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LE VERITA’ DEI VINTI.

QUATTRO STORIE MEDITERRANEE


Con questo libro il professore racconta quattro storie che si distribuiscono nell’arco di pochi secoli,
abbracciando tutto il Mediterraneo, ovvero la fine di Costantinopoli, la presa di Alessandria d'Egitto, le
Quattro giornate di Napoli, la lotta per l'indipendenza di Algeri. Il suo obiettivo non è quello di riscrivere la
storia, ma di ribaltare la prospettiva, raccontando queste vicende schierandosi dalla parte dei vinti, dando
voce alle loro verità e non a quelle dei vincitori di cui si è già parlato abbastanza. Riesce, così, a far entrare
il lettore in quattro diverse realtà che non hanno attirato l’attenzione della storiografia, ripercorrendo 4
vicende che hanno disegnato la fisionomia geopolitica del Mediterraneo. 4 storie di un Mediterraneo
tutt’altro che mare di pace, ma diviso e condiviso mare di voci e di conflitti,  teatro inesauribile di guerre
per il predominio territoriale e culturale, dove i vincitori hanno ragione anche quando il dolore che
provocano sembra dar loro torto , un dolore che non è esattamente terribile, ma infandum. Enea lo
battezza così: indicibile.

1- L’ULTIMA NOTTE DI COSTANTINOPOLI. 28 MAGGIO 1453


La prima delle quattro storie racconta la notte del 28 maggio 1453, notte prima del colossale
attacco di Maometto ll a Costantinopoli. E’ l’ultima notte di Bisanzio, dove il sonno tarda a giungere
per chi sa che il giorno seguente nulla, né la sua vita né quella del mondo in cui ha vissuto, esisterà
più. Questa storia si intreccia, così, con la paura di chi rimane sveglio pensando all’ineluttabilità
della propria sorte, della propria schiavitù, della fine del proprio mondo, pregando, interrogando le
immagini sacre della cristianità e chiedendo conforto a Dio, che eloquentemente taceva.
2- ALESSANDRIA ALL’ALBA. 1°LUGLIO 1798
La seconda inizia all’alba del 1°Luglio 1798, quando la popolazione d’Alessandria d’Egitto comprese
di dover affrontare la sua giornata più lunga per sostenere le truppe contro l'armata di Napoleone.
A poco servirono le splendide armature dei Mamelucchi contro chi era abituato a riscrivere la storia
sulla cenere dei popoli. E’ l’Occidente ad entrare in Oriente , in quel mondo sterile, in cui il vuoto
delle vie un tempo affollate riecheggia delle antiche magnificenze, con la speranza di regalare un
futuro prospero, sotto la guida dei princìpi illuministi. Un progetto di liberazione, insomma, che
però si scontrerà con la realtà di un popolo che la vive in tutt’altro modo: un’invasione, una
violenza bellica e culturale.
3- IL TRAMONTO DI NAPOLI. 9 SETTEMBRE 1943
Le quattro giornate di Napoli furono un episodio storico di insurrezione popolare avvenuto nel
corso della seconda guerra mondiale, tra il 27 ed il 30 settembre 1943. Nel corso dell'insurrezione
tramite il quale, i civili, con l'apporto di militari fedeli al Regno del Sud, riuscirono a liberare la città
di Napoli dall'occupazione delle forze della Wehrmacht. La terza ci porta a Napoli, nella sera del 9
settembre 1943: gli Alleati stanno sbarcando a Salerno, e il Sud torna nell’eterno bivio tra il sentirsi
protagonista o terra di conquista.
Un "tramonto di fuoco" accolse i soldati americani sulle spiagge del Cilento. La notizia dello sbarco
alimentò nei napoletani la forza per ribellarsi ai tedeschi e conquistare lo statuto di "vincitori".
Ma la topografia urbana parlava di una città sconfitta, che continuò a sopravvivere anche dopo. Gli
abitanti di questa città non avvertivano differenze tra la condizione di vincitori e vinti.
4- ALGERI A MEZZANOTTE. 10 AGOSTO 1956
I drammi del processo di indipendenza algerino, infine, sono lo sfondo della quarta ed ultima storia:
un’altra storia di sangue, sangue civile versato a cavallo tra l’attentato di Algeri (10 agosto 1956), da
parte unionista, ed il massacro di Melouza (28 maggio 1957), da quella indipendentista. La guerra
civile, il dolore, l’incertezza del futuro, la sensazione di insicurezza e l’impossibilità di abitare un
luogo moltiplicate dalla forza di devastazione di una bomba: qui tutti sono dei “vinti”.

La struttura del libro è circolare, ovvero si inizia con la paura della notte prima della fine di Costantinopoli,
l’alba di Alessandria, il tramonto di Napoli e la mezzanotte di Algeri. Il cerchio sta a rappresentare qualcosa
che continua a ripetersi continuamente e infatti… 4 stragi di sangue nel Mediterraneo dove quest’ultimo
segna anche lo spartiacque tra il nord e il sud del mondo, tra oriente e occidente.

L’autore ci ricorda come il nostro passato non sia poi così distante dal nostro presente. La storia si
prende le sue rivincite contro la smemoratezza e ci obbliga a guardare in faccia la durezza del
tempo trascorso. Con la sua chiusa su Aleppo, ci mostra che la lezione del tempo non è servita a
persuaderci e che si possa essere vicini in pace.

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