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Introdu zione

I1 bullismo un abuso

di potere.

Secondo gli

studi che per primi hanno affrontato questo problema, perch una relazione tra soggetti possa

i,:.:j;:ilH:o
r.

no-.

devono essere soddisfatte

si verificano comportamenti di prevaricazione diretta o indiretta 2. queste azioni sono reiterate nel tempo 3. sono coinvolti sempre gli stessi soggetti, di cui uno/alcuni sempre in posizione dominante (bulli) ed uno/alcuni pi deboli e incapaci di difendersi (vittime).
(Buccoliero-M aggi, Bu I lisrn o, b u I lisrni, Franco Angeli, Milano zoo5)

Per un verso I'attualit,,Ia cronaca sociale che parla attai servizi televisivi e gli articoli di giornale e che nell'urgeza (teale o politica o mediatica) di informazione spesso tralascia o ignora la storia: cos accade, ad esempio, per gli episodi di bullismo giovanile che si rinnovano e piagano Ia vita scolastica di questi ultimi tempi e che diventano fenomeno di punta nella denuncia di una degradata condizione giovanile nella contemporaneit. Per altro verso, la letteratura: che ha buona memoria. La letteratura che per qualcuno atto di fantasia, per alri specchio della realt"; e che per noi, almeno in questo caso, invece occhio e strumento privilegiato per comprendere aspetti della tcalt prima e meglio di qualunque altro. Ad esempio, sa indivduare e raccontare gt a met dell"Soo le origini, le tracce evidenti di quello stesso bullismo. Infine, la riflessione sociologica e psicologica, che indaga e trcagisce ai fenomeni definendone i caratteri e indicando le ventuali modalit di correzione. Nel nostro caso, sar il momento per conoscere origini e cause, costanti e variabili, posverso

BULLI DI CARTA

INTRODUZIO\L

sibili interventi di contenimento del bullismo; ma sat anche un'opportunit per riflettere su una pir) ampia- gamm di c.om la forr.",i .h. .ompromettono a livello sociale e personale vita civile, apertie dalle questioni educative' Ecco, qu.rto libro costruisce su questi tre aspetti la propria

casi

originale indagine che s, ha il suo centro sulla realt giovanile deibullismo, -u che da 1 rimanda continuamente a un ripensamento anche storico e filosofico sulla natura della vita, su suoi valori, con risultati a volte addirittura straordinari. Come quando, con parole di De Amicis, individua il nesso necessario . inrr.guUitrirula morale dei giovani e le responsabilit degli adulti rispetto all'evoluzione delle societ; "Lei ha torto a rodersi ilfegato a quel modo contro i ragazzi' perch d,clle tre I'una: o sono rnigliori di quello che erauarno noi 'all'et loro, e c' d'a rallegrarsene; o sono tali e quali, e nory a!btiam, lt dirnto dilagarci; o sono peggio, e la colpa non d'a6ri cbc nostra, perch, iisomma, il iostro sangue ,ch9 ci hanno nelle educaucne , ei sa[gi che ci d,anno sono solo il frutto d,ella nostra zione: di qui non si scaPPa". E dunque. Ogni.upitolo-t.rione del volume aperto da un articolo d giorale di immediata attualit,, ripreso da quotidtanr italiani e intern azionali. Perch, celto, il bullismo fenomeno globalizzato, e baster ricordare che le prime_ ricerche scientifiJhe sono parrit e dalla Scandinavi a, in panicola:e dalla Norrr"giu con gli studi di Dan olweus negli anni'7o del secolo
passato.

casi noti o ignoti nella loro singola .coiuaca, ma imm"diat^mente riconoscibili nel proporre episodi di vandalismo e vtolenza giovanile avvenuti e avvenenti, soprattutto nello spazio .o-.r.r per eccellenza,ta sc.oola' Ognuno di questi articoli per sar s.mplare di specifiche tipologie e,modalit di bullismo: da quello becefo ma circoscritto delle risse da .ortil" ai tempi della "ricre ^zione" a quello delinquenziale dell,intimidazioe con furto, da quello a sfondo sentimentale a quello di ispirazione mafosa, da quello con pfetesti politici a quello dichiarutamente razzista. E non mancheranno di certo i

vi leggeremo

ffasformano in branco non solo contfo i loro simili ma anche contro gli adulti, contro i professori. Suraino questi articoli (e nel corso del lavoro al libro ne sono stati raccolti una tale quantit e di una tale qualit che meriterebbero una pubblicaiione a pate, per come sanno fofografarelarcalt grazie alla loro reiterazione quasi ossessiva) a nerci vigili sul presente e a conferire tridimensionalit alle "antologie" n rative cui fanno da epigrafe. Poi, ippunto, ie pagine letterarie: ed qui che pulsa il cuore clell'opera_ Pagine letterarie che gli autori hanno saput_o stategcarnente cmpilare in un arco che va dalla met dell"8oo tio ala contempor aneit, da Charles Dickens a Stephen King, che com dire f intera evoluzione della societ occidentale contemporanea. A partire, abtiamo detto, da Dickens. Che con Oliuer Twist c Oaild Copperfield mette subito a fuoco aspetti gi maturi del fenomeno bullismo. Innanzitltto, la sua doppia anima: quella popolare e socialrnente degradata che riprodu ce fra i giovani gh atteggiamenti cli violenZa .onr.grr.ti r a condizioni di miseria e degrado anche morale; . q*llu dei rampolli dei ceti dirigenti, che-con r,afinate,t.ui.gi di potere impongono una superiorit che cspressione di una lolta e di un odio di classe: ricchi contro poveri, vincenti contro perdenti, belli contro brutti' ' Il bullismo illustrato da Dickens gi arricchito dai suoi tipici complementi: da un lato il carisma del bullo, il fascino da irri esercitaro nei confronti di una platea indistinta (i compagni di classe), Ia presenza e la complicit del "branco"' Dali;oltto una vittim impotente, degradata e de-umanizzat^ pe gitrstificarne la persecuzione. Ma mentre in Oliver Twist lo *.nntro fra du "compagni" di lavoro in cui la violenza imposta al protagonista sembra giustificata dal solo essere pi grande . pit: f*t. (e gli autori intuiscono qui subito.il paralleii*,',,,o .on ultti fenofueni quali il "nonnismo" militare e il wthhing), in David copperfield il bullo con il suo branco at-

prevaricazione psicologica, ricorrente in modo speciale in ambiio femminile, o i casi in cui i bulli si "emancipano" e si

di

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INTRODUZIONE

t,

I'adulto debole, il professore poveo e impotente, con la complicit della "legge",io del preside. Naturalmente, 1o "spazio" del bullismo qui, come ouasi sempre, il collegio, la scuola, il luogo della forma,zione e el1a cultura. - E dire che, fino agli ultimi decenni dell,,goo, almeno in lta_ lia, "si chiamava birichino". cos almeno ci racconta collodi in Il ragazzo di strada (r88r), e ce ne fornisce addirittura i "segni particolari": ha un soprannome, sudicio inabile alla_ , voro, una capacit istintiva a riconoscere i propri simili, incline a bighellonare, ladro e bugiardo,'beitemmiaore e osceno, rissoso ma privo di opinioni politiche, sedicente vittima della societ, con un feroce sensoeil'ironiu. viene voglia di risalire addirittura ai giovani "picar|" delra tadizione siugnola. In realt, si ttatta di una figura tipica del sottoprol.turiato urbano che arriver fino ai.,borgitar1,, di pasoiini, ma innocuo fin_ quando resta compreso i un mondo popoiur.. Purtroppo, la sua evoluzione sr rapida, sospinta ianto dai cambiamenti quanto dalle ostilit sociali. Per I'intanto, il birichino o monello che dir si vogli a ha i suoi fratelli anche nel1a classe borghese: 1l bad boy"statunitense di Metta victoria Fuller victoi (Diario di un rigazzaccio, r.88o)_e il-ben pi noto a noi Gian Bu'asca di LuigI Bertelli, alias Vamba (Il giornalino di Gian Buwasca, 19r r). on questi personaggi (e con l'evoluzione adulta in Giggi er bullo di p.trolini) non siamo certo nel cuore del bullisrio: ma gli autori con questo capitol0 ci mosffano la 10ro abilit anch ,,fil0logica" nello studio dell'evoluzione di una parola e di una tipo_ logia umana. . Naturalmente, dcevamo prima,lo spazio del bullo il collegio, la scuola. Ne abbiamo la pi impia documentaiion,nelle pagine di De Amicis. Fin troppo fragile indicarne nella classe del maesrro... il contesto esemplare, con Franti nei panni del bulto per eccellenza, e nei suoi compagni la classica ',maggioranzi silenziosa,, e omertosa. Ma da "solo in fondo al suo banco" c' la vittima designata, che presenta carattetistiche peculiari: smorto,, con
tacca
g1'

il "gobbino": un braccio morto. E compagno di destino Nelli, i"ujto, pallido, deforme, vstito male, disgraziato',La caatteoeristica di queste vittime dunque non solo quefll dl essere

ilit;; di uuer. degli handiclp fisici: e., in*edibilmente, prodi "diversi" li pone.anche in una ;il q";ti" loro .on"ilirione Inutile sottolineare 1e inquietanti io"aiiio,'. di perseguitati. colpa) come ;;"g* ;"r, lu .rot.-u.a di oggi: la diversit comeviolenza. Didiswanizzante, ch quasi giustificala "t".apresto razzismo, in altricasi compresi nel libro' ;;;;t
,

Ma di Franti val::la pena qui anticipare aficota. qualcosa' t.u t. olt. cose che leggeremo pi avanti' La stigma,ttzz3' ,i"n. a.f personaggio si ncentrau alcone cafattefistiche del nei ;; b.r[,,i-,;, rr., 6i[ir-o che nasce dall' odio, dall' i*isione ride che ;;;l;;,i;;s[ al6i e delle istituzioni' Un bullismo trova via .l"l;J. in rodo irrecuperabile. Infatti, Franti non

cl'uscita, e scompare anonimamente dal racconto' De Amicis nn solo Cuore. De Amicis anche, ad esempil no*iiro d'i un maestro (t89o), -la taccolta di racconti 'lilra'scuola casa (1892), ed quche gli autori individuano le e forse pi interessanti e sicuramente moderne. E non iniuizioni moralistiche (ma comunque lrcnsiamo t^nto a certe fotografie que:,agazzoni che a dieci anni e fficaci) che ritraggono <(tuttl ;id;; i" iurriu ipud* e comandano alla madte' tutti quei imlrellimbusti immatuii, e quei villanzoni rozz e cattivi che pensiamo piutrosto a cerre considerazioni i;;;;1; ,cuole>. la loro ^atusalit,, ad esempio sulla funclre mantengono tutta 'zione pedagogica della scuola: della scuola noi ci facciamo -,i"iotn ll'azione educativa .t"li. gtundi illusioni, perch troppo grande la sproporzione ;;; l';fd;ia dell'educ azione sciastica e quella che da.l1a a,ieii, . i"lla societ in generale viene impartita fuori dalla
scuola>>. "t-l-'un.ora

sul rapporto fra scuola e societ, colpisce la deedu,.,,,n.iu dell,ipocrisi .tr. circonda il giudizio sulle carenze cative: -ft fatto di bullismo, una societ insiste tanto pi con le esempio>>' clriacchiere quanto meno pu addurre se stessa come

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INTRoDUZIoNE

un riflesso di tale ipo*isia nel rapporto fra socier -f.amigria e scuola sar evidente nel ncconti-rJn d.rarnma nella sola presentato rrel,capitolo <<Non sono stata io!>>, che apre per il discorso sul bullismo ad alte due dimensioni. . La pr'ima quella del bullismo al femminile. La seconda, dalle clamorose conseguenze nel tempo, quella d.llu in.om' nicabilit, dell'incomprensione, del srenzio fra le gener i""i. I1 rifiuto osrinato della protagonista a riconosceri r. ppri. responsabilit nel disegno crudele e distruttivo nei coirfrnti della.propria compagna e ad accettare il diarogo ."n gri anticip.a, a livello personale, quello che divenr pi"tardi ""rri un atteggiamento collettiv.o e violento, precursore di ben pi drammatiche prevarica zioni. , E quanto leggeremo in "romanzi di formazione,, quali I tur_ barnen!!.d'el.giouane Trless di Robert Musil (rqo6) J n)*n senza Dio di odn von Horvth (r93g), che ambientano in collegi di alto livello sociale i riti di iniiution, dei figli J.rl. lrri superiori che condurranno a77a nascita e al consoliarsi delle generazioni cbe potteranno alla pmaguetra mondiale e po al co_ stituirsi delle ideologie totalitarie e psicologie tazzisteei nefasti decenni di incubazione degli o*ori nazlfascisti eualcosa cambiato, e ha cambiato i ragazzi. Come se gli adutt;;;;;, sero colto i..'1empi rruovi",- squesto avesse ."r.uto I'in.opren_ sione, l'ostilit, il silenzio che tlapela ner sogghigno dei u"tii".i c.onfronti dei loro professori. E d'ahra putll, aiche il bullismo diventa rcazione alla "noia', che la ..,.rlu tr'adizlionile-;;;". agli allievi, incapace di coglierne le rinnovare necessit. E cos, in modo sempre pi incalzante, si giunger ai ro_ manzi e agli studi sociali di pasolini, ai suoi ,,bgaafi,, d,ai _ wolti tribali, che in modo indifferenziato e graluito passano dalle sevizie animali al rogo del pi debore?.i b;#;.-M, come non reagire con raccapficcio nel leggere in Accattone la lucida anticipazione di un^fatto di ,roiuru vecchio solo di qualche mese: quello dei ngazzetti che danno fuo.o u iaurbone "tanto per divertirsi", "per noia',. giunger alla sc_onvolgenfe vicenda d,e Ir signore d.eile Mo.Si sche di William Golding (ig>q), con il suo ,,braico,; ai ii[u-ri

naufraghi didascalicamente su un'isola deserta, che pota alle estreme conseguenze il problema del bullismo 6asferendolo su un piano, per"cos dire, anropologico: a dimostrars iJ presupporio .hLl'rro,,'o produce ii male come le api-producono. il inilt.o, e che I'uoo, lasciato a se,stesso, sviluppa rupi.damente e, si direbbe, del tutto natufalmente un'indole cattiva. In questo ampio contesto e campionario di comportamenti prevaricatori jin dalla pi giovane.et, ci avviciniamo ai tepi presenti con sempre maggior timote, tanto pi cono,.l,ia,i il nome dell'uliimo uur. che ancora ci attende: It.ph.n King, maestro del racconto fantastico e dell'o*ore. i.rrr..., iiu prt. fra truculenti assassini e silenziose maggioranze ruzzist, proprio nei suoi libri gli autori scovano rare iro... di speranza-, di-rcazione intelligente all'ottusa violenza: in q".gli siessi romanzilt G9861 e L'agghilPPgygni.(zoor).che per'alto verso sono popolati dai "vizl" pi abbietti, primitivi brutali dell'America media. - -Si tratta di due episodi ambientati, come no, nel modo dei qiovani e della ,.rou' da una parte i soliti bulli che terroriziana i compagni, dall'altra le solite vittime designate, i1 "ciccione" Ben Hlnscom e il disabile (di nuovo, la vergogna e la vigliaccheria associate alla violenza) Douglas_clavell. Ma gui su?..d. qualcosa, qualcosa di importante' Perch, panfra' sando ,r.ru ,.rot^ po.tiu di Bertolt Brecht, la vittima, come ogni oit.o lrorno, .,h un difetto: pu pensare>>. E il "ciccione" irouu lu for'za di pensare, riusend cosl prima a opporsi alla ptexacazio.t., pii a sfuggire alla persecuzione' Menre di iront. all'ignominia della violenza on6o il_compagno disabile, a ..ugi"r. e pensare sono altri comP-agni di classe, che riescono ud lrrrmre il pensiero dei "bulli" e il loro stesso lingrtaggio, fino a sconfiggerli con.la loro intelligeza' "' ll rurtuvincente, dttnqr., il pensiero: cos suggerisce King' E a questo punto, n.l libro, il pensiero prende il sopravvento .n lu riflessione sociologica degli autori sul fenomeno ,,lrullismo", partendo dauna domanda retorica: tanto fumofe p., u* u.i.hiu storia ? Leggeremo insieme dove ci porter il filtr del loro pensiero' vrNcsNzo J,,cort.zzr

<(AI-LORA TE NE DO UN FRACCO>

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Allora te ne do un fracco

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;i'|ffi; f., e intimidatori ii;i;;;i ;i*ur. comfortamenti prepotenti a sottostare ai obblis^ndoli ;-;'i;;"f;";ti dei nuovia*ivati, e faticosi. Una

il quale' rruella del classico "nonno" di militaresca memotia' .t ed esperien za, si ririene "naturalmente" in

Tn Ie indagini di Charles Dickens intorno alla vita e Ie esperienze delf infanzia e della giovent nella societ inglese del suo tempo, alcuni episodi cristallizzano il fenom.rrJ d.l bullismo intorno ad alcuni fattori-chiave di notevole interesse. In Oliuer Twist (t837-t8n) il piccolo protagonista che d il titolo al romanzo viene venduto dalla putto.ihiu che gestisce l'ospizio degli oani a un fabbricante di bare e imprJsario {i-nomn9 funebri, il signor Sowerberry, come apprndista. Oliver I'ultimo anivato e Noah, il garzone che g bvora in bottega, si ritiene in diritto di tormntarlo sisteaticamenre a parole e con i f.atti. Lo disprezza perch un <<marmocchio dell'ospizio >>, senza genitori, p.mino senza identit, lo insulta, lo provoca e lo picchia innanzitutto per la fonata mgione che pi piccolo di lui. Infatti, ancoi prima di vederlo di persona, al di 1 della porta chiusa gli domanda: <<euanti annihai?>>, e quando Oliver risponde: <Dieci, signore>, l,alffo replica: <<Allora, non appena entrato, te ne don fracco>. Quell'<<allora>> sottintende due cose: "poich sei I'ultimo arrivato" e "pojch se piccolo", <<a/lora>>, poich sono pi anziano e pi forte di te, ho il sacrosanto diiitto <di dariene un fracco>. I1 bullismo di Noah sembra concentrare in s, in questo contesto, una primitiva quanto esasperata versione di almeno due tipi di comportamenti prevaricaori riconducibili al bullismo: il plmo il cosiddetto mobbing, risconrrabile negli ambienti di lavoro, il secondo il "nonnismo", tipico del'ia vita militare. Noah pi grande di Oliver elavora gia dutempo in bcrttega, dunque la sua figura in un..rto ,.nrlo assimilaile a

,iii.onundi e a svolgere gli impegni pi umili ;i;;il;"Jil;;ca impliia .h quuit"t'o, in preced enza' abbia. co.gradr dritrriito una scala grarchrca da perco*ersi attraverso base alla u":*i ai sottomissione, obbedienza e umiliazione' In ;il.ir di ud.rir. passivamenre a quesra struttura precosridi iiiitr, i;rfiimo arriuto potr sperar di .tt.t. accettato e a serie di prove destinate irrtri nel gruppo atrfavefso una G;;. alla"pr"iu e fiaccarc definitivamente q'alunque suo p.ensiero ,, -rla.tio di ggettivit e indipendenza di dice e.splicitamente se.I'oQuanto al nbblng, Dickens non L)Irver bleivo di Noah sia veramente quello di allontanare suo atteggiamento nei confronti del ma..rto il tiu-Uort.g questo ^, *d;;;.oirirponde alle strategie vessatorie tipiche di umiliasoprusi' u?ii.olut. f.to-.no, fondat su angherie, appu.nto' ElJ; ;"ldi..rrr. e calunnie' tutte eserc itate, per luogo di \a-1' i iipreciso scopo di es*omettere la vittima dal prepotente vru. i tr^tti somatici attribuiti da Dickens al -Ctuypot., testa grossa, occhi piccoli, corpo sgraziato' iilh d caticatwa e:bressione ottusa, evocano' come ln una sorta E riferita al mondo ani;lFi;;;;;h, ; .n. ai animalesco' del termine rnobbing''coI'appunto, I'origine stessa il particolare ii iff'.tolgo Konrad io..r,, per descrivere =4.;;;;t di alcune specie nimali che circondano in Ail|[;;;t| rumorosamente allo E3uEpo un proprlo simile e io assalgono o. Lr animale sc a rumoro sit di effi ili;;,it".i.i i.tf o dal branc preli!i1., t anntnciata dalla serie di calci (circa venticinque, sferra allaporta il-i.i;.;s) che il ganone, anzch bussare, nei confronti AA- b"**u. n ,. lattacco'subitaneo scatenato Af;i;;;i;[,r., apprle.a prima vista sprowisto del sostedieno del branco .uo,o daLorcnz, non dobbiamo-per supfliir,ri.r* .h-l'urrogunza del gazo.e trova un valido serva dimostratagli dalla smaccat predilezine ffi;;;lt =EiJ;;; .t. ii.". in serbo per lui i piatti piir succulenti e ri-

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fila a Oliver alcuni degli avanzi destinati al cane, relegando cos, a sua volta, il piccolo orfanello in una condizione letteralmente "animalesca". Noah e Charlotte, alla bisogna, possono po godere delf incondizionato appoggio nientemeno che della signora Sowerberry, moglie del proprietario dell'impresa funebre, il cui intervento sar determinante nel volgere al peggio, per il povero Oliver, I'esito dellabattaglia che egl coraggiosamente ingaggia contro Noah, esasperato dalle maldicenze di questi nei riguardi di sua madre.
La mattina dopo Oliver venne destato dai tonfi di calci sferrati con violenza contro Ia porta della bottega, e i calci, prima che egli avesse potuto vestirsi, continuarono a ripetersi, irosi e irruenti, per circa venticinque volte. Quando il bambino cominci a togliere la catena, Ie gambe dello sconosciuto desistettero e si cominci in-

e ll cruale si era messo a sedere su un pilastrino davanti alla casa di un servendosi ;;; ;;";lundo ,nu fetta di pane mburrato;adeguate a quelle tagliava pezzi'di dimensioni t-n,i,nrinol ne ,iio *uu bocca, he masticava poi con somma destrezza' -' -Vi.t'''iuOo scusa, signore,> disse infine Oliver' dopo aver con<ma avete bussato etataio .h" n"rrun altro"visitatore si faceva vivo

voi, per caso?> ui'lo sferrato calcin rispose l'altro. molto innVi ,aru" una bara, signore?' domand Oliver' invero
gFnUamente.

vece a udirne la voce.

oVuoi deciderti ad aprire la porta?> url la voce appartenente al proprietario delle gambe che avevano sferrato i calci. oE quello che sto facendo, signore> rispose Oliver, mentre toglieva la catena e girava Ia chiave nella toppa. uSuppongo che tu sia il nuovo garzone, eh?, disse Ia voce, attraverso il buco della serratura. <S, signore> rispose Oliver. <Quanti anni hai?, domand Ia voce. <Dieci, signore, rispose Oliver. uAllora, non appena entrato, te ne do un fracco,, disse la voce <vedrai se non lo far, marmocchio dell'ospizio.> Poi, dopo questa gentile promessa, Io sconosciuto cominci a fischiettare. Troppe volte Oliver era stato assoggettato alle botte cui si riferisce l'espressiva parola di due sillabe ripetuta pi sopra per poter avere il minimo dubbio riguardo all'intenzione di mantenere onorevolmente la promessa da parte del proprietario della voce. Pertanto, fece scorrere il chiavistello con mani tremanti e
apr. Poi, per un secondo o due, sbirci a destra e a sinistra lungo la

strada, persuaso com'era che lo sconosciuto dal quale gli era stata rivolta la parola attraverso il buco della chiave avesse deciso di riscaldarsi facendo qualche passo; infatti non vide altri che un ragazzo p grande di lui, uscito da qualche altro ospizio,

le furie; disse A queste parole il ragazzo parve andare su tutte a poco se avesse continuato a c=he olive, le avrebbe b-uscate'di l eltcrzate in quel modo con i suoi superiori' m.arsTu non sai neanche lontanamente chi sono, immagino,. dal pilaintanto fl1'ccio dell'ospizio> soggiunse poi, scendendo gravit' elrlno con edificante nNo, signore, non lo so>.rispose Oliver' vrl nSoo signor Noah Claypole' disse il ragazz.o 19.tu, ::i "i Ci detto, il mfiiOi"i. fo"gti t" iposte, piccolo ruffiano pigro!, bottega Ituout Clavpo sferr un caicio a oliver ed entr nella difficile che ;,ilr;lilgniro;u.nl non gli giov un.gra.nch.. decisamente 'ufrl"nt! dalla testa troppo grossa, dagli occhi possa avere iccoli, dal corpo sgraziato e dall'espressione ottusa' [i'=i|i" Are;ii"r6 in qualsivoglia circostanza; ma tanto pi Aiifl.i|.;h" t3 abbia quando, a Iueste attrattive personali, si agclutlqono il naso rosso e i denti gialli' "'"jii,;; aopo u*,. tolto le impste, rompendo,un vetro nel tenil peso della prima, verso il tatliO ai allontanarsi barcollante, sotto il A;iil-ii; ;i lato alla casa nel quale vehivano tenute durante a gentilmente ierns, venne aiutato da Noah, il quale acconsent soltanto dopo l'assicurazione che ole avrebbe ;; A;dii;;; p.lo dopo discese^il signor Sowerbeffy e' di l a non rs?itur. la m=6iil;;p"t* iu tignotu sowerb"erry' oliver, che' avveratasi gentiluomo lil=ir". di Noah,"le aveva prese, segu il giovane per andare a far colazione' illU put le scale = (Vieni accanto al fuoco, Noahn disse Charlotte' <Ho messo colazione da parte per te un bel pez.zo di pancetta tolto dalla chiudi quel'la porta alle spalle del signor Af iiai".. Oliver, gti uuunti che ho lasciato per te sul coperchio ;

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della tortiera. Eccoti il t; va' a metterlo su quella cassa e bevilo I; e sbrigati, perch vorranno che tu badi alla bottega, hai ca<Hai capito, marmocchio dell'ospizio?> ripet Noah. <Santo Cielo, Noah,, esclam Charlotte <che cattivone sei! Perch non lo lasci in pace, il bambino?o

<Lasciarlo in pace!u esclam Noah. <Quanto a questo, lo hanno lasciato gi troppo in pace tutti quanti. N suo padre n sua madre gli romperanno mai le scatole. E tutti i suoi parenti lasceranno che faccia il comodo suo. Eh, Charlotte? Ah-ah-ah!, <Oh, come sei spiritosol> disse Charlotte, scoppiando in una allegra risata alla quale si un quella di Noah; dopodich entrambi guardarono beffardi il povero Oliver Twist, che sedeva rabbrividendo sulla cassa, nell'angolo pi gelido della stanza, e mangiava i rancidi avanzi messi da parte appositamente per lui.

L'atteggiamento sistematicamente vessatorio di Noah fiil sortire esiti imprevisti. Infatti, se il piccolo Oliver subisce senza fiatare i pi biechi soprusi, allorch il suo aguzzino incautamente 1o provoca con maligne allusioni alla moralit della madre (che Oliver, peraltro, non ha mai conosciuto), ecco che nel bambino si scatena una furia cieca che moltiplica le sue orze e gli consente di bastonare Noah di santa ragione. Le conseguenze, per I'orfanello, saranno quanto mai funeste, ma Ia sua volont di vendetta troppo grande, su1 momento, per consentirgli di valutare lucidamente la situazione. Da notare subito, ttal'altto che la rivolta della "vittima", in questo caso Oliver, di fronte alI'offesa nei confronti della madre, sar una costante nelle storie di bullismo: il primo immediato richiamo quello a un'analoga scena del Cuore deamicisiano, nel momento in cui Franti scimmiotta la mamma del piccolo Crossi, il quale perde la testa e gli scaraventa addosso un calamaio.
nisce tuttavia con

plegare il tempo in alcun modo.migliore che non fosse quello di sa.iperare e tormentare il piccolo Oliver Twist' Deciso com,era a concedersi questo divertimento innocente, Noalr mise i piedi sulla tovaglia, poi tir i capelli a Oliver, glitorse inle erecchie, gti oieae del vigliacco, quindi rese nota Ia propria a vederlo impiccare non appena questo desitnzione d ndare meer.rtlile evento si fosse determinato e lo irrit infine con altre gehine malignit, da quel ragazzo perfido e villano che era. Ma gono di"questi tormenti frodusse l'effetto desiderato, quello tg Ai far piangere Oliver, e pertanto Noah cerc di essere pi faeetp e fece qullo che molti imbecilli, i quali godono di una. repillf,zione di gran lunga migliore di quella di Noah, fanno talora Lluando c"r.r.-no di esiere sfiiritosi: decise di ferire il bambino nei buol Pi intimi affetti. rMarmocchio dell'ospizio,u disse (come sta tua madre?u *Mia madre morta> rispose oliver. <E non osare dir qualcosa
ell

Oliver divenne acceso in viso, pronunciando queste parole; relglr pi in fretta; e la bocca e le narici di lui ebbero strani guizzi ehe Nioah Claypole ritenne potessero preannunciare l'imminenza Noah ll uou scoppio'di pianto. Basandosi su questa impressione, tern all'attacco. rDi che cosa morta, marmocchio dell'ospizio?' domand' nDi crepacuore, mi hanno detto certe anziane infermiere> morriFner oliver; ma pi come se stesse parlando tra s e s che uE credo di sapere che cosa si debba provare tponelendo a Noah. morendo di questo!n roh bella, marmocchio dell'ospizion disse Noah, mentre una laerlma striava la gota di Oliver. <Cos' che ti fa piagnucolare,
grlesso?D

lelt,

Un giorno OIiver e Noah erano discesi in cucina, all'ora di cena/ per banchettare con un piccolo arrosto di montone * una libbra e mezzo della parte peggiore del collo - quando, Charlotte essendo stata chiamata altrove, seguirono alcuni minuti durante i quali Noah Claypole, perfido com'era, ritenne di non poter im-

rNon fen rispose oliver, affrettandosi ad asciugare la lacrima. sNeu illuderti., rAh, non io, eh?, esclam Noah, beffardo' cNo, non te> ripet Oliver in tono aspro. <E ora basta' Farai megllo a non dirmi altro di lei!o iFar meglio!> esclam Noah. <Ah que-sta, poi! Far,meglio! Marmocchio"dell,ospizio, non essere impudente. Iua madre, figuflamoeil Era un beliipetto, tua madre! Oh, santo Cielo!o E aquemodo espressivo, con la testa; e, per _,.tEt ltutlto Noah fece di s, in

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l'occasione, arricci, quanto pi glielo consentivano i muscoli facciali, il piccolo naso rosso. <Sai, marmocchio dell'ospizio,> continu poi, ringalluzzito dal silenzio di OIiver ed esprimendosi in un tono offensivo di finta compassione, il tono di voce pi esasperante che essta <sai, marmocchio, ormai non si pu pi rimediare, n, naturalmente, tu avresti potuto rimediare allora; la qual cosa mi dispiace moltissimo; e sono certo che noi tutti ti compassioniamo molto. Ma devi sapere che tua madre era una vera e propria donnaccia. n <Come hai detto?> esclam Oliver, alzando fulmineamente gli occhi. <Una vera e propria donnaccia, marmocchio dell'ospizio> ripet Noah, imperterrito. oEd di gran lunga meglio, marmocchio dell'ospizio, che sia morta quando mor, altrimenti sarebbe stata condannata ai lavori forzai a Bridewell o deportata, o impiccata. Molto pi probabilmente impiccata, eh s.o Paonazzo in viso per la rabbia. Oliver balz in piedi, rovesciando la sedia e il tavolo; afferr Noah alla gola, lo scroll, nella violenza della furia, fino a fargli battere i denti; poi, immettendo tutta laforza della quale era capace in un pugno, lo scaravent a terra. Un attimo prima, il bambino era sembrato Ia creatura placida, mite e avvilita nella quale era stato trasformato dai maltrattamenti. Ma ora I'anima sua si ribellava, finalmente; l'offesa crudele alla madre defunta gli aveva incendiato il sangue. Ansimava; si ergeva in tutta la sua statura, gli occhi vividi e balenanti; l'intero suo aspetto era cambiato mentre fissava irosamente il vile aguzzino che giaceva ora rannicchiato ai suoi piedi e lo sfidava con una energia mai conosciuta prima. <Mi ammazzer!, balbettava Noah. <Charlotte! Padrona! ll raBazzo nuovo mi sta assassinando! Aiuto! Aiuto! Oliver impazzitol Char-lot-te!> Agli urli di Noah risposero un grido acuto di Charlotte e uno strillo ancor pi acuto della signora Sowerberry. La prima si precipit nella cucina da una porta laterale; l'altra indugi sulla scala finch non fu del tutto certa che scendere ulteriormente non avrebbe costituito una minaccia alla sua vita. oOh, piccolo miserabile!> strill Charlotte, afferrando Oliver con tutte le sue forze, che erano quasi pari a quelle di un uomo

allenato' <Oh, piccolo moderatamente robusto e alquanto bene una sillaba e I'altra' i;;;i;, .ttido farabutto, assssino!u E, tra sua forza' accompafi";n" sferr colpi a oliver con tutta la unandoli a un urlo Per il Pubblico' "" p"!"ia catlotte non erano affatto leggeri' *,1:-""1|'^"YIlu bambino, la srgnora lit he"non bastassero a placare la furia del serva a ;;;;b";y si precipit nella cucina e aiut lala faccia'trattenerlo In questa con una mano, mentre con l'altra gli graffiava pavimento e martrution" per lui favorevole, Noah si rialz dal tell di puqni Oliver alle sPalle 'perch potessero protrarsr a Si ttuiruu di fatiche troppo violente non riusctrono ne a urlungo. Quando furono sfiniti tutti quanti.e si dibatitt"""e i picchiare oiire, trascinaronooliver' che.ancora nell'immondezzaio tva e gridava, e non era stato affatto domato' e l lo rinchiusero''

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f:

atti di bulliInDauid, Coppet'ield' (37-39) passiamo da compg,,i ul" ltto tipo di bullismo' pi r"';;;;ir;;;a;. e provocasottile . i.rrr.rro ma al tmpo stesso pi eclatante torio. ---No'siamopinell'ambitoristrettodelconfrontoffadue

inii"i"i

u ii .o"ioto si allarga sino a includere come eleindifferenziata di menro determinani.-iu -uttu idistinta e dal carisma del bullo' il;i";;il , itutri"xa e soggiosata aldalla sua l^i, iidu"riidJl, vittima. L'atrogante si schiera un inseii; S;;.rforth si'iverte a umiliare pubblicamente della il direttore snante, il mite ,igrrot lnt[, ben sapeno che o"i mai contrastarlo a c rrsa ;;;;,'il ;G;;; reakle,

a.ff, ti"if

Jgiata

sociale ed.economica della sua {ap*iri""t"o"

mielia.EstatoproprioDavidCopperfield,allievo.del]ostesso a fori"il;;". J;;"il.l fascino magnetico di Steerforrh, nell'odi Mell vive ;ir.;*;i't,ir'o tu nitizia che Ia madrenella sua ingenuit' r"iri. l mendicit1, lungi dal suppore, It'iriri." "r.ra ir?"a" .i infu-e. Eppure, David di Steerforth avrebbe dovuto t,; i; gtardia, perch I'astio ;;i;"r6;ti aa prot.rrJr M.ll nn di fresca data: <<Mi fa-

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Oddera, Mondadori, Milano r996'

r. Le citazioni

traduzione di Bruno sono tratte da Charles Dickens' OliuerTwist'

BULLI DI CARTA

<(AI-LORA TE NE DO UN FRACCO>>

2)

ceva sempre dispiacere osservare come Steerforth lo trattasse con sistematico disprezzo, - confessa David - e raramente si lasciasse sfuggire un'occasione per colpirlo nei suoi sentimenti o per indurre i suoi compagni a far ci>.

naetlte in un crescendo incalzante che mette alle corde I'awerEarlo, il quale, alla fine, costretto a confessare pubblicamente

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Un'awersione tenace, dunque, che con il bullismo condivide un carattere essenziale, l'assoluta gratuit. Non vememo mai a sapere, in{atti,le ragioni di tanta ostilit, che culminer con la cacciata della vittima e il trionfo del persecutore. Dunque, alla cieca ottusit del branco degli studenri che infieriscono sul povero insegnante, si contrappone la lucida crudelt di Steerforth, I'allievo bello e ricco c6 sfrutta con cinica disinvoltura il suo carisma. Allo sresso modo, allabellezza fisica, all'innata eleganza e all'elevato rango sociale dello studente si contrappongono la btuttezza,la ftasandatezza e l'umile estrazione di Mell, <<un giovane magro, pallido, con le guance incavate [...] i suoi capelli invece di essere lucidi, erano secchi e color di ruggine. Poftava un vestito nero, piuttosto secco e rugginoso anche quello, e piuttosto corto di maniche e di pantaloni; portava inoltre al collo una cravattabianca non ...rsivamente_pulita>. Pi avanti sapemo che le sue scarpe sono logore e sfondate, e che <<una calza spuntava da una di esse proprio_ c_ome un germoglio>, il che aggiunge all'aspetto dimesso della vittima un tocco di ridicolo che sembra renderla ancora pi inerme, un po' come accadr anche con il <<lungo grembiale di tela nera lucida>> che costituisce, nel Cuore di De Amicis, I'abito quotidiano del piccolo Nelli, vittima anche lui delle vessazioni del branco. Steerforth risponde freddamente, con deliberato intento provocatorio, alle parole del professor Mell che gli intima il silenzio. In verit, pi di un ordine sembra trattarsi di un'implora,zione, poich Mell ormai una vittima impotente, che con labbra tremanti appare completamente disor ientata e in balia della canea. E interessante notare la strategia di Steerforth come agente provocatore: istiga i compagnl a lasciarsi andarc a un'indegna gazzarta, ma si tiene in disparte, fa quanto basta perch il professore, a un certo punto, 1 chiami direttamente in causa, e soltanto allora lo provoca apefta.

vive di carit' Tutevin, malgrado appaia chiam agli occhi di tutti I'infamit delle provocuzione, Mell viene licenziato in tronco mentre EteLrforth oggetto di pubblico plauso, da quello dell'ipocrita elgnor Creakle, direttore del collegio, a quello, virceralmente lrFazionale ed emotivo, dei compagni, tn i quali soltanto uno, ?racldles, trova il coraggio di denunciare apertamente che Mell stato tratt^to da Steerforth <<in modo indegno>. In uanto abile provocatore e manipolatore di coscienze, Steerforth rimanda a certi inquietanti personaggi del Giouane Tbrlcss di Musil o di Giouent senza Dio d von Horvth, figttt'e privilegiate che sanno volgere ai propri {ini la .otzabtuta lrrJzional d.l btan.o, individui solitari che con fteddezza e lucidita sanno sfruttare la cieca violenza della massa trasformanclola, in un certo senso, in aztone squadristica' E ci che fa Juck con la sua trib neI Signore delle Mosche di Golding ed quello che accade a certi bulli pasoliniani, i quali,- da un glorno all'altro, si ritrovano a conferire un colore politico a a poco prima a titolo gtaQuella stessa violenza esercitata sino
etro dolente segreto, che la madte, cio,
utito.

Notetemo, infine, come in questo episodio compaia un imEot'trrnte elemento ricorrente nel bullismo, cio la spersonalizezi.tne della vittima,la sua degradazione a qualcosa di appartenente a una diversa specie, u animale .In Studi sulla aita del Te$accio di Pasolini e iel Si'gnore delle Mosche vi sono episodi dl purossistica violenza contro animali che alludono, con I'impllazione di una forte carica simbolica, a c-odesta pecu-liare i'animalizzaziorte" e, non a caso, proprio alla vigilia del pi ecl$tante atto di bullismo presente inDaaid Copperfield, il protegonista associa d'istinto la figwa del professor Mell alle ptse con una classe scateflata con quella di un orso o di un ioro assediati da una muta di cani. l'immagine di un toro o di un orso con una mite come il signor Mell, dovrei paragonarlo - ripenF!rsona iattrlr a quel pomeriggio, quando il pandemonio raggiunse il suo
Sc potessi associar

BULLI DI CARTA

<(ALLoRA TE NE Do

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FRAcco>

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vertice - a uno di quegli animali circondato da un migliaio di cani. Eccolo, al suo scrittoio, col capo dolente appoggiato alla mano ossuta/ curvo sopra il libro, eccolo che cerca disperatamente di proseguire il suo spossante lavoro in mezzo a un bac_ cano che avrebbe fatto perder la bussola anche al presidente della Camera dei Comuni.

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lrc minuto fa, eccitare i vostri camerati pi giovani a mancarmi di tispetto in ogni modo, vi sbagliate assai.> <lo non ri prendo affatto la briga di pensare a voi> rispose Slcerforth freddamente (e cos, non mi posso sbagliare per nulla., uE quando approfittate della vostra condizione privilegiata, qui, rignorino, prosegu il signor Mell con le labbra che gli tremavan

Ilprofessor Mell tenta invano di riportare la calma, ma i rugazzi escono dai banchi, vi salgono sopra, giocano, ridono, cantano, ballano, ululano addirittura. Alcuni fanno il giro_ tondo intorno al sig_nor Mell <digrignando i denti, sbeiteggiandolo, rifacendogli il verso dietro le spalle e anclre davartti agli_occhi; canzonandola suapovert, le sue scarpe, la sua palandrana, sua madre, tutto ci che lo riguardaval fr. fos a loro conoscenza>>. A nulla valgono gli appelli alla ragione del professore, che a un certo punto, in uno icatto d,iralbalza in piedi e sbatte con [.orua un libro sulla cattedra urlando: < Silenzio! Perch vi comportate cos con me, ngazzi?>. L'accorato vibrante appello non manca di impreisionare gli stu-e denti, che si fermano, alcuni sorpresi, altri un po' spantati, altri ancom, forse, gi pentiti. Sltanto Steerrth, in fondo all'aula, appoggiato al muro, con le mani in tasca, fissa il signor Mell con le labbra anotondate, come stesse fischiettando.
<Silenzio, Steerforth!> disse il signor Mell. <silenzio voi> disse steerforth fcendosi rosso. <chi parla con
voi?> <Sedete> disse il signor Mell. <Sedete voi> disse Steerforth <e pensate ai fatti vostri.>

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lorte (per insultare un gentiluomo.'.u <Un... che?... E dov' mai questo gentiluomo?' disse Steerforth' A questo punto qualcuno grid: nsteerforth! Questa cattiveri,r!...o. Era Traddles, e il signr Mell gli diede subito una doccia Irt'clda ordinandogli di tener la lingua a posto. (... per insulta chi nella vita non ha avuto fortuna, signorino, di essere r lri non vi ha mai recato la minima offesa, chi non merita ragioni che voi alla vostra et e con la vostra irrsultato per molte litt0lligenza dovreste p-ur .otpt"nderen disse il signor Mellcon le l,rbltra"sempre pi tremanti <commettete un'azione meschina e vilc. Potete sedervi o rimanere in piedi, come meglio vi aggrada, eignorino. Andiamo avanti, Copperfield.'.r' <Un momento, giovine Copperfield' disse Steerforth avanzanrlosi dal fondo delliaula. oEcco'quel che voglio dirvi, signor Mell, me rrna volta per tutte. Quando vi prendete Ia libert di chiamare impertinente. Un accattone lo rrrflschino e vile, siet un accattone aiOlc sempre: ma in questo caso siete un.accattone impertinente.> Non so se egli stesse per slanciarsi sul signor Mell.o se il.signor Mr,ll stesse per"slanciarsi su di lui: ma a un tratto vidi tutti, nella r:l,rsse, irrigidirsi come se fossero stati trasformati in altrettante statue l'..]. ll"signor Mell, coi gomiti puntati sullo scrittoio e la faccia ,J,uifodutuita le mani, rimlase per qualche attimo immobile''

Ci fu qualche risatina sommessa, qualche applauso. Ma il signor Mell era cos pallido, che subito si rifece'silenzio: e un ragaz.zo che gli era strisciato dietro Ie spalle per far la caricatura della sua vecchia madre, mut pensiero e finse di vorer temperare
una penna.
<Se credete, Steerforth> disse il signor Mell nche io non cono_ sca l'influenza che voi potete esercitre sullo spirito di alcuni vostri compagni> e pose la sua mano senza rendersene conto (cos supposi, almeno) sul mio capo (o che io non vi abbia visto, qual_

Attirato dalla cagnara, interviene a questo punto il- signor LlLeakle, proprietarlo e direttore della scuola, il quale apoairnfn V.it.n fare inquisitorio. Poich quest'ultimo, turbato e eonfuso, non appafe in condizioni di fornire un fesoconto

pl*usibile dello svoigimenro degli eventi, Creakle, allora, si ri;;i;;-^ Steerforth,"il quale, cn straordinaia abilit e freddern, presenta se stesio alla stregua di una vittima e il proEttrlco l)iceni, Mondadori, Milano r965.

r, l,c cirazioni

sono rfatte da charles Dickens, Daaid. copperfield, tratzione di

26
fessore

BULLr Dr CARTA

!-ome un poco di buono, indegno del prestigio della Copperfield, malgrado la su simfatia per :9"9.1u. Mell, non pu trattenersi dal notare l'eclatante diqparit di aspetto tra i due contendenti, ove il giudizio sulla forma lascia trasparire- in filigrana un giudizio di sostanza: <(non potei - ricordo - f.arc a meno di osservare com'egli [steerfoith] apparisse di nobile aspetto e come i1 signor Mell sembrasr. modesto yglgq_e al suo confronto>>. Scatia i7 clich,lo stereotipo: se il -e bullo bello e ricco e la vittima dimessa e plebea, p.i ,r, .r.rrioso effetto di strabismo il primo sembra un po' meno bullo e la seconda un po' meno vittima, anzi, in qualcuno poff insinuarsi il sospetto che, come si suol dire, "s la sia aldata a cel. cate" . Il bullismo di Steerforth dei pi sofistic ati, radicato nell'odio per gli individui di classe inferiore, considerati dei "perdenti" per definizione, meritevoli quindi di pubblico ludi brio. Come uno stratega consumato, sfr,rttando abilmente le parole effettivamente pronunciate da Mell, Steerforth riesce a f.arc appante il professore come un prevaric atore, un provocatore, una figura lesiva della dignit del collegio dove iisegna, e se stesso come una vittima che, se ha commesso qualche er_ rore, del quale si dichiara pronto a sopportare le conseguenze, lo ha fatto per difendgre se sresso, la icuola e i suoi copagni. E, per la seconda volta, Copperfield non pu tratteneisi"dal sentirsi trascinato dal carisma del ragazzo, proclamandosi <<entusiasmato>> dal <fiero discorseto> del faicinoso bullo albionico. 11 professore viene cacciato su due piedi dalla scuola e Steerforth, assurto a paladino della rispettubilita del college, riceve i c-omplimenti del diretore rra gli ewiva dei comfagni. Copperfield, dal canto suo, si unisce <rcon ardore, ai cameti, sebbene non riesca a non sentirsi <<il cuore stretto)>.

Il giovane

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<(SI CHIAMAVA BIRICHINO}>

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Prerprio quest'ultimo punto, che ci permette di ricollegarci eitrrio piglio ironico della physiologie collodiana, merita :ua

II ragazzo di strad.a di Carlo Collodi (in Occhi e nasi, rggr) una sorta di anamnesi ante litteram di quella igura di giovane sottoproletario suburbano che sar descrt a in tltt'altri iermini da Pasolini una settantina di anni dopo. Tralasciando per il momento il tono pittoresco e divertito di collodi, che ornologa il suo ritratto al grande filone della physiologie ottocentesca, il"R.agazzo di strad'a riassume una sorta diidea decarogo che embra compendiare alcune delle caratteristiche .s..rrIr[ der bullo, quelle sjes:.e.che potremo sorprendentemente riffovare u qruri un secolo di distanza,-yutatis-rnutandis, nei giovani boryataii pa_ soliniani, da Studi sulla uita del Testacci,io a F.agazzi di u\ta. Il bullo, dunque, sarebbe: r) noto per lo pi con un soprannome, che diventa per lui una sorta di maschera; z) tendenzialmente sudicio, se ama are ilbagno sule rive ur. bane del fiume, non 1o fa per lavarsi tn p., provocare; 3) costituzionalmente inabile al lavoro, o almeno iale ama fitenersi; 4) capace di riconosce d'istinto i propri simili, con i quali ha . un rapporto solidale e conflittuale al tempo sresso; 5) fortemente incline, per ammazzarc il t.rnpo, a bighellonare insieme ai pari suoi; ) ladro, bugiardo, vandalo e bestemmiatore; 7) provvisto di una spiccata predilezione per le oscenit; 8) privo di opinioni in politica, purch i ,ia da menar le mani; 9) vittima della societ, o almeno tale si considera; ro) dotato di un feroce senso delf ironia.

isiderazione. Appena cinque anni dopo I!.ragaz3o.(i ,inr,la, Edmondo De Amicii, n Cuore, conier per il suo bullo d'eleaione il celeberrimo <(... e Franti rise>>, conferendo tutt^via rrl proprio personaggio un'impronta bieca e sinistra, che a lisLico Botini{ar addirittura <<rbrezzo>>: <Quella bntta facrirrri eli Franti (<<acciainvetriata>>, rincara subito dopo Enrico) ulra rlualcosa che mette brezzo su quella fronte bassa, in quegli ochi torbidi>. Franti <(tormenta>>, <<schernisce>>, <ploi,raoo, cerca la lite, <<s'inferocisce>>, quando picchia <<tta a fat male>'ma soprattutto <odia>> (la scuola, i compagni, i!,m1ertt'rr), c quest;odio inveterato si cristallzza in un riso beffardo, irt qticl suo uridere in facca>> con intemeata potervia all'a:ut,rit\ che volebbe ricondurlo, come si suol dire, sulla retta via, Non un caso che De Amicis, a un certo punto, cancelli rettrlrlicemente Franti dall'otizzonte del romanzo, quasi.che il pe|sonaggio gli fosse apparso all'improwiso inconciliabile con gli rrltcriori sviluppi della nartazione. - Cnt. facile capire, al confronto di Franti ll tagazzo di strrrda collodiano appae alla stregua di una simpatica macelrietta, I'antesignan d.I p.ttoliniano Giggi er bullo,-nel migllr.il,e dei casi una sorta di scugnizzo alla vincenzo Gemito, lpp,,r., nelle versioni pi corrive, un tipo che magari s'illuUil ai prendere in giro gli akri, ma che soprattutto. ..a ridere di u .uutu della sua ridicolaggine' Sin dalf incipit, *Unu uoltu si chiamava birichino o sbanzzino>>, II ragazzo di strudu nmanda a un contesto in cui possono esservi birbe, monelli, birichini, sbarazzini, tutta una variegata popolazione pi g nre no pittoresca e simpatica di piccole canaglie, ma non anben li conosciamo' c==or* i bulli, freddi e feroci, come oggi Llrta volta si chiamava birichino o sbarazzino. Oggi questi due
apeeiole

nnrni sono ringentiliti. Oggi si trovano dei birichini, che hanno la glat r hcttina quasi nuova e le mani quasi pulite: oggi s'incontrano Hegli sharazzini, che possono perdere il fazzoletto di tasca, ma rir1r.il,rn,, il fazzoletto'nelle tasche degli altri. ll ragazzo di strada tirrr 5a pi che veder nulla con loro. una tinta pi forte, un tipo

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BULLI DI cARTA

<<SI

CHIAMAVA BIRICHINO)

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pi canaglia, uno scolare che bazzica unicamente la R. Scuola della Corte d'Assise. Qual il suo nome? Non lo sa: o non l'ebbe mai, o se l' dimenticato. Tutti i suoi compagni lo chiamano con un soprannome...
della lingua italiana II nuouissirno Melzi, alla parola bullo (anzi, bulo), ril.gg. la seguente definizione, che colpisce per il suo carattere esclusivamente storico: nBulo, s.m. st. Uomini prezzolafi da castellani del dominio veneto, al tempo della Repubblica diVenezia, che quelli prezzolavano tra i loro campagnoli e armavano a lor difesa, pi liberi dei bravi. /Bravaccio>.

In una edizione dei primi del Novecento del dizionario

Dunque, all'alba dello scorso secolo, bullo press'a poco si nonimo del brauo manzoniano, una via di mezzo ffa il sicatio e la moderna bodyguard, un professionista, in ogni caso. L'atto di proterva sopeichieria di cui vittima il don Abbondio dei Prrnessi sposi-al ritorno dalla sua famosa passeggiata, infatti, poco o n.tllu hu a che spartire con il bullismo, un "avvettinento" in piena regola comminato per conto di un mandante, un'intimidazione, diremmo oggi, di puro stampo mafioso, tutt'alffo che gratuita bens basata su un movente di estrema'
minacciosa precisione.

"birba" , in quello stesso giro d'anni, sembra invece esclusivo appannaggio della giovent (<Birba, s'f. Giovanetto sciopea:o impertinente. / Furfante>), il significato del maschije "bitbo" rimanda atrCotr, in senso lato, albtavaccio (<Birbo , s.m. TJomo c pace di ogn ttista azione. / Sin. Birbante, furfante>) anche s, in codesto caso, viene a cadere il rimando a qualsivoglia tipo di rapporto contattuale fra il mandante e I'esecutore. Il "birichino" di cui parla Collodi tora a essere un aggettivo squisitamente giovanile, nella cui definizione Il nuiissimo Melzi introduce tre caratteristiche importanti: <<Birichino, -a, 4gg. Ragazzo impertinente, che va facendo il monello per le vie>. Vale a dire, un insolente che ama tirare dei brutti Jcherzi e ha una spiccata propensione al tandagismo urbano. Nel momento in cui il personaggio si va moSe I'esseie

dernizzando, simultaneamente viene a pesare sulla sua definizione un'ipoteca moralistica, perch lo stesso dizionario definisce il "monello" un <<fanciullo alquanto tristo e discolo> (ove per <<tristo> da intendersi <<malvagio, meschino, cattivo>> e, per <discolo)>, <(scapato, scioperato, scapestrato, riottoso>>). liassume tutte queste caratteristiche, ma con un rimando che coinvolge anche il mondo adulto e non soltanto quello giovanile, lo "sbarazzino" (o sbarazzina), definiti <<IJomo, donna, pronti a farne d'ogni colore>>. Ma su quello <(scapato)> che conviene soffermare I'attenzione, in quanto con esso termine ha da intendersi colui, o colei, <<che ha poco senno>, che sprowisto di <<ptudenza, saptenza, giudizio, criterio, buon senso>>. Ecco, il famoso e celebrato <<buon senso)>: questo il capolinea di questa sorta di improvvisato slalom filologico che ci siamo permessi al solo scopo di mettere in evidenza il progressivo inasprirsi della terminologia mano a mano che una sorta di moraleggiante tolleranza nei confronti di colui il quale, pur rrella propria "irregolattt" , appate tuttavia alla sffegua di una pittoresca nota di colore nel monotono scenario della fauna umana, cede in favore di un pi intransigente e icastico giudizio, d una formula che sancisce la separazione dal contesto del vivere civile sulla base di una irrimediabile mancanza: cluella, fondamentale, del <<buon senso)>. Il borghese scorge in cluesta equivoca e generica virt l'ultima invalicabile barriera, il punto del non rtotno, e con il portatore di una simile, radicale deficienza non pu esservi contatto alcuno, n, tantoreno, possibilit di dialogo. Egli cessa di essere una innocua "nota di colore" e diventa invece una "carogna". Smette di divertre e diviene una minaccia. Il riso si spegne sulle labbra clel borghese e, viceversa, contrae quelle del reietto in una inLimidatoria smorfia di scherno che vuol significare: non vi clar tregua. Per il momento, tuttavia, nel giro d'anni della cosiddetta Bclle poque, mentre, come ci insegnano le pi scontate oleografie, allo schiocco dei tappi di champagne si sovrappone il lombo delle cannonate e al fumo azzutrino delle sigarette su-

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BULLI DI cARTA

<SI CHIAMAVA, BIRICHINO>

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bentrano i miasmi dei letali gas nervini, si pu ancora ridere. Ridere del Ragazzo di strada, di Giggi er bullo, de| bad boy americano o del nazionale Gian Bumasca. Tuttavia, nel seguente estratto dal Ragazzo di strada di Collodi, indubbiamente divertente, sembra di scorgere come un "secondo testo", I'abbozzo in ihgrana di un mondo niente affatto dilettevole, simile a quello che, come gi anticipato, sar spietatamente notomizzato in molte pagine di Pasolini. E un mondo .atto di miseria morale, di povert materiale, di ignoranza, dominato da sentimeflti rozzi che si manifestano in forme violente e primitive, un mondo, soprattutto, sconfinatamente arido e solo. Quando la mattina si sveglia non ha che un solo pensiero; quello di trovare la sera. Come riuscir a trovarla? Ecco un quesito, che non gli fa n caldo n freddo. llimprevisto il suo elemento: mangia quando trova da mangiare e dorme dove Io piglia il sonno. Filosofo per indole e per educazione, due cose sole cerca di scansare: le carrozze e il lavoro. Fra le due cose, quella che gli fa meno paura sono le carrozze: e s'intende. La ruota di una carrozza pu tutt'al pi stroppiare un uomo: ma il lavoro lo abbrutisce. lluomo che lavora, dice il ragazzo di strada nella sua arguta ignoranza, non pu esser fatto a immagine e similitudine di Dio: perch Dio lavor appena sette giorni e sono oramai seimila anni che si riposa. Tutti i ragazzi di strada si conoscono fra di loro, anche se non si sono mai visti n conosciuti. La prima volta che s'incontrano, si danno del tu, si trattano male e diventano amici. Nelle loro escursioni girovaghe camminano dinoccolati e cogli occhi in qua e in I, come tanti forestieri in cerca di monumenti. monumenti, in generale, che pi richiamano la loro attenzione sono le botteghe dei pizzicagnoli e le mostre delle trattorie di lusso. Dinanzi a codeste provocanti mostre, il ragazzo di strada si ferma e medita lungamente: e dopo aver meditato, sputa. E la protesta dell'appetito non soddisfatto. [...] Due pronomi possessivi hanno sempre tiranneggiato l'umanit: il Mio, e il Tuo. Padrona l'umanit di farsi tiranneggiare, ma il ragazzo di strada guarda in faccia questi due possessivi e ride di piet, come se fossero due pregiudizi. D'altra parte la roba sua, da che al mondo, non l'ha mai conosciuta, e Ia roba degli altri ha sempre sentito dire che bisogna rispettarla in un solo caso, quando, cio, non sia possibile
I

rli appropriarsela con disinvoltura e senza dare scandalo alle guarrlic d pubblica Sicurezza.1...1ln politica il ragazzo di strada non lra opinioni n convinzioni profonde. Per lui tutte le dimostrazioni di piazza sono legali, purch si gridi Viva o Abbasso qualche nome o qualche cosa di facile declinazione. I nomi bisbetici e difficili a pronunziarsi lo mettono di malumore, per la ragone che rron gl'importa d'intendere quel che dice, ma gli basta di poterlo sillabare correntemente. ln certe cose i ragazzi somigliano moltissimo agli uomini grandi. Peraltro, se lo lasciate padrone di scegliere, preferisce smpre le dimostrazioni nelle quali si grida Abira.sso. i...1 ride in faccia al Pretore come i primi cristiani ridevano strl viso a Nerone, conosce tutta la Samma del blasfema ereticale, t'sul tema obbligato dal nome santo di Dio eseguisce un concerto rli variazioni infinite. il Paganini della bestemmia. Se letica co' srroi compagni, apriti cielo! Qualifica iloro babbi e le loro rnamme con una propriet di epiteti, che rivelano uno studio

lrrofondo sulle miserie intime dell'alcova e del letto coniugale 1,,.1. Quanyanni ha il ragazzo di strada? Nessuno pu dirlo con t'sattezza, e, meno degli altri, lui. Per uomo/ gli manca qualche ('osa: per ragazzot c' qualche cosa pi del bisogno.

Ttttavia,

se talora nel testo collodiano sembrano emergere

sinistre e desolate premonizion, talaltra I'icasticit del tono e il ritmo stesso dellipagina sembrano spontaneamente offrire il r.lestro a vfia drammatizzazione, paiono possedere in nuce elrrello spirito caustico e quell'efficacia comunicativa che sono i tratti istintivi di tanti monologhi di Petrolini' Qui il rapersona sulla F1tzzo di strada di Collodi riflette in prima che con la sua ta' profonda ingiustizia che domina la societ, gnatela di leggi e il suo linguaggio preciso e tagliente pa-re metiere in diffi;lt persino il pi consumato esponente di codestu genia di <scapati>.
giri per la strada, ti dicono che sei un vagabondo e t'arrestano, !,r'stai a vedere chi passa, ti dicono che sei un ozioso e t'arrestano, qc cammini col berretto sugli occhi, ti dicono che sei una persona sr*S;ettae t'arrestano, se entri in Chiesa per dire un paternostro, si figrrrirno che tu sia un borsaiolo e t'arrestano, se campi del tuo senza i:hitrdere nulla a nessuno, dicono che non giustifichii mezzi di susSe

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sistenza e t'arrestano, se scansi le guardie di citt inciampi nei que-

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sturini, se scansi i questurini inciampi nei carabinieri... Precede di appena un anno iI Ragazzo di strada collodiano, ma sull'altra sponda dell'Atlantico, il pestif ero bad boy protagonista del romanzo di Metta Victoria Fuller Victor Diario di un ragazzaccio (t88o) . Questi non esita a <<arne d'ogni colore esattamente come il suo pi tardo epigono italiano protagonista de II giornalino di Gian Burrasca di Luigi Benelli alias Vamba, pubblicato prima a puntate sul Giomalino della Domenica ffa l ryo7 e il r9o8, poi in volume nel r9r t.II bad boy e Gian Burrasca ordiscono un'impressionante sequenza di scherzi atroci ai danni dell'universo mondo, e in primis dei componenti il proprio nucleo famlliarc, scherzi che non di rado rasentano la pura e semplice follia criminale, eppure si cercherebbe invano nelle pagine dei due romanzi un sia pur minimo accenno di bullismo. Se il ragazzo di strada collodiano , con ogni evidenza, quello che oggi definremmo un sottoproletario urbano, iI bad boy e Gian Burrasca appartengono a famiglie borghesi, tanto che, mutatis mutandis, si sarebbe tentati di individuare in loro i precursoti degii azzimati bulli partoriti di l a poco dal grembo dell'agiata borghesia mitteleuropea, dal Giouane TrIess a Giouent senza Dio. Fatta salva, ovviamente, la clamorosa inversione, di non trascurabile pofiata simbolica, della eclatante caciara che accompagnale gesta dei primi nel gelido silenzio in cui si svolgono quelle dei secondi. Ma il bad. boy e Gian Burrasca altro non sono che l'iperbolica estensione, la paradossale f.orzatura del monello (o birba, birichino, discolo che dir si voglia), rcalizzata unicamente a scopo d'intrattenimento e per suscitare il riso nel lettore. Esattamente come far, pi o meno in quegli stessi anni, il grande Ettore Petrolini con Giggi er bullo, una delle primissime macchiette del suo repertorio, andata in scena per la prima volta al caff-concerto <<Gambtinus>> di Roma il r aprile t9o3 e ripresa innumerevoli volte nel corso di tutta Ia caniera dell'attore. Con Giggi ci allontaniamo dai confortevoli salotti n cui vivono iI bad boy e Gian Burrasca, con contorno di domesti>>

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di una vatiegata parentela benestante, per ritornare infra quei diseredati i cui tratti salienti sono, (lollodi dixit,I'tmpertinenza, i tiri mancini e una spiccata provece sulla strada,

pensione al randagismo urbano.

I)unque, ai primi del Noveceto, er bullo di Petrolini ries,


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clreggia ancora i caratteri delRagazzo di strada che Collodi aveva tlrcsso in caricatura pi di vent'anni prima. Caricatura quella,

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macchietta questa: la figwa del bullo non esce dallo stereotipo ilel bozzetto strapaesano e rimane, tutto sommato, un innocuo tttnttacchione, ideale per gustarsi un po' di "colore locale". Liiggi una specie di piccolo delinquente, un po' cialrone e un po' sbruffone, che soprattutto vive rigorosamente all'interno del lrroprio contesto originario, nel quale apparc profondamente radicato e che gli conferisce, attraverso una rete di fili invisibili rlrr ben percettibili attraverso il suo linguaggio gergale e colorito, una sorta di sostanziale ragion d'essere. Confrontandolo urrn i pi tardi bulli-borgata pasoliniani, saka agli occhi che rlrralcosa awenuto prima di tutto a livello ambientale. La ctt cambiata, e il bullo dei quartieri centrali (Petrolini cita Tordi nona, borgata di fronte a Castel Sant'Angelo) stato cacciato via, respinto ai margini della metropoli, nei caotici e desolati rfurrtieri all'esttema periferia di Roma. Non a caso, i borgatati rli Pasolini guardano a Roma come "un alffo posto", un luogo Irrrrtano nel quale "si va", mentre Giggi er bullo impensabile in tm luogo che non sia il cuore stesso della sua citt. Infine, del lrtrllo di Perolini si pu anco^ ridere, come si pu ridere leggerrdo II ragazzo di strada di Collodi, mentre da Franti in poi la lrieca risata del bullo, attraverso i citatiborgatari, i quaLi, tra tlrril provocazione, una rissa, una sbronza e una rapina, non cescrrno di sghignazzare e far cagnaa, non si estinguer mai pi. C' chi dice ch'io so' un prepotente perch so' un bullo dar gaiardo e bello ma nun m'importa, nun me serve gnente, chi vo' parl co' me, cacci er cortello. So' conosciuto a'gni commissariato, aTrevi, a Ponte, ar Celio, arViminale, all'lsola ci fatto er noviziato

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I ...........

)6

BULLI DI cARTA

e adesso ognuno m'ha da rispett.

Chi che nun conosce Ciggi er bullo? Eh! N'ha parlato tanto er Messaggero, dico 'gni sempre er vero/ nun dico impunit. Si nomini Ciggetto, pe' l'urione,
Ia gente ha da trem.

GonnIEnE ITELLA SgnA . t pt"*ffiwe,swgt6n*


Il l4enne. sttiitq
a

z4 apile zoos

Ce n'ho mandati tanti all'ospedale, ma tanti, che nun se sa.

Gran Bretagna vittima del bul


Un ragazzo, pltr'gr glt h dotto qhe
LONDRA (Gran,,Bre1q:,i,, gnn) - Tom Daleyillqlim:l
pionico in!;leser' consid,::
un' autentica PlQqlgssa,, dai tufti. stat0.,oogtidttor,a,,l
f llto

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L'effetto comico scaturisce quando ci accorgiamo che questo rodomonte invece proprio lui la vittima dei bulli. E il momento in cui egli ci tacconta, ma sulla sua attendibilit ciascuno autorizzato a nutrire i propri dubbi, che per difendere Bettina, creatura nota per le sue forme posperose, affuonta una cinquantina di <infamoni> che gliele danno di santa ragione. <<S'approfittarono de me perch ero solo>>, lamenta il Giggi, mostrando, per una volta, quanto sia labile il confine tra il bullo e la vittima.
'Na sera pe' Bettina la Zinnona, n'affrontai de' rivali, nun se sa quanti. S'incontrassimo gi pe' Tordinona io je dissi: a fateve avanti. Fateve avanti, che a litig ce godo, ve voio f na panzal uno per uno/ da falla divent'no scolabrodo. Ciggetto n'ha paura de nissuno! Me so' buttato in mezzo, cor cortello, volevo falli apezzi tutti quanti ma quelli l ereno in tanti e me tocc abbozz. Ci preso, vero, quarche cortellata ma l'ho lassati ann perch Ia squadra s'era avvicinata nun li potetti f.

lrrsciare la scuola peicli6:, vittima di epigodi di bulli.,r rmo da parte tli:'iagaiizirit',

giochi di Pechiq.del:,
l'estate scorsa;'rarobbe nutrto le angheri,'{inr,da1r ruo ritorno, alllEtuqk:.
lAnd

Eelosi della, qq!,,faq4r Ll: quuttordiceine,,settimq. 4i,

Commulili Collge

di

Plymouth,t,qqndl:i;:

cum pagni han tro'rcoiiii;r]l

ci0to a prenderloidi:inim] pcr la sua iryprqyyisa.,pol, poltrit. Il cuknine si ,ia:, rebbe, per, taggiqnqr,Ur-l: p[io d i settimane:ft quirr-]: do Tom, chet vih,:ils.i.l
n

lcumente sopr4nnominaq,,

rSpeedo Boy> or,<diier boy> dai compgli',e :che: ln passato s4toi-riiie$14.i': nrente colpito corr- rillaftcio, di oggetti e qpinlonqlora, terrn, si visto rninacciatg,
rln un ragazzorpi, gin4;" ehe, dopo averh .qhiugo, in:. un nngolo, gli:ha dpEq,Q&r:

'Sti boiaccia, infamoni, carognoni I ammazzarono er morto! S'approfittarono de me perch ero solo. Erano in cinquanta, me se buttarono addosso, me ridussero un San Lazzero che quanno me portarono all'Ospedale, ar pronto soccorso, ce vollero dieci gnumeretti de fil de ferro per ricucimme tutto.

gli uvrebbe i<spziato,,le


gumbe> perch.valfang eor tnnto. A quel:pult!o;,i,

<TUTTO SOLO IN FONDO AL BANCO)>

39

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Tutto solo in fondo al banco

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Cuore (r886)

di Edmondo De Amicis, il povero Crossi,

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sbeffeggiato dai compagni, trova la orza di ribellarsi soltanto quando uno di loro, il famigerato Franti, bullo per eccellenza dell'universo deamicisiano, si spinge al punto di dileggiare sua madre. Lo stesso aveva .atto, nell'omonimo romanzo di Dickens, anche Oliver Twist, il quale, dopo avere sopportato senza battere ciglio ogni sorta di angherie da pane di Noah Claypole, gli si tivolta contro come una fuda quando questi si azzarda a sparlare di sua madre. Tuttavia, se nella bottega del fabbricante di bare Oliver deve fare i conti con un unico persecutore, nell'aula scolastica Crossi viene sbeffeggiato e tormentato da <<tre o quattro ragazzi>>, dietro i quali possamo legittimamente supporre la presenza di una classe intera, simbolo involontario della famosa "maggioanza silenziosa", indistinta entit pronta a volgersi in omertosa testimone delle peggiori infamie se non, de facto, in gregaia consenziente. Crossi acquista cos tutti i crismi della vittima predestinata: <<solo>> in fondo al suo banco, come sempre, nella loro solitudine, sono colte di sorpresa le vittime dei bulli, <<smorto>>, con un <<braccio.morto> e i capelli rossi, palesi segnali della sua "diversit". I'identico tip che, nel'suo ,o^ulro pi famoso, 1r, Stephen King descriver in questi termini, appodando a una formula di icastica eficacia: <<tr ragazzo magro e con la accia pallida, una di quelle facce che per un misterioso motivo sembrava un invito per ogni bullo di passaggio. Pareva che gridasse: "Picchiatenzi! Auanti, picchiatemil">>. Certo, tra i banchi della scuola Ctossi non "fisicamente" solo, tuttavia, ed l'elemento di gran lunga pi importante, viene "lasciato

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solo" dai compagni, anche e soprattutto da coloro i quali, pur non dileggianiolo, neppure 1o difendono dagli attacchi dei srroi persecutori, schierandosi in quella f.olta platea di cui ogni hnllo ha bisogno perch, con il suo bullismo, possa finalmente Bentirsi al centro della scena. Il silenzio altrui equivale a wa trrcita approvazione delle sue gesta, la muta sublimazione di un applauso, di una complicit garantita dal subdolo divertilrr.ni di un "pubblico non pagante" che assiste al match a censo unico tra il bullo e la sua vittima. Per questo la solitutline di Crossi ben pi terribile di quella di Oliver, il quale, e lrottega, veramente solo alle prese con il suo agtzzino. Agli occhi di Noah, la "diversit" di Oliver consiste essenzialmente trel suo essere orfano, un <(marmocchio dell'ospizio>>, come ridalf identit tanto inl)e tLrtamente lo definisce, una ce fi)ra illazioni circa la moralit della ce rta da indurre a maligne rnrrdre. Crossi, invece, reca impressa sul corpo la sua diversit, .f,rrttamente come un alffo compagno, anche lui vittima delle sttenzioni dei bulli, il <<povero gobbino> Nelli. ()uando entrai nella scuola [...] il maestro non c'era ancora, e lrc o quattro ragazzi tormentavano il povero Crossi, quello coi capt,lli rossi, che ha un braccio morto, e sua madre v91de erbaggi. i o stuzzicavano colle righe, gli buttavano in faccia delle scorze di r,rslagne, e gli davan dello storpio e del mostro, contraffacendolo, rol suo bracio al collo. Ed egli tutto solo in fondo al banco, srnorto, stava a sentire, guardando ora l'uno ora l'altro con gli ot't'hi supplichevoli, perch lo lasciassero stare. Ma gli_altri sempre pi lo sbeffavano, ed egli cominc a tremare e a farsi rosso llirlla rabbia. A un tratto Franti, quella brutta faccia, sal' su un [r,r'co, facendo mostra di portar dei cesti sulle braccia, scimtrriott la mamma di Crossi, quando veniva ad aspettare il figliuolo all,r porta; perch ora malata. Molti si misero a ridere forte' AIftrr,r Crossi perse la testa, e afferrato un calamaio glielo scaravent al trapo di tutta forza; ma Franti fece civetta, e il calamaio and a rolpire nel petto il maestro che entrava.

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Connotati strettamente affini a quelli del <<povero Crossi>>, ltr!.utti, sono attribuiti al <(povero gobbino> Nelli, anch'egli virtima designata del bullismo di alcuni compagni di scuola.

BULLI DI CARTA

<(TUTTO SOLO IN FONDO AL BANCO)>

4L

Afflitto da seri problemi respiratori, Nelli indossa sempre


<<un lungo grembiale di tela nera lucida>>, un abbigliamento che, unito alla magrezza, al pallore e alla deformit fisica, sembra fatto apposta per stuzzicarc il sarcasmo e le persecuzioni dei compagni. De Amicis af.f.erma esplicitamente che <<molti ragazz 1o beffavano>>, picchiandolo sulla schiena con gli zarni, <<perch>> avevala disgrazia di essere gobbo, fissando cos un rapporto diretto di causa-ef f.etto ffa la "diversit" fisica e le angherie subite. Un nesso che ritroveremo inalterato, centoquindici anni dopo, ancora in Stephen King e precisamente nell'Acchiappasogni, ove Douglas Cavell viene crudelmente vessato da tre bulli a causa della sua "divetsit", mentale, in questo caso, anzich fisica. E, come nell'Acchiappasogni grazie alf intervento di Beaver e dei suoi amici, anche in questo caso la persecuzione s'intettompe gtazie alla provvidenziale intromissione di Garrone, che tronca con una sberla la riottosit di Franti. Nell'episodio, dobbiamo ugualmente supporre la presenza di una "maggioranza silenziosa" di compagni, i quali si guardano bene dall'intervenire in difesa della vittima.

occhi di Enrico

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<<"'.e .u."t. stigmatizzata con il celeberrimo e sprezz^te diario, smive Enrico nel suo ;;;,i;i.;;] nIo detesto costui>>, questo. <<malva-

Bottini, tocca il vertice dell'abominio allorche d"rante il ,u..onto dei funerali del re, risatz. icasti-

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tNelli l magrino e smorto, e respira a fatica. Porta sempre un


lungo grembiale di tela nera lucida. Sua madre una signora piccola e bionda, vestita di nero, e viene sempre a prenderlo al finis, perch non esca nella confusione, con gli altri; e lo accarezza. I primi giorni, perch ha quella disgrazia d'esser gobbo, molti ragazzi lo beffavano e gli picchiavano sulla schiena con gli zaini; ma egli non si rivoltava mai, e non diceva mai nulla a sua madre, per non darle quel dolore di sapere che suo figlio era lo zimbello dei compagni; lo schernivano, ed egli piangeva e taceva, appoggiando la fronte sul banco. Ma una mattina salt su Carrone e disse: - ll primo che tocca Nelli gli do uno scapaccione che gli faccio far tre giravolte! - Franti non gli bad, lo scapaccione part, l'amico fece le tre giravolte, e dopo d'allora nessuno tocc pi

d.lin.urrdo un ritratto quasi lombrosiano -di <qicc$a1',;13ril;;d;ll;?ront. burru e gli occhi torbidi,.che sui piu deboir e ir.rrrurr, <<schernisce>, <(provoca>>, infierisce i;;ia; liautorit. Ma'Franti, soprattutto, <odia> kodia la De Ami,.,rolu, odia i compagni, odia il iraestro>>, specifrca .ir), .d come s. qu".st;odio inveterato trovasse la sua matefisico, le <unghie ;i;i:;;"i.;i; ".1'dirordine del suo aspettolo rendono immeche ;;": g[ abiti strappati, la sporcizia, anche ,;;;#;. i"aitia,i"fu1.. L'oio, d'altro canto, s'inverache gli ,, ]ir.ff" fisionomico nel riso befardo e i*efrenabile in derisione gli ac;ri;;[. l;bbr;,volgendo sisremaricamente rugione'.ricondurlo ;;i;#;ui ii .nvorrebbe indurlo allaun salvifico "buon ,*ff:rfri de[a norma, f.arg\i ritrovare buone ed egli senso". <<Il maestt" i.'.pto.7O a pigliarlo con le te*ibili, ed egli si copr ,.'r. 1... U.flu. Cn aitr d.il. ptl. ii;it".;t le muni:.ome se pia^ngesse, e rideva>>' Quando fa bal*.oooiur. in classe o.t p.,u'do, Jil -utttro, scopertolo' in fac;;;"i"iln;;di;;idr' .,uoti di scuola!>>,.Franti gli ride .ir-.1.pfi.r' oiloo roto io!>>' Franti odia, con tutta probabimadre malir,-u.t.h. Ia stastessa f.amiglia: <Dicono che sua lo cacci di casa i;;; i;;ii;fiut t'i .t".gli le d, e che suo P-adr9 ;;;";;; *u -udt. i.,,. ogni t^nto a chiedere informazioni
e se ne va sempre Piangendo>'

piccolo; lFrantil picchia il muratorino perch


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C-rossi

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perfino Robetti, quello della seconda' che cammina provoca tutti i pi .,;;;ii"-;,"elle per aver salvato un bambino.

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braccio morto; scl'ternisce Precossi, che

tutti rispet-

Nelli.
Se tali sono caratteli delle vittime, quei <molti ngazzi>> che sbeffeggiano e tormentano vari Crossi e Nelli sono sinte-

rlellolidilui,equandofaapugni,s,inferocisceetiraafarmale.Ci i: q;"i;.; .h ,"tt" ril:iezio su quella fronte bassa, in quegli


iu..tilt.

la visiera del suo bertir..,i torUiai, che tien quasi nascosti sotto

tizzati e sublimati nella figura di Franti, colui

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quale, agli

No" teme nulla, ride in faccia al maestro' ruba quando,pu' ;,;;."; una faccia invetriata, sempre in lite con qualcheduno' ;p,," scuola degli spilloni per punzecchiare i vicini' si strappa

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42
BULLI DI cARTA
<(TUTTO SOLO IN FONDO AL BANCO>>

4)

i bottoni dalla giacchetta, e ne strappa agli altri, e li gioca, e ha


cartella, quaderni, libri, tutto sgualcito, stracciato, sporco, la riga dentellata, la penna mangiata, le unghie rose, i vestiti pieni di frittelle e di strappi che si fa nelle risse. su <L'Illusttazioneltaliana>> alla In una recensione ^ppasa fine del 1886, il critic ii augurarra che Cuore <<potesse far del bene per tutti quei ngazzoni che a dieci anni ridono in faccia al padre e comndano alla madre, a tutti quei bellimbusti immituri, e quei villanzoni rozzi e cattivi che impestano le scuole>>. Dunque, il problema costituito da quei <<villanzoni>> doveva avere gi all'epoca una sua non trascurabile portata per sollevare un simile accorato auspicio. Il problema, tuttavia, che se <(impestano le scuole>>, proprio nelle scuole quei <bellimbusti immaturi>> trovano il proprio pubblico, parimenti immaturo, una plaudente "maggioanza silenziosa", la quale, con il non prendre posizione, si schiera per ci stesso implicitamente ul loto finco con non minore responsabilit morale. Cos, l'odio e I'aggressivit di Franti diventano I'espressione palese e sublimat di un odio e un'aggressivit che, bench |aienti, non sono per questo meno pervasivi e percepibili attraverso una variegata gamma di comportamenti di quella stessa "maggioranza silenziosa", dalla finta indiff ereza al tacito consenso (<sepolcri imbiancati>>, avrebbe detto altri). In questo contesto, i vincoli sottili che legano il giovane bullo al proprio pubblico di giovani non hanno, in fondo, un significat-o granih dissimile dal tacito rapporto che s'instaura, a livello simbolico, tra le bande dei Ragazzi delk aia Pal e della Guerra dei bottoni e il mondo degli adulti. In quel contesto, infatti, lo stato di "belligeranz^ permanente" tra le varie bande finisce per configurarsi come una sorta di "rito di passaggio" volto a garantire che i rugazzi, una volta cresciuti, perpetuinol'aggresii"ita di quegli stessi adulti dai quali hanno mutuato il loro "codice d'onore". Cos, I'odio e I'aggressivit di Franti costituiscono) pet la "maggtoanza silenziosa" che tacitamente 1o sostiene, una sorta di simbolico "rito di passaggio" per interposta persona, una specie di ipocrita "bullismo per procura", atto a garantie ancoia una volta che ragazzi, dtventati adulti, per-

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prttrino l'odio e I'aggressivit che permeano quella sconfinata landa di <<sepolcri imbiancati> che il mondo dei loro genitori. lJltimo atto del bullismo di Franti: cacciato dalla scuola {('ome un cane)>, per vendicarsi aspetta al varco un suo comprlgno, Stardi e, per provocarlo, stattona violentemente la treccia della sorella di quest'ultimo, rischiando di scaraventurla a terra. Stardi gli vola addosso e i due ingaggiano una Lrtta feroce.
l.it ragazzina mise un grido, suo fratello si volt. Franti, che nrolto pi alto e pi forte di Stardi, pensava: - O non rifiater, o gli rl,rril le croste. - Ma Stardi non stette a pensare, e cos piccolo e lozzo com', si lanc d'un salto su quel grandiglione, e cominci ;1 il{lscergli fior di pugni. Non ce ne poteva per, e ne toccava pi rli r;uel che ne desse. Nella strada non c'eran che ragazze, nesEnx) poteva separarli. Franti lo butt in terra; ma quegli su subito, t,acldosso daccapo, e Franti picchia come su un uscio: in un morrrt'rrto gli strapp mezz'orecchia, gli ammacc un occhio, gli fece rr,it ir sangue dal naso. Ma Stardi duro; ruggiva: - M'ammazzerai, rlr,t [e la fo pagare. - E Franti gi, calci e ceffoni, e Stardi sotto, a
t,rp.rte e pedate. Una donna grid dalla finestra: - Bravo il picrrlo! - Altre dicevano: - un ragazzo che difende sua sorella. ( oraggio! - Dagliele sode. - E gridavano a Franti: - Prepotente, viplliaccone. - Ma Franti pure s'era inferocito: fece gambetta, \t,rrdi cadde, ed egli addosso: - Arrenditi! - No! - Arrenditi! - No! c d'un guizzo Stardi si rimise in piedi, avvinghi Franti alla vita, r! ( on uno sforzo furioso lo slramazz sul selciato e gli casc con trrr ginocchio sul petto. - Ah! I'infame che ha il coltellol - grid un uonro accorrendo per disarmare Franti. Ma gi Stardi, fuori di s, gli .tveva afferrato il braccio con due mani e dato al pugno un tal rlorso, che il coltello gli era cascato, e la mano gli sanguinava. Allri intanto erano accorsi, li divisero, li rialzarono: Franti se la rlt,llc a gambe malconcio [...].
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'l'ra tutti

personaggi

di Cuore, al mancato accoltellatore

!it'rrnt tocca, come si accennato, un destino singolare. Degli ah:ri mgazzi non soltanto ci dato seguire, in qualche modo, le llrrcce del loro divenire all'interno del tomanzo, ma viene a!t!'r$ preconizzata una loro vita futura, <<fra quarant'anni>>.

44

BULLI DI CARTA

(TUTTO

SOLO

IN FONDO AL

BANCO)>

45

Sembra persino che tra le carte di De Amicis vi fossero annotazioni volte a dare un seguito alla storia, ove Derossi sarebbe diventato awocato e Garrone macchinista feroviere. L'occasione stimolante, e molti si sono divertiti a immaginare il fu-

turo dei ragazzi: per quanto guarda Franti, la sua sorte dell'ordine oscilla tra un domani da anarchico ^ttentatore <(sotto il nome d'afie di Gaetano Bresci. > (U. Eco) e un avvenire da perfetto integrato, <(capo d'un grande ente parastatale, fatto conte dal re e in attesa d'essere nominato senatore)> (P. Monelli). Ma, per tornare a Cuore, Franti, a un certo punto, semplicemente scompare. Dopo essere stato cacciato dalla scuola, per vendicarsi aggredisce un compagno e quasi lo accoltella, quindi fugge. In seguito, di lui <si dice>> che verr messo in correzionale, ma dal momento della sua fuga, in pratica, se ne perdono le tracce. L'autote 1o rimuove, lo cancella dalla storia come se la sua fosse diventatauna presenza troppo ingombrante, imiducibile all'architettura del romanzo. Pi che un vero personaggio, sembra essere il simbolo di una condizione non suscettibile di ulteriori sviluppi. Non per questo nella nanativa deamicisiana non si parler pi di bulli, anzi, del bullismo e delle sue cause verr proposta, in altre opere, una spiegazione sorprendentemente moderna e convincente. Nel successivo volume di <<bozzetti e racconti>> Fra scuola e casa (:-892), De Amicis descrive scolaresche assai meno idilliache di quelle di Cuore, e una scuola che agli antipodi di quella del rcmanzo pi famoso si rirova gi ne1 Romanzo d'un maestro, terminato nel 1886 insieme a Cuore ma i cui primi abbozzirisultano a esso precedenti. L'editore, con sicuro fiuto commerciale, decise di pubblicare subito il secondo che, come libro di lettura per le elementari, prometteva introiti pi congrui e pi sicuri. NeI Romanzo d'un naestro, uscito nel r89o, anno in cui De Amicis ader al movimento socialista, uno dei personaggi tiflette sulla questione del rapporto tra scuola e famiglia e, interrogandosi sul valore educativo dell'esempio in opposizione al valore delle parole, sembra andarc a1 cuore della questione del bullismo. Dopo avere premesso che <<intorno all'azione

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erlttcativa della scuola noi ci facciamo delle grandi illusioni>, perclr troppo grande la sproporzione tral'efficacia dell'erltrcazione scolastica e quella che dalla f"amiglia e dalla societ irr generale viene impartita fuori dalla scuola, per riassumere Irr [orma apodittica il suo pensiero, in buona sostanza egli aff'tlrna che inutile predicare bene e razzolare ma1e, e che se l'rrlriettivo di <<parenti e maestri>> quello di rendere iragazzi nnigliori di quello che essi furono e sono)>, questo proposito clcstinato a fallire in pafienza, poich I'intimo dissidio tra prctlicazione e azione, parola ed esempio, viene colto al volo lrersino dai bambini di otto anni. E una volta che i tagazzi cnpiscono il gioco dell'ipocrisia, conclude De Amicis, < firrilrr>. Per logica conseguenza, pataftasando l'autore si potrrlrbe dire che, in atto di bullismo, una societ insiste tanto pi con le c.hiacchiere quanto meno pu addurre se stessa c()tnc esemplo. l.c parole non fanno nessunissima impressione sui ragazzi
rlrr,rndo non sono affermate dai fatti che essi vedono in casa e fuor tii lasa. Ora i fatti che essi vedono non solo non convalidano, ma Errrcntiscono continuamente le parole che sentono. A otto anni ca-

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pislono gi il gioco, tutti quanti, che un proposito generale di p,rxrnti e maestri, di render loro migliori di quello che essi furono ts Eono, e capiscono che ad ottener questo fine essi insistono tanto lriir r:on le chiacchiere quanto meno possono addurre ad esempio st.slcssi. [...] una mezza bricconeria indovinata in famiglia, una qllrtetta vista nel buco d'una serratura, una pagina d'un libro diInt'ttticato dal padre, distruggono gli effetti di sei mesi di morale di virt un'ora al 1r,ttl;rta t...1. Che serve che sentano discorrere giorno, se sentono, vedono, fiutano delle brutture da tutte le parti ne educa un'altra ;rt,r l'altre undici orel [...] una generazione non ilr,,c,on quello che fa, non ne otterr mai nulla con quello che rlirt,, "l nostri figliuoli saranno migliori di noi" per me, il pi f,rlso e il pi stupido luogo comune del linguaggio umano, r;rr,rrrdo nel dir quello ci fondiamo sul puro e semplice effetto rir,llc nostre raccomandazioni orali o stampate. [...] I padri fanno *1eh{'ilrafioto sull'opera educativa dei maestri, i maestri dicono r nrr ragione che non possono far nulla senza l'aiuto delle fami-

46

BULLI DI cARTA

glie, e cos I'educazione rimane una parola vuota che noi ci faciamo suonare all'orecchio, come certi autori si fanno suonare il titolo d'un'opera che non scriveranno mai e che non saprebbero
scrivere.

Nel pi tardo Fra scuola e casa la questione riassunta in termini ancor pi icastici. Nel capitolo II libraio dei ragazzi (gir pubblicato nef r89r su <<Nuova Antologia> e inserito poi nella citata ruccolta di <<bozzetti e racconti >>), alla sequela di lamentazionidi un cartolaio che si ritiene vessato da uno sciame devastante di piccoli monelli, una vera e propria turba di Franti in sedicesimo, il narratore, alla fine, replica seccamente in questi termini:
Lei ha torto a rodersi il fegato a quel modo contro i ragazzi, perch - senta - delle tre l'una: o son migliori di quello che eravam noi all'et loro, e c' da rallegrarsene; o son tali e quali, e non abbiamo il diritto di lagnarci; o son peggio, e la colpa non d'altri che nostra, perch, insomma, il nostro sangue che ci hanno nelle vene, e i saggi che ci danno sono solo il frutto della nostra educazione: di qui non si scappa.

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varrrlaia, il quale, all'uscita della scuola, per farsi render lo zaino r h'r'ssa gli riteneva per punizione, le aveva ghermito il cappellino

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rill',tttaccapanni e se l'era strascicato dietro per idue nastri, rrtnrlo di carrettella, gi per le scale infangate.

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Sin dalle prime battute di Un dramma nella scuola, racconto che Edmondo De Amicis pubblic nel r89i su <<Nuova Antologia> e incluse poi nel volume di <<bozzetti e racconti>> Fra scuola e casa (1892), l'autore riprende il tema, gi enunciato con icastica chiarczza nel Romanzo d'un naestro, della sproporzione tra I' efficacia dell' educ azione scolastica e quell' altra educazione che dalla societ in generale e dalla famiglia in particolare viene tmpartita fuori dalla scuola. Duro il contatto tra la maestrina Faustina Galli, forgiatasi come insegnante in quei <<comuni turali> nei quali gi aveva mosso i primi faticosi passi il maestro Emilio Ratti del Rornanzo d'un maestro, e il mondo di quello che De Amicis definisce il <sobborgo popolare>> di una Torino al crepuscolo dell'Ottocento (un mondo, a sua volta, al centro di un altro notevole racconto, La. maestrina degli operai, ambientato per in una scuola serale per lavoratori). In quel sobborgo popolare <<i parenti dei suoi alunni, quasi tutti braccianti e erbivendole, le rendevano dura la vita>>: i padd dei ragazzi <<entavano in iscuola con le mani in tasca a bestemmiare per una penna perduta>>, mentre le madri <<1e venivano a domandar ragione d'un castigo coi pugni sui fianchi e col frasario mercatino alla bocca>>. Ovvio, quindi, che quei ragazzi, <<nati, si pu dire, e cresciuti per la strada>>, oltre che afflitti da un <<turpiloquio incorreggibile>>, forti di cotanto esempio familiare si sentissero a'toizzati a lasciarsi andare, nei confronti della povera maestrina, a comportamenti che soltanto f infinita longanimit della medesima poteva azzardarsi a definire <<birbonate>>.
Era stata incerta un pezzo prima di domandare d'andarsene: poi le aveva dato l'ultima spinta Ia birbonata del figliolo d'una la-

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l)opo quest'ultima solenne <birbonata>>, la maestta Galli si llsolve a chiedere il trasferimento, e daila scuola popolare dei aobllclrghi va in una <<scuola fernminile, vicina al centro della eltt e popolata d'ottocento tagazze, delle quaii il minor nutltero eran del popolo basso>>. Una scuola piccolo borghese, insl1lna, per il "ceto medio", ove le signorine di buona famiElin, o aspiranti tali, si mescolano senza troppo imbarazzo alle psnrte rappresentati della classe popolare. Ma proprio in questo contesto la maesfta Galli sar testimone e protagonista non el cli una volgare <birbonata>>, bens del dispiegarsi di una ralfinata e crudele strategia persecutoria messa sistematicanrerlte e freddamente in atto sino alle pi estreme conseguenze rlalltr leggiadla figlia dodicenne di un ex ufficiale di cavalleria, Mru'ia Vinini, ailanni di una sua coetanea, figlra di un ex implegato delle Poste, Giulia Orveggi. Un caso, insomma, ra i pitr sofisticati ed esemplari, di bullismo femminile, esplicnfftesi non gi in una rissosit rozza e plateale, bens a colpi rlt perfide battute ed efferati bigliettini fatti circolare sotto(lome il <<povero Crossi>> e il <<povero gobbino> Nelli di (ittn'e, anche la dodicenne Giulia Orveggi di Un drarnrna nella :cuola ha le physique du r6le della vittima predestin^t^: <<na nrsltrttia grave 1...] l'aveva tenuta in casa venti mesi, ttala t^ euperiore ela zu>> ed essa, sin dal primo giorno, aveva attirata I'attenzione della maesta <<col suo viso bianco di convalescellte e coi suoi occhi malinconici>> (un tipo, insomma, come clir Stephen King a proposito di un personaggio dai connotat *nrrloghi, che pareva gridasse: <<Picchiatemi! Aaanti, piccbiatemi!>>). Non a caso, a nf.orzarcla ragazza nel ruolo di vittlnrtr predestinata, De Amicis indugia lungamente sulla sua deaerizir:ne fisica, e specialmente sull'abbigliamento, dal quale la Fraestrina Galli perspicacemente arguisce :una situazione famillare gtavemente compromessa.
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Si stupiva [la maestra] del come era vestita la ragazza,la quale, nonostante che avesse indosso della roba buona, conveniente all'agialezza della famiglia, mostrava evidenti i segni della trascuratezza materna, poich portava alle volte un vestito di lana finissima e delle calze di cotone che ragnavano, un bel cappellino di velluto e degli stivaletti scalcagnati, e doveva esser mal coperta di sotto, perch il freddo la sfrizzava. Da questo e da altri indizi la maestra cap che la bimba non doveva essere amata da sua madre, e giudic questa prima di vederla. [...] Era minuta e gentile di forme, e teneva il capo un po' da una parte, ripiegato sul collo sottilissimo, con la grazia d'un fiore. Lo sguardo dei suoi occhi neri aveva una fissit e una forza di penetrazione straordinaria, ed esprimeva una bont e una malinconia di persona adulta, una malinconia non derivante dalla natura, ma da una disgrazia, e l'espressione del suo viso, bench ingenua/ diceva ch'ella doveva sapere o sospettare molte cose tristi della vita. Non dimostrava la sua bont, come altre ra7azze di cuore espansivo, con baci o tenerezze verbose; ma col perdonare le molte piccole malignit che fanno in ogni scuola le perverse alle buone e le svogliate a quelle che studiano; e perdonava tutto, subito, con aria quasi di compatimento affettuoso, come se ogni offesa le paresse un nulla paragonata alla cagione, quale che fosse, di quella sua costante trislezza.

fta che al tempo stesso la rendono particolarmente inerme ed cposta ai perniciosi attacchi delle ragazze pi <<perverse)>. Dopo avere delineato con precisione Ie physique du r6le dellrr vittima predestinata,De Amicis indugia con altrettanta eeeur^tezz^ sulla descrizione di Maria Vinini, compagna di elasse di Giulia Orveggi e sua <<nemica dichiamta>>, colei che glocher per lei il ruolo di persecutrice e "bulla". Ma non diflicile rendersi conto che, anche nei confronti della maestra Galli, Maria assume atteggiamenti i quali, se non possono conflgurarsi alla stregua di un bullismo dichiarato, certo appaiono pefmeati da un sottile e pungente spirito provocatorio e polebieo, la versione, insomma, femminile e borghesemente "civilIz,'atta" , delle rczze e volgari provocazioni di Franti, il cui riso efscciato s'intuisce agevolmente sostituito, sul viso di Maria, ds rrn malizioso sorrisetto, pronto a trasformarsi, all'occatlone, in una stridula risata. Vinini era "labellezza" della classe, e un sacvizi, un impasto di tutte le peggiori qualit delle sue e ht'llo di
tonll)agne peggiori. Aveva il viso di una madonnina, con gli occhi fl'trrr diavolo; la voce armoniosa e il riso stridulo; una bianchezza lilInora, laranchezza e il vigore di gesto d'una donna. Vestiva r:nrt cleganza un po' chiassosa, da figliuola di gente di teatro, e dn( lc in iscuola s'occupava molto pi del suo corpicino che dei Ettni studi. Si stringeva continuamente ora una mano ora l'altra col iazzoletto attorcigliato, per farsi le mani piccole, si ripuliva i denti
t,orr delle (.)uesta Maria

Il brano fornisce il destro a un'ulteriore, interessante digressione, dando per scontato, con apparente nonchalance, che <<in ogni scuola>> le <<perverse>> infliggano <<molte piccole malignit> alle <<buone>>, e cos <le svogliate a quelle che studiano>>. Una
situazione, insomma, che poremmo definire di "bullismo \atente e pervasivo" (tutto dipende da che cosa s'intende con <piccole malignit>), che necessatio dare per scontato anche nei migliori ambienti come un fatto del tutto naturale e quasi fisiologico. Giulia, tuttavia, si sottrae allo standard di questa situazione per via della sua capacit di <perdonare>> che sembra provenirle da una superiore s^ggezza ed equilibrio, una matu' t affatto inconsueta alla sua et, dolorosamente sviluppata a causa di una precoce conoscenza delle <<cose risti della vita>>. Questa sua conoscenza ela maturit che ne deriva la pongono, per cos dire, a un superiore livello morale e intellettivo, immune dalla tentazione di infliggere <<molte piccole malignit>,

foglie di salvia, si profumava senza discrezione,

Qr,rrlndo veniva il medico municipale, si mordeva le labbra a sangltrr per mostrar la bocca vermiglia. [...] Aveva una superbia di reglrt,r, non accettava in silenzio neppure i.rimproveri pi cortesi. Rirrrproverata un giorno dalla maestra per la cattiva calligrafia del lnrrrponimento, le aveva portato il giorno dopo, come una protealer ironica, una pagina di aste. Domandata un'altra volta perch t{l mutasse maniere, aveva data a faccia fresca questa bella ria;rnstir: * Perch ora non si usa pi di esser tanto timide. - Aveva alrittto l'audacia fino ad approfittare di una momentanea assenza rlell,r maestra per cambiare sul quaderno dei punti un cinque in [lr tove/ senza pensare al riscontro dei registri, e, scoperta, aveva

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negato con un/ostinazione e un'impudenza da far rabbrividire'

quando pigliava a perseguitare una compagna, era spietata. La Calli Ia guardava alle volte come una creatura misteriosa, domandando a se stessa donde potesse nascere tanta perfidia in una ra' gazza bella, sana, di famiglia agiata, trattata jn casa con grandisima indulgenza, e che pareva non avesse nulla a desiderare, nessuno da invidiare. Pareva che le mancasse affatto la fibra dell'affetto, non dava il ben che minimo segno di commozione durante Ia pi commovente lettura, non mostrava sentimento che nell'orgoglio e nell'ira. E Ciulia Orveggi, con la sua dolcezza,l'ir' ritava. Essa l'aveva presa in odio fin dalla prima volta che s'eran viste, come se avesse riconosciuto in lei una nemica nata. Non perdeva un'occasione di farle uno sgarbo o uno scherno, la bur' lava per la sua amicizia con la bimba povera, domandava apposta d'uscir dalla classe per andarle a mettere nel cappellino appeso alla parete del camerone dei biglietti anonimi pieni di ingiurie: Sei brutta, sei malvestita, sei gialla, non hai pi due anni da vivere. - Ma la Ciulia lacerava i biglietti, rattenendo il pianto, e perdonava.

Quel non dare <il ben che minimo segno di commozione durante la pi commovente lettura>> avvicina ancora una volta Malia Vinini, rnutatis rnutandis, alFrunti che non soltanto rifiuta ostinatamente di commuovetsi, ma addititttra si abban' dona platealmente al riso allorch Derossi, in classe, descrive i funerli di re Vittorio, entrato <nella gloria immortale della tomba>>. Anche quel suo negare <<con un'ostinazione e un'impudenza da .ar rabbrividire>>, a dispetto dell'evidenza conclamata, ricorda il Franti che fa scoppiare un petardo in classe, e quando il maestro, balzando in piedi, gli grida: <Franti! fuori di scuola!>>, ribatte beffardo: <<Non son io!>>' Anche Maria re' plicher con identiche parole nel momento cruciale del raciotto, quando, scoperta la sua infame macchinazione ai danni della povera GiuIia, verr drasticamente sollecitata a confes' sare l proprie responsabilit prima dalla maestra, poi dalla direttrice e infine dal suo stesso padre. A tutti essa opporr un ostinato <<Non son io!> in barba all'evidenza pi palmare, e persino in ultimo, costretta a cedere, dir nondimeno: <<Son

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<<ma...>> si riassume per l'appunto tutta l'irdel bullo, e questo per il semplice motivo che le rt,lrrcibilit eirF lrrgioni non sono riducibili n riconducibili alle rugion altt'rri, rrella fattispecie quelle del mondo adulto, con le sue regtrle rna anche la sua falsa coscienza,Ia sua ipocrisia, la sua in,'rrrrl'ondibile allure da <<sepolcri imbiancati>, della quale, in lapecic, il bullo perfettamente consapevole. 'ltrrneremo pi avanti su quel <(ma...>>, riprendendo ora il filo tlel r1so, dell'ironia befaa che accomuna Franti e Maria Vinirri, a dispetto del loro essere collocati da De Amicis alle oppocte rstremit della scala sociale. In particolarc,la sf.acciata riapostt di Maria, quel <<ora non si usa pi di esser tanto timide>>, rtrrrr battuta che travalca I'occasione contingente per diventirlr il sintomo di una rara prontezza a cogliere la "modernit", l"'nlitr che tira", i "tempi nuovi" che avanzano, assai pi confarenti ai pescecani che alle liliali fanciulle dal collo lungo come tilrr!irr Orveggi. La spudoratezza,Ia faccia tosta, la mancanza di ae rtrlroli, il dispregio dei sentimenti e degli affetti, uno sconfit1rlto culto dell'io e dell'apparenza e, soprattutto, la pi radicale e gret'vicace estraneit al senso di colpa che induce quasi "fisiolrrgienmente" a negae con rriducibile tenacia anche la pi inerrtrlrovertibile evidenza, sembtano essere i connotati tipici elellrr "fanciulla nuova" che si af.accia alle soglie del Novecento. Marirr la vivente incarnazione di quella eclatante sproporzione E:lte, rrcll'educazione dei ragazzi, vige tra quella impattita dalla isttrrlrr c quella che dalla f.amiglia e dalla societ che li circonda esci rrssorbono come per un fenomeno di osmosi, gi messa acut$tr:e nte in evidenza da De Amicis nel Romanzo d'un maestro e, ltt tttisura minore ma non meno incisiva, in Fra scuola e casa. non soltanto un'emula del l)rrvvero Maa Vinini ^pparc hiectr Iranti, ma a questo infinitamente superiore nell'autor'rrtrtt'ollo e nell'arte del dissmulare. Le provocazioni del bullo tli (iturc, al confronto, appaiono rozze, chiassose e violente, e p*lese rnente denunciano in lui il colpevole. Le provocazioni di Merirr, invece, sono assai pi sottili e nffinate, ed essa regge il ctrnflonto con gli adulti che la minacciano sfoderando un sangiie lreddo a suo modo ammitevole, e quella punta d'irrisione iif

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che la sua cifra caratteristica di "bulla" consumata e irridu' cibile: <(con una contrazione strna delle labbra che parve un sotriso, rispose: - Non son io>>. A1 di l ela scuola, a chi afidatal'educazione di Maria e di Giulia ? Come si configura, nei rispettivi casi, quella spropor' zione, sulla quale De Amicis insiste cos efficacemente, a 1'e' ducazione schstica e quella che dalla societ e dalla famiglia viene impartita fuori dalle aule ? (Jn dramma nella scuola non pone in particolarmente evidenza questo aspetto, ma alcuni ra" pidi ..nni sono tuttavia sufficienti allo scrittore per delineare con efficacia i due contesti f.amila.Il padre diMaa, <ex uffi' ciale di cavalleria, vedovo e scapigliato, un bell'uomo biondo e petulante>>, inveterato dongiovanni, intreccia una relazione con ia madre di Giulia, gran bella donna, sempre elegantissima, il cui

I lt'vrHgi. Un giorno, la signora Orveggi chiede alla maestra di

apparre provoca nella maestra Galli un profondo turbamento, oi-e se su quel viso di donna avesse letto in cinque minuti un intero libro, oscuro per lei in alcuni punti, in altri odioso, im' mondo, strano, spauievole,r. La signora Orveggi, tutta presa dal culto dell'esteriorit - esattamente, si noti, come lo la figlia del suo amante, la piccola Maria -, tascura laftglia e tradisce siste' maticamente il marito, uomo debole nel corpo e nel carattere, morbosame nte attaccato a Giulia, che dal canto suo lo adota. La precoce maturit di Giulia scaturisce proprio dalla presa di co" scienza del dramma familiare che quotidianamente si consuma davanti ai suoi occhi. Anche Maria, vizata da un padre don' naiolo che bada solo all'esteriorit e soprattutto a non essere seccato oltremisura <di dover at La patte a cui era chiamato>>, , a suo modo, precocemente matura, sebbene in un senso afatto opposto u Giuli^, come del resto l'acuta preserfiazione delle due tugu"rrlascia chiammente intendere. La liaison tra l'ex ufficiale e questa specie di madame Bovary subalpina non sfugge alla prnsile atienzione di Maria Vinini, la quale medita di accomu' nare nella sua vendetta madre e figlia. Bench di estrazione borghese, Giulia ha stretto amicizia con l'umile e dolcissima Giorgina, figlia di un facchino alcoliz' z^to e una donna alrettanto ozza e ignorante, afflitta dallo stesso vizio, che un tempo era starta a servizio presso Ia f-amiglia

Giulia da Giorgina, sna compagna di banco, perch la liglia possa rimanere inmezzo alle mgazze <<del suo rango>>. La liitiestfr Galli oppone un fermo rifiuto, perch <(mettere dauna fr*r'tr [e signore e dall'alttale rugazze povere)> sarebbe cosa tlflnifestamente contrafia aI carattere d'una scuola pubblica>. 'l'iitlrlvia, una serie di circostanze rendono ineludibile il tanto tfeplccato scambio, il che scatena f ira dell'avvinazzata moglie tlel l'rrcchino, la quale, avendo riconosciuto nella faccenda lo di madama Orveggi, sua ex padrona, non si perita =arrrlrino e!'lftrrnrpere in iscuola e fare una chiassata davanti alle bambitrr:, alludendo senza troppi eufemismi ai poco morigerati coetrrnri, a lei ben noti, della moglie dell'impiegato delle Poste. E tlitl Maria prontissima a innestare la propria sffategia offenqivir, il colpo finale destinato a coronare una lunga sequela di Flovocazioni e piccole angherie: <<La maestra osserv 1o strano agrrnrdo, pieno di curiosit scrutatrice e profonda, con cui, all'rrse ita, [Maria] squadrava la signora Orveggi in conversazione !:rrr1 suo padte, e il sordso col quale la salutava, cos maliziosalilente beffardo, che quella la guardava alla sua volta, o accaclevrt spesso che si fissassero cos per un po' di tempo, senza the h ngazza fosse maila prima a chinar gli occhi>. (.)rrclla <piccola serpe)> diMaria prende a tormentarcla fipllrrrrl* del facchino, amica del cuore di Giulia. Un giorno, crerletrrlosi non vista, disrugge un ricamo della piccola,Ia quale, arr)l)crto il danno, scoppia in un pianto disperato e accusa Fertnmente Maria,la quale nega. Giulia, allora, che aveva vletrr [utto, accusa pure lei Maria. La maestra tronca la contesa r-,rrrrvocando le ue ragazze dalla direttrice, dopo la lezione. T'trttrr sembra tornato nella norma quando alla maestra Galli eeruhra di scorgere la Vinini intenta a scrivere di nascosto tlrrulcosa sopra un foglio, mala f.accenda, sulle prime, pare non avele seguito. Dopo qualche tempo, tuttavia, ecco che Giulia Iflvcggi lancia un grido e scoppia in singhiozzi, abbandonanelrrsi scmisvenuta sopra il banco. La maestra accorre e fa in tetrrlrtr a, racc ttate da tena un bigliettino, su cui c' scritto: .ita v,itta tu, che tua madre va con tutti>>.
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ln capo a un'ora, parve alla Calli che la teneva d'occhio, che ella lMarial scrivesse qualche cosa di nascosto. Finito di scrivere, si rimise al lavoro di cucito, con grande attenzione' Ma la maestra, esperta delle piccole vendette scolaresche, ebbe un sospetto, e vi' gii con rapidi sguardi le otto o dieci ragazze tra le cui mani vrebbe dovuto passare un bigliettino per giungere fino alla pic' cola Orveggi. Non vide nulla, per. Aveva da fare con ura rna' scherina pi accorta di lei, che sapeva interporre il tempo conve' niente fra la scrittura e la spedizione. Difatti, dopo una mezza oretta di vigilanza, non ci pens pi. Sonavan le undici al pendolo del camerone quando un grido soffocato riscosse tutt'a un tratto la classe, e si vide la Orveggi bal' zarein piedi e ricader seduta, singhiozzando con le mani sul viso, e poi abbandonare un braccio e il capo sul banco, come svenuta, Tutte le alunne s'alzarono, la maestra accorse e rialz la bimba, Mentre la rialzava,le vide cascar di mano un biglietto. Quella si ridest bruscamente e si chin per riprenderlo; ma la Calli I'aveva i': ;: gi raccolto e spiegato. ,.i La ragazza riprese a singhiozzare, disperatamente' i* La maestra lesse il biglietto e la sua piccola fronte bianca si fece di porpora. C'era scritto in caratteri minutissimi: - Sta zitta tu, che ri ri. tua madre va con tutti. l. Avvampante di sdegno, cerc con gli occhi laVinini, che s'era levata in piedi come le altre, fingendo essa pure curiosit, ma un po'pallida in viso. - lei che ha scritto quest'infamia! - disse la maestra, segnan' dola a dito. Quella rispose alteramente, alzando il capo: - Non sono io, La Calli corse al tavolino, cerc in furia nel pacco l'ultimo componimento dellaVinini, confront la scrittura, e sorrise ama'
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- disse la maestra con voce tremante. risponde ora? t-Jurella rispose freddamente: - Non son io.
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dimostrazione, insomma, di quella che con tertecnico si suol chiamare aggressione relazionale, un attacco tnlne alaterlato non sul piano fisico bens mentale e orientato a diau'uggere I'immagine sociale della vittima. Spargendo la voce, vet'rt o presunta non importa, che la mamma di Giulia <(va con trrtti>, che in fin dei conti una puttana, Maa mira a intaccarc Itlimcdiabilmente il prestigio sociale della sua nemica, la isola, ls rende inetme, la distrugge. E la fase culminante di una lunga atfalegia, squisitamente femminile, fotmata da un'insistente serluefrza di subdole angherie, meschine calunnie, pettegolezzi e titnlclicenze. E la stoccata finale di un duello a senso unico, nel
r;rrrrlc I'aggressore pu scegliere di volta in r'*rr'c, mentre le possibilit di difesa della

volta l'arma pi effivittima sono ridotte

ramente.

S'alzino tutte quelle che hanno trasmesso la carta! - grid, Nessuna s'alz. Ma fra quelle ch'essa aveva tenuto d'occhio prima del fatto, vide parecchi visi turbati. Le interrog una dopo l'altra. Comprendendo dal viso della maestra che la cosa era Srave e lei risoluta, confessarono tutte, e la pi vicina allaVinini dichiar d'aver ricevuto il biglietto da questa. Ma tutte giurarono di non aver letto lo scritto.

namnesi, non manca di denunciare: il pubblico della "tttrtggioranza silenziosa", quel manipolo di ragazzine non schiet,rlr o implicitamente sodali con colei, la quale si mostra capace di csprimere i peggiori istinti senza esitazioni o pentimenti. Maria continua a negare, anzi, scrive De Amicis, di fronte alln perentoa intimazione della direttrice: <Confessi!)>, essa sslcnt un secondo a raccogliere la voce e con una contrazione t!'rura delle labbra che parve un sorriso, rispose: - Non son Iuo, Seguiamo I'evoluzione di questa interessante contrattura ttelle labbra che tanto somiglia a un riso di scherno e rimancliHrrro al contempo, per inciso, al <sogghigno>> che affiora sulle lrrlrlrra dei quattro studenti sorpresi dal professore menre rrrrrlriono un atto di bullismo ai danni di un loro compagno Irel lomanzo Gioaent senza. Dio di don von Horvth. Eun aogglrigno al quale inopinatamente si accompagna un altro sorl'isrr ancota pi inquietante, quello della stessa vittima dei liiilli, nel quale il professore scorge un enigmatico accenno rl'illisione. Con von Horvth ci troviamo, certo) in tutdaltra
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fll'irticamente a zeo. Comunque, anche in questo caso, perch la efrntegia aggressiva approdi al suo esito letale, I'aggressore ha lrlsogno di un elemento chiave, che del resto De Amicis, nella

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epoca rispetto al mondo deamicisiano, ma il fil rouge di questa irrisione sembra traversare impunemente i secoli e connotatsi, insieme a vna gtanitica propensione al mutismo, come un segno fondante del bullismo di ogni tempo. Per tornare alla vicenda in questione, dopo il fattaccio viene convocato in direzione l padre di Maria, I'ex ufficiale di caval. leria, il quale <entr con la sua elegante disinvoltura di donnaiolo quarantenne, passandosi una mano nei capelli biondi, pi seccato che dolente , - paeva, - di dover far Ia pa*e a cui era chiamato. La sua faccia rosea di robusto buontempone, incurante della famiglia, mostrava anzi una ceta m^raviglia comica di quella nuova mattata della sua figliuola, ch'egli forse studiava con pi curiosit che rammatico, come un bizzarco originale femminino, e della cuibellezza si capiva che era altero. A1 vederlo, la figliuola non si turb menomamente)>. Neppure troppo turbato si dimostra il padre, il quale, <(senza che la sua voce tradisse la minima commozione>, esorta Ia iglia a confessare. Non si sa se pi esasperata dalla flemma del padre o dall'indif fercnza ,rrl della figlia, la direttrice alza i toni e minaccia di espellere la ra- :i:l il: gazza da tutte le scuole del regno, ed a questo punto che lo strano sorriso di Maria subisce la sua definitiva, inquietante me. ii tamorfosi, trasformandosi in <<una specie di ruggito> e trasfigu. # rando il volto della ragazza in una maschera convulsa, <(smorta # 'sl e trafelata, coi denti stretti>, che scaglia <<occhiate feroci>>.

()uale significato ha questa metamorfosi, se negli occhi ngazza, sino all'ultimo, continua a non esservi <<una lar'r'irna>>? La crisi di nervi, vera o simulata, sembra incrinare .rppcna Ia granitca resistenza di Maria, cui la direttrice offre I'escanzotage di non confessare in pubblico, bens di ammettere !,r propria responsabilit scrivendola su un foglio, in completa t,'[itudine. Questa perversa apoteosi ante litteram del ctilto tlella priu acy sortisce alla fine, ancorch soltanto paruialmente, l'el'fetto sperato. Infatti, quel che Ia ragazza scrive : <<Son io, ttu ho ragione,r. Le vengono inflitti otto giorni di sospensione' Nel frattempo, Giulia, prostrata dallo shock, cade di nuovo gtilvemente ammalata e muore. Ma Ia vita continua, e.si ritrrna a scuola. La maestra Galli e Maria, dopo la tragedia, si t'ltrtrvano nuovamente in classe, f.accia a f.accia. Ed la prima q livelarsi incapace di reggere il confronto. ('era sul suo viso [di Maria] qualche cosa che rassomigliava a rlr lurbamento, se non a dolore; ma pure il suo primo aspetto rleslt) nella Calli un cos vivo senso di ribrezzo e di sdegno, che
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La bimba l'interruppe con una specie di ruggito, e levandosi in fretta uno spillo dal petto: Se dice ancora una parola grid

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trangugio questo spillo! pronto, E fece l'atto di cacciarselo in bocca; ma ferr al polso, e lo spillo cadde. AIlora essa fu presa da un accesso di rabbia, pest ipiedi, ffil digrign i denti, die' dei pugni per aria, si butt sul pavimento, si rivoltol, scalciando e ruggendo, con una tal furia, che quantl eran presenti duraron fatica a fermarle le braccia e le gambe, a ffi *t rialzarla, a inchiodarla sopra una seggiola, dove rimase immobile, smorta e trafelata, coi denti stretti, saettando occhiate feroci. ln fine, dopo fatti altri due o tre strepiti, ripieg il capo sulla spalla, $t ?l sfinita. Ma nei suoi occhi non c'era una lacrima. .'i

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inrlrnllid. E questo senso s'accrebbe, quandolaragazza, alzati gli rrr r hi lentamente, senz'alzare il viso, li fiss, asciutti e scintillanti, nel suoi. Essa ebbe un rimescolo di sangue. Non di meno, incominci la lezione, studiando di non rivolger Itr sguardo al posto della morta e di nasconder la commozione rhe lc rendeva incerta la voce. Ma dopo pochi minuti, la commokrrtc trabocc. - No - grid, alzandosi - impossibile! imposiihilc! MariaVinini, lei non pu pi stare in questa classe! Non ci ltrvt'va pi tornare! lo non posso resistere alla tortura di vederla! Lt ragazza, scossa sul primo momento da quelle parole, si mise a rdrcogliere i suoi Iibri per andarsene, e le tremavan le mani; ma tlttrante l'operazione ripigli animo, e quand'ebbe finito, scesa rlal llitnco, s'arrest, fremente, davanti al tavolino della maestra, e dnnrnnd a bassa voce, in aria di sfida:

lddio! - grid la maestra, perdendo ogni ritegno. E me lo domanda! Ma non l'ha capito, non glie l'hanno detto che lel, che ha ucciso Ciulia Orveggi? : Nrrn vero! - rispose conforzalaragazza, arrossendo di collet, - Nessuno l'ha detto! un'ingiustizia dir questo!
= Oh giusto

Pcrch mi manda via?

F
BULLI DI CARTA
<(NON SONO STATA IOID

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felice per tutta la vita! Oh Dio eterno! Ma si pu dare una simile creatura? Ma dica una parola di pentimento, ma pianga una volta, ma mostri per un momento solo d'aver delle fibre umane in quel cuore!Vede, io non la minaccio pi, io Ia prego, per I'anima sua, che abbia piet di se stessa! A quelle parole laragazza abbass il capo e parve che isuol occhi s'inumdissero, che Ie sue labbra si movessero, come cer. cando una parola; tanto che la maestra, animata da una speranzaf si spicc dal tavolino, e presala per un braccio, spingendola davanti al posto vuoto della morta: - Cuardi - le disse - faccia conto che la sua povera compagna ci sia ancora, ceda a un buon im. pulso: essa l'ha perdonata; Ie domandi perdono! La ragazza fiss gli occhi dilatati sul banco, esitando. - Dica una sola parola - soggiunse la maestra - Perdonami!E sar perdonata da tutti. - E nel dir questo, nell'impeto della pas. sione, la scroll. - Ebbene, no! - grid quella, sprigionando il braccio e rialzando il capo. - Non domando perdono perch non ho colpa.., No!... lo non potevo sapere... troppo, alla fine! Mi lasci uscirel Maa Vinini il pi moderno e radicale dei bulli descritti da De Amicis, infinitamente pi complessa e variegata rispetto al rozzo Franti, e Ia dinamica della sua psicologia indagata cofl tanto acume e propriet da porla alla stregua di un ideale exem. plum relativamente al fenomeno in questione. Apparentemente sicura di s, si sente in grado di sfidare I'autorit e le regole, forte di un ego ipertrofico e spiccatamente narcisista, ancorch di un narcisismo affatto peculiare, che le consente di affrontare a muso duro e, in fin dei conti, supetare, tutti gli ostacoli frap. posti dalle varie autorit. Un narcisismo afatto peculiare, dun. que, perspicacemente delineato da De Amicis all'inizio del rac. conto alla stregua di un vero e proprio "stile di vita narcisi. stico": Maria, che persino a scuola si occupa assai pi del suo aspetto che degli studi, <<si sringeva continuamente ora una mano ora l'aItra col fazzoletto attorcigliato, per farsi le mani piccole, si ripuliva i denti con delle foglie di salvia, si profu. mava senza discrezione, e quando veniva il medico municipale,

- una verit - grid la maestra - che la dovrebbe rendere in.

Ielabbra a sangue per mostrar la bocca vermiglia>. di alimentare, come del resto evitlenairr lo sviluppo narrativo, il culto di un'assoluta autosuffit ierrza, lo spregio sistematico di ogni rclazione, che alla fine sfor in, pir che in una crisi di nervi, in un'autentica crisi di delirio rll rrttt'tipotenza.Una sorta di "natcisismo negativo", insomma, rtu'rtllcrizzato da un forte potenziale distruttivo nei confronti di irgtri agente esterno percepito come antagonista, vero o preeiif rlo, e verso il quale il soggetto mette in atto, come prima tirrarirt, un'acrimoniosa strategia svalutativa che culmina, presatrelt invariabilmente, in un accesso di pulsione distruttiva. l,'ostinata e apparentemente inspiegabile negazione di Muria affonda le radici in una mancata percezione della colpa, !n nnu estraneit al senso del rimorso che sembra collocarla in irllr) stato psicopatologico tipicamente borderline. Maa nluovc la sua colpa e, insieme, la sua responsabilit nei confrirrrti dell'abra, per lasciare libero sfogo allo sfrenato soddicfncirrrento di un ego mostruosamente sviluppato. Di solito, la t'ltttozione della colpa avviene alf interno di una dinamica di gl'llllpo, avorita, sotto 1'egida carismatica del bullo dominrurtc, dal dissolvimento delf identit (e della responsabilit) intlividuale nell'indistinta identit collettiva del branco, mentt'e, ttcl caso di Maia, De Amicis tratteggia un fenomeno, per t'r,s rlire, ancora p7"avanzato", quello di una singola agazza aetprrce di ordire autonomamente e mettere deliberatamente in elt(! una crudele strategia vessatoria con straordinaa .redzlc?ltl, consapevolezza e decisione. Colpisce parimenti il fatto clre Maria non attribuisca ad altIa sua colpa n la proietti su lr'rrtro all'infuori di s. Se nelf itinerario che portava dal Rayreltt di strada di Collodi al Giggi er bullo petroliniano, disseIrrirruto da una quantit di birbe, monelli, birichini e quant'altlrr, il punto limite appava costituito da una deprecabile lirilr('ilnza di <buon senso)>, Maa Vinini, creatura gi tutta Ft'niettata nel futuro, si dimosffa ormai del tutto sprovvista dellu capacit di attribuire, puramente e semplicemente, un rltt,rlsivoglia <<senso)>, o valote, ai .atti della vita.
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felice per tutta la vita! Oh Dio eterno! Ma si pu dare una simile creatura? Ma dica una parola di pentimento, ma pianga una volta, ma mostri per un momento solo d'aver delle fibre umane in quel cuore!Vede, io non la minaccio pi, io Ia prego, per l'anima sua, che abbia piet di se stessa! A quelle parole laragazza abbass il capo e parve che isuol occhi s'inumidissero, che Ie sue labbra si movessero, come cer. cando una parola; tanto che la maestra, animata da una speranzaf si spicc dal tavolino, e presala per un braccio, spingendola davanti al posto vuoto della morta: - Cuardi - le disse - faccia conto che la sua povera compagna ci sia ancora, ceda a un buon im. pulso: essa l'ha perdonata; Ie domandi perdono! La ragazza fiss gli occhi dilatati sul banco, esitando. - Dica una sola parola - soggiunse la maestra - Perdonami!E sar perdonata da tutti. - E nel dir questo, nell'impeto della pas. sione, la scroll. - Ebbene, no! - grid quella, sprigionando il braccio e rialzando il capo. - Non domando perdono perch non ho colpa.., No!... lo non potevo sapere... troppo, alla fine! Mi lasci uscirel Maria Vinini il pi moderno e radicale dei bulli descritti da De Amicis, infinitamente pi complessa evariegata rispetto al rozzo Franti, e Ia dinamica della sua psicologia indagata coo tanto acume e propriet da porla alla stregua di un ideale exem. plum relativamente al fenomeno in questione. Apparentemente sicura di s, si sente in grado di sfidare I'autorit e le regole, forte di un ego ipertrofico e spiccatamente narcisista, ancorch di un narcisismo affatto peculiare, che le consente di affrontare a muso duro e, in fin dei conti, supetare, tutti gli ostacoli frap. posti dalle varie autorit. Un narcisismo afatto peculiare, dun. que, perspicacemente delineato da De Amicis all'inizio del rac. conto alla stregua di un vero e proprio "stile di vita narcisi. stico": Maria, che persino a scuola si occupa assai pi del suo aspetto che degli studi, <<si sringeva continuamente ora una mano ora l'aItra col f.azzoletto attorcigliato, per farsi le manl piccole, si ripuliva i denti con delle foglie di salvia, si profu. mava senza discrezione, e quando veniva il medico municipale,

- una verit - grid la maestra - che la dovrebbe rendere in.

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nrot'deva le labbra a sangue per mostrar la bocca vermiglia>. t,rrclesto stle si rivela capace di alimentare, come del resto evi-

tlerrairr lo sviluppo nanativo, il culto di un'assoluta autosuffit ienza, 1o spregio sistematico di ogni relazione, che alla fine sfo-

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<GRAZIE PER LA BASTONATA>

<<Grazie per la basto nata>>

r:rrglie

Un romanzo di formazione scritto da un autore svedese al. l'alba dello scorso secolo e un tacconto di un letterato britan. nico apparso pi di cinquant'anni dopo sono accomunati da un'interpretazione del bullismo svolta in chiave affatto pecu. liare, quella, cio, del rapporto di complicit, se non di identifi. cazione, che pu instaurarsi ra il bullo e la sua vittima. In en. trambi i casi, inoltre, assume un'evidenza assai particolare l'ele. mento onirico, propriamente presentato come tale nel romanzo e nell'accezione di "sogno ad occhi apefii" nel racconto. La giouinezza d.i Martin Birck diHjalmar Sderberg, inrziato nel r89r e pubblicato nel r9or, 1a storia, parzialmente auto. biogr afica, dell'educazione sentimentale di un rcgazzo di Stoc, colma, dalla pi tenera in[.anzia sino alla soglia dei vent'anni, Non privo di risvolti autobiografici anche Il comandone dl Roald Dahl, pubblicato nel ry53 nella raccolta Qualcuno collte te, inlarga parte dedicato ai ricordi d'infanzia del protagoni. sta, \illiam Perkins, trascorsa neI college inglese di Repton intorno aI t9o7. L'effettiva collocazione cronologica del ro. manzo ela inzione nanativa delracconto s'inrecciano perci nella comune ambientazione primi Novecento, in un clima ca. r atterizzato da un leduc azione notevolmente repre s siv a. T anta repressiva che, quasi a voler simboleggiare l'ansa di evasione che permea tutta l'opera, La giouinezza di Martin Birck si apte sull'irnmagine di un sogno. Immerso nel verde lussureggiante di un giardino, il piccolo Martin camrnina insieme alla sua mamma. Intorno ci sono fiori rossi e azzurri, e la mammalo invita a raccogliere quelli tr:rchini ma a guardarsi dai rossi, che sono velenosi. Martin

un fiorc azztrro che per, in quel medesimo istante, didi un <(rosso ributtante>>, e al tempo stesso la madre svavcnfrl nlsee, Il bimbo sta per piangere quando ode la voce materna ehlnmarlo da un cespuglio, si precipita ma invece delfa marnma tfrrvn un suo compagno, Frans, un <<piccolo teppista>> che da tenpo lo tormenta con le sue angherie. A questo punto iI giarcllno scompare e Martin si rirova solo con Frans in un angolo arluallido e oscuro del cortile di casa. Mente Frans gtri mosma la lingua, che diventa sempre pi lunga e ripugnante, Martin vorrebbe urlare ma il fiato gli si strozza in gola. Anche in considerazione della quasi perfetta coincidenza efrrnolcrgica tra la pubblicazione del romanzo di Sderberg e f ihtterpretazione dei sogni, viene sponteneo domandarsi quale clrlqve di lettura avrebbe scelto Freud'per questo sogno, il quale, in ogni caso, ha lo straordinario pregio-di presentarci ult esempio, pressoch unico, crediarno, di bu'llismo onirico. !='irrrnragine di un ributtante fiote scarlatto intrecciata alla figtrra cli una madre che assurne inrprovvisamente le sembianze eii un persecutore abominevole, di tale'pregnarrza da far rirnpiangcre davvero che Freud non abbia applica,to a questo srlgllo letterario un metodo d'indagine analogo a quello di f.itntliua. Comunque, a prescindere dalle trtterpret*zioni e dalle prrasilrili valenze simboliche del sogno, rirnane 1l f.atto, alta' mente significativo, che I'angoscia della persecuzione pu aseillste tanto profondamente un bimbo al punto da tortnentarlo enclre di notte, insinuarsi nei pi minut interstizi della sua vlte psichica e coinvolgere nell'angoscia anche I'irnmagine maertt:t,

ll piccolo Martin Birck dorrnliva nel suo lettuccio e sognava.


Fra una sera d'estate, sul'l.'imbruni're, nel crepuscolo verde e cilcrrzioso Martin camminava ten,uto per r'nano da sua madre, atlfrrvers,rndo un giardino gra.nde e strano, dove l'ombra si adden-

l)uia in fondo ai viali. Ai due lati del sentiero crescevano fiori lrrrv,rH,nti, rossi e turchini, che sui loro ganr,bi sottili si dondolavfrn ,tl vento. Camminava, [a sua rnano afferrata a quella della it'rllr'; guardava stupito ifiori e non pensava a nulla. Devi coglirrrt'soltanto i fiori turchini, quelli rossi sono vel'enosi, d,isse la
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madre. Allora stacc la sua mano e s'indugi a cogliere un fiore per la mamma; un gran fiore turchino voleva cogliere, che penzolava pesante dallo stelo. Che fiore curioso! Lo guard e ne aspir il profumo. E ancora Io guard, con occhi spalancati dallo stu. pore: non era pi turchino, ma rosso. Era proprio tutto rosso! E dl un rosso ributtante! Gett a terra quel fiore cattivo, calpestandolo, quasi fosse una bestia pericolosa. Ma quando si volt, sua madr era scomparsa. Mamma, chiam, dove sei? Dove sei, perch ti na. scondi davanti a me? Martin corse un pezzo gi per il viale, ma non vide nessuno e fu l I per piangere. ll viale era muto e abban. donato, e si faceva sempre pi buio. Finalmente ud una voce vi. cino vicino: Son qui, Martin, non mi vedi? Ma Martin non vide nulla. Ma se sono qui, perch non vieni da me? Allora Martin comprese: dietro il sambuco, era da l che veniva la voce; come fu che non aveva capito subito? E corse a guardare, certo di ritrovar la mamma. Ma dietro il sambuco stava Frans di Langa raden, che gli fece una orribile smorfia con le sue grosse labbra piagate, e mise fuori la lingua pi che potl E che lingua che aveva: si fa. ceva sempre pi lunga, e non prendeva fine, ed era tutta coperta di pustolette gial lo-verd i. Frans era un piccolo teppista che abitava in un caseggiato chia. mato <Langa raden>, nella strada di Martin. La domenica avantl aveva canzonato Martin per la sua nuova giacchetta di panno bruno e lo aveva chiamato bellimbusto. Martin avrebbe voluto scapparsene via, ma era come inchio. dato al suolo. Si sentiva le gambe indolenzite. E il giardino e i fiorl e gli alberi erano spariti, ed egli si trovava solo con Frans nel cor. tile di casa sua, in un angolo oscuro/ vicino allaspazzatu[a, Vo. leva strillare, ma gli pareva di avere la gola sIrozzata...

" " t:ir1r", ma tant': leggenda o verit che sia, la presenza di queete lrunde di <teppisti>> (cos li definisce il testo) con ogni evlrletrza un fatto consolidato nei sobborghi industrializzati di Strrr'colma al crepuscolo dell'Ottocento. Martin teme in pat'

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Ma c' una svolta sorptendente. Bench l'assillo del perse' cutore Frans sia conficcato cos a fondo nel suo inconscio, tanto da concretzzarsi in una serie di angosciosi sogni ricof. renti, ecco che il bambino escogita e mette in atto un sorprft. dente escamotage, quello di fare di Frans il suo alleato.Il pic. colo Martin inizia ad andarc a scuola, che non si rivela poi cosl tremenda come aveva temuto, ma c' puf sempre il pericolO dei bulli, che aspettano gli altri bambini lungo la via per tor. mentarli. Una minaccia incombente e pervasiva, intorno alla

famigerato Frans, il quale, visto attraverso gli occhi cfel lrnmbino, sembra dedicare <(tutte le sue {.one e tutti i suoi grerrsieri>> all'unico ed esclusivo scopo di amareggiargli I'esiilenzrr, Alle prese con un pericolo cos soverchiante e ineludiblle, lirans prova ad assicurarsi la riconoscenza del <<teppista>>, l'lttranendo per, in questo suo apparentemente bizzarto tentativo, amaramente deluso. (''r,rano tante cose nuove da imparare e da capire, e la scuola iti tr,,rlt non era cos orribile come Martin aveva fantasticato. Irr lompenso la strada per andarci e per tornarne era insidiata rlir ptricoli di ogni specie. Quegli esseri malintenzionati che si r lll:1rr,Vaho teppisti e che canzonavano Martin e i suoi compagnl r lriamandoli bellimbusti, tendevano agguati dietro gli angoli tlell,r via. I pi cattivi erano i teppisti cosiddetti della palude, vef*inr(.nle crudeli e pericolosi, che ogni tanto lasciavano i loro tetti ,rlrituri nella regione tra Roslagstorg e il parco di Humlegartlptt quartiere chiamato nla palude> - per muovere guerra ai teip//i degli altri quartieri servendosi di clave con testa di plurrrlro, come correva la voce. Ma pi di questi teppisti della gr,rlrrrkr, che Martin non aveva mai veduto e della cui esistenza irtn t'r,r neanche tanto convinto, Martin temeva il terribile teppit [r',rr.rs, che aveva abitato in <Langa raden, e che anche tles!,o abitava nella stessa strada. Questo piccolo teppista infatti flerllr,rva tutte le sue forze e tutti i suoi pensieri ad amareggiare ia vil,t di Martin durante il giorno, e lo perseguitava perfino nei cngrti clclla notte. M,r un bel giorno Martin, mentre tornava a casa per la colailnirr,, vide due suoi compagni di scuola in rissa con Frans a un enHolo della strada; e lo avevano gi sopraffatto e buttato a terra e lo el+rv,rno lavorando coi pugni. Martin aveva cominciato in quell'e1rnr ,r a leggere libri d'avventure, e ravvis tosto in Frans la stoffa ttrjt un llcllerossa magnanimo e non volle lasciarsi sfuggire un'ocirrelotrr, tanto propizia per farne l'amico suo e il suo alleato contro

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altri teppisti. Perci si fece vicino per rimproverare ai suoi compa" gni la Ioro vilt, e disse che si vergognassero di combattere in due contro uno/ e che Frans abitava nella sua strada e che era un tep. pista simpatico e che lo lasciassero in pace. E mentre Martin cos attirava su di s l'attenzione dei compagni, Frans riusc a rimet. tersi in piedi e a svignarsela. Invece Martin si ebbe tutto il sacco di legnate che era stato de= stinato a Frans. E come se non bastasse, dov sopportare ancora per molto ternpo Ie beffe dei compagni, perch era l'amico di un teppista. E la prossima volta che incontr Frans in istrada, davantl alla porta del tintore, quello gli fece lo sgambetto, e Martin batt il naso sul lastrico tanto che ne usci il sangue, mentre Frans bestem. miando orrendamente scapp via. Ciacch Frans non aveva capito di dover fare il pellerossa ma" gnanimo. Questo Frans non era neppure un piccolo teppista come tanti altri; ma era veramente tremendo.r

i*e,,t* t.tte

se stessa. di i*rl t'(nscntirle +ulq,t r insopprimibile "istinto di sopravvivenza"

j] r,.ttu da,"#i'."il#;;:",. Come uirri-uconun pi riconoscere


se

un tentativo, quello di Martin, che, pur nella sua disar. mante ingenuit, svela un meccanismo psicologico complesso, quello dell'identificazione della vittima con I'aggressore allo scopo di difendersi dalla sofferenza. Non tanto dal dolore fi. sico delle eventuali percosse, quanto dallo straziante stillicidio quotidiano di paure, angosce, rusftazioni collegate, pet co$l dire, all'esistenza in s del pericolo incombente. Nel tentativo di avanzarc una spiegazione di questa assimilazione, apparen. temente cos paradossale, potr essere utile ricordare il sogno, all'inizio del brano, e 1a sua impoftanza come esperienza sim. bolica, sublimata e totalizzante, che include in s tanto ele, menti di vita vissuta (la presenza del bullo) quanto le sue ri. percussioni psichiche profonde (lo stress e I'angoscia che ne de. rivano). Che cosa succede, inf.atti, nella vittima, quando la sofferenza supera le capacit di sopportazione ? Comuni sono I j fi, ,li riscontri di situazioni in cui la coscienza si separa dal corpo I" (durante una violenza sessuale, per esempio) e ci accade ir quando vi sia il rischio che I'espertenza traumatica sia ta!. j
rlll
r",,1.

di il corpo daila mente. Si pu dire che a causa del reierr[!rp,rrt'c tFlltn :llcss, trasformatosi in una sorta di monomaniaca fissa*ilnt' (si ricordi che Martin convinto che Frans dedichi et:ttte, le sue forze e tutti i suoi pensieri>> allo scopo di tiran*iegginlltr), la vittima finisca per trovarsi, alla fine, letteraliirFrrt "fuori di s", come se nel trauma subito vi fosse qualsrao eli talmente insostenibile da indurlo a rifugiarsi "altrove", alltr sc.r1'ro di sfuggire a ci che per lui diventato inesprimiblle, rron rappresentabile alrimenti. Nell'episodio del sogno, illartirr ancora in una fase che gli consente di proiettare fuori d! q, rr livello onirico, i fantasmi che 1o assediano (e quanto inttillerirlrilc sia l'orrore di codesto assedio 1o dimostra il coin+r,lgitrrettto della figura della mamma, con la sua scomparsa e i urrr,ecssiva, raccapricciante metamorfosi), mentre nel seEorirlo e;risodio di bullismo, quello, per I'appunto, in cui Maril vap.lrcggia di diventare amico di Frans, identificandosi simrril,:anrcnte con il suo persecutore, neppure pi il sogno in grark, rli funzionare come valvola di sfogo. E come se il ri*rrti,r elel ta'ml- fosse imprigionato in lui, g1i si fosse incadecidesse
=r:ltrr,

c()me una trave dal peso insostenibile, tra

litirtt',

llloccando irueversibilmente i

il corpo e la meccanismi del pensiero

3. Le citazioni sono tratte da Hjalmar Sderberg, La giouinezza di Martin Brclt, traduzione di Carlo Piazza, Corticelli, Milano 1933.

parola. Martin, insomma, diventato di una parola che, letteralmente, ha "perso la fsee", rtna parola che rimasta, per cos dire, "sepolta viva" leila linc del sogno Martin vorrebbe urlate, ma non riesce a ferlo 1rr:r'ch hala sensazione di avere <<1a gola strozzata>). Per Hlletrl via, come ultima risposta possibile per difendersi dalla sirfl'et'ctrza, il reiterato prodursi degli eventi traumatici pu geFet';rt't' ulra sorta di frammentazione della personaLit, in cui lj!1l lrurtc di essa, come una scheggia impazzita, si identifica sen I'nggr"ssore allo scopo) finalmente, di rappresentare I'ir-Fpf r..sc n tabile, dare voce alf indicibile. tlu urcccanismo analogo si pu, in certo qual modo, reperire nE! l'rrt't'onto di Roald Dahl II cornand,one, soprannome appli
E. altrrlxrlicamente, della

selrinvtr c martire

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cato nei college britannici allo studente pi anziano di ogni re' parto, e per ci stesso <ufficialmente altorizzto ,a picchiare iutti i pivelli che voleva> (detto per inciso, Dahl dedicher una ferce critica alla English Pubiic School nel libro autobio' grafico Boy - Storie dell'Infanzia, pubblicato nel rq8+). La-sto' liu hu p.i protugonista un uomo sulla sessantina, \X/illiam Perkinq ch a causa di un inconro occasionale rievoca la pro' pria inf.anzia e rivive la terribile angoscia cagonatagli dallo stato di assoluta e totale soggezione nei confrnti del suo sa' dico ed efferato <<comandone>> durante gli anni della scuola, Come nel caso di Martin e Frans, anche qui, tuttavia, queste soggezione assume colorazioni assai particolari, lasciando n' fine emergere un rapporto tra vittima e carnefice improntato 4 una sorta di sadornaiochismo non privo, nella fattispecie, dl sfumature omosessuali. Il comandone t^tteggia i1 perfetto ritratto della "vittima per vocazione", del masochista puro, di colui il quale, da 1a" furro, con inconfessata volutt si piegato alle vessazioni del iuo "superiore", e per il resto dell'esistenza ha escogitato e messo a punto una stategia di vita tale da f.atgli appatire come libera r.ltu ci che in realt frutto dell'adattamento, anzi, della perversa simbiosi fia una mente co^rtata e la coercizione social. Con quanto amore Perkins descrive la sua vita di pen' dolare, rcgollta con cronometrica precisione da ben trentasei anni! Una condotta di vita raccapricciante pe monotonia e grigiore ha per lui una salvifica funzione, perch <non- c' ni.nt. .o.. una buona routine per mantenere la pace della mente>. Tanto meglio, poi, se questa routine condivisa da centinaia, migliaia di persone, da incontrare con millimetrica precisione ciascuna alla stessa ora nello stesso posto, sempfe on f identico vestito e la medesima espressione stampata sulla faccia. Solo cos si ha veramente I'impressione di appartenere a un gruppo , a rtna societ coesa, a un mondo solido, positivol <belle ficce, direi; facce del mio tipo, comunque, del mio tipo di gente: persone integre, diligenti e indaf.f-arute, senza -nep' p.r ,ttu iraccia di quello sguardo acceso e irrequieto che si nota spesso nei cosiddetti tipi dinamici che aspirano a capo'

il resto>>. Forse non saremmo lontani dal vero se =rt'isli ef leltnrtssimo che \X/illiam Perkins ha finalmente trovato il suo
ht'rinr:rt,

i.,ilgr:re il e tutto

mondo.";iij:;"ffit*-ti, te loro ",,,,,.,'l]

la minuziosa, maniaquesta vita cronometricamente regolata rgle rlescrizione di {irethins paagon^ pi volte se stesso a un orologio, anzi, di' elrlaru cli essere diventato, con il tempo, <<una specie di oroloshri' viu.nte). Nella seconda pate, questo ben regolato mecEanlsmo per destinato a deflagrare, bench non pel questo reng* meno la tipica pignoleria del personaggio. Il monotono tfrln=lr0n del pendolare, infatti, viene interrotto dall'irruzione ettlla pensilina della stazione e poi nello scompartimento elesso, di un nuovo passeggero, un uomo la cui inconsueta belieezu, l'abbigliamento sportivo e il fare disinvolto impressioftrllo e irritano fortemente Perkins: un tipo, insomma, dallo uagrrurclo acceso e irrequieto>> caratteristico di quei <tipi dinalnici> cla lui tanto esecrati. Al nanatore sfugge involontaria*i1et1tc un tono squisitamente femminile nel descrivere il primo ilreotrtro con I'affascinante sconosciuto, al quale oppone un'otcr I t rr til, civettuola falsa indiff eerzai
t )ecrrpa una buona met del racconto

Irr sconosciuto, l'estraneo, stava l\, piazzato proprio al centro tlrtll; lr.rnchina, a gambe divaricate e braccia conserte, con l'aria, lirin t't'ra da sbagliare, del padrone del posto, dell'intera contea' tri p4t,tttde e grosso e anche visto da dietro riusciva, chiss come, a rurrtttnicarti una fastidiosa impressione di arroganza e insieme FtFllllluit. [...] invece dell'ombrello portava un bastone, le scarpe lntl r,t.rno nere ma marroni, il cappello grigio era calcato di lato e rl,t f ttll,t la sua persona emanava una certa aria di eccessiva ridonrlin/,t. Di pi non mi presi la briga di notare. Cli passai dritto daVrlrrll t on il viso rivolto al cielo, aggiungendo in tal modo, e davvtsru !l)cro di esserci riuscito, un tocco di autentico gelo a un'atfittreft,r,t gi gelida di per s.
Arrche l'ulteriore descrizione del nuovo viaggiatore lascia intenclcre la persistenza diuna forte carica sensuale. Il pignolo Ferkirrs inventaria scrupolosamente, dello sconosciuto, le so-

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pracciglia scure, gli occhi grigio ferro, i denti bianchi e sani, nota come egli possieda na di quelle facce <belle e abbron. zate>> che si-veono nella pubbftcit. il tipo d'uomo, in. somma, la cui virilit in grado di evocare al tempo stesso il cacciatore di leoni, il giocatore di polo, lo scalatore, I'esplora. tore e il velista. Perkins <diffida> degli uomini belli, anzi,la bellezza maschile gli risulta, chiss per qual motivo, addirit. tura <<offensiva> (per le donne invece, ga aa sans dire, << tutta un'altta cosa>>). A un certo punto, continuando a scrutare furtivamente la f.accia <<quasi lascivamente bella, con una lucida, impudica pa. tina di abbronzattra sulla pelle> dell'aborrito personaggio, Perkins colpito da ,tna f.olgorazione e avverte un acuto, strano senso di disagio, qualcosa che ha a che vedere <<con la sofferenza e la violenza, forse persino con la pauta>>. Di colpo, identifica nell'uomo iI suo aguzzino degli anni della scuola. Sa. dico, con una spiccata inclinazione per I'uso della frusta, Bruce Foxley, significativamente soprannominato Focoso Fox. ley, con le sue sistematiche angherie aveva angustiato \X/illiam, quando questi aveva appen^ tredici anni, nel college di Rep. ton. Viene alla mente il Musil del Gioaane Trless, bench, in questo caso, la sottomissione a sfondo sessuale timanga, in ap. paenza, del tutto sottaciuta. Ma solo in apparenza, pet l'ap. punto, poich, a dispetto delle recriminazioni di Perkins, i ri. cordi delle frustate inflittegli dal "comandone" sono, come dire, talmente densi e particolareggiati da lasciar legittima. mente emergere il sospetto di un tipo di patecipazione dl tutt'alfta natua (del resto, e non a caso, proprio all'inizio del racconto, il namatore definisce ilproprio corpo con un inequi. vocabile aggettivo: <ipersensibile>). Bruce "Focoso" Foxley, bench siano passati tanti anni, non ha perco Ie physique du r6le del persecurore altezzoso e prepotente: <<Sempre quella maniera afiogante di sporgere il mento, di dilatare le narici, di lanciare occhiate sprezzanti con quegli occhietti troppo piccoli e un tantino rroppo ravvicinatl per metterti a tuo agio. Sempre quell'abitudine di starti ad. dosso, di incombere, di spingerti da parte>. Un vero e proprio

aveva ,.ro ,^r,ro ,lrlx) per Perkins, 'r' cl farmi, una volta, pensare addirittura al suicidio>), il leli,:e tlii:ilr, negli anni del collegio, era diventato il <servo pers-9ii,rlr, lo rhiuuo, di Bruce Foxley, obbligato a servirlo nelle grtir rrrnili mansioni, pena la sottomissione al rito della frusta' l'oir:h appartenevo alla sua sezione, finii col divenire il suo il suo schiavo: gli facevo da valletto, cuoco/ ca=Eilvn l)ersonale,
nn,r

,*, ;.4;ffiffi

irrc e fattorino, e mio dovere era badare a che non muovesse rir"ri rrn dito a meno che non fosse assolutamente necessario. A rprerkr mondo, in nessuna societ che conosco un servo pu esllistrattato quanto, in un collegio, lo sono i pivelli, gli studenti riel prirno anno, da parte dei comandoni. Neve o gelo, ogni matlin,r rkrpo colazione mi toccava, per esempio, starmene seduto nel g,rlrirrt'ito (che era esterno e non riscaldato) a tener calda la tavoir-tt:r irr attesa dell'arrivo di Foxley. Ricordo quel suo modo dinoctrl,tkr cd elegante di camminare/ e se nell'attraversare la stanza rriia ct'dia gli si parava davanti lui la buttava da parte e a me tocr riVil r'orri a iaddrizzarla immediatamente. Portava camicie di (,aveva sempre un fazzoletto di seta cacciato nella manica ==rrl ttrlla giacca; quanto alle scarpe, se le faceva fare da un certo Lobb lalliu stemma reale). Erano a punta e naturalmente dovevo spaz:rrl,rrlc e strofinarle per quindici minuti ogni mattina per farle brillare i'ome si doveva.
=i'rc'

Mrr ci che a Perkins rimasto indelebilmente impresso ogni minima rftlrr lc parole con cui Foxley 1o apostrof ^va ^ <Benissimo, iiirltlcilnza: <<Benissimo, Perkins>>, diceva sempre' tifrrtt,, moccioso. Dovt picchiarti di nuovo>>. Il "comandgtt." lo conduceva quindi nello spogliatoio della scuola, deettu e impregnato delpuzzo di sudore: <<E allora, quanti queta vrrlta ? Sei con la vestaglia addosso" ' oppure q,atffo senza Feetaglia?>. Per <<quanti>> s'intende <<co1pi>>, ovviamente, che ii eerrrcfice, d'imponente st^zza fisica, gli infliggeva <(con 1lel !i1o lungo bastone bianco e sottile, lentamente, scientifiEahrcntc, abilmente, nell'ambito della legalit e con evidente piccet'e>. Anche tralasciando la tentazione di un'eventuale inrlrrrlogia fallica collegata alla presenza del bastone, il leanr" tr,u 1o schiavo e il suo aguzzino, il ricordo del rito con-

qr
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BULLI DI cARTA
<(cRAzIE PER LA

BASToNATA>>

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sumato nello stanzone deserto impregnato di afrori maschill, sotto la luce cruda di una lampadina, appare inequivocabllmente segnato da un'intensa quanto inconfessata carica omo. erotica.
Con gesti lentissimi, mi toglievo allora la vestaglia, Ia poggiavo sopra gli armadietti e Ientamente, infreddolito e nudo in quel pi. giama di cotone, quasi in punta di piedi, me ne andavo nell'an. golo, e di colpo intorno a me tutto mi sembrava appiattito, lon. tano, come la proiezione di una lanterna magica, e molto pi grande, quasi irreale, brillante e vacillante, attraverso le lacrim che mi erano spuntate negli occhi. <Toccati la punta dei piedi, avanti. Pi gi... ancora pi gi,n Dopodich lui si ritirava all'estremit opposta dello spogliatoio e io lo vedevo, capovolto, di mezzo alle gambe, scomparire oltre una porta che dava sui due gradini che portavano gi a quello che noi chiamavamo oil corridoio dei lavabi>. Era un lungo corridoio piastrellato con una fila di lavabi lungo una parete che portava, in fondo, al bagno. Quando Foxley scompariva sapevo che si spin. geva in fondo a quel corridoio. Faceva sempre cos. Poi, lontafll ma echeggianti tra lavabi e piastrelle, udivo i suoi passi sui mat. toni del pavimento allorch si precipitava al galoppo verso di me e, di tra le gambe, lo vedevo superare con un balzo i due gradinl e piombare nello spogliatoio avvicinandosi a grandi balzi a me, la testa spinta in avanti e il bastone levato in aria. A quel punto chiudevo gli occhi e aspettavo il colpo dicendomi che qualunque cosa succedesse non dovevo tirarmi su. Chiunque sia stato bastonato a dovere vi dir che il vero do. lore non comincia che un otto o dieci secondi dopo che il colpo stato assestato. Questo, di per s, non che una specie di ru. more, un tonfo che si avverte sul didietro e che ti lascia completa. mente ammutolito (e mi dicono che una pallottola fa suppergi lo stesso effetto quando ti penetra in corpo). Ma dopo, Dio santissimo, ti sembra che qualcuno ti stia poggiando dritto sulle natiche un ferro rovente, ed assolutamente impossibile non allungare una mano nel tentativo di afferrarlo e allontanarlo. Foxley sapeva tutto, naturalmente, sapeva di questo intervallo di tempo e il suo lento ritirarsi di una quindicina di metri dopo ogni colpo dava tutto sommato a ognuno di questi tutto il tempo

rrn c,ss.rio per arrivare a infliggere il massimo del dolore prima rktll'arrivo del successivo. Itrvariabilmente, al quarto colpo io mi raddrizzavo nella per[ra pi forte di me. Era la reazione automatica da parte di =un.l, lir rorpo che aveva sopportato il massimo di quanto poteva sop;rr tt

lat'tr,
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sei mosso) diceva puntualmente Foxley. <Dunque, questo

iirrrr ronta. Avanti, su:

piegati.,

l' r os, per il colpo successivo, mi ricordavo di afferrarmi le caviglle,

All.r fine lui non mi perdeva d'occhio mentre - tutto irrigidito e lenettrlomi le natiche - andavo a prendere la vestaglia e la indos;lVil, scffipr cercando di dargli le spalle in modo che non mi verli'cqt,in viso. E quando poi stavo per uscire Iui gridava: (Ehi, tu! Vie,lri rlui,> Mi f'crmavo allora sulla soglia e rimanevo l in attesa. o forna indietro. Avanti, su: torna indietro. Bene... Non hai diitierrlit ato qualcosa?u lrr tluel momento io riuscivo a concentrarmi soltanto sull'atroce e lrrrrciante dolore alle natiche. "Mi dai propro l'impressione di essere un piccolo e impudente irr,rlr,rlucaton diceva lui, imitando Ia voce di mio padre. uNon v'llrst,gnano l'educazione in questa scuola?u '( ir,rzie> balbettavo io allora. <Crazie... per la bastonata.))4

l,tr ridda indiavolata dei ricordi, nel suo crescendo parossict['o, induce Perkins a un'incontenibile sete di vendetta, tanto elre rgli, colto come da <<un'empia vaghezza>>, animato da una errt'tH di postuma volont di ribellione, vorrebbe finalmente rietrrrrrciare a voce aLta, d fronte ai compagni di viaggio, le Erurlelta di cui era stato vittima e tutta la perversione del suo altlicrr persecutore, insistendo, magari, proprio sui dettagli eielb bastonate nello spogliatoio, cos da lasciarlo, immagina iiellrins, perlomeno <<un tantino imbarazzato>>. Alzando la rtrr, clice allo sconosciuto che gli sta fronte: <<Spero che vogtir serrsarmi. Vorrei presentarmi. Mi chiamo Perkins. \)Tilliam

1 l,t'citazioni sono tratte da Roald Dall,, il comandone, inll rneglio di Roald lli/, trrrtlrrzione di Attilio Veraldi, Guanda, Patma zoo4.

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<(GRAZIE PER

LA

BASTONATA>>

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sumato nello stanzone deserto impregnato di afrori maschili, sotto la luce cruda di una lampadina, appare inequivocabil. mente segnato da un'intensa quanto inconfessata carica omo. erotica.
Con gesti lentissimi, mi toglievo allora la vestaglia, la poggiavo sopra gli armadietti e lentamente, infreddolito e nudo in quel pi.

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r:55,1f is per arrivare a infliggere il massimo del dolore prima l'arrivo del successivo. lrrv.rriabilmente, al quarto colpo io mi raddrizzavo nella perl:ra pi forte di me. Era la reazione automatica da parte di =rrn.l, tiil r(irpo che aveva sopportato il massimo di quanto poteva sop-

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giama di cotone, quasi in punta di piedi, me ne andavo nell'an. golo, e di colpo intorno a me tutto mi sembrava appiattito, lon. tano, come la proiezione di una lanterna magica, e molto pi grande, quasi irreale, brillante e vacillante, attraverso le lacrimc che mi erano spuntate negli occhi. <Toccati la punta dei piedi, avanti. Pi gi... ancora pi gi.r Dopodich lui si ritirava all'estremit opposta dello spogliatoio e io lo vedevo, capovolto, di mezzo alle gambe, scomparire oltre una porta che dava sui due gradini che portavano gi a quello che noi chiamavamo uil corridoio dei lavabi>. Era un lungo corridoio piastrellato con una fila di lavabi lungo una parete che portava, in fondo, al bagno. Quando Foxley scompariva sapevo che si spin. geva in fondo a quel corridoio. Faceva sempre cos. Poi, lontanl ma echeggianti tra lavabi e piastrelle, udivo i suoi passi sui mat. toni del pavimento allorch si precipitava al galoppo verso di me e, di tra le gambe, lo vedevo superare con un balzo i due gradini e piombare nello spogliatoio avvicinandosi a grandi balzi a me, la testa spinta in avanti e il bastone levato in aria. A quel punto chiudevo gli occhi e aspettavo il colpo dicendomi che qualunque cosa succedesse non dovevo tirarmi su. I Chiunque sia stato bastonato a dovere vi dir che il vero do. ,l: Iore non comincia che un otto o dieci secondi dopo che il colpo :*: : stato assestato. Questo, di per s, non che una specie di ru- i$ij more, un tonfo che si avverte sul didietro e che ti lascia completa. -w ;*. mente ammutolito (e mi dicono che una pallottola fa suppergi lo .h stesso effetto quando ti penetra in corpo). Ma dopo, Dio santis- .$,f simo, ti sembra che qualcuno ti stia poggiando dritto sulle natiche }1 # un ferro rovente, ed assolutamente impossibile non allungare ff: fi Sl una mano nel tentativo di afferrarlo e allontanarlo. ,3! Foxley sapeva tutto, naturalmente, sapeva di questo intervallo ifi di tempo e il suo lento ritirarsi di una quindicina di metri dopo ogni colpo dava tutto sommato a ognuno di questi tutto il tempc)
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" l'i sei mosso) diceva nurr t onta. Avanti, su: piegati.o

puntualmente Foxley. <Dunque, questo


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I r os, per il colpo successivo, mi ricordavo di afferrarmi


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All.r fine lui non mi perdeva d'occhio mentre - tutto irrigidito e lerrerrrlomi le natiche - andavo a prendere la vestaglia e la indos:1vll, son'pr cercando di dargli le spalle in modo che non mi vealrebl in viso. E quando poi stavo per uscire lui gridava: (Ehi, tu! Vletti 11ui.> Mi f'crmavo allora sulla soglia e rimanevo l in attesa. n lorna indietro. Avanti, su: torna indietro. Bene... Non hai dintcrrl it ato qualcosa?> Itr rluel momento io riuscivo a concentrarmi soltanto sull'atroce e lrruciante dolore alle natiche. "Mi dai proprio l'impressione di essere un piccolo e impudente irrirlr,rlucatoo diceva Iui, imitando la voce di mio padre. oNon r,'ltiet,gnano l'educazione in questa scuola?u .( irazie> balbettavo io allora. oCrazie... per la bastonata.>a

ricordi, nel suo crescendo parossiinduce Perkins a un'incontenibile sete di vendetta, tanto =cllt'o, tire rgli, colto come da <<un'empia vaghezza>>, animato da una
l,rr ridda indiavolata dei

srttH di postuma volont di ribellione, vorrebbe finalmente voce alta, di fronte ai compagni di viaggio, le Efurlrltrl di cui era stato vittima e tutta la perversione del suo ntico persecutore, insistendo, magati, proprio sui dettagli eielk' bastonate nello spogliatoio, cos da lasciarlo, immagina ller'ltirrs, perlomeno <<un tantino imbatazzato>>. Alzando la rrrrr, clice allo sconosciuto che g1i sta fronte: <<Spero che voglin scrrsarmi. Vorei presentarmi. Mi chiamo Perkins. \X/illiam
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!l:rl, trrrtlrrzione di

1 l,r citazioni

sono tratte da Roald Dall, il comandone, Attilio Veraldi, Guanda, Parma zoo4.

in Il meglio di Roald

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BULLI DI CARTA

Perkins. Ero a Repton nel r9o7>>. <Lieto di conoscerla> f. plica gentilmente I'altro. <Mi chiamo Fortescue. Jocelyn Ft.
tescue.

Eton,

1916>>.

Cos, proprio all'ultima ri'ga del racconto, scopriamo che ci di cui siamo stati testimoni altro non era che un sogno a occhi aperti, un'inane fantasticheria suscitata, forse, da une banale somiglianza, una fortuita coincideza, ma sicurament soliecitata dall'incombente vrgenza di un ricordo tenuto i bada a mala pena dalf imponente apparato di autodifesg eretto intorno a s dall'antica vittima-el "comandone",,dal maniacale meccanismo cronometrico al quale ha assoggettatp la sua vita pur di non dover dire mai pi: <Grazie per la bg.
stonata >.

rit,:

:t;:

<STATO D'ASSEDIO>

<< Stato d'assedio

>

,1,'l

Se vero che pu accadere

meno cio di non trovarne traccia in testi che, vuot ln vrrtu del d uu.t. de rugazzi come protagonisti, vuoi di un conso'

di scoprire il bullismo 1 lo si potrebte sospettare, altrettanto vero il cont rl

h"g;.;il"; ietterario, el bullismo sembrerebbero addirit* ;;;;;t*t.;in alcuni .uri, .onrolidati archetipi' Ma su questd

uiu pott.fLe dischiudersi persino un'ulteriore.prosp91tiv1 .i"e'q*ti, di scoprire, alla fine dei_giochi, un bullismo diverqi o, p., meglio diie, uno "stadio" diverso del bullismo on ruu inattesa "evoluzione"' o"*to accade, per ragioni disparate, a proposito di *e -,1 omanzt: r ra.ga.zzt aela uia Pat di Frenc Molnr, pubblicatO L;suroa d'ei bouoni' di Louis Pergaud,-di pochi anni; ,r.*ri" G6tz) ,li Signo* d.elle Mosche dl William Goldingi oubblicato invece molti anni dopo (r954). che'La'sl"o d'ei bottoni era il ro! ".J;;*;il;ii;-,ava i dei s"uoi dodici anni, per cui, tenendo conto che lo ^ln scrittore era ato rr.l iSSr, pssiamo ragionevolmente collOi carel,azione intorno aI ga, otto anni dopo I'uscita di cuorc di De Amicis e appena du rispett o a Fra scuola e ca.sa. Il Ra. qusi coevo deI {.Mett*: e"f; d.i s;nad'a di'oilodi ion Bu*a.scd, ilbad boyitaliano.dl clone Viltoriu Fuller Vi.;r, la quest'ultimo, esce per ^uprima volta nello stesso anno chc ;;J;tbui.urioti.l a fieozzt d'elk uia Pal' Trc anni prima, Etior. t'.trolini eru andatolr, ,..nu con il suo Giggi er bullo' -semplice. Questo intricato computo cronologico intende mente rammentffe che il giro d'anni quello in cui assistiam ,U;.iii.".. cristallizzazroie della fisionomia del "birichino",

;;i;;;;,

pittoresco monello dat^tteggiare con il brio ironico e parirtlossale caratteristico della physiologie di stampo ottocente,r o, rna al tempo stesso anche al rovesciamento di questo ster.otipo con il passaggio del riso dalle labbra del lettore (o dello ''lrrttatore) a quello del birbante, il quale, a partire dal fatidico ,, ,, e Franti rise>>, non pi colui del quale si pu ridere, ma ,liventa quello che ride in faccia agl altri, che platealmente e rul)unemente irride, forte del suo "chiamarsi fuori" dalle re;1,tlc del gioco. Nulla pi che monelli e birichini ritoviamo, infatti, nella r iuawa dei bottoni, contraltare gaulois del ben pi serioso e mel,rrlrammatico romanzo di Molnr, I ragazzi' della aia Pal, ma illrrrninato, nel corso delle sue centocinquanta pagine, da un l,rrrrpo di salvifica ironia. La trama nota. Nella capitale unglrt:rese, anzinella Pest di inizio secolo, un gruppo di studenti rrrr i rz e i 15 anniha eletto a proprio campo di giochi un terr,'rro della viaPaI,l'unico rimasto vuoto inmezzo agli edifici e ttrlizzato come deposito provvisorio di legname. I ragazzi rrrrriroo questo brandello di terra alla stregua di una vera e proyrit patiia, e ognuno di essi, un po' come accade neI Cuore di i)r' Amicis, presentato come una sorta di prefigurazione di rlrrel che probabilmente diventer da grande: il forte e leale ll,rlta, cap carismatico, I'elegante Csengey, il pratico Csele, il IX/eisz, il gracile , nrubattivo e furbo Gerb, l"'ebreo di turno" f.{cnrecsek, figlio di un sarto poverissimo e classica "vittima lrleclestinata". Il gruppo, otganizzato su base militare, ha una r r'tteristicabizzarca, essendo composto per la quasi totalit 'f con la sola eccezione del povero Nemecsek, unico 'la rrfficiali o,rlclato semplice e costetto perci a prendere ordini da tutti. l,ir sacra inviolabilit della minuscola "patia" della via Pal nrirracciata dallabanda rivale delle Camicie rosse, acquartierirtrr nel giardino botanico e capitanata dal fiero Feri Ats, con lir rluale il gruppo di Boka si trova in stato di conflitto perma,,,.'ite. Il picclo Nemecsek, per dimosttare d'esser degno di ,liventare ufficiale pure lui, va a spiare le Camicie rosse nel lrrlo rifugio e, scoperto, viene gettato nelle gelide acque di un !,rp,lrctto, buscandosi una polmonite. Quando per i due eser-

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BULLI DI cARTA

<<STATO D'ASSEDIO>

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citi stanno per scontrarsi nella battaglia finale per la conquicta del terrenJdella via Pal, Nemecsek si aIza, ugge da casa e, con il suo intervento, d un contributo decisivo alla vittorie, Quando i compagni vanno a ftovarlo per riparae alle passate

+lstrr sut una


ei=lln

ben precisa regolamentazione, addirittura di ca-

igiustizie . ..l.6tut.la sua sospirata nomina a ufficiale, giun; go"rro upp.na in tempo p.t rr.d.ro morire. Intanto, il camf,odl !io.o rrn. inghiottitoaila speculazione edilizia ela storia dl ,, h,agazzi d.eltaia Pal approda cos alla sta mesta conclusione, bate simili pr.-.rr'.', sarebbe arduo reperire nel romanzg '. atti di bullismo, preventivamente neutralizzatidall'organizze'': t' zone militaresc del gruppo capttaato da Boka, rganlz'
,
,'.,.

questione. Veniamo per l'appunto edotti del fatto che, tfrriltttc il regno di Cecco Beppe, quando un ngazzino di Butlapest si proponeva di compiere un atto di pepotenz^ ai tlairni cli un compagno, preventivamente lo infotmava pronunri*trrltr forte e chiaro una parola: Einstand.
{,}tt,tndo un ragazzo pi forte vede i pi deboli di lui giocare a la ;r:rllittu, a pennii o a semi di carrube e vuole togliere loro dice'semplicemente Einstand. Questa brutta parola tedesca i*ref a, che il pi forte dichiara sua preda di Suerra le palline e =igrrilit;a valersi della sua forza contro chi osi contrastarlo. VEinifilerrrl0 una dichiarazione di guerra, una concisa ma effi=l;r1r/rlunque 1s1 1' proclamazione dello stato d'assedio, del diritto del pi forte, :k'll,r lt'gge della giungla.

ietlre linguistico, sembrerebbe porlo decisamente ai margini

)uii"", iii, peralro, rggi*. uttih. labandarivale

dee Ce.

micie rosse. Not si pu-affermare che Nemecsek subisca aE' il gherie da pate dei oi superiori in grado, e il suo essere get' , tato nelle acque del laghetto altto non che l'incruenta mE taora della cond ann"a alla fucilazione riservata alle spie ', nemiche. Tutti, senza eccezioni, appaiono calati nel proprio ruolo sino in fondo, repliche in sedicesimo del mondo degli ,l: adulti, 1a cui prrtenzu, in un simile contesto, risulterebbg nient'altro che pleonastica. Nei Ragazzi della uia Pal, inf.attl,

gliadultirimangonofiguresfocatee,inognicaso,ininf1uentl. N.rtr't.o dei ragazz neppure sfiorato dall'idea di provocat ;. -i t o ribellarsi ai grandi", cui valori sono accet tati da tuttt :t senza ombra diremora. Ireggimentati come soldatini, el {: schierano gli uni contro gLi altri e giocano alla guerca' Una i guerra leal, secondo le regole della cavalleria, perch, salvo $. un breve episodio nelle primissime pagine del romanzo, non # vi traccia di att di prevaricazione,-violenze gratuite, so' $ praff.aziont Gli scontri tra le due bande rivali soggiacciono.c $, in rigido codice d'onore, a uno stereotipato meccanismo, e le $ loro Lattaglie appaiono un po' come una "prova generale" $ della guerra vera, alla quale, date le premesse, possiamo agF: $ volmente immaginarli gaglardamente avviati di 1 a pochl $ anni, impegnati in quell'ammazzatoio generale che sar il con= $

flitto

Si accennava a un episodio che potrebbe apparire affine un caso di bullismo, ma anche in questo caso il suo essere fon'

del'r4-'r8.

,9j

5i rroti come, anche in questo episodio tutto sommato maril linguaggio di Molnr non demorda mai da una spic-gltrele, ats cnfasi miliiaresca, accumulando, nel giro di poche righe, iilla (luantit di espressioni squisitamente belliche, dalla spteeltr di guerra>> alla <dichiarazione di guerra>>, dalla <prosfatrrrrzione dello stato d'assedio>> alla rivendicazione del <di ritto clel pi forte >> (il tutto, ricordiamo, per spiegare il trafugetrrrrrto di una manciata di palline: ma, come vedremo in seQulto, Einstand potr applicarsi anche a eventi di tutt'altro Eellhrn). Molnrlornisce quindi un'adeguata esemplif icazione f ttn caso d Einstand, con la quale esordisce e termina l'unico aso cli esplicito bullismo del romanzo. Il piccolo Nemecsek d un'aggressione da pate dei famigerati fuatellPa=conta c=fnt, irltenzionati per I'appunto a at man bassa delle palline altrrri, Vale la pena-di notare, tuttavia, come questo episodio, aelt'economia generale dell'opera, abbia altres una sua peculiare l'unzione narrativa, quella di esemplificare concisamente ie farrr,r gueriera e la pericolosit delle Camicie rosse, delle qir:rli i Pasztor fanno pate.
Nel llomeriggio io lNemecsek] e Weisz e Richter e Kolnay e Eeralr,ii siamo ndati al museo' Prima avevamo pensato di gio-

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BULLI

DT CARTA

<(STATO

D'ASSEDIO>

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care alla palla in via Eszterhazy, ma la palla l'avevano quelli del= l'lstituto tecnico, e non ce l'hanno voluta prestare. Allora garabg disse: oAndiamo al museo, a giocare a palline contro il murou, l siamo andati, e abbiamo incominciato a giocare: ognuno doveve tirare una pallina, e chi ne toccava una di quelle gi lanciate pe= teva prendersele tutte. Avevamo tirato uno dopo l'altro, e vicino l muro ce n'erano gi una quindicina, di cui persino due di vetri quando all'improvviso Richter ha incominciato a gridare: oE finitp arrivano i Pasztor!>. lnfatti i Pasztor avevano voltato l'angolor v= nivano avanti con le mani in tasca e la testa bassa, camminandg tanto adagio che ci siamo spaventati tutti. Contava poco che fosimo in cinque; loro due anche da soli hanno una forza da batterne dieci. Del resto poi non eravamo in cinque, perch se le cosa si fosse messa male Kolnay sarebbe scappato, e sarebb scappato anche Barabs: perci si pu far conto che fossimo ln tre. E secondo i casi me la sarei data a gambe anch'io, e allore non restavano che in due. E se anche fossimo scappati tutti e clfl= que non sarebbe servito a niente, perch i Pasztor corrono pl forte di tutti i ragazzi della scuola e ci avrebbero presi senz'altrg, Allora ho detto a Kolnay: <Senti, a quelli I piacciono le nostf pallinelo. Weisz stato pi sveglio, perch ha detto subito: <Ven-

':ir

ullo tutte le palline e se le era messe in tasca, mentre l'altro mi h,: grrt'so per Ia giacca gridando: uNon hai sentito che ho detto f lrct.trd?). Naturalmente io stetti zitto. Weisz, vicino al muro, si
(

irriqqo i frignare e Kolnay e Kende sbirciavano dall'angolo del ilurto, I Pasztor, raccolte le palline, se ne sono andati senza dire tlit,l ll,lrtlla.t

gono, vengono qui, e faranno un grande Einstandl>.lo invec pensavo che non ci avrebbero dato fastidio, perch noi a loro non abbiamo mai fatto niente di male. Difatti in principio non cl hanno dato noia: si sono fermati a guardarci giocare. Kolnay mi ha detto sottovoce: <Senti, Nemecsek, smettiamola>. Ma io gli ho rl. sposto: <Ci, proprio adesso che hai tirato tu senza prendef niente! Adesso tocca a me; se vinco, smettiamo>. lntanto avev tl= rato Richter, ma gli tremava la mano per la paura, e di soppiatt guardava i Pasztor, perci non riusc a far centro. I Pasztor non Bl , muovevano ancora; erano sempre I fermi con le mani in tascei Poi ho tirato io e ho fatto centro, e cos ho vinto tutte le palline, Stavo per raccoglierle - ce ne saranno state almeno trenta = quando uno dei Pasztor mi saltato davanti mentre l'altro, il ml= nore, ha gridato: <Einstand!>. Mi sono voltato e ho visto Kolnay Barabs che gi stavano scappando, mentre Weisz tutto pallidE era appoggiato al muro e Richter era incerto se scappare o no, lB ho cercato di ricorrere alle buone maniere, e gli ho detto: <SU= sate, ma non avete il diritto>. lntanto il Pasztor maggiore avev

'l'tttt'altra aria, almeno sotto il profilo "militate", si respira ln La guerra dei bottoni, ove non ci sono vittime sacrificali n i'at,aiilo dei codici d'onore. Ai prigionieri vengono sottratti litrttoni, lacci e stringhe e devono tornasene a casa mezz ehrlnelellati: Ia trovata geniale fare la guerra nudi, cos da iinn offrire al nemico la possibilit di ritagliare il bench miillrrrrr trofeo. Anche qui ci sono imboscate,b^ttaglie, scontri, r lt'rl ttucce, fughe, tradimenti, tutto l'armamentatio, insomma, cire t'i si aspetta di trovare in un romanzo sui, e per, ragazz. {trrlrierrtato, secondo la dichiaruzione dell'autore, intorno al ;Eq4 (anno in cui, in Francia, l'anarchico Caserio assassina iarli (larnot e Dreyfus viene condannato), nelle sue pagine cirFrrld come un afflato che si potrebbe definire, sia put molto getrericamente, anarchico, mentre il mondo degli adulti, assai gt!t pr'.t.nt. che nei Ragazzi delk ai'a Pal,ha da un lato la funione cl'imbrigliare e contenere gli eccessi bellicosi ma sopratlilitri I'eccessiva ndipendenza di spirito dei giovani, pur faEeltelrr, in linea di massima, una figura assai poco brillante. l{err rr caso, suggella il romanzo un'icasticabattuta di La Crieue, uno dei monelli: <E dire che, quando saremo grandi, samagari scemi come loro!>>, dove
=F!11rr

<<loto>>

sono, ga aA sans

dle, i genitori e gli adulti in generale. (rrnre nei Ragazzi della uia Pal, anche La guena dei bottoni pfeaerrta due bande rivali di rugazzini perfettamente organizlrrcenti capo, rispettivamente, ai paesi di Longeverne e di =te, Velrarrs. Se il romanzo di Molnfu, d ambientazione rigorosaFente nrbana, sembra in qualche modo riflettere la tigida e f etn rrr I i stica or ganizzazione militaresca dell'impero asburgico
= t,' lrtrnelli, Mondadori, Milano ry97.
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cirazionisonotrattedaFerencMolnr, IragazzidellauiaPal,ttaduzioned

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84

BULLI DI CARTA

<<srATo

D'ASSEDTo)>

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ed esalta il rigore morale, il rispetto delle regole e delle gerer= chie, quello di Pergaud, ambientato nel profondo ventre della provincia rurale della Francia, descrive una guerra assai pl smargiassa e briccona, ma che non per questo si sotffae al fl= spetto delle regole. Le bande di Longeverne e di Velrans non conoscono il linguaggio cavalleresco dei piccoli budapestinl, conducendo anzi una sorta di "guema patzlleIa" sul piano vef= bale, con scontri indubbiamente molto coloriti e suggestivi,
Bordate di insulti furono lanciate da ambedue le parti a raffichg e a trombonate; indi i due capi, egualmente sovreccitati, dopo e*

tr,rhrlr' (se cos pssiamo dire), e al successivo duello d'artiglieria


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la lotla, quel giorno, si limit pertanto al succitato scambio di

lir non fece nessun danno serio

n da una parte n dall'altra.t'

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sersi lanciati ingiurie classiche e moderne, quali usfondatori dl porte aperte!n e ostrangolatori di gatti per la coda!, ritornaroR all'uso antico, gettandosi in faccia, con la slealt tipica dell'occa= sione, le accuse pi arzigogolate e pi ignobili del rispettivo ree pertorio: oMa guardalo l, quello che sua madre gli pisciava nell
sbobba per fargli la salsa!u

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Altlo che f icastica concisione dello Einstand, con il buon |.letnccsek che si limita a replicare piccato alle prepotenze dei fralelli Pasztor: <<Scusate, ma non avete il diritto>! La guena et lroltoni rispecchia un certo spirito gaulois, vagamente anerrirlr e scapestrato, come del resto afetma I'autore stesso *rella prefazone, che esalta le radici etniche ed esordisce nel iirrtne liberatorio, e propiziatorio, di Rabelais: <<Poich sono titt eeltrr - scrive Pergaud -, ho volutofare un libro sano, che ftiqqe rt un tempo gallico, epico, e rabelaisiano, un libro nel qrra!r: scorrest. il tem. dell'esistenza,la vita,l'entusiasmo: e il
*iau, il gran riso gioioso...>>. Ilrrrr campanilistica rivalit oppone

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puttana!>

te, allora, che la tua chiedeva il sacchetto dei marroni al eA= stra-tori per farteli sbaffare in insalata!> <Ma senti quello che suo padre diceva che era meglio tirar U un vitello che un sifulo come luilu ,i,, <E te, allora, che tua madre diceva che era meglio dar la tetta *tr .,i una vacca che a tua sorella, che cos almeno non allevava une
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uMia sorella> ribatteva l'altro che non ne aveva osbatte il burrel i e quando sbatter la merda, te verrai a leccarle il bastone!r oP=;i, !. pure: <Mia sorella tutta coperta d'ardesia perch i rospiciattoll $ [i come te non possano arrampicarcisi!> $l F ::.:: ij "r l <Attenti> avvert Camus oche il Touegueule comincia a tirar $. lt 'l
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sassi con la

fiondalo

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Un sasso fischi in effetti sopra le teste, cui rispose un coro di sghl= $ gnazzi; poi fu una gragnola di proiettili da una parte e dall'altra, mefl= F tre il fiotto schiumante e sempre pi denso di ingiurie salaci contl= { nuava a fluire dal Folto Crande alla radura, il repertorio di entrambe le $i forze in campo essendo tanto abbondante quanto riccamente scelte, .$

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Senonch, era domenica: i due eserciti vestivano gli abitl . buoni, e dunque nessuno, n i capi n i soldati semplici, intn= '' deva comprometterne Io stato mediante pericolosi corpo a corp6r
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ngazzi di Longeverne, a quelli di Velrans, guidati dal'Aztec Edflltnnati da Lebrac, deq ( rrs. Ci si pu odiare, ci si pu scontrare, ci si possono i'qmhiare gli insulti pi atroci e persino un sacco di legnate, *na sttcnzine: tutto questo ha un codice. E bench a codici di opposto ubbidisc ano i ragazzi di Pest e quelli di Velrans =egnr) i,ottgcverne, sarebbe giusto aff.ermate che per loro sia que tLitrc di bullismo? In primo luogo, e per entrambi i casi, c' !i!1;t "gtrerra" apertamente dichiarata, quindi, in condizione di belllgeranza, lecito aspettarsi qualsiasi cosa, sempre e doflltlrluc. L'aggressione del branco verso il singolo non -e non le-palFar nrai gritiita, perch i fratelli Pasztor, che rubano line rr Nemecsek e compagni, fanno parte di una banda che irt, nemica dichiarata. E se c' guerra guerra sempre, non t:1,, rltrrante gli scont f.accia a f.accia in campo aperto. Le bat,rl" cli Boka e Feri Ats, i longevernesi e i velranesi scoprono p pt'nlicano la "gueta permanente" e persino la "guerra pteTntivit" in sorprendente anticipo sui tempi' Mal'otganizzalntrr pi o m.tto spiccatamente militare delle due bande e il lrlro rispetto per i "codici d'onore", presuppone pur sempre
fi Lrr citazione tratta da Louis Pergaud, La guena dei bottoni, traduzione di Aniaiiiir lirrcti, F-abbri, Milano zoo7.

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<STATO D'ASSEDIO)>

un meccanismo elemetae ma altamente significativo: l'aggregazione di un singolo a una banda. Aderendovi, I'individuo abdica alla propria identit e assume quella del gruppo, diventa parte di un organismo e cessa, per cos dire, di agire "in proprio" per muoversi, d'ora innanzi, esclusivamente in base allalogica del gruppo. Un po' come le formiche, ciascuna delle quali non agisce mai in quanto singolo individuo ma sempre e unicamente in quanto parte del proprio formicaio. O come i soldati, ai quali, a f.orza di regolamenti, s'impone la cancellazione della propria identit e I'adesione alf identit del "corpo", con il duplice obiettivo di incrementarne al massimo il potere distruttivo e la capacit di proteggerne I'incolumit dagli attacchi esterni. A1 centro dei Ragazzi delk uia Pal come della Guena dei bottoni vi , per I'appunto, I'eccezionale coesione fra i membri della banda,I'esaltazione fanatica dello "spirito di corpo", del senso di appartenenza cieca, incondizionata e, verebbe da dire, totalmente acitica. Il mondo degli adulti, presente in varia misura nei due romanzi ma comunque in apparenza matginale, finisce invece per essere centrale esattamente nella misura in cui le bande dei ragazzi mutuano da questo il proprio codice di comportamento, e che sia di stampo asburgico o d'impronta celtica rimane un fatto assolutamente marginale. Assai pi importante, invece,
che il codice sia finalizzato all'instaurazione, al mantenimento e alla corretta gestione di uno stato di belligennza permanente, il quale finisce per configurarsi come una sorta di vero e proprio "rito di passaggio" volto a garuntire che i mgazzi, una

,lre precisamente il contesto di base in cui si smuttura il bullismo. Allora, si potrebbe concludere che l'apparente non-bulli',rno dei ngazzi di Pest, di Velrans e Longeverne, cos bene or*rnizzati e rispettosi dei "codici", sia in realt un bullismo sulrlimato, precocemente modellato in base alle regole mutuate ,lagli adulti, e che 1o scontro fra bande altro non sia che il "rito iniziatico" propedeutico allo stato di "voleza permanente", e linanche di "violenza preventiva", con cui, una volta cresciuti, si dovranno inevitabilmente misurare.
Vi ricordate l'espressione nfare l'einstandrz. Sono ifratelli Pasztrrr, grandi e grossi e prepotenti, a fare l'einstand al piccolo Ne,,recsek, portandogli via tutto il suo patrimonio di biglie. <leinsland anche una dichiarazione di guerra/ un'espressione breve e r ategorica per proclamare il diritto del pi forte...>. Quarant'anni rlopo l'uscita dei Ragazzi della via Paldi Ferenc Molnr, l'Unione Sovietica aveva fatto l'einstand all'intera Ungheria, ai suoi macr hinari, al suo uranio, al suo grano e al suo popolo. E quando, ,rltri dieci anni dopo, il suo popolo ne ebbe abbastanza e si rilrell, l'uRsS lo schiacci con icarri armati, senza neanche dir hiarare la guerra...t

volta cresciuti, perpetuino I'aggressivit propria del mondo degli adulti. In questo contesto, l'appanto dei "codici d'onore" ai quali i vari gruppi mostrano scrupolosamente di attenersi ha la funzione di incanalarc l'aggressivit, regolamentarc gI istinti, evitare esplosioni inconrollate di violenza, inutili e dannose in primo luogo pet il gruppo stesso. Nel contesto urbano della capitale ungherese o in quello rurale della provincia fuancese, il codice "adulto" al quale t mgazzi si uniformano rincorre modelli di forua e di potere , enatizza il successo e svilisce i perdenti, ammira I'autoritarismo ed esalta i capi carismatici, il

Mosche, port^ alle estreme problema trasferendolo su un piano, per cos conseguenze il dire, anropologico. Partendo dal presupposto, esplicitamente clichiarato da Golding, che <<l'uomo produce il male come le tpi producono il miele>>, il romanzo postula I'assunto che ['uomo, lasciato a se stesso, sviluppa rapidamente e, si direbbe, del tutto "naturalmente", un'indole "cattiva". Afferrnare che Golding sembri, con questo, voler confutare a suo modo Rousseau, per il quale, com' noto, sarebbe 1a societ a coffompefe l'uomo, di per s "naturalmente" buono, non rende giustzia alla complessa tematica di fondo del libro, ove non af.fatto questione dello sconffo tra "buoni" e "cattivi", bens della manipolazone degli individui da pate del potere e delle dinamiche della psicologia di massa.
7. Adriano Sofri, <La Repubblica>, r7 ottobre zoo6.

Il terzo omafizo) Il Signore delle

BT'LLI DI CARTA

<{STATO D'ASSEDIO)>

gazzinl inglesi soprawissuti a un incidente aereo mentre sono rr rrolo d{evactizione durante un imminente conflitto plane' tario. Naufraghi su un'isola deserta, si mettono all'opera-per organizzarci,lna, tentando di imitare le regole del mondo degli ud"rrlti, 6asformano quello che poteva essefe un_paradiso terrestre in un inferno dominato da paure itrazionali e compofta' menti selvaggi. La f.orzata convivenza genefa nei novelli Robinson istiritl brutali e irrazionali che prevalgono sulf intelli" gefiza, e il gruppo precipita rapidamente in un abisso di barbarie. Ralph, iI leader democraticamente eletto, intelligente e leale, vorrebbe organizzate la nuova societ in base a leggi eque e ruzionali, -.tttt. il suo amico Piggy incarna. il ffagico failimento dell'umano raziocinio in un mondo destinato a essere dominato dalla scaltrezza, dalla crudelt e dalla pfepotenza espresse da Jack, l' antagonista "cattivo"' Quest'ultimo simboleggia Iabrima di potere, ambisce a diventare leader carismati-del gruppo e organizza alcuni compagni in un clan di cacciatori, iibelli alle regole di Ralph. Jack assume atteg' giamenti vioienti e prevaricatori, ma]a sua funzione, nel con' esto del omanzo, roptutt.rtto quella di incarnare il lato pi subdolo e oscuro del ptere, che con lucida e fredda deliberazione sfrutta I'incfinzione della massa a essere blandita nei suoi istinti pi rozzi e primitivi. Applicando gli astuti_espedienti di qualsiasi dittalore populista, non fa app-e-1]9 aIIa tagione ma-al!a visceralit, non al raziocnio ma all'istinto, e fresto trae dalla sua parte quasi tutti r ragazzi, organizzan" oli in una specie di-trib del tutto sottomessa al suo co'
mando.

Il

Signore delle Mosche accot^ la storia

di un gruppo di ra-

nato ad avere vita bteve, perch ben presto quasi tutti i rarlazzi sono sedotti dallo stile di vita propugnato da Jack, autorrominatosi capo di un clan di cacciatori, preposti a procacciare
rLLa

il cibo uccidendo i numerosi maiah che popolano l'isola. La fama di cacciatore gli conferisce ben presto trrr'anita parti-

t'olare, ed egli, che ambisce a diventare capo assoluto, instilla,

Ralph e Piggy vorrebbero pianificare la vita collettiva in base i leggi oidinate e valide per tutti, con un'equa-sparti' zione di i-iritti e doveri, di lavoro e sacrifici individuali in nome del bene collettivo. c' da tenere acceso il fuoco, fare pulizianegli spazi comuni, usare det_erminati luoghi e non alffi per i bisogni orporali, fare scorte d'acqua, co.struire rifugi si' iuri per ,"ipurutri dalla pioggia. Questo modello per desti-

t'oltiva ed eccita abilmente nei ngazzi un sentimento-chiave lrotentissim o: la patra. Paura dell'ignoto, della solitudine, paura della <Bestia> im,'ronda e altrimenti innominabile che si nasconderebbe negli ;rrrfratti della giungla, simboleggiata dal macabro simulacro t'r'etto dallo stesso Jack e detto per l'appunto <Signore delle Mosche>> (non a caso, uno traitanti appellativi del demonio). Ma soprattutto i ngazzi scoprono la paura di auere paura, cio rrno st4to di paura permanente, rispetto alla quale egli si pone tome il gaafite assoluto, il vicario "virile", il simbolo del ,'rondo degli adulti, I'audace procacciatore di cibo abituato ad ,rvere commercio con la morte, il leader carismatico che, attra,'crso orgiastici riti apotropaici , esorcizza i timori, vanifica le ,rngosce, scongiura lapawa della <Bestia>>. Naturalmente, per r iltto questo c' un pezzo da pagate. Se nel modello sociale poposto da Ralph ciascuno re,lronsabile di se stesso nei confronti del gruppo, nel modello rr ibale di Jack l'individuo si dissolve nell'identit collettiva ,lcl gruppo stesso, anzi, per meglio dire, della trib. Non a , rrso, irifdtti, il primo atto formale compiuto daJack una volta ,liventato capo quello di imporre a tutti una maschera, di rrrrpiastricciarsi e colorarsi il viso sino ad alterure profondarrrcnte i connotati, trasparente metafora di quell'annullanrcnto individuale che il fondamentale presupposto dell'aptrrrtenenza al branco. Jack propugna 1l soddisfacimento imrncdiato degli istinti, organizza il suo gruppo in base a urn r,v,zalogica tribale, il capo carismatico che pensa per tutti e ,r cr-ri tutti debbono obbedienza cieca. Si va a caccia di maiali, ',r irrrostiscono le carni , si danza intorno al fuoco intonando ,;rrrtilerie obnubilanti. Non ci sono regole n responsabilit, I'rrsta obbedire al capo. MaJack sa benissimo che, per mante-

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nere questo stato di cose sempre vivo, indispensabile una co.u, u.re un nemico. Solo se ci sar sempre un nemico da inseguire, da perseguitarc, da torturare' da scannare, il gruppo cntinuer a sentirsi coeso e prono agli ordini de| Ieader. Cos Ralph, I'ex capo democratico che ormai tutti disconoscono) diventa la preda da cacciare, e il romanzo si chiude per I'appunto su questa delirante caccia all'uomo, la quale, per 1'assurdit che la sottende e I'incredibile ferocia, appare come la perfetta esemplificazione, il simbolo stesso di ci che vi di pi essenziale nel bullismo: un meccansmo demenziale gen.iuto dalla paura che usa Ia violenza all'unico scopo di perpetuafe se stesso. La comunit di bambini e ragazzi che precipita sull'isola si ritrova priva di figure adulte e, in qualche modo, messa nelI'impellente, ancotch in larga parte inconsapevole, necessit di surrogare quest'assenza, imboccando con ci una strada che la conduce a mimare ozzamente, ma con devastante e puntuale e.fcacia,l'essenza, per cos dire, di quelle regole del mondo adulto che essa, nei modi e nelle misure pi svariate, ha inconsapevolmente introiettato. Al tramonto dell'educazione formle, in apparenza del tutto inefficace in quel contesto selvaggio, corrisponde l'emergere di forze che, con un po' di conformismo, ci piace definire "oscure e brutali" ma ih. ,otro, in sostanza, peculiare espressione dell"'animale"
uomo.

il bullismo appare alla stregua di un elemento allotrio poich non esiste una societ adulta provvista di regole ,lrr infrangere o imitare. Ma i ragazzi del Signore delle Mosche, l;rsciandosi andarc irrazionalmente ai propri istinti, genetano l,cr I'appunto le regole di una societ, della societ, e se pu ,rpparire che in questo processo generativo il bullismo abbia il ',rro posto, e magari un posto preminente, alloru bisogner ras',t'gnarsi a daryl un altro nome, pi confacente aIIa funzione ,lrc, per cos dire "naturalmente", sembra cos efficacemente
;,r'ima vista
,rssolvere.

Nel Signore delle Mosche presente un episodio, per cos ,lire, "propedeutico", che simboleggia uno dei pi classici leitrttotia del bullismo: il cruento infierire del branco su una creatrrla inerme, in enffambi i casi, un animale, che ritroveremo ,rrrche in Pasolini. Negli Studi sulla uita del Testaccio d que',t'ultimo le vittime sono un gatto e una lucertola, orrendarrrcnte massacrati dai rugazzi sulle rive del Tevere, nel ronrirnzo di Golding la scena dell'uccisione del maiale esprime rrrrrr tale violenza da trasformarsi in una sorta di orgiastico rito lrlrotropaico, nel quale darcla morte nel modo pi sanguinoso ,',1 cfferato diventa il modo per scongiurare la paura della
ilt()l'te stessa.

Contrariamente a quanto accade nei Ragazzi della uia Pal e nella Guerra dei bottoni, due romanzi nei quali i giovani adottao tout court modelli comportamentali adulti - dalla struttura militaresca asburgica, esaltata dal puntiglioso rispetto di un sovrano "codice d'onore", alla smargiassa e briccona, ma non per questo meno "civile", contrapposizione campanilistica - Il-Signore delle Mosche conduce una spietata analisi delle radici prettamente politiche di ogni agire umano: qui non ci sono le regole del mondo degli adulti a cui contravve' nire mediante provocatorie esibizioni, ci sono bens regole da creare, r'rn modo da otganizzae) nna societ da modellare, Come nei Ragazzi della uia Pal e nella Guena dei bottoni, a

(.ircondarono il cespuglio ma la scrofa se ne and, portandosi vr,r un'altra lancia nel fianco. Quello strascico di lance la impacr r,rV<, le punte aguzzet infilate di sbieco, erano un tormento. | ,,r,r and a sbattere contro un albero, cacciandosi ancora pi adrlr,rrtro una delle lance: dopo di che chiunque dei cacciatori potr,v,r inseguirla facilmente, tanto copioso era il sangue che perr[,v,r. ll pomeriggio passava, nebbioso e paurosamente soffocante; l,r rt rofa continuava a scappare davanti a loro, perdendo sangue, lr,rrt ollando come pazza, e i cacciatori le andavano dietro, posserlrrti rla una gioia feroce, eccitati dal lungo inseguimento e da tutto rgrrr,l sangue. Ormai la potevano vedere, quasi la raggiungevano, rr,r (,ssa saett via con le sue ultime forze e riprese una certa diil,lnra. Le erano proprio dietro quando essa arriv, barcollando, a rrrr,r radura dove crescevano dei bei fiori e delle farfalle danzavano rrr,r irrtorno all'altra e l'aria era calda e ferma.

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Qui, abbattuta dal calore, la scrofa piomb al suolo, e i eE= ciatori si gettarono su di lei. Quella spaventosa irruzione fuorldg un mond conosciuto la rese frenetica: strillava e saltava, e l'gfi ,' era piena di sudore e di fracasso e di sangue e di terrore. Rug= gero correva intorno al mucchio, spingendo con forza la sua lg= ia ogni volta che vedeva la carne della scrofa. Jack le balz ggl dorso"e piant gi il coltello. Ruggero trov un punto cne cedev ,.,i e cominci a spingere, buttandosi sul bastone con tutte le gg I forze. Adagio adago Ia lancia penetrava, e gli strilli terrorizzati*i divennero irn gridsolo, altissimo. PoiJack trv la gola, e il san='$ gue gli sprizz"sulle mani, caldo caldo. La scrofa s'accasci stlg ifl i toio ed essi le furono sopra con tutto il loro peso, appagatlfl=lil nalmente. Le farfalle danzavano sempre, distratte in mezzo all f
:

piccoli corsero fuori del cere Ralph, sotto la minaccia del cielo, provarono anrlitir, l'iggy rli e'qqi una gran voglia di far parte di quella societ demente ma iii ilu,rlr.he modo sicura, e furono lieti di toccare le schiene brune di iprella siepe che si stringeva intorno al terrore e lo governava a
i,agiptrscntava il terrore del maiale, i
Stiar
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ltl0(.1o.

I'n,ttdetelo! Ammazzatelo! Scannatelo!>


il

ll trtovimento divent regolare mentre la cantilena perdeva

In 1rt'ittto orgasmo artificiale e cominciava a essere scandita con Hft tlltno sempre uguale. Ruggero cess di fare il maiale e divent ill r alliatore, cos il centro dell'anello rest vuoto. AIcuni dei

radura.

Alla fine l'orgasmo della strage cess, i ragazzi si tirarono dietro, e Jack si lz in piedi, levando le braccia.

giirruli ftrrmarono un cerchio indipendente, e idue cerchi com;rientc,ntari giravano e giravano come se la ripetizione fosse di per un rrczzo di salvezza. C'era il calpestio e il pulsare di un solo
lriH,tll i5rx).
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Quando ormai si consumato il divorzio tra Ralph e lt ; di Jack, quest'ultimo comanda al branco di eseguire h ,j danza propiziatoria alla caccia al maiale. Piggy e Ralph, ultid { due esponenti della societ "civile", provano anch'essi, pef uB attimo, l^ tefitazione di far parte di quella <<societ dementell che, per un vertiginoso istlnte, avvertono <in quaiche mod sicuro, rassicurte in virt del suo straordinaiio potere d. sublimare la paura attraverso la celebrazione di un irra rito collettivo. Sta per scoppiare un temporale e imgazzi gua dano il cielo preoccupati, esitando sotto le gocce di piog Un'ondata d'inquietudine li fa ondeggiare, i pi piccoli minciano a correre qua e l, srillando, quando Jack grida
suo comando.
<Facciamo la nostra danza! Avanti! La danza!,

ll r it'lo oscuro fu squarciato da una cicatrice bianco-azzurra. tJrr lEl,urte dopo il tuono si rovesci su di loro come una frustata
;ligrrrrtt'sca. La cantilena sal di tono, freneticamente. u l' rendetel o ! Am m azzate I o ! Sca n n ate I o !,
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l,r rlal terrore nasceva un altro desiderio, compatto,


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iettte, t icco.
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! Am mazzatel o ! Scan n atel o !,

Egli corse, affondando nella sabbia, fino allo spazio ape sulla roccia, al di l del fuoco. Tra un lampo e l'altro l'aria oscura e terribile, e i ragazzi lo seguirono con grandi clamorli Ruggero divent il maial grugniva si buttava contro.;ack che tl tirava da parte. I cacciatori presero le loro lance, i cuochi i lot'l

spiedi, e gli altri i rami pronti per il fuoco. Cominci un movl mento in tondo, e insieme cominci la cantilena. Mentre Ruggerg

A qtresto punto il rito collettivo, sin qui animato da puro i=tititrr csorcizzante, con un processo di degenerazione af..atto "titurrrlc", sfocia senza soluzione di continuit nella follia Fllticiclrr. Uno dei ragazzi, Simone, che non aveva partecipato *!le festa ma si era ritirato in solitudine sulla montagna, e l veva eilsualmente scoperto il cadavere di un aviatore ancora seertto al suo pancadtte - quello da cui tutti i ragazzi, appenn irrtt'avistolo, erano fuggiti tenozzati scambiandolo per le lllst ia> - giunge inopinatamente a portare la notizia del ri" aeve re nto. Scambiato, nell'obnubilamento della danza, per le aileHtia> stessa, viene crudelmente trucidato. Gli impulsi gcEJir'l dcl gruppo, catalizzati dal rito collettivo, si tramutano ie insrrelita, ircazionale ferocia, e i bambini massacrano un ieFo r,,,tnpagno, un "diverso" che preferiva meditare in solittelirre, Nell'ambito del simbolismo del romarrzo, Simone rapr r

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presenta un personaggio spirituale, una sorta di profeta vislrr. nario, come del esto esemplifica ampiamente il suo temiblle colloquio immaginario con il simulacro della <Bestia>, che ln stesso Jack aveva eretto utilzzando il cranio di una scrofq Jack consapevole che la paua, il vivere in una condizione cii permanente terrore di un "nemico", I'espediente pi effl cace per tenere in pugno i deboli e manipolarne le menti, Si mone, dal canto suo, un'ulteriore, tragica versione della "vittima predestinata", questa volta in virt delle sue pectl= liari doti spirituali, acuite dalla condizione di epilettico clle lo rende "diverso" per definizione. In completa assenza di pe= role, ultimo inutile retaggio di una ormai definitivament nauftagata "dimensione umana", il branco f.a a pezzi il povere Simone.

iF lir norte di Simone viene consumata nel corso di un olgia.,tir'rr, lrenetico rito collettivo, quella di Piggy, incarna:i*irre rli r-rna fede irriducibile nelle salvifiche virt della ra-

Di nuovo balen su di loro la cicatrice bianco-azzurra e pf{: ruppe l'esplosione sulfurea. I piccoli strillarono e si buttarono ln= torno alla rinfusa, fuggendo dall'orlo della foresta, e uno di esei, Ierrorizzato, spezz il cerchio dei grandi. <La bestia! La bestia!> ll cerchio divent un ferro di cavallo. Qualcosa veniva fucfi dalla foresta. Veniva avanti al buio, strisciando, non si capivd come. Cli strilli acuti che s'innalzavano davanti alla bestia eranE pungenti come una ferita. La bestia entr barcollando nel ferro di cavallo.
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Prendetelo ! Ammazzatel

! Scan natel o ! >

La cicatrice banco-azzurra era continua, il rumore insopportA= bile. Simone gridava qualche cosa a proposito di un morto su un

<Prendetelo! Ammazzatelo! Scannatelo! Finitelo!> I bastoni scesero con forza e la bocca del nuovo cerchio stritol e url. La bestia era in ginocchio nel centro, le braccia piegate sUl,:, volto. ln mezzo a quel terribile fracasso, gridava qualcosa a pff= posito di un corpo sulla collina. La bestia si trascin avat1tir. spezz il cerchio e piomb gi dall'orlo della roccia, cadde sull sabbia presso l'acqua. Subito la folla la insegu, scese dalla rocel; balz sulla bestia, strill, colp, morse, strapp. Non ci furono pe= role, solo una furia di denti e di unghie che laceravano.
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collina.

vicne invece consumata a freddo, come un omicidio d.f il'"t'rrto. Raph, Piggy e gli unici d:ue ragazzi rimasti fedeli rl i'er r'lri<r gruppo democratico afftontano a viso aperto quella rhr. rrr'lniri diventata la trib di Jack. Emerge con chiarezza le tlirrarnica del gruppo completamente soggiogato al proprio reirri (f f cluale, infatti, a un certo punto grida trionfante in ie:ria n ll.alph: <Hai visto? Fanno quello che voglio io>). Le individualit si fondono in un'unica trib, in un corpo =siiirik' relsrltr clre si muove all'unisono agli ordini del leader. E una 1'e=!!u:I..'.i(lrc che, per come strutturata, ricorda da vicino clcscritto da Pasolini in Ragazzi di aita, con il Piatto!ri=rrilio i=lr,r lt'H,lto al palo e bruciato dai suoi stessi compagni. Ma .'rii I irrkling sottolinea anche un alro elemento volto a n{fsr aere l,r coesione del gruppo, l'annullamento delf individuo ielie qi pcrcepisce inerme) in un'unica entit (percepita come i*ililrntente). Questo elemento-chiave la diversit. La vitti+rr* rk'vc essere riconosciuta come non-umana, deve essefe eiegtarlrttrt perlomeno a livello animalesco, di un'<<altra spet'is-, irrsumma.Ed precisamente <<di un'altra specie>> che il Eritlrplr rrgli ordini di Jack (gruppo <dipinto>, precisa Goldi*rg, rrttolineando ancota una volta f importanza delle mas=lrete rribali) percepisce i gemelli Sam ed Eric, altrimenti delti Srrrnmeric, superstiti del vecchio gruppo e recalciranti * ah,licure alla propria residua <civilt> (quando vengono g!:elrliti dal branco, scrive Golding, la loro protesta <(venne jgi 1rr,'l'ondo della civilt>): <Ora il gruppo dipinto sentiva +-!ie i ,lrrc Sammeric erano di un'altta specie, sentiva la fsrua di eiri rlisponeva. I due gemelli vennero buttati a terra in Fi!,r rrr,rclo, con orgasmo. [...] la trib e i gemelli erano un sol Etie,rlrio c:he gridava e si torceva. t...l.Jack si volse a Ralph e gli Jiesr tra i denti; "Hai visto ? Fanno quello che voglio io" >. Itatrtri, l)iggy tenta invano di fare appello agli ultimi brandetlt ili t'oscienza del branco, ormai estinti: <<Che cosa megiic llriccle - essere una banda di negri dipinti come voi, o
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BULLI DI CARTA

essere ragionevoli come Ralph?>>, ma come unica risposta eliri branco si leva un gran clamore. Allora Piggy incalza: <<C,lte cosa meglio: avere delle leggi e andarc d'accotdo, o andere a caccia e uccidere?>>, ma questa volta al clamore si aggiunge il sibilo di un sasso. Allora interviene lo stesso Ralph, clre grida con tutte le sue forze: <<Che cosa meglio: la legge e le salvezza ola caccia e la barbarie?>.

ll'ti lrnnno ehiamalol sgqaldrina o pqttana,,


II Iru|lismo qessale pu iovina*p le vitc de,bambini, ma;si, fa'ttpp, poco ,pr fbrrnaltt
iiaa aetliccnne della Coril!!reglifl slata ripetula' rtieitle eh iIrnata "battona'1,. p6ielg nvt'vrt un seno abhpnrlurrle:
Fl!

Ora anche Jack gridava, e Ralph non pot pi farsi sentire. JatL si era ritirato in mezzo alla trib, ed essi erano una massa cotu: patta, minacciosa, irta di lance. Si andava formando tra loro l'ln= tenzione di una carica: quando fossero ben bene eccitati, avreb= bero fatto piazza pulita. [...] Su di loro si rovesciava una temperstrl di clamori, una cantilena magica carica d'odio.8

edse.ahe. i'Idri satebbero mai rtollerate rnei luqghi. di lavoio"r alice, Maria Banos

carle, Non se, ne sce crescendo, anzi, si eresce,nel.

Srnith,'dell'asilociazione,
Wbmn16ind

l:abitudine alle molestie sessuali,, a dif,ferenza, di


; 11161!l :a!tri'

llla fine si
il

Wixldwide,
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qprypiihfneuti
r0hot.,soornt

seno, ttella, ryranre tli lbrmare il bil., li==rril rrci suoi confronti,,,:

rlrluuo

'iEppuiq:,.le :!Coolq,,lgslr6,::

legat:

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ali:

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bti{tisnl'o:;' comb,

iina qulltordicenne.'il,
F:ssr hfl sopportato pef
aiieel

rli cssore chianata,

banbini:.non, hanno. ns.,r. :., pe_iianq . qqado,i, b- ambini -cieiconol.'Stein,"riilil 'suna sqelta risptio sl:fall6:' ri i ,.: : ,,. ' : ch; aldeno ilein:qanto:i: di,fteq$nlarll'i. Conte,ogti, gpttrl ifi tjuli .' i, gll@l glr ris4lerinolestie llerno' pu,riqvrqa& la vi!a:
:3essu.ali,ft 1le,scuol,sliimo
,

'Fiillrill.l" r: ha pensato al sgit lrlirr: ttn giorno. url.q

iierlitu di

adolescentil

dell .vittim,,,,nra,il fatto che riguar{i1 t41 qfral seq.:


sual'tenalb: pi,'diffiei'l',

aurnslf4do;,

lJSl:

sia:diiea:

tantlOtpir viOlnti:isEsqualt
rhnt,:e. cir,st,:ifenentlr

i'heiitin nggredita e''deng:


{et-a. eepurrcndole il serto,, etatri pilchiata cos dura'

ricoe., fle ltt trsPcdale pe{, lle FiHrtil. lln sedicenng ,|; $ehr iirruNnlo di violenaa
merrle che stata

il Eirii,giCIvailq1, i :'I U4i indtein, delll If triortQ,: Naliolul, g,dqgli la.te$*ntir l mgstra che-la, tnet degli:,
:;;,;:,r

ln:sgnaitir :,,S,!ata te$li; moner dell'uso',di,.rln.lii: :.bllitrnsr


aggreqsionir lEli8veli; 411i?t wlo la:,pubblica eibiaiOne:
:

+seuttle

lu una quattoidi..l

gqaggio' sss$iil4,e,'di ia$i; di,'


e,

;iri, e un nltro accusii. ii-i eter' I'ilrrrtto la violefzar,

chC;,

dove,citi

a-crtadQ; alpadg: fip$lgr-rt_e.

difltto lc immagini trai':

lnfte. Iini,Ameiiidar,'doi.,
:

FiF ll telclrno cellulare.


QEeali rurto solo alcuni

di,moleltie, e,violrlua,

3s!

I'sbi, ritat''.bo;ndotte: rnslle

sual.i::,(.,.,. )11,,dichiaf a .Nan:

l.pi:riqche$e,: tqtlb: mo!9f

rll lrrrllismo sessuale, $earluli rrcgli ultimi annl: gE brrlIilnro sessuale,si' F iFFnrle tlullsiasi atto, tlai; ilrttliilenti su I I'aspetto lil,
eaci iFti ltEli insulti, dalle ca.

Stei!., riceicriOe,presqo , :dtiie: sossurall'nelle,.scd6le;, I'isiintto,'di, rioeic a: ahii, ,,uno. ltudiii ddlAmerinrm ric:ano Wel,lerl*r,'Cgn$r,, r Ailoliatibtr] of:Ehiier$-ityli,,

for WOmdn;,,'eh,rrlA:th. ,scoisor:, niol:ti . ainillr'stu;:


' didndo,'1, ntij,lesti,,aessuiili. ln1ta, scuole: rimoTian;
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Waliiren:,ha:rivalilto:lchitlrilli l tcinqqej,i.agagze,re:iagaeai.,:
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rpeifi

8. Le citazioni sono tratte da \X/illiam Golding, Il Signore delle Mosche, tracl, di Filippo Donini, Mondadori, Milano 1992.

manifElarle :iit' "tio,'sono: stat,r\.itfit,, il,' ppbbf ico,,,:ci,equivalq :a, qqalche,qircostalatdi :buli',:
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*

<(IL GT]STO DELL'ODIO>

<<Il gusto

dell'odio>

folta progenie di sanguinarie fenici sorse dalle clella Prima guerra mondiale, possibile interpretare le eerret'l cit.etrclc cli Trless e compagni alla stegua di una fase, per cos iie, "propedeutica" all'effettivo esercizio del potere, una fase
e===ri

hetre quale

fiell* rlrrole, a causa della sua inevitabile, fisiologica acerbit,


F.tl rneccanismi che stanno alla base delle relazioni umane eilarrrr, alla fine, con essenziale e schematica evdenza.

ri-

i
Un anno prima della pubblicazione de I ragazzi delk aa Pel ,, di Ferenc Molnr, nel medesimo ambito mitteleuropeo, anglr specificamente asburgico, esce il romanzo d'esordio di un glc vane ingegnere, Robert Musil, che negli ultimi anni dell'Otte= cento aveva trascorso un periodo di educazione militare nCl= I'accademia di Mhrisch-Weisskirchen, oggi la citt morave i Hranice,echeiricordidique1lafasede1lapropriaesistef,5! avrebbe riversato nella sua opera prima, I turbamenti del gla, uane Trless, scritto nel r9o3 e pubblicato a Vienna nel r9e, Se il romanzo di Molnr, ambientato tra il proletariato-e le minuta borghesia urbana di Pest, appare come una sorta l ,il "tomanzo di formazione" collettiva, ove bande di ragazzinl fl= 1; vali si organizzano su basi militaresche fortemente impronta i; precipue "pubbliche virt" imperial-regie, nell'oper: -, alle precrpue "pubbhche vlrtu" lmperlal-regre, neII'opf',$ prima di Musil, con una decisa inversione di fronte, c'incl*,'*l triamo nei "vizi privati" dei giovani rampolli delle lite daml=
,

Nrrn si tratt^ in alcun modo di un'arbitraria foruatura interpt'etrttiva, volta a dar corpo e sostanza, basandosi sul clasierr

ectratre

"ienno di poi", a spunti marginali, o addirittum affatto i rispetto alle originaie intezioni dell'autore. Fu ft{rrcll stcsso , infatti, a dichiarare che le circostanze del Trless farlrr stiate riprese da un avvenimento realmente accaduto (i etirrii rli leiting e Beineberg velano appena quelli dei reali i'iif1rp6u'''i di collegio ai qual Musil si era ispirato, Reising e ll*rltrelrrrrg), e in un passo del suo celebre Diario, databile tra il f gtT e il r94r,lo scrittore allude esplicitamente ai due come rgh rrrlicrni dittatori in nuce>>,' prefigwazioni cio dei vari *due lp e <<cesari>> di cui, all'epoca, I'Europa pullulava (Hitler, gtelln, liranco, Salazat, Mussolini, Antonescu, Filov, solo per
rrlcuni).

titat'tr

forgiare le future classi dirigenti, e se non si f.atica a intr dere nella proiezione adulta dei granitici seguaci dei vari e Feri Ats la classica "carne da macello" destinata ad alimeEs; tare I'atroce mattanza della Grande Guema, altrettanto vole scorgere nei due "bulli" Reiting e Beineberg (ma, pF ch no, anche in Trless stesso nonch, in qualche distof misura, persino nella loro vittima Basini), altrettante fu eminenze gdgie provviste della pi spiccata, sofisticata e m6fE bosa "attitudine al comando". E poich, purtroppo, sappianp,l

Nell'trlgido sadismo e nelle crudeli soperchierie che Reiting ilelnr.berg, i due piccoli ras da collegio, infliggono al compaEilrl llnsini, da loro ridotto in stato di pressoch totale schiaEitit, possibile, infatti, reperire in nuce molta psicologia e *derrlttglia nazifascista e stalinista. Per esempio, allorch Musil Jfferrrrrr che Reiting <<amava sottomettere uno con I'aiuto dell'ltr,,, godendo di favori e di adulazioni estorti, ove potesse Eprrt'rrrc, sotto la buccia, il gusto dell'odio>, non fa che ratlEgginre un carattere tipico degli apparati dittatoriali, e lo gleaarr rlicasi a proposito dell'esemplare riduzione di Basini, gEr-i,rlrrrente da pane di Beineberg, a puro e semplice "oggto tli esperimento", sfogo di istinti sadici e libidinosa smaRic rli Frtere. Fatte 1e debite proporzioni, siamo di ftonte, in 9 llrrlx,r't Musil,Diari, a cura di Adolf Fris, inroduzione e traduzione di En;g6 |,ie drrgclis, Einaudi, Torino r98o, vol. II, p. r353.

ll
100 BULLI DI CARTA

T 5

<(rL GUSTo

DELL,oDIo)>

101

quest'ultimo caso, a una specie di Mengele in sedicesimo, elts esercita il proprio frenato sadismo spacciandolo per attivit e sfondo "sientifico", opportunamente parata di farragineei alibi pseudofilosofici. Entrambi, Reiting e Beineberg, attivane una odalit di osservazione, per .oti dire, "entomologic': della loro vittima, che, olte a non avere nulla di razionale, s'ingegna ad ammantare con un'aur- di rispettabilit una serie di plaiiche esclusivamente perverse. Reiting vagheggia colpl di itato dei quali possa profittae, e a essi scrupolosament ti pepaa sfrutando con scaltre zza Ie debolezze e il pi infirac ipirito d'intrigo altrui, sempre, beninteso, nell'ambito di quet= l;altezzoso spezzo della <<massa>> che 1o accomuna a Beineberg (<<la concezione della "massa" come cosa da costringererl scrive Musil in proposito nel Diariot\). L'atteggiamento dei due aguzzini nei confronti della massa sembra anticipare seite pi di un aspetto il superomismo hitleriano, il quale, una tfcn= tina di anni dopo le vicende del Trless, sapr accortamnE sfruttare a proprio favore le peculiari caratteristiche delle massa stessa come <(cosa da costringere>> ma degna, in reclt, del massimo disprezzo. Caratteristiche, sar bene ricordatte, segnate in primo luogo dalf indistinta fusione, o dissoluzione, dei singoli individui in un'unica superiore entit collettive, lt cui prelipua peculiarit sembra essere costituita dall'imevere!bile-inceppamento di ogni facolt di pensiero (la massa, entlt <impulsiva, mutevole e irritabile [...] governata quasi pet in; tero dalf inconscio>>, dir in proposito Freud). Beineberg, del canto suo, persegue la sua volont dipotenza attraverso stfBd$ occulte, f.arnetica di <<Grande Ordine> e <<Spirito Cosmicer; sogna di scatenare l'irrazionale per poi domarlo con cariam da " iniziato ", secondo un' impos tazione spiritualista, irrnzl= nalista ed esoterica che gli consente di offrire al proprio agirC, in barba a qualsiasi principio di responsabilit, inesaurib=lti alibi (e di offrirli, in prospettiva, ai suoi pi che probabili, fU= turi seguaci), adottando alues procedimenti di suggestioF che i dittatori di qualche decennio dopo utilizzeano, in peF=
rc.Ibid,.

i ir r r5r' ( r rrnto eclatanti apoteosi, nelle piazze gremite di ana' qi,l "rrrrrrrini qualunque". Reiting e Beineberg, ga ua sans dire, ==i iriliHntr, tuttavia, essendo coscienti I'uno del potere dell'alr.ri r on strategica perspicacia accondiscendono, <<nell'intei

(,olnilne)>, a opefafe congiuntamente. l-lrrcllrr di Musil la pi lucida e sofisticata analisi letterua lsl fFn(lrrcno del bullismo nei suoi pi riposti risvolti psicologit.i e lrrrlitici, un'anamnesi spietata condotta tanto sul vere rlcgli ag',tzzini dichiarati - Beineberg e Reiting - quanto =erif tliielkr della vittima - Basini - quanto, infine, su quello del
i=F

=ti

irrlirrrone silenzioso" - Trless - I'uomo qualunque, verrel,lie tlir dire, il quale, fidando nella propria razonalit, si rii=;ielrlre immune da qualsiasi forma di crudelt, e che tutta,ia lruslo a confronto di determinate circostanze, scopre in se irrconfessabili impulsi e cede a pratiche che, a mente =!=irn f:ttlrlr, rrvrebbe vigorosamente esecrato. Se nel bullismo di iieltitrg r: Beineberg rawisabile in nttce vna prefigurazione ditlrrrl "rnostrare i muscoli" cos caro ai duci delle pi svariate ii==nie, lrr psicologia del giovane Trless antrcipa quella del solerre lnrzionario di regime, dell'uomo della strada capace, in FllF ('orclizioni, d'inaudita ferocia (Eichmann, altro preclaro E=nllrir) cli "uomo qualunque", nella sua prassi imperturbabile fil;rrrrvrr lrr condanna a mote di migliaia di persone senza seniir+

i! p,'t'corso che porta Beineberg e Reiting ad assumere il poretti llrrsini come "oggetto di esperimento", articolato atta+FEalr irnir esemplare, rigorosa concate(lazione di passaggi. In *te lrrclirninarc, altamente significativi appaiono, in particolar ,e*,,1,,, 1,, svilimento del ruolo e della funzione della scuola e la itlFea:r irr risalto di una condizione di spirito in qualche modo : erre r s I rr r z iale alla determinazione del f enomeno del bullismo : ie tr,,,o, ()uella stessa noia che stagner, come una ttagica f'e!:1-:11 ,l; piombo, sulla "gioventr) senza Dio" sottilmente anaeilliirilrr da von Horvth nel romanzo omonimo una trentina i arrrri rlcrpo il Trless e che ancora alegget su personaggi di tilt'*ltr'o stampo, epoca e condizione, iborgatari pasoliniani rlelid l{t'rna dei primi anni Cinquanta. Trless fa rilevare a Beir r

l,t'\ l,( )nsabi Ie) .

ql
t02
BULLI DI CARTA
<<IL GUSTO DELL'ODIO>)

101

tutt'al pi <<una Enniera di fare ginnastica con il cervello>, ma che poi, di fatttr, <(non serve a nulla>, e Beineberg non pu far altro che dichie=
neberg come ci che s'impara a scuola sia

rarsi d'accordo.
<Non serve a nulla, hai ragione. t...1 Di quello che, dalla mai= tina alla sera, facciamo a scuola, cosa serve veramente? Cosa ne caviamo? Caviamo per noi, capiscimi. La sera, ci si rende conlg d'avere vissuto un altro giorno, d'avere imparato questo e queEtl. d'avere seguito l'orario delle lezioni, ma, con tutto ci, siamt-t vuoti, vuoti nell'animo, voglio dire. Con una fame, per cos clire,
interiore...
>

Beineberg borbott qualcosa sulla necessit di esercitarsi, fli

preparare lo spirito. Non poteva ancora cominciare nulla,


tardi...

Pl

<Prepararsi? Esercizi? E a che scopo? Sai forse qualcosa di el= curo? Forse speri qualche cosa/ ma neppure tu ne sei certo. Ece,o: un'attesa eterna di qualche cosa, di cui sappiamo solo che l'= spettiamo... Che noia!, oNoia..., ripet Beineberg, scuotendo il capo.

Si tratta, certo, di una noia di tutt'altta c tatuta rispetto p quella che induce i bul1i pasoliniani a infierire indifferen= mente su un gatto o una lucertola quanto su un loro comp$= gno, legato a un palo nel tentativo di bruciarlo vivo. Quelle d! cui parla Musil una noia tipicamente fin de sicle, aristoef= tica e mitteleuropea, nutrita di sofisticati vagheggiamentl sfrenate, ancorch nebulose, ambizioni di onnipotenza, fnal pi remoti presupposti e gli esiti pi esrremi appaiono, a be guardare, in qualche modo sottilmente analoghi. Sprofondct! in cotanto cosmico tedio, alimentato da massicce dosi di albc= gia, Reiting e Beineberg sono inquadrati, sin dall'inizio del cg= manzo, _nel rapporto che 1i lega al giovane Trless, il quelel grazie al suo intelletto affatto peculiare, non tatda a divenlf una sorta di loro <(capo di stato maggiore segreto>. Musil deli, nea le strategie dei tre protagonisti, i quali, come per una sofG di vocazione intellettuale, assumeranno il ruolo di crudeli pef= secutori del debole Basini, dando luogo a un vero e propfl esperimento in uitro di vessazione dell'uomo sull'uomo.

lFFilinUI Era un tiranno, spietato contro chi gli si opponeva. I giorno, ma la maggioranza era semrl,rll.r sua. Era questo il suo grande talento. Un paio d'anni ;ii:. ?,:lrrli,,rVoVa condotto una campagna accanita contro Beineberg, tilir lris, con la sconfitta del rivale. Beineberg, alla fine, era rimaper sicurezza di =:lr rlu,rsi isolato, sebbene non gli fosse inferiore per sangue freddo, per capacit di suscitare antipatie iulirio, rnrrlro t hi non godeva il suo favore; ma gli mancavano I'amabifita la sirnpatia dell'altro. La sua imperturbabilit e la sua unzione liknolit ,r ispiravano una diffidenza quasi generale. S'intuiva che, furrrkl della sua natura/ dovevano covare turpi intemperanze' =irl i ril iullo questo, aveva creato al rivale grandi difficolt, e la vitto.ii rll l{citing era stata, pi che altro, accidentale. Da allora agi] riil it rsicme, nel l'interesse comune. lirh,ss, invece, era indifferente a queste cose. Del resto/ manr ar,i rh,ll/amabilit necessaria per trattarle. Ma faceva anche lui ii;rlr rli rluel mondo, e poteva vedere, ogni giorno/ cosa vuol dire posto di comando in uno stato, perch ogni classe, in un =iarr,,rl reillegio come quello, rappresenta un piccolo stato. Di qui, un reifu lirnoroso rispetto per idue amici. lJimpulso, che a volte lo lrr=nth'v,, di emularli, s'esauriva in tentativi dilettanteschi. ln qrr:slr rnodo, anche perch era il pi giovane, i suoi rapporti con qrrnlll lirrirono col diventare di discepolo o di aiutante. Egli go,,rrrl ,rrk,llti cambiavano ogni
dev,r

rk,ll.r loro protezione, mentre gli altri ascoltavano volentieri

il errn r onsiglio, perch Trless aveva un/intelligenza pi mobile. llir,r volla messa dietro una pista, era estremamente feconda nelieer ugil.rre le combinazioni pi sottili. N c'era nessuno capace

qriiriito lui di prevedere, con tanta esattezza, le reazioni d'una ieisor{r in un dato momento. Solo quando si trattava di prendere 8;t:l rir,r'isione, d'assumere il rischio d'una di quelle possibilit F==itulrigiche e d'agire in conseguenza, cedeva, perdendo inteie=ae, r'rl cnergia. La parte di capo di stato maggiore segreto, in egnl rrrorlo, lo divertiva, tanto pi che questa era, praticamente, i utrlr ,r rtota che portava un po' di movimento nella sua profonda
ntii,t,

Verlrermo

pi avanti quale tipo di perverso

<<movimento>>

pertelr rrn po' di adrenalina nelle vene di Trless e compagni, leurrtt:rrcloli dalla <profonda noia>> in cui boccheggiano tra le

t04

BULLI DI CARTA

<(rL GUSTo

DELL,oDIo>

105

mura del collegio. Musil parler di <sbaglio>>, e ci dir ehc Trless vi era incappato per ingenuit, <<non per perverglEr ; ma in conseguenzu d'unu situazione psicologica tempofane= i mente ,..rru uscita>>. Pi tardi, una olta diventato adultg; ; quando qualcuno a cui aveva raccontato la storia della proprlA $ adolescenza gli chieder se non provasse vergogna a quei d= $ cordi, il non pi giovane Trless risponder cos: <<Non ncggx g certo, che si tratt di un episodio degradante. E con qucgtg. *, Pass. Ma qualcosa rimasto per sempre: una piccola doCe dl m veleno, per togliere al|'anima una salute troppo tranquilla tl= $ cura, dandogliene un'altra pi sottile, acuta e comprensiveir .ff Lo <sbaglio>>, l'<<episodio degradante>>, I'iniezione di que& $, <piccola dose di veleno>>, appaiono dunque strettamente fua= { zionali a una sota di perversa "educazione sentimentale", eEll i come questa pu venir configurandosi all'interno dello spasle $ claustrofobico di un collegio, ove, proprio in virt della c separatezza rispetto al mondo esterno, gli impulsi e le reazl= ni assumono un'esasperante pregn^nza e intensit. Le ragleflj, di tutto ci, dice Musil, sono da ricercarsi, certo, <nel gen=: re di vita del collegio>>, un luogo in cui <<non si sapeva null della vita>, e men che meno di tutte quelle <sfumature h: vanno dalla grossolanit e dall'eccesso alla morbosit . al ridl* colo, riempiendo l'adulto di disgusto, quando sente parlare {i certe cose>, ma anche, e in non minor misura, nell'assolul manc nza di carisma della categoria insegnante, icasti fissata in un'immagine che, una volta espunta la grottesee mordace ironia che la pervade, evoca certe considerazioni De Amicis, formulate in tutt'alffo contesto, beninteso, ma nondimeno restano allabase di qualsiasi considerazione farsi in .atto di bullismo in ambito scolastico.l'
'

Iirergic fresche, esuberanti, venivano costrette dietro quei muri rlgi, nl[.ntre le fantasie si saturavano d'immagini voluttuose, che a etluni r:ostavano la perdita della ragione. Un certo grado di dissnlrrlerza veniva persino considerato segno di virilit, d'ardi;iieitlu, una coraggiosa conquista di piaceri proibiti. Tanto pi se si ;iietttlt'v.t no come paragone e f gu re, di gn itosamente contraffatte, *Gllrr nr,rggior parte dei professori. La parola umoraler, con tutto qtrt-lln che ha d'ammonitorio, veniva ridicolmente associata a inermi, ==pallo slrctte, a pancine sporgenti su gambe sottili, a occhi a{ielrn k' lenti, come agnell al pascolo, quasi la vita fosse soltanto lirt ., illrlx) pieno di fiori edificanti.
I

Ma qual l'<episodio degradante>> al quale allude Trless? r:osa succede di tanto sconvolgente dietro <<quei muri grigi>> ga r'rritrrc a qualcuno, addirittura, <1a perdita della ragione>? i .Lie personaggichiave del romanzo, Beineberg e Reiting, con i'aplroggio esterno del loro <(capo di stato maggiore segreto>, giarrilicrrno lucidamente un articolato programma volto a ridurre ia atnto di completa schiavit un compagno di collegio, il dehfc llrrsini, altra classica figura di "vittima predestinata" , figlio itrrcrlre vedova nonch afflitto dauna cronica mancafrza di deaat'rr, l)i Basini, che ha contratto numerosi debiti dentro e fuori el r,r,llegio, e persino con il famigerato Reiting, essi scoprono gitalclre piccolo furto, e presto, con il ricatto, 1o hanno compleaeretrtc in pugno. Per il momento, viene deciso di tenere la vittititet .1 solto curatela>>, anzich denunciarla per furto e condanearln rtll'espulsione. Sulle prime, nella sua ingenuit, Trless

t'lF

del r'at'rtttcle, buone di cuore, gentili o corette di modi, operose e pazienti, e che *i perleri,rrrino di continuo, o che vivano con dignit per dar col precetto l'esempio;

r r . De Amicis, ne1 seguente brano tratto daI Romanzo d'un maestro (r 8go), g ferimento alla situazione delf insegnamento elementare nell'Italia umbertina, mE difficile accorgersi quanto 1e sue considerazioni siano pertinenti anche ai nosti pe il corpo insegnante delle scuole di ogni ordine e grado: <"Signor,rl prese l'awocato, "abbiamo bisogno di cinquantamla maestri elementari, oslg .o istruire cinquantamla persone che sappiano lstlue ed educare oel ngazzi, cne qugEH*:ii,ii:l educafe dei ag zz1, che e aeil'intelligen*:li; dire, che siano relativamente colte, dotate di un'attitudine singolare dell'inte ;-t
'11

:llatrr,,, ittsomma, cinquantamila persone che riuniscano in s un complesso di quaEi iritellctrrrali e morali delicatissime, rarissime a trovarsi riunite, e che rarissimai;ielile al liclriedono tutte insieme anche nelle piir difficili delle altre professioni. EbiiE, i,i vi clico che il paese non vi pu dare nemmeno la met d'un tal numero di i+ii polt,'t'.', e che non ve le dar nemmeno se raddoppierete gli stipendi e riformeieiE lrr rrrcglio ogni cosa, perch, qualunque cosa acciate, non potrete far mai che la

$irileaalrrre del maestro sia retribuita in proporzione di quello che richiede e di gpliii t'lrc costa, qssia in maniera da attirare a s la gioventr che la potrebbe eserciiir tlegrrrrrrcnte. E dunque inevitabile, nella natura delle cose che il corpo insegiunte,rlrlrirr da essere sempre scadente, e non solo da noi, ma da per tutto. E, pi i= 111e11r'. t\ cos dappertutto. Riformate quanto volete: non vi farete dar dal paese 4ieiil rlrl rron ha, e che non gli converrebbe di darvi, se l'avesse">>.

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106

BULLI DI cARTA

<(rL GUSTo

DELL'oDIo)>

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vofrebbe procedere con lineafit e denunciare Basini, ma Rel= ting e Beineberg, che hanno evidentemente in testa altri pfe= ge;i, si oppong.ro alf idea' A un certo punto, guardando i suel i*i.i, ir ii"vaie Trless ha paura di lolo, <(una. paura quale al pua uu"t! d'un gigante, ch si sa cieco e stupido>,.quasl in= iuirr., ir, ,rr, .orif,iso lampo di precognizione, i perniciosi avl= luppi di quell'iniziativa,la devastante applicazione di una strn t.!ia d bullismo che, per quant-o pianificata e sistematica, e pef ,ifio ,rutritu di ambizioni etafische, rimane nondimeno, nUB sua sostanza, cieca e ottusa, e perci tale da incutere pauta' duro, del= lTorless disse:] <Basini un ladro u. ll suono fermo, l'ulima parola glifecetanto bene, che la ripet <"' un ladro' E un ladro, lo'si punisce, in qualsiasi parte del mondo. Deve essere rle nunciato, espulso dal collegio! Se fuori si corregger, affar surl, qui non pu pi rimanere!> ' Ma Reiting, mostrando d'essere sfavorevolmente colpito: <Na, no! Perch spingere le cose all'estremo?rr <Come, perch? Non ti sembra naturale?> oPer nulia. A sentirti, pare che da un momento all'altro po554 pioverci addosso una pioggia di zolfo e annientarci tutti, se te= niamo ancora Basini tr ni Ma la faccenda non cosi terribile,r <Come puoi parlare in questo modo? Vuoi continuare a sedcrc, mangiare, a dormire vicno a una persona che ha rubato, ch a s' offta a te come servo, come schiavo? Non lo capisco' Do;rn tutto, qui dentro siamo educati tutti insieme, perch apparteniantfl u rn" it"rru classe sociale. Non t'importa nulla se un giorncl, llCF esempio, l,avrai come collega nel tuo reggimento o nel tuo m,ini= ri".,'t" ft"quenter le famigie che frequnti tu, se far, magari, l corte a tua sorella?> <Beh, ora esageri!> rise Reiting. <A sentirti, sembrerebbe che qui ci si leghi pr la vita. Credi davvero che porteremo -qucst6 archio: ,,ducato nel collegio di W. Fornito di speciali dirittl e doveri"? Ognuno di noi, un gorno, andr per la sua strada, divcn= tando qu"ll"o che giusto cie diventi, perch non c' un'unit d .l"rr" sociale. lnutil quindi, che ci rompiamo la testa sul futut't, essere amici rll Quanto al presente, non ho detto che dobbiamo Troveremo quaiche cosa, per farlo stare. al suo posto. iit Basini. mano nostra, possiamo farne quello che vogliamo; per mc'/ bp

la lrirttare cos, che c' in comune tra lui e noi? Se invece si rih=llir, lx)ssiamo sempre fargli sentire chi che comanda. Convinriti !li (lr.rcsto: con Basini non abbiamo nulla da spartire, dobtri:1irr, solo divertirci a spese della sua stupidit.> | , I ll giorno dopo, Basini fu messo sotto curatela. I la,,rvvenne non senza qualche formalit. Lo fecero di mattina, *llirn -rvcre abbandonato alla chetichella la lezione di ginnastica, i lrr- ci svolgeva su un grande prato nel parco. fl+'ilirrg tenne una specie di discorso. E nemmeno breve. Prov a F-irreirri che s'era giocata l'esistenza, che avrebbe dovuto essere rlerrrrrrr i.rto e che solo per grazia particolare, al momento, gli era r i=f r,,r i.ta l' ignomi n ia del l'espu lsione. Lli vt'nnero quindi comunicate le condizioni. Reiting assunse il
i==i
r r

!i,it lluoi sputargli addosso anche due volte al giorno. Finch

si

del loro adempimento. 'rnlrollo I'i:r lrrtta la durata della scena, Basini, pallidissimo, non disse iiriil,r; rr sul viso si pot leggere cosa gli passava nell'animo.
,

Mir clalla semplice <<curatela>> a qualcosa di ben pi concteto lllrpfgnativo, il passo breve. Anzitutto, viene messo in atto ii prrsrrpposto indispensabile di ogni atto di bullismo, la detutit,tui't,'tazione della vittima, che Beineberg espone con lucida ?l tlttt rl/lt^, ricorrendo persino a sofisticate a gomentazioni tra"umano" e diventa un sem==,lrlurti. Basini cessa di essere ;rlir r "rrccidente" del creato, qualcosa di simile a un sasso o un :'Frln', che non soltanto possibile calpestare impunemente, ;+i:i lif crri degradazione riveste, in qualche modo, addirittura un generale delle cose. ==Filqo lx)sitivo nell'ordine
F

studiato la faccenda sotto ogni punto di vista, e tu sai che r;rrt,rlc cose ho idee particolari. Per quanto riguarda Basini, ansia indifferente quello che pu accadere. Possiamo =.ilrrllo, ritengo iie.rrrrrrr iirrlo, picchiarlo, torturarlo a morte, se ci fa piacere. Non trrrrrr,rginare che un uomo simile debba avere un significato, nel
511

.llr

=ii
=i

iiii,r'rviHlioso meccanismo dell'universo. Mi sembra una creazione


r trlr,rrtale, fuori del Crande Ordine. Voglio dire: un significato l;tvtr ,ilch lui, ma vago, vaghissimo, come un verme o una pie!r,l srrll,r strada, di cui non sappiamo se li lasceremo stare o li cal;ir:i,ir.rlr{). lnsomma, non significa nulla. Quando lo spirito co-

t08

BULLI DI CARTA

<<IL GUSTO DELL'ODIO)>

109

smico vuole che una sua parte sia conservata/ si esprime con ffip= giore chiarezza. Dice di no, crea un ostacolo, ci fa passarc at:

!i=i tenretica,

anto al verme, e conferisce al sasso tale durezza. che non p6l== siamo spezzarlo senza utensili. Prima che abbiamo presi gli utR= sili, ha potuto opporre una quantit di piccoli e tenaci scrpollife i; riusciamo a superare anche questi, vuol dire che il senso dell ,;. cosa era sempre stato un altro. ln una creatura umana/ fa cOhli= stere la durezza nel suo carattere, nella sua coscienza, nel sgh ..j, di responsabilit che deriva dall'essere parte dello spirito univf= : sale. Se un uomo perde tale coscienza, perde se stesso, M '. quando ha perduto se stesso, quando s' arreso, vuol dire che he ,,,

perduto l'eiemento distintivo,'peculiare, per cui la natura l'ha

.'l

creato come essere umano. E mai uno pu essere sicuro, com In questo caso, che si tratta d'una cosa superflua, d'una forma vuti d'una cosa gi da tempo abbandonata dallo spirito cosmico.rr

Frf=d fisica tli errttrrtnissione dolorosa, di violenza gtatuita e reiterata. Beieciretg e Reiting, accompagnati da Trless, perpetrano i loro iiti vessrttori in una remota stanza nel solaio del collegio, una rirefil, dice Trless, <<lontana, come un dimenticato me*litrcvtr, clalla vita calda e luminosa delle aule>, un luogo ove lleltreherg e Reiting gli appaiono <<esseti fosch e sanguinari, pst'arurc con un'esistenza diversa>>. Trless sente che la sua Frre,ii()ne del mondo sta cambiando, che qualcosa d'irreparaiie rrccaduto, e nulla d'ora in poi sar pi come prima. La tan:aa rlcl solaio diventata un <(ponte>, il luogo di passaggio t:a il <chiaro mondo quotidiano)> e un altro mondo, <(cupo, rtly1 1l 1o, distruttore >>.

il bullismo si esplica concretamente nella sua esf"atta di colpi inferti, di dolore, di sangue versato,

Messa a punto, teoreticamente, la de-umanizzazione di Be= sini, Beineberg procede, con logica implacabile, alla enunte= zione del purt *...ssivo, che precisamente il cuore del buJ= lismo, il iuo asse portante, la sua stessa ragion d'esserel Cl che essenziale, inf.atti, il torruento della uittima.Il furto i Basini, i debiti, gli espedienti pi meschini non sono che u fatto occasionale, superficiale e, in fondo, del tutto trascrf= bile. Se denunciato , il rugurro verrebbe semplicemente espulC dal collegio , ma la faccenda, agli occhi di Beineberg, riveE

!rrlf;1
,

Nr"ll,r solitudine indefinita delle sue fantasticherie, per la prima s'1',1 caduto qualcosa, come una pietra. Era l, non c'era nulla

il,a

firti una cosa reale. leri, Basini era ancora una persona come liii, pnl s'era aperta una trappola, ed era precipitato dentro. Pro-

,
,

ben altra appetibilit, qualcosa da cui si pu ricavare moltg ,t pi del pur sadico piacere di una banale punizione.
:

mi prema tanto la punizione. Certo, in ul=.rl timo si"potr considerare iu .o.u anche come una punizione,,, .{. Ma, per evitare troppi discorsi, io ho in mente qualcos'altro. lo vB=:,i glio... Beh, diciamolo pure: io lo voglio tormentare. t...1 Tutt6 I quanto riguarda morale, societ, eccetera, [...] naturalmente ntin conta nulla [...]. Neppure Reiting moller, perch anche per lul iit tenere una persona in mano, farci esperimenti, trattarla come ullg ,ti .:J strumento, ha il suo valore.,
r<Sbagli, se credi che

un altro. [...] Ma allora, era possibile tutto. Erano priaailrili Reiting e Beineberg. Era possibile quella camera. Era arrilre llossibile che dal chiaro mondo quotidiano, I'unico che fiitri allora conosceva, una porta conducesse in un antro, cupo, iinvollo, appassionato, nudo, distruttore. Era possibile che tra gli =r uoiirtrti la cui vita si svolge come in un trasparente, solido edificio ;li velto c d'acciaio, regolata tra famiglia e ufficio, tra questi uoririnl r,gli altri, i reietti, sudici, dissoluti, insanguinati, vaganti per iahlttrrti pieni di voci mugghianti, non solo esistesse un ponte, ma elirr k' frontiere delle loro vite segretamente si toccassero, potes==Fi{r ec\('re varcate a ogni istante.
Ei;r rlivcntato

triiit { (}rrc l'aveva descritto Reiting: un mutamento improvviso, ed

Str rlrresto <<ponte> ove <possibile tutto>, lungo codesta pet'trrcrrllilissima linea di frontiera tra un luminoso "al di qua"

sFFqr', rra anche

E finalmente si giunge all'acme della storia: dopo

escfe
anR=

stato lucidamente preparato da un'acuta quanto delirante

ulr "rrl di l" oscuro, torbido e corfotto, s'incammina a sue animato dalla confusa e tacita spercnza d q=at,nt: profitto, il giovane Ttless, rampollo di borghesissima larnigiia. Affascinato e disgustato a un tempo dal morboso caiietrrrr rlci suoi compagni d'avventura, assiste in silenzio allo

t
t:

110

BULLI DI CARTA

<IL GUSTO DELL'ODIO)>

111

stupro di Basini e, per un istante interminabil:, Pt:yu la vffi gintsa tentazionei parteciparvi. Resiste al richiamo dllt ;;, fisica, tuttavia, coinvolto sino in fondo nel gio.eeuf, psicologico, p;;pti" i;i a infliggere a Basini, non gi livello

.oipoiul, bens un supplizio sottilmente cFFi voce ;;;i;,;;il""a"r" l-iirt''ii^i, ud uluviolenza immedle*i" - di es'eg subito I'atlo di ;;;;t a"i", iu"di, aver cui Reineberg e.Reiting gce''. un ladro. Efe',,ta totiiglirrru di irritazidc i''' samente ,'imporr.srrnS, ,ur.itando 1a

,rr*1."

:rlirarilrr,lli d'un pesce, e il cuore, traverso il corpo nudo, battere *iniiu il lcgno. I liil ('r.l veramente agitato, e dovette tenersi stretto alla trave, lret rsislure alla vertigine che cercava di trascinarlo gi. i rirr l,r fronte imperlata di sudore, si chiese, angosciato, cosa liirllva riplnificare tutto quello. 5lra;r;1.'tto alla sua indifferenza, tese ancora l'orecchio, nel *ilin, vr,rso i tre. f.liirrsi sentiva pi nulla, all'infuori del gemito sommesso di Balltir.i gemiti dettero aTrless sensazioni gradevoli. Un brivido gli ',lli c scese per il dorso, come su zampe di ragno, si ferm tra i .rpokr, con artigli sottili tir il cuoio capelluto. =, 5lupilo, s'accorse di trovarsi in stato d'eccitazione sessuale. | | ltt'ineberg aveva raddrizzato la lanterna, e di nuovo i raggi, irsl lrrrio, disegnarono un circolo, simile a una cornice vuota. in r,qso ricomparve il viso di Basini, esattamente come la prima .cll,!, r on lo stesso, immobile sorriso lezioso, quasi che, nel frattentpn, rron fosse accaduto nulla. Sotto il naso, sulla bocca e sul iiiFriiu, ,rlcune gocce di sangue tracciavano adagio una riga rossa
E
==iiit, r

Trless.

"g"iu

lrr', a tastoni, cercava i vestiti.

.".

' Nell,ampia base del cono luminoso, emerse il volto di Baalnlj . ,, color cenere nella luce incerta. Basini sorrideva. runii", carezzevole. Un sorriso immolill, come quello d'un ritratto, nella cornice luminosa' oeehl. Trless, addossato uIlu,t,uu", sent fremere i muscoli degli tutti i misfatti di Basini, monotono, EE Beineberg enumer voce rauca. Poi la domanda: oAllora, non ti vergogni?>' Un'occhiata di B= sini a Reiting, come a signficare, n I riomento che m'aiutin, lF ' qrutl;irtunt"l Reiting gli ferr un pugng sul viso' Quello barcoll gli sal= indietro, urt contro na trave, .uO. Beineberg e Reiting tarono addosso. dilag La lanterna s'era rovesciata, la sua luce pigra, insensata' piedi diTrless' sul oavimento, fino ai "" 5;i',.rr",, itiilesi capi che gti altri spogliavano Basini c ls ilV, sferzavano con qualcosa di sottile e flessibile. Evidentemente, g"t"iti,.i lamenti semi-soffocatl, di' vano preparato tut;:J""-i un unle Basini, che continuuuu u inuo.Jte piet; infine gli,giunse inirammezzato da ingiurie sorn=' t"*o, un ululato represso, messe e dall'ansito caldo, eccitato di Beineberg' Non si mosse dal suo posto. ln principio, l'veva preso un cl= che g='i siderio bestiale di saliarl !iJ e Oi picchiaie, ma il pensiero ,"tL" urriuuto tardi, " ri*bb" siato inutile, lo trattenne. Le rtt tl4 membra erano incapu. di qrultiasi movimento, come stretto una mano di ferro. Dal pos.to,in cui se t...1 ll desiderio torno di nuovo, pi forte' ginocchio, sul pavimenlg vole.v1.{'r1S!! deva, voleva trascinario in pi"r"r" il corpo contro lJassi: arriv a sentire gli occhi dilitlaii
,

iirrios., simile a un verme.

itiiptr ( i vcro? Magari che io t'avrei aiutato. Beh, sbagliavi. Quello :lrr- frr i c:on te, lo feci solo per vedere dove arriva la tua bassezzar. H,rcirri ebbe un gesto di protesta. Reiting accenn a saltargli ad*iiiosii, l'altro, allora, disse: <Ma cercate di capire per l'amor di iliu, r lrt'potevo fare?o.

=ini

"i'tlrliti l!n ordin Reiting, accennando alla grande trave. Banlrlrcd. faltro cominci: <Tu gi pensavi d'esserti levato dagli

.1tllo!, grid Reiting. <Ne abbiamo abbastanza delle tue

'

sappiamo/ una volta per sempre/ cosa dobbiamo penrli lc e ci regoleremo...) =-arp Errrlrr,ntr un breve silenzio. PoiTrless, d'un tratto, proffer con !n! r, lr,rssa, quasi gentile: <D dunque: "lo sono un ladro"r. Basini
==r

ribr., ( )ra

=;r:rlirrtr'r
=:11iiE,,

gli occhi, sSomento. Beineberg rise, assentendo.


sentito? Devi dire che sei un ladro.

M,r lasini taceva. Allora Beineberg gli dette un colpo sulle co-

r'gli grid: <Non hai

t tilL r irrrrnediatamente! >.

lli
==int,

rruovo subentr una breve pausa, appena percettibile. Poi Barrr'l lono pi neutro che pot, disse in fretta: nlo sono un ladror.

112

BULLI DI CARTA

(IL
eluale,

GUSTO DELL'ODIO>>

TD

Beineberg e Reiting risero compiaciuti, guardando Torlrer


<Una buona idea la tua, piccolo>r. E a Basini: <Ora dirai immedl= tamente: "Sono una bestia, una bestia ladra, la vostra sudicia, ladfa bestia!" >. Basini disse queste parole senza riprendere fiato, con gli ocrhl

ujiaeqito

chiusi.

'

MaTrless s'era di nuovo buttato indietro, nel buio. La sceng lE ',1 disgustava, si vergogn d'avere dato agli altri Ia sua g

if'

idea.

viceversa, pi comodo e meno problematico scorgere il "nemico" da distruggere. Viene alla mente una situar.liametralmente opposta eppure, in qualche modo, sottileiiiite FFnle rnaloga, quella relativa all'episodio dilt di Stephen King ;icl tlttrtle, allo yankee che vomita i suoi omofonici impropeti FHn[fo ut'I gay (<Mi ha dato del frocio!)>), ufl poliziotto ribatte: *{ .rfs', hai paura che abbia visto giusto ?>>.

Quei gemiti di Basini che hanno procurato in Trless l, pb, & cevole sensazione di un lungo brivido che gli s'inerpica lunge { # dorso e ra le scapole, tirandogli con artrgli sottili il cuoE = $.: pelluto, diventano l'assillo costante del giovane studente. It eUC un bullismo a.f.atto peculiare, in parte esercitato, per egal .{ dire, "per procura", attraverso i pi cinici e spietati compagnJ i,t, di collegio, in parte per anche un bullismo particolarmente

!i girrstisiimo vede Basini alla ine del lungo e morboso "ter':o grado" impostogli da Trless, il quale sembra quasi rivii,ele attraverso le parole della vittima quegli orgasmi che il
hullismo censurato e cerebrale gli ha imposto, sino a queto punto, di negarsi, allorch gli dice che anche lui, Trless, ri griisto suo si sarebbe comportato nello stesso modo. La que sottile: rimosse determinate circostanze, inve*iti aI=tlirtrc l'lnpt'trvviso i ruoli, anche Iaguzzino si troverebbe a f"ate Ia gialte clclla vittima con la medesima, per cos dire, "dedila stessa determinata volont di piegarsi a qualsiasi =i,rne", airertuzione pur di mantenere dischiuso quello spiraglio di spe-i1a capace di fargli intravedere che il supplizio, prima o do;trr, rrpproder a una conclusione.
eirri
:.:|:

perverso e cervellotico che privilegia la sofferenza mafe=.:?:. le a quella fisica, tanto che, a un certo punto, Basini esclaEr durante un tte--tte con Trless: <Tu hai un modo particol;=
,

stuzzica fino al tormento. Alla fine, una notte, sveglia Baslnl E 1o trascina nella famigeata stanza dei supplizi. Ci che hg

!i-

luogo a questo punto una specie di lungo episodio di bulL= smo squisitamente cerebrale, nel quale la bramosia di Tflelg si trasferisce sul piano di un dialogo serrato e tormentoso, Bt noti come, all'rnrzio del brano, sia la vittima a guidarcl' zino sul luogo del supplizio, facendogli sffada con i gesti surati di un <domestico bene educato>>. Questo <<domesticor quello stesso che Beineberg, <<di solito>>, percuote dopo averg abusato, perch, dice Basini, <(se non mi picchiasse, dovreb$ pensare che sono un uomo. 1...] A quel modo, invece, 86$ una cosa sua, e non si preoccupa)>. De-umanizzata, ridott <(cosa)>, sulla vittima si possono anche consumare atti di llbl=

,,.'1: .r,;'li

.:''

moto i meccanismi di quei vieti pregiudizi moralistici che l= pediscono di considerare dawero "uguale" un "diverso", ngl

'

ilavarrti a Iui, Basini sal dritto in solaio. Sembrava conoscere beiiaqltrro la strada, che una volta gli era stata con tanta cura nascolerrrrc ferma la cassa, quando Trless ci sal sopra, spost cau==la. teiriprrlt' le scene, con gesti misurati, da domestico bene educato. liirlt'ss apr la porta, entrarono. Volse le spalle a Basini e acFecc l,r piccola lampada. []Lr,tttdo si volt, Basini gli stava davanti, nudo. Settz,r volere, indietreggi d'un passo. La vista improvvisa di quel Fgrpn rsdo, bianchissimo, dietro il quale il rosso della parete si train sangue, lo abbagli e costern. Basini era ben fatto; il =fttitti,tva poco virile, aveva piuttosto la casta, agile magrezza di r et lx)/ ==!ttf lnrl Hiovinetta. I...1 Da quella pelle nuda emanava una fragranza clrla r' perturbante, una molle, voluttuosa blandizie. E, insieme, preghiera. {urllr os,t di tanto solenne, da obbligare a.un gesto di l rpo il primo momento di sorpresa, Trless si vergogn sia dell iltr,r, ci.r dell'altra reazione. n un uomo!, Questo pensiero l'indidiverso. 6tr, M,r sent che con una ragazza non poteva essere

i IL4
BULLI DI CARTA

<(IL GUSTO

DELL'ODIO)>

II,

ln preda alla vergogna, grid a Basini: nCosa ti viene in mcntl lnfilati subito...!o Ora fu Basini, a essere costernato. Senza levare Sli pcehl i dosso a Trless, alz, esitando, il pastrano da terra. nsiediti!o ordin Trless. Basini obbed. [...] <Perch ti sei spogliato? Cosa volevi da me?>
< Pensavo... Esit a continuare.

.ltrrdonata da loro due, vuoi dire.u


uNo, perdonata in assoluto.>
1,,,1 nE che fanno, con te?> ll,tsini tacque. rSr ti preme davvero la tua riabilitazione, devi dirmi tutto.) nMi fanno spogliare.o

.,

tl
:..

>

uSl, s
f

questo l'ho visto anch'io.

E poi?>

<Cosa.pensavi?> <Cli altri...> <Cosa, gli altri?o <Beineberg e Reiting...>

;
1r:

r,rscorse qualche attimo, e Basini disse: u [.tttte cose.))

l
ti,

oEbbene, Beineberg e Reiting? Cosa facevano? Devi raccon' tarmi tutto! Lo voglio, capisci? Anche se l'ho gi sentito da lor,1 . A questa goffa menzogna, arross. Basini si morse le labbra, :, <Allora?, <No, non chiedermi di raccontare! Non chiederlo, te ne prepl , Far tutto quello che vuoi. Ma non farmi raccontare... Tu hal uR modo particolare di tormentarmi...r Odio, paura, preghiera lottee
.

f'ntnunci queste parole in tono effeminato, con civetteria. .Allora, tu sei la loro a...mante?> <oh no, sono il loro amico!> s('ome hai il coraggio di dire questo?> rsono loro, a dirlo.u
u( ome?>

.S, Reiting!> .AJt, Reiting?,


r.oca

vanoneisuoiocchi.Trless,senzavolere,cambitono. 1, nNon voglio tormentarti. Ma ti voglio."ilri"!"t" Jire tutta lt " verit. Forse nel tuo interesse.> ,', <Ma non ho fatto nulla, che valga la pena d'essere raccontat,f t <Ah s? E allora, perch ti sei spogliato?> ti!,
<Loro volevano

cos.n

tanto gentile con me. Debbo spogliarmi e leggergli qualtla libri di storia; di Roma e degli imperatori, di Borgia, di ilmur Cian... Sai, quei fattacci di sangue. Allora diventa persino affetluoso... Dopo, di solito, mi picchia.u sl)opo cosa? Ah, capisco.u .S, Dice che, se non mi picchiasse, dovrebbe pensare che un uomo/ e allora non potrebbe pi essere tenero e affet==nlrl lulso, A quel modo, invece, sono una cosa sua, e non si preoceS,
f'tJl l,t
,

. miserabile vigliacco!, <No, non sono un vigliaccol Non lo dire!,r .lffi. <Chiudi il becco! Se hai paura delle loro botte, attento che lg j#j mie non sono da meno!> ffi1 <Ma io non ho paura delle loro botte.n K oAh s? E allora, di cosa?n .1: La voce diTrless era di nuovo calma. Era irritato d'essersi la=,# sciato andare a quella minaccia grossolana. Ma gli era sfuggltair;$ soltanto perch gli sembrava che Basini alzasse pi la testa con lul i che con gli altri. oE se llora, a quanto dici, non hai paura, perch diavolo lo fai?l ,i1: <Loro dicono che, se li ubbidir, fra un po' di tempo mi sar ;' perdonata ogni cosa.,
.

<E perch hai fatto

quello che volevano? Sei un vigliaccol Un

*l

lJeineberg?o

cl,,,l Lui sta seduto, e io mi stendo sul pavimento, in modo che grcsa lloggiare i piedi sopra di me. [...] Poi, mi ordina di abbaiare. Ml prrisciive punto per punto come debbo fare: piano, guaisci di pi, f,r come un cane nel sonno. t...] Mi fa anche grugnire come un lnaiale, mentre mi ripete che ho qualcosa, in me, di maialeio, Ma non me lo dice in modo offensivo: me lo ripete piano, E,trtt gcntilezzat per imprimerlo bene, dice, nei miei nervi. Sollettc r:he una delle mie esistenze passate fu, appunto, di maiale e rhe bisogna farla venire fuori, per neutralizzarla.>

tlirca la <<gentilezza>> inaspettatamente palesata da Beineberg irr simili frangenti, vale la pena ricordare quanto, a pro-

116

BULLI DI CARTA

<(IL GUSTo

DELL,oDIo>
aLJ.a

II7
violenza del suo

posito di questo passo, Musil annota nel suo Diario riauatdr: [a possibilit di un'eventuale influenza di Trless su Bainc= berg, in appaenza alquanto improbabile, se non del tutto la u.tri*il.,^sulla base del puro suil,tppo narrativo (e nelDada, in effetti, t soltanto aile cniche niratirre che Musil fa riferi mento, anche se, nello specifico, non pu sfuggire la sottcli neattJa di una possibile, e anzi probabile, sovrapposizion e interferenz a tri I'aguzzino esplicitamente identificato cen taleequel1o,per.odire,..poteltz1a|e,,,quasiesistesseroEfl bu1lismohardeunbu11ismosoft,aII,occasioneopportunament

qerr=alrro, e con famelica curiosit

'

interscambiabili).

'l

lnoltre sullo stile ldel romanzo in questione] noto quanl segue: L'anima degli uomini deve solo baluginare.attravers,lF loro azioni e le loro parole, e mai con maggior chiarezza ths nella vita reale. Dunque occorre imporsi certe limitazioni, Btl
come a un pittore non consentito mettere nel suo quadro tUtln quel che vede. Per l'esecuzione naturalmente occorre <impararr

vorrebbe conoscere i moti pi ti;*r-ati dell'animo dell'altro, una richiesta, evidentemente, cui ilaeitri non sufficientemente sottile n intellettualmente doatr lrrl rispondere. Ttttavia,lo ricordiamo, il suo personalisalla fine, che anche ==lirirr r'rlrl de thtre consiste nel ribattere, 'l'iit'lcss, al posto suo e in quelle circostanze, si sarebbe comLi, Frilfll() ttcllo stesso modo. Trless, dal canto suo, s esibisce, in !3uEetr) lrrano, in una sorta di acrobatica perforrnance d "bullir.li{'l'crito" allorch evoca, unicamente attraverso le parole, ==*:rl le tslerrtiche torture che Beineberg e Reiting infliggevano alla leil vittima, e attribuendole potenzialmente a s, disloca in tal +iirrqlrr lrr propria eventuale "colpa" o "responsabilit" su di un plarro pttramente virtuale, immune, per ci stesso, da coinvolgi;*r=nli rron soltanto morali, ma anche, ed ancor pi, carnali.
quelli ti chiedono quei servizi umilianti, e tu senti d'eslropllo vile per rifiutare: non come se fossi dilaniato? Non =ari ;irrrvi ',; l,rvento, come se ti fosse accaduto qualcosa d'indicibile?o -.llio rnio, non ti capisco. Ma cosa vuoi? Non so dirti nulla, pli;rrio rrulla.n "iL,lr, sta attento. Ti ordiner di spogliarti un'altra volta.,
,'l Jrr,rrrdo

lii !r lrlirrra volta in cui Basini soggiacque

itrucchinecessari.Taleperesempioilseguente.NeiIurbameFff
Trless dice gentilmente a Basini: Adesso dirai che sei una
cEF=

glia. Molto p tardi Basini gli racconta che Beineberg pretend a lui quelle certe umiliazini non tirannicamente ma.<gefltil= menter. ln questo passo si sfiora il pensiero che Beineberg ie stato influenzato da Trless, il che, dati i rapporti esistenti tf i due, sarebbe assai strano. Si ha in un certo senso la sensazlEng che nel frattempo succeda qualcosa. I personaggi non sono agl= ' tanto ci che di loro viene detto ma vivono anche dove non eBFl= paiono, autonomi, vanno e venSono, e sempre un po' cambiatl,.Si perderebbe l'effetto se di prop"ria iniziativa si sottolineasse l'1F5,'ii ilrso. ln generale forse si potenzier l'effetto se non si permetterp .., mai che quel che viene raccontato dalle persone formi in t9 steF- . una catena causale, e se invece si lasceianno Iacune evidentlfF:,lr lo stato attuale e quello quo ante.tt
,
,

fla,,irri sorrise.

Trless prosegue nel suo interrogatorio e viene a sapefe * pnnrec.hiare Basini cc4:.' Beineberg iru. ,it piacere speciale Mu soptutt.ttto gli peme sapere quando, perch e cff un ago.

rli stenderti qui, davanti a me, sul pavimento. Non ridere!Te Itrirlirro veramente: mi senti? Se non obbedisci all'istante, vedrai Ftrqri li succeder, quando Reiting sar tornato! Bene. Dunque *,Frli,,rr,r sei disteso tutto nudo davanti a me/ sul pavimento. Ir=nri, pcrsino: hai freddo? Se volessi potrei sputare sul tuo corpo *rriiin, l'rcmi forte la testa contro il pavimento: non fa un effetto S!i;ru, l,t polvere? Non sembra un paesaggio pieno di nuvole e di it:rr l11tri, grandi come case? Ti potrei pungere con un ago. Nella ttil r lti,r vicino alla lampada ce ne sono diversi. Non li senti sulla grellr'/ Ma non voglio. Potrei farti abbaiare, come fece Beineberg, i3tli rrr,urgiare la polvere, come un maiale, potrei farti fare certi

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ntrrvirrrcnti - sai di che si tratta - e tu dovresti sospirare: "Oh i-i,rnrrri...",r Trless interruppe la frase sacrilega. nSolo che non

rz. Robert Musil, Diari, cit., vol. I, p. 236.


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iuglln, rron voglio, capisci?> H,r'.irri piangeva: <Tu mi tormenti...>

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118 BULLI DI CARTA

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<IL GUSTO DELL'ODIO)>

t19

<S, ti tormento. Ma non questo che m'importa. Voglio sapefc soltanto una cosa. Se ficco tutto questo dentro di te, come un Bl= tello, che ti succede? Cosa avviene, in te? Ti si spacca dentro qUl= che cosa? Dillo! Succede di colpo, come un bicchiere che va ln mille pezzi, prima che si sia vista un'incrinatura? llimmagine ehe

;lii'rrz,r impostagli, non ne soffre pi. diventato d'una familiarit irrnnlt'rte, come un servo. Mi pare ora, dunque, che diamo un altru giro di vite. t...1 Dobbiamo umiliarlo ancora di pi, conti-

tiseifattadime,nonsiSpe8necomeinunsoffio?Eilsuopoetu
non preso da un'altra, come fanno le figure della lanterna m= gica,quandosaltanofuoridalbuio?Capisicosavogliodire?NBB te lo so spiegare meglio: devi essere tu a dirmi...> Basini continuava a piangere. Le sue spalle femminee ernB : scosse da sussulti, mentre ripeteva: <lo non so cosa vuoi. Chg hE da spiegarti? Succede tutto in un momento, non pu succedef che cos: anche tu, ti comporteresti lo stesso.o ,

Infine, il cerchio si chiude: dopo le reiterate vessazioni, fi= siche e mentali, cui Basini stato sottoposto da Beineberg Reiting, I'ambigua inclinazione al bullismo di Trless, pi prc. penso, per caatteriale abulia, alla sottile manipolazione psic. logica che alla brutale aggressione fisica, coglie infine, forae del tutto inaspettatamente, il medesimo effetto. Basini, !a= .li f.atti, di sua iniziativa, s'infila proditoriamente nel letto dgl ,r: persecutore con il dichiarato inlento di concedersi. Prima dl soddisfare finalmente i propri desideri, Trless ha uppene ll o, tempo di pensare: <<Questo non sono io! Non sono io! Domad ,i' sar di nuovo me stesso. Domani>>. Ma, si sa, il bullo trae piacere dalla sofferenza deifa vittima c; allorch quest'ultima mosra di non soffrire a sufficienza, dl cti " sersi in qualche modo "assuefatta" alla propria condizione, che diviene necessario spingere le cose ancota pi a fond, Emerge, ma soltanto quale mera ipotesi, l'idea di abba Basini inbalia della classe, e il bullo Reiting, probabile futurts capo carismatico di legioni di f.anatici entusiasti, fa un'inter=' sante considerazione rclativa alla psicologia di massa affeF mando che, quando c' da torturare qualcuno, alf inizio tUt sembrano tirarsi indiero, ma alla fine si pu star certi che E verr fuori <<una buriana favolosa>>
.

Mi piacerebbe vedere quanto si pu andare Decidere sul modo, un'altra questione. lntanto, ho qual3rilrli, ilie,lrtrona idea. Potremmo frustarlo, per esempio, e lui dovrebbe F.lfllir'c salmi di ringraziamento. Non sarebbe male un canto del lFnrlr(', in cui ogni nota ha la pelle d'oca, per cos dire. Potremmo rtrslrirrgerlo a portarci in bocca le cose pi sudice, come un cane. itrtierrrmo condurlo da Bozena e fargli leggere a voce alta le ler tete rlt.lla madre, mentre Bozena penserebbe a fornire lo spasso alrlrtopriato. Ma non c' furia, abbiamo tutto il tempo di pensarci, ilt rrrigliorare, di trovare idee nuove. Ora come ora, priva di partiirldri concreti, la faccenda noiosa. Forse ci conviene abbandoii:ithr ;tlla classe, ne facciano quello che vogliono. Sarebbe la *rira rrrigliore. Sono tanti, che, anche con un colpetto per uno/ :lrri'llo finisce a pezzi. E poi, i movimenti di massa mi piacciono. i:lo rron vuole fare nulla pi di Caio, ma le onde diventano semptr,lriir alte, finch sommergono tutte le teste. Dapprincipio, nesruover un dito, vedrete, poi ci sar una buriana favolosa. =!tro *lrrnl,rrc una faccenda simile, per me/ rappresenta un piacere
nrrrrr(,rr schiacciarlo.
==h:1iltrlinario.
>

Ln persecuzione di Beineberg e Reiting nei confronti di Bagltri tocca aspetti parossistici. Beineberg gi nel rifugio segfetrr con la sua vittima e, allorch Reiting e Trless li rug:l:l
':.. ,.i:

!f!tttg,r'to, si siedono di fronte ai due <(come a te to>>: il bullo, F! cs, ha bisogno dei propri spettatori. E 1o spettacolo, per i'6pptrnto, ha inizio, perch Beineberg, allo scopo di "rimetgre in carreggiata" l'ormai troppo acquiescente vittima Ba-

intende ora sottomettere completamente, oltre al suo Fr!=F(), anche la sua mente, vuole annullare in lui ogni spirito t'!idlc, renderlo una sotta di zombie, di morto-vivente integralnrente sottomesso al suo comando.
=inl,

r\srLrr16 LUttilttLlu d uils. ((Lrutilcutrt6 c tu peil5tdiltu Lile ugglr.r. Reiting cominci a dire: <Beineberg e io pensiamo che coep con Basini, non pu pi continuare. Ha fatto il callo all'obbe=

Ht'irrc'berg disse a Basini di spogliarsi. Nell'oscurit, il corpo nqrlrr t'llbe riflessi d'un azzurro marcio, senza nulla d'eccitante. A rrrt tratto, Beineberg cav di tasca un revolver e lo punt contu l!.rsini. [...] Beineberg sorrideva. Era pi una smorfia che un

120

BULLI DI CARTA

<(IL GUSTO DELL'ODIO>

t2l

sorriso, come se l'irruzione di una parola esaltata avesse tiratg le sue labbra da una parte. Basini, come paralizzaro, era caduto sulle ginocchia, e fisseY l'arma con sguardo atterrito. nAlzati> d'isse Beineberg. nSe farai tutto quello che ti dico, f,Bfl ti succeder nulla; ma se mi annoi con la minima contraddiziOn; ti sparo. Tienilo bene a mente!> Beineberg sviluppa quindi una complessa e verbosa proced@ volta aipnoiizrar il povero Basini, il quale, tercorizzato,.esegH prrntuulm.nt. i comdi impartitig[ dndo al suo aguzzino I'G iusione del trionfo. Ma allaine, eiausto, Basini crolla, e Belre 'nelle

tutto questor e al\a ne si rivolge a Trless un'ancora di sal,,,ilch lo aiuti a ttovae, in qualche modo, it''t,'ta, rrna via d'uscita dal cul-de-sac in c.oi prigioniero. .E a ,t,irst punto Trless, che gi ha soddisfatte le sue curiosit, si .i,,,,,rg. di provare per Basini solo un abissaledisgusto. Cosl, an,i,,f'rt"uruiutto, prouu piacere a tormentarlo ulteriormente con il :ii() disprezzo, mentr I'altro, per tutta risposta, gli si stuscia r,Llosso con la lascivia di una prostituta.
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l)ptrr confusamente,

b.tt, ,.n,.ndosi

sue ambizioni di occul preso in giro "cJltrollore della mente", splode in un accesso di parossiatk violenza. Ormai del tutto dettmanizzata,la vittima ulula coff farebbe un cane, mentre Beineberg continua a percuoterlo' A questo punto Basini, che per paura aveva obbedito a tuttl gli ordini, con un tonfo precipit ai piedi di Beineberg' ll dolore lo fece giidur". Reiting scoppi in una risata. Ma El= neberg, che era indLtreggiato d'rin putio, cacci un urlo d!LuF bia, qilando si rese cont;"del trucco. Con gesto fulmineo si.sfil lE cintoia dei calzoni, afferr Basini per i capelli e cominci a frH' starlo furiosamente. ln quei colpi'frenetici, sfogava la tremend tensione cui s'era sottoposto. Basini urlava dal dolore, e fu coSp se un lamento canino tremasse in ogni angolo. C' un passaggio, breve ma significativo, che mostra sin6 e qnut p.t"ioi uuit^u,completame-nte sottomessa ma anche seF volta'ed esasperata ,., q.tti al punto di rottura, possa assutdg venga -.nt. vagheigiare che d ,alurzugfi Trlesspropri da uno dq# intrattiene con EF aguzzini.ome s' detto, il giovane ffi;;;rpo*to -biguo' i chrrico "testimone consenzient"1 ch. osr.ruu e scruta cn vivo interessamento i meccanismi, fial . fri.ologi.i, che legano vittima e tormentatore' Poi, travol al ti.trii-o'dei senii, da spettatore si fa protagonista, e aReh lui approfitta di Basini, iresistibilmente attatto da quel u.g{F frofutoo, bench in questo slancio la bramosia sensuale atrtri ia meglio sull'intento offensivo e degradante. Basini avverti

llasini non sapeva come comportarsi. Era talmente malandato pr,r i colpi ricevuti, che poteva appena m,uoversi' Sembrava avere p,,rtluto ogni personalit: un ricordo del suo essere d'un tempo l,,r.r rifugato nello sguardo, che ora s'aggrappava a Trless, tra iiirpaurito e imPlorante. Aspettava cosa avrebbe fatto il compagno' lrless, infine, ruppe il silenzio. Parl in fretta, annoiato, come ,;r,rndo, per ragioni'di forma, si torna sopra una faccenda con,lrrsa da un pezzo. . <lo non t'aiuter. vero che, in un certo periodo, ebbi interesse Sei un brutto tipo, un vigliacro, ecco Ia ;x,t [e, ma ora passato. v*rit. Niente altio. Perch dovrei prendere le tue parti? Un tempo un sentimento per-der rr,rlevo che ci dovevano essere una parola, li avrei trovati: ma I'unica definiflnirti in modo diverso, e che lir,i,", p"t te, che ,"i un brutto tipo, un vigliacco' semplice' ,,,,', ii." nulia, tuttavia impossibile trovare di meglio' Quant'alti sei lro, una volta, cercavo in te, i'ho dimenticato da quando ,fatto trovare un punto, lontano da,te' ,rv,rrrti, con le tue libidini. Volevo per te, e^tu l'hai rl,r r uiguardarti. Era questo l'interesse che avevo nessuna spiegazione. Soltanto tltetrut. Ma basta, non ti debbo utt,r parola: come ti senti, adesso?> rrCome vuoi che mi senta? Non ne posso pi'> male?o rr Fanno con te cose molto cattive, ti fanno
uS.>

<Ma si tratta soltanto di dolore? senti di soffrire e vuoi sfuggire all,t sofferenza? Tutto qui, senza complicazioni?> llasini non trov una risPosta.

i
i

lLo chiedo cos, di passata; ma, dopo tutto, non importa' Non compagnia non ho pi nulla a che fare con te, te l'ho detto. ln tua che vuoi'' ptrwo assolutamente pi nulla' Fa quello

T22

BULLI DI CARTA

<IL GUSTo

DELL,oDIo>

I23

Trless si mosse per andarsene. Allora Basini si stiapp gli abiti di dosso, e gli si strinse contr, ll suo corpo era ripugnante, tutto coperto di lividi. I movimenti erFg quelli d'una prostiiuta maldestra. Trless, disgustato, si volt,

ll r,rso volle che fosse un pomeriggio di libert.


r

sin troppo evidente come il fascino di un corpo maschllE ' abbia generato tn Trless sconvolgimento e paura. Gli atti gf= fettuati non con ma su Basini lo renderanno, infine, pl sprezz^nte: soddisfattala sua curiosit, il non pi giovaE Trl.r, si sforzer di considerare quanto ha commsso uFri passo necessario per imparare ad assumere una distaca ".redd,ezza, indispensabile per afrontare il mondo che lo e=.: tende frrori dullu scuola, nellu ,rita vera. In quest'ottica, B6='.t sini si pu considetate, a posteriori, alla sttegua di un mfff "strumnto dr fsrmazione", destinato a colmare le lacune del= I'ottusa educazione scolastica, un dilettevole diversivo all tanto paventerta <<noia>> del collegio. Bench il ruolo della componente omofila sia costantemente sottinteso o, al pl, velaiamente alluso, Musil lascia chiaramente intendere che lg sottomissione del pi debole afonda le radici in un affioref di tendenze che i suoi persecutori rigettano con paura e fl= brezzo, timorosi della disapprovazione della societ conserfe=.' trice di cui il collegio bastione e promotore. Alla fine, Bg=,,. sini ven espulso e Trless torner al fianco della madre, pl cinico e maturo, ci che gli permette d'esser degno di pree=;r. dere posto tra gli adulti. Basini, nelle ultime battute del r+ manzo, dopo essere stato preda di Beineberg e Reiting, $anche, in diversa misura, del giovane Trless, simile a un oBle spolpato e ormai privo di gusto per i suoi "padroni", vig$'' gettato in pasto al branco. .
. .l

'il raccolsero tutti in fondo all'aula, vicino agli armadi; poi ltt,lilt,rono Basini. Heiting e Beineberg gli stavano ai fianchi, come due domatori. I lrirrse le porte e piazzate le sentinelle, si pass alla sperimenfaLr ]rr{rcedura della svestizione, tra lo spasso generale. Heiting, che aveva in mano un pacchetto di lettere della madre di Hasirri, indirizzate al figlio, cominci a leggere.
.l:lgliolo mio...>
His,rta generale.
oTrr

sai che del poco denaro di cui, come vedova, dispongo...> .rte oscene, battute sconce divampano fuori della massa. Eeiiirrg vuole continuare a leggere, quando uno d una spinta a ii,rqltri, Un alfro ragazzo, contro cui questi andato a urtare, lo riirtrlt;r irrdietro, tra scherzoso e arrabbiato. Un terzo lo spinge aniltrd ;tV,lflti. Ed ecco Basini, nudo, la bocca spalancata dal terrore, rrrrilr,rrc per l'aula come una palla, tra le risa, le grida insultanti, i rli tutti. Passa da un lato all'altro, urta contro gli spigoli dei

ill

nrrlrtli, cade sulle ginocchia, che cominciano a sanguinare, e fiiitllnr,nle, coperto di polvere e di sangue, gli occhi vitrei, pieni di tennrt'.rnimale, crolla sul pavimento, mentre il silenzio si ristabili=rp irnprovviso e tutti gli si accalcano intorno, a guardarlo. [...] ia ttollc successiva, doveva venire legato a un letto ed essere peri;irqu coi fioretti.t'

'tllrt

Trless vide Beineberg e Reiting accostarsi a questo e a qulli, ragazzo, poi i ragazzi si riunirono in gruppi, bisbigliando egt.i grfnde animaziorie. [...] lleccitazione aumentO. Trless pot sJi guirne la progressione. [...] Prima tutti sorridevano, poi alcunl ti fecero seri, mentre occhiate ostili venivano lanciate verso Basinl:$ lnfine sulla classe cov un caldo, buio silenzio, pregno al vogli'

tenebrose.

'l

r l,e citazioni sono tratte da Robert Musil, *e*ri,tr, llizzoli, Milano r974.

Il

giouane Trless,

trad. di Giorgio

uelglornoeuropa.blog.rai.it
(Eu:l-,1 Scrnnole)

t.:.
t.

Flnlandia: Bravi ngazzi con la pistola


Fethl tiric Euvinen, 18 liiitl, qi tiprende mentre Fiiyr ll fiul pistola contro
'

zata. Uccide 9 compagni e

ii
ir'
[ .'ri ' :r:'' | ,r', i: .:". ! :r.

un profe$sole. Poi si suicida.

ha il diritto di uccidere." In Finlandia fucili, carabine e pistole fanno parte dell'arredamento di casa:

i.

i,. i,'

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I

t: .' b,, Fi l
i.

di un b-aco irr Finlandia. Pochi $emi rlopo il giovane va a +ttulu, qucsto liceo a.50 Irl a norrl rli Helsinki. E il ? suveritbre del 2007. DuretlE lfl lezione, eslrae la sa !rrlibrc 22 e f.a una ltRe, A lerra restano 7 !errrplgrti tli scuola e la pterlrlc, l2 i feriti. Dopo giltt rlottlto a fuoco con la Ftiilin il giovane si ucsr-a

irlell

rrel silenzio

due

killer che secondo

g1i inquirenti si conosce-

56 persone su cento ne
har lro una. Il paese scandinavo,

vano, vengono dgscritti come duQ studenti tranquilli, forse un po' timidi ma ftgazzi considerati

infatti

'ormali". A un anno di distanza dal


primo massacro, nessuno nel lioeo di Jokqla vuole
raccontare davanti alla telecamera che cosa cambiato.

terzo stato del mondo nella classifica del possesso di armi, dopo Stati Uniti e Yemen, Il motivo?
La saccia.

il

Intanto si sporimentano
ouove soluzioni, le ultime frontiere nell' insegnamento; questa scuola ngllaperiferia di Helsinki ne un
esempio: al progetto hanno partecipato insegnanti e ge-

tidg'
ia un video su "YouTrlbe"

I responsabili del Ministero dell'Istruzione conti-

i I
t
F...i:i

il fagurro aveva annunaiilri

nuano a interrogarsi sul


perch delle due $tragi che

t, fa
E

l$ ltlrge, con imma-

nitori.
sono

muri delle aule

_tiril c ur tlelirante comu'

Eiclu ttel quale si


r:,

defi-

il

Bira flhr rrtzista.

hanno scioccato il paese. Conosciuto per la natura incontaminata, le renne e


babbo natale, dove gli stu-

fatti di vetro. Gli studenti dalle elementari al


liceo stanno insieme e sono liberi di uscire quando vogliono, per consultare internet o seguire i laboratori di disegno, taglio e cucito e falegnameria.

[ ',' [., ,,' il'li


F;
Y::::;t
:r''i:;

3J tetlerrrbre del 2008


ttore fra i banchi que-ili ceuoln l'inlandesi: * vrthu rt Kauhayoki, una 3pCrdut{ provincia a 300 rlrrllrr enpitale. ilattt Sutri, 22 anni, stu**nle ln un istltuto profesietiale per diventare cuopE ennurcia la strage su iFFrttet, l)cr questo la poii+ia lo t'orrvoca ma poi lo Selrt uxlute. Pochi giorni bfrtu il
le

f;eatiehc un anno dopo,

il

denti, secondo un'indagine dell'Ocse, sono bravi d'Europa.

i pi

Olli

Saarela

$t.f g':,:;l':

l*

i.:, :::

bile Politiche Giovanili Ministero Istruzione Finlandia: " Abbiamo c o si -

- Reqponsa-

La filosofia della scuola modello semplice, Stimolare la consapevolezza


attraverso una grandq

l:
i.

r:,

tuto. unq commissiane


speciale per analizzare
quanta accaduto e capire che cosafare nfuturo. Quali sana stat i wtivi che haulto fato portare due ragazz a perdere il contafo con la societ e a fargli fare quella scelta; io

fi-

i,
f.

ducia nei banrbini e nei ra. gazzi, liberi di imparare e

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{gpu ltr prornessa viene

Fnlertutl, Matti va

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SBoltt e spitra all'impaz-

socializzqE con gli adulti in un clima dt ris.petto re. ciproco. Un modo, assicurano i rQsponsabili, anche per arginare il fenomeno del bullisrno.

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<ITEMPI FREDDI>

<<Tempi freddi>

tii ,rls natura del cuore umano malvagia dall'inf.anzia>> e tale

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Sin dal secondo dei brevi capitoli che compongono il tg= ir mazo di dOn von Horvth Gittent senza Dio (tgl8), 11lsg= .'. tore s'imbatte in un episodio che, all'appaenza, presenta I El= ,l pici connotati del buliismo: quattro studenti, nef corridoio di : una scuola, picchiano un loro compagno, dopo avere getttEl forse in r.go di spregio, il suo panino dalla finestra. Poich I'aggressioie non ui.. .o-piuta a scopo di furto, dato ehF .iu"rluno degli assalitori ben provvitto di panini, siamo elle prese con .rn urru..o poru..rr',. gratuito, ianto- pi che da! t racconto non emerge lcun elemeito che possa fa pensare ' precedenti rancori ira i ragazzi. T:uttavia, quando il profesocrE interviene, tutti e cinque oppongono la pi totale omert, vittima e aggressori si allean in una solidariet dai risvolti ln= qri.rrti, i.t.ttJ t. i secondi <sogghignano>>, la prima acldJ= ilt"tt osoirider. I1 professor., u ["u.Jo pr'io, dando prev ;," di un'ingenuit disarmante, non trova di meglio che ricordar ui Uutti irna r.gola fondamentale dell'onore iavalleretcol (Bii vi battete, che almeno sia uno contro uno>, una regola vival -" suo dire, da migliaia di anni, anzi, <rda\l'origine della civiltri Contravvenire questo precetto fondamentale della condoti-# cavalleresca gli appare motivo sufficiente a suscitare infinlf vergogna, -'i qutt o, anzichpalesare segni tangibiti di pg+-i!: timnio,'lo fissano con <<occhi stupefatti> senza proferire pa=. rola. Di fronte a cotanto stupore,l professore sirende fidffi mente conto di parlare.r.ru ofing.ru scnosciuta>>, che i ragazul-$ letteralmente, non capiscono. Affiora quindi, nella sua ment1i la reminiscenza dell'episodio biblico del diluvio, utile soltaeB a ricordare al Padreteno f inanit di qualsiasi punizione, p|=:
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dispetto di ogni castigo (poco meno di vent'anni il romanzo di von Horvth, \Milliam Golding, nel Signore leile Mtxche, conier un'espressione di altrettanto puntuale eflteaelrr circa I'irredimibilit dell'umano genere: <<l'uomo prodit'e il rnale come le api producono il miele>). Il rimando al diiuvitr biblico non casuale: non soltanto I'episodio di bullismo iri rltreutione, intitolato significativamente Pioue, ha luogo per i'apptrtrto in una giornata di pioggia, ma in tuttala prima parte -J.sl t,rrrranzo abbondano riferimenti all'acqua dalle forti va?irrr:rrt, a
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lgii=e riimboliche. Negsuna punizione, dunque, per i quattro studenti, ai quali ii prolessore si limita a ordinare di chiudere le finesra, perch

altt'irrrcrrti <piover dentro>>. Da un punto di vista squisitaa:retrte [etteratio, sar utile ricordare che, in Pioue, le uniche

hatttrte dirette sono quelle rivolte dalf insegnante agli studsrrti, tuentre le risposte dei ragazzi sono riportate esclusivaHente in forma indiretta, un elemento, questo, che ritorner par:lre pagine pi avanti in occasione di un alto significativo epiartrlio. In questa prima parte del omanzo, il lettore ha co!e11!cnente f impressione delf inanit della parola, del di+tir'-su rrrticolato, del ragionamento logico, destinati a schianeral contro la granitica e inespugnabile muraglia dell'incomgren-sirrne ostile e del silenzio oltre la quale sono arcoccati, iertl del loro indelebile sogghigno, i bulli.
t.'itttkrmani mattina, mentre mi dirigevo verso la sala dei proFE:ttri, udii al secondo piano un baccano d'inferno. Accorsi e fifll qtr.rltro ragazzi, E, C, H e T che ne picchiavano un altro, il
ginvatrt,F.

"t=ht'vi salta in mente?" gridai. "Se credete di potervi picchiare Eef1ir tlrri ragazzini delle elementari, che almeno sia uno contro '-gtio. M. cos, quattro contro uno, una vigliaccheria!" Ml guardarono senza capirmi, anche F, che gli altri quattro aveynn rssdlito.

ll suo colletto era stracciato. vi ha fatto?" chiesi. Ma i quattro tacevano e la loro vittima anche. Tuttavia, a peztiuscii a sapere che F non aveva fatto loro niente; al con==Eflltti,
"[='lrr,cosa

F
FREDDI)>
I29

T28

BULLI DI CARTA

<(TEMPI

trario, erano gli altri che gli avevano rubato un panino, non pel mangiarlo, m solo per lsciarne senza lui. E l'avevano buttatg dalla finestra nel cortile. Mi affaccio, lo vedo sulla pietra grigia. Piove sempre e il pa= nino luccica. Penso: forse i quattro non avevano pane ed eranB furibondi che F ne avesse. Ma no, tutti avevano il loro; anzi, C nc aveva due. Chiedo: "Perch avete fatto questo, allora?" Non lo sanno, stanno imbarazzali davanti a me e sogghignano' Certo, l'uomo cattivo, sta scritto pure nella Bibbia' Quandei smise di piovere e le acque del diluvio.si ritirarono, Dio disgei "Non punir mai pi la terra per colpa dell'uomo, poich la na= tura del cuore umano malvagia dall'infanzia." Dio ha mantenuto la promessa? Non lo so' E non voglo nea.tt= che sapere perch i rag'azzi hanno buttato il panino nel, cortiln, Domando loro soltants" non hanno mai sentito dire che dalle epoche pi remote, da migliaia e migliaia di anni, dall'origlne della civilt, una legge non scritta si imposta con un rigore. sctt11= -u"na bella legge umana: "Se vi battete, che al= pre pi imperioso, meno sia uno contro uno." Mi volgo di nuovo ai quattro e chiedo: "Non vi vergognate?" Non si uerfofnano, parlo loro una lingua sconosciuta' ,Mi guardano .on"o.ihi stupefatti. Soltanto la vittima sorride. Sorrltlc di me. "Chiudete la finestra," dico, "altrimenti piover dentro'" I ragazzi chiudono la finestra. Ch cosa diventer, questo diavolo di generazione? Dura o solamente brutale? Non aggiungo parola, e mi dirigo verso la sala dei professori. Sul pianerottolo mi fermo e tendo l'tl== recchio. Che si picchino ancora? No, tutto calmo.
Sono stupefatti.

L'acqra,la pioggia sono presenze costanti nella prima parte del romanzo di von Horvth, tanto che il protagonista provn sovente la sensazione di vivere come immerso nella luce tor= bida di un acquario, e gli occhi senza espressione dei rugazzl gli appaiono simili a qu.lli dei pesci. Di fronte al suo pistolotto, iU siuaenti rimangono per I'appunto <<muti come pesci)>, sLltl=

<(senza patole>>, come del resto evidenzia indiretto. Allrr line l'insegnante costretto, suo malgrado, a prendere aurr rli alcune palesi verit. In primo luogo, seingazzi non si *'crgognano del gesto compiuto per la semplice ragione che l,,n vcc{ono di che cosa dovrebbero vergognarsi; in altre palirle, rpranto accaduto rienffa in una logica, a suo modo, perfettrrrncnte "normale", quotidiana. A questa basilare consider*r=iotrc segue la presa di coscienza delf incornprensibi'lit del prrrlrrio linguaggio, tale da lasciare i ragazzi letteralmente <stttpelrrtti>. Non capiscono quello che dice, e questa impossibilit l*rlicrrlc, assoluta di comunicazione l'elernento chiave dell'ei,lqrxlio, nonch, come vedremo, uno dei temi centrali del buliiqrrrr rrcl romanzo di von Horvth. Il professore sbaglia a dorr,rrrtlrrrsi che cosa diuenter <(questo diavolo di generazione>, l,erclr non si rende conto che essa gi dittentata qaalcos'alffo, rprillr()sa che egli non capisce e con cui non riesce a cor-nuni:ilt'E: che cosa cambiato neirugazzi, rna soprattutto, che cosa !t lrn cambiati? come se il mondo degli adulti fosse tnrtatoe glt a,lrrlti stessi, paradossalmente, non se ne fossero accoffi (o alnr,:tro cos piace loto, con moralistica allure, ostentare); Sono linrast,i indietto, i "grandi", con la loro morale da sepolcri i'rnlriirrrcrrti, mentre i ngazzi hanno fiutato d'istinto i "tenrp tirtrryi", l"'ara che tira" e, di consegtJenz, si sono adanatt. ll loro mutismo ricorda l'ostinato silenzio e l'al+rettanto ;:etvicace negazione della pi palmare evidenz* dietro cui si tl'irrr't:la un'esemplare antesignana dt quei "tempi. nuovi", la Mnrirr Vinini deamicisiana protagonista di Un dramma nella tr.ilolil. Messa alle strette, minacciata dall'autorit costituita, M,rlirr si rivela straordinariarnente parca di parole" convertenelnlc itrfine, colta da una.(quanto sirnulata?) crisi di nervi; in itna <specie d ruggito>> pi belluino che urnano. Non a caso, allir line, le sar concessa la facolt di confessare per iscri'tto, *rraich a uoce,la sua colpa, e Marta suggeller la propria a,mnt iqs irr ne con quell'inquietante, iriducibile <<ma, . .>> destinato a al pa de1lo sbigottito silenzio degli studenti divon =arrcilc, i!,rlvf th, l'insanabile incomunicabilit tra giovani e adulti.

Lirrliti, Ietteralmente

ia qr:eltl del discotso

t30

BULLI DI CARTA

<<TEMPI FREDDI)>

t3L

Insomma, una vera e propria mutazione genetic-a sembfc essere avvenuta in meno i .tu generazione' Il profestft,11 34 anni, i suoi studenti circa r4, ma questi vent'anni di dlf= e:renza' sono pi che sufficienti a scavare trg d1loro uE abisso. oIl fosto che ci divide forse pi profondo che fra Jr. g.".razon normali?>> si domanda sbigottito I'inee= gnrrr., che non pu non prendere atto di come quel fossan ia ormai diventao .,insormontabile>, tanto pi che se glieg ;;;rr"ri si limitano a osservarlo <stupefatti>, la vittimaaddl= iir,.rru <<so*ide>> (<sorride di me>>, pensa il professore)' Come pu darsi che la vittima osi abbozzafe un sorriso di schetne irei confronti di chi lo difende ? Era Franti la scellerata crE== iura istituzionalmente deputata a irridere I'autorit, il <pr:= u.ro Cto$i> e il <<povefo gobbino> Nelli erano come mufgtl loro physique du ,aU ai vittime predestinate' rc "iui ".1 Maa Vinini que[ dal <<riso stridulo>>, dalla strana contfq= zione delle lab;'ja sinile a un sorriso, mente Giulia orveggl appava l,incarnazione vivente di un mortifero destinr-r, preQuul.oru cambia con il Basini del Trless che, con il suo d*itorio infilarsi nel letto del pi raffinato e perverso tra i ntlal aguzzini, gi segnala un imprevisto e inquietante .intorbide= ,..rro d.l regJl. del gioco. Infine, von Horvrth allude, nep= pure troppo ulutu*.nte, alla possibilit che vittima 9 Peree= cutori sio accom.onati d^ un'identica impossibilit di comu= nicare con gli adulti, e che il perseguitato possa addiritture i*idere il pioprio salvatore. Anche in questo caso, che coBB
successo
?

guiro n lcggere, odo continuamente la tadio: sussurra, stride, fiti;r, 14"'o", minaccia. E i giornali riportano le sue parcle, e i E1c,zzi lc copiano>> (il corsivo nostro). Il professore, pi tardi, avr rrcasione di riflettere che ormai, come dice la radio, <<Il [ilttqlrr ci che gova alla trib [...]. Quello che non ci d un stile ingiusto. Quindi tutto permesso, il furto, il delitto, i'ln..r:nclio, lo spergiuro. Che cosa dico "permesso" ? non sono plli tr*rnche delitti, se compiuti nelf interesse della trib..' E ,l*t=rt,, che cos'? Il punto di vista del criminale> (viene alla *:ente, a proposito della pervasiva presenza della radio e del profiluvio ininterrotto di sussutri, strida, urla, gemiti e mi =ue Eeer', clLlanto affermavaJoseph Goebbels: <Qualsiasi bugia, se frequentemente, si ffasfotmer gradualmente in ve=!pelirt,a

Occorre, pet questo, seguire lo svolgersi della vicenda,. ehe u.d. il profrrot impegnito nella coriezione dei compiti' IF uno di questi, uno studente ha scritto: <<Tutti i negri-sono rca= scalzoni, vili e pigri>. Il professore si accinge a evidenziare .rigi".'a.ilogiiJh rtopidit di tale afermazione, quander nl= i;ffiouuito , f.r-u, ihiedendosi dove ha gi udito.qtrelle frur. <<Ah, ecco, in trattoa, - pensa - utlata dall'altoper= quasi tolto i'appetito' I'ascio quindl !e lante. S, e mi ^vev^n.rro' professoi ha il diritto di caneel= it"t. i"*ria, poich lare in ,ttt qrd.t.to ci che si dice per radio' E, mentre Be=

!tr). Il cerchio sembra chiudersi, coniugando sofisticati *lerlirr tecnologici a una logica tribale: f innato, primitivo letitrf rr alla prevaricazione e alla violenza evidenziato dal Golcltrrg tlcl Signore delle Moscbe, iltrato atraverso la logica militat'Eacir dell'esclusivo collegio musiliano ove spadroneggiano i tat'i lteiting e Beineberg con i loro contorti alibi ideologici, apptt,rlrt linalmente, nella sua versione pi aggionata e tecnologlr.a, u una fase scopertamente e puramente dittatoriale, e la 1ogirn lrlcdatoria della trib diventalalogica di un'intera societ' - Nrgli anni Trenta Ia radio era un prodigioso strumento di Fri!nunicazione di massa, le cui ben note potenzialit erano erlegttrrtamente sfruttate dalla propaganda del1e varie dittalrrrr. Non si pu negare che il mezzo radiofonico di cui parla !i,ilvrltlr, \a amtgerata "radio del popolo" in cui s'ingolfano e minacce appaia, mutatis mutandis, come una pallida =ttelriti plel'igtrrazione della ben pi eclatante, sguaiata e.pervasiva teievisione odierna, il cui immane potere di condizionamento riellr' rnasse ha fatto versare fiumi d'inchiostro (fiumi, sia +ietlo pcr inciso, ticonducibili tutti a un'unica sotterranea sca!rrr'ip,irrc, quel 1984 di George Orwell nel quale 1a televisione un funzione, per cos dire, di bullismo mediatico, fe=r,,lp,e ii'r Fnrente intimidatorio quanto entusiasticamente accettato tl,ilk' rnasse, la cui logica perversa stata, peraltro, esplicitallFl!lc tdottata in anni recenti da un format televisivo dal suc-

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D2 cesso
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<(TEMPI

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planetario). Poich se la televisione, come stato dimc= ,truto, rispetto ad altrt mezzi di comunic azione ha il potere.di abbassare^ai minimi livelli la soglia di attenzione critica delte spettatore, ela capacit di condizionamento della radio e dellc .rtu rtumpat^ ctri allude Horvth oggi non pi che un pee= tico anacrnismo, d'immutato valore rimane pur sempfe l considerazione finale: <<i ragazzi 1...f copiano>>' Avr, queE <<copiate>>, qualcosa a che vedere con quel mutamento cul i urrnnuuu, con quell'insormontabile fosiato che tanto tutbc il professore? E quale rapporto sussiste tra codesto <copiarer. a ferocia intimidatotiu d.t tubo catodico, onnipresentc d t984 ai giorni nostri? Quale rapporto c' tra la logica--tribale del Si,gnore delle Mosche e la cristallizzazione di modelli e ee= dici di comportamento ossessivamente riproposti dai ma3: med,ia? In cre misura si copia, si imita un modello, e in ehe misura da quel modello si viene indelebilmente marchiati c condizionati? Che cosa succede se un'intera societ si avvez-gp alla venefic a tasm:ut^zione della menzogna in verit ? Giouent senza Dio ambientato nel 1937, epoca in cui lt professore hu 3q anni, dunque, essendo nato nel r9o3, cfe= iciuto in un periodo in cui f influenza della radio sulle meaae era patica-ttt. inesistente. I suoi allievi, invece, sono.EgEl intoino al .923, quando i1 fascismo aveva appena preso il pe= tere e si apprestava a usate in maniera massiccia il mezzo r= diofonico inonch quello cinematografico) per i propri fint dl propaganda, e in Germania, neI 1937, il nazismo esercitev rmai un potere assoluto di condizionamento sulle masse Fg= prattutto attraverso le onnipresenti "radio del popolo", quell cui von Horvth fa esplicito riferimento nel romanzo, Dttn= que, quella giovane generuzione di studenti nata e cresciuEe ion la radio, subendone appieno gli influssi fasti e nefeatll come le odierne generazioni nascono con una predisposizione, si direbbe innatl, per l'uso di televisione, telefoni celluletlr personal computer e quant'altro... Chiss se tutto questo-ral= gnifica qualcoa in relazione a ci di cui stiamo parlando ? F, te it.so vn Horvth a fornirci, sia pure indirettamente' untt fl= sposta, allorch allude inopinatamente all'effetto del cnlele

psicologia delle masse: <<Per lo spettatore - riflette il prolFsEurc - non esiste al mondo che il foot-ball, sia che piova o , !re t'isplenda il sole o che nevichi. Allora, egli dimentica tutto. l'rrllo? Che cosa "tutto"? Non posso soffocare un sorriso: i
=rrllo

rregri, ptobabilmente... >. 'l'olniamo cos alla frase che 1o aveva colpito e indignato durarrtt' la correzione dei compiti, una ftase che per il professore =:l'ii

luriera di un altro episodio di bullsmo, questa volta conIl giorno dopo, a scuola, consegna il com=irnlrrto a suo danno. contenente la famosa frase all'interessato, e bench sia Fltri ,.i,rri,rrpevole che nessun professore <ha il diritto di cancellare iir irrr rluaderno ci che si dice per radio>>, non pu esimersi dal f ,r|i' trsservate al tagazzo che <<i negri sono uomini come noi>>' lJrit'st'affermazione scatena ne suoi confronti un episodio di !irrllisrr-ro a sfondo "ideologico", P cosl dire, da patte dell'inr=rir classe.

cui mi son permesso di dei negri, ho subito l'impressione che qualcosa non va. li,irl,rlt' I lrr,nri abbiano sporcato di rosso la cattedra? No. E allora, perch irit lirr,rrdano con un'espressione cos maligna? lrlo, uno alzala mano. Che c'?Viene avanti, mi porge una
!1;ilr,t,, ritorna al suo posto.

(Jrr,rndo varco la soglia della classe in

{ lrr,cosa significa? \lr,rccio Ia busta, scorro il foglio, sto per scattare; ma mi doritir), faccio finta di rileggere. firmata da tutti, da tutti venticinrirr,,, s,rlvo W che ammalato. Leggo: "Non vogliamo pi averla come professore, poich, dopo quel r lrt' i' lccaduto, noi sottoscritti non abbiamo pi fiducia in lei e i lrtt'rli,rmo un altro insegnante." ( irr.rdo i sottoscritti uno dopo l'altro. Tacciono e non mi guaril,rrro. I)omino la mia irritazione e chiedo, incidentalmente: "t lri ha scritto?"
Nr,ssuna risposta.

"Artliamo, non siate cos vili." Nlssuno si muove.

bene," dico alzandomi. "D'altronde, non mi interessa Ia lettera, visto che l'avete firmata tutti. An=:ilri,r'{'chi ha scritto
"51,r

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l)4
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<<TEMPT

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ch'io non ho nessuna voglia di insegnare in una classe che non ha fiducia in me. Ma, cdetemi, con la miglior volont del
mondo..."

,lrrellrr che costituisce ormai

Mi interrompo poich mi accorgo che uno scolaro


vendo sotto il banco. "Che cosa scrivi?" Fa per nascondere il biglietto.

sta scrl=

"Dammelo." Cli strappo il foglio dalle mani ed egli mi sorride maligno. un pezzo di carta sul quale stava stenografando le mie parole. "Ah, ah, mi spiate." I ragazzi sogghignano. Sogghignate pure, io vi disprezzo. Non perdo niente lascian= dovi. Venga pure un altro a rompersi le corna con voi. Vado dal preside. Cli racconto l'accaduto, e lo prego di darml un'altra classe. Sorride: "Se crede che le altre siano migliori..." Mi riaccompagna in classe. Urla, tempesta, li insulta. Che ma= gnifico commediante. una vergogna, urla, un'infamia; i birbanti non hanno nes$uf1 diritto di chiedere un altro professore. Ma che cosa credono? Sonq diventati pazzi?. E via di seguito. Poi mi lascia solo. Eccoli l davanti. Mi detestano, vorrebbero rovinarmi, vederntl in miseria; tutto perch non possono sopportare l'idea che anche un negro sia un uomo. No, voi non siete uomini. Ma state tran= quilli, amici miei, non voglio subire una punizione disciplinare per i vostri begli occhi, e tanto meno perdere il pane. Ah, mi vor= reste vedere in miseria? No, non vi far questo piacere. Da oggi vi dir che non esl= stono uomini all'infuori di voi, ve lo ripeter fino alla nausea. Del resto, non desiderate altro.ra

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"il senso comune". Mala teazione parte degli studenti, che gli scrivono una i:iit rnclicale viene da i=tt"rr, firmata da tutti, ove dichiarano di non volerlo pi i.rinlr itlsegnante. E da notare come, di fatto, essi oppongano a! pt'ol'cssore il silenzio, non comunicandogli le loro intenzioni t,(t(ci, bens per iscritto. Quando egli li interroga in proposito, ticqcur-o risponde, ma qualcuno, sottobanco, si accinge a stentrgln[are le sue parole, allo scopo evidente di usarle, evenIunlrnente, come arma di ricatto. Tacciono, fissandolo con eaptrssione maligna, oppure, se intertogati, volgono 1o sguardo eltlove. Anche qui, come nel precedente capitolo Pioue,le unir,lle lrrrttute dirette sono quelle delf insegnante, mentre i gio*ani sembrano privi di voce propria. !lirrtracceremo la ragione di questo pervicace silenzio poco pin rrvanti, quando il professore incontrer per caso-,-in un bar, irrr rx collega: <Andiamo verso tempi freddi, - afferma queel'rrltimo - verso I'era dei pesci. t...] E I'anima dell'uomo diventer impassibile, come il muso di un pesce>. La frase colpler.e' il ptoestor., che la notte si sveglia e si avvicina alla ft!lFq l

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[ ,rncora notte; non vedo niente. N case, n strade. Soltanto la tieirlri.r. La luce di un fanale lontano cade sulla nebbia e le d I'rilrlr,rrcnza dell'acqua. Come se la mia finestra fosse sommersa' N,iri guardo pi fuori, altrimenti i pesci verranno a incollarsi ai telrt t' guarderanno dentro.
tcma dello "sguardo da pesce", letteralmente e metaforiEllrre llte "muto", ritorna quando, di fronte allo sguardo di uno atrrrle nte, il professore si domanda: <<Due occhi chiari mi guar:lanrr, tondi, senza vita, senza luce. Un pesce?>>. Ecco, i *ierrrpi freddi> sono arivati, freddi come l'acqua profonda in rrri trrtotano pesci silenziosi e inespressivi, impassibili e micielali. '-futto l'episodio si svolge secondo modalit sofisticate e

ll

Pur prendendo formalmente le sue difese, il preside dell'l= stituto, forte di una certa <<circolare confidenziale> del minl= stero, gli intima di non esprimere mai pi opinioni contrarie c
14. Le citazioni sono tratte da dOn von Horvth, Giouent senza Dio, trt,tlu. Maffi, Bompiani, Milano ry74.

zione di Bruno

tlllrrrli al tempo stesso. Da parte della <trib> dei ragazziiFs('e, I'imperativo quello di eliminare il professore in rluFrrl"o portatore di valori estranei al gruppo (esattamen_te .:rrr!rr, n;l Signore delle Mosche,labanda captanata daJackha

B6

BULLI DI CARTA

<(TEMPI FREDDI>

137

il

come obiettivo I'eliminazione fisica di Ralph e Piggy), benc$

comportamento formale manga inappuntabile e si--faeglA persin ricorso a ufia ruffinata strategia quale l'uso della ;E 'niirunu. Mulu sostanza non cambia,".ot ii .ui, del resterg ptf.rrot. perfettamente consapevole: <S, mi vogliono fr irientare - ptru. - Se fossero di selvaggi, mi avrebbero le gato al pal di tortura e scotennato. E lo avrebbero fatt 1A buona fede>. I1 freddo, muto scontro tra il professore e gli studenti pfF senta almeno un importante elemento d contatto con un nltf, episodio di bullismo da parte d un gruppo di allievi contr i: ir.gnunr., quello d.r.ritto da Dicke# in Dartid Copperfle&tt: La s&ategi.a vessatoria che gli studenti ordiscono contro il pfe.$ fessore paragonabile, sotto alcuni aspetti, a quella messE lf, uiio du Sieerf"orth, not forre che, in Giouentt senza Dlol 16 '1 classe appare alla stregua di un'unica, indistinta, compatta CnE tit, mentre inDaaidZoppefield l'insieme degli studenti nee :!. che una cieca e ottusa frza de| tutto soggiogata dal carlae i del suo capo branco. In Dickens,, inoltre, i genitori non Btr= i brano gioiare alcun ruolo diretto rispetto al comportame ,ii de ru{azzi, mentre von Horvth stabilisce un nesso Ple!.q ,; tra f iAeologia dominante il mondo degli adulti e quella del1!,. loro rampolli. Viceversa, un filo comune potrebbe essere fepe ' rito nelle motivazioni del gesto, vagamente ispirate a un gcner rico odio di classe nel primo caso, ortemente radicate in uff , pervicace forma di nzzismo nel secondo . i$ ' Il punto che gli studenti appartengono a una classe soclnhE ,rrp.rot. e che snza troppi riguardi ostentano di considere$..ff I'insegnante alla sffegua di un servo. Frequentano scuole pfF.$ vate, i genitori sborsano cifre esose per la loro educazionl' quindi il professore tenuto a esprimere opinioni conforEl,. jt alle esigenze dei suoi datori di lavoro. Steerforth a incarnef rii Gi In Dickens era stato soprattutto questa superiorit di classei tanto evidente che persine { ' riarratore, malgrado la reciproca simpatia che lo lega allo svcn= turato insegnante, non pu farc a meno di notarlo, e Questi significativamente, proprio nel momento in cui 1o scontro tf
.

docente assume i toni pi aspri. Steerforth guarda iri silenzio, con aria di sfida e di collera, il suo avversario, il siMell, e David Copperfield sommessamente commenta: -Errrrr ]!r, ,ltrel momento di soipensione non,potei - ricordo fare a ,i,=rr,, di ossetvare com'egli apparisse di nobile aspetto e come i! <igrror Mell sembrasse modesto e volgare al suo confronto>>' &lri'i'uomo <<modesto e volgare>> si lasciato sfuggire poco
i ,rllievo e

il

t,rirnr, nella furia della discussione, una parcla-chiave.,. tanto vei,itr pericolosa in quanto espressione della gu1a e semplice dei <privilegiati>>, e itt,'ri rivolto aisuoi allievi definendoli litesto sar pi che sufficiente al signor_creakle, direttore del .'!legio, pef decretarne l'espulsione dalla scuola. tlirs'i professore del rmanzo di von Horvth si lascia una ftase, <i negri sono uomini come noi>, che- in =frrggire clrt'to contasto con l'idologia dominante (<<una forma di sairirtrrggio della patria>, gli rimprovera un genitore), e se non ,.terrc'cacciato soltant perch, in nome del sacrosanto di*!1rr al <(pane quotidiano>> (come recita il titolo del relativo cai suoi liitrrlg), rifiuta-d'ingaggiare un aperto conflitto contro
neltllcl.
< l)obbiamo evitare tutto ci che possa, in un modo o nel!'altro, incrinare |e future capacit militari dei giovani; in altre

a:

l,il!

ptrrrlc, dobbiamo prepararli moralmente alla gue-rra>. dice il militario.g l'9irr.nid de[a scuola al professore' Le <<capa-cit d[e rruppe a venire dei Ragazzi della aia lercizio dell'einstanl i,a1 si perfezionano attfaverso dosi massicce di raffinata cru,lelrrl ria le mura del collegio del Trless, ma a esclusivo van+ee ,kt dell'lite dominant , in Gio,.,rnt senza Dio i gochi sono faf ti, la menzoga diventata verit'

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4ulntlo cinque 1ag4ca\ di l, Fnrzrt Nuova,gli,,haimo,


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nte, un qulntli.cp.!{9, l*tllto in secotrda,,all'ex,'


matshtrole Agneii,.::r:s!a!q,, eolplto da unarYiqlliii,ae';,, ialil che gli ha,fraltwC{CI.iI'1,

eetlo nasale. Llepisodiq; drrpu i recenti,'la'qltti'lt,


Fatlrt

i fia ragazzi

:dii alesfia-,

sinistra;..g,ollevall,la,t preocu u pazisue l4!l!9r,rf1i:i ntlelie che iq uqr:ccirnuni.l eato chiedono alls Odrtt e

di

rdi individuare g :iieis''l,. ulte gli lu1evlr,di quggto


irilu, Ma anche,di,'inda.:,rl got=e rul le reqpou!lbil1{,:'
lel r

novimento'pli!iCqt!,' frlott vo gliamilriC::: lfi:


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p $gn

a elelatail.ei,gir{li,

nelle scuole>conrnlntaq,:, i genitori. Il divtbi, co:.:,

niinrrilto a mezzogioinoldi,. th{t{) quando;,,d,iiq-to:iil il Fconrlo intervall;rlp-inql4:l feguzi di vent'anni,s11:, lairti di estrem deitia'r$i,, cnrro infilati a siuolapdi'l
cendo rulnrrt

tlal sanssllg;:lgetli,: ini della mani{bsta,':

Frc nlle lto, pe1 {lq'qiibuiig,ii:

II

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(DRITTERIA E DELINQUENZA)>

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Dritte rta e delinqu

eza>>

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come una sorta di prototipo dl ria e dZ[n qurn urr", ^ppare bullo pi rnoderno e "aggiornato", sul quale -Pier Paolo Paaa= fini rilette da un punto di vista, per cosl dire, "anttopol= gico", particolarmente in Studi sulla uita del Testaccio e Ap= punti pr un poelna popolare (entrambi-risalenti aI t95t-5-2, 1e pubbiicati nila raccolta AI dagli occhi azzuni, r-965).Siame, unq.r., nei primi anni Cinquanta, e lo scrittore fa riferimente ai diicendenii di quegli abitanti dei quartieri romani del cen= tro i quali, a cauia degli sventramenti del "piccone risanc= tore", erano stati cosetti a ffasferirsi nelle borgate all'e= strema periferia della citt. L'emgtazone-di qu-este famiglle <belliane>, come le definisce l'autore, <che dallo sventrate Borgo Pio vanno a Pmavalle o al Quarticciolo o al Tibur= tino">, provoca in loro una regressione non soltanto nella vitg sociale, <<ma fotse anche nel tempo>' Questo sradicamento, con il passare degli anni, attraverso una sorta di mutazione ge= netica, sembra lnf.atti avere generato una nuova tipologlc u^unu", quella dei "borgat ari" , appunto, non del tutto inurbai (parlanoempre di Roma come di un posto dove <<si va>) taB gualment. fieni rispetto a una dimensione <paesana>..Escl afpaiono, piuttosto, inclini a regredire verso una dimensione, i-senso ,[r.tto, <<tionale>>, non priva per d'inquietanti ri= svolti che non improprio definire "tribali". I deleteri effetti di tale sradicamento si palesaflo cori sp=

Ilragazzo di borgata, nella sua sistematica prassi di <dritte

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ciale eviden za nelle giovani generazioni, quelle che Pasolini os serva con distaccata perspicacia antropologica e un personaliB= simo, sensuale coinvolgimento. La botgata, sostiene lo scrlt-

irrrri, simile a un ghetto, anzi, a rtna prigione: il ragazzo di li'r'!{rrta <<ha un po' i fenomeni nevrotici di chi vive in un r:rn1f){) di concentramento)> e i ragazzini della banda del Teio provano I'uno per l'altro <l'inimicizia che devono pro=t:rrf i"ilir i reclusi nella stessa cella, un'inimicizia nevrotica>>. Quesrrttoproletari di borgata, ghettizzati e nevrotici, vivono =ti +unrr vita moderna solo coi modetni>>, mentre tra loro pratirllrto consuetudini di tipo ffibale, al punto che un osservatore Fqtn'ro, un borghese, stenterebbe a immaginare il livello di srittrstrfficienza dt questa vera e propria "casta" botgatata, i,irr,, r[rando sola, nel rapporto dei propri membri <riaffonda Irr rrn linguaggio, in un valore della vita che non sono del nolcmpo>>. Questo anacronismo, dice ancoa Pasolini, ha in =lr'{r (lurlcosa di allucinante, di romanzesco, un modo di vivere frr,rli clalla legge simile a quello <degli zinga pi puri, delle lrilrir>. D'alro canto, lelaceruzioni provocate da quell'<iniririr'izirr nevrotica>> generata da un contesto analogo, per certi tersi, a quello dei campi di concentramento, finiscono per gcuilc la schizofrenica scissione tta "vita moderna" e "vita trih,ih:", in un coacervo di contraddizioni che, all'interno del gluf rlro, vanno da una viscerale solidariet all'infame deladall'ironia pi tagliente alla pi becera provocazione. =irrtrr', Nel rrgazzo diborgata, tvttavta, il concetto stesso di <delinlillFnzir)> da intendersi <<nel senso minore> di questa parola, af !t'r'nra Pasolini, sintetizzando le ragioni di tale fenomeno in tttt'icrrstica asserzione di cui converr tenere conto: <<Non che t i eirt poca vita morale in lui: non c' addirittura >>. Le rcazioni elel rrrgazzo di borgata, inatti, sono limitate ed elementari, angrrctrr il suo modo d'interpretare la realt che lo circonda, pressoch totale la sua incapacit di provare piet verso chictressirr: <Dopo I'adolescenza - scrive Pasolini - non imparu i;ie'llr'all'infuori del tipico modo di comuzione che si d nella tirlHirt, secondo quelle imeligiose regole d'onore, quella condi dritteria e delinquenza ecc. Una certa f.reschezza, =enirirrrre leggrrczza di sentimenti, allegria ecc. non sono che esterne, iiicl I I l'c I'interno ha I'informit., Ia tstezza della costituzione
iilrlrrot'irle
>>.

t42

BT]LLI DI CARTA

<(DRITTERIA E DELINQUENZA)>

r4)

Tutte queste considerazioni, specialmente evidenti in

r4p

punti per uft poema popolare, si ricollegano ad altre, analoghs; che riiroviamo in Sludi sulla uita del Testaccio, riguardo ellieg= .. sere <(caso nel caso>> di quei rugazzi che razzolano tra i rlflul lungo la rva del Tevere, e che-sembrano totalmente immuEl: ,.i: olt che dalla piet , dalla coscienza come dalla memfl, .., L'immonda trutlputu del fiume descritta come un dato vlvl. damente rea\e, a, al tempo stesso, diventa meta.on di ga . squallore che alligna dentio e fuori i personaggi stessi, A= ;i dannati a muoversi sotto un cielo <caliginoso e allucinato ['*11 .. lattiginoso e accecante>. Nella citt, divent^ta rta speeiel sordida giungla, il branco va a caccia della vittima sacrifleelg e la violenza gratuita che su di essa si scatena ha la funzioeg i un rito inizialico, nel quale il dispregio dell'altro si coniuga al= I'estraneit pi assoluta rispetto a qualsiasi morale. Ma attenzione: proprio quest'asse nza di morale consente e!
,

l:r f tirrrrmella per farla arrostire lentamente; la pelle della lucertola rlirni'isce, ribolle; essa muove davanti al muso le zampe anteriori, irrirrt'llraccia umane/ in un atroce spasimo. [...] Sar Romanino, irr rirr,r delle sue sparizioni, a scovare la buca dove tenuto prigilirir,ro il gatto. Carlo sar invece il primo ad avere l'idea di uct rrlrrkl a fiondate. La buca piccola: essi si mettono intorno, e tir.1!ilr ( on furia, perch ognuno vorrebbe essere il primo a dare al g;rllo il colpo mortale, e per precedere gli altri, o lasciarsi preceift,rt,, r questione di un attimo. Perci essi sono come impazziti tl,rll,t fretta, sbagliano icolpi, non trovano isassi vicino. Il gatto rlt'rrlro la bruca spaventevole. [...] Cadavere del gatto: i suoi peli

=rini)

rag^zzodiborgatadirivo1gerelapropriainnataepefVclv ar;itudine al bullismo non sltanto Il'rt.tno -u utrhe all'l* .terno del gruppo, ed proprio questo I'aspetto su cui, c4 i: vedremo, Pasolini si soffermer particolarmente, pochi aaAi dopo, n.i ,r'ro omanzo d'esordio, Ragazzi di uita. A iausa d*.{C p.rriut. rlatvta schizofrenica iel pioprio profilo antropl; "

( mazzetli, per il sangue che Ii incolla, pieno di laceracroste. La bocca rimane aperta, con Ie enormi gengive di iin roriso pallido, e identini bianchi; le labbra, tenere e quasi ini:irrllli, restano aperte, rattrappite e ingommate sopra le gengive e iili,rrli. La piccola testa ammaccata e rossa di sangue quasi nero lill,r lrocca. La coda incollata sul fango asciutto.
.=intri,

gico, della contraddittoriet della sua costituzone internal tl gruppo pu decidere indifferentemente di aggredire l"'altfgr :r ".1r. s questo parte integrante del branco, oppute p ri massacrare un gatto o una lucertola senza mosffarsi miniE=.ii, mente turbato dalla grottesca sproporzione delle forze lE ., campo, quelle di una minuscola creatura e un'orda di ragaE*l:1!l scatenati. Ritroviamo in tal modo, nel cuote della Roma ng,i!, derna, gli stessi hrazionali impulsi omicidi che, nel Signeft delle Msche, animavano i giovanissimi naufraghi durante l lri loro cacce al maiale su un'isola deserta, sperduti nell'immcn= sit dell'oceano.
Romanino fuoco, e tutti gliela strappa sospesa corre

ha presa viva una lucertola, pensa di metterla 5Ul :i. si stringono intorno a lui invasati e allegri: Sergi$ dalle m"ani e Ia lega a uno spago, e teneldola ctl verso il fuoco, seguito da tutti gli altri. Le fa sfioref

I'crch Pasolini si sofferma tanto a lungo sulf immagine tlel gatto massacato, quasi in una sorta di "primissimo gti;rrro" cinematografico d'insostenibile crudelt ? Perch soltanto gli esiti tangibili dell'esplosione di volenza possono ,lrrtr la misura del vuoto sconfinato in cui essa affondale radit i l)erch Ia carne piagata dell'animale, le sue gengive Falr(sLc, sono il macabro trofeo di un'attitudine umana ben il bullismo, immune da piet, coscienza, memoria, =per'ilica, icslronsabilit e senso morale, che offende la dignit dell'ltunro piagandone le carni, facendo scaturire il sangue, lace:atrrlo i tessuti, spezzando le ossa. Questi sono gli esiti conereti, fisici, tangibili, sui quali, sembra voler dire Pasolini erin l'rttroce "zoomata" del suo sguardo tagliente sulle macable spoglie mortali del gatto, conviene tenere gli occhi bene e;ret'ti, cos da scongiurare il rischio di equivocare, di confonelerr, c{i non capire sino in fondo ci di cui stiamo parlando. t;li episodi del gatto e della lucertola, atti di gratuita mutteltit consumati ai danni di creature deboli e indifese, rapFrFsentano altrettanti archetipi del bullismo, esattamente eorrrr irll'uccisione e allo smembramento del maiale segue, nel

r44

BULLI DI CARTA

Signore d,elle Mosche, l'tnnalzamento del cranio dell'animgle ,"'pt" un bastone conficcato nella terra, totem niente affEt

,"
l

mtaforico dell'avvenuta instaurazione di un permanente

-tffiilti,i"X1,tilitrro,
.ortu.rii

fe

(vuoto" .r, u.,oro .r'., ,i.irl ] ut blacle hole trasmigrato dagli spazi siderali sin nei pi
'rri=l
:usr.:ienza,

o;;;ffiffi'

ponsono in evidenza alcune, # per cos dire di natura "tee; $. ,p.fi.h. esecutiva (tanti contro uno), I'impunit, vS :. riica": la f.acilitt .; o presunta (garantita dalla forza del gruppo), la.presenza spttutori oclasionali che fungono da agenti ca.talizzatori iUF # s-catenarsi del parossismo di violenza (non sappiamo, nella fgj= $ tispecie, se quista presenza sia effettiva 9 poie.nSiale, ma lE ogni .uio gli episoi hanno lgoqo sulle rive del Tevere, vk=

iel bullismo,

t,rrrlondi recessi della psiche, inghiotte umanit, sentimenti, piet, senso morale (ricordiamolo: <<Non che ci sia plca vita morale in lui: non c' addirittura>>) e, non ultima, la
iliFII()rla. Ai ritgazzi tutto questo [l'uccisione del gattol esce subito di mecome un fatto necessitato, dovuto, tanto coesistente con irrtn rlir non poter essere colto, tanto incarnato nella loro distra:irrrrt'rla non distinguersene: insomma, non un fatto ma una *rrrdzione della loro coscienza comune/ in cui si agitano, corpi ar-'l rrrondo (nel Testaccio) e ombre dentro di s... E pari a loro, i elqu n()l caso. Non lo vedono nella sua estensione oggettiva. Non Jriiacorlo restarne impressionati: lastre dove nemmeno un minimo ifellr. krro azioni posteriori ritiene un'influenza di quell'azione. l=ftrrr r' interruzione. Passano esattamente come le ore. [...] fanno partl rlcl tempo come l'acqua del Tvere fa parte della corrente. (Juando Soncino e suo fratello piccolo scenderanno, e si ren1,,,1
ailril'i,.r:

t.iul...,t.-.spsteaglisguardiaichiunque).Che1avittim il;; unimal., infin, ci"porta a considerare come il bullo, ln ,,:' linea generale, si muova in base auna pi-o meno inconsap= vole anim alizzazione" della vittima, infierendo su di egg :
come se questa non fosse una persona bens, appunto, un snl= ',

dal ;;i;;" l;,;r,,o di arg'auib e, qeJ csl i it,'i.ltti.autu .ii"itivamente a tale iniimo rango.-Ma pu , rl i.ru6r* anche che la vittima stessa, al fine di scansare o fl= 1 ;;;; in qualche modo I'impatto violento, assuma atte$$l= ':: menti propriamente animalchi, come Pasolini-notl 9e-r69]= ..' cacemenre in un puttuggio di R'agazzi di uita, allorch, suilg i; iir. a.f T.u.r., ii piutt"J.ttu, -.-bto del branco ma malc= ,,r Juto . i".tme, diviene oggetro delle minacciose attenzioni del ;i ngulo, bullo di .o6n-utu esperienza e ragguardevole staZaf,1.,,!N: chJlo ggu nta con il proposito di divertirsi a sue spese sot6 g lo sg,rur" compiaciuto dgh altri rugazzi. Il Piattoletta, in= .ffi: fatti <spinto aedere u triru dalla mano del Bgalo, ci s'erc $ ,l.,r..iuo in silenzio, come quelle bestie che fanno finta d'eg= $

;;1., ;"1;;to

tlerarrrro

conto del martirio del Ioro gatto, gli altri avranno gi

;ietstr t:oscienza della concrelezza della cosa: ne parleranno come tli rl,rti di fatto reali solo per il loro aver fatto i dritti con degli altri ragazzini... Non essendoci in essi nessuna ragione per fare dei r rrnllonti, degli esami di coscienza ecc. ... finiranno naturalmente
grr-t

lr,rstonare i maschietti che protestano, a conclusione della


,

lilp,

sere -Co.

morte>

:r;1'r

'.$

perfettamente a fuoco certe dinamiche individuali, co1= li lettive'e ambientali da cui il bullismo scatutisce, e delinea a1= i*, cuni tratti della psicologia del bullo che si possono ricollegar .'. alle riflessioni pi rq.t3iru-.nte "antropiogiche" deg[ ;4ppunti pe*n pe*a popolare. II trait d'union costituito de

si vede, in Studi sulla uita del Testacclo

Pasolinl..li,

-.ir.

Mrr il bullismo non esclusivo appannaggio di questi giovettissimi, anzi. Pasolini, inf.atti, sottolinea 1o stretto legame ehe li avvince aif.ratelli maggiori, <modelli assoluti divita>>, a lerr.r volta portatori di analoghi impulsi che, data la maggiore tir ecl esperienza, gi si sono ctistallizzati con speciale incisivf t ed evidenza.I fratelli minori sono prontissimi a cogliere In loro, quali segni distintivi di speciale rcputazione, le pi urpi rrttitudini, a cominciare dall'esercizio sistematico di <dipl'ezzo e violenza>>. Il fratello di Carlino, per esempio, <<di erri si sa tra i ragazzini che ben noto nei cinema e nei lungefeveri dei peccatori notturni, per le dimensioni del segreto ef f iilrrto ai suoi minacciosi calzoni di ladro - compare nei

ilo't46
BULLI DI CARTA <DRITTERIA E DELINQUENZA>
1.47

vanti di Carlino, che ha una particolare

af.f.ezione per lUiEi,:


,-

Bench <<spezzarfiemente lontani>>, scrive Pasolini in Srdf sulla ui.ta del Testaccio, i fratelli pi grandi <(verranno a ree$, ncisi con brutalit>> indeleble-nell'immaginario dei pleeet! I1 bullo, insomma, fa sempre riferimento a un modello, ehg. dato il peculiare contesto, pu facilmente e "nat reperire nell'ambito familiare. Persino il semplice smo, <<minaccioso, provocante>>, dei pi piccoli si rif all tazone del modello imposto dai fratelli maggiori, <<sa nante - dice acotr- Pasolini - di una soggezione che
stfugge)>.

Dunque, in Ragazzi di aita, Pasolini evidenzia 1o sca di una violenza interna al gruppo stesso, proprio come, iE cune specie animali, Konrad Lorenz aveva a suo tempo tato comportamenti del branco volti a isolare un determln individuo. Tru r ragazzini che fanno il bagno lungo le rive del Tevere (e non si scordi I'analoga attitudine a abluzioni del "ragazzo di strada" collodiano), ve n' un; gi ricordato Piattoletta (anche quest'uso insistito del gnolo rimanda aI citato racconto), che sistematicame preso di mira dai suoi compagni pi navigati in quel miu culiare fatto di <dritteria e delinquenza>. Anche il Pia pasoliniano - conformemente a una plurisecolare genlfl comprende, per limitarci alla nostra rassegna, il <pov Crossi>>, il<<povero gobbino> Nelli e la Giulia deamicisianll gracile Nemecsek di Molnr, 1'occhialuto Piggy del delle Mosche e Basini, "figlio di madre vedova" del fino a certe figure di Stephen King che sembrano in <<Picchiatemi! Aaanti, picchiatenil> - implacabilmente chiato da un physique du rle che 1o inchoda per sempre disgraziata funzione di "vittima designata": scapole genti, braccini stecchiti e una <<faccia da topo con la p\rLtata contro le costole. In testa teneva un betretto lante per coprire le croste, e la nuca pelata paeva ancor piccola e piena di bozzi. Aveva una faccia gialla, con grosse occhiaie e le labbra in fuori come quelle d'una sel mietta>>. Gracile, inerme, di incerti natali (e a questo

I'Oliver Twist dickensiano), viene vessato nei modi plt lgnobili e crudeli non soltanto lungo le rive del Tevere ma lr lrr, sul far della sera, durante uno di quei pigri e scompostl vagabondaggi che il branco solito compiere tra i prati e i :nlFi incolti che cingono d'assedio le borgate (<<Annamose a strrirgi\ in quarche posto)>, recita I'intercalare preferito di queeta giovane umanit <(senza reazioni, nevrotica nelle sue pigtl*le>, scrive altrove Pasolini). ' !l Piattoletta, dunque, nuovamente oggetto di prepotenes da parte del gruppo. Questa volta, tutto origina da uno seherzo, da un gioco violento; poi, proprio come talvolta pu gersdere fta i cani quando iniziano alottarc per gioco, la violeiiaa clegenera, "prende la mano", e quegli stessi denti che ptltnt azzannavano innocentemente diventano temibili struHlenlidi morte. Cos il branco incomincia con il "giocarc agli i*lrlinni" e alla fine lega il Piattoletta a un palo e gli d fuoco. i rltresto punto, Pasolini interrompe la narcazione senza chiafire eome effettivamente andranno a finire le cose; solo pi cv:rnti verremo a sapere che il Piattoletta se 1' cavata con delle scmplici ustioni, ma Ia cesura narcativa,lasciando bruSFenlelte il lettore in sospeso, rende pi acuta la percezione eil'ntrocit del gesto. Il gruppo di mgazzini e ragazzette v^galrrrrrclano per la periferia, tra r campi e le case. I maschi finiper lottare tta loro, sempre pi scalmanati.ll Roscetto =Frinr rrddosso allo Sgarone, incitandolo alla Iotta, ma quello =a!la firiti ci sta, allora...
=gtviefie

ll l{oscetto lasciandolo tutto eccitato fece uno zompo all'indielr;t, ,r(iiocamo a l'indiani!n grid. <E vattene>, fecero gli altri querz,rnti. uDaje, che se divertimo>, insistette il Roscetto. uUh, fia rnlrlrar, disse ghignando Armandino. <lhi, iuhuuu, ihur, grid il Roscetto. nDaje, a Piattol!u =altanrkr ll l'i,rttoletta s'alz in piedi e cominci a gridare pure lui, saltando t!i;l qr un piede ora sull'altro: nlhu, ihihur. ll Roscetto gli si mise al iianr o, per saltare insieme: <lhu, ihiuuu, ihur, gridavano ridendo. Frrrc gli altri si misero a saltellare, piegandosi sui corpi avanti e ittillelro, e gridando: <lhu, ihur. Le bambine vennero su a vedere i itr qrrcr:edeva e trovando tutta quella caciara, si fermarono in cer-

148

BULLr Dr cARTA

chio intorno e dissero: <Quanto so'fanatichi!r. Ma i ragazzinl, le= vanti a loro, si misero a saltare e a gridare ancor di pi per fargli
rabbia.

gti tegarono dal cemento. =liot'H(va


r,,iits, ,r

#"";"ffi'ln

,n.,no

d,

,",,.;"

morte,'a ddanza de 'a morte!, grld il Roscetto: gli altri si misero a strillare ancora piir alto: nlhu,Ihihur, .' e appena che saltando passavano vicino alle bambine gli ammol= lavano un calcio o una scopola sulla testa. Ma esse che se l,aepel. tavano, erano svelte a scansarsi. olh, che lagna che sieter, digg= :, vano. (La volete piant, a ignoranti>, ma no se ne tornavano yi ll e stavano a guardare le loro danze; e i ragazzini, bench non f ,r', facessero pi a saltare e urlare, continuavano sempre pi forte ptr -i
grid il Roscetto. " dJ'a tortura>, dissero smorfiose le raga+ ., zine, <ce fade ride, ce fadeo, e guardavano con aria di comiidE= sione, annoiate. ll Roscetto si gett sul Piattoletta, che ci dava sotto in m=*B agli altri, muovendo appena i piedi, perch era stanco mort, gridare <ihu, ihu>. <Ar palo de'a morte,,, grid il Roscetto, gp ,. pena l'ebbe acchiappato. ' Cli altri gridando I'aiutarono, e trascinarono il Piattoletta vllRg .li al pilone della luce. <Legamolo>, grid lo Sgarone. ll Piattoletta si dibattev, lC= ,i sciandosi andare a terra a corpo morto. <Ma li mortacci tulr rtl grid il Roscetto che lo reggeva sotto le braccia, oe sta all,implgdir
<Er palo de la torturao,

<Famo 'a ddanza de 'a

a dar calci e a intorno a lui e strilagtl,usi, gridando. Cli altri ripresero le danze larrrrro pi forte: olhu, ihu, ihiuuuu>, stando per a una certa dilirrlrrr pr non essere colpiti dai calci che il Piattoletta allentava all',rria. nAuffao, grid il Roscetto, <che, nissuno ti n'antro pezzo M,r bench cos appeso

il Piattoletta continuava

tft's;l,tgo?n

"l

farsi

vedere

,]

<S, mo puro er palo

a zelloso.u

Ma il Piattoletta non voleva saperne, e si gettava in terro Gdl=,, ciando: gli altri intorno continuavano a strillare. nCi me so, gt&,tE fato>, disse il Roscetto allungandogli un calcio nella pancia, -'# ll Piattoletta cominci a piangere cos forte che superava Bll gff .q dei ragazzini. <Mo piagne, sto stronzo>, disse Armandino. irttgiffi nun t'arzi...> grid il Roscetto. Ma il Piattoletta non voleva p@$ prio saperne e continuava a svincolarsi sulla polvere, piangeng ffi' tutta forza. <ln dieci nun ce la fanno con quer storcinato, ll", dissero E$lX bambine. Ma il Roscetto l'aveva alzato tirandolo su per il bavgedJ e siccome il Piattoletta gridava: <Lasseme, a fijo de na mignoftgrJt: nTio, gli disse e gli sput dentro un occhio; poi lo stiinsC dii' brutto, e aiutato dallo Sgarone e dalTirillo, lo spinse contro ll pi.

I;trl()lli!> \i gettarono sul Piattoletta, che Semeva e si raccomandava, e tirsllrc le bambine ridevano gridando: oAn vedi quelli!r, gli tolkr spago che gli reggeva icalzoni e gli legarono le caviglie. =Frl grid Armandino, ac"Mo je damo foco ar palo de la morte>, t etrr L,rrdo un fiammifero. M,r il vento glielo spense. olhu, ihu, ihu>, gridavano intorno tutlt gli altri a squarciagola. o'A macchinetta tua!> grid lo Sgarone alTirillo. uicc:helar, disse il Tirillo cacciandola dal fondo della saccoctin; l',rccendette, e mentre che gli altri, a calci, ammucchiavano il pilone degli sterpi, sempre gridando e ballando, accen=rrllu rlolk,rlua e l intorno l'erba secca. ll vcnto soffiava forte, da tutte le parti, sul monte del Pecoraro trrrrr,ri quasi buio, mentrelrai guizzi di luce dello stabilimento, e i l:lnfli del temporale, si sentiva gi qualche tuono, e odore di bapllitlt
t.

t:hi ce n'hao, disse ilTirillo. r Piattoletta, er Piattoletta>, grid lo Sgarone. nCe se ti su li "f

l'crlla secca s/accese subito, pass le fiammelle color sangue gli rtcrpi, e intorno al Piattoletta che gridava s'alz un po'di
fttttto,
3t

lralzoni, intanto, non tenuti pi su dalla cordicella, gli erano

ivol.rti, lasciandogli scoperta la pancia e ammucchiandosi ai che i ragaz' ;ri::rli lrrgati. Cos il fuoco, dai fili d'erba e dagli sterp.i t ontinuavano a calciare gridando, s'attacc alla tela secca,
r ri'l

=itl ril,rndo al legramente.

lliventati grandi, attinto finalmente il sospirato status di rflstclli maggiori>>, questi soggetti potlanno - sotto nomi dlvetsi e diverse sembianze, ma il profilo complessivo del

150

BULLI DI CARTA
rrl

branco non muta - replicare f identico gesto ai danni dl tre vecchio barbone nel celebre racconto Accattone (dcteE r96o ma pubblicato cinque anni dopo in Al dagli occbl az= zurri). E un episodio breve, sospeso in una stranita atmE= sfera mista dr ef.eruta brutalit e allegria caciarona, che hg come uniche testimoni un paio di prostitute, indignat sconvolte dall'ignobile gesto. Quattro amici, sghignazzcnde e cantando durante uno dei soliti vagabondaggi notturnir "per divertirsi" (proprio come gli amici del Piattolettg lEtendevano solo "giocarc agli indiani") appiccano il fuocg g una persona, a un "diverso" - uno pi "diverso" di lrg, ', verrebbe da dire -, un barbone ubriaco che dorme su degli . stracci e un po' di paglia, sotto il rimorchio di un camlgE: i Uno dei giovanotti, come folgoruto da un pensiero impfev= viso, smette di cantare, tira fuori la scatola dei cerini, ne e= cende uno e, ridendo, d fuoco alla paglia e agli stracel U cui dorme il vecchio: <Gli altri compari inrorno a lui a= vano a gustarsi la scena. La fiamma crepitando si allarg, ll ., vecchio si svegli, si alz intontito e spaventato, e con 1 sua giacchettaccia zozza cominci a dar botte sul fuoco pCF spegnerlo - rassegnato. I quattro intorno ridevano c6fR
,,

violenza, anche perch le vittime si limitano a qualche ritr'lriata di riprovazione. E una forma, se cos si pu dire, di t,irllisrno da commedia, un po' alla Poueri ma belli, senz'alcuna Frirlrteguenza cruenta. Rimane tra le righe, in ogni caso, urr'nrnbta di minaccia, la sensazione che un margine molto separi quest'allegria caciarona e sguaiata dallaviolenza
=!:rsi e rlnl sopruso.

=t

iuso,

uoour.r'r..ii#ff",

;. ;tra esctuder. o;

=nttilc

veden"A brutta!> gridava Iil Caciottal a qualche signora che guardava facendo l'urtosa. Se poi quella, rluslkr venire addosso lo

Le risa e i canti di questi allegroni non devono indurel credere,inatti,chel'eserciziodelbu1lismosiasemprescaBe dito da toni cupi e crudeli. C' anche, in realt, un bullignnB ,,, per cos dire "minofe", "leggeto", a modo suo divertentg, i cui chiss quante volte siamo stati testimoni nelle vie e nl . luoghi pubblici delle nostre citt. Pasolini lo merte a fuee,$ con il solito acume in Ragazzi di uita, quando il Riccetto e {,fi Caciotta, invece di consegnare delle poltrone per conto dl Ua negoziante, le rivendono a uno stracciarolo e, con i quindlelr;'' sacchi guadagnati, vanno afare la bella vita. Comprano pcn taloni, magliette e scarpe nuove a Campo dei Fiori, s e ,. vanno al cinema e, dopo, a zonzo per le strade del centro i= .
.

zozzi>>.

:.

lrr (,lso, si rivoltava un'altra volta, addio: in bilico in pizzo al rrrirrr i,rpiede, con la mano sull'angolo sinistro della bocca, quelli ancora pi forte: <A brutta, a racchiona, a sviolinata!r. =lrlll,rvano I I rrAn vedi questi!, grid il Caciotta squadrandosi una donna hi'll,r alta con un sedere che non finiva mai, che veniva gi asun bassetto quattrocchi: quando gli passarono davanti =icn('a -=lrrrclirrandoli il Riccetto e il Caciotta ghignando e piegandosi fin i;rr,t i u toccar per terra con le froce del naso, cominciarono a fare .frflll, Jrffff>, sputacchiando come due caccavelle. ll quattrocchi si i,irlt di trequarti: e quelli allora chi li resse pi?, guardandosi lleglirrcchie piegandosicome pupazzi, sbottarono a sganassare a i rill,r',r. nChe fforza!> gridava il Caciotta.

vertendosi a provocare la gente, con il Cacotta che, .<cam@=,ff nando scavicchiato pel marciapiede di via Due Macelli, intu* zava apposta conffo i passanti>>. E un bullismo, ancorch f=

Nel romanzo (Jna aita aiolenta (rgsg), Pasolini evidenzia errlt lrr consueta, esemplare lucidit un fondamentale meccani-!ilo, potenzialmente insito, se cos si pu dire, nella "logica" de! lxrllismo stesso. Tale meccanismo consente il passaggio da tln Horta di attitudine "spontanea" al puro e semplice atto di Ft'evrrL'icazione violenta consumato gratuitamente ai danni di iitt r,,gg.tto pi debole, al bullismo "organizzato", dove I'edella violenza accuratamente predisposto, pianifi=et'uizio e sfruttato da soggetti af[.atto estranei all'ambiente e ai Fatrr Fet'q(laggi coinvolti in vista di specifiche finalit, prevalenteret't. politiche. Infine, giunto in questa fase della sua metaiiror'l'osi, il bullismo pu facilmente degenerare ulteriormente ir rlct'ive puramente delinquenziali, quali furti e rapine. Pascgue questa sorta di superfetazione a partire dalla fase
=glitri

lr2
estreme.

BULLr DI cARTA

<(DRITTERIA E DELINQUENZA>

15)

pi elementare del bullismo fino alle sue conseguenze

pl

La "vita violenta" di cu parla tl romanzo quella di TcE= masino, un ragazzo di borgta che Pasolini accompagna del= l'inf.anzia sino alla prematura scomparsa, causata, paradoelg', crudele, da un g.r di generoso uittrrir-o. L'elemento dd: bullismo af.fiola sporadicamente in ogni fase della disgrazia$ esistenza di Tommasino. Ancora ragazzino, 1o vediamo *.. rompere nel bel mezzo d una patita di calcio fra due squ& ' di bmbini pi piccoli. Forte della maggiore et e fotza ficlgtl il bullo in erba li ignora e continua a giocare, finch, affieg. tato da uno dei bibi, infierisce su dilui con inaudita bru=

lit.

,t

Tommasino gi tutto sudato correva per il campetto, tra i pl= coletti che gli a"rrivavano sotto il barbozzo, rossi esmandrappatii Si gettavano atesta bassa con la lingua di fuori e icapelli noRt=: sati da un anno sugli occhi, contro il pallone, o tutti all'attac6:, .rtutt in difesa. Tommasino navigava sopra quelle cucuzzette incrostatc dl!' polvere secca, e il pllone llaveva tra i piedi sempre Iui, o qualii:l ma pi l'aveva pi s'incarogniva a tenercelo, driblando e dand6 calci agli stincl-ri: e qualche volta pure tirava i piselletti all'indle tro acciappandoli per gli stracci. Quelli ci si infregnavano e stril'i lavano. Ma Tommasino non li pensava per niente, e continuave i|. giocare facendo il carogna, e sghignazzando forte, soddisfattGii om'era, sia per gli affan= andati al ritto la mattina sia per le ffi nezze che stava fare. <So' 'na potenza, so'!, gridava, spalaffi cando la boccuccia senza labbra coi quattro dentini marrn# sbocconcellati. ffi Fino a che uno piccolo come un cagnoletto ancora poppant$ lo prese di petto, e gli strill: <A testa de ca...!o. Tommasino intffi' ruppe la corsa, lasciando perdere il pallone. Pieg in gi la boce$ nauseato, facendosi ancora pi rosso in faccia, e fece al pisellln*l$ ' ii#'' nCh'hai detto?>. infagottato in un paio di calzoni senza un bottone e lffi Quello, un maglione pi forato d'un colabrodo, stette fermo dove si trffi, vava,facendosituttogonfioeappannandogliocchi oVaffan...l> ciancic abbastanza forte, <a testa de ca...!> .:'

.Affan... ce vai te, ha' capito?> fece minaccioso Tommasino, ,'rr lc corde del collo tirate, accostandosi. E forse se avesse detto stato, e sarebbe ripartito.die=illt,trrto cos, il piccoletto ci sarebbe invece gli ripet:.<Ha' cap.ito, s?u e lrr il pallone, maTommasino glr ,kitte un colpetto col dito sotto il naso. E allora quello divent,irrrkr tutto rosso e tirando la pelle che scoppiava, come qualcuno rl,r p,rrte dietro lo gonfiasse con una pompa/ sbott a urlare: uA ,iitgnrzziato, ladrof rotto'n cu...! Ma chi te c'ha chiamato qqua! \',llk'ne, vattene, li mortacci tua!>. Iommasino senza dir niente, con la faccia bianca, gli allent rrrr r cffone che gli fece voltare la testa dall'altra parte. llri, glielo disse, con due occhi da ciovetta: nBada che t'am,rr,rllo u-n ceffone chete stacco'a testa, sa'!o. l-'altro se n'accorse clopo un po', che aveva beccato un ceffone e che aveva la =rrhr tt,cl,r rivoltata da quell'altra parte. E non appena se n'accorse, si
rltcr,a strillarsi le budella. I'i,rngeva fermo, sporgendosi in avanti, con la bocca aperta, acri me come fossero bruscol n i. t gt.tn.-do tutt' =;,u ' lommasino,i ntorno rabbia che quello piangesse i cos forte, si per la <E mo' si nun te la pianti iiurlir un dito al naso, bieco, e gli grid: E siccome il picoletto non la piantava, preso da it- rkr er resto>. Llir,rltacco di rabbia, gli ammoll altre due lattate, e in soprappi gli rlicde uno spinton che lo mand gi, e come fu per terra, col i'rirpi<:ino lungo sul fango e Ie gambette per aria, gli s'accost e gli l,.rqLit andare due o tre pedate alle costole. ll piccoletto, rotolandosi sul fango, si .mise a urlare come lo poi s'alz in piedi, e dritto dritto, senza voltarsi in=ltilrliassero: tlletrrr, fil a razzo verso casa.
I

Assurto a sua volta al famigerato rango di <fratello maggilrle >, Tommasino, insieme ad altti tagazzi della borgata, suEls.',c l'irresistibile fascino dei giovani borghesi dei quartieri birurri, i figli di pap pi o meno direttamente impegnati^in elrrel movimento plitico allora denominato Movimento Sogibale alla lrrle ltaliano. L'itavic a nclinazione di carattere pr=v,rricazione e alla violenza dei borgatari trova modo cos di aFlicitarsi in un contesto finalmente "moderno", subliman.isi in una sorta di sgangherato squadrismo di stampo fascito, l,'uttu..o a sfond rizzista condotto congiuntamente dai

1.54

BULLI DI CARTA

borgata e i giovani missini conto un albergo ove sono allog= giati dei cecoslovacchi, preceduto da un efisodio minore m=E altamente significativo, l lite con un ,r..ritor. di olive. ic stesso atteggiamento provocatorio e prepotente, la stessa vie= lenza, si applicano cio in maniera el-tutto indifferenzieta tanto a titolo puramente gratuito - contro il venditore di olive a ritolo prettamente politico - conrro i cecoslovacchl, . Lan!9 Alla fine, la spedizione punitiua ai d^nni dell'albergo ee ospita gli stranieri, interrotta dalla polizia, si conclua., iopo i fuga, secondo una tipica prassi itairana, con una solenne *n= giata e bevuta in pizzea. Tommasino, Lello e il Cagone scendono dal *am nel cn= tro di Roma. Lo stile del gruppo lo possiamo urg,tire dei= l'abbigliamento del Lello, otuito bel e maland col rne= glione a striscioni rossi e blu, e intorno al collo, u.rotoig stretto un f.azzoletto di seta grigio coi fiorellini rossi>. poe dopo incontrano altri consiif, Enrico, il Matto . Salv= tore, che ciondolano indolenti, sbadigliando e con <espfe;. sione beata e beffarda>>, nei pressi dl luogo dell'appnt= mento con i missini. L nei panggi c' un venditore df ofivgr i che, ta_nto <(pe passare il temp>>, viene immediata*aotg preso di mira.
,

r,nu u accia 'c,tt,r "" "..n,.," a alrristra. Pure gli altri intanto s'erano accostati. uArih, emb, me le dai o nun me le dai 'st'olive?r fece ri;rerrlcndo di nuovo lapazienza.

,.,.,.,ri;lli",

#:*

o"u,lt]
il Matto

olu damme li soldi bbonil, fece quello con gli spigoli che gli
altur,tvano l'occhi.

ll Matto abbass il capo, guardando dal basso all'alto, e farcntlo schioccare un po'la lingua contro il palato come fosse anldro: e cominci a voce bassa, riposata: <Nun so'bboni? Nun Poi scattando: <Ma come te permetti de disprezz tti =rr'lrlroni?>. a accattone? Lo sai che 'sti soldi c'hanno la storia? Daje, in=tilrll, E n'antra vorta attenta a tte, sa', a distingue i soldi bboni! =rrtlali. fulrr guarda s che s'ha da vede! Boh! lo te darebbe du' cazzottoni ili lrolcalo. f olivaro continuava a ridere alla vergognosa. <Questi rr'l'rrnici soldi veri che ce so'stati in ltalia>, aggiunse gridando tlrr krrrtano Salvatore, ua deficiente! E dacce pure er resto, sbrigltelt'l
1,,,1

ll Matto si diresse smarmittato ma deciso verso l'olivaro/ g{' ' ij guito dallo sguardo dei compari. <DatemeZinquuntu lire diolive, o sor mae,!o fece il Matto. :n ll sor maestro, ch'era un pecoraro venuto su da chiss che oee-'iffi sello dell'Abrrzzo, guard verso la mano del Matto.h" ,"ggevJiE grana/ e allung la sua per intascare. ll Matto gliela diede "quell
stava

Al Cagone intanto era venuta fantasia di mangiarsi qualche trllv,r. Si rivolse al burino alla svelta: <Damme un cartoccio da tFnftrr, fece, mettendo una mano nella saccoccia del cappotto. ll iliilo.rmmorgiava. ll Cagone lo smorfi: <Damme un cartoccio da t r-,lttor, rifece. Alkrra l'olivaro disse: nPrima li soldi>. ll Cagone gli dette an*urrt una guardata paziente. oCuarda..., fece affabile, ndamme i pnhr lire d'olive.> <Prima li soldin, ripet l'altro ostinato, dato 1f1s,, poveraccio, chiss quante volte gli avevano fatto la sola. ll (.agone fu attraversato da una scarica, alz un piede, arrolatrrkr i denti, e fece per allentare un calcio al secchio: <Mo' je lo ritr rrrt carcio a'sto secchio, che te lo manno 'n mezzo a'a

acceso dall'indignazione. <Cuarda che te sbaj, a mor,>), aggiun!

quando s'accorse al tatto che la moneta era balorda: la guard vide ch'erano cinquanta centesimi vecchi, d,una volta."fec sorriso micco. <Nun so'bbone!> disse, con gli occhi chegli sl luminavano. Il Matto non rise per niente. <Nun so, bbooone?> fece serl

ormai per appozzare il mestolo nell,acqua, incassand

ltlt/,r, vattelo a pij in der cu...!, grid. <Daje, damme 'st'o(luello, ormai rassegnato, magari pure pronto a farsi imfflrr,rrc, continu a fare il carogna: <No, no, soldi alla mano),
livr'1"
',
rl i ebr

ll (agone taceva, e lo guardava. Piano piano la sua faccia

si

per subito, conciliativo, come con l,intenzione di mettie pietra sopra la sua distrazione. Ma il neno continuava a

grltl'i,rva, la bocca, stretta, saliva verso le froce del naso, l'occhio gil rrsciva di fuori. Tutti i muscoli della faccia gli tremavano, come a,rl1l)iasse pelle. Sembrava incerto se lasciarsi andare in convulrli rabbia e prendere a calci quella faccia bigonza l davanti, =inni nllllur( se sbottare a ridere.

T56

BULLI DI cARTA

<Ah, ma chen, grid alla fine, a voce quasi bassa, om'hai vlgtq in faccia? lo te 'e sbatto sur grugno 'ste cento lire!> Detto fatto, Iev tremando dalla saccoccia due tre piotte, f, cap una, l'appozz di scatto nell'acqua, e con una botta che lg sentirono a tutti i vicoletti intorno, l'appiccic contro il grugFB .r all'olivaro. Poi senza manco guardarlo, and ancora tremad9 verso i compari, che s'erano messi in cerchio, ridendo, a $ulf= dare.

lii questo
ttttiqce

gllinge I'albergo che dovr essere preso

,.*rr"," ,lt*] di mira, e il gruppo si ai manipoli di neofascisti provenienti dagli alt quar
rr*n.*u,;.';"

;;#.,".'.,

tieri rli Roma.

L'episodio dell'olivaro interrotto dall'arrivo dei giovanl neofascisti, <<quasi tutti fiji de pap, qualcuno col montg= mery, qualcuno coi bernardoni (occhiali)>. Comanda il manJ= polo un certo Coletta, uno dagli occhi sempre seri <coE , quelli d'un ragazzino offeso da qualcuno>>, che guarda ficgg <(come se covasse sempre denmo di s dolore e rabbia>. Suc la responsabilit della seriet dell'operazione, invero imprB= babile considerata la pi che palese condizione di <smandreppati> dei borgatari. Con azzeccata metaf.ora ornitologica, FB, solini nota che questi ultimi seguono il Coletta <(come pappt= galli>, mentre <gli alri mezzi studentini venivano dietf@:., appaiati come le papere>>. Tra questi ultimi vi anche uR ,, amico di Tommaso, che agli occhi del giovane borgataro lE= -: carna Ia solidit dello status borghese, I ugognatu ttuUiUta di,:, una condizione non pi precaria, ma che pu fieramente ingl=:.' berare, come tofei, gli squallidi simboli del proprio bene=ii sere, per quanto modesto: <<era gi ragioniere e abitava in ue";, villino con dei festoncini sm gozzati d'uva sotto il cornicionr ; e il vellutello nel cortiletto>>. Tommaso, nel vederlo, gonf!$. di orgoglio, va a stringergli solennemente la mano, e mentf U f variopinto drappello si dirige verso I'albergo dei ...otlove , chi, si allontana dai compagni per mescolarsi ul gt,rppo delf <fiji de pap)>, perch <quelli mica erano dei morti di farai come gli altri compari, su allaborgata>>. <<Io abazzica' e1l'w questi ce guadagno - pensa Tommaso, - Ce guadagno anehi{ de prestiggio! Che, vi mette anna' a pija' un caff o ann6' !.fi un cinema co'questi o co'quei ricottari? Questi, er pi dl=$ sgrazziato sta a panza ar sole, c'ha er padre dottore, avveT cato, ingegnere: tutta gente che nun trema!>. Crogiolande*'
r : ,

=rrttlr

lr,r lc file di carrozzelle e di macchine, davanti ai bar che coliiln( invano a abbassare le saracinesche, s'erano radunati gi rprasl un centinaio di cosi, di fascisti. Allincati qua e l, sui marciapiedini, agli angoletti delle strade, scalini della fontana, cominciavano a fischiare, aorganizzare =ugli ie gazzarra. Come arrivarono altre squadre, e la piazzetta fu quasi piett,r, le fischiate alla pecorara si fecero pi forti e continue. I tasc ifacocchi s'erano ritirati accanto al giornalista, e l, bian=ittsti *ltl itr l'accia e accasciati, ciancicavano i morti. lrrllt' le file dei fascisti andarono verso un cantone della piazza, +lr urrrincio dellaVia del Seminario. L c'era un alberghetto, che si i hlarrr,rva del Sole. I camerieri gi s'erano dati, dopo aver chiuso alla rr,rppavia tutte le finestre, e solo la porta era mezza aperta, tcl proprietario che ogni tanto ci faceva capoccella, cagandosi pcr la paura. <Via li cecoslovacchi!o gridavano intanto bef-

fettli imissini, e gi fischi di nuovo, sempre pi forti. <Fate


gridavano. <Aritornate da ind sete venuti!> nVe c'hanno o ce sete venuti?> <Aritornate a la cortina vostra!> oA ceftnllilli ttrchrv,rcchiii!> gridava uno, e cinque sei compari intorno a luifarfiv.ln() un coro di pernacchie. <state bboni!> si raccomandava il lft{rpri('tario. nChe colpa c'ho io, si me c'hanno mannato li ceco=tltlhr!r
lnv,rr t lt

i!,

Itt tluel mentre da due tre file, che si passavano la voce, si ,rrldetti a quell'operazione, che si annunciava tanto carina, evlltl/,rvano dai vicoletti. Lesti lesti, piegati e rannicchiati, un po' rirlrrtrrlo un po' baccaiando, venivano avanti a passo di marcetta, :ol nr.rstelli in mano: mastelli, bagnarole, secchi. Tutti erano giieiti rl'una ciufega gialla scura, bella impolmonita. Presero e intttttittciarono a buttarla contro la porta e la parete dell'alberghritlo. Ci voleva una tattica speciale, perch la merda, buttata, tiiirr risr:hizzasse addosso a chi la buttava e aglialtri ch'erano inkrrfrn. l)rendevano il secchio agili per il manico e per ilfondo, e r'iir, ( on un colpo secco/ la scaricavano/ uno qua uno l. C'era
r-dlti,

=Fitt

tlire: n'A mmerda! 'A mmerda!>.

infatti cinque sei ma-

158

BULLI DI CARTA

<DRITTERIA E DELINQUENZA>>

tr9

una tanfa che toglieva il fiato, e tutti ridevano, ridevano, sgrllt:

landosi.

Mano a mano ch'erano adoperati, i secchi vuoti riscompfi= vano. ln quattro e quattr'otto ne rovesciarono contro la paret Ufl decina. La ciufega colava sul muro, ch'era diventato tutto fflEr rone. Tutti ormai stavano per fare la bella, quando, d'improvvltt4 annunciato da nuovi strilli, si vide passare con la faccia bianca | capelli al vento, Coletta, col suo fagotto in mano, seguito dai eOG,L:
pari.
Si par davanti alla porticina dell'albergo, prima che il pacft'e: facesse in tempo a rinchiuderla: questo crc di fermarlo, mA glit: altri lo tennero stretto. Coletta col mozzcone della sigaretta Ei cese la miccia, fece ancora qualche passo di corsa, e la gett dF=,; tro il corridoietto muffito. Si sent un botto, e si vide una vampt, ln quella cominci a fischiare la sirena della polizia :

,f.gli rrvversari. <<Noi, la titannia, l'avemo potuta [a', ma a ',,i,rltri ancora nun ve riesce!>>, ribatte Ugo trionfante. <<Perrlr rrrrn semo boia come voi!>> risponde il comunista, chiudqultt Ia discussione con una salomonica sentenza: <<Fateve a'a!tro quarto, io me faccio er mio, e cos finisce'sta discuslirrpo avere tracannato litri e litri di vino, i nostri sono geai cla una frenesia tale <<che non potevano pi stare fermi. iirur crrntava per conto suo, uno metteva i piedi sul tavolo. *lls line il Cagone apr la bocca e disse: "Ah, staseta me itr palla. Me sentirebbe de a'Ia npina der secolo">, =eiitn liitti, lrench ridendo, drrzzano le orecchie, perch capiscono ehe I'rrrrrico non sta scherzando affatto, e incitandosi a vicenda rlarrrro inizio alla loro avventura notturna. Rubata una macrlilttn, 'fommaso, il Cagone, Salvatore, Ugo, Lello e il Matto ilr nnrirciano con qualche piccolo furto. Poi, tornati I'appetito e !4 srte, irrompono in una ffattotia, e la nuova libagione si ennlhtcle, tra i fumi sempre pi densi del vino, prima delle raFIre ehc li terranno impegnati sino all'alba, con una battuta ertrltrr significativa pronunciata proprio dal bullo di borgata lnllrnrnso: <<"Avanti, giovani", strill senz'altro il Matto, "che : llrinc{o ce guarda!", e Tommaso, con voce nasale e la bocca tifl'tlr : "Semo sempre de la stessa pasta: vincere e vincerFlffrrl" >>. Il ngazzino che sul campo di calcio aveva infierito lrrrtrrbini pi piccoli, l'amico e sodale di colui il quale, spal=ril isggiato dai suoi degni compari, aveva deliberatamente provo:etrr il vcnditore di olive sin quasi alla rissa, I'estatico ammiratere r uspirante emulo dei <fiji de pap> con il montgomery e i .irerrrardoni>>, corona la sua escalation di bullo con una folril:rnte quanto patetica citazione. Pi tardi, verso la mezza*itilte, clurante una pausa fta vna scorribanda el'altra, emerge +i:r' i i t criore significativ a battuta, nella quale 1'enfatico autoriFHiriltcimento del proprio bullismo si accompagna a quello di altre l.rndamentali virt di tale attitudine, nell'ultima delle griali il verbo <(mettere>> indica l'indiscutibile valentia sessuale sl lrt''rttco: <<Semo belli, bulli, ballamo bene, rubbamo bene,
I

=itrlle

D,

il fuggi fuggi generale che segna il culmine del prc: attacco squadrista, autentica summa di schietto bul!. smo borgataro e improbabile passione politica, TommaelnB rl i suoi amici vanno a <<magnasse 'na rota> in pizzeria. St bF-n
Dopo

ditorio

non propriamente alto profilo del dibattito politico eb svolge tra un tavolo e I'altro del locale. Ugo grida all'i dei comunisti: <<Semo sempre prepotenti, e lo potemo fellfr, <<Se, se, ma per voi ormai la tirannia finita!> replca

tano <<ridendo come marani>> sull'unico tavolo libero, <dge,i dosi caracche e facendo tutta canizza>>, gridando <(come g lt*-rr: vece che in una pizzeria fossero inpiazza>>. Non c' soluaig* di continuit"tra cafoneria pura, bullismo, teppismo, violC$ neofascista e delinquenza tout court. La fase "politiec" $ii nutre di slogan reboanti che servono a elettzzate, a "dgf 6 catica" , ma il richiamo al fascio si riduce a nient'altro che alibi, semplice motivo catalizzatore dell' insopprimibile pulso alla violenza. In pizzeria i simpatizzanti missini tf battono in una tavolata di comunisti rasteverini, ep contro ogni aspettativa,la rissa non scoppia, un po' a dell'appetito, un po' perch si conoscono, un po'perch I munisti sono decisamente <pi grossi>>. Volano solo anzi slogan, che valgono a dare un'idea piuttosto preciac i
,

iirFitFn() bbene!>.

160

BULLI DI CARTA

Nel corso della notte, i giovani, completamente ubriaehl, rapinano alcuni benznai. Ritroveremo presto questo stesso acenno alla continuit senza soluzione ra bullismo e delln= querLza pura - impressionante per la puntualit delle coincl= denze, con uno specifico rimando alle rapine ai distibutori di benzina compiute in quelle stesse <<ore profonde e torpide fr l'una e le quattro del mattino>> in cui consumano le loro bfe= vate i bulli pasoliniani - nel romanzo It di Stephen King, Cl= lorquando, nella mente di Eddie Kaspbrak, riarora all'im= provviso il ricordo di Henry Bowers, il bullo che lo aveva tgf= mentato durante I'inanzia: <<Henry Bowers. Dio, com'f suonato. Si domand dove fosse ora Henry Bowers. Mortct In galera ? A zonzo per le pianure deserte nel mezzo del Paeg come un virus incurablle, a rapinare stazioni di rifornimenCg nelle ore profonde e torpide fual'una e le quatro del matting o forse a uccidere persone tanto stupide da rallentare al gug pollice proteso, allo scopo di trasferire nel proprio i dollerl contenuti nel loro portafogli?>.

A0f,Rfsn ngLLA SfnA - z8 marza zooT


Milanoo girato a scuola,e

finito su YouTLrbe

Botte a ragazzo dowR, Squestralo,il video


MILANO

Su YouTube,

ha.

pulihile trovarlo alla categnrlc ndoppio schiaffoo. bue nonori ceffoni asseelgll rul volto meravigliato Ci utt mgazzo dowir, nel begno di una scuola. l il.
ainto, presumibilmente riFrro (on un celllre,

diffrtso sul web ne ha preso le distanze: <Voglio farvi notare che tutti i filmati che ospito ne1 mio

vetrina rnultimediale. In
questi mesi,. le scolaresche

lill!r messo on-line lo


eeorro 24 gennaio, e fino a lEtl erlr slato visto da 1400

Channel nonr siio stati itt alcun modo girati;o prg. dotti da me. Io mi limito a; proporre le'cose pi intelessahti che trov su In terRtn. Nel novembre
scotso. avevano. suscitato scegno le lmmaglnl ol un

italiane hanno rovesciato sul1a Rbteogni tipo di nefanderza.. E.se i filmat siRnpatioi, e puliti soao la maggior parte, a fare noli;
zia sono 1 scene di sgsso e

di

violenza, knnagini

proibite, o sernplicemerrte di pessirno gueto, corne il

video pubblicato ieri,dal


blog <Scuolazoo>, che in. senar u.n sequestr.bon.

ttlEttll, l)ura 15 secondi, e nnn possibile capiie a

Frlmr vista in quale istitulo rttto girato. I protaEttttirli sono tre giovanisalnri, e pcr questo delcaso l rls lnteressando la Proesrc ilinorile di Milano
Flie lcri ne ha ordinato il Eqtterlo aprendo un facicokr d' inchiesta contro lgnoll, l,'autore non stato ldenlil'ictto, mentre chi l

ragazzo down picchiato nell'aula d una scuol'di Torino scaricatq dal'to,


<Google-Video>.
la vicenda erano

finti terroristi, a,rnari di


ombrello che ninacci4no di tagliare la testa al coin pagno di classe co tretto a fare lapar& delrfipit, Per
fortu,a. tra, i cinq.&e Fost che I'inserzione si, gual

ler

qp91,

stiti inda. gati quatho cornpagni di scuola del giovane disa'


bile, un ragazao di 17 annii Il eliunore dedicatoralla vir cenda piuttosto eh sp. gnere ha,iceso l'eiitusia' srtro dei. video.vo) t r, sc&' tenando la rincorsa atrla

dagrreta nell'arco dlla

giornata, e.r ancho chi


Senza

mtzl tgrm{t1rl COf0r

rent: <Che oretini>,.

;.
l,:,

ti

r
ii

<euAlcuNo cr
<<

Arurr!>

163

Qualcuno ci aiuti!

>

+::arran

che molti ritengono

il

suo capolavoro,

It, nel quale un

1i
Nello sterminato universo rore, si sa, non _pi che una carrina di tornasole desttef fl'
evidenziare piccole e grandi mostruosit del vivere quotidlaefu$,
:

*l letterario di Stephen King I'#

lruFpo di "rispettabili" cittadini si tramuta in un branco di fulve l'eroci infierendo con inaudita crudelt su una coppia di ;r.'r *1ressuali. Per gli alfieri di quella rassicurante mediet,l'i' #a tlre qualcuno possa permettersi di derogare dalf ideologia ;; $nrlnrrrrte ed esibire una propria autonoma di pensiero e di .:'$:: ;s*llportamento, risulta semplicemente inaccettabile. Perci, '$, thlunrlue mosui di non seguire le regole del branco o appata
1$j,diyeru,, dagli altri viene, altrettanto semplicemente, isolato ed 'ff.'Eii*rlnrrto. 'i'te rrbitanti di Derry, \X/ebby Garton, Chris Unwin e Steve

tanto comuni da essere ormai diventate, ai nostri occhi, Fffi soch invisibili. Non poreva dunque mancare, nella grn# epopea americana che 1o scrittore porta avanti dal rqZ*, i|,; tema del bullismo, qui esemplificato atrraverso due romagi, H (r986) e L'acchiappasogni (zoor). Nel primo possibile reperire un caso di bullismo bico, descritto da King con straordinario acume psicologlee Q impressionante efficacia drammatica. Derry, la mitica elC= dina americana creata dalla f.antasia dello scrittore, come il ricettacolo di tutti i vizi (e qualche rara virt) merica nedia. E per "vizi" debbono intendersi i pi ah primitivi e brutali, nel cui lungo elenco spicca, fra pl lienti, un odio viscerale nei confronti del diuerso, di quale, a qualsiasi titolo, ardisce infrangere quelf in per cos dire, di mediet (qualcosa di molto simile al q senso)> in nome delle cui preclari virt la borghesia primonovecentesca stigmatizzava qualsiasi comportamen monellesca improntitudine, percepito come intollerab dissonante rispetto alla rnedia del vivere comune). Una diet, se ci si passa in neologismo, che, in ogni caso, siva, incondizionata e acritica adesione a quel codice dl portamento riassumibile nel famigerato trinomio <Di Famiglia>, un codice, superfluo ricordarlo, ben lungl contemplare il diritto all'omosessualit in quanto libera g tonoma scelta di vita. King lo esemplifica ampiamente n!

llubav sorprendono due omoslssuali, Adrian Mellon e Don 1i,' llegirrty, all'uscita da un luna park. Mellon e Hagafty, cre;.' tisi*hrsi non visti, si scambiano un bacio, e se questo spetta,. rsfrr lischia di provocarc a Gafton un conato dl vomit, ci ,..' t*ie conrattutto gli appare intollerabile che uno dei due calzi scritta <(I v DERRY>>. Come 1o stesso Gar' u*r iappcllo con la tardi alla polizia, ci che pi aveva offeso il teir iliehiarer pi :.. . culattone> che osava l::t gtrt sSullu LtvrLU// ur4 L4LU un llrulLttL\J ,::, gilu gelso civico>> era stato ulr <<fottuto LuralL\Jrrg22 Lrrg \rava giro con un cappello con su scritto il nome della ,., irir-lel'sene in iii, +c lnrrrta citt natale. E questa la scintilla che appicca il fuoco :iit ltle gtolveri: malamente apostrofato da Garton, Mellon rii,-!;
ii.;li I I 1 . I

i$i:

i;fi :it, it:, :

ff ' i

i:ttto (arton decide di cambiare i connotati a Mellon, ma *1, il pr',rvvidenziale, drastico intervento di un agente di polizia Feile fine al diverbio, almeno per il momento.

mteflocutore. rj Fetrzinli inclinazioni omofile del suo interlocutore. A questo ',rr f}*JtFlt!11[tl lncllnazlonl omotlle clel

:t:.

'

eMi ha dato del frocio!> protesta Garton indignato, e I'agrite libatte: <<Cos', hai pawa che abbia visto giusto ?>. Quelnnocue 5+i lllevc scamblo d1 S+i lrtevc scambio di battute, innocue solo all'apparenza, ape pi di uno spiraglio sulle motivazioni profonde del irr realtrl litilliatrro a sfondo omofobico, che, come ogni altra forma di biilliarrto, nasconde spesso, a livello inconscio, un profondo tallrvolgimento emotivo dell'aguzzino nei confronti della vit!1ss, (Jrrando Mellon, con una battuta, allude alla potenziale illeiinazione omofila di Garton, coglie nel segno suo malgrado l= g:el' srrrr disgrazia). Quest'ultimo, infatti, dichiara che a causa

L64

BULLI DI CARTA

<(QUALCUNo

cI AIUTI!>

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di quella battuta la sua virilit <<aveva ricevuto un insulto ehe doveva essere senz'altro vendicato>>. In seguito, rivolgendo rl. petutamente a\la sua vittima gli epiteti di <<checca>>, <<frociotg <<culattone>> ,l'aguzzino applica una delle pi classiche stratc= gie del bullismo, volta a de-umantzzarela vittima stessa. Il ft= sultato di tale strategia che il bullo non ha pi la percezione di avere di fronte a s una persona, bens il brandello di un og= getto, rispetto al quale viene esclusa anche la pi remota potl= bilit di un qualsiasi coinvolgimento emotivo, e sul quale possibile infierire con la massima ferocia. Stephen King metter acutamente a fuoco la riduzione 4 E= getto della vittima allorch pi tardi, descivendo il feroce p= staggio, affermer che <Adrian Mellon [...] veniva passato I suon di spintoni da Garton a Dubay a Unwin, in una specie dl : triangolazione calcistica. Le sue membra reagivano passiva= ment, sbatacchiando come quelle di una bambola di pezza*, Come stato dimostrato, questa strategia de-umanizzante . assolutamente peculiare nei casi di viscerale ostilit nei con= .: fronti delle coiiddette "perversioni" sessuali. La spaventoee '.,, esplosione di violenza di Garton, dunque, ha \a unzione dl :i riquilibrare una vertiginosa sensazion di perdita di quellc :,. che egli chiama la sua"<virilit>, della sua fiagile identt dl i: ,rrur.io, per conservarcla quale dsposto u t,.ttto. Cosl ll :i bullo, terorLzzato dal f.atto di potersi scoprire uguale alla sut , vittima, semplicemente la diitrugge. proiche Garton, ni,iir profondo, effettivamente incerto del proprio orientamentg sessuale, Iabattuta di Mellon funziona come uno specchio, riflette quello che ha di fronte e al tempo stesso catalizzal'cr nergia distruttiva che 1'oggetto riflesso scatena allo scopo dl difendersi, in ultima analisi, da null'altro che da se stesso. I altre parole, come dice il poliziotto, Mellon ha effettiv
,

lrpo, per cos dire, "campanilistico-pattiottico", fissato: prototipo della cittadina media e culla dell'americano erlo, non tollera ci che alla rnediet si sottrae, nella {attile <<checche>>, che vanno senz'altro prese a botte o, nel =irecie FAE(, climinate. f l concorso delle circostatze, scrive King, congiura perfettaiiiente perch il momento sia quello sbagliato per tutti. Mellon s llagarty vanno a bere un paio di birre in un locale, poi, te*renr.krsi per mano, si dirigono verso il ponte di Main Street. ti;rl'tut-t, Unwin e Dubay 1i seguono n auto e, giunt al ponte, li lilt,cerrno. <Dammi quel cappello - intima Garton a Mellon. ll,rnrrrclo, frocio>>. Questa volta Mellon intuisce che la f.accenda plcrrdendo davvero una brutta piega e, con gli occhi colmi di =t* tFir'ole , consegna il cappello a Garton. Quest'ultimo estrae un t..rltrllo a serramanco e lo taglia rn due, poi si srofina i due ;,e=ei sul fondoschiena, quindi li butta a tera e li calpesta.
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!fer'r'y,

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Mellon ed "( )r,r volete lasciarci...n aveva cominciato Adrian r,l,rlo in quel momento che Carton gli aveva mollato un caz-

irr faccia, mandandolo a sbattere contro la bassa ringhiera =rrtlo ilcl porrte. Adrian aveva mandato un grido, portandosi le mani alla lirrrr,r. Le dita gli si erano sporcate subito di sangue. -t\rla!, aveva urlato Hagarty correndo verso di Iui. Dubay gli l*!v,r fntto Io sgambetto. Carton gli aveva sferrato un calcio allo

o facendolo ruzzolare dal marciapiede nella strada. Era un'automobile. Hagarty si era alzato sulle ginocchia, nella speranza di fermarla. Non aveva nemmeno ral=lrtail,rndo iefilnlo. llautomobilista [...] non si era nemmeno girato a Suar=fiinr,r( prtEq,rl.

littfe,

nlillo, frocio!> aveva tuonato Dubay scalciandolo alla faccia. tlttg,rlly si era accasciato su un fianco contro lo zoccolo del mart,lrt1

tit,t lc, sem isvenuto.

<<visto giusto>>.

La vendetta, dunque, solo timandata: <<La prossima volt ta che t'incontro le prendi! - urla all'indrizzo di Mellon si allontana con il suo compagno. - E se avtai ancora cappello, t'ammazzo! In questa citt non abbiamo bisogng$ di^checcire come te!o. L'ajibi di accata, in questo .mdli

(Jlr,rlche istante dopo aveva udito una voce, quella di Chris Littwitt, che gli consigliava di battersela se non voleva fare la lrrutta fine del suo amico. [...] =ft.'cc,r Allt, orecchie di Hagarty giungevano colpi sordi frammisti ai gr:nrili rlel suo amante. Sembravano i versi di un coniglio preso in riiirr l,rg,liola, disse alla polizia. Si era trascinato verso l'incrocio e

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le luci intense della stazione degli autobus e, giunto a una ccft distanza, si era voltato a guardare. Adrian Mellon, che era sul metro e sessanta e pesava una gg= santina di chili scarsi, veniva passato a suon di spintoni da Cartgf, a Dubay a Unwin, in una specie di triangolazione calcistica, L sue membra reagivano passivamente, sbatacchiando come qucllE di una bambola di pezza. Lo picchiavano, lo tartassavano, gll strappavano i vestiti. Aveva visto con chiarezza, dichiar, Cartgn che Io mirava con un pugno all'inguine. Adrian aveva i capelli davanti agli occhi. ll sangue che gli sgorgava dalla bocca gli inzup= pava la camicia. Webby Carton portava due grossi anelli alla mano destra: uno era un distintivo del liceo locale, mentre l'altfti se l'era fabbricato da s al corso di applicazioni tecniche, intree. ciando una D e una B d'ottone di spropositate dmensioni. Le lnl= ziali stavano per Dead Bugs, un gruppo metal per cui andave matto. Cli anelli avevano squarciato il labbro superiore di Adrlan e gli avevano fracassato tre denti dell'arcata superiore all'altezz della gengiva. <Aiuto!> aveva strillato Hagarty. <Aiuto! Aiuto! Lo stanno alfl= mazzando! Aiuto!> :i. Ma le case di Main Street erano rimaste insensibili, buie e lm= -, penetrabili. Nessuno era venuto in aiuto, nemmeno da quell'unlee isola di luce che era la stazione degli autobus e Hagarty non e= .: piva come fosse possibile, perch sapeva che c'era gente. Lg i.r, aveva visto quando ci era passato davanti con Ade, .i
,
:

rirrrlrilista di passaggio, il quale ignora ostentatamente la tge*lin clre si sta svolgendo sotto suoi occhi, e soprattutto da ,lirellrr fila di case <insensibili, buie e impenerabili> al disper*rrr grido di aiuto delle vittime tercorizzate. L'indiff eer7z^

(AIUTO! AIUTo! Lo SIANNO UCCTDENDO/ ATUTO/ pER L/AMOR Ot DlEi

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dal fondo dei pantaloni. Hagarty fa un ultimo disperato tent- $ tivo per fermarli, ma Unwin lo fa rovinare pesantemente :$1 terra in uno schiocco d denti. Poi Hagarty sente il tonfo del corpo dell'amico che si sfracella sul greto del torrente. La tr= $ gedia conclusa (tralasciamo, ovviamente, Ia presenza dcl$ clown e le vicende connesse, che esorbitano dal nosro tema), ff King non manca di sottolineare l'indispensabile presenza delh " f.amigerata "maggioranza silenziosa", simbole ggiata dall'aut6=,'

Tra risa sguaiate e urlando freneticamente <<Defenestt= ffi zione! Defenestrazione!>, Garton e Dubay sollevano S' da terca, i1 primo tenendolo da sotto le braccia e il seconde ffi ^ne[en

tfell'rrrrtomobilista e l'oscurit impenetrabile delle abitazioni criggc'llano il patto sotterraneo che lega, volenti o nolenti, i irrrili, gli aguzzini, agli "innocenti", coloro che non si sporcano !e nrrrtri ma che con il loro mutismo e la loro astensione infliggrrno altrettanti colpi, invisibili e silenziosi ma non meno let:rli, rrlle povere vittime di questo assurdo rito di sangue. ll bullismo si configura cos non come un fenomeno che intet'essa qualche isolato individuo pi o meno disadattato, bens r'rrtrre il sintomo di un intero sistema sociale profondamente rttnl*to, \X/ebby Garton, Chris Unwin e Steve Dubay sono, lltttr rr prova conttatia, pefsone perfettamente "normal", esatI'irrrrrte al pa dell'automobilista di passaggio e dei cittadini aarelragliati nelle loro case. Non fosse che questa presunta " r1r rnnalit" diventa improwisamente una manife stazone patirlngica nel momento in cui di fronte all'esercizio della violerrtrrr c della sopraf f.azione dauna parte si salda con il silenzio r+rtrrplice, dall'iItra finisce con l'acquistare il peso, non indiffefr.rrte, di una tacita connivenza, di un'implicita approva;lotrc sociale. (rrrton, inoltre, mette in moto un altro tipico meccanismo elellrr psicologia del bullo, volta a ridurre o sminuire 1a propria petatrnale responsabilit, allorch aff.erma che la vittima ad vello provocato, quindi, in certo qual modo, "se l' andata,a Ferr:rrrel'. <Mi ha dato del frocio!> protesta indignato quando l! poliziotto gli impone di tenere a freno i suoi bellicosi propoelil, e le presunte auances di Mellon gli appaiono pericolosi e alla stta virilit. Per questa via, King pone nl'lerrsivi ^ttentati basilare manifestazione psicologica, semln evidenza un'altra il senso di responsabilit diluendolo pfe rrrientat a ^d ^tteil)are ctrlico di un contesto pi ampio. Garton trova insultante per !'lntera comunit cui appartiene il fatto che un <<fottuto culatGefic> osi andarsene in giro con un cappello che reca impresso i! rr,rrne dell'amata cittadina. Non vi dubbio che, neppure

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troppo inconsciamente, Garton sia convinto di agire nell'lnte= resse generale, sicuro che la sua omofobia sia un valore cotdl. viso e accettato dalla comunit intera, fatto del resto coulpf: vato non soltanto dalla presenza e partecipazione dei suol ee coliti Dubay e Unwin, ma anche dalla non-patecipazione dea "maggioranza silenziosa", Ia quale, nonostante te gride di aiuto delle vittime, rimane asserragliata alf interno delle ru
case <<buie e impenemabili>. Non a caso, per il suo enorme successo popolare e la stfBg

un giubbotto da motociclista color rosa/ con un'aquila sul volta un ragazzo di quarta era stato tanto imprudente ti:r ritlcre di quel giubbotto. Agile come una donnola e scattante lririt una vipera, Henry si era voltato verso il marmocchio e gli
=Firl)rc ;frrlsu, Una

dinaria capacit di raccontare il mondo dell'infanzia, Klng t stato patagonato, non impropriamente, a Charles Dickenr molt-iepisodi di bullismo presenti nei suoi romanziriguardcneg in effetti, il mondo dei giovani e della scuola. Sempre in It,l'attenzione dello scrittore si trasferisce, pifr avanti, su un gruppo di ragazztni di circa dodici anni. Fre- di essi vi Henry Bowers, il terribile bullo della scuola, che tf= rorizza i compagni spalleggiato da un paio di fedeli accolltir Belch Huggins e Victor Criss. L'accurata e significative dg= scrizione del suo aspetto fisico inrroduce l'episodio chleve, quello in cui il "ciccione" Ben Hanscom, classica vittima dgi= gnata (ma, come vedremo, solo in apparcnza), si rifiuta cgreg giosamente di [.ar copiare il compito in classe a Bowers, b-=A consapevole delle terribili rappresaglie che 1o aspetano. tc dg scrizione dell'aspetto fisico di Henry, che evoca al tempe stesso una sorta di "meccanizzazone" (i capelli <pesantemenfp incerati>> tanto da somigliare ai <denti d una falciaticen) gfi, un certo "miserabilismo" alla Blade Runne,r (il giubbotto, t'4$ dore acre del sudore, l'aroma dolciastro della gomma), egl$si cide con la sua cstallizzazione nello status di bullo ricoA#; sciuto e temuto da tutti. 1;
Portava i capelli rozzamente tosati in un'acconciatura aggree$:. siva che lasciava intravedere il bianco della cute. Se ne imfm=$ tava il vertice anteriore con un tubetto che si portava sempre nellf

sferrato un doppio cazzotto con un pugno incrostato di *erta, ll temerario aveva perso tre denti. Henry aveva ottenuto una rri irrra supplementare di due settimane da scuola. Ben si era augtlato, con la speranza sfocata e pure ardente del calpestato e pritst,guitato, che Henry fosse espulso invece che sospeso. Non fr.v,r .vuto tanta fortuna. Le monete false saltano sempre fuori di nurrvo, Terminato il periodo di sospensione, Henry era ricomparso
a-ev,

rortile della scuola, orgogliosamente splendente nella sua (.r rosa da motociclista, con i capelli cos pesantemente inceEilr( iailtlrc sembravano urlargli dal cranio. Entrambi gli occhi portarnir{r i segni tumefatti e coloriti delle percosse amministrategli dal g:.rrhr,squilibrato per aver (fatto a botte a scuolar. Le tracce del r,irliplo non erano durate pi che tanto, ma per i ragazzi che in un
iit-l
ninrkr o nell'altro erano costretti a coesistere con Henry a Derry, Ia

le:hrrrc era rimasta impressa. A quanto risultava a Ben, nessuno si Errr n,i pi permesso di fare commenti sul giubbotto rosa.

A cluesta presentazione d'impressionante incisivit segue un verlto che ha delf inaudito: la vittima destgnata si ribella, osa

tasca posteriore dei_ jeans, con la conseguenza che i capelll ag$l pena sopra Ia sua fronte, sembravano i denti di una falciatrlgEi. meccanica in arrivo. lntorno a lui aleggiava costantemente odee di sudore mescolato a gomme da masticare alla frutta. lndose

un fiero "no" alle intimidatorie richieste del suo pere accetta, in piena consapevolezza, il rischio delle ine=rlrrrrrre -itHhili e devastanti ritorsioni. Perch, che cosa successo? Fetsfrasandola nota poesia di Bertolt Brecht, potremmo dire elle la vittima, inopnatamente, pu mettersi a pensare. Se il bulltr simile aua <<m cchina potente>> che <<sfracella>> e pu Fet'citro anivate a <<uccidere>> la vittima, quest'ultima, come cgni rrltro uomo, <<ha un difetto: pu pensare>>. E Ben Hanil "ciccione", per l'appunto pensa. Pensa da bambino, =eon, gelch in effetti un bambino, ma a un certo punto, schiacelatn clal peso dell'angoscia che gli procura I'imminente vendettu del suo persecutote, invece di soccombere trova un'inaFettrlta via d'uscita, formula un pensiero <di una categotia pltr elevata, quasi da adulto>>. Soprattutto il confronto ftal'a' fisico del bullo e quello della vittima risulta particolarHipurre =petto

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mente significativo: il primo grande, grosso e robusto, e eg= tolinea il suo intimidatorio aspetto da "cattivo" con ridicole t patetico) puntiglio, mentre la vittima il "ciccione" per ane ,ii nomasia delle scuole americane, lento nei movimenti, goffel ; flaccido e codardo. Pi che dei personaggi sembrano qud Hl degli stereottpi, caricature da fumetto, ma entrambi sono dg= .t stinati a riservarci una sorpresa. Henry, freddo e sanguinallg, $i in realt vn <<pazzo scatenaro> capace di portare il bulltsE i*, ai confini del sadismo puro, tanro che persino i suoi accolitt re #l sono spaventati; Ben, invece, rivela un'eccezionale rapidit dl $, pensiero e azione, nonch qualit ruziocinanti fuori dal eC= $ mune e una maturit afatr.o inconsueta alla sua et. Kingt : come del resto fa frequentemente, capovolge il clicb dop :*. averlo accuratamente presentato come tale, stravolge il luog comune e d corpo a personaggi e situazioni originali, coinv!= 'ri genti e imprevedibili. Del tutto imprevedibile , per I'ep= . punto, iI f.atto che Ben Hanscom, la vittima, conservi, mel" .i: grado sia attanagliata daI terrore, un barlume di pensiero, g i non cessi mai, neppure nei momenti pi drammatici, di coltl= ,* vare una speanza, di ricercare tenacemente e lucidamente uA ,lli modo di resistere, cos da attingere, finalmente, a una viA l .'t
scampo.

Durante il compito in classe di matematica, Henry, fissandg r Ben con <<occhi neri e furiosi>>, gli intima con un sussuffg ovattato e scaltro, simile a quello <di un detenuto di lungf , data che passa un messaggio durante I'ora d'aria nel cortile li una prigione>>: <<Fammi copiare>> (la fuggevole allusione i1,$ mondo carcerario richiama alla memoria, per inciso, le conats; derazioni pasoliniane circa <<l'inimicizia nevrotica>> che cog= suma <<i reclusi nella stessa cella>). A questo punto, tre peg=, sieri sfrecciano nella mente di Ben, tanto snella e lesta quang il suo corpo obeso: r) se l'insegnante si accorge che Henry hfl copiato, rifiler a entrambi uno zero tondo; z) se Henry n6n. potr copiare, 1o picchier di santa ragione. Ma il terzo e d* timo pensiero a riscattare I'owiet dei primi due e a denotaf un deciso salto di qualit. Malgrado l'angoscia che lo opprimcl infatti, Ben riesce a mantene vivala

Ma forse riesco a sfuggirgli Fer I'trltima settimana di scuola. Sono sicuro di riuscirci, se ce io nr.tto tutta. E durante I'estate probabile che dimentir,!rer. S. abbastanza stupido. E se canna questo compito, f:ir,qe lo bocciano di nuovo. E se 1o bocciano io passo davanti a lrri. Non sar pi nella stessa classe con lui.'. Artiver in lrritu* media prima di lui. Potrei... potrei essere libero>. ' I lenry intuisce che Ben oppone resistenza e cade in preda al F*nico. Il suo foglio ancora completamente bianco e, se sat lrucr:irtto ancora una volta, suo padre gli spappoler <il cervello rfi lrtrtte>. Con grande inezza, King non manca, per cos dire, di "contestualzzare" il bullo all'interno dell'ambito familiare, cvrrrrndo I'incombente minaccia di un padre violento che, a aua volta, sembra non conoscere alto linguaggio all'infuori di ,piello delle botte. Figlio e vittima di un padre bullo, Henry, lirrlhr a sua volta, intima nuovamente a Ben, con gli occhi lampeggianti di un cupo ammonimento: <<Fammi copiare>>, ma }lerr rcuote la testa e ptotegge il foglio con le braccia. <Ti prenclcr, ciccione. Fammi copiare o me la paghi> lo incalza il Itrrllo, E inutile, Ben ha pava ma non demorde: forse per la plirrra volta in vita sua, ha preso una decisione e intende manierrerla. Come una persona matua, con lucida f.reddezza ha fstttr i suoi calcoli, con spirito ptagmatico havalutato i costi, i riqr'lri e i benefici, e la risposta "no". Ed ecco giungergli I'ultirrro bisbiglio di Henry, <<raggelante nella placida sicurezza di llllrt promessa>>: <(Sei morto, ciccione>>. (]rrello che doveva accadere, inevitabilmente accade. I tentetivi di Ben di eludere il suo persecutore all'uscita dalla acttttlrr si rivelano inutili, e il "ciccione", come una preda bracerlta, cade finalmente in trappola. La sua prima reazione , ovTlrltucnte, di temore. Tenuto saldamente per le braccia da !higgins e Criss, completamente in balia di Bowers, Ben squit{irgu: <Pu darsi che si vendichi.

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indica, ancoa una volta, il potere del bullo di deirmanizzare la sua vittima riducendola a uno stadio animalec::o, lnaspettatamente, Henry reca impressa sul volto un'eapt'essicrne seria e riflessiva, quasi un'ombra di tristezza, ed
pervirlo>

tiqce come un maialino, e questo <(verso codardo, conigliesco e

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trattengono pi, disubbidendo all'ordine di Henry si sono allontanati, sconvolti dell'orrore. Ben, all'improvviso, si pro. ietta all'indiero contro lo steccato e, mentre cade, sfrra involontariamente un calcio nel ventre di Henry. Non ung

questo strano atteggiamento a farc intuire a Ben che forse gll toccher subire qualcosa di assai peggore di una scarica ?l botte. Henry, inf.atti, estrae dalla tasca dei jeans un coltello da caccia, aprelalama ela punta contro il ventre della vittima, Il terrore di Ben esplode, suda copiosamente, e con il muco a! naso singhiozza disperato mentre un fiume di lacrime gll sgorga dagli occhi stralunati. Sempre pi tenorizzato, si oc, corge che Belch e Victor hanno smesso di ridere e appaiono nervosi, quasi spaventati: <(Non sanno che cosa at,, - pensa fin dove sar capace di arrivare. Se hai creduto che l situe, zione fosse critica, hai creduto giusto. Probabilmente anch peggio di quel che avevi pensato. Devi riflettere. Anche gc non l'hai mai atto e non Io farui mai pi, meglio che adesgo rifletti. Perch i suoi occhi dicono che hanno ragione di sern. brare nervosi. I suoi occhi dicono che un pazzo scatenatoh, Dunque, aflcora una volta, nonostante il terribile frangente, Ben trova Ia fotza di pensare. Henry, il cui volto ora defor, mato in una smorfia diabolica, inizia a incidere lentamente, con la punta del coltello, il proprio nome sul ventre di Ben, perch questi non si dimentichi mai pi di fargli copiare, al. l'occomenza, il compito. In altre parole, il bullo mur.ia ia sua vittima come si fa con un vitello. E proprio mentre compi questa operazione , alla quale i suoi complici assistono sempf pj increduli e turbati, Ben riesce a escogitare unavia di fuge, Il panico lo ha abbandonato, perch alf improvviso ha sco. perto dentro di s qualcosa, <e poich quel qualcosa non afitr metteva \a ptesenza contemporanea del panico, 1o aveva divo. rato in un- colpo solo>>. I quatffo si trovano in un punto appartato del parco, Ben appoggiato a uno steccato ch aaciia su_una,piccola scarpata, verso il fiume: <Alf indietro, - p11: sa lucidamente menffe sente colare il proprio sangue fuala-pel. le e la cintola dei jeans. - Devo andire il'indi.Ito. I'unicc direzione in cui posso scappare)>. Belch e Victor non l

rappresaglia meditata, perch Ben desidera semplicemente inrrerrentare Ia fona dell'impatto, tuttatia, quando vede 1'ecplessione di sbalordimento sul viso di Henry, si sente <<colnruc da una gioia selvaggia>>. Cos il "ciccione", la vittima dealgnata, riesce a sfuggire al suo persecutore e fugge in una Irrt't'a boscosa, acq\attandosi in un inaccessibile riparo natut'*ile , Henry, Belch e Victor si lanciano all'inseguimento e, dutsnte la perlustrazione, s'imbattono in alcuni ragazzini che glocano a costruire una piccola diga in un anfratto del tort'errte. Impotente a sfogare la sua ira contro Ben, diventato itreperibile, Henry si accanisce sui bambini, prontamente assettrrrclato dai fid gregari, i quali, dopo l'orrore suscitato in loro rlrrlla vista del sangue, hanno ritrovato appieno il gusto della lrlevaricazione ai danni dei pi deboli, resi semmai pi forti, rli liflesso, dall'evidente pericolosit del loro capo. Cos Ben, gir\ potenziale vittima dei bulli, assiste di nascosto a un rinnovato episodio di bullismo, che questa volta i suoi persecutori riescono effettivamente a consumare ai danni di alcuni inermi hunrbinetti intenti al loro gioco. I1 fatto che gli eventi siano llrllrati dal punto di vista di Ben, il quale, dal proprio nasconrliglio, non riesce a vedere nulla di quanto effettivamente acrril(lc, ma soltanto a intuirlo sulla base dei rumori e delle voc rrlnsente allo scrittore di sottolneare efficacemente f infinitJ st;rurllore morale che sottende la prepotenza dei tre bulli. Henry, Belch e Victor. Aveva sperato che si sarebbero dal sentiero, ma non aveva avuto tanta fortuna. Si ferrrr.rrono per un momento vicino a lui, ancora mezzo passo e nvrllrbe potuto toccarli allungando la mano fuori del suo nascontliglio. <Scommetto che quei mocciosi l'hanno visto>, comment
lacr iati attrarre
( iunsero

flt,k h. <Andiamo a chiederglielo>, propose Henry. Si erano girati torr,rrrtlo indietro. Pochi istanti dopo Ben lo aveva sentito ruggire: o( lrc cosa cazzo ci fate qui voialtri?o ( i fu una sorta di risposta, ma a Ben risult incomprensibile: i It1p,,t/.zi erano troppo lontani e le loro voci erano soffocate dal rurrrore del fiume cos vicino, che naturalmente era il Kenduskeag.

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Ebbe comunque l'impressione che chi aveva risposto fosse gpa= ventato. Non poteva dargli torto. Poi Victor Criss aveva tuonato qualcosa che Ben non era rlU= scito a capire: <Che stronzata di dighetta!> Dighetta? Fighetta? Ma forseVictor li aveva solo insultati gene= ricamente e Ben aveva frainteso. <Tiriamola gi!> propose Belch. Ci furono grandi proteste seguite da un grido di dolore. Qual= cuno si mise a piangere. Ben rivolse loro tutta la sua compassion! Non erano riusciti a prendere lui (almeno non ancora), ma ave= vano trovato un altro gruppo di bambini pi piccoli su cui #ogar la loro malvagit. <S, buttiamola giu, rispose Henry. Scrosci. Urla. Sguaiate risa da ritardato mentale da parte dl Belch e Victor. ll pianto angosciato e isterico di uno dei bamblnl

pet(' una cosa. Avete visto un ciccione in questi ultimi dieci minrrlil Un ragazzo Srosso e Srasso tutto insanguinato e ferjto?> I a risposta fu troppo breve perch potesse essere altro che un no. tsci proprio sicuro?, insist Belch. <Stai attento, sai, mammaIttr

t'tt.,

Bill Denbrough. uAndiamon, disse Henry. uProbabilmente ha guadato gi per


r,S-s-sono s-s-sicuro,,/ rispose

tlt

1tr,,

r,(.iao ciao, ragazzir, salutVictor Criss. <La vostra era proprio rttr,r rlighetta di merda, credetemi. Starete meglio senza->

pi piccoli. <Non mi rompere le palle, tu, cimice balbuzienter, ruggl Henry Bowers. <Non mi faccio pi rompere le palle da nessun;
oggi
!>

trnfuso sciacquio di passi nell'acqua. Di nuovo la voce di liek'lr, ma pi lontana. Ben non riusc a decifrare le parole. Per la veril non voleva capirle. Pi vicino, il ragazzo che era stato coqlr(,llo a smettere di piangere, ricominci. Ud i borbottii del suo t unrl)agno che cercava di rincuorarlo. Ben aveva concluso che q,riro solo in due, BillTartaglia e quello che piangeva.
lrt'r met seduto e per met sdraiato rimase dov'era ad ascoltare quoi amlci dinosauri che s'addentravano nella boscaglia nella di-

I dur ragazzi al fiume e i rumori sempre pi deboli di Henry e dei


rezione opposta.tt

Ci fu uno schianto. Poi il rumore della corrente divent pl forte trasformandosi per qualche istante in boato prima di torn'af al suo placido gorgoglio. Finalmente Ben cap. Dighetta, gi, qu= sto aveva detto Victor. Quei ragazzi - due o tre, a giudicare dall voci che aveva udito passando - stavano costruendo una diga Henry e soci gliel'avevano appena distrutta. Ben credeva anch dl sapere chi fosse una delle vittime. Ilunica <cimice balbuzientel che conosceva alla scuola di Derry era Bill Denbrough, nll
quinta del l'altra sezione.
<Non avevate nessun bisogno di farlol

::ill
ii9!j

una cattiveria inutilelr r,l,S,. reclam una vocetta impaurita e Ben riconobbe anche quellE; . ,S! sebbene non riuscisse a collegarla immediatamente a una facclA, .iFt u Perch I'avete fatto?> i:::: <Perch ne avevamo voglia, caccole!o rugg Henry di rimand, Ci fu un tonfo sordo. Segu un grido di dolore. Al grido segu un ..'?*, .i:ls.l piagnisteo. <Piantala!> ordin Victor. <Piantala di frignare, moccoso, o tl tiro le orecchie e te le lego sotto il mento.> $ Il pianto si trasform in una serie di sniffi strozzati. .ii
;r.9,'-r: ri|,rn: )W),

$
i,.

l)opo la vittoriosa ribellione di Ben Hanscom in ft, alcuni anrri dopo, in L'acchiappasogni, Stephen King ripropone un altlo episodio di bullismo, se cos si pu dire, "a lieto fine". {ltrcsta volta non la vittima stessa a ffarsi d'impaccio gtazie alle proprie facolt raziocinanti (e una buona dose di fortuna), r1H un gruppo di amici a correre coraggiosamente in soccorso dl rrn compgno caduto nelle mani degli immancabili bulli che !nl'estano le scuole d ogni citt. Si tratta, in questo caso, di uno dei pi odiosi atti di bullismo elre sia dato concepire, quello consumato ai dannt di un disabile. Ahbiamo pi volte rilevato come il bullismo si scateni per 1o pi eintro colui il quale, a qualsiasi titolo, sia identificato come <<divetii())>) bench non sia possibile fssare una costante, un filo conrlrrttrrre che consenta di ricondurre in unit ivatiegati aspetti di rlrlrstzr diversit: I'orientamento sessuale, la classe sociale, le doti
r

<Noi ce ne andiamo>, annunci Henry, (ma prima voglio

sA=

t,

Spellirrg

Lc citazioni sono ratte da Stephen King, Ir, traduzione di Tullio Dobner, & Kupfer, Milano r99o.

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morali o intellettuali, la condizione fisica o psicologica, tutto lluir diventare, agli occhi del bullo, motivo di odio e di risentinrcttto. Ci che 1o muove, infattt, non mai un motivo, una "ragitrrc-" per quanto opinabile, bens un impulso "irragionevole" in srtts,' letterale, non riconducibile cio all'ambito delle facolt razioi I nanti, poich affonda le sue radici in una psiche malata, tt ut!:1 mente perversa e distorta che agisce inlarya parte sotto la spirrt'r di forze sotteranee. Le "motivazioni" del bullo non hannu ttt,tl un "senso" riferibile a un contesto oggettivo e obiettivallctrlc valutable, ma lo trovano unicamente in riferimento a un l)ire. saggio interiore compromesso e devastato, aun'alterata visiotte della vita. La pi volte ricordata <<diversit> della vittima st'irr pre e soltanto niente alffo che un pretesto, sia che si tratti cli rrrr omosessuale, come nel caso del povero Adrian Mellon, sia clrr ct tratti, come in questo caso, di un disabile. Per quanto confusamente, i quattro protagonisti dell'cpir',, dio dell'r4.cchiappasognl che riescono ad avercIa meglio, sctr::,r colpo ferire, sui malsani propositi del nerboruto Richie ( ire nadeau e dei suo altrettanto muscolosi accoliti, sembrano ,'u sere consapevoli dell'alterata coscienza dei propri antagoririlt Bench in palese condizione d'inferorit, scelgono di pallnto il loro stesso linguaggio, si dichiarano pronti a farsi massaclin r: ma li avvertono di essere determinati a giocare fno in foncl,r l. proprie chanches. Duri e determinati sino alla sfrontatezza, pa quanto le circostanze possano loro consentire, ingaggiano t'ntt i bulli una sorta diazzardo, un giro di poker nel quale il L't,, clamoroso bluff esce, alla fine, a piegare la riottosit degli rrv versari. II pensiero,la carta vincente di Ben Hanscom, victrc cos giocata nuovamente fino in fondo, e con analogo stt, cesso, dagli irriducibili Henry, Beaver, Pete e Jonesy, ragrt., zini sui quindici anni che riescono a tener testa a un manipol,' di bulli impegnati a umiliare il povero Douglas Clavell, un ,lr sabile che frequentalaloro stessa scuola. Henry e i suoi amici scoprono, in un parco, dapprima rrr,r maglia strappat^ sul dietro del collo, come se chi f indoss,tr',r avesse cercato di scappare ma fosse stato afferrato e riporlirlrr indietro, poi un cestino di metallo per la merenda, decorato iorr

le

itnmagini di un pupaz zo dei cartoni animati per bambini. Sul proprietario: atino i rn'.ti..itu .h. indica le generalit del un grido' leuglut Clavell. In quel momento si ode
5i sente un grido dallo spiazzo in cui i grandi giocano a baseball in estate. -un grido pieno di dolore, ma quello che fa scattare enrV in avanti prila ancora di riflettere il tono sorpreso,la sor[rpsa'di chi prova dolore e spavento per la prima volta'. ' Uli altri lo seguono. Corrono in fila indiana tra le erbacce che hanno invaso il viale: Henry, Jonesy, Beav e Pete' Si ode una sonora risata maschile. <Avanti, mangiala', ordina Qualcuno. nMangiala e

ti lasciamo andare. Magari Duncan ti rei calzoni., illlrtisce anche rr5, se tu...> dice un altro ragazzot probabilmente Duncan, ma li lllocca vedendo Henry e i suoi amici. (Ehi, ragazzi, piantatela!> grida Beaver' <Piantatela e basta!> Gli amli di Duncan - sono due, entrambi vestiti con il blazer podelle superiori di Derry - accorgendosi che il loro passatempo sigirano. lnginocchiato s.ulla ghiaia mericliairo ha degli spettatori, il iiu Ui loro, con idosso solo le mutande e una scarpa da tennis, lacrime, c' un bambino di et inValto striato di sangue, terra e il*fiuitu. Non un 6irb"tto - ha una spolverata di peli sul petto mannl ha comunque l,aria da piccolino. cli occhi verdissimi, a r.lorla, sono colmi di lacrime. uno dei grandi' Sulla mano 1,.,1 *Cnl cazzo sei?o chiede a Beav rhistra porta un guantone da baseball, o qualcosa del genere,. sul lui sta tentando di far EIUle c; la mera rinsecchita di cane che ritanciare al bimbo seminudo. nCoru cazzo fate?, chiede Jonesy, inorridito' <State cercando rll fargli mangiare quella roba? Ma cosa avete nella testa?> ll agazzo-che tiene lo stronzo di cane ha la radice del naso coperta d un grosso cerotto bianco, ed Henry, riconoscendolo, lantta Un suon inarticolato, a met strada tra la sorpresa e la risata. stato riconosciuto i,,,1 Richie Crenadeau non si accorto di essere ila Henry; sta fissando Jonesy. Essendo stato colto di sorpresa e fa.un i.onse io bel tono genuinamente disgustato di Jonesy,. Richie nasso indietro. poisi rende conto che il ragazzo che ha osato rimlui e pesa una quarantina di irreverurlo ha circa tre anni meno di ,lrllt in meno. La mano si tende di nuovo'

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<Cli faccio mangiare questa merda)), dice. nPoi pu andr. Tu, brutto moccioso, togliti dai piedi, se non vuoi mangiarn
met. > oS, smamma>, gli fa eco il terzo ragazzo. Richie Crenadeau grande e Brosso, ma questo qui ancor pi grosso, una monta$f,

<l)ete, appena attaccano, corri a casa)/ sbotta Henry senza diatngliere gli occhi da Richie Crenadeau. nCorri a casa e dillo a tua

rl,rtlre.,
vrrtlo, )

E,

rivolto a Richie: uNon lo prenderai mai. Corre come il

dal volto foruncoloso. <Finch sei in tempo..., <So chi seir, dichiara Henry. Richie sposta lo sguardo su di lui. Di colpo sembra guarding,,,

la voce di Pete bassa ma non spaventata. <Dici bene, Henry., ul: pi ci malmenerete, peggio sar per voi>, aggiunge Jonesy' "Arrr:he se cifate fuori, a che vi servir? Perch Pete corre davvero
iurlrr, e riferir tutto.>

ma anche scocciato. <Fuori dalle palle, bimbo. Dico sul seri,t nSei Richie Crenadeau. La tua foto era sul giornale. Cosa pen= ser di te la gente quando racconteremo che ti abbiamo beccat fare una cosa simile?,r <Non direte un bel niente perch sarete morti>, dice il tizio df nome Duncan. Ha i capelli biondastri che gli scendono lungo ll viso e sulle spalle. <Fuori dai coglioni. Al galoppo., Henry non gli bada. Continua a fissare Richie Crenadeau. Nn avverte alcun senso di paura, pur sapendo che questi tre potreb= bero spiaccicare tutti e quattro come niente; in preda a un'indl= gnazione che non ha mai provato in vita sua. ll ragazzino ingl= nocchiato a terra indubbiamente ritardato, ma non al punto tel da non aver capito che questi lre ragazzi grandi volevano fargfl '' del male, gli hanno strappato la maglia, e poi... Henry non ha mai corso un rischio cos grosso in vita sua/ mg ,i, non potrebbe importargliene di meno. Fa un passo avanti, le mafll ,'t strette a pugno. ll ragazzino a terra singhiozza, il capo chino, quel suono rimbomba in testa a Henry, alimentando la sua furl, i+ uFar la spia, eccome>, dichiara, e sebbene sia una minaccl fanciullesca, a lui non sembra di aver parlato da ragazzino. E, E quanto pare, neppure a Richie, che fa un passo indietro e abbaggal di nuovo la mano che regge la merda. Per la prima volta sembf allarmato. <Tre contro uno/ un ragazzino ritardato, cazzot altro g lo dir. E so anche chi sei!, Duncan e l'altro ragazzo - il solo che non indossa il blaEf della scuola - si mettono a fianco di Richie. ll ragazzino in mU+ tande adesso dietro di loro, ma Henry sente ancora il suono del suoi singhiozzi, che gli pulsa in testa e lo sta tirando scemo. <Okay, basta>, interviene il ragazzo pi grande. Sorride mt=tendo in mostra svariate finestre in cui un tempo si affacciavan dei denti. <Adesso morirete.>
.,irn'

rAnch'io corro forte>, ribatte Richie, tranquillo. <Lo prender.> I lcnry si gira prima verso Jonesy, poi verso Beav. Nessuno dei tlrrl si mosso. Anzi, Beav sta facendo qualcosa di pi. Si china rillli(lamente, raccoglie due sassi - grandi come uova, ma taglienti l comincia a batterli l'uno contro l'altro, spostando lo sguardo rla l{ichie al ragazzo montagnoso. Lo stuzzicadenti saltella aggrt.rsivo tra le sue labbra. uAppena attaccano, tu buttati su Crenadeaun, dice Henry. oCli rlllridue non sono nessuno in confronto a Pete.> Cuarda l'amico, r lrr ir pallido ma impavido, pronto a scattare. nDillo a tua rrirffia. Dille dove siamo, e dille di mandare gli sbirri. E, quaiuirrlue cosa tu faccia, non dimenticare il nome di questo rllorzo.> Punta un indice accusatorio verso Crenadeau, che semlrr,r rli nuovo esitante. Anzi, sembra impaurito. *lichie Crenadeauu, scandisce Pete, e adesso sta cominciando (lDr-ote. <Non me lo dimentico.u it rrAvanti, sacco di merdar, dice Beaver. <Ti spacco di nuovo il ni1\o, Solo un cagasotto lascia la squadra perch si rotto il naso.o (rcnadeau non risponde - forse non sa pi a chi rispondere fantastico: l'altro ragazzo con ilblazer, ;rrri si verifica qualcosa di flttttr:an, comincia a dar segni di perplessit. ll rossore si diffonde :rrlk,sue guance e sulla fronte. Si lecca le labbra e guarda Richie. Snkr il montagnoso sembra pronto alla rissa, ed Henry quasi si augrrr,r t:he scoppi davvero, e loro tre gliela faranno vedere, tutto per vi;r rli quel pianto spaventoso che martella nelle loro teste. ul:hi, Richie, forse dovremmo...> comincia Duncan. ullcciderlio, ringhia il montagnoso. (Massacrarli ben bene.u I,r un passo avanti e per un istante sembra intenzionato a proi.'erk.rc. Henry sa che se facesse un altro passo sfuggirebbe al conIrnlkr di Crenadeau, come un pitbull privato del guinzaglio che it,tll,r contro la preda, una freccia fatta di carne e ossa.

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Ma Richie non gli permette difare il passo successivo. Cli prencle l'avambraccio, ch pi grosso del bicipite di Henry e coperte di peli biondo-rossicci. <No, Scotty>, dice, (aspetta un attimo.> <S, aspetta>, riecheggia Duncan, con tono quasi impaurltA: Lancia un'occhiata che a Henry, bench quattordicenne/ sembf grottesca. Un'occhiata di rimprovero. Come se a essere in tortn fossero Henry e i suoi amici. <Cosa vuoi?> chiede Richie a Henry. <Vuoi che ce la battiaffitl

di qui?n Henry annuisce. : nSe ce ne andiamo, cosa farete? Lo direte in giro?> Henry scopre una cosa straordinaria: sta per buttarsi, cgmE Scotty; il montagnoso. Parte di lui vuole provocare uno scoRtfgr vuol'gridare: n'anculo! 'Fanculo futfil> Sapendo che gli amlcl le avrebbero sostenuto, e che nessuno avrebbe detto una pargl anche se fossero finiti maciullati in ospedale. Mail ragazzino. ll povero, piangente ragazzino ritardato, UFc volta sistemati Henry, Beaver e Jonesy (e anche Pete, se mal fe!= sero riusciti a prenderlo), i grandi avrebbero fatto la festa aneh Iui, magari facendogli qua-cosa di peggio che costringerlo a ln= goiare una cacca di cane. oNon lo diremo a nessuno), assicura. uA nessuno.o <Sporco bugiardoo, dice Scotty. n uno sporco bugiardo, Ri=
chie.
u

-Non voglio perdere il mio tempo>, dice Crenadeau con un tut() rnagnanimo che suscita l'ilarit di Henry... che si sforza coiltnr(lue di non ridere. A questo punto, una risata sarebbe una iils,;ima mossa. Le cose sono quasi a posto. ln parte gli dispiace, rrr,r rrrr'altra parte di lui quasi trema di sollievo. nMa cosa cazzo vi prende, in ogni modo?, gli chiede Crenarh',tu, <Dov' il problema?n llt'nry, a sua volta, vorrebbe porgli qualche domanda... vorm'lrlrt,chiedere a Crenadeau come ha potuto fare una cosa simile, e,nnrr sarebbe una domanda retorica. Quel pianto! Mio Dio! Ma il.1 /itto, sapendo che qualsiasi cosa lui dica potrebbe provocare tluello stronzo, e spingerlo a ricominciare. (Jrri c' una specie di balletto, di quelli che si imparano in pr lrrr,r o seconda elementare. Mentre Richie, Duncan e Scott s'inr,rrrrninano verso il viale (con passo elastico e disinvolto, cerr,rrrrkr di dimostrare che non si sono lasciati intimorire da quattro plr r olctti delle medie), Henry e i suoi amici prima si girano verso ill lrrro, poi avanzano verso il ragazzino piangente, creando una Ir'rttit'ra davanti a Iui. All'angolo del magazzino, Richie si ferma per lanciare Ioro rtn'rrllima occhiata. nCi rivediamo, ragazzi>, grida. oUno alla
r,ull,r, o

tutti insieme.>

Scotty si fa

di nuovo sotto, ma Richie rafforza la presa sul

FU

,, conferma Duncan. "S ,,Vcdrete il mondo attraverso una tenda a ossigeno!> aggiunge 9i ull, cd Henry si sente di nuovo pericolosamente sull'orlo della
gli amici non dicano nulla - che il passato sia see nessuno di loro apre bocca. Quasi un miracolo. ;lrlkr ('on un'ultima occhiata minacciosa di Richie, i grandi sparigtorro oltre l'angolo. Henry, Jonesy, Beaver e Pete sono soli con il rig,r/rino che si dondola sulle ginocchia, il volto rigato di lacrime
rts,rl,r. Prega che

braccio.
<Se nessuno finisce maler, afferma Jonesy con un tono di v ,ji, miracolosamente ragionevole, onon c' niente da raccontarrl ; Crenadeau lo guarda, poi posa di nuovo gli occhi su Henff $: <Lo giuri davanti a Dio?> ,,$; '<Lo giuro>, consente Henry. <Lo giurate tutti?> chiede Crenadeau. ,,r',,i Jonesy, Beav e Pete giurano .... Crenadeau riflette per un istante che sembra eterno, poi anngi= sce. oOkay, al diavolo tutto. Ce ne andiamo., $; oSe ci attaccano, corri intorno all'altro lato del magazzlnel;'ifrf. mormora Henry a Pete, parlando in fretta perch i grandi si egFE gi mossi. Ma Richie non ha mollato il braccio di Scotty, ed Henry r]' pensa che questo sia un buon segno.
.

Fqlr)rco levato al cielo bianco come il quadrante di un orologio fritlr), Si interrogano sul da farsi. Parlargli? Dirgli che icattivi sono anrl,rli via e il pericolo passato? Non capirebbe mai. E quel per l,ldrf lo cos spaventoso. Come hanno potuto quei ragazzi, ehipirli e cattivi che fossero, procedere di fronte a quel pianto? ln s;rglrilo Henry l'avrebbe capito - pi o meno - ma per il momento r;uelhr un mistero totale. rl'rovo a fare una cosa)/ annuncia all'improvviso Beaver. ,,M. certo, fa' come vuoi>, dice Henry.

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speranza.

Beav avanza, poi guarda gli amici. una strana occhiata, un misto di vergogna, sfida e - s, Henry ci avrebbe scommesso - dl

<Se lo raccontate a qualcuno, non sar mai pi vostro amieetr; dichiara Beav. <rLascia perdere le stronzate>, dice Pete. <Se sai come farlE

smettere, fa' pure!> Beaver si ferma per un istante. poi s'inginocchia..Henry si

aE=

corge che le mutande del ragazzino sono decorate con gli stesli personaggi di Scooby Doo, proprio come il cestino della mC=
renda:
Beav prende tra le cantare.l6

bracciail ragazzino piangente e comincia

A Piera, Giulia e Toruruaso protagonisti delk mia uita

16. La citaziolne ttta da Stephen King, L'acchiappasogni, tradrzione di M{r,ig Teresa Marenco, Sperling & Kupfer, Milano zoo4.

llostfazione
di llrancesco Benincasa

t, Tanto rumore per una vecchia storia


I comportamenti di rabbia e aggressivit esistono come feltotreni fisiologici, istintivi, innati e geneticamente determitrati ai fini della soprawivenza della specie, in tutto il mondo sttinrale. Konrad Lorenz negli anni '4o e'5o li aveva osservati e slrrdiati. Nei decenni precedenti Freud aveva ipotizzato che
l'nggressivit fosse un istinto normale, manifestazione evidell'istinto di morte. Non esistono dati statistici riguardo il passato, petch la letturu che si faceva del fenomeno era quasi natura/e, mentre oggi I'cggressione del branco verso il singolo fenomeno diffuso in tttrir societ che vorrebbe assicurare la ceftezza di convivere civllnrente e crescere con equilibrio. l,a cosa andata estendendosi negli ultimi anni, al punto de costituire una fonte di disagio notevole per un numero semple = maggiore di giovani. Alla fine degli anni Sessanta lo psicologo norvegese Dan tllweus cominci a occuparsi del problema e a definirne gli aspetti pi rilevanti e i confini concettuali; in seguito, i dati lfatistici cominciarono ad accumularsi in tutto il mondo forEenclo un inquietante quadro sulla diffusione del fenomeno. (li elementi caratterizzanti del bullismo sono: il fatto che molti si schierano contro uno, che viene messo in atto un mecEatrismo persecutorio, che avviene la perdita totale dellanzionclit dell'individuo smarrito nella moltitudine. Niente di nuovo, si dir: da sempre le folle linciano in strada il presunto Eelpevole, da sempre c' qualcuno che tormenta qualcun altro. hc cosa cambiato ?
derrte

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fusa

giorno nell'assetto sociale in cui si vive. L'esuberanza giovanlle spesso stato un pretesto per glu= . stificare il fenomeno, che stato via via considerato come iug scontfo tra pa, un'esperienza che "fa crescefe", forche ccu= dine sotto l-e quali sarebbe stato indispensabile passare pet im= p^ate a difendersi dalle prevaricazioni. Fino a un certo punto la prepotenza di gruppo stata tolle= at^ e considerata una faccenda che andava risolta tra giovanl secondo la logica del "fatti furbo, impara a difenderti;. ette= sta impostazione ozzamente "biologica" ha retto firr g quando si legittimamente cominciato a pretendere che le m!= notanze, i diversi, qualunque persona, avesse un posto nell societ e che quel posto fosse paritario rispetto a quello degll appartenenti alle classi o alle razze dominanti. A partire daiie denunce del nonnismo in ambiente militare, fino all'atteE= zione ai soprusi scolastici, negli ultimi trenta o quaranta aff1l i gesti di prevaricazione del gruppo sul singolo hanno ricevutGl una considerazione sempre maggiore. Oggi il fenomeno ha o!= trepassato paurosamente qualunque limite, provocando angc= scia nei genitori, sensazione di impotenza negli educatori, El= sorientamento generale in chi si chiede il motivo di tanta dlf=

cambiato il fatto che I'esercizio del bullismo sembra dl= ventato un esercizio premeditato, organico e strutturato Bl danni della vittima. Il fenomeno ricorda da vicino, nel sue svolgimento e nei suoi effetti, molti altri comportamenti vlo= lenti o autoritari che si svolgono in manier subdola ogti

,lall'altra, la responsabilit della violenza esercitata quotidiandtnente. Analisi di questo genere equivalgono ad assolvere tutti o a una colpevolizzazione universale senza venire a capo rll nulla. ( lcrtamente il passaggio da una societ della disciplina a una e,rcict della performance ha avuto il suo peso; vero che i lirliti del possibile sono stati spostati sempre pi in avanti e che la trccessit di rendere spettacolare qualunque gesto ha ottelluto un ruolo fondamentale nei rapporti personali. I giovani, clr per definizione possiedono un'identit incerta, ne cercano rinil attraverso 1o spostamento dei limiti al di 1 di quanto lnssll essere stato stabilito dalle convenzioni, dalle leggi o dal

di limite nei rapporti tra simili viene spinto all'infinito, impossibile definire le frontiere ra persone, il trrtrf ine tra lecito e illecito, tra brutalit e moderazione, propt'itr come avviene nei serial televisivi, nei uideoclip musicali o itr ittternet, dove tutto possibile senza conseguenze e senza
responsabilit.
(

lrtt,,ttsenso. Se il concetto

los questo gran parlare

rrnseita sia recente e che

di bullismo fa sembrare che la sua in precedenza si fosse pi disposti a

pet'rlonare le marachelle.

violenza.

Si cade tutti dalle nuvole, ci si domanda smarriti che cog ..l sia successo, ciascuno protesta la propria innocenza e la pre= .1, pria estraneit, si cercano i colpevoli, le cause oscure attrg=,ri: verso analisi sottili che pretendono di dare spiegazioni in eul ji il rapporto cause/effetti sia semplice, linear, lrn u lasciatgii, dubbi e senza scomodare troppo nessuno. si passa du nrr'asa= ,*1, luzione generale a una colpevolizz azione indiscriminata ree;'#, condo una-logica punitiva e moralista. ci si sorza di identlfl, P care 1e radici sociali o psichiatriche del fenomeno ricondu= i cendo all'intera societ da una pate, o al singolo individu ,,

.;

mondo dell'infanzia molto pi al centro della soun secolo fa; 1o perch i bambini sono pi pt'otetti e osservati, ma anche perch servono per vendere Ftsrci a loro e ai loro genitori, servono come mercanzia e conte preda del marketing. Tutti si sbracciano a proteggere i bnrrrl:ini in un mondo in cui la genitorialit da ufia pate va pertlendosi per la crisi dei padri e delle madri e dall'altra enfl'rtcante e iperprotettiva. Il mondo infantile come non irai sotto il controllo degli adulti nel bene e nel male; ci vuol dlre che i riti di passaggio seguono i metodi del mondo adulto e rle I bisogno di far crescere al pi presto i bambini perch divc!rtiro indipendenti e aggressivi come i loro genitori. Sttaturati riti di passaggio si svolgono ormai esclusivamente attt'rverso gli spot delle televisioni commerciali per il raggiunglttrrnto di un consumo adulto da pate di ogni teen ager che si
{

)ggi

il

cietr\ rispetto a

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rispetti. Anche il bullismo che una volta veniva dipinto cone un fenomeno domestico e tollerabile, ha pi niente di quelle
naturalit che sembrava avere in alcune sue rappresentazienl letterarie. Anche la violenza imitazione della brutalit adulte visibile a ogni pi sospinto attraverso la rappresentazione che ne danno i rnedia.Inoltre I'apparente virtualit delle immaglnl cui si assiste dovunque fa credere che I'incivilt non abbie ef= fetti reali, ma solo immaginari, come in un videogioco, Lte= sposizione di minori a spettacoli violenti provoca una sottg di sublimazione che li rende meno sensibili a ci che vedone che favorisce la comparsa di un umorismo inappropriato ehe seve a minimizzare gli stati d'animo che provano. Questa EE= blimazione patologica provoca rcazioni primitive dell'io, raf= sfert patologici e uso smodato della scissione come meccanisale di difesa. Numerose inchieste a livello mondiale riportano dati pluG= tosto allarmanti: nell'attuale generazione di bambini pre= sente un maggior numero di problemi emozionali rispetto quelle precedenti. I giovani risultano essere pi depressi, ag= gressivi, irritabili, ansiosi, preoccupati di venire a contatto ctrR il pensiero e impegnati a cercare reazioni di fuga dal pensere che viene sentito unicamente come fonte di sofferenza, Rl= sulta inoltre che i comportamenti violenti abbiano avuto not: vole incremento nei paesi occidentali e in quelli in via di oegl= dentalizzazione. Le soddisfazioni mentalilegate alf immaginario e ui sogd i che creano desideri si perdono (Bergeret, zooz), mentre le-fl= ,..., sposte concrete e le soddisf azioni immediate riducono la cap= '

lrrrlli, da adolescenti diventano aggresso rcIazionali e da :irlrrlti molestatori sessuali con maggiore frequenza rispetto alla
1,opolazione generale.

;, C' proprio bisogno di una definizione?


l'osc e inequivocabili. Qui si intende considerare il bullisrno iur po' al di fuoti dalle definizioni rigide e considerarlo invece

l,e definizioni scolastiche o scientifiche sono ormai nume-

.'si nismo primordiale e indispensabile ? ,,;ib Numerosi studi fanno presumere che ci sono maggiori pr=1$}j. babilit che i bulli e le loro vittime siano coinvolte nel lors fur turo in comportamenti violenti: coloro i quali da mgazzi sa4g
:

citdidesiderareefantasticare'SecondoBion1pensief nasce proprio dalla percezione della mancanza, dalla possibilttt I di superare il dolore mentale del vuoto attraverso il pensiere la creazione di un'immagine interna stabile e consolante. Pg= sibile che le nuove generazioni siano carenti di questo meecg i;1.

.nnc un fenomeno sottile forse pi subdolo ma ancora pi rtill'uso di quanto non si creda. Esiste un bullismo emotivo, rrrcntale, che ormai penetrato talmente a fondo nel senso conrunc, da non potere essere nemmeno definito o identificato aeerrndo regole precise. Sto parlando di un'artoganza e di rrrr'insolenza nei rapporti personali, di una mancanza di qp(:tto per I'alto, di un modo di ignorare f identit dell'interIrrrrrtore, che in altri tempi venivano resi obbligatori almeno rlallc norme della buona educazione. Sparite queste perch riterrrrte superficiali e inutili, subentrato un modo /ibero di lgrrorare il prossimo, una capillare maniera di umiliare I'interlrrctrtore attraverso un meccanismo di ptevaricazione tacita, irnrrrta sulla disponibilit sfacciata degli oggetti, vittoriosi riipetto alle capact culturali e relazionali. Nonostante fossero lrrlrrrali e convenzionali, senza iI vincolo delle buone maniere .rrllo tutti pi liberi di calpestare I'interlocutore. Sto sosteItetrclo che il bullismo pu manifestarsi indifferenternente attfavcrso attacchi fisici o psicologici, prese in giro, umiliazioni errltili, pettegolezzi e calunnie, dlf.f.amazioni, schemi relazionali che allontanano la vittrma dal gruppo o dal contesto soe ialc. Si parla anche di aggressione relazionale per indicare una trrnclalit di attacco non fisico che danneggia gli altri indirettflnrcrrte, deteriorando le relazioni sociali traipari e che viene ittllizzata di solito da individui che presentano un livello di intrlligenza sociale superiore. L'aggressione relazionale subdrrlrr, continua, preferita dalle tagazze, {atta dr pettegolezzi, alottt\, occhiate, disprezzo latente e se la vittima protesta,

ff
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llFnsava

191.

viene accusata di essere visionaria e paranoica, quindi d Eggior ragione emarginata come diversa e pericolosa. Da tlg gioco del genere non si esce. Il bullismo gratuito, privo di evidenti elementi scatDenli attvato dall'aggressore al fine di esercitare potere sugli altrli it compoftamento aggressivo immotivato , senza provocazicn da pane della vittima, con il fine di raggiungere il domnle e lt potere sugli altri. I protagonisti cercano l'af.f.ermazione dl : esclusivamente attravetso I'uso premeditato della violenzc, Le caratteristiche codificate per poter parlare di bulllpme sono le seguenti: r) l'aggressore gisce in maniera intenzioaelp per ferirel z) l'attacc ,ri.n. reiterato nel tempo assumeng I'uspetto di una vera persecuzione; 3) la relazione ra bulte C vittima asimmetrica. Tuttavia perch vi sia un rilevante effetto sociale del gre= dasso sulla vittima, sempre necessaria :una teza figural lc spettatore, che gioca un ruolo strategico in questo dinaraigg triangolare. In Italia Ia figura del bullo ha mantenuto nel tempo unr= cezione quasi domestica e leggermente comica. Lo stereotipe t ruf.figrrato da un individuo che si d un po' di arie, ma h non cedibile nella sua maschera di cattivo. Anche quet uno stereotipo da "italiani brava gente" che cerca di far dl= menticare cme anche noi si sia itati in grado di complefg stragi efferate in ogni tempo e in ogni luogo. Si noti come $,, teppista dei nostri fil. n.t.ulisti o nelle commedie anni !6 ,rj alla {ine mostrava umanit e compassione per le sue vittimr ' mentre il bullo odierno privo di empatia, non pi in Ere,., di riscattarsi attraverso l'amore ol'amicizia o la lealt. EgllS mantiene perverso senza remissione nell'esercizio della fcfffi conrro soggetti incapaci di difendersi. r,.ii
,,

lrr incarna perfettamente il modello televisivo. In passato si ci fosse un legame sffetto e quasi esclusivo tra vanaglnf i,, . miseria (vedi il personaggio di Franti in De Amicis o i I'rrlli di Pasolini). Oramai non pi cos. (lcrcare di identificae cause specifiche costituisce un'illuche incoraggia a credere che possano esistere soluzioni. il rischio di insinuare un'inutile cultura ,lellrr colpa. E probabilmente pi utile un'analisi delle interatra ambiente e individuo che forse pu fornire, se non =ioni rpiegazioni, almeno suggestioni e orientamenti in una materia I lr!nplessa e composita. ll bullismo il prodotto di un quadro esremamente comlrlesso costituito da eventi sia interni sia ambientali. Vi una telrrzione dinamica tra circostanze esterne che aggtavano aspetti rregrrtivi della personalit, fino a conseguenze a volte molto
alrrrtc

tl'efiche e introduce

grav

1. Analizzare le cause o scovare i colpevoli


Mentre una volta il bullo era il deviante

iii
,'iii

,il.

sciocco o svanteF,,' giato economicamente, oggi spesso 1'esemplare stereotipeC

violenza di gruppo pu anche essere vista come una rilrellione nei confronti di una societ povera di ideali collettivi, irirl (luesto punto di vista va integrato sempre in una prospettlvn che contempli anche le dinamiche soggettive e familiari. ll l"rambino e I'adolescente attuano il loro sviluppo psichico ritu'nverso tn adattamento ai lineamenti e alle modificazroni eucio-culturali. Natura e intensit della pressione sociale eserciIrul() su di lui un'enorme influenza, intetagendo con la sffuttuln anatomica e funzionale di un cervello in crescita. La realt a,rirrle che cambia, spegne meccanismi di difesa che un tempo vevrrno una funzione di sostegno (rimozione e spostamento) a fgvole di altri pi arcaici (scissione e negazione) spesso non arlr.grrati al mantenimento di un'autoregolazione efficace. lrer quanto iguarda I'ambiente e la sua inluenza, si deve Inltrrrdere un concetto ampio di rete relazionale che compt't'trcla la famiglia e tutte le strutture sociali frequentate. Nafrir'*ltnente se si parla di un contesto incapace di creare legami, :i si pu riferire aIIa f.amiglia, alla scuola o a qualunque altra !ruttura sociale. ln qualunque comunit I'esistenza di regole d 1a sensazione :il rirr contenimento emotivo che evita un'incontrollata esplo-

l,l

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sione di impulsi e pone solidi limiti a una libert che altrleenf sconfinerebbe in un distaccato relativismo. Porre regele g parte di un genitore significa porre limiti, corltattare eec L+A figlio quasi adulto in grado di esercitare oitiche nei suol cF= fronti. L'et del negoziato sancisce la fine dell'idealizzezifi del genitore onnipotente: il giovane ha di fronte un peelre una madre che sbagliano, sono insicuri, sono uguali agli gltEi. D'altra parte il genitore deve essere in grado di riconocgc che il figlio idealizzato che avrebbe dovuto soddisfare tutte b sue aspettative non esiste; esiste piuttosto un nuovo indivldU separato e diverso, che non nato per soddisfare le atteB FF cisistiche dei padri e delle madri, ma per esercitare la suc pF sonalit assolutamente unica. Insomma, in un quadro cos complesso, alla crisi adoleceeB= ziale, si somma frequentemente la crisi genitoriale. C' la scomparsa del ruolo paterno e I'inserimento del beE= bino in una serie di tappe predefinite di sviluppo, stabilite Flg che dai bisogni o dai desideri individuali, dai desideri de$ adulti e dalle aspettative della societ del benessere.

iiitore. Come abbiamo visto, oggi frequente che il genitore riiirrti il ruolo, deleghi il compito, perch troppo coinvolto ^ncoa rrellrr risoluzione della propria adolescenza mai risolta e incapace

'li tollerare i sentimenti di inadegvatezza e smarrimento che

irrevitabilmente sorgono a contatto con un adolescente. Nell'ottica di indagare la qualit della relazione affettiva tra

rali: sembra che nessuno sia pi in grado di venire fuorl g ri. una giovent che fa scomparire le barrierc generuzionali, Pg# ., e madri devono mantenersi giovanili e concorrenziali ai fldit ,, hanno bisogno di conservarsi in forma attraverso una cur @
;

inebetito che ha I'unico scopo di fermare o rallentare il senza f.arI enrare mai dawero nel ruolo del genitore. Le flittualit si diluisce ("sono amico dei miei figli") fino e vocare confusione di ruoli. I conflitti intergenerazionall non hanno possibilit di esprimersi, si trasformano in cont tamenti etefo o autoaggressivi. Probabilmente nemmeno i genitori sono stati in gradg elaborare a sufficienza i loro conflitti adolescenziali che cEal niscono per riproporsi e ricadere sulla generazione s Tuttavia affrontarc I'adolescenza dei figli forse pi cato che superare la propria; entrambe le attivit implice4 raggiungimento di una maggiore maturit sia da figlio sia de ffi

senitori e figli per identificarc f.attori causali del bullismo, t'rto preso in considerazione il tipo di attaccamento madref r,ttrtbinolz per trovare eventuali correlazioni tra stili di attact:ulcnto e comportamenti aggressivi o vittimistici. Sembra pi lrrrrlrabile che giovani con attaccamento insicuro-evitante attirirro comportamenti dispotici verso i compagni poich, non avendo potuto sviluppare un atteggiamento fducioso verso la rrratlre, si aspettano risposte ostili. I rugazzi cofi attaccamento !rrbieuro-resistente assumono invece con pi probabilit il rriolo di vittime, poich hanno poca fiducia e poc stima in se terisi, sono insicuri e ansiosi. Non sono tanto i concreti prolrtenri familiari (conflitti parentali, divorzio) che si corelano r,rrr i problemi di condotta inantili, quanto modalit di attaclrr tucnto disotganizzate. Lc diffcolt di attaccamento riducono alcune funzioni psirriltrgiche, tra cui meccanismi della regolazione afettiva e contrrrllo della condotta; se mancano questi fattori di regolazione e lrrcile scivolare, quando si fa parte di un gruppo, in manifert zioni insensatamente aggressive. Duran te l' inanzia, anche =t tlgioco ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della capacit ili pensare: inizialmente il bambino considera che vi sia un'erlrrivalenza stretta tra l'esperienza interna emotiva ela rcalt, invece si accorge che l'esperienza interna =itu('cssivamente rlivrt'sa da quella esterna.
r 1. l,'attaccamento la propensione nnata a cetcare la vicinanza protettiva di iiii rrrcnrbro della propria specie quando si vulnerabili ai pericoli ambientali per farisa, rlrrlore, impotenza o malattia (Bowlby, r969). lter stili d.i attacca.nzento si intendono le fasi atffaverso cui si sviluppa. Un attacrnicrto di tipo sicuro si ha se i1 bambino sente di avere dalla figura di riferimento atrirFrione, senso di scurezza, affetto; in un attaccamento di tipo insicuro invece il liErrrltrrur riversa sulla figura di riferimento comportamenti e sentimenti come insta-

liiii

i,

pludenza, eccessiva dipendenza, paura dell'abbandono.

'::.,r'a:.

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La mentalizzazionels una sintesi e un superamento dei dtrg modi precedenti; il risultato degli stati mentali su cui al rl= flette, di solito attraverso l'esperienza di un gioco sicuro egf, i genitori. Attraverso il gioco i piccoli trovano nessi tra ideg g sentimenti fino a creare un nesso tra mondo interno e fglt, Da alcuni (Ogden, 1989), la mancanza di mentalzzaalaae viene attribuita a un funzionamento simil-autistico, uno ;tBe mentale in cui sensazioni e pensiero concreto predominano lef.
gamente sulla

riflessione.

':

IbambiniproblematicifallisconoqueStopfoceSsodilne= grazione e, se f incapacit di autoriflessione persiste nellte adulta, prevale una modalit simulata , taIsa, di rclazionarsl ella realt e agli altri, che ha un ruolo fondamentale negli attl $i ',' violenza. Alla base della violenza gratuita del bullo vi sarebbero quindi assenza di comprensione per gl stati mentall el= . trui, incapacit di anticipare le conseguenze delle proprl ' azioni sugli altri, fallimento del sistema rappresentazionale ek non apprende a rendere i pensieri reali, significanti e coetenI, ii, Se utilizziamo ia terminologia di Bowlby, si tratta di ben= ,'rr

bini incapaci di vedere

se stessi come esseri pensanti pefeh

nonSonostatiingradodiriconosceepfecocemente1aloro= p^ratezza dall'altro e di costruire un Modello Operativo lfl= : ternole appropriato. Con queste premesse il futuro adolescetl ,., not rut in gado di identficare i propri sentimenti o immagl=,.il

mondo reale,la disruzione fisica dell'oggetto pu essere lfl# nica soluzione per ogni problema.
18.La mentalizzazone si riferisce alla capacit di "pensare" gli stati mentnll p$ pri e degli altri: sentimenti, desideri, intenzioni e gli stessi pensieri. 19. Il concetto di Modello Operativo Interno (MOD stato proposto da (i973) come un'alternativa ai concetti psicoanalitici relativi alle struttrre mentall
si formano sulla base delle relazioni interpersonali. I MOI sono memorie delle zioni che acquisiscono un valore strutturale per la mente. La mente sviluppa 1e strutture e i suoi processi funzionali alf interno delle relazioni di attaccameflto, esperienze delle relazioni di attaccamento non vengono semplicemente ricordote, offrono anche le regole per organizzare i ricordi e i contenuti dell'esperienza

l)cr un giovane che abbia vissuto simili difettose esperienze irrl'rrrrtili, il modello rclazionale familiare viene automaticanrnrte riproposto nella scuola ogni volta che manca la spinta lll'rrsrazione, al pensare sulle cose, alla riflessione e prevalHorro invece l'ansia, il narcisismo maligno e l'aggressivit. I rrrodelli f.amilia vengono spesso riproposti non solo dai iireclia, ma anche da comportamenti di violenza istttuzionaliz' *strr: liste nere, scomuniche, esclusione da gruppi elitai, caetighi continuati. 'l'utte le istituzioni sociali che applicano un modello caatleyizzato unicamente da una modalit di ricompensa-punizione inrllostando I'enfasi esclusivamente sul controllo e trascurando gli stati mentali soggettivi del singolo, riproducono la struttura rll rrrr attaccamento disoryanizzato. Tiptca l'atmosfera di al..rurc scuole in cui un controllo esasperato dalla presenza di telecrrnrete e altri mezzi di sotveglianza fa somigliare l'ambiente piir n un penitenziario che a una scuola; in simili condizioni il fenomeno bullismo frequente e grave. A volte sembra che trrrlli e professori facciano a gara per esibire il reciproco sadirnro; gli uni 1o esercitano sulle proprie vittime e gli altri - incnprrci di mantenere la disciplina con autorevolezza - su tutti gli studenti attraverso punizioni crudeli. (lon un'altra visuale si possono analizzare gli srili educativi palentali che costituiscono un contesto di apprendimento di r.egtrle e valori. Il bambino che vve in una f.amiglia in cui regrlrtno un'educazione coercitiva, violenza e soptaf.azione ha plir probabilit di inteiozzare schemi di comportamento diearfrrt.tativi, sentendosi autorizzato a utilizzarc gli stessi modelli c{i comportamento anche nelle relazioni al di fuori deli'anrbiente domestico. A1 contrario, se in casa vige uno stile erhrr:ativo permissivo e tollerante, il bambino sar incapace di pnlle adeguati limiti al proprio comportamento. Nonostante prima degli anni '7o si desse poco credito alt'itnportanza delf imitazione nello strutturarsi dei comportaRrenti, attualmente evidenze scientifiche numerosissime e conarrlielnte indicano come il fenomeno dell'imitazione nasca preEEse rnente e mantenga nel corso della maturazione e della

F:
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crescita un ruolo fondamentale nell'organizzazione dei meccc= nismi di autoregolazione che poggiano a loro volta sulla struE' tua arLatomo-fisiologica del sNc. De Amicis con le sue osscfr vazioni aveva ragione. Tra gli adolescenti i comportamenti di imitazione sono rile=

Il ter. pi favorevole si trova alf interno del gruppo, dove 1g reno funzione di liberazione degli istinti si mescola con I'emulg' zione fino a compiere gesti che da solo il soggetto non sarebbc mai in grado di portare a termine. Alcuni studi hanno dime'
anche se non ne sono stati compresi n scopo n senso.

vanti. Attraverso di essi vengono riproposte azioni di altrt

strato che f individuo agisce con aggressivit se ha osservat qualcun a1ffo agire in maniera analoga, creandosene un mE dello, soprattutto se questi gode della stima dell'osservator ed consderato sano e valoroso. Il bullismo si struttura in un contesto vasto, in un ambiente sociale che rincorre modelli di f.ona e potere, che divide vin. centi e perdenti esaltando i primi e degradando i secondi, ch ammira I'autoritarismo e la seduttivit dei capi, che onora ll successo rumoroso e disptezza la quiete e la moderazione. In un mondo del genere non c' posto per la considerazione dl chi soffre o di chi subisce sconfitte. Chi ha perso finito. Il clima violento, le norme sociali proposte in modo confuag e debole incoraggiano ad affrontare problemi tramite modi cll fare aggressivi;la sopraf"azione un esempio diffuso che indl= rizza verso il miraggio della celebrit da raggiungere atffavefge la visibilit , I'apparcnza, il superamento dei limiti mai del ,' tutto definiii. liendenzairraiionale al|'azione aggressiuu dll , venta una competizione con se stessi e una fuga da se steggi, ;, Se 1a cultura dominante si fonda sui principi della prevarice. zione, dell'anoganza, della furbizia e della competizione, il gio= :, vane bullo ror giurto, necessario e vitale, tiranneggia i! l pi debole. Si badi bene che il genere di vitalit, modello mo.t.to di ogni spot pubblicitario che si rispetti, atta di un'il- lusoria immortalit e del sogno di una giovinezza perpetua, in" crocio malsano tra un vitalismo govanilisti.o . .ttt dandisme narcisista e regressivo rivolti a rimuovere il terrore della morte,
,

i,

Si ratta di una subcultura il cui scopo principale consiste trell'evitare che la gente possa allarmarsi all'idea di avere penaieri o sentimenti come la compassione, considerati materiale altrrmente pericoloso e distutbante. In questa atmosfera, nulla deve stancare la mente, costanter't'tenie tenuta ad alta tensione attraverso rumori forti, lingtruggi urlati, velocit spinte e prestazioni inesauribili. Purtroppo bisogna considerare il bullismo come il sintomo di un ,,rg,rnirmo malato, non come un fenomeno che interessa qualr:hc isolato individuo disadattato. Nel mondo degli adulti la parte prevalente occupata dal lavoro, fonte di reddito, di soddisfazione personale, di prestiglo. Ne risente la struttura familiarc sempre pi aleatoria e tagile , che viene spesso sostituita da una famiglia altra, costituita rlrrl gruppo di appartenenza del bambino o dell'adolescente. I gcnitori incoraggiano I'ingresso in una aggregazione di pari -eirt per spingere verso una socializzazione spesso adu,ltizzatn, sia per rendersi liberi al pi presto da figli ingombranti che elevono diventare grandi e cavarsela quanto prima possibile. Ogni volta che un minore vuole aff"ermarc con la f.otza iI proprio potere all'interno della sua cerchia, nasce il bullismo. l,'esercizio della violenza cot i propri coetanei un tentatvo rli guarire una f.erita narcisistica p^tita in famiglia. Bambini e atltrlescenti appaiono oggi a prima vista pi grandi dei loro eoctanei di una volta: sono spigliati, in grado di sostenere le lr.rlo ragioni con gli adulti, capaci di gestire rapporti di f.otza ftrori e dentto la scuola ela famiglia. Laloro autonomia per {ittizia, il bisogno di un adulto con cui rapportarsi in una relaaione chiara, in cui trovino spazio anche tefierezza e sintonia enrotiva, resta tra i bisogni non soddisfatti. Essi sono piccoli nella loro necessit di appoggiarsi agli adulti, di chiedere loro q()stegno e contenimento; proprio questa pafte autentica, an' errra infantile e immatuta, deve essere celata e trasferita in rrlrri luoghi, su alre persone che rappresentino le parti consielrlate pi deboli e insignificanti atffaverso condotte violente e vendicative. Il senso comune attuale indica come una contlrrista il raggiungimento di una libert da qualunque vincolo,

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che incorag gi a f.arc ci che si desidera come l'unica possibi I it ri di vincere la sofferenza mentale Iegata aIl'attesa. Quando l'irr= capacit di simbolizzare verbalmente emozioni e sentimcrrti prevale, quando Ia frustrazione dell'attesa di un piacere irr= tollerabile, emergono i comportamenti violenti dei ngazzi,la loro necessit di porsi al centro della scena attraverso azioni individuali clamorose o agite nell'anonimato del gruppo. La madre del giovane bullo spesso fragile e priva di corrr= petenze educative, chiede al figlio sostegno e rivalse nei con=

lLa benedizione spirituale del padre buono e forte tradizio-

fronti degli uomini.


E possibile che alla base delle abitudini manesche possa rs. serci stata una madre incapace di ruerie,'o che restituiscc sl bambino una pauta pervasiva e intollerabile invece di acco gliere le sue richieste di rendere pensabili le esperienze. l,e persone che da adulti esercitano la violenza sugli alri sernr. brano non avere potuto dare significato a queste esperieuz,e primitive terrificanti che non sono state accolte e rasfornrate da una figwa materna accogliente. Una madre che respingc le paure dentro suo figlio, rende la sua esperienza spaventosa gl punto da favorire Ia f.ormazione di un Super io crudele e virt lento, unica primitiva difesa contro le parti deboli e terrolia zate del bambino che continua a sopravvivere nel palestnrlo smargiasso di quartiere. Il padre, da parte sua, appare spesso debole sul piano afi'e t tivo ed educativo, malato o depresso, oppure una caricatuls autotaria e aggressiva che cerca di sostituire con un modo di onnipotenza, ttfla carente potenza virile. Sia che la madre non gli lasci spazio, sa che il ruolo paturtu sia di per s catente, nello sviluppo del futuro bullo mancher una figura genitodale che lo separi dalla madre e ne consolirli

I'identit sessuale. In tutte le culture, al termine dell'adolescenza viene ccle brato un rituale durante il quale il padre riconosce i diritLi e le prerogative del suo figlio maschio, ormai diventato adulto,
zo. Nella definizione di Bion, Ia ruerie quello <lstato mentale aperto alla t'lre zione di tutti g1i stimoli proveniente dall'oggetto amato, quello stato cio caprrct.rli recepire le identificazioni proiettive del bambino...> (Bion, r97z).

flclmente viene conferita al giovane mediante un atto simbolieo e santificante che rappresenta un riconoscimento da prte della societ di questo stadio dello sviluppo umano)> (Blos, rq8:)' Sempi. pi di frequente il passaggio dall'inf.anzia all'adoleecezavrrine trnzllu presenza di questa figura paterna che faccia da guida e che coitituisca una simbolica protezione beFevola. Invece del sostegno di un adulto verso l'integtazione tCiale, si fa avanti la congrega come unica sguttura emotiva Che tenta di favorire questo passaggio delicato. Naturalmente Una separazione dalla amiglia che avvenga sotto I'egida di un grupp di pari destinata se non af.allre, certamente ^patre t tti squilibri. Viene favorito lo stru6urarsi di una pseudo virilit . d-i ,tttu pseudo indipendenza che prende a modello i Coetanei invece che la figura del padre' L'appartenenza ^ un^ erchia di coetanei diventa cos non solo una fase di passaggio vfso la condizione adulta, ma addirittura il punto d'affivo deflnitivo della pseudo maturazione del giovane (Meltzer, tp9l)' Be a una bigata di maschi adolescenti viene affidato il deli ato compito di integrare aggressivit e identit di- genere, molto faiile che ne risulti la forma del bullismo nella quale si Stgnifesta, attfavefso l'aztone violenta, il fallimento del tentatlvo di iniegrare (una sana) aggressivit e la virilit, intesa nel Buo senso p1 profondo di f.orza intetiore, assunzione di reaponsabilit , cipacit generativa, creativa e protettiva nei confionti della coppia madre-bambino. Nella maggir parte dei casi, gli adolescenti violenti non hanno godri di un padre-traghettatore' capace di prendersi hanno GUra delloro bisogni di sostenere la loro crescita. Essi combriccola soltanro ci che dai suo membri ficevuto dalla vrebbero potuto assicurarsi: complicit e solidariet camerateeche.

La mancata nteriozzazione di una figura patetna capace l Crcoscrivere le azioniviolente e impulsive attfavefso I'integlazione della virilit con I'aggressivit_, uno dei fattori che provo.u la violenza dell'adolescente bullo.

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4. Che cosa accade nella testa di un adolescente


Ne 1/ racconto d'inuerno Shakespeare sctive: <Vorrei clre non ci fosse et dr mezzo fra i dieci e i ventitr anni o clrc lit giovent dormisse tutto questo intervallo; poich non c' nttlln in cotesto tempo se non ingravidate ragazze, vilipenderc gli anziani, rubare e darsi legnate>>. L'etica della comunit adolescente basata su un relativi smo secondo cui si pu fare c che si vuole. Eppure durattlt: I'adolescenza necessario tolleratela mancanza di un'identilii definita e una marrcafiza di senso del mondo che provoca rl,' pressione, sofferenze indicibili o esaltazioni estreme. E unrt si tuazione diincertezza totale che necessita con ugenza di ttrra struttura emotiva che contenga tutte le perturbazioni chc ri patiscono. Nel corso dell'adolescenza il ruolo precario, si temc rli perderlo da un momento all'altro, si impegnati alla costl'u zione di un'identit ancoa ondivaga attraverso I'inserimctttrr quasi obbligato in un guppo di riferimento. Qualunque intt'lt sione in questo processo, da pate di coetanei o degli adtrlti, viene vissuta come una minaccia alla quale si pu reagire rtt traverso gesti violenti o beffardi per difendersene. L'adole scente quasi mai in grado di investire su aspetti positivi pcr ch ne riconosce pochi; nel corso della sua crisi egli invcstt' quindi nell'aggressivit, che si dimostra apparentemente ef li cace e a basso costo emotivo. II teen ager ceca una trib per sentirsene parte, per assume t'.' un ruolo definito. A questa et come se il gruppo fosse cosli tuito da una somma di parti; ciascun individuo ne costituisct' una razione e I'intero entourage costituisce un individuo irr tero. Il gruppo diventa il palcoscenico sul quale ciascuno recilu il proprio ruolo alla ricerca di un'identit, sentendosi realizzitto e al sicuro solo quando circondato da tutte le altre parti clrt. in un individuo adulto si integrano al punto da costituire rttr solido c tattee. Cos il giovanotto che deve difendere la pt',r pria identit minacciata, mette in atto un impulso narcisisticn

violento che ha lo scopo di eliminare la minaccia tanto piu energicamente quanto pi il sentimento di s fragile' Pr anche i[gruppo fragile e stupido, pu divent^e cattivo da ,tr, .o--..tto all'alffo perch I'individuo vi si perde ncntfe avafizano le insidiose dinamiche di cui parleremo tra
nel raggruppamento di puri, quasi mai nella famiglia; la decisione di sottoporsi a un pieriligo di aderire a una moda avviene alf interno del branco tttrutto l'imitazione/condivisione delle scelte, che da solo csrebbero molto pi difficili da prendere e che dall'ambiente farniliare sonna.hioso e normale non verrebbero nemmeno prese in considerazione. ' L'adolescente maschio costruisce la propria identit di genere attraverso la rclazone con un'otiginatia immagine palerna protettiva e idealizzata che diviene la fonte di atttazione al terine della simbiosi originaria con la madte (Blos, r985)' Se al momento dell'adolscenza, quando indispensabile eonsolidare la propria identit, la figra patena manca,-1'adolescente ,.rtu in balia di una madre arcaica divorante che impedisce ogni separa zione e ogni individuazione della propria identit. Stoile] (rq68) ritiene che la nostalgia di un'espetienza fusionale con la madre sia sempre una costante minaccia l,egressiva per la virilit e che essa sia all'origine di tutte le difese maschili.

'' ll mgazzino matura le sue decisioni


FOco.

gione dail

lu figntu patern che deve sostenere e favorire la sepataque-udre e avviare il figlio verso I'autonomia; se di separazione e di ta emotivamente assente, la funzione edgsione alle norme e ai valori non pu essere interiotizzata a fondamento dell'identit. di11 maschio adolescente molto preoccupato di rimanere passivo nei confronti della madre: si ftatta di un tiFendente e taore che emetge nella vita f.am|liarc di tutti i giorni attlaverso trianifestazioniproverbiali. il giovane comincia a rispondere nnale alla madre, la prende in giro bonariamente, le fa notae difetti e limiti per sottolinearela propria superiorit -e soprattutto la capacit di fare a meno di lei, delle sue confidenze e

s,

\1''
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dei suoi gesti affettuosi. Nel caso le prime rclazioni cott

la

madre siano state insoddisfacenti, I'adolescente deve dirlo= strare a tutti i costi e in modo insolente di non avere bisogtr,r di nessuno. Se durante la prima infanzala madre non slitla in grado di sintonizzarsi con il figlio, di percepire i suoi l'riso' gni, di trasformare le sue paure in parole e pensieri, il gcsto violento diventa un mezzo illusorio per dimosrare la sua fol'ztt e la sua capacit di dominare se stesso e gli alti. La paura rli essere dipendente viene trasforma;ta nella illusione di domirrio
assoluto.

In realt i problemi principali degli adolescenti sono la ct'noscenza e la confusione. Essi si ffovano al centro di clrrr mondi nemici: da un parte gli adulti e il loro potere, dall'altru i bambini con la loro ingenua propensione a essere succttlri degli adulti. Entrambi vengono disprezzatr per essere - nerllrt fantasia adolescenziale - gli uni schiavi, gli altri aristocratici ti ranni il cui principale divertimento consiste nell'indulgere irrr punemente in attivit sessuali. Gli adulti rappresentano i possessori della conoscenza ass(r luta, del sapere che cosa e come fare le cose. I bambini cle dono che i genitori colgano l'essenza delle cose perch cotto
significato delle parole, ma quando aniva la pubcrt'r questa illusione cade; solo alloru si rendono conto di quatrlo fossero mal riposte I'ideahzzazione e la fiducia che avevtttt,t voluto pome nei genitori. Cos I'adolescente finisce per p('!' dere la fiducia e dubitare di tutti. La sua cisi di identit tli pende dal non voler accettare di dipendere ancora da qualctttt,' e nel desiderio di essere figlio di qualche essere mitico, supe riore ai comuni mottali: I'eroe cinematografico, il leader di trtrrt rock band, il campione sportivo. Un gruppo costituito da adolescenti avrebbe la mira di irrr padronirsi del potere, ma confuso riguardo ci che buono t' ci che cattivo, cos come il giovane pubere confuso davatrlt allo specchio mentre osserva i cambiamenti del suo corpo. Durante I'adolescenza esistono due spinte opposte: I'ttttrt verso il conformismo el'al:.ra verso I'espressione del s pi rrrr tentico. L'ansia nei confronti della propria identit acttlrt
scono

quanto f intolleranza verso le differenze: ci si pu rincuorare etttaverso I'appartenenza a 1n gfuppo benigno o a ufiacricca dalla mentalii aggressiva. Alla base dell'asse essere bullo-venire aggredito, sta il sentimento di invidia e aggressivi! comun.Ttutti. per difendersi dal dolore ci si pu identificare eon l'aggressore. Ci sno molte facce del s, dis6uttiva e salvalice, perversa e creativa; nella maggiof parte dei casi la parte distruttiva pu cssere contenuta, compr.sa e neuffalizzata dalla parte -sana. -si itrtru di un'operazion che va a buon fine se una rnadre sffiCientemente bona in grado di rispondere in maniera sintoniuzatae responsiva ai sgnali del bambino. La madre deve esaere in grad di dare risposta alle intense e tossiche comunicaLioni dell figlio valendosi della sua abilit a non essere travolta c della capacit di non sentirsi troppo anabbrata, sola o priva di aiuto. Di solito le madri sono in grado di percepire gli stati ostili del figlio, non farsene distruggere, renderli_ pensabili, rifletierui restituire al neonato cntenuti consolanti e tollerabili. Pi tardi il giovane spera che questa capacit venga assunta eial gruppo di ioetanei , dullu scuola o dalla comunit nel suo
eomplesso. N.t caso non riescano

il

a trovate una risposta soddisfacente, alcuni di loro sviluppano una sorta di pseudo indipendenza; ltri ptoi.ttano al i f,roti la loro tabbia P. 11 mancanza di cui sffrono; altri separano 1e loro emozioni utilizzandone una pofzione per le relazoni positive ed espellendo le parti cattive ltrou.. ie difese di qusto tipo hanno lo scopo di venire a pntti con il dolore -.ntal. e con quegli aspetti del s che appaiono inaccettabili' 5, Protagonisti

5,t ll bullo II bullo stato definito, classificato, sezionato in ogni modo nelle sue caratteristiche e nei suoi elementi dstintivi'

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Sembra che

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Secondo studi etologici, I'essere umano possiederebbe ttttil capacit innata di inibire I'aggressivit diretta verso un proplitr simile. Da un punto di vista evoluzionistico la spiegazione prrt' rebbe risiedere nella conservazione del gruppo di appartencrrr,n e nella capact empatica di percepire I'altro come uguale rt st; Anche se questa dotazione esiste, osservazione comune coll!e sia insuffiiente a impedire I'esercizio della sopraffazione tt'ot

sia in grado tenere a freno i propri irnpulsi e di regolarnela forza, n che_sia capace di controllare

il bullo non

simili. Nel resto del mondo animale - in particolare tra i pli mati - il comportamento di dominanza un fenomeno ccttttt sciuto e ritenuto indispensabile a una normale competiziottr= per le risorse e per il conseguimento di uno status sociale cltt' iavorisca la variabilit genetica all'interno della comunit. Abbiamo visto come nella stragrande maggioa(tz^ dei cttsi I cattiui siano ragazzi resi adulti troppo precocemente per sl'rrg gire ad angosce infantili, che mettono in atto sullo scenat'i,r ella scuola dolori, dispiaceri, insufficienze e inquietutlirli
profonde.

rnd.r. apppriati i sentimenti nelle diverse situazioni che vive. Muncii ,tto.onsapevolezza, della capacit di calmarsi, di affrontare I'ansia, la trlstezza e ogni altro sentimento fonte i soff.t.nza. La sua incapacit di elaborare queste emozioni gli fa mettere in moto I'unico e arcaico meccanismo conoEciuto, I,evacrazione della sofferenza o il suo evitamento. Il

Nel tentativo di mettere in relazione i comportamenti rrg gressivi con specifiche aree cerebrali, si scoperto che l'itttt biente esterno influisce fino a modificare le connessioni ttctt rali che si esauriscono o si rafforzano in base agli stimoli licr vuti (Darwinismo neurale). La base genetica e le espericttz,'

ambientali, culturali ed emotive interagiscono al punto da tt'rr sformare la stessa struttura anatomica e funzionale dell'enct' falo. Si fa I'ipotesi che vi possa essere perfino una trasmissjol(' intergenerazionale di comportamenti antisociali, legata sirr n fattoii genetici, sia a f.attori di rischio socio-sanitari, sia al li vello delle interazioni precoci genitore-bambino' Questo filorrt' di ricerca d ragione delle inestricabili interuziom ra llrr biente e genetica sottolineando come |e semplificazioni ezipl,t giche siano troppo ingenue e scientificamente deboli per pot('l rtere credibili. Relazioni precoci e substrato genetico cosli tuiscono la base attraverso cui si stfuttufano le connessiotli neurali; queste subiscono successive modifiche dalf infltrss,, delle esperienze concrete di dolore o soddisfazione, che sgltt' in grad a loro volta, di modificare il substrato {isico dell'ur cefalo fino a modularne la funzione.

1o.. mentale si pu negare o espellere dentro qualcun altro in muri.tu pi o meno vilenta. If processo descritto nasce da niinefficai. .o.rrup.volezza dell proprie emozioni e dalla ovvia impossibilit di soddisfare all'istante i bisogni. La manprovare nnza ditun'immediata soddisfazione dei desideri fa o di vuoto. chi riesce a pefL1n'acuta sensazione di abbandono epire il proprio stato d'animo riesce a re,golare i propri stati eniotivi iad^esempio: sto provando nbbia verso Antonio) rnru putture diretam ente all'azione violenta (d un pugno ad Antonio perch sento qualcosa di spiacevole nei suoi conlrnti). L consapevoleza di s sembra essere correlata con le nome Bfee corticaii def [ngu,,ggto, che consentono di dare un alle emozion che si stanno provando. Al bullo non inreressa n capace di leggere i sentimenti altrui e nemmeno di gestife le relazioni con gli altri in maniera
pscata. Un leader positivo deve essere in grado di continuare a pengure anche mezzo alle proiezioni aggressive che gli vengono

'

inviate, mentre un bu[, da leader negativo, soccombe alla Drova e passa all'azione per liberarsi della percezione penosa elle emzioni altrui. Nonostante sia oramai chiaro che il cervello evoluto per rispondere all'espressione di emozioni specifilhe e che I'emp atia sfonda su solide basi neurobiologiche, quando ii cerveil emozionale sta scatenando una forte reaEione, l'empatia scarsa o addirittura assente' Pei poter percepire le emozioni altrui, bisogna essere abbAstanza calmi e rcettivi e sopfattutto, si deve aver vissuto iu ,t.rru esperienza nelle relazini precoci con una madre che in'rrutu u *u rroltu calma e recetti;a. Attraverso il gioco delle

ii

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PosrFAzroNE

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nuti spaventosi della mente che il bambino le ha affidato

identifrcazioni proettive, ella avr potuto percepire

conte=
e

avr potuto rimandarglieli dopo averli resi pi tollerabili, do tati di significato e pensabili. Si tratta di un meccansmo chc rt poco a poco diviene patrimonio del bambino e che lo guida nel suo sviluppo emotivo futuro. I giovani di oggi, e in particolare chi intraprende la carriera del bullo, non ha probabilmente alcuna esperienza etn= patica di questo genere, per cui il suo allevamento emotivo rimasto carente nella capacit di tranquillzzare se stesso r: comprendere le emozioni degli alri. Si tr^tta di una carenta che ha certamente basi biologiche, ma che non pu prescitr= dere dalle influenze ambientali e culturali dominanti, clre hanno come prime vittime i genitori. Il ruolo delf imitaziorle in questo processo fondamentale fin dai primi giorni; si evolve con il passare degli anni fino a costituire un baluarclo nelle et successive. L'esempio e I'imitazione nello sviluppn sociale ed emotivo sono tanto importanti nei primati quanto negli umani. I bulli esercitano un'aggressivit generalizzata, impulsivit e scarsa empatia verso gli altri: si sentono superiori, capaci cli istigare gli almi e convinti che la violenza sia un valido strtr' mento per esercitare le loro abilit sociali a volte notevoli. l,s vittima va deumanizzata al fine di giustificare le sue forme cli aggressivit e di violenza e stabIisce con gli altri rapporti in= terpersonali improntati sulla prepotenza. Coloro i quali esercitano gratuitamente la violenza su altri, hanno probabilmente carenze in questo processo che implicu

intimit con la madre e una sintonizzaztone con lei

che ruf.f.orua nel bambino la consapevolezza che i suoi sentimetrti sono stati compresi e accolti (Stern, r998). Nel corso della ue= scita spesso si possono vedere gli effetti di un mancato eserci.

zio empatico con la madre attravelso una progressiva e spess(l definitiva cancellazione delle emozioni dalle proprie perce= zioni. Come in tutti i campi, anche in questo caso non vi sontt rclazioni lineari di causa effetto: le variabili ambientali e pef= sonali in gioco sono talmente numeose che i risultati non sotl(r

moi scontati. Non detto che non vi siano meccanismi di adattamento o di compenso che modifichino il destino dei bambini che hanno avuto difficolt di rapporti nella prima infanzia. Psicopatolo gie famihari, sociali, individuali o la combiflazione delle re provocano le caratteristiche incapacit del bullo: quella di pensare i pensieri, di vedere se stesso negli cltri, di riuscire a comprendere quale pu essere lo stato d'animo della sua vittima, di tenere abada gli impulsi aggressvi, dl preoccuparsi per il benessere altui. Il bisogno pi urgente eonsiste nel sopravvivere alle sensazioni di annichilimento che vrrebbero ptovate se non venissero esercitati i comportamenti brutali. Nelle sue bravate il delinquentello non mai solo; la sua figura esiste in quanto immersa in un contesto costituito da un {nsieme di rugazzi consenzienti o gregari. In assenza di un pubblico o di una consorteria, il bullo non potrebbe esercitare il suo ruolo e il suo potere, sarebbe privo di un elemento fondgmentale. Vedremo pi avanti come coloro che lo circondano Fossano contribuire attivamente alle sue azioni o partecipare Ettfaverso un'approvazione tacita delle sue gesta o tramite un Eubdolo divertimento a spese della vittima. Diventa evidente come il bullismo sia un fenomeno che eoinvolge un'intera collettivit che pu sostenere, rzfforzarc o epprovafe tacitamente. Secondo Kernberg <<un vero leader nzionale dovrebbe postedere cinque caratteristiche fondamentali: intelligenza, onegta e incorruttibilit, capacit di stabilire e mantenere relasloni oggettuali profonde, un narcisismo sano, una sana e giugtificata attitudine paranoide anticipatoria>. Il ragazzaccio aspirerebbe a essere 1l boss, si impone come olui che sar adonto e rispettato, come la igura carismatica ehe avr nelle sue mani le sorti dei suoi gregari e delle sue vittlme, I ruoli nel gruppo aggressivo sono rigidi, non prevista URa spartizione del potere n una collaborazione ra pari nelI'Ettuazione delle imprese.Il leader dispotico e incline a esercltare la sua supremazia tirannica e rigida senzabadare ai senltnenti altrui e alle proprie responsabilit.

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POSTFAZTONE

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Si tratta per di un falso leader che ha mancato il supclrr= mento della fase narcisistica-infantile e non ha maturato ll concetto di limite. In un tale adolescente non si verificato il passaggio dall'amore per s tipico delf infanzia (libido narcisi itca),-all'amore per gli altri (libido oggettuale). In mancattert di questa trasf.oimaiione, i giovani ritengono di poter lrrr't' tut da soli, di poter studiare esclusivamente per ottenere t'i conoscimenti ch accentuino il proprio senso di grandezzt tr prescindere dai contenuti culturali, di potersi salvare da sgli, i1 qu.rto quadro i legami emotivi e i sentimenti diventano ir(' cessori inutili e ingombranti'

lit interna a ciascuno, che viene realizzata nella realt dalla


partecipazione a un raggruppamento vero, al quale persone diverse aderiscono raggiungendo un paritetico livello di regres-

Si tratta di una specie di organismo vivente il cui scopo principale conservatsi in vita; tutt i fenomeni mentali che si volgono nel gruppo hanno come principale scopo la sua proecuzione e il suo mantenimento. Chi aderisce all'implicito eontratto che si stipula in tutte le aggregazioni umane, accetta inconsapevolmente di far parte di una mente sovraindividuale all'interno della quale occupa soltanto il posto di un piccolo
neurone, Ogni componente partecipa di stati mentali molto primitivi ln cui s e non-s, mentale e corporeo, interno ed esterno sono indistinti. Far parte di un insieme del genere ripropone l'espedenza caotca dell'et precedente la comparsa del pensiero logieo e comportala riattivazione di ansie profonde che insorgono ormalmente nei primi rapporti del neonato con la madre. Il gruppo unziona come un'unit": al suo interno si produeono situazioni colme di emozionalit che orientano I'attivit dei membri senza che loro ne siano consapevoli o disposti ad &nalizzare i fenomeni che vi si svolgono. Chi fa parte di un gruppo afida inconsciamente al leaderla eapacit di pensare per tutti e di contenere le ansie di ciascuno. L'aggregazone pu strutturarsi secondo tre differenti modalit lncnsce (assunti di base) ciascuna delle quali si traduce in differenti tipologie di capo: r) il leader che garantisce al gruppo ehe si prender cura dei suoi bisogni; z) un secondo tipo che guider il gruppo contro le forze reali o immaginarie che 1o- mila coppia modello, che generer il messia o qualche iracciano; le{ea messianica se il gruppo avr fede e sapr aspettare. Tutti i gruppi, ma in particolare quelli non struttunti,han' Fo alcune caratteristiche regressive che si esprimono al pi alto grado nel caso del bullismo. -= Anche se non piace pensarlo e se non si disposti ad accetale questa idea, in una schiera sono sempre presenti due tendenze opposte: una indirizzata alla realizzazione del compito

sione.

5.2II

gruppo

Freud definisce il gruppo come un certo numero di perso.trt' che fonda la sua esisienl su quella di altri nsiemi analoglri, verso cui dirigere le tensioni emotive. Gli individui che fantt,r parte di un gruppo si comportano in maniera diversa rispetto u quando ,or du soli: vengono riunti da sentimenti amor,si sublimati che li fanno sentire solidali tra loro e congiunti ir colui che hanno scelto come loro capo' Questi rappresenta la ftgura pateffla verso la quale si ct'crr ,r.r nro di ipendenza e ambivalenza analogo a quello che irr tercorre in un f.amiglia primitiva tra padre e figli. Nella figura del cpo,-i rnembri proiettano un io ideale clrr' permete lro di identificarsi nel leader e che facilita la c.tt ensazione intorno alla sua figura, di una massa adorante' A partire dall'entourage familiare,l'umano un animale clrt' no.t in grado di sopravvivere al di fuori di un raggrupprr mento; egli cambierla pattecpazione a numerosi gruppi lrt'l corso della sua esistenza e ne subir influenze positive e negil tive. Nella dinamica dei gruppi compaiono tendenze emotiv(' molto potenti che a volte favoriscono e a volte ostacolano gli individui nel raggiungimento degli obiettivi. Nel corso del tempo, numerosi autori hanno compiuto li flessioni e studi su ci che accade nei gruppi dal punto di visl,r psicodinamico e psicosociale' Secondo Bion esiste una grupprl

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poSTFAzroNE

2LI

che ci si proposti, mentre un'altra, tegressiva, sembra ttlt porsi alla prima. Alcuni comportamenti dei partecipanti a rttt gruppo e in particolare gli stati emotiv che si sviluppano, sctrt brano allontanare dall'obiettivo fissato. Questo aspetto si cvi denzia nella compagine attraverso una caratteristica marrctrz',t di vivacit intellettuale, con una riduzione della capacit tli giudizio critico e con alteruzion delle modalit di relaziotr, Nel tentativo di evitare la frustrazione connessa all'apprctr dimento dall'esperienza, si sviluppano fantasie onnipotenti r magiche sul modo in cui 1o scopo verr raggiunto. L'organzzarsi degli individui in un insieme, d luogo a rtttn mentalit di gruppo che qualcosa di diverso dal complcss,, delle singole mentalit di chi 1o compone e rappresenta I'atti vit mentale collettiva tipca di una moltitudine di indiviclrri Il gruppo sembra funzionare come una totalit, anche se i sttoi membri ne sono inconsapevoli e credono di continuare a milll' tenere una loro autonomia di pensiero e di giudizio. In realt l'intera combriccola esprime opinioni, volontl rr desideri unanimi come se si ffattasse di un unico organismo tdi un'unica mente a cui gli individui partecipano in forma atttt nima e inconscia. Questa adesione pu risultare addiritttrlrr contraria ai desideri, alle convinziom e ar giudizi consci tlci singoli affiliati. Un gruppo funziona sulla base di emozioni intense e prirtri tive che, seppure ircazionali nel loro contenuto, posseggoltn una forza e una vitalit tali da riuscire invariabilmente a tt. nifestarsi nei comportamenti. La mentalit che si costituisce rI contenitore di tutti i corr. tributi (inconsci) dei membri della combriccola; essa si esprittre attraverso emozioni che hanno radici profonde, e che si tcttla di contrastare attraverso difese altrettanto arcaiche: scissitttle, identificazione proiettiva, regressione. I gruppi di adolesccrrtt funzionano quasi sempe attraveso mentalit basate slt rts' sunti di base. In questo caso i ragazzi agiscono secondo ttlt,t funzione spontanea e inconscia tenuta assieme da rapporti ntr tomatici che sono st^tiparagonati (Bion, ry6r) ai legami che avvengono tra le molecole nei composti chimici.

cunto di difendenza, dove attraverso i meccanismi della idealizzazione,^ proiezione e regressione, vengono messi in. atto .u*porrurrrti acritici e compiacenti nei confronti del leader ielealizzato. Il gruppo oggetto specifico e organico non riconducibile alle singe individualit: quando ci si inserisce in una strutprimitivi, tr-rra ch"e fanziona in base a meccanismi di difesa propria identit, ai subisce una regfessione con perdita della eiiminuzione delienso di colpa e rimessa in questione dei sietemi difensivi, condizione che produce ansia' Ad esempio, il cittadino "nofmale" che partecipa a violenze di massa vittima di una massiccia regressione del suo funzionamento psichico messo in moto da-specifiche dinamiche di gruppo' L'uo-o un essere gruppalel i fenomeni che andremo a de-

Vi

sono gruppi che basano

il loro funzionamento su un as-

gcrivere sono semp u[-'op.ta nella mente matta, ma diventano osservabili solo quando le persone si riuniscono tfa loro. L'ansia un'esptessione della vita emotiva del gruppo che eorge dalla pava di no.t capire, di essere rifiutati, di essere aggr.iiti o di aggredire. Nei gruppi_non strutturati ha luogo una iita affettiva inconscia in base alla quale I'individuo tona ^ us0fe, per effetto del movimento regfessivo, meccanismi mentali tiiici della prima fase della vita mentale. Ecco qundi.comparir meccaniimi di difesa primitivi come scissione e identi iiCazion. proiettiva; avviene che le angosce non tollerate vengano .rpolre sotto forma dr azioni violente, som,atizzazioni o imponenti proiezioni all'esterno dei sentimenti di.impotenza, diqperazione e odio. Si gatta di tentativi di cancellare le ansie pers..rrtotie che si attivano quando ci si avvicina troppo alle fsntasie primitive. di un Qualunque sia il grado di maturit e di integrazione che si creano in un gryppi favorilndividuo,-le condizioni o verso Fgono una regressione verso livelli psicologici infantili personali che rii,utilizzo di eccanismi di difesa e dinamiche ordano relazioni oggettuali e aggressivit primitive (Kernberg, r999).

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gruppi) esistono quindi forze vollc che tisiedono negli stessi partecipanti; cssi alla disgregazione possono adottare inconsciamente una rigida modalit difensivrr di funzionamento, il cui scopo mantenere e preservarne I'itt tegrit e la sopravvivenza. GIi aflliati possono adottare la convinzione magica che esista un'entit esterna in grado di soddisfarne i loro bisogni, cli dare sicurezza a utr organismo immaturo. Al leader viene attri= buitala capacit di soddisfae tutti i bisogni del gruppo, mcn tre tutti gli altri sono in attesa di veder soddisfatti i loro bisrt' gni (Bion, r96r). La persona prescelta solleva i membri dalln responsabilit di pensare. Altra modalit di funzionamento dei gruppi quella pi ti. pica dei gruppi di adolescenti aggressivi o dei tif.osi ultras, clrc praticano una modalit basata sull'attacco-[uga. I sentimettti dominanti del gruppo sono I'ita, l'ansia,la paura e la rivalsrt, che escludono completamente la necessit di comprendere ,r di maturare attraverso l'esperienza del pensare. Ansia e paur vengono trasformate in rabbia e gesti violenti come ulteriot'e' modalit difensiva nei confronti della percezione che quei setr= timenti comporterebbero. C' in queste strutture la convinzione itrazionale dell'csi= stenza di un nemico dal quale ci si deve difendere con le utri= che due modalit tipicamente biologiche conosciute: la fuga rr I'aggressione. Per un raggruppamento di questo genere i ne= mici peggiori sono il pensiero e I'emozione, i due fattori clte: favoriscono la sofferenza emotiva alla base di qualunque pl'(= cesso di apprendimento (Bion, ry6r). Attraverso il meccanisnttr di attaccolfuga il branco tenta di distruggere la dolorosa contt= scerrza attraverso l' azione. Un'ulteriore modalit di funzionamento pu poggiare sttll:t convinzione inconscia che prima o poi, in futuro, awerr qurtl cosa che risolver tutti i problemi del gruppo. Un'attesa ntes= sianica impegner i protagonisti nel mantenere un desidet'itt, una speranza che per restare tale non dovr mai essere realiz= zata. Anche questo un meccanismo di difesa che serve a pre= servarsi dal dolore causato dal possibile cambiamento verso tltl

Nel gruppo (in tutti

gruppo di.lavoro; questo un cenffo intellettivo in cui" le perFOne

espflmono aspetti evoluti della vita mentale, la consapevolezzi e Ia cooperazione, al fine di completare i progetti.attf,averso rl upp-..o tazionale, progredito, che prevedatolle,Jinza della frust razione e controllo delle emozioni (Bion, Vediamo ofa un po' pi nei dettagli come sono costituiti 1 gruppi di adolesce"ii aui quali emergono i fenomeni del bullimo.'e"uri tutti gli adolescenti appartengono a una cerchia: Pietropolli Charmet f"a notarc come essi appateng no e -non potti.u"o in quanto <<posseduti dalla mente del gruppo che li
euuiluppa e '-

r96r).

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Ii influenza>>' n t"ppo ii udol.scenti ha un compito molto preciso,.del tutto toiferenziale: mantenefe il benessere mentale dell'inii.r. atrraverso la qualit delle relazioni dei suoi membri. Non nasce con il proposito di cercare grane' occupare.territori o attaccare qualcun, nur.. esclusivamente per garantire un eervizio a colorolhe hanno sottoscritto il patto di appartenenza. Gli adolescenti non hanno bisogno di un'organizzazione n di una rigorosa leadership anche se le decisioni sono spesso nnttuddi"t,orie e inefficaci. Si fa finta che una decisione sia possa- aweBtata presa, ma non si deve correre il rischio che della schiera, la cui unit il bene ;il. ;t" ammentazione pi prezioso' - Slitamente sono, ii giovani pi inqicrr cui manca un ruo,lo ^i^.,ani nir insicuri, deflnlto, a tentaela salata vrso la leadersh,ip di un manipolo rtgr.rriuo attaverso il quaie possono finalmente affermarsi augli altri. tni violento si aggrega con alri suoi pari creando un qruooo o una banda che contraria alla democtazia' = nu congrega del genere favorisce la diffusione di responaabilit, fetioni.no chi rende pi semplice scaricare la propria poco responsabilit individuale diluendola in quell'organismo definito che I'insieme dei partecipanti a un'azione aggfeszr. II gruppo di lavoro esige dai suoi membri capacit di collaborazione e sforzo lmplica ontatto con la realt.

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Quando 'n ragazzo perde la sensazione di appartenere a lln gruppo, diventa un estraneo con le prevedibili conseguenze: f sforzi per reinserirsi senza mai ottenere risultati apprezzabili e anzi, il fallimento dei tentativi costituisce un ulteriore motivEl di scherno e umiliazione. I ruoli del bullo, della vittima e dello spettatote sono intef= cambiabili e frequentemente fluttuanti da una volta all'al= tra. Finch restano mobili, possibile un reinserimento Rel gruppo, ma quando le parti si irrigidiscono, subentrano vcn= dette o rappresaglie elabattaglia per il potere raggiunge i mag= simi gradi. I a vendetta del bullo verso la sua vittima rappfc= senta la ribellione nei confronti della dolorosa posizione in cui da bambino sente di essere stato messo dalle figure parentli, Egli ha necessit di mantenere uno status di potere che poggie sulle proprie fantasie e su quelle dei suoi adepti, riguardo lc sua capacit di ferire o controllare. La vittima designata tipicamente il ragazzo di buona farui= glia, pulito, pettinato, vestito, viziato e coccolato, che non portc su di s i segni dell'appartenefiza a un gruppo di coetanei, me pjuttosto sparge intorno a s i segni distintivi della sua famiglle (Pietropolli Charmet, zooo). Quasi sempre si atta di un gio= vane con scarsa autostima, ansioso, insicuro, cauto, sensibile g calmo, le cui caratteristiche vengono portate all'estremo limite dell'insicurezza. Solitamente non in grado di reagire ai sopnrril si chiude in se stesso o assume un atteggiamento passivo . iassegnato, tuttavia alcuni dei ngazzi fatti segno di angherie reagi= scono provocatoriamente, con irrequietezza e impertineal,, tIfacendosi sui pi deboli. Alte volte ngazziche subiscono in sl= lenzio e apparente rassegnazione, covano un pericoloso odio che pu sfociare (e le cronache statunitensi ne sono piene) in forme di aggressivit senza freni; le stragi compiute nei luoghi di studio sono vendette incoercibili contro gli agtzzini o coloro che hannc assistito indifferenti al loro supplizio. Alcuni sostengono che le vittime presenterebbero deficit nel riconoscere i segnali emotivi relativi alla rabbia, con il rischio di non riconoscere l'aggressofc o di non capire qual il limite nel loro comportamento oltre i! quale possono cadere nella provocazione.

IJnrugazzo che sia stato cronicamente sottoposto ad anghelic mostia sintomi simili a chi subisce violenze domestiche; la nrente perde in inventiva, assume catz;tteri di ripetitivit e ottrrsit fino al punto da acquisire la sottomissione come un rnodo di vivere. Alcuni possono disconoscere e attribuire ad altti la patte vrrlnerabile del s cos da perseguitarlo esternamente; altri possono negare un s-bullo e assumere una posizione da vittima rlisperata nel tentativo di negare aspetti della personalit che ,rviebbero potuto rappresentafe un persecutore per altri o per
sc stesso.
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Persecutore e vittima rcalizzano spesso un legame di tipo s doma sochistico. L' atteggiamento dello spaccone, spr ezzante, invidioso e derisorio, assieme al suo borioso contegno nei conlronti della vittima, sono spesso manifestazioni evidenti delle lrirure o delle fantasie di essere deriso da una figura nterna dorrrinante che lo fa sentire piccolo e indifeso. Una tale ferita va rrssolutamente eliminata attraverso il sadismo con cui I'ex perrr:guitato - ora bullo - diventa il carnefice implacabile, soddisl'atto dell'umiliazione alrui. La sensazione di essere piccolo e stupido intollerabile: I'urrico modo per renderla temporaneamente sopportabile passa rlltraverso l'attribtzione ad altri della colpa o attraverso una giLrstificazione plausibile per la propria crudelt: la diversit tlci modi, dell'abbigliamento, qualche genere di idiosincrasia o pi in generale il fatto che la vittima non sia stata percepita .ume embro effettivo del gruppo sono giustificazioni sufficicnti all'esercizio della sua crudelt' Si puniscono le diffelrf nze e le stranezze rispetto al pensiero conformista caratteri' stico della setta, allo scopo di cercare un pretesto per scaterrrrre I'aggressivit.
.i,4 Lo spettatore e le sue interazioni con bullo e uittirna

Il giovane maschio bullo (ma anche le femmine cominciano [ars] strada) ha bisogno di devoti gegaL che si uniformino e n
nccettino di diventare complici delle sue soptaff.azioni; gli

' ii!

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sto mo-do dalla possibilit di subire a loto volta angherie da parte del capo e in secondo luogo possono dentificaisi con la potenza di chi comanda, illudendoi di farne parte ed esserne partecipi. Essi provano quindi per il boss un sentimento am. bivalente di ammkazione e timore. Nel caso la squadra in que. stione funzioni secondo una modalit di attacco-fugu, prevale un atteggiamento paranoide e persecutorio che coilo. il ne. mico all'esterno: tutto il male viene proiettato fuori e tutto il bene viene conservato al sicuro, all'interno della confraternita. La corte costituita dai seguaci, spesso deve dare prova d fedelt al capo atraverso atti di soomission. o urrt umilia. zione; una necessit_ per mantenere l,intimit nel gruppo e l'apprczzamento degli altri membri frequent. douuiqu., ma che gode di una ricca e antica tradizioie particolarrnene in Giappone. un ruolo centrale nell'azione aggressiva assolto da coloro che, pur non partecipando attivamente all,azione violenta, fanno da spettatori compiacenti e silenziosi, offrendo ur'a tacita approvazione sociale. un ruolo analogo si verifica in ogni situazione in cui il cittadino chiamato u irrt.rrrenire o a testimoniare di fronte a un evento violento cui ha assistito, si rifugia dero il silenzio o il disinteresse invocando "il quito vivere". . Gli spettatori possono essere troppo impauriti per resistere al reclutamento del gradasso, porro assumere Ln atteggia, mento sfuggente artaverso ra negazione dei fatti di cui no stati testimoni ("non successo niente"), oppure pu trattarsi di individui che si pongono dietro le quinte,^ag.no .o-. Uurattinai che tirano le ira, ma non si asiumono le responsabilita conseguenti ai crimini dei quali non intendono es.re incol. pati. Senza spettatori i bulli hanno poca motivazione per ripropo*e il ruolo bullo-vittima. A poio a poco la parte'det uitto diventa tanro srabile da poter eir.r. dfinita .-. ,rnu difes autistica, una petizione sadomasochistica che mira a rendere \a vittima come un feticcio. Dall'altra pate la.orrrpon.rta

necessario il supporto degli spettatori, un pubblico che inco. raggi e sorregga. I componenti dei gruppo sidifendono in que.

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voyeuristica dello spettatore intensifica il rituale del bravaccio, che ha aspetti maniacali, otgasmici e trionfanti. Lo spetfatore con la sua sola presenza moltiplica l'umiliazione e la pcrdita di prestigio sociale della vittima, almentando in lei possibili fantasie di vendette violente. Qualora un testimone si identifichi voyeuristicamente con il lrullo, si ecciti in maniera vicariante ed eviti la responsabilit cli condotte violente, si avvera il fenorneno del pappagallo (copycat), che consiste nella ripetizione pedissequa di.un comportamento bullistico senzr- patecipazone diretta. E il classico tipo che organizzal'aggtessione, avvisa se sta anivando il professore, garantendo con la sua partecipazione che si attui tuna perfetta, perversa e sadomasochistica umiliazione della vittima. Quando sono alimentati dagli spettatori, i rituali saclomasochistici del bullismo provocano nella vittima una regressione pi profonda. Lo spettatore-bullo si identifica con il bullo, 1o spettatorevittima si identifica con la vittima, mentre lo spettatore-evitrnte quello che nega I'esistenza del problema. Lo spettatore svolge un ruolo analogo a quello di un cofattore in unareazione chimica: pu modificarela direzione della rcazione verso la vittima o verso il persecutore. Twemlow l'ha pragonata all'equazione della legge di massa in cui Ia rcIazione pu venire diretta in entrambe le direzioni. Nelle fasi precoci di questa interazione i ruoli sono spesso mobili e confusi e vengono coinvolti meccanismi di difesa rnolto primitivi come identrficazione proiettiva, contoidentificazione proiettiva, introiezione estrattiva (Bollas, rgSg) e abhandono almuistico, che finiscono per favorire una sorta di intirnit negativ^ tra oppressore e vittima; finisce cos per svilrrpparsi una dipendeza emotiva della vittima da1bullo. In questo rapporto predominano il temore e un controllo satlico invece dell'amore e della cura. E una dipendenza emotiva simile a quella che si sviluppa nei casi di violenza domestica, em^tteizzata da pensiero intrusivo, alterazioni della coscienza e senso di incompletezza, accanto a fia costante preoccupaaioue per i1 successivo attacco da parte del bullo.

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Situazioni di elevato allatme, come paura o ansia, determinano una risposta fisiologica che altera profondamente i con, fini psicologici tra aggressore e vittima; i limiti dell'io dei due protagonisti si fondono creando una singola entit di due menti in allarme. Dal punto di vista fisiologico questa sota di permeabilit dei confini viene stimolata dal sistema nervoso autonomo. In condizioni normali la combinazione di effetti dovuti al sistema simpatico e parasmpatico ha una funzione adattativa, nel tentativo di ristabilire equilibrio ta mente e corpo. In si" tuazioni di paura estrema o vittimizzazione cronica, si verifica un esaurimento delle ghiandole sumenali che porta a un pre. maturo ed eccessivo effetto del sistema pamsimpatico. Questo automatismo favorisce una situazione di calma eccessiva, ca. ratterizzata da una debolezza muscolare e una scarsa reattivit che finiscono per rendere f individuo pi vulnerabile e pi in. difeso di fronte agli attacchi fisici o psicologici. Van der Kolk ha coniato il termine legarne traumatico pet spiegare il modo in cui si crea un legame patologico tra vittima e persecutore che, con il tempo, pu stimolare successivi com. portamenti autodistruttivi e ripetizioni compulsive di rapport squilibrati. In ogni stuazione di prolungato assoggettamento si verifi. cano dinamiche simili alle condizoni uaumatiche: una sotto. missione senza speranzanei confronti dell'aguzzino e un'iden. tificazione con una sua autorappresentazione vittimTzzata,, L'aggressore estrae un'autorappresentazione dalla mente della vittima, lasciandole una sensazione di vuoto e di capacit dl pensare con perdita del senso di essere una persona. Estrazionl multiple di questo genere provocano un'importante decostru. zione dell'io che pu avere conseguenze imeparabili. La sensazione reale o immaginaria di inferiorit che prova un agazzo vittima di bullismo, 1o porta a un grado di scorag, giamento estremo che gli fa perdere la spemnza di poter rive. stire un ruolo all'interno del gruppo e gli fa perdere I'auto. stima. Egli si difende atttaverso Ia mancata patecipazione e l'isolamento, ma pu covare dentro di s una vendetta massie"

cia e distruttiva che pu mettere in atto attraverso una strage come quelle che ormai sempre pi di frequente riempiono i te-

lcgiornali della sera. Essere vittima o essee prepotente, ed esserlo a lungo nel corso del tempo, pu rappresentare un {attore di rischio. Chi limane a lungo nel ruolo di prepotente corre pi rischi di entrare in quella escalation di violenza che va da piccoli episodi rli vandalismo, furti, piccola criminalit, fino a incorrere in pr:oblemi seri con la legge. Per contro, ch rimane a lungo nel ruolo di vittima rischia tli raggiungere livelli di autostima sempre pi bassi ("non valgo rrLrlla", "non sono capace d far nulla", "gli altri ce I'hanno Iutti con me"), a forme di depressione che possono aggravarsi lino a diventare forme di autolesionismo, con conseguenze cstreme come il suicidio.

fi. Dal gruppo allabanda


Un gruppo o un individuo possono tollerare, esplorare e valrrtare la drff.erenza, i punti di vista alternativi e le potenzialt l)cr una crescita creativa. Come membri di un'aggregazione lrossibile qualche volta e almeno per una piccola parte di icrnpo, riconoscete e distinguere le parti della propria persorrllit da quella del gruppo nel suo insieme. In rare occasioni, rurche in presenza di angosce intollerabili, si riesce a non scinrlerla e proiettarne frammenti negli altri membri. Questi sono i casi in cui si riesce a tollerare di mantenere contempoaneanrente dentro di s oggetti odiati e amati. Labanda prometterebbe invece unavita senza quel dolore r'ostituito dal pensare, dal riconoscimento delle differenze Llrrlla dipen denza, dall'inevitabilit della morte. In ciascuno esistono spinte regressive che ffasformano I'arrrore in odio, soprattutto sotto la pressione dell'ansia. Nello sl-rrto mentale "banda",le difese el'otganizzazione sono caotclrc e vi si accalcano parti maligne della personalit. Aspetti rlominanti e distruttivi del carattere, reprimono le sensazioni

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di essere bisognosi, piccoli e ignoranti, imponendo a queste parti pi fuagili un regime di terrore. In quesro caso avvienc una sottomissione a un leader tirannico interno. Un'analoge dinamica si verifica sia nelle bande sia all'interno del singoTo individuo quando si instaura un'atmosfera di intimidazine, paura e coercizione. La banda un'organizzazione anti pen. siero, anti vita e anti genitoriale. I membri di una gang si assoggettano alla speranza ideolo, gica di fondersi completamente gli uni con g1i aitri a voler for. mare un primitivo Io ideale; attraverso I'aggressione possono distruggere tutto ci che interferisca con 1'oiganizzazine e lc sopravvivenza della squadraccia. fondamntale possedete simboli e riti, che mantengono in vita culti unificanii e rinsal. dano gli illusori legami al suo inrerno.
Nelle generazioniprecedenti f impegno politico o la guerra in. menre oggi, come abbiamo visto, I'esercizio gratuito della violenza diventa un modo per af. fermare il potere, vincere le angosce, sperare di consofidre llldentit e illudersi di cancellare I'immagine materna spaventoso, indistinta e insignificanre che i bulli portuno dentro di s. i Andreoli fa notarc che dopo il oollo delle ideologie i gio. vani non hanno pi trovato luoghi dove esprimersi . non hanno pi potuto usare il pronome noi a indicare la partecipe. zione a un gruppo ricco e variegato, fondato sull'esercizio el pensiero e del rispetto per I'altro. Non hanno trovato n le chiesa, n la scuola, n le sezioni di partito, n il posto di la. voro n la famiglta. E rimasta solo la bgata dei cetanei,, I teen ager che si rifugiano in una banda sono incapaci di vi. vere la solitudine o la sfuggono velocemente per un territotio dove la perdita dell'individualit e della sentuiezzu viene cofir. pensata da un' apparente onnip otenza condivisa. Quando in un gruppo prendono piede le ansie, si divente incapaci di tsare il pensiero razionale,la riflessione o il pen. siero simbolico; f insieme dei pafiecipanti cerca di liberariene come pu, attraverso la trasformazione di una sofferenza apn. tica e silenziosa in una spietat ezza attiva (Pietropolli charinet, zooo).
canalavano I'aggressivit dei giovani,

La banda uno sciame paranoico alla ricerca frenetica di avversari da attaccare, organizzato per distruggere e segnare il territorio, con il bisogno assoluto di un leader che, di solito, viene scelto tra coloro che rivelano la personalit pi deviante. Il gruppo si trasforma inbanda assumendo caratteristiche pi aggressive e delinqtenziali quando tra i suoi membri si verifica un episodio depressivo. La normale noia adolescenziale a tutti gli effetti spesso una vera e propria depressione che impedisce di vedere un futuro e di proiettarsi nel domani. La consapevolezza della precariet dell'avvenire, la percezione della sua incertezza getta i giovani in uno stato di sconforto da cui possono uscire solo attraverso un gesto eclatante e violento. Il gruppo si trasforma in banda quando si accorge che le promesse ga^ntite dagli adulti durante l'inf.anzia sono inattuabili: i ragazzi che hanno perso la speranza devono elaborarne la scomparsa attraverso un processo di lutto. La cerchia amicale nasce per tenere vivala fiducia, mentre labanda un agglomerato che si struttura per non subire il dolore della delusione. Al minimo cenno di situazione dolorosa avviene la trasformazione, il cui scopo l'annullamento dell'espetienza penosa della crescita, attaverso la presentificazione di un futuro insicuro. Mentre la televisione mostra che tutto a portata di mano e possibile, i fatti rivelano la grande ft.f.a del mondo adulto, rrna realt quotidiana f.atta di un vuoto incolmabile, lontanissima dagli studi televisivi e dalle rock star miliardarie. Ci che pu awerarsi domani, pu avvenire qui e ota, attraverso un gesto, attraverso un'azione che lasci un segno, una cicatrice indelebile al di l di ogni considerazione morale. Il marchio lasciato dal gesto prevaricatore istantaneo; non c' bisogno di rrttendere con impegno e incertezzailsultato di attivitfaticose, di riflessivit e sofferenza personale. Si pensi ci che ha significato il mito dell'azione per il fascismo e per il nazismo; il bisogno di trasformarsi in predatore pcr uovare nell'espressione impaurita delle proprie vittime la l'r>tza per sentirsi trionfatore, vivo, esaltato da una fuga perieulosa e dal possesso del bottino.

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POSTFAZIONE

22'

Nessuno spazio di identificazione con il dolore del capro espiatorio: quando una banda si accanisce su una vittima indi. fesa (il barbone sulla panchina de1 parco, il mendicante, l'ex. tracomunitario), si sta suo malgrado identificando con ilvaga. bondo. La sensazione di mendicit che esso stesso prova nel profondo insopportabile aI punto da volerla distruggere per sempre attraverso la sua elimnazone fisica. In altre ciro. stanze il perseguitato colui il quale (per esempio nella scuola) d prova di avere un domani perch inserifo in una solida struttura sociale o familiare. In questo caso prevale I'attacco invidioso con lo scopo di rovinare ci che l'altro possiede. La creazione di un nemico esterno e la sua distruzione inducono 7a sicurezza di potere in ogni momento distruggere e trionfare anche sulle proprie parti pi deboli. Beandosi come Narciso della propria immagine riflessa nell'acqua, I'adolescente-bullo non si confronta mai vera. mente con altri, egli mantene l'illusione di essere il mi. gliore, di non avere limitazioni. coltivando una grandiosit che lo rende certo di poter trionfare sugl avvei sari attra. verso i1 disprezzo, la svalutazione, la vrolenza. Ragazzi del genere hanno una limitata capacit, di sperimentare la pa. dronanza delle proprie azioni corporee, 1a qual.oru r.nde possibile la violenza interpersonale. Fonagy afferma che <Il ricorso all'azione fisica come mezzo di espressione del S si accompagna sia a una mancata capacit di preoccuparsi per I'altro (deficit nella teoria della mente) sia ,tnu .ui.rt.ia. pacit di definizione del S in opposizione all'ambientep (Fonagy, zooz). L'agito fa in modo che la perdita della speranza non venga percepita, un'azione che faccia paura ad alt aiuta a nurcon. dere l'angoscia depressiva e a esercitare un'immaginaa otza dalle facolt illimitate. Attraverso I'esercizio sadico del potere, il gruppo crede di poter acquistare il conrollo sul tempo, che viene rallentato nel tentativo di mantenerelo status quo al|'infinito, escludendo la possibilit che il futuro riservi amae sorprese: l'invecchia. mento e la morte.

In un gruppo aggressivo c' sempre una fantasia sottostante conscia o inconscia che si esprime attraverso quella af.f.ermazione violenta della volont che costituita dall'odio. Le sue funzioni sono molteplici: elirninare una fonte di dolote o irritazione; ri.muovere gli ostacoli che si frappongono alla gratificazione; ristabilire un senso di autonomia di fronte alla frustrazione. L'odio l'opposto del dolore; esso implica sia l'incapacit di soffrire, sia quella di identificarsi con Ia soercnza della vittima. Si tratta di un'esaltazione spietata sull'oggetto e anche sul s che stato a sua volta vittima di violenza; Kernberg sottolinea come spesso il persecutore sia stato a sua volta perseguitato o sottoposto a malffattamento. La rudicale svalutazione dell'oggetto, il suo sfruttamento, la sua disumanizzazione,la sua castrazione simbolica, la sua r"rmiliazione, il suo stesso mantenimento in vita sono forme di odio maligno che permettono di mantenere all'infinito un rapporto basato sulla crudelt. Si sta parlando di un rituale che ha caratteristiche sadomasochistche; vi si attuano azioni ripetitive e aggressive per trasformare la vittima in un feticcio cui si possano infliggere attacchi incessanti e mortificanti. Non esiste pi una p.tsona, ma un frammento di essa, risultato di una disumanizzazione pianiicata. Per venire esercitato, il sadismo ha necessit di un reciproco aspetto masochistico della vittima; con questo non si vuole dire che la vittima "se 1e va a cetcae", ma che meccanismi inconsci provocano \na accettazione passiva dei ruoli che nel corso del tempo rimangono irrigiditi. Il bullo pu cos infierire senza alcun senso di colpa conuo trna vittima che diventata parte di un oggetto, da cui stata esclusa qualunque caratteristica capace di generare emozioni e sr-rlla quale possibile indirizzare le pi pesanti fantasie di venclctta, odio e distruttivit.Laviolenza di tali condotte assomiglia ull'ostilit tipica delle perversioni sessuali (Stoller ry74, ry85). Attraverso le condotte violente nei confronti del proprio zimlrello, il teppista e la sua banda manifestano anche rabbia, pauta c vendetta nei confronti della propria figura materna.

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rodomonte avanza verso un esultante impeto sadico. Si sta de.

Labanda capovolge la posizione degli attori: chi stato vit. tima di patologie familiari diventa ilvincitore vindice di se stesso nella sua guerra_maligna contro la vittima. L'apparte. nenza a una banda trasforma i suoi membri da oggerto pssivo della_violenza (fisica o emoriva) dei propri genil;ri, in coloro che finalmente tormentano qualcun itr in una specie di ne. mesi. Si tratta di un meccanismo maniacale che permette di e_sprimere, attraverso un crescendo di eccit azion, l,esercizio di un potere sadico, sessualizzato e aggressivo. A mano a mano che il suo potere diventa pi pervasivo, ll

Bibliog raia

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scrivendo

il tipo di bullo pi patologico, conraddistinto


il mionfo costitui.

spesso anche da tendenze anrisociali gravi e dall'impossibilit

Andreoli V. (zoo3),
maruo-aple.

Il

branco che dissolue, Mente

& Cervello, n' z,

assoluta

scono il tocco finale dretto all'annullamenro sociale della vit. tima e al consolidamento de1 gruppo. L'obiettivo ultimo la riduzione dell'avversario a un livellb subumano: se ci si pensa, si tratta dello stesso procedimento esercitato verso le vttime dai.ma.fiosi , dagli aguzzini di ogni carcere e, in particolari con. dizioni, da_ qualunque essere umano non riesci a opporsi alla ^ pressione di un'autorit, malvagia (Zimbado, zoo8i. Ci sono situazioni in cui, per non diventare vittima di altrl o dei propri terrori interni, non si trova alt:a soluzione che trasformarsi in carnefici. I bulli adolescenti devono a tutti i costi sfuggire dal terrore della manc anza di un futuro perch sono del tutto ignoranti a vivere quella facolt che Keati chia.
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sue bravate. La presenza degli spettatori e

di provare coinvolgimenti emozionali nel iorso delle

capacit negativ a

>>

.22

Nella mente del bullo aggressivit e tenere:zza sono mesco. late e confuse, egli ha paua che manifestare amore possa fat. gli perdere la sua fragile identit di maschio per coniervare le quale disposto a rutto.

zz. "Quella capacitche un uomo possiede se sa perseverare nelle incertezze, gt, traverso i misteri e i dubbi, senza lasciarsi anda.e a una agltata ricerca dei fa[tl e delle ragioni".

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Indice

Bulli di cana
La scuola della cattiveria in cento anni di storia a cura di Enrico Badellino

Introduzione
di Vincenzo Jacomuzzi

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@ zoro by SEI - Societ Editrice Internazionale - Torino www. seieditrice.com
Prima edizione: zoro Ristampa

<<Allora te ne do un fracco>> Charles Dickens, Oliaer Tuist ft837-3); Dauid Copperfield ft837-r83).
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Si chiamava birichino>> Carlo Collodi, Il ragazzo di' strada (r88r).


Ettore Petrolini, Gigi
er

bullo

essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copi4 fotostatical

Tutti i diritti sono riservati. vietata la riproduzione dell'opera o di parti di


microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata per iscritto.

ft9o).

38

<<Tutto solo

in fondo al banco>>

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti de1 di ciascun volume dietro pagamenttalla SIAE del compenso previsto dal_r5oa l'art. 68, commi 4 e 5, della leg,ge zz apnle ry4l n. 613. l.e riproduzioni effettuate per finalit di carattere professionale, economico o commerciale ocomunque per uso diverso da quello peronale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRo, Corso di Porta Romana n. ro8, Milano zorzz, e-mai7 segreteria@aidro.org e sito web www.aidro.org.

Edmondo De Amicis, Cuore (1886); Ronanzo d'un rnaestro (r8go);


Fra scuo/a e casa G89z).

48

<<Non sono stata io!>


Edmondo De Amicis,
TJn

drarnraa nella scuola (r8qr).

L'Editore dichiara la propria disponibilit a tegolarizzarc errori di attribuzone o eventuali omissioni sui detentori di diritto di copyright non potuti reperire.
Stampa: Scuola Grafica Salesiana - Torino

64

<<Gruzie per la bastonata>>


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'

z8

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Bulli di cana
La scuola della cattivea in cento anni di storia

98

<Il gusto dell'odio>>


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d.el

giouane Tijrless (19o6).

tz6
r4o
16z

<Tempi freddi>
d6n von Horvrth, Giouent
senz

Dio

GSSS).

<Dritteria e delinquenza>>
AI dagli occhi azzuni (tS6).
Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di uita (tSSS); IJna aita uiolena (rS11g),

<<Qualcuno ci
Stephen King,

aiuti!)>

It (r 986);

L' acchiappasogni (aoo l.

r8j

Postfazione
di Francesco Benincasa

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