Sei sulla pagina 1di 86

ISA_1-5.

qxp_Master_185x265 25/05/20 17:01 Pagina 1

Antonio La Malfa
Salvatore La Malfa
Roberto La Malfa

INGEGNERIA DELLA
SICUREZZA ANTINCENDIO
Codice di Prevenzione Incendi - Approccio
ingegneristico - Metodo tradizionale

10a Edizione
Completamente riveduta e aggiornata con i
DD.MM. 18/10/2019, 14/02/2020 e 06/04/2020
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 25/05/20 17:01 Pagina 2

Prima edizione Maggio 2003


Seconda edizione Giugno 2004
Terza edizione Maggio 2005
Quarta edizione Febbraio 2006
Quinta edizione Settembre 2007
Sesta edizione Giugno 2008
Settima edizione Settembre 2009
Ottava edizione Gennaio 2014
Nona edizione Marzo 2017
Decima edizione Giugno 2020

© Copyright Legislazione Tecnica 2020


La riproduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo, nonché la
memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi.

Finito di stampare nel mese di giugno 2020 da


LOGO s.r.l. - Via Marco Polo, 8 - 35010 Borgoricco (PD)

Legislazione Tecnica S.r.L.


00144 Roma, Via dell’Architettura 16
Servizio Clienti
Tel. 06/5921743 – Fax 06/5921068
servizio.clienti@legislazionetecnica.it

Portale informativo: www.legislazionetecnica.it


Shop: ltshop.legislazionetecnica.it

I contenuti e le soluzioni tecniche proposte sono espressioni dell’esperienza maturata nel corso degli anni dagli
Autori. Esse possono, quindi, soltanto essere fatte proprie dal lettore, o semplicemente rigettate, ed hanno l’intento
di indirizzare e supportare il progettista nella scelta della soluzione che maggiormente si adatta alla situazione
oggetto di analisi. Rimane, pertanto, a carico del progettista la selezione della soluzione da adottare e le conse-
guenti analisi e dimensionamenti delle strutture e dei componenti. Il lettore utilizza il contenuto del testo a proprio
rischio, ritenendo indenne l’Editore e gli Autori da qualsiasi pretesa risarcitoria.
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 3

a Marisa
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 4

Antonio La Malfa

Il Dott. Ing. Antonio La Malfa, Dirigente Generale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dal
1990 tratta le problematiche connesse all’applicazione dell’innovativo metodo dell’ingegneria della
sicurezza antincendio che, specie negli ultimi anni, hanno riscosso un notevole interesse fra i
professionisti antincendio.
Si è sempre occupato delle tematiche riguardanti la ricerca delle cause d’incendio, nonché degli
accorgimenti da attuare in fase progettuale per prevenire e proteggere una attività dai danni derivanti
dall’insorgere di un incendio, anche tramite l’esecuzione di indagini sperimentali mirate ad accertare
la qualità e l’idoneità dei prodotti che sovente sono utilizzati nelle attività a rischio d’incendio.
Componente del Comitato centrale tecnico-scientifico per la prevenzione incendi.
Componente di commissioni nazionali ed internazionali di normazione nel campo della prevenzione
incendi e relatore in numerosi convegni nazionali ed internazionali sulla sicurezza antincendio e
sulla relativa organizzazione e gestione delle emergenze negli ambienti civili, industriali ed artigianali.
Componente dell’Osservatorio nazionale per l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio
istituito presso il Ministero dell’Interno.
Ha partecipato ai lavori di stesura della Sezione M dell’allegato al D.M. 03/08/2015 (“Codice di
prevenzione incendi”) che tratta i metodi di applicazione dell’ingegneria della sicurezza antincendio
nell’attività di prevenzione incendi.
Ha effettuato attività di docenza nel settore della sicurezza antincendio presso:
- la Scuola di Specializzazione in Sicurezza e Protezione Industriale presso l’Università degli
Studi di Roma “La Sapienza”;
- il Politecnico di Bari;
- l’Università degli Studi di Ferrara;
- l’Università degli Studi di Parma;
- l’Università degli Studi di Genova;
- l’Università degli Studi di Perugia;
- l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza;
- amministrazioni statali;
- svariati Ordini e Collegi professionali.
Ha svolto attività di consulenza presso la Camera dei Deputati.
È stato consulente presso il Senato della Repubblica per problematiche connesse alla ingegneria
della sicurezza antincendio e agli effetti provocati sull’organismo umano dai prodotti della combustione.
È coautore dei libri “Progettazione antincendio delle autorimesse”, “Esempi di progettazione
antincendio” e “Prevenzione incendi - Problemi pratici risolti - Approccio ingegneristico” (tutti pubblicati
da Legislazione Tecnica) che trattano in modo approfondito, con una impostazione pratica che
prevede la soluzione di svariati esempi di calcolo, gli argomenti di prevenzione incendi anche
attraverso l’applicazione del metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio.
Ha pubblicato numerosi articoli sulla sicurezza antincendio su riviste specializzate fra le quali la
prestigiosa rivista scientifica americana “Journal of Fire Sciences”, considerata fra quelle a più elevata
diffusione internazionale.
È stato Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Cremona, Parma, Reggio Calabria, Bologna
e Genova.
È stato Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Regione Marche.
Attualmente ricopre il ruolo di Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Regione Piemonte.

Salvatore La Malfa

Il Dott. Ing. Salvatore La Malfa si è laureato presso l’Università degli Studi di Parma preparando
la tesi di laurea sull’argomento “Simulazione numerica dell’evento incendio e analisi di rischio incendio
per un ambiente industriale”.
Ha frequentato con esito positivo, sia il corso di specializzazione in prevenzione incendi previsto
dal D. Leg.vo 139/2006, sia il corso nazionale di aggiornamento, patrocinato dal Ministero dell’Interno
– Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, “Problematiche di
prevenzione incendi e di ingegneria della sicurezza antincendio”.
È relatore in convegni nazionali riguardanti le tematiche di prevenzione incendi e di attuazione
dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio.
È docente in corsi di aggiornamento sulla prevenzione incendi rivolti a professionisti antincendio
che hanno già frequentato i corsi di specializzazione previsti dal D. Leg.vo 139/2006 e dal
D.M. 05/08/2011.
Effettua attività di consulenza e progettazione nel settore della prevenzione incendi e dell’ingegneria
della sicurezza antincendio per importanti aziende di rilevanza nazionale e internazionale.

4
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 5

Ha svolto attività di tutorato presso l’Università degli Studi di Parma per la materia di insegnamento
“Termofluidodinamica applicata alla progettazione antincendio”.
È stato consulente nel settore dell’ingegneria della sicurezza antincendio presso la Presidenza della
Repubblica.
È stato consulente presso il Senato della Repubblica per problematiche connesse alla ingegneria
della sicurezza antincendio e agli effetti provocati sull’organismo umano dai prodotti della combustione.
È Autore, unitamente all’Ing. Antonio La Malfa, dei libri “Progettazione antincendio delle autorimesse”,
“Esempi di progettazione antincendio - Codice di prevenzione incendi e norme tecniche prescrittive”
e “Prevenzione incendi - Problemi pratici risolti - Approccio ingegneristico”.

Roberto La Malfa

Il Dott. Roberto La Malfa è Consulente Legale e svolge l’attività professionale in prevalenza nei
settori del diritto civile, diritto amministrativo, diritto penale e diritto commerciale.
È consulente in ambito privacy e ricopre il ruolo di Data Protection Officer (D.P.O.) presso numerose
attività industriali ed Enti Pubblici, nonché esperto nel settore legislativo della sicurezza nei luoghi
di lavoro per l’applicazione delle disposizioni stabilite dal D. Leg.vo 81/2008 e, soprattutto, nel campo
della prevenzione incendi dove tratta, nelle varie attività a rischio d’incendio, le problematiche
riguardanti l’individuazione delle varie procedure di polizia amministrativa da adottare.
Egli, inoltre, tratta anche le specifiche procedure riferite al D. Leg.vo 20/12/1994, n. 758 specie in
presenza di illeciti penali commessi dai responsabili delle attività a rischio nel settore della prevenzione
incendi.
Ha redatto, su incarico di Unindustria Bologna, un vademecum concernente i principali adempimenti
in materia di sicurezza sul lavoro con particolare riferimento agli aspetti di prevenzione incendi e
sicurezza antincendio.
È coautore dei libri “Progettazione antincendio delle autorimesse” e “Esempi di progettazione
antincendio” editi da Legislazione Tecnica.
È collaboratore degli Autori del libro “Prevenzione incendi - Problemi pratici risolti - Approccio
ingegneristico”, edito da Legislazione Tecnica.

5
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 6
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 7

preMeSSA

Il rapido e continuo progresso tecnologico che si è registrato in questi ultimi anni nei sistemi
produttivi richiede sempre maggiore attenzione alle problematiche della sicurezza.
Nel campo della sicurezza antincendio sono state intensificate ovunque le sperimentazioni
sui materiali e i sistemi sovente impiegati nelle attività a rischio; oggi sono conosciuti molti
elementi che influenzano il processo di combustione, ma altrettanti sono quelli per i quali
ancora non si hanno certezze e che possono influenzare sensibilmente l’evoluzione di un
incendio nell’ambiente e le sue relative dannose conseguenze.
Con i risultati fino ad oggi ottenuti sono stati individuati sofisticati modelli di calcolo che
vengono continuamente aggiornati sulla base delle nuove conoscenze; inoltre, lo sviluppo
dei sistemi informatici ha consentito di sfruttare al meglio le informazioni acquisite e di
introdurre in commercio specifici software la cui attendibilità è stata adeguatamente
comprovata.
La presente pubblicazione si pone lo scopo di fornire un utile contributo per approfondire
le nozioni che stanno alla base delle scelte tecniche che vengono decise nel settore
della sicurezza antincendio.
Oggi, infatti, i professionisti antincendio si dedicano con maggiore attenzione e spirito critico
alla lettura delle varie disposizioni legislative ed effettuano riflessioni mirate; tale circostanza
è resa evidente dalle considerazioni che vengono svolte nelle richieste di deroghe quando
in una determinata attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi non è possibile rispettare
integralmente la specifica regola tecnica di prevenzione incendi.
Il volume, quindi, costituisce uno stimolo ed un valido strumento per i professionisti
antincendio che vogliono studiare a fondo le problematiche della prevenzione incendi,
consentendo una migliore cognizione delle grandezze che in vario modo influenzano lo
sviluppo di un incendio.
I professionisti antincendio potranno così meglio individuare le misure ed i provvedimenti più
idonei per limitare i pericoli d’incendio e mitigarne le conseguenze attraverso un modo alternativo
di affrontare le problematiche di sicurezza antincendio rispetto al passato, ma che si prefigge
comunque lo scopo di raggiungere gli stessi obiettivi di sicurezza.
In Italia deve purtroppo ammettersi che, tranne poche eccezioni, la conoscenza dell’approccio
ingegneristico alla sicurezza antincendio non è ancora molto diffusa fra i professionisti; tuttavia
deve rilevarsi che negli ultimi tempi da parte dei professionisti antincendio si fa sempre più
frequentemente ricorso a tali tecniche e metodi.
La presente pubblicazione fornisce ai lettori uno strumento semplice e di facile consul-
tazione per la rapida applicazione dei metodi di ingegneria della sicurezza antincendio,
principalmente per la trattazione delle varie problematiche progettuali che si riscontrano
nell’attività di prevenzione incendi; in questo modo si è cercato di dare ai professionisti
antincendio un valido riferimento tecnico, atteso che attualmente in Italia sono poche le
pubblicazioni in questo settore.
Nel volume sono presentati gli argomenti riguardanti la valutazione del rischio incendio,
e la conseguente compensazione del rischio, ottenuta attraverso l’esame dell’adeguatezza
degli interventi preventivi e protettivi individuati mediante l’approccio ingegneristico.
Le varie tematiche trattate sono esposte con chiarezza e, per non appesantire il testo,
i relativi approfondimenti teorici sono ridotti al minimo indispensabile; al riguardo, per il
lettore che desidera avere maggiori dettagli, si rimanda alla consultazione delle fonti
bibliografiche riportate nel libro o all’accesso a specifici siti internet.
Gli argomenti che sono stati sviluppati sono accompagnati da numerosi esempi di calcolo
e grafici ottenuti con l’applicazione di modelli di calcolo la cui affidabilità è stata riconosciuta
a livello internazionale, in modo da rendere più immediata la risoluzione dei vari casi
che nella pratica quotidiana di prevenzione incendi un professionista antincendio si trova
ad affrontare.

7
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 8

prefAzione AllA deciMA edizione

La presente pubblicazione è stata elaborata con la consapevolezza che non sempre i


professionisti antincendio individuano le particolari misure di sicurezza antincendio da
attuare in una determinata attività eseguendo un’appropriata analisi di rischio incendio.
La prevenzione incendi è ormai diventata una vera e propria dottrina, oggetto anche di
insegnamento presso molte università, che richiede un approccio sempre più qualificato
da professionisti antincendio specialisti in tale delicato settore; un professionista antincendio
esperto è quello capace di ottenere un sufficiente livello di sicurezza antincendio in
un’attività con la minima spesa possibile, attraverso l’individuazione delle varie misure di
sicurezza necessarie e l’effettuazione di una mirata scelta dei materiali, nonché ottimizzando
le prestazioni dei vari impianti di protezione previsti.
Lo scopo della presente pubblicazione è, quindi, soprattutto quello di far conoscere meglio
ai professionisti antincendio gli effetti prodotti da un incendio, nonché evidenziare, tramite
l’esposizione di svariati ed appropriati esempi, come tale migliore apprendimento possa
concretamente tradursi in una più vantaggiosa individuazione e realizzazione delle misure
di sicurezza antincendio necessarie in una determinata attività a rischio; in questo modo,
il professionista antincendio potrà sfruttare al meglio la potenzialità dei modelli numerici
d’incendio, il cui impiego è ormai irrinunciabile nel settore dell’ingegneria della sicurezza
antincendio, nonché interpretare correttamente i risultati restituiti nelle elaborazioni.
In questa decima edizione sono stati aggiunti nuovi esempi di calcolo e perfezionati alcuni
di quelli già esposti nelle prime edizioni per renderli ancora più vicini ai casi che più
frequentemente si riscontrano nella pratica quotidiana di prevenzione incendi.
Sono state eseguite rilevanti modifiche nei capitoli che trattano la resistenza al fuoco degli
elementi strutturali, il meccanismo di collasso delle costruzioni, la distanza di separazione
fra edifici e il sistema d’esodo, alla luce delle recenti disposizioni emanate con il Decreto
del Ministro dell’Interno 18/10/2019 meglio noto come «Codice di prevenzione incendi»;
al riguardo, è importante evidenziare che il D.M. 12/04/2019 ha esteso il campo di appli-
cazione inizialmente individuato dal D.M. 03/08/2015 e prescritto che le norme tecniche
in esso contenute, aggiornate con il D.M. 18/10/2019, devono essere impiegate nella pro-
gettazione, realizzazione ed esercizio delle seguenti attività di cui all’allegato I del D.P.R.
151/2011 elencate con i numeri: 9; 14; da 19 a 40; da 42 a 47; da 50 a 54; 56; 57; 63;
64; 66, ad esclusione delle strutture turistico-ricettive all’aria aperta e dei rifugi alpini; 67;
da 69 a 71; 73; 75; 76.
Il D.M. 18/10/2019 è uno strumento flessibile che consente al professionista antincendio
di individuare al meglio le misure atte a contrastare il rischio incendio e percorrere libe-
ramente soluzioni progettuali, alternative a quelle conformi, che sono puntualmente descritte
nella Sezione S «Strategia antincendio»; pertanto, la lettura della presente opera risulta
particolarmente importante in quanto, per conseguire l’elevato grado di preparazione tec-
nica che viene oggi richiesto, il professionista antincendio ha, più che mai, la necessità
di acquisire ulteriori e più approfondite conoscenze tecniche, specie se intenda far ricorso
alle soluzioni progettuali alternative impiegando il metodo dell’ingegneria della sicurezza
antincendio.
Sono state fatte anche delle modifiche nei vari capitoli che si sono rese necessarie per
mantenere l’opera costantemente aggiornata a seguito della pubblicazione di nuove norme
nel settore della Fire Safety Engineering, nonché per tenere conto dell’ingente letteratura
che nel frattempo è stata diffusa, in considerazione del fatto che gli argomenti trattati
sono oggetto di continue ricerche e indagini tecniche poiché rivestono grande interesse
nel mondo scientifico.
Sono state ulteriormente perfezionate le azioni che il professionista antincendio deve ese-
guire quando elabora un progetto con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincen-
dio.

8
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 9

Sono stati altresì aggiornati, al fine di rendere più facilmente consultabile il libro:
1. l’elenco dei simboli utilizzati nelle varie espressioni;
2. l’elenco delle formule più importanti che agevolano il lettore nella rapida ed efficace
consultazione del libro;
3. l’elenco delle varie abbreviazioni impiegate;
4. il glossario;
5. la modulistica da utilizzare nei procedimenti di prevenzione incendi;
6. l’elenco delle norme di prevenzione incendi applicabili per le varie attività soggette
ai controlli di prevenzione incendi.

Infine, si ribadisce che la lettura del libro è fortemente consigliata per i professionisti
antincendio che utilizzano per le valutazioni del rischio incendio i modelli d’incendio
numerici avanzati presenti in commercio, in quanto concorre a fornire elementi utili per
il loro corretto impiego.
Maggio 2020

Gli Autori
Antonio La Malfa
Salvatore La Malfa
Roberto La Malfa

9
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 10

eSonero di reSponSAbilità

Il presente libro ha lo scopo di presentare, ove possibile, un più evoluto approccio nella
trattazione e risoluzione delle problematiche legate alla sicurezza antincendio nelle varie
attività a rischio d’incendio e nei luoghi di lavoro.
La pubblicazione si presenta come una divulgazione di argomenti che sono ancora oggi
in fase di studio e di approfondimento e, pur essendo stata scritta con la massima cura,
non si può escludere che possano essere stati commessi involontariamente degli errori
e, al riguardo, gli autori declinano ogni responsabilità per le possibili conseguenze che
ne potrebbero derivare; inoltre, è indispensabile che il libro venga utilizzato da parte di
tecnici abilitati e professionisti antincendio in possesso di una specifica conoscenza degli
argomenti esposti.
Le valutazioni eseguite, peraltro, si basano sui risultati ottenuti nel corso di sperimentazioni
che hanno permesso di elaborare specifici modelli di calcolo che, ovviamente, vanno
impiegati nei limiti previsti.
L’eventuale impiego di formule, espressioni, considerazioni, tabelle e grafici indicati nella
presente pubblicazione ricade sotto la personale ed esclusiva responsabilità di chi intende
volontariamente farne uso senza che gli autori o l’editore possano risultarne in qualche
modo responsabili; conseguentemente, sono di stretta competenza e responsabilità dei
professionisti e società che intendano avvalersi dei contenuti della presente opera le
applicazioni, le valutazioni ed i risultati ottenuti.

10
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 11

indice
PREMESSA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

PREFAZIONE ALLA DECIMA EDIZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

ELENCO DEI SIMBOLI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19


Lettere latine maiuscole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
Lettere latine minuscole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
Lettere greche maiuscole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Lettere greche minuscole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI E DEI SIMBOLI CHIMICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

1. IL METODO DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO ED IL QUADRO


LEGISLATIVO DI RIFERIMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
1.1. La legislazione italiana nel settore della prevenzione incendi . . . . . . . . . . . . . . . 33
1.2. La valutazione del livello di sicurezza antincendio mediante gli approcci di natura
prescrittiva e prestazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
1.3. L’applicazione del metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio nelle attività
soggette ai controlli di prevenzione incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
1.3.1. Analisi preliminare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
1.3.1.1. La definizione del progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
1.3.1.2. L’identificazione degli obiettivi di sicurezza antincendio e la
definizione delle soglie di prestazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
1.3.1.3. L’individuazione degli scenari di incendio di progetto . . . . . . . 50
1.3.2. Analisi quantitativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52
1.3.2.1. La documentazione di progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
1.3.2.2. Il sistema di gestione della sicurezza antincendio . . . . . . . . . . 54

2. L’INCENDIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
2.1. Il processo di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
2.2. Aria teorica di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
2.3. Energia termica rilasciata durante la combustione da una sostanza
combustibile per unità di massa di aria consumata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
2.4. Massa di ossigeno consumata durante un incendio che si sviluppa all’interno
di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67
2.5. Generalità sugli incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
2.6. Le varie fasi di sviluppo di un incendio all’interno di un locale . . . . . . . . . . . . . 70
2.6.1. Ignizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
2.6.2. Crescita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
2.6.3. Incendio pienamente sviluppato (flashover) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
2.6.4. Decadimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
2.7. Il ruolo della ventilazione durante un incendio - Il fattore di ventilazione . . . . . . . . 80
2.7.1. Incendi aventi sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione . . . . . . . 82
2.7.2. Incendi aventi sviluppo controllato dal combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . 82

11
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 12

3. ANALISI DEGLI INCENDI NATURALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83


3.1. La potenza termica rilasciata da un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
3.2. La variazione nel tempo della potenza termica rilasciata nell’ambiente in incendi
aventi sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
3.3. La fase di crescita dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 90
3.4. La propagazione dell’incendio in un ambiente chiuso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101
3.4.1. Valore minimo della potenza termica che provoca per irraggiamento
l’ignizione di un materiale combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
3.5. Stima del valore minimo della potenza termica che deve essere rilasciata in un
locale per provocare il flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
3.5.1. Metodo di Thomas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
3.5.2. Metodo di Babrauskas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
3.6. La fase dell’incendio pienamente sviluppato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
3.6.1. Il calcolo della potenza termica massima rilasciata in relazione alla massa
di aria che può penetrare dalle aperture di ventilazione presenti in un
locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
3.6.2. Il calcolo della velocità massima di combustione con l’espressione
indicata da Kawagoe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
3.6.3. Il calcolo della velocità massima di combustione con l’espressione
indicata da Kawagoe in presenza anche di aperture ricavate nel soffitto
di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
3.7. Calcolo della variazione nel tempo della potenza termica rilasciata da un incendio
in un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
3.8. La valutazione della massa di combustibile consumato nel tempo durante le varie
fasi di un incendio che si sviluppa all’interno di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . 131
3.9. Modifica della curva di variazione nel tempo della potenza termica rilasciata da
un incendio in un locale in presenza di determinate condizioni . . . . . . . . . . . . 142
3.10. Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata da un incendio avente
sviluppo controllato dal combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150

4. LA VALUTAZIONE DELLA TEMPERATURA ALL’INTERNO DI UN LOCALE DURANTE


L’INCENDIO NATURALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153
4.1. Il bilancio energetico e di massa in un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . 153
4.1.1. Modelli d’incendio in un compartimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
4.1.1.1. Modelli a zone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156
4.1.1.2. Modelli di campo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158
4.2. Calcolo della potenza termica dispersa per convezione durante un incendio . 161
4.2.1. Potenza termica trasmessa per convezione da una parete priva di
aperture di un locale incendiato lambita esternamente da aria in quiete . 161
4.2.2. Potenza termica trasmessa per convezione dai gas caldi di combustione
alle pareti di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165
4.2.3. Potenza termica dispersa per convezione dal fumo e dai gas caldi di
combustione fuoriuscenti da un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
4.3. Calcolo della potenza termica dispersa per irraggiamento durante un incendio 169
4.3.1. Emissività delle fiamme luminose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 170
4.3.2. Emissività dello strato caldo di fumo e gas di combustione che si
accumula nel soffitto di un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173

12
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 13

4.3.3. Flusso termico che per irraggiamento colpisce un oggetto posto all’interno
di un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
4.4. Stima della variazione della temperatura nel tempo in un ambiente chiuso durante
un incendio nella fase precedente al flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189
4.4.1. Incendi con ventilazione naturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 189
4.4.2. Incendi con ventilazione forzata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191
4.5. Stima della variazione della temperatura nel tempo in un ambiente chiuso durante
la fase stazionaria di pieno sviluppo dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195
4.5.1. Curve nominali d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 196
4.5.2. Curve naturali d’incendio di tipo parametrico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 198
4.5.2.1. Variazione della temperatura nel tempo in un locale con il modello
d’incendio numerico semplificato descritto nell’Eurocodice 1 . . 199
4.5.2.2. Considerazioni sui risultati ottenuti con il modello d’incendio
numerico semplificato dell’Eurocodice 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 208
5. LA RESISTENZA AL FUOCO DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI CON IL METODO
DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209
5.1. Gli effetti del fuoco sugli elementi strutturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209
5.2. La determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco da richiedere agli
elementi strutturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 215
5.2.1. Attività soggette ai controlli di prevenzione incendi dotate di una
specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi . . . . . . . . . . 218
5.2.2. Attività soggette ai controlli di prevenzione incendi non dotate di una
specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi . . . . . . . . . . 219
5.2.2.1. Cenni sul meccanismo di collasso di strutture in acciaio . . . . 222
5.2.2.2. Valutazione del valore del carico d’incendio specifico . . . . . . . 232
5.2.2.3. Calcolo del valore del carico d’incendio specifico di progetto 235
5.2.2.4. Le prestazioni di resistenza al fuoco da richiedere agli elementi
strutturali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 238
5.3. La valutazione della resistenza al fuoco degli elementi strutturali . . . . . . . . . . . 249
5.3.1. Modalità per la classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi
strutturali in base a confronti con le tabelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 249
5.3.2. Modalità per la classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi
strutturali in base ai risultati di prove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 252
5.3.3. Modalità per la classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi
strutturali in base ai risultati di calcoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 254

6. LA PRODUZIONE E LA PROPAGAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE


ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 321
6.1. La produzione di fumo e gas di combustione all’interno di un edificio . . . . . . . . 321
6.2. Diametro equivalente della base della fiamma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 324
6.3. Altezza media visibile della fiamma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 325
6.4. Origine virtuale dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 329
6.5. Diminuzione della temperatura e della velocità dei gas di combustione con l’altezza
lungo l’asse della fiamma e nel soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 329
6.6. Stima del valore massimo della temperatura e della velocità dei gas caldi di
combustione nel ceiling jet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 332
6.7. Valutazione del tempo presunto di attivazione di un erogatore sprinkler . . . . . . . . . 335

13
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 14

6.8. Calcolo della portata massica di fumo e gas di combustione in un locale durante
la fase di crescita di un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 340
6.9. Calcolo della massa e dell’altezza di fumo e gas di combustione in un locale
durante la fase di crescita di un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 344
6.10. La propagazione dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 352
6.10.1. Estensione dell’incendio all’interno del locale dell’edificio nel quale ha avuto
origine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 352
6.10.2. Estensione al resto dell’edificio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 352
6.10.3. Propagazione all’esterno dell’edificio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 353
6.11. Movimento del fumo e dei gas di combustione all’interno di un edificio incendiato 353
6.12. Calcolo della sovrappressione che si crea all’interno di un locale incendiato 360
6.13. Calcolo della portata massica di fumo e gas di combustione che fuoriescono
dalle aperture presenti in un locale durante la fase di pieno sviluppo dell’incendio 362
6.14. La protezione degli ambienti dall’azione del fumo e dei gas di combustione . 374
6.14.1. Gli evacuatori naturali di fumo e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 374
6.14.1.1. La progettazione dei sistemi di evacuazione naturale di fumo
e calore secondo la norma UNI 9494-1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 377
6.14.1.1.1. Procedimento indicato dalla norma UNI 9494-1 . . 378
6.14.2 Gli impianti di estrazione di fumo e gas di combustione . . . . . . . . . . . . 387
6.14.2.1. Depressione necessaria per garantire il flusso della portata di
estrazione attraverso una bocchetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 391
6.14.2.2. Perdite di carico nelle condotte di estrazione . . . . . . . . . . . . . 392
6.14.2.3. Differenza di pressione legata alla variazione di energia cinetica
subita dai prodotti della combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 393
6.14.2.4. Variazione di pressione creata dall’azione del vento . . . . . . . . 393
6.15. Cenni sui sistemi di rivelazione automatica d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 404
6.15.1. Rivelatori puntiformi di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 410
6.15.2. Rivelatori ottici lineari di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 411
6.15.3. Criteri da seguire nell’installazione dei rivelatori di fumo . . . . . . . . . . . . 412
6.15.4. Scelta del criterio di allarme incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415
6.16. Impiego degli impianti di ventilazione per mantenere in sovrappressione gli
ambienti per proteggerli dall’azione del fumo e dei gas di combustione . . . . . 421
6.16.1. Valutazione della portata volumetrica d’aria che fluisce all’esterno da
un’apertura presente in un ambiente in sovrappressione . . . . . . . . . . . . 422
6.16.2. Calcolo della portata volumetrica d’aria che deve fluire attraverso
una porta aperta per impedire la penetrazione di fumo e gas di
combustione in un ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 425
6.16.3. Calcolo delle superfici effettive di efflusso di fumo e gas di combustione
all’esterno di un locale avente più aperture di ventilazione . . . . . . . . . . 428
6.16.3.1. Aperture di ventilazione poste in parallelo . . . . . . . . . . . . . . . . 428
6.16.3.2. Aperture di ventilazione poste in serie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428
6.16.4. Calcolo della pressione statica e portata di aria che deve produrre un
impianto di ventilazione per mantenere in efficienza un filtro a prova di
fumo in condizioni di emergenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 431
6.16.5. Requisiti di un impianto di ventilazione da utilizzare a servizio di ambienti
di attività a rischio d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 434
6.17. Valutazione della forza minima necessaria per aprire una porta resistente al fuoco
installata in un locale nel quale è presente una determinata sovrappressione . 435

14
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 15

7. I DANNI PROVOCATI SUL CORPO UMANO DAI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE 439
7.1. La pericolosità dei prodotti della combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 439
7.2. Il fumo ed i gas di combustione che si generano durante un incendio . . . . . . 440
7.3. Effetti prodotti nell’organismo umano dalle sostanze asfissianti generate da un
incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 442
7.3.1. Stima della concentrazione volumetrica di monossido di carbonio all’interno
di un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 445
7.3.1.1. Effetti provocati nel corpo umano a seguito dell’inalazione di
monossido di carbonio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 452
7.3.1.2. Stima della concentrazione percentuale di carbossiemoglobina
nel sangue a seguito di inalazione di monossido di carbonio,
mediante l’equazione di Stewart . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 457
7.3.2. Effetti prodotti nell’organismo umano dall’inalazione di acido cianidrico 459
7.3.3. Effetti provocati nell’organismo umano dall’inalazione di anidride carbonica 462
7.4. Effetti provocati nell’organismo umano dalla diminuzione di ossigeno nell’aria inalata 464
7.5. Effetti prodotti sul corpo umano dall’inalazione di sostanze irritanti che si liberano
durante un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 466
7.6. Effetti provocati nell’organismo umano dall’inalazione contemporanea delle varie
sostanze nocive che si producono durante un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 467
7.6.1. La Fractional Effective Dose . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 467
7.7. Valutazione del rischio incendio in relazione allo sviluppo dell’incendio atteso in
un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 473
7.7.1. Incendio covante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 473
7.7.2. Incendio con presenza di fiamma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 473
7.8. Effetti prodotti dall’azione del calore sul corpo umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 474
7.8.1. Effetti che si producono nel corpo umano a seguito dell’esposizione ai
gas caldi di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 474

8. LA VISIBILITÀ NELLE VIE DI ESODO DURANTE L’INCENDIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 479


8.1. Gli impianti di illuminazione di sicurezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 479
8.2. Valori di illuminamento previsti nelle vie di esodo ....................... 481
8.3. La visibilità degli oggetti in presenza di fumo .......................... 482
8.4. La riduzione della visibilità causata dalla presenza di fumo . . . . . . . . . . . . . . . 486
8.4.1. Variazione del valore del coefficiente di estinzione con la densità ottica
per le varie tipologie di fumo che possono sprigionarsi durante un incendio 486
8.4.2. L’attenuazione dei valori di illuminamento provocata dal fumo valutata
mediante prove sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 490
8.4.3. La diminuzione della visibilità prodotta dal fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 493

9. LA PROGETTAZIONE DELLE VIE DI ESODO E LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA


DELLE PERSONE DURANTE L’EVACUAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 503
9.1. Gli obiettivi della valutazione del rischio incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 503
9.1.1. Gli scenari d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 508
9.2. Descrizione degli elementi da considerare nella valutazione, in caso d’incendio,
della sicurezza delle persone presenti in un edificio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 513
9.3. Criteri generali di progettazione del sistema di esodo con le norme prescrittive 519

15
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 16

9.3.1. Edifici monopiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 521


9.3.2. Edifici multipiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 523
9.4. La progettazione del sistema d’esodo secondo il D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . 534
9.5. Analisi, con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio, delle condizioni
di sicurezza delle persone nella fase di esodo da un edificio incendiato . . . . 553
9.5.1. Analisi della durata delle varie fasi nelle quali si articola l’esodo da un
edificio interessato da un incendio - Calcolo del valore di RSET . . . . . . 556
9.5.1.1. Tempo di rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 558
9.5.1.2. Stima dei tempi medi di rivelazione di un impianto di rivelazione
automatica d’incendio che impiega rivelatori puntiformi di fumo 560
9.5.1.3. Tempo di allarme generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 563
9.5.1.4. Tempo di attività pre-movimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 565
9.5.1.5. Tempo di movimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 569
9.5.1.5.1. Concetti di larghezza effettiva di una uscita di
emergenza o di una via d’uscita, flusso specifico e
flusso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 570
9.5.1.5.2. Velocità di esodo nelle vie di uscita in assenza di fumo
e gas di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 571
9.5.1.5.2.1. Piani orizzontali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 571
9.5.1.5.2.2. Scale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 573
9.5.1.5.3. Velocità di esodo nelle vie di uscita in presenza di
fumo e gas di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 574
9.5.1.5.4. Flusso specifico nelle vie di uscita in assenza di
fumo e gas di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 575
9.5.1.5.4.1. Piani orizzontali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 576
9.5.1.5.4.2. Scale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 576
9.6. Un procedimento per la valutazione sommaria del tempo di movimento in un
edificio multipiano in caso di emergenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 588

10. NORMATIVA DI RIFERIMENTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 635


10.1. Principali norme di progettazione nel settore della prevenzione incendi . . . . . . 635
10.1.1. Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 635
10.1.2. Impianti di estinzione degli incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 635
10.1.2.1. Impianti di estinzione ad acqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 635
10.1.2.2. Impianti di estinzione a gas, schiuma e polvere . . . . . . . . . . 636
10.1.3. Evacuatori di fumo e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 637
10.1.4. Impianti di rivelazione automatica d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 637
10.1.5. Resistenza al fuoco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 638
10.1.6. Varie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 639
10.2. Normativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 642
10.2.1. D. Min. Interno 12 aprile 2019
Modifiche al decreto 3 agosto 2015, recante l’approvazione di norme tecniche
di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo
2006, n. 139. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 642
10.2.2. D. Min. Interno 18 ottobre 2019
Modifiche all’allegato 1 al decreto del Ministero dell’interno 3 agosto 2015
«Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo
15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139». (Stralcio) . . . . . . . . . . . 644

16
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 17

10.2.3. D. Min. Interno 9 marzo 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 668


Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al
controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
10.2.4. D. Min. Interno 20 dicembre 2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 675
Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva
contro l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione
incendi.
10.2.5. Elenco delle specifiche regole tecniche di prevenzione incendi applicabili
ad ogni singola attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi . . . . . . 685

APPENDICE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 688
Tabelle. Dati e unità di misura, con tabelle di conversione, utili per i calcoli . . . . . 688
Grafici. Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata durante la combustione
di alcuni oggetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 694
Formule più importanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 695
Elenco degli esempi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 702
Elenco delle tabelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 705
Elenco delle figure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 710

GLOSSARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 723

BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 733

17
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 18
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 19

elenco dei simboli

elenco dei SiMboli


LETTERE LATINE MAIUSCOLE
UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Superficie del pavimento di un locale (si vedano le espressioni 3.9, 3.25,
A m2
3.29 e 5.2)
A Superficie delle pareti di un locale (si veda l’espressione 4.6) m2
A Superficie di efflusso di un’apertura di ventilazione (si veda l’espressione 6.44) m2
A Superficie di una porta (si veda l’espressione 6.49) m2
Aa Superficie utile di apertura di un evacuatore naturale di fumo e calore m2
Ac Superficie efficace della sezione trasversale di calcestruzzo m2
Ad Effetto delle azioni indirette di progetto causate dall’esposizione a un incendio ⎯
Superficie effettiva di efflusso il cui effetto è equivalente a quello che si produce
Aeq m2
in presenza di numerose aperture di ventilazione
Af Superficie di un combustibile esposta al fuoco (si veda l’espressione 3.48) m2
Parte della superficie del pavimento di un locale che al massimo può essere
Af m2
interessata da un incendio
Ah Superficie di un’apertura di ventilazione orizzontale m2
Ap Superficie complessiva delle armature di acciaio da pretensione m2

As Superficie complessiva delle armature di acciaio ordinario (si veda il paragrafo 5.3) m2

As Superficie di un compartimento a soffitto (si veda il paragrafo 6.14.1.1) m2


At Superficie totale di un locale m2
Differenza fra la superficie totale di un locale e quella di un’apertura
AT m2
di ventilazione equivalente
Superficie complessiva delle aperture di ventilazione presenti nelle pareti di
Av m2
un locale
Avequiv Superficie di un’apertura di ventilazione equivalente m2
Bi Numero di Biot ⎯

C Coefficiente di contrazione di un’apertura verticale (si veda l’espressione 6.30) ⎯

C Coefficiente di contrazione di un’apertura orizzontale (si veda l’espressione 6.32) ⎯

C Contrasto di un oggetto isolato dallo sfondo (si veda l’espressione 8.9) ⎯

C Costante adimensionale (si veda l’espressione 8.15) ⎯


Flusso specifico di un gruppo di persone lungo una via di esodo (si vedano
C persone·s-1·m-1
le espressioni 9.8, 9.9, 9.10, 9.11 e 9.12)
CCO Concentrazione volumetrica media di monossido di carbonio nell’aria inalata ppm
CCO2 Concentrazione volumetrica media di anidride carbonica nell’aria inalata ppm
CHCN Concentrazione volumetrica media di acido cianidrico nell’aria inalata ppm
ma
Ci Concentrazione volumetrica media nell’aria inalata dell’i sostanza asfissiante ppm
CO2 Concentrazione volumetrica media di ossigeno nell’aria inalata ppm
Cv Coefficiente di pressione dovuto all’azione del vento agente su una superficie ⎯
D Distanza di un combustibile da un oggetto incendiato (si veda l’espressione 3.11) m
D Diametro di un ventilatore (si veda l’espressione 6.35) m

19
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 20

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Dose accumulata nell’organismo umano a seguito dell’inalazione di monossido
D ppm·min
di carbonio
D0 Dose iniziale di monossido di carbonio ppm·min
De Diametro equivalente di una condotta m
Df Diametro equivalente della base della fiamma m
EA Energia termica rilasciata da un incendio fino all’inizio della fase di pieno sviluppo J
EF Energia termica necessaria per produrre il flashover in un locale J
Illuminamento prodotto da una sorgente luminosa su una superficie in assenza
EL(0) lx
di fumo
Energia termica limite che può essere rilasciata in un locale in relazione alla
Elimite J
massa di ossigeno presente
Illuminamento prodotto da una sorgente luminosa su una superficie in presenza
ELp.f. lx
di fumo
ET Energia termica disponibile in un locale J
Energia termica assorbita durante l’estinzione di un incendio da una massa
EW J
di acqua
Fattore di propagazione della fiamma sulla superficie di un determinato un
F W2⋅m-3
combustibile (si veda l’espressione 3.10)
Forza necessaria per aprire una porta in presenza di una sovrappressione
F N
(si veda l’espressione 6.49)
Flusso di un gruppo di persone lungo una via di esodo (si veda l’espressione
F persone·s-1
9.11)
F Numero di Fourier (si veda il paragrafo 4.2.1) ⎯
F Fattore di vista (si veda l’espressione 4.8) ⎯

Fc Risultante delle tensioni di compressione agenti su un elemento strutturale N


Frazione di dose che provoca l’incapacitazione di una persona che è imputabile
FCO ⎯
al monossido di carbonio
Fd Effetto dell’azione di progetto a temperatura ordinaria su un elemento strutturale ⎯
Ffi,d Effetto dell’azione di progetto in caso d’incendio su un elemento strutturale ⎯

Fp Forza necessaria per vincere la spinta del dispositivo di autochiusura di una porta N
Ft Risultante delle tensioni di trazione agenti su un elemento strutturale N
Fattore adimensionale che considera l’influenza delle pareti e delle aperture
G ⎯
di ventilazione presenti in un locale (si veda l’espressione 4.24)
Valore caratteristico delle azioni permanenti agenti su un elemento strutturale
G ⎯
(si veda l’espressione 5.4)
Gr Numero di Grashof ⎯
H Potere calorifico inferiore di un combustibile J⋅kg-1
H Spessore totale di un solaio in calcestruzzo armato (si veda la tabella 5.17) m
Distanza fra il punto più basso che brucia dell’oggetto combustibile ed il soffitto
H m
di un locale (si veda l’espressione 6.8)
HO2 Energia termica rilasciata da un combustibile per 1 m3 di ossigeno consumato J⋅m-3
Intensità luminosa che viene trasmessa dopo l’attraversamento di uno strato
IL cd
di fumo
IL(0) Intensità luminosa incidente in uno strato di fumo cd
K Coefficiente di emissione di una fiamma m-1

20
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 21

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Kd Coefficiente (si veda l’espressione 6.49) —
Kf Coefficiente (si veda l’espressione 6.44) —
KL Coefficiente (si veda l’espressione 6.45) —
Distanza fino alla quale una persona riconosce una segnalazione di esodo
L m
(si veda l’espressione 8.1)
L Luminanza di un oggetto (si veda l’espressione 8.9) cd·m-2
Lcc Lunghezza del corridoio cieco m
L0 Luminanza dello sfondo cd·m-2
Concentrazione volumetrica di una sostanza nociva che è in grado di produrre
LC50 statisticamente la morte del 50% di animali cavia di una data specie entro g·m-3
quattordici giorni da una esposizione di durata 30 min
Prodotto della concentrazione volumetrica di una sostanza nociva e il tempo
LCt50 di esposizione che può statisticamente indurre la morte del 50% di animali g·m-3·min
cavia di una data specie entro quattordici giorni dall’esposizione
Lf Altezza media visibile della fiamma m

Lom Lunghezza omessa di porzione di corridoio cieco m


Energia termica necessaria per far evaporare completamente 1 kg di
Lv J⋅kg-1
combustibile
Lw Calore latente di vaporizzazione dell’acqua J⋅kg-1

Massa molare dell’aria e di una sostanza tossica (si vedano le espressioni


M g
6.23 e 7.1)
M Quantità generica (si veda l’espressione 8.2) ⎯
Momento flettente di progetto agente su un elemento strutturale
MC N·m
nella progettazione con il metodo agli stati limite
Momento flettente agente su un elemento strutturale che è prodotto dalle
MG N·m
azioni permanenti
Mg Massa totale di fumo e gas di combustione generata da un incendio kg
Momento flettente agente su un elemento strutturale che è prodotto dalle
MQ N·m
azioni variabili
NF Numero di Froude ⎯
Nu Numero di Nusselt ⎯

O Fattore di ventilazione m0,5


P Pressione atmosferica (si veda l’espressione 6.23) Pa
P Potenza assorbita da un ventilatore (si veda l’espressione 6.42) W
P Altezza di una segnalazione di esodo (si veda l’espressione 8.2) m
Energia termica rilasciata nella combustione da un combustibile per 1 kg di
Pc J⋅kg-1
aria consumata
Pr Numero di Prandtl —
Valore caratteristico delle azioni variabili agenti su un elemento strutturale (si
Q —
veda l’espressione 5.4)
Portata volumetrica di estrazione di fumo e gas di combustione (si veda
Q m3⋅s-1
l’espressione 6.34)

Q Portata volumetrica di aria (si veda l’espressione 6.44) m3⋅s-1

21
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 22

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Massa di combustibile bruciata durante un incendio (si vedano le espressioni
Q kg
7.5, 7.18 e 8.10)
Massa di combustibile bruciata nella fase di crescita di un incendio fino all’inizio
QA kg
della fase stazionaria di pieno sviluppo
Massa di combustibile bruciata fino al termine della fase stazionaria di pieno
QB kg
sviluppo di un incendio
Massa di combustibile bruciata nella fase di crescita, di pieno sviluppo e in
QC kg
quella di decadimento di un incendio
Qg Portata volumetrica di fumo e gas di combustione generata da un incendio m3⋅s-1
QK1 Valore caratteristico dell’azione variabile dominante —
QT Massa totale di combustibile presente in un locale kg
R Costante universale dei gas J⋅mol-1⋅K-1
Ra Numero di Rayleigh —
Rck Resistenza caratteristica cubica a compressione a 28 giorni del calcestruzzo N·m-2
Re Numero di Reynolds —
RHR Potenza termica rilasciata da un incendio W
RHRc Potenza termica rilasciata da un incendio per convezione W
Potenza termica rilasciata per convezione all’esterno dalle pareti di un locale
RHRcest W
durante un incendio
Potenza termica rilasciata per convezione dai gas di combustione alle pareti
RHRcp W
interne di un locale durante un incendio
Potenza termica minima che un incendio deve rilasciare in un locale
RHRF W
per produrre il flashover
RHRgas Potenza termica assorbita dai gas combusti in un locale durante un incendio W
Potenza termica dispersa per irraggiamento dalle aperture di ventilazione
RHRirr W
presenti in un locale durante un incendio
Potenza termica massima rilasciata in un locale da un incendio avente lo
RHRmax W
sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione
Potenza termica media rilasciata da un incendio in un locale nel caso di un
RHRmedio W
incendio avente sviluppo controllato dal combustibile
Potenza termica minima che durante un incendio per irraggiamento provoca
RHRmin W
l’ignizione di un combustibile posto ad una determinata distanza
Potenza termica che per convezione e irraggiamento viene dispersa durante
RHRp W
un incendio in un locale dallo strato caldo che si forma nel soffitto
Potenza termica massima rilasciata in un locale per unità di superficie del
RHRf W·m-2
pavimento coinvolta nell’incendio
Potenza termica che durante un incendio in un locale viene ceduta
RHRw W
per convezione e irraggiamento alle pareti che lo delimitano
S Visibilità di una segnalazione di esodo m
SE Superficie utile minima complessiva delle aperture di smaltimento m2
Superficie corretta totale per l’afflusso di aria fresca nei sistemi di evacuazione
SCT m2
naturale di fumo e calore
Superficie utile totale di apertura degli evacuatori naturali di fumo e calore
SUT m2
installati in un locale
Tempo totale di inalazione dei gas asfissianti di combustione di una persona
T s
(si veda l’espressione 7.17)

22
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 23

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Velocità di decremento della temperatura nel tempo in un locale nella fase
(dT/dt)rif °C·min-1
di decadimento di un incendio
Ta Temperatura ambiente °C
Tcr Temperatura critica di un elemento strutturale in acciaio °C
Te Temperatura di una superficie emittente °C

Tg Temperatura dei gas di combustione all’interno di un locale °C

Tig Temperatura di ignizione di un combustibile °C


Tjet Temperatura dei gas di combustione nel ceiling jet °C
Tm Temperatura della superficie di un elemento strutturale °C
Tmedio Temperatura media nello strato limite termico di una parete °C
Tp Temperatura di una parete °C
Tr Temperatura di una superficie ricevente °C
Ts Temperatura della superficie di un combustibile °C
Temperatura minima che deve avere la superficie di un combustibile affinché
Tsmin °C
la fiamma su essa possa propagarsi in modo continuo
Tsprink Temperatura di un erogatore sprinkler °C
Velocità di propagazione laterale della fiamma su un combustibile (si veda
V m⋅s-1
l’espressione 3.10)
Attività respiratoria media di una persona (si vedano le espressioni 7.12, 7.13
V l⋅min-1
e 7.17)
Velocità di esodo di un gruppo di persone lungo una via di fuga (si veda
V m⋅s-1
l’espressione 9.3)
V Volume occupato dai prodotti della combustione (si veda l’espressione 7.18) m3
Va Volume di aria alla temperatura ambiente m3
Varia Volume di aria occorrente per la combustione completa di un combustibile m3
Vc Volume di prova in indagini sperimentali m3
Fattore di iperventilazione nell’organismo umano legato all’inalazione di anidride
VCO2 ⎯
carbonica
Vg Volume del fumo e gas di combustione m3
Velocità limite dell’aria che impedisce al fumo e gas di combustione prodotti da
VL m⋅s-1
un incendio di oltrepassare una porta
VO2 Volume di ossigeno necessario per la combustione completa di un combustibile m3
Volume totale di fumo e gas di combustione generato da un incendio e presenti
Vt m3
in un ambiente al tempo t
W Larghezza effettiva di una via di esodo m

WP Larghezza di una porta m

WC Larghezza di un corridoio m

Wvequiv Larghezza di un’apertura di ventilazione equivalente m


Altezza dal pavimento che all’interno di un locale incendiato risulta libera da fumo
Y m
e gas di combustione
Resa massica minima di monossido di carbonio di un combustibile durante una
YCO kgCO⋅kgcomb-1
combustione
Yp Altezza dal pavimento di un locale del piano neutro m

23
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 24

elenco dei simboli

LETTERE LATINE MINUSCOLE

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Distanza dell’asse di un’armatura di acciaio di un elemento strutturale
a m
dalla superficie più vicina esposta al fuoco (si veda la tabella 5.17)
Dimensione di un’apertura ventilazione presente nel soffitto (si veda l’espressione
a m
6.32)
Inerzia termica delle pareti che delimitano un locale (si vedano le espressioni 2.14,
b J·m-2·s-0,5·°C-1
2.15 e 4.24)
b Lato più piccolo di un pilastro (si veda la tabella 5.11) m
bw Larghezza d’anima di travi a sezione variabile (si veda la tabella 5.17) m
cp Calore specifico a pressione costante J⋅kg-1⋅°C-1
cpw Calore specifico del materiale costituente una parete J⋅kg-1⋅°C-1
Spessore minimo della parte di calcestruzzo armato che deve essere presente in
d un solaio per garantire un determinato valore della tenuta ai gas caldi di combustione m
e isolamento termico (si veda la tabella 5.13)
Spessore dello strato di fumo e gas di combustione presente nel soffitto che viene
d m
generato da un incendio (si vedano le espressioni 4.10, 6.32, 6.34 e 8.4)
Distanza di un oggetto combustibile dal centro della base della fiamma (si veda
d m
l’espressione 4.11)
d Distanza fra la maniglia e l’estremità di una porta (si veda l’espressione 6.49) m
Densità di affollamento di un gruppo di persone lungo una via di esodo (si veda
d persone⋅m-2
l’espressione 9.3)
df Spessore della fiamma m
dH Distanza fra il soffitto di un locale e metà altezza di una finestra m
Frazione di flusso termico reirradiato dalla stessa fiamma sulla superficie di un
f —
combustibile che sta bruciando (si veda l’espressione 2.13)
fcd Resistenza di calcolo cilindrica a compressione del calcestruzzo N⋅m-2

fck Resistenza caratteristica cilindrica a compressione del calcestruzzo N⋅m-2

fctk Resistenza caratteristica cilindrica a trazione del calcestruzzo N⋅m-2


Tensione caratteristica di snervamento dei trefoli di acciaio da pretensione all’1%
fp(1)k N⋅m-2
di deformazione totale
fpd Resistenza di calcolo dei trefoli di acciaio per armature da pretensione N⋅m-2

fsd Resistenza di calcolo delle barre di acciaio ordinario N⋅m-2

fv Frazione in volume di particolato —

fyk Tensione caratteristica di snervamento di una barra di acciaio ordinario N⋅m-2

g Accelerazione di gravità m⋅s-2

gi Massa generica di un combustibile kg

gw Massa di acqua kg
Coefficiente di convezione dei gas caldi di combustione generati da un incendio
h W⋅m-2⋅°C-1
(si veda l’espressione 4.6)
Spessore minimo di materiale isolante che deve esserci in un solaio in calcestruzzo
h armato per garantire un determinato valore della tenuta ai gas caldi di combustione m
e isolamento termico (si veda la tabella 5.13)
Altezza della parte di un’apertura di ventilazione verticale che in un locale si trova
ha m
al di sopra del piano neutro
Altezza della parte di un’apertura di ventilazione verticale che in un locale si trova
hb m
al di sotto del piano neutro

24
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 25

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Media ponderata delle altezze delle aperture di ventilazione presenti nelle pareti
heq m
di un locale
Differenza fra l’altezza dei punti più alto e più basso delle aperture di ventilazione
hvequiv m
presenti nelle pareti di un locale
Distanza del piano neutro da quello in cui si vuole calcolare la sovrappressione
l m
generata da un incendio all’interno di un locale (si veda l’espressione 6.26)
l Lunghezza equivalente di una condotta (si veda l’espressione 6.38) m
Fattore di partecipazione alla combustione di un combustibile (si veda l’espressione
m ⎯
3.24)
m Densità ottica del fumo (si veda l’espressione 8.3) m-1
Portata massica di aria entrante in un locale dalle aperture di ventilazione
ma kg⋅s-1
presenti
mc Velocità di combustione kg⋅s-1

Flusso di massa critico dei prodotti di pirolisi che vengono emessi dalla superficie
mcr kg⋅m-2⋅s-1
di un combustibile

mcrit Portata massica critica di estrazione di fumo e gas di combustione kg⋅s-1

me Portata massica di estrazione di progetto di fumo e gas di combustione kg⋅s-1

mg Portata massica di fumo e gas di combustione generati da un incendio kg⋅s-1

mm Densità ottica del fumo riferita all’unità di massa m2⋅kg-1


Portata massica di fumo e gas di combustione che esce dal soffitto di un locale
ms kg⋅s-1
(si veda l’espressione 6.32)
Velocità di combustione riferita all’unità di superficie del pavimento coinvolta in un
ms kg⋅m-2⋅s-1
incendio (si veda l’espressione 3.1)
Portata massica di fumo e gas di combustione che escono dalle aperture presenti
mu kg⋅s-1
in un locale
mv Portata massica di aria di un impianto di ventilazione kg⋅s-1

mw Portata massica specifica di acqua di estinzione kg⋅m-2⋅s-1


Flusso termico netto agente sulla superficie di un combustibile (si veda l’espressione
q W⋅m-2
2.13)
Flusso termico radiante che agisce sulla superficie di un corpo (si vedano le
q W⋅m-2
espressioni 2.15, 4.8 e 7.21)
qc Flusso termico radiante critico che agisce sulla superficie di un combustibile W⋅m-2

Flusso termico disperso per convezione ed irraggiamento dalla superficie di un


qd W⋅m-2
combustibile che brucia (si vedano le espressioni 2.13 e 3.1)
Flusso termico prodotto da una sorgente termica esterna sulla superficie di un
qe W⋅m-2
combustibile
Carico d’incendio specifico riferito alla superficie del pavimento di un compartimento
qf J⋅m-2
antincendio (si veda l’espressione 5.2)
Flusso termico convettivo generato dalla fiamma sulla stessa superficie
qf W⋅m-2
del combustibile che brucia (si veda l’espressione 3.1)
Carico d’incendio specifico di progetto riferito alla superficie del pavimento di un
qf,d J⋅m-2
compartimento antincendio
Flusso termico radiante generato dalla fiamma sulla stessa superficie
qr W⋅m-2
del combustibile che brucia
Carico d’incendio specifico di progetto riferito alla superficie totale
qt,d J⋅m-2
di un compartimento antincendio

25
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 26

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Flusso termico rimosso dalla superficie di un combustibile incendiato a causa della
qw W⋅m-2
vaporizzazione dell’acqua di estinzione
r Distanza da un punto misurata in direzione radiale m

r0 Grammi di ossigeno necessari per la combustione completa di 1 g di combustibile gO2⋅gcomb-1

raria Grammi di aria necessari per la combustione completa di 1 g di combustibile garia⋅gcomb-1


roffset Raggio di influenza delle aperture di smaltimento m

s Distanza fra una sorgente di calore e un bersaglio m

t Tempo s

t* Tempo fittizio h

Tempo dopo il quale durante un incendio la potenza termica rilasciata in un locale


tA s
assume il valore massimo

ta Tempo di attivazione di un erogatore sprinkler soggetto ad un flusso termico s

Tempo dopo il quale termina in un locale la fase stazionaria di incendio pienamente


tB s
sviluppato
Tempo dopo il quale durante un incendio la potenza termica rilasciata in un locale
tC s
si riduce a zero

ta Tempo di allarme generale s

tdet Tempo di rivelazione s


Tempo caratteristico di crescita di un incendio che è impiegato dalla potenza termica
ta s
per raggiungere il valore di 1000 kW
tig Tempo di ignizione di un combustibile s
Durata dell’incendio intesa come intervallo di tempo dopo il quale la temperatura
tinc h
dei gas di combustione ritorna a quella ambiente
tlimite Durata teorica di una combustione in un ambiente chiuso s
tmax Tempo necessario per raggiungere in un locale incendiato la temperatura massima h

tp Tempo di penetrazione dell’energia termica all’interno di una parete di un locale s

tpre Tempo di attività di pre-movimento s

ttra Tempo di movimento s

u Velocità del fumo e gas di combustione m⋅s-1

ue Velocità del fumo e gas di combustione in una condotta di estrazione m⋅s-1

ui Velocità del fumo e gas di combustione all’interno di un ambiente incendiato m⋅s-1

ujet Velocità del fumo e gas di combustione nel ceiling jet m⋅s-1

uv Velocità del vento m⋅s-1

ys Fattore di emissione di fumo di un combustibile kgfumo⋅kg-1comb

z Altezza generica di un piano dal pavimento di un locale m


Altezza (negativa) dell’origine virtuale di un incendio dal pavimento di un locale
z0 m
(si veda l’espressione 6.4)
Altezza (negativa) dell’origine virtuale di un incendio dal pavimento di un locale
z’ m
(si veda l’esempio 5.7)

26
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 27

elenco dei simboli

LETTERE GRECHE MAIUSCOLE


UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Sovrappressione creata da un incendio in un ambiente chiuso (si veda l’espressione
ΔP Pa
6.26)
Sovrappressione in un locale causata da un flusso d’aria (si vedano le espressioni
ΔP Pa
6.44 e 6.49)
ΔPc Perdite di carico distribuite in un circuito aeraulico Pa
Depressione in corrispondenza di una bocchetta di un impianto di estrazione di
ΔPp Pa
fumo e gas di combustione
Sovrappressione necessaria per imprimere una variazione di velocità al fumo e
ΔPs Pa
gas di combustione in una condotta
ΔPtot Depressione totale che deve creare un ventilatore inserito in un circuito aeraulico Pa
ΔPv Sovrappressione prodotta dal vento su una parete Pa
Δt Intervallo di tempo s
ΔT Variazione di temperatura °C
Φ Flusso termico radiante kW⋅m-2
Φp Fuel/air equivalence ratio —
Ψ Fattore di limitazione di partecipazione di un combustibile alla combustione —

Coefficiente di combinazione delle azioni variabili in caso d’incendio (azione


Ψ21 —
eccezionale) nella progettazione con il metodo agli stati limite
Massima resa teorica di monossido di carbonio di un combustibile durante una
ΨCO moliCO⋅molicomb-1
combustione

LETTERE GRECHE MINUSCOLE

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
Costante che regola l’aumento di potenza termica rilasciata da un incendio nella
a W·s-2
fase di crescita (si veda l’espressione 3.6)
a Diffusività termica di un materiale m2·s-1

acc Coefficiente riduttivo per le resistenze di lunga durata del calcestruzzo —

aK Coefficiente effettivo di scambio termico della parete di un locale W·m-2·°C-1


Coefficiente di estinzione di una radiazione luminosa ad una determinata lunghezza
aλ m-1
d’onda
Coefficiente di estinzione che rappresenta la media ponderata dei valori ottenuti con
atot,w m-1
le varie radiazioni aventi lunghezze d’onda comprese nel campo del visibile
Coefficiente parziale di sicurezza della resistenza caratteristica del calcestruzzo a
γc —
temperatura ambiente
Coefficiente parziale di sicurezza della resistenza caratteristica a compressione del
γc,fi —
calcestruzzo in caso d’incendio
Coefficiente di sicurezza per le azioni permanenti a temperatura ordinaria nella
γG —
progettazione con il metodo agli stati limite
Coefficiente di sicurezza per le azioni permanenti in caso d’incendio
γG,A —
nella progettazione con il metodo agli stati limite
Coefficiente parziale di sicurezza per le proprietà meccaniche dell’acciaio in caso
γM,fi —
d’incendio
Coefficiente di combinazione per le azioni variabili a temperatura ordinaria nella
γQ —
progettazione con il metodo agli stati limite

27
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 28

elenco dei simboli

UNITÀ DI
SIMBOLO DESCRIZIONE
MISURA
δ Densità di scarica di un erogatore sprinkler m·s-1
Fattore che considera le varie misure di protezione antincendio presenti
δn —
in un compartimento antincendio
Fattore di rischio incendio che considera la dimensione di un compartimento
δ q1 —
antincendio
Fattore di rischio incendio che tiene conto dell’attività svolta in un compartimento
δ q2 —
antincendio
Emissività risultante fra una superficie emittente ed una ricevente (si veda
ε —
l’espressione 4.8)
ε Scabrezza assoluta di una condotta (si veda l’espressione 6.36) m
ε Deformazione in un elemento strutturale sottoposto ad un’azione esterna —

εa Emissività superficie dell’elemento strutturale di acciaio —


εf Emissività della fiamma —
εg Emissività del fuoco, del fumo e gas di combustione —
εm Emissività superficie dell’elemento strutturale in calcestruzzo armato —
εw Efficienza di applicazione dell’acqua per estinguere un incendio —
η Rendimento totale di un ventilatore —
ηfi Fattore di riduzione dell’azione di progetto in caso d’incendio —
θ Angolo fra una sorgente ed un bersaglio °
λ Conduttività termica di un materiale (si vedano le espressioni 2.15, 3.10 e 4.15) W⋅m-1⋅°C-1

λ Coefficiente di attrito di una condotta (si veda l’espressione 6.36) —

λ Lunghezza d’onda di una radiazione luminosa (si veda l’espressione 8.5) m

μ Viscosità dinamica N⋅s⋅m-2

μo Grado di utilizzazione di un elemento strutturale —

ν Viscosità cinematica m2⋅s-1

νp Velocità di carbonizzazione del legno m⋅s-1

ρ Densità di un materiale kg⋅m-3

ρa Densità dell’aria ambiente kg⋅m-3

ρg Densità del fumo e gas di combustione kg⋅m-3

ρw Densità del materiale costituente una parete kg⋅m-3

σ Costante di Stefan-Boltzmann (si veda l’espressione 4.8) W⋅m-2⋅K-4

σ Coefficiente massico di estinzione della luce m2⋅g-1

σ Tensione in un elemento strutturale sottoposto ad un’azione esterna N⋅m-2

τ Costante di tempo nel riscaldamento di un erogatore sprinkler s

χA Efficienza della combustione di un combustibile —

χR Frazione della potenza termica rilasciata da un incendio per irraggiamento —

28
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 29

elenco delle AbbreviAzioni e dei SiMboli chiMici

ABBREVIAZIONE DENOMINAZIONE
Art. Articolo
Artt. Articoli
ASET (Available Safe Escape Time) Tempo disponibile per l’esodo

Società degli Stati Uniti d’America che esegue prove


ASTM (American Society for Testing and Materials)
sui materiali

Evacuatore naturale di fumo e calore resistente ad


B40090
una temperatura di 400 °C per 90 min

Laboratorio di ricerca sull’incendio del Dipartimento


BFRL (Building and Fire Research Laboratory)
del Commercio degli Stati Uniti d’America

Norma emanata dall’Ente Nazionale Inglese


BS (British Standards)
di Unificazione
BS PD (British Standards Institution/Published Documento pubblicato dall’Ente Nazionale Inglese di
Document) Unificazione
C Carbonio
C2F4 Tetrafluoroetilene
C 3H 8 Propano
CE Marcatura di qualità della Comunità Europea
CEE (European Economic Community) Comunità Economica Europea
Comitato Elettrotecnico Italiano (Ente Nazionale di
CEI Normazione riconosciuto, da ultimo, con il
D.Lgs. 427/2000)
CEN (European Committee for Standardization) Comitato Europeo di Normazione

Modello d’incendio numerico avanzato a due zone


CFAST (Consolidated Fire and Smoke Transport) elaborato dal Dipartimento del Commercio degli Stati
Uniti d’America
Fluidodinamica computazionale, metodologia di
CFD (Computational Fluid Dynamics) risoluzione numerica delle equazioni della
fluidodinamica
CH4 Metano
Circ. Circolare
CnH2n+2 Formula bruta di un alcano
CO Monossido di carbonio
CO2 Anidride carbonica
COCl2 Fosgene
COHb Carbossiemoglobina
Direttiva Prodotti da Costruzione. Direttiva del
CPD
Consiglio del 21 dicembre 1988 n. 89/106/CEE
Linea guida raccomandata del Comitato Europeo di
CR
Normazione
D.Lgs. Decreto legislativo
D.M. Decreto ministeriale
D.P.R. Decreto del Presidente della Repubblica
Metodo di risoluzione numerica diretta delle
DNS (Direct Numerical Simulation)
equazioni di Navier-Stokes

29
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 30

elenco dei simboli


elenco delle abbreviazioni e dei simboli chimici

ABBREVIAZIONE DENOMINAZIONE
E Tenuta al fumo ed ai gas caldi di combustione

EFC Evacuatore naturale di fumo e calore

EN (European Standard) Norma emanata dal Comitato Europeo di Normazione

Impianto di estinzione automatica con erogatori


ESFR (Early Suppression Fast Response)
sprinkler progettati in modo da spegnere un incendio

ETA (European Technical Approval) Benestare tecnico europeo


EVAC Sistema di allarme vocale per scopi di emergenza

Concentrazione frazionaria di esposizione per


FEC (Fractional Effective Concentration)
inalazione dei gas irritanti della combustione

Dose frazionaria di esposizione per inalazione dei


FED (Fractional Effective Dose)
gas tossici della combustione

Evacuatore forzato di fumo e calore resistente ad


F400120
una temperatura di 400 °C per 120 min

Modello d’incendio numerico avanzato di campo, di


fluidodinamica computazionale, elaborato dal
FDS (Fire Dynamics Simulator)
Dipartimento del Commercio degli
Stati Uniti d’America

Velocità di incremento dell’incendio su un determina-


FIGRA (Fire Growth Rate)
to materiale

hEN (Harmonised European Standard) Norma europea armonizzata


H2 Idrogeno
H 2O Acqua
HbO2 Ossiemoglobina

HCl Acido cloridrico

HCN Acido cianidrico


I Isolamento termico
Concentrazione nell’aria inalata di una sostanza
IDLH (Immediately Dangerous to Life or Health) tossica che, se respirata per 30 min, non provoca
danni significativi all’organismo umano

ISO (International Organization for Standardization) Organizzazione Internazionale di Standardizzazione

ISO/TR (International Organization for Rapporto Tecnico emanato dall’Organizzazione


Standardization/Technical Report) Internazionale di Standardizzazione

ISO/TS (International Organization for Specifica Tecnica emanata dall’Organizzazione


Standardization/Technical Specification) Internazionale di Standardizzazione

LES (Large Eddy Simulation) Metodo di simulazione per le turbolenze a grandi vortici

Livello di attenzione della concentrazione di una


LOC (Level Of Concern)
sostanza tossica per inalazione
Lett. Circ. Lettera Circolare
Caratteristica posseduta da un prodotto
M da costruzione che, in caso d’incendio, resiste
ad una determinata energia d’urto
NIST (National Institute for Standards Istituto del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti
and Technology) d’America che si occupa anche di ricerche sull’incendio

30
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 31

elenco delle abbreviazioni e dei simboli chimici

ABBREVIAZIONE DENOMINAZIONE

Associazione degli Stati Uniti d’America impegnata


NFPA (National Fire Protection Association) anche nell’elaborazione di norme nel settore
della sicurezza antincendio
NH3 Ammoniaca
NO2 Biossido di azoto
NOF Nulla Osta di Fattibilità
Norme Tecniche per le Costruzioni. Decreto del Ministro
NTC
delle Infrastrutture e dei Trasporti del 17 gennaio 2018
O2 Ossigeno
ppm Parti per milione
Progetto di norma emanato dal Comitato Europeo
PrEN
di Normazione
prot. Protocollo

PVC Policloruro di vinile


Coefficiente di tempo di risposta che indica la sensibilità
RTI (Response Time Index) che ha un erogatore sprinkler ad attivarsi quando è
sottoposto ad un flusso termico
Capacità portante-Tenuta al fumo e gas caldi
REI di combustione-Isolamento termico di un elemento
strutturale o di un prodotto da costruzione
Velocità di rilascio del calore (Potenza termica rilasciata
RHR (Rate of Heat Release)
da un incendio)
RSET (Required Safe Escape Time) Tempo richiesto per l’esodo
Caratteristica posseduta da un prodotto da costruzione che,
S
nella fase iniziale dell’incendio, limita il passaggio di fumo
SCIA Segnalazione Certificata di Inizio Attività
SEE Spazio Economico Europeo
SEFFC Sistema di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore
SENFC Sistema di Evacuazione Naturale di Fumo e Calore
Velocità di incremento del fumo
SMOGRA (Smoke Growth Rate)
su un determinato materiale
SO2 Anidride solforosa
Sistema di Ventilazione Forzata Orizzontale di Fumo e
SVOF
Calore
TF (Test fire) Focolare tipo
Resistenza che un materiale combustibile oppone
TRP (Thermal Response Parameter) all’ignizione e alla propagazione della fiamma
sulla sua superficie

UE Unione Europea
Ente Nazionale Italiano di Unificazione (esso è stato
UNI
riconosciuto, da ultimo, con il D.Lgs. 427/2000)
Specificazione Tecnica emanata dal Comitato Europeo
UNI CEN/TS di Normazione che viene recepita dall’Ente Nazionale
Italiano di Unificazione
Norma emanata dal Comitato Europeo di Normazione
UNI EN che viene recepita dall’Ente Nazionale Italiano
di Unificazione
Caratteristica di un prodotto da costruzione che, in caso
W d’incendio, limita l’irraggiamento termico dei materiali
adiacenti alla faccia non esposta

31
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 32
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:45 Pagina 33

1
IL METODO DELL’INGEGNERIA
DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO
ED IL QUADRO LEGISLATIVO DI RIFERIMENTO

Il lettore, dopo la lettura di questo capitolo, sarà in grado di:


— conoscere gli obiettivi di sicurezza antincendio stabiliti dalle vigenti norme di pre-
venzione incendi;
— applicare la procedura del metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio nelle
attività soggette ai controlli di prevenzione incendi.

SOMMARIO: 1.1. La legislazione italiana nel settore della prevenzione incendi. - 1.2. La valutazione
del livello di sicurezza antincendio mediante gli approcci di natura prescrittiva e prestazionale. -
1.3. L’applicazione del metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio nelle attività soggette ai
controlli di prevenzione incendi.

1.1. LA LEGISLAZIONE ITALIANA NEL SETTORE DELLA PREVENZIONE INCENDI

Il crescente sviluppo tecnologico che si è registrato in questi ultimi anni nei sistemi produttivi
adottati dalle aziende e la presenza di nuovi materiali immessi sul mercato hanno introdotto
significativi cambiamenti nelle condizioni di sicurezza dei luoghi di lavoro.
Nel campo della sicurezza antincendio, il Ministero dell’Interno, tramite il Dipartimento dei
Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, ha il compito di emanare le
regole tecniche contenenti le misure di prevenzione e di protezione contro gli incendi che
devono essere rispettate nelle attività a rischio d’incendio.
In Italia, le procedure previste per la verifica delle condizioni di sicurezza antincendio in un’at-
tività a rischio sono state stabilite da diversi anni e, da ultimo, con il decreto del Presidente
della Repubblica 01/08/2011 n. 151 e con il decreto del Ministro dell’Interno 07/08/2012,
nonché con il decreto legislativo 08/03/2006, n. 139 e s.m.i.
Il D.P.R. 151/2011 ha suddiviso le varie attività soggette ai controlli di prevenzione incendi,
in relazione al livello del rischio incendio, alle loro dimensioni e complessità, nelle tre seguenti
categorie A, B e C:
— nella categoria A sono comprese quelle dotate di una specifica regola tecnica di pre-
venzione incendi e connotate da una limitata complessità a causa delle ridotte dimensioni,
affollamento o quantitativo di materiale combustibile presente;
— nella categoria B sono state inserite le attività già elencate nella categoria A che però
hanno una maggiore complessità, nonché quelle sprovviste di una specifica regola tecnica
di prevenzione incendi e che, comunque, sono caratterizzate nel complesso da un livello
del rischio d’incendio inferiore a quello della categoria C;
— nella categoria C sono indicate quelle attività ad elevata complessità indipendentemente
se esse siano dotate o meno di una specifica regola tecnica di prevenzione incendi.
Gli adempimenti a carico dei responsabili delle attività soggette ai controlli di prevenzione
incendi sono, pertanto, proporzionati in funzione della loro complessità e del connesso livello
di rischio incendio; in particolare:
a) per le attività elencate nella categoria A non è prevista la valutazione del progetto e
per dare inizio all’esercizio dell’attività deve essere presentata, dal responsabile dell’at-
tività soggetta ai controlli di prevenzione incendi, al Comando dei Vigili del Fuoco, la

33
$. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Pagine non disponibili


in anteprima

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
$.
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:47 Pagina 215

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

5.2. LA DETERMINAZIONE DELLE PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO


DA RICHIEDERE AGLI ELEMENTI STRUTTURALI

La richiesta di precisi valori di resistenza al fuoco agli elementi strutturali è una delle fon-
damentali strategie di protezione antincendio utilizzate per garantire un adeguato livello di
sicurezza di una costruzione in condizioni d’incendio e che si ottiene attraverso:
— un adeguato valore della capacità portante che esprime, appunto, la propensione di un
elemento strutturale a conservare una sufficiente resistenza meccanica sotto l’azione
del fuoco con riferimento alle altre azioni agenti;
— un’appropriata compartimentazione degli ambienti (essa indica l’attitudine a mantenere,
sotto l’azione dell’incendio, un sufficiente isolamento termico e tenuta ai fumi ed ai
gas caldi di combustione, nonché tutte le altre prestazioni se richieste); al riguardo,
si ricorda che per «compartimento antincendio» si intende una parte dell’opera da
costruzione organizzata per rispondere alle esigenze della sicurezza in caso d’incendio
e delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del
fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco.
Nel progetto e/o nella verifica di sistemi strutturali sottoposti all’azione dell’incendio si deve
impiegare un incendio convenzionale di progetto che viene rappresentato con una curva nominale
d’incendio o con una curva naturale d’incendio (si vedano le considerazioni svolte nei paragrafi
4.5.1 e 4.5.2); la curva d’incendio deve essere applicata ad un compartimento dell’edificio
alla volta, con la precisazione che negli edifici multipiano potrà considerarsi separatamente il
carico di incendio dei singoli piani qualora gli elementi strutturali orizzontali di separazione
posseggano una capacità di compartimentazione adeguata al carico d’incendio dell’area sotto-
stante.
Nei casi in cui all’interno di un edificio il materiale combustibile non sia sufficientemente
distribuito con uniformità (presenza di elevate dissimmetrie nella ubicazione dei materiali com-
bustibili) e, pertanto, un focolaio d’incendio non sia in grado di propagarsi e resta confinato
in una zona limitata dell’ambiente (questa eventualità si riscontra nei casi in cui non viene
raggiunta la condizione di flashover), non può ragionevolmente supporsi, con accettabile margine
di errore, che la temperatura dell’ambiente possa ritenersi praticamente uguale nello spazio
poiché i valori di temperatura presenti lungo l’asse della fiamma, in prossimità della copertura,
potrebbero essere sensibilmente maggiori della temperatura media.
Tale circostanza è importante, soprattutto, quando occorre valutare la resistenza al fuoco di
elementi strutturali all’interno di un compartimento antincendio; infatti, il professionista antin-
cendio dovrà verificare che, a causa di possibili concentrazioni di flusso termico in prossimità
di elementi strutturali posti superiormente al focolaio, o immediatamente adiacenti, l’incendio
naturale atteso, nella fase precedente al flashover, non possa produrre localmente dei valori
di temperatura particolarmente elevati e che li rendono particolarmente vulnerabili.
Si osserva che, al riguardo, il paragrafo S.2.5, comma 5 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 pre-
scrive che, quando il carico d’incendio specifico di progetto (si veda il paragrafo 5.2.2.3)
viene determinato con riferimento all’area di effettiva pertinenza dello stesso (ad esempio, in
presenza di eccessivi raggruppamenti di materiale combustibile), il valore della classe di resi-
stenza al fuoco ottenuta per gli elementi strutturali presenti in prossimità della zona di distri-
buzione disuniforme di combustibile è superiore a quella riferita all’intero compartimento.
Per il calcolo delle azioni termiche agenti sugli elementi strutturali conseguenti ad incendi loca-
lizzati, è possibile ricorrere ad un metodo semplificato che è contenuto nell’appendice C del-
l’Eurocodice 1, dove viene proposta la seguente espressione 5.1 per valutare, all’interno di un
compartimento di altezza H (si veda la fig. 5.4), la diminuzione, all’aumentare dell’altezza dal
pavimento, della temperatura lungo l’asse della fiamma e nel soffitto, che è valida per valori
inferiori a 900 °C; essa si applica per quote superiori a quelle dell’altezza media visibile Lf
della fiamma (si veda il paragrafo 6.3) e nel caso in cui essa non lambisca il soffitto (Lf < H).

215
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:47 Pagina 216

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

Figura 5.4 - Rappresentazione dei parametri indicati nell’espressione della variazione nel tempo
della temperatura lungo l’asse della fiamma per un incendio localizzato
nel quale la fiamma non lambisce il soffitto

Con le assunzioni fatte, ad un determinato istante t, viene proposta la seguente espressione:

Tg = Ta + 0,25 · RHRc0,666 · (z – z0)–1,666 (5.1)

in cui:
— Tg è la temperatura lungo l’asse della fiamma ad altezza z dal pavimento espressa in
°C;
— Ta è la temperatura dell’aria ambiente, circostante la fiamma, espressa in °C;
— RHRc è la parte convettiva della potenza termica, che viene cautelativamente assunta
pari all’80% di quella rilasciata dall’incendio, espressa in W;
— z è la generica altezza dal pavimento, espressa in m, lungo l’asse della fiamma;
— z0 è l’altezza, espressa in m, dell’origine virtuale dell’incendio (per maggiori dettagli
si consulti il paragrafo 6.4).

Occorre notare che la migliore applicazione dell’espressione 5.1 (essa conduce agli stessi risultati
di quella 6.6 indicata nel paragrafo 6.5; a tal proposito, si veda l’esempio 6.2) si ottiene per
le zone del soffitto che si trovano a distanza r dall’asse della fiamma in modo che si abbia:
r/H < 0,2 (ad esempio, per la valutazione della capacità portante di una trave che si trova in
corrispondenza dell’asse della fiamma o per un pilastro completamente avvolto dalla fiamma)
ed in presenza di fiamme che si sviluppano lontano dalle pareti (è utile sapere che il raggio
della zona in cui la colonna di fumo e gas di combustione lambisce inizialmente il soffitto è
appunto, per incendi che si sviluppano sulla superficie del pavimento, circa il 20% dell’altezza
H del locale); viene anche specificato che la precedente espressione è valida fino a quando
il diametro equivalente Df della base della fiamma si mantiene inferiore a 10 m e la potenza
termica rilasciata nell’ambiente non supera il valore di 50 MW (ad esempio, si può agevolmente
controllare, con le assunzioni fatte, che in un locale alto 7 m, nel quale si produce un incendio
localizzato che rilascia ad un determinato istante una potenza termica di 2000 kW, ad un’altezza
dal pavimento di 6 m lungo l’asse della fiamma si ottiene una temperatura di circa 820 °C).

216
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:47 Pagina 217

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

Figura 5.5 - Temperatura lungo l’asse della fiamma al variare dell’altezza dal pavimento, durante un
incendio localizzato, per differenti valori del diametro equivalente della base della fiamma e in presenza
di una potenza termica massima rilasciata per unità di superficie del pavimento di 500 kW/m2

Figura 5.6 - Temperatura lungo l’asse della fiamma al variare dell’altezza dal pavimento,
durante un incendio localizzato, per differenti valori del diametro equivalente della base della fiamma
e della potenza termica massima rilasciata per unità di superficie del pavimento

Nel caso che, invece, la fiamma investa la copertura viene solamente data nell’appendice C
della norma UNI EN 1991-1-2 una relazione per determinare il flusso termico agente su essa
(in tale circostanza, è previsto che il flusso termico nelle parti del soffitto vicine alla verticale
passante per il centro della base della fiamma, per le quali la distanza r è piccola, può raggiungere
dei valori prossimi a 100 kW/m2; al riguardo si vedano gli esempi 5.6 e 5.7).
In queste situazioni, al fine di eseguire dei calcoli sufficientemente attendibili di resistenza al
fuoco con valori di temperatura che possono essere realmente raggiunti nei vari punti del com-
partimento in prossimità degli elementi strutturali, si potrebbe adottare una combinazione dei
valori di temperatura ottenuti mediante l’applicazione di un modello d’incendio numerico avan-
zato a due zone e di uno che considera l’incendio localizzato (si veda la fig. 5.7); qualora
nello specifico caso sia necessaria una maggiore precisione, possono essere utilizzati i valori
di temperatura che si riscontrano direttamente lungo la superficie esterna degli elementi strut-
turali, che vengono restituiti a seguito dell’elaborazione effettuata con un modello d’incendio
numerico avanzato di campo di fluidodinamica computazionale.

217
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:47 Pagina 218

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

Figura 5.7 - Combinazione dei valori di temperatura ottenuti mediante l’applicazione di un modello
d’incendio numerico avanzato a due zone e di uno che considera l’incendio localizzato

5.2.1. Attività soggette ai controlli di prevenzione incendi dotate


di una specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi

Nel richiamare le considerazioni di carattere generale già indicate nel paragrafo 1.3, si fa
presente che il D.M. 12/04/2019 ha anche indirettamente introdotto significativi cambiamenti
sulle prestazioni di resistenza al fuoco da richiedere agli elementi strutturali presenti in un
compartimento antincendio facente parte di un’attività dotata di specifica regola tecnica pre-
scrittiva di prevenzione incendi; al riguardo, si elencano le varie situazioni che si possono
riscontrare:
— Nuove attività comprese nel campo di applicazione del D.M. 03/08/2015 come modi-
ficato dal D.M. 12/04/2019:
In tale caso, ad esempio per una scuola, gli elementi strutturali devono avere le pre-
stazioni di resistenza al fuoco previste, o nella specifica regola tecnica prescrittiva di
prevenzione incendi, che è costituita dal D.M. 26/08/1992, o nelle norme tecniche
contenute nel D.M. 18/10/2019 integrate con quelle della specifica RTV che è rap-
presentata attualmente dal D.M. 14/02/2020 come modificato dal D.M. 06/04/2020.
In linea generale, occorre altresì notare che in tali attività per stabilire le prestazioni
di resistenza al fuoco che devono possedere gli elementi strutturali possono trovare
ancora impiego le disposizioni contenute nel D.M. 09/03/2007 qualora venga scelto
di applicare la specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi e in essa
vi sia un espresso richiamo a tale decreto (ad esempio, per le attività commerciali si
veda il punto 3.1 dell’allegato al D.M. 27/07/2010);
— Attività esistenti (modifiche e/o ampliamenti) comprese nel campo di applicazione
del D.M. 03/08/2015 come modificato dal D.M. 12/04/2019:
In questa circostanza, ad esempio per un grande ufficio, gli elementi strutturali devono
avere le prestazioni di resistenza al fuoco previste, o dalle norme tecniche contenute
nel D.M. 18/10/2019 integrate con quelle della specifica RTV che è rappresentata attual-
mente dal D.M. 14/02/2020 come modificato dal D.M. 06/04/2020, a condizione che
le misure di sicurezza antincendio esistenti nella parte di attività non interessata dal-
l’intervento siano compatibili, o per l’intera attività dalla specifica regola tecnica pre-
scrittiva di prevenzione incendi che, in questo caso, è costituita dal D.M. 22/02/2006;
— Nuove attività o attività esistenti (modifiche e/o ampliamenti) non comprese nel
campo di applicazione del D.M. 03/08/2015 come modificato dal D.M. 12/04/2019:
In tale eventualità, ad esempio per un gruppo elettrogeno, gli elementi strutturali devono

218
$. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Pagine non disponibili


in anteprima

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
$.
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:48 Pagina 234

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

ESEMPIO 5.1
Determinazione del valore del carico d’incendio specifico
di un compartimento antincendio

All’interno di un compartimento antincendio, avente lunghezza di 20 m, larghezza


10 m ed altezza 4 m, sono uniformemente depositati 1500 kg di materie plastiche e
3000 kg di carta, dei quali 1300 kg si trovano all’interno di armadi metallici in grado
di mantenere la loro integrità durante l’esposizione all’incendio.
Si determini il valore del carico d’incendio specifico del compartimento antincendio.
Applicando l’espressione 5.2, si ricava che il valore del carico d’incendio specifico, tenuto conto
che la carta è depositata in due modi diversi, è pari a:

g1 · H1 · m1 · Ψ1 + g2 · H1 · m1 · Ψ2 + g3 · H2 · m2 · Ψ1
qf = ————————————·——————————————————————————
A

dove g1, g2 e g3 sono rispettivamente la massa di carta che si trova nel compartimento antincendio
all’interno e all’esterno degli armadi metallici e quella delle materie plastiche, H1 e H2 rappre-
sentano i poteri calorifici inferiori dei due combustibili; inoltre, m1 e m2 indicano i fattori di par-
tecipazione alla combustione della carta e della plastica, mentre Ψ1 e Ψ2 individuano i differenti
fattori di limitazione della partecipazione alla combustione (occorre notare che, la carta si trova,
sia all’interno, sia all’esterno degli armadi metallici e, quindi, risulta protetta diversamente dal-
l’azione dell’incendio).
Esprimendo la massa dei combustibili in kg ed il relativo potere calorifico in MJ/kg, si ottiene
che il valore nominale del carico d’incendio specifico è:

1300 · 17 · 0,8 · 0,85 + 1700 · 17 · 0,8 · 1 + 1500 · 23 · 1 · 1


qf = ———————————————————————————————————— = 363,2 MJ/m2
150

Si ritiene importante esporre che il valore del carico d’incendio specifico rappresenta uno dei
più importanti elementi che si deve considerare per stabilire, all’interno di una determinata attività
soggetta ai controlli di prevenzione incendi per la quale non sono state ancora emanate specifiche
regole tecniche di prevenzione incendi, le varie misure di sicurezza antincendio che devono
realizzarsi.

234
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:48 Pagina 235

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

5.2.2.3. Calcolo del valore del carico d’incendio specifico di progetto

Il valore del carico d’incendio qf,d specifico di progetto (si veda l’esempio 5.3), espresso in
MJ/m2 e riferito alla superficie in pianta lorda del compartimento, si ottiene con la seguente
relazione:

qf,d = δq1 · δq2 · δn · qf (5.3)

dove δq1 è il fattore che tiene conto del rischio di incendio in funzione della dimensione del
compartimento, i cui diversi valori sono definiti in tabella 5.4, δq2 è il fattore che considera
il rischio di incendio in relazione al tipo di attività svolta nel compartimento e i vari valori
sono indicati in tabella 5.5, mentre δn = πi δni è il fattore che tiene conto delle differenti
misure di protezione antincendio e gestionali adottate, che possono limitare gli effetti negativi
che l’incendio può procurare agli elementi strutturali e i relativi valori possono desumersi dalla
tabella 5.6 (si specifica che le tabelle 5.4, 5.5 e 5.6 coincidono con quelle 1, 2 e 3 riportate
nell’allegato al D.M. 09/03/2007).

Tabella 5.4 - Valori del fattore δq1, che tiene conto del rischio di incendio
in funzione della dimensione del compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007

Superficie in pianta lorda


del compartimento δq1
(m2)
A < 500 1,00

500 ≤ A < 1000 1,20

1000 ≤ A < 2500 1,40

2500 ≤ A < 5000 1,60

5000 ≤ A < 10000 1,80

A ≥ 10000 2,00

Come può notarsi, il fattore δq2 tiene conto, a parità di altre condizioni, del diverso rischio
incendio associato ad una diversa tipologia (solido combustibile e relativa pezzatura, liquido
infiammabile, ecc.), configurazione (presenza di impilamenti di elevata altezza, ecc.) e dispo-
sizione (distribuzione sulla maggior parte della superficie del compartimento, ecc.) del materiale
combustibile, nonché della presenza di svariate sorgenti d’innesco (fiamme libere, ecc.) e di
tutti gli elementi che all’interno del compartimento antincendio (superficie di ventilazione, ecc.)
contribuiscono in vario modo allo sviluppo dell’incendio.
Si precisa che, ai fini della individuazione del fattore δq2, non devono essere invece considerate
altre circostanze che influenzano il livello del rischio incendio al quale le persone sono sottoposte
per la presenza dei prodotti della combustione (ad esempio, l’affollamento, le classi di età, lo
stato di veglia o di sonno, ecc.).

235
ISA_1-5.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:48 Pagina 236

capitolo 5 - la resistenza al fuoco degli elementi strutturali con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio

Tabella 5.5 - Valori del fattore δq2, che considera il rischio di incendio
in relazione al tipo di attività svolta nel compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007

Classi di
Descrizione δq2
rischio

Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di


I innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo 0,80
dell’incendio da parte delle squadre di emergenza
Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilità
II d’innesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo 1,00
dell’incendio stesso da parte delle squadre di emergenza
Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità d’innesco,
III velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dell’incendio da 1,20
parte delle squadre di emergenza

Tabella 5.6 - Valori dei singoli fattori δni, che tengono conto delle differenti misure di protezione
antincendio e gestionali presenti nel compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007

δni Funzione delle misure di protezione

Sistemi
Sistemi di Squadra
automatici
evacuazio- aziendale Accessibilità ai
Sistemi di rivelazio- Percorsi
ne auto- dedicata Rete idrica mezzi di
automatici di ne, segna- protetti
matica di alla lotta antincendio soccorso VV.F.
estinzione lazione e di accesso
fumo e antincen-
allarme di
calore dio (1)
incendio
interna
ad
altro interna e
acqua δ n3 δ n4 δ n5 δ n8 δ n9
δ n2 δn6 esterna
δ n1
δ n7

0,60 0,80 0,90 0,85 0,90 0,90 0,80 0,90 0,90

(1) Gli addetti devono avere conseguito l’attestato di idoneità tecnica di cui all’art. 3 della
legge 28 novembre 1996, n. 609, a seguito dell’effettuazione del corso di formazione di tipo C di cui all’allegato
IX del decreto interministeriale 10 marzo 1998.

Come si può notare dall’esame della tabella 5.6, si tiene conto della riduzione di temperatura
che si ha all’interno di un compartimento incendiato, a seguito del funzionamento di un sistema
automatico di estinzione ad acqua, o dello smaltimento all’esterno dei prodotti della combustione
tramite un sistema di evacuazione automatica di fumo e calore, con una diminuzione della
richiesta di prestazione di resistenza al fuoco degli elementi strutturali, che è ottenuta mediante
due distinti coefficienti che valgono rispettivamente 0,60 e 0,90, i quali riducono il valore del
carico d’incendio specifico di progetto.
Si reputa interessante esporre che il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico
e della Difesa Civile con lettera circolare prot. n. P414/4122 sott. 55 del 28/03/2008 ha chiarito
che:
— si può applicare il fattore δn3 «in presenza di qualsiasi sistema di controllo dei fumi
che garantisca risultati di analoga efficacia, in relazione allo smaltimento di calore
e alla sicurezza delle squadre di intervento, rispetto all’impianto di evacuazione auto-
matica di fumo e calore espressamente citato nella tabella 3 del D.M. 09/03/2007; a
tal fine potranno, quindi, prendersi in considerazione anche aperture, purché suffi-

236
$. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Pagine non disponibili


in anteprima

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
$.
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 553

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

sufficienti dei sistemi di esodo condivisi con adeguati accorgimenti progettuali (nel caso in cui non
vengano adottate particolari misure gestionali, di pianificazione di emergenza e procedure di allarme
condivise, le vie di esodo devono essere distinte o, se condivise, del tipo a prova di fumo).

9.5. ANALISI, CON IL METODO DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA


ANTINCENDIO, DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA DELLE PERSONE
NELLA FASE DI ESODO DA UN EDIFICIO INCENDIATO

Lo studio delle condizioni che si creano in un edificio durante la fase iniziale e di crescita
di un incendio (si vedano le considerazioni svolte nel paragrafo 9.2) è importante per valutare
le condizioni di sicurezza delle persone presenti; infatti, successivamente è molto difficile assi-
curare in un edificio, specie nell’imminenza del flashover, l’incolumità delle persone anche
per brevissimi tempi di esposizione al fumo ed ai gas di combustione.
Si ritiene rilevante evidenziare che il capitolo M.3 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 tratta la
progettazione della salvaguardia della vita in caso d’incendio con il metodo dell’ingegneria della
sicurezza antincendio (progettazione prestazionale); in particolare, al paragrafo M.3.2.1 viene
affermato un principio generale secondo cui la progettazione ideale di un sistema d’esodo dovrebbe
assicurare che le persone possano raggiungere un luogo sicuro in condizioni di sicurezza.
Nel successivo paragrafo M.3.2.2 di tale allegato è indicato un criterio, che è descritto nel
rapporto tecnico ISO/TR 16738, per verificare l’idoneità di un sistema d’esodo a salvaguardare
adeguatamente la vita delle persone che in caso d’incendio si trovano all’interno di un edificio;
in particolare, un sistema d’esodo è efficace se risulta:

ASET > RSET

dove ASET è il tempo disponibile per l’esodo e RSET è il tempo richiesto per l’esodo; in sostanza,
quando all’interno di un edificio, a decorrere dall’inizio della combustione, è trascorso un intervallo
di tempo coincidente con il valore di ASET, si creano nell’ambiente determinate condizioni ambien-
tali che non sono ritenute ammissibili poiché non garantiscono più la sicurezza delle persone; si
rileva altresì che ciascuna persona (adulto o bambino) all’interno di un edificio incendiato ha un
proprio tempo di ASET in relazione all’ambiente in cui si trova al momento dell’incendio e al
relativo percorso che segue per raggiungere un luogo sicuro, nonché alle sue condizioni fisiche.
Il professionista antincendio deve agire in modo da rendere massimo il margine di sicurezza,
che rappresenta la differenza fra i due intervalli di tempo ASET e RSET (tmarg = ASET – RSET),
individuando pertanto una oculata strategia antincendio che renda quanto più elevato il valore
di ASET e quanto più piccolo quello di RSET.
Il valore di ASET può aumentare se, ad esempio, vengono incrementate nell’attività le misure
di controllo dell’incendio almeno fino ad un livello IV di prestazione, le misure di controllo
di fumi e calore portandole ad un livello III di prestazione, le misure di reazione al fuoco
almeno fino ad un livello III di prestazione o le misure di compartimentazione fino ad un
livello II di prestazione in modo che possano efficacemente ostacolare la diffusione nell’ambiente
dei prodotti della combustione; contestualmente, il valore di RSET può diminuire se sono
potenziate le misure di esodo (aumento della larghezza e del numero di vie di esodo e di
uscite di emergenza, che comportano anche una diminuzione delle lunghezze d’esodo), le misure
di gestione della sicurezza antincendio fino ad un livello II di prestazione o le misure di rive-
lazione e allarme prevedendo un livello IV di prestazione, anche con una mirata gestione della
diffusione delle informazioni e dell’allarme generale attraverso un idoneo sistema EVAC.
Il predetto paragrafo M.3.2.2, in linea generale, impone che:

ASET ≥ 2 · RSET

553
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 554

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

È anche rappresentato che, in caso di specifiche valutazioni sull’affidabilità dei dati di input
impiegati nella progettazione prestazionale, che devono essere supportati da dati desumibili da
letteratura tecnica consolidata, si può assumere:

ASET ≥ 1,1 · RSET

con la precisazione che, comunque, l’intervallo di tempo tmarg non deve risultare mai inferiore
a 30 s; si nota che per il calcolo del valore di ASET valgono tutte le considerazioni e l’analisi
degli elementi già espresse nel paragrafo 9.2.

Figura 9.9 - Confronto tra ASET e RSET

Il paragrafo M.3.3.1 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 espone un metodo avanzato per il calcolo
di ASET e indica contestualmente che occorre preventivamente stimare nell’edificio la tem-
peratura dei gas di combustione e la concentrazione di alcune sostanze nocive contenute nei
prodotti della combustione (in particolare, del monossido di carbonio, dell’anidride carbonica
e, se presenti, dell’acido cianidrico e, in determinati casi, di alcuni gas irritanti) che si liberano
durante l’incendio, nonché la densità del fumo.
La norma ISO 13571, come già in precedenza affermato, prevede che, con l’impiego del metodo
avanzato, il valore di ASET sia uguale a quello più piccolo fra quelli che scaturiscono dall’applicazione
dei seguenti quattro modelli:
1. Modello gas tossici, il quale prevede la stima del valore della FED (Fractional Effective
Dose) che è stata diffusamente trattata nel paragrafo 7.6.1 e nell’esempio 7.8;
2. Modello dei gas irritanti, che indica di stimare il valore della FEC (Fractional Effective
Concentration) e, al riguardo, si veda quanto già esposto nel paragrafo 7.5;
3. Modello calore che propone un procedimento, basato anch’esso sul concetto di FED,
simile a quello dei gas tossici; a tal proposito, si rimanda a quanto già rappresentato
nel paragrafo 7.8.1;
4. Modello visibilità, che considera l’oscuramento che si produce negli ambienti per la presenza
di fumo, che è stato ampiamente esaminato nel paragrafo 8.4.3 e nell’esempio 8.1.
Il paragrafo M.3.5 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 individua, poi, dei valori delle soglie di
prestazione impiegabili per la salvaguardia della vita, che sono riportati nella tabella 9.25 (iden-
tica alla M.3-2 di tale decreto), e che determinano, in caso di esposizione agli effetti dell’incendio,
l’incapacità di agire degli occupanti un edificio e dei soccorritori nel caso che essi abbiano
un ruolo ben definito nella pianificazione d’emergenza della specifica attività; viene anche pre-

554
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 555

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

cisato che il professionista antincendio sceglie idonee soglie di prestazione in relazione allo
scenario d’incendio di progetto (caratteristiche degli occupanti coinvolti quali anziani, bambini,
ecc.).
Si sottolinea anche l’importanza di impiegare nella valutazione del tempo di ASET un modello
d’incendio numerico avanzato di campo, di riconosciuta affidabilità, che consenta anche di
individuare ed esaminare con particolare attenzione quelle zone dell’edificio, specie nelle vie
di esodo, dove vi è presenza contemporanea di persone e di prodotti della combustione (ad
esempio, dove è possibile l’inalazione di fumo e gas di combustione).

Tabella 9.25 - Esempio di soglie di prestazione impiegabili con il metodo di calcolo avanzato di ASET

Modello Prestazione Soglia di prestazione Riferimento

Occupanti: 10 m
Occupanti in locali
ISO 13571-2012
Visibilità minima di pannelli di superficie lorda
Oscuramento < 100 m2: 5 m
riflettenti, non retroilluminati,
della visibilità
valutata ad altezza 1,80 m Soccorritori: 5 m
da fumo
dal piano di calpestio Soccorritori n locali
[1]
di superficie lorda
< 100 m2: 2,5 m

FED (Fractional Effettive Dose) ISO 13571-2012,


e FEC (Fractional Effective limitando a 1,1% gli occu-
Occupanti: 0,1
Concentration) per esposizione panti incapacitati al rag-
Gas tossici giungimento della soglia
a gas tossici e gas irritanti,
valutata ad altezza 1,80 m dal Soccorritori: nessuna
piano di calpestio —
valutazione

Temperatura massima di Occupanti: 60 °C ISO 13571-2012


Calore
esposizione Soccorritori: 80 °C [1]

Irraggiamento termico massi- ISO 13571-2012, per


mo da tutte le sorgenti Occupanti: 2,5 kW/m2 esposizioni inferiori a 30
Calore (incendio, effluenti dell’incen- minuti
dio, struttura) di esposizione
degli occupanti Soccorritori: 3 kW/m2 [1]

[1] Ai fini di questa tabella, per «soccorritori» si intendono i componenti delle squadre aziendali oppor-
tunamente protetti ed addestrati alla lotta antincendio, all’uso dei dispositivi di protezione delle vie aeree,
ad operare in condizioni di scarsa visibilità. Ulteriori indicazioni possono essere desunte, ad esempio,
da documenti dell’Australian Fire Authorities Council (AFAC) per «hazardous conditions».

Per quanto attiene, invece, al metodo semplificato per il calcolo di ASET che è previsto nel
rapporto tecnico ISO/TR 16738 (si veda anche quanto già indicato a fine paragrafo 9.2), si
espone che il paragrafo M.3.3.2 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 indica che il professionista
antincendio può evitare di eseguire la complessa verifica con i quattro modelli prima elencati
e procedere, agendo in modo conservativo, utilizzando le seguenti soglie di prestazione (esse
sono indicate nella tabella 9.26 che è uguale alla M.3-3 del predetto decreto):
a) altezza minima del fumo dal piano di calpestio pari a 2 m al di sotto del quale permane
lo strato di aria non inquinata;
b) temperatura media dello strato caldo di fumo non superiore a 200 °C.
Si evidenzia che, con l’adozione di tali due soglie di prestazione, si consente alle persone di
poter evacuare l’edificio respirando aria non inquinata da fumo e gas di combustione, nonché 
di essere sottoposte a valori di irraggiamento termico inferiori a 2,5 kW/m2.

555
$. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Pagine non disponibili


in anteprima

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
$.
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 578

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

ESEMPIO 9.3
Verifica dell’idoneità del sistema d’esodo di uno stabilimento
industriale con il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio
previsto dal D.M. 18/10/2019

Un edificio esistente e isolato, avente gli elementi strutturali portanti in calcestruzzo


armato e le pareti in calcestruzzo, è stato adibito a stabilimento per la produzione
della carta con materiale in lavorazione e/o deposito di 60000 kg.
Il capannone ha la copertura piana e lunghezza di 80 m, larghezza di 62 m ed
altezza di 8 m.
Le distanze delle pareti perimetrali della costruzione dalla recinzione, che individua il
confine di proprietà, sono su tutti e quattro i lati superiori a 11 m.
Sulle pareti esterne dell’edificio sono presenti:
— due portoni impiegati esclusivamente per l’accesso dei muletti, utilizzati per il carico
e lo scarico dei materiali, aventi entrambi larghezza di 3 m ed altezza di 3,50 m;
— tre porte di accesso pedonali, ciascuna avente altezza di 2,20 m e larghezza 1,20
m con funzione di uscite finali (uscite d’emergenza) in quanto comunicano diret-
tamente con un ampio cortile esterno che viene considerato luogo sicuro;
— numerose aperture di ventilazione, con il davanzale posto a 4 m dal pavimento,
aventi lunghezza complessiva di 65 m ed altezza 1 m, che sono ubicate in posizione
contrapposta e ricavate solamente sulle due pareti più lunghe della costruzione.
Sulla copertura del fabbricato è stato installato un sistema di evacuazione naturale
di fumo e calore, conformemente alle indicazioni contenute nella norma di regola d’arte
UNI 9494-1 e adottando una soluzione progettuale conforme per un livello di prestazione
III ai sensi del D.M. 18/10/2019.
All’interno dell’attività sono complessivamente presenti al massimo quarantadue persone
che non hanno problemi di natura psicofisica e/o disabilità varie; i vari percorsi di
esodo hanno tutti una larghezza non inferiore a 1,20 m.
A causa della particolare disposizione dei macchinari (essi sono stabilmente fissati al
pavimento) e delle varie attrezzature impiegate nell’esercizio dell’attività, un gruppo
di venti persone, per raggiungere l’uscita finale più vicina che conduce direttamente
ad un luogo sicuro all’esterno dello stabilimento, è costretto a intraprendere un percorso
di esodo che ha una lunghezza massima di 70 m; tale gruppo di persone è anche
quello che, nel corso delle esercitazioni periodiche di evacuazione eseguite, è risultato
avere il tempo di attività pre-movimento maggiore.
Si precisa che, in funzione delle postazioni di lavoro presenti e della peculiare dispo-
sizione dei macchinari e delle attrezzature nello stabilimento, gli altri gruppi di persone
devono percorrere per raggiungere un luogo sicuro dei percorsi di esodo che hanno
una lunghezza massima variabile da un minimo di 63 m ad un massimo di 66 m.
Nello stabilimento è anche installato un sistema fisso automatico di rivelazione e di
segnalazione allarme d’incendio, che impiega rivelatori ottici lineari di fumo, realizzato
in accordo alle indicazioni contenute nella norma UNI 9795 e seguendo una soluzione
progettuale conforme per un livello di prestazione IV secondo quanto indicato nel
D.M. 18/10/2019.
La squadra interna composta dagli addetti al servizio antincendio previsto non è pre-
sente continuamente nell’arco delle 24 h ma solo durante l’esercizio dell’attività.

578
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 579

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

ESEMPIO 9.3 segue

Figura 9.21 - Vista tridimensionale dello stabilimento per la lavorazione della carta con le uscite finali,
con indicazione della posizione del focolaio d’incendio e del gruppo più svantaggiato di persone ai fini
dell’esodo, nonché della disposizione del materiale combustibile

A servizio dell’attività, è presente un impianto fisso di estinzione incendi ad idranti,


per la protezione interna ed esterna, che è stato realizzato conformemente alle
prescrizioni contenute nella norma UNI 10779, prevedendo una soluzione proget-
tuale conforme per un livello di prestazione III in accordo con quanto prescritto
nel D.M. 18/10/2019.
Nella situazione descritta, dopo aver rilevato l’inadeguatezza delle soluzioni progettuali
conformi indicate al paragrafo S.4.4.1 dell’allegato al D.M. 18/10/2019 per il livello di
prestazione I, a causa del mancato rispetto della massima lunghezza d’esodo riportata
nella tabella S.4-25 contenuta nell’allegato a tale decreto, si verifichi l’idoneità del
sistema di esodo dello stabilimento per il livello di prestazione I adottando una soluzione
progettuale alternativa prevista al paragrafo S.4.4.3 e impiegando il metodo dell’inge-
gneria della sicurezza antincendio.
Preliminarmente si rileva che, ai sensi del D.P.R. 151/2011 e del D.M. 07/08/2012, risulta individuata
la seguente attività 33.1.C soggetta ai controlli di prevenzione incendi: «Stabilimenti ed impianti
per la produzione della carta e dei cartoni e di allestimento di prodotti cartotecnici in genere
con oltre 25 addetti o con materiale in lavorazione e/o in deposito superiore a 50000 kg».
Il sistema d’esodo dovrà garantire che gli effetti connessi con lo sviluppo di un incendio non
possano pregiudicare la salute delle persone che si trovano nello stabilimento e l’abbandono
dei vari ambienti dovrà avvenire prima che i prodotti della combustione invadano in modo con-
sistente le vie di esodo e possano contestualmente provocare danni all’organismo umano (ad
esempio, per eccessiva inalazione di fumo e gas di combustione); infatti, una corretta proget-
tazione di un sistema d’esodo deve assicurare che gli occupanti di un’attività possano raggiungere
o permanere in un luogo sicuro a prescindere dall’intervento dei Vigili del Fuoco.
Con l’impiego del metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio, dovrà essere accertato,
pertanto, il soddisfacente livello di fruibilità delle vie di fuga e delle uscite finali in caso di
incendio che sarà, dunque, compatibile con il regolare esodo in sicurezza delle persone.
Il raggiungimento di tale obiettivo di sicurezza antincendio è stato controllato, nello scenario
d’incendio di progetto ipotizzato, valutando durante le prime fasi di sviluppo dell’incendio la dif-
fusione nell’ambiente dei prodotti della combustione e la loro temperatura, nonché verificando
contemporaneamente che durante il movimento di esodo tutte le persone presenti non siano
sottoposte, oltre la soglia di prestazione del criterio di accettabilità previsto, ad una esposizione
non consentita di fumo e gas di combustione.

579
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 580

Capitolo 9 - La progettazione delle vie di esodo

ESEMPIO 9.3 segue

Lo sviluppo dello scenario d’incendio di progetto è stato analizzato con il modello d’incendio
numerico avanzato di campo contenuto nel programma Fire Dynamics Simulator (FDS, versione
6.7.4) sviluppato dalla Fire Research Division presso il Building and Fire Research Laboratory
(BFRL) del National Institute of Standards and Technology (NIST) che consente, appunto, di
simulare numericamente, in modo sufficientemente attendibile, i fenomeni di incendio e quelli
della propagazione del fumo e dei gas di combustione all’interno di edifici a sviluppo complesso
quale appunto è lo stabilimento di che trattasi.
Con la simulazione numerica è, dunque, possibile determinare l’andamento nel tempo dei valori
delle grandezze considerate nei diversi punti dello stabilimento e confrontarli con i valori delle
soglie di prestazione ritenuti accettabili per le persone, sulla base delle prescrizioni contenute
nel capitolo M.3 dell’allegato al D.M. 18/10/2019, durante l’evoluzione dell’incendio specie in
quelle zone dove vi è contestuale presenza di persone; pertanto, sarà possibile verificare le
condizioni di sicurezza delle persone nelle vie di esodo almeno per il tempo necessario per
la completa evacuazione dell’edificio e il conseguente raggiungimento di un luogo sicuro, così
come espressamente indicato nel paragrafo M.2.5 dell’allegato al D.M. 18/10/2019.
È allora fondamentale, per soddisfare il necessario raggiungimento degli obiettivi di sicurezza
antincendio, che le grandezze esaminate durante l’evoluzione dell’incendio si mantengano costan-
temente a valori inferiori a quelli prefissati di accettabilità previsti almeno nelle zone delle vie
di esodo dove è prevista la contemporanea presenza di persone.
Il dominio di simulazione ha racchiuso le varie porzioni di interesse dello stabilimento, che
è stato opportunamente suddiviso in tantissimi volumi di controllo con celle cubiche di lato
0,5 m in modo da caratterizzare accuratamente la geometria del dominio; si precisa che la
scelta di eseguire la simulazione d’incendio con celle cubiche di lato pari a 0,5 m rappresenta
un accettabile compromesso fra la precisione del calcolo e la capacità prestazionale del pro-
cessore, al fine di evitare inutili e lunghissimi intervalli di tempo per effettuare le previste
elaborazioni.
Sono state incluse nella modellazione dello stabilimento anche le varie aperture di ventilazione
presenti e la particolare tipologia delle pareti di delimitazione.

Lo scenario d’incendio di progetto

Nella fase di crescita di un incendio il valore della potenza termica aumenta nel tempo in
modo parabolico; a tal proposito, considerata la tipologia, quantità e disposizione dei materiali
combustibili nello stabilimento, tenuto conto delle indicazioni fornite nel paragrafo G.3.2.1 del-
l’allegato al D.M. 18/10/2019, è stata ipotizzata una velocità δa caratteristica prevalente di crescita
dell’incendio rapida, che è individuata da un tempo ta, che è necessario affinché la potenza
termica rilasciata aumenti fino a raggiungere il valore di 1000 kW, di 150 s. Può scriversi:

RHR (t) = a · t2

Nel caso in esame, tenuto conto che il tempo ta è pari a 150 s, si ottiene per la costante a
il valore di:

1000 1000
arapida = ——— = ——— = 0,0444 kW/s2
t2a 1502

È stato ipotizzato che la combustione sia stata originata da un malfunzionamento di origine


elettrica di un macchinario che ha interessato uno scarto di lavorazione di materiale cellulosico
che si è subito facilmente infiammato con una fase di crescita dell’incendio di tipo rapido; la
combustione si è poi propagata velocemente coinvolgendo in sequenza altro materiale com-
bustibile che si trovava nelle vicinanze (si veda anche quanto indicato nel paragrafo 3.4.1 e
nell’esempio 3.4).

580
$. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Pagine non disponibili


in anteprima

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
$.
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 702

Appendice - elenco degli esempi

ELENCO DEGLI ESEMPI

1. IL METODO DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO ED IL QUADRO


LEGISLATIVO DI RIFERIMENTO
1.1 Adempimenti di prevenzione incendi, con relativa documentazione da produrre al
Comando dei Vigili del Fuoco, che il responsabile dell’attività di uno stabilimento per la
lavorazione di materie plastiche deve attuare per esercire, ai fini antincendio,
conformemente alle vigenti disposizioni legislative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

2. L’INCENDIO
2.1a Aria teorica di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
2.1b Aria teorica di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
2.2 Stima della durata della combustione in un ambiente privo di ventilazione . . . . . . . . . . 68
2.3 Fattore di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81

3. ANALISI DEGLI INCENDI NATURALI


3.1a Variazione della potenza termica rilasciata nella fase di crescita dell’incendio . . . . . . . 95
3.1b Variazione della potenza termica rilasciata nella fase di crescita dell’incendio . . . . . . . 96
3.2 Superficie del pavimento interessata da un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
3.3 Valore minimo della potenza termica che per irraggiamento provoca l’ignizione di un
materiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 111
3.4 Determinazione dello scenario d’incendio e della relativa curva di variazione nel tempo
della potenza termica rilasciata nella stanza di un albergo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
3.5a Potenza termica necessaria per produrre il flashover in un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . 119
3.5b Potenza termica necessaria per produrre il flashover in un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . 120
3.6a Potenza termica massima rilasciata da un incendio che si sviluppa all’interno di un
locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
3.6b Potenza termica massima rilasciata da un incendio che si sviluppa all’interno di un
deposito di legna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
3.7 Velocità massima di combustione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127
3.8 Curva di variazione nel tempo della potenza termica rilasciata durante un incendio che
si sviluppa all’interno di un deposito di legna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
3.9 Potenza termica rilasciata in un incendio avente sviluppo controllato dal combustibile 152

4. LA VALUTAZIONE DELLA TEMPERATURA ALL’INTERNO DI UN LOCALE DURANTE


L’INCENDIO NATURALE
4.1 Potenza termica trasmessa per convezione da una parete priva di aperture di un locale
incendiato lambita esternamente da aria in quiete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 164
4.2 Potenza termica trasmessa per convezione dai gas caldi di combustione alle pareti di
un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166
4.3 Potenza termica dispersa per convezione dal fumo e dai gas caldi di combustione
fuoriuscenti da un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168
4.4 Emissività di una fiamma luminosa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172
4.5 Flusso termico trasmesso per irraggiamento dallo strato di fumo e gas caldi di combustione
che si accumula nel soffitto di un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 174
4.6 Flusso termico trasmesso per irraggiamento all’esterno attraverso le aperture di
ventilazione presenti in un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 175
4.7a Flusso termico che per irraggiamento colpisce un oggetto posto all’interno di un locale
incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180
4.7b Determinazione del flusso termico radiante generato da un incendio che si sviluppa in
un capannone industriale e valutazione della distanza minima di separazione da altri
edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 181
4.8a Variazione della temperatura nel tempo all’interno di un locale nella fase precedente al
flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 192

702
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 703

Appendice - elenco degli esempi

4.8b Variazione della temperatura nel tempo all’interno di un locale nella fase precedente al
flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 193
4.8c Variazione della temperatura nel tempo all’interno di un locale nella fase precedente al
flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 194
4.9 Variazione della temperatura nel tempo all’interno di un deposito di carta mediante il
modello d’incendio numerico semplificato descritto con la curva naturale d’incendio, di
tipo parametrico, contenuta nell’Eurocodice 1 variando il carico d’incendio specifico, la
superficie di ventilazione e le pareti di delimitazione del locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 202

5. LA RESISTENZA AL FUOCO DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI CON IL METODO


DELL’INGEGNERIA DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO
5.1 Determinazione del valore del carico di incendio specifico di un compartimento
antincendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 234
5.2 Resistenza al fuoco di una trave in calcestruzzo armato normale: confronto fra i risultati
ottenuti mediante la valutazione tabellare e la valutazione analitica, eseguite in conformità
alla norma UNI EN 1992-1-2, che sono previste dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . 266
5.3 Valutazione analitica della resistenza al fuoco di un solaio realizzato in calcestruzzo armato
normale con lastre di tipo predalles con l’impiego della curva nominale standard e con
la curva naturale d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 271
5.4 Valutazione della resistenza al fuoco di un elemento strutturale portante realizzato in
calcestruzzo armato precompresso presente in un archivio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295
5.5 Verifica del valore della resistenza al fuoco degli elementi strutturali portanti in acciaio
presenti in un edificio adibito ad uffici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 304
5.6 Variazione della temperatura di un elemento strutturale di acciaio durante l’incendio
localizzato che si sviluppa all’interno di un compartimento antincendio . . . . . . . . . . . . . 312
5.7 Valutazione del flusso termico massimo e della temperatura massima che può raggiungere
un elemento strutturale di acciaio durante un incendio localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . 317

6. LA PRODUZIONE E LA PROPAGAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE


ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI
6.1 Calcolo della variazione nel tempo dell’altezza della fiamma durante un incendio che si
sviluppa all’interno di un ufficio e di una biblioteca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 328
6.2 Diminuzione della temperatura e della velocità dei gas di combustione con l’altezza lungo
l’asse della fiamma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 331
6.3 Calcolo del valore massimo della temperatura e della velocità dei gas di combustione
nel ceiling jet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 334
6.4 Tempo presunto di attivazione di un erogatore sprinkler e diminuzione nel tempo della
potenza termica rilasciata dall’incendio nell’ambiente durante il suo funzionamento . . 337
6.5 Variazione nel tempo del diametro e dell’altezza della fiamma, nonché della portata di
fumo e gas di combustione generati durante un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 346
6.6 Variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas di combustione
durante un incendio che si sviluppa all’interno di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 349
6.7 Altezza del piano neutro in un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 359
6.8 Sovrappressione che si crea all’interno di un locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 361
6.9 Portata di fumo e gas di combustione che fuoriescono dalle aperture presenti in un
locale durante la fase di pieno sviluppo dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 365
6.10 Variazione della temperatura massima all’interno di un deposito di legna durante un incendio
con la superficie delle aperture di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 366
6.11 Variazione della temperatura all’interno di un locale durante un incendio con le dimensioni
ed il posizionamento delle aperture di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 367
6.12 Progettazione dei sistemi di evacuazione naturale di fumo e calore installati in un edificio
industriale secondo la norma UNI 9494-1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 379
6.13 Valutazione dell’efficacia di un sistema di evacuazione naturale di fumo e calore installato
in un deposito esistente di carta in presenza di un impianto sprinkler . . . . . . . . . . . . . . . . . . 383
6.14 Pressione statica e portata volumetrica che deve avere un impianto di estrazione di fumo
e gas di combustione per garantire adeguate condizioni di sicurezza all’interno di un
determinato ambiente in caso d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 395

703
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 704

Appendice - elenco degli esempi

6.15 Altezza dal pavimento libera da fumo e gas di combustione all’interno di un centro di
elaborazione dati dove è presente un evacuatore naturale di fumo e calore nel caso che
esso venga azionato da un elemento termosensibile o da un impianto di rivelazione
automatica di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 418
6.16 Portata volumetrica d’aria che fluisce all’esterno da un ambiente in sovrappressione . . . . 424
6.17 Portata volumetrica d’aria che deve fluire attraverso una porta aperta per impedire la
penetrazione del fumo e dei gas di combustione all’interno di un determinato ambiente . 427
6.18 Calcolo della superficie effettiva di efflusso nel caso di combinazione di aperture in serie ed
in parallelo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 430
6.19 Pressione statica e portata volumetrica di aria che deve assicurare un impianto di
ventilazione per mantenere in condizioni di efficienza un filtro a prova di fumo in presenza
d’incendio nei locali adiacenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 432
6.20 Forza minima necessaria per aprire una porta resistente al fuoco installata in un locale
nel quale è presente una determinata sovrappressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 437

7. I DANNI PROVOCATI SUL CORPO UMANO DAI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE


7.1 Massima resa teorica di monossido di carbonio di una sostanza combustibile . . . . . . . 449
7.2 Portata massica di monossido di carbonio generata durante un incendio che si sviluppa
all’interno di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 450
7.3 Concentrazione volumetrica di monossido di carbonio presente all’interno di un ambiente
incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 451
7.4 Tempo presumibile di incapacitazione per inalazione di monossido di carbonio . . . . . . 458
7.5 Tempo presumibile di incapacitazione per inalazione di acido cianidrico . . . . . . . . . . . . 461
7.6 Tempo presumibile di incapacitazione per inalazione di anidride carbonica . . . . . . . . . 463
7.7 Tempo presumibile di incapacitazione per la diminuzione della concentrazione di ossigeno
nell’aria inalata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 465
7.8 Calcolo della Fractional Effective Dose di incapacitazione per inalazione contemporanea
delle varie sostanze nocive che si producono nell’ambiente durante l’esodo da un edificio
incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 471

8. LA VISIBILITÀ NELLE VIE DI ESODO DURANTE L’INCENDIO


8.1 Riduzione della visibilità e del valore di illuminamento in una via di esodo causata dal
fumo liberato da un incendio che si verifica in una stanza di albergo . . . . . . . . . . . . . 500

9. LA PROGETTAZIONE DELLE VIE DI ESODO E LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA


DELLE PERSONE DURANTE L’EVACUAZIONE
9.1 Valutazione dell’efficacia, al variare delle modalità di realizzazione, di un filtro a prova
di fumo durante un incendio che si sviluppa all’interno di una casa di cura . . . . . . . . 529
9.2 Calcolo del tempo di rivelazione d’incendio in presenza di un impianto di rivelazione
automatica di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 559
9.3 Verifica dell’idoneità del sistema d’esodo di uno stabilimento industriale con il metodo
dell’ingegneria della sicurezza antincendio previsto dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . 578
9.4 Luogo sicuro temporaneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 587
9.5 Valutazione del tempo di movimento e di evacuazione totale da un edificio multipiano
adibito ad uffici in caso di emergenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 593
9.6 Progettazione antincendio di una scuola dell’infanzia seguendo, sia la specifica regola
tecnica prescrittiva di prevenzione incendi, sia le disposizioni contenute nel D.M.
18/10/2019 integrato attualmente con il D.M. 14/02/2020 e il D.M. 06/04/2020 . . . . . . . 598
9.7 Verifica dell’efficacia delle aperture di smaltimento di fumo e calore di emergenza con
il metodo dell’ingegneria della sicurezza antincendio e dimensionamento di un sistema
di evacuazione forzata di fumo e calore per lo smaltimento del fumo e calore di emergenza
con l’impiego della norma di regola d’arte UNI 9494-2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 617

704
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 705

Appendice - elenco delle tabelle

ELENCO DELLE TABELLE

Tabella 1.1 – Disposizioni di prevenzione incendi che hanno delineato il campo di applicazione
delle norme tecniche previste dal D.M. 18/10/2019 e dal D.M. 14/02/2020 . . 42

Tabella 1.2 – Schema delle modalità applicative delle norme tecniche contenute nel D.M.
18/10/2019, nel D.M. 14/02/2020 e nel D.M. 06/04/2020 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45

Tabella 1.3 – Soluzioni conformi per il livello di prestazione II per la gestione della sicurezza
antincendio previsto dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57

Tabella 2.1 – Massa r0 in grammi di ossigeno (oxigen-fuel mass ratio) e raria di aria necessari
per la combustione completa di 1 g di combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

Tabella 2.2 – Energia termica rilasciata per ogni chilogrammo di aria e di ossigeno consumati
nella combustione completa di alcuni combustibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66

Tabella 2.3 – Valori medi della temperatura di ignizione, del flusso termico critico, del
parametro di risposta termica e del flusso di massa critico di alcuni combustibili
in aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75

Tabella 3.1 – Valori massimi della velocità di combustione per unità di superficie interessata
dall’incendio di alcuni combustibili in aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84

Tabella 3.2 – Velocità caratteristica prevalente di crescita dell’incendio prevista dal


D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93

Tabella 3.3 – Valori tipici della potenza termica massima RHRf rilasciata per unità di superficie
del pavimento, della costante a e del tempo caratteristico ta e dello sviluppo
atteso dell’incendio in relazione alla destinazione dei locali . . . . . . . . . . . . . . . 97

Tabella 3.4 – Valori tipici medi della potenza termica massima RHRf rilasciata per unità di
superficie del pavimento, della costante a e del valore medio del tempo
caratteristico tamedio di crescita per alcune tipologie di materiali in deposito . 99

Tabella 3.5 – Valori medi del fattore di propagazione della fiamma, dell’inerzia termica, della
temperatura di ignizione e della temperatura minima per alcuni combustibili in
aria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

Tabella 3.6 – Classificazione in gruppi di materiali per rivestimento e completamento . . . . . 107

Tabella 3.7 – Confronto per alcuni locali dei valori della velocità massima di combustione
calcolati con differenti espressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123

Tabella 4.1 – Valori del coefficiente di emissione K della fiamma per alcuni materiali . . . . 171

Tabella 4.2 – Modalità per soluzioni progettuali alternative previste dal D.M. 18/10/2019 relative
alla strategia antincendio «Compartimentazione» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 179

Tabella 4.3 – Valori dei coefficienti a e b, al variare delle dimensioni della piastra radiante,
previsti dal D.M. 18/10/2019 per attività con carico d’incendio specifico non
superiore a 1200 MJ/m2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184

Tabella 4.4 – Durata minima degli scenari d’incendio di progetto prevista dal D.M. 18/10/2019 195

Tabella 5.1 – Livelli di prestazione stabiliti dal D.M. 09/03/2007 che possono essere richiesti
ad una costruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221

Tabella 5.2 – Livelli di prestazione stabiliti dal D.M. 18/10/2019 che possono essere richiesti
ad una costruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 222

Tabella 5.3 – Valori medi del carico d’incendio specifico, espressi in MJ/m2, al variare della
destinazione d’uso dei locali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233

705
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 706

Appendice - elenco delle tabelle

Tabella 5.4 – Valori del fattore δq1, che tiene conto del rischio di incendio in funzione della
dimensione del compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007 . . . . . . . . . . . . . . 235

Tabella 5.5 – Valori del fattore δq2, che considera il rischio di incendio in relazione al tipo
di attività svolta nel compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007 . . . . . . . . . . 236

Tabella 5.6 – Valori dei singoli fattori δni, che tengono conto delle differenti misure di protezione
antincendio e gestionali presenti nel compartimento, indicati dal D.M. 09/03/2007 236

Tabella 5.7 – Parametri per la definizione dei fattori δni previsti dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . 239

Tabella 5.8 – Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione stabiliti dal D.M. 18/10/2019 . . 240

Tabella 5.9 – Valori della classe di resistenza al fuoco, in funzione del carico d’incendio specifico
di progetto, stabiliti dal D.M. 09/03/2007 che assicurano il livello III di prestazione 241

Tabella 5.10 – Valori minimi della classe di resistenza al fuoco, per garantire il livello III di
prestazione, in funzione del carico d’incendio specifico di progetto che devono
essere verificati, ai sensi del D.M. 09/03/2007, quando si opera con un approccio
di tipo prestazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 244

Tabella 5.11 – Classe minima di resistenza al fuoco prevista dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . 245

Tabella 5.12 – Valori minimi, espressi in mm, del lato più piccolo b di pilastri in calcestruzzo
armato a sezione rettangolare, ovvero del diametro di pilastri a sezione circolare,
e della distanza a dall’asse delle armature longitudinali alla superficie esposta
sufficienti a garantire, ai sensi del D.M. 18/10/2019, il requisito R per le classi
di resistenza al fuoco indicate di pilastri esposti su uno o più lati . . . . . . . . . 250

Tabella 5.13 – Valori minimi, espressi in cm, degli spessori h e d sufficienti a garantire, ai
sensi del D.M. 18/10/2019, i requisiti EI di tenuta al fumo ed ai gas caldi di
combustione ed isolamento termico per le classi di resistenza al fuoco indicate 251

Tabella 5.14 – Valori dei pesi dell’unità di volume dei principali materiali . . . . . . . . . . . . . . . . 259

Tabella 5.15 – Valori dei sovraccarichi per le diverse categorie d’uso delle costruzioni . . . . 260

Tabella 5.16 – Valori del coefficiente Ψ21 di combinazione delle azioni variabili previsti dal
D.M. 09/03/2007, dal D.M. 17/01/2018 e dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . 262

Tabella 5.17 – Valori minimi, espressi in mm, della larghezza b della sezione della distanza
a dell’asse delle armature dalla superficie esposta al fuoco e della larghezza
d’anima bw di travi con sezioni a larghezza variabile sufficienti a garantire, ai
sensi del D.M. 18/10/2019, il requisito R per le classi di resistenza al fuoco
indicate di travi semplicemente appoggiate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 267

Tabella 5.18 – Valori minimi, espressi in mm, dello spessore totale H di solette piene e solai
alleggeriti, della distanza a dell’asse delle armature dalla superficie esposta
sufficienti a garantire, ai sensi del D.M. 18/10/2019, il requisito R per le classi
di resistenza al fuoco indicate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 276

Tabella 5.19 – Valori della conduttività termica, calore specifico e massa volumica del
calcestruzzo al variare della temperatura previsti dalla norma UNI EN 1992-1-2 280

Tabella 5.20 – Temperatura raggiunta dalle otto barre di acciaio ordinario del solaio e valore
dei relativi fattori di riduzione dopo 90 min di esposizione alla curva nominale
standard . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 283

Tabella 5.21 – Variazione della temperatura raggiunta dopo 90 e 120 min di esposizione dalle
otto barre di acciaio ordinario del solaio e valore dei relativi fattori di riduzione
con la curva naturale d’incendio che può svilupparsi nel deposito e con la
curva nominale standard . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 290

706
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 707

Appendice - elenco delle tabelle

Tabella 5.22 – Variazione del momento flettente resistente allo stato limite di collasso del solaio
dopo 90 e 120 min di esposizione con la curva naturale d’incendio che
può svilupparsi nel deposito e con la curva nominale standard . . . . . . . . . . . . 291

Tabella 5.23 – Temperatura in °C raggiunta, dopo 90 min di esposizione alla curva nominale
standard, dai vari trefoli di acciaio da pretensione e dei relativi valori dei
fattori di riduzione, delle aree ridotte e dei bracci della coppia interna . . . . . 300

Tabella 6.1 – Valori medi del fattore ys di emissione di fumo per alcuni combustibili . . . . . 322

Tabella 6.2 – Valori del coefficiente RTI di tempo di risposta degli erogatori sprinkler . . . . 336

Tabella 6.3 – Tipi di dimensionamento per le aperture di smaltimento di fumo e calore previsti
dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 372

Tabella 6.4 – Tipi di realizzazione delle aperture di smaltimento di fumo e calore previsti dal
D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373

Tabella 6.5 – Modalità per soluzioni progettuali alternative previste dal D.M. 18/10/2019 relative
alla strategia antincendio «Controllo di fumi e calore» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 377

Prospetto 1 – Gruppo di dimensionamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 380

Prospetto 2 – SUTEFC per ogni compartimento a soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 381

Tabella 6.6 – Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione per la strategia antincendio
«Rivelazione ed allarme» prevista dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 407

Tabella 6.7 – Soluzioni progettuali conformi, al variare del livello di prestazione, per la strategia
antincendio «Rivelazione ed allarme» prevista dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . 408

Tabella 6.8 – Modalità progettuali per soluzioni alternative per i vari livelli di prestazione
individuati per la strategia antincendio «Rivelazione ed allarme» prevista dal
D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 409

Tabella 6.9 – Funzioni principali (A, B, D, L, C) e secondarie di un impianto di rivelazione


automatica d’incendio e segnalazione allarme incendio secondo le norme
UNI EN 54-1 e UNI 9795 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 409

Tabella 6.10 – Superfici di efflusso nelle strutture edilizie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 425

Tabella 7.1 – Valori di IDLH e LOC di alcune sostanze nocive che possono liberarsi
durante un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 444

Tabella 7.2 – Valori della massima resa teorica di monossido di carbonio per alcune sostanze
combustibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446

Tabella 7.3 – Effetti che mediamente si producono nel tempo in una persona al variare della
concentrazione volumetrica di monossido di carbonio presente nell’aria inalata 452

Tabella 8.1 – Valori di illuminamento previsti nelle vie di esodo per alcune attività soggette
ai controlli di prevenzione incendi da specifiche regole tecniche prescrittive di
prevenzione incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 482

Tabella 8.2 – Elenco delle lunghezze d’onda comprese nel campo del visibile oggetto
dell’indagine sperimentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 488

Tabella 8.3 – Valori della densità ottica per unità di massa rilevati per alcuni materiali
combustibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 494

Tabella 9.1 – Caratteristiche prevalenti degli occupanti previste dal D.M. 18/10/2019 . . . . . 505

Tabella 9.2 – Determinazione del profilo di rischio Rvita previsto dal D.M. 18/10/2019 . . . . . 506

707
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 708

Appendice - elenco delle tabelle

Tabella 9.3 – Profilo di rischio Rvita per alcune tipologie di destinazione d’uso . . . . . . . . . . 507

Tabella 9.4 – Focolare predefinito previsto dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 513

Tabella 9.5 – Valori tipici della capacità di deflusso, densità di affollamento e lunghezza
massima del percorso di esodo per alcune attività a rischio d’incendio dotate
di specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi . . . . . . . . . . . . 521

Tabella 9.6 – Modalità per soluzioni progettuali alternative previste dal D.M. 18/10/2019 relative
alla strategia antincendio «Esodo» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 535

Tabella 9.7 – Densità di affollamento per tipologia di attività prevista dal D.M. 18/10/2019 . 538

Tabella 9.8 – Criteri per determinare l’affollamento per tipologia di attività previsti dal D.M.
18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 538

Tabella 9.9 – Numero minimo di uscite indipendenti da locale o spazio a cielo libero previsto
dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 539

Tabella 9.10 – Condizioni per il corridoio cieco previste dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . 539

Tabella 9.11 – Quota dei piani soglia per due vie d’esodo indipendenti prevista dal D.M.
18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 540

Tabella 9.12 – Condizioni per l’omissione di porzione di corridoio cieco previste dal D.M.
18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 542

Tabella 9.13 – Massima superficie lorda dei compartimenti in m2 prevista dal D.M. 18/10/2019 542

Tabella 9.14 – Condizioni per la realizzazione di compartimenti multipiano previste dal D.M.
18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 543

Tabella 9.15 – Massime lunghezze d’esodo previste dal D.M. 18/10/2019 ............... 543

Tabella 9.16 – Parametri per la definizione dei fattori δm,i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 544

Tabella 9.17 – Larghezze unitarie per vie d’esodo orizzontali previste dal D.M. 18/10/2019 . 545

Tabella 9.18 – Larghezze minime per vie d’esodo orizzontali previste dal D.M. 18/10/2019 . 545

Tabella 9.19 – Larghezze minime per vie di esodo verticali previste dal D.M. 18/10/2019 . . 547

Tabella 9.20 – Larghezze unitarie per vie di esodo verticali previste dal D.M. 18/10/2019 . . 547

Tabella 9.21 – Incremento larghezza unitaria delle scale d’esodo in relazione ai gradini . . . 549

Tabella 9.22 – Superfici minime per occupante previste dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . 551

Tabella 9.23 – Larghezze unitarie per vie d’esodo orizzontali da attività all’aperto previste dal
D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 552

Tabella 9.24 – Larghezze unitarie per vie d’esodo verticali da attività all’aperto previste dal
D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 552

Tabella 9.25 – Esempio di soglie di prestazione impiegabili con il metodo di calcolo avanzato
di ASET . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 555

Tabella 9.26 – Esempio di soglie di prestazione impiegabili con il metodo di calcolo semplificato
di ASET . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 556

Tabella 9.27 – Focolari tipo della norma UNI EN 54-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 560

708
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 709

Appendice - elenco delle tabelle

Tabella 9.28 – Tempi medi di rivelazione incendio dei rivelatori puntiformi di fumo e puntiformi
di calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 561

Tabella 9.29 – Stima della somma dei valori dei tempi di rivelazione e di allarme generale al
variare del profilo di rischio Rvita di un’attività soggetta ai controlli di prevenzione
incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 564

Tabella 9.30 – Parametri che individuano lo scenario comportamentale di progetto . . . . . . . . 566

Tabella 9.31 – Stima del tempo di attività pre-movimento, in funzione dello scenario
comportamentale di progetto, al variare del profilo di rischio Rvita di un’attività
soggetta ai controlli di prevenzione incendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 567

Tabella 9.32 – Esempi di valutazione del tempo di attività pre-movimento indicati nel
D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 568

Tabella 9.33 – Valori della distanza minima x utili per determinare la larghezza effettiva di una
uscita di emergenza o di una via di uscita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 570

Tabella 9.34 – Determinazione del profilo di rischio Rvita nello stabilimento . . . . . . . . . . . . . . . 582

Tabella 9.35 – Verifica delle vie di esodo orizzontali e dimensionamento delle uscite finali nello
stabilimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 582

Tabella 9.36 – Tabella riassuntiva della strategia antincendio adottata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 607

Tabella 9.37 – Tabella comparativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 615

Tabella A – Norme e guide tecniche di interesse per la progettazione degli impianti elettrici
in alcune attività a rischio d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 640

Tabella A.1 – Valori dei poteri calorifici inferiori, espressi in MJ/kg, di alcuni materiali combustibili 688

Tabella A.2 – Energia termica che mediamente si libera dalla combustione di singoli oggetti 689

Tabella A.3 – Valori della densità, calore specifico e conduttività termica dell’aria a pressione
atmosferica al variare della temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 689

Tabella A.4 – Valori della densità, calore specifico e conduttività termica di alcune sostanze
a pressione atmosferica ed a temperatura ambiente che possono essere utilizzate
nella valutazione della resistenza al fuoco degli elementi strutturali . . . . . . . 690

Tabella A.5 – Prefissi delle unità di misura del Sistema Internazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . 691

Tabella A.6 – Conversione di alcune unità di misura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 692

709
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 710

Appendice - elenco delle figure

ELENCO DELLE FIGURE

Figura 1.1 – Schema procedurale degli adempimenti e relativa documentazione da produrre


al Comando dei Vigili del Fuoco in presenza di modifiche sostanziali, ai fini
della sicurezza antincendio, all’interno di attività esistenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

Figura 2.1 – Triangolo del fuoco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

Figura 2.2 – Ignizione e fase iniziale di crescita di un incendio all’interno di una stanza . . 70

Figura 2.3 – Andamento qualitativo della temperatura di un combustibile nel tempo per
determinati valori del flusso termico incidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72

Figura 2.4 – Andamento qualitativo del tempo di ignizione di un determinato combustibile al


variare del flusso termico che incide sulla sua superficie . . . . . . . . . . . . . . . . 73

Figura 2.5 – Incendio nella fase avanzata di crescita all’interno di una stanza . . . . . . . . . . 77

Figura 2.6 – Tipica variazione della temperatura nel tempo all’interno di un locale durante le
varie fasi di sviluppo di un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78

Figura 2.7 – Incendio che si è sviluppato all’interno di un locale fino a raggiungere il flashover 79

Figura 3.1 – Variazione della potenza termica rilasciata nel tempo per due incendi a diverso
sviluppo nei quali brucia la stessa massa di combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . 85

Figura 3.2 – Valori della potenza termica rilasciata durante un incendio. Nell’immagine
di sinistra è rappresentato un incendio che sta rilasciando nell’ambiente una
potenza termica di 50 kW, mentre in quella centrale e di destra
tale valore è rispettivamente di 500 kW e 700 kW . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86

Figura 3.3 – Valutazione sommaria del tempo caratteristico ta di crescita di un incendio . . 87

Figura 3.4 – Presumibili variazioni nel tempo della potenza termica rilasciata in relazione al
possibile sviluppo di un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88

Figura 3.5 – Backdraft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89

Figura 3.6 – Tipico andamento nel tempo della potenza termica rilasciata nell’ambiente in
un incendio avente sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione . . . . . . 90

Figura 3.7 – Variazione della potenza termica nel tempo nella fase di crescita in funzione
dello sviluppo previsto dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

Figura 3.8 – Tipica propagazione di un incendio che coinvolge del materiale combustibile
impilato in un ambiente chiuso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94

Figura 3.9 – Variazione della potenza termica rilasciata dall’incendio nell’ufficio . . . . . . . . . . 95

Figura 3.10 – Variazione della potenza termica rilasciata nel tempo dall’incendio nell’ufficio
nel caso di sviluppo lento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96

Figura 3.11 – Variazione della potenza termica rilasciata nel tempo durante la combustione
in aria libera di un impilamento di pallets di legno avente base quadrata di
lato 1,22 m e altezza 1,22 m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 98

Figura 3.12 – Andamento nel tempo della superficie del pavimento interessata dall’incendio
nell’ufficio al variare della potenza termica massima rilasciata per unità di
superficie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100

Figura 3.13 – Propagazione della fiamma su materiali combustibili di differente densità e al


variare dell’inclinazione della superficie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102

710
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 711

Appendice - elenco delle figure

Figura 3.14 – Propagazione dell’incendio all’interno di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

Figura 3.15 – Variazione nel tempo della potenza termica complessivamente rilasciata durante
la combustione di due oggetti, uno dei quali, facilmente accendibile, viene
coinvolto nell’incendio dall’altro, in quanto si trova a breve distanza da esso, ed
inizia a bruciare dopo circa 270 s . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108

Figura 3.16 – Valore minimo della potenza termica al variare della distanza che, ai sensi della
norma NFPA 555, provoca per irraggiamento termico l’ignizione dei vari materiali
combustibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109

Figura 3.17 – Disposizione all’interno della stanza dei vari oggetti combustibili presenti . . . . 112

Figura 3.18 – Variazione media nel tempo della potenza termica rilasciata nella combustione
dal primo divano a tre posti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112

Figura 3.19 – Variazione media nel tempo della potenza termica rilasciata nella combustione
dalla poltrona imbottita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 113

Figura 3.20 – Variazione media nel tempo della potenza termica complessivamente rilasciata
nella combustione dal primo divano a tre posti e, dopo 220 s, dalla poltrona
imbottita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114

Figura 3.21 – Variazione media nel tempo della potenza termica singolarmente rilasciata nella
combustione dai due divani a tre posti e dalla poltrona imbottita con indicazione
dei relativi istanti di ignizione (inizialmente brucia il primo divano poi, in sequenza,
si infiammano la poltrona dopo 220 s e il secondo divano dopo 461 s) . . . . 115

Figura 3.22 – Variazione media nel tempo della potenza termica complessivamente rilasciata
nella combustione dai due divani a tre posti e dalla poltrona imbottita nello
scenario d’incendio ragionevolmente ipotizzabile nella stanza . . . . . . . . . . . . . . . . 115

Figura 3.23 – Andamento del valore della potenza termica minima necessaria per produrre il
flashover nel locale al variare della superficie di ventilazione presente nelle pareti 119

Figura 3.24 – Locale con aperture di ventilazione ricavate nelle pareti e nel soffitto . . . . . . . 124

Figura 3.25 – Variazione della velocità massima di combustione con la superficie di ventilazione
ricavata nel soffitto in un locale lungo 5 m, largo 10 m ed alto 3 m ed avente
una superficie di ventilazione nelle pareti di 2,64 m2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127

Figura 3.26 – Tipico andamento nel tempo della potenza termica rilasciata in un incendio con
sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione tenendo conto delle
prescrizioni contenute nel D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129

Figura 3.27 – Variazione qualitativa della massa di combustibile bruciata nel tempo durante
le varie fasi di sviluppo di un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133

Figura 3.28 – Planimetria del deposito di legna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134

Figura 3.29 – Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio nel deposito
di legna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136

Figura 3.30 – Variazione qualitativa della durata delle varie fasi di un incendio avente sviluppo
controllato dalla superficie di ventilazione con la potenza termica massima
rilasciata in un locale avente una determinata superficie in pianta e carico
d’incendio specifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138

Figura 3.31 – Variazione qualitativa della durata delle varie fasi di un incendio avente sviluppo
controllato dalla superficie di ventilazione con il valore del carico d’incendio
specifico in un locale avente una determinata superficie in pianta e potenza
termica massima rilasciata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138

711
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 712

Appendice - elenco delle figure

Figura 3.32 – Variazione qualitativa dei tempi che individuano la fine delle varie fasi di un
incendio avente sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione con la potenza
termica massima rilasciata in un locale avente una determinata superficie in
pianta e carico d’incendio specifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138

Figura 3.33 – Variazione qualitativa dei tempi che individuano la fine delle varie fasi di un
incendio avente sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione con il valore
del carico d’incendio specifico in un locale avente una determinata superficie
in pianta e potenza termica massima rilasciata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139

Figura 3.34 – Presumibile variazione nel tempo della potenza termica rilasciata nel
compartimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 142

Figura 3.35 – Andamento nel tempo della potenza termica rilasciata da un incendio al variare
del valore del carico d’incendio specifico presente in un locale . . . . . . . . . . . 143

Figura 3.36 – Andamento nel tempo della potenza termica rilasciata da un incendio al variare
della superficie di ventilazione presente in un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144

Figura 3.37 – Probabile variazione nel tempo della potenza termica rilasciata da un incendio
in un locale in presenza ed in assenza di un’azione di estinzione . . . . . . . . . 149

Figura 3.38 – Confronto fra i valori della potenza termica rilasciata nel caso di incendi aventi
sviluppo controllato dalla superficie di ventilazione e dal combustibile . . . . . . . 151

Figura 4.1 – Bilancio termico all’interno di un locale incendiato munito di aperture di


ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153

Figura 4.2 – Sviluppo di un piccolo incendio in una stanza avente un’apertura ricavata su
una parete esterna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155

Figura 4.3 – Modello d’incendio numerico avanzato a due zone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156

Figura 4.4 – Modello d’incendio numerico avanzato a una zona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157

Figura 4.5 – Modello d’incendio numerico avanzato di campo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158

Figura 4.6 – Planimetria del locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 164

Figura 4.7 – Rappresentazione delle varie grandezze indicate nell’espressione di calcolo del
flusso termico radiante generato da una fiamma che colpisce un oggetto
combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176

Figura 4.8 – Modified solid flame model . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178

Figura 4.9 – Distanza di separazione fra edifici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178

Figura 4.10 – Prospetto della parete del capannone A interessato dall’incendio con individuazione
della piastra radiante e degli elementi radianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 181

Figura 4.11 – Planimetria dei capannoni industriali A e B con individuazione del piano radiante 182

Figura 4.12 – Individuazione dei parametri necessari per il calcolo del fattore di vista . . . . . . . 186

Figura 4.13 – Variazione nel tempo della temperatura media dei gas caldi di combustione nel
locale durante la fase precedente al flashover . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 194

Figura 4.14 – Curve nominali d’incendio indicate nel D.M. 09/03/2007 e nel D.M. 18/10/2019 197

Figura 4.15 – Variazione della temperatura massima che si riscontra all’interno di un determinato
locale con il tempo t*max . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 200

712
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 713

Appendice - elenco delle figure

Figura 4.16 – Gradiente di temperatura nella fase di decadimento dell’incendio naturale previsto
nel modello d’incendio numerico semplificato descritto con la curva naturale
d’incendio, di tipo parametrico, dell’Eurocodice 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 201

Figura 4.17 – Variazione nel tempo della temperatura all’interno del deposito di carta . . . . . 203

Figura 4.18 – Variazione nel deposito di carta della temperatura massima raggiunta durante
l’incendio con la superficie di ventilazione ricavata nelle pareti per determinati
valori dell’inerzia termica delle pareti di delimitazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204

Figura 4.19 – Andamento nel tempo della temperatura al variare della superficie di ventilazione
presente nelle pareti del deposito di carta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 204

Figura 4.20 – Andamento nel tempo della temperatura all’interno del deposito di carta al variare
del carico d’incendio specifico di progetto riferito alla superficie del pavimento 205

Figura 4.21 – Andamento nel tempo della temperatura all’interno del deposito di carta al variare
dell’inerzia termica delle pareti di delimitazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 205

Figura 4.22 – Variazione della durata dell’incendio con l’inerzia termica delle pareti di
delimitazione del deposito di carta per determinati valori del fattore di ventilazione 206

Figura 4.23 – Variazione della durata dell’incendio con la superficie di ventilazione ricavata
nelle pareti per determinati valori dell’inerzia termica delle pareti di delimitazione
del deposito di carta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 206

Figura 4.24 – Variazione della durata dell’incendio con la superficie di ventilazione presente
nelle pareti del deposito di carta per determinati valori del carico d’incendio
specifico di progetto riferito alla superficie del pavimento . . . . . . . . . . . . . . . . . 207

Figura 5.1 – Elementi strutturali in acciaio danneggiati dall’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210

Figura 5.2 – Travi in calcestruzzo armato precompresso danneggiate dall’incendio . . . . . . . 212

Figura 5.3 – Elementi strutturali in calcestruzzo armato normale danneggiati dall’incendio . 214

Figura 5.4 – Rappresentazione dei parametri indicati nell’espressione della variazione nel
tempo della temperatura lungo l’asse della fiamma per un incendio localizzato
nel quale la fiamma non lambisce il soffitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 216

Figura 5.5 – Temperatura lungo l’asse della fiamma al variare dell’altezza dal pavimento,
durante un incendio localizzato, per differenti valori del diametro equivalente
della base della fiamma e in presenza di una potenza termica massima rilasciata
per unità di superficie del pavimento di 500 kW/m2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217

Figura 5.6 – Temperatura lungo l’asse della fiamma al variare dell’altezza dal pavimento,
durante un incendio localizzato, per differenti valori del diametro equivalente
della base della fiamma e della potenza termica massima rilasciata per unità
di superficie del pavimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217

Figura 5.7 – Combinazione dei valori di temperatura ottenuti mediante l’applicazione di un


modello d’incendio numerico avanzato a due zone e di uno che considera
l’incendio localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 218

Figura 5.8 – Diagramma della tensione al variare della deformazione di un acciaio per un
acciaio che manifesta un comportamento elasto-plastico al variare della
temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223

Figura 5.9 – Variazione della deformazione e della tensione in una sezione rettangolare di
acciaio all’aumentare dell’azione esterna applicata (momento flettente) fino alla
completa plasticizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 223

713
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 714

Appendice - elenco delle figure

Figura 5.10 – Andamento qualitativo dei diagrammi momento-curvatura per le diverse classi
delle sezioni di acciaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225

Figura 5.11 – Dilatazione termica relativa di un acciaio in funzione della temperatura . . . . . 225

Figura 5.12 – Diagramma tensione-deformazione di un acciaio, ad una determinata temperatura,


che manifesta un comportamento elasto-plastico con raccordo ellittico previsto
dalla norma di regola d’arte UNI EN 1993-1-2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 226

Figura 5.13 – Schema del possibile meccanismo di collasso degli elementi strutturali di una
costruzione in presenza d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 228

Figura 5.14 – Sequenza di immagini relative ad un possibile meccanismo di collasso, di tipo


implosivo, della struttura di acciaio di un magazzino automatizzato verticale in
presenza d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 231

Figura 5.15 – Esempi di calcolo del carico d’incendio specifico qf per compartimenti multipiano 238

Figura 5.16 – Procedimenti previsti dal D.M. 09/03/2007 per la verifica della prestazione di
resistenza al fuoco degli elementi strutturali di una costruzione che devono
garantire il livello III di prestazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 243

Figura 5.17 – Procedimenti previsti dal D.M. 18/10/2019 per la verifica della capacità portante
di resistenza al fuoco degli elementi strutturali portanti di una costruzione che
devono garantire il livello III di prestazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 246

Figura 5.18 – Procedimento per la valutazione analitica di resistenza al fuoco degli elementi
strutturali stabilito dal D.M. 18/10/2019 per una soluzione progettuale conforme 256

Figura 5.19 – Procedimento per la valutazione analitica di resistenza al fuoco degli elementi
strutturali mediante l’approccio prestazionale stabilito dal D.M. 09/03/2007 . . . 264

Figura 5.20 – Verifica mediante valutazione analitica della capacità portante di resistenza al
fuoco degli elementi strutturali portanti di una costruzione, che devono garantire
il livello III di prestazione, adottando una soluzione progettuale alternativa prevista
dal D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 265

Figura 5.21 – Sezione resistente di calcolo della trave in calcestruzzo armato normale suddivisa
in elementi con localizzazione delle varie armature di acciaio ordinario presenti 266

Figura 5.22 – Mappa a colori delle temperature raggiunte, dopo 90 min di esposizione alla
curva nominale standard, nei vari elementi nei quali è stata suddivisa la sezione
resistente di calcolo della trave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 268

Figura 5.23 – Confronto fra i valori delle distanze s dell’asse delle armature dalla superficie
esposta al fuoco necessari per conferire, alla trave a T in calcestruzzo armato
normale, una capacità portante R 90 al variare del tipo di valutazione adottata 269

Figura 5.24 – Sezione resistente di calcolo del solaio del deposito suddivisa in elementi con
localizzazione delle varie armature di acciaio ordinario presenti . . . . . . . . . . . . 271

Figura 5.25 – Planimetria del deposito che si trova all’interno dello stabilimento industriale . 273

Figura 5.26 – Diagramma della tensione al variare della deformazione per il calcestruzzo con
aggregati silicei per valori crescenti della temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 277

Figura 5.27 – Mappa a colori delle temperature raggiunte, dopo 90 min di esposizione alla
curva nominale standard, nei vari elementi nei quali è stata suddivisa la sezione
resistente di calcolo del solaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 282

Figura 5.28 – Dominio di rottura N-Mx, dopo 90 min di esposizione alla curva nominale standard,
della sezione resistente di calcolo del solaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 284

714
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 715

Appendice - elenco delle figure

Figura 5.29 – Variazione nel tempo della temperatura all’interno del locale calcolata con il
modello d’incendio numerico semplificato descritto nell’Eurocodice 1 . . . . . . . . 286

Figura 5.30 – Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio all’interno del
deposito tenendo conto delle prescrizioni contenute nel punto 4.2 dell’allegato
al D.M. 09/03/2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 288

Figura 5.31 – Variazione nel tempo della temperatura all’interno del deposito valutata con il
modello d’incendio numerico avanzato contenuto nel programma di calcolo CFAST 289

Figura 5.32 – Confronto tra le tre curve temperatura-tempo che descrivono l’incendio
convenzionale di progetto che può svilupparsi nel deposito di carta . . . . . . . . 289

Figura 5.33 – Mappa a colori delle temperature raggiunte, dopo 90 min di esposizione alla
curva naturale d’incendio, rappresentata con il modello d’incendio numerico
semplificato con la curva dell’Eurocodice 1 e con il modello d’incendio numerico
avanzato del programma CFAST, nei vari elementi nei quali è stata suddivisa
la sezione resistente di calcolo del solaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 291

Figura 5.34 – Dominio di rottura N-Mx dopo 90 min di esposizione alla curva naturale d’incendio,
rappresentata con il modello d’incendio numerico semplificato descritto con la
curva naturale d’incendio, di tipo parametrico, dell’Eurocodice 1 e con quella
ottenuta con l’impiego del modello d’incendio numerico avanzato contenuto nel
programma di calcolo CFAST, della sezione resistente di calcolo del solaio 292

Figura 5.35 – Variazione nel tempo del momento flettente resistente allo stato limite di collasso
in funzione dell’incendio convenzionale di progetto che si può sviluppare nel
deposito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292

Figura 5.36 – Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio all’interno del
deposito tenendo conto delle prescrizioni contenute nel paragrafo M.2.6
dell’allegato al D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 294

Figura 5.37 – Sezione resistente di calcolo del tegolo in calcestruzzo armato precompresso
dell’archivio suddivisa in elementi con localizzazione dei diciotto trefoli di acciaio
da pretensione presenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 295

Figura 5.38 – Mappa a colori delle temperature raggiunte, dopo 90 min di esposizione alla
curva nominale standard, nei vari elementi nei quali è stata suddivisa la sezione
resistente di calcolo del tegolo in calcestruzzo armato precompresso . . . . . . . . 300

Figura 5.39 – Dominio di rottura N-Mx, dopo 90 min di esposizione alla curva nominale standard,
della sezione resistente di calcolo del tegolo in calcestruzzo armato precompresso 303

Figura 5.40 – Sezione resistente di calcolo della trave HEB 300 che risulta esposta al fuoco
su quattro lati e che viene protetta con un rivestimento isolante a base di pittura
intumescente applicata con pennello in modo aderente sulla superficie esterna . . 304

Figura 5.41 – Diagramma della tensione al variare della deformazione per l’acciaio laminato
a caldo S355 per valori crescenti della temperatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 305

Figura 5.42 – Variazione con la temperatura del coefficiente Ky,T di riduzione della tensione
caratteristica di snervamento di un acciaio laminato a caldo in condizioni
d’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 308

Figura 5.43 – Temperatura critica dell’acciaio laminato al variare del grado di utilizzazione
per elementi strutturali aventi sezione di classe 1, 2 o 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . 309

Figura 5.44 – Sviluppo iniziale dell’incendio localizzato con disposizione del materiale
combustibile e della trave IPE 300 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 312

Figura 5.45 – Variazione nel tempo della potenza termica rilasciata durante l’incendio localizzato 313

715
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 716

Appendice - elenco delle figure

Figura 5.46 – Variazione nel tempo dell’altezza media visibile della fiamma durante l’incendio
localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 313

Figura 5.47 – Variazione del flusso termico che interessa il soffitto al variare del parametro
adimensionale y durante l’incendio localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 314

Figura 5.48 – Variazione del flusso termico che interessa un preciso punto del soffitto durante
l’incendio localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 315

Figura 5.49 – Variazione nel tempo della temperatura dell’elemento strutturale di acciaio IPE
300 durante l’incendio localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 316

Figura 5.50 – Sviluppo iniziale dell’incendio localizzato con disposizione del materiale
combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 317

Figura 5.51 – Variazione nel tempo dell’altezza media visibile della fiamma durante l’incendio
localizzato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318

Figura 5.52 – Variazione della temperatura massima che un elemento di acciaio presente in
una determinata zona del soffitto di un edificio può raggiungere in funzione del
flusso termico generato da un incendio localizzato nel quale la fiamma colpisca
quella zona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 320

Figura 6.1 – Variazione dell’altezza media visibile della fiamma con il diametro e sviluppo
nel tempo per differenti valori della potenza termica massima rilasciata per unità
di superficie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 325

Figura 6.2 – Propagazione verticale di un incendio attraverso la facciata di un edificio . . . 326

Figura 6.3 – Altezza media visibile della fiamma e origine virtuale dell’incendio . . . . . . . . . . 329

Figura 6.4 – Propagazione della fiamma lungo la parete ed il soffitto di un locale . . . . . . . 332

Figura 6.5 – Disposizione del combustibile e degli erogatori sprinkler nel deposito . . . . . . . 337

Figura 6.6 – Variazione nel tempo della temperatura dei gas caldi nel ceiling jet e
dell’erogatore sprinkler durante l’incendio nel deposito di tessuti . . . . . . . . . . . 338

Figura 6.7 – Probabile variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio nel
deposito di tessuti prima e dopo il funzionamento dell’erogatore sprinkler . . . 339

Figura 6.8 – Valore dell’altezza Y dal pavimento libera da fumo e gas di combustione in un
locale, nonché delle portate massiche riguardanti la colonna di fumo . . . . . . . 341

Figura 6.9 – Colonna di fumo e gas di combustione che si sviluppa nell’angolo e su una
parete di un locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 342

Figura 6.10 – Tipico andamento nel tempo della portata massica di fumo e gas di combustione
generati al variare dello sviluppo dell’incendio; la combustione si produce in un
ambiente lungo 10 m, largo 8 m ed alto 5 m nel quale è solamente aperta
una porta avente larghezza di 1,2 m ed altezza di 2,2 m . . . . . . . . . . . . . . . . 343

Figura 6.11 – Probabile variazione nel tempo dell’altezza media visibile della fiamma in un
incendio a sviluppo lento che si produce in un ufficio lungo 12 m, largo 10 m
ed alto 6 m nel quale vi è una porta aperta larga 1,8 m ed alta 2,1 m . . . . . . . 346

Figura 6.12 – Probabile variazione nel tempo del diametro equivalente della base della fiamma
in un incendio a sviluppo lento che si produce in un ufficio lungo 12 m, largo
10 m ed alto 6 m nel quale vi è una porta aperta avente larghezza di 1,8 m
ed altezza di 2,1 m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 347

Figura 6.13 – Variazione nel tempo della portata massica di fumo e gas di combustione
generata da un incendio a sviluppo lento che si produce in un ambiente lungo
12 m, largo 10 m ed alto 6 m nel quale vi è una porta aperta avente larghezza
di 1,8 m ed altezza di 2,1 m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 348

716
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 717

Appendice - elenco delle figure

Figura 6.14 – Variazione nel tempo della massa totale di fumo e gas di combustione generata
nella fase iniziale da un incendio a sviluppo medio e presente in un supermercato
lungo 30 m, largo 20 m ed alto 5 m avente aperta solamente una porta di
larghezza 2,4 m ed altezza di 2,1 m . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 350

Figura 6.15 – Variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas di
combustione generati nella fase iniziale da un incendio a sviluppo medio che
si produce in un supermercato lungo 30 m, largo 20 m ed alto 5 m nel quale
è solamente aperta una porta avente larghezza di 2,4 m ed altezza di 2,1 m . 350

Figura 6.16 – Presumibile variazione nel tempo della portata massica di fumo e gas di
combustione fuoriuscente da una porta aperta avente larghezza di 2,4 m ed
altezza di 2,1 m, nella fase iniziale di un incendio a sviluppo medio che si
produce in un supermercato lungo 30 m, largo 20 m ed alto 5 m . . . . . . . . . 351

Figura 6.17 – Diagramma delle pressioni e portate massiche di fumo e gas di combustione
e di aria uscenti ed entranti in un locale, avente un’apertura di ventilazione
ricavata nelle pareti, in caso di convezione forzata e naturale . . . . . . . . . . . . . 355

Figura 6.18 – Abbassamento dell’altezza dal pavimento del piano neutro all’interno di un locale
con il progredire dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 356

Figura 6.19 – Propagazione del fumo e gas di combustione fra due locali adiacenti, che
comunicano per mezzo di una finestra ricavata sulla parete di separazione, in
assenza ed in presenza di un’apertura di ventilazione realizzata nella copertura
del locale incendiato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 357

Figura 6.20 – Movimento del fumo e gas di combustione in un edificio a più piani nelle prime
fasi di sviluppo di un incendio che si è verificato al piano terra, con velocità
del vento trascurabile e temperatura interna maggiore di quella esterna, in
assenza ed in presenza di un’adeguata superficie dell’apertura orizzontale di
ventilazione realizzata in sommità al vano scala . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 358

Figura 6.21 – Portate massiche di fumo e gas di combustione e di aria uscenti ed entranti
nella stanza per convezione naturale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 359

Figura 6.22 – Variazione nel tempo della temperatura massima dei gas caldi nel deposito di
legna con il fattore di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 366

Figura 6.23 – Presunta variazione media nel tempo della potenza termica rilasciata durante
l’incendio che si sviluppa nel deposito di carta (casi 1 e 2) . . . . . . . . . . . . . . 368

Figura 6.24 – Presunta variazione nel tempo della temperatura media dei gas caldi nel locale
nelle diverse condizioni di ventilazione e con un valore massimo della potenza
termica rilasciata pari a 25000 kW . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 369

Figura 6.25 – Presunta variazione nel tempo della temperatura media dei gas caldi nel locale
nelle diverse condizioni di ventilazione e con un valore massimo della potenza
termica rilasciata pari a 30000 kW . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 369

Figura 6.26 – Presunta variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas
di combustione nel locale nelle diverse condizioni di ventilazione e con un valore
massimo della potenza termica rilasciata pari a 25000 kW . . . . . . . . . . . . . . . . 370

Figura 6.27 – Presunta variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas
di combustione nel locale nelle diverse condizioni di ventilazione e con un valore
massimo della potenza termica rilasciata pari a 30000 kW . . . . . . . . . . . . . . . . 370

Figura 6.28 – Presunto andamento nel tempo della temperatura media dei gas caldi nel
deposito al variare delle condizioni di ventilazione e della potenza termica
rilasciata dall’incendio (ipotesi caso a) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 371

717
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 718

Appendice - elenco delle figure

Figura 6.29 – Presunto andamento nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas
di combustione all’interno del deposito al variare delle condizioni di ventilazione
e della potenza termica rilasciata dall’incendio (ipotesi caso b) . . . . . . . . . . . . 371

Figura 6.30 – Smaltimento del fumo da un locale attraverso un evacuatore naturale di fumo
e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 375

Figura 6.31 – Planimetria del capannone industriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 379

Figura 6.32 – Variazione nel tempo della temperatura dell’erogatore sprinkler durante l’incendio
nel deposito di carta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 384

Figura 6.33 – Variazione nel tempo della temperatura nell’elemento termosensibile


dell’evacuatore naturale di fumo e calore durante l’incendio nel deposito di carta 384

Figura 6.34 – Variazione nel tempo dell’altezza libera da fumo e gas di combustione durante
l’incendio nel deposito di carta nell’ipotesi che tutte le aperture di ventilazione
presenti siano chiuse durante la prima fase di sviluppo dell’incendio . . . . . . . 385

Figura 6.35 – Caratteristiche dello strato di fumo all’interno di un ambiente prima e dopo
l’intervento di un impianto sprinkler . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 386

Figura 6.36 – Planimetria del locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 396

Figura 6.37 – Sezione dell’edificio nel quale è contenuto il locale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 399

Figura 6.38 – Curva di variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio
all’interno del locale considerando il funzionamento dell’impianto di estrazione
fumo e gas di combustione e l’intervento del sistema automatico di controllo
dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 401

Figura 6.39 – Variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas di
combustione all’interno del locale incendiato con l’impianto di estrazione
funzionante e disattivato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402

Figura 6.40 – Variazione nel tempo della temperatura dei gas caldi all’interno del locale
incendiato con l’impianto di estrazione funzionante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402

Figura 6.41 – Alcune componenti principali di un impianto di rivelazione automatica d’incendio


e segnalazione allarme incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 410

Figura 6.42 – Principio di funzionamento di un rivelatore puntiforme di fumo ottico a diffusione 410

Figura 6.43 – Installazione di rivelatori puntiformi di fumo in locali con soffitti inclinati .... 413

Figura 6.44 – Sistema di rivelazione di fumo ad aspirazione e campionamento . . . . . . . . . . . 415

Figura 6.45 – Variazione nel tempo della temperatura dell’elemento termosensibile che comanda
l’apertura dell’evacuatore naturale di fumo e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 419

Figura 6.46 – Variazione nel tempo del valore dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas
di combustione nel locale CED in relazione all’istante di apertura dell’evacuatore
naturale di fumo e calore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 419

Figura 6.47 – Filtro a prova di fumo mantenuto in sovrappressione da un impianto di ventilazione 423

Figura 6.48 – Variazione della portata volumetrica di aria che fuoriesce da un ambiente al
variare della sovrappressione e per diversi valori della superficie di efflusso
dell’apertura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 424

Figura 6.49 – Movimento del fumo e dei gas di combustione attraverso una porta resistente
al fuoco lasciata aperta al variare della velocità del flusso d’aria che li investe 426

718
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 719

Appendice - elenco delle figure

Figura 6.50 – Ambienti con sovrappressione sufficiente ed insufficiente per impedire


l’infiltrazione del fumo e dei gas di combustione attraverso una porta chiusa
che non è a prova di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 426

Figura 6.51 – Variazione della portata volumetrica di aria che deve fluire attraverso una porta
resistente al fuoco, installata lungo un corridoio largo 3 m, per impedire il
passaggio di fumo e gas di combustione al variare della superficie della porta
e per differenti valori della potenza termica rilasciata dall’incendio in prossimità
della porta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 427

Figura 6.52 – Aperture di ventilazione poste in parallelo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428

Figura 6.53 – Aperture di ventilazione poste in serie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 429

Figura 6.54 – Combinazione di aperture di ventilazione poste in serie ed in parallelo presenti


nelle pareti di un determinato edificio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 430

Figura 6.55 – Impianto di ventilazione di un edificio in grado di creare la sovrappressione


necessaria per il regolare funzionamento dei filtri a prova di fumo presenti . . 434

Figura 6.56 – Forza necessaria per aprire una porta resistente al fuoco presente in un ambiente
mantenuto in sovrappressione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 436

Figura 6.57 – Variazione della forza minima necessaria per aprire una porta resistente al fuoco
con la sua superficie per determinati valori della sovrappressione agente su
essa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 437

Figura 7.1 – Prodotti della combustione che si liberano nell’ambiente con il progredire
dell’incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 439

Figura 7.2 – Produzione di fumo in un determinato ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 441

Figura 7.3 – Variazione qualitativa nel tempo della dose accumulata nell’organismo umano
con il tempo di esposizione per due sostanze una delle quali, presente con
due diversi valori di concentrazione, non segue la regola di Haber . . . . . . . . 442

Figura 7.4 – Variazione della resa massica minima di monossido di carbonio che si libera
durante un incendio con il «fuel/air equivalence ratio» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 448

Figura 7.5 – Diagramma di May . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 453

Figura 7.6 – Effetti che mediamente si producono nell’organismo umano al variare del tempo
di esposizione ad una determinata concentrazione volumetrica media di
monossido di carbonio inalata secondo la norma NFPA 720 . . . . . . . . . . . . . . 453

Figura 7.7 – Valori percentuali medi di carbossiemoglobina nel sangue di una persona al
variare del tempo di esposizione per diversi valori della concentrazione
volumetrica media di monossido di carbonio inalata per un’attività respiratoria
media di 23 l/min (modesta attività fisica) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 458

Figura 7.8 – Tempo mediamente necessario al variare della concentrazione volumetrica media
di acido cianidrico inalata per provocare la condizione di incapacitazione in
una persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 461

Figura 7.9 – Tempo mediamente necessario al variare della concentrazione volumetrica media
di anidride carbonica inalata per provocare la condizione di incapacitazione in
una persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 463

Figura 7.10 – Variazione nel tempo della concentrazione volumetrica di monossido di carbonio
presente nell’aria inalata dalla persona nello scenario d’incendio descritto . . . 471

Figura 7.11 – Variazione nel tempo della concentrazione volumetrica di acido cianidrico
presente nell’aria inalata dalla persona nello scenario d’incendio descritto . . . 471

719
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 720

Appendice - elenco delle figure

Figura 7.12 – Variazione nel tempo della concentrazione volumetrica di anidride carbonica
presente nell’aria inalata dalla persona nello scenario d’incendio descritto . . . 472

Figura 7.13 – Variazione nel tempo della Fractional Effective Dose per l’effetto di incapacitazione
della persona nello scenario d’incendio descritto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 472

Figura 7.14 – Tempo mediamente necessario al variare della temperatura dell’aria umida inalata
per provocare la condizione di incapacitazione in una persona nuda, o vestita
con abiti leggeri, a riposo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 475

Figura 7.15 – Tempo mediamente necessario per produrre una sensazione di dolore (curva
di colore verde) e ustioni di secondo grado (curva di colore rosso) in una persona
al variare del valore del flusso termico radiante che la investe . . . . . . . . . . . . 477

Figura 8.1 – Tipica disposizione della segnaletica di sicurezza lungo una via di esodo . . . 481

Figura 8.2 – Lunghezze d’onda comprese nel campo dell’energia radiante luminosa . . . . . 483

Figura 8.3 – Sensibilità relativa diurna dell’occhio umano medio al variare della lunghezza
d’onda della radiazione incidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 483

Figura 8.4 – Valori medi dei parametri che contraddistinguono l’evoluzione temporale dei
focolari tipo della norma UNI EN 54-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 487

Figura 8.5 – Valori del coefficiente di estinzione a varie lunghezze d’onda comprese nel campo
del visibile per il focolare tipo TF 3 durante la specifica prova prevista dalla
norma UNI EN 54-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 488

Figura 8.6 – Variazione del valore della pendenza pλ, con la lunghezza d’onda λ, per fumi
di colore chiaro e scuro (focolari tipo TF 3 e TF 4 della norma UNI EN 54-7) 489

Figura 8.7 – Andamento del coefficiente di estinzione, a tre diverse lunghezze d’onda, al
variare della densità ottica del fumo emesso dal focolare tipo TF 3 della norma
UNI EN 54-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 490

Figura 8.8 – Curva di emissione della lampada fluorescente utilizzata nelle prove sperimentali 491

Figura 8.9 – Andamento del coefficiente di estinzione, al variare della densità ottica, rilevato
durante le prove sperimentali per le varie tipologie di fumo generate dai focolari
tipo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 492

Figura 8.10 – Attenuazione provocata dai vari tipi di fumo nei valori di illuminamento, al variare
della densità ottica, rilevata durante le prove sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . 492

Figura 8.11 – Visibilità di un pannello di segnalazione di esodo retroilluminato in presenza di


fumo, di colore chiaro e scuro, che non agisce direttamente sulle persone,
al variare del coefficiente di estinzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 495

Figura 8.12 – Visibilità di pannelli retroilluminati indicanti una uscita di emergenza in presenza
di fumo irritante e non irritante, che agisce direttamente sulle persone, al variare
del coefficiente di estinzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 496

Figura 8.13 – Variazione della visibilità di un cartello riflettente e di un pannello retroilluminato


con il fattore di emissione di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 498

Figura 8.14 – Visibilità di una segnalazione di esodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 499

Figura 8.15 – Planimetria del piano dell’albergo nel quale si è prodotto l’incendio . . . . . . . . 500

Figura 8.16 – Variazione nel tempo della visibilità della segnalazione di esodo, nello scenario
d’incendio descritto, valutata con il D.M. 18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 502

720
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 721

Appendice - elenco delle figure

Figura 9.1 – Sequenza degli eventi ai quali può essere soggetta una persona durante l’esodo
da un ambiente interessato dalla propagazione di fumo e gas di combustione 515

Figura 9.2 – Valori delle soglie di prestazione impiegabili per la valutazione della salvaguardia
della vita nei metodi di calcolo semplificato ed avanzato previsti dal D.M.
18/10/2019 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 516

Figura 9.3 – Scala a prova di fumo interna con realizzazione di uno spazio calmo . . . . . . 527

Figura 9.4 – Planimetria dell’ultimo piano della casa di cura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 530

Figura 9.5 – Presumibile variazione nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio
nell’archivio nei primi 20 min di sviluppo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 531

Figura 9.6 – Variazione nel tempo dell’altezza dal pavimento libera da fumo e gas di
combustione nel corridoio del reparto di degenza in funzione della modalità di
realizzazione del filtro a prova di fumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 532

Figura 9.7 – Variazione nel tempo del valore della FED per una persona che inala i prodotti
della combustione nel caso in cui il filtro a prova di fumo venga realizzato con
un camino di ventilazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 533

Figura 9.8 – Esempi di vie d’esodo orizzontali ed uscite indipendenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . 541

Figura 9.9 – Confronto tra ASET e RSET . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 554

Figura 9.10 – Descrizione qualitativa delle varie fasi nelle quali si articola l’esodo da un locale
interessato da un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 558

Figura 9.11 – Focolare tipo TF 3 della norma UNI EN 54-7. La quantità di fumo presente, di
colore chiaro, è generata dalla combustione di pochi grammi di combustibile 560

Figura 9.12 – Focolare tipo TF 4 della norma UNI EN 54-7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 562

Figura 9.13 – Presumibile variazione nel tempo della potenza termica rilasciata durante la prova
con il focolare tipo TF 4* . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 562

Figura 9.14 – Tipica distribuzione sperimentale e analitica dei tempi di attività pre-movimento
per un’attività dove gli occupanti sono in stato di veglia ed hanno familiarità
con l’edificio, nonché con sistema di allarme, complessità dell’edificio e gestione
sicurezza antincendio, di tipo M1 B1-B2 A1-A2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 569

Figura 9.15 – Larghezza effettiva di una via di esodo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 571

Figura 9.16 – Situazione di elevato affollamento in corrispondenza di una uscita di piano che
è suscettibile di provocare la formazione dell’effetto arco . . . . . . . . . . . . . . . . . 572

Figura 9.17 – Velocità di esodo, in assenza di fumo, di gruppi di persone nelle vie di uscita
al variare della densità di affollamento su piani orizzontali e scale aventi differenti
dimensioni dei gradini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 573

Figura 9.18 – Velocità di esodo di gruppi di persone in una via d’uscita che si sviluppa su
un piano orizzontale al variare della tipologia e del quantitativo di fumo e gas
di combustione presenti nell’ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 574

Figura 9.19 – Flusso specifico, in assenza di fumo, di gruppi di persone al variare della densità
di affollamento su piani orizzontali e scale aventi gradini di differenti dimensioni 577

Figura 9.20 – Calcolo dei vari parametri che intervengono nella valutazione della salvaguardia
della vita delle persone durante la fase di esodo di un edificio nel quale si è
sviluppato un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 577

721
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 722

Appendice - elenco delle figure

Figura 9.21 – Vista tridimensionale dello stabilimento per la lavorazione della carta con le uscite
finali, con indicazione della posizione del focolaio d’incendio e del gruppo più
svantaggiato di persone ai fini dell’esodo, nonché della disposizione del materiale
combustibile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 579

Figura 9.22 – Variazione cautelativa della potenza termica che nel tempo viene rilasciata nello
stabilimento durante le prime fasi di sviluppo della combustione nello scenario
d’incendio di progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 581

Figura 9.23 – Variazione nel tempo, durante la fase iniziale di sviluppo dell’incendio, dell’altezza
dal pavimento libera da fumo e gas di combustione in prossimità dell’uscita
finale al termine della via di esodo percorsa dal gruppo di persone più
svantaggiato (zona più sfavorita delle vie di fuga nello scenario d’incendio di
progetto), calcolata con il modello d’incendio numerico avanzato FDS . . . . . . 585

Figura 9.24 – Planimetria del terzo piano dell’edificio destinato ad uffici . . . . . . . . . . . . . . . . . 594

Figura 9.25 – Prodotti della combustione che si propagano nel vano scala di un edificio
multipiano interessato da un incendio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 596

Figura 9.26 – Planimetria dell’edificio adibito a scuola dell’infanzia secondo la specifica regola
tecnica prescrittiva descritta nel D.M. 26/08/1992 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 600

Figura 9.27 – Planimetria dell’edificio adibito a scuola dell’infanzia secondo il D.M. 18/10/2019
integrato attualmente con i decreti ministeriali 14/02/2020 e 06/04/2020 . . . . . 605

Figura 9.28 – Planimetria del piano seminterrato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 618

Figura 9.29 – Sezione del deposito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 619

Figura 9.30 – Variazione della potenza termica che nel tempo viene rilasciata all’interno del
compartimento durante lo scenario d’incendio di progetto . . . . . . . . . . . . . . . . . 627

Figura 9.31 – Variazione nel tempo, durante i primi 15 min di sviluppo dell’incendio, dell’altezza
dal pavimento libera da fumo e gas di combustione in prossimità dell’uscita
finale che viene per prima utilizzata dai Vigili del Fuoco per iniziare l’efficace
opera di estinzione dell’incendio, calcolata con il modello d’incendio numerico
avanzato FDS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 628

722
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 723

Glossario

GLossArIo
Si precisa che le definizioni dei termini indicati con ** sono estrapolate dal capitolo G.1 dell’allegato al
D.M. 18/10/2019 che tratta anche le definizioni di particolare interesse nel settore della prevenzione incendi.

- Alimentazione di emergenza**: alimentazione di sicurezza o di riserva;


- Alimentazione di sicurezza**: sistema elettrico inteso a garantire l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o
parti dell’impianto elettrico necessari per la sicurezza delle persone (l’alimentazione di sicurezza risulta essere
necessaria per alimentare gli impianti significativi ai fini della gestione della sicurezza antincendio e dell’emergenza,
quali ad esempio illuminazione di sicurezza, gruppi di pompaggio antincendio, sistemi estrazione fumo, sistemi
elettrici di ripristino delle compartimentazioni, impianti di rivelazione di sostanze o miscele pericolose, ascensori
antincendio, ecc.; inoltre, i sistemi di sicurezza e gli impianti dotati di alimentazione elettrica di sicurezza sono
normalmente alimentati da una sorgente di alimentazione ordinaria che, in caso di indisponibilità o in situazioni
di emergenza, viene sostituita automaticamente dalla sorgente di alimentazione di sicurezza;
- Alimentazione di riserva**: sistema elettrico inteso a garantire l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o di
parti di impianto per motivi diversi dalla sicurezza delle persone;
- Altezza media visibile della fiamma: distanza, valutata in direzione verticale, della zona nella quale si evidenzia
la combustione; essa può approssimativamente definirsi come la distanza che intercorre fra la base della fiamma
e quella in corrispondenza della quale essa si manifesta con una intermittenza di circa il 50%;
- Ambito**: porzione delimitata dell’attività avente la caratteristica o la qualità descritta nella specifica misura
(esso può riferirsi all’intera attività o a parte di essa; ad esempio, piano, compartimento, opera da costruzione,
area a rischio specifico, area all’aperto, area sotto tettoia, ecc.);
- Area a rischio specifico**: ambito dell’attività caratterizzato da rischio di incendio sostanzialmente differente
rispetto a quello tipico dell’attività (l’individuazione delle aree a rischio specifico è effettuata dal progettista secondo
i criteri del capitolo V.1 oppure è riportata nelle Regole Tecniche Verticali);
- Aria teorica di combustione: massa d’aria contenente tanto ossigeno quanto ne è necessario affinché la
combustione di un determinato combustibile sia completa (stechiometrica);
- ASET: tempo disponibile per l’esodo;
- Attestazione della conformità: procedura alla quale un fabbricante deve sottoporre i propri prodotti per per-
metterne l’immissione in commercio e l’impiego in modo da garantire l’ottemperanza ai requisiti essenziali di
sicurezza previsti dalla Direttiva della Comunità Economica Europea applicabile;
- Attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi: attività riportata nell’allegato I del decreto del Presidente
della Repubblica 01/08/2011, n. 151;
- Autocombustione: processo di combustione che iniziando da una ossidazione lenta e spontanea determina
un progressivo aumento di calore all’interno del combustibile, con conseguente crescita della temperatura della
massa del combustibile, che implica un rapido incremento della velocità di reazione e, quindi, della temperatura
che, pertanto, raggiunge il valore di ignizione;
- Azione termica: azione cui è sottoposto un prodotto durante un incendio naturale o sperimentale;
- Azioni eccezionali: azioni (incendi, esplosioni, urti ed impatti) che si verificano solo eccezionalmente nel corso
della vita nominale (essa indica il numero di anni nel quale una struttura, purché soggetta alla manutenzione
ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata) della struttura;
- Azioni permanenti: azioni che agiscono durante tutta la vita nominale di progetto della costruzione, la cui
variazione di intensità nel tempo è molto lenta e di modesta entità; esse derivano da carichi non rimovibili
durante il normale esercizio della costruzione, quali quelli relativi a tamponature esterne, divisori interni, massetti,
isolamenti, pavimenti e rivestimenti del piano di calpestio, intonaci, controsoffitti, impianti ed altro;
- Azioni variabili: azioni che agiscono con valori istantanei che possono risultare sensibilmente diversi fra loro
nel corso della vita nominale della struttura:
- sovraccarichi;
- azioni del vento;
- azioni della neve;
- azioni della temperatura.
Le azioni variabili sono dette di lunga durata se agiscono con un’intensità significativa, anche non continuati-
vamente, per un tempo non trascurabile rispetto alla vita nominale della struttura. Sono dette di breve durata
se agiscono per un periodo di tempo breve rispetto alla vita nominale della struttura. A seconda del sito ove
sorge la costruzione, una medesima azione climatica può essere di lunga o di breve durata;
- Backdraft: veloce combustione con presenza di fiamma provocata dall’improvviso ingresso di aria in un ambiente
chiuso, nel quale vi è scarso contenuto di ossigeno, dove sono presenti ad elevata temperatura dei prodotti
di pirolisi incombusti generati da una combustione incompleta;
- Buoyancy: spinta termica ascensionale, causata dalla differenza di densità, a seguito della quale un fluido si
muove in un campo gravitazionale (in genere, essa si produce durante un incendio);
- Calore specifico: energia termica necessaria, per unità di massa, per innalzare di un grado la temperatura di
un corpo;
- Campo di applicazione diretta del risultato di prova**: ambito, previsto dallo specifico metodo di prova e
riportato nel rapporto di classificazione, delle limitazioni d’uso e delle possibili modifiche apportabili al campione
che ha superato la prova, tali da non richiedere ulteriori valutazioni, calcoli o approvazioni per l’attribuzione
del risultato conseguito;
- Campo di applicazione estesa del risultato di prova**: ambito, non compreso tra quelli previsti nel campo
di applicazione diretta del risultato di prova, definito da specifiche norme di estensione;

723
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 724

Glossario

- Capacità di compartimentazione in caso d’incendio**: attitudine di un elemento strutturale a conservare,


sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della
combustione, nonché tutte le altre prestazioni se richieste;
- Capacità di deflusso: numero massimo di persone che, in un sistema di vie d’uscita, si assume possa defluire
attraverso una uscita di «modulo uno»; tale dato, che viene stabilito nelle specifiche regole tecniche di prevenzione
incendi, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento antincendio;
- Capacità portante in caso d’incendio**: attitudine della struttura, di una parte della struttura o di un elemento
strutturale, a conservare una sufficiente resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco, tenendo conto delle altre
azioni agenti;
- Carico d’incendio**: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio,
corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Limitatamente
agli elementi strutturali di legno, è possibile considerarne il contributo tenendo conto del fatto che gli stessi
devono altresì garantire la conseguente resistenza al fuoco. Tale contributo deve essere determinato tramite
consolidati criteri di interpretazione del fenomeno. Il carico di incendio è espresso in MJ; convenzionalmente
1 MJ è assunto pari all’energia sviluppata da 0,057 kg di legna equivalente;
- Carico d’incendio specifico**: carico di incendio riferito all’unità di superficie lorda di piano, espresso in MJ/m²;
- Carico d’incendio specifico di progetto**: carico d’incendio specifico corretto in base ai parametri indicatori
del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti. Esso
costituisce la grandezza di riferimento per le valutazioni della resistenza al fuoco delle opere da costruzione;
- Cavo resistente al fuoco: cavo elettrico destinato al trasporto di energia elettrica o alla trasmissione di segnali
e che durante un incendio, per un determinato intervallo di tempo, garantisce la sua funzione progettuale durante
una specifica prova di resistenza al fuoco;
- Ceiling jet: movimento orizzontale del fumo e dei gas di combustione in prossimità del soffitto dovuto alla
spinta ascensionale che si genera al di sopra di un focolare;
- Circuito aeraulico: sistema composto da tubazioni all’interno del quale l’aria si muove con valori di velocità
e pressioni dipendenti dalle caratteristiche di un ventilatore connesso al sistema;
- Classe di resistenza al fuoco**: intervallo di tempo espresso in minuti, definito in base al carico di incendio
specifico di progetto, durante il quale il compartimento antincendio garantisce la resistenza al fuoco. È riferita
ad una curva nominale d’incendio;
- Coefficiente di convezione: coefficiente che indica la capacità dell’energia termica di essere trasferita da un
fluido in movimento ad una superficie solida;
- Coefficiente di estinzione: logaritmo naturale del rapporto tra l’intensità luminosa incidente e quella trasmessa
ad una data lunghezza d’onda per unità di percorso di un determinato mezzo attraversato;
- Coefficiente parziale di sicurezza: coefficiente mediante il quale si ottiene la resistenza di calcolo di un determinato
materiale a partire dal valore caratteristico della sua resistenza (nel caso dell’acciaio e del calcestruzzo, esso
è rispettivamente indicato dalla tensione caratteristica di snervamento e dalla resistenza a compressione);
- Comburente: sostanza, o miscuglio normalmente gassoso, che a contatto di altre sostanze combustibili è in
grado di provocare una forte reazione esotermica;
- Combustibile: sostanza che, in determinate condizioni, è capace di bruciare;
- Combustione: reazione esotermica tra una sostanza combustibile e un comburente generalmente accompagnata
da fiamme e/o bagliore e/o emissione di fumo;
- Combustione completa: combustione nella quale viene rilasciato il massimo valore di energia termica;
- Compartimento antincendio**: parte dell’opera da costruzione organizzata per rispondere alle esigenze della
sicurezza in caso di incendio e delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del
fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco. Qualora non sia prevista alcuna compartimentazione,
si intende che il compartimento coincida con l’intera opera da costruzione;
- Concentrazione: la quantità di una data sostanza solida, liquida o gassosa contenuta per unità di massa o
di volume all’interno di una miscela che è riferita a determinate condizioni di temperatura e pressione;
- Condizioni critiche per la salute delle persone: circostanze nelle quali vengono raggiunti, in un ambiente
nel quale si è verificato un incendio e dove sono presenti delle persone, i valori limite (valori massimi accettabili)
di temperatura, flusso termico, della concentrazione di gas tossici di combustione, o di altre grandezze ad esse
direttamente connesse, che si reputano possano costituire un serio pericolo per la vita umana, ma che ancora
consentono che l’esodo delle persone da un edificio possa avvenire con sufficienti condizioni di sicurezza;
- Conduttività termica: energia termica trasferita in direzione perpendicolare ad una superficie unitaria, a causa
di un gradiente di temperatura, nell’unità di tempo e in condizioni stazionarie;
- Conduzione: trasferimento di energia termica all’interno di un corpo che segue la legge di Fourier;
- Cono calorimetrico: apparecchiatura che, tramite la misura del consumo di ossigeno o della variazione nel
tempo della massa del combustibile bruciato, determina la potenza termica rilasciata durante la combustione
da una sostanza;
- Controllo dell’incendio: azione di estinzione eseguita su un incendio in fase di sviluppo in modo che la potenza
termica rilasciata non possa più aumentare nel tempo; in genere, tale azione, che può essere svolta automa-
ticamente da un impianto sprinkler, riduce sensibilmente l’entità della combustione e, quindi, agevola la successiva
estinzione dell’incendio da parte delle squadre di soccorso;
- Controllo periodico: insieme di operazioni che vengono eseguite con periodicità per verificare la completa e
corretta funzionalità delle attrezzature e dei sistemi di protezione antincendio;
- Convezione: processo di trasferimento di energia termica che avviene con spostamento di materia tramite un
fluido in movimento;

724
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 725

Glossario

- Corpo nero: un radiatore che irradia con la massima energia termica possibile e che assorbe tutta la radiazione
elettromagnetica incidente;
- Corridoio cieco (o percorso unidirezionale)**: porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica
direzione;
- Crescita di un incendio: prima fase dello sviluppo di un incendio, subito dopo l’ignizione, nella quale la com-
bustione procede in relazione alla tipologia, massa, distribuzione e disposizione spaziale del combustibile nel-
l’ambiente; a seconda dei casi, la crescita viene definita di tipo lento, medio, rapido e ultra-rapido;
- Curva di rilascio termico: variazione nel tempo dell’energia termica emessa da un focolare o da un incendio
per unità di tempo;
- Curva naturale d’incendio: variazione della temperatura media dei gas di combustione nel tempo determinata
in base a modelli d’incendio e a parametri fisici che definiscono le variabili di stato all’interno di un locale
(generalmente, si tratta del carico d’incendio, della superficie di ventilazione e delle strutture di delimitazione
del locale);
- Curva nominale d’incendio: variazione della temperatura media nel tempo adottata per la classificazione delle
costruzioni e per le verifiche di resistenza al fuoco di tipo convenzionale; esse sono riferite a una delle tre
seguenti tipologie d’incendio: standard, idrocarburi e esterno;
- Datore di lavoro: il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che,
secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la respon-
sabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa;
- Decadimento: fase dell’incendio nella quale, dopo che è stata raggiunta l’ignizione di tutti i materiali combustibili
presenti nell’ambiente, la combustione inizia a rallentare per il progressivo esaurimento del combustibile;
- Densità di affollamento**: numero massimo di occupanti assunto per unità di superficie lorda dell’ambito di
riferimento (persone/m²);
- Densità di scarica: portata d’acqua scaricata da un erogatore per unità di superficie del pavimento;
- Densità ottica del fumo: logaritmo decimale del rapporto, ad una determinata lunghezza d’onda, tra l’intensità
luminosa incidente in uno strato di fumo e quella trasmessa per unità di percorso; essa esprime, quindi, la
capacità che ha il fumo di attenuare l’intensità di un raggio luminoso che lo attraversa;
- Densità ottica del fumo per unità di massa: densità ottica del fumo moltiplicata per il rapporto tra il volume
dell’ambiente di prova e la massa del materiale che è bruciata durante la combustione;
- Detonazione: tipo di combustione che comporta un’esplosione a velocità supersonica che genera un’onda d’urto,
dove il materiale gassoso è in espansione ad alta temperatura, altissima pressione e densità pressoché costan-
te;
- Dichiarazione CE di conformità: documento che il fabbricante di un prodotto deve obbligatoriamente redigere,
tenere in possesso e rendere disponibile, con le informazioni richieste dalla Direttiva della Comunità Economica
Europea nella pertinente norma armonizzata, prima di procedere alla immissione sul mercato del prodotto;
- Difficilmente accendibile: materiale combustibile che per potersi infiammare deve essere sottoposto ad elevati
valori del flusso termico (in genere, almeno di 40 kW/m2);
- Diffusività termica: grandezza legata alla rapidità con la quale l’energia termica si propaga all’interno di un
corpo; essa è data dal rapporto fra la conduttività termica di un materiale e il prodotto del calore specifico per
la densità;
- Direct Numerical Simulation: metodo di risoluzione numerica diretta delle equazioni di Navier-Stokes;
- Dose di esposizione: quantità di gas nocivi che viene inalata in un determinato tempo e che è valutata
integrando la curva di variazione nel tempo della concentrazione presente nell’ambiente in prossimità delle vie
respiratorie di una persona;
- Efficienza della combustione: rapporto fra l’energia termica effettivamente emessa da un combustibile durante
la combustione e quella teorica;
- Elementi strutturali: parti e elementi di opere da costruzione, composte da uno o più prodotti anche non
aventi specifici requisiti di resistenza al fuoco;
- Elemento termosensibile: componente di un ugello che si rompe per effetto dell’esposizione al calore al rag-
giungimento di una temperatura stabilita provocando l’apertura dell’ugello stesso;
- Emergenza: rischio imminente o grave minaccia di pericolo per le persone e/o i beni;
- Emissività: numero adimensionale che rappresenta il rapporto fra l’energia che nell’unità di tempo viene irradiata
dall’unità di superficie di un determinato materiale e quella del corpo nero alla stessa temperatura;
- Energia termica di gassificazione: energia termica necessaria per vaporizzare, a temperatura ambiente, l’unità
di massa di un dato combustibile;
- Ente di Normalizzazione Europea: Organismo Europeo di Normalizzazione o Organismo di Normalizzazione
appartenente agli Stati membri dell’Unione Europea o che sono parti contraenti dell’accordo sullo spazio economico
europeo;
- Erogatore sprinkler: dispositivo termosensibile costruito per attivarsi ad una determinata temperatura e procedere
automaticamente ad inviare un getto d’acqua, di forma, consistenza e portata di predeterminate caratteristiche,
su una specifica superficie;
- Esodo: trasferimento di una o più persone da un ambiente a rischio ad un luogo sicuro;
- Esodo per fasi**: modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione
degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo
innesco. Si attua con l’ausilio di misure antincendio di protezione attiva, passiva e gestionali;
- Esodo orizzontale progressivo**: modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compar-
timento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio
non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro;

725
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 726

Glossario

- Esodo simultaneo**: modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a
luogo sicuro (l’attivazione della procedura di esodo segue immediatamente la rivelazione dell’incendio oppure
è differita dopo verifica da parte degli occupanti dell’effettivo innesco dell’incendio);
- Esplosione: improvviso e violento rilascio di energia meccanica, chimica o nucleare, normalmente con produzione
di gas ad altissima temperatura e pressione. L’espansione istantanea di questi gas crea un’onda d’urto nel
mezzo in cui avviene che, in assenza di ostacoli, si espande in una sfera centrata nel punto dell’esplosione.
Le esplosioni chimiche vengono suddivise in deflagrazioni, nelle quali la propagazione della reazione chimica
di esplosione è una forma di combustione endogena che procede nel materiale a velocità subsonica, e detonazioni
nelle quali il processo avviene con velocità supersonica;
- Evacuatore naturale di fumo e calore: apparecchiatura che entra in funzione in caso di necessità, in modo
automatico o manuale, per permettere una sufficiente eliminazione all’esterno di fumo e calore da un ambiente
invaso dai prodotti della combustione;
- Evacuazione a fasi successive: evacuazione delle persone da un’area coinvolta in un incendio che succes-
sivamente, qualora la situazione degeneri in modo pericoloso, comporta la completa evacuazione della restante
parte dell’edificio;
- Evacuazione in due fasi: evacuazione delle persone da un’area coinvolta in un incendio che successivamente,
qualora la situazione degeneri in modo pericoloso, comporta l’evacuazione dagli ambienti adiacenti e soprastanti
a quello dove si è originato l’incendio;
- Evacuazione totale: sgombero completo delle persone, che inizia contemporaneamente da uno o più ambienti
interni ad un edificio, verso un luogo sicuro;
- Facilmente accendibile: materiale combustibile che per potersi infiammare deve essere sottoposto a valori
non elevati del flusso termico (in genere, almeno di 10 kW/m2);
- Fattore di emissione: massa di fumo generata per unità di massa di combustibile bruciato (durante le prove
sperimentali viene misurata la massa di particolato che si deposita su un determinato filtro);
- Fattore di ventilazione: parametro attraverso il quale viene riassunta l’influenza che il valore e le dimensioni
delle superfici di ventilazione presenti nelle pareti, rispetto alla superficie totale di un determinato ambiente,
hanno sull’incendio nella fase di pieno sviluppo;
- Fattore di vista: frazione del flusso termico totale irradiato da una sorgente emettitrice che giunge ad un ber-
saglio;
- Fiamma: fenomeno che generalmente si produce nella zona di contatto di due gas che reagiscono fra loro
sviluppando elevata energia termica e luce;
- Filtro**: compartimento antincendio nel quale la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio sia resa trascurabile,
in particolare grazie all’assenza di inneschi efficaci ed al ridotto carico di incendio specifico qf ammesso;
- Filtro di tipo a prova di fumo (o a prova di fumo)**: locuzione che indica la capacità di un compartimento
di limitare l’ingresso di fumo generato da incendio che si sviluppi in compartimenti comunicanti;
- Fire Dynamics Simulator (FDS): modello d’incendio numerico avanzato di campo per la simulazione della
dinamica di un incendio;
- Flashover: rapida transizione in un ambiente confinato nella quale, durante lo sviluppo di un incendio, si ha
il coinvolgimento nella combustione di tutti i materiali combustibili presenti nell’ambiente;
- Flusso convettivo concorde: flusso di aria che si muove nella stessa direzione di quella di propagazione del
fronte di fiamma sulla superficie di un materiale combustibile;
- Flusso convettivo discorde: flusso di aria che si muove in direzione opposta a quella di propagazione del
fronte di fiamma sulla superficie di un materiale combustibile;
- Flusso di persone: numero massimo di persone che, in un sistema di vie di uscita, passano attraverso una
determinata soglia nell’unità di tempo;
- Flusso specifico: numero massimo di persone che, in un sistema di vie d’uscita, si assume possa defluire,
nell’unità di tempo e di larghezza effettiva, in modo ordinato attraverso una determinata soglia;
- Flusso termico critico: livello di soglia del flusso termico radiante che deve agire su un determinato materiale
combustibile al di sotto del quale non si produce la miscela combustibile con l’aria e, quindi, non si verifica
l’ignizione;
- Flusso termico radiante: energia termica radiante emessa, trasmessa o ricevuta da un corpo nell’unità di
tempo e di superficie;
- Focolare tipo: combustione riproducibile, di tipo covante o con fiamma, di determinati combustibili che viene
riprodotta in un determinato ambiente di prova per accertare la sensibilità di funzionamento di un rivelatore di
fumo;
- Fractional Effective Concentration (FEC): rapporto fra la concentrazione di una sostanza nociva che si libera
nella combustione di un materiale e quella necessaria per provocare per inalazione un dato effetto sull’organismo
umano (in genere, l’incapacitazione);
- Fractional Effective Dose (FED): rapporto fra la dose di esposizione di una sostanza asfissiante o irritante
che si libera nella combustione di un materiale e quella necessaria per causare per inalazione un determinato
effetto sull’organismo umano (in genere, l’incapacitazione);
- Fuel/air equivalence ratio: rapporto tra la massa di aria necessaria per la combustione completa di un com-
bustibile rispetto a quella effettivamente disponibile;
- Fumo: particelle solide e liquide sospese nell’aria che si creano a seguito di una combustione e che sono
visibili;
- Funzione Probit: funzione che stima anche la probabilità che ha una persona di subire un definito danno a
seguito dell’assorbimento di una determinata dose di sostanza tossica;

726
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 727

Glossario

- Gas asfissiante: sostanza tossica che provoca la perdita di coscienza e può condurre alla morte una persona
per mancanza di ossigeno a causa degli effetti dannosi prodotti sul sistema nervoso e sull’apparato cardiova-
scolare;
- Gas irritante: sostanza tossica che produce l’immediata irritazione degli occhi e dell’apparato respiratorio inferiore
di una persona;
- Grado di utilizzazione: rapporto tra l’azione di progetto in caso d’incendio e la corrispondente resistenza ad
inizio incendio di un elemento strutturale;
- Ignizione: fase iniziale della combustione;
- Ignizione pilotata: ignizione di una miscela combustibile-comburente provocata da una determinata sorgente
termica (piccola fiamma pilota, ecc.);
- Illuminamento: rapporto tra il flusso luminoso incidente sulla superficie elementare nell’intorno del punto con-
siderato e la superficie elementare stessa;
- Illuminazione di sicurezza: impianto munito di sorgente autonoma di energia elettrica, di linea e di apparecchi
di illuminazione totalmente distinti da quelli ordinari che è in grado di entrare in funzione automaticamente ed
immediatamente, al cessare dell’energia elettrica proveniente dalla rete di distribuzione pubblica, illuminando
convenientemente almeno le vie di esodo e le uscite di sicurezza di un locale;
- Immediately Dangerous to Life or Health (IDHL): concentrazione nell’aria inalata di una determinata sostanza
tossica che un adulto sano può respirare per 30 min senza riportare danni irreversibili e significativi;
- Impianto o sistema di protezione attiva contro l’incendio**: impianto di rivelazione e segnalazione allarme
incendio, impianto di inibizione, controllo o estinzione dell’incendio di tipo automatico o manuale ed impianto di
controllo del fumo e del calore;
- Impianto di allarme: impianto ad azionamento manuale o automatico utilizzato per segnalare una situazione
di pericolo (ad esempio, un incendio);
- Impianto fisso di estinzione: impianto, ad azionamento manuale o automatico, costituito da valvole, tubazioni
ed erogatori in grado di scaricare un idoneo agente estinguente in una zona incendiata;
- Impianto di inibizione, controllo o estinzione dell’incendio (automatico o manuale)**: impianto antincendio
in grado di erogare l’agente estinguente secondo appropriate configurazioni o di inibire l’incendio;
- Impianto di rivelazione automatica incendio (IRAI): impianto in grado automaticamente di rilevare, localizzare
e segnalare a distanza un principio d’incendio;
- Impianto di estrazione fumo e gas di combustione: impianto incorporato in un edificio per migliorare l’eva-
cuazione del calore e del fumo e gas di combustione all’esterno mediante apposite bocchette che sono connesse
tramite adeguate tubazioni a uno o più ventilatori;
- Inalazione: introduzione per via respiratoria;
- Incapacitazione: condizione nella quale una persona non è più in grado di attuare le iniziative personali per
la sopravvivenza;
- Incendio: rapida reazione di ossidazione incontrollata, che avviene con forte sviluppo di energia termica e lumi-
nosa, che si propaga nel tempo e nello spazio;
- Incendio controllato dal combustibile: fase dello sviluppo di un incendio all’interno di un ambiente nella quale
vi è una sufficiente quantità di aria per alimentare adeguatamente la combustione;
- Incendio controllato dalla ventilazione: fase dello sviluppo di un incendio all’interno di un ambiente nella
quale la quantità di aria che alimenta la combustione è insufficiente;
- Incendio convenzionale di progetto**: incendio definito attraverso una curva di incendio che rappresenta l’an-
damento, in funzione del tempo, della temperatura media dei gas di combustione nell’intorno della superficie
degli elementi costruttivi. La curva di incendio di progetto può essere:
a) nominale: curva adottata per la classificazione delle opere da costruzione e per le verifiche di resistenza al
fuoco di tipo convenzionale;
b) naturale: curva determinata in base a modelli d’incendio e a parametri fisici che definiscono le variabili di
stato all’interno del compartimento antincendio;
- Incendio covante: combustione che procede senza fiamma sulla superficie di un combustibile in modo lento,
con scarsa luminosità e assenza di rumore;
- Incendio localizzato**: focolaio d’incendio che interessa una zona limitata del compartimento antincendio,
con sviluppo di calore concentrato in prossimità degli elementi costruttivi posti superiormente al focolaio
o immediatamente adiacenti;
- Incendio pienamente sviluppato: fase dell’incendio nella quale tutti i materiali combustibili presenti in un locale
sono coinvolti nella combustione;
- Incombustibile: materiale che non dà luogo ad una combustione anche quando è soggetto all’azione di elevate
quantità di energia termica;
- Inerzia termica: radice quadrata del prodotto fra la conduttività termica, il calore specifico e la densità di un
materiale; essa influenza l’aumento di temperatura che subisce un materiale quando è soggetto ad un flusso
termico;
- Ingegneria della sicurezza antincendio (metodo prestazionale, Fire Safety Engineering - FSE)**: applicazione
di principi ingegneristici, di regole e di giudizi esperti basati sulla valutazione scientifica del fenomeno della
combustione, degli effetti dell’incendio e del comportamento umano, finalizzati alla tutela della vita umana, alla
protezione dei beni e dell’ambiente, alla quantificazione dei rischi di incendio e dei relativi effetti ed alla valutazione
analitica delle misure antincendio ottimali, necessarie a limitare entro livelli prestabiliti le conseguenze dell’incendio,
secondo le indicazioni del capitolo M.1 dell’allegato al D.M. 18/10/2019;
- Ipertermia: aumento della temperatura corporea che subisce l’organismo umano quando viene sottoposto ad
uno stress termico ed il sistema termoregolatore non è più in grado di controllare la temperatura;

727
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 728

Glossario

- Irraggiamento: processo attraverso il quale l’energia termica viene trasferita tramite onde elettromagnetiche;
- Laboratorio di prova**: il laboratorio, notificato alla Commissione UE, che effettua prove su prodotti aventi
specifici requisiti, ai fini dell’apposizione della marcatura CE, in riferimento al CPR; i laboratori della DCPST e
i laboratori italiani autorizzati ai sensi del decreto del Ministro dell’Interno 26/03/1985; i laboratori di uno degli
altri Stati della Unione Europea o di uno degli Stati contraenti l’accordo SEE e la Turchia, cui viene riconosciuta
l’indipendenza e la competenza previsti dalla norma EN ISO/CEI 17025 o da equivalenti garanzie riconosciute
in uno degli Stati stessi;
- Large Eddy Simulation (LES): metodo di simulazione per le turbolenze a grandi vortici;
- Larghezza effettiva di una uscita o di una via di uscita: larghezza, inferiore a quella geometrica, che viene
effettivamente utilizzata dalle persone che stanno evacuando un locale; essa tiene conto degli spostamenti
laterali che una persona deve eseguire durante l’esodo per mantenersi in equilibrio;
- Larghezza totale delle uscite da un compartimento antincendio: numero complessivo di moduli di uscita
necessari per il regolare e ordinato sfollamento delle persone da un compartimento antincendio;
- Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di
apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari;
- Livello di prestazione (performance requirement)**: specificazione oggettiva della prestazione richiesta all’at-
tività per realizzare la misura antincendio;
- Livello di soglia (criterio di accettabilità): massima esposizione ammissibile ai rischi derivanti dagli effetti
che si producono nell’organismo umano che sono connessi con lo sviluppo di un incendio che consente ancora
alle persone presenti di svolgere la fase di esodo da un edificio con sufficienti condizioni di sicurezza; esso
può riferirsi a valori di temperatura, di flussi termici, di concentrazione di sostanze nocive, di visibilità, ecc.;
- Luminanza: rapporto tra l’intensità luminosa emessa in una direzione e la superficie emittente proiettata su un
piano perpendicolare alla direzione stessa;
- Lunghezza di corridoio cieco**: distanza che ciascun occupante deve percorrere lungo una via d’esodo dal
punto in cui si trova fino a raggiungere:
a. un punto in cui diventa possibile l’esodo in più di una direzione;
b. oppure un luogo sicuro.
La lunghezza di corridoio cieco è valutata con il metodo del filo teso senza tenere conto degli arredi mobili;
- Lunghezza d’esodo**: distanza che ciascun occupante deve percorrere lungo una via d’esodo dal punto in
cui si trova fino a raggiungere un luogo sicuro temporaneo oppure un luogo sicuro. La lunghezza d’esodo è
valutata con il metodo del filo teso senza tenere conto degli arredi mobili;
- Luogo di lavoro: luogo destinato a ospitare posti di lavoro, ubicato all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva,
nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito
del proprio lavoro;
- Luogo sicuro**: luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi sta-
zionano o vi transitano; tale rischio è riferito ad un incendio nell’attività;
- Luogo sicuro temporaneo**: luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti
che vi stazionano o vi transitano; tale rischio è riferito ad un incendio in ambiti dell’attività specificati, diversi
dal luogo considerato;
- Manuale d’uso e manutenzione dell’impianto**: documentazione, redatta in lingua italiana, che comprende
le istruzioni necessarie per la corretta gestione dell’impianto di protezione attiva contro l’incendio e per il
mantenimento in efficienza dei suoi componenti. Il manuale deve essere predisposto dall’impresa installatrice
dell’impianto, anche sulla base dei dati forniti dai fabbricanti dei componenti installati, e consegnato all’utiliz-
zatore;
- Manutenzione: operazione o intervento finalizzato a mantenere in efficienza ed in buono stato le attrezzature
e gli impianti;
- Manutenzione ordinaria: operazione che viene attuata, in genere, sul posto con strumenti ed attrezzature
appropriate; essa si limita ad azioni di lieve entità che hanno lo scopo di verificare la perfetta efficienza e fun-
zionalità delle attrezzature e dei sistemi di protezione antincendio;
- Marcatura CE: marchio che accompagna un prodotto e che indica che esso è conforme ad una specifica
tecnica europea e che è stato applicato il sistema di attestazione della conformità stabilito dalla pertinente
decisione della Commissione UE pubblicata sulla G.U.C.E.; possono recare la marcatura CE i prodotti realizzati
in conformità ad una norma tecnica europea armonizzata o ad un benestare tecnico europeo;
- Massimo affollamento ipotizzabile: numero massimo di persone consentito in un compartimento antincendio;
esso è determinato dal prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento;
- Modello a zone: modello d’incendio numerico avanzato che approssima le condizioni che si determinano in
un locale incendiato con diversi strati uniformi a differente temperatura;
- Modello deterministico: modello di calcolo che impiega espressioni riconosciute su basi scientifiche per ottenere,
con uguali valori dei dati di ingresso, gli stessi risultati;
- Modello di campo: modello d’incendio numerico avanzato che è derivato dalle equazioni differenziali alle derivate
parziali della fluidodinamica e della termodinamica nel quale l’ambiente di simulazione incendiato viene suddiviso
in tanti piccoli cubetti all’interno dei quali vengono stimate le varie grandezze di interesse;
- Modello probabilistico: modello che esamina i fenomeni connessi ad una serie di eventi o di stati con regole
matematiche che governano il passaggio da uno stato all’altro secondo probabilità relative ai passaggi da un
dato punto ad un altro;
- Modulo di uscita: unità di misura della larghezza delle uscite (un modulo equivale a 0,60 m ed esprime la
larghezza media occupata da una persona);

728
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 729

Glossario

- Mole: quantità di una sostanza chimica (elemento o composto), espressa in grammi, che coincide numericamente
con il valore della massa atomica o molecolare della sostanza stessa;
- Norma tecnica: la specifica tecnica, che è approvata da un organismo riconosciuto ed abilitato ad emanare
atti di normalizzazione e la cui osservanza non è obbligatoria, che definisce le caratteristiche e le prestazioni
di prodotti, processi e servizi;
- Norma tecnica europea armonizzata: specifica tecnica adottata dal Comitato Europeo di Normazione sulla
base di un mandato della Commissione dell’Unione Europea emesso ai sensi di una Direttiva della Comunità
Economica Europea;
- Normalmente resistente all’ignizione: materiale combustibile che per potersi infiammare deve essere sottoposto
a valori del flusso termico almeno di 20 kW/m2;
- Occupante**: persona presente a qualsiasi titolo all’interno dell’attività, considerata anche alla luce della sua
modalità di interazione con l’ambiente in condizioni di disabilità fisiche, mentali o sensoriali;
- Omologazione (approvazione di tipo): autorizzazione alla commercializzazione in ambito nazionale rilasciata
sul prototipo ai sensi di una disposizione legislativa nazionale di prodotto; essa è necessaria per la riproduzione
del prototipo stesso ai fini dell’immissione sul mercato;
- Origine virtuale dell’incendio: profondità sotto il livello del pavimento alla quale si ritiene concentrata la sorgente
puntiforme di calore con la quale viene modellato un incendio nelle prime fasi di sviluppo;
- Percorso d’esodo**: parte di via d’esodo che conduce dall’uscita dei locali dedicati all’attività fino all’uscita fina-
le;
- Percorso protetto di esodo: percorso di esodo caratterizzato da una adeguata protezione contro gli effetti di
un incendio che può svilupparsi nella restante parte dell’edificio. Esso può essere costituito da un corridoio
protetto, da una scala protetta o da una scala esterna;
- Perdita di carico: diminuzione della pressione che un fluido subisce a causa dell’attrito quando scorre all’interno
di una condotta; essa rappresenta l’energia necessaria che occorre conferire ad un fluido per spostarsi con
una data portata (o velocità) tra due sezioni di un circuito aeraulico o idraulico;
- Pezzatura: rapporto fra la massa di un determinato materiale e la superficie esposta all’aria;
- Piano di emergenza: sequenza programmata di azioni predisposta per affrontare adeguatamente, in relazione
al caso specifico, una situazione di pericolo, per le persone e/o i beni, che può verificarsi durante l’esercizio
di un’attività;
- Piano di uscita dall’edificio: piano dal quale sia possibile l’evacuazione degli occupanti direttamente in luogo
sicuro all’esterno dell’edificio, anche attraverso percorsi orizzontali protetti;
- Piano neutro: piano in corrispondenza del quale la pressione all’interno di un locale incendiato è pari a quella
esterna; pertanto, ad una determinata altezza dal pavimento che si trova al di sopra del piano neutro il fumo
e gas di combustione presenti in un locale possono fuoriuscire all’esterno da un’apertura di ventilazione;
- Pirolisi: degradazione termica di un materiale combustibile che precede la combustione se vi è presenza di
un’adeguata sorgente d’innesco;
- Plugholing: fenomeno che si verifica a causa dell’errata progettazione di un impianto di estrazione di fumo e
gas di combustione e che comporta l’espulsione all’esterno di aria incontaminata che si trova al di sotto dello
strato caldo di fumo e gas di combustione;
- Plume: flusso ascensionale di gas e particolato che si liberano da un incendio;
- Porta resistente al fuoco: porta o serramento di sicurezza che, insieme al telaio ed agli altri componenti
installati in un edificio, è in grado di ritardare, se chiusa, la propagazione dell’incendio e di rispettare, per un
determinato tempo, le prestazioni specificate;
- Portata massica critica di estrazione: portata massima che può essere estratta da una bocchetta di un
impianto di estrazione fumo e gas di combustione oltre la quale si verifica l’espulsione all’esterno di aria incon-
taminata, anziché di fumo e gas di combustione che costituisce lo strato caldo che si forma nel soffitto di un
locale;
- Potenza termica: grandezza variabile nel tempo durante un incendio che è data dal prodotto della velocità di
combustione per il potere calorifico della sostanza combustibile coinvolta; essa indica la rapidità con la quale
viene rilasciata l’energia termica dal combustibile e con la quale procede la combustione in determinate con-
dizioni;
- Potere calorifico: energia termica liberata durante la combustione completa dell’unità di massa di un determinato
combustibile;
- Pressione statica: pressione esercitata da un fluido non in movimento sulle pareti di una condotta o di un
recipiente in cui è contenuto;
- Prevenzione incendi**: funzione preminente di interesse pubblico diretta a conseguire, secondo criteri uniformi
sul territorio italiano, gli obiettivi di sicurezza della vita umana, di incolumità delle persone e di tutela dei beni
e dell’ambiente attraverso la promozione, lo studio, la predisposizione e la sperimentazione di norme, misure
antincendio, provvedimenti, accorgimenti e modi di azione intesi ad evitare l’insorgenza di un incendio e degli
eventi ad esso comunque connessi o a limitarne le conseguenze;
- Processo prestazionale: processo finalizzato a raggiungere obiettivi e livelli di prestazione specifici;
- Prodotti della combustione: materiali solidi, liquidi e gassosi che provengono da una combustione (generalmente,
vengono anche inclusi le fiamme e il rilascio di energia termica);
- Prodotto da costruzione**: qualsiasi prodotto o kit fabbricato e immesso sul mercato per essere incorporato
permanentemente in opere da costruzione o in parti di esse e la cui prestazione incide sulla prestazione delle
opere da costruzione rispetto ai requisiti di base delle opere stesse;
- Professionista antincendio**: tecnico abilitato iscritto negli appositi elenchi del Ministero dell’Interno di cui
all’articolo 16 del D. Lgs. 08/03/2006, n. 139;

729
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 730

Glossario

- Progetto dell’impianto**: insieme dei documenti indicati dalla norma assunta a riferimento per la progettazione
di un nuovo impianto di protezione attiva contro l’incendio o di modifica sostanziale di un impianto esistente.
Il progetto deve includere, in assenza di specifiche indicazioni della norma, almeno gli schemi e i disegni pla-
nimetrici dell’impianto, nonché una relazione tecnica comprendente i calcoli di progetto, ove applicabili, e la
descrizione dell’impianto, con particolare riguardo alla tipologia ed alla caratteristica dei materiali e dei componenti
da utilizzare ed alle prestazioni da conseguire;
- Propagazione della fiamma: movimento del fronte di fiamma lungo la superficie di un combustibile;
- Propagazione dell’incendio: sviluppo di un incendio all’interno del locale nel quale si è originata l’ignizione o
fra i vari ambienti;
- Protezione attiva**: insieme delle misure antincendio atte a ridurre le conseguenze di un incendio, che richiedono
l’azione dell’uomo o l’attivazione di un impianto;
- Protezione passiva**: insieme delle misure antincendio atte a ridurre le conseguenze di un incendio, non
incluse nella definizione di protezione attiva e non di carattere gestionale;
- Protezione sul posto**: modalità di esodo che prevede la protezione degli occupanti nell’ambito in cui si
trovano;
- Reazione al fuoco**: una delle misure antincendio di protezione da perseguire per garantire un adeguato livello
di sicurezza in condizione di incendio ed in particolare nella fase di prima propagazione dell’incendio (preflashover).
Essa esprime il comportamento di un materiale che, con la sua decomposizione, partecipa al fuoco al quale
è stato sottoposto in specifiche condizioni;
- Regola dell’arte**: stadio dello sviluppo raggiunto in un determinato momento storico dalle capacità tecniche
relative a prodotti, processi o servizi, basato su comprovati risultati scientifici, tecnologici o sperimentali. Fermo
restando il rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari applicabili, la presunzione di regola dell’arte è
riconosciuta, di prassi, alle norme adottate da Enti di normazione nazionali, europei o internazionali;
- Regola di Haber: essa stabilisce che, a parità di dose assorbita, una sostanza tossica asfissiante produce lo
stesso effetto sull’organismo umano;
- Regola tecnica di prevenzione incendi (o regola tecnica)**: disposizione regolamentare cogente in materia
di prevenzione incendi;
- Regola Tecnica Orizzontale (RTO)**: regola tecnica di prevenzione incendi applicabile a tutte le attività (essa
è costituita dai capitoli compresi nelle sezioni Generalità, Strategia antincendio e Metodi dell’allegato al
D.M. 18/10/2019);
- Regola Tecnica Verticale (RTV)**: regola tecnica di prevenzione incendi applicabile ad una specifica attività o
ad ambiti di essa, con specifiche indicazioni, complementari o sostitutive di quelle previste nella Regola Tecnica
Orizzontale;
- Resa massica: la massa di una data sostanza che si genera dalla combustione dell’unità di massa di un
determinato combustibile;
- Resistenza al fuoco**: una delle misure antincendio di protezione da perseguire per garantire un adeguato
livello di sicurezza di un’opera da costruzione in condizioni di incendio. Essa riguarda la capacità portante in
caso di incendio, per una struttura, per una parte della struttura o per un elemento strutturale nonché la capacità
di compartimentazione in caso di incendio per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, ecc.) e
non strutturali (es. porte, divisori, ecc.);
- Response Time Index (RTI): coefficiente che indica la sensibilità di un erogatore sprinkler ad attivarsi quando
è sottoposto ad un flusso termico;
- Rete di idranti (RI)**: impianto di estinzione dell’incendio, a funzionamento manuale, progettato per contrastare
gli effetti dell’incendio, in grado di erogare acqua da appositi apparecchi di erogazione;
- Rischio incendio: probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di accadimento di un incendio e che si veri-
fichino conseguenze dell’incendio sulle persone e/o i beni presenti; a seguito di idonea valutazione, il livello di
rischio incendio può risultare basso, medio o elevato;
- Rivelatore d’incendio: dispositivo facente parte di un sistema che è in grado di rilevare precocemente la
presenza di un incendio nell’ambiente attraverso la frequente e costante sorveglianza di uno o più fenomeni
che possono accompagnare una combustione (fumo, calore o fiamma) e che fornisce almeno un corrispondente
segnale ad una centrale di controllo e segnalazione;
- RSET: tempo richiesto per l’esodo;
- Scala a prova di fumo: scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso per ogni piano,
mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno di autochiusura, da
spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato di parapetto a giorno;
- Scala a prova di fumo interna: scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso, per ogni
piano, da filtro a prova di fumo;
- Scala di sicurezza esterna: scala totalmente esterna, rispetto al fabbricato servito, munita di parapetto rego-
lamentare e di altre caratteristiche stabilite dalla norma;
- Scala protetta: scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto, da ogni piano,
con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di autochiusura;
- Scenario d’incendio**: descrizione completa ed univoca dell’evoluzione dell’incendio in relazione ai suoi tre
aspetti fondamentali: focolare, attività ed occupanti;
- Scenario d’incendio di progetto**: specifico scenario d’incendio in relazione al quale viene condotta l’ap-
plicazione dei metodi dell’ingegneria della sicurezza antincendio;
- Segnaletica di sicurezza (o segnaletica)**: segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad un’attività o ad una
situazione determinata, fornisce un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza, e che utilizza, a
seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un
segnale gestuale;

730
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 731

Glossario

- SEFFC: sistema di evacuazione forzata di fumo e calore;


- SENFC: sistema di evacuazione naturale di fumo e calore;
- Sistema di gestione della sicurezza antincendio: predisposizione ed attuazione di una serie di azioni pianificate
(manutenzione, interventi di miglioramento, ecc.) aventi lo scopo di mantenere nel tempo, all’interno di un’attività
a rischio d’incendio, tutti i parametri posti alla base degli scenari d’incendio ipotizzati; esso riduce al minimo i
rischi e la probabilità d’incendio all’interno di un’attività;
- Sistema di vie di uscita (o di esodo): percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che
occupano un edificio o un locale di raggiungere o permanere in un luogo sicuro. La lunghezza massima del
percorso di esodo è stabilita dalle regole tecniche;
- Sistema o impianto a disponibilità superiore**: sistema o impianto dotato di un livello di disponibilità più
elevato rispetto a quello minimo previsto dalle norme di riferimento del sistema o dell’impianto;
- Sorgente d’innesco: sorgente termica (scintilla, fiamma, oggetto caldo, favilla o flusso termico) in grado di
produrre, in relazione alla durata e al valore della potenza termica rilasciata, su un determinato combustibile
l’inizio di una combustione e a sostenerla finché essa non riesce ad autoalimentarsi;
- Sostanza o miscela pericolosa**: sostanza o miscela classificata come pericolosa ai sensi del Regolamento
(CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio (Classification, Labelling and
Packaging, CLP) delle sostanze e delle miscele;
- Sovraffollamento localizzato (crowd crush)**: pressione incontrollata della folla che determina lo schiaccia-
mento degli occupanti ed il pericolo di asfissia;
- Spazio calmo**: luogo sicuro temporaneo ove gli occupanti possono attendere e ricevere assistenza per com-
pletare l’esodo verso luogo sicuro;
- Spazio scoperto**: spazio avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione del-
l’incendio tra le eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano;
- Specifica d’impianto**: documento di sintesi dei dati tecnici che descrivono le prestazioni dell’impianto di pro-
tezione attiva contro l’incendio, le sue caratteristiche dimensionali (es. portate specifiche, pressioni operative,
caratteristiche e durata dell’alimentazione dell’agente estinguente, estensione dettagliata dell’impianto, ecc.) e
le caratteristiche dei componenti da impiegare nella sua realizzazione (es. tubazioni, erogatori, sensori, riserve
di agente estinguente, aperture di evacuazione, aperture di afflusso, ecc.). La specifica comprende il richiamo
della norma di progettazione che si intende applicare, la classificazione del livello di pericolosità, ove previsto,
lo schema a blocchi e gli schemi funzionali dell’impianto che si intende realizzare, nonché l’attestazione dell’idoneità
in relazione al pericolo di incendio presente nell’attività;
- Specifica regola tecnica prescrittiva di prevenzione incendi: disposizione regolamentare cogente in materia
di prevenzione incendi che si applica ad una determinata attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi;
- Specifica tecnica (o documento tecnico): documento che prescrive i requisiti tecnici che un determinato prodotto,
processo, servizio o sistema deve soddisfare;
- Spessore termicamente sottile: spessore di un materiale (circa 1÷2 mm) all’interno del quale, quando è sot-
toposto a un flusso termico, la temperatura può ritenersi praticamente costante;
- Spessore termicamente spesso: spessore di un materiale all’interno del quale, quando è sottoposto a un
flusso termico, la temperatura varia con la profondità;
- Stack effect: forze generate dalla diversa densità dovuta alla differenza di temperatura esistente fra l’aria che
si trova all’interno di un edificio e quella esterna che affluisce dalle aperture presenti e che alimenta l’incendio;
- Stato limite ultimo: condizione il cui raggiungimento in una costruzione ha carattere irreversibile e comporta
crolli, perdite di equilibrio e dissesti gravi che possono compromettere l’incolumità delle persone o perdita di
beni;
- Superficie in pianta lorda di un compartimento antincendio: superficie in pianta compresa entro il perimetro
interno delle pareti delimitanti il compartimento;
- Sistema di ventilazione orizzontale forzata (SVOF)**: sistema o impianto destinato ad assicurare, in caso di
incendio, lo smaltimento meccanico controllato dei fumi e dei gas caldi
- Tecnico abilitato**: professionista iscritto in albo professionale, che opera nell’ambito delle proprie competenze;
- Temperatura critica: temperatura in corrispondenza della quale si verifica la condizione di collasso di un elemento
strutturale in acciaio;
- Temperatura di autoignizione: temperatura minima alla quale la miscela combustibile-comburente inizia a bruciare
in assenza di una sorgente termica d’innesco;
- Temperatura di fire point: temperatura alla quale la superficie di un combustibile, che è stato adeguatamente
innescato, brucia e la fiamma persiste con stabilità;
- Temperatura di ignizione: temperatura minima alla quale, in presenza di un’adeguata sorgente termica d’innesco,
la miscela combustibile-comburente inizia a bruciare;
- Tempo di allarme generale: intervallo di tempo che intercorre fra la rivelazione dell’incendio e la successiva
diffusione dell’allarme generale alle persone presenti in un edificio;
- Tempo caratteristico di crescita di un incendio: tempo necessario affinché un incendio durante la fase iniziale
di crescita raggiunga un valore della potenza termica totale rilasciata nell’ambiente pari a 1000 kW;
- Tempo di attività pre-movimento: intervallo di tempo compreso fra l’istante in cui viene diffuso l’allarme generale
e quello nel quale ha effettivamente inizio il processo di evacuazione delle persone;
- Tempo di evacuazione totale: intervallo di tempo complessivamente occorrente alle persone per completare
l’evacuazione di un edificio e raggiungere o permanere in un luogo sicuro;
- Tempo di ignizione: tempo occorrente affinché la superficie di un materiale combustibile, sottoposta a un flusso
termico esterno, generi prodotti di pirolisi in quantità tale da formare con l’aria una miscela combustibile e inizi
a bruciare;

731
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 732

Glossario

- Tempo di penetrazione termica: stima del tempo mediamente impiegato da una parete non esposta al fuoco
a raggiungere, durante lo scambio termico conduttivo, la temperatura finale;
- Tempo di rivelazione: intervallo di tempo che intercorre fra l’inizio del processo di ignizione e il momento in
cui l’incendio viene rilevato;
- Tempo per raggiungere un luogo sicuro: intervallo di tempo che, a decorrere dal momento in cui ha effet-
tivamente inizio la fase di evacuazione, risulta necessario affinché tutte le persone presenti all’interno di un
edificio possano raggiungere un luogo sicuro;
- Thermal Response Parameter: parametro che indica la resistenza che un materiale combustibile oppone all’i-
gnizione e alla propagazione della fiamma sulla sua superficie;
- Tossicità: capacità intrinseca di una sostanza di produrre danni;
- Uscita di piano**: varco del sistema di esodo che immette in via d’esodo verticale da una via d’esodo orizzontale;
- Uscita finale (o uscita d’emergenza)**: varco del sistema di esodo al piano di riferimento, che immette all’esterno
verso luogo sicuro;
- Valutazione analitica: valutazione di resistenza al fuoco di un elemento strutturale o di un sistema strutturale
eseguita mediante calcoli e seguendo un procedimento analitico definito da una norma tecnica;
- Valutazione del rischio incendio: procedimento di valutazione in un luogo di lavoro derivante dalle circostanze
per le quali si verifica un pericolo d’incendio;
- Valutazione sperimentale: valutazione di resistenza al fuoco di un prodotto o di un elemento strutturale ottenuta
mediante l’esecuzione di una prova sperimentale standardizzata condotta all’interno di un laboratorio di resistenza
al fuoco;
- Valutazione tabellare: valutazione di resistenza al fuoco di un prodotto o di un elemento strutturale ottenuta
attraverso il confronto con specifiche tabelle;
- Velocità di combustione: la massa di combustibile che durante un incendio brucia nell’unità di tempo;
- Velocità di esodo: velocità con la quale una persona, o un gruppo di persone, procede lungo una via di
esodo all’interno di un determinato edificio;
- Velocità di propagazione della fiamma: velocità con cui si propaga il fronte di fiamma sulla superficie di un
combustibile;
- Velocità di propagazione dell’incendio: velocità con la quale un incendio si propaga nell’ambiente da un
materiale incendiato agli altri combustibili presenti;
- Velocità limite: velocità di un flusso d’aria che impedisce al fumo e gas di combustione di oltrepassare una
porta lasciata aperta;
- Ventilazione forzata: flusso d’aria generato nell’ambiente mediante l’impiego di sistemi meccanici;
- Ventilazione naturale: movimentazione spontanea di masse d’aria che si determina all’interno di un ambiente
nel quale sono state realizzate delle aperture di aerazione che consentono lo scambio diretto con l’aria ester-
na;
- Via d’esodo (o via d’emergenza)**: percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo,
che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano;
- Via d’esodo orizzontale**: porzione di via d’esodo a quota costante o con pendenza ≤ 5% (ad esempio, corridoi,
porte, uscite, ecc.);
- Via d’esodo verticale**: porzione di via d’esodo che consente agli occupanti variazioni di quota con pendenza
> 5% (ad esempio, scale, rampe, ecc.);
- Visibilità: distanza massima alla quale può essere visto e riconosciuto un oggetto di una data dimensione,
luminosità e contrasto (in genere, una segnalazione di esodo).

732
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 733

Bibliografia

BIBLIoGrAFIA

1) F. P. Incropera, D. P. Dewitt, «Fundamentals of Heat Transfer», Wiley, New York 1981.


2) G. M. Faeth, S. M. Jeng, J. Gore, «Heat Transfer in Fire and Combustion System», American Society of Me-
chanical Engineers, New York 1985.
3) E. M. Sparrow, R. D. Cess, «Radiation Heat Transfer», McGraw-Hill, New York 1978.
4) G. Cox, R. Chitty, «Combustion And Flame», 60, 219, 1985.
5) D. Drysdale, «An Introduction to Fire Dynamics», Wiley, New York 1985.
6) B. J. McCaffrey, «Entrainment and Heat Flux of Buoyant Diffusion Flames», National Bureau of Standard (U.S.),
NBSIR 82-2473, p. 35, 1982.
7) D. D. Evans, «Calculating Fire Plume Characteristics in a Two-layer Environment», Fire Technology, vol. 20:
(3), pp. 39-63, National Fire Protection Association, Quincy, (MA) 1984.
8) G. Heskestad, «Engineering Relations for Relations for fire Plumes», Fire Safety Journal, vol. 7, pp. 25-32, 1984.
9) H. E. Nelson, «FPETOOL: Fire Protection Engineering Tools for Hazard Estimation», Natl. Inst. Stand. Technol.,
NISTIR 4380, p. 120, 1990.
10) G. Heskestad, J. P. Hill, «Propagation of Fire and Smoke in a Corridor», Proceedings of the 1987 ASME:JSME
Thermal Engineering Joint Conference Honolulu, HI, pp. 371-379, 1987.
11) B. M. Cetegen, «Entrainment and Flame Geometry of Fire Plumes», Ph.D. Thesis, California Institute of Tech-
nology, Pasadena 1982.
12) J. G. Quintiere, K. Steckler, D. Corley, «An Assessment of Fire Induced Flows in Compartment», Fire Science
and Technology, 4, 1, 1984.
13) L. Y. Cooper, «Calculation of the Flow through a Horizontal Ceiling/floor Vent», Natl. Inst. Stand. Technol.,
NISTIR 89-4052, 1989.
14) J. W. Murdock, «Technics of Fluids», in Baumeister et al. (editors), «Marks Standard Handbook for Mechanical
Engineers», 8th ed., McGraw, New York 1978.
15) R. Siegel, J. R. Howell, «Thermal Radiation Heat Transfer», Hemisphere Publishing Corporation, 2nd ed., New
York 1981.
16) W. W. Jones, G. P. Forney, «Improvement in Predicting Smoke Movement in Compartmented Structure», Fire
Safety Journal, 21, pp. 269-297, 1993.
17) D. Drysdale, «The Pre-Flashover Compartment Fire», in «An Introduction to fire Dynamics», pp. 278-303,
Wiley, Chichester 1985.
18) P. H. Thomas, A. J. M. Heselden, «Fully Developed Fires in Single Compartments», a Co-operating research
programme of the Conseil International du Bâtiment, CIB report No. 20, Joint Fire Research Organization, Fire
Research Note 923/197.
19) M. Law, «Structural Engineering», 61A, 1, p. 25, 1983.
20) S. E. Magnusson, S. Thelandersson, «Temperature-Time Curves of Complete Process of Fire Development. The-
oretical Study of Wood Fuel Fires in Enclosed Spaces», Acta Polytechnica Scandinavia, Civil Engineering and
Building Construction Series No. 65, Stockholm 1970.
21) B. J. McCaffrey, J. G. Quintiere, M. F. Harkleroad, «Estimating Room Fire Temperature and the Likelihood of
Flashover Using Fire Test Data Correlations», Fire Technology, 17, 2, pp. 98-119, 1981.
22) V. Babrauskas, «Estimating Room Flashover Potential», Fire Technology, 16, 2, pp. 94-104, 1980.
23) O. Petterson, «Theoretical Design of Fire Exposed Structures», Lund Institute of Technology, Bulletin n. 51,
1976.
24) T. Z. Harmaty, «Design of Buildings for Fire Safety», Fire Technology, 1976.
25) K. Kawagoe, «Fire Behaviour in Rooms», Report no. 27 Building Research Institute, Ministry of Construction,
Tokyo, 1968.
26) K. Kawagoe, T. Sekine, «Estimation of Fire Temperature-time Curve for Rooms», BRI Occasional Report no.
11, Building Research Institute, Ministry of Construction, Japanese Government, 1963.
27) «Fire Resistance Tests of Structures», International Organization for Standardization Recommendation R834,
1968.
28) M. Law, «Prediction of Fire Resistance», Proceedings Symposium no. 5, Fire-Resistance Requirements for
Buildings – A New Approach, Joint Fire Research Organization, Her Majesty’s Stationery Office, London 1973.
29) J. H. Klote, J. A. Milke, «Design of Smoke Control Management Systems», ASHRAE and SFPE, Atlanta, GA
30329, pp. 21-32, 1992.

733
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 734

Bibliografia

30) P. H. Thomas et al., «Investigations into the Flow of Hot Gases in Roof Venting», Fire Research Technical paper
no. 7, HMSO, London 1963.
31) J. H. McGuire, «Smoke Movement in Buildings», Fire Technology, 3, (3), pp. 163-74, 1967.
32) P. L. Hinkley, «Rates of Production of Hot Gases in Roof Venting Experiments», Fire Safety Journal, 10 (1), pp.
57-65 1986.
33) NFPA 80A, «Protection of Buildings from Exterior Fire Exposures», National Fire Protection Association,
Quincy, MA 2017.
34) R. D. Peacock, G. P. Forney, P. A. Reneke, R. M. Portier, W. W. Jones, «CFAST, the Consolidated Model of Fire
Growth and Smoke Transport», National Institute of Standards and Technology, Technical note n. 1299, 2008.
35) W. W. Jones, G. P. Forney, R. D. Peacock, P. A. Reneke, «A Technical Reference for CFAST: an Engineering
Tool for Estimating Fire and Smoke Transport», Natl. Inst. Stand. Tech. Note 1431, 2000.
36) D. Canter (ed.), «Fires and Hhuman Behaviour», Wiley, New York 1980.
37) J. J. Fruin, «Crowd Dynamics and the Design and Management of Public Places», Conference, Los Angeles
1985.
38) NFPA 101, «Code for Safety to Life from Fire in Buildings and Structures», National Fire Protection Association,
Quincy, MA 1981.
39) J. L. Pauls, in «Proceedings of second conference on designing to survive severe hazards», IIT Research Institute,
Chicago 1977.
40) T. Jin, «Visibility Through Fire Smoke», Report of Fire Research Institute of Japan, 2 (33), 1971.
41) T. Jin, «Visibility Through Fire Smoke in Main Reports on Production Movement and Control of Smoke in Build-
ings», Japanese Association of Fire Science and Engineering, 1974.
42) ISO/TR 13387-2, «Fire Safety Engineering, Part 2: Design Fire Scenarios and Design Fires», First edition,
1999.
43) «Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile»,
Circolare n. 91 del Ministero dell’Interno, Direzione Generale dei Servizi Antincendio, 1961.
44) R. D. Peacock, P. A. Reneke, W. W. Jones, R. W. Bukowski, G. P. Forney, «A User’s Guide for FAST: Engi-
neering Tools for Estimating Fire Growth and Smoke Transport», Natl. Inst. Stand. Technol., Special Publication
n. 921, 2000.
45) «ASHRAE Handbook HVAC Systems and Equipment», American Society of Heating, Refrigerating and Air-Con-
ditioning Engineers, Atlanta, GA 1992.
46) D. M. Madrzykowski, R. Vettori, «A Sprinkler Fire Suppression Algorithm for the GSA Engineering Fire As-
sessment System», Technical Report 4833, National Institute of Standards and Technology, 1992.
47) P. D. Gandhi, «Validation of a Zone Model for Predicting Smoke Obscuration in Rooms», Journal of fire sciences,
12, pp. 313-325, 1994.
48) E. G. Butcher, A. C. Parnell, «Smoke Control in Fire Safety Design», Spon, London 1979.
49) G. J. Langdon, P. H. Thomas, P. L. Hinkley, «Fire Venting in Single-storey Buildings», Fire Research Note n. 5,
Fire Research Station, Borehamwood 1980.
50) I. A. Benjamin, F. Fung, L. Roth, «Control of Smoke Movement in Buildings: A Review», National Bureau of
Standards, Washington, D.C. 20234, 1977.
51) A. J. M. Heselden, R. Baldwin, «The Movement and Control of Smoke on Escape Routes in Buildings», Fire
Technology, 14, 3, pp. 206-222, 1978.
52) P. G. Wood, «The Behaviour of People in Fires», Fire Research Note 953, Building Research Establishment,
Fire Research Station, Borehamwood 1972.
53) R. D. Stewart, «The Effect of Carbon Monoxide on Humans», Journal of occupational medicine, pp. 304-309,
1976.
54) H. L. E. Kaplan, G. E. Hartzell, «Modelling of Toxicological Effects of Fire Gases: Incapacitating Effects of
Narcoting Fire Gases», Journal of fire sciences, vol. 2, n. 4, pp. 286-305, 1984.
55) D. A. Purser, «The Assessment of the Toxic Hazard of Materials in Fires», part 2, «The Specific Toxicities of Ma-
terials and Toxic Potencies of Combustion Products from Individual Materials», Technical Report, 1990.
56) T. Jin, «Visibility Through Fire Smoke», Fire Flammability, 9, pp. 135-154, 1978.
57) H. L. Malhotra, «Movement of Smoke and Escape Routes», part 1, «Instrumentation and Effects of Smoke on
Visibility», Fire Research Note n. 651, Fire Research Station, Borehamwood 1967.
58) B. L. Collins, M. S. Dahir, D. M. Madrzykowski, «Evaluation of Exit Signs in Clear and Smoke Conditions»,
U.S. Department of Commerce, National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, MD 1990.
59) R. W. Bukowski et al., «Fire Alarm Signalling Systems Handbook», National Fire Protection Association, Quincy,
MA 1988.

734
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 735

Bibliografia

60) IES, «Lighting Handbook-Reference Volume», Illuminating Engineering Society of North America, New York
1984.
61) J. L. Pauls, «Effective-Width Model for Evacuation Flow in Buildings», Proceedings Engineering Applications
Workshop, Society of Fire Protection Engineers, Boston 1980.
62) C. Y. Shaw, G. T. Tamura, «The Calculation of Air Infiltration Rates Caused by Wind and Stack Action for Tall
Buildings», ASHRAE Transactions, 83, 145, 1977.
63) P. H. Thomas, «Movement of Smoke in Horizontal Corridors against an Air Flow», Institute of Fire Engineering
Quarterly, 30, 45, 1970.
64) G. T. Tamura, C. Y. Shaw, «Air Leakage Data for the Design of Elevator and Stair Shaft Pressurization Systems»,
ASHRAE Transactions, 83, 179, 1976.
65) B. C. Levin et al., «Effects of Exposure to Single Multiple Combinations of the Predominant Toxic Gases and
Low Oxygen Atmospheres Produced in Fires», Fundamental and Applied Toxicology, 9, 2, pp. 236-250, 1987.
66) G. E. Hartzell et al., «Intoxication of Rats by Carbon Monoxide in the Presence of an Irritant», Journal Fire Sci-
ences, 3, 4, 1985.
67) NFPA 90 A, «Standard for the Installation of Air Conditioning and Ventilating Systems», National Fire Protection
Association, Quincy, MA 1993.
68) R. L. Alpert, «Calculation of Response Time of Ceiling-mounted Fire Detectors», Fire Technology, vol. 8: (3),
National Fire Protection Association, Quincy, MA, pp. 181-195, 1972.
69) A. La Malfa, «La valutazione della temperatura in un compartimento durante l’incendio reale», Rivista Antin-
cendio, giugno 1998.
70) A. La Malfa, «Analisi e valutazione della pericolosità dei prodotti della combustione», Rivista Antincendio,
marzo 1999.
71) A. La Malfa, P. Coppa, «Light Extinction by Fire Smokes», Journal of Fire Sciences, May-June 1997.
72) A. La Malfa, «La sicurezza delle vie di esodo», Rivista Antincendio, agosto 1997.
73) A. La Malfa, «Gli impianti di rivelazione e spegnimento», Supplemento Rivista Antincendio, aprile 1996.
74) E. Lazzarotto, «Prevenzione incendi», Se/Sistemi editoriali, Pozzuoli (NA) 2001.
75) A. Cascarino, «Introduzione alla prevenzione incendi», Centro stampa Affissograf, Roma 1986.
76) G. Eugeni, G. Paparelli, «Calcoli pratici di prevenzione incendi», Rodana Editrice, Perugia 1996.
77) G. Elifani, «La prevenzione incendi nella piccola e nella media industria», EPC, Roma 1980.
78) V. Nuzzolese, «Fires models for buildings – Incendio e propagazione dei fumi negli edifici», Oikema, Bari 2002.
79) «The SFPE Handbook of Fire Protection Engineering», 5th edition 2016.
80) V. Nunziata, «Teoria e pratica delle strutture in acciaio», Dario Flaccovio editore, Palermo 2011.
81) J. G. Quintiere, «Principles of Fire Behavior», Delmar Publishers, 2002 (2nd edition: CRC Press, 2016).
82) A. H. Buchanan, «Structural Design for Fire Safety», Wiley, New York 2001.
83) NFPA 555, «Guide on Methods for Evaluating Potential for Room Flashover», National Fire Protection Asso-
ciation, Quincy, MA 2000.
84) UNI 9795, «Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione manuale d’incendio», 2013.
85) BS 7974, «Application of Fire Safety Engineering Principles to the Design of Buildings - Code of Practice»,
2001.
86) UNI EN 1991-1-2, «Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture - Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle strutture
esposte al fuoco», 2004.
87) EN 1363-2, «Fire Resistance Tests - Part 2: Alternative and Additional Procedures», 2000.
88) UNI 9494, «Evacuatori di fumo e calore - Caratteristiche, dimensionamento e prove», 2007.
89) UNI EN 12845, «Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler - Progettazione, installazione e
manutenzione», 2015.
90) UNI EN 54 parte 7, «Rivelatori di fumo - Rivelatori puntiformi funzionanti secondo il principio della diffusione
della luce, della trasmissione della luce o della ionizzazione», 2018.
91) NFPA 72, «National Fire Alarm and Signaling Code», National Fire Protection Association, Quincy, MA 2019.
92) NFPA 204 M, «Guide for Smoke and Heat Venting», National Fire Protection Association, Quincy, MA 1991.
93) ISO 834, «Fire Resistance Tests – Elements of Building Construction», anni vari.
94) «Fire Engineering Guidelines», First edition, Fire Code Reform Centre Ltd., Sydney 1996.
95) E. E. Smith, S. Satija, «Release Rate Model for Developing Fires», Journal of Heat Transfer, 105, 2, pp. 281-
287, 1983.
96) P. H. Thomas, «The Growth of Fire - Ignition to Full Involvement», in G. Cox (ed.), Combustion Fundamentals
of Fire, Academic Press, London 1995.

735
ISA_6-10.qxp_Master_185x265 19/05/20 11:32 Pagina 736

Bibliografia

97) L. Milewsky, «Control Safety Considerations for HVAC Smoke Management Techniques», Fire Safety: Science
and Engineering, ASTM STP 882, 1985.
98) J. A. Rockett, «Zone Model Plume Algorithm Performance», Fire Science & Technology, 15, 1995.
99) NFPA 92 B, «Guide for Smoke Management Systems in Malls, Atria and Large Areas», National Fire Protection
Association, Quincy, MA 1995.
100) NFPA 101 A, «Guide on Alternative Approaches to Life Safety» National Fire Protection Association, Quincy,
MA 1995.
101) J. H. Klote, «Method of Predicting Smoke Movements in Atria with Application to Smoke Management», NISTIR
5516, U.S. Department of Commerce, 1994.
102) D. Evans, «Sprinkler Fire Suppression Algorithm for Hazard», NISTIR 5254, U.S. Department of Commerce,
1993.
103) G. Hansell, H. Morgan, «Design Approaches for Smoke Control in Atrium Buildings», Building Research Es-
tablishment, Borehamwood 1994.
104) «Design Fires for Fire Simulations and Fire Protection Concepts», VDS Schadenverhutung, 2000 (D).
105) L. Y. Cooper, «A Concept for Estimating Available Safe Egress Time in Fire», Fire Safety Journal, 5, pp. 135-
144, 1983.
106) S. Marinelli, L. Nigro, «Impianti antincendio», EPC Libri, Roma 2007.
107) Decreto del Ministro dell’Interno 16/02/2007, «Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi co-
struttivi di opere da costruzione».
108) Decreto del Ministro dell’Interno 09/03/2007, «Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività
soggette al controllo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco».
109) Decreto del Ministro dell’Interno 09/05/2007, «Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla si-
curezza antincendio».
110) Decreto del Ministro dell’Interno 28/10/2005, «Sicurezza nelle gallerie ferroviarie».
111) ISO 13571, «Life-threatening Components of Fire - Guidelines for the Estimation of Time Available for Escape
Using Fire Data», 2007.
112) Decreto Interministeriale 25/10/2007, «Modifica al decreto 10 marzo 2005 concernente “Classi di reazione al
fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per lequali è prescritto il requisito della sicurezza
in caso di incendio”».
113) L. Ponticelli, M. Caciolai, «Resistenza al fuoco delle costruzioni», UTET, Torino 2008.
114) NFPA 914, «Code for Fire Protection of Historic Structure», 2007.
115) ISO 13344, «Estimation of the Lethal Toxic Potency of Fire Effluents», 2004.
116) «Fire Dynamics Simulator with Evacuation: FDS + EVAC - Technical Reference and User’s Guide», VTT Work-
ing Papers 119, 2009.
117) A. La Malfa, S. La Malfa, «Prevenzione incendi - Problemi pratici risolti - Approccio ingegneristico», Legisla-
zione Tecnica, Roma 2008.
118) ISO/TR 16738, «Fire Safety Engineering - Technical Information on Methods for Evaluating Behaviour and
Movement of People», 2009.
119) A. La Malfa, S. La Malfa, V. Vanzini, R. La Malfa, «Esempi di progettazione antincendio - Codice di prevenzione
incendi e norme tecniche prescrittive», Legislazione Tecnica, Roma 2015.
120) Decreto del Ministro dell’Interno 03/08/2015, «Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi ai sensi
dell’art. 15 del decreto legislativo 08/03/2006, n. 139».
121) Autori vari, «La protezione attiva antincendio», INAIL, Roma 2019.
122) Autori vari, «La resistenza al fuoco degli elementi strutturali», INAIL, Roma 2019.
123) Decreto del Ministro dell’Interno 18/10/2019, «Modifiche all’allegato 1 al decreto del Ministero dell’interno 3
agosto 2015 “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legi-
slativo 8 marzo 2006, n. 139”».
124) «Rilevazione automatica d’incendio», Tecnofire detection by Tecnoalarm, 2018.
125) INAIL FSE, «Metodi per l’ingegneria della sicurezza antincendio», INAIL, Roma 2019.

736

Potrebbero piacerti anche