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È l’obiettivo più ambito dal 99% degli italiani, il traguardo conseguito dopo una vita
di sacri ci, l’illusione con la «I» maiuscola del mondo a noi contemporaneo. Il «mito
del posto sso» viene alimentato quotidianamente da una retorica vuota,
ingannevole. Non soltanto il lavoro dipendente non è sinonimo di sicurezza
nanziaria – come in molti ti vogliono far credere – ma rischia anche di trasformarsi
nel tuo tallone d’Achille, in un fallimento economico e personale senza via di
scampo. In un orizzonte dinamico e in rapida evoluzione, l’impiego full-time o part-
time che consideri la tua àncora di salvezza ti porterà a navigare in acque
burrascose. E il rischio di affondare con la tua nave – leggi: il tuo conto in banca - ti
farà rimpiangere di non aver seguito i consigli di chi, proprio come me, vuole
metterti sull’attenti. L’avvento dell’Intelligenza Arti ciale, la nascita di aziende liquide
– prive di uf ci e di luoghi di lavoro tradizionali – nonché il dilagare di Internet in
quanto strumento di gestione nanziaria sono tutti campanelli d’allarme.
Qualcosa sta cambiando.
E si sa, ogni cambiamento è un bivio: hai la possibilità di adeguarti e di
assecondare le piccole-grandi rivoluzioni del mondo, oppure intestardirti sul
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percorso (fallimentare) che hai intrapreso. Allora ti chiedo: credi davvero che, in
mancanza di liquidità, l’azienda per cui hai lavorato 8-10 ore per 5 giorni alla
settimana esiterà anche un solo secondo a licenziare i suoi dipendenti per…
salvare le penne? Come se non bastasse, la staticità di uno stipendio sso non
tiene conto delle oscillazioni del tuo lifestyle. Hai un piano B, una strategia vincente
da adottare nel caso in cui – per chissà quale imprevisto – dovessi aver bisogno di
entrate maggiori? Pensi che chiedere un aumento a testa china ti aiuterà a uscire
dall’impasse? Se la risposta è sì, ti consiglio di chiudere immediatamente la mia
guida alla libertà, perché non sei pronto per rivoluzionare la tua vita in meglio. In
caso contrario, ti invito a seguirmi in questo breve viaggio editoriale alla scoperta
delle falle del lavoro dipendente e delle sue possibili soluzioni.
Un esempio? Ragionando in termini pratici, converrai con me che la tua sicurezza
nanziaria è inscindibilmente correlata al successo (o meno) dell’azienda da cui sei
assunto. Il punto è, mio caro lettore, che l’imprenditoria non è gestita da te, ma da
un manager o presunto tale che… gioca a poker con il tuo futuro! Qualsiasi
dipendente non fa altro che mettere in vendita 8-10 ore della sua giornata in
cambio di una stabilità illusoria.
«Ma come? Io ho bisogno di un posto di lavoro sicuro, di un impiego che mi
assicuri un reddito af dabile» - mi dirai.
Vedi, af dabilità non è sinonimo di zero tempo libero a disposizione, orari sempre
più massacranti, condizioni di lavoro che non tengono in considerazione i tuoi
bisogni e la tua felicità. La stragrande maggioranza della popolazione ritiene
(ingenuamente) che un impiego a orari essibili non assicuri le entrate suf cienti
per pagare l’af tto e «arrivare alla ne del mese» - come si suol dire. Niente di più
sbagliato! Nei panni di libero professionista, imprenditore di te stesso o esploratore
di nuovi orizzonti lavorativi messi a disposizione del mondo online, infatti, puoi
scegliere tu come e quanto lavorare, quando farlo, quale tipologia di prodotti e/o
servizi commercializzare. Non dovrai più chiedere il permesso di fare due ore di
miseri straordinari per pagare le bollette, ma potrai dedicarti full-time alla tua nuova
occupazione consapevole di dare il massimo per te stesso, per la tua soddisfazione
personale. Non mi credi? Per dirlo con le parole di Charles Bukowski, lo scrittore
americano celebre per la sua cruda visione del mondo Novecentesco e
contemporaneo: “quel che fa più male è la costante diminuzione di umanità in
colore che combattono per tenersi un lavoro che odiano, perché spaventati da
un’alternativa ancora peggiore. La gente semplicemente si svuota. Sono corpi con
teste piene di paure e ubbidienti. Il colore abbandona i loro occhi, La loro voce si
imbruttisce. E il corpo. I capelli. Le scarpe. Tutto si lascia andare”.
Tutto si lascia andare.
È questo il grande obiettivo della tua vita?
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Immagino di no. Dopotutto, dati alla mano, è possibile dimostrare che il successo
individuale alberga in chi – ri utando di abbassare la testa per lavorare come uno
schiavo – decide di dedicarsi anima e corpo a quello che lo appassiona davvero.
Per riuscire nell’intento, è importante focalizzarti sui tuoi talenti, sulle competenze
che hai maturato in anni di formazione, sulle motivazioni che ti spingono ad alzarti
alle 5 del mattino col sorriso sulle labbra – sapendo di dover affrontare una giornata
intensa, stancante e dannatamente soddisfacente. Sai cosa mi sento ripetere a
pappagallo da chi ha intrapreso la via del lavoro statico, frustrante e deprimente?
«Ma io mi sono impegnato di più degli altri» o ancora «sì, ma io ho studiato cinque
anni in più e mi aspetto un maggior riconoscimento sociale». La mentalità statica è
profondamente sbagliata. Non è la formalità a de nire il ruolo che ti spetta, ma il
valore delle tue idee. E per sprigionare la potenza rivoluzionaria dei progetti che ti
frullano per la testa hai bisogno di due pre-requisiti di primaria rilevanza: A) il
coraggio di imboccare la tua soggettiva (auto)strada, senza ricorrere al fallimentare
percorso «studio – assunzione – schiavitù vita natural durante» tanto caro al
mondo contemporaneo e B) tanti, tantissimi sogni da realizzare nel più breve tempo
possibile. Non è necessario essere multimiliardario per scappare dalla routine in cui
sei intrappolato. Tuttavia, la condizione di lavoro dipendente è – per sua stessa
natura – vincolata alle decisioni dei superiori, cioè dei manager che sacramentano
sulla tua vita. Perché la verità è che il destino dell’impiegato è quello di «morire in
uf cio»: zero vacanze, nessun obiettivo stimolante, men che meno una prospettiva
di successo e di felicità per sé stesso e per le persone che ama.
In uno scenario di questo tipo, la soluzione è ovvia: lasciare il lavoro da dipendente
per dedicarti alla tua prima, innovativa attività aziendale.
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In ogni caso, è probabile tu non abbia ancora sviluppato una forma mentis, un
mindset imprenditoriale. Fin dai tempi scolastici prima e universitari poi, sei stato
bombardato, infatti, da paradigmi sconfortanti di cui è (quasi) impossibile liberarsi
senza un aiuto esterno. Tra i tanti, «ho bisogno di un capitale troppo elevato per
investire nella mia impresa, affonderò ancora prima di chiudere la prima vendita»,
oppure «soltanto un pazzo rinuncerebbe a un contratto a tempo indeterminato,
avendo una famiglia e dei gli da mantenere», o ancora «al giorno d’oggi, 9
piccole-medie aziende su 10 chiudono i battenti durante il primo anno di attività.
Pensi davvero voglia giocare d’azzardo con la mia vita e con la mia sicurezza
nanziaria?». Beh, io credo che la «schiavitù del posto sso» abbia una
componente per il 90% mentale. La convinzione di essere destinati alla prigione
lavorativa no a un ipotetico pensionamento deriva da quella che, senza mezzi
termini, è chiamata «comfort zone»; una bolla in cui sentirti al sicuro, una cella che
ti protegge dalle dif coltà e dalle s de del mondo esterno, una routine giornaliera in
cui le settimane si susseguono tutte, dannatamente uguali. È suf ciente osservare
la tua condizione esistenziale dalla giusta prospettiva per intuire quanto la
soluzione esiste, ed è a portata di mano: scappare dal «mito del posto sso» ti
permetterà di coltivare il tuo successo personale… a tempo di record! Mio caro
lettore, il manuale che stringi tra le mani vuole guidarti step by step alla scoperta
delle falle, delle criticità della schiavitù moderna per eccellenza. Il timore di un
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licenziamento, il ritardo nel pagamento dello stipendio e il fatale «no» di troppo -
magari pronunciato in un momento di esasperazione - rischiano di mandare a rotoli
la presunta stabilità economica che difendi con le unghia e con i denti. Non
barattare il tuo tempo in cambio di soldi, modellalo in accordo alle tue passioni e
alle tue esigenze. Se piani cherai questa tua adrenalinica «fuga da Alcatraz» in
modo attento e coscienzioso, ti assicuro che non soltanto porterai a casa la
pagnotta – come si suol dire - ma guadagnerai cifre che al momento ritieni
irraggiungibili. Se stai valutando l’opportunità di spezzare le catene della tua
schiavitù lavorativa per dedicarti a ciò che conta realmente, presta estrema
attenzione a tutte le informazioni di valore racchiuse nelle prossime pagine. Leggile
più e più volte, interiorizzale, lasciale decantare come si fa col buon vino. Quando
sarai pronto, non dovrai fare altro che rmare la lettera di licenziamento per vivere
la vita che hai sempre sognato.
Sei ancora scettico?
Ti s do: concedimi la tua attenzione per la prossima ora e, al termine della lettura,
tira le somme e valuta le nozioni che hai appreso. Scommetto che il 90% dei
contenuti a seguire ti sembrerà materiale nuovo, ri essioni «di penna» che saranno
musica per le tue orecchie. È questo, caro mio, un canto di libertà.
[Riccardo Picotti]
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Capitolo 2 – Tempo Vs. Denaro
Concludiamo il nostro breve viaggio editoriale alla scoperta delle 7 falle del lavoro
dipendente con la «ciliegina sulla torta», con la ri essione che darà il colpo di
grazia alle tue false certezze.
Hai mai sentito parlare di Schema Ponzi?
Tornato alla ribalta nei primi anni 2000 a causa dell’inganno azionario di dimensioni
considerevoli rmato da Bernie Madoff, il modello nanziario in questione è uno
schema piramidale truffaldino che si fonda sul reclutamento di nuovi “investitori”. Gli
appartenenti alla società basata su uno Schema Ponzi vengono invogliati a trovare
potenziali vittime per via dei guadagni consistenti promessi dai «piani alti». Il ciclo
di reclutamento procede all’in nito come in una Catena di Sant’Antonio: i burattini
inconsapevoli continuano a truffare e a essere truffati, senza possibilità di scendere
dalla giostra infernale. E se ti stai chiedendo quale sia l’elemento di truffa in un
Ponzi, leggi con attenzione quello che sto per dirti: col passare del tempo, infatti, si
arriva a un punto-critico oltre il quale non esiste più popolazione da coinvolgere
nella società. Inoltre, il denaro in entrata non riesce a coprire le promesse
nanziarie che sono state fatte ai nuovi investitori. La piramide è destinata a
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sgretolarsi. In ogni caso, non è dif cile immaginare che il suo fondatore avrà
comunque intascato cifre considerevoli e sarà emigrato su qualche isoletta
tropicale coi soldi degli sventurati creduloni. Ora, devi sapere che l’INPS italiano –
l’Istituto di Previdenza Sociale che si occupa del sistema pensionistico – rientra di
diritto nella categoria Ponzi. La crisi demogra ca progressiva, il ristagno
economico, l’indebitamento del Paese e la situazione pandemica che ha contribuito
a mettere in ginocchio i lavoratori, fanno sì che le uscite previdenziali superino le
entrate (le tasse pagate dai contribuenti). Come se non bastasse, l’INPS gestisce il
monopolio delle pensioni all’interno di una cornice burocratica – quella italiana –
poco chiara per de nizione. L’ente pubblico è alla costante ricerca di nuovi adepti
che delizza nel lungo periodo, promettendo un tornaconto economico futuro. Sarà
davvero così? È suf ciente conoscere lo scenario in cui agisce l’Italia per
comprendere che il sistema previdenziale è destinato a riforme sostanziali, è
prossimo al crollo. Allora ti chiedo: ha davvero senso destinare 1/5 del tuo stipendio
a uno schema Ponzi truffaldino, legalizzato al solo scopo di succhiare via una parte
considerevole del tuo (misero) stipendio? Non è forse meglio premere
sull’acceleratore per creare un bel gruzzoletto con cui vivere di rendita – magari in
uno Stato europeo più economico e/o che favorisce i viaggiatori esteri? Io credo
proprio di sì, e gestire il tuo business online ti dà tutto il diritto di lasciarti alle spalle
le sabbie mobili della burocrazia tricolore a favore di uno stile di vita più semplice,
trasparente e soddisfacente. Se vuoi approfondire le dinamiche nanziarie di uno
Schema Ponzi, in ogni caso, ti suggerisco di studiare nel dettaglio le truffe
nanziarie più popolari del Novecento – tra cui quella di Bernie Madoff, per
l’appunto.
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Conclusioni