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LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
sabato 24 settembre 2011

Unicuique suum
Anno CLI n. 220 (45.865)
.

Citt del Vaticano

Nellincontro con gli evangelici a Erfurt il Papa ripropone la questione che anim il cammino interiore di Martin Lutero

Alla ricerca di un Dio misericordioso


E durante la visita al Bundestag ha indicato il compito fondamentale del politico: servire il diritto e combattere lingiustizia

Il sole sopra la Germania


Si pu gi estendere allintero viaggio lindovinata immagine del sole sopra Berlino scelta dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung per intitolare un commento al magistrale discorso di Benedetto XVI, che con una scelta intelligente e giornalisticamente perfetta lautorevole quotidiano tedesco ha pubblicato per intero. Non solo e non tanto per il bellissimo tempo fresco e soleggiato che sta accompagnando la visita, quanto per la sua importanza nei diversi momenti. Il sole dunque splende sulla Germania, dove Joseph Ratzinger tornato per la terza volta da quando stato eletto Papa, a incontrare la gente e parlare di Dio, come ha subito spiegato. Nella tradizione cristiana la luce solare significa anche quella divina che illumina il mondo, e proprio della luce di Dio ha scelto di parlare il vescovo di Roma incontrando a Erfurt proprio nel luogo dove il giovane Lutero studi teologia i rappresentanti evangelici, accolto con cordialit. Ed naturalmente la questione su Dio, centrale nel pensiero e nel tormento del giovane monaco agostiniano, che sta soprattutto a cuore a Benedetto XVI. Chi se ne preoccupa, anche tra i cristiani? Chi prende sul serio le proprie mancanze e la realt del male? Ripensare la causa di Cristo cara a Lutero, e dunque la fede, limpegno ecumenico principale oggi, in un mondo dove sempre pi pesa lassenza di Dio. Proprio limmagine della luce utilizzata dal Papa per descrivere il progressivo allontanarsi del mondo da Dio: allinizio i suoi riflessi lo illuminano ancora, ma poi sempre di pi luomo finisce per perdere la sua vita. Ecco perch bisogna superare lerrore del passato di enfatizzare quanto divide i cristiani e insistere invece su quanto ed gi molto li unisce: la fede nel Dio trinitario rivelato da Cristo e la sua testimonianza in un mondo che ne assetato come se si inoltrasse sempre pi in un deserto senzacqua, XVI come disse Benedetto nellomelia inaugurale del suo pontificato. Questa testimonianza comune dei cristiani si deve riflettere in societ dove letica viene sostituita da calcoli unicamente utilitaristici nella lotta per difendere la dignit inviolabile delluomo, dal concepimento fino alla morte. In dialogo con le altre religioni, e in particolare con lebraismo e con lislam, come il Papa ha ripetuto incontrandone alcuni rappresentanti. Con i musulmani e gli ebrei, infatti, i cristiani e i cattolici possono e devono collaborare, in societ dove bisogna lottare insieme per assicurare la dimensione pubblica delle religioni e per creare attraverso la giustizia le condizioni per la pace: opus iustitiae pax, secondo lespressione del profeta Isaia scelta come motto da Eugenio Pacelli. In un tempo di inquietudine e qualunquismo e in circostanze che non di rado schiacciano come in un torchio, quanti vivono nella gioia della Chiesa, che il dono pi bello di Dio, devono lasciarsi trasformare misteriosamente nel vino dolce di Cristo. Offerto a tutti gli uomini con amicizia e con la ragione. Luomo pu oggi distruggere il mondo e per questo con la ragione bisogna ritrovare i fondamenti del diritto. Come ha spiegato al Parlamento di Berlino ha scritto ancora suggestivamente la Frankfurter Allgemeine Zeitung il pescatore di uomini venuto da Roma. g. m. v.

Come posso avere un Dio misericordioso?. La domanda che cinquecento anni fa inquietava il cuore di Martin Lutero tornata a risuonare tra le mura dellantico convento agostiniano di Erfurt. A scandirla stavolta stato Papa Benedetto XVI, confessando che quellinterrogativo continua ancora oggi a colpirlo sempre di nuovo. La questione di Dio ha sottolineato il Pontefice parlando venerd

mattina, 23 settembre, al consiglio dellEvangelische Kirche in Deutschland (Chiesa evangelica in Germania) stata la passione profonda e la forza motrice del cammino interiore di Lutero. Ma resta una questione cruciale per tutti i cristiani, che di fronte ai drammi e alle devastazioni del mondo sono chiamati a riconoscere egoismi e avidit, corruzione e mancanze, piccoli e grandi tornaconti personali. Da qui la con-

vinzione del Papa: quella scottante domanda ha detto deve diventare di nuovo, e certamente in forma nuova, anche la nostra domanda. Proprio a partire dallesperienza di Lutero il Pontefice ha invitato i cristiani al coraggio di rivedere il proprio atteggiamento di fronte a Dio. E a considerare che le grandi cose che abbiamo in comune sono pi importanti di ci che divide e separa. La geografia della fede ha

fatto notare sta profondamente cambiando e le Chiese confessionali storiche devono fare i conti con nuove forme di cristianesimo meno istituzionali e dogmatiche ma pi dinamiche e missionarie. Questo ripropone in forme attuali la questione di ci che resta sempre valido e ci che possa o debba essere cambiato: resta in ogni caso la certezza che la fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per di-

ventare una realt che appartiene al presente. In questa luce va rilanciato anzitutto limpegno ecumenico, a partire dalla capacit ha spiegato il Papa nellomelia della celebrazione svoltasi successivamente nella chiesa dellex convento di testimoniare insieme la presenza del Dio vivente e cos di dare al mondo la risposta di cui ha bisogno. Ma va anche ripreso e sviluppato il dialogo con le altre religioni: con i musulmani, ai quali Benedetto XVI ha indicato lorizzonte di una collaborazione feconda in molti settori della vita civile; e con gli ebrei, che il Papa ha incontrato gioved 22, invitandoli a riscoprire la responsabilit comune per lo sviluppo della societ, la quale possiede sempre anche una dimensione religiosa. Nel pomeriggio della giornata di gioved conclusasi con la messa celebrata nello stadio olimpico di Berlino il viaggio papale ha vissuto uno dei momenti pi intensi con la visita al Parlamento federale, nel Reichstag di Berlino. A politici di ogni schieramento e partito Benedetto XVI ha proposto una riflessione sui fondamenti dello Stato liberale di diritto, ponendo legislatori e uomini di governo di fronte alla questione decisiva su cui oggi si gioca il futuro della democrazia e del diritto: che cosa giusto? come distinguere tra il bene e il male? Per il Papa va ascritto proprio al cristianesimo il merito di aver liberato il diritto dalle contaminazioni religiose per ricondurlo alle sue vere fonti: la natura e la ragione. Una concezione meramente positivista della legge separa, invece, il diritto dallethos e apre la strada alla prevaricazione del potere sulle norme giuridiche. Compito fondamentale della politica non dunque conseguire il successo e tanto meno il profitto materiale, ma servire il diritto e combattere il dominio dellingiustizia. Per evitare che lo Stato, allontanandosi dalla legge, rischi di ridursi a una grossa banda di briganti, come aveva ammonito gi sedici secoli fa santAgostino.
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Sar formalizzata la richiesta di riconoscimento dellOnu nonostante la prospettiva di veto statunitense al Consiglio di sicurezza

Abu Mazen chiede uno Stato palestinese


NEW YORK, 23. La richiesta di riconoscimento di uno Stato di Palestina sar presentata oggi al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, dal presidente dellAutorit palestinese (Ap), Abu Mazen. Ne ha dato conferma ieri sera il rappresentante dellAp allOnu, Mansour Riyad, precisando che Abu Mazen presenter la richiesta formale prima del suo intervento allAssemblea generale, previsto nel pomeriggio. Dopo aver verificato che la richiesta sia tecnicamente conforme allarticolo 4 della Carta delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon la trasmetter al Consiglio di sicurezza, unico organismo legittimato ad avviare leventuale pratica di riconoscimento e a proporla allAssemblea generale stessa. Secondo la delegazione palestinese, Ban Ki-moon ha garantito che lesame non sar sottoposto ad alcun ritardo politicamente motivato. Tuttavia, per leventuale pronunciamento del Consiglio di sicurezza non ci sono scadenze. Dopo lintervento di Abu Mazen, sempre oggi pomeriggio, previsto quello davanti allAssemblea generale del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che si oppone con forza alla prospettiva di un riconoscimento da parte dellOnu di uno Stato palestinese. La richiesta palestinese non sembra comunque destinata ad arrivare in Assemblea generale, almeno sul piano formale, dato che gli Stati Uniti, che in Consiglio di sicurezza sono membri permanenti con diritto di veto, hanno ribadito contrariet alliniziativa palestinese. Nel suo intervento in Assemblea generale allOnu, il presidente statunitense, Barack Obama, ha detto che per arrivare alla pace lunica strada il negoziato diretto tra israeliani e palestinesi, in merito al quale ha comunque dichiarato amarezza e frustrazione. A sbloccare la situazione non sembra aver contribuito neppure lintervento del presidente francese, Nicolas Sarkozy, che ha proposto, con uniniziativa autonoma dal complesso dellUnione europea, una mediazione con il riconoscimento dellAp come Stato osservatore allOnu. Al tempo stesso, Sarkozy ha chiesto agli Stati Uniti di non irrigidirsi sulla minaccia del veto che rischierebbe di innescare una spirale di violenza in Medio Oriente. La proposta del presidente francese, che implicava una ripresa dei negoziati entro un mese e la loro conclusione entro lanno, stata gi respinta dal Governo israeliano. Sembra una buona idea, ma non lo poich non possibile concedere ai palestinesi uno Stato, a prescindere da come lo si descriva, che non sia il frutto di un accordo con Israele, ha fatto sapere un portavoce del ministero degli Esteri israeliano, citato questa mattina dalle agenzie di stampa internazionali. A sostegno delle aspirazioni palestinesi si espresso il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale per raggiungere la pace in Medio Oriente necessario fare pressioni su Israele, perch il Governo israeliano invece di aprire la strada alla pace, costruisce nuovi ostacoli al negoziato. Il premier turco ha inoltre affermato che la Palestina stata indicata dallOnu sin dal 1947, riferendosi alla risoluzione 181 dellAssemblea, nota come Piano per la ripartizione. Sempre ieri, allAssemblea dellOnu intervenuto anche il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, il quale ha tenuto un discorso con accuse agli Stati Uniti e ai Paesi loro alleati. I delegati statunitensi ed europei hanno deciso di abbandonare laula dellAssemblea generale durante lintervento di Ahmadinejad.

Zona pericolo per leconomia mondiale


Leconomia mondiale in zona pericolo. Lallarme in occasione del G20 a Washington stato lanciato dal presidente del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde. Leconomia globale vacilla, le Borse fluttuano e la ripresa sembra ancora lontana. Alla luce di questa situazione, serve una risposta pronta ed efficace. I ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20 si sono impegnati a fornirla: il rischio, altrimenti, che la crisi assuma dimensioni ancora pi preoccupanti. I Paesi del Brics, le cinque grandi economie emergenti, hanno detto di essere pronti a fornire aiuti, ma solo dopo ladozione di politiche macroeconomiche e finanziarie responsabili da parte dei Paesi avanzati.
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Scoperti neutrini che viaggiano a una velocit superiore a quella della luce

Il sorpasso
MARIA MAGGI
A PAGINA

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LOSSERVATORE ROMANO

sabato 24 settembre 2011

Allarme del presidente dellFmi di fronte al fluttuare delle Borse, alle difficolt occupazionali e alla mancanza di ripresa

Intervento della Santa Sede a Ginevra

Zona pericolo per leconomia mondiale


WASHINGTON, 23. Leconomia globale vacilla, le Borse fluttuano e la ripresa sembra ancora lontana. Questo scenario richiede dunque una risposta pronta ed efficace per evitare che la crisi assuma dimensioni ancora pi preoccupanti. Limpegno a dare questa risposta stato formulato ieri dai ministri delle Finanze e dai governatori delle banche centrali del G20, riuniti a Washington. La risposta, hanno dichiarato, deve essere forte e coordinata, cos da affrontare in modo adeguato le nuove sfide poste dalleconomia mondiale. Tuttavia va preso atto che si di nuovo entrati in una zona pericolosa, nella quale assai difficile operare e ottenere risultati se non c, alla base, una vera unit di intenti: lallarme, in tal senso, stato lanciato dal direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che ha richiamato la necessit di una leadership pi forte in grado di porre leconomia mondiale su un piano pi stabile e sicuro. Lagarde ha ricordato che sono ancora deficitarie le politiche a sostegno della ripresa: la crescita mondiale, negli ultimi tempi, ha rallentato, permane la crisi occupazionale, la povert continua a rappresentare un problema molto serio. Di fronte a questo scenario, Lagarde ha invitato a una leadership sincronizzata: insomma, simpone lesigenza di unazione coordinata per uscire dal tunnel e rivedere un po di luce. Stamane, sul versante delle Borse, si registrato un lievo rialzo, dopo che ieri si era assistito a un vero e proprio crollo, provocato dai nuovi timori di recessione globale dopo lallarme della Fed sulla crescita statunitense e i segnali negativi della Cina. LEuropa, su cui continua a pesare la crisi del debito greco e di altri Paesi, ha bruciato in un gioved nerissimo come hanno sottolineato gli osservatori 270 miliardi di capitalizzazione: Parigi la peggiore (meno 5,5 per cento), Milano ha perso il 4,5 per cento. A Wall Street meno 3,2 per cento per lindice S&P. Sempre in riferimento al G20 di Washington, da rilevare che sei capi di Governo hanno scritto una lettera al presidente di turno del gruppo, il francese Nicolas Sarkozy, per sollecitare azioni rapide da parte europea per risolvere la crisi delleurozona. Mentre i Brics, le cinque grandi economie emergenti (dalle quali ci si aspetta una promessa di aiuti alleurozona) hanno dichiarato di essere pronti a fornire sostegno attraverso il Fondo monetario, ma solo dopo ladozione di politiche macroeconomiche e finanziarie responsabili da parte dei Paesi avanzati. Oggi scente delle loro economie alla crescita mondiale, mandando un segnale p0litico significativo: sono pronti a fare la propria parte, a patto di ottenere in cambio un maggior peso nella governance dellFmi. Nel frattempo i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del G20 si sono impegnati ad adottare misure importanti per assicurare la sostenibilit dei conti pubblici e per attuare le decisioni prese nei mesi scorsi. Nel comunicato diffuso al termine dei lavori si afferma che larea euro attuer, entro la prossima riunione, le necessarie azioni per aumentare la flessibilit dellEfsf e per massimizzare il loro impatto, cos da contenere il contagio. Si sottolinea poi la necessit di attuare credibili piani di risanamento dei conti pubblici, come pure si assicura che le banche saranno adeguatamente capitalizzate e avranno accesso sufficiente ai fondi necessari per affrontare gli attuali rischi. Le banche centrali si legge nel comunicato continueranno a restare pronte a fornire liquidit alle banche. Le politiche monetarie manterranno la stabilit dei prezzi e continueranno a sostenere la crescita. Valuteremo i progressi fatti nellattuazione dei nostri impegni alla prossima riunione. Lappuntamento, informano fonti diplomatiche, stato fissato alla met di ottobre, a Parigi.

Convergenza di sforzi per contrastare il traffico di persone umane


Pubblichiamo in una nostra traduzione lintervento pronunciato, il 14 settembre, dallarcivescovo Silvano M. Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso lUfficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra, sul traffico delle persone umane, nellambito della diciottesima sessione del Consiglio dei Diritti dellUomo, in corso a Ginevra. Presidente, il traffico di esseri umani, in particolare di donne e di minori, divenuto un enorme affare globale che coinvolge molti Paesi di origine, di transito e di destinazione. Le vittime del traffico di persone sono circa tre milioni allanno, un commercio lucrativo che genera un reddito annuo di pi di trenta miliardi di dollari statunitensi. Dopo un viaggio rischioso, queste donne e questi minori sono legati ai loro padroni come schiavi perch vengono privati dei passaporti e di altri documenti e il loro senso di identit viene distrutto. Quel che nuovo la globalizzazione di questo commercio, lo sviluppo di un mercato globale che sfrutta la povert estrema e la vulnerabilit di molte donne e di molti minori che cercano di sfuggire a condizioni intollerabili di miseria e di violenza. La conseguenza di questa riduzione in schiavit la perdita dellidentit psico-fisica, della dignit e della libert personali. In particolare, in una siffatta violazione sistematica dei diritti umani una donna finisce per considerarsi un oggetto, una cosa, una merce ed costretta a vivere in una condizione illegale di emarginazione culturale e sociale, svuotata dallabuso sessuale dei suoi valori pi profondi, della propria femminilit, dellautostima e del suo concetto di amore e di vita. Questo degrado soffoca qualsiasi sogno di un futuro luminoso. La comunit internazionale e le legislazioni nazionali hanno approvato varie buone misure volte a evitare lo sfruttamento di persone e a offrire rimedio alle vittime di questo traffico. Il commercio di esseri umani, tuttavia, non accenna a diminuire e assume soltanto forme nuove. La povert endemica e i conflitti armati colpiscono per la maggior parte donne e bambini. La corruzione unaltra causa che favorisce lo sfruttamento delle persone pi vulnerabili. Dunque, lignoranza e la mancanza di esperienza delle vittime stesse permette che vengano raggirate e soggiogate come attrezzi per facili guadagni. Leggi e convenzioni devono essere applicate correttamente se si deve bloccare questo traffico e si devono proteggere le sue vittime. Infatti normative legali indicano direzioni costruttive. In primo luogo, la prevenzione deve essere prioritaria. Programmi di informazione e formazione nei Paesi di origine, spesso generosamente offerti da comunit confessionali, intendono evitare lesodo verso Paesi pi ricchi, per una prevenzione pi efficace pu e deve essere messa in pratica eliminando la richiesta di servizi sessuali e promuovendo la creazione di una nuova cultura nella quale le relazioni interpersonali fra uomo e donna siano basate sul rispetto reciproco e non sulla mercificazione del corpo. In secondo luogo, iniziative concrete vengono indicate per la tutela e la reintegrazione sociale delle vittime di questo traffico, in particolare di quanti chiedono aiuto per uscire dalla condizione di sfruttamento e di schiavit in cui si trovano. Migliaia di giovani donne, per esempio, sono state accolte in casefamiglia create per ospitarle una volta fuggite dai loro sfruttatori. Le giovani donne trovano in queste case protezione, guida e un ambiente amichevole, elementi che promuovono il loro ritorno a una situazione pi umana, normale, e anche spirituale e legale. Vengono aiutate a guarire le ferite causate dal loro sfruttamento e a divenire di nuovo protagoniste del proprio futuro. Per esempio, le buone prassi esistenti portate avanti da religiose diffuse nei vari Paesi per unazione efficiente potrebbero divenire la risposta esemplare a questo problema enorme del traffico di esseri umani. In terzo luogo, la persecuzione dei trafficanti deve essere rafforzata attraverso lapplicazione corretta ed efficace della legge. I trafficanti hanno guadagnato molto denaro che utilizzano per sfuggire alla legge e anche alle condanne ricevute, e il loro rilascio rapido dal carcere espone le loro vittime ancora una volta a un rischio insieme con le loro famiglie nei Paesi di origine. Presidente, per contrastare la piaga del traffico di donne e di bambini con determinazione maggiore e risultati pi concreti, necessaria una convergenza di sforzi: una mentalit che sia incentrata sulla dignit unica di ogni persona, una punizione certa dei trafficanti, la lotta contro la corruzione, un insegnamento corretto nelle scuole sui rapporti reciproci fra uomo e donna, la correttezza dei mezzi di comunicazione sociale nel riportare i danni causati da questo traffico. Infine, fondamentale la collaborazione fra i vari organismi che si occupano di questo problema. Infatti, mentre la legislazione dovrebbe essere costantemente adattata e adeguata allevoluzione del fenomeno di questo traffico, la collaborazione fra istituzioni pubbliche e private e il contributo di volontari garantiranno che nessuna persona possa essere comprata o venduta in violazione della sua dignit e dei suoi diritti umani fondamentali perch creata libera e a immagine di Dio e non per essere trattata come schiava.

Christine Lagarde (LaPresse/Ap)

lEuropa lepicentro della crisi ha dichiarato il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, dopo la riunione con i suoi colleghi di Russia, India, Cina e Sud Africa. Quindi ha aggiunto: I Paesi europei stanno tardando a trovare soluzioni. Nel 2008 luscita dalla crisi stata resa possibile da decisioni rapide, prese insieme. Dobbiamo ritrovare lo stesso atteggiamento nel 2011. I

ministri del Brics hanno evitato di rispondere sullipotesi, ventilata alla vigilia, di acquisti diretti di titoli di Stato dei Paesi della periferia delleuro in difficolt. Il governatore della banca centrale indiana, Duvvuri Subarrao, ha ricordato che la prima destinazione delle risorse dei Paesi emergenti deve essere la lotta alla povert a casa propria. I Brics hanno rivendicato il contributo cre-

Secondo la Banca mondiale

La crisi minaccia i Paesi emergenti


GINEVRA, 23. La crisi delle economie avanzate si pu estendere ai Paesi emergenti, ma pensiamo ancora che una seconda recessione sia improbabile. Si espresso cos Robert Zoellick, presidente della Banca Mondiale, in un intervento sulla situazione mondiale in apertura, ieri, della conferenza annuale della Banca e dellFmi. Certo, la fiducia sulleconomia globale si sta deteriorando giorno dopo giorno ha sottolineato il presidente. Secondo Zoellick, le grandi economie emergenti, i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), devono concentrarsi prima di tutto sui problemi economici interni in quanto la loro situazione rischia di volgere al peggio. Zoellick ha inoltre invitato la Cina a cercare un diverso modello di sviluppo per evitare il pericolo di un surriscaldamento del proprio sistema. Il presidente ha lanciato un appello affinch il mondo non cada nel protezionismo nel caso di un calo della domanda globale, in quanto ci potrebbe avere conseguenze devastanti. Per la Cina ha detto sarebbe intelligente pensare a un differente modello di crescita: questo un problema comune a molte economie emergenti che dovrebbero puntare pi sullo sviluppo della domanda interna, lasciare apprezzare le loro valute e abbattere le barriere protezionistiche.

Tra Google e Facebook confronto allultimo post


NEW YORK, 23. A due giorni dalla conferenza degli sviluppatori del social network Facebook, che dovrebbe annunciare il nuovo servizio Music (e quindi far diventare il sito una vera piattaforma dintrattenimento), Google esce allo scoperto e annuncia lapertura a tutti di Plus, il nuovo servizio dinterazione lanciato a fine giugno, ma anche funzioni inedite. La prima fase di lancio di Plus afferma Mountain View servita per apportare miglioramenti, ma siamo molto lontani dallaver concluso il nostro compito. Unaltra grande novit per il social network la possibilit di estendere le comunicazioni video dal pc al cellulare. Questa funzione una delle perle che secondo Google dovrebbero contraddistinguere Plus (e infatti Facebook era subito dopo corsa ai ripari, annunciando una funzione in collaborazione con Skype) ed molto usata dagli utenti del social network.

Riunione allOnu sulla lotta alla desertificazione


NEW YORK, 23. Per ridurre povert e carestie e per garantire alle popolazioni uno sviluppo sostenibile necessario tutelare la qualit dei terreni grazie a nuove tecniche e aumentare gli investimenti pubblici nelleconomia compatibile con la tutela dellambiente. Lo ha detto il Segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, in una riunione ad alto livello sulla desertificazione tenuta a New York a margine dellAssemblea generale dellOnu stessa. La desertificazione guadagna terreno ovunque nel mondo, ma non una fatalit, pu essere contrastata dallintervento dei Governi. La siccit non deve pi trasformarsi in carestia. Troppo spesso la comunit internazionale ha reagito in ritardo, ha detto il Segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, rivolgendosi a esperti e a un centinaio di capi di Stato e di Governo e ricordando che ogni anno dodici milioni di ettari di terre produttive vanno perse, non tanto per fenomeni naturali quanto per mancanza di adeguati interventi umani di protezione dellambiente.

Un investitore nella Borsa valori di Huaibei, in Cina (Reuters)

Accordo tra enti locali francesi per emettere titoli


PARIGI, 23. Con lobiettivo di trovare fondi aggirando la stretta del credito e i tassi elevati delle banche, una sessantina di enti francesi tra Comuni, Province, Regioni e Comunit urbane hanno raggiunto ieri un importante accordo. Dalla primavera 2012, infatti, verr costituita una apposita struttura per emettere titoli semplici e sicuri e trovare cos i fondi necessari. Lobiettivo principale dellagenzia quello di lanciare una prima emissione entro la fine del prossimo anno e di soddisfare a regime entro una decina di anni un quarto dei bisogni di finanziamento degli enti locali, circa cinque miliardi sui 20 medi annuali totali. Ultimamente, rilevano gli esperti del settore, le banche sono molto restie a concedere i prestiti richiesti, mentre le scadenze per i rimborsi sono sempre pi brevi. Per accedere a questo fondo sar per necessario dimostrare di avere i conti in ordine e un livello congruo di indebitamento. E sar la stessa Agenzia che non avr scopi di lucro per il finanziamento degli investimenti a stilare la lista. Gli esperti parlano di un risparmio complessivo per gli enti locali di circa 300 milioni di euro allanno.

La Russia approva il progetto di bilancio statale


MOSCA, 23. Un deficit pari all1,5 per cento del prodotto interno lordo, una spesa corrente stabile (ma in crescita) intorno al 20-21 per cento del pil, una crescita del 3,7 e uninflazione non superiore al sei per cento, con una previsione del prezzo medio del greggio russo (lUrals) a 100 dollari a barile. Sono questi gli obiettivi del progetto di bilancio statale approvato ieri sera dal Governo russo per il 2012. LEsecutivo ha fissato anche un piano per il budget nel periodo 20132014. Lanno prossimo stimano gli economisti il deficit si dovrebbe attestare a 20,25 miliardi di euro (1,5 del pil), salendo a 23,41 miliardi di euro nel 2013 (1,6 del pil) e scendendo a 11,14 miliardi di euro nel 2014 (0,7 del pil). Le entrate dovrebbero raggiungere invece i 274,7 miliardi di euro nel 2012, salendo a 293,3 e a 328,6 nei due anni successivi. Questi dati sono stati resi noti a poche ore dallapertura a Mosca del congresso di Russia Unita, il partito del premier, Vladimir Putin, in vista delle elezioni legislative del 4 dicembre. Domani, sabato, sono previsti gli interventi del presidente della Repubblica, Dmitri Medvedev, e dello stesso primo ministro russo.

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sabato 24 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
Dopo tre mesi di convalescenza in Arabia Saudita il presidente propone una tregua

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Washington e Islamabad di nuovo ai ferri corti


WASHINGTON, 23. Da tempo le relazioni fra Stati Uniti e Pakistan non sono idilliache. Alti e bassi, critiche e apprezzamenti, il tutto in uno scenario sempre fluido. Ma ieri lattacco di Washington a Islamabad stato pi che significativo. A sferrarlo stato il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Mike Mullen, il quale ha accusato lintelligence di Islamabad di esportare violenza in Afghanistan e di usare la rete Haqqani come strumento per aumentare la propria influenza nella regione. Con lappoggio dellintelligenza pakistana ha affermato lammiraglio Mullen gli uomini di Haqqani hanno pianificato e condotto lattacco con un camion bomba, come lassalto alla nostra ambasciata. Abbiamo informazioni credibili secondo cui essi sono dietro allattacco del 28 giugno contro lhotel Intercontinentale a Kabul e a una serie di altre operazioni pi piccole ma ugualmente andate in porto. Provenendo da Mullen, ha scritto The New York Times, le accuse contro i servizi pakistani assumono un peso eccezionale. Il quotidiano ricorda che lammiraglio ha guidato per anni gli sforzi americani per la crescita della cooperazione con il Pakistan. Il Washington Post riferiva ieri che negli ultimi giorni alti esponenti americani hanno detto chiaramente ai loro omologhi pakistani che, se non verranno tagliati i legami con i talebani, gli Stati Uniti agiranno in maniera unilaterale. Non si fatta attendere la risposta di Islamabad. Il ministro degli Esteri, Hina Rabbani Khar, nel manifestare disappunto di fronte a tali accuse, ha detto che gli Stati Uniti, cos facendo, ci perderanno come partner e come alleato. E il ministro della Difesa, Ahmed Mukhtar, ha definito infondata laccusa di sostenere la rete Haqqani. Le affermazioni di Mullen sinquadrano in uno scenario gi noto: gli Stati Uniti, come pure la comunit internazionale, sospettano che le autorit di Islamabad non facciano abbastanza per combattere il terrorismo. In passato, al riguardo, il segretario di Stato, Hillary Clinton, stata molto critica, esortando il Pakistan a evitare compromessi con i miliziani, per non rischiare di minare la sicurezza non solo del territorio pakistano, ma anche dellintero ambito internazionale. pur vero che pi volte Washington ha tenuto a ribadire che Islamabad, al di l di critiche e riserve, rimane un prezioso alleato di Washington. Ma il capitolo scritto ieri dallammiraglio Mullen fa parte di una storia assai complessa tra Washington e Islamabad. Intanto nel vicino Afghanistan stamane tre militari italiano sono rimasti uccisi in un incidente automobilistico, a Herat, durante uno spostamento.

Saleh torna nella capitale yemenita dove infuria la battaglia


SANA, 23. Il presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh rientrato oggi nel Paese dopo una lunga convalescenza in Arabia Saudita ha proposto alle parti una tregua in attesa che venga trovata una soluzione pacifica alla grave crisi che scuote lo Yemen. Lo ha riferito la televisione panaraba Al Arabiya, mentre a Sana sono ripresi i combattimenti tra truppe lealisti e truppe dissidenti. Bersaglio di manifestazioni di proteste di piazza, il 69enne Saleh era rimasto ferito, il 3 giugno scorso, in un attacco armato contro il palazzo presidenziale a Sana ed era stato ricoverato in un ospedale a Riad per curare le ferite riportate nellattentato. Secondo quanto ha annunciato questa mattina la televisione di Stato yemenita, il presidente ritornato questa mattina in patria in un buono stato di salute. Il Governo yemenita ha smentito le voci, riportate dalla televisione Al Arabiya, di possibili dimissioni del presidente. Intervistato dalla televisione di Dubai, il vice ministro dellInformazione, Abdo Al Janadi, ha negato che Saleh intenda annunciare le sue dimissioni. Queste notizie ha affermato sono state messe in giro dalle opposizioni. Parlare di sue dimissioni fuori luogo. Lemittente satellitare aveva parlato oggi di una riunione che il presidente Saleh dovrebbe tenere nella prossime ore con i vertici del partito del Congresso, al potere nel Paese, nella quale prender una decisione storica per lo Yemen. La violenza non si ferma a Sana: da sabato scorso oltre cento persone sono morte nei combattimenti. Alcuni testimoni hanno riferito di sei persone rimaste uccise oggi nel fuoco incrociato proveniente dalle due parti. Gli scontri sono ricominciati allalba e si concentrano soprattutto nel quartiere di Al Hasaba, che i lealisti stanno bombardando con colpi di mortaio. Ieri la zona era stata teatro di una sanguinosa battaglia tra i miliziani fedeli al generale dissidente, Ali Mohsen Al Ahmar, passato in marzo con lopposizione, e i seguaci di Saghir bin Aziz, di una trib fedele a Saleh. La situazione di estrema violenza nella capitale e anche in altre zone del Paese, soprattutto nel sud ha bloccato, al momento, uniniziativa dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo Persico che chiede a Saleh di trasferire tutti i poteri al suo vice presidente Hadi in cambio dellimmunit per s e la sua famiglia. Almeno dieci persone sono morte ieri nei combattimenti che si sono allargati a nuovi quartieri di Sana, aumentando i timori che la situazione stia precipitando verso unaperta guerra civile. Linviato delle Nazioni Unite, Jamal ben Omar, ha detto allagenzia Afp che nel Paese c il rischio che scoppi una guerra civile. Quattro civili, secondo fonti mediche, sono rimasti uccisi quando si sono trovati in mezzo ai combattimenti tra le due fazioni militari rivali sulla piazza delluniversit, ribattezzata piazza del Cambiamento dagli oppositori, dove i manifestanti sono accampati da mesi. Due donne e un uomo sono stati uccisi da cecchini che sparavano dai tetti. Un altro uomo morto quando una granata di mortaio caduta sulla piazza, ferendo altre nove persone e provocando un incendio tra le tende.

Il presidente yemenita in unimmagine di repertorio (Reuters)

Hanno aderito ventinove Paesi e lUnione europea

Sospeso lassalto a Sirte e Bani Walid per mancanza di munizioni

Una struttura contro il terrorismo


NEW YORK, 23. Ventinove Paesi in tutto il mondo pi lUnione europea hanno dato vita ieri a New York a una nuova organizzazione antiterrorismo internazionale, il Global Counterterrorism Forum (Gctf). Il nuovo organismo, ha spiegato in una nota ufficiale il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, sar una rete antiterroristica agile e in grado di adattarsi alle emergenze, come i nostri avversari. Il Global Counterterrorism Forum informano le agenzie di stampa internazionali sar guidato inizialmente dagli Stati Uniti e dalla Turchia. Tra le 30 Nazioni fondatrici c anche lItalia. E per rendere ancora pi aggressiva la propria strategia di lotta al terrorismo internazionale, gli Stati Uniti intendono estendere le proprie basi di droni (aerei spia senza pilota, che vengono telecomandati dalle basi americane per colpire obiettivi terroristici) anche nel Corno dAfrica e nella penisola arabica. Lo ha riferito il quotidiano The Washington Post, citando fonti riservate dellAmministrazione statunitense. Una delle nuove basi in fase di completamento in Etiopia, unaltra funziona gi da tempo a Gibuti, mentre una terza stata installata alle Seychelles, da dove le operazioni dei droni detti anche hunter-killers (cacciatori-uccisori) sono iniziate durante il mese in corso, dopo che una missione sperimentale in Somalia, partita dallarcipelago in pieno oceano Indiano, aveva dimostrato la piena fattibilit di pattugliamenti a una distanza tanto ingente, quasi 1.300 chilometri in linea daria. Secondo le stesse fonti, la Cia si sta occupando direttamente dellallestimento di unulteriore base a disposizione dei droni in una zona ancora imprecisata della penisola arabica.

Le forze del Cnt conquistano loasi di Shaba


TRIPOLI, 23. caduta unaltra delle ultime roccaforti dei lealisti di Muammar Gheddafi, Sabha, la citt nel deserto a settecentocinquanta chilometri a sud di Tripoli, possibile via di fuga verso il Niger. Ad annunciarlo sono state le forze del Consiglio nazionale di transizione secondo cui numerose personalit dellex regime sarebbero fuggite proprio da Sabha, e tra queste potrebbe esserci anche lintrovabile Gheddafi. In Niger, che gi ha accolto il figlio del ras, Saadi, e altri suoi dignitari, sarebbero scappate ieri altre personalit importanti che erano partigiani di Gheddafi, dopo la caduta di Sabha, ha detto il portavoce militare del Cnt. Attorno agli altri due bastioni fedeli a Gheddafi, Sirte e Bani Walid, invece le armi tacciono per mancanza di munizioni, lo ha annunciato un comandante militare del Cnt. La vittoria finale sul regime di Gheddafi per solo questione di tempo, ha assicurato dalla base di Napoli il generale Charles Bouchard, capo di Unified protector, esprimendo molta fiducia sul fatto che lAlleanza atlantica, che ieri ha deciso di prolungare la missione per altri tre mesi, sar in grado di concluderla nei tempi stabiliti. Sul fronte internazionale, arriva inoltre la decisione del Consiglio Ue di scongelare gli asset controllati dalla Libyan investment authority (Lia). Lo sblocco dei beni consentir, si legge in una nota diffusa a Bruxelles, luso di fondi a fini umanitari e civili, per sostenere la ripresa delle attivit nei settori petrolifero e bancario e per agevolare la costituzione di un nuovo Governo. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha confermato ieri laltissimo riconoscimento da parte statunitense per il ruolo dellItalia in Libia e ha sottolineato che la mancata menzione dellItalia nel discorso allOnu del presidente Obama stata unomissione tecnica. In Tunisia stato arrestato lex primo ministro, Al Mahmudi Al Baghdadi, rimasto al fianco del colonnello fino alla caduta di Tripoli, per poi annunciare il suo passaggio tra le fila dei ribelli, il primo settembre scorso, quando il regime era ormai stato spodestato. Il Cnt stato riconosciuto ieri anche dallAlgeria, che nelle scorse settimane ha dato rifugio alla moglie e a tre figli di Gheddafi.

In Turchia scontri tra esercito e ribelli curdi


ANKARA, 23. Tre membri delle forze di sicurezza turche sono stati uccisi e altre sei persone sono rimaste ferite nel corso di combattimenti e in un attacco dei ribelli curdi nellest e nel sud est del Paese. Teatro degli scontri, nella tarda serata di ieri, stata Catak, nella provincia orientale di Van, epicentro delle operazioni del partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk): un militare e un curdo filogovernativo hanno perso la vita, mentre altri tre membri delle forze di sicurezza sono rimasti feriti. A Diyarbakir, principale citt del sud est popolata soprattutto da curdi, invece, un uomo armato di kalashnikov ha iniziato a sparare su alcuni poliziotti, uccidendone uno e ferendone un altro. Anche due passanti sono rimasti feriti, a quanto riferiscono le forze di sicurezza che attribuiscono lattacco al Pkk. Luomo riuscito a fuggire. I combattimenti tra le forze turche e i ribelli curdi si sono moltiplicati dallinizio dellestate dopo un periodo di calma. La Turchia minaccia di lanciare unincursione militare nel nord dellIraq per colpire le basi del Pkk. E unorganizzazione terroristica curda, quella dei Tak (i falchi per la libert del Kurdistan), ha rivendicato lattentato che marted ha causato tre morti e 43 feriti nel centro di Ankara. Lorganizzazione indipendentista minaccia di prendere ancora di mira grandi citt turche sostenendo che quello dellaltro giorno non che linizio. Lorganizzazione dei Tak che considerata una sotto-sigla affiliata al Pkk aveva gi colpito Istanbul il 31 ottobre del 2010 causando 32 feriti, tra cui 15 agenti di polizia, nella centralissima piazza Taksim.

Elezioni legislative negli Emirati Arabi Uniti


ABU DHABI, 23. Per la seconda volta nella storia, i pochi elettori degli Emirati Arabi Uniti sono convocati alle urne domani per le elezioni legislative. I risultati che usciranno dalle urne indicheranno i nomi dei nuovi venti parlamentari scelti tra una rosa di 468 candidati del Consiglio federale nazionale, lorgano legislativo degli Emirati Arabi Uniti composto da un totale di quaranta membri. Gli altri venti parlamentari verranno nominati dagli sceicchi. Sabato le urne resteranno aperte dalle 8 alle 19 ora locale e il voto sar elettronico, in futuristiche cabine computerizzate. Il Consiglio federale nazionale, un organismo consultivo con pochi poteri, stato costituito nel 1971. Le prime elezioni parlamentari per la met dei componenti dellorganismo risalgono al 2006. Allepoca il cosiddetto collegio elettorale selezionato dai governanti dei sette emirati era costituito da circa seimilaseicento persone e rappresentava circa l1 per cento della popolazione. In questa consultazione il collegio elettorale cresciuto a centoventinovemila persone su una popolazione di circa ottocentomila abitanti.

Cinquantamila persone riportate dalle milizie di al Shabaab nelle regioni sotto il loro controllo

Profughi somali costretti a tornare nelle zone della carestia


MO GADISCIO, 23. Le milizie radicali islamiche di al Shabaab, che guidano linsurrezione contro il Governo somalo del presidente Sharif Ahmed, hanno incominciato a far rientrare oltre cinquantamila persone che avevano abbandonato le zone colpite dalla carestia in Somalia, in particolare le regioni di Bay e Bakool, dirette in cerca di aiuti a Mogadiscio, dove concentrata la maggior parte dellassistenza internazionale. Secondo un portavoce di al Shabaab, tali persone sono state rifornite di viveri per almeno tre mesi e liniziativa stata presa per garantire loro assistenza. Tuttavia, la notizia che gli sfollati sono stati indotti a tornare in zone dove estremamente difficile lazione umanitaria, proprio a causa dellopposizione di al Shabaab agli interventi di personale non islamico, ha suscitato un immediato allarme dellOnu, secondo cui almeno 750.000 persone rischiano di morire di fame.

Cruenti combattimenti sui fronti sudanesi


KHARTOUM, 23. Si sono bruscamente riaccesi ieri i combattimenti nella regione sudanese del Kordofan meridionale, al confine con il nuovo Sud Sudan indipendente. Reparti dellesercito sudanese, che hanno occupato militarmente la regione nelle scorse settimane, hanno ingaggiato battaglia in diverse zone con le milizie del Movimento per la liberazione del popolo sudanese-Nord (SplmNord), storicamente vicine allattuale Governo del Sud Sudan. Nei combattimenti sono state uccise decine di persone, anche se i bilanci forniti dalle due parti divergono: secondo fonti dellAplm-Nord, sono stati uccisi sessanta soldati, mentre fonti del Governo di Khartoum parlano invece di trenta morti fra i ribelli. Le informazioni in questione non possono essere verificate da fonti indipendenti. stato invece confermato da fonti dellOnu lesito cruento con luccisione di dodici soldati sudanesi e di un dipendente di unorganizzazione non governativa di un attacco sferrato da miliziani dellSplm-Nord a un posto di blocco militare, sempre nel Kordofan meridionale. Nuovi combattimenti sono stati segnalati nelle ultime ore anche nel Nilo Azzurro, laltra regione sudanese al confine con il Sud Sudan occupata dalle forze di Khartoum. Due giorni fa, lesercito aveva dichiarato di aver assunto il controllo della strategica postazione di Dindino, a cento chilometri a sud di Damazin, sulla strada per Kormuk, la roccaforte dei ribelli del Nilo Azzurro, al confine con lEtiopia. In ogni caso, la situazione sembra farsi di nuovo incandescente, con pesanti ricadute sulle popolazioni civili. Tra laltro, tanto nel Kordofan meridionale quanto nel Nilo Azzurro le autorit hanno vietato laccesso agli operatori umanitari, rendendo ancora pi drammatica la condizione degli abitanti, migliaia dei quali hanno cercato rifugio nelle campagne.

Profughi nei pressi di Mogadiscio (LaPresse/Ap)

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LOSSERVATORE ROMANO
La teoria della relativit formulata da Einstein messa in discussione dalla scoperta di neutrini che viaggiano a una velocit superiore a quella della luce

sabato 24 settembre 2011

Il sorpasso
Dai laboratori del Cern a Ginevra a quelli sotto il Gran Sasso in sessanta nanosecondi in meno del previsto
di MARIA MAGGI La teoria della relativit? Si rivelata relativa. E la relativit ristretta stavolta rischia di restringersi fino a sparire; il facile calambour, dopo la recente scoperta degli scienziati del Cern di Ginevra e dellitaliano Istituto nazionale di fisica nucleare, sta facendo il giro della Rete, passando da un blog a un sito di informazione allaltro. Diffusa nel pomeriggio di gioved 22 settembre e confermata ufficialmente nella mattinata di venerd, la notizia rischia di stravolgere tutte le convinzioni della fisica moderna: nel corso di un esperimento volto a studiare altri fenomeni gli scienziati sono rimasti allibiti: dei neutrini hanno mostrato una velocit maggiore di quella della luce. Con buona pace di Einstein. Ma entriamo nel dettaglio. I neutrini sono le particelle pi sfuggenti finora scoperte: il loro studio assai interessante perch offre importantissime informazioni in molti campi della fisica, dalla struttura della materia alla struttura stellare, alla cosmologia. Privi di carica elettrica e con una massa estremamente piccola da centomila a un milione di volte inferiore a quella dellelettrone interagiscono molto raramente con la materia: un ipotetico muro di piombo spesso un anno luce bloccherebbe solo la met dei neutrini che lo attraversano. Perci i rivelatori di neutrini di solito contengono centinaia di tonnellate di materiale, costruito in modo tale che pochi atomi al giorno interagiscano con i neutrini entranti. Lesistenza del neutrino fu ipotizzata nel 1930 dal fisico austriaco Wolfang Pauli. Enrico Fermi elabor ulteriormente quelle ipotesi e diede al neutrino il suo nome come diminutivo di quello di unaltra particella neutra, il neutrone, molto pi massiva. Anche Ettore Majorana lavor su queste particelle. Ma i neutrini furono individuati sperimentalmente solo nel 1956, quando Clyde Cowan e Frederick Reines riuscirono per la prima volta a osservare alcune reazioni da questi indotte in un reattore nucleare negli Stati Uniti. Ora queste particelle hanno messo in crisi la teoria della relativit, perch la loro velocit misurata in un esperimento condotto dal Cern risultata superiore a quella della luce. La relativit, infatti, prevede che un corpo dotato di massa non possa mai raggiungere la velocit della luce nel vuoto (299.793 chilometri al secondo) e neppure superarla, perch acquisterebbe una massa infinitamente grande. In particolare, i neutrini oscillano, ossia hanno la particolarit di cambiare aspetto e trasformarsi in tipi differenti della stessa particella. Questa ipotesi, formulata dal fisico italiano Bruno Pontecorvo, stata verificata solo nel 1998 e come conseguenza implica che il neutrino abbia una massa. E proprio per osservare una particolare oscillazione nellarco di tre anni, gli scienziati hanno sparato 15.000 fasci di neutrini dal Cern a Ginevra verso il rivelatore dellIstituto nazionale di fisica nucleare (Infn) che si trova in Italia, sotto il Gran Sasso. I neutrini avrebbero dovuto percorrere i 732 chilometri di distanza tra i due laboratori in 2,4 millesimi di secondo, ma in realt, sostengono i ricercatori, hanno impiegato 60 nanosecondi ovvero 60 miliardesimi di secondo in meno di quanto avrebbero dovuto stando alle ipotesi della relativit di Einstein. La differenza infinitesimale ma, com evidente, concettualmente molto importante. Le anomalie sono state osservate dal rivelatore Opera. Lesperimento composto da due supermoduli formati da un bersaglio e da uno spettrometro magnetico. Il bersaglio composto da piani di scintillatori plastici, tra i quali sono inseriti dei mattoncini formati da pile di fogli di piombo (1 millimetro di spessore) e lastre di emulsione fotografica (grani del diametro di 1 micron). Quando un neutrino di tipo tau interagisce con un mattoncino del bersaglio, la particella tau prodotta viaggia per un breve tragitto nel bersaglio stesso (una frazione di millimetro) e successivamente decade in particelle pi leggere. Lanalisi al microscopio delle tracce lasciate sulle emulsioni fotografiche dalle particelle cariche permette di ricostruire i vertici (primario e secondario) dellevento. Abbiamo controllato e ricontrollato tutto quello che avrebbe potuto alterare le misure, senza trovare nulla spiega Antonio Ereditato, capo del dipartimento High Energy Physics delluniversit di Berna, a capo del team . Ora aspettiamo che altri ricercatori confermino i nostri risultati. A scanso di equivoci, sono stati presi in considerazione persino la deriva dei continenti e gli effetti del terremoto dellAquila del 2009, ma larrivo anticipato dei neutrini stato confermato. E la scoperta cos stupefacente che bisogna ovviamente essere prudenti. La teoria della relativit ristretta di Einstein, infatti, dal 1905 non aveva mai avuto smentite. Se la scoperta fosse confermata, si aprirebbe una pagina del tutto nuova per la fisica. Lesperimento serissimo, i dati raccolti in questi anni sono tanti e molto interessanti spiega Roberto Battiston, che presiede la commissione dellIstituto nazionale di fisica nucleare nel cui ambito nato O pera ma proprio per questo e soprattutto per le loro implicazioni devono essere sottoposti a lunghe valutazioni

Il 24 settembre di centocinquantanni fa moriva Angelo Ramazzotti, vescovo di Pavia e fondatore del Pime

Missionario nel cuore e ricco di povert


di COSTANZO D ONEGANA*

onsignor Angelo Ramazzotti autorevolmente ritenuto uno dei pi grandi vescovi italiani della prima met del XIX secolo. Nacque a Milano nel 1800 da genitori originari di Saronno, citt situata fra Milano e Varese. Compiuti gli studi primari e liceali, si iscrisse alla facolt di legge delluniversit di Pavia e si laure nel 1823. Dopo due anni di tirocinio, lasci la carriera di avvocato per intraprendere gli studi teologici in vista del sacerdozio. Ordinato a Milano nel 1829, lo stesso giorno entr fra gli oblati missionari di Rho, una congregazione diocesana dedita alla predicazione di ritiri, missioni popolari, di cui per tre volte fu superiore. La sua passione, infatti, era levangelizzazione, cui si dedicava in modo instancabile in tutto il vastissimo territorio della diocesi di Milano; spingendosi fino agli angoli pi remoti e difficili delle montagne, dovunque ci fosse da

familiare, dove anche sua madre, rimasta vedova, seguiva con amore i bambini. Scrive il suo primo biografo, don Pietro Cagliaroli: Si fa povero veramente, povero e gramo anche negli abiti per dar pane ai bisogni materiali e spirituali degli orfani e dei giovanetti. Durante le Cinque giornate di Milano, su richiesta del Governo provvisorio di Lombardia, accolse nellorfanotrofio sedici fanciulli figli di soldati austriaci, riuscendo a conservare il clima di armonia abituale in quellistituzione. In quello stesso periodo turbolento Ramazzotti con altri padri oblati fu invitato dal medesimo governo a fare opera di pacificazione fra i contadini della Brianza in agitazione. Egli riusc nellintento, facendo presente con chiarezza alle autorit che il motivo dei disordini non era politico, ma era causato dallo stato di ingiustizia in cui si trovavano i contadini, sfruttati da alcuni padroni. Angelo Ramazzotti coltivava nel fondo del suo cuore lidea di dare un contributo alle missioni estere,

La prima sede dellIstituto delle missioni a Saronno in una foto depoca

annunciare la Parola di Dio, amministrare i sacramenti, visitare e confortare i malati; entrando nei casolari pi inospitali, mangiando il povero cibo degli abitanti. Una caratteristica che sempre brill nella sua vita fu lo spirito di povert e lamore per i poveri. Gi in quei primi anni del suo sacerdozio aiutava generosamente persone bisognose e, soprattutto, nel 1837 apr un oratorio in un ex convento che aveva ricevuto in eredit a Saronno, accogliendo fino a trecento ragazzi e giovani. Nello stesso locale ospit un orfanotrofio, di stile

o partendo lui stesso come missionario o aiutando in qualche modo alcuni seminaristi, che si sentivano fortemente chiamati a questa vocazione. Ma aveva dei dubbi, che per si sono dissolti quando venne a sapere direttamente da un inviato del papa che Pio IX desiderava che in Lombardia nascesse, col concorso dei vescovi, un Seminario di missioni estere. Nominato nel frattempo vescovo di Pavia (1849), si mise subito allopera, contattando gli altri vescovi lombardi per coinvolgerli nellopera e il 1 dicembre 1850 essi

Iniziativa in rete della Conferenza episcopale italiana

Chiese da capire
Una nuova rubrica di architettura stata attivata sul sito internet del Servizio nazionale per ledilizia di culto della Conferenza episcopale italiana (www.edculto.it). La rubrica si chiama Una chiesa al mese e risponde allesigenza di accostarsi a questo argomento in modo approfondito e poliedrico, cercando di cogliere nellinsieme arte, architettura e liturgia. Una chiesa, infatti, non mai solo edificio o contenitore o spazio per celebrare, ma tutte e tre queste cose nello stesso tempo; un tema centrale nel dibattito, spesso presente nelle pagine del nostro giornale, sullarchitettura sacra contemporanea. La rubrica, curata dallo storico dell architettura Andrea Longhi, si propone di condurre i navigatori in un viaggio sui passi di alcuni tra gli autori pi emblematici delle nuove chiese degli ultimi decenni. Destinatario ideale chi desidera investigare gli edifici sacri attraverso questo sguardo tridimensionale, sia egli esperto specialista o progettista, credente o non credente.

firmarono latto formale di fondazione del Seminario (o Istituto). Se questo atto fu del collegio dei vescovi, rimane per chiaro che lispirazione profetica originaria fu di Angelo Ramazzotti, cui va quindi, senza ombra di dubbio, il titolo di fondatore del Seminario (o Istituto) delle missioni estere di Milano, che attualmente porta il nome di Pime. (Pontificio Istituto delle Missioni Estere), dopo lunione voluta da Pio XI col Pontificio Seminario Romano per le Missioni (1926). La prima sede dellistituto fu la sua casa di Saronno. Ramazzotti, andando a Pavia, eredit una diocesi senza titolare da cinque anni, percorsa da correnti contrastanti, come la forte tensione nel clero fra la linea risorgimentale e quella ancora favorevole al potere temporale. Il nuovo vescovo preferiva la posizione conservatrice, ma seppe con saggezza e apertura di idee coltivare rapporti di amicizia e collaborazione con i sacerdoti dellaltra tendenza, affidando loro addirittura posti di alta responsabilit in diocesi. Anche nella relazione con il governo austriaco, pur dimostrandosi suddito fedele, seppe difendere con chiarezza e forza i preti politicamente liberali da provvedimenti punitivi dellautorit. In altri casi sostenne lindipendenza della Chiesa con tale forza che fu oggetto di indagini della polizia segreta. I sacerdoti, la loro formazione sia in seminario che dopo, furono una delle sue priorit e giunse a vivere in comune con un gruppo di loro, detti preti di famiglia. Essi si dedicavano soprattutto alla predicazione delle missioni nelle parrocchie della diocesi, e lo stesso vescovo ne dava personalmente lesempio (predicando anche in dialetto). Ramazzotti si consider sempre e soprattutto un missionario. Laltro versante del suo essere e agire era la carit verso i poveri, che non aveva limiti. Visitava regolarmente i malati negli ospedali. Per le ragazze sordomute apr una scuola, che manteneva con i suoi beni e che affid alle suore Canossiane. Queste furono da lui incaricate anche di una scuola per circa trecento ragazze, mentre adatt alcuni locali del suo episcopio per una scuola serale per listruzione e formazione professionale di centocinquanta ragazzi e giovani. Unaltra istituzione, la Pia Casa dIndustria, accoglieva giornalmente numerosi poveri e Ramazzotti tutti i giorni li visitava, fermandosi a chiacchierare con loro, informandosi sulle loro vicende e sui loro bisogni. Come si vede, Angelo Ramazzotti preferiva investire in opere durature piuttosto che indulgere nella carit spicciola dellelemosina, che tuttavia non trascurava, perch privilegiava il rapporto personale. Per essere ricevuti da lui non servivano raccomandazioni o precedenze, bastava mettersi in fila nellanticamera; egli accoglieva tutti indistintamente, ricchi e poveri, personalit e gente anonima. In due momenti particolari brill la sua carit eroica. Durante la terribile epidemia di colera, che devast la Lombardia nel 1855, egli si recava personalmente al capezzale dei malati nei lazzaretti al

punto che i medici dovettero proibirglielo. E in occasione della piena del Po e del Ticino del 1857 lo si vide recarsi di persona nei luoghi pi colpiti, camminando nel fango fino alle caviglie per avvicinare le persone, rendersi conto della situazione per poi organizzare i soccorsi. Per tutti questi motivi, limperatore dAustria lo propose alla sede patriarcale di Venezia. Vi arriv nel 1858 e vi rimase solo tre anni, fino al 1861, consumato dalla salute cagionevole e dal suo stile di vita povero e totalmente dedicato agli altri. Eppure, in quel poco tempo ebbe modo di distinguersi per alcune decisioni significative, come, in primo luogo, la convocazione e realizzazione del concilio provinciale del Triveneto di cui egli era primate in cui i vescovi della regione affrontarono insieme i pi importanti problemi della Chiesa della loro regione. Intraprese la visita pastorale, cominciando dalle parrocchie pi povere dellEstuario e sfidando i sacerdoti a chiedere di esservi assegnati. Continu a prediligere i poveri. Cagliaroli testimonia: Latrio, lanticamera, a volte, si pu dire che ne formicolassero. E continua: Negli ultimi tempi, sempre crescendo i bisogni dei poveri (...) ordin che si vendessero le argenterie della casa. Il 26 febbraio 1861 Francesco Giuseppe lo nomin deputato della Camera dei Signori del Consiglio dellimperatore. Ramazzotti parlava perfettamente il tedesco e pot prendere parte attiva a una

riunione a Vienna, difendendo il punto di vista della Chiesa sul matrimonio e ottenendo la liberazione di alcuni sacerdoti veneziani detenuti per motivi politici. Il 10 agosto dello stesso anno il cardinale Giacomo Antonelli, segretario di Stato del Papa, gli comunic la decisione di Pio IX di farlo cardinale. A malincuore acconsent, facendo per presente: Mi troverei assolutamente impotente a sostenere le spese che occorrono a farsi alloccasione di nomine cardinalizie. I poveri avevano prosciugato i suoi averi! Angelo Ramazzotti non raggiunse per la porpora, poich mor il 24 settembre, tre giorni prima del concistoro segreto nel quale il Papa lavrebbe elevato a quella dignit. La causa di beatificazione conclusa nella fase di studio. Manca ora solo la dimostrazione di un miracolo compiuto per sua intercessione. *Direttore dellarchivio del Pime

Presentata la stagione dellAccademia Filarmonica Romana

Giochiamo con la musica


stata presentata la stagione dellAccademia Filarmonica Romana, che nel 2011 festeggia i centonovantanni di attivit. Vari i filoni di programmazione. Nel progetto Giocare da grandi i ragazzi dellOrchestra di Fiesole giocheranno a fare musica con Salvatore Accardo, con la speranza che anche i grandi qualche volta ricordino il piacere che regala giocare. Si passa poi alla musica da camera, per la quale previsto un alternarsi di artisti affermati e musicisti ansiosi di far conoscere le loro qualit. Cinque le prime esecuzioni, affidate ai compositori Ravinale, Ambrosini, Boccadoro, Panfili e Franceschini, questultimo in residence presso la Filarmonica. Infine la danza. Quattro gli spettacoli del Festival Internazionale 2012, realizzato in collaborazione con il Teatro Olimpico. In particolare si segnala il debutto romano dellAccademia di danza del Teatro alla Scala: anche in questo caso, protagonisti sono dei ragazzi. La stagione si svolger in quattro sedi, dal Teatro Argentina, al Teatro Olimpico, della Sala Casella e del Teatro India, e si propone anche di aprire nuove strade giocando con accostamenti tra musica jazz, rock e classica. PaGAGnini, ad esempio, lo spettacolo che, per il ciclo Giocare da grandi, debutter a Roma il 1 dicembre al Teatro Olimpico, unendo in un unico show la musica classica, lo humour farsesco, il virtuosismo del violinista di origini libanesi Ara Malikian e del suo quartetto darchi. Il risultato un concerto che passer in rassegna alcuni dei momenti pi alti nella storia della musica classica combinati a motivi pop, da Pachelbel agli U2, chiamando il pubblico ad assumere un ruolo da protagonista. Si conferma inoltre lattenzione per la nuova musica con diverse prime esecuzioni assolute e italiane, a partire dal concerto Serenata per il XXI secolo con lEnsemble Algoritmo diretto da Marco Angius, realizzato in coproduzione con Nuova Consonanza (Sala Casella, 4 dicembre). Il 23 febbraio al Teatro Olimpico verranno eseguiti in unica serata Partita a pugni (1953) di Vieri Tosatti e in prima assoluta Frecciarotta di Riccardo Panfili, scritta su commissione dellAccademia Filarmonica Romana.

Il violinista libanese Ara Malikian

sabato 24 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
A chi vuole fare il teologo

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Tmoignage Chrtien, labb Franz Stock e la Resistenza

Quanto gioverebbe un po di storia


di INOS BIFFI hi vuole dedicarsi alla teologia, non pu trascurarne la storia. La teologia, infatti, si istituita nella storia. Lintelletto e la manifestazione della fede appaiono intrecciate e solidali col linguaggio, la sensibilit, la cultura del tempo, con una variet di atteggiamento, di accoglienza oppure di critica, secondo i casi. Fare teologia, infatti, non significa semplicemente estrarre dalla Rivelazione una trama di verit, da comporre e da connettere secondo un ordine logico, trascurando la loro genesi e la modalit del loro concreto percorso. Le verit cristiane non sono paragonabili a formule geometriche o matematiche, che in se stesse non hanno storia, o a essenze indifferenti alle vicissitudini del tempo. In particolare, la storia della teologia permette di seguire e di capire, secondo le successive epoche, la coscienza di fede della Chiesa, la ragione e gli strumenti delle sue espressioni, quindi la forma e il livello della sua comprensione del mistero, con le sue accentuazioni ed eventualmente i limiti delle sue prospettive e delle sue percezioni, osservando, al riguardo, che lintelligenza del Credo non si manifesta solo nella modalit testuale, ma anche in quella pratica e simbolica, in quella della scuola e in quella dellorazione, in quella dottrinale e in quella dellesperienza e dellarte. Laverlo dimenticato ebbe gravi conseguenze. Anzitutto si , in tal modo, canonizzata la configurazione teologica propria di unepoca, ritenendola in ogni suo aspetto un modello intangibile e irreformabile, che si trattava solo di proseguire e di ripetere. Proprio la storia della teologia, o la storia della fede, avrebbe potuto preservare da questa visione assolutizzante e statica, e aprire alla valutazione e al confronto con altre epoche e con altre espressioni della fede, anche perch le cesure cronologiche non rispecchiano e spesso tradiscono la realt. La stessa storia avrebbe permesso non solo di riconoscere una pluralit teologica nel solco della medesima ortodossia, ma di valorizzare le diffuse e sparse risorse di quelle che potremmo chiamare scuole teologiche. Per sua stessa natura il contenuto del mistero cristiano non comprensibile ed esauribile in ununica tipologia. Conoscere la storia della teologia, con la particolareggiata analisi delle fonti, farebbe inoltre

Per non perdere lanima


Vorremmo persino non omettere un elogio della manualistica, con i suoi diversi trattati, non raramente svolti in maniera eccellente da acuti e illustri maestri; e cio lelogio per la sua funzione pedagogica di introdurre gli alunni a una visione dinsieme della materia teologica e di stimolare a essa lo stesso docente, almeno agli inizi del suo insegnamento, prima delle sue specializzazioni. Oggi, infatti, non indi ANGELO PAOLUZI Nascevano settantanni fa, e per cammini diversi, le chiamate a testimoniare per lo spirito: durante lestate del 1941 nella Francia occupata veniva elaborato a Lione quello che, nellautunno successivo, prender il nome di Tmoignage Chrtien, simbolo della stampa clandestina di credenti impegnati nella Resistenza; a Parigi occupata dai nazisti veniva affidato a un sacerdote tedesco, labb Franz Stock, il compito di prendersi cura dei politici, partigiani, ebrei detenuti nelle carceri della capitale e per lo pi condannati a morte. Due vocazioni difficili. Il titolo della pubblicazione, su due righe, era Courrier franais du Tmoignage Chrtien e aveva per sottotitolo Collegamento del fronte di resistenza spirituale. Una resistenza fiorita spontaneamente con la protezione e il ricovero in canoniche e conventi di militari sbandati, di politici e sindacalisti ricercati dallinvasore e dai suoi complici collaborazionisti, di ebrei che si cercava di porre in salvo in Svizzera e Spagna. Era poi venuta la resistenza passiva al lavoro obbligatorio, e quella attiva di sabotaggio e diffusione di fogli clandestini. Militari e cattolici si muovevano da soli perch i comunisti, bloccati dalla scellerata spartizione della Polonia fra Hitler e Stalin, per bocca del loro capo, Maurice Thorez, avevano dichiarato: Questa guerra non ci riguarda. La tardiva discesa in campo, dopo linvasione tedesca dellUrss, non riscatter del tutto latteggiamento pilatesco; e ci sar il tentativo di annettersi in seguito i meriti della Resistenza con lo slogan del partito dei fucilati, buono per la propaganda ma che non regger al vaglio dellanalisi storica. Di fronte allatteggiamento ambiguo di alcuni membri della gerarchia, non avversi al governo collaborazionista del maresciallo Philippe Ptain, si era mossa una parte del clero. Il gesuita Pierre Chaillet collaborava con una cronaca religiosa al foglio clandestino del movimento Combat, fondato da Henry Frevani cattolici di Lione per denunciare le perversioni dellideologia nazista e le complicit del governo di Vichy con loppressore. Contro il nazismo eresia dei nostri tempi fiorir una consapevolezza culturale che impegner il meglio della cultura cattolica: da Franois Mauriac, che nel Cahier noir, sotto lo pseudonimo di Forez, affermer: Abbiamo fatto la nostra scelta: scommettiamo contro Machiavelli, al filosofo Jacques Maritain, allo scrittore Georges Bernanos, al teorico del personalismo cristiano Emmanuel Mounier. In quegli stessi mesi si precisa laltra vocazione, alla santit personale. Pu sembrare singolare che sia intitolato a un tedesco il piazzale antistante il monumento che sul Mont Valrien, presso Parigi, ricorda i 4.500 fucilati dagli occupanti nazisti fra il 1941 e il 1944. Si tratta appunto dellabb Stock che, simbolo della piet cristiana, accompagn come una forte testimonianza 1.300 di quelle vittime al patibolo.

re. Solo che, anche in questo caso, si richiede la docibilit, senza la quale non resta che pregare. E tuttavia fare teologia non significa limitarsi a esplorarne la storia e a registrarne ed esporne cronologicamente le diverse forme di intelligenza della fede, senza che venga colto ed evidenziato il non mutevole contenuto teoretico della stessa fede e ultimamente della Rivelazione, che la fonte della teologia, Vale per le verit teologiche quanto Maritain afferma della verit in generale, e cio che essa non riconosce come suo criterio il criterio cronologico. Non il tempo che genera la verit. Ci vale specialmente nel caso della Parola di Dio o della realt del mistero rivelato, che loggetto della manifestazione divina e quindi delladesione della fede. La teologia sistematica mira a mettere in luce la verit dello stesso mistero, nel suo nucleo e nelle sue articolazioni: ancora Tommaso parle-

epoca storica, in ogni modo inaccettabile, quando essa appaia incoerente o infedele o in rottura rispetto al Credo ecclesiale della Tradizione. Una professione di fede e quindi una teologia che, poniamo, misconosca la struttura gerarchica della Chiesa, o contesti i sacramenti, o metta in discussione il carattere sacrificale dellEucaristia, rappresenterebbe non un caso di legittima pluralit teologica, ma una deludente novit che infrange la comunione con il Credo della Chiesa di sempre. Di conseguenza, un caso in cui la storia ha arbitrariamente ricreato la verit di fede. Ecco, quindi, un altro profilo da cui risalta limprescindibile necessit della storia della teologia. Com noto, attualmente viene per lo pi praticata, nellinsegnamento della teologia, la distinzione tra la parte storica e la parte sistematica, la prima intesa a studiare il tema teologico nella storia, a partire dalle fonti bibliche; la seconda a rac-

Oggi non infrequente trovare docenti preparatissimi su un singolo trattato teologico ma che ignorano tutto il resto A farne le spese sono gli alunni
frequente trovare docenti versatissimi su un trattato teologico, ma che ignorano, o quasi, tutti gli altri, con linevitabile riflesso di dannose lacune negli alunni, quando, come si sa, i collegamenti tematici sono fondamentali soprattutto nel campo teologico, unificato e insieme irraggiante dal cristocentrismo trinitario e antropologico. La stessa docenza di materie che non si denominano sistematiche e a ognuna delle quali va senzaltro riconosciuta una specifica dignit metodologica e scientifica avrebbe tutto da guadagnare dallampiezza e dal rigore di una fondamentale conoscenza dogmatica e dallattiva consapevolezza che linizio e lesito della scienza teologica il disegno divino. , infatti, questo loggetto della Rivelazione e alla sua illustrazione mirano, alla fine, le competenze nelle diverse branche della teologia. Per fare alcuni nomi di biblisti, felicemente provveduti dal profilo teologico, ricorderei lo stesso celebre fondatore dellcole Biblique, Joseph Lagrange, e pi di recente il geniale Enrico Galbiati, in Italia, o a Rudolf Schnackenburg e Heinrich Schlier, per esempio con la loro mirabile teologia della Chiesa. Del resto, proprio una sensibilit dogmatica abilita a rinvenire gli aspetti del medesimo disegno e ad ampliarne lintelligenza, contro il pericolo di una elaborazione astratta non fondata sulle fonti. Riconosciuto il senso della distinzione tra momento storico della teologia e momento teoretico o sistematico (distinzione assente in epoca medievale, dove linsegnamento della teologia era fondato soprattutto sulla lezione biblica), non si deve dimenticare quanto soprattutto importi, di l dallesigenza didattica, tenerli strettamente uniti. E infatti, da un lato, il mistero nella sua realt teorica, se cos si pu dire, ritrovato, o meglio ci donato, e quasi plasmato e sagomato, nel modulo della storia, fatta di eventi e di parole (gestis verbisque, costituzione Dei Verbum, 2). E, dallaltro lato, la stessa storia appare luogo intrinsecamente irradiato dal mistero e dalla sua dottrina. A questo punto teoria e storia quasi si risolvono luna nellaltra, mentre il dogmatico e lo storico del dogma, non che opporsi, si accordano nella compiaciuta e ammirata contemplazione della luce della Rivelazione, che in ogni epoca dellortodossia cristiana si diffonde nella sua unit luminosa e multiforme.

Labb Franz Stock

Allegoria della Teologia (1630)

rebbe di ordo disciplinae, che la cogliere in una sintesi ordinata i Nella Parigi occupata dai nazisti ragione della sua composizione dati rivenuti. un procedimento fu un sacerdote tedesco a prendersi della Summa Theologiae. senza dubbio pi valido di quello Ora, questa verit della divina seguito dalla teologia manualistica, cura di politici, partigiani scientia non generata dalla storia: segnata da indubbi limiti nella ed ebrei detenuti nelle carceri questa chiamata a esprimerla, a stessa concezione della teologia, penetrarla e a trasmetterla, ma non dove il riferimento biblico era poE per lo pi condannati a morte a ricrearla e a modificarla. Diversa- sto a prova della tesi enunciata. mente avremmo un evoluzionismo Anche se non condivideremmo il nay. Nellestate del 1941 si era tenuveritativo che equivarrebbe al dis- senso, a dir poco, di sufficienza orta una serie di incontri di esponenti solvimento della stessa Rivelazio- mai diffuso nei confronti della madel mondo associativo cattolico, fra ne. Senza una teologia nualistica e in particolare dellantii quali lo stesso padre Chaillet: si teoretica, alla fine la sto- ca teologia delle facolt romane. Le verit cristiane non sono dette il via a una pubblicazione che ria della teologia equiDaltronde, i moduli doltralpe, riassumeva le ragioni della Resivarrebbe allesposizione a loro volta, non erano affatto imparagonabili a formule geometriche stenza cristiana. Ma quello che dodi opinioni, non alla co- muni da limiti e da pregiudizi, e le Occorre seguire e capire veva essere un testo di poche facnoscenza del dogma sal- fiere intenzioni dei teologi discesi ciate divent una specie di manifevifico, e facilmente si in occasione del Vaticano II non secondo le successive epoche sto, nel primo dei quindici quaesporrebbe a sostituire erano in tutto ineccepibili, cos cola coscienza di fede della Chiesa derni diffusi sino al 1945. alla trascendente Parola me, alla fine, i loro stessi prodotti Si scelse laggettivo cristiano al di Dio la semplice e vosbalordivano molto fin che non posto di cattolico: in un ecumeconstatare come non raramente la lubile parola delluomo. trovavano una versione nella linnismo ante litteram analogo a quello persuasione della propria originaliA questo punto lintento della che consolider, nei lager, i legami t o della novit di un orientamen- storia della teologia pu essere me- gua nostrana. In seguito impressiotra credenti delle due confessioni. Il to spesso soltanto un dono fatto glio precisato: quello esattamente navano assai meno. Non dovrebbeprimo fascicolo avr un titolo: alla smemoratezza o allignoranza, di rilevare nei diversi momenti del- ro dimenticarlo neppure i teologi Francia, attenta a non perdere la nel senso di non conoscenza. la vita e della coscienza della Chie- che si compiacciono di elencare nel tua anima, prendendo le mosse Cos, chi si soffermi nel mondo sa la presenza e lemergenza della loro pedigree le universit estere fredal testo di un altro religioso, il fradei Padri della Chiesa o frequenti i verit rivelata, che diviene il crite- quentate. Anche le pi rinomate primi scrittori cristiani, troverebbe rio per giudicare del valore stesso scuderie accolgono, ma non tratello gesuita Gaston Fessard, indiun senso delleconomia di salvezza, della teologia di una determinata sformano chi vi entra. rizzato qualche tempo prima ai giouna cristologia e una dottrina eucaristica di incomparabile e inesauribile valore e di intramontabile attualit, che semmai i secoli succesUna mostra sul frate pittore al Museo Jacquemat-Andr di Parigi sivi hanno, per qualche aspetto, sminuito o attenuato. Una pi ampia e attenta conoscenza storica della teologia avrebbe potuto forse evitare alcune inPer la prima volta la Francia dedica una mo- come Zanobi Strozzi e Benozzo Gozzoli, e fiammate polemiche e alcuni penostra al Beato Angelico; la lacuna viene col- ancora di pittori successivi che hanno subito si fraintendimenti e contrasti sorti mata dal Museo Jacquemat-Andr di Parigi la sua influenza come Domenico di Michelie divampati allinterno della Chieche, dal 23 settembre al 16 gennaio, ospita no e Alessio Baldovinetti. Del frate pittore, sa. Potremmo anche aggiungere Beato Angelico e i Maestri della luce, conosciuto principalmente per gli affreschi a sottolineare limportanza della unesposizione che non si limita a presentare del Convento di San Marco a Firenze, la storia della teologia che essa le opere del maestro toscano ma allarga lo mostra presenta una ventina di opere che rirappresenterebbe uneccellente inisguardo sui pittori precedenti, coevi e succes- velano un talento eclettico, in grado di eccelziazione agli studi teologici, obblisivi. Il risultato unanalisi a tutto campo lere sia nella miniatura che nella pittura su gandone i novizi, come li chiadella rivoluzione artistica e culturale che Fi- tavola; lavori dove lo splendore degli ori si merebbe san Tommaso, alla ricerca renze visse allinizio del XV secolo. Realizzata fonde con una nuova visione delluomo e paziente e allascolto prolungato con il sostegno della Soprintendenza Specia- della natura. Chiude il percorso della mostra della tradizione teologica, e quindi le per il Patrimonio Storico, Artistico ed Et- Capolavori di Beato Angelico, la sezione a munirsi degli strumenti necessari noantropologico e del Polo Museale della che ospita le opere di grandi dimensioni e di per intraprenderla. Si eviterebbe citt di Firenze e con il contributo della Gal- notevole impatto estetico. Tra questi segnacos la presunzione, definita leria degli Uffizi, della Galleria dellAccade- liamo il trittico Ascensione, Giudizio Universale dallAngelico madre degli errori mia e del Bargello, la mostra propone anche Pentecoste che riflette il suo prodigioso senso (Summa contra Gentiles, I, 5), di rilavori di pittori illustri che hanno influenzato della composizione e lArmadio degli Argenti, tenere che finalmente con se stessi lAngelico, come il suo maestro Lorenzo Mo- realizzato negli ultimi anni della sua carriera, incomincia la teologia e si eviterebnaco e Gentile da Fabriano, di artisti con- che racchiude tutta larte del maestro toscabero giudizi avventati e infondati, temporanei tra cui Masolino, Paolo Uccello e no: la finezza della composizione, la lucencome, ad esempio, quelli su san Beato Angelico, Incoronazione della Vergine (1432) Tommaso imparato per sentito diFilippo Lippi, di suoi allievi e collaboratori tezza dei colori e la vibrazione della luce.

Finalmente il Beato Angelico arriva in Francia

Dal 2009 in corso il processo di beatificazione, su una richiesta redatta gi nel 1993 nelle due lingue da diverse associazioni che curano la memoria del sacerdote. La cui coerenza si ritrova negli atteggiamenti quotidiani: indossare sempre la tonaca e un bracciale con la croce (diversamente dagli altri cappellani); correre il rischio di inoltrare ai prigionieri le lettere dei familiari e accettare di portare a questi ultimi gli estremi messaggi dei condannati; e infine la tensione dei colloqui, ai quali non si sottraeva mai, con i candidati alla morte. C un suo diario fatto di poche, drammatiche note sui suoi assistiti: non tutti credenti come Honor dEstienne dOrves o Jacques Bonsergent, ma anche il dirigente comunista Gabriel Pri. Alla liberazione di Parigi, il 25 agosto 1944, Stock rifiuta di fuggire per assistere, allospedale della Piti, alcune centinaia di soldati tedeschi gravemente feriti o intrasportabili. Prigioniero nel campo di Cherbourg, viene contattato dalla cappellania militare delle Forze francesi libere per una singolare iniziativa. Sar il Seminario dei reticolati, nel quale passeranno sino al 1947 oltre 950 novizi, diaconi, preti tedeschi per completare la preparazione al ministero. Il seminario godr della benevolenza dellallora nunzio a Parigi, monsignor Angelo Maria Roncalli, il quale, il Venerd Santo del 1947, ordiner due preti. Il Seminario affermer fa onore tanto alla Francia che alla Germania, adatto a diventare un simbolo di riconciliazione e di dialogo. Labb Stock morir allimprovviso, nel 1948, a 44 anni; il suo feretro, benedetto dal nunzio, sar seguito da pochi amici. Ma gi lanno seguente si terr una cerimonia pubblica nel Duomo degli Invalidi; e negli stessi giorni in cui lAssemblea Nazionale approver, nel giugno 1963, il trattato franco-tedesco, la salma sar inumata in una chiesa di Chartres, citt simbolo delle memorie francesi. In occasione dei cinquantanni dalla morte, nel febbraio del 1998, lo hanno ricordato il cardinale di Parigi Jean-Marie Lustiger, il presidente dei vescovi tedeschi, monsignor Karl Lehmann, insieme con il cancelliere federale Helmut Kohl e il presidente del Senato francese Monory. Onoravano un grande spirito che in un messaggio ai suoi seminaristi prigionieri aveva detto: un numero di santi voluti dalla Provvidenza baster a salvare la nostra epoca.

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LOSSERVATORE ROMANO
Il discorso dinanzi al Parlamento federale nel Reichstag di Berlino

sabato 24 settembre 2011

sabato 24 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO

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Per una politica al servizio del diritto e della giustizia


La visita del Papa al Parlamento federale tedesco si svolta nel pomeriggio di gioved 22 settembre, nel Reichstag di Berlino. Di seguito il discorso pronunciato dal Pontefice.

Sehr geehrter Herr Bundesprsident! Herr Bundestagsprsident! Frau Bundeskanzlerin! Frau Bundesratsprsidentin! Meine Damen und Herren Abgeordnete! Es ist mir Ehre und Freude, vor diesem Hohen Haus zu sprechen vor dem Parlament meines deutschen Vaterlandes, das als demokratisch gewhlte Volksvertretung hier zusammenkommt, um zum Wohl der Bundesrepublik Deutschland zu arbeiten. Dem Herrn Bundestagsprsidenten mchte ich fr seine Einladung zu dieser Rede ebenso danken wie fr die freundlichen Worte der Begrung und Wertschtzung, mit denen er mich empfangen hat. In dieser Stunde wende ich mich an Sie, verehrte Damen und Herren gewi auch als Landsmann, der sich lebenslang seiner Herkunft verbunden wei und die Geschicke der deutschen Heimat mit Anteilnahme verfolgt. Aber die Einladung zu dieser Rede gilt mir als Papst, als Bischof von Rom, der die oberste Verantwortung fr die katholische Christenheit trgt. Sie anerkennen damit die Rolle, die dem Heiligen Stuhl als Partner innerhalb der Vlkerund Staatengemeinschaft zukommt. Von dieser meiner internationalen Verantwortung her mchte ich Ihnen einige Gedanken ber die Grundlagen des freiheitlichen Rechtsstaats vorlegen. Lassen Sie mich meine berlegungen ber die Grundlagen des Rechts mit einer kleinen Geschichte aus der Heiligen Schrift beginnen. Im ersten Buch der Knige wird erzhlt, da Gott dem jungen Knig Salomon bei seiner Thronbesteigung eine Bitte freistellte. Was wird sich der junge Herrscher in diesem Augenblick erbitten? Erfolg Reichtum langes Leben Vernichtung der Feinde? Nicht um diese Dinge bittet er. Er bittet: Verleih deinem Knecht ein hrendes Herz, damit er dein Volk zu regieren und das Gute vom Bsen zu unterscheiden versteht (1Kn 3,9). Die Bibel will uns mit dieser Erzhlung sagen, worauf es fr einen Politiker letztlich ankommen mu. Sein letzter Mastab und der Grund fr seine Arbeit als Politiker darf nicht der Erfolg und schon gar nicht materieller Gewinn sein. Die Politik mu Mhen um Gerechtigkeit sein und so die Grundvoraussetzung fr Friede schaffen. Natrlich wird ein Politiker den Erfolg suchen, ohne den er berhaupt nicht die Mglichkeit politischer Gestaltung htte. Aber der Erfolg ist dem Mastab der Gerechtigkeit, dem Willen zum Recht und dem Verstehen fr das Recht untergeordnet. Erfolg kann auch Verfhrung sein und kann so den Weg auftun fr die Verflschung des Rechts, fr die Zerstrung der Gerechtigkeit. Nimm das Recht weg was ist dann ein Staat noch anderes als eine groe Ruberbande, hat der heilige Augustinus einmal gesagt (De civitate Dei, IV, 4, 1). Wir Deutsche wissen es aus eigener Erfahrung, da diese Worte nicht ein leeres Schreckgespenst sind. Wir haben erlebt, da Macht von Recht getrennt wurde, da Macht gegen Recht stand, das Recht zertreten hat und da der Staat zum Instrument der Rechtszerstrung wurde zu einer sehr gut organisierten Ruberbande, die die ganze Welt bedrohen und an den Rand des Abgrunds treiben konnte. Dem Recht zu dienen und der Herrschaft des Unrechts zu wehren ist und bleibt die grundlegende Aufgabe des Politikers. In einer historischen Stunde, in der dem Menschen Macht zugefallen ist, die bisher nicht vorstellbar war, wird diese Aufgabe besonders dringlich. Der Mensch kann die Welt zerstren. Er kann sich selbst manipulieren. Er kann sozusagen Menschen machen und Menschen vom Menschsein ausschlieen. Wie erkennen wir, was recht ist? Wie knnen wir zwischen Gut und Bse, zwischen wahrem Recht und Scheinrecht unterscheiden? Die salomonische Bitte bleibt die entscheidende Frage, vor der der Politiker und die Politik auch heute stehen. In einem Groteil der rechtlich zu regelnden Materien kann die Mehrheit ein gengendes Kriterium sein. Aber da in den Grundfragen des Rechts, in denen es um die Wrde des Menschen und der Menschheit geht, das Mehrheitsprinzip nicht

ausreicht, ist offenkundig: Jeder Verantwortliche mu sich bei der Rechtsbildung die Kriterien seiner Orientierung suchen. Im 3. Jahrhundert hat der groe Theologe Origenes den Widerstand der Christen gegen bestimmte geltende Rechtsordnungen so begrndet: Wenn jemand sich bei den Skythen befnde, die gottlose Gesetze haben, und gezwungen wre, bei ihnen zu leben ..., dann wrde er wohl sehr vernnftig handeln, wenn er im Namen des Gesetzes der Wahrheit, das bei den Skythen ja Gesetzwidrigkeit ist, zusammen mit Gleichgesinnten auch entgegen der bei jenen bestehenden Ordnung Vereinigungen bilden wrde ... (Contra Celsum GCS Orig. 428 [Koetschau]; vgl. A. Frst, Monotheismus und Monarchie. Zum Zusammenhang von Heil und Herrschaft in der Antike. In: Theol.Phil. 81 [2006] 321-338; Zitat S. 336; vgl. auch J. Ratzinger, Die Einheit der Nationen. Eine Vision der Kirchenvter [Salzburg Mnchen 1971] 60). Von dieser berzeugung her haben die Widerstandskmpfer gegen

lichen Jahrhunderts kam es zu einer Begegnung zwischen dem von stoischen Philosophen entwickelten sozialen Naturrecht und verantwortlichen Lehrern des rmischen Rechts. (Vgl. W. Waldstein, Ins Herz geschrieben. Das Naturrecht als Fundament einer menschlichen Gesellschaft [Augsburg 2010] 11ff; 31-61). In dieser Berhrung ist die abendlndische Rechtskultur geboren worden, die fr die Rechtskultur der Menschheit von entscheidender Bedeutung war und ist. Von dieser vorchristlichen Verbindung von Recht und Philosophie geht der Weg ber das christliche Mittelalter in die Rechtsentfaltung der Aufklrungszeit bis hin zur Erklrung der Menschenrechte und bis zu unserem deutschen Grundgesetz, mit dem sich unser Volk 1949 zu den unverletzlichen und unveruerlichen Menschenrechten als Grundlage jeder menschlichen Gemeinschaft, des Friedens und der Gerechtigkeit in der Welt bekannt hat. Fr die Entwicklung des Rechts und fr die Entwicklung der Huma-

das Naziregime und gegen andere totalitre Regime gehandelt und so dem Recht und der Menschheit als ganzer einen Dienst erwiesen. Fr diese Menschen war es unbestreitbar evident, da geltendes Recht in Wirklichkeit Unrecht war. Aber bei den Entscheidungen eines demokratischen Politikers ist die Frage, was nun dem Gesetz der Wahrheit entspreche, was wahrhaft recht sei und Gesetz werden knne, nicht ebenso evident. Was in bezug auf die grundlegenden anthropologischen Fragen das Rechte ist und geltendes Recht werden kann, liegt heute keineswegs einfach zutage. Die Frage, wie man das wahrhaft Rechte erkennen und so der Gerechtigkeit in der Gesetzgebung dienen kann, war nie einfach zu beantworten, und sie ist heute in der Flle unseres Wissens und unseres Knnens noch sehr viel schwieriger geworden. Wie erkennt man, was recht ist? In der Geschichte sind Rechtsordnungen fast durchgehend religis begrndet worden: Vom Blick auf die Gottheit her wird entschieden, was unter Menschen rechtens ist. Im Gegensatz zu anderen groen Religionen hat das Christentum dem Staat und der Gesellschaft nie ein Offenbarungsrecht, nie eine Rechtsordnung aus Offenbarung vorgegeben. Es hat stattdessen auf Natur und Vernunft als die wahren Rechtsquellen verwiesen auf den Zusammenklang von objektiver und subjektiver Vernunft, der freilich das Gegrndetsein beider Sphren in der schpferischen Vernunft Gottes voraussetzt. Die christlichen Theologen haben sich damit einer philosophischen und juristischen Bewegung angeschlossen, die sich seit dem 2. Jahrhundert v. Chr. gebildet hatte. In der ersten Hlfte des 2. vorchrist-

nitt war es entscheidend, da sich die christlichen Theologen gegen das vom Gtterglauben geforderte religise Recht auf die Seite der Philosophie gestellt, Vernunft und Natur in ihrem Zueinander als die fr alle gltige Rechtsquelle anerkannt haben. Diesen Entscheid hatte schon Paulus im Brief an die Rmer vollzogen, wenn er sagt: Wenn Heiden, die das Gesetz (die Tora Israels) nicht haben, von Natur aus das tun, was im Gesetz gefordert ist, so sind sie ... sich selbst Gesetz. Sie zeigen damit, da ihnen die Forderung des Gesetzes ins Herz geschrieben ist; ihr Gewissen legt Zeugnis davon ab ... (Rm 2,14f). Hier erscheinen die beiden Grundbegriffe Natur und Gewissen, wobei Gewissen nichts anderes ist als das hrende Herz Salomons, als die der Sprache des Seins geffnete Vernunft. Wenn damit bis in die Zeit der Aufklrung, der Menschenrechtserklrung nach dem Zweiten Weltkrieg und in der Gestaltung unseres Grundgesetzes die Frage nach den Grundlagen der Gesetzgebung geklrt schien, so hat sich im letzten halben Jahrhundert eine dramatische Vernderung der Situation zugetragen. Der Gedanke des Naturrechts gilt heute als eine katholische Sonderlehre, ber die auerhalb des katholischen Raums zu diskutieren nicht lohnen wrde, so da man sich schon beinahe schmt, das Wort berhaupt zu erwhnen. Ich mchte kurz andeuten, wieso diese Situation entstanden ist. Grundlegend ist zunchst die These, da zwischen Sein und Sollen ein unberbrckbarer Graben bestehe. Aus Sein knne kein Sollen folgen, weil es sich da um zwei vllig verschiedene Bereiche handle. Der Grund dafr ist das inzwischen fast allgemein angenommene positivistische Ver-

stndnis von Natur. Wenn man die Natur mit den Worten von H. Kelsen als ein Aggregat von als Ursache und Wirkung miteinander verbundenen Seinstatsachen ansieht, dann kann aus ihr in der Tat keine irgendwie geartete ethische Weisung hervorgehen. (Waldstein, a.a.O., 15-21). Ein positivistischer Naturbegriff, der die Natur rein funktional versteht, so wie die Naturwissenschaft sie erkennt, kann keine Brcke zu Ethos und Recht herstellen, sondern wiederum nur funktionale Antworten hervorrufen. Das gleiche gilt aber auch fr die Vernunft in einem positivistischen, weithin als allein wissenschaftlich angesehenen Verstndnis. Was nicht verifizierbar oder falsifizierbar ist, gehrt danach nicht in den Bereich der Vernunft im strengen Sinn. Deshalb mssen Ethos und Religion dem Raum des Subjektiven zugewiesen werden und fallen aus dem Bereich der Vernunft im strengen Sinn des Wortes heraus. Wo die alleinige Herrschaft der positivistischen Vernunft gilt und das ist in unserem ffentlichen Bewutsein weithin der Fall , da sind die klassischen Erkenntnisquellen fr Ethos und Recht auer Kraft gesetzt. Dies ist eine dramatische Situation, die alle angeht und ber die eine ffentliche Diskussion notwendig ist, zu der dringend einzuladen eine wesentliche Absicht dieser Rede bildet. Das positivistische Konzept von Natur und Vernunft, die positivistische Weltsicht als Ganze ist ein groartiger Teil menschlichen Erkennens und menschlichen Knnens, auf die wir keinesfalls verzichten drfen. Aber es ist nicht selbst als Ganzes eine dem Menschsein in seiner Weite entsprechende und gengende Kultur. Wo die positivistische Vernunft sich allein als die gengende Kultur ansieht und alle anderen kulturellen Realitten in den Status der Subkultur verbannt, da verkleinert sie den Menschen, ja sie bedroht seine Menschlichkeit. Ich sage das gerade im Hinblick auf Europa, in dem weite Kreise versuchen, nur den Positivismus als gemeinsame Kultur und als gemeinsame Grundlage fr die Rechtsbildung anzuerkennen, alle brigen Einsichten und Werte unserer Kultur in den Status einer Subkultur verweisen und damit Europa gegenber den anderen Kulturen der Welt in einen Status der Kulturlosigkeit gerckt und zugleich extremistische und radikale Strmungen herausgefordert werden. Die sich exklusiv gebende positivistische Vernunft, die ber das Funktionieren hinaus nichts wahrnehmen kann, gleicht den Betonbauten ohne Fenster, in denen wir uns Klima und Licht selber geben, beides nicht mehr aus der weiten Welt Gottes beziehen wollen. Und dabei knnen wir uns doch nicht verbergen, da wir in dieser selbstgemachten Welt im stillen doch aus den Vorrten Gottes schpfen, die wir zu unseren Produkten umgestalten. Die Fenster mssen wieder aufgerissen werden, wir mssen wieder die Weite der

Welt, den Himmel und die Erde sehen und all dies recht zu gebrauchen lernen. Aber wie geht das? Wie finden wir in die Weite, ins Ganze? Wie kann die Vernunft wieder ihre Gre finden, ohne ins Irrationale abzugleiten? Wie kann die Natur wieder in ihrer wahren Tiefe, in ihrem Anspruch und mit ihrer Weisung erscheinen? Ich erinnere an einen Vorgang in der jngeren politischen Geschichte, in der Hoffnung, nicht allzusehr miverstanden zu werden und nicht zu viele einseitige Polemiken hervorzurufen. Ich wrde sagen, da das Auftreten der kologischen Bewegung in der deutschen Politik seit den 70er Jahren zwar wohl nicht Fenster aufgerissen hat, aber ein Schrei nach frischer Luft gewesen ist und bleibt, den man nicht berhren darf und nicht beiseite schieben kann, weil man zu viel Irrationales darin findet. Jungen Menschen war bewut geworden, da irgend etwas in unserem Umgang mit der Natur nicht stimmt. Da Materie nicht nur Material fr unser Machen ist, sondern da die Erde selbst ihre Wrde in sich trgt und wir ihrer Weisung folgen mssen. Es ist wohl klar, da ich hier nicht Propaganda fr eine bestimmte politische Partei mache nichts liegt mir ferner als dies. Wenn in unserem Umgang mit der Wirklichkeit etwas nicht stimmt, dann mssen wir alle ernstlich ber das Ganze nachdenken und sind alle auf die Frage nach den Grundlagen unserer Kultur berhaupt verwiesen. Erlauben Sie mir, bitte, da ich noch einen Augenblick bei diesem Punkt bleibe. Die Bedeutung der kologie ist inzwischen unbestritten. Wir mssen auf die Sprache der Natur hren und entsprechend antworten. Ich mchte aber nachdrcklich einen Punkt ansprechen, der nach wie vor wie mir scheint ausgeklammert wird: Es gibt auch eine kologie des Menschen. Auch der Mensch hat eine Natur, die er achten mu und die er nicht beliebig manipulieren kann. Der Mensch ist nicht nur sich selbst machende Freiheit. Der Mensch macht sich nicht selbst. Er ist Geist und Wille, aber er ist auch Natur, und sein Wille ist dann recht, wenn er auf die Natur achtet, sie hrt und sich annimmt als der, der er ist und der sich nicht selbst gemacht hat. Gerade so und nur so vollzieht sich wahre menschliche Freiheit. Kehren wir zurck zu den Grundbegriffen Natur und Vernunft, von denen wir ausgegangen waren. Der groe Theoretiker des Rechtspositivismus, Kelsen, hat im Alter von 84 Jahren 1965 den Dualismus von Sein und Sollen aufgegeben. (Es trstet mich, da man mit 84 Jahren offenbar noch etwas Vernnftiges denken kann.) Er hatte frher gesagt, da Normen nur aus dem Willen kommen knnen. Die Natur knnte folglich Normen nur enthalten so fgt er hinzu , wenn ein Wille diese Normen in sie hineingelegt htte. Dies wiederum sagt er

wrde einen Schpfergott voraussetzen, dessen Wille in die Natur miteingegangen ist. ber die Wahrheit dieses Glaubens zu diskutieren, ist vllig aussichtslos, bemerkt er dazu (Zitiert nach Waldstein, a.a.O.. 19). Wirklich? mchte ich fragen. Ist es wirklich sinnlos zu bedenken, ob die objektive Vernunft, die sich in der Natur zeigt, nicht eine schpferische Vernunft, einen Creator Spiritus voraussetzt? An dieser Stelle mte uns das kulturelle Erbe Europas zu Hilfe kommen. Von der berzeugung eines Schpfergottes her ist die Idee der Menschenrechte, die Idee der Gleichheit aller Menschen vor dem Recht, die Erkenntnis der Unantastbarkeit der Menschenwrde in jedem einzelnen Menschen und das Wissen um die Verantwortung der Menschen fr ihr Handeln entwickelt worden. Diese Erkenntnisse der Vernunft bilden unser kulturelles Gedchtnis. Es zu ignorieren oder als bloe Vergangenheit zu betrachten, wre eine Amputation unserer Kultur insgesamt und wrde sie ihrer Ganzheit berauben. Die Kultur Europas ist aus der Begegnung von Jerusalem, Athen und Rom aus der Begegnung zwischen dem Gottesglauben Israels, der philosophischen Vernunft der Griechen und dem Rechtsdenken Roms entstanden. Diese dreifache Begegnung bildet die innere Identitt Europas. Sie hat im Bewutsein der Verantwortung des Menschen vor Gott und in der Anerkenntnis der unantastbaren Wrde des Menschen, eines jeden Menschen, Mastbe des Rechts gesetzt, die zu verteidigen uns in unserer historischen Stunde aufgegeben ist. Dem jungen Knig Salomon ist in der Stunde seiner Amtsbernahme eine Bitte freigestellt worden. Wie wre es, wenn uns, den Gesetzgebern von heute, eine Bitte freigestellt wrde? Was wrden wir erbitten? Ich denke, auch heute knnten wir letztlich nichts anderes wnschen als ein hrendes Herz die Fhigkeit, Gut und Bse zu unterscheiden und so wahres Recht zu setzen, der Gerechtigkeit zu dienen und dem Frieden. Ich danke Ihnen fr Ihre Aufmerksamkeit! Ecco una nostra traduzione italiana del discorso del Papa. Illustre Signor Presidente Federale! Signor Presidente del Bundestag! Signora Cancelliere Federale! Signora Presidente del Bundesrat! Signore e Signori Deputati! per me un onore e una gioia parlare davanti a questa Camera alta davanti al Parlamento della mia Patria tedesca, che si riunisce qui come rappresentanza del popolo, eletta democraticamente, per lavorare per il bene della Repubblica Federale della Germania. Vorrei ringraziare il Signor Presidente del Bundestag per il suo invito a tenere questo discorso, cos come per le gentili parole di

benvenuto e di apprezzamento con cui mi ha accolto. In questa ora mi rivolgo a Voi, stimati Signori e Signore certamente anche come connazionale che si sa legato per tutta la vita alle sue origini e segue con partecipazione le vicende della Patria tedesca. Ma linvito a tenere questo discorso rivolto a me in quanto Papa, in quanto Vescovo di Roma, che porta la suprema responsabilit per la cristianit cattolica. Con ci Voi riconoscete il ruolo che spetta alla Santa Sede quale partner allinterno della Comunit dei Popoli e degli Stati. In base a questa mia responsabilit internazionale vorrei proporVi alcune considerazioni sui fondamenti dello Stato liberale di diritto. Mi si consenta di cominciare le mie riflessioni sui fondamenti del diritto con una piccola narrazione tratta dalla Sacra Scrittura. Nel Primo Libro dei Re si racconta che al giovane re Salomone, in occasione della sua intronizzazione, Dio concesse di avanzare una richiesta. Che cosa chieder il giovane sovrano in questo momento? Successo, ricchezza, una lunga vita, leliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo egli chiede. Domanda invece: Concedi al tuo servo un cuore docile, perch sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male (1 Re 3, 9). Con questo racconto la Bibbia vuole indicarci che cosa, in definitiva, deve essere importante per un politico. Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale. La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare cos le condizioni di fondo per la pace. Naturalmente un politico cercher il successo senza il quale non potrebbe mai avere la possibilit dellazione politica effettiva. Ma il successo subordinato al criterio della giustizia, alla volont di attuare il diritto e allintelligenza del diritto. Il successo pu essere anche una seduzione e cos pu aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia. Togli il diritto e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti? ha sentenziato una volta santAgostino. (De civitate Dei IV, 4, 1). Noi tedeschi sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, cos che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto era diventato una banda di briganti molto ben organizza-

ta, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sullorlo del precipizio. Servire il diritto e combattere il dominio dellingiustizia e rimane il compito fondamentale del politico. In un momento storico in cui luomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito diventa particolarmente urgente. Luomo in grado di distruggere il mondo. Pu manipolare se stesso. Pu, per cos dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dallessere uomini. Come riconosciamo che cosa giusto? Come possiamo distinguere tra il bene e il male, tra il vero diritto e il diritto solo apparente? La richiesta salomonica resta la questione decisiva davanti alla quale luomo politico e la politica si trovano anche oggi. In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza pu essere un criterio sufficiente. Ma evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali in gioco la dignit delluomo e dellumanit, il principio maggioritario non basta: nel processo di formazione del diritto, ogni persona che ha responsabilit deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento. Nel terzo secolo, il grande teologo Origene ha giustificato cos la resistenza dei cristiani a certi ordinamenti giuridici in vigore: Se qualcuno si trovasse presso il popolo della Scizia che ha leggi irreligiose e fosse costretto a vivere in mezzo a loro... questi senzaltro agirebbe in modo molto ragionevole se, in nome della legge della verit che presso il popolo della Scizia appunto illegalit, insieme con altri che hanno la stessa opinione, formasse associazioni anche contro lordinamento in vigore ... (Contra Celsum GCS Orig. 428 [Koetschau]; cfr. A. Frst, Monotheismus und Monarchie. Zum Zusammenhang von Heil und Herrschaft in der Antike. In: Theol.Phil. 81 [2006] 321 338; citazione p. 336; cfr. anche J. Ratzinger, Die Einheit der Nationen. Eine Vision der Kirchenvter [Salzburg Mnchen 1971] 60). In base a questa convinzione, i combattenti della resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo cos un servizio al diritto e allintera umanit. Per queste persone era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realt, era ingiustizia. Ma nelle decisioni di un politico democratico, la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verit, che cosa sia veramente giusto e possa diventare legge non altrettanto evidente. Ci che in riferimento alle fondamentali questioni antro-

pologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non affatto evidente di per s. Alla questione come si possa riconoscere ci che veramente giusto e servire cos la giustizia nella legislazione, non mai stato facile trovare la risposta e oggi, nellabbondanza delle nostre conoscenze e delle nostre capacit, tale questione diventata ancora molto pi difficile. Come si riconosce ci che giusto? Nella storia, gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso: sulla base di un riferimento alla Divinit si decide ci che tra gli uomini giusto. Contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla societ un diritto rivelato, mai un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto ha rimandato allarmonia tra ragione oggettiva e soggettiva, unarmonia che per presuppone lessere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio. Con ci i teologi cristiani si sono associati ad un movimento filosofico e giuridico che si era formato sin dal secolo II a. Cr. Nella prima met del secondo secolo precristiano si ebbe un incontro tra il diritto naturale sociale sviluppato dai filosofi stoici e autorevoli maestri del diritto romano. (Cfr. W. Waldstein, Ins Herz geschrieben. Das Naturrecht als Fundament einer menschlichen Gesellschaft [Augsburg 2010] 11ss; 31

Il saluto del presidente dellassemblea

Nel segno della responsabilit e della tolleranza


Santo Padre, sia il benvenuto di tutto cuore in Germania, nella sua patria e in particolare qui, nel Parlamento tedesco!. Con queste parole Norbert Lammert, presidente del Parlamento federale, ha accolto il Papa nel pomeriggio di gioved 22 settembre. Nella storia ha detto non era mai successo che un Papa parlasse di fronte a un Parlamento tedesco eletto. E raramente un discorso tenuto in questa sede ha suscitato ancor prima di essere pronunciato, tanto interesse e tanta attenzione, non solo in Germania, ma anche altrove. Infatti, nel breve servizio dellultimo Papa nato in terre tedesche, la Germania come stato nazionale non esisteva ancora, anzi il cosiddetto sacro romano impero della nazione germanica, un impero plasmato da dinastie mutevoli, era tanto poco tedesco quanto poco romano, di certo non era una nazione e ancor meno sacra. La Germania una terra che per secoli stata plasmata molto dalla religione e dalle guerre di religione fino al cosiddetto Kulturkampf, al tempo della fondazione dellimpero tedesco. una terra le cui tradizioni religiose cristiane influenzano anche la nostra attuale costituzione e che hanno determinato essenzialmente lopera dei padri e delle madri della costituzione. Consapevole della propria responsabilit davanti a Dio e agli uomini recita il preambolo della legge fondamentale. La nostra concezione attuale dei diritti fondamentali, dellinviolabilit della dignit delluomo e dei suoi diritti alla libert, tuttavia anche plasmata dalle esperienze e dalle conquiste, in particolare dallilluminismo, al quale non solo dobbiamo la sfida della fede attraverso la ragione, ma anche la divisione fra Stato e Chiesa che fa parte dei progressi irrinunciabili della nostra civilt. Ricordo volentieri il dialogo memorabile fra il cardinale Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede a Roma, e Jrgen Habermas, che insieme hanno descritto e onorato fede e ragione come le grandi culture dellOccidente. In tempi di globalizzazione, di un mondo scosso da crisi e conflitti, molte persone cercano orientamento e sostegno. La difesa di principi etici, al di l dei mercati e delle potenze, e la cura di valori e convinzioni comuni sono una grande sfida anche e proprio per le societ moderne, se non vogliono mettere a repentaglio la propria coesione interna. La Germania la terra della Riforma, che ebbe inizio circa cinquecento anni fa, con conseguenze molteplici per la Chiesa, lo Stato e la societ. Molti in Germania, non solo cattolici e protestanti impegnati, percepiscono il perdurare della divisione ecclesiale come una cosa sgradevole perch fondatamente dubitano che la differenza fra le confessioni, sebbene esista, possa giustificare il perdurare della divisione fra le Chiese. Vorrebbero con urgenza che il pontificato di un Papa tedesco, il primo dopo la Riforma, non fosse soltanto un ulteriore affermazione di ecumenismo, ma un passo innegabile verso il superamento della divisione ecclesiale. I suoi colloqui con i rappresentanti di altre religioni, Santo Padre, sono parte essenziale della visita in Germania. Il fatto che lincontro con i rappresentanti della Chiesa evangelica si svolga a Erfurt, e non in un posto qualunque, ma nel convento degli agostiniani, sar inteso e apprezzato non solo da molti cristiani come gesto dimostrativo e susciter la speranza che il cin-

quecentesimo anniversario della Riforma, nel 2017, possa divenire una testimonianza comune di fede. Oltre ai rappresentanti delle comunit islamiche ha concluso incontrer anche quelli della comunit ebraica. Ledificio del Reichstag, nel quale ci troviamo oggi, un luogo importante della storia tedesca. Rappresenta la nascita e il fallimento di una democrazia parlamentare. Una causa essenziale del fallimento fu la mancanza di tolleranza, le cui vittime furono soprattutto i concittadini ebrei. Perci anche un segno particolare che il suo in-

contro, Santo Padre, con i rappresentanti della crescente comunit ebraica in Germania si svolga oggi dopo il suo discorso in questo edificio, sede di un Parlamento liberamente eletto nella Germania riunificata, che si considera parte di valori e di convinzioni comuni dellEuropa impegnata. Siamo grati per il fatto che possiamo ospitarla e siamo determinati a onorare la nostra responsabilit per la dignit umana, la libert delle confessioni religiose e politiche e la tolleranza verso convinzioni e orientamenti differenti, animati dalla volont di servire la pace del mondo quali membri, equiparati nei diritti, di unEuropa unita.

61.) In questo contatto nata la cultura giuridica occidentale, che stata ed tuttora di unimportanza determinante per la cultura giuridica dellumanit. Da questo legame precristiano tra diritto e filosofia parte la via che porta, attraverso il Medioevo cristiano, allo sviluppo giuridico dellIlluminismo fino alla Dichiarazione dei Diritti umani e fino alla nostra Legge Fondamentale tedesca, con cui il nostro popolo, nel 1949, ha riconosciuto gli inviolabili e inalienabili diritti delluomo come fondamento di ogni comunit umana, della pace e della giustizia nel mondo. Per lo sviluppo del diritto e per lo sviluppo dellumanit stato decisivo che i teologi cristiani abbiano preso posizione contro il diritto religioso, richiesto dalla fede nelle divinit, e si siano messi dalla parte della filosofia, riconoscendo come fonte giuridica valida per tutti la ragione e la natura nella loro correlazione. Questa scelta laveva gi compiuta san Paolo, quando, nella sua Lettera ai Romani, afferma: Quando i pagani, che non hanno la Legge [la Tor di Israele], per natura agiscono secondo la Legge, essi ... sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza... (Rm 2, 14s). Qui compaiono i due concetti fondamentali di natura e di coscienza, in cui coscienza non altro che il cuore docile di Salomone, la ragione aperta al linguaggio dellessere. Se con ci fino allepoca dellIlluminismo, della Dichiarazione dei Diritti umani dopo la seconda guerra mondiale e fino alla formazione della nostra Legge Fondamentale la questione circa i fondamenti della legislazione sembrava chiarita, nellultimo mezzo secolo avvenuto un drammatico cambiamento della situazione. Lidea del diritto naturale considerata oggi una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dellambito cattolico, cos che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine. Vorrei brevemente indicare come mai si sia creata questa situazione. fondamentale anzitutto la tesi secondo cui tra lessere e il dover essere ci sarebbe un abisso insormontabile. Dallessere non potrebbe derivare un dovere, perch si tratterebbe di due ambiti assolutamente diversi. La base di tale opinione la concezione positivista, oggi quasi generalmente adottata, di natura. Se si considera la natura con le parole di Hans Kelsen un aggregato di dati oggettivi, congiunti gli uni agli altri quali cause ed effetti, allora da essa realmente non pu derivare alcuna indicazione che sia in qualche modo di carattere etico (Waldstein, op. cit. 15 21.). Una concezione positivista di natura, che comprende la natura in modo puramente funzionale, cos come le scienze naturali la riconoscono, non pu creare alcun ponte verso lethos e il diritto, ma suscitare nuovamente solo risposte funzionali. La stessa cosa, per, vale anche per la ragione in una visione positivista, che da molti considerata come lunica visione scientifica. In essa, ci che non verificabile o falsificabile non rientra nellambito della ragione nel senso stretto. Per questo lethos e la religione devono essere assegnati allambito del soggettivo e cadono fuori dallambito della ragione nel senso stretto della parola. Dove vige il do-

minio esclusivo della ragione positivista e ci in gran parte il caso nella nostra coscienza pubblica le fonti classiche di conoscenza dellethos e del diritto sono messe fuori gioco. Questa una situazione drammatica che interessa tutti e su cui necessaria una discussione pubblica; invitare urgentemente ad essa unintenzione essenziale di questo discorso. Il concetto positivista di natura e ragione, la visione positivista del mondo nel suo insieme una parte grandiosa della conoscenza umana e della capacit umana, alla quale non dobbiamo assolutamente rinunciare. Ma essa stessa nel suo insieme non una cultura che corrisponda e sia sufficiente allessere uomini in tutta la sua ampiezza. Dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realt culturali allo stato di sottoculture, essa riduce luomo, anzi, minaccia la sua umanit. Lo dico proprio in vista dellEuropa, in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto, riducendo tutte le altre convinzioni e gli altri valori della nostra cultura allo stato di una sottocultura. Con ci si pone lEuropa, di fronte alle altre culture del mondo, in una condizione di mancanza di cultura e vengono suscitate, al contempo, correnti estremiste e radicali. La ragione positivista, che si presenta in modo esclusivista e non in grado di percepire qualcosa al di l di ci che funzionale, assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo pi ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio. E tuttavia non possiamo illuderci che in tale mondo autocostruito attingiamo in segreto ugualmente alle risorse di Dio, che trasformiamo in prodotti nostri. Bisogna tornare a spalancare le finestre, dobbiamo vedere di nuovo la vastit del mondo, il cielo e la terra ed imparare ad usare tutto questo in modo giusto. Ma come lo si realizza? Come troviamo lingresso nella vastit, nellinsieme? Come pu la ragione ritrovare la sua grandezza senza scivolare nellirrazionale? Come pu la natura apparire nuovamente nella sua vera profondit, nelle sue esigenze e con le sue indicazioni? Richiamo alla memoria un processo della recente storia politica, nella speranza di non essere troppo frainteso n di suscitare troppe polemiche unilaterali. Direi che la comparsa del movimento ecologico nella politica tedesca a partire dagli anni Settanta, pur non avendo forse spalancato finestre, tuttavia stata e rimane un grido che anela allaria fresca, un grido che non si pu ignorare n accantonare, perch vi si intravede troppa irrazionalit. Persone giovani si erano rese conto che nei nostri rapporti con la natura c qualcosa che non va; che la materia non soltanto un materiale per il nostro fare, ma che la terra stessa porta in s la propria dignit e noi dobbiamo seguire le sue indicazioni. chiaro che qui non faccio propaganda per un determinato partito politico nulla mi pi estraneo di questo. Quando nel nostro rapporto con la realt c qualcosa che non va, allora dobbiamo tutti riflettere seriamente sullinsieme e tutti siamo rinviati alla questione circa i fondamenti della nostra stessa cultura. Mi sia concesso di soffer-

marmi ancora un momento su questo punto. Limportanza dellecologia ormai indiscussa. Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente. Vorrei per affrontare con forza un punto che mi pare venga trascurato oggi come ieri: esiste anche unecologia delluomo. Anche luomo possiede una natura che deve rispettare e che non pu manipolare a piacere. Luomo non soltanto una libert che si crea da s. Luomo non crea se stesso. Egli spirito e volont, ma anche natura, e la sua volont giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che , e che non si creato da s. Proprio cos e soltanto cos si realizza la vera libert umana. Torniamo ai concetti fondamentali di natura e ragione da cui eravamo partiti. Il grande teorico del positivismo giuridico, Kelsen, allet di 84 anni nel 1965 abbandon il dualismo di essere e dover essere. (Mi consola il fatto che, evidentemente, a 84 anni si sia ancora in grado di pensare qualcosa di ragionevole). Aveva detto prima che le norme possono derivare solo dalla volont. Di conseguenza aggiunge la natura potrebbe racchiudere in s delle norme solo se una volont avesse messo in essa queste norme. Ci, daltra parte dice presupporrebbe un Dio creatore, la cui volont si inserita nella natura. Discutere sulla verit di questa fede una cosa assolutamente vana, egli nota a proposito (Citato secondo Waldstein, op. cit. 19.). Lo veramente? vorrei domandare. veramente privo di senso riflettere se la ragione oggettiva che si manifesta nella natura non presupponga una Ragione creativa, un Creator Spiritus? A questo punto dovrebbe venirci in aiuto il patrimonio culturale dellEuropa. Sulla base della convinzione circa lesistenza di un Dio creatore sono state sviluppate lidea dei diritti umani, lidea delluguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dellinviolabilit della dignit umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilit degli uomini per il loro agire. Queste conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe unamputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza. La cultura dellEuropa nata dallincontro tra Gerusalemme, Atene e Roma dallincontro tra la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo triplice incontro forma lintima identit dellEuropa. Nella consapevolezza della responsabilit delluomo davanti a Dio e nel riconoscimento della dignit inviolabile delluomo, di ogni uomo, questo incontro ha fissato dei criteri del diritto, difendere i quali nostro compito in questo momento storico. Al giovane re Salomone, nellora dellassunzione del potere, stata concessa una sua richiesta. Che cosa sarebbe se a noi, legislatori di oggi, venisse concesso di avanzare una richiesta? Che cosa chiederemmo? Penso che anche oggi, in ultima analisi, non potremmo desiderare altro che un cuore docile la capacit di distinguere il bene dal male e di stabilire cos un vero diritto, di servire la giustizia e la pace. Vi ringrazio per la vostra attenzione.

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LOSSERVATORE ROMANO
Il giubileo per il quinto centenario della famiglia somasca Lettera dei vescovi al presidente Barack Obama

sabato 24 settembre 2011

Nati in carcere e cresciuti per strada


di FRANCO MOSCONE* Domenica 25 i Chierici Regolari di Somasca e la famiglia somasca tutta inizieranno a Treviso il loro anno giubilare: fanno memoria dellevento che il loro fondatore, Girolamo Emiliani, visse la notte tra il 27 e il 28 settembre 1511. Sono trascorsi 500 anni da quella notte in cui lagire sommesso di Dio, per la mediazione di Maria, ha bussato al cuore di Girolamo, giovane soldato della Serenissima Repubblica di Venezia. Il fatto un piccolo avvenimento per la storia civile, inquadrato nella lunga e spietata guerra che la Repubblica di Venezia sostenne contro le potenze dEuropa dal 1508 (lega di Cambrai) al 1516 (pace di Noyon) ma un grande avvenimento se letto secondo la logica della storia della salvezza. Si tratta, come ha scritto Benedetto XVI di un evento prodigioso che, nello stesso tempo, modific il corso di una vicenda umana e diede inizio ad unesperienza di vita consacrata assai significativa per la storia della Chiesa (Messaggio per il giubileo somasco, 20 luglio 2011). Lavvenimento ha allinizio la forma e il peso della sconfitta, ma si risolve per Girolamo e per chi lo vorr seguire nel servizio ai poveri in vera occasione di vittoria: sconfitta dellegoismo, dellorgoglio, della ricerca dellaffermazione personale per far crescere lamore, requisito essenziale per riformare la Chiesa e la societ e far crescere la giovent di ogni tempo e luogo. Negli eventi che il fondatore visse tra il 27 agosto ed il 27 settembre 1511 (sconfitta prigionia liberazione) la congregazione somasca ha da sempre visto la sua origine, la dolce occasione che la Provvidenza le ha preparato per suscitarla nella Chiesa di Dio a servizio dei poveri. Un carisma nato in carcere e cresciuto per strada. Un carisma a vantaggio di chi il carcere lo vive ogni giorno dentro di s e senza speranza, e che trova solo nella strada la casa che lo ospita. Per questo motivo lattenzione giubilare non rivolta esclusivamente alla liberazione miracolosa, ma anche alla missione che da questa ne deriva. Nel silenzio di quella notte lintervento di Maria ruppe sia le catene della prigionia che quelle del cuore dellEmiliani, disponendolo a diventare soldato di Cristo. Nella stessa notte furono scandite le prime battute di un dialogo damore tra il Liberatore e il liberato che gradatamente aiuter Girolamo a interpretare i segni dei tempi e a rispondere in modo illuminato alle esigenze via via emergenti. Agli occhi di Girolamo, illuminati dallo Spirito, apparve la grande emergenza del momento: la riforma della Chiesa. Egli si accinse ad affrontare questa impresa aderendo alla logica di Dio che sceglie ci che debole nel mondo per confondere i forti. Alla scuola di Ges Crocifisso intraprese un itinerario spirituale che negli anni lo port a spogliarsi di ogni sicurezza umana per conformarsi sempre meglio a Cristo nudo in croce. Il beato Giovanni Paolo II ha ricordato, per, che lo Spirito Santo lungi dal sottrarre alla storia degli uomini le persone che il Padre ha chiamato, le pone a servizio dei fratelli e le orienta a svolgere particolari compiti, in rapporto alle necessit della Chiesa e del mondo (Vita consecrata, 19). Ardendo di amore per Dio e la Chiesa, Girolamo impegn tutto se stesso nella contemplazione e nellazione caritativa, accompagnato sempre dalla sua amica povert. Privilegi lazione a vantaggio degli orfani con i quali volle creare delle piccole oasi di cristiani riformati perch fossero fermento vivo nella generale riforma della Chiesa. Il suo esempio attrasse altri che, come lui, rinunciarono a tutto per seguire Cristo crocifisso e servire i poveri. Sorse cos la Compagnia dei servi dei poveri inserita poi nel 1568 da san Pio V tra le Congregazioni dei Chierici Regolari col nome di Padri Somaschi. Laffermazione del salmo 116, Domine, dirupisti vincula mea (Signore, hai spezzato le mie catene) scelto come motto del giubileo, intende esprimere lorigine e il cuore della spiritualit somasca. Si tratta di riconoscere di trovarsi dentro una storia di liberazione che il Signore fa con noi. Lui il protagonista, a noi tocca aprirci riconoscendo sia le catene che ci legano, che la Sua mano che le spezza, con la forza della croce e della risurrezione.

La difesa del matrimonio priorit negli Stati Uniti


WASHINGTON, 23. Mentre non si fermano negli Stati Uniti le pressioni per legalizzare a livello federale le unioni tra persone dello stesso sesso, la Conferenza episcopale prende fermamente posizione, ancora una volta, in difesa del Defense of Marriage Act (Doma), la legge a tutela del matrimonio naturale, unione tra un uomo e una donna, promulgata nel 1996. La decisione del Dipartimento di Giustizia di Washington, dello scorso febbraio, di non difendere pi la costituzionalit del Doma ha di fatto fornito un forte sostegno alle tesi di tutte quelle organizzazioni che nel Paese promuovono politiche di apertura nei confronti dei diritti delle coppie omosessuali. Pur ribadendo la loro opposizione a ogni forma di discriminazione ingiusta i vescovi sono tornati, tuttavia, a esprimere il loro pensiero sul tema in questione considerato prioritario anche per le sue implicazioni legali, tramite una lettera, a firma del presidente della United States Conference of Catholic Bishops (Usccb), larcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan. Il presule, rivolgendosi direttamente al presidente Barack Obama, sottolinea che lepiscopato pronto a dare sostegno a ogni intervento adottato dallamministrazione volto a rafforzare il matrimonio e la famiglia, ma che non pu restare in silenzio quando si susseguono interventi a livello federale che danneggiano listituto matrimoniale, le leggi che lo difendono e la libert religiosa. Il riferimento al parere espresso, a luglio, da parte del Dipartimento di Giustizia di Washington, che definisce il Doma come una legge discriminatoria basata sullorientamento sessuale delle persone, contro la quale si concentreranno ora innumerevoli cause legali. In pratica, si osserva, i vari organismi e le organizzazioni cattoliche che operano nellambito dei servizi sociali e dove si applicano diritti relativi, ad esempio, allistruzione e alle adozioni, potrebbero essere oggetto di cause legali basate su una presunta discriminazione delle coppie omosessuali. Le conseguenze che ne potranno derivare, spiegato, costituiranno un danno per tutta la societ, in quanto per timore delle cause legali, molte organizzazioni si vedranno costrette a interrompere lerogazione dei servizi per conservare la propria integrit istituzionale e rinunciare a ogni compromesso in base ai principi morali. Secondo i vescovi particolarmente ingiusto, in base a quanto sostiene il Dipartimento di Giustizia, attribuire a coloro che sostengono il Doma motivazioni basate sul pregiudizio ed particolarmente sbagliato equiparare lopposizione a ridefinire la tradizionale definizione di matrimonio a qualsivoglia intenzione o volont caratterizzate da discriminazione. A tale riguardo, si ribadisce che la Chiesa riconosce la dignit personale e leguale valore di tutti gli individui, comprese le persone omosessuali e rifiuta ogni forma di odio e di trattamento ingiusto nei confronti di qualsiasi persona. I vescovi puntualizzano che il profondo rispetto per il matrimonio come unione complementare e feconda di un uomo e una donna non nega comunque la preoccupazione per il benessere di tutte le persone, ma anzi la rafforza. E concludono che mentre tutte le persone meritano il nostro pieno rispetto, tuttavia nessunaltra unione in grado di provvedere al bene comune come lo , invece, il matrimonio tra un uomo e una donna: realt questa che la legge dovrebbe riflettere. Lauspicio finale che il Governo rispetti pertanto la volont dei cittadini milioni dei quali sono andati alle urne per votare nei loro Stati il sostegno al Doma i quali riconoscono il matrimonio come lunione tra un uomo e una donna e che la porta del dialogo con le istituzioni rimanga aperta. Lultimo Stato ad avere approvato le unioni omosessuali quello di New York. In precedenza erano stati: Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Iowa, Connecticut, cui si aggiunto il District of Columbia. Nel 2009, in coincidenza con lavvio del mandato del presidente Obama, i vescovi degli Stati Uniti avevano indicato proprio la tutela dellistituto matrimoniale come una tra le priorit per il futuro, considerata come fondamentale per la societ. Ma la pressione delle organizzazioni per i diritti degli omosessuali si via via fatta pi incisiva nel cercare di orientare lopinione pubblica su posizioni di maggiore apertura. Nei mesi scorsi anche leader di varie comunit cristiane e sikh negli Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione in difesa del matrimonio.

Nati in carcere e cresciuti in strada, , invece, lo slogan e limmagine plastica che ricostruisce i primi passi della vicenda salvifica di Girolamo consegnandoci la sua missione. Il carcere e la strada sono stati gli ambienti della sua riforma di vita e diventano i luoghi privilegiati della sua missione. Anche la missione, come la spiritualit dono dello Spirito e non iniziativa privata: richiede, pertanto, di riconoscere da chi arriva e di rimanerci fedele. Nello spazio che separarono Girolamo dalla porta del carcere a quella del santuario della Madonna c tutto il futuro della spiritualit e della missione somasca. La famiglia somasca, presente in tutti i continenti e 25 nazioni, vivr durante il giubileo numerose manifestazioni. Ricordiamo qui le prime in ordine di tempo, legate ai luoghi che sono stati testimoni e protagonisti delle vicende. Il 25 settembre a Treviso, luogo del riconoscimento della libert ottenuta e del ringraziamento, una processione ricorder gli ultimi passi dellEmiliani verso il santuario della Madonna Grande,

dove larcivescovo della citt, Gianfranco Agostino Gardin, aprir solennemente lanno giubilare. Dal 1 al 5 ottobre a Catelnuovo di Quero, luogo della sconfitta e della prigionia, ma anche della revisione e rifondazione della vita, tutti i superiori maggiori della congregazione somasca, terranno la loro riunione di revisione e programmazione annuale chiamata Consulta. Il 6 e 7 ottobre a Venezia, citt natale del fondatore e primo ambiente della sua opera caritativa, un convegno storico ripercorrer le vicende del giovane patrizio veneziano Girolamo Emiliani. Il giubileo dei cinquecento anni vuole quindi rinnovare oggi, per chi si riconosce nellEmiliani, la forza e lenergia contenuta nel miracolo del 27 settembre 1511. Lo spirito che guida la congregazione e la famiglia somasca continua a essere quello di Quero, ed levento che lo radica nella storia di oggi in fedelt al carisma da custodire e sviluppare. *Preposito generale dei Chierici Regolari Somaschi

Nuovi missionari salesiani

Nel mondo con lo stile di don Bosco


TORINO, 23. La prima volta fu nel 1875. In quella occasione fu lo stesso don Bosco a inviare il primo gruppo di dieci missionari nella Patagonia argentina. Da allora una tradizione che si ripete. E che ha visto migliaia di religiosi e religiose, come anche centinaia di laici, irradiarsi in oltre 130 Paesi dei cinque continenti per annunciare il Vangelo con lo stile educativo di don Bosco. Cos, domenica 25, a Torino, sar il rettor maggiore, don Pascual Chvez Villanueva, nono successore del santo apostolo dei giovani, a dare il via alla 142 spedizione missionaria salesiana. Con la consegna del crocifisso e del mandato a 74 nuovi missionari nel corso di una celebrazione eucaristica nella basilica di Maria Ausiliatrice. Linvio missionario, eco del primo compiuto da don Bosco l11 novembre 1875, vede praticamente da sempre il coinvolgimento della famiglia salesiana. Gi due anni dopo, infatti, alcune suore del nascente istituto della Figlie di Maria Ausiliatrice si aggiunsero ai salesiani missionari in partenza. Solo recentemente, per, con lo svilupparsi della sensibilit e del coinvolgimento laicale, alle spedizioni si sono uniti anche i salesiani cooperatori e i volontari delle organizzazioni non governative salesiane. Questanno, poi, per la prima volta, la spedizione vede la partecipazione di cinque suore della Carit di Ges (Caritas Sister of Jesus) istituto originario del Giappone, che aprir una missione in Africa, a Juba capitale del Sud Sudan. Missione che affiancher il lavoro della locale comunit salesiana che da tempo vi gestisce un dispensario medico. In Paesi dei cinque continenti le destinazione dei 74 nuovi missionari. Tuttavia, da qualche anno sempre pi numeroso il gruppo destinato alla nuova evangelizzazione del continente europeo, per il quale la congregazione salesiana ha avviato gi nel 2009 il Progetto Europa. Infatti dei 31 religiosi salesiani in partenza, ben 14 sono destinati allEuropa (4 in Belgio, 3 in Irlanda, 3 nel Regno Unito, 1 in Austria, 1 in Francia, 1 in Russia e 1 in Bulgaria). invece originario dellAsia il gruppo pi numeroso (12) delle 21 Figlie di Maria Ausiliatrice per le religiose la destinazione sar stabilita in seguito. In partenza anche tre membri laici della Comunit della Missione di Don Bosco, lultima realt a essere stata accolta nella famiglia salesiana: una missionaria italiana a Haiti; e una coppia di giovani malgasci che, accompagnati dal loro figlio di appena un anno, svolgeranno il loro servizio in Burundi. Della spedizione faranno parte anche 14 laici membri delle organizzazioni non governative salesiane, tra cui 9 volontari italiani appartenenti al Volontariato internazionale per lo sviluppo. Ai nuovi missionari si rivolto nei giorni scorsi il rettor maggiore, durante un incontro di formazione svoltosi a Roma. Non c nulla di pi importante per un missionario che ricordare il legame tra spiritualit e missione, perch se Dio non il centro della vostra vita spirituale non potrete contare sulle energie che vengono da Lui. Il missionario, ha sottolineato ancora il rettor maggiore, non solo un filantropo o un promotore sociale, qualcuno che offre la salvezza di Ges, perci non si pu essere missionari senza portare la Croce di Cristo. E per resistere alle inevitabili difficolt don Chvez Villanueva ha consigliato di conoscersi in profondit, andare fino allestremo, non del mondo, ma di se stessi; e di dedicarsi integralmente, senza mezze misure, perch non si pu camminare su due strade. Infine, ha ricordato ai missionari la promessa di Ges agli apostoli: Ecco, io sono con voi tutti i giorni.

Il cardinale Cipriani Thorne sullaborto in Per

Vale la pena vivere


LIMA, 23. Estremista e ultraconservatore. Con queste espressioni il quotidiano peruviano La Repblica ha etichettato il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, arcivescovo di Lima e primate del Per, per il suo impegno forte e costante additato come crociata contro la deriva dellaborto. Pi volte infatti il porporato ha criticato lazione del ministro della Donna, Ada Garca Naranjo, la quale sta proponendo il protocollo dellaborto terapeutico, una scorciatoia per depenalizzare e quindi legalizzare nel Paese linterruzione volontaria della gravidanza. Nelledizione del 18 settembre scorso, nel supplemento Domenica, il quotidiano ha pubblicato una nota dal titolo Lultima crociata del cardinale Cipriani. Larticolo utilizza pi volte laggettivo ultraconservatori per riferirsi a tutte quelle persone numerosi cittadini, gruppi e movimenti, agenzie dinformazione di ispirazione cattolica che difendono la vita dal concepimento fino alla morte naturale, ignorando che il diritto alla vita sancito dallarticolo 1 della Costituzione politica del Per e che laborto, secondo le leggi in vigore, un reato. Quando parliamo di aborto ha detto il porporato si tratta di eliminare una vita, e la Chiesa ci dice quinto comandamento di non uccidere. La posizione della Chiesa ha aggiunto non frutto solo di convinzioni religiose, perch laborto va contro la legge naturale, che dice di rispettare la vita dal primo istante del concepimento. Larcivescovo di Lima ha anche ricordato che la Costituzione del Per difende la vita fin dal primo istante del concepimento, riconoscendo il concepito come soggetto di diritto: Per fortuna la gente semplice ha ancora questa sensibilit, vuole i propri figli, li alleva e li ama. Nellistante stesso del concepimento c un essere umano. Quanto alle posizioni che sostengono che la madre ha la libert di abortire, il porporato ha ricordato che in questo tema delicato sono in gioco due libert: quella della madre e quella del concepito, soggetto di diritto. Siamo noi ha commentato a dover difendere la libert della creatura. La creatura non ha voce, e la scienza medica dice che c una vita separata dalla donna. Non possiamo neanche lontanamente stabilire alcun tipo di regola per eliminare una vita; questo ci che si chiama aborto. Il porporato ha accennato anche ai complessi problemi di natura psicologica connessi allinterruzione volontraria della gravidanza. Posso assicurare ha ricordato che il dramma di un aborto accompagna per tutta la vita. Lesperienza sacerdotale me lo dice.

sabato 24 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
La conferenza stampa del Papa durante il volo verso Berlino

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Dio ha un volto umano e parla con tutti


Pubblichiamo la trascrizione integrale della conferenza stampa tenuta da Benedetto XVI gioved mattina, 22 settembre, a bordo dellaereo in volo verso Berlino. Le domande gli sono state rivolte a nome dei presenti dal gesuita Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Della prima, in originale in lingua tedesca, diamo una traduzione italiana. Santit, ci consenta allinizio una domanda molto personale. Quanto Papa Benedetto XVI si sente ancora tedesco? E quali sono gli aspetti dai quali egli si accorge quanto ancora o quanto sempre meno la sua origine tedesca influisca? Hlderlin ebbe a dire: pi di tutto fa la nascita, e questo naturalmente lo sento anchio. Io sono nato in Germania e la radice non pu essere, n deve essere tagliata. Ho ricevuto la mia formazione culturale in Germania, la mia lingua il tedesco e la lingua il modo in cui lo spirito vive ed opera. Tutta la mia formazione culturale avvenuta l! Quando mi occupo di teologia, lo faccio partendo dalla forma interiore che ho imparato nelle universit tedesche e purtroppo devo ammettere che continuo ancora a leggere pi libri tedeschi che in altre lingue, cos che, nella struttura culturale della mia vita, questo essere tedesco molto forte. Lappartenenza alla sua storia, con la sua grandezza e le sue debolezze, non pu e non deve essere cancellata. Per un cristiano, per, si aggiunge ancora qualcosaltro. Con il battesimo egli nasce di nuovo, nasce in un nuovo popolo che da tutti i popoli, un popolo che comprende tutti i popoli e tutte le culture e nel quale ora si trova veramente a casa, senza perdere la sua origine naturale. Quando poi si assume una responsabilit grande come me, che ho assunto la responsabilit suprema in questo nuovo popolo, evidente che ci si immedesima in modo sempre pi profondo in esso. La radice diventa un albero che si estende in vario modo, e il fatto di essere a casa in questa grande comunit di un popolo da tutti i popoli, della Chiesa cattolica, diventa sempre pi vivo e profondo, forgia tutta lesistenza senza cancellare ci che precede. Direi, quindi, che lorigine rimane, rimane la struttura culturale, rimane naturalmente anche lamore particolare e la particolare responsabilit, ma tutto ci inserito ed ampliato nella pi grande appartenenza, nella civitas Dei, come direbbe Agostino, nel popolo da tutti i popoli in cui tutti siamo fratelli e sorelle Negli ultimi anni vi stato in Germania un aumento delle uscite dalla Chiesa, in parte anche a causa degli abusi commessi su minori da membri del clero. Quale il suo sentimento su questo fenomeno? E che cosa direbbe a quelli che vogliono lasciare la Chiesa? Distinguiamo forse anzitutto la motivazione specifica di quelli che si sentono scandalizzati da questi crimini che sono stati rivelati in questi ultimi tempi. Io posso capire che, alla luce di tali informazioni, soprattutto se si tratta di persone vicine, uno dice: Questa non pi la mia Chiesa. La Chiesa era per me forza di umanizzazione e di moralizzazione. Se rappresentanti della Chiesa fanno il contrario, non posso pi vivere con questa Chiesa. Questa una situazione specifica. Generalmente le motivazioni sono molteplici, nel contesto della secolarizzazione della nostra societ. E queste uscite, di solito, sono lultimo passo di una lunga catena di allontanamento dalla Chiesa. In questo contesto, mi sembra importante domandarsi, riflettere: Perch sono nella Chiesa? Sono nella Chiesa come in unassociazione sportiva, unassociazione culturale ecc., dove ho i miei interessi e, se non trovano pi risposta, esco; o essere nella Chiesa una cosa pi profonda?. Io direi, sarebbe importante sapere che essere nella Chiesa non essere in qualche associazione, ma essere nella rete del Signore, nella quale Egli tira fuori pesci buoni e cattivi dalle acque della morte alla terra della vita. Pu darsi che in questa rete sono proprio accanto a pesci cattivi e sento questo, ma rimane vero che io non ci sono per questi o per questi altri, ma perch la rete del Signore; una cosa diversa da tutte le associazioni umane, una realt che tocca il fondamento del mio essere. Parlando con queste persone, io penso che dobbiamo andare fino in fondo a questa questione: che cosa la Chiesa? Che cosa la sua diversit? Perch sono nella Chiesa, anche se ci sono scandali e povert umane terribili? E cos rinnovare la consapevolezza della specificit di questo essere Chiesa, del popolo da tutti i popoli, che Popolo di Dio, e cos imparare, sopportare anche scandali, e lavorare contro questi scandali proprio essendo allinterno, in questa grande rete del Signore. Non la prima volta che gruppi di persone si manifestano contrari alla sua venuta in un Paese. La relazione della Germania con Roma era tradizionalmente critica, in parte anche nello stesso ambito cattolico. I temi controversi sono noti da tempo: condom, eucaristia, celibato. Prima del suo viaggio, anche dei parlamentari hanno assunto posizioni critiche. Ma anche prima del suo viaggio in Gran Bretagna latmosfera non sembrava amichevole e poi le cose sono andate a buon fine. Con quali sentimenti Lei si reca ora nella sua antica patria e si rivolger ai tedeschi? Anzitutto, direi che una cosa normale che in una societ libera e in un tempo secolarizzato ci siano opposizioni contro una visita del Papa. anche giusto che si esprima rispetto tutti quanti che esprimano questa loro contrariet: fa parte della nostra libert e dobbiamo prendere atto che il secolarismo e anche lopposizione proprio al cattolicesimo nelle nostre societ forte. E quando si manifestano queste opposizioni in modo civile, non c nulla da dire contro. Dallaltra parte anche vero che c tanta aspettativa e tanto amore per il Papa. Ma forse devo ancora dire che in Germania ci sono diverse dimensioni di questa opposizione: la vecchia opposizione tra cultura germanica e romanica, i contrasti della storia, poi siamo il Paese della Riforma, che ha accentuato ancora questi contrasti. Ma c anche un grande consenso alla fede cattolica, una crescente convinzione che abbiamo bisogno di convinzione, abbiamo bisogno di una forza morale nel nostro tempo, abbiamo bisogno di una presenza di Dio in questo nostro tempo. Cos so che insieme allopposizione che trovo naturale e da aspettarsi c tanta gente che mi aspetta con gioia, che aspetta una festa della fede, un essere insieme, e vuole aspettare la gioia di conoscere Dio e di vivere insieme nel futuro, che Dio ci tiene per mano e ci mostra la strada. Per questo vado con gioia nella mia Germania e sono felice di portare il messaggio di Cristo nella mia terra.

Grazie e ancora unultima domanda. Santo Padre, lei visiter a Erfurt lantico convento del riformatore, Martin Luther. I cristiani evangelici, e i cattolici in dialogo con loro, si stanno preparando a commemorare il quinto centenario della Riforma. Con quale messaggio, con quali pensieri lei si prepara allincontro? Il suo viaggio deve essere visto anche come un gesto fraterno nei confronti dei fratelli e sorelle separati da Roma? Quando ho accettato linvito a questo viaggio era per me evidente che lecumenismo con i nostri amici evangelici dovesse essere un punto forte, un punto centrale di questo viaggio. Noi viviamo in un tempo di secolarismo, come gi detto, dove i cristiani insieme hanno la missione di rendere presente il messaggio di Dio, il messaggio di Cristo, di rendere possibile credere, andare avanti con queste grandi idee, verit. E perci il mettersi insieme, tra cattolici ed evangelici, un elemento fon-

damentale per il nostro tempo, anche se istituzionalmente non siamo perfettamente uniti, anche se rimangono problemi, anche grandi problemi, nel fondamento della fede in Cristo, in Dio trinitario e nelluomo come immagine di Dio, siamo uniti, e questo mostrare al mondo e approfondire questa unit essenziale in questo momento storico. Perci sono molto grato ai nostri amici, fratelli e sorelle protestanti, che hanno reso possibile un segno molto significativo: lincontro nel monastero dove Lutero ha iniziato il suo cammino teologico, la preghiera nella chiesa dove stato ordinato sacerdote e il parlare insieme sulla nostra responsabilit di cristiani in questo tempo. Sono molto felice di poter mostrare cos questa unit fondamentale, che siamo fratelli e sorelle e lavoriamo insieme per il bene dellumanit, annunciando il lieto messaggio di Cristo, del Dio che ha un volto umano e che parla con noi.

La visita al Parlamento federale tedesco, lincontro con gli ebrei e la messa nello stadio Olimpico

Sabato a Sarajevo la beatificazione di cinque religiose

Un interminabile applauso
dal nostro inviato GIANLUCA BICCINI Forse lha ispirato la grigia architettura delledilizia popolare nelle citt simbolo di regimi senza anima, come quelli nazista e comunista, che proprio qui a Berlino hanno provato a imporre una visione del mondo che esclude il divino dallorizzonte umano; fatto sta che il riferimento di Benedetto XVI ai fabbricati di cemento armato senza finestre in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo pi ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio destinato a restare tra le immagini pi suggestive del linguaggio ratzingeriano. Se il discorso al Reichstag di gioved pomeriggio doveva costituire una sorta di prova desame per il viaggio nella sua terra natale, il Papa lo ha superato a pieni voti. Lo testimoniano gli applausi strappati anche ai pi scettici tra i parlamentari venuti ad ascoltarlo e i commenti positivi della maggior parte dei media tedeschi che stanno soppiantando le critiche iniziali. Perch non solo alla fine gli scranni parlamentari vuoti erano molti di meno rispetto a quelli preannunciati da qualche politico in cerca di visibilit, ma anche perch tutto il discorso interrotto pi volte in segno di approvazione stato una vera e propria lectio magistralis sui fondamenti dello Stato liberale di diritto, destinata a travalicare i confini della Germania per parlare allEuropa intera. Ad altri spetter ora raccogliere il suo invito a una discussione pubblica sullargomento e analizzare a fondo queste parole, perch ignorare la memoria culturale del vecchio continente significa spalancare le porte al dominio esclusivo della ragione positivista, che finisce con il mettere fuori gioco luomo e la sua dignit. Una risposta lha gi data lAula del Reichstag, sulla cui facciata troneggia la scritta a grandi caratteri Dem Deutschem wolke, dove Benedetto XVI stato accolto da un minuto e mezzo di applausi tributatigli dai parlamentari alzatisi in piedi. Durante il discorso poi lassemblea ha battuto le mani per altre tre volte, sottolineandone i passaggi pi significativi ed apprezzati. Non solo, ma in un paio di occasioni il Papa ha anche strappato un sorriso ai presenti: quando allinizio i commessi non gli hanno indicato il podio da cui doveva parlare e Benedetto XVI si avviato allo scranno del presidente, salvo poi venire indirizzato al leggio collocato nel centro della grande sala; e quando ha scherzato sulla propria et avanzata, citando Hans Kelsen (1881-1973), grande teorico del positivismo giuridico, aggiungendo a braccio di sorprendersi che a 84 anni si possa essere cos ragionevole. Particolarmente apprezzati infine gli accenni al movimento ecologista, valsi al Pontefice tedesco le prime pagine dei maggiori quotidiani il che non era affatto scontato alla vigilia e numerosi servizi televisivi con tanto di approfondimenti e interviste a politici e gente comune. Anche per questo la conclusione dello storico discorso stata suggellata da unovazione. Al suo arrivo nel palazzo che fu incendiato da Hitler e che ha visto sventolare anche la bandiera rossa delle truppe doccupazione sovietiche Benedetto XVI era stato accolto dal presidente del Bundestag, la Camera bassa, Norbert Lammert che lo ha poi accompagnato insieme con il cardinale Bertone nella sala 1S014, dove si svolto un breve incontro con le cinque pi alte cariche federali: il capo dello Stato, il cancelliere, i presidenti di Bundestag, Bundesrat (il senato presieduto da Hannelore Kraft) e Tribunale costituzionale. Gli sono stati poi presentati i capi dei gruppi parlamentari e i membri dellufficio di presidenza. E in segno di riconoscenza il Papa ha lasciato in dono un facsimile del Papiro Bodmer VIII che contiene le due lettere di Pietro. Loriginale fu donato a Paolo VI nel 1969 e da allora conservato nella Biblioteca apostolica vaticana. Successivamente Benedetto XVI ha incontrato una quindicina di rappresentanti della Comunit ebraica di Berlino, quella che ha offerto il suo tributo di morte alla follia nazista con ben cinquantamila vittime. Attualmente con undicimila membri, soprattutto immigrati giunti dallex Unione sovietica alla fine della Guerra fredda, la pi numerosa della Germania, unico Paese del continente europeo dove il loro numero in crescita. Il cordiale incontro si svolto nel ricordo di quello svoltosi a Colonia, il 19 agosto 2005, con la pi antica comunit ebraica della Germania. La giornata berlinese di Benedetto XVI si poi conclusa con la solenne messa serale allaperto, nello stadio Olimpico, dove ai fedeli della capitale si sono uniti quelli provenienti dalle altre diocesi tedesche e dalle vicine Austria e Polonia. Decine di migliaia di persone che si erano prenotate con largo anticipo, rendendo inadeguato il piazzale di fronte al castello di Charlottenburg scelto inizialmente. Gli organizzatori hanno dunque puntato sullOlympiastadion. Nellimpianto sportivo voluto da Hitler per quelle che avrebbero dovuto essere le Olimpiadi della supremazia ariana, e nel quale una targa commemorativa ricorda lepopea dellatleta di colore Jesse Owens, che si impose di fronte agli ammutoliti gerarchi schierati sulle tribune, aveva celebrato messa anche Giovanni Paolo II. Era il 23 giugno 1996 e Papa Wojtya, dopo aver beatificato due martiri del nazismo simbolo della resistenza cristiana a quellideologia di morte (i presbiteri Bernhard Lichtenberg e Karl Leisner, questultimo ordinato sacerdote nel lager di Dachau da un altro prigioniero, il vescovo di Clermont-Ferrand), annunci, allAngelus, lintenzione di convocare una seconda assemblea straordinaria per lEuropa del sinodo dei Vescovi. Quindici anni dopo, nonostante qualche goccia di pioggia durante lattesa, cerano di nuovo tanti giovani per la messa di Papa Ratzinger, grazie anche alla decisione dellarcidiocesi di Berlino di disporre la chiusura di diciannove scuole cattoliche della capitale e del Brandeburgo, per consentire agli ottomila studenti che le frequentano di parteciparvi. E grazie a un permesso speciale anche gli allievi cattolici delle strutture didattiche pubbliche hanno potuto lasciare le lezioni in anticipo. Ad essi si sono aggiunti tanti dei polacchi che vivono in Germania, oltre a quelli provenienti dalla Polonia stessa idealmente guidati dai cardinali Dziwisz, Nycz e Glemp giunti con altri vescovi loro connazionali che dista poche ore di pullman o di treno. Dopo il giro in papamobile sulla pista di atletica dello stadio, Benedetto XVI stato accolto dal sindaco di Berlino, Klaus Wowereit, fresco di conferma elettorale. Il primo cittadino infatti stato rieletto domenica scorsa per la terza volta alla guida della capitale. E in tale veste ha accompagnato il Papa al podio per la firma del Libro dOro della citt. Al termine della messa, celebrata per la Santa Chiesa alla presenza della statua bronzea mariana che si venera nel vicino santuario di Haltbuchhorst, il Pontefice, in sagrestia, ha salutato i funzionari del Protocollo federale incaricati della visita. Infine, calate le ombre della sera sulle rive della Sprea, con la porta di Brandeburgo illuminata a giorno, mentre i berlinesi facevano ritorno alle loro case, il Papa rientrato in nunziatura per il pernottamento.

Martiri per la fede e per la pace


di MARIA OZANA KRAJAI* Cinque religiose della congregazione delle figlie della Divina Carit, conosciute come martiri della Drina, furono uccise nel dicembre del 1941 in odio alla fede cattolica e ai loro voti religiosi. Sabato 24 settembre, a Sarajevo, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi in rappresentanza di Benedetto XVI le proclama beate. Il martirio di suor Maria Jula Ivanievi, suor Maria Berchmana Leidenix, suor Maria Krizina Bojanc, suor Maria Antonija Fabjan e suor Maria Bernadeta Banja non un caso isolato, ma un evento inserito nelle sofferenze e nei tormenti di migliaia di vittime innocenti di quel periodo nella Bosnia ed Erzegovina, nella Croazia e nel mondo. Nel 1941 le cinque religiose vivevano nel convento Casa di Maria a Pale, nei pressi di Sarajevo. Le suore avevano fatto costruire e aprire anche la scuola cattolica elementare, poi soppressa nel 1919. Nonostante ci esse continuarono il loro apostolato originario: accoglievano tutti coloro che avevano bisogno di riposo, di convalescenza, aprendo la casa ai poveri, agli esiliati e ai profughi, senza tenere conto della loro fede o della nazionalit. A volte, nellestate, offrivano cibo a pi di sessanta persone per giorno. Dal 1927 le suore iniziarono a tenere il catechismo per i bambini cattolici nella scuola statale (serba) a Pale. Il loro servizio pastorale continu fino al giorno in cui vennero sequestrate. Il loro impegno disinteressato verso la gente bisognosa era noto a tutti gli abitanti di quella regione. Anche presso gli ortodossi del paese le sorelle godevano di buona reputazione: erano rispettate come persone pronte al sacrificio. Vivere a Pale divenne sempre pi pericoloso per loro. Nonostante i pericoli, decisero per di rimanere con la gente. Si affidarono alla Provvidenza divina e alla bont dei loro vicini ortodossi, ai quali facevano del bene. Pregarono e soffrirono per la pace nel mondo, soprattutto per la Bosnia insanguinata, come scrisse suor Maria Jula nella sua ultima lettera. L11 dicembre, nel tardo pomeriggio, un gruppo di cetnici assal il convento. Le cinque sorelle, insieme con il sacerdote sloveno Meko, furono portate via, e il convento fu saccheggiato e incendiato. Durante il loro cammino di quattro giorni, tra montagne e boschi le sorelle soffrirono per il freddo intenso. Non si lamentavano n si disperavano, non chiedendo di essere graziate. Rimasero in silenzio e in continua preghiera. Circa a met del percorso, suor Berchmana, sfinita, fu separata dalle altre e lasciata in una capanna. Le altre quattro, il 15 dicembre, di sera, arrivarono a Gorade e vennero sistemate al secondo piano di una caserma . Verso mezzanotte, i cetnici le aggredirono con loschi propositi. Ma loro non cedettero neanche di fronte alla minaccia di morte. Secondo quanto dichiarato dal sacerdote Anto Bakovi, dissero: Piuttosto la morte che quello che voi cercate!. Lassalto alle suore, le minacce a ognuna di esse, le percosse e gli oltraggi, durarono per circa unora. Fu chiesto loro di abbandonare lo stile di vita che si erano imposte e di smettere di servire il Vaticano. Quando i cetnici cominciarono a usare violenza, le religiose cercarono di fuggire dalla finestra. Invocando Ges, una dopo laltra, si gettarono nel vuoto. Dopo il salto, ferite e stremate, provarono a rialzarsi e a fuggire, per vennero raggiunte e uccise a coltellate e poi spinte con i piedi verso la Drina. Suor Berchmana fu uccisa il 23 dicembre nei dintorni di Sjetlina. Secondo le dichiarazioni delle prigioniere a Sjetlina, l si diceva che era stata uccisa sotto il ponte di Praa. Nella primavera del 1942, due sorelle di Sarajevo si misero alla ricerca della sua tomba, per, nonostante tutti gli sforzi, non fu trovata. La notizia della morte delle cinque sorelle si diffuse rapidamente a Sarajevo e dintorni. Anche se era tempo di guerra, la gente ne parlava e ricorreva allintercessione delle martiri della Drina, come le hanno denominate. Tra i cattolici si disse subito: queste sono martiri della fede, martiri della propria vocazione e dei propri voti. *Figlia della Divina Carit

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LOSSERVATORE ROMANO
Durante lincontro con gli ebrei il ricordo delle spaventose conseguenze della Shoah

sabato 24 settembre 2011

Dal no a Dio nasce il disprezzo per luomo


Il Papa ha incontrato i membri della comunit ebraica di Berlino nel pomeriggio di gioved 22 settembre, in una sala del Reichstag, dopo la visita al Parlamento federale. Di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI.

Sehr geehrten Damen und Herren, liebe Freunde! Ich freue mich ehrlich ber diese Zusammenkunft mit Ihnen hier in Berlin. Ganz herzlich danke ich Herrn Prsident Dr. Dieter Graumann fr die freundlichen und auch fr seine nachdenklichen Worte. Sie machen mir deutlich, wie viel Vertrauen gewachsen ist zwischen dem jdischen Volk und der katholischen Kirche, die einen nicht unwesentlichen Teil ihrer grundlegenden Traditionen gemeinsam haben, wie Sie betonten. Zugleich ist uns allen klar, da ein liebendes verstehendes Ineinander von Israel und Kirche im jeweiligen Respekt fr das Sein des anderen immer noch weiter wachsen mu und tief in die Verkndigung des Glaubens einzubeziehen ist. Bei meinem Besuch in der Klner Synagoge vor sechs Jahren sprach Rabbiner Teitelbaum ber die Erinnerung als eine der Sulen, die man braucht, um darauf eine friedliche Zukunft zu grnden. Und heute befinde ich mich an einem zentralen Ort der Erinnerung, der schrecklichen Erinnerung, da von hier aus die Shoah, die Vernichtung der jdischen Mitbrger in Europa geplant und organisiert wurde. In Deutschland lebten vor dem Naziterror ungefhr eine halbe Million Juden, die einen festen Bestandteil der deutschen Gesellschaft bildeten. Nach dem Zweiten Weltkrieg galt Deutschland als das Land der Shoah, in dem man eigentlich nicht mehr leben konnte als Jude. Es gab zunchst kaum Anstrengungen, die alten jdischen Gemeinden neu zu begrnden, auch wenn von Osten her stetig jdische Einzelpersonen und Familien einreisten. Viele von ihnen wollten auswandern und sich vor allem in den Vereinigten Staaten oder in Israel eine neue Existenz aufbauen. An diesem Ort mu auch erinnert werden an die Pogromnacht vom 9. auf den 10. November 1938. Nur wenige sahen die ganze Tragweite dieser menschenverachtenden Tat, wie der Berliner Dompropst Bernhard Lichtenberg, der von der Kanzel der Sankt-Hedwigs-Kathedrale den Glubigen zurief: Drauen brennt der Tempel das ist auch ein Gotteshaus. Die nationalsozialistische Schreckensherrschaft grndete auf einem rassistischen Mythos, zu dem die Ablehnung des Gottes Abrahams, Isaaks und Jakobs, des Gottes Jesu Christi und der an ihn glaubenden Menschen gehrte. Der allmchtige Adolf Hitler, das war ein heidnisches Idol, das Ersatz sein wollte fr den biblischen Gott, den Schpfer und Vater aller Menschen. Mit der Verweigerung der Achtung vor diesem einen Gott geht immer auch die Achtung vor der Wrde des Menschen verloren. Wozu der Mensch, der Gott ablehnt, fhig ist, und welches Gesicht ein Volk im Nein zu diesem Gott haben kann, haben die schrecklichen Bilder aus den Konzentrationslagern bei Kriegsende gezeigt. Angesichts dieser Erinnerung ist dankbar festzustellen, da sich seit einigen Jahrzehnten eine neue Entwicklung zeigt, bei der man geradezu von einem Aufblhen jdischen Lebens in Deutschland sprechen kann. Es ist hervorzuheben, da sich die jdische Gemeinschaft in dieser Zeit besonders um die Integration osteuropischer Einwanderer verdient gemacht hat. Dankbar mchte ich auch auf den sich vertiefenden Dialog zwischen der katholischen Kirche und dem Judentum hinweisen. Die Kirche empfindet eine groe Nhe zum jdischen Volk. Mit der Erklrung Nostra aetate des Zweiten Vatikanischen Konzils wurde ein unwiderruflicher Weg des Dialogs, der Brderlichkeit und der Freundschaft eingeschlagen (vgl. Rede in der Synagoge in Rom, 17. Januar 2010). Dies gilt fr die katholische Kirche als ganze, in der der selige Papst Johannes Paul II. sich besonders intensiv fr diesen neuen Weg eingesetzt hat. Es gilt selbstverstndlich auch fr die katholische Kirche in Deutschland, die sich ihrer besonderen Verantwortung in dieser Sache bewut ist. In der ffentlichkeit wird vor allem die Woche der Brderlichkeit wahrgenommen, die von den lokalen Ge-

sellschaften fr Christlich-Jdische Zusammenarbeit jedes Jahr in der ersten Mrzwoche organisiert wird. Von katholischer Seite gibt es zudem jhrliche Treffen zwischen Bischfen und Rabbinern sowie strukturierte Gesprche mit dem Zentralrat der Juden. Schon in den 70er Jahren trat das Zentralkomitee der deutschen Katholiken (ZdK) mit der Errichtung eines Gesprchskreises Juden und Christen hervor, der in fundierter Weise im Laufe der Jahre viele hilfreiche Verlautbarungen hervorgebracht hat. Und nicht unerwhnt lassen mchte ich das historische Treffen im Mrz 2006 fr den jdisch-christlichen Dialog unter Beteiligung von Kardinal Walter Kasper. Diese Zusammenarbeit trgt Frchte. Neben diesen wichtigen Initiativen scheint mir, da wir Christen uns auch immer mehr unserer inneren Verwandtschaft mit dem Judentum klar werden mssen, von der Sie gesprochen haben. Fr Christen kann es keinen Bruch im Heilsgeschehen geben. Das Heil kommt nun einmal von den Juden (vgl. Joh 4,22). Wo der Konflikt Jesu mit dem Judentum seiner Zeit in oberflchlicher Manier als eine Loslsung vom Alten Bund gesehen wird, wird er auf die Idee einer Befreiung hinauslaufen, die die Tora nur als sklavische Befolgung von Riten und ueren Observanzen mideutet. Tatschlich hebt aber die Bergpredigt das mosaische Gesetz nicht auf, sondern enthllt seine verborgenen Mglichkeiten und lt neue Ansprche hervortreten. Sie verweist uns auf den tiefsten Grund menschlichen Tuns, das Herz, wo der Mensch zwischen dem Reinen und dem Unreinen whlt, wo sich Glaube, Hoffnung und Liebe entfalten. Die Hoffnungsbotschaft, die die Bcher der hebrischen Bibel und des christlichen Alten Testaments berliefern, ist von Juden und Christen in unterschiedlicher Weise angeeignet und weitergefhrt worden. Wir erkennen es nach Jahrhunderten des Gegeneinanders als unsere heutige Aufgabe, da diese beiden Weisen der Schriftlektre die christliche und die jdische miteinander in Dialog treten mssen, um Gottes Willen und Wort recht zu verstehen (Jesus von Nazareth. Zweiter Teil: Vom Einzug in Jerusalem bis zur Auferstehung, S. 49) Dieser Dialog soll die gemeinsame Hoffnung auf Gott in einer zunehmend skularen Gesellschaft strken. Ohne

diese Hoffnung verliert die Gesellschaft ihre Humanitt. Insgesamt drfen wir feststellen, da der Austausch der katholischen Kirche mit dem Judentum in Deutschland schon verheiungsvolle Frchte getragen hat. Bestndige vertrauensvolle Beziehungen sind gewachsen. Juden und Christen haben gewi eine gemeinsame Verantwortung fr die Entwicklung der Gesellschaft, die immer auch eine religise Dimension hat. Mgen alle Beteiligten diesen Weg gemeinsam weitergehen. Dazu schenke der Einzige und Allmchtige, Ha Kadosch Baruch Hu, seinen Segen. Ich danke Ihnen. Questa una traduzione in italiano del discorso del Papa. Illustri Signore e Signori, cari amici! Sono sinceramente contento di questo incontro con Voi qui a Berlino. Ringrazio di cuore il Signor Presidente, Dr. Dieter Graumann, per le gentili parole, che fanno anche riflettere. Esse mi manifestano quanto sia cresciuta la fiducia tra il Popolo ebraico e la Chiesa cattolica, che hanno in comune una parte non irrilevante delle loro tradizioni fondamentali, come Lei ha sottolineato. Al tempo stesso, tutti noi sappiamo bene che una comunione amorevole e comprensiva tra Israele e la Chiesa, nel rispetto reciproco per lessere dellaltro, deve ulteriormente crescere ed da includere in modo profondo nellannuncio della fede. Durante la mia visita nella Sinagoga di Colonia sei anni fa, il rabbino Teitelbaum parl della memoria come di una delle colonne, di cui si ha bisogno per fondare su di esse un futuro pacifico. E oggi mi trovo in un luogo centrale della memoria, di una memoria spaventosa: da qui fu progettata ed organizzata la Shoah, leliminazione dei concittadini ebrei in Europa. Prima del terrore nazista in Germania viveva circa mezzo milione di ebrei, che costituivano una componente stabile della societ tedesca. Dopo la seconda guerra mondiale, la Germania fu considerata come il Paese della Shoah in cui, in fondo, come ebreo, non si poteva pi vivere. Allinizio quasi non cera pi alcun sforzo per rifondare le antiche comunit ebraiche, anche se dallEst arrivavano continuamente persone singole e famiglie di ebrei. Molti di loro volevano emigrare e costruirsi una nuova esistenza,

soprattutto negli Stati Uniti o in Israele. In questo luogo bisogna anche richiamare alla memoria il pogrom della notte dei cristalli dal 9 al 10 novembre 1938. Pochi percepirono tutta la portata di tale atto di umano disprezzo come lo percep il prevosto del Duomo di Berlino, Bernhard Lichtenberg, che, dal pulpito della cattedrale di SantEdvige, grid: Fuori il Tempio in fiamme anchesso una casa di Dio. Il regime di terrore del nazionalsocialismo si fondava su un mito razzista, di cui faceva parte il rifiuto del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, del Dio di Ges Cristo e delle persone credenti in Lui. Lonnipotente Adolf Hitler, era questo un idolo pagano, che voleva porsi come sostituto del Dio biblico, Creatore e Padre di tutti gli uomini. Con il rifiuto del rispetto per questo Dio unico si perde sempre anche il rispetto per la dignit delluomo. Di che cosa sia capace luomo che rifiuta Dio e quale volto possa assumere un popolo nel no a tale Dio, lhanno rivelato le orribili immagini provenienti dai campi di concentramento alla fine della guerra. Di fronte a questa memoria vi da constatare, con gratitudine, che da qualche decennio si manifesta un nuovo sviluppo circa il quale si pu addirittura parlare di una rifioritura della vita ebraica in Germania. da sottolineare che in questo tempo la comunit ebraica si resa benemerita in modo particolare nellopera di integrazione di immigrati esteuropei. Con gratitudine vorrei accennare anche al dialogo tra la Chiesa cattolica e lEbraismo, un dialogo che si sta approfondendo. La Chiesa sente una grande vicinanza al Popolo ebraico. Con la Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II si cominciato a percorrere un cammino irrevocabile di dialogo, di fraternit e di amicizia (cfr. Discorso nella Sinagoga di Roma, 17 gennaio 2010). Ci vale per lintera Chiesa cattolica, nella quale il beato Papa Giovanni Paolo II si impegnato in modo particolarmente intenso a favore di questo nuovo cammino. Ci vale ovviamente anche per la Chiesa cattolica in Germania che ben consapevole della sua responsabilit particolare in questa materia. Nellambito pubblico si nota soprattutto la Settimana della fraternit che viene organizzata ogni anno nella prima settimana di marzo dalle associazioni locali per la collaborazione cristianoebraica.

Da parte cattolica ci sono inoltre incontri annuali tra Vescovi e Rabbini, come anche colloqui strutturati con il Consiglio centrale degli ebrei. Gi negli anni Settanta, il Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK) si distinto con la fondazione di un forum Ebrei e Cristiani, che nel corso degli anni ha prodotto, in modo competente, molti documenti utili. E non vorrei neppure trascurare poi lo storico incontro per il dialogo ebreo-cristiano (tenuto in Germania) del marzo 2006, con la partecipazione del Cardinale Walter Kasper. Questa collaborazione porta frutto. Accanto a queste importanti iniziative mi sembra che noi cristiani dobbiamo anche renderci sempre pi conto della nostra affinit interiore con lEbraismo, di cui Lei ha parlato. Per i cristiani non pu esserci una frattura nellevento salvifico. La salvezza viene, appunto, dai Giudei (cfr. Gv 4, 22). Laddove il conflitto di Ges con il Giudaismo del suo tempo visto in modo superficiale, come un distacco dallAntica Alleanza, si finisce per ridurlo a unidea di liberazione che interpreta in modo erroneo la Tor, soltanto come osservanza servile di riti e prescrizioni esteriori. Di fatto, per, il Discorso della montagna non abolisce la Legge mosaica, ma svela le sue possibilit nascoste e fa emergere nuove esigenze; ci rimanda al fondamento pi profondo dellagire

umano, al cuore, dove luomo sceglie tra il puro e limpuro, dove si sviluppano fede, speranza e amore. Il messaggio di speranza, che i libri della Bibbia ebraica e dellAntico Testamento cristiano trasmettono, stato assimilato e sviluppato da giudei e da cristiani in modo diverso. Dopo secoli di contrapposizione, riconosciamo come nostro compito il far s che questi due modi della nuova lettura degli scritti biblici quella cristiana e quella giudaica entrino in dialogo tra loro, per comprendere rettamente la volont e la parola di Dio (Ges di Nazaret. Seconda Parte: Dallingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione, p. 45). In una societ sempre pi secolarizzata, questo dialogo deve rinforzare la comune speranza in Dio. Senza tale speranza la societ perde la sua umanit. Tutto sommato possiamo constatare che lo scambio tra la Chiesa cattolica e lEbraismo in Germania ha gi portato frutti promettenti. Sono cresciuti rapporti durevoli e fiduciosi. Certamente ebrei e cristiani hanno una responsabilit comune per lo sviluppo della societ, la quale possiede sempre anche una dimensione religiosa. Possano tutti gli interessati continuare insieme questo cammino. Per questo lUnico e lOnnipotente Ha Kadosch Baruch Hu doni la sua Benedizione. Vi ringrazio.

Il discorso del presidente delle comunit ebraiche tedesche

Come alberi pi vicini al cielo


Un dialogo comune che sia vivace, aperto, improntato alla fiducia, interessante e dallapproccio positivo verso la vita. quanto ha auspicato per lo sviluppo dei rapporti tra ebrei e cristiani Dieter Graumann, presidente del Consiglio centrale della comunit ebraica in Germania. Nel suo saluto, dopo aver ricordato la visita alla sinagoga di Colonia nel 2006, ha ringraziato il Pontefice per lincontro, una dimostrazione che il dialogo con lebraismo le sta veramente molto a cuore. Secondo Graumann bello poter constatare, e a ragione, che negli ultimi decenni i rapporti tra la Chiesa cattolica e lebraismo sono migliorati in modo veramente eccezionale. Il merito va a molte persone di entrambe le parti. Sappiamo anche molto bene quanto importante fosse per lei la riconciliazione con lebraismo, sappiamo che era addirittura ci che le stava, e le sta, pi a cuore. I ponti che vogliamo costruire ha detto per creare solidi legami devono poggiare perci su solide fondamenta. Fondamenta basate sulla fiducia, sulla stima e sullamicizia. Fondamenta talmente solide da poter sopportare anche parole senza sottintesi. Nel suo discorso il rappresentante dellebraismo che ha anche toccato le questioni del riconoscimento della Fraternit sacerdotale San Pio X e della preghiera del Venerd Santo si detto certo che il Papa continuer il corso di amichevoli contatti e anzi lo rafforzer, in un percorso di conciliazione per tutti noi molto importante e prezioso. Anche Giovanni Paolo II ha portato avanti questo corso con tanto calore. I suoi gesti e le sue parole riscaldano tuttoggi i nostri cuori. Guardando alla realt della Germania, Graumann ha affermato che i contatti sono molti vari, improntati alla fiducia, stretti e leali. Lo vediamo molto spesso, soprattutto in situazioni difficili, situazioni in cui lamicizia messa alla prova, situazioni cui spesso assistiamo con commozione. A questo punto ringrazio di cuore per questa comprovata solidariet e per questa lealt sviluppata in anni di amicizia. Il nostro dialogo resta molto importante, ma non fine a se stesso. Tutti noi saremo giudicati secondo i suoi risultati. Che i nostri buoni rapporti diventino anche migliori, ancora pi stretti, sempre pi cordiali. Questa la nostra pi intima speranza e il nostro comune augurio!. Lesponente dellebraismo ha quindi auspicato un dialogo tra buoni amici che hanno rapporti affiatati e calorosi, un dialogo in cui vengano apprezzate, e richieste, parole schiette e in cui la fiducia, dalle basi gi solide, si potr sviluppare ulteriormente. Mi auguro ha proseguito un dialogo tra ebrei e cristiani che sottolinei, ribadisca e rafforzi le cose che abbiamo in comune. E in un mondo in cui, almeno in Europa, la forza della fede sembra purtroppo indebolirsi, e talvolta perdere di popolarit, abbiamo pi obiettivi e interessi in comune e ancora tante cose che ci uniscono e che sempre ci uniranno. Mi auguro rapporti reciproci improntati al rispetto, un dialogo alla pari, tra amici. Per Graumann i rapporti fraterni tra lebraismo e il cristianesimo devono diventare ovunque e per sempre esperienza quotidiana. Dovremmo saperlo, ma esserne anche intimamente certi, che sono molte le cose che ci uniscono. Sono molte di pi le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Daltronde le nostre radici comuni sono molto forti, forse talvolta dovremmo comunicarlo allesterno pi spesso e pi decisamente. E allora, se le nostre comuni radici sono tanto solide, perch non dovrebbero dare dei frutti? Questo ci che vogliamo: che le cose che abbiamo in comune si sviluppino e diano fiori e frutti. Ma una cosa certa: dato che il mondo quello che , anche se ci avverr i nostri alberi non arriveranno ancora a toccare il cielo. Ma, forse, insieme arriveremo a essere un po pi vicino al cielo. E forse ci che ci lega e unisce far crescere anche noi, ci sarebbe molto bello!. Insieme siamo qui ha concluso insieme crediamo e, naturalmente, ci sentiamo anche uniti! Assumiamo allora insieme la responsabilit di mantenere sempre queste comuni fondamenta basate su una cordiale amicizia, pi fiducia, nuovi contatti, e di farle diventare anche pi forti e solide. Noi ce lo auguriamo di tutto cuore.

sabato 24 settembre 2011

LOSSERVATORE ROMANO
La messa celebrata nello stadio olimpico

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Non crediamo da soli ma con tutta la Chiesa


Moltissimi fedeli hanno partecipato alla messa celebrata dal Papa nel pomeriggio di gioved 22 settembre, allo stadio olimpico di Berlino. Durante la celebrazione Benedetto XVI ha pronunciato la seguente omelia.

Liebe Mitbrder im Bischofs- und Priesteramt! Liebe Schwestern und Brder! Der Blick in das weite Olympiastadion, das ihr in groer Zahl heute fllt, weckt in mir groe Freude und Zuversicht. Sehr herzlich gre ich euch alle die Glubigen aus dem Erzbistum Berlin und den Dizesen Deutschlands wie auch die vielen Pilger aus den benachbarten Lndern. 15 Jahre ist es her, da erstmals ein Papst in die Bundeshauptstadt Berlin gekommen ist. Der Besuch meines verehrten Vorgngers, des seligen Johannes Paul II., und die Seligsprechung des Berliner Dompropstes Bernhard Lichtenberg zusammen mit Karl Leisner eben hier an diesem Ort ist uns allen, auch mir persnlich, in sehr lebendiger Erinnerung. Wenn wir an diese Seligen und an die Schar der Heiligen und Seligen insgesamt denken, knnen wir begreifen, was es heit, als Rebzweige des wahren Weinstocks Christus zu leben und Frucht zu tragen. Das heutige Evangelium hat das Bild neu vergegenwrtigt, dieses im Orient ppig rankenden Gewchses und Sinnbilds von Lebenskraft, eine Metapher fr die Schnheit und Dynamik der Gemeinschaft Jesu mit seinen Jngern und Freunden mit uns. Im Gleichnis vom Weinstock sagt Jesus nicht: Ihr seid der Weinstock, sondern: Ich bin der Weinstock ihr seid die Reben (Joh 15,5). Das heit: So wie die Rebzweige mit dem Weinstock verbunden sind, so gehrt ihr zu mir! Indem ihr aber zu mir gehrt, gehrt ihr auch zueinander. Und dieses Zueinander- und Zu-ihm-Gehren ist nicht irgendein ideales, gedachtes, symbolisches Verhltnis, sondern fast mchte ich sagen ein biologisches, ein lebensvolles Zu-JesusChristus-Gehren. Das ist die Kirche, diese Lebensgemeinschaft mit Jesus Christus und freinander, die durch die Taufe begrndet und in der Eucharistie von Mal zu Mal vertieft und verlebendigt wird. Ich bin der wahre Weinstock, das heit doch eigentlich: Ich bin ihr und ihr seid ich eine unerhrte Identifikation des Herrn mit uns, mit seiner Kirche. Christus selber hat damals vor Damaskus den Kirchenverfolger Saulus gefragt: Warum verfolgst Du mich? (Apg 9,4). Damit drckt der Herr die Gemeinsamkeit des Schicksals aus, die sich aus der innigen Lebensgemeinschaft seiner Kirche mit ihm, dem Auferstandenen, ergibt. Er lebt in seiner Kirche in dieser Welt fort. Er ist bei uns und wir mit ihm. Warum verfolgst du mich? Es ist letztlich Jesus, den die Verfolger seiner Kirche treffen wollen. Und zugleich heit das, da wir, wenn wir um unseres Glaubens willen bedrngt werden, nicht allein sind. Jesus Christus ist bei uns und mit uns. Im Gleichnis sagt der Herr Jesus noch einmal: Ich bin der wahre Weinstock, und mein Vater ist der Winzer (Joh 15,1), und er fhrt aus, da der Winzer zum Messer greift, die drren Reben abschneidet und die fruchttragenden reinigt, so da sie mehr Frucht bringen. Gott will um es mit dem Bild des Propheten Ezechiel zu sagen, das wir in der ersten Lesung gehrt haben das tote, steinerne Herz aus unserer Brust nehmen, und uns ein lebendiges Herz aus Fleisch geben (vgl. Ez 36,26), ein Herz der Liebe, der Gte und des Friedens. Er will uns neues, kraftvolles Leben schenken. Christus ist gekommen, die Snder zu rufen. Sie brauchen den Arzt, nicht die Gesunden (vgl. Lk 5,31f). Und so ist, wie das Zweite Vatikanische Konzil sagt, die Kirche das universale Heilssakrament (LG 48), das fr die Snder, fr uns da ist, um uns den Weg der Umkehr, der Heilung und des Lebens zu erffnen. Das ist die immerwhrende groe Sendung der Kirche, die ihr von Christus bertragen ist. Manche bleiben mit ihrem Blick auf die Kirche an ihrer ueren Gestalt hngen. Dann erscheint die Kirche nur mehr als eine der vielen Organisationen innerhalb einer demokratischen Gesellschaft, nach deren Mastben und Gesetzen dann auch die so sperrige Gre Kir-

che zu beurteilen und zu behandeln ist. Wenn dann auch noch die leidvolle Erfahrung dazukommt, da es in der Kirche gute und schlechte Fische, Weizen und Unkraut gibt, und der Blick auf das Negative fixiert bleibt, dann erschliet sich das groe und schne Mysterium der Kirche nicht mehr. Dann kommt auch keine Freude mehr auf ber die Zugehrigkeit zu diesem Weinstock Kirche. Es verbreiten sich Unzufriedenheit und Mivergngen, wenn man die eigenen oberflchlichen und fehlerhaften Vorstellungen von Kirche, die eigenen Kirchentrume nicht verwirklicht sieht! Da verstummt dann auch das frohe Dank sei dem Herrn, der mich aus Gnad in seine Kirch berufen hat, das Generationen von Katholiken mit berzeugung gesungen haben. Aber kehren wir zum Evangelium zurck. Der Herr fhrt so fort: Bleibt in mir, dann bleibe ich in euch. Wie die Rebe aus sich keine Frucht bringen kann, sondern nur, wenn sie am Weinstock bleibt, so knnt auch ihr keine Frucht bringen, wenn ihr nicht in mir bleibt, ... denn getrennt von mir wir knnten auch bersetzen: auerhalb von mir knnt ihr nichts vollbringen (Joh 15,4). Vor diese Entscheidung ist jeder von uns gestellt. Wie ernst sie ist, sagt uns der Herr wiederum in seinem Gleichnis: Wer nicht in mir bleibt, wird wie die Rebe weggeworfen, und er verdorrt. Man sammelt die weggeworfenen Reben, wirft sie ins Feuer, und sie verbrennen (Joh 15,6). Dazu kommentiert der heilige Augustinus: Eines von beiden kommt der Rebe zu, entweder der Weinstock oder das Feuer; wenn sie nicht im Weinstock ist, wird sie im Feuer sein; damit sie also nicht im Feuer sei, mge sie im Weinstock sein (In Ioan. Ev. tract. 81,3 [PL 35, 1842]). Die hier geforderte Wahl macht uns eindringlich die grundlegende Bedeutung unserer Lebensentscheidung bewut. Aber zugleich ist das Bild vom Weinstock ein Zeichen der Hoffnung und der Zuversicht. Christus selbst ist durch seine Menschwerdung in diese Welt gekommen, um unser Wurzelgrund zu sein. In aller Not und Drre ist er die Quelle, die das Wasser des Lebens schenkt, die uns nhrt und strkt. Er selbst nimmt alle Snde, Angst und Leid auf sich und reinigt und verwandelt uns schlielich geheimnisvoll in gute Reben, die guten Wein bringen. Manchmal fhlen wir uns in solchen Stunden der Not wie in die Kelter geraten, wie Trauben, die vllig ausgepret werden. Aber wir wissen, mit Christus verbunden werden wir zu reifem Wein. Auch das Schwere und Bedrckende unseres Lebens wei Gott in Liebe zu verwandeln. Wichtig ist, da wir am Weinstock, bei Christus bleiben. Der Evangelist verwendet das Wort bleiben in diesem kurzen Abschnitt ein dutzendmal. Dieses InChristus-Bleiben prgt das ganze Gleichnis. In unserer Zeit der Rastlosigkeit und Beliebigkeit, wo so viele Menschen Orientierung und Halt verlieren, wo die Treue der Liebe in Ehe und Freundschaft so zerbrechlich und kurzlebig geworden ist, wo wir in unserer Not wie die Emmausjnger rufen wollen: Herr bleibe bei uns, denn es ist Abend (vgl. Lk 24,29), es ist Dunkel um uns! In dieser Zeit schenkt uns der Auferstandene eine Bleibe, einen Ort des Lichtes, der Hoffnung und der Zuversicht, der Ruhe und der Geborgenheit. Wo den Rebzweigen Drre und Tod drohen, da ist in Christus Zukunft, Leben und Freude. Da ist immer Vergebung und Neubeginn, Verwandlung in seine Liebe hinein. In Christus bleiben heit, wie wir bereits gesehen haben, auch in der Kirche bleiben. Die ganze Gemeinschaft der Glubigen ist in den Weinstock Christus fest hineinverfgt. In Christus gehren wir zusammen. In dieser Gemeinschaft trgt er uns, und zugleich tragen alle Glieder sich gegenseitig. Wir halten gemeinsam Stand gegen den Sturm und geben einander Schutz. Wer glaubt, ist nicht allein. Wir glauben nicht alleine, wir glauben mit der ganzen Kirche aller Orten und Zeiten, mit der Kirche im Himmel und auf der Erde. Die Kirche als Verknderin des Wortes Gottes und Spenderin der Sakramente verbindet uns mit Christus, dem wahren Weinstock. Die Kirche als Flle und Ergnzung des Erlsers, wie Pius XII. sie ge-

nannt hat (Pius XII., Mystici corporis, AAS 35 [1943] S. 230: plenitudo et complementum Redemptoris), ist uns Unterpfand des gttlichen Lebens und Vermittlerin der Frchte, von denen das Gleichnis des Weinstocks spricht. So ist die Kirche das schnste Geschenk Gottes. Daher konnte Augustinus sagen: In dem Ma, wie einer die Kirche liebt, hat er den Heiligen Geist (In Ioan. Ev. tract. 32, 8 [PL 35, 1646]). Mit der Kirche und in der Kirche drfen wir allen Menschen verknden, da Christus die Quelle des Lebens ist, da er da ist, da er das Groe ist, nach dem wir Ausschau halten und uns sehnen. Er schenkt sich selbst und schenkt uns damit Gott, das Glck, die Liebe. Wer an Christus glaubt, hat Zukunft. Denn Gott will nicht das Drre, das Tote, das Gemachte, das am Ende weggeworfen wird, sondern das Fruchtbare und das Lebendige, das Leben in Flle, und er gibt uns Leben in Flle. Liebe Schwestern und Brder! Das wnsche ich euch allen, uns allen, da ihr immer tiefer die Freude entdeckt, in der Kirche mit allen ihren Nten und Dunkelheiten mit Christus verbunden zu sein, da ihr in allen Nten Trost und Erlsung findet, da wir alle immer mehr zum kstlichen Wein der Freude und der Liebe Christi fr diese Welt werden. Amen.

Pubblichiamo qui di seguito una traduzione in italiano dellomelia pronunciata dal Papa. Cari confratelli nellEpiscopato e nel Sacerdozio, cari fratelli e sorelle, lo sguardo allampio stadio olimpico che voi riempite oggi in gran numero, suscita in me grande gioia e fiducia. Saluto con affetto tutti voi: i fedeli dellArcidiocesi di Berlino e delle Diocesi tedesche, nonch i numerosi pellegrini provenienti dai Paesi vicini. Quindici anni or sono, per la prima volta un Papa venuto nella capitale federale Berlino. Tutti anche io personalmente - abbiamo un ricordo molto vivo della Visita del mio venerato Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, e della Beatificazione del Prevosto del Duomo di Berlino Bernhard Lichtenberg insieme a Karl Leisner avvenuta proprio qui, in questo luogo. Pensando a questi Beati e a tutta la schiera dei Santi e Beati, possiamo capire che cosa significhi vivere come tralci della vera vite che Cristo, e portare frutto. Il Vangelo di oggi ci ha richiamato alla mente limmagine di questa pianta, che rampicante in modo rigoglioso nelloriente e simbolo di forza vitale, una metafora per la bellezza e il dinamismo della comunione di Ges con i suoi discepoli e amici, con noi.

Le parole dellarcivescovo Woelki

In una citt dove molti chiedono di Dio

Un Papa tedesco nella capitale tedesca un evento epocale, atteso a lungo e non soltanto dalla Chiesa a Berlino. Larcivescovo Rainer Maria Woelki ha dato voce alla gioia della sua gente, e di tutta la Germania, accogliendo il Papa nello stadio olimpico berlinese, allinizio della messa. Con la sua visita a Berlino ha detto rende un grande onore al nostro Paese, alla Chiesa in Germania e a tutta larcidiocesi. E oggi ricordiamo anche la visita del suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II, che rimarr sempre viva nei nostri cuori. Oggi, Santo Padre, viene in una citt ha proseguito nella quale solo circa una persona su tre appartiene a una Chiesa cristiana. Viene in una citt dove Dio stato dimenticato e che caratterizzata dallateismo. Viene per anche in una citt in cui molte persone chiedono Dio e chiedono di Lui. A Berlino sono presenti una comunit ebraica e una comunit musulmana molto forti, con le quali, come Chiesa, siamo in dialogo. Il Consiglio ecumenico riunisce trenta Chiese che cercano di vivere e testimoniare insieme la fede cristiana. Per noi lecumenismo non soltanto un protocollo di cortesia. Piuttosto continua a essere importante per la vita, se non addirittura la sopravvivenza, della nostra esistenza cristiana e per la nostra testimonianza autentica. Questa citt, dunque, non una citt senza Dio. anzi una citt di martiri. In nessunaltra citt tedesca nel ventesimo secolo sono morti pi cristiani per testimoniare Cristo. A Berlino ha concluso quasi un cattolico su cinque non di origine tedesca, ci dimostra il nostro legame con la Chiesa universale e la nostra viva cattolicit.

Nella parabola della vite, Ges non dice: Voi siete la vite, ma: Io sono la vite, voi i tralci (Gv 15, 5). Ci significa: Cos come i tralci sono legati alla vite, cos voi appartenete a me! Ma appartenendo a me, appartenete anche gli uni agli altri. E questo appartenere luno allaltro e a Lui non una qualsiasi relazione ideale, immaginaria, simbolica, ma vorrei quasi dire un appartenere a Ges Cristo in senso biologico, pienamente vitale. la Chiesa, questa comunit di vita con Ges Cristo e delluno per laltro, che fondata nel Battesimo e approfondita ogni volta di pi nellEucaristia. Io sono la vera vite; questo, per, in realt significa: Io sono voi e voi siete me uninaudita identificazione del Signore con noi, con la sua Chiesa. Cristo stesso, quella volta, vicino a Damasco, chiese a Saulo, il persecutore della Chiesa: Perch mi perseguiti? (At 9, 4). In tal modo il Signore esprime la comunanza di destino che deriva dallintima comunione di vita della sua Chiesa con Lui, il Risorto. Egli continua a vivere nella sua Chiesa in questo mondo. Egli con noi, e noi siamo con Lui. Perch mi perseguiti? In definitiva Ges che vogliono colpire i persecutori della sua Chiesa. E, allo stesso tempo, questo significa che noi non siamo soli quando siamo oppressi a causa della nostra fede. Ges Cristo da noi e con noi. Nella parabola, il Signore Ges dice ancora una volta: Io sono la vite vera, e il Padre mio lagricoltore (Gv 15, 1), e spiega che il vignaiolo prende il coltello, taglia i tralci secchi e pota quelli che portano frutto perch portino pi frutto. Per dirlo con limmagine del profeta Ezechiele, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, Dio vuole togliere dal nostro petto il cuore morto, di pietra, e darci un cuore vivente, di carne (cfr. Ez 36, 26). Vuole donarci una vita nuova e piena di forza. un cuore di amore, di bont e di pace. Cristo venuto a chiamare i peccatori. Sono loro che hanno bisogno del medico, non i sani (cfr. Lc 5, 31s.). E cos, come dice il Concilio Vaticano II, la Chiesa il sacramento universale di salvezza (Lumen gentium, 48) che esiste per i peccatori, per noi, per aprire a noi la via della conversione, della guarigione e della vita. Questa la continua e grande missione della Chiesa, conferitale da Cristo. Alcuni guardano la Chiesa fermandosi al suo aspetto esteriore. Allora la Chiesa appare solo come una delle tante organizzazioni in una societ democratica, secondo le cui norme e leggi, poi, deve essere giudicata e trattata anche una figura cos difficile da comprendere come la Chiesa. Se poi si aggiunge ancora lesperienza dolorosa che nella Chiesa ci sono pesci buoni e cattivi, grano e zizzania, e se lo sguardo resta fisso sulle cose negative, allora non si schiude pi il mistero grande e bello della Chiesa. Quindi, non sorge pi alcuna gioia per il fatto di appartenere a questa vite che la Chiesa. Insoddisfazione e malcontento vanno diffondendosi, se non si vedono realizzate le proprie idee superficiali ed erronee di Chiesa e i propri sogni di Chiesa! Allora cessa anche il lieto canto Sono grato al Signore, che per grazia mi ha chiamato nella sua Chiesa, che generazioni di cattolici hanno cantato con convinzione.

Ma torniamo al Vangelo. Il Signore continua cos: Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non pu portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cos neanche voi se non rimanete in me, ... perch senza di me si potrebbe anche tradurre: fuori di me non potete far nulla (Gv 15, 4). Ognuno di noi messo di fronte a tale decisione. Il Signore, nella sua parabola, ci dice di nuovo quanto essa sia seria: Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi raccolgono i tralci buttati via, li gettano nel fuoco e li bruciano (cfr. Gv 15, 6). Al riguardo, S. Agostino commenta: Luno o laltro spetta al tralcio, o la vite o il fuoco; se [il tralcio] non nella vite, sar nel fuoco; quindi affinch non sia nel fuoco, sia nella vite (In Joan. Ev. tract. 81,3 [PL 35, 1842]). La scelta qui richiesta ci fa capire, in modo insistente, il significato fondamentale della nostra decisione di vita. Ma, allo stesso tempo, limmagine della vite un segno di speranza e di fiducia. Incarnandosi, Cristo stesso venuto in questo mondo per essere il nostro fondamento. In ogni necessit e aridit, Egli la sorgente che dona lacqua della vita che ci nutre e ci fortifica. Egli stesso porta su di s ogni peccato, paura e sofferenza e, in fine, ci purifica e ci trasforma misteriosamente in tralci buoni che danno vino buono. In questi momenti di bisogno, a volte ci sentiamo come finiti sotto un torchio, come i grappoli duva che vengono pigiati completamente. Ma sappiamo che, uniti a Cristo, diventiamo vino maturo. Dio sa trasformare in amore anche le cose pesanti e opprimenti nella nostra vita. Importante che rimaniamo nella vite, in Cristo. In questo breve brano, levangelista usa la parola rimanere una dozzina di volte. Questo rimanere-in-Cristo segna lintero discorso. Nel nostro tempo di inquietudine e di qualunquismo, in cui cos tanta gente perde lorientamento e il sostegno; in cui la fedelt dellamore nel matrimonio e nellamicizia diventata cos fragile e di breve durata; in cui vogliamo gridare, nel nostro bisogno, come i discepoli di Emmaus: Signore, resta con noi, perch si fa sera (cfr. Lc 24, 29), s, buio intorno a noi!; in questo tempo il Signore risorto ci offre un rifugio, un luogo di luce, di speranza e fiducia, di pace e sicurezza. Dove la siccit e la morte minacciano i tralci, l in Cristo c futuro, vita e gioia, l c sempre perdono e nuovo inizio, trasformazione entrando nel suo amore. Rimanere in Cristo significa, come abbiamo gi visto, rimanere anche nella Chiesa. Lintera comunit dei credenti saldamente compaginata in Cristo, la vite. In Cristo, tutti noi siamo uniti insieme. In questa comunit Egli ci sostiene e, allo stesso tempo, tutti i membri si sostengono a vicenda. Insieme resistiamo alle tempeste e offriamo protezione gli uni agli altri. Noi non crediamo da soli, crediamo con tutta la Chiesa di ogni luogo e di ogni tempo, con la Chiesa che in Cielo e sulla terra. La Chiesa quale annunciatrice della Parola di Dio e dispensatrice dei sacramenti ci unisce con Cristo, la vera vite. La Chiesa quale pienezza e completamento del Redentore come la chiamava Pio XII (Pio XII, Mystici corporis, AAS 35 [1943] p. 230: plenitudo et complementum Redemptoris) per noi pegno della vita divina e mediatrice dei frutti di cui parla la parabola della vite. Cos la Chiesa il dono pi bello di Dio. Pertanto, Agostino poteva dire: Ognuno possiede lo Spirito Santo nella misura in cui ama la Chiesa (In Ioan. Ev. tract. 32, 8 [PL 35, 1646]). Con la Chiesa e nella Chiesa possiamo annunciare a tutti gli uomini che Cristo la fonte della vita, che Egli presente, che Egli la grande realt che cerchiamo e a cui aneliamo. Egli dona se stesso e cos ci dona Dio, la felicit, lamore. Chi crede in Cristo, ha un futuro. Perch Dio non vuole ci che arido, morto, artificiale, che alla fine gettato via, ma vuole ci che fecondo e vivo, la vita in abbondanza, e Lui ci d la vita in abbondanza. Cari fratelli e sorelle! Auguro a tutti voi e a noi tutti di scoprire sempre pi profondamente la gioia di essere uniti con Cristo nella Chiesa con tutti i suoi affanni e le sue oscurit - di poter trovare nelle vostre necessit conforto e redenzione e che tutti noi possiamo diventare il vino delizioso della gioia e dellamore di Cristo per questo mondo. Amen.

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LOSSERVATORE ROMANO
A Berlino lincontro con le comunit musulmane

sabato 24 settembre 2011

I diritti naturali delluomo terreno comune per le religioni


Prima di lasciare Berlino il Papa ha incontrato venerd mattina, 23 settembre, i rappresentanti delle comunit musulmane. Durante lincontro, nella sede della nunziatura apostolica, ha pronunciato il seguente discorso.

Liebe muslimische Freunde! Ich freue mich, Sie als Vertreter verschiedener muslimischer Gemeinschaften in Deutschland heute hier willkommen zu heien. Sehr herzlich danke ich Professor Mouhanad Khorchide fr die freundlichen Worte der Begrung und die tiefen Reflexionen, die er uns vorgelegt hat. Sie zeigen, wie zwischen der katholischen Kirche und den muslimischen Gemeinschaften in Deutschland ein Klima des Respekts und des Vertrauens gewachsen ist und das gemeinsam uns Tragende sichtbar wird. Berlin ist ein gnstiger Ort fr ein solches Treffen, nicht nur weil sich hier die lteste Moschee auf Deutschlands Boden befindet, sondern auch weil in Berlin die meisten Muslime im Vergleich zu allen anderen Stdten Deutschlands wohnen. Die Anwesenheit zahlreicher muslimischer Familien ist seit den 70er Jahren des vergangenen Jahrhunderts zunehmend ein Merkmal dieses Landes geworden. Allerdings wird es notwendig sein, bestndig daran zu arbeiten, sich gegenseitig besser kennenzulernen und zu verstehen. Dies ist nicht nur fr ein friedvolles Zusammenleben wichtig, sondern auch fr den Beitrag, den jeder fr den Aufbau des Gemeinwohls in dieser Gesellschaft zu leisten vermag. Viele Muslime messen der religisen Dimension des Lebens groe Bedeutung bei. Das wird zuweilen als Provokation aufgefat in einer Gesellschaft, die dazu neigt, diesen Aspekt an den Rand zu drngen oder ihn hchstens im Bereich der privaten Entscheidungen des einzelnen gelten zu lassen. Die katholische Kirche setzt sich entschieden dafr ein, da der ffentlichen Dimension der Religionszughrigkeit eine angemessene Anerkennung zuteil wird. In einer berwiegend pluralistischen Gesellschaft wird dieser Anspruch nicht bedeutungslos. Dabei ist darauf zu achten, da der Respekt gegenber dem anderen stets gewahrt bleibt. Dieser gegenseitige Respekt freinander wchst nur auf der Basis des Einvernehmens ber einige unveruerliche Werte, die der Natur des Menschen eigen sind, insbesondere der unverletzlichen Wrde jeder einzelnen Person als Geschpf Gottes. Dieses Einvernehmen schrnkt den Ausdruck der verschiedenen Religionen nicht ein; im Gegenteil erlaubt es jedem Menschen, konstruktiv zu bezeugen, woran er glaubt, ohne sich dem Vergleich mit dem anderen zu entziehen. In Deutschland wie in vielen anderen, nicht nur westlichen Lndern ist dieser allgemeine Bezugsrahmen durch die Verfassung vorgegeben, deren rechtlicher Gehalt fr jeden Brger verbindlich ist, sei er nun Mitglied einer Glaubensgemeinschaft oder nicht. Sicher ist die Diskussion ber die beste Formulierung von Prinzipien wie der ffentlichen Religionsausbung weitgreifend und immer offen, allerdings ist die Tatsache bedeutsam, da das deutsche Grundgesetz sie nun schon seit ber 60 Jahren in einer bis heute gltigen Weise zum Ausdruck bringt (vgl. Art. 4, 2). In ihm finden wir vor allem jenes gemeinsame Ethos, das Grundlage des menschlichen Zusammenlebens ist und das in gewisser Weise auch die scheinbar nur formalen Regeln des Funktionierens der institutionellen Organe und des demokratischen Lebens prgt. Wir knnten uns fragen, wieso ein solcher Text, der in einer radikal verschiedenen geschichtlichen Epoche, also in einer fast einheitlich christlichen kulturellen Situation, erarbeitet wurde, auch fr das heutige Deutschland pat, das in einer Situation einer globalisierten Welt lebt und durch einen bemerkenswerten Pluralismus im Bereich der Glaubensberzeugungen geprgt ist. Mir scheint, der Grund dafr liegt in der Tatsache, da den Vtern des Grundgesetzes in jenem wichtigen Augenblick voll bewut war, einen wirklich soliden Grund suchen zu mssen, auf dem alle Brger sich wiederfinden konnten und der fr alle tragende Grundlage sein kann ber Verschiedenheiten hinweg. In-

dem sie so handelten, auf die Menschenwrde und die Verantwortung vor Gott abzustellen, sahen sie nicht von der eigenen Glaubenszugehrigkeit ab; fr nicht wenige von ihnen war ja das christliche Menschenbild die wahre inspirierende Kraft. Sie wuten aber, da sich alle Menschen mit anderen konfessionellen und auch nichtreligisen Hintergrnden auseinandersetzen mssen: Der gemeinsame Grund fr alle wurde in der Anerkennung einiger unveruerlicher Rechte gefunden, die der menschlichen Natur eigen sind und jeder positiven Formulierung vorausgehen. In dieser Weise legte eine damals im wesentlichen homogene Gesellschaft das Fundament, das wir heute als gltig fr eine vom Pluralismus geprgte Zeit ansehen drfen. Ein Fundament, das in Wirklichkeit auch einem solchen Pluralismus seine offensichtlichen Grenzen zeigt: Es ist nmlich nicht denkbar, da eine Gesellschaft sich auf lange Sicht ohne einen Konsens ber die grundlegenden ethischen Werte halten kann. Liebe Freunde! Auf der Grundlage dessen, was ich hier angedeutet habe, scheint mir eine fruchtbare Zusammenarbeit zwischen Christen und Muslimen mglich zu sein. Und damit tragen wir zum Aufbau einer Gesellschaft bei, die in vieler Hinsicht von dem, was wir aus der Vergangenheit mitbrachten, verschieden ist. Als Menschen des Glaubens knnen wir, von unseren jeweiligen berzeugungen ausgehend, ein wichtiges Zeugnis in vielen entscheidenden Bereichen des gesellschaftlichen Lebens geben. Ich denke hier z. B. an den Schutz der Familie auf der Grundlage der Ehegemeinschaft, an die Ehrfurcht vor dem Leben in jeder Phase seines natrlichen Verlaufs oder an die Frderung einer greren sozialen Gerechtigkeit. Auch deshalb halte ich es fr wichtig, einen Tag der Reflexion, des Dialogs und des Gebets fr Frieden und Gerechtigkeit in der Welt zu begehen. Dies wollen wir, wie Sie wissen, am kommenden 27. Oktober in Assisi durchfhren, 25 Jahre nach dem historischen Treffen dort unter der Leitung meines Vorgngers, des seligen Papstes Johannes Pauls II. Mit dieser Zusammenkunft wollen wir in schlichter Weise zum Ausdruck bringen, da wir als Menschen des Glaubens unseren besonderen Beitrag fr den Aufbau einer besseren Welt leisten, wobei wir zugleich die Notwendigkeit anerkennen, fr die Wirksamkeit unserer Taten im Dialog und in der gegenseitigen Wertschtzung zu wachsen.

Mit diesen Gedanken entbiete ich Ihnen nochmals meinen herzlichen Gru und danke Ihnen fr diese Begegnung, die fr den Aufenthalt in meinem Vaterland fr mich eine groe Bereicherung ist. Vielen Dank fr Ihre Aufmerksamkeit! Del discorso del Papa pubblichiamo di seguito una traduzione in italiano Cari amici musulmani, mi gradito porgere qui, oggi, un saluto a Voi, Rappresentanti di diverse comunit musulmane presenti in Germania. Ringrazio molto cordialmente il professore Mouhanad Khorchide per le cortesi parole di saluto e per le riflessioni profonde che ci ha presentato. Esse mostrano come cresciuta unatmosfera di rispetto e di fiducia tra la Chiesa cattolica e le comunit musulmane in Germania e diventi visibile ci che insieme ci sostiene. Berlino un luogo opportuno per un tale incontro, non solo perch qui si trova la moschea pi antica sul territorio della Germania, ma anche perch a Berlino vive il numero pi grande di musulmani rispetto a tutte le altre citt della Germania. A partire dagli anni 70, la presenza di numerose famiglie musulmane divenuta sempre di pi un tratto distintivo di questo Paese. Sar tuttavia necessario impegnarsi costantemente per una migliore reciproca conoscenza e comprensione. Ci essenziale non solo per una convivenza pacifica, ma anche per lapporto che ciascuno in grado di dare per la costruzione del bene comune allinterno della medesima societ. Molti musulmani attribuiscono grande importanza alla dimensione religiosa. Ci, a volte, interpretato come una provocazione in una societ che tende ad emarginare questo aspetto o ad ammetterlo tuttal pi nella sfera delle scelte private dei singoli. La Chiesa cattolica si impegna fermamente perch venga dato il giusto riconoscimento alla dimensione pubblica dellappartenenza religiosa. Si tratta di unesigenza che non diventa irrilevante nel contesto di una societ maggiormente pluralista. In ci va fatta attenzione che il rispetto verso laltro sia sempre mantenuto. Questo rispetto reciproco cresce solo sulla base dellintesa su alcuni valori inalienabili, propri della natura umana, soprattutto linviolabile dignit di ogni persona in quanto creatura di Dio. Tale intesa non limita lespressione delle singole religioni; al contrario, permette a cia-

scuno di testimoniare in modo propositivo ci in cui crede, non sottraendosi al confronto con laltro. In Germania come in molti altri Paesi non solo occidentali tale quadro di riferimento comune rappresentato dalla Costituzione, il cui contenuto giuridico vincolante per ogni cittadino, che sia appartenente o meno ad una confessione religiosa. Naturalmente il dibattito sulla migliore formulazione di principi come la libert di culto pubblico, vasto e sempre aperto, tuttavia significativo il fatto che la Legge Fondamentale tedesca li esprima in un modo ancora oggi valido, a distanza di pi di 60 anni (cfr art. 4, 2). In essa troviamo espresso prima di tutto quellethos comune che alla base della convivenza civile e che in qualche modo segna anche le regole apparentemente solo formali del funzionamento degli organi istituzionali e della vita democratica. Potremmo chiederci come possa un tale testo, elaborato in unepoca storica radicalmente diversa, in una situazione culturale quasi uniformemente cristiana, essere adatto alla Germania di oggi, che vive nel contesto di un mondo globalizzato ed segnata da un notevole pluralismo in materia di convinzioni religiose. La ragione di ci, mi pare, si trova nel fatto che i padri della Legge Fondamentale ebbero la piena consapevolezza, in quel momento importante, di dover cercare una base veramente solida, nella quale tutti i cittadini potessero riconoscersi e che potesse essere una base portante per tutti, al di l delle differenze. Nel fare ci, tenendo presenti la dignit delluomo e la responsabilit davanti a Dio, essi non prescindevano dalla propria appartenenza religiosa; per molti di loro, anzi, la visione cristiana delluomo era la vera forza ispiratrice. Tuttavia sapevano che tutti gli uomini devono confrontarsi con retroterra confessionali diversi o addirittura non religiosi: il terreno comune per tutti fu trovato nel riconoscimento di alcuni diritti inalienabili, che sono propri della natura umana e che precedono ogni formulazione positiva. In questo modo una societ allora sostanzialmente omogenea pose il fondamento che oggi possiamo ritenere valido per un tempo segnato dal pluralismo. Fondamento che, in realt, indica anche degli evidenti confini a tale pluralismo: non pensabile, infatti, che una societ possa sostenersi nel lungo termine senza un consenso sui valori etici fondamentali. Cari amici, sulla base di quanto ho qui accennato, penso che sia pos-

sibile una collaborazione feconda tra cristiani e musulmani. E in questo modo contribuiamo alla costruzione di una societ che, sotto molti aspetti, sar diversa da ci che abbiamo portato con noi dal passato. In quanto uomini religiosi, a partire dalle rispettive convinzioni possiamo dare una testimonianza importante in molti settori cruciali della vita sociale. Penso, ad esempio, alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio, al rispetto della vita in ogni fase del suo naturale decorso o alla promozione di una pi ampia giustizia sociale. Anche per questo ritengo importante celebrare una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia del mondo; vo-

gliamo fare questo come ben sapete il prossimo 27 ottobre ad Assisi, a 25 anni dallo storico incontro in quel luogo guidato dal mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II. Con tale raduno vogliamo mostrare, con semplicit, che da uomini religiosi noi offriamo il nostro particolare contributo per la costruzione di un mondo migliore, riconoscendo al tempo stesso la necessit, per lefficacia della nostra azione, di crescere nel dialogo e nella stima reciproca. Con questi sentimenti rinnovo il mio cordiale saluto e vi ringrazio per questo incontro, che per me costituisce un grande arricchimento in questo soggiorno nella mia patria. Grazie per la vostra attenzione!

Il saluto rivolto al Papa

Amore e misericordia
Un gesto che costituisce un segnale per la convivenza pacifica tra i cristiani e musulmani nel mondo. Cos ha definito lincontro con il Papa Mouhanad Khorchide, rappresentante delle comunit musulmane in Germania. Secondo Khorchide ci sono oggi importanti piattaforme per il dialogo comune e anche la creazione di facolt di teologia islamica presso le universit tedesche, apre spazi non solo per una riflessione costruttiva della teologia islamica, ma anche per uno scambio di vedute obiettivo, nellambito del quale possiamo imparare gli uni dagli altri. Nei nostri incontri noi, musulmani e cristiani, poniamo laccento sul fatto che crediamo allo stesso Dio, al Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe e Ismaele. Ma quando i musulmani parlano di Dio, parlano tutti dello stesso Dio? Quando i cristiani parlano di Dio, parlano tutti dello stesso Dio? In ambedue le religioni esiste infatti una variet di concetti di Dio. Abbiamo bisogno quindi di un criterio per poterci orientare, per sapere se parliamo davvero di Dio e non di una nostra proiezione soggettiva o finanche politica. Il cristianesimo indica quale criterio Ges stesso, in quanto per il cristianesimo Ges la rivelazione di Dio. E come si pone la questione nellislam? La caratteristica pi frequente nel Corano lappellativo il clemente, il misericordioso. La descrizione che Dio fa di se stesso nel Corano come misericordioso, da sola, non basta per a far percepire la sua misericordia. La rivelazione di Dio e la sua misericordia non sono una semplice comunicazione, ma significano che questa misericordia accessibile alluomo, pu essere cio vissuta e avvertita, che Dio diventa conoscibile. Dio non ha rivelato la sua misericordia solo nella parola, nel Corano, ma nella creazione stessa. Ogni atto di misericordia in questo mondo manifestazione della rivelazione della misericordia di Dio perch la misericordia di Dio abbraccia ogni cosa. Inoltre il Corano fornisce unindicazione di questa manifestazione di Dio ed esorta a percepirla. Con il suo intervento luomo pu rendere fertile la terra e suscitare in tal modo la misericordia divina. La rivelazione acquisisce cos un carattere dialogico perch luomo stesso pu causarla e suscitarla, agendo con misericordia e benevolenza. E questo anche il compito delluomo. In particolare, Khorchide ha posto laccento sullamore verso Dio e verso il prossimo come elemento centrale di unione tra islam e cristianesimo riferendosi a un racconto di Maometto che ricorda il Vangelo di Matteo. Cos dove si tende una mano misericordiosa e benevola, l Dio si manifesta, l c la misericordia, l c Dio. Dove una madre abbraccia il suo bambino, dove si sorride a una persona, dove si compie un gesto di bont, di amore e di misericordia, l si suscita la rivelazione della misericordia divina, l si rende percepibile Dio. Nel Corano Dio descrive la propria misericordia come assoluta, ha assunto un unico obbligo: la misericordia. Dunque amore e misericordia, secondo i termini cristiani e islamici, sono i criteri che noi condividiamo per discernere tra una proposta divina e una proposta non divina. Il rappresentante delle comunit islamiche ha concluso il suo discorso auspicando che tra musulmani e cristiani ci sia una crescente comprensione reciproca proprio basata su amore e misericordia.

Benedetto

XVI

ad Erfurt per rinvigorire il dialogo ecumenico

Nella casa di Lutero


dal nostro inviato GIANLUCA BICCINI La strada del dialogo con i cristiani evangelici in Germania passa per Erfurt, dove ha sede lantico convento agostiniano in cui visse Martin Lutero. Non a caso Benedetto XVI ha voluto fortemente questa tappa in Turingia. E se vero che i gesti hanno un valore, quelli compiuti durante il rito di venerd mattina, 23 settembre, nellex convento agostiniano lo confermano ampiamente: lattesa con letture tratte dallenciclica di Giovanni Paolo II Ut unum sint (1995) e da una meditazione di Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), giovane pastore luterano simbolo della resistenza tedesca contro il nazismo; le musiche di Felix Mendelsshon-Bartholdy (1809-1847) e di altri autori e dai canti davvero ben eseguiti dalla corale; poi il vescovo evangelico Friedrich Weber che legge il salmo 146 nella traduzione tedesca di Martin Lutero, in cui viene espressa la comune vocazione cristiana alla lode di Dio; Benedetto XVI che recita la preghiera per lunit dei cristiani e il cardinale Koch la preghiera sacerdotale di Ges; e la benedizione invocata dal presidente del Consiglio dellEkd nella forma aronitica e successivamente imposta con la mano dal Papa nella forma trinitaria. La giornata di venerd era iniziata per il Papa a Berlino, dove aveva celebrato la messa mattutina in privato nella cappella della nunziatura. Nella sede della rappresentanza pontificia aveva poi incontrato una quindicina di rappresentanti della comunit musulmana, che qui conta una importante presenza, dovuta essenzialmente allimmigrazione dai Paesi arabi, in particolare dalla Turchia. Al termine dellincontro il Papa si era poi diretto verso laeroporto berlinese di Tegel per il trasferimento in Turingia. Su un aereo dellaviazione tedesca Benedetto XVI cos giunto nel cuore della Germania. Qui festa; tutte le scuole hanno ottenuto il permesso di restare chiuse in onore dellillustre ospite. Va ricordato che ci troviamo in uno dei cinque nuovi Lnder federali _ quelli che prima della riunificazione si trovavano nella Repubblica democratica tedesca dove lateismo di Stato ha prodotto danni incalcolabili. Basti pensare che qui i cristiani, cattolici e luterani messi insieme, sono appena il 20 per cento della popolazione cittadina. Allaeroporto Benedetto XVI stato accolto dal ministro presidente di Turingia, Christine Lieberknecht, dal vescovo Joachim Wanke, da ordinari delle Chiese vicine e da un gruppo di bambini festanti. Per prima cosa ha visitato la cattedrale di Santa Maria sul Domberg, dove stato salutato tra gli altri dal vescovo ausiliare Reinhard Hauke, e dal preposito con il capitolo. Nel chiostro gli sono stati presentati i docenti di teologia della locale Universit. Il Papa ha poi firmato i libri doro del Land e della citt e ha reso omaggio alla tomba del vescovo Hugo Aufderbeck, predecessore dellattuale ordinario. Infine rientrato in chiesa per venerare lantica statua mariana della Sedes sapientiae. Quindi in automobile il trasferimento allex convento agostiniano dove ha prima incontrato i rappresentanti del Consiglio della Chiesa evangelica, e poi ha partecipato alla citata celebrazione. Lungo il tragitto le strade di Erfurt erano addobbate di fiori colorati, perch questa una citt con molti vivai. Benedetto XVI vi stato accolto dal presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca (Ekd) Nikolaus Schneider e dalla presidente della Chiesa evangelica di Turingia che lo hanno accompagnato nel chiostro dellantico monastero, dove un coro misto di alunni di scuole cattoliche e luterane ha eseguito alcuni brani. La mattinata per il Pontefice si conclusa con il pranzo nel seminario di Erfurt, dove ha lasciato in dono al rettore un calice. Nel pomeriggio lo attende la visita a Etzelsbach, sosta mariana di questo viaggio in Germania.

Due fratellini danno il benvenuto al Papa nellaeroporto di Erfurt (Paolo Corvini)

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