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649004
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt
sabato 3 settembre 2011
Unicuique suum
Anno CLI n. 202 (45.847)
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NOSTRE INFORMAZIONI
Ieri, 1 settembre, il Santo Padre ha ricevuto in udienza privata Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Kln (Repubblica Federale di Germania). Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Felix Anthony Machado, Arcivescovo-Vescovo di Vasai (India), in visita ad limina Apostolorum; Lourdes Daniel, Vescovo di Nashik (India), in visita ad limina Apostolorum; Thomas Dabre, Vescovo di Poona (India), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Valerian DSouza, in visita ad limina Apostolorum; Edwin Colao, Vescovo di Aurangabad (India), in visita ad limina Apostolorum; Anthony Alwyn Fernandes Barreto, Vescovo di Sindhudurg (India), in visita ad limina Apostolorum; Thomas Ignatius Macwan, Vescovo di Ahmedabad (India), in visita ad limina Apostolorum; Godfrey de Rozario, Vescovo di Baroda (India), in visita ad limina Apostolorum.
Le monete di Dio
ANTONIO PAOLUCCI
A PAGINA
BRASILIA, 2. La Banca Centrale brasiliana ha ridotto ieri dello 0,5 per cento il tasso dinteresse di riferimento (Selic), portandolo al 12 per cento. Il tasso resta comunque il pi alto del mondo. Fonti precisano che la misura ha colto di sorpresa il mercato. Per alcuni specialisti, la scelta della Banca Centrale sarebbe collegata alla possibile riduzione, a causa della crisi mondiale, del previsto aumento del prodotto interno lordo nel 2011. Nonostante ci, il Ministero per lo sviluppo, lindu-
stria e il commercio ha diffuso ieri i dati della bilancia commerciale che, nel mese di agosto, ha registrato un attivo record di 3,8 miliardi di dollari. Lattivo accumulato nel primo semestre stato invece di 19,9 miliardi di dollari, con un aumento del 70,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010. Lincremento delle esportazioni attribuito soprattutto alle vendite di soia, petrolio e caff. Resta per il nodo dellinflazione.
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Per lattuazione delle riforme anticrisi Nel 2011 leconomia americana crescer un punto in meno rispetto alle attese
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Jun Azumi al ministero delle Finanze mentre Koichiro Gemba guider la diplomazia nipponica
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In occasione del Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (3-11 settembre), si apre nel capoluogo marchigiano la mostra Alla Mensa del Signore. Capolavori dellarte europea da Raffaello a Tiepolo. Pubblichiamo ampi stralci di uno dei saggi del catalogo. di ANTONIO PAOLUCCI
i chiama Stanza della Segnatura perch, nel 1541, vi ebbe sede il tribunale ecclesiastico di quel nome. In realt, nel progetto di Giulio II della Rovere che aveva stabilito di collocare qui il suo appartamento privato, doveva essere il luogo destinato alla biblioteca. Nella biblioteca di un Papa come in quella di un intellettuale del Rinascimento, ci devono essere libri che parlano di filosofia, di teologia, di estetica, di diritto canonico, di diritto civile e penale. Gli affreschi di Raffaello obbediscono a questa partitura tematica, illustrano e celebrano la disciplina che i libri custodiscono e testimoniano. Questi ultimi non ci sono pi perch mutata nei secoli la funzione dellambiente ma gli affreschi si sono conservati, praticamente intatti, fino ai giorni nostri. Esaminandoli a uno a uno vediamo emergere una teologia delluomo straordinariamente moderna. Cominciamo dalla cosiddetta Scuola di Atene. la celebrazione della umana sapienza che ha il suo vertice nei protofilosofi Platone e Aristotele collocati al centro della figurazione e in posizione sopraelevata. Da loro, rappresentanti rispettivamente della filosofia idealista e della filosofia sperimentale, discendono le tendenze filosofiche e i saperi testimoniati dallassemblea dei grandi spiriti riuniti. C Socrate dal profilo silenico che argomenta con il suo allievo Alcibiade bello e vanitoso, c Epicuro che, coronato di pampini, sembra affidare la sua teoria sul piacere al libro che sta leggendo compiaciuto, c il cinico nichilista Diogene che si abbandona seminudo, solo e indifferente a tutto, sui gradini di una immaginaria accademia. In primo piano Pitagora tiene lezione di aritmetica e di teoria musicale a un ristretto gruppo di allievi fra i quali si distingue il musulmano Averro in turbante. Euclide sta illustrando un teorema. Alla sua destra ci sono gli scienziati del cielo e della terra: Zoroastro con il planetario, Tolomeo con il globo terraqueo. A sovrastare
Raffaello Sanzio, La disputa del Santissimo Sacramento (1508-1511), particolare Al centro della pagina: Il Parnaso (1511), particolare
Diceva Paolo meglio cinque parole dette perch capiscano anche gli altri piuttosto che diecimila parole astruse
Perci chi parla con il dono delle lingue, preghi di saperle interpretare (14, 12-13). Se tu dai lode a Dio soltanto con lo Spirito, in che modo colui che sta tra gli iniziati potrebbe dire lAmen al tuo ringraziamento, dal momento che non capisce quello che dici? Tu, certo, fai un bel ringraziamento, ma laltro non viene edificato. Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue pi di tutti voi; ma in assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue (14, 16-19). Chi parla in lingue sconosciute, non parla agli uomini, ma a Dio, e nessuno lo capisce (14,23). Al parlare in lingua Paolo contrappone il parlare profetico, che annuncia la Parola di Dio in maniera chiara, che tutti possono comprendere, cos che chi ascolta egli scrive sente portati in chiaro i segreti del suo cuore, ed portato ad adorare Dio (cfr. 14, 25). A me pare che lapplicazione, per analogia, allarte sacra sia ovvia e, direi, obbligata.
mittente Giulio II e degli intellettuali della corte pontificia. La decorazione della Stanza della Segnatura ha inizio nel 1508 e si conclude nel 1511. In quei tre anni che segnano il momento zenitale nella storia della Chiesa di Roma e nella gloria del Rinascimento italiano, Raffaello d immagine a una profonda coltissima antropologia culturale che tuttavia egli riesce a presentare a noi (questo laspetto pi seducente del suo genio) con straordinaria efficacia didattica e con immensa capacit di coinvolgimento. Luomo ha il dovere di conoscere il mondo che Dio gli ha dato, ha bisogno della bellezza come del pane, leggi virtuose devono governare le sue azioni. Ma come si pone luomo ideale di Giulio II e di Raffaello di fronte alla religione? Si pone in libert perch la Rivelazione lo abbiamo detto notitia, non cognitio. Non ci si arriva per speculazione filosofica ma per libera e tuttavia razionale adesione dellanima. Il cuore della dottrina cristiana lIncarnazione; il Verbo che si fa carne e diventa corpo eucaristico. Nella parete che fronteggia la Scuola di Atene perfettamente uguale per dimensioni, centralit e dignit, Raffaello dipinse lIncarnazione del Verbo e quindi listituzione eucaristica. Non esiste nella storia universale delle arti un altro caso nel quale un concetto cos vertiginosamente arduo sia stato espresso in modo altrettanto profondo e comprensibile. Il fuoco prospettico e concettuale della composizione lostensorio con la particola consacrata collocato al centro dellaltare. Nella parte alta dellaffresco le tre persone della Trinit stanno in asse con lostia eucaristica e visibilmente la incarnano. In alto c lEterno Padre benedicente, al centro Cristo fra la Vergine e san Giovanni il Precursore. Tutto intorno disposti a emiciclo si collocano i santi, i patriarchi, i profeti della Chiesa trionfante. In basso e al centro della schiera celeste c la colomba dello Spirito Santo che irradia lostensorio. I sacri protagonisti della teofania riposano su soffici nubi fatte di angioletti. Intessuto di angeli vibranti nelloro la paradisiaca cortina che sta dietro lO nnipotente. Nella parte inferiore dellaffresco rappresentata una vasta assemblea di Dottori della Chiesa: Ambrogio e Agostino, Girolamo e Gregorio in posizione eminente seduti sui troni, tutti gli altri in piedi o variamente disposti. Si riconoscono, fra gli altri, san Bonaventura da Bagnoregio, san Tommaso dAquino, ma anche il Beato Angelico, Dante, Girolamo Savonarola condannato al rogo a Firenze non molti anni prima e che ora il francescano Giulio II vuole collocato fra i santi, in odio al suo predecessore, Alessandro VI Borgia, che ne aveva voluto la morte. Disputa del Sacramento si chiama da sempre laffresco. La responsabilit del titolo, del tutto inappropriato, di Giorgio Vasari il quale aveva scritto, nelle sue Vite, di personaggi disputanti. In realt i santi e i dottori non disputano ma piuttosto venerano, stupiscono, si emozionano di fronte al vertiginoso mistero, cercano risposta nei loro libri a quellinconcepibile prodigio. La mente umana si smarrisce, prova sgomento e inadeguatezza infinita di fronte alla Verit rivelata. Ci aiuta, per nostra fortuna, la misericordiosa presenza di Dio che manda il suo angelo a sostenerci e a consolarci. A questo allude il bellissimo angelo biondo che, al limite del presbiterio dove sono raccolti i teologi, ci invita, con amabile grazia, alla adorazione eucaristica.
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Una rilettura dei numerosi passi evangelici dove con concretezza si parla di soldi
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Le monete di Dio
Nei due denari anticipati dal samaritano Ireneo vide limmagine del Figlio e del Padre
Anticipiamo il testo della conferenza che il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana tiene a Buja (Udine) sabato 3 settembre in occasione della mostra su Le monete di Dio. Esposizione ragionata delle monete originali citate nei Vangeli (fino al 30 novembre 2011) organizzata dal Comune in collaborazione con larcidiocesi di Udine e con la Vaticana. Corredata da un catalogo a cura di Giancarlo Alteri, lesposizione che si tiene al Museo darte della medaglia e della citt di Buja la prima e la pi completa in materia mai organizzata. di CESARE PASINI ono rimasto attratto dallofferta della vedova del Vangelo. Non solo perch quella donna si merita il bellissimo elogio di Ges: In verit io vi dico: questa vedova, cos povera, ha gettato nel tesoro pi di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere (Marco, 12, 43-44); ma anche perch in quel brano figura il leptn, la piccola moneta sconosciuta al sistema monetario romano ma comunemente usata dalla popolazione in Palestina per i bisogni giornalieri. I ricchi gettavano molte monete ma, racconta levangelista, venuta una vedova povera, vi gett due monetine, che fanno un soldo (Marco, 12, 42). Quelle tradotte con monetine sono appunto i lept (in ebraico prutt), mentre quello che chiamato soldo il kodrntes, cio il quadrante, che valeva un quarto di asse. Rimaniamo ancora un poco con il leptn e con le monete pi piccole. Nei vangeli la parola leptn ricorre due volte nel racconto della vedova perch ne parlano sia Marco (12, 4144), da cui ho tratto la citazione precedente, sia Luca (21, 1-4), che sintetizza leggermente la narrazione; una terza volta nel vangelo secondo Luca, quando Ges invita a trovare un accordo con lavversario mentre si in strada per andare davanti al magistrato, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni allesattore dei debiti e costui ti getti in prigione. La finale molto no avari: la vedova, leggevamo, d tutto quello che ha. Il testo del Vangelo usa a questo proposito il termine bos, una parola quanto mai nota, nei suoi composti, anche nelle lingue moderne biologico, biodegradabile, biografia e cos via e che significa anzitutto e soprattutto vita. Vuol dire tuttavia anche sostanze, mezzi di sostentamento, e in questo senso abbiamo trovato trane, ognuna delle quali valeva cento denari. I diecimila talenti indicavano quindi una somma esorbitante, impagabile, di sessanta milioni di denari: si calcolato che in quindici anni un lavoratore poteva guadagnare un talento in tutto... Il compagno del servo spietato deve a questultimo solo cento denari (hkaton denria), che tuttavia quegli non vuole condonare, pur essendo stato graziato di una somma seicentomila volte superiore: un paragone improponibile e, nella contrapposizione a effetto, una esosit tremenda da parte del servo spietato. Linsegnamento concerneva il perdono, e Ges conclude con una frase che vuole scuotere i suoi ascoltatori di allora e di oggi: Cos anche il Padre mio celeste far con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello (18, 35). Al perdono fa riferimento anche unaltra parabola (Luca, 7, 40-50), nella quale sono ugualmente in gioco due somme di denari, tuttavia in un rapporto pi contenuto, di dieci a uno. Un creditore condona infatti cinquecento denari (denria pentaksia) a un debitore, cinquanta (pentkonta) a un altro. Qui non c contrasto fra i due, piuttosto amore riconoscente, tanto pi grande quanto pi si comprende di aver ricevuto un generoso perdono: proprio come la donna che ha cosparso di profumo i piedi di Ges e che Ges elogia davanti a Simone il fariseo raccontandogli quella parabola, perch finalmente percepisca anche lui lo stupore riconoscente dellessere perdonati. E, per stare in una tematica simile, quando una donna a Betania unge il capo di Ges con un profumo di grande valore e come racconta il Vangelo di Marco alcuni dei presenti si indignarono gridando allo spreco di pi di trecento denari che si sarebbero potuti dare ai poveri (Marco, 14, 5), Ges dovette anche qui intervenire a difesa di quella donna: Ella ha fatto ci che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura; aggiunse anche una solenne promessa: In verit io vi dico: dovunque sar proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dir anche quello che ha fatto (14, 8-9). La stessa indignazione, con identica cifra e motivazione anche se lunzione torna a essere sui piedi di Ges troviamo nella narrazione parallela del Vangelo di Giovanni, dove tuttavia la critica posta in bocca a Giuda Iscariota e la donna che compie il gesto Maria, sorella di Marta e di Lazzaro (Giovanni, 12, 1-8). Unultima valutazione, questa volta in un contesto positivo e in riferimento al pane per sfamare un gruppo immenso di persone, viene compiuta in occasione della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ges chiede ai discepoli di provvedere loro stessi, ed essi domandano come fare a raccogliere cos tanto ben di Dio. Nel Vangelo secondo Marco esprimono una quantificazione numerica: Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare? (6, 37). Dal Vangelo di Giovanni apprendiamo che lapostolo Filippo a formulare lo stesso pensiero: Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perch ognuno possa riceverne un pezzo (6, 7). Sappiamo che non ci fu bisogno di procedere secondo quella prospettiva e che Ges provvide altrimenti... Fra le monete in argento, i Vangeli non conoscono solo i denari, che erano di fatto le abituali monete romane e infatti sono ugualmente presenti in numerosi altri passi dei Vangeli. Conoscono anche le dracme, monete greche di valore equiparabile a quello dei denari, e i sicli e i mezzi sicli, rispettivamente corrispondenti a quattro e a due denari o dracme ciascuno. I sicli e i mezzi sicli erano le uniche monete dargento accettate al Tempio insieme alle monete di bronzo coniate dagli ebrei in Palestina: le monete romane o genericamente pagane non vi erano accolte per i loro soggetti contrari alla Legge con raffigurazioni umane o di animali o specificamente idolatriche (Esodo, 20, 4). Per questo nel cortile del Tempio si trovavano i cambiavalute, che permettevano di entrare nel luogo sacro con le monete l utilizzabili. Bisogna tuttavia segnalare che il siclo e il mezzo siclo recaDenario in argento di Augusto coniato a Lione tra il 2 prima dellera era cristiana e lanno 14 vano la raffigurazione del dio fenicio Al suo diritto rappresenta la testa laureata dellimperatore Melqart: ma in questo caso la prassi faceva uneccezione, probabilmente in ossequio alla consolidata stabilit del- cazioni generiche: Quale donna, se le monete di ogni tipo sulle quali la moneta... ha dieci monete e ne perde una, non non far affidamento nella missione: Dovevano essere precisamente dei accende la lampada e spazza la casa Non procuratevi...! sicli le trenta monete date a Giuda, e cerca accuratamente finch non la Dobbiamo riconoscere che usare anche se da Matteo sono generica- trova? (Luca, 15, 8). Levangelista le monete impresa delicata e pu mente indicate come trenta monete Luca pone in bocca a Ges la parola comportare dei rischi. Dalla carrelladargento (trikonta argyria) (26, 15) drachm, riferendosi alla moneta gre- ta che abbiamo compiuto fra i testi e da Marco (14, 11) e Luca (22, 5) ca equivalente al denario. Forse, pe- evangelici resta limpressione che, ancora pi genericamente come de- r, Ges parl, come al solito, pro- quando hai a che fare con i soldi, naro (argyrion). Infatti i sacerdoti prio dei denari romani, comunemen- qualche tensione o contrasto o inprelevarono le monete dal tesoro del te usati, e fu levangelista a introdur- giustizia possa nascere. In generale Tempio, dove appunto non si trova- re quella raffinatezza linguistica. In succede quando mammona, la ricvano gli altri tipi di mochezza, diventa un padrone assoluto nete dei romani. La somche prende il tuo cuore e ti induce a Somma altissima e impossibile da pagare tralasciare e a trascurare tutto il rema corrisponde a 120 denari, il prezzo che la sto, Dio compreso. Anche il denaro sono i diecimila talenti condonati Legge prescriveva per il ricevuto dal traditore manifesta in nella parabola di Ges riscatto di uno schiavo grado estremo questa tentazione con le sue tremende conseguenze. (Esodo, 21, 32); e un deraccontata nel Vangelo di Matteo Ma le monete non portano con s nario, come conferma la una dannazione originaria. Esse posparabola degli invitati a lavorare nella vigna, era il salario di ogni caso partecipiamo alla gioia sono essere usate bene e a buon fiuna giornata di lavoro di un brac- della donna, che condivide con le ne, comprese quelle per lorganizzaciante agricolo e, con buona proba- amiche e le vicine il ritrovamento, e zione del lavoro degli operai il debilit, di un qualsiasi operario spe- accogliamo senza immaginare ritoc- naro per i lavoratori della vigna o cializzato in una determinata attivi- chi! Lespressione conclusiva di Ge- quelle che vengono messe a profitto t. Non una grande somma, quindi. s: Cos, io vi dico, vi gioia da- della comunit (abbiamo sentito Un gruzzolo indefinito di sicli, sem- vanti agli angeli di Dio per un solo parlare di monete per tasse civili e religiose); comprese, e forse al primo pre con il nome generico di mone- peccatore che si converte (15, 10). Questa veloce, pur parziale, car- posto, quelle che esprimono gesti di te dargento (argyria), fu pure consegnato, ugualmente attingendoli al rellata ci ha tuttavia permesso di no- grande generosit nella loro piccotesoro del Tempio, ai soldati di tare che nei Vangeli compaiono varie lezza, riservatezza e umilt, come la guardia, perch dopo la risurrezione volte le monete, sia negli episodi che vedova che diede tutti i propri di Ges dicessero a tutti che i disce- vi sono raccontati sia nei discorsi mezzi di sussistenza, tutta la sua poli erano venuti di notte e ne ave- pronunciati da Ges. Non ne siamo vita, riproducendo da vicino il gevano trafugato il corpo (Matteo, 28, stupiti: le monete fanno parte della sto del Salvatore, che ha offerto la concretezza della vita, e i Vangeli sua vita, la sua sostanza, per 11-13). Un ultimo riferimento al siclo, non sono certo lontani da questa lumanit; compresa quella moneta meglio: a un mezzo siclo, troviamo concretezza. Anzi, vi sono immersi, che si perduta e si cerca e si ritronellepisodio del pagamento della perch descrivono vicende quotidia- va, partecipando agli altri la propria gioia, come la donna della parabola, tassa al Tempio da parte di Ges e perch non si spreconi e perch di Pietro, nel quale sono tuttavia gli uni e gli altri condividono la utilizzati i termini didrammo e stateseriet con cui affrontiamo le re. Si recano da Pietro gli incaricati questioni delleconomia. Se che raccolgono i didrammi (ddrapoi il desiderio di quella mochma) per il Tempio; Ges alloneta va oltre e indica la rira invita Pietro ad andare a cerca appassionata del Repescare e a dare poi agli incagno di Dio, nel quale luoricati, per loro due insieme, mo si trova amato dal suo uno statere (statr) che troveCreatore e impara a cor in un pesce (Matteo, 17, struire una comunit di pa24-27). Il didrammo, cio ce e di giustizia, di comuna doppia dracma, preciprensione e di perdono, ansamente la tassa annuale ricora meglio! Una moneta cochiesta, pari a mezzo siclo; s tutti la desiderano e non tuttavia Pietro, su invito di crea sperequazioni o ingiustiGes, pescher uno statere, alzie: crea piuttosto una societ tro nome del siclo intero, cos che dove tutto concorre al bene di questa moneta, del valore di quattro tutti. dracme, servisse a pagare per ambePosso cos concludere riferendomi due. Ges compie questo gesto proal samaritano della parabola, che ho digioso per evitare di scandalizzavolutamente lasciato da parte sin re gli incaricati, sottomettendosi a una tassa che spiega a Pietro a lui, Pruta di Ponzio Pilato coniata intorno allanno 30 qui. Il samaritano usa le sue monete in quanto Figlio, non doveva essere Al suo diritto presenta un bastone augurale tipico per assistere il malcapitato in cui si imbatte lungo la strada. Lascia infatrichiesta. Ma, allo stesso tempo, ridellantica Roma ti due monete allalbergatore perch conosciamo unaccorta competenza ne continui lassistenza: sono due amministrativa: pagando con uno statere e non con due didrammi di- ne e raccontano di situazioni am- denari, monete usuali, monete laistinti come troviamo scritto nella bientate nella quotidianit. Ci siamo che, non quelle specifiche per il Mishnah, che raccoglie la tradizione imbattuti nelle monete usate per pa- Tempio, monete che permettevano orale della legge ebraica, Ges mo- gare le tasse civili e quelle del Tem- di soggiornare due o tre giorni in strava infatti di sapere che il paga- pio oppure per ricompensare il lavo- una locanda discreta. Prima, per, il mento unitario come peraltro sugge- ro della giornata, per compiere samaritano si d da fare a curare rivano le stesse autorit del Tempio unofferta al tempio dando tutti i personalmente il bisognoso: gli si fa propri mezzi di sussistenza, per vicino, gli fascia le ferite, versandovi permetteva di evitare laggiunta di comperare da mangiare (anche se le olio e vino, lo carica sopra il suo un aggio di circa lotto per cento rimonete non furono di fatto utilizzagiumento. Il samaritano del Vangelo chiesto invece nel caso di pagamento te, visto che ci pens Ges a procusa bene che il dare le monete e in distinto. Non sfugge nulla, e tutto rare pani e pesci alla folla, dopo ogni cosa al proprio livello ha un averla nutrita con la sua parola!), genere le cose per non ridursi a suo senso. persino monete per ripagare il tradi- un mero lavarsi le mani mascherato In tema di tasse, ricordiamo che tore o per tacitare i soldati testimoni da una beneficenza esteriore, deve anche per la tassa ai romani, il tribu- della Risurrezione di Ges; poi som- essere inserito nella trama di un auto a Cesare, Ges era stato interpel- me di monete con cui si quantifica il tentico rapporto personale. Gli antichi commentatori sto rilato con la domanda infida a cui profumo delicatamente sparso su aveva dato la nota soluzione: Ren- Ges da donne colme di riconoscen- ferendomi a Ireneo di Lione, vissuto dete dunque a Cesare quello che za, o monete con le quali vengono nel II secolo non ebbero timore a di Cesare e a Dio quello che di espressi i debiti contratti, ormai con- spiegare la parabola identificando Dio (Matteo, 22, 21; cfr. Marco, 12, donati o da condonare ad altri, o nel samaritano Cristo stesso, che si 17; Luca, 20, 25). In questo caso la piccole somme con cui si enuncia il china sullumanit ferita e poi la afmoneta che i suoi interlocutori gli costo irrilevante di due o cinque pe- fida allalbergatore, cio allo Spirito presentano un denaro (Matteo, 22, sci (ma cos preziosi, e non solo essi, Santo, perch la guarisca imprimendo su di lei limmagine del Figlio e 19; Marco, 12, 15; Luca, 20, 24), tipica davanti a Dio!). moneta romana con limmagine e E ancora i talenti o le mine del Padre, rappresentati dai due deliscrizione di Cesare, come viene grandi somme! ricevute da ciascu- nari (cfr. Adversus haereses, III, 17, 3). fatto debitamente notare! no per farle fruttare nella propria vi- Il simbolo un po forzato, ma siaQuanto alla dracma, essa compare ta; e la moneta ritrovata dalla donna mo piacevolmente stupiti nel trovare solo una volta nel Vangelo, appunto nella lieta condivisione di tutti: sce- identificate nelle due monete le stesnella parabola della dracma perduta. na tanto quotidiana e simbolo della se persone divine. Di pi non si poNella traduzione si rende con indi- gioia del Regno di Dio fra di noi; e teva immaginare!
Siclo in argento coniato a Tiro tra il 126 antecedente lera cristiana e il 66 che nel suo rovescio presenta unaquila animale sacro a Zeus
Le monete non portano con s una dannazione originaria Possono essere usate bene e per un fine buono Come per il giusto salario agli
severa: Io ti dico: non uscirai di l finch non avrai pagato fino allultimo spicciolo (12, 58-59), appunto il leptn. Lo stesso insegnamento riportato anche da Matteo, nel discorso della montagna e, leggendo la traduzione, non ci accorgiamo di alcuna variante, perch la frase identica: In verit io ti dico: non uscirai di l finch non avrai pagato fino allultimo spicciolo! (5, 26). Ma, se controlliamo, qui non pi nominato il leptn ma il kodrntes, che ne vale il doppio, ma di fatto la pi piccola moneta romana. Il significato e la forza dellaffermazione rimangono ovviamente gli stessi. Un ultimo testo, riportato in parallelo da Matteo e da Luca, ci fa concludere la carrellata sullultimo tipo di monete di bronzo citate nei Vangeli, cio gli assi. Il brano evangelico che fa riferimento a queste monete quello, molto simpatico, riguardante i passeri del cielo e i capelli del capo. Nel Vangelo secondo Matteo leggiamo infatti: Nemmeno uno di essi [dei passeri] cadr a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete pi di molti passeri! (Matteo, 10, 29-30). E s che si era domandato un momento prima che cosa valgono mai due passeri? Non si vendono forse per un soldo? (10, 29). Il soldo della traduzione qui un assyrion, cio lasse, che vale quattro quadranti o otto lept. Curiosamente nella recensione di Luca Ges parla di cinque passeri invece che di due. Il loro valore diventa allora di due assi (12, 6): un piccolo sconto sulla quantit, diremmo! Precisamente uno sconto di due quadranti o di quattro lept, il doppio di quanto era riuscita a donare la vedova povera osservata con tanto affetto da Ges al tempio. Se ci soffermiamo ancora un poco sulla vedova e sullinsieme di questo primo gruppo di testi evangelici, ne dobbiamo dedurre che per Ges sono importanti anche queste cifre piccole, tipiche della gente comune, anzi dei pi poveri. Che per non so-
dotto che la vedova ha dato tutto quanto aveva per vivere. Il doppio significato del termine suggerisce quindi un simbolismo molto pi profondo: la vedova ha dato tutta la sua stessa vita! Lopposto succede invece quando ci si accosta alle monete con atteggiamento esoso. Allora non si fa sconto neppure su un leptn e non se ne fa certo dono: bisogna risarcire sino allultimo spicciolo. Ma per capire questi atteggiamenti dobbiamo passare alle monete di maggior valore, che finooperai ra non abbiamo ancora considerato. Di maggior valore sono ovviamente le monete dargento e doro, ma di fatto il Vangelo non ricorda esplicitamente monete doro. Tuttavia possiamo coglierne un cenno nelle istruzioni che Ges d ai Dodici mandandoli in missione, l dove enumera in sequenza i tre metalli con cui venivano coniate le monete: oro, argento e bronzo: Non procuratevi oro (chrysn) n argento (rgyron) n bronzo (chalkn) nelle vostre cinture (Matteo, 10, 9). Il significato pi ovvio quello di pensare alle monete dei rispettivi metalli. Per loro si trattava probabilmente degli aurei romani. Per le monete dargento invece i riferimenti sono numerosi e, come gi accennavo, vi troviamo anche gli atteggiamenti esosi, come quello del servo spietato della parabola (18, 2335). A lui erano stati condonati diecimila talenti (myria tlanta). Il talento, come la mina, solo una moneta di conto, cio ununit monetaria che non esiste in realt ma alla quale si fa riferimento per calcolare somme di grande quantit. Fra laltro essi hanno dato il nome a due parabole specifiche, fra loro simili. Il talento attico, di cui parlano i Vangeli, si divideva in sessanta mi-
Un settore della mostra di Buja nel quale sono esposte le monete del tempo di Ges
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Iniziativa promossa dal World Council of Churches
GINEVRA, 2. Un periodo speciale di riflessione e di preghiera sulla necessit che tutti i cristiani rafforzino il loro impegno e la loro testimonianza per la salvaguardia del creato: quanto propone il World Council of Churches (Wcc-Consiglio ecumenico delle Chiese-Cec), in un messaggio che prende spunto dalla dedicazione del 2011 da parte delle Nazioni Unite alla preservazione del patrimonio forestale nel mondo e, pi in generale, alla conservazione del risorse della terra. Il 20 dicembre 2006, infatti, lAssemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione proclamando il 2011 Anno internazionale delle Foreste per sostenere limpegno a favorire la gestione, conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste di tutto il mondo. Ogni giorno, si ricorda, circa 350 chilometri quadrati di foresta vengono distrutti in tutto il mondo. In particolare, le maggiori cause di questa perdita di aree forestali sono: la trasformazione in terreni agricoli, un taglio indiscriminato del legname, una gestione errata delle risorse e la creazione di insediamenti umani. LAnno internazionale delle Foreste mira ad accrescere la consapevolezza e a promuovere unazione globale per la gestione, conservazione e sviluppo sostenibile di tutti i tipi di foreste, comprese le specie arboree al di fuori delle foreste. Il Wcc, dunque, chiama le varie comunit religiose a offrire, dal 1 settembre al 4 ottobre, preghiere e riflessioni sui doni di Dio e della natura. A time for creation, titolo delliniziativa, costituisce il contributo specifico dellorganizzazione ecumenica allidea di dedicare un tempo di preghiera per la creazione che venne lanciato dal Patriarcato ecumenico, che ha proclamato il 1 settembre Giornata di preghiera per la terra e gli ecosistemi. Il 1 settembre stato scelto in coincidenza del fatto che il mese in questione caratterizza linizio del nuovo anno ecclesiastico della Chiesa ortodossa. Si tratta pertanto di unoccasione con-
siderata propizia per approfondire i legami delluomo con lambiente naturale che lo circonda, riflettendo sui primi versetti della Bibbia, che si riferiscono alla creazione. Per il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo il quale ha dedicato alla Giornata un messaggio opportuno continuare a far sentire con forza la voce delle comunit cristiane contro ogni tentativo di rendere lambiente una risorsa da sfruttare avidamente. A tale riguardo, scrive il patriarca ecumenico non possiamo rimanere in silenzio di fronte al fatto che luomo non onora pi, come deve, questo dono di Dio e che distrugge lambiente per avidit o peggio ancora per fini puramente egoistici. Il Wcc ribadisce anchesso, quindi, la necessit di affrontare il contesto attuale con un radicale cambiamento di mentalit, che trova nella Parola lo slancio per il suo attuarsi concretamente. A time for creation, fra laltro, si inserisce nel ricco panorama delle iniziative che caratterizza lattivit dellorganizzazione ecumenica a favore delle questioni legate allambiente. Nel maggio scorso a Kingston, in Giamaica, oltre un migliaio di delegati hanno tracciato un percorso preciso, in occasione della Convocazione ecumenica promossa dal Wcc: le comunit cristiane stato sottolineato sono chiamate a dare una risposta globale senza precedenti alle sfide che minacciano la coesione umana e lambiente. La Conferenza ha dedicato un apposito spazio ai temi ambientali. In particolare, stato osservato che la crisi che pervade lintero ecosistema trova radici nella crisi pi profonda che riguarda letica e la spiritualit. Soprattutto si evidenzia che il tema dellambiente strettamente legato alla giustizia e allequo accesso alle opportunit di sviluppo per tutta lumanit. La nostra preoccupazione per la terra e quella per lumanit si legge nel messaggio scaturito in occasione dellevento vanno insieme inseparabilmente. Le risorse naturali e i
beni comuni, come lacqua, devono essere condivisi in modo giusto e sostenibile. Ci uniamo alla societ civile di tutto il mondo per fare pressione sulle istituzioni civili affinch diano basi radicalmente diverse a tutte a tutte le attivit economiche per raggiungere lobiettivo di uneconomia ecologicamente sostenibile. La crisi ambientale, si conclude, nel profondo una crisi etica e spirituale dellumanit. Ben consapevoli del danno che lattivit umana ha fatto alla terra, riaffermiano il nostro impegno per la salvaguardia del creato e per uno stile di vita quotidiana conseguente. Unattivit umana, aggiunto, che talvolta si tramuta in vere e proprie catastrofi ambientali dalle conseguenze devastanti, come nel caso delle esplosioni nucleari. I membri delle comunit religiose che aderiscono al Wcc, sparse in oltre cento Paesi si sottolinea in un altro messaggio pubblicato dallorganismo ecumenico in occasione dellanniversario dellesplosione del reattore della centrale nucleare di Chernobyl (26 aprile 1986) sono uniti nel dare testimonianza concreta dellimpegno ambientale e per dare una risposta globale alle sfide che minacciano la stessa vita umana. Questi eventi, ha affermato il segretario generale Olav Fykse Tveit, guidano pertanto le nostre preghiere e i nostri programmi a riflettere su ci che le societ e le comunit religiose, ciascuna nel proprio ambito, possono fare per la tutela dellambiente e la sicurezza delle persone. Il responsabile del Climate Change Programme del Wcc, Guillermo Kerber, ha ribadito che per evitare tali conseguenze un grande cambiamento di paradigma necessario. Lo sviluppo sfrenato, gli alti livelli di consumo e gli stili di vita non sostenibili sono tutti fattori che giocano un ruolo in questo problema. Il periodo di preghiera e di riflessione promosso dal Wcc, si concluder, come accennato il 4 ottobre, in coincidenza peraltro con la festa di san Francesco dAssisi.
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Conclusa a Brescia la settimana di studi dellassociazione professori
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Penitenza e riconciliazione
DUBLINO, 2. La penitenza e la preghiera sono le strade maestre per giungere a una reale riconciliazione con le vittime degli abusi sessuali. E per rinnovare un clima di fiducia e di speranza nei confronti della Chiesa. Lo ha detto a chiare lettere Benedetto XVI nellormai nota lettera pastorale ai cattolici dellIrlanda del 19 marzo 2010. E ne convinta la Chiesa locale che ne abbraccia e ne segue le indicazioni. Ne un esempio eloquente la giornata di digiuno, preghiera e penitenza che nello scorso mese di agosto ha visto mobilitati il clero e i fedeli di Tullamore, importante centro commerciale e industriale del midlands irlandese. La cui esperienza riportata in evidenza dal sito della conferenza episcopale. Nella terra di san Patrizio e san Colombano, come noto, dopo la recente divulgazione di un nuovo rapporto governativo riguardante gli abusi sessuali su minori, non sono mancate ulteriori polemiche. La strada intrapresa dalla Chiesa, nel rispetto dei diritti di ciascuno, invece quella della penitenza e della riconciliazione con le vittime. In occasione, perci del 25 anniversario di fondazione della chiesa dellAssunzione, i sacerdoti di Tullamore hanno organizzato una speciale veglia penitenziale che ha avuto per tema ispiratore le parole del profeta Gioele: Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Per ventiquattrore, dunque dalle 20 del 25 agosto alla stessa ora del 26 il clero, i religiosi e i fedeli della cittadina hanno pregato e offerto le proprie rinunce come riparazione per le orribili offese compiuti da uomini di Chiesa. Non c alcun altro modo spiegano in una lettera i sacerdoti di Tullemore con cui si possa riparare alle sofferenze patite da tante persone; tutto quello che possiamo fare chiedere la misericordia di Dio e il perdono delle persone buone che compongono la Chiesa. E fare del nostro meglio, con laiuto di Dio, per assicurarsi che tutto ci non accada mai pi. Si trattato di una iniziativa spiegano ancora che ha inteso esprimere e riconoscere il dolore, la delusione e la rabbia di tanta parte della nostra gente per una vicenda cos penosa e per il modo con cui stata affrontata. Riconosciamo che tutti hanno sofferto dellincapacit di dare una vera risposta alla sofferenza di tanti. Speriamo che questo digiuno aiuter a portare la guarigione e la riconciliazione nella vita di coloro che sono stati colpiti dallo scandalo della pedofilia.
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Messaggio del Papa per il simposio intercristiano a Salonicco
XII
Al Venerato Fratello il Signor Cardinale KURT KO CH Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dellUnit dei Cristiani 1. In occasione del XII Simposio Intercristiano, dal tema La testimonianza della Chiesa nel mondo contemporaneo, che si svolge a Salonicco dal 30 agosto al 2 settembre 2011, desidero manifestare attraverso di Lei, Venerato Fratello, vivo apprezzamento per tale lodevole iniziativa, promossa dallIstituto Francescano di Spiritualit della Pontificia Universit Antonianum e dal Dipartimento di Teologia della Facolt teologica ortodossa della Universit Aristoteles di Salonicco. 2. Il tema che sar trattato nel Simposio di grande attualit ed al centro delle mie preoccupazioni e preghiere, come ho gi affermato nella Lettera apostolica Ubicumque et semper, con la quale ho istituito il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. Nel corso dei secoli la Chiesa non ha mai smesso di
Unindagine promossa dalla sezione donne del Pontificio Consiglio per i Laici
te, dunque, quanti motivi ha la Chiesa per desiderare che, nella prossima Conferenza, promossa a Pechino dalle Nazioni Unite, si metta in luce la piena verit sulla donna. Da questo punto di vista lincontro di Pechino si rivel una vera e propria delusione per le donne cattoliche. Se ne fece portavoce Mary Ann Glendon che allora guidava la delegazione vaticana alla conferenza. Non era stata tenera con gli indirizzi dellOnu: La conferenza disse in uno dei suoi interventi vuole contrastare le violenze patite dalle donne? Giusto. E allora prendiamone nota. Tra le violenze ci sono i programmi obbligatori di controllo delle nascite, le sterilizzazioni forzate, le pressioni ad abortire, la preselezione dei sessi e la conseguente distruzione dei feti femminili. Sostanzialmente dunque il lascito di questa conferenza internazionale, lultima del genere dedicata alla donna, pone innumerevoli sfide. Il nostro tempo infatti vede accrescersi proprio la confusione antropologica e richiede urgentemente orientamenti e chiarimenti in vista degli sviluppi futuri. La Chiesa, esperta in umanit, sa che deve offrire al mondo la diaconia della verit sulluomo, maschio e femmina. Su questa linea si muovono i giudizi delle donne con-
sultate dal Pontificio Consiglio per i Laici con il questionario. Convergono sulla necessit di sviluppare la ricchezza dellantropologia cristiana proponendola agli uomini e alle donne del nostro tempo come antidoto alla confusione imperante. Le critiche pi acute si concentrano sulla visione della natura umana come impedimento alla libert individuale e sullidea aberrante che lidentit di ciascuno andrebbe costruita sulla base dei capricci e degli impulsi del momento. Sostengono che necessario immaginare e promuovere percorsi formativi sullantropologia cristiana per adulti, giovani e bambini; una formazione che alimenti e fondi lesperienza del senso comune di fronte alla spinta dei programmi che si vanno imponendo nella cultura dominante e che stanno cambiando rapidamente i modi di pensare. Ai nostri giorni la Chiesa chiamata sempre pi a custodire la verit sulla persona umana e a riproporla instancabilmente in ogni modo. In questo quadro si inserisce il lavoro del dicastero per i laici, sospinto dalla volont di promuovere una corretta visione delluomo e di favorire un impegno formativo per la salvaguardia dellhumanum, creato maschio e femmina. (mario ponzi)
C bisogno di una forte rettitudine morale per realizzare la civilizzazione delleconomia da contrapporre allaltrettanto forte tendenza speculativa. Ci anche in considerazione del fatto che i diritti sociali sono parte integrante della democrazia sostanziale e dunque limpegno a rispettarli non pu dipendere meramente dallandamento delle borse e del mercato. Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, intervenendo questa mattina, venerd 2 settembre, allincontro di studi organizzato dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani (Acli) sul tema Il lavoro scomposto. Nella riflessione con la quale non voluto entrare nel merito della tematica, come ha avvertito egli stesso allinizio il cardinale ha innanzitutto portato ai presenti il saluto e lapprezzamento del Papa per liniziativa, promossa per celebrare il trentesimo anniversario dellenciclica Laborem exercens di Giovanni Paolo II, con lidea di rivisitarla nellattuale contesto, alla luce della Caritas in veritate. Il lavoro, ha ricordato in proposito il porporato, sempre stato e continua a essere un tema di primo piano della dottrina sociale della Chiesa, tanto da essere considerato uno dei suoi ambiti costitutivi. Tra laltro, proprio su questo aspetto intervenuto, nella giornata inaugurale dei lavori, monsignor Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana, che ha trattato il tema dellumanesimo integrale del lavoro nel magistero sociale della Chiesa. Una espressione mi sembra corretta e significativa ha notato il segretario di Stato ricordando lintervento poich evidente che le dinamiche del mondo del lavoro sono tra quelle che per prime e maggiormente riflettono la globalizzazione e la sua ricaduta sulla vita concreta della persona in ogni sua dimensione. Effettivamente ha evidenziato il magistero sociale della Chiesa ha offerto la sua concezione del lavoro, che possiamo dire umanistica, o personalistica e comunitaria veramente a livello planetario. Nei cinque continenti linsegnamento della Chiesa sul lavoro leggibile soprattutto attraverso i segni di solidariet e le iniziative di promozione che esso suscita continuamente. Il cardinale ha poi sottolineato alcuni passaggi dellenciclica Caritas in veritate. Un documento che riflette ha detto nella sua stessa gestazione la complessit della situazione in cui viviamo. Il Santo Padre la progett in occasione del 40 anniversario della Populorum progressio del servo di Dio Paolo VI, ma il sopraggiungere della crisi economica mondiale richiese una revisione in corso dopera, e questo stesso fatto molto importante: il Papa si interrogato sul significato di questa crisi, ha voluto darne una lettura in chiave teologica e morale, cio, appunto, nella prospettiva della dottrina sociale della Chiesa. La profonda trasformazione che investe il mondo del lavoro in realt oggi non tocca solo gli aspetti oggettivi organizzazione, occupazione o disoccupazione, retribuzione, flessibilit, precariet, e via dicendo ma coinvolge in modo rilevante i suoi contenuti etici e ideali. Proprio in considerazione di ci il segretario di Stato ha parlato del lavoro non solo come una relazione di scambio ma anzitutto alla luce della logica del dono e della gratuit. In verit, secondo Benedetto XVI devono tro-
vare posto entro la normale attivit economica, il principio di gratuit e la logica del dono come espressioni della fraternit. Guardare al lavoro da questa prospettiva significa vedere in esso ben pi che una occupazione o una carriera ma anche e soprattutto una vocazione, qualcosa connesso e non distinto con lo stesso intimo e ultimo senso della vita umana. La dottrina sociale della Chiesa coglie questa dimensione teologica del lavoro l dove indica la sua realt collettiva e sociale, e l dove afferma che il lavoro umano contribuisce in modo misterioso ma reale alla nuova creazione, ai cieli nuovi e alle terre nuove. Il lavoro vissuto come vocazione mezzo ordinario di santificazione ha affermato il porporato perch vissuto come attuazione laica e concreta della volont di Dio. Non solo, viene allora in evidenza una dimensione comunitaria della santit, vissuta non pi solo nei monasteri e nei conventi, ma anche nelle comunit delle donne e degli uomini del lavoro. Tuttavia questa visione soggettiva del lavoro richiama e mette in evidenza ancor pi la necessit di salvaguardarne gli aspetti oggettivi. Infatti ha precisato citando la Rerum novarum nel contesto della crisi, lincertezza del lavoro e delle sue condizioni porta a difficolt personali e sociali gravi. Pertanto, la dignit della persona e le esigenze della giustizia richiedono, con rinnovata urgenza che si continui a perseguire quale priorit lobiettivo dellaccesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti. Come realizzare tutto questo? Il Papa e la Chiesa ha premesso il cardinale non offrono soluzioni
tecniche, ma non per questo rinunciano ad indicare delle prospettive. La prima il principio di gratuit, posto in funzione dialettica rispetto alla logica di mercato, con il fine del bene comune. Qui ha fatto notare tocchiamo il nucleo ispiratore dellEnciclica Laborem exercens di Giovanni Paolo II, che una vera antropologia teologica: in essa, infatti, il lavoro concepito sempre in riferimento alla persona e alla sua dignit. E da ci scaturisce la necessit di una forma concreta e profonda di democrazia economica. Mentre ieri si poteva ritenere che prima bisognasse perseguire la giustizia e che la gratuit intervenisse dopo, come un complemento, oggi bisogna dire che senza la gratuit non si riesce a realizzare nemmeno la giustizia. Su questo fondamento si basa limpegno del magistero e di tutta la Chiesa per una civilizzazione delleconomia in contrapposizione alla forte tendenza speculativa. Uneconomia civile ha concluso il segretario di Stato non pu trascurare la valenza sociale dellimpresa e la corrispettiva responsabilit nei confronti delle famiglie dei lavoratori, della societ e dellambiente. In questo contesto il porporato ha fatto cenno al virtuoso mondo cooperativistico che merita di essere apprezzato e sostenuto anche per aver dato lavoro e solidariet in questo tempo di crisi. Lincontro inaugurato gioved 1 settembre presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, si concluder domenica 4 settembre, quando i partecipanti saranno presenti allAngelus recitato da Benedetto XVI nel Palazzo Pontificio.