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1 Non opacizzarsi
né lasciarsi opacizzare
2 Non pensare
Lascia pensare
coloro che hanno bisogno di pensare
3 Non la rinuncia
ma il distacco
4 Aspirare a tutto
e non volere niente
6 Fare arte
senza arte
2 Non pensare
3 Non rinuncia
Per l’uomo antico non esiste il senso dell’io come realtà autonoma e
indipendente, non essendo egli imprigionato nei limiti dell’identificazione,
ma essendo egli individuato e libero dai condizionamenti del mondo dei
riflessi, quindi sgravato dal fardello del dover fare e dal giogo macchinoso
della mente, privo dei germi dell’individualismo e immerso nella dimensione
indifferenziata dell’Essere, nel grande oceano della spiritualità cosmica.
Per lui valgono le parole “non mia voluntas sed tua fiat”. In lui tutte le
creature riposano, mentre il suo cuore veglia incessantemente e percepisce la
volontà divina che anima le sue azioni ed opera in tutte le cose.
5 Non la congiunzione
L’unità tra essenza e forma è il canone alla base di ogni opera d’arte e ne
domina l’espressione. Solo l’unità merita di essere rappresentata, ed essendo
ogni definizione dell’unità imperfetta e parziale, essa può essere solo
simbolizzata. Ma siccome non c’è simbolo che possa concretamente
rappresentare tale unità, la sua vera espressione è la negazione.
Scelsi amava identificarsi con una linea sotto un cerchio, essendo il cerchio
una forma perfetta, intangibile, senza fine né inizio. La linea orizzontale
rappresenta l’elemento tellurico, inteso come dispiegamento del primo.
“L’arte non chiede mai a nessuno di fare nulla, di pensare nulla, di essere
nulla”, afferma Ezra Pound. Non fare nulla e non pensare nulla è dada.
7 Non dimenticatelo
La lotta della memoria contro l’oblio è la lotta del sé contro il potere esercitato
dalla scissione illusoria del tempo. La realizzazione del sé passa attraverso
l’ascolto delle proprie voci interiori e attraverso la riscoperta del proprio
fanciullo interiore, il cui padre è l’ignoto e la cui madre è la sapienza.
La voce del padre è percepibile mediante la parola della madre che contiene
in sé il figlio, ovverosia il verbo. Sapienza è al contempo figlia del padre
celeste e madre del creato e della vita terrestre. L’ombra del figlio diviene
proiezione cosciente di una nuova possibilità esistenziale di rinnovamento,
oltre ogni gelida stagnazione e oltre ogni scissione illusoria della realtà.