Sei sulla pagina 1di 1

Gli auguri dell’innocenza

Vedere un mondo in un grano di sabbia

E un universo in un fiore di campo,

possedere l’infinito sul palmo della mano

e l’eternità in un’ora.

William Blake

Noi siamo parte del mondo, ogni parte di noi contribuisce all’armonia dell’intero mondo. Questo vuole dirci
William Blake in “Gli auguri dell’innocenza”, breve, ma fin troppo complessa, poesia. “Vedere il mondo in
un grano di sabbia” significa proprio questo: avere la capacità di vedere, anche nelle cose più piccole, la
grandezza della nostra vita. Sentirci parte di qualcosa di più grande, qualcosa in grado di inglobarci. In
questi mesi così complessi, di reclusione, di mancata condivisione, di preoccupazione, abbiamo capito che
facciamo parte di una comunità, come una grande famiglia accomunata dagli stessi sentimenti. Qualcosa
dove la nostra individualità ha un vero e proprio senso, un peso.
Sentire ciò è come sentire l’infinito sul palmo di una mano, una sensazione di completezza. E soprattutto,
sentire ciò significa saper apprezzare ogni ora della nostra esistenza. Un’ora che potrebbe essere eterna.

Il “vedere il mondo in un grano di sabbia”, verso che può sembrare illogico, cela un concetto assai più
profondo. Come si può considerare il nostro pianeta, così vasto, racchiuso in un granello? O l’universo in un
fiore?

La bellezza dei versi sta proprio in questi due concetti simili: Siamo parte dell’universo, tutti noi, insieme
alla natura e agli altri pianeti. La vita e l’universo sono a loro volta formate da cose tanto piccole e allo
stesso tempo indispensabili. “Tutto forma vita e spazio, mondo e cosmo, anche noi stessi”.

Siamo noi stessi granelli di sabbia nel “mare” della vita e dell’universo, ma non per questo siamo inutili o
insignificanti. La poesia di Blake, così breve ed intensa allo stesso tempo, può essere vista anche come un
elogio all’innocenza, alla semplicità della cose piccole che sono anche quelle che contano. Viviamo in un
mondo caotico, dove il profitto e gli impegni pressanti ci fanno correre e ci allontanano dall’essenza delle
cose. La poesia è forse anche un richiamo alle cose che contano davvero e che ci sfuggono in continuazione.

Siamo noi stessi al centro della nostra esistenza, ma spesso ci perdiamo ed entriamo in un altro tipo di

infinito: quello del materialismo e del consumismo.

Quella medesima innocenza ferma il tempo, ci consente di ottenere, anche per pochi secondi, una maggiore

consapevolezza e poteri straordinari, come “ possedere l’infinito nel palmo di una mano” e “L’eternità in

un’ora” (punto riguardante la relatività del tempo: la percezione che l’essere umano detiene del tempo).

Potrebbero piacerti anche