le sessioni fotografiche.
Katya Grebneva per aver partecipa-
Bayram Annakov e tutta la squadra di
to al dibattito, per il suo aiuto e la sua
Empatika per aver creduto nel progetto.
comprensione, e anche per la lettura
delle bozze della versione elettronica Grazie anche a Olga Labutina, per il so-
del libro. stegno e la sua calorosa e amichevole
partecipazione.
Svetlana Shcholokova per aver contri-
buito allo sviluppo del concetto del li-
bro e per i suoi numerosi suggerimenti.

268
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può
essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o
trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di
quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle
condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto
dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata
di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche
sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e
dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto
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Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio,


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ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata
pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte
anche al fruitore successivo.

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Come diventare una spia


di Denis Bukin
Copyright © Denis Bukin e Kamil’ Guliev 2014
Traduzione di Sergio Orrao
© 2018 Mondadori Libri S.p.A., Milano
Ebook ISBN 9788852087493

COPERTINA || PROGETTO GRAFICO: MANUELE SCALIA

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