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Sole 24 Ore Forum del 27/04/11

Pi competitivi grazie allaumento


La ricapitalizzazione riduce i costi di raccolta e mette a disposizione risorse per la crescita Non esistono le banche, esistono tanti modi diversi di fare banca. Intesa Sanpaolo ha superato bene la crisi perch ha sempre mantenuto un profilo di rischio contenuto, con grande attenzione alla liquidit e al capitale. E ora, con il nuovo piano d'impresa e la ripatrimonializzazione, tra i gruppi pi forti in Europa. State certi che continueremo a non fare finanza per la finanza e a sostenere l'economia. L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera tiene a sottolineare la diversit della sua banca, rispetto a un modello anglosassone basato sulla finanza e sul trading che negli ultimi anni aveva contaminato anche molte banche della core Europe. E in oltre due ore di discussione nel forum con la redazione de Il Sole 240re ha illustrato obiettivi, strategie e progetti del piano d'impresa e affrontato i principali temi dell'attualit. Lo spunto di partenza il nuovo piano triennale d'impresa della banca, presentato insieme all'aumento di capitale da 5 miliardi. Ma Passera ha risposto a tutto campo, dal ruolo di Intesa Sanpaolo a sostegno dell'economia del Paese, all'esigenza che gli strumenti derivati siano sottoposti a regole pi severe, dal caso Parmalat a Telecom, fino alla concorrenza con Bancoposta Dalle strategie di espansione all'estero, alle scelte di sviluppo nell'asset management. Passera era accompagnato dai due direttori generali: Marco Morelli, vicario e responsabile della divisione Banca dei Territori, con cui sono state affrontate soprattutto le prospettive del retail banking e Gaetano Miccich, responsabile della divisione corporate & investment banking, che ha risposto alle domande sul mondo imprese. A rispondere alle domande pi finanziarie, anche il chief financial officer Carlo Messina. II Sole 24 Ore. Partiamo da uno dei principali temi di attualit, cui il nostro giornale proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) ha dato grande rilievo: nella finanza globalizzata, tornano i titoli ad alto rischio e la grande speculazione su derivati vecchi e nuovi. La crisi finanziaria non ha insegnato niente? C' il rischio che si ricominci come prima?

Passera. La crisi degli anni passati stata originata da tanti elementi Gravi errori di gestione aziendale, eccesso di liquidit del sistema, carenza di regole e controlli con interi segmenti della finanza che praticamente non erano controllati. Sia chiaro che questo non ha riguardato l'Italia. Anzi, se il mondo avesse avuto le regole e i controllori italiani la crisi non ci sarebbe stata Pensiamo al mismatching delle scadenze, con raccolta a breve per finanziare investimenti a lungo termine, che ha travolto molte banche inglesi e di vari Paesi. Non teme che, viste le tendenze dei mesi recenti e alcune lacune normative, stiano tornando i comportamenti disinvolti nella finanza? Passera. L'idea che i mercati siano capaci di autoregolamentarsi si dimostrata ancora una volta falsa In assenza di regole, i mercati non vanno verso situazioni di equilibrio ma verso bolle speculative. Dire che tutto sta tornando come prima della crisi per non corretto. Le nuove regole di Basilea 3 impongono requisiti di capitale e di liquidit pi elevati per tutte le banche. Con conseguente riduzione della leva finanziaria e quindi dei rischi che una singola banca pu assumere. Detto questo, sappiamo che esistono "animali" finanziari che non sono banche ma societ d'investimento. Svolgono, legittimamente, trading proprietario. L'essenziale che siano sottoposti a criteri di ponderazione diversi sul capitale, rispetto a chi fa banca come la facciamo noi. Come fare per limitare l'enorme speculazione su vecchi e nuovi derivati? Passera. In generale, i derivati non vanno demonizzati perch ce ne sono di utili a copertura di andamento di tassi e valute. La mia idea che strumenti cos rischiosi debbano andare verso una sempre maggiore standardizzazione e passare attraverso mercati regolamentati Inoltre, trattandosi di strumenti dal profilo assicurativo, non possono non essere coperti da riserve adeguate. Dal punto di vista della vendita al pubblico di prodotti complessi con la Militi si sono passi avanti significativi, per evitare che strumenti rischiosi vengano venduti a chi non ha propensione a quella tipologia di rischio. Gli stress test attualmente in corso sulle grandi banche serviranno a dare tranquillit al mercato?

Passera. L'importante che anche negli stress test vengano applicate le stesse regole dappertutto. L'anno scorso, con i primi test, sono rimasti i dubbi che non sia andata cos. La crisi finanziaria per tutt'altro che finita e sta minacciando i debiti sovrani dei Paesi periferici dell'Europa. In queste ore c' allarme per la Grecia A quanto ammonta l'esposizione di Intesa Sanpaolo ai titoli di Stato dei cosiddetti Pigs? Non crede che oltre ai possessori di titoli pubblici, dovrebbero pagare la crisi anche i detentori di obbligazioni bancarie? Passera. Per quanto riguardala nostra esposizione ai Pigs, essa inferiore al 2% dell'attivo e non ci preoccupa Sul tema delle obbligazioni bancarie, in corso un dibattito che non ha portato a soluzioni definitive. La mia opinione personale che sia sbagliato, o quantomeno che abbia pi svantaggi che vantaggi, ipotizzare che tutte le obbligazioni bancarie possano diventare contingent capital in caso di crisi. Diverso dire, invece, che ci sono alcune forme di obbligazioni che, in certi casi di crisi, diventano capitale. Ma i cosiddetti Coco-bond sono uno strumento a cui potrebbero fare ricorso anche le banche italiane? Passera. Per il momento no, perch la normativa non chiara. Passiamo all'Italia. In pi occasioni lei ha avuto modo di sottolineare che Intesa Sanpaolo si ritiene responsabile della crescita del sistema. Cosa per lei l'interesse nazionale? Passera. Responsabile sarebbe troppo. Non faccio parte di coloro che sostengono che il bene comune venga dalla contrapposizione degli interessi individuali La "famosa mano invisibile" va aiutata dal senso di responsabilit di tutti coloro che si sentono parte della stessa comunit. A livello pratico questo vuol dire che una grande banca come Intesa Sanpaolo, nei Paesi dove opera, deve favorire le iniziative che rafforzano l'intero sistema economico. Nell'interesse del Paese e della banca, ovviamente nel rispetto degli obiettivi che ci fissiamo. In questo senso ci riteniamo co-responsabili. Pensate a quello che Intesa Sanpaolo fa a sostegno degli investimenti in innovazione o a favore del terzo settore: si tratta di investimenti che certo non danno sempre ritorno nell'immediato, ma che siamo convinti che paghino nel medio termine. Certo, quando

diciamo di essere pronti a sostenere il rilancio delle aziende non intendiamo sostituirci ma affiancare l'imprenditore. Non salviamo aziende decotte, ma da partner finanziari possiamo e dobbiamo - dove possibile - sostenere validi progetti industriali, anche se ci vuole un po' di coraggio in pi oltre al normale. E allora veniamo al caso Parmalat .I francesi di Lactalis hanno annunciato da poche ore l'Opa sul 100% proprio quando voi, insieme ad altre banche e alla Cassa Depositi e Prestiti, stavate tentando di organizzare una cordata che mantenesse Parmalat italiana. Che giudizio d dell'operazione Lactalis? Passera. Un investimento di cinque miliardi in un'azienda italiana una notizia importante. Ora appare un'operazione industriale e di mercato che, speriamo, dia adeguate garanzie all'intera filiera produttiva. Ora il dossier passa nelle mani del consiglio di amministrazione della Parmalat. Noi oggi non facciamo altri commenti. Miccich. Aggiungo solo che Lactalis, che il primo operatore europeo del settore, con questa operazione si assume un impegno forte nei confronti dell'azienda e del Paese. Rispetto al loro punto di partenza, con l'acquisto prima del 14% e poi l'ascesa fino al 29%, il lancio dell'Opa sul i00% trasforma l'operazione da finanziaria a industriale. Con questo spirito avevamo iniziato a valutare l'operazione con il gruppo Ferrero. E' ipotizzabile una contro-Opa? In alternativa, consegnerete all'offerta dei francesi la vostra partecipazione in Parmalat? Passera. Si tratta di una societ quotata Ripeto: non facciamo altri commenti. La vicenda ora passa nelle mani del board della Parmalat. Il possibile coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti, attraverso il fondo "sovrano" di nuova costituzione, rappresentava una qualche forma di moral hazard per il risparmio postale? Passera. Non mi sembra Fondi di questo tipo esistono anche in altri Paesi. In ogni caso si tratta di possibili ammontari molto limitati rispetto al totale del risparmio postale. E stiamo parlando di una partecipazione puramente finanziaria, senza coinvolgimenti nella gestione, in aziende valide e di valore strategico.

Preoccupato che un'altra grande azienda italiana rischi di non avere pi la "testa" nel nostro Paese? I timori sono estendibili alla Fiat se trasferisse, come ogni tanto si vocifera sul mercato, la sede legale negli Usa? Cosa accadrebbe se Intesa Sanpaolo trasferisse la sua sede all'estero, magari in cambio di benefici fiscali? Passera. Noi siamo sempre stati convinti che un Paese che ospita tante aziende con la testa e il centro direzionale in loco, un Paese pi forte. Noi ovviamente non abbiamo alcuna intenzione di spostare la sede all'estero. Ma accetto la provocazione e rispondo che sarebbe un danno per il Paese. E, forse, uno strumento come la moratoria sui debiti delle imprese e sui mutui dei clienti nel momento pi difficile della crisi non sarebbe stato messo a punto. Detto questo, vorrei chiarire che in Italia operiamo in un sistema che tra i pi concorrenziali d'Europa. Esistono grandi banche, istituti medie piccoli E una forte presenza di gruppi esteri, certamente pi che in altri Paesi d'Europa. Su Parmalat vedremo come andr a finire. Ma l'impressione che Intesa Sanpaolo abbia fin troppo capitale impegnato in partecipazioni industriali. Per esempio, nello stesso settore siete anche azionisti di Granarolo. Con che logica vi muovete? Miccich. L'investimento in partecipazioni di minoranza in imprese, con ottica di medio periodo, una delle nostre attivit e riguarda meno dello 0,5% dei nostri attivi Abbiamo una struttura di merchant banking che negli ultimi 8-9 anni, ha realizzato pi di cento investimenti. Quando verifichiamo la seriet di un progetto e la possibilit di contribuire alla crescita di un'azienda, investiamo e i risultati passatici hanno dato ragione con ritorni economici pi che soddisfacenti. Spesso i giornali si soffermano solo sui nomi pi noti, come Alitalia, Telecom. Ma noi abbiamo tante operazioni in atto, quasi sempre nate con approccio bottom-up dai nostri uffici molto qualificati. Cito esempi di medie imprese come Giochi Preziosi, Guala, Sigma Tau, Esaote, oltre ad altre come Prada e Novamont, diverse per dimensioni ma delle sicure eccellenze imprenditoriali. Granarolo? Abbiamo contribuito a salvare la Yomo, che aveva problemi finanziari, e creato un gruppo unico con Granarolo, che cos ha accresciuto le dimensioni e ora una delle societ pi importanti del settore. II Paese ha bisogno di infrastrutture. E voi siete l'operatore pi attivo anche su questo fronte, attraverso numerose operazioni di project finance. Si

tratta di investimenti di sistema o avete davvero fiducia che, se e quando andranno in porto, daranno ritorni adeguati? Pensiamo a opere come la Brebemi o la Pedemontana. Passera. Sul versante delle infrastrutture l'Italia ha accumulato un clamoroso ritardo, che vale 25o miliardi. Ricordo che la legge obiettivo - legge molto opportuna prevedeva 100 miliardi di investimenti. Sono passati dieci anni e ne sono stati spesi circa 20. intollerabile. In quasi tutti i casi il problema non sono state le risorse ma le procedure decisionali paralizzanti. In ogni caso, credo che il nostro. supporto sia utile. La Brebemi, per esempio, una sfida importante. I cantieri sono partiti, io la considero come fatta, anche se c' ancora qualche calvario procedurale da superare. Quanto alla Pedemontana, non mi nascondo che un'opera che richiede 5,5 miliardi di investimenti non facile. Per uno dei progetti a cui gli ultimi Governi hanno dato priorit e credo che sar fatta. Supporterete anche il riassetto degli aeroporti? Sarete tra i protagonisti della quotazione della Sea? Passera. Nel settore aeroportuale crediamo che una fase di consolidamento sia inevitabile. Certamente avremo un ruolo, anche se per il momento non abbiamo dossier aperti. Ricordo che anni fa gi avevamo appoggiato l'iniziativa del fondo McQuarie di entrare nella gestione degli Aeroporti di Roma Quanto alla Sea, partecipiamo al progetto di quotazione in Borsa. noto che noi di Intesa Sanpaolo avevamo opinioni diverse sui destini di Malpensa. Ma anche cos, credo che la societ abbia buone possibilit di sviluppo. Chi ha pi bisogno di accesso al credito il mondo delle piccole e medie imprese. Cosa state facendo per questo snodo decisivo dell'economia italiana? Passera. Del totale degli impieghi di Intesa Sanpaolo, i due terzi sono destinati alle imprese e due terzi di queste vanno proprio alle piccole e medie imprese. Le esigenze di credito sono le pi diverse ed difficile generalizzare. Dipende molto da impresa a impresa e da imprenditore a imprenditore anche negli stessi distretti e dai settori in cui le aziende operano. In generale, il nostro impegno quello di spingere queste imprese verso l'innovazione e l'internazionalizzazione. Oltre a cercare di facilitare il

consolidamento delle aziende, spesso di dimensioni ancora troppo ridotte, per affrontare difficolt e opportunit del mercato globale. L'aumento di capitale da 5 miliardi stato in parte una sorpresa, visto che a pi riprese e fino a poche settimane prima della presentazione del piano avevate escluso ogni indiscrezione. Cosa vi ha fatto cambiare idea? Passera. Fino a oggi eravamo rimasti l'unica grande banca credo al mondo a non aver chiesto soldi n agli azionisti n al pubblico per superare la crisi finanziaria Questo resta comunque un primato del quale in passato ci siamo pi volte vantati, cos come pi volte abbiamo in effetti sottolineato di avere le capacit di raggiungere nel tempo i livelli di patrimonializzazione previsti da Basilea 3. Quando per abbiamo ricevuto da parte dei nostri regolatori e in parte anche dal mercato stesso il messaggio chiaro che i nuovi livelli dovevano essere raggiunti pi velocemente di quanto si pensava abbiamo modificato la nostra idea. Abbiamo quindi deciso di corredare il nostro piano di impresa con un aumento di capitale in modo da arrivare fin da subito a quello che consideriamo essere il "new normal", il famoso 10% di common equity. Quest'operazione si trasformer in un vantaggio competitivo, perch effettuare un aumento di capitale vuol dire anche avere a disposizione maggiori risorse per crescere, ridurre il costo della raccolta a medio periodo e avere la possibilit di guardare a operazioni straordinarie con maggiore flessibilit. Gli azionisti del Credit Agricole hanno detto che valuteranno se partecipare o meno all'aumento di capitale. Vi fa piacere la loro eventuale sottoscrizione o temete che l'adesione possa riaprire tensioni con l'antitrust italiana che sono state di recente risolte? Passera. Credit Agricole valuter come comportarsi con l'aumento di capitale, se e quando aderire oppure se vendere i diritti. I loro rapporti con l'Antitrust sono ben noti. Noi siamo felici di averli come azionisti finanziari e non abbiamo n opinioni, n richieste da fare sul tema. Le tensioni a livello internazionale sono ancora elevate e lo dimostrano i tassi dei titoli di stato greci, che superano il 23%. Al tempo stesso la Banca d'Italia mostra preoccupazione per l'andamento delle sofferenze degli istituti di credito. Alla luce di queste considerazioni non pensate che il vostro piano si basi su ipotesi troppo ottimiste?

Passera. Non ci sembra di aver particolarmente ecceduto in ottimismo: certo non ci aspettiamo una ricaduta in recessione per l'economia italiana ed europea, non un double dip, ma partiamo per l'Italia da ipotesi di ripresa modesta pari allo 0,8-0,9% annuo. Anche un'inflazione media all'1,6-1,7% nei prossimi 3-5 anni e tassi Bce al 2,5% a fine 2013 non sembrano francamente previsioni particolarmente ottimiste. Questo scenario potrebbe essere anche migliore: se soltanto ci si basasse su previsioni pi in linea con quelle dei principali istituti di ricerca i nostri ricavi potrebbero crescere ulteriormente straordinarie. Messina. Riguardo all'andamento delle sofferenze, anche il consensus degli analisti pi ottimista di noi, perch nei prossimi tre anni prevede un costo del credito di so-55 punti base rispetto ai 61 punti base indicati nel piano. Inoltre importante notare che Intesa Sanpaolo continua a mantenere al 120% la copertura sulle sofferenze per riflettere il fatto che in Italia il tempo di recupero sui crediti non esigibili anomalmente lungo. A differenza di altre banche grandi e medie italiane, che hanno varato in questo periodo progetti di riorganizzazione che vanno verso la banca unica, voi avete scelto di mantenere tutte le banche controllate sul territorio senza fare fusioni. Perch? Passera. Noi crediamo al modello Banca dei Territori e pensiamo che se riusciamo a essere banca locale sul territorio coni vantaggi della banca nazionale e internazionale abbiamo trovato la formula giusta. probabile che il nostro modello comporti qualche costo in pi, ma non certo enorme, mentre i vantaggi sono significativi Non raggiungeremmo mai le quote di mercato che abbiamo in talune parti in Italia se non se non fossimo presenti con banche che talvolta da secoli fanno il proprio mestiere sul loro territorio. Questo non esclude che ci possano essere operazioni di semplificazione o qualche accorpamento, ma sempre senza perdere la presenza locale, perch questa a nostro parere - la maniera migliore per operare nel nostro Paese, tanto variegato. Ma con la filiale si guadagna ancora? di 1-1,5 miliardi di euro. In pi non abbiamo considerato il miglioramento del costo del funding, che gi vediamo, n le possibili azioni

Morelli. Sulle filiali sar sempre pi complesso guadagnare, ma nel mondo dei prodotti standardizzati sar impossibile. In un sistema totalmente informatizzato, dove confronti solo il prezzo al terminale, non c' margine difendibile. Ovunque invece ci sar consulenza, advisory, vendita e ovunque si avr un luogo di confronto con i clienti ci sar invece modo di remunerare il rischio e di creare valore aggiunto. Posto che la multicanalit imprescindibile, nel nostro modello la filiale deve riacquistare centralit esercitando attivit differenti dal passato, deve diventare uno strumento per offrire prodotti e servizi alla clientela in modi sempre nuovi e adeguati a esigenze sempre in cambiamento. Non pensate che sia un rischio eccessivo rimanere concentrati in un solo mercato che oltretutto cresce poco? Passera. Vorrei premettere che abbiamo 30mila persone che lavorano in 40 paesi al di fuori dall'Italia, non sono molte le aziende nazionali che possono vantare numeri simili. Pi in generale penso che le banche, come qualsiasi altra azienda, sbagliano quando pensano di diversificare le attivit in modo eccessivo negli altri Paesi. La crisi ha dimostrato che chi ha voluto fare troppi mestieri in troppi Paesi poi stato il pi vulnerabile. Noi abbiamo scelto di seguire le aziende italiane nell'est Europa e nel Mediterraneo, mentre abbiamo ridotto o cancellato la presenza in altre parti del mondo dove non avevamo vantaggi competitivi. Piantare bandierine in molte parti del mondo pu essere motivante per i manager, ma non sempre nell'interesse dell'azienda. Nel piano si dice che l'estero continuer a crescere per via organica pi dell'Italia e il suo peso in termini sui ricavi di Intesa Sanpaolo passer dal 14% al 21% sia attraverso le nostre banche locali, sia attraverso l'espansione della Divisione Corporate e della Divisione Public Finance: non mi sembra poco per una banca commerciale. Riguardo agli investimenti, quale l'orizzonte temporale dell'impegno in Telecom? Visto che il patto Telco scade tra un anno e mezzo, avete gi preso qualche decisione in merito? Passera. un tema che non stato ancora definito. Nel piano industriale dichiarate di voler consolidare la leadership nell'asset management, ma anche vero che per esigenza vostra, come di tutto il

sistema bancario, per mantenere buoni livelli di liquidit ultimamente si tende a offrire allo sportello un po' troppe obbligazioni bancarie. Passera. Durante la crisi grandi flussi di risparmio sono affluiti su conti correnti, titoli di Stato, ovvero verso la cosiddetta raccolta amministrata Da alcuni trimestri cominciamo a veder rifluire parte di questi capitali verso i fondi comuni d'investimento e, soprattutto, verso le gestioni patrimoniali. Il piano d'impresa abbastanza prudente su questo versante, perch dice che il 10-15% di quello che oggi in amministrato passer al risparmio gestito. E questo non un obiettivo stravolgente se ipotizziamo un ritorno dei mercati verso una certa normalit. Per quanto riguarda le obbligazioni bancarie, noi siamo una delle banche che ha potuto ricorrere al mercato wholesale, senza interruzioni, anche nei periodi pi difficili Il peso relativamente pi alto delle obbligazioni bancarie rispetto ad altri paesi dipende dalla penalizzazione fiscale che in Italia colpisce i depositi a tempo. Ci costringe a sostituire uno strumento molto usato in tutto il mondo appunto con le obbligazioni. Tra le righe del piano d'impresa scrivete del riposizionamento di Epsilon Sgr, come joint venture tra Eurizon Capital e Banca Imi. Alla luce della lunga esperienza di Banca Imi come market maker, avete intenzione di tornare sul mercato degli Etf anche come emittente dopo aver delistato gli strumenti lanciati con il marchio Nextra? Miccich. Epsilon Sgr una realt importante italiana e della nostra banca abbiamo pensato di rivitalizzarla con l'apporto di professioni aggiuntive per farla diventare il centro per le gestioni non tradizionali, nel senso di origination di nuovi prodotti che poi sono collocati attraverso la struttura di Eurizon Capital. Diverse sono le iniziative in corso a livello di prodotti, non solo sul fronte Etf che pensiamo comunque di lanciare. Morelli. Stiamo valutando cosa si pu fare dentro Epsilon. Tenendo presente che gi attraverso Eurizon noi distribuiamo diversi miliardi attraverso Etf. Valuteremo le varie alternative per rafforzare una iniziativa del genere. Non solo un tema commerciale. Considerate Bancoposta il vero concorrente in futuro? Passera. Bancoposta un'iniziativa di grande successo che anno dopo anno si rafforza. Era partita per 'bancarizzare" una fascia della popolazione con bisogni relativamente limitati ed andata poi crescendo anche in termini di qualit e

ricchezza dell'offerta. un concorrente temibile in vari segmenti di mercato e contribuisce a rendere il mercato bancario italiano uno dei pi competitivi in Europa.

LE PAROLE DEL BANCHIERE Corrado Passata, nato a Como nel 1954, Consigliere Delegato e Chief Executive Officer di Intesa Sanpaolo dal gennaio 2007. In precedenza aveva ricoperto la carica di amministratore delegato, Chiel executive officer di Banca Intesa dal maggio 2002. I MERCATI l mercati hanno dimostrato di non essere in grado di autoregolamenlarsi, in assenza di regole non tendono allequilibrio ma alimentano le bolle. INFRASTRUTTURE Sulle infrastrutture I'Italia in netto ritardo, intollerabile che in dieci anni siano stati spesi solo 20 miliardi dei 100 previsti dalla legge obiettivo. LE PMI Un terzo degli impieghi del gruppo vanno alle piccole e medie imprese, l'impegno per favorirne internazionalizzazione, dimensioni e innovazione. IL SOCIO FRANCESE Credit Agricole valuter se e quando aderire allaumento di capitale o se vendere i diritti. Noi siamo felici di averli come azionisti finanziari OBIETTIVI CREDIBILI Per l'economia italiana non vediamo in double dip ma una ripresa modesta dello 0,8-0,9% annuo. Non ci sembra di essere eccessivamente ottimisti. ALL'ESTERO Abbiamo 30 mila persone che lavorano in 11 Paesi al di fuori dell'Italia; non so quali altre aziende nazionali possono vantare numeri simili.

NO ALLA BANCA UNICA La Banca dei Territori pu esseri pi costosa, ma la presenza locale la maniera migliore per operare nel nostro Paese tanto variegato.

Il risparmio. Da alcuni mesi il denaro rifluisce verso i fondi comuni e le gestioni patrimoniali. Le obbligazioni bancarie. Sono contrario a trasformarle in equity in caso di crisi. Gli stress test L'importante che vengano effettuati ovunque con gli stessi criteri. La concorrenza. Bancoposta contribuisce a rendere competitivo il contesto italiano. Le nuove normative su capitale e liquidit imposte da Basilea 3 riducono la leva a tutti, ma chi fa trading andr sorvegliato di pi I nostri regolatori e il mercato ci hanno fatto capire che i nuovi livelli di patrimonializzazione dovevano essere raggiunti subito La formula giusta? Riuscire a essere banca locale sul territorio mantenendo i vantaggi della banca nazionale e internazionale Marco Morelli Direttore generale vicario Intesa Sanpaolo, responsabile della Banca dei Territori La multicanalit imprescindibile ma nel nostro modello la filiale deve riacquistare centralit e focalizzarsi di pi sulla consulenza Gaetano Miccich Direttore generale Intesa Sanpaolo Responsabile divisione corporate e investment Gli investimenti nel capitale delle imprese fanno parte del nostro merchant banking: in 8-9 anni gi 100 operazioni Carlo Messina Chief financial officer di Intesa Sanpaolo

Nel piano d'impresa siamo stati pi prudenti delle stime di mercato: il costo del credito sar di 61 punti contro attese di consenso di 50-55

Il forum L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera ha risposto alle domande della redazione de il Sole 24 Ore nel corso di un forum condotto dal direttore Roberto Napoletano. Al forum, hanno partecipato anche il direttore generale vicario Marco Morelli, responsabile della divisione Banca dei Territori, il direttore generale Gaetano Miccich, responsabile della divisione corporate & investment banking, e il chief financial officer Carlo Messina. Il forum si svolto ieri per oltre due ore nella redazione milanese del quotidiano in Via Monterosa, in collegamento con la redazione romana. Partendo dalle novit in casa Intesa Sanpaolo, l'aumento di capitale da 5 miliardi e il nuovo piano triennale d'impresa, Passera e i vertici della banca hanno affrontato tutti i temi dell'attualit finanziaria. A partire dai pericoli di un ritorno dei rischi sistemici collegati all'utilizzo degli strumenti derivati. Un forum a tutto campo, che ha spaziato dai temi societari (Telecom, Generali e, soprattutto, Parmalat) a quelli dell'economia del Paese: infrastrutture e sostegno alle Pmi.

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