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A Pitta
Ai miei figli
Ilaria, Bruno, Nicola
Ai miei genitori
Bruno e Memma
I viaggi del Matto 5
Ringraziamenti
Voglio ringraziare tutti gli amici che mi hanno accompagnato in
questo difficile ma entusiasmante viaggio.
Il primo è Tommaso.
Per due motivi: primo perché in un ammasso informe e ancora
oscuro e confuso ci ha visto qualcosa. E questo mi ha incoraggiato ad andare
avanti. Secondo perché ha dato di questo libro una definizione che mi è
subito piaciuta: “il tuo libro è un romanzo di idee.”
Non finirò mai di ringraziare Monica per la pazienza con cui mi ha
elencato tutte le sue obiezioni attraverso le quali ho potuto dare una prima
svolta al libro.
Virginia, Roberta e Annamaria sono entrate pienamente nel
messaggio e nello spirito di questo libro e il loro incoraggiamento è stato
fondamentale.
Ma un ringraziamento particolare va a Giulietta la quale, molto
impietosamente e da scrittrice di successo qual è, ha fatto le pulci al libro
quando credevo di essere arrivato quasi alla fine. In realtà le sue critiche mi
hanno aperto gli occhi come mai prima e mi hanno spronato a rimettere tutto
in discussione, dandomi la forza di darne una profonda trasformazione.
Credo che, a questo punto si abbia pieno diritto di chiamarlo veramente un
romanzo di idee.
Capirete il significato leggendolo.
Voglio ringraziare – e ci tengo in modo particolare – tutti coloro
che mi hanno dato i loro incoraggiamenti mai disgiunti da sincere critiche:
Mario, Silvia, Antonello, Barbara. E mi scuso con coloro che in questo
momento sfuggono ai miei ricordi.
Un ringraziamento particolare va a Luigi per la pazienza e la
maestria con cui ha curato gli ultimi aspetti del libro.
Infine, ma non certo in ordine di importanza, voglio ringraziare
Stefano, il quale, da scrittore di successo qual è, mi ha consentito,
attraverso le sue ispirazioni, di lasciare andare finalmente la creatura
superando le mie infinite resistenze
I viaggi del Matto 7
Introduzione
“Il viaggio è una specie di porta attraverso la
quale si esce dalla realtà per penetrare in una
realtà inesplorata che sembra un sogno”.
(Guy de Maupassant)
I viaggi del matto sono le strade della vita, i cammini che tutti i
giorni calpestiamo.
Ma dove siamo noi in questi viaggi? Ed esiste il viaggio dei viaggi?
Quello che non ha né inizio né fine perché è infinito come l’Universo, il
tempo e lo spazio.
Qualunque sia la verità, la nostra vita è costellata di viaggi. E questi
viaggi rappresentano sempre la nostra capacità di morire e rinascere.
E ad ogni rinascita impariamo a riconoscerci sempre di più. Ogni
più piccola fibra di questo riconoscimento ci proietta in nuovi e altri mondi.
La realtà può essere il nulla come la morte ma anche l’Universo
come la vita. Arriviamo a confonderci con il nulla sentendoci infiniti, con
la sensazione che tutto alla fine è pura e semplice coscienza che si allarga e
si restringe in compagnia delle nostre sensazioni.
Quante volte in questa vita sentiamo la tristezza della non-esistenza
e l’apparente inutilità di esistere e di essere. Sono quei momenti in cui
rinunceremmo persino a credere in una nuova vita dopo la morte perché
preferiremmo scomparire per sempre e non sentire più certe sensazioni.
Altre volte ci sentiamo come se tutto ci appartenesse, come se
fossimo al centro dell’Universo ed esistessimo solo noi impregnati di
bellezza e di piacere infinito ed eterno.
E allora dove sta la verità?
Vedi, caro amico, l’errore sta proprio nella domanda. Cosa te ne
importa di quale è e dove sta la verità? Nel momento in cui la cerchi, diventa
sempre più inafferrabile. Proprio come la felicità. Quando ne hai bisogno,
non riesci a prenderla ma quando smetti di cercarla lei arriva.
Cosa c’è di più bello? Tutto arriva nel momento in cui meno te lo
aspetti. E quando è che non ti aspetti più niente? È molto semplice e lo sai
anche tu: avviene quando ti arrendi perché hai toccato il fondo; quando ti
rendi conto che non sei tu che guidi il carro ma che c’è qualcun altro che lo
fa per te; e che tu, con molta umiltà, devi solo imparare a farti guidare.
Ed è allora che accadono i miracoli.
8 I viaggi del Matto
L’Eremita
«Un Maestro spirituale deve assumersi carichi
pesanti, ma dato che cerca di trascinare gli esseri
in una direzione divina, nelle proprie responsabilità
egli trova possibilità di evoluzione fino all’infinito.»
(Omraam Mikhaël Aïvanhov)
I viaggi di Aldo
“Un vero viaggio non è cercare nuove terre ma
avere nuovi occhi” (Marcel Proust)
posto e forse anche mestiere. Non che non mi piacesse il lavoro che facevo
ma provavo sempre la sensazione che mi mancasse qualcosa. Come dire.
Era una sensazione strana, sottile, inafferrabile.
Cerco di spiegartela. Era come se quello che facevo non avesse
totalmente un senso, come se mancasse qualcosa non solo a me stesso ma
anche ai prodotti che facevamo. Proprio così: ai nostri prodotti mancava
qualcosa, qualcosa che però non sapevo definire, qualcosa di impalpabile,
di non percettibile ai sensi. Li sentivo come vuoti, inutili nonostante
venissero venduti a caro prezzo.
Questa sensazione mi faceva viaggiare. Entravo nel mondo della
fantasia, dell’immaginazione. Mi capitava spesso di estraniarmi dal
contesto e di fare viaggi che arrivavano fino all’altro capo dell’universo.
‘Ehi Aldo, dove sei?’, mi chiedevano ogni tanto i colleghi quando mi
vedevano in quello stato di trance.
Io ero molto bravo, veramente; riuscivo sempre a risolvere i
problemi impossibili trovando soluzioni geniali. Sentivo che dentro di me
qualcosa mi diceva di fidarmi del mio intuito, di ciò che sentivo ‘vero’
interiormente. Quando qualcuno mi chiedeva: ‘Come hai fatto?’, io
rispondevo: ‘Non lo so, mi è arrivata come una sorta di folle ispirazione
che, inizialmente, sembrava veramente assurda. Poi però decidevo di
crederci e cominciavo a fare delle verifiche’. A volte rischiavo molto perché
queste erano costose e, se avessi sbagliato, potevo rimetterci il posto. E
queste verifiche portavano, almeno inizialmente, ad una serie frustrante di
fallimenti ma io non smettevo di crederci.
Era molto irrazionale tutto questo però non smettevo di crederci. E
alla fine, nel 99% dei casi, la soluzione e la nuova scoperta arrivavano
sempre. Insomma, per i miei titolari ero diventato una risorsa preziosa e, in
brevissimo tempo, avevo fatto passi da gigante nella gerarchia aziendale.
Però non c’era niente da fare. Sentivo che la mia anima era altrove, come
se facessi qualcosa che non mi apparteneva, che mi era estraneo.
‘Il mio lavoro è un altro. Non è qui. Mi piacerebbe cambiare e
iniziare qualcosa di nuovo, qualcosa di molto diverso.’
Pensavo così ma forse non ero del tutto convinto. Ero consapevole
che nella realtà esistono dei vincoli. Il dover ottenere il meglio da queste
limitazioni, era una sfida. Quindi smettevo di pensarci e accettavo la
situazione. E lo facevo volentieri perché mi rendevo conto che questo era
un modo di mettermi sempre in discussione. E questo mi consentiva di
superare i miei limiti.
Ma ad un certo momento cominciarono i guai. ‘Sei pronto a fare un
salto di qualità?’, mi chiesero i titolari quando mi esposero la loro offerta.
I viaggi del Matto 21
Il monte
“Sarebbe come voler definire l’acqua con una
semplice formula chimica. Il mare è profondo e
misterioso, puoi analizzarlo chimicamente, ma chi
può descrivere il fascino che ti dà il solo
guardarlo? E così il divino: sono sentimenti sottili
che non si possono ridurre a spiegazioni razionali. “
(Franco Battiato)
che stiamo facendo adesso. Quindi non lasciarti coinvolgere. Segui la linea
tracciata”.
Così Aldo cominciò e dovette fare un grande sforzo per riuscire a
parlare mentre saliva con le mani su nelle sue gambe. Ma riuscì ad essere
molto bravo nel controllarsi e Martina, alla fine dell’esercizio, lo ringraziò
e lo abbracciò con grande trasporto.
Cercarono quindi un posto tranquillo dove fermarsi per mangiare,
chiacchierare e godersi la giornata.
Ad un certo momento Aldo, dopo essere stato un po’ di tempo
pensieroso, le chiese: “Ma non avevi paura che io potessi saltarti addosso?
Saresti stata senza difesa. Chi ti avrebbe sentito in questo posto fuori dal
mondo?”
“Ah ah ah”, rispose Martina.
“Mai avuto paura. Non sei il tipo capace di fare una cosa del genere.
Se avessi voluto fare all’amore con me, probabilmente avresti scelto
un’altra strada. Tuttavia io sapevo che non l’avresti fatto perché so che tu
sei una persona molto speciale. So che tu, per fare all’amore con una donna,
devi avere prima avuto con lei un incontro di un altro tipo, un incontro ad
un altro livello. Tu hai bisogno di relazionarti prima di tutto con un’anima,
un’anima che percepisci molto vicina alla tua.
Non dimenticare che io sono una veggente e so leggere dentro di te.
So che tu sei arrivato ad una svolta importante della tua vita. Il fare
all’amore è il punto di arrivo di una relazione che ha già maturato un’unione
profonda, molto spirituale tra due persone.
Ciò non significa che l’atto sessuale sia una cosa poco importante o
marginale nel rapporto fra due persone. È il sigillo di una unione profonda,
ciò che ti consente di toccare il sublime e di arrivare a toccare i confini
dell’universo. Ma, per arrivare a questo, l’unione deve avere determinati
presupposti.
Ciò non toglie che possano capitare delle situazioni in cui ci si
scambia amore ad un livello molto fisico, e non bisogna certo scandalizzarsi
– anche questa è una forma d’amore – ma non deve essere fine a se stessa,
altrimenti è un’unione solo a livello genitale che può essere piacevole
quanto vuoi ma non ti porta da nessuna parte, non ti appaga se non
momentaneamente e a volte ti lascia un sapore amaro dentro di te.”
“Ma quali sono questi presupposti?”, chiese Aldo
“Ti potrei rispondere con delle frasi tipo: la felicità non dipende
dagli altri ma solo da te. Per cui nessuno può renderti infelice se tu non
glielo consenti. E questo, in una relazione di coppia, è fondamentale. Ma
non solo. Vale per tutti gli aspetti della nostra vita. In realtà è molto difficile
34 I viaggi del Matto
L’Eremita continuò.
“Per quanto il velo sia sottile, esso è costituito da una trama molto
potente. I fili di questa trama sono intrecciati con dei nodi assai particolari.
Non sono tutti uguali, questi nodi. Alcuni sono più grossi, altri più sottili.
In quelli più grossi ci sono molti fili che si intrecciano. I più piccoli invece
sono l’incrocio di due fili soltanto.
Ogni nodo, cara Martina, lo puoi vedere, con gli occhi della mente.
È sempre visibile sotto forma di un simbolo. Il simbolo ti può aiutare a
capire da dove vengono i fili.
“Ma cosa significano questi fili?”, chiese Aldo.
Il Maestro stette in silenzio per un po’, quindi riprese a parlare.
“Vedi Aldo, la conoscenza, la vera conoscenza è il risultato di due
modi di apprendere.
Il primo tipo di apprendimento della conoscenza è quella che
proviene dal passato, quindi dai libri e da quei maestri che sanno
trasmetterla. Questa conoscenza rappresenta ciò che l’umanità ha acquisito
sinora. Nessun Maestro può diventare tale se non conosce il passato.
Il secondo tipo di apprendimento è ciò che tu dovrai imparare. Ti
posso dire solo che è quello che viene dal futuro.
Ma cosa questo significa lo imparerai da solo. E potrai farlo solo
attraverso le tue esperienze di vita passate e future. Quanto più sarai capace
di entrare nella vita, nelle sfide che ti lancerà, tanto più la tua esperienza,
attraverso questo incrocio, si trasformerà in conoscenza. Una conoscenza
che potrai quindi trasmettere all’umanità.
Non posso dirti altro perché alla tua domanda potrai rispondere solo
tu. Ti posso dire soltanto una cosa. Altro non mi è permesso. Nei nodi, i fili
si incrociano solo a coppie.
Uno rappresenta la conoscenza esistente, che per te può essere uno
strumento di lavoro, di indagine.
L’altro rappresenta la porta del futuro che si apre attraverso l’intuito
e l’esperienza e che potremmo definire una conoscenza latente.
Attraverso l’unione di questi due fili tu creerai nuova conoscenza. E
lo farai quando avrai imparato a decodificare i simboli. Nel momento in cui
decodifichi il simbolo i fili si dissolvono e i simboli entrano a far parte della
tua coscienza che in questo modo si arricchisce. Ma per arrivare a questo
36 I viaggi del Matto
hai ancora molto da lavorare. Sul fronte della conoscenza del passato
troverai tu stesso le strade che ti consentiranno di arrivare alle verità
profonde riguardo tutto ciò che è già patrimonio dell’umanità. Anche
se pochi possiedono questo tipo di conoscenza in maniera totale. E molto
lavoro ti aspetta su questo. Sul fronte dell’esperienza, la vita ti sarà maestra,
se deciderai di viverla e di accoglierla totalmente. Non si può vivere a metà.
Per quanto molte volte le esperienze che viviamo siano molto
dolorose, non dobbiamo rinunciare a mettere in gioco totalmente noi stessi.
Solo in questo modo, superando le esperienze difficili, tu andrai verso la
vita e la vita verrà verso di te. Altrimenti, dato che non siamo mai fermi, se
rinunci a vivere, andrai verso la morte.
Ormai è patrimonio dell’umanità la conoscenza dell’origine della
malattia. Chi rinuncia ad andare verso la vita, ad accettarne tutte le sfide,
sta creando dentro di sé la malattia. Ma qui mi fermo. Anche questa dovrà
essere una tua scoperta. E anche qui la tua scoperta sarà il punto di incontro
tra le conoscenze esistenti, anche se ancora celate, e le esperienze che vivrai
nel tuo corpo, nella tua mente e nel tuo spirito.
Contribuirai a donare al mondo qualcosa di molto importante, punto
di partenza per lo sviluppo di una nuova umanità, sempre più slegata dalle
pene e dai limiti della materialità, essendo questa solo la parte più visibile
di ciò che noi siamo.
Ti voglio accennare un’ultima cosa, strettamente legata alla
malattia: I fili sono anche il punto d’incontro di altre due entità. Gli
avvenimenti che ci accadono nella vita si incrociano sempre con la nostra
modalità di reagire a questi avvenimenti.
Il nostro modo di reagire può rinforzare i fili e allora il velo diventerà
più spesso oppure può indebolirli fino a dissolvere il velo. Tu dovrai capire,
Aldo, come il nostro modo di reagire agisce sul velo.
Ti accenno solo due effetti del nostro modo di reagire. Se il modo
con cui reagiamo ci consente di vedere il simbolo, vuol dire che stai
andando in direzione della vita e otterrai due risultati molto importanti: il
primo è che acquisisci nuova conoscenza intuitiva, il secondo è che,
dissolvendo il velo, crei nuovi percorsi di luce che inondano il tuo cuore.
Così il tuo cuore si apre. La tua coscienza si espande e tu percepisci sempre
di più profondamente l’appartenenza al tutto di cui fai parte e questo ti porta
verso l’armonia.
Se, viceversa, reagisci male agli eventi della vita perdi un’occasione
di crescita. Non riesci a percepire il simbolo che, rimanendo oscuro, ti
mantiene nell’oscurità. Così il velo si rinforza e la volta successiva l’evento
che ti potrà capitare sarà più severo perché non hai voluto imparare la
I viaggi del Matto 37
lezione. Un evento più severo potrebbe significare che produci nel tuo corpo
la malattia che ha uno scopo molto importante: quello di farti vedere ciò che
non hai voluto vedere nell’esperienza precedente!”
I viaggi del Matto 39
Dalia
“Acquistiamo il diritto di criticare severamente una
persona solo quando riusciamo a convincerla del
nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e
quando siamo sicuri di non rimanere irritati se il
nostro giudizio non viene accettato o rispettato.”
(Mahatma Gandhi)
Il risveglio di Dalia
“Un uomo non può possedere più di quanto il suo
cuore possa amare.” (Nonno Kuzja)
Erano passati due anni ma adesso aveva capito che non era Dio che
sceglieva la sua vita ma che era lei che doveva sapere ciò che voleva. E
adesso lo sapeva.
Era decisa ad avere un confronto con suo marito. Si rendeva conto
che non avevano più niente da dirsi. Una parte della sua vita si era conclusa
definitivamente. Un grande grazie al dottore che l’aveva aiutata a prenderne
consapevolezza.
I viaggi del Matto 47
libertà di essere ciò che siete veramente; una libertà che non avete mai
provato prima.
Questo processo fondamentale non scioglie la ferita in una volta
sola; occorre ripetere il processo finché non vi renderete conto che la ferita
non sanguina più. Ed è anche vero che non abbiamo una sola ferita e la
nostra evoluzione, che porta con sé un benessere sempre crescente, ci chiede
di guarirle tutte. E fra queste, alcune sono molto profonde. E ci possiamo
arrivare se liberiamo prima i fili più sottili in un processo che non finisce
mai, in quanto il giorno che finirà noi saremo tornati a casa.
Quindi, tornando al punto, perché chi ama vince sempre?
Credo che ormai la risposta sia chiara. Se non sentite più la ferita,
niente vi impedisce di amare ciò o colui che vi ha fatto del male. È un
processo naturale: se colui o l’evento che prima vi feriva ora non può più
toccare la vostra ferita, nessuno vi impedisce di amare colui che prima
vedevate come un nemico.
Nello spirito avete raggiunto la pace dentro di voi; quindi nella
materia nessuno può più ferirvi. Allo stesso tempo, avendo raggiunto
l’armonia dentro di voi, raggiungete una nuova armonia con ciò che sta
fuori di voi e questo non significa forse avere imparato ad amare l’altro
qualunque sia il suo modo di comportarsi nei vostri confronti?
Ma cosa accade, per esempio, in una relazione di coppia? Torniamo
al secondo aspetto di una relazione: l’equilibrio fra il dare e il prendere. Se
il vostro partner non è in grado di svolgere lo stesso processo, la coppia si
disallinea: uno si evolve mentre l’altro non lo fa. A questo punto non avete
altra possibilità che riprendere la vostra strada da soli.
La separazione, se avete colmato la ferita, non vi farà più soffrire e
siete pronti ad aprirvi ad una nuova relazione che sarà tanto più appagante
quanto più vi sarete liberati delle vostre ferite. Ma c’è un altro risultato
importante: non ripeterete più quelle vecchie esperienze perché non
risuonerete più con quelle persone che andavano sempre a toccare le vostre
vecchie ferite, che avete ormai trasceso e lasciato andare.”
I viaggi del Matto 49
La freccia dell’armonia
"La sensazione è quella di una ferita. E una ferita è
un’apertura e anche una bocca. Una qualche
parte di noi sta cercando di dire qualcosa. Se
potessimo ascoltarla! Sono cicatrici che segnano
la nostra vita. Tutti le sentiamo. E se non le
sentiamo siamo solo bambini, solo innocenza.”
(James Hillman)
La malattia di Martina
“Chi non trova il tempo per la salute dovrà trovarlo
per la malattia”
Lei si era ripresa e da allora la loro storia era andata avanti con alti
e bassi ma senza raggiungere mai le emozioni del primo periodo.
“Beh! È ora che ti dia una smossa. A volte è necessario uno sforzo,
un atto di coraggio. Cerca di credere di più in te stessa e nelle tue risorse
interiori. Entra in questo dolore finché non si dissolve. Fatti impregnare
completamente da questa sofferenza. Altrimenti, se la scacci e la respingi,
non ti abbandonerà.”
.
I viaggi del Matto 61
C’è poi lo stato alfa, che è quello in cui entriamo quando facciamo
meditazione.
Lo stato di veglia, che si chiama stato beta, è quello che viviamo
maggiormente e rappresenta il normale stato della nostra vita cosciente.
C’è infine lo stato gamma, che però è ancora in evoluzione. Non tutti
gli uomini vivono lo stato gamma. È quello in cui il massimo dello stato
beta, cioè la chiarezza e la purezza mentale ripulita di tutti i contenuti
emozionali, si fonde e unisce in maniera equilibrata a tutti gli altri stati.
Rappresenta cioè la capacità di vivere estasi mistiche in piena e lucida
coscienza.
Se vogliamo avere una vita armonica ed equilibrata con una
comprensione profonda della realtà che ci circonda, visibile e invisibile,
dobbiamo imparare a vivere tutti e cinque gli stati.
Ma come si fa a viverli tutti?
È molto meno difficile di quanto si possa credere a condizione di
avere una mentalità aperta e ricettiva. Conosciamo l’importanza del sonno
nella vita di tutti i giorni e di quanto sia importante per la nostra salute.
Conosciamo lo stato di veglia perché è quello che viviamo di più. Delle
onde gamma ho già fatto un accenno. Vi parlo degli altri due tipi di onde
perché sono poco conosciute ma svolgono un ruolo importante per la nostra
salute e la nostra armonia.
Cominciamo dalle onde alfa. Sono le onde che raggiungiamo
durante la meditazione. Ogni persona dovrebbe meditare tutti i giorni. Già
questo le darebbe dei grandi benefici. Sarete d’accordo con me se definisco
la vita della nostra epoca, che riguarda la maggior parte delle persone, come
eccessivamente frenetica e generalmente poco salutare.
Sappiamo che una vita così, se priva di regolatori che la riportino in
equilibrio, può essere causa di perenne infelicità e provocare facilmente dei
piccoli malanni che poi diventano delle malattie. Le malattie arrivano
quando le persone non riescono a riequilibrare i fattori di stress che,
accumulandosi, finiscono con il somatizzare.
Nelle prime fasi di questo stress emergono tanti piccoli malanni,
come mal di testa, mal di schiena, influenze, mal di gola, raffreddori e altri
piccoli acciacchi.
Come reagiscono le persone?
Lo sappiamo: intossicandosi di farmaci nell’illusione di risolvere il
problema, solo perché il sintomo scompare. In realtà questo non basta e la
causa scatenante, per esempio il mal di testa, rimane in sottofondo e alla
prima occasione riemerge. E così, riprendendo nuovamente un farmaco,
I viaggi del Matto 63
Una separazione
“Coloro che non riescono ad amare sé stessi sono
come neonati molto ‘sviluppati’ che vagano con
il loro ‘cordone ombelicale’ in mano alla ricerca
di qualcuno a cui ‘riattaccarlo’ e a cui dare la
responsabilità della propria Felicità.” (Fabio
Marchesi - Amati!)
Lui continuava a non capire. Ciò che lei diceva per lui non aveva
senso. Com’era possibile? Così, all’improvviso! Non aveva mai percepito
niente.
Carlo era un uomo abituato a controllare le proprie emozioni. ‘Così
deve essere un uomo’, aveva sempre pensato. E nella sua vita si era sempre
messo in condizioni di controllare tutto.
Ma adesso una serie di emozioni lo stavano invadendo e si rendeva
conto di perdere il controllo della situazione. Un senso di sconfitta, di una
pesante sconfitta lo invase.
‘Eppure’, pensò, ‘non ho niente da rimproverarmi. A Dalia non ho
fatto mai mancare niente. Mi sono sempre impegnato al massimo nel mio
lavoro e posso dire con orgoglio di avere sempre avuto successo. Non
capisco di cosa si stia lamentando.’
L’ansia in lui cresceva e non riusciva a dominarla. Ben presto questa
si trasformò in rabbia.
Era sempre più nervoso e non riusciva a stare fermo. Sembrava
dovesse esplodere da un momento all’altro. A un certo momento non riuscì
più a controllarsi e, con tono molto risentito, disse: “Stai dicendo un
mucchio di stronzate, la verità è che vuoi solo andare a divertirti e a fare ciò
che ti pare, dimenticandoti delle tue responsabilità.”
Dalia si sentì profondamente ferita da queste parole ma riuscì ancora
a replicare.
“Ma di quali responsabilità parli? Forse non hai capito, ti sto dicendo
che, almeno per ciò che mi riguarda, fra noi non c’è più niente e, quando
non c’è più niente, due persone si lasciano.
Tutto qui.”
Pensò.
‘Non mi pare ci sia più altro da dire.’
E sperò che lui accettasse questa conclusione e la diatriba finisse.
Era stremata, in preda alla rabbia.
Voleva andare via subito. Stava pensando che sarebbe tornata a casa
per conto suo, con qualsiasi mezzo.
Ma Carlo ormai non si controllava più e arrivò persino a dirle: “Sei
una poco di buono”.
Lei era sconvolta. Avrebbe voluto replicare ma si sentiva umiliata.
Fece uno sforzo enorme per trattenere le lacrime. Quindi girò i
tacchi, gli voltò le spalle e se ne andò senza dire niente. Lui restò immobile.
Mentre camminava nelle viuzze del paese, si chiedeva: ‘Ma con chi
ho vissuto per tutti questi anni? Con un uomo che non conoscevo? O ha
detto tutte queste cose solo per la rabbia?’
68 I viaggi del Matto
In ogni caso l’equazione ‘se mi lasci sei una puttana’, la diceva lunga
sul concetto che Carlo aveva di lei. Oppure ciò che aveva detto rifletteva un
pregiudizio sulle donne, magari nascosto nel suo profondo, e che veniva
fuori in situazioni limite?
Ma chissà perché adesso, sconvolta com’era, le erano venute in
mente queste cose?
Scacciò questi pensieri dalla mente.
Rientrò in camera e cominciò a fare le valigie. Carlo non l’aveva
seguita. Meglio così. Sperava proprio di non rivederlo più. Si chiedeva
quanto ci avrebbe messo a riprendersi da questa triste esperienza. Si sentiva
comunque forte ed era decisa a rimanere se stessa, a non farsi condizionare
da quanto le aveva detto. Era sicura di avere scelto la strada giusta, la sua
strada. Non aveva nessuna intenzione di tornare indietro.
Cominciava, dopo tanti anni, a sentirsi pienamente se stessa, libera
come non lo era mai stata. Questo la confortava.
Era convintissima che avrebbe superato le ferite senza eccessivi
strascichi. Era ancora giovane e aveva pieno diritto di godersi la vita e di
fare ciò che le piaceva.
I viaggi del Matto 69
.
Scienza e Fede
"Quando scienza e fede si uniscono nasce l’Arte.
Questa è la medaglia le cui facce sono la scienza
e la fede. L’una non esiste senza l’altra. Con la
fede sentiamo lo spirito divino. Con la scienza lo
portiamo sulla terra. Non sempre la scienza, per
quanto sia il risultato di una fede profonda, si
trasforma in arte. Ma quando ciò accade questa
ci fa conoscere Dio.”
(Giuseppe Montaldo)
L’Eremita proseguì.
“Se avete capito cosa significa vivere tutti gli stati di coscienza in
maniera totale, allora potete comprendere quale strumento formidabile sia
per la ricerca della verità e quindi per la vostra evoluzione. La verità
percepita è diversa a seconda dello stato di coscienza da cui la si osserva.
Quando avete dei dubbi, dei conflitti, delle emozioni che non riuscite a
vivere, provate ad ascoltarvi vivendo queste difficoltà nei diversi stati di
coscienza. Ciò che scoprirete vi sorprenderà.
Vediamo questa cosa sotto un altro aspetto. Prima di iniziare è bene
chiarire il concetto di fede, che è molto diverso da ciò che si crede
abitualmente e non ha affatto a vedere solo con la religione e il Divino.
Abbiamo visto che ci sono differenze nel modo di reagire agli eventi
dolorosi che ci capitano nella vita: ci sono quelli che cercano dentro di loro
le cause e cercano di trascenderle e ci sono quelli che qualsiasi cosa gli
capiti è sempre colpa del mondo esterno, che viene definito in varie
modalità: la sfiga, il mondo è cattivo, tutti ce l’hanno con me, capitano tutte
a me, io soffro più degli altri… etc…
Le persone di quest’ultima categoria sono quelle che pensano che la
guarigione, e ovviamente anche la malattia, siano delle cose che vengono
dall’esterno.
Quindi queste persone, quando stanno male, per guarire cercano
sempre qualcuno che le guarisca perché, purtroppo, non hanno capito che
la guarigione può avvenire solo dentro di loro, dove è nata. Conoscere se
stessi è imparare a vivere la propria interiorità. Solo così si può ritrovare la
propria armonia interiore che è la causa prima della guarigione.
Quindi, cosa succede nella pratica? È molto semplice: queste
persone si creano delle dipendenze. Da un certo tipo di cultura, dal medico,
dallo psicoterapeuta, dal guru di turno. Noi sappiamo che, fra questi ultimi,
70 I viaggi del Matto
in confusione mentale, allora siamo certi che quella cosa non è vera per noi.
E, badate bene, non sto parlando di Dio; sto parlando di tutto ciò che ci
riguarda: il lavoro, la conoscenza, le relazioni, la famiglia. Quanti conflitti
si creano perché non sappiamo guardare dentro di noi per riconoscere i
nostri veri bisogni?
Quindi potremmo definire la fede come quella cosa che abbiamo
dimostrato a noi stessi essere vera, dopo attenta analisi, cioè dopo che
abbiamo raggiunto la chiarezza mentale, essendo riusciti a risolvere tutti i
dubbi che ci sono venuti.
Vi faccio un esempio: supponete di essere degli studenti cui il
professore sta spiegando come si svolge un’equazione matematica. Nel
momento in cui non c’è chiarezza di visione nella vostra mente, vi bloccate
e non riuscite ad andare avanti. Ma quando, dopo lunghi tentativi, vi arriva
la comprensione e la chiarezza mentale, siete certi di avere la verità dentro
di voi. Diverso è se dite: ‘siccome l’ha detto il professore deve essere vero’.
In questo caso la vostra mente rimane confusa; vi illudete di credere ma non
avete nessuna fiducia in quella dimostrazione. Per voi rimane qualcosa fuori
dalla realtà. Però, se qualcuno vi chiede se ci credete, voi siete capaci di
rispondere: ‘senza alcun dubbio’. Questo è il significato di dipendenza. In
queste situazioni noi saremo sempre in balia degli altri e chiunque sarà
libero di farci credere quello che vuole.
Quindi la vera fede è sempre sottoposta ad una dimostrazione
scientifica che avviene dentro di voi. Se vi arrivano delle sensazioni, delle
intuizioni, qualcosa che sentite vero dentro di voi, ma che confliggono con
tutto ciò che vi è stato insegnato, che cosa fate?
Rifiutate la sensazione interiore perché ritenete più importante ciò
che vi è stato insegnato anche se nessuno ve lo ha mai dimostrato oppure
ascoltate l’intuito e decidete di mettere alla prova questa sensazione?
Nel primo caso state solo mettendo barriere e non supererete mai i
confini della vostra conoscenza. Nel secondo caso state aprendo nuove
frontiere dentro di voi, che vi porteranno a conoscere e a scoprire nuovi
mondi!
Per ricapitolare, a volte, vedi il caso del professore, è necessario fare
un atto di fede. Dite a voi stessi: quello che dice il professore è sicuramente
vero anche se ancora non lo capisco; lo prendo per buono finché non lo
metto alla prova. Ma la conclusione non può essere duplice: o è vero o non
lo è. Quindi lo metto alla prova ma non lo accetto passivamente.
Ritorniamo al principio fondamentale di Ermete Trismegisto che
non mi stancherò mai di ripetere perché è alla base di tutte le conoscenze,
di tutte le evoluzioni a noi possibili:
72 I viaggi del Matto
Il risveglio di Martina
“La fede che non dubita non è fede.” (Miguel de
Unamuno)
non si era mai sentita prima. Il suo cuore era pieno di qualcosa troppo
difficile da definire con le parole.
‘Forse è meglio che vada a fare un po’ di spesa’, si disse.
‘Mi sono crogiolata troppo e ora non ho più niente.’
Uscì e salì in macchina.
Mentre guidava, pensava come era stata in questa settimana di
solitudine. Si sentiva serena. Aveva ritrovato se stessa e poteva affermare
che stava proprio bene. Certo, in due si sta meglio, ma certi periodi di
solitudine sono necessari. Si impara a leggere dentro di sé e a capire ciò che
vogliamo veramente dalla vita. E cosa siamo disposti a dare, a mettere in
gioco.
‘Chissà quanto dovrò stare da sola’, pensava. Ogni tanto le prendeva
un po’ di languore.
‘Meglio non preoccuparsi. Starò da sola il tempo necessario. E
quando sarò pronta, sono sicura, si aprirà una nuova porta.’
A un certo momento l’auto si mise a singhiozzare e dopo un po’ il
motore si spense. Dopo vari tentativi di rimetterlo in moto, dovette
rassegnarsi.
‘Cavolo! E adesso che faccio?’, si disse.
‘Mi dispiace disturbare Aldo. È così lontano!’
Decise di camminare un po’ nella speranza di trovare qualcuno che
le desse un passaggio. Se poi non avesse incontrato nessuno, avrebbe
chiamato Aldo.
Mentre camminava sul bordo della strada, la sorpassarono alcune
macchine ma lei non cercò di fermarle né queste si fermarono. Però la terza
volta che ne sentì arrivare una alle sue spalle, si girò. Senza fare alcun
cenno, pensò: ‘Questa va bene.’
L’auto si fermò accanto a lei.
“C’è qualche problema? Ha forse bisogno d’aiuto?”
L’uomo le parlava con molta tranquillità, quasi con dolcezza. Le
fece subito una buona impressione e la sua voce le piaceva.
“La ringrazio molto. La mia macchina si è fermata improvvisamente
e non so proprio cosa fare.”
“Ah sì, ho visto un’automobile sul bordo della strada. Salga.
Andiamo a vedere.”
“Grazie!”
Martina salì. Fecero inversione.
“Buonasera.”
“Salve.”
“Io sono Carlo”, le disse l’uomo porgendole la mano.
76 I viaggi del Matto
“E io Martina.”
“Che cosa le è successo?”
“Non so proprio che dire. Il motore si è messo a singhiozzare e
subito dopo la macchina mi ha mollata.”
Dopo pochi minuti arrivarono nel punto dove si era fermata la
macchina. Pochi minuti e l’auto si rimise in moto.
“Mah! Lei è un mago”, disse Martina.
“Per niente. Basta sapere dove mettere le mani. Vede… io, anche se
faccio l’avvocato, ho sempre avuto la passione per i motori. Da giovane
facevo le corse automobilistiche.”
“Affascinante!”, replicò lei. “Bene. Non so come ringraziarla.
Vorrei sdebitarmi in qualche modo.”
“Le posso chiedere dove stava andando?”
“A fare un po’ di spesa. Sono rimasta senza niente.”
“Allora potremmo fare una cosa. Riportiamo la sua macchina a casa
sua. Poi andiamo insieme a fare la spesa.”
“Mah! Non so.”
“Dai, venga! Le prometto che non si annoierà.”
“Ok.”
“Ma lei dove ha la casa?”, chiese Martina mentre si avviavano dopo
aver sistemato la sua macchina.
“Qualche centinaio di metri più in alto. Ho deciso di vivere un
periodo di solitudine. Avevo bisogno di riposo e di ritrovare me stesso.”
“Ma guarda. Che combinazione!”, pensò lei. “Come mai?”, gli
chiese.
“Qualche mese fa mi sono separato da mia moglie dopo più di
vent’anni di matrimonio e, mi creda, per me è stato uno shock.”
“In che senso?”
“Sa quante volte me lo sono chiesto?”
“Quante?”
“Alla fine ho capito. E mi è costato molto. Ho rivisto tutta la mia
vita e ho capito tante cose. Adesso la mia esistenza, anche se sono solo, ha
assunto un altro colore.”
“Cioè?”
“Vede, Martina, la dura prova cui sono stato sottoposto mi ha
costretto a mettermi in discussione come mai mi era successo nella mia vita.
Mi sono accorto che gli schemi e le convinzioni di cui siamo fatti
costituiscono una corazza difficile da scalfire. Mia moglie mi aveva lanciato
tanti segnali e io, me ne sono accorto dopo, li avevo semplicemente ignorati.
Adesso ho capito. Mia moglie mi ha dato una lezione molto importante. Ora
I viaggi del Matto 77
Martina si confessa
L’amore assomiglia a Dio. Per raggiungerlo
bisogna crederci. (Ugo Ojetti)
LASCIARE ANDARE
Malattia e guarigione
«Nella nostra epoca sono rari i medici disposti ad
accettare l’idea che certe turbe psichiche sono
prodotte da entità del piano astrale che si
introducono nell’essere umano per nutrirsi a sue
spese e distruggerlo. La medicina continua a
cercare rimedi con prodotti chimici non tenendo
in giusta considerazione le cause per cui essa
trattiene gli esseri umani nella malattia.» (Omraam
Mikhaël Aïvanhov)
«Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è
come ciò che è in basso… ascende dalla Terra al Cielo e ridiscende in Terra
raccogliendo la forza delle cose superiori e delle inferiori»
E questa legge, tradotta in parole povere, ci dice che c’è piena
corrispondenza tra ciò che è dentro e ciò che è fuori di noi.
Quando arriveremo a sentire il divino che c’è in noi, squarciando il
velo, lo vedremo anche in tutto ciò che ci circonda.”
I viaggi del Matto 91
Epilogo
“Io sono meno impaziente del vento, tuttavia
devo andare. Per noi, viandanti eternamente alla
ricerca della via più solitaria, non inizia il giorno
dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci
trova dove ci ha lasciato al tramonto. Anche
quando dorme la terra, noi procediamo nel
viaggio. Siamo i semi della tenace pianta, ed è
nella nostra maturità e pienezza di cuore che
veniamo consegnati al vento e dispersi. (Khalil
Gibran)
RINGRAZIAMENTI ...................................................................................................5
INTRODUZIONE .......................................................................................................7
DOVE INIZIA IL VIAGGIO .........................................................................................9
SUI SETTE FRATELLI .............................................................................................13
L’EREMITA ...........................................................................................................17
I VIAGGI DI ALDO .................................................................................................19
IL BIG BANG E LA CREAZIONE ..............................................................................23
IL MONTE ..............................................................................................................29
IL VELO CHE SEPARA I MONDI ..............................................................................35
DALIA ...................................................................................................................39
IL RAGGIO DEL CUORE ..........................................................................................41
IL RISVEGLIO DI DALIA .........................................................................................43
VINCE CHI AMA ....................................................................................................47
IN SILENZIO CON LA NATURA ...............................................................................49
LA FRECCIA DELL’ARMONIA ................................................................................55
LA MALATTIA DI MARTINA ..................................................................................59
GLI STATI DI COSCIENZA ......................................................................................61
UNA SEPARAZIONE ...............................................................................................65
SCIENZA E FEDE ...................................................................................................69
IL RISVEGLIO DI MARTINA ...................................................................................73
I SEGNALI DEL CORPO ...........................................................................................79
MARTINA SI CONFESSA .........................................................................................83
MALATTIA E GUARIGIONE ....................................................................................87
DOVE FINISCE IL VIAGGIO ....................................................................................91
EPILOGO ...............................................................................................................99
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Finito di stampare nel mese di Marzo 2021