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E-COURSE
DI LOGICA

Preparati al test
di ammissione
con un metodo
 Completo
 Sicuro
 Infallibile

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Indice generale

INTRODUZIONE

ARTICOLAZIONE DELLA LOGICA


CLASSI DI QUESITI

SEZIONE 1

QUANTIFICATORI E CONNETTIVI
DA DOVE SI COMINCIA?
TIPI DI PROPOSIZIONI ED OPERATORI LOGICI
ESERCITAZIONE
SOLUZIONI
FEEDBACK E RIEPILOGO

SEZIONE 2

L’IMPLICAZIONE
ESERCITAZIONE
SOLUZIONI
FEEDBACK E RIEPILOGO

SEZIONE 3

IL RAGIONAMENTO LOGICO

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SEZIONE 4

I QUESITI DI LOGICA MATEMATICA PROF. SANITARIE


SUCCESSIONI ALFANUMERICHE
ESERCITAZIONE
SOLUZIONI
FEEDBACK E RIEPILOGO

SEZIONE 5

CALCOLO DELLE PROBABILITA’


ESERCITAZIONE
SOLUZIONI
FEEDBACK E RIEPILOGO

SEZIONE 6

LOGICA VERBALE
ESTRANEITA’ LOGICA
SOLUZIONI
FEEDBACK E RIEPILOGO

SEZIONE 7

ORIENTAMENTI RECENTI
MEDICINA 2014
LA FORMA DEL SAGGIO
ARGOMENTAZIONE LOGICA
I QUESITI SULLA COMPRENSIONE DEL TESTO (PRINCIPALMENTE PROFESSIONI
SANITARIE)
CONCETTI LOGICO-SEMANTICI-FONDAMENTALI

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INTRODUZIONE

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Articolazione della logica

Le origini della logica vanno fatte risalire ad Aristotele. Fu il filosofo stagirita a sistematizzare la
logica, stabilendone obiettivi, principi e procedure. Ma che cosa ha a che vedere quella formulazione
della logica, così lontana nel tempo, con gli attuali test di logica? In realtà, ha una relazione molto
stretta.
I quesiti di logica sempre più comunemente usati come filtro per l’accesso alle facoltà universitarie a
numero chiuso, per i concorsi pubblici o per le selezioni aziendali si basano per lo più sulla logica
classica, oppure su ragionevoli espansioni della logica classica. Agli effetti pratici, la prima e più
importante conseguenza è che dietro ad ogni quesito si trovano delle precise procedure di
ragionamento.
Uno degli approcci più fuorvianti ai test di logica è quello che tende a ridurli a quiz di fronte ai quali
attivare semplicemente intuizione o buon senso. La logica non è questione di intuizione, se non
secondariamente: è questione di metodo.
Se siete approdati a questo corso, probabilmente significa che vi siete già resi conto dei limiti insiti
nell’accostarsi alla logica senza riferimenti sicuri. Questo modo di procedere non è destinato a
condurre a significativi avanzamenti; né può bastare, da solo, lo svolgimento di repertori di quesiti,
estesi quanto si vuole. Occorre un quadro teorico generale, precisato nelle sue articolazioni, che
predisponga gli strumenti adeguati per intervenire sulle diverse tipologie di quesiti.
Lo studio della logica è, dunque, anzi tutto quello della logica classica, che però presenta
l’inconveniente di risultare piuttosto ostica ai “non addetti ai lavori”. Lo scopo principale di questo
corso è di accorciare la distanza che esiste tra la logica accademica e le applicazioni, mettendo a
disposizione di tutti un insieme di metodologie rigorose in una forma accessibile e chiarificando ogni
passaggio, in modo da arrivare a ciascuna classe di quesiti solo dopo aver delineato il quadro teorico
che deve fungere da guida sicura per impostare e risolvere i quesiti di quella classe.

Classi di quesiti
Ma, quindi, quante e quali classi di quesiti si danno? In questo E-course ne forniremo una
classificazione esaustiva. Intanto, per un primo orientamento di massima, dobbiamo dire che i quesiti
di logica che è possibile incontrate in un test di selezione o di ammissione, o in una qualsiasi batteria
di logica possono essere ricondotti in prima battuta a tre macro-aree principali:

 Logica predicativa (o proposizionale)


Comprende lo studio dei fondamentali logici, delle proposizioni e delle loro proprietà, del
ragionamento, delle sue modalità e delle sue forme, e l’area che va generalmente sotto il nome
di sillogistica (moduli 1-3)
L’analisi e la classificazione delle proposizioni è propedeutica allo studio del ragionamento
(che è in senso proprio l’oggetto della logica) e della sillogistica, dal momento che i
ragionamenti sono concatenazioni di proposizioni.

 Logica numerica
Comprende le successioni alfanumeriche e le basi del calcolo delle probabilità, fino alla
probabilità condizionata (moduli 4 e 5)

 Logica verbale
Rientrano in quest’area della logica le proporzioni verbali e i quesiti di estraneità logica
(modulo 6).

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Alcuni esempi, corredati da indicazioni relative alle macro-aree di riferimento, aiuterà a mettere a
fuoco le tipologie di quesiti possibili e la loro relazione con il piano della teoria.

Esempio 1.
“Non è vero che Luisa è bionda e ha gli occhi verdi.” In base a questa informazione e senza conoscere
Luisa, dovremo limitarci a dire che:

A) Luisa non ha gli occhi verdi


B) Luisa non è bionda
C) Luisa non è bionda e non ha gli occhi verdi.
D) Luisa non è bionda o non ha gli occhi verdi.
E) Non possiamo essere certi di nessuna delle precedenti

Occorre esercitarsi anzi tutto ad astrarre dal particolare contesto linguistico, per concentrarsi
esclusivamente sulla forma logica.
“Luisa è bionda” e “Luisa ha gli occhi verdi” sono due proposizioni singolari, cioè hanno per
soggetto un singolo individuo. “Luisa è bionda e ha gli occhi verdi” è una proposizione composta,
cioè una proposizione che si forma unendo due proposizioni singolari o elementari. La “e” utilizzata
per unire le due proposizioni singolari è un operatore logico che prende il nome di congiunzione. Le
proposizioni si legano secondo regole precise, e ciascuna tipologia di proposizioni gode di proprietà
specifiche, che è dunque necessario conoscere. Nello specifico, una congiunzione, cioè la
proposizione composta “Luisa è bionda e ha gli occhi verdi” è vera se e solo se sono vere entrambe le
proposizioni elementari che la formano, mentre è sufficiente che sia falsa anche solo una, ed inoltre
una qualsiasi delle due proposizioni elementari, affinché risulti falsa anche la proposizione composta
che risulta dalla loro unione. Ora, poiché il quesito ci dice che la proposizione “Luisa è bionda e ha
gli occhi verdi” è falsa, dovremo far riferimento appunto alle condizioni di falsificazione della
congiunzione, cioè alle condizioni sotto le quali tale proposizione risulta falsa, che sono sintetizzate
dalla risposta D: è infatti sufficiente che Luisa non sia bionda o non abbia gli occhi verdi, affinché
risulti falso l’enunciato che asserisce che ha entrambe le proprietà.

Occorre, attraverso lo studio della teoria combinato alla ripetizione, fissare queste regole, che devono
diventare un automatismo. Sono i fondamentali della logica. La congiunzione e gli altri operatori
logici sono chiariti in dettaglio nella Sezione 1.

Esempio 2.
Lanciando simultaneamente due dadi, qual è la probabilità di ottenere un 9?
A) 1/6
B)1/9
C)1/18
D)5/36
E)7/36

In primo luogo, occorre determinare il campo di probabilità, cioè il numero complessivo delle
possibili uscite che è possibile ottenere lanciando due dadi. In tutti i casi, quando approcciamo un
quesito di probabilità, è necessario individuare preliminarmente il campo di probabilità. Nel caso del
lancio di due dadi, il numero complessivo delle uscite che possono darsi è pari a 36. Come facciamo a
saperlo? Naturalmente potremmo contare tutti i casi possibili, trovando che sono 36 ma questo modo
di procedere è piuttosto laborioso. In realtà sappiamo in anticipo che si possono dare 36 casi possibili
perché ce lo dicono le leggi della probabilità. Se lanciando un dado sono possibili 6 uscite, o eventi,
lanciando 2 dadi le uscite sono 6*6=36. Perché moltiplichiamo? Perché le due serie di eventi, cioè le
possibili uscite sul primo dado e le possibili uscite sul secondo dado sono due serie di eventi
indipendenti, ed è una legge fondamentale della probabilità quelle che prescrive che quando due

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eventi sono indipendenti la probabilità dell’evento composto che si ottiene dal loro simultaneo
verificarsi si ottiene facendo il prodotto logico delle probabilità dei singoli eventi. (per una trattazione
dettagliata degli eventi indipendenti, e per il lancio di due dadi, vedi Sezione 5); Ora, posto che il
campo di probabilità è pari a 36, e che dunque 36 è il denominatore della frazione con la quale
esprimeremo la probabilità dell’evento richiesto, cioè “uscita di un 9”, dobbiamo calcolare il
numeratore e per fare questo non dovremo fare altro che contare i casi favorevoli all’uscita di un 9,
cioè le combinazioni attraverso le quali è possibile formare un 9 con due dadi. Esse sono tutte e sole
le seguenti: 3+6, 6+3, 4+5, 5+4, per un totale di 4 casi favorevoli su 36 possibili, cioè 4/36, frazione
che ridotta ai minimi termini vale 1/9. La risposta corretta è pertanto la B.
Un quesito come questo rientra, al pari del successivo, nell’ambito della logica numerica.

Esempio 3.
Come deve proseguire la successione: 3, 6, 12, 24, 48, ?
A) 54
B) 72
C) 96
D) 108
E) 116

Osserveremo con attenzione in che modo ciascun termine della successione si ottiene dal precedente,
alla ricerca della regolarità alla base della successione. La regolarità che individuiamo dai termini
osservati andrà estesa per determinare il successore (e permette di generare la successione
all’infinito). Nello specifico, ciascun termine si ottiene dal precedente moltiplicandolo per 2. Una
successione di questo tipo, cioè che procede utilizzando il prodotto, si chiama geometrica (per una
classificazione delle diverse tipologie di proposizioni e l’esposizione delle loro proprietà vedi Sezione
4). La risposta corretta è dunque la C.

Esempio 4.
Individuare il termine da scartare:
A) quadrato
B) pentagono
C) esagono
D) ottagono
E) dodecagono

I quesiti di questa classe vanno generalmente sotto il nome di quesiti di estraneità logica, in quanto
l’esclusione del termine “estraneo” viene condotta in ragione della sua non appartenenza alla classe
logica di riferimento, identificata dalla proprietà condivisa dagli altri termini presenti nell’elenco.
Quesiti di questo tipo individuano un’area della logica autonoma, quella della logica verbale, (oggetto
del Sezione 6), sebbene la sicura padronanza delle basi della logica predicativa costituisca una
precondizione anche per affrontare anche i quesiti di quest’area.

Bene, mi premeva darvi una prima idea delle diverse tipologie di quesiti di logica che è possibile
incontrare e soprattutto del modo in cui i quesiti vadano affrontati collocandoli opportunamente
all’interno del loro specifico quadro teorico.
Intanto, teniamo fermo un aspetto centrale, sul quale insisteremo molto: è possibile raggruppare i
quesiti in classi definite, e riferire tali classi a precisi spezzoni di teoria, perché i quesiti che
incontriamo sono variazioni di un numero limitato di schemi logici fondamentali.
Concentrandoci su tali schemi, e sulle procedure di ragionamento ad essi sottese, acquisiamo dunque
un decisivo vantaggio strategico e un valore aggiunto per l’impostazione e la risoluzione dei quesiti.
Dopo questo assaggio, è arrivato il momento di affrontare ciascuna area della logica, ciascun
argomento e i relativi quesiti in modo più specifico. Buon proseguimento!

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SEZIONE 1

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Quantificatori e connettivi

La logica NON è un insieme di precetti di buon senso, ma un insieme di regole e procedure


di ragionamento ben definite e formalizzabili. Formalizzabili, in particolare, significa che
tali regole e procedure sono definite in modo tale da escludere completamente la necessità di
ricorrere al contenuto, anzi ciò sarebbe del tutto fuorviante nella logica. Insomma, conta la
struttura, non il modo in cui la riempiamo. La validità di un ragionamento NON dipende
dal contenuto dei termini e delle proprietà che vi compaiono, ma esclusivamente dalla forma.
Ogni ragionamento, dunque, o può essere ridotto ad una serie di passaggi automatizzabili e
rigorosamente concatenati, o non è logico!
Durante questo corso, in ogni sua fase e modulo, potrete toccare con mano come
l’assimilazione graduale delle regole di base vi permetterà una gestione molto più sicura dei
quesiti.

Da dove si comincia?
Occorre dunque procedere con ordine. Da dove deve iniziare l’esposizione della logica? Non dal
ragionamento, perché qualsiasi ragionamento è una procedura che si compone di parti più semplici.
Quali sono, dunque, le componenti elementari che entrano nella formazione di qualsiasi
ragionamento?
Sono le proposizioni. Qualunque ragionamento è formato da proposizioni e la natura e la correttezza
di un ragionamento dipendono dal tipo di proposizioni che lo formano, e dal modo in cui sono legate
tra loro.

Prime definizioni - Le proposizioni sono dunque il primo mattone dell’edificio della logica ed è
importante mettere anzi tutto a fuoco cosa sia una proposizione, quanti e quali tipi di proposizioni
siano possibili, e quali sono le loro proprietà fondamentali.

Cominciamo dalla prima domanda: che cos’è una proposizione? In prima battuta, possiamo dire che
le proposizioni sono le “frasi” della logica. Bisogna notare, però, che non tutte le frasi che noi
possiamo produrre nel linguaggio sono delle proposizioni. Rispetto a tutte le frasi possibili del
linguaggio, la logica opera una restrizione: solo alcune frasi sono proposizioni.

Deve necessariamente essere così: nel linguaggio, come nella vita, esistono infinite possibilità, nella
logica esiste invece un numero limitato di schemi fondamentali. Questo accade perché si toglie il
significato.

Il criterio per distinguere una proposizione da una frase è il seguente: perché una frase sia una
proposizione (cioè perché abbia una “traduzione” logica) deve essere possibile assegnarle un valore
di verità: vero oppure falso.
Una proposizione, così definita, è formata da un soggetto e da un predicato. Il predicato indica la
proprietà che si attribuisce (o non si attribuisce) al soggetto.
Il soggetto di una proposizione può essere un singolo individuo, oppure un’intera classe logica.
Possiamo così avere, rispettivamente, le proposizioni “Paolo è calvo” (singolare) o “Tutti i giapponesi
sono gentili” (universale). Nel primo caso la proprietà “essere calvo”, specificata dal predicato, è
attribuita ad un soggetto singolare, nel secondo caso la proprietà “essere gentile” è attribuita all’intera
classe logica (o insieme) “giapponesi”.

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Inoltre, se neghiamo la proposizione “Paolo è calvo” otteniamo un’altra proposizione della logica,
cioè “Paolo non è calvo” (anche a questa proposizione è infatti possibile assegnare un valore di
verità).
All’inizio di questa scheda abbiamo detto che le regole della logica possono essere formalizzate. Cosa
significa? Come si può procedere a formalizzare un linguaggio? In primo luogo si assegna uno stesso
simbolo ad elementi dello stesso tipo, cioè elementi la cui forma logica generale è identica.

Le proposizioni , per esempio, possono essere indicate con una lettera dell’alfabeto: p, q, r ecc.
Quindi, la proposizione “Paolo è calvo” diventa: p. La proposizione negativa “Paolo non è calvo”
diventa allora: non-p. Le proposizioni singolari, infatti, possono essere affermative o negative.
Non solo le proposizioni singolari, in realtà, possono essere negate, ma qualunque tipo di
proposizione.
Anche la proposizione universale “Tutti i giapponesi sono gentili” può essere negata, ottenendo
un’altra proposizione. Avremo allora “Non- “Tutti i giapponesi sono gentili”” che equivale alla nuova
proposizione “Qualche giapponese che non è gentile”.

Soffermiamoci ora sulla proposizione “Tutti i giapponesi sono gentili”. Come avrete certamente
notato, è una proposizione con caratteristiche diverse rispetto ad una proposizione del tipo “Paolo è
calvo”. A differenza delle proposizioni singolari, infatti, proposizioni di questo tipo non dicono
qualcosa su un singolo soggetto, ma su un’intera classe logica. Come vedete bene, questo può essere
espresso solo grazie a quel “Tutti” che appare all’inizio della proposizione! “Tutti” è uno speciale
operatore logico e si chiama quantificatore, perché serve ad indicare per quanta parte di una data
classe logica è valida la proprietà espressa dal predicato. In questo caso, la proposizione ci dice che la
proprietà “essere gentile” si applica alla totalità degli elementi che appartengono alla classe logica
“giapponesi”. Una proposizione di questo tipo si chiama universale affermativa. Se neghiamo una
tale proposizione, allora stiamo affermando che non tutti i giapponesi sono gentili, cioè che qualche
giapponese non è gentile; o, per dirla in modo ancora più esatto, che c’è almeno un giapponese che
non è gentile.

Tipi di proposizioni ed operatori logici


Quanti tipi di proposizioni esistono?
Saper rispondere a questa domanda è importante, perché ciascuna tipologia di proposizione gode di
proprietà specifiche; inoltre, i ragionamenti, dei quali dovremo occuparci successivamente (cfr.
Modulo 3), differiscono tra loro secondo la tipologia delle proposizioni che li formano e il modo in
cui sono concatenate.
Per rispondere, dunque, a questa domanda, mettiamo in luce fin d’ora la stretta relazione che esiste tra
la logica proposizionale e l’insiemistica. Osservate con attenzione le seguente tipologie di
proposizioni e la rappresentazione insiemistica associata:

Tutti i giapponesi sono gentili


La classe logica, o insieme, “giapponesi” è interamente contenuta nella classe logica delle “persone
gentili”.

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Nessun giapponese è gentile
La classe logica dei giapponesi e quella delle persone gentili sono disgiunte, cioè non hanno alcun
elemento in comune.

Qualche giapponese è gentile

Tra la classe logica dei giapponesi e quella delle persone gentili esiste un’intersezione, e prendiamo in
considerazione gli elementi della classe logica mele che appartengono anche alla classe logica delle
cose rosse.

Qualche giapponese non è gentile


Tra la classe logica dei giapponesi e quella delle persone gentili esiste un’intersezione, e prendiamo in
considerazione solo gli elementi della classe logica giapponesi che non appartengono alla classe
logica delle persone gentili.

Le quattro proposizioni sopra riportate sono le proposizione che è possibile distinguere in base al
diverso quantificatore utilizzato, e prendono il nome, rispettivamente, di universali affermative,
universali negative, particolari affermative e particolari negative. È importante notare che
ciascuna di queste quattro tipologie fondamentali gode di proprietà specifiche. Le principali sono:

 Le universali affermative non sono reversibili. Significa che data la proposizione “Tutti i
giapponesi sono gentili”, la sua conversa, cioè “Tutte le persone gentili sono giapponesi”
chiaramente non consegue. Per rendersene conto è sufficiente osservare la relazione
insiemistica: la classe logica “giapponesi” è interamente contenuta nella classe logica “persone
gentili”, mentre esistono persone gentili che non sono giapponesi;

 Diversamente dalla universali affermative, le universali negative sono sempre reversibili, cioè
se “Nessun giapponese è gentile”, allora è altrettanto vero che “Nessuna persona gentile è
giapponese”, perché le due classi logiche sono separate, cioè non hanno alcun elemento in
comune.

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 Le universali sono sempre falsificate dalla particolare opposta. Abbiamo infatti: Se è FALSO
che “Tutti i giapponesi sono gentili”(universale affermativa), allora è vero che “Qualche
giapponese non è gentile” (particolare negativa); e, analogamente, se è FALSO che “Nessun
giapponese è gentile” allora è vero che “Qualche giapponese è gentile”.

 L’universale affermativa e la particolare negativa sono tra loro contraddittorie; anche


l’universale negativa e la particolare affermativa sono contraddittorie; le due universali sono
invece contrarie (Quindi, nel linguaggio della logica, contraddittori e contrari non significano
la stessa cosa!)

Esempio.

Rispondere al seguente quesito:

Se è falso che “Tutti i turisti sono curiosi”, allora è necessariamente vera solo una delle seguenti:

a. nessun turista è curioso


b. se qualcuno è curioso, allora è un turista
c. Qualche turista non è curioso
d. Qualche turista è curioso
e. Tutti i curiosi amano viaggiare

Risposta commentata – Occorre in primo luogo ricondurre l’enunciato “Tutti i turisti sono curiosi” ad
una delle quattro tipologie fondamentali di proposizione che è possibile distinguere in base al
quantificatore e alla caratteristica affermativa/negativa. Dovremo dunque riconoscere in tale
enunciato una proposizione universale affermativa. Ora, poiché il quesito afferma che tale
proposizione è falsa, dobbiamo individuare la proposizione che falsifica, cioè smentisce, cioè
contraddice, cioè nega, l’universale affermativa. Tale proposizione è la corrispondente particolare
opposta, cioè la particolare negativa: risposta C.

! Ricorda: Falsificare, negare e contraddire nel linguaggio della logica sono sinonimi.
Come abbiamo già avuto modo di dire, una proposizione universale è sempre contraddetta, e cioè
negata, dalla particolare opposta. Prendete in considerazione, per esempio, l’opzione di risposta a:
“Nessun turista è curioso”. Questa non è la negazione dell’universale affermativa “Tutti i turisti sono
curiosi”, perché le due proposizioni non sono in un rapporto di mutua esclusione, cioè ammettono
delle possibilità intermedie (cioè sono contrarie, non contraddittorie).

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Dobbiamo ora occuparci delle proposizioni composte. Si tratte di quelle proposizioni che possono
essere formate unendo due o più proposizioni elementari (cioè proposizioni singolari o proposizioni
semplici con un quantificatore). In che modo si possono unire due proposizioni elementari?
Utilizzando, anche in questo caso, degli appositi operatori logici, che prendono il nome di connettivi.

I connettivi che prendiamo in esame in questa scheda sono la congiunzione (o AND logica) e la
disgiunzione (o OR logica), mentre dell’implicazione ci occuperemo nel Modulo 2.
Congiunzione – Se uniamo due proposizioni singolari, per esempio la proposizione “Paolo è calvo”
(p) e la proposizione “Paolo è alto” (q), possiamo formare la proposizione composta “Paolo è calvo e
alto” (p AND q). Quali sono le proprietà di una proposizione di questo tipo?
Ci interessano anzi tutto le sue condizioni di verità o, secondo i casi, di falsificazione. In effetti,
quando parliamo di “condizioni di verità di una proposizione” ci riferiamo alle condizioni sotto le
quali una proposizione è vera o falsa.
Ora, una proposizione del tipo p AND q (congiunzione) è vera se e solo sono vere sia p che q, mentre
è sufficiente che sia falsa anche solo una delle due proposizioni singolari p o q perché sia falsa anche
la proposizione composta p AND q. Queste condizioni di verità sono sintetizzate dalla tavola di
verità della congiunzione:

p p p AND q
V V V
V F F
F V F
F F F

Tenete presente, dunque, che nella proposizione “Paolo è calvo e alto” il connettivo e è l’unico
elemento rilevante da un punto di vista formale, cioè fissa in modo rigido le condizioni di verità della
proposizione. E infatti, se lasciamo inalterate le due proposizioni singolari, e modifichiamo soltanto il
connettivo, possiamo ottenere la proposizione “Paolo è calvo o è alto”. Per dare un contesto a questa
affermazione, possiamo immaginare di non conoscere Paolo, e di sapere soltanto che è alto oppure
calvo. Vedete bene che, per effetto del diverso connettivo utilizzato, le condizioni di verità vengono a
modificarsi: è infatti sufficiente che Paolo sia calvo o alto affinché la proposizione composta “Paolo è
calvo o alto” risulti vera, mentre perché risulti falsa è necessario che non sussistano entrambe le
condizioni, cioè che Paolo non sia calvo né alto. Il questo caso, il connettivo che lega le due
proposizioni singolari è un disgiunzione, e la versione formalizzata della proposizione “Paolo è alto o
calvo” è p OR q.

La tavola di verità della disgiunzione sintetizza le proprietà appena enunciate:

p p p OR q
V V V
V F V
F V V
F F F

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A questo punto riepiloghiamo: quanti e quali tipi di proposizioni esistono?

Proposizioni singolari Proposizioni elementari Proposizioni composte

Sono composte da un soggetto Oltre alle proposizioni Sono formate da due o più
singolare (un individuo)e un singolari, sono elementari proposizioni singolari o
predicato (che indica la anche le proposizioni nelle comunque elementari unite per
proprietà della quale gode – o quali è utilizzato un mezzo di speciali operatori
non gode – il soggetto. quantificatore. logici detti connettivi.
Esempi: Marco è biondo; Luigi Esempi: Tutti gli studenti sono Esempi: Marta è diligente e
non è sprovveduto. stati promossi; Alcune attenta;
obliteratrici sono guaste. Il giovedì Giorgio va in
palestra o a correre.

A questo schema riassuntivo, nella proposizioni composte, oltre alla congiunzione e alla disgiunzione
andrà aggiunta l’implicazione, nella quale ci occuperemo nel modulo 2. È importante tenere a mente
le diverse tipologie di proposizioni esistenti, perché ciascuna gode di proprietà specifiche.
Potete ora passare all’esercitazione, corredata da una scheda di feedback, con le soluzioni ai quesiti
dell’esercitazione e, nel caso in cui abbiate incontrato difficoltà su alcuni quesiti, i relativi
chiarimenti, approfondimenti e rimandi alla teoria.

! Nota Le esercitazioni presenti in questo corso, indipendentemente dal numero di quesiti presenti in
ciascuna esercitazione (è infatti variabile) sono state pensate e calibrate per essere svolte in un tempo
ideale di 20 minuti.

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Esercitazione

Quantificatori e connettivi

1.
Quale delle seguenti è la negazione dell’enunciato “Nessuna giostra è pericolosa”?

a. tutte le giostra sono pericolose


b. alcune giostre sono pericolose
c. qualche giostra è pericolosa
d. almeno una giostra è pericolosa

2.
Quale delle seguenti affermazioni potrebbe in linea di principio essere confutata da una singola
osservazione?

a. buona parte degli avvocati sono loquaci


b. tutti i cani hanno quattro zampe
c. alcuni giocolieri sono narcisisti
d. non tutti i finlandesi son alti

3.
Sapendo che la seguente frase: “Tutte le domeniche Gisella legge un libro e ascolta la musica” è
falsa, se ne deduce necessariamente che:

a. tutte le domeniche Gisella non legge un libro e non ascolta la musica


b. tutte le domeniche Gisella non legge un libro o non ascolta la musica
c. qualche domenica Gisella non legge un libro o non ascolta la musica
d. qualche domenica Gisella non legge un libro e non ascolta la musica

4.
Non tutti i siti internet di storia sono interessanti o attendibili. Quindi:

a. Tutti i siti internet di storia sono poco interessanti e per nulla attendibili
b. alcuni siti internet di storia non sono interessanti o non sono attendibili
c. alcuni siti internet di storia non sono né interessanti né attendibili
d. è sconsigliabile studiare la storia su internet

5.
Carlo afferma: “È impossibile che alcuni studenti non abbiano preso la sufficienza alla verifica di
matematica”. Giorgia non crede alla sua affermazione. Quindi secondo Giorgia:

a. tutti gli studenti hanno presa la sufficienza alla verifica di matematica


b. c’è almeno uno studente che non ha preso la sufficienza alla verifica di matematica
c. Giorgia non ha preso la sufficienza alla verifica di matematica
d. Nessuno studente ha preso la sufficienza alla verifica di matematica di matematica

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6.
Se l’affermazione “Tutti i divi del cinema sono ricchi e vanitosi” è falsa, allora è necessariamente
vera una delle seguenti :

a. non tutti i divi del cinema dicono sono ricchi


b. non tutti i divi del cinema sono ricchi
c. qualche divo del cinema non è ricco e non è vanitoso
d. qualche divo del cinema non è ricco o non è vanitoso

7.
Tutti gli enunciati proposti di seguito sono equivalenti all’enunciato “tutte le stanze dell’albergo
sono dotate di climatizzatore”, tranne uno:

a. per ogni x, se x è una stanza dell’albergo, x è dotata di climatizzatore


b. nessuna stanza dell’albergo è sprovvista di climatizzatore
c. alcune stanze dell’albergo sono dotate di climatizzatore
d. le stanze dell’albergo hanno il climatizzatore

8.
Quale delle seguenti è la negazione dell’enunciato “Tutti i gatti passeggiano di notte”?

a. C’è almeno un gatto che passeggia solo di giorno


b. C’è almeno un gatto che non passeggia di notte
c. Nessun gatto passeggia di giorno
d. Se un animale passeggia di notte, allora non è un gatto

Per il gruppo di quesiti che segue, si indichi la rappresentazioni insiemistica, tra quelle
proposte, che illustra correttamente il rapporto tra le terne di concetti di volta in volta
indicate:

a) b) c) d)

9.
mammiferi – delfini – rettili

a. grafico b.
b. grafico c
c. grafico d
d. grafico a

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10.
scuole – insegnanti – insegnanti di storia

a. grafico b.
b. grafico c
c. grafico d
d. grafico a

11.
operai – fabbriche – fabbriche di automobili

a. grafico b.
b. grafico c
c. grafico a
d. grafico d

12.
palloni – palloni da rugby – palloni da calcio

a. grafico b.
b. grafico c
c. grafico d
d. grafico a

13.
case editrici – enciclopedie – romanzi

a. grafico b.
b. grafico c
c. grafico d
d. nessuna delle opzioni proposte

SOLUZIONI

Quadro delle risposte esatte ai quesiti dell’esercitazione:


1 d 12 a
2 b 13 d
3 c
4 c
5 b
6 d
7 c
8 b
9 c
10 c
11 d

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FEEDBACK E RIEPILOGO

Commenti e raccordo con il quadro teorico


a) Falsificazione delle universali

Quesiti 1, 2 e 8. Le universali sono sempre falsificate dalla particolare opposta. Così, nel
caso del quesito n.1, dopo aver riconosciuto l’enunciato “Nessuna giostra è pericolosa”
come una universale negativa, e dovendone individuare la negazione (cioè la proposizione
che la falsifica), sapremo che dobbiamo individuare tra le opzioni di risposta la
corrispondente particolare affermativa.
Anche il quesito n. 2 è da ricondursi, nonostante la diversa formulazione, allo stesso quadro
teorico: infatti è chiaro che soltanto una proposizioni universale (sia essa affermativa o
negativa) può essere falsificata da una singola osservazione. Non dovremo quindi far altro
che individuare tra le opzioni di risposta l’unica proposizioni universale.

b) Equivalenza tra proposizioni

La logica riduce sempre la varietà delle formulazioni linguistiche ad un numero ridotto di


schemi fondamentali. Nel caso del quesito 5, si ridurrà anzi tutto l’enunciato “È impossibile
che alcuni studenti non abbiano preso la sufficienza alla verifica di matematica” alla sua
forma logica generale, cioè “Tutti gli studenti hanno preso la sufficienza alla verifica”
(Universale affermativa). Giorgia non crede a tale affermazione, cioè ritiene che sia falsa.
Ora, dire che è falso che “Tutti gli studenti hanno preso la sufficienza alla verifica” significa
dire che “Almeno uno studente non ha preso la verifica” (falsificazione delle universali). Nel
quesito 7, la proposizione “Tutte le stanze dell’albergo sono dotate di climatizzatore” è
un’universale affermativa; pertanto non è ad essa equivalente la proposizione “Alcune
stanze dell’albergo sono dotate di climatizzatore”, che è una particolare affermativa.

Falsificazione della congiunzione e della disgiunzione


Facciamo riferimento al quesito n. 3. Nella proposizione “Tutte le domeniche Gisella legge
un libro e ascolta la musica” figurano sia un quantificatore (“Tutte”) che un connettivo
(“e”). Il quesito richiede di indicare le condizioni di falsificazione della proposizione
(“Sapendo che la proposizione è falsa”). Ora, con riguardo al quantificatore è immediato
vedere che per falsificare l’universale ho bisogno della particolare opposta. Questo ci
permette di scartare immediatamente le opzioni a e b, ma non è sufficiente. Con riferimento
al connettivo, quindi, dovremo scegliere l’opzione c. La congiunzione, infatti, come
sappiamo è falsa sotto la condizione che sia falsa almeno una delle proposizioni elementari
che la formano (cfr. nella scheda relativa alla teoria la tavola di verità della congiunzione),
ed è dunque la risposta c., nella sua formulazione disgiuntiva (“o”) a sintetizzare tali
condizioni di falsificazione. Dovendo falsificare invece una disgiunzione, ci comporteremo
in modo inverso e speculare: al quesito 4 sceglieremo la risposta c. Infatti, questa volta non è
più sufficiente, per falsificare la disgiunzione, che sia falsa una delle due proposizioni
elementari che la formano, bensì devono essere false entrambe.

c) Diagrammi di Eulero-Venn

Con questa espressione si fa riferimento alla “traduzione” delle proposizioni distinte in base al
quantificatore nella corrispondente rappresentazione insiemistica (cfr. Modulo 3: il
ragionamento). Sono quesiti di questo tipo i nn. 9-13. Per la relazione tra proposizioni universali
e particolari, affermative e negative, cfr. la scheda relativa alla teoria. Qui possiamo aggiungere,
con riferimento a questa classe di quesiti, che una terna di concetti, cioè di classi logiche,

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individua evidentemente tre relazioni, cioè le relazioni tra ciascuna delle tre classi prese a due a
due. Così, a titolo di esempio, nel caso del quesito n. 9, avremo “Tutti i delfini sono
mammiferi”, “Nessun delfino è un rettile” e, naturalmente, “Nessun mammifero è un rettile”. La
rappresentazioni globale che unifica le rappresentazioni particolari corrispondenti alle premesse
è il grafico d (risposta c), dove le due classi logiche disgiunte sono quella dei mammiferi e
quella dei rettili, mentre la classe logica interamente contenuta nella classe dei mammiferi è
quella dei delfini.
Relazioni logiche vs. relazioni logiche e strumentali – Nei quesiti di questa classe occorre
focalizzarsi esclusivamente sulle relazioni logiche, cioè quelle esprimibili in termini di
appartenenza/non appartenenza di un elemento ad una classe logica data, tralasciando come
irrilevanti tutte quelle relazioni che hanno un carattere fattuale, culturale, strumentale ecc. Per
esempio, nel caso del quesito n. 10, il fatto che gli insegnanti “lavorano nella” scuola non
riveste alcuna rilevanza logica. Ragionando esclusivamente in termini di appartenenza ovvero
non appartenenza logica avremo: “Nessuna scuola è un insegnante”, “Tutti gli insegnanti di
storia sono insegnanti” e, ancora, “Nessuna scuola è un insegnante di storia” (grafico d); in
modo del tutto analogo, al quesito 11 “operai” e “fabbriche” sono due classi logiche separate.

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SEZIONE 2

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L’implicazione
In questo modulo ci occupiamo specificamente dell’implicazione. Le difficoltà che normalmente
sollevano i quesiti che è possibile costruire sulla base del dispositivo dell’implicazione consigliano
infatti di dedicare a questo connettivo (cfr. Sezione 1) una trattazione a parte.
Prendiamo in esame la proposizione composta “Se Giorgio si applicherà, verrà promosso”, formata
dalle proposizioni singolari “Giorgio si applicherà” e “Giorgio sarà promosso” che chiamiamo,
rispettivamente, p e q.

La proposizione “Se Giorgio si applicherà verrà promosso”, formalizzata, è p → q, che si legge “se
p, allora q” o “p implica q”, e prende appunto il nome di implicazione. In tale implicazione, p si
chiama antecedente, mentre q è il conseguente.

Sia ora dato il seguente quesito:

 “Se Giorgio si applicherà, verrà promosso”. Quindi (una sola opzione è corretta):

a. Se Giorgio non si applicherà, non verrà promosso


b. Giorgio è stato promosso, dunque si è applicato
c. Giorgio non è stato promosso, dunque non si è applicato
d. Giorgio si è applicato, ma non è certo che verrà promosso.

Mentre una sola risposta è corretta, le altre tre, errate, corrispondono ad altrettanti errori tipici.
Vediamo l’una e le altre, cogliendo l’occasione per introdurre alcune fondamentali proprietà
dell’implicazione logica. La risposta a NON è una risposta corretta, il che può risultare in parte
contro-intuivo. L’implicazione p → q stabilisce, in modo vincolante, che se p, allora certamente q.
Questa relazione si esprime anche dicendo che p è condizione sufficiente di q (in un’implicazione
l’antecedente è condizione sufficiente del conseguente). Vale a dire, il verificarsi della condizione o
evento P, espressa dalla proposizione p, basta a produrre la condizione o evento Q, espressa dalla
proposizione q.

La prima proprietà rilevante dell’implicazione è che tale relazione non è reversibile, vale a dire, dal
fatto che p → q NON consegue che q → p. Per la stessa ragione, nemmeno la risposta b è
accettabile, e corrisponde anzi ad un errore tipico (cioè postulare la reversibilità dell’implicazione).

Ma torniamo alla risposta a, sulla quale dobbiamo ancora dire qualcosa. Anche in questo caso, la
relazione non è valida a partire dall’implicazione di partenza. La non validità di tale relazione è del
resto un corollario della non reversibilità. Infatti: “Se Giorgio si applica viene promosso”, come
detto, non significa che se viene promosso allora si è certamente applicato (non reversibilità). In
altri termini, potrebbe, in linea di principio, essere promosso anche in forza di altre condizioni
diverse dall’essersi applicato, per esempio essendo molto fortunato. Da questo stesso ragionamento,
come vedete, consegue anche che non è detto che non applicandosi Giorgio non possa essere
promosso (stando all’implicazione, si intende!).

Anche la d risulta falsa, infatti, come ora sappiamo, se Giorgio si applicherà è del tutto certo che
verrà promosso. Veniamo ora alla risposta c. E’ questa la nostra risposta corretta: se Giorgio non è
stato promosso, possiamo essere certi che non si è applicato. Infatti, come sappiamo, se si fosse
applicato, sarebbe certamente stato promosso!

E’ questo, per altro, il solo modo corretto di invertire un’implicazione e possiamo dunque estrarre
una regola generale per l’individuazione della corretta opzione di risposta per questa classe di

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quesiti:

Nell’implicazione derivata, dobbiamo trovare, all’antecedente, il conseguente dell’implicazione di


partenza, negato. Analogamente, anche al conseguente troveremo l’antecedente della prima,
negato.

Esemplifichiamo la regola ricorrendo ad alcuni esempi (corredati, per maggior chiarezza, delle
relative formalizzazioni):

 Se piove, prendo l’ombrello. Ma non ho l’ombrello, dunque non sta piovendo.

( p → q) → (non-q → non-p)

 Se c’è traffico, non prendo la macchina. Ma ho preso la macchina, dunque non c’è traffico.

( p → non-q) → ( q → non-p)

 Se non ti allenerai, non vincerai la gara. Hai vinto la gara, significa che ti sei allenato.

( non-p → non-q) → (q → p)

È chiaro, ora, il meccanismo? Questo dispositivo, che mette capo alla corretta modalità di
“invertire” un’implicazione, è alla base della costruzione della maggior parte dei quesiti di questa
classe.

Potete ora passare all’esercitazione sull’implicazione per rinsaldare la teoria e gli schemi appena
presentati.

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Esercitazione
Implicazione

1.
Dei tre amici Aldo, Luca e Tommaso almeno due giocano a pallacanestro. Sapendo che se Aldo
gioca a pallacanestro anche Luca gioca a pallacanestro, che se Tommaso gioca a pallacanestro
anche Aldo gioca a pallacanestro e che tra Luca e Tommaso almeno uno non gioca a
pallacanestro, si può dedurre che:
a. Tommaso non gioca a pallacanestro e Luca gioca a pallacanestro
b. Aldo non gioca a pallacanestro e Luca gioca a pallacanestro
c. Aldo, Tommaso e Luca giocano a pallacanestro
d. Aldo e Tommaso giocano a pallacanestro
e. Tommaso gioca a pallacanestro e Luca non gioca a pallacanestro

2.
“Se non sarà promosso, Alberto non andrà in vacanza-studio”. Da un punto di vista logico ne
consegue che:

a. Se sarà promosso Alberto andrà sicuramente in vacanza-studio


b. Pur non essendo stato promosso è possibile, sebbene non certo, che Alberto vada in vacanza-
studio
c. Se Alberto non è andato in vacanza-studio, significa che non è stato promosso
d. Se Alberto andrà in vacanza-studio, significa che è stato promosso

3.
“Se Giulia non ripete ad alta voce, non memorizza la lezione”. Ne consegue che:

a. Se Giulia ripete ad alta voce memorizza sicuramente la lezione


b. se Giulia ha memorizzato la lezione, significa che ha ripetuto ad alta voce
c. A volte Giulia memorizza la lezione anche se non ripete ad alta voce
d. Se Giulia non memorizza la lezione, significa che ha ripetuto ad alta voce

4.
“Se Ugo non riflette abbastanza, dice delle sciocchezze”. Ne consegue che:

a. Se Ugo riflette abbastanza, è impossibile che dica delle sciocchezze


b. se Ugo non dice sciocchezze, significa che ha riflettuto abbastanza
c. Se Ugo dice una sciocchezza, significa che non ha riflettuto abbastanza
d. Anche quando Ugo non riflette, è possibile che non dica sciocchezze

5.
“Se Roberto non dorme abbastanza, non rende sul lavoro”. Ne consegue che:

a. Se Roberto dorme molto, è certo che avrà un rendimento lavorativo elevato


b. se Roberto rende sul lavoro, significa che ha dormito abbastanza
c. Pur non avendo dormito abbastanza, Roberto potrebbe rendere adeguatamente sul lavoro
d. Tutte le altre risposte sono corrette

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6.
“Tutte le volte che le cade un dentino, la piccola Sofia riceve una monetina”. Ne consegue che:

a. Oggi Sophia ha ricevuto una monetina, quindi le è caduto un dentino


b. Oggi Sophia ha ricevuto due monetine, quindi le sono caduti due dentini.
c. Oggi Sophia non ha ricevuto alcuna monetina, quindi non le è caduto un dentino
d. A Sophia non è caduto alcun dentino, è dunque impossibile che possa ricevere una monetina

7.
“Tutte le volte che Diego russa durante il sonno, Caterina lo sveglia”. Ne consegue che:

a. Se Caterina sveglia Diego, è perché sta russando


b. Se Diego russa, Caterina potrebbe decidere di svegliarlo
c. Se Caterina russa, Diego la sveglia
d. Se Caterina non sveglia Diego, si può essere certi che Diego non sta russando

8.
“Tutte le volte che Giovanni dice una bugia, arrossisce”. Ne consegue che:

a. Giovanni arrossisce solo quando dice una bugia


b. Se Giovanni è rosso in volto, è perché ha detto una bugia
c. Se Giovanni non dice una bugia, è impossibile che arrossisca
d. Se Giovanni non è arrossito, è segno che non ha detto una bugia

9.
“Tutte le volte che a pranzo mangia una bistecca , Giuliano mangia anche l’insalata”. Quindi

a. Se Giuliano a pranzo mangia l’insalata, significa che sta mangiando anche la bistecca
b. Giuliano mangia l’insalata solo insieme alla bistecca
c. Oggi a pranzo Giuliano non ha mangiato l’insalata, quindi non ha mangiato nemmeno la bistecca
d. Giuliano mangia l’insalata e la bistecca soltanto insieme

10.
“Federica andrà al cinema con le amiche se e solo se avrà finito i compiti”. Quindi:
a. Se Federica non finisce i compiti, non va al cinema con le amiche
b. Se Federica non va al cinema con le amiche, significa che non ha finito i compiti
c. Se Federica non finisce i compiti, certamente non andrà al cinema con le amiche
d. tutte le altre risposte sono corrette

11.
“Il dispositivo si aziona se e solo se si premono due pulsanti in sequenza”. Quindi:
a. Se non si premono i due pulsanti in sequenza, il dispositivo non può azionarsi
b. Se si premono i due pulsanti in sequenza, non è detto che il dispositivo si azioni.
c. Potrebbero darsi altri modi per azionare il dispositivo oltre alla pressione dei due pulsanti in
sequenza
d. tutte le altre risposte sono corrette

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12.
PRIMO RAGIONAMENTO
Tutte le volte che Francesco segna un gol, festeggia facendo una capriola.
Ora Francesco sta facendo una capriola.
Dunque ha appena segnato un gol.

SECONDO RAGIONAMENTO
Tutte le volte che guarda una partita della sua squadra del cuore, Enzo accende fuma il sigaro.
Ora Enzo sta guardando una partita della sua squadra del cuore.
Dunque non potrà non fumare il sigaro.

Dei due ragionamenti di cui sopra, sono corretti:


a. entrambi
b. solo il primo
c. solo il secondo
d. nessuno dei due

SOLUZIONI

Quadro delle risposte esatte ai quesiti dell’esercitazione


1a
2d
3b
4b
5b
6c
7d
8d
9c
10 d
11 a
12 c

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FEEDBACK E RIEPILOGO

Commenti e raccordo con il quadro teorico


I quesiti da 2 a 9 si basano tutti sull’applicazioni degli schemi di implicazioni che si trovano alla
fine della scheda sull’implicazione, e relativi al corretto dispositivo di inversione dell’implicazione.
Soffermiamoci ora sulla domanda n. 1 dell’esercitazione, che rappresenta un buon esempio di come
le regole di base possano ritrovarsi in un numero di applicazioni diverse.
L’informazione iniziale, che “almeno due giocano a pallacanestro” lascerebbe aperta, in linea di
principio, la possibilità che giochino tutti e tre. Tuttavia, successivamente leggiamo che “tra Luca e
Tommaso almeno uno non gioca a pallacanestro”. Dal raffronto delle due informazioni segue che i
giocatori di pallacanestro sono due, mentre uno non lo è. Ora, fornendo una “traduzione logica delle
informazioni, abbiamo:

 Sa Aldo allora Luca


 Se Tommaso allora Aldo.

Ragioniamo con calma su queste due implicazioni. Cosa accadrebbe se Tommaso giocasse a
pallacanestro? Si vede facilmente che, alla luce del principio di transitività dell’implicazione , se
Tommaso giocasse a pallacanestro allora giocherebbero tutti e tre! Infatti, se Tommaso allora
Aldo, ma se Aldo allora Luca. Questo è impossibile perché in contrasto con l’informazione secondo
la quale solo due giocano a pallacanestro. Quindi Tommaso non gioca a pallacanestro, e Aldo e
Luca si. La risposta a è pertanto l’unica risposta corretta.

Veniamo ora al quesito n. 10. Osservate i due ragionamenti proposti: hanno una struttura formale
diversa. Il primo è un ragionamento della forma:

 Se p, allora q
 Ma q
 Quindi p

Il secondo è invece un ragionamento della forma:

 Se p, allora q
 Ma p
 Quindi q

Soltanto il secondo ragionamento, quindi, è correttamente modulato sul dispositivo


dell’implicazione, mentre il secondo ragionamento postula la reversibilità dell’implicazione. Ma,
come sappiamo, l’implicazione non è reversibile.

Quesiti 11 e 12. Un’implicazione del tipo “se e solo se” è detta implicazione bidirezionale.
L’implicazione bidirezionale è più comprensiva dell’implicazione materiale. Come conseguenza,
nel caso dell’implicazione bidirezionale sono validi non soltanto tutti gli schemi di implicazione già
visti (cfr. Modulo 2, scheda relativa alla teoria), ma anche la reversibilità. Per metterne meglio a
fuoco la ragione, prendiamo in considerazione il quesito 11: “Federica andrà al cinema con le
amiche se e solo se avrà finito i compiti”. In primo luogo, dobbiamo invertire le due proposizioni
per restituire la corretta forma logica: “Se e solo se avrà finito i compiti [antecedente], Federica
andrà al cinema con le amiche [conseguente]. Ora, rispetto alla semplice implicazione materiale, è
chiaro che il “se e solo se” fissa l’antecedente non solo come condizione sufficiente, cioè bastante a
determinare il conseguente, ma anche necessaria, cioè tale che in mancanza dell’antecedente il

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conseguente non possa verificarsi; e, dunque, tale dispositivo è anche reversibile, perché
chiaramente si ha che se Federica va al cinema con le amiche, ciò accade soltanto se ha fatto i
compiti. In definitiva, nell’implicazione bidirezionale sono validi tutti gli schemi già visti per
l’inversione dell’implicazione, e in più, diversamente dall’implicazione materiale, anche i
seguenti:

 (p → q) → (q → p)
 (p → q) → (¬ p → ¬ q)

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SEZIONE 3

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Il ragionamento

Che cos’è un ragionamento? Ancora una volta, per rispondere a questa domanda dovremmo
sottrarla al senso comune e darle una veste specifica, squisitamente logica. Così come non
ogni frase è una proposizione (cfr. Modulo 1), analogamente non ogni discorso è un
ragionamento. La logica, in particolare, si occupa del ragionamento da un punto di vista
strettamente formale. Formiamo un ragionamento quando concateniamo proposizioni
coerentemente, di modo, cioè, che la conclusione del ragionamento sia ricavata
rigorosamente dalle premesse. Le premesse e la conclusione del ragionamento sono
sempre proposizioni.

Vedete, quindi, per quale ragione lo studio e la classificazione delle proposizioni che abbiamo
condotto nei primi 2 moduli sia preliminare rispetto allo studio del ragionamento che è, in senso
proprio, l’oggetto della logica. Si danno, infatti, diverse tipologie di ragionamenti, secondo la
natura e la disposizioni delle proposizioni che entrano nella loro formazione, e il modo in cui
sono concatenate. È fondamentale tener presente che, non diversamente da una proposizione, non
interessa la verità “empirica” di un ragionamento né delle sue conclusione: valuteremo la
correttezza di un ragionamento unicamente in base alle sue caratteristiche formali, cioè alla luce
della sua coerenza interna. Un ragionamento è ben formato quando è coerente, cioè quando è
modellato su uno schema logico generale valido.

Esempio 1

Tutti i clown sono tristi


Francesco è un clown
Francesco è triste

Questo è un ragionamento ben formato. Non riveste alcuna importanza il fatto che la prima
premessa “Tutti i clown sono tristi” sia o meno effettivamente vera: noi assumiamo che lo sia,
perché è una premessa del ragionamento. Per altro, è ora il momento di applicare le cognizioni
apprese studiando le proposizioni, allo scopo di ricavare ulteriori informazioni sulle caratteristiche
del nostro ragionamento. Osservatelo con attenzione: da che tipo di proposizioni è formato? Vi
sarete certamente accorti che la prima premesse è una proposizione universale affermativa (cfr.
Modulo 1), la seconda premessa “Francesco è un clown” è una proposizione singolare; la
conclusione, infine, è anch’essa, al pari della seconda premessa, una proposizione singolare. Un
ragionamento di questo tipo, nel quale, cioè, a partire da una premessa universale si ricava una
conclusione singolare, è un ragionamento deduttivo.1 Qual è lo schema logico generale che ne
garantisce la validità? Osserveremo ancora attentamente: Se una data proprietà (“essere triste”)
appartiene a tutti gli elementi di una classe logica (“clown”) e un x (in questo caso “Francesco”)
appartiene a tale classe logica, allora dovrà certamente condividere la proprietà distintiva di quella
classe logica. Da un punto di vista formale, il ragionamento è dunque inoppugnabile.
Occorre inoltre notare che tale ragionamento è inoppugnabile non solo in forza della natura delle
proposizioni che lo formano, ma anche della loro disposizione, e altresì in forza della disposizione
di termini (cioè soggetto – individuo o classe logica – e predicato) all’interno delle proposizioni.
Per rendercene conto possiamo prendere in esame un altro esempio:
1
Compiamo invece un’induzione quando, a partire dall’osservazione di una serie di casi particolari, estraiamo una
regola di carattere generale. Pertanto, mentre un ragionamento deduttivo è composto da una premessa universale,
da una seconda premessa singolare e da una conclusione anch’essa singolare, un ragionamento induttivo è sempre
composto da premesse singolari e da una conclusione universale.

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Esempio 2

Tutti i gatti sono dispettosi


Aristide è dispettoso
Aristide è un gatto

Direste che è questo ragionamento è ben formato?


Per rispondere, occorre confrontare lo schema logico generale di questo ragionamento con il
precedente. È lo stesso schema? Che cosa cambia?
Rispetto al caso precedente, la seconda premessa non asserisce l’appartenenza di un x (“Aristide”)
alla classe logica di riferimento, bensì attribuisce ad un x la stessa proprietà condivisa da una data
classe logica. Questo non è sufficiente a concludere che tale x appartenga a quella classe logica,
perché non è detto che soltanto i gatti abbiano la proprietà di essere dispettosi. Questo
ragionamento, dunque, NON è ben formato.
Sono numerose le diverse configurazioni di ragionamento che è possibile ottenere combinando in
tutti i modi possibili le diverse tipologie di proposizioni (universali, particolari o singolari,
affermative o negative) e mutandone la disposizione all’interno del ragionamento. Alcune di queste
configurazioni sono valide, altre (la maggior parte) no. La classificazioni delle diverse
configurazioni possibili e la distinzione tra quelle valide e quelle non valide è il campo di studio
della sillogistica. Più che fornire una siffatta esaustiva classificazione, che è piuttosto articolata,
occorre affinare la nostra capacità di distinguere le configurazioni valide e quelle non valide. Esiste
uno strumento che ci permette di discriminare quelle valide? Un metodo particolarmente efficace è
rappresentato dai diagrammi di Eulero-Venn: si tratta di tradurre le premesse del ragionamento
nelle relative rappresentazioni insiemistiche, per poi “vedere” la rappresentazione di sintesi delle
premesse.
Possiamo utilizzare alcuni quesiti assegnati al test d’ammissione alla facoltà di medicina nel corso
degli anni per esemplificare tale metodo, che costituisce un terreno di verifica della validità dei
ragionamenti.

Esempio 3

Tutti i condottieri sono coraggiosi – nessun coraggioso è dissimulatore – dunque …. È condottiero


Si individui il corretto completamento del sillogismo:

a. nessun dissimulatore
b. nessun coraggioso
c. qualche condottiero
d. qualche dissimulatore
e. ogni dissimulatore

Per chiarire le relazioni logiche alla base del ragionamento, si potrà utilmente ricorrere ai digrammi
di Eulero-Venn; in primo luogo si rappresenteranno le premesse, nel modo seguente:

“Tutti i condottieri sono coraggiosi” “Nessun coraggioso è dissimulatore”

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A questo punto, si vede agevolmente che la rappresentazione complessiva che unifica le
rappresentazioni particolari corrispondenti alle premesse è necessariamente la seguente:

Dal che consegue immediatamente la correttezza della risposta a, “Nessun dissimulatore è


condottiero”.

Sulla scorta del quesito, possiamo inoltre prendere nota della seguente proprietà, del resto intuitiva:
Se una classe logica A è disgiunta da una classe logica B, sarà disgiunta da B anche ogni
sottoclasse di A.

Esempio 4
Nessun ingenuo è cattivo – qualche cattivo è adulto – dunque ………………… non è ingenuo.

Si individui il corretto completamento del sillogismo:

a. qualche adulto
b. ogni adulto
c. qualche ingenuo
d. qualche cattivo
e. ogni cattivo

Questo quesito è in parte contro-intuitivo. Il ricorso ai diagrammi di Eulero-Venn agevolerà la


comprensione delle relazioni tra le classi logiche che è possibile ricavare dalle premesse.

“Nessun ingenuo è cattivo” “Qualche cattivo è adulto”

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Occorre ora individuare la rappresentazione d’insieme che unifica le rappresentazioni particolari
corrispondenti alle premesse. Si deve tuttavia notare che le premesse non sono sufficienti a chiarire
la relazione logica che intercorre tra la classe logica degli “adulti” e quella degli “ingenui”; le
premesse, in effetti, sono soddisfatte dalla seguente rappresentazione:

cattivi

adulti

ingenui

Si deve notare, però, che le premesse non ci permettono di sapere in che relazioni si trovano le due
classi logiche: potremmo essere separate, come evidenziato dalla grafica; ma potrebbero avere degli
elementi in comune. Quello che, in base alle premesse, possiamo concludere con certezza è che
almeno “qualche adulto” non è ingenuo: infatti non possono certamente esserlo quegli adulti che
sono anche cattivi: risposta a.
Da questi esempi potete vedere come questo metodo costituisca un pratico terreno di verifica della
validità dei ragionamenti, che presenta, per altro, il vantaggio di fornire un rapporto “visivo”
attraverso il ragionamento insiemistico.
Siamo giunti così alla conclusione del nostro percorso sulla logica predicativa; se avete seguito fin
qui con attenzione, siete ora in possesso delle nozioni fondamentali per affrontare i quesiti di questa
classe. Non vi resta che esercitarci, per mettere in pratica la teoria, per affinare procedure e strategie
risolutive. È giunto ora il momento di passare alla seconda area della logica che abbiamo
individuato nella nostra articolazione (cfr. Modulo introduttivo): la logica numerica.

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SEZIONE 4

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I quesiti di logica matematica Prof. Sanitarie
In media al test di ammissione alle professioni sanitarie una dozzina di domande su 60 è
inerente alla logica matematica. Le difficoltà che lo studente incontra nella risoluzione di tali
quesiti derivano dal fatto che serve un bagaglio che attinge alle conoscenze della matematica di
base (soprattutto della scuola media) e alle procedure di problem-solving; ma non solo: spesso
è utile possedere una spiccata intelligenza spaziale nonché una buona capacità di astrazione. Le
tipologie sono varie e non sempre determinabili in maniera precisa e univoca, ma alcune si
ripresentano ogni anno e nelle diverse sedi di università italiane con maggior frequenza:

1. Ordinamento (in base all’altezza, alla posizione, all’età, etc.)


2. Geometria
3. Situazioni vincolanti (per esempio chi mettere accanto a…, in auto con…, chi è seduto
al tavolo con…)
4. Ripartizione (in genere sul numero minimo di oggetti)
5. Tempi (ore, minuti, etc.)
6. Percentuali e proporzioni
7. Numeri e serie numeriche

La strategia da adottare nella loro risoluzione potrà essere quindi innanzitutto quella di
riconoscere la tipologia al fine di sapere da subito da dove conviene “partire” nel ragionamento
e in che modo operare, cioè quali passaggi bisogna seguire.

TIPOLOGIA 1: ORDINAMENTO.

Quando la domanda parla delle altezze o delle età di una serie d’individui e viene chiesto di
elencare l’ordine o quale informazione è deducibile con certezza sulla posizione di un certo
elemento. Oppure quando il quiz riporta alcune informazioni relative all’ordine degli arrivi e
viene chiesto quale elemento arriva per primo o per ultimo. In questi casi conviene
semplicemente scrivere o figurarsi nella propria mente l’ordine degli elementi dall’alto verso il
basso, aggiornandolo a ogni informazione riportata. Non bisogna farsi prendere dalla fretta
perché con un minimo sforzo si giunge alla soluzione con certezza. Prendiamo come esempio il
seguente quesito:

Cinque treni, A, B, C, D ed E, partono dalla stessa stazione diretti in cinque città differenti.
Si sa che:
i) C è più veloce di B ma arriva dopo di questo che è, invece, il primo ad arrivare;
ii) A è l'ultimo ad arrivare anche se è più veloce di D e meno veloce di B;
iii) E, il secondo treno ad arrivare a destinazione, è più veloce di D, ma meno veloce di A.
In base alle precedenti informazioni il quinto treno più lento è:

A) C
B) D
C) A
D) non è possibile determinarlo
E) B
Innanzitutto il quinto treno più lento sarà anche il primo più veloce e non bisogna farsi
ingannare dall’ordine degli arrivi (non conosciamo le distanze).

In base alla prima informazione, l’ordine di velocità sarà: C


B

In base alla seconda informazione: C


B
A
D

In base alla terza informazione: C


B
A
E
D

Dunque il treno C resta sicuramente quello più veloce (la risposta corretta sarà dunque la A).

Talvolta, in alcune varianti di tali quiz, c’è una commistione con la logica proposizionale, a
livello di affermazioni vere e false, da cui bisogna trarre le conclusioni. Anche in questo caso
conviene ragionare a passo a passo provando le diverse opzioni o andando per esclusione. Il
seguente quiz è un ulteriore esempio:

Se A viene prima di C, E viene prima di C, C viene prima di D ed A viene prima di E, una delle
seguenti affermazioni è falsa (F) mentre tutte le altre sono vere (V):
1. A è la prima della serie
2. E viene dopo D
3. E non è l’ultima della serie
4. E viene prima di D
5. L’ordine non è alfabetico
Quale tra le seguenti è dunque la sequenza corretta?

A) 1:V 2:F 3:V 4:V 5:V


B) 1:F 2:V 3:V 4:V 5:V
C) 1:V 2:V 3:V 4:F 5:V
D) 1:V 2:V 3:V 4:V 5:F
E) 1:V 2:V 3:F 4:V 5:V

Andiamo a cercare le due affermazioni in antitesi: la 2 e la 4. Se è vera la 2 è falsa la 4 e


viceversa. Ma se fosse vera la 2, allora la sequenza sarebbe A>D>E, e quindi verrebbe seguito
un ordine alfabetico: sarebbe falsa anche l’affermazione 5, ma il testo sostiene che solo
un’affermazione è falsa. Quindi la 4 sarà vera e la 2 falsa (la risposta corretta sarà allora la A).
TIPOLOGIA 2: GEOMETRIA.

Quando il quiz parla di tessere che vengono affiancate o mattonelle che vengono utilizzate e
viene chiesto quanti elementi avanzano dopo una certa operazione (o semplicemente quanti ne
servono); o ancora quando si costruiscono recinti con elementi anche qui ben definiti e viene
chiesto il numero minimo da utilizzare. Le forme sono spesso poligoni o solidi regolari
(quadrato, triangolo equilatero, cubo, etc.).

In questo caso bisogna in genere avere chiare le nozioni di geometria euclidea, in particolar
modo le proprietà dei poligoni e dei solidi (livello di scuola elementare e media) e possedere
un’intelligenza spaziale che porta a figurarsi in uno spazio immaginario il problema. Se non si
dispone di tali requisiti e non si riesce a colmare le proprie lacune in tempo utile, si consiglia di
lasciare da parte il quesito per ritornarci quando si è risposto alla altre domande del test: in
genere a mente più libera si riesce comunque a ragionare in modo da trovare la soluzione,
poiché in genere i prerequisiti che servono sono di livello elementare. In genere il
ragionamento per esclusione non è consigliato (meglio fare i calcoli).

Prendiamo come primo esempio il seguente quesito:

Una banda musicale marcia formando un quadrato di 6 x 6 elementi. Arrivata in piazza, si


dispone su 3 file, formando un rettangolo, per suonare. Di quanti elementi è composta
ciascuna fila?

A) 12
B) 24
C) 16
D) 9
E) 6

Gli elementi della banda sono 36: è come avere un quadrato composto da 36 quadratini.
Bisogna trovare un rettangolo di area equivalente a quella del quadrato (quindi sempre
composto da 36 quadratini), che abbia una dimensione uguale a 3, da cui 36/3=12. La risposta
corretta sarà dunque la A.

Molti studenti avranno sentito parlare di moduli e di strutture modulari; ma tutti, anche coloro
che non ne hanno mai sentito parlare, hanno giocato da piccoli con le costruzioni. In questa
tipologia di quesito è spesso richiesto di ragionare “a moduli”. Anche l’esempio precedente
riporta poligoni formati da moduli (i quadratini che possono andare a formare un quadrato più
grande o un rettangolo di uguale area). Sicuramente bisogna anche sapere gli argomenti relativi
alle equivalenze tra figure piane, alle isoperimetrie, ai poligoni inscritti e circoscritti, ai rapporti
esistenti tra un poligono e un altro (per esempio un quadrato è formato da 2 triangoli rettangoli
isosceli uguali o 4 triangoli isosceli uguali; un rombo è formato da 4 triangoli rettangoli, e così
via).

Questo altro esempio richiede con maggior enfasi la conoscenza della modularità delle figure
geometriche.
La piccola Aurelia sta giocando con 985 tessere di legno colorato, tutte a forma di triangolo
equilatero e aventi le stesse dimensioni. Ha costruito con esse, affiancandole, il triangolo
equilatero più grande possibile; quante tessere sono avanzate ad Aurelia?

A) 24
B) 25
C) 31
D) 26
E) 23

Nella figura sottostante il lato del primo triangolo è uguale al doppio di ciascuno dei triangolini
di partenza: avremo 2x2=4 moduli in tutto. Il lato del secondo triangolo è il triplo rispetto a
quello di ciascun triangolino di partenza, quindi avremo 3x3=9 moduli. Si deduce che il
numero di triangolini formanti il triangolo più grande è un quadrato. Basterà individuare il
quadrato (inteso come potenza alla seconda) più vicino (ma inferiore) a 985: 31x31=961, per
cui avanzeranno 24 tessere (la risposta corretta è sempre la A).

TIPOLOGIA 3: SITUAZIONI VINCOLANTI.

Questa tipologia di quiz può essere introdotta da brani piuttosto lunghi: i quel caso le domande
saranno più di una. Anche in questo caso si consiglia di figurarsi in testa (o su un foglio,
qualora ciò venga permesso) la situazione e ragionare per esclusione basandosi sui vincoli
imposti. Anche qui non bisogna lasciarsi prendere dalla fretta ma concentrarsi sul problema. Il
seguente esempio consiste di un brano con 5 domande; ne è stata scelta una, comunque il
ragionamento complessivo, che consentirebbe di rispondere alle altre 4 domande che non sono
riportate, va sempre svolto.

Leggere il testo del seguente problema.


Al primo anno del corso di laurea in Lingue, sei compagni di studi sono chiamati a scegliere
ciascuno due corsi opzionali fra i sei disponibili: inglese, francese, tedesco, spagnolo, cinese,
esperanto. È noto che:

1. Arianna e Beatrice hanno litigato, e non desiderano frequentare alcun corso in comune;
2. Chiara è la migliore arnica di Arianna: anche lei eviterà accuratamente la compagnia di
Beatrice;
3. Damiano ed Eluana sono entrambi iscritti al corso di esperanto, ma hanno fatto scelte
diverse per quanto riguarda il secondo corso a cui iscriversi: lui tedesco, lei spagnolo;
4. il cinese ha la fama di essere una lingua difficile: solo Chiara l'ha scelto. L'inglese è stato
invece scelto da tre studenti. Tutti gli altri corsi avranno ciascuno due studenti;
5. Beatrice è una studentessa Erasmus proveniente da Bordeaux, quindi non le interessa
frequentare il corso di francese. Anche Frank è uno studente Erasmus, proveniente da Berlino,
ma questo non influirà sulla sua scelta di frequentare o meno il corso di tedesco.
Quale sarà o quali saranno i compagni di corso di Beatrice, considerando entrambi i corsi a
cui si è iscritta la ragazza?

A) Damiano e Frank
B) Solo Damiano
C) Eluana e Frank
D) Damiano ed Eluana
E) Solo Frank

I compagni di studio sono Arianna, Beatrice, Chiara, Damiano, Eluana e Frank.


Innanzitutto Chiara e Arianna non frequenteranno lo stesso corso di Beatrice, che quindi non
farà cinese. Damiano frequenta esperanto e tedesco, Eluana esperanto e spagnolo, quindi
andranno tenuti fuori dal ragionamento. Il corso di esperanto è quindi al completo e Beatrice
non farà nemmeno esperanto, e nemmeno francese. Di Frank non si può al momento dire
niente. Il corso di inglese è stato scelto da 3 studenti: saranno necessariamente Chiara, Arianna
e Frank. Di conseguenza Beatrice avrà scelto tedesco e spagnolo. Il suo compagno di tedesco
sarà ovviamente Damiano e quella di spagnolo Eluana (la risposta corretta sarà dunque la D).

Nel caso di brani con diverse domande conviene perderci del tempo e rispondere, poiché il
ragionamento tocca in genere tutti i punti-chiave. In caso invece si abbia a che fare con testi
lunghi, ma per i quali è prevista una sola domanda è conveniente scartarla per ritornarci in
seguito se avanza del tempo.

Una variante è rappresentata da quesiti aventi al loro interno un ragionamento sempre munito
di vincoli, ma basato su semplici numeri. Una volta capito da dove iniziare, si risponde
velocemente e con certezza. Vediamo il seguente esempio.

Un uomo ha più figli, alcuni maschi e altre femmine. Ogni femmina ha un numero di fratelli
doppio di quello delle sorelle ed ogni maschio ha un numero di sorelle pari a quello dei
fratelli.
Quanti figli e quante figlie ha quest’uomo?

A) 3 femmine e 4 maschi
B) 6 femmine e 4 maschi
C) 4 femmine e 2 maschi
D) 2 maschi e 2 femmine
E) 3 maschi e 4 femmine

Nella risoluzione del quesito conviene partire dai figli maschi. Ciascuno di questi può avere 1
sorella e 1 fratello, 2 sorelle e 2 fratelli, 3 sorelle e 3 fratelli. Nel primo caso avremmo 2 maschi
e 1 femmina, nel secondo caso 2 femmine e 3 maschi, nel terzo caso 3 femmine e 4 maschi.
Andando per esclusione, l’unica risposta corretta è la A (il terzo caso). La prima affermazione
ci sarebbe stata utile qualora tra le risposte fossero stati riportati gli altri casi: solo il terzo
sarebbe possibile poiché ciascuna femmina avrebbe 2 sorelle e 4 fratelli.
TIPOLOGIA 4: RIPARTIZIONE.

Quando viene chiesto il numero minimo di oggetti che bisogna prendere per essere certi di…
(esempio degli indumenti in un cassetto al buio), o il numero di elementi ripartiti, o ancora il
numero minimo totale degli elementi. Per essere in grado di risolvere questa tipologia di quiz
bisogna innanzitutto possedere le nozioni dell’aritmetica di base (m.c.m., divisioni, etc.) e
applicarle al contesto in oggetto. In genere con un buon allenamento (affrontando quindi una
serie di quiz di questa tipologia) si diventa tranquillamente in grado di arrivare al giorno del
test con le idee chiare. Eccone 2 esempi.

Ho 40 conigli bianchi e 31 conigli neri suddivisi in 10 gabbie.


Quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera?

A) Esiste almeno una gabbia in cui ci sono almeno 8 conigli


B) In tutte le gabbie, il numero dei conigli bianchi è maggiore o uguale a quello dei conigli
neri
C) In ogni gabbia ci sono almeno 7 conigli
D) Esiste almeno una gabbia in cui ci sono esattamente 4 conigli neri
E) Esiste almeno una gabbia in cui ci sono almeno 5 conigli bianchi

Innanzitutto si calcola il totale dei conigli: 71. Non conosciamo né il numero né il colore degli
occupanti ciascuna gabbia, ma se li ripartiamo in maniera equa tra le gabbie, una deve
contenerne 8 e tutte le altre 7. Qualora almeno una gabbia contenesse meno di 7 conigli, ci
sarebbero più gabbie con 8 conigli (o una con più di 8). Dunque è corretta l’affermazione
riportata in A. Nulla si può dire con certezza sui colori dei conigli presenti in ciascuna gabbia o
sul fatto che una o più possano contenere un numero di conigli inferiore a 7.

Se su un biliardo ci sono due biglie davanti a due biglie e due biglie dietro a due biglie, qual è
il numero minimo di biglie presenti?

A) 4
B) 5
C) 8
D) 6
E) 2

Scartiamo la B (numero dispari) e la E (numero di biglie insufficiente). Le risposte rimanenti


sarebbero tutte valide, ma il numero minimo è riportato in A; le biglie di davanti viste dall’altra
parte diventano quelle di dietro e viceversa.

TIPOLOGIA 5: TEMPI.

S’individuano due sottotipi:

1) Dopo quanto tempo (o a quale ora) compiono l’azione insieme gli X elementi se
iniziano alla stessa ora ma a intervalli differenti.

Basta fare il m.c.m. dei tempi dati.

2) Quanti giorni occorrono a X operai per fabbricare Y oggetti.


Dividere il numero di oggetti iniziale per i giorni dati, poi dividere per il numero iniziale di
operai: si trova il numero di oggetti che un operaio fabbrica al giorno. Si moltiplica questo
valore per X (quanti oggetti fabbricano al giorno X operai) e si divide Y per quest’ultimo
risultato.

Quindi, per quanto riguarda il tipo 5, a meno che non siano presenti varianti particolari, una
volta appreso il metodo si procede sempre allo stesso modo.

SOTTOTIPO 5.1:

Tre campane suonano ad intervalli di 4 minuti, 12 minuti e 9 minuti, rispettivamente. Se


suonano insieme alle 8 di mattina, dopo quanto tempo suoneranno di nuovo insieme?

A) 36 minuti
B) 72 minuti
C) 29 minuti
D) 24 minuti
E) 16 minuti

Il minimo comune multiplo tra 4, 12 e 9 è 36 (22x32), quindi la risposta corretta è la A.

SOTTOTIPO 5.2:

6 operaie confezionano 120 paia di guanti in 20 giorni; quanti giorni occorrono a 3 operaie
per confezionare 30 paia di guanti dello stesso tipo?

A) 30
B) 12
C) 10
D) 18
E) 20

Innanzitutto X=3 e Y=30; numero di oggetti iniziale = 120; lo si divide per i giorni dati:
120/20=6; si divide questo risultato per il numero iniziale di operaie: 6/6=1; un’operaia
confeziona 1 guanto al giorno. Si moltiplica questo valore per X: 1x3=3 (3 operaie
confezioneranno 3 guanti al giorno); infine si divide Y per quest’ultimo risultato: 30/3=10. La
risposta corretta sarà ancora la A.

TIPOLOGIA 6: PERCENTUALI E PROPORZIONI.

In questo caso sarebbe opportuno un ripasso dei problemi di scuola media relativi a percentuali
e proporzioni poiché non esiste una prassi da seguire sempre. Anche in questo caso è
sufficiente un pochino di esercizio. Esistono strategie che consentono di velocizzare i calcoli:
per esempio per ottenere il 50% di un numero basta dividerlo a metà, per il 75% moltiplicarlo
per 3 e dividerlo per 4, per il 25% dividerlo per 4 e per il 20% dividerlo per 5; ancora: per il
10% basta dividere per 10, per il 60% e l’80% moltiplicare rispettivamente per 0,6 e 0,8.
Ricordiamo anche che se data la percentuale e il risultato si chiede di risalire al numero (per
esempio quando nel caso di articoli con sconto viene chiesto il prezzo iniziale)bisogna
effettuare l’operazione inversa (se la cifra corrisponde al 10% basta moltiplicare per 10, mentre
se la cifra corrisponde al 60% si divide per 0,6, e così via). Vediamo anche qui 2 esempi.

Una biblioteca contiene 160 libri così suddivisi per materia: biologia 20%; medicina 30%;
letteratura 35%; chimica 5%; storia 10%. I libri di quali materie, tra loro sommati, sono 48?

A) Quelli di biologia e quelli di chimica


B) Quelli di medicina e quelli di storia
C) Quelli di letteratura e quelli di storia
D) Quelli di biologia e quelli di storia
E) Quelli di biologia e quelli di letteratura
I libri di biologia sono 160/5=32; quelli di medicina 160x0,3, ovvero 16x3=48; quelli di
letteratura 16x3,5=48+8=56; quelli di chimica 16x0,5=8; quelli di storia 16. Se sommiamo i
libri di biologia con quelli di storia otteniamo 48 (risposta corretta: D)

In una comunità di 5000 persone il 5% dei membri viene colpito da una malattia infettiva, che
richiede il ricovero nel 50% dei casi; quanti ricoveri sono avvenuti?

A) 125
B) 200
C) 150
D) 100
E) 50

I ricoveri sono avvenuti nella percentuale del 50% del 5%, quindi nel 2,5% rispetto al totale
(0,05x0,5 dà 0,025). Il 2,5% corrisponde a 1/40, quindi 5000/40=500/4=125: la risposta
corretta sarà la A.

TIPOLOGIA 7: NUMERI E SERIE NUMERICHE/LETTERALI.

Tutti sanno che per risolvere questi esercizi, più che le capacità di calcolo, serve trovare la
logica che lega i numeri (o numeri e lettere, o ancora solo lettere) tra loro. Anche qui si
ritrovano casi simili: ciascun valore legato al successivo, oppure in maniera alternata (posizioni
pari con pari e dispari con dispari, quindi nessun legame tra elementi consecutivi), oppure
relazione tra numeri e posizione delle lettere nell’alfabeto, o ancora attinenza tra termini
equidistanti nella successione. Ciò che mette in relazione un elemento con un altro può
consistere in una somma (tipo le progressioni aritmetiche) in un rapporto o moltiplicazione
(tipo le progressioni geometriche) in elevamenti a potenza, e così via. In genere anche in
questo caso con un po’ di esercizio si affrontano i casi più probabili.

Se si è di fronte a una serie esclusivamente numerica conviene procedere in questo modo: se


non si trova la relazione tra il primo e il secondo elemento e analogamente tra il secondo e il
terzo, si può procedere con il valutare la logica che lega gli elementi alternati.
Individuare il numero che completa correttamente la seguente successione:
7 – 14 – 42 – 168 – ?

A) 840
B) 182
C) 672
D) 310
E) 210

Notiamo che 14 è 7x2, come 42 è 14x3; se moltiplichiamo 42x4 otteniamo 168. La logica che
consente di ottenere l’elemento successivo è dunque moltiplicare quello immediatamente
precedente per un numero aumentato di 1 rispetto al calcolo svolto prima. Bisognerà quindi
moltiplicare 168x5, ottenendo 840.

Completare la seguente serie numerica: 11, 7, 22, 21, 44, ?, ?, 189, 176

A) 63; 88
B) 28; 55
C) 63; 66
D) 35; 77
E) 42; 88

Quando richiedono due elementi incogniti, in genere la logica riguarda le posizioni alterne. In
effetti, 11, 22 e 44 sono legati da moltiplicazione per 2, mentre 7 e 21 sono legati da
moltiplicazione x 3. Quindi dopo il 44 bisognerà moltiplicare 21x3=63, e dopo quest’ultimo
44x2=88; un’ulteriore verifica si ha con 189 (63x3) e 176 (88x2).

Una regola di elaborazione trasforma l'ottupla (1, 4, 6, 3, 9, 7, 8, 5) in (4, l, 6, 3, 9, 7, 8, 5) e


questa in (4, 6, l, 3, 9, 7, 8, 5). Individuare l'ottupla successiva secondo la stessa regola.

A) (4, 6, l, 3, 7, 9, 8, 5)
B) (4,6, 3, 1,7,9,8,5)
C) (4, 6, l, 9, 3, 7, 8, 5)
D) (4, 6, l, 3, 9, 7, 8, 5)
E) (4,6, 3, 1,9,7,8,5)

Da un’ottupla all’altra l’1 si sposta dalla posizione 1 alla 2, alla 3, etc. mantenendo inalterata la
sequenza degli altri valori. Dunque ora ci si aspetta l’1 in quarta posizione: la risposta corretta
sarà la E.
Successioni alfanumeriche

Se la matematica non è mai stato il vostro forte, potrebbe esservi capitato di trovarvi
intimoriti di fronte ad una successione numerica. In realtà, anche nel caso delle successioni
numeriche, basta un po’ di metodo. Alla base di successioni apparentemente complesse ci
sono sempre schemi semplici. Iniziamo dunque con qualche esempio, dai quali ricaveremo
le definizioni e le procedure di base.

Esempio 1

6 12 18 24 30 …

Osservando la successione, si nota facilmente che la differenza tra ciascun termine è costante:
ciascun termine si ottiene dal precedente aggiungendo 6 unità. La successione continuerà quindi con
36, poi 42 ecc. Una successione di questo tipo di chiama aritmetica, e il numero 6 è detto ragione
delle successione.

Esempio 2

4 16 64 256 …

L’osservazione ci attesta che questa successione cresce più rapidamente della precedente. In effetti,
in questo caso i termini della successione si ottengono non mediante un’addizione, bensì mediante
una moltiplicazione. A partire da 4, ciascun termine si ottiene dal precedente moltiplicandolo per 4.
Una successione di questo tipo è una successione geometrica, di ragione 4. Siamo sicuri che è così
perché l’operazione si ripete per tutta la successione. Il criterio corretto alla base di una successione,
infatti, è quello che ci permette di spiegare l’intera successione e di prolungarla (in linea di
principio) all’infinito.

Esempio 3

4 16 256 65536 …

Questa successione contiene alcuni elementi della precedente, ma è facilmente osservabile che
cresce ancor più rapidamente. Questo accade perché l’operazione utilizzata è l’elevamento a
potenza: ciascun termine si ottiene dal precedente elevandolo al quadrato. Una successione di
questo tipo si chiama esponenziale.
Ora, tutte le tipologie di successioni viste sin qui, possono essere crescenti, come nei primi tre
esempi, oppure decrescenti, come nei seguenti:

Esempio 4

55 50 45 40 …

Questa successione è aritmetica, decrescente, di ragione 5, cioè ciascun termine si ottiene dal
precedente sottraendo 5.

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Esempio 5

8 4 2 1 0,5 0,25

Questa successione è geometrica, decrescente, di ragione 2, cioè ciascun termine si ottiene dal
precedente dividendolo per 2. Il successore sarà dunque 0,125.

Esempio 6

390625 625 25 …

Il numero iniziale può causare qualche disagio, ma osservando i successivi si può vedere facilmente
che la successione è generata mediante estrazione di radice: il successore è 5; la successione è
esponenziale, decrescente.

Per completare la classificazione delle tipologie di successioni possibili, esaminiamo ora le


seguenti, tenendo presente, comunque, che si tratta in effetti di combinazioni delle tipologie di
successioni già viste.

Esempio 7

18 7 14 10 10 13 6 16 …

Osservando con attenzione la successione (l’osservazione è fondamentale, e precede il calcolo!),


dobbiamo anzi tutto registrare che questa successione sembra ad un primo sguardo non rientrare in
quelle già prese in esame: le successioni aritmetiche, geometriche ed esponenziali sono infatti
successioni orientate, cioè se sono crescenti, crescono sempre; se sono decrescenti decrescono
sempre. La nostra successione presenta, invece, un andamento alternato. In effetti, per reperirvi una
regolarità dobbiamo leggerla come un’alternanza tra due successioni aritmetiche: la successione
18, 14, 10, 6, aritmetica, decrescente, di ragione 4, e la successione 7, 10, 13, 16, anch’essa
aritmetica ma crescente, di ragione 3.
Un’alternanza è una combinazione di due o più successioni aritmetiche, geometriche o esponenziali.
Infine, in alcune successioni la regolarità è legata al raggruppamento di alcuni elementi, posto che
la relazione matematica alla base della generazione della successione sia la stessa per tutti i gruppi:

Esempio 8

4 12 14 20 10 30 32 38 19 …

In questo caso, dopo aver provato ad applicare le procedure già messe a fuoco, noteremo che esse
non ci consentono di estrarre una regolarità dalla successione. Rimane solo una possibilità, cioè che
la successione vada suddivisa in raggruppamenti, in questo caso di quattro termini. All’interno di
ciascun raggruppamento, la logica è la seguente: ciascun termine si ottiene dal precedente,
nell’ordine, moltiplicandolo per 3, sommando 2 e sommando 6. Il primo elemento di ciascun
raggruppamento, inoltre, si ottiene dall’ultimo del raggruppamento precedente dividendolo per 2. Il
successore sarà pertanto 19*3, cioè 58.
Forniamo ora uno schema di sintesi delle tipologie di successioni possibili (pagina seguente):

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aritmetiche crescenti
geometriche decrescenti
esponenziali

alternanze
raggruppamenti

Per quanto riguarda le successioni di lettere, occorre tener presente che esse sono riconducibili alle
successioni numeriche e analizzabili adottando le stesse procedure e metodologie. È infatti soltanto
trattando implicitamente le lettere come numeri che possiamo “farci dei conti” sopra. Tale valore
numerico può essere anche, per comodità di analisi, essere reso esplicito stabilendo una precisa
relazione biunivoca tra lettere e numeri, per esempio assegnando a ciascuna lettera un valore
numerico corrispondente al numero d’ordine che occupa nell’alfabeto (A=1, B=2 ecc.); oppure, più
semplicemente, conteremo quante lettere vengono “saltate” tra ciascuna lettera di una successione e
quella che la segue, allo scopo di individuare la regolarità della successione. Questi meccanismi
saranno ulteriormente chiarificati nella scheda di feedback e riepilogo che segue l’esercitazione, con
la quale siete ora pronti per cimentarvi!

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Esercitazione
Serie alfanumeriche

Indicare il numero che completa la sequenza.

1.
31 50 39 58 47 66 ?

a. 52
b. 53
c. 54
d. 55
e. 113

2.
10 14 16 20 22 26 ?

a. 28
b. 30
c. 32
d. 34
e. 48

3.
-2 5 9 16 20 27 ?
a. 47
b. 64
c. 31
d. 38
e. 46

4.
7 9 20 22 33 35 ?

a. 37
b. 41
c. 45
d. 46
e. 70

5.
12 14 7 28 30 23 44 ?

a. 46
b. 37
c. 65
d. 88
e. Non è possibile stabilirlo

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6.
2 4 11 6 12 19 14 28 ?

a 23
b 35
c 44
d 56
e Non è possibile stabilirlo

7.
14 19 11 33 38 30 90 ?

a 82
b 95
c 98
d 108
e 270

8.
9 18 11 44 88 81 114 228 ?

a. 221
b. 261
c. 299
d. 556
e. Non è possibile stabilirlo

9.
37 7 42 12 72 42 ?

a. 12
b. 114
c. 114
d.252
e. 264

10.
22 44 968 990 21780 21802 ?

a. 21804
b. 43582
c. 97164
d.479 644
e. Non è possibile stabilirlo, in quanto la sequenza è puramente causale.

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11.
5 8 19 22 33 36 ?

a. 40
b. 43
c. 45
d. 47
e. 49

12.
7 10 16 28 52 100 ?

a. 148
b. 152
c. 164
d. 196
e. 224

Per il seguente gruppo di quesiti, individuare di volta in volta i due numeri o elementi da
sostituire al posto dei punti interrogativi:

13.
(2, 12, 30) (10, 20, ?) (18, ?, 70)

a. 38, 36
b. 50, 28
c. 50, 36
d. 38, 28
e 30, 28

14.
(13, ?, 47); (15, 27, 49); ( ?, 29, 51)

a. 26, 17
b. 25, 17
c. 27, 17
d. 25, 16
e. 26, 17

15.
(3, 7, 45); (4, 14, ?); (5, ?, 437)

a. 192, 21
b. 55, 21
c. 196, 21
d. 55, 196
e. la configurazione è priva di una logica

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16.
3,C; 6, F; 10, L; 15, Q; ?, ?

a. 19, T
b. 18, P
c. 21, Z
d. 20, W

SOLUZIONI
Quadro delle riposte esatte ai quesiti dell’esercitazione
1 d
2 a
3 c
4 d
5 a
6 b
7 b
8 a
9 d
10 d
11 d
12 d
13 b
14 c
15 a
16 c

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FEEDBACK E RIEPILOGO

Vediamo ora analiticamente ciascun quesiti, allo scopo di evidenziare e consolidare le procedure
logico-matematiche definite nella scheda relativa alla teoria.

1. Per reperire una logica nella successione occorre leggerla come un’alternanza tra le due
successioni 31, 39, 47 ecc. e la successione 50,58,66 ecc., entrambe aritmetiche, entrambe
crescenti ed entrambe di ragione 8, cioè ciascun elemento si ottiene dal precedente aggiungendo 8.
Nel gioco dell’alternanza, è la prima delle due successioni a generare il successore, che è dunque
pari a 47+8, cioè 55.

2. Per reperire una logica nella successione occorre leggerla come un’alternanza tra le due
successioni 10, 16, 22 ecc. e la successione 14, 20, 26 ecc., entrambe aritmetiche, entrambe
crescenti ed entrambe di ragione 6, cioè ciascun elemento si ottiene dal precedente aggiungendo 6.
Nel gioco dell’alternanza, è la prima delle due successioni a generare il successore, che è dunque
pari a 22+6, cioè 28: risposta A. Oppure, ciò che è lo stesso, ciascun termine si ottiene dal
precedente sommando una volta 4 e una volta 2. Come si vede i due modi di analizzare la
successione convergono sulla medesima soluzione.

3. Per reperire una logica nella successione occorre leggerla come un’alternanza tra le due
successioni -2, 9, 20 ecc. e la successione 5, 16, 27 ecc., entrambe aritmetiche, entrambe crescenti
ed entrambe di ragione 11, cioè ciascun elemento si ottiene dal precedente aggiungendo 11. Nel
gioco dell’alternanza, è la prima delle due successioni a generare il successore, che è dunque pari a
20+11, cioè 31.

4. Per reperire una logica nella successione occorre leggerla come un’alternanza tra le due
successioni 7, 20, 33 ecc. e la successione 9, 22, 35 ecc., entrambe aritmetiche, entrambe crescenti
ed entrambe di ragione 13, cioè ciascun elemento si ottiene dal precedente aggiungendo 13. Nel
gioco dell’alternanza, è la prima delle due successioni a generare il successore, che è dunque pari a
33+13, cioè 46.

5. La regolarità della successione poggia sul ripetersi, ad intervalli regolari, delle stesse tre
operazioni: ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente sommando 2, sottraendo 7 e
sommando 21. La successione deve pertanto continuare con 46.

6. La regolarità della successione poggia sul ripetersi, ad intervalli regolari, delle stesse tre
operazioni: ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente moltiplicando per 2,
aggiungendo 7 e sottraendo 5. Poiché 28 è 14*2, applicando la l’ordine delle operazioni dovremo
ora aggiungere 7, ottenendo 35.

7. La regolarità della successione poggia sul ripetersi, ad intervalli regolari, delle stesse tre
operazioni: a partire da 14, ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente sommando 5,
sottraendo 8 e moltiplicando per 3. Poiché 90 è 30*3, seguendo l’ordine delle operazioni dovremo
ora sommare 5, ottenendo 95.

8. La regolarità della successione poggia sul ripetersi, ad intervalli regolari, delle stesse tre
operazioni: ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente moltiplicando per 2,
sottraendo 7 e sommando 33. Poiché 228 è 114*2, seguendo l’ordine delle operazioni dovremo ora
sottrarre 7, ottenendo 221.

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9. Ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente sottraendo 30 e moltiplicando per 6. Il
successore è pertanto 42*6, cioè 252.

10. Ciascun termine si ottiene dal precedente alternativamente sottraendo aggiungendo 22 e


moltiplicando per 22. Il successore è pertanto 21802*22, cioè 479644.

11. Per reperire una logica nella successione occorre leggerla come un’alternanza tra le due
successioni 5, 19, 33 ecc. e la successione 8, 22, 36 ecc., entrambe aritmetiche, entrambe crescenti
ed entrambe di ragione 14, cioè ciascun elemento si ottiene dal precedente aggiungendo 14. Nel
gioco dell’alternanza, è la prima delle due successioni a generare il successore, che è dunque pari a
33+14, cioè 47.

12. Analizziamo la serie delle differenze. Abbiamo: +3, +6, +12, +24 ecc. Il successore deve essere
pertanto 100+96, cioè 196.

13. All’interno di ciascuna parentesi, il secondo termine si ottiene dal primo aggiungendo 10,
mentre il terzo si ottiene dal secondo moltiplicando per 2,5.

14. All’interno di ciascuna parentesi, il secondo termine si ottiene dal primo aggiungendo 12,
mentre il terzo si ottiene dal secondo sommando 22.

15. I primi termini di ciascun gruppo formano la successione 3, 5, 7; i secondi termini formano la
serie 7, 14, 21; il terzo termine di ciascun gruppo si ottiene dal secondo elevandolo al quadrato e
sottraendo 4.

16. per quanto riguarda la serie numerica, ciascun termine si ottiene dal precedente aggiungendo
prima 3, poi 4, quindi 5 ecc.; il successore sarà pertanto 21. Per la serie di lettere, invece, ciascuna
lettera è associata al numero d’ordine che occupa nell’alfabeto (la “c” è la terza lettera dell’alfabeto,
la “f” è la sesta ecc.)

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SEZIONE 5

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Calcolo delle probabilità

In questo modulo ci occupiamo delle base del calcolo della probabilità, fino alla probabilità
condizionata. Questa parte del calcolo dell3 probabilità può infatti essere considerata come
un terreno di confine tra logica e matematica, in quanto non è richiesta la conoscenza di
nozioni di matematica avanzate o specifiche, ma solo alcune nozioni di base, che devono
essere integrate con in ragionamento logica.

Prime definizioni – Cosa si intende, anzi tutto, per probabilità di un evento? La probabilità di un
evento è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli al verificarsi dell’evento e il numero dei casi
possibili.
Esemplificando, se lanciamo un dado a sei facce numerate da 1 a 6, diciamo che la probabilità che
esca un “2” è pari a 1/6 perché il “2” ha 1 caso favorevole su 6 casi complessivamente possibili.

E se, invece, lanciamo due dadi, qual è la probabilità di tirare, poniamo, un 9? Il secondo esempio
configura il passaggio dalla probabilità semplice alla probabilità condizionata. L’uscita di un
numero su un dado è infatti un evento elementare, mentre l’uscita di un “9” a seguito del lancio di
due dadi è un evento composto. La probabilità condizionata si occupa degli eventi composti.

Ora, si distinguono tre fondamentali tipologie di probabilità condizionata, secondo che gli eventi
elementari che formano l’evento composto siano fra loro: a) dipendenti, b) indipendenti, o c) in
mutua esclusione.

Vediamo in cosa si distinguono queste tre tipologie ricorrendo per ciascuna di esse a dei semplici
esempi.

a) eventi dipendenti. Sia dato un mazzo di carte francesi completo, senza jolly (52 carte).
Estraendo due carte di seguito, e posto che dopo la prima estrazione la carte non venga reimmessa
nel mazzo, qual è la probabilità di estrarre di Assi? Come si vede bene l’evento richiesto
“estrazione di 2 assi di seguito” è un evento composto, in quanto è formato dai 2 eventi elementari:
1. estrazione di un asso
2. estrazione di un secondo asso

Questi due eventi sono dipendenti tra loro, in quanto l’estrazione del primo asso modifica il
rapporto tra casi favorevoli e casi possibili del secondo (riducendoli entrambi di uno). La
probabilità dell’evento 1 è infatti pari a 4/52, cioè 1/13 (nel mazzo ci sono infatti 52 carte delle
quali 4 sono assi). La probabilità che si verifichi l’evento 2 sarà quindi pari a 3/51 (infatti a questo
punto nel mazzo c’è una carta in meno, che in particolare è un asso). La probabilità dell’evento
composto A è data dal prodotto logico degli eventi 1 e 2, quindi diremo:

P (A) = P(1) * P(2)

La formula si legge così: la probabilità dell’evento composto A è uguale al prodotto logico delle
probabilità degli eventi elementari 1 e 2. Quindi abbiamo: P (A) = 1/13 * 1/17 = 1/221.
Dunque: quando un evento composto A è formato da due eventi elementari dipendenti tra loro, la
probabilità di A si calcolano facendo il prodotto logico delle probabilità dei due eventi elementari
che lo compongono.

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b) Eventi indipendenti. A questo punto è agevole capire che due eventi sono indipendenti tra loro
quando l’occorrenza del primo non ha alcuna influenza sulla probabilità che si verifichi il secondo.
Una formulazione che configuri un caso di eventi indipendenti potrebbe essere la seguente: Si
lanciano simultaneamente due monetine. Qual è la probabilità che esca CROCE su entrambe?
Risposta: la probabilità è ½ * ½ = ¼. Ancora, se lanciamo una monetina per 3 volte, la probabilità
di ottenere sempre CROCE è pari a ½*½*½ = 1/8. Si tratta di eventi indipendenti perché non si
influenzano in alcun modo, la “storia” dei lanci precedenti non modifica la probabilità che esca
TESTA ad un nuovo lancio, probabilità che è sempre pari a ½. Nel caso degli eventi indipendenti,
la probabilità dell’evento composto si calcola moltiplicando la probabilità degli eventi indipendenti
che lo formano.

c) Eventi in mutua esclusione. Facciamo nuovamente il caso di un mazzo di carte francesi


completo, senza jolly, dunque 13 carte per 4 semi, per un totale di 52 carte. Estraendo una carta a
casa dal mazzo, si determini la probabilità che sia un 8, un 9 oppure un 10.
Anche in questo caso l’evento richiesto è un evento composto, perché l’evento “uscita di un 8, di un
9 oppure di un 10” è formato dagli eventi elementari “uscita di un 8”, “uscita di 9” e “uscita di 10” .
Questi tre eventi sono detti in mutua esclusione o incompatibili perché, chiaramente, su una singola
estrazione l’uscita di un 8 esclude l’uscita di un 9 come di un 10, e il ragionamento va ripetuto per
entrambi gli altri eventi elementari. Tuttavia, ed è questo l’essenziale, tutte e tre le uscite soddisfano
il requisito. Per tale ragione, nel caso di eventi in mutua esclusione, la probabilità dell’evento
composto si calcola sommando le probabilità degli eventi elementari che lo formano.
La probabilità di estrarre un 8, un 9 oppure un 10, dunque, è pari alla somma della probabilità di
estrarre un 8, della probabilità di estrarre un 9 e della probabilità di estrarre un 10, quindi 4/52 +
4/52+4/52, cioè 12/52, pari a 3/13.

Lancio di due dadi

Vediamo ora alcuni casi di frequente impiego per la costruzione di quesiti di probabilità. Iniziamo
dal lancio di due dati, anche perché dobbiamo ancora rispondere alla domanda sollevata all’inizio di
questa scheda: qual è, lanciando due dadi, la probabilità che esca un numero la cui somma vale 9?
Per cominciare, dobbiamo essere in grado di indicare il campo di probabilità, cioè il numero
complessivo degli eventi che possono verificarsi. Tutte le volte che affrontiamo un quesito di
probabilità, dobbiamo anzi tutto determinare il campo di probabilità: esso corrisponde infatti al
denominatore della frazione con la quale esprimeremo la probabilità dell’evento, perché coincide
con il numero dei casi possibili. Ora, se nel caso del lancio di un dado il numero degli eventi
elementari che si possono ottenere è pari a 6, nel caso del lancio dei due dadi otterremo il campo di
probabilità moltiplicando le possibili uscite sul primo dado (6) per le possibili uscite sul secondo
dado (6), (perché si tratta di due serie di eventi indipendenti), dunque 36.
Detto questo, è chiaro che nel caso del lancio di due dadi la probabilità non si distribuisce in modo
omogeneo sui diversi eventi: la probabilità di tirare un 7 non è la stessa di tirare un 9, e quella di
tirare un 9 è diversa dalla probabilità di ottenere un 12. Tuttavia, il fatto che la distribuzione non sia
omogenea, non significa che non risponda ad uno schema regolare!

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Vediamo. Osservate la distribuzione dei casi favorevoli per i diversi eventi (numeri da 1 a 12), dopo
si potranno facilmente estrarre le opportune regolarità:

2 1+1
3 1+2, 2+1
4 2+2, 3+1, 1+3
5 1+4, 4+1, 2+3, 3+2
6 1+5, 5+1, 2+4, 4+2, 3+3
7 1+6, 6+1, 2+5, 5+2, 3+4, 4+3
8 2+6, 6+2, 3+5, 5+3, 4+4
9 3+6, 6+3, 4+5, 5+4
10 6+4, 4+6, 5+5
11 5+6, 6+5
12 6+6

Osservando la distribuzione si nota facilmente che il 7 è l’evento più probabile, con 6 casi
favorevoli su 36 possibili, che vale 1/6), mentre gli eventi che si trovano alla stessa distanza dal 7
(sopra e sotto nel nostro schema), sono tra loro equiprobabili (il 6 ha la stessa probabilità di
verificarsi dell’8, il 5 del 9 ecc.). Tenendo presente lo schema, non dovrete più ricorrere ogni volta
al calcolo per i quesiti di questa classe. Lo schema è utile anche per la risoluzione di quesiti della
stessa classe e relativi a eventi in mutua esclusione come il seguente:

 Lanciando due dadi, qual è la probabilità che esca un numero uguale o minore di 4?

In questo caso potremo utilizzare lo schema sommando i casi favorevoli per l’evento richiesto
(uscita di un 4 o di un 3 o di un 2), cioè prendendo l’intero spettro di probabilità 2-3-4, come
evidenziato nella seguente grafica:

2 1+1
3 1+2, 2+1
4 2+2, 3+1, 1+3
5 1+4, 4+1, 2+3, 3+2
6 1+5, 5+1, 2+4, 4+2, 3+3
7 1+6, 6+1, 2+5, 5+2, 3+4, 4+3
8 2+6, 6+2, 3+5, 5+3, 4+4
9 3+6, 6+3, 4+5, 5+4
10 6+4, 4+6, 5+5
11 5+6, 6+5
12 6+6

E agevole vedere che l’evento evento composto “Uscita di un numero uguale o minore di 4” ha 6
probabilità su 36 di verificarsi, pari a 1/6.

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Urna contenente palline

Il contesto dell’urna, di frequente impiego per la formulazione di quesiti di probabilità, si adatta in


particolare a quesiti relativi a eventi dipendenti, come nel caso visto in precedenza, ma anche in
mutua esclusione, come il seguente:

Viene estratta una pallina da un’urna in cui sono presenti 10 palline rosse, 14 gialle, 18 verdi e 8
blu. Qual è la probabilità che questa pallina sia gialla o blu?

Si conterà anzi tutto il totale delle palline nell’urna per determinare, al solito, il numero dei casi
possibili: 50. I due eventi, “estrazione di una pallina gialla” ed “estrazione di una pallina blu” sono
in mutua esclusione, quindi la probabilità dell’evento composto “estrazione di una pallina gialla o
blu” si ottiene sommando la probabilità degli eventi elementari che lo formano: 14/50 di estrarre
una pallina gialla e 8/50 di estrarre una pallina blu, dunque 22/50, che vale 11/25.

È ora il momento della nostra esercitazione, per mettere … in pratica la teoria!

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Esercitazione Calcolo della probabilità

1.
Da un mazzo di carte francesi completo senza jolly (52 carte) viene estratta una carta a caso. Qual è
la probabilità che sia una figura oppure una carta di picche?

a. 2/52
b. 25/52
c. 11/26
d. 1/13

2.
Lanciando simultaneamente due dadi, qual è l’evento più probabile?

a. il 5
b. il 7
c. il 9
d. tutti gli eventi alle altre opzioni di risposta sono equiprobabili

3.
Un’urna contiene 40 palline, 10 rosse, 10 verdi, 15 blu e 5 gialle. Estraendo una pallina a caso, qual
è la probabilità che non sia né rossa né gialla?

a. 1/4
b. 3/4
c. 5/8
d. 3/8

4.
Lanciando simultaneamente due dadi, la probabilità di tirare un 12, rispetto alla probabilità di tirare
un 3, è:

a. uguale
b. minore
c. maggiore
d. non commensurabile

5.
Sia dato un mazzo di carte francesi completo (52 carte, senza jolly). Estraendo 3 carte di seguito dal
mazzo, qual è la probabilità che siano tutte e tre di quadri?

a. 1/8
b. 1/10
c. 11/850
d. 1/1000

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6.
Lanciando simultaneamente due dadi, qual è la probabilità che la loro somma sia pari a 8?

a. 1/9
b. 1/12
c. 5/36
d. 1/6

7.
Lanciando simultaneamente due dadi, qual è la probabilità di tirare un 6 o un 7?

a. 1/6
b. 1/3
c. 11/36
d. 13/36

8.
Qual è il campo di probabilità nel caso del lancio di 3 dadi?

a. 6
b. 18
c. 36
d. 216

9.
Marco e Luca hanno preparato lo stesso esame, ma Luca ha studiato decisamente di meno perché
nel frattempo lavora. Se Luca ha 2 probabilità su 5 di superare l’esame e Marco ha 4 probabilità su
5 di superare l’esame, qual è la probabilità che ENTRAMBI superino l’esame?

a. 1/2
b. 8/25
c. 6/5
d. 5/6

10.
Lanciando tre volte di seguito un dado, qual è la probabilità di ottenere tre 4 di seguito?

a. 1/16
b. 1/36
c. 3/36
d. 1/216

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11.
In un’urna ci sono 30 palline, di cui 10 rosse, 10 gialle, 5 blu e 5 nere Estraendo due palline
consecutivamente, e posto che dopo la prima estrazione la pallina non venga reinserita nell’urna,
determinare la probabilità che siano entrambe gialle.

a. 2/30
b. 3/29
c. 2/29
d. 1/30

12.
In un’urna ci sono 30 palline, di cui 10 rosse, 10 gialle, 5 blu e 5 nere. Estraendo due palline
consecutivamente, e posto che dopo la prima estrazione la pallina non venga reinserita nell’urna,
determinare la probabilità che siano una rossa e una gialla.

a. 2/30
b. 3/29
c. 2/29
d. 1/3*10/29

SOLUZIONI

Quadro delle risposte esatte ai quesiti dell’esercitazione


1c
2b
3c
4b
5c
6c
7c
8d
9b
10 d
11 b
12 d

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FEEDBACK E RIEPILOGO

Segue un commento analitico a ciascun quesito, dal quale trarremo l’occasione per delucidazioni
ed integrazioni alla teoria.

1. In ciascun seme ci sono tre figure, fante donna e re (cioè J, Q e K), quindi la probabilità di
estrarre una figura deve essere ottenuta sommando le probabilità dei tre eventi elementari in mutua
esclusione che formano l’evento composto “estrazione di una figura”. Poiché nel mazzo ci sono 4
fanti, 4 donne e 4 re abbiamo: 4/52+4/52+4/52, cioè 12/52 – frazione che per ora non ridurremo ai
minimi termini per comodità di calcolo. Dobbiamo ora calcolare la probabilità di estrarre una carta
di picche, perché anche tale evento soddisfa il requisito, cioè “estrazione di una figura o di una
carta di picche”; ma dovremo aver cura di non conteggiare, tra le carte di picche, le figure,
avendole già contate. La probabilità di estrarre una figura o una carta di picche è dunque pari a
12/52 (probabilità di estrarre una figura) + 9/52 (probabilità di estrarre una carta di picche, tolte le 3
figure di picche), cioè 22/52, che vale 11/26.
[le 22 carte buone sono del resto tutte e sole le seguenti: 2 , 3 , 4 , 5 , 6 , 7 , 8 , 9 , 10 , J , Q ,
K , A , J , Q , K , J , Q , K , J , Q , K ].

2. L’evento più probabile è il 7, con 6 casi favorevoli su 36 possibili, e probabilità pari dunque a 1/6
(cfr. anche schema di sintesi al successivo punto 5.)

3. La probabilità che la pallina estratta non sia né rossa né giallo coincide con la probabilità che sia
blu o verde. Posto che i casi possibili sono 40, non dovremo far altro che contare i casi favorevoli
per l’uscita di una pallina blu o verde, che sono 15 (palline blu) + 10 (palline verdi). La probabilità
dell’evento richiesto è dunque pari a 25/40, che vale 5/8.

4. Si potranno, naturalmente, contare le combinazioni utili a favore del 12 e del 3 rispettivamente,


così che potremo verificare facilmente che il 12 ha minori probabilità di uscire rispetto al 3, con una
sola combinazione utile (6+6), contro le 2 che possono formare un 3 (2+1 e 1+2). Oppure potete
tener presente lo strumento di sintesi della probabilità nel caso del lancio di due dadi che trovate
predisposto nella scheda sulla teoria, e che richiamiamo, alla pagina seguente, che vi permette di
confrontare le probabilità delle diverse uscite in modo immediato:
Al vertice della “piramide” si trova il 7, che è dunque l’evento più probabile. Gli eventi
“equidistanti” dal 7 (il 6 e l’8, il 5 e il 9, il 4 e il 10 ecc.) sono tra loro equiprobabili. Il 12 e il 3 si
trovano su livelli diversi.

7 6/36 = 1/6
6 8 5/36
5 9 4/36 = 1/9
4 10 3/36 = 1/12
3 11 2/36 = 1/18
2 12 1/36

5. I tre eventi elementari che formano l’evento “estrazione di tre carte di quadri” sono tra loro
dipendenti. Procederemo dunque nel modo seguente. Calcoleremo in primo luogo la probabilità che
sia di quadri la prima carta estratta. Chiaramente tale probabilità è pari a ¼ (13/52). La probabilità
che sia si quadri anche la seconda carta estratta diminuiscono: sono pari a 12/51 (c’è una carta in

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meno nel mazzo, ed è una carta di quadri); con analogo ragionamento determineremo in 11/50 la
probabilità che sia una carta di quadri la terza carta estratta. Infine, per determinare la probabilità
che le tre carte estratte siano di quadri, dovremo moltiplicare i tre eventi elementari per determinare
la probabilità dell’evento composto. Avremo quindi: ¼*12/51*11/50. Eseguendo le moltiplicazioni
otteniamo 132/10200, che ridotta ai minimi termini è pari a 11/850.

6. Con riferimento alla piramide al precedente 4, l’8 ha 5 casi favorevoli su 36 possibili.

7. L’uscita di un 6 e l’uscita di un 7 sono, in questo caso, eventi in mutua esclusione: le rispettive


probabilità andranno pertanto sommate per ottenere la probabilità richiesta dell’evento composto
“uscita di un 6 o di un 7”. Con riferimento alla “piramide” di cui al precedente 4., si vede
agevolmente che la probabilità dell’evento da determinare è pari a 6/36 + 5/36, cioè 11/36.

8. Nel caso del lancio di due dadi il campo di probabilità è pari a 6*6 = 36 (cfr. Modulo 5, scheda
teoria); per la stessa logica, nel caso del lancio di tre dadi è pari a 6*6*6, dunque 216.

9. In questo caso i due eventi sono indipendenti tra loro. Ricorderete infatti il fondamento della
definizione: sono indipendenti perché non possono influenzarsi (cfr. scheda relativa alla parte
teorica di questo modulo, “eventi indipendenti”). La probabilità dell’evento composto richiesto è
data, quindi, dal prodotto delle probabilità dei due eventi elementari e cioè: 2/5 x 4/5 = 8/25

10. I tre eventi elementari sono tra loro indipendenti. La probabilità di tirare tre 4 di seguito è
pertanto pari a 1/6*1/6*1/6, cioè 1/216 (cfr. scheda relativa alla parte teorica di questo modulo,
“eventi indipendenti”).

11. L’evento “estrazione di due palline gialle consecutive” è formato da due eventi dipendenti. La
probabilità dell’evento composto richiesto si trova pertanto facendo il prodotto elementare dei due
eventi elementari, tenendo conto che alla seconda estrazione abbiamo una pallina di meno, quindi
1/3*9/29, pari a 3/29.

12. La probabilità di estrarre una pallina rossa è 1/3, quella di estrarre una pallina gialla alla seconda
estrazione è 10/29 (le palline gialle nell’urna sulle palline rimaste, una in meno rispetto alla prima
estrazione). La probabilità dell’evento “estrazione di una pallina rossa e di una gialla è dunque pari
a 1/3*10/29.

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SEZIONE 6

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Logica verbale

Con i quesiti relativi all’area della “logica verbale” ci troviamo al di fuori della logica in
senso stretto, intesa, come abbiamo ampiamente visto nei moduli precedenti, come logica
formale. Nell’ambito della logica verbale sono rientrano infatti quesiti ai quali sono sottese
modalità di ragionamento non riducibili alla sola logica, perché entra in gioco il linguaggio,
cioè proprio quel significato che fino ad ora abbiamo lasciato fuori gioco. Pur avvertendo
che gli strumenti della logica formale andranno ora estesi, è utile mettere in rilievo che, in
ogni caso, almeno la struttura fondamentale dei quesiti rimane esprimibile utilizzando
alcune nozioni di base della logica predicativa. Per rendersene conto, è sufficiente osservare
con attenzione il modo in cui sono costruiti i quesiti di estraneità logica, dai quali iniziamo
dunque la nostra trattazione di questa terza, ed ultima, area della logica.

Quadro teorico di riferimento

La struttura logica di fondo dei quesiti di estraneità logica è interamente definita dalla nozione di
classe logica e dalla relazione di appartenenza o non appartenenza di un elemento alla classe
logica data.
Per esempio, dato l’elenco “fisarmonica, flauto, sassofono, piffero, ukulele”, scarteremo “ukulele”
perché non è uno strumento a fiato, dunque secondo lo schema:

[classe logica]
“strumenti a fiato”

fisarmonica

flauto
sassofono ukulele
piffero

Per quanto riguarda le modalità di esclusione, comunque, si possono dare casi diversi. Abbiamo
dunque bisogno di mettere a punto alcuni strumenti.

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Estraneità logica
Nesso del significante, nesso del significato e nesso etimologico

La distinzione tra significante e significato proviene da uno specifico ambito disciplinare, quello
della linguistica scientifica. Il significante è l’elemento formale (fonetico o grafico, secondo che ci
poniamo sul piano della lingua parlata ovvero scritta) della parola, mentre il significato è la
contropartita concettuale di un dato significante, cioè l’immagine mentale ad esso associata per i
parlanti di una lingua. Tale nota distinzione fornisce un quadro esplicativo piuttosto utile per i
quesiti di estraneità logica, cioè quei quesiti nei quali si richiede di individuare il termine “fuori
serie”, in quanto rende ragione delle due principali modalità di esclusione, alle quali se ne dovrà
aggiungere una terza, frequentemente utilizzata per la costruzione di quesiti: l’esclusione sulla base
del nesso etimologico.

Esempi per ciascun modalità di esclusione

Si individui il termine fuori serie:

a. cane
b. giraffa
c. squalo
d. balena
e. delfino

scarteremo c., “squalo”, con riferimento al nesso del significato, in quanto non appartenente alla
classe logica “mammiferi”

• Si individui il termine da escludere:

a. cono
b. cero
c. molo
d. poro
e. dolo

Diversamente dal caso precedente, dopo una breve analisi condotta sul piano semantico, si vede
facilmente che i quattro termini in elenco sono, dal punto di vista del significato, privi di relazioni.
In casi come questo dovremo spostarci sul versante del significante, cioè sul livello formale della
parola, per isolare un diverso ordine di relazioni: tutte le parole hanno la vocale “o” in seconda e in
quarta posizione, tranne “cero” che è pertanto il termine da escludere.

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Nesso etimologico – Oltre all’esclusione in base al nesso del significante ovvero al nesso del
significato, esiste una terza possibilità, cioè che la relazione tra i termini sia da individuare in
ragione del nesso etimologico: tutte le parole proposte condividono un’area generale di significato,
riconducibile all’uso di un medesimo prefisso, suffisso, o altro elemento della lingua, come nel
seguente esempio:

• Si individui il termine etimologicamente anomalo:

a. paradosso
b. paracadute
c. paralogismo
d. parafrasi
e. paragrafo

Scarteremo b. “paracadute” in quanto in questo caso le prime quattro lettere non stanno per il
prefisso para- (intorno, presso).

I quesiti di estraneità logica si prestano, infine, ad essere utilizzati per testare le competenze
lessicali, come nel seguente esempio.

• Si indichi il termine da scartare:

a. abrogare
b. sopprimere
c. annullare
d. ratificare
e. cancellare

Escluderemo “ratificare”, che ha significato opposto rispetto agli altri, tutti ampiamente
sovrapponibili.
Dopo aver preso visione delle principali modalità di esclusione, potete ora passare direttamente allo
svolgimento dell’esercitazione. E non dimenticate che avete a disposizione, al solito, anche la
scheda di feedback, con le soluzioni ai quesiti dell’esercitazione e gli approfondimenti.

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Esercitazione

Estraneità logica

Per i quesiti del gruppo seguente (1-7), si indichi ogni volta il termine da scartare, perché
estraneo alla serie:

1.
a. clavicola
b. tibia
c. omero
d. radio
e. ulna

2.
a. orologio
b. gnomone
c. clessidra
d. meridiana
e. anemometro

3.
a. passo
b. assolutismo
c. contrabbasso
d. assoluzione
e. passaggio

4.
a. ruota
b. moneta
c. banconota
d. anello
e. oblò

5.
a. matto
b. azzardo
c. notaio
d. primo
e. olive

6.
a. obolo
b. amaca
c. rotula
d. finnici
e. etere

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7.
a. Afrodite
b. Dioniso
c. Minerva
d. Apollo
e. Poseidone

Per i quesiti del gruppo seguente, si indichi ogni volta la coppia di termini che completa
l’analogia.

8.
Primo : ultimo = X : Y

a. X = bianco, Y = luce
b. X = bianco, Y = nero
c. X = vero, Y = falso
d. X = vero, Y = verosimile
e. X = buono, Y = ottimo

9.
Filippine : X = Y : America Latina

a. X = Asia; Y = Messico
b. X = Asia; Y = Cuba
c. X = Oceania; Y = Argentina
d. X = Asia; Y = Brasile
e. X = Giappone; Y = Argentina

10.
Conservatore : reazionario = X : Y

a. X = nostalgico; Y = rivoluzionario
b. X = tradizionalista; Y = progressista
c. X = riformista; Y = progressista
d. X = nostalgico; Y = progressista
e. X = tradizionalista; Y = riformista

Anche per i quesiti del seguente gruppo, si indichi di volta in volta il termine da scartare:

11.
a. roboante
b. aulico
c. pomposo
d. ridondante
e. succinto

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12.
a. affettato
b. costruito
c. artefatto
d. impostato
e. tagliente

13.
a. obbligatorio
b. cogente
c. imperativo
d. dirimente
e. indeclinabile

14.
a. adibito
b. preposto
c. assegnato
d. esonerato
e. destinato

15.
a. essenziale
b. esiziale
c. fondamentale
d. capitale
e. imprescindibile

16.
a. ancora
b. troppo
c. sotto
d. nessuno
e. probabilmente

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SOLUZIONI

Quadro delle risposte esatte ai quesiti dell’esercitazione

1b
2e
3e
4c
5b
6c
7c
8b
9d
10 c
11 e
12 e
13 d
14 d
15 b
16 d

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FEEDBACK E RIEPILOGO

Soluzioni commentate ai quesiti dell’esercitazione

1. Sono tutte ossa degli arti superiori, tranne la tibia.

2. Sono tutti strumenti per misurare il tempo (in diversi momenti storici), tranne l’anemometro,
che serve per misurare la velocità del vento.

3. Tutte le parole in elenco comprendono al loro interno la parola “asso”, tranne “passaggio”

4. Sono tutti oggetti di forma circolare, tranne banconota.

5. Le parole in elenco si dispongono in ordine alfabetico: rompe la sequenza “azzardo”.

6. posto che sul piano del significante non esiste alcuna relazione apprezzabile tra i termini in
elenco, dovremo spostarci sul versante del significante per vedere cosa le parole abbiano in
comune. Il criterio più stringente andrà qui individuato nel fatto che in tutte le parole occorre
sempre la stessa vocale; fa eccezione soltanto “rotula”, che ha tre vocali diverse.

7. Sono tutti nomi di divinità greche, tranne Minerva, che è il nome della divinità romana della
guerra.

8. Nei quesiti di questa classe occorre completare correttamente la proporzione verbale, di modo
che il secondo termine stia al primo nello stessa relazione in cui il quarto sta al terzo. È necessario
tenere presente che affinché la proporzione sia valida deve essere rispettato anche l’ordine. In ogni
caso, partiremo ovviamente dall’analisi delle relazioni, non solo logiche ma semantiche, che
legano i termini noti, avendo cura di metterle correttamente a fuoco. “Primo” e “ultimo” sono
contrari, sceglieremo quindi “bianco” e “nero”, anch’essi contrari, piuttosto che “vero” e “falso”,
che sono in mutua esclusione (contraddittori, quindi, non contrari, cfr. Modulo 2).

9. Le Filippine stanno in Asia così come il Brasile sta in America Latina.

10. “Conservatore” e “reazionario” sono tra loro sinonimi. Completerà l’analogia l’unica coppia
di sinonimi che troviamo tra le opzioni di risposta
I quesiti dall’11 al 16 valgono a mostrare come i quesiti di estraneità logica possono essere
utilizzati, spostandone l’asse dalla logica alle relazioni semantiche, per testare le competenze
lessicali o grammaticali.

16. Sono tutti avverbi, tranne nessuno che è un aggettivo.

! Nota Nei quesiti di estraneità logica sarebbe sempre possibile, in linea di principio, individuare
criteri alternativi di esclusione, il che condurrebbe ad individuare un diverso escluso. Tuttavia, il
criterio in base al quale operiamo l’esclusione deve sempre essere a) distintivo, b) specifico e c)
univoco. In un quesito ben formato, tale criterio deve condurre ad un’individuazione che sia
possibile riconoscere come più stringente di ogni altra possibile.

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Al riguardo, possiamo attenerci ad alcuni criteri guida:

1. il nesso del significato è sempre prevalente rispetto al nesso del significante. Come
conseguenza, ci sposteremo sul nesso del significante solo in quei casi in cui non esista sul
versante del significato alcuna relazione rilevante;

2. Nell’ambito del nesso significato, l’individuazione più stringente coincide con la


possibilità di circoscrivere una classe logica il più possibile specifica. Per mettere a fuoco
questo principio, possiamo avvalerci di un quesito esemplificativo, tratta da un test
d’ammissione alla facoltà di Medicina:

 Quale dei seguenti personaggi è fuori serie?

a. Wilson
b. Roosevelt
c. Churchill
d. Eisenhower
e. Ford

La risposta corretta è c. Churchill in quanto non appartiene alla classica logica dei “presidenti
degli Stati Uniti d’America”. Si potrebbe forse essere tentati di percorrere altre strade, per
esempio riconoscere in Wilson, Roosevelt, Churchill ed Eisenhower degli “uomini politici” e non
così in Ford, che la mancata indicazione del nome ci permette in linea di principio di interpretare
come un Ford diverso da Gerald Ford, presidente degli Stati Uniti (dal 1974 al 1977), per esempio
Henry Ford, l’imprenditore statunitense tra i fondatori dell’omonima casa automobilistica il cui
nome è legato all’introduzione del sistema di lavoro della catena di montaggio. Due criteri, due
esclusioni diverse! Come ci dobbiamo regolare, allora?
Per renderci conto appieno del perché il primo sia preferibile, sarà utile riflettere sulle relazioni
che intercorrono tra le due classi logiche che selezioniamo nell’un caso e nell’altro. Che relazione
esiste, dunque, tra la classe logica “Presidenti degli Stati Uniti” e la classe logica “Uomini
politici”? Le nostre conoscenze e competenze nell’ambito della logica predicativa (cfr. Sezione 2)
ci indicano chiaramente che la relazione è la seguente:

Uomini
politici

Presidenti degli Stati


Uniti

Il criterio di esclusione, dunque, è tanto più a) distintivo, b) specifico e c) univoco quanto


più è precisa, determinata e circoscritta l’individuazione della classe logica di riferimento.

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3. Anche sul piano del significante, esistono criteri più forti di altri. A titolo di esempio, un
criterio “strutturale” come la presenza delle stesse vocali nelle stesse posizioni (cfr. scheda
relativa alla teoria, p. 2: esempio relativo al nesso del significante) è da considerarsi un
criterio distintivo, specifico e univoco perché risulta estremamente improbabile che la sua
presenza sia casuale.

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SEZIONE 7

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Orientamenti recenti Test medicina 2013

I quesiti di “nuova” tipologia non hanno propriamente nulla di nuovo. Richiedono,


piuttosto, di integrare in modo proficuo competenze e abilità che possono essere
potenziate con una buona preparazione nei seguenti ambiti:

 La logica, e in particolare l’area della logica predicativa;


 La matematica, in particolare la sicura padronanza degli strumenti matematici di
base (equazioni, espressioni algebriche, sistemi ecc.);
 L’analisi del testo, con particolare riferimento al genere del saggio e alla sua
struttura logico-argomentativa.

Per la logica predicativa potete fare riferimento ai primi tre moduli di questo e-book,
mentre le abilità matematiche richiedono evidentemente un percorso a parte. In questo
modulo ci soffermeremo invece sugli elementi di analisi testuale utili per affrontare le
relative classi di quesiti.

La forma del saggio


Iniziamo con un esempio di quesito afferente a questa classe, tratto dal test:

Quesito:
Studi hanno dimostrato che negli adolescenti l’orologio biologico funziona diversamente da
quello degli adulti, ovvero i ragazzi tendono a voler andare a dormire più tardi e a svegliarsi più
tardi. Di conseguenza, ciò diventa un problema per loro durante l’anno scolastico, in quanto
hanno bisogno di alzarsi presto dato che l’orario scolastico è stabilito per agevolare la vita degli
adulti. La funzione della scuola è di permettere agli studenti di migliorare il loro livello culturale.
Per ottenere ciò, bisognerebbe spostare in avanti l’orario scolastico. Agli insegnanti non farebbe
piacere questo cambiamento, ma la scuola esiste principalmente per il vantaggio degli studenti,
non degli insegnanti.

Quale delle seguenti affermazioni esprime il messaggio principale del brano precedente?

A) Bisognerebbe spostare in avanti l’orario scolastico


B) La funzione della scuola è quella di permettere agli studenti di migliorare il loro livello
culturale
C) La scuola esiste principalmente per il vantaggio degli studenti, non degli insegnanti
D) L’orario scolastico è stabilito per agevolare la vita degli adulti
E) Agli insegnanti non farebbe piacere un cambiamento degli orari scolastici

Commento al quesito: elementi di analisi del testo.


Il messaggio di un brano coincide con la tesi di fondo. Come si vede, infatti, il taglio del brano
proposto è saggistico e il motivo per cui si scrive un saggio è che si intende portare evidenza a
favore di una tesi. È precisamente questo intento dimostrativo che segna il discrimine di genere
del saggio rispetto ad altri generi testuali.

L’opzione B: “La funzione della scuola è quella di permettere agli studenti di migliorare il loro
livello culturale” non è inesatta, al contrario essa è coerente con testo; tuttavia non ne esprime il

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messaggio, che coincide con l’intento fondamentale. Osservate il modo in cui le diverse
argomentazioni si rapportano tra loro: nel brano leggiamo in effetti, testualmente, che “la funzione
della scuola è quella di permettere agli studenti di migliorare il loro livello culturale”, ma qual è
l’uso specifico che viene fatto di questa argomentazione? Tornate sul testo per rispondere a questa
domanda. È l’argomentazione centrale?
Non lo è. È, invece, un’argomentazione a sostegno della tesi, e la tesi, cioè quello che l’autore
vuole sostenere in modo probante, è che “bisognerebbe spostare in avanti l’orario scolastico”,
appunto per renderlo più funzionale all’orologio biologico degli studenti. L’affermazione
all’opzione di risposta C) svolge una funzione del tutto analoga: è un’argomentazione di supporto,
serve a rafforzare la tesi, cioè la proposta specifica che viene avanzata. Anche la D è vera alla luce
del testo, ma non ne esprime il messaggio; mentre la E) è un’informazione secondaria presente
nel testo. In conclusione, tutte le opzioni di risposta riportano affermazioni conformi al testo, ma
soltanto una ne esprime il “messaggio”, cioè la A).

Argomentazione logica
In altri casi, i brevi testi proposti richiedono di porsi sul piano della struttura logica degli enunciati
piuttosto che dell’analisi testuale. In questo caso avrete, a maggior ragione, già predisposti gli
strumenti necessari, che dovrete semplicemente adattare al caso particolare. Difficilmente si potrà
considerare alcunché di nuovo un quesito come il seguente:

Quesito:
Se ci si vuole recare al Festival della musica di Saldano si deve effettuare l’iscrizione online
almeno 48
ore prima che la biglietteria virtuale venga aperta. Marta vuole certamente acquistare biglietti
per il
Festival, quindi si è iscritta online.

Quale delle seguenti affermazioni segue la stessa struttura logica del ragionamento appena
illustrato?

A) Per andare negli Stati Uniti bisogna ottenere il visto. Giacomo deve andare negli Stati Uniti,
quindi ha fatto domanda per ottenere il visto

B) Se si vogliono ottenere buoni voti agli esami non si deve andare a letto tardi la notte prima
dell’esame. Alessandra è andata a letto tardi la notte prima dell’esame, quindi non otterrà buoni
risultati

C) Franco è dimagrito molto. Potrebbe aver seguito una dieta oppure potrebbe aver fatto molto
esercizio fisico. È impossibile che Franco abbia fatto molto esercizio fisico, quindi deve aver
seguito una dieta

D) Sonia sta imparando a guidare. La maggior parte delle persone passano l’esame di guida dopo
aver fatto 30 lezioni di guida. Sonia ha prenotato 30 lezioni, quindi dovrebbe passare l’esame di
guida dopo aver terminato le lezioni

E) Se Maria smette di recarsi al lavoro a piedi, deve per forza prendere o l’autobus o la macchina.
Maria ha smesso di recarsi al lavoro a piedi, quindi deve per forza prendere o l’autobus o la
macchina

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Commento al quesito: elementi di analisi del testo:
Gli strumenti necessari e sufficienti per affrontare un quesito di questo tipo si trovano interamente
nella logica predicativa: occorre fare attenzione alla struttura delle proposizioni, alle negazioni, ai
nessi di implicazione. Una volta messa a nudo la struttura logica degli enunciati, non sorgeranno
problemi di sorta. La struttura è del resto la seguente: Chi vuole ottenere la cosa A, deve prima
fare B; X vuole ottenere A, quindi farà B. La risposta A riproduce la stessa struttura logica ed è
quindi la risposta corretta. Come si vede, non è nemmeno propriamente un quesito di
comprensione del testo, ma di logica in senso stretto, e anche piuttosto elementare.

Tra i quesiti di tipo testo vanno infine annoverati anche i quesiti di completamento, come il
seguente:

Quesito:

Quali parole vanno sostituite ai numeri per dare un senso compiuto e logico alla frase
seguente?

“Il resoconto era senza dubbio ____(1)____ e quel ragazzo non aveva ____(2)____ nulla”.
A) (1) attendibile (2) millantato
B) (1) fallace (2) onerato
C) (1) verosimile (2) annientato
D) (1) mendace (2) remunerato
E) (1) plausibile (2) adulato

Commento al quesito: elementi di analisi del testo:


Dovremo scegliere l’unica coppia di termini appropriata. Questione di “logica”, naturalmente. Ma
anche, diremo soprattutto, di uso della lingua. Non suonerà allora banale il consiglio di potenziare
le attitudini richieste mediante la lettura. Ma aggiungo: non leggere semplicemente, ma leggere
provandone gusto. E, per finire, non dimenticate che non esisterebbe, in materia di fatti linguistici,
nessun atto di superbia più grande di quello che induce a pensare di non aver bisogno di aprire
frequentemente il dizionario.

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I QUESITI SULLA COMPRENSIONE DEL TESTO

(Principalmente Professioni Sanitarie)

A cura di Rita Marras

PREMESSA:

Per essere in grado di rispondere a tali quesiti (mediamente 5 per brano nei test di Professioni
Sanitarie, in genere uno per test), lo studente, oltre ad avere ben chiari i concetti esposti in
questo capitolo, relativi alla logica e alla semantica, deve disporre di:

-­‐ Capacità di concentrazione (soprattutto, non lasciarsi prendere dalla fretta e leggere
con attenzione il brano, che spesso è lungo);
-­‐ Conoscenza dei vocaboli (la terminologia non è comunque in genere complessa) e
della sintassi italiana (cosa purtroppo non scontata).

Alcune fra le domande poste relativamente alla comprensione del brano non richiedono infatti
alcun passaggio logico: si tratta di quesiti specifici, a cui si sa rispondere se lo si è letto passo
a passo: non si può e non si deve lasciar sfuggire nulla.

Concetti logico-semantici fondamentali.

• Si dice proposizione ogni espressione linguistica per la quale ha senso chiedersi se è


vera o falsa (a prescindere dal fatto che si sappia quale delle due circostanze si
verifica). A livello sintattico, deve contenere almeno il soggetto (sottinteso o meno) e
il predicato.

Il compito principale della logica è quello di studiare il nesso di conseguenza logica tra
proposizioni, predisponendo delle tecniche per determinare quando la verità di una
conclusione consegue necessariamente dalla verità delle premesse. La logica, quindi, è lo
studio delle regole linguistiche di inferenza che sono corrette, ossia che conducono a
conclusioni vere, qualora applicate a premesse che risultano vere, ossia, in altre parole, che
rispettano il nesso di conseguenza logica.

Nella logica classica, si prendono in considerazione solo alcuni tipi di inferenze e si assume il
principio di bivalenza: una proposizione può assumere soltanto uno ed uno solo dei valori di
verità vero (V), o falso (F). Quando eseguiamo un’inferenza, concateniamo delle proposizioni
alcune delle quali sono assunte come premesse e altre sono dedotte da queste applicando delle
regole d’inferenza. In genere vengono trattate inferenze semplici in cui l’ultima proposizione
(conclusione) è ottenuta dalle precedenti (premesse) mediante l’applicazione di una sola
regola.

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ALCUNE DEFINIZIONI:

Premessa: affermazione esplicita riportata nel testo, a sostegno di un ragionamento;


quest’ultimo può basarsi su più premesse.

Supposizione implicita: affermazione che non è esplicitamente riportata nel testo, ma che è
essenziale affinché ne possa conseguire una conclusione logica dal ragionamento.

Conclusione: affermazione che deriva da o è supportata dal resto del brano.

Messaggio principale: conclusione che può comparire in qualunque punto del ragionamento,
che rappresenta ciò che l’argomentazione vuole trasmettere. Da non confondere dunque con
una conclusione intermedia.

Affermazione sostenuta (o ricavabile) dal brano: conclusione supportata interamente dal


brano.

Deduzione: conclusione che consegue come logicamente necessaria da un processo logico


nel quale certe regole ne garantiscono la correttezza (tratteremo fra poco il ragionamento
deduttivo).

POSSIAMO DIRE CHE UN RAGIONAMENTO LOGICO E’ SEMPRE STRUTTURATO


IN PREMESSE E CONCLUSIONI.

La sintassi di un linguaggio determina la forma delle espressioni corrette nel linguaggio. La


semantica assegna un significato alle espressioni sintatticamente corrette di tale linguaggio.

• Il sillogismo e' un ragionamento in base al quale da due giudizi detti premesse si


ottiene un altro giudizio detto conclusione. Lo schema di ragionamento è il seguente:
Premessa maggiore + Premessa minore = Conclusione

Esempio: Tutti gli uomini sono mortali; Aristotele è un uomo; dunque Aristotele è
mortale.

Proposizione A: “ x e' mortale“ compare nel primo e nel terzo giudizio.

Proposizione M: ”x e' un uomo” compare nel primo e nel secondo giudizio.

Proposizione B: “x e' Aristotele” Compare nel secondo e terzo giudizio.

• Il metodo induttivo o induzione è un procedimento che partendo da singoli casi


particolari cerca di stabilire una legge universale. Contrapposto a quello induttivo è
il metodo deduttivo (detto anche metodo aristotelico) che al contrario procede
dall'universale al particolare.

La differenza sostanziale fra induzione e sillogismo (o ragionamento deduttivo) sarebbe


insita nel termine medio del ragionamento stesso. Esso infatti nel primo caso (induzione) è
un semplice fatto, mentre nel caso della deduzione funge da perché sostanziale.
Nell’esempio precedente il termine medio è “uomo” e costituisce di fatto la connessione

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necessaria tra i due estremi. In questo caso è ciò che solo rende possibile l'affermazione
che Aristotele è mortale. Esso è la condicio sine qua non. Esso spiega e dimostra, ci fa
pervenire ad una conclusione valida sempre.

Esempio di Percorso induttivo:

Paola, Giovanna e Maria sono sorelle; Paola, Giovanna e Maria sono belle ragazze;
dunque le belle ragazze sono tra loro sorelle.

Il termine medio qui è «essere belle ragazze» ed è associato alla sorellanza solo nella
conclusione. Questo significa che esso non serve a connettere proprio nulla, ma
semplicemente è un fatto, un'osservazione a posteriori. L'induzione, in definitiva, non
dimostra niente, e vale solo nella totalità dei casi in cui si riscontra la sua effettiva validità.

ANALISI DI UN CASO REALE.

Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute
(esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato
eventualmente conosca sull'argomento.
Le vicende alimentari dell'Europa del Settecento sembrano ripercorrere cammini noti:
espansione demografica, insufficienze produttive, sviluppo agricolo. Una storia che ricorda
da vicino quella dei secoli XI-XII, o del XVI. Solo che questa volta le dimensioni del
fenomeno sono ingigantite. La popolazione europea, che aveva raggiunto a metà del Trecento
una punta di forse 90 milioni di individui, e che attorno al 1700 (dopo la grande crisi e la
successiva lenta ripresa) era attestata sui 125 milioni, cresce da allora in poi
rapidissimamente: 145 milioni a metà del XVIII secolo, 195 alla fine. Il sistema produttivo è
messo a dura prova, le carestie si abbattono a intervalli regolari sulla popolazione. Alcune di
esse (tristemente celebre quella del 1709-10) colpiscono l’intera Europa, dalla Spagna
all'Italia, dalla Francia all'Inghilterra, dalla Germania alla Svezia, ai Paesi dell'Est. Altre
investono territori più circoscritti: quella del 1739-41 colpì soprattutto Francia e Germania;
quella del 1741-43 l'Inghilterra; quella del 1764-67 fu particolarmente grave nelle regioni
meridionali (Spagna, Italia); quella del 1771-74 nei Paesi del Nord. Nell'insieme, gli anni
"difficili" del XVIII secolo sembrano numerosi come non mai (a eccezione forse che nell'XI
secolo). Ciò non vuol dire che la gente muoia di fame: se così fosse stato, l'exploit
demografico sarebbe a dir poco incomprensibile. Siamo invece di fronte a un malessere
diffuso, a uno stato di sottonutrizione permanente che viene per così dire "assimilato"
(fisiologicamente e culturalmente) come condizione normale di vita.
All'aumentata richiesta di cibo si rispose, per cominciare, nel modo più semplice e
tradizionale: l'espansione dei coltivi. In Francia, nei decenni precedenti la Rivoluzione, le
terre a coltura passarono da 19 a 24 milioni di ettari nel giro di trent'anni. In Inghilterra,
nella seconda metà del secolo, furono recintati e messi a coltura centinaia di migliaia di
ettari di terreni incolti e boschivi. In Irlanda, in Germania, in Italia si prosciugarono paludi e
acquitrini. Contemporaneamente si misero a punto nuove tecniche produttive, in un clima di
fervore scientifico e di sperimentazione agronomica che per la prima volta riuscì a
incontrarsi con gli interessi imprenditoriali dei proprietari terrieri. Si parla a ragione, per

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quest'epoca, di una vera rivoluzione agricola: tale fu, dal punto di vista tecnico, l'abbandono
della pratica del maggese e l’impiego delle leguminose da foraggio in regolare rotazione con
i cereali. Ciò consentì, da un lato, di integrare le pratiche zootecniche nel sistema agrario,
superando la tradizionale separazione fra attività pastorali e attività agricole; dall'altro, di
accrescere sensibilmente i rendimenti del suolo, reso più fertile sia dalla presenza delle
leguminose (che possiedono la proprietà di fissare l'azoto nel terreno) sia dalla maggiore
disponibilità di concime animale. Queste e altre trasformazioni segnarono l'avvio del
capitalismo agrario, che in certe regioni europee – soprattutto l'Inghilterra e poi la Francia –
fu il primo passo verso l'affermarsi dell'economia industriale. All'ampliamento dei terreni
coltivati e al perfezionamento delle tecniche produttive si affiancò lo sviluppo di colture
particolarmente robuste, sicure e redditizie: quelle stesse che avevano trovato una prima
timida diffusione (in ambiti localmente limitati) fra Quattro e Cinquecento, e che vengono ora
"riscoperte" come soluzione a basso costo di pressanti esigenze alimentari. Il riso, dopo un
certo declino nel XVII secolo, legato anche alle polemiche sull'opportunità igienica e
ambientale di far ristagnare l'acqua nei campi, torna in auge nel Settecento come alternativa
ai cereali tradizionali: in certe zone esso viene introdotto per la prima volta; in altre viene
per così dire reintrodotto. Analoga destinazione sociale ha il grano saraceno, anch’esso
"riscoperto" nel Settecento oppure, in certe regioni, introdotto per la prima volta. Ma sono
soprattutto il mais e la patata a conquistare un ruolo di assoluto primo piano, sbarazzando il
campo da molti antichi concorrenti: fra XVIII e XIX secolo, la tradizionale varietà di cereali
inferiori – base millenaria della dieta popolare – viene progressivamente riducendosi a
favore dei nuovi protagonisti.

Quale tra le seguenti affermazioni è ricavabile dal brano 1?


A) Le nuove tecniche agrarie si avvalsero dell'apporto della scienza del Settecento
B) I proprietari terrieri non furono disposti a rischiare i loro capitali
C) Solo in Inghilterra e in Francia si sperimentarono nuovi sistemi agrari
D) L'estensione dei boschi e delle paludi ostacolò il progresso agricolo
E) L'espansione demografica dell'Europa nel Settecento è stata possibile solo grazie
all'aumento delle superfici destinate a coltura

Innanzitutto ci viene chiesta una conclusione semplice (non una deduzione ottenuta con un
ragionamento logico complesso). La A sembra la risposta corretta (vedere frase evidenziata in
rosso). La B è errata perchè il brano sostiene che le nuove tecniche agrarie e sperimentazioni
per la prima volta riuscirono a incontrarsi con gli interessi imprenditoriali dei proprietari
terrieri. La C è errata perché il brano sostiene che le innovazioni e trasformazioni segnarono
l'avvio del capitalismo agrario, che in certe regioni europee – soprattutto l'Inghilterra e poi la
Francia – fu il primo passo verso l'affermarsi dell'economia industriale: ciò non significa che
in altri paesi non fossero state avviate le sperimentazioni. La D è errata perché il brano
sostiene che in Irlanda, in Germania, in Italia si prosciugarono paludi e acquitrini e che in
Inghilterra furono recintati e messi a coltura centinaia di migliaia di ettari di terreni incolti e
boschivi. La E è errata perché il brano sostiene che l’exploit demografico ha provocato un
aumento della richiesta di cibo, con conseguente aumento dei coltivi, non il contrario. In
definitiva, essendo le affermazioni dalla B alla E non sostenute dal brano, non resta che
segnare la A come risposta corretta.

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Secondo il brano, quali prodotti furono riscoperti nel Settecento?
A) Il riso e il grano saraceno
B) Il farro e la segale
C) Il mais e la patata
D) I cereali inferiori
E) Le leguminose

La risposta corretta è la A, basta leggere la parte sottolineata. La B è errata perché il farro e la


segale non vengono menzionati. La C è errata perché il brano afferma che sono soprattutto il
mais e la patata a conquistare un ruolo di assoluto primo piano, sbarazzando il campo da molti
antichi concorrenti: si intuisce che si tratta di una scoperta piuttosto che di una riscoperta. La
D è errata perché il brano sostiene che : fra XVIII e XIX secolo, la tradizionale varietà di
cereali inferiori viene progressivamente riducendosi. La E è errata perché il brano sostiene
che le leguminose erano utilizzate come foraggio in rotazione con le coltivazioni di cereali.

Qual è, a giudizio dell'autore del brano, il tratto distintivo dell'espansione storica vissuta
dall'Europa del Settecento, considerato che egli stesso attribuisce un carattere ricorsivo alle
vicende narrate?
A) La portata, ovvero le dimensioni dei cambiamenti in essere
B) Il fatto che nel Settecento la gente muoia di fame
C) Il fatto che i cambiamenti furono per molto tempo limitati a Francia e Inghilterra
D) Il numero di anni "difficili", senza uguali nei secoli precedenti
E) La totale assenza di carestie, che diede forte impulso alla manodopera agricola

In altre parole: qual è il fatto nuovo che contraddistingue questo periodo storico? Basta
leggere l’esordio del testo, soprattutto la parte evidenziata in azzurro, per rispondere con
certezza quanto riportato in A. La B è errata perché il brano afferma che nel Settecento la
gente non moriva in genere di fame (anche se la soffriva). La C è errata perché nel brano,
riguardo all’espansione dei coltivi, vengono menzionate anche Germania, Italia e Irlanda; è
vero che le innovazioni segnarono l'avvio del capitalismo agrario, che in certe regioni europee
– soprattutto l'Inghilterra e poi la Francia – fu il primo passo verso l'affermarsi dell'economia
industriale, ma ciò non può condurci ad affermare con certezza quanto sostenuto in C.

Secondo quanto affermato nel brano, quali fattori furono alla base della rivoluzione
agricola del XVIII secolo?
A) L'introduzione delle leguminose da foraggio e l'integrazione tra allevamento e sistema
agrario
B) L'interesse dei governanti verso l'agricoltura
C) L'abbandono del maggese e la diminuzione dell'allevamento
D) L'introduzione della rotazione triennale e dell'aratro pesante
E) Il diffuso malessere per uno stato di permanente denutrizione

L’opzione in A potrebbe essere quella giusta (vedere testo evidenziato in verde);


l’introduzione delle leguminose da foraggio, insieme all’abbandono del maggese, è uno dei
fattori principali, fatto che ha a sua volta consentito l’integrazione tra agricoltura e
allevamento. La B è sicuramente errata, poiché il brano non accenna mai a un interesse o

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meno da parte dei governanti nei confronti dell’agricoltura. La C è errata, poiché, se è vero
che l’abbandono del maggese fu uno dei fattori principali alla base della rivoluzione agricola
del XVIII secolo, l’allevamento è stato integrato all’agricoltura (quindi, essendo falsa la
seconda parte della risposta, la C risulta nel suo insieme falsa). La D è errata perché il brano
non accenna alla rotazione triennale (parla di quella tra cereali e leguminose), né all’aratro
pesante. La E è errata perché, se è pur vero che il diffuso malessere per uno stato di
permanente denutrizione è stato citato come la spinta per l’ampliamento delle aree coltivate,
non si può affermare che tale fattore fu alla base delle innovazioni in cui ha consistito la
rivoluzione agricola del XVIII secolo. In definitiva, si propende dunque per la risposta
riportata in A.

Da quanto riportato nel brano 1, si può dedurre che:


A) l'economia industriale ricevette un impulso dal capitalismo agrario
B) si accentuò la separazione tra allevamento e agricoltura
C) il commercio dei cereali favorì l'accumulo di capitali
D) il riso e il grano saraceno sono le colture più robuste, sicure e redditizie tra quelle
“riscoperte” nel Settecento
E) la popolazione europea superò i 100 milioni nel corso del XIV secolo

Viene richiesta una conclusione derivante da un ragionamento logico deduttivo, sottoposto


quindi a regole che ne garantiscono la correttezza. Tale conclusione può costituire il
messaggio principale (che rappresenta anche ciò che fondamentalmente il testo intende
trasmettere) o una semplice conclusione intermedia. Quanto sostenuto in A sembra ancora
una volta la risposta corretta:

premessa 1= le innovazioni tecniche segnarono l’avvio del capitalismo agrario

premessa 2= questo fu il primo passo verso l’affermazione dell’economia industriale

conclusione = l'economia industriale ricevette un impulso dal capitalismo agrario

La B è errata perché il brano sostiene l’opposto. La C è errata perché il brano parla del fatto
che si sono affermati alcuni cereali a discapito di altri; il capitalismo agrario derivò dalle
innovazioni tecniche e colturali. La D è errata perché, se è pur vero che le colture di riso e
grano saraceno hanno avuto un’espansione, non si può dedurre che queste furono quelle più
robuste, sicure e redditizie tra quelle “riscoperte” nel Settecento (al limite ciò si potrebbe
affermare per il mais e la patata). La E è errata perché il brano afferma che la popolazione
europea aveva raggiunto a metà del Trecento una punta di forse 90 milioni di individui.

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