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Il Marketing 3.0
Marketing 1.0 (prodotto): prima fase dell’era industriale del dopoguerra, dove le imprese 2
dovevano creare prodotti in grado di soddisfare la massa perché c’era bisogno di tanto e di tutto e
il marketing doveva semplicemente facilitare l’assorbimento, da parte del mercato, di questi
enormi volumi;
Marketing 2.0 (cliente): seconda fase dell’era dell’informazione e di internet, il mercato
diventa più complesso e il consumatore più informato ed esigente, il marketing consente
all’impresa di comprendere e soddisfare questo consumatore che è il protagonista della
crescita del mercato.
Marketing 3.0 (anima): terza fase dell’era della globalizzazione e dei grandi cambiamenti
strategici, sociali, economici e ambientali. Il marketing si deve orientare ai valori reali e
concreti che consentano il massimo benessere dei consumatori, delle stesse imprese e
soprattutto della società nella sua globalità . Il marketing deve avvertire ma anche interpretare
le ansie dell’umanità , i desideri di creatività , cultura, rivalutazione delle tradizioni e tutela
dell’ambiente.
Quindi ecco perché si dice… dal prodotto, al cliente, all’anima.
IL MARKETING 3.0
Il marketing 3.0 integra alle conoscenze precedenti anche il marketing emozionale ed
umanistico, individua le ansie e i desideri dei consumatori e la loro volontà di vivere in un
mondo migliore.
Si punta a riconquistare la loro fiducia e a fidelizzarli alla marca ma per farlo si deve mettere
in pratica ciò che si predica.
E’ il consumatore il vero proprietario della marca ed a lui va trasferito il potere.
Non va persuaso ma coinvolto in conversazioni.
Non va convinto ma bisogna narragli delle storie vere e che tocchino corde profonde. Avrete
notato che i messaggi pubblicitari sono sempre più incentrati sul narrare una storia con valori
e tradizioni.
Si tratta dello “storytelling”, la creazione di un universo narrativo da parte di una marca che
invita i clienti a partecipare a un destino.
Steve Jobs lo ha sempre fatto quando ha presentato i prodotti della Apple.
3. Tutela il tuo nome, sii chiaro circa la tua identità Rendi chiari i tuoi valori e non derogare mai.
4. I clienti sono diversi: rivolgiti anzitutto a quelli a cui puoi offrire i massimi vantaggi
Focalizzati sulla TUA clientela.
10. Raccogli tutte le informazioni appropriate ma poi decidi in base al buonsenso Non
smettere mai di studiare e di imparare.
“Oggi giorno non basta avere un buon prodotto da proporre sul mercato, serve instaurare un
rapporto con i consumatori che sono sempre più preoccupati per la sostenibilità dei prodotti e
dei servizi che acquistano. Per decenni abbiamo pensato di avere a disposizione risorse infinite:
potevamo tagliare più alberi, pescare più pesce, ecc. Oggi dobbiamo confrontarci con
l’overfishing e la scarsità delle risorse”. Philip Kotler
Le vecchie 4 “P” del marketing (Product, Price, Placement, Promotion) stanno lasciando il
posto a 3 nuove “P” (Product, People, Planet).
Il marketing 3.0 punta infatti a conseguire il massimo del bene comune e il pieno
soddisfacimento dei bisogni e delle aspettative dei consumatori che è bene definire singole
Persone.
Quindi alla domanda “Si può essere una impresa che produce profitti e anche basata sui valori umani
?” .
La risposta è “Si deve!”
Dagli inizi del ventesimo secolo fino ai giorni nostri, il marketing ha subito un profondo
5 cambiamento dovendosi adattare in maniera continua alle mutevoli esigenze e ai
mutevoli bisogni dei consumatori. Se è vero che inizialmente l’obiettivo del marketing
era quello di puntare sulla distribuzione dei beni, considerando il consumatore solo
come un destinatario finale delle attività di marketing, col passare del tempo le aziende
si sono concentrate sul ruolo fondamentale che giocano le emozioni durante il processo
d’acquisto dei clienti. Per un sacco di tempo esse hanno “bombardato” di messaggi
pubblicitari i clienti facendoli alle volte diventare restii nei confronti delle merche e
tutto questo ha reso i consumatori più critici e meno tolleranti nei confronti dei
messaggi pubblicitari.
E’ nato il bisogno di ripensare le strategie di marketing adottando tecniche che
coinvolgano il consumatore attraverso la creazione di esperienze memorabili e
piacevoli e una nuova forma di marketing ha preso vita, il marketing emozionale
che punta direttamente alle emozioni del consumatore attraverso non più la
semplice comunicazione tradizionale ma coinvolgendo il cliente direttamente nelle
esperienze di consumo. Fare acquisti non è più solo un atto utilitaristico fine a se
stesso per soddisfare i propri bisogni ma è anche un momento per stare bene e
passare il proprio tempo, magari per socializzare e perché no anche per divertirsi. I
negozi si sono trasformati da luogo di acquisto a luogo di intrattenimento dove i
clienti vengono stimolati e dove trascorrono piacevolmente il loro tempo. Quando
un consumatore oggi compra un prodotto, lo fa soprattutto per le sue
caratteristiche intangibili come le emozioni e le sensazioni che suscita e per questo
motivo, numerose tecniche innovative sono state sviluppate, una su tutte è ad
esempio la comunicazione polisensoriale. Mentre il marketing tradizionale si
focalizza sulle caratteristiche di prodotto, quello emozionale si concentra sul cliente
in quanto persona e sulle emozioni che esso prova cercando di trovare e
trasmettergli gli stimoli sensoriali più consoni a farlo innamorare del prodotto.
Forse non mi credereste, perché siamo abituati a pensare che le nostre scelte
derivano da percorsi razionali.
Esiste poi una teoria psicologica, ripresa nel tempo da vari scienziati, secondo
cui il nostro cervello elabora le informazioni attraverso due sistemi. Il sistema
emotivo, automatico e inconscio, e il sistema razionale, controllato e conscio. Il
primo è veloce, il secondo è più lento.
Il sistema emotivo è sempre allerta: è lui che nella maggior parte dei casi prende
le decisioni. Mentre il secondo sistema razionalizza la scelta fatta.
E in fondo lo sapete anche voi che quel gadget, quella borsa, persino quel
tritatutto non sono stati un acquisto del tutto razionale.
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Ecco su cosa si basano i 10 inneschi emotivi più comuni, usati ai fini del
marketing emozionale.
In pratica
I marketer fanno leva su questa sensazione per indurre gli utenti all’acquisto. Per
esempio menzionando un’offerta che scadrà presto o sottolineando i benefici
esclusivi di cui godono gli iscritti a un certo programma fedeltà.
2. Senso di colpa
Una sensazione che ci tormenta di frequente, nelle situazioni più diverse.
In pratica
Gli shop online più affidabili offrono modalità di pagamento sicure e indicano in
maniera dettagliata tempi e spese di spedizione.
Per dare fiducia si può usare anche la riprova sociale, per esempio sfruttando
recensioni e testimonianze per mostrare al cliente che altre persone prima di
lui hanno acquistato e sono soddisfatte.
4. Valore
Ciascuno di noi attribuisce una diversa importanza a fatti, cose e situazioni. I
valori sono soggettivi e sono alla base delle nostre priorità e delle nostre scelte.
Perché sia motivato all’acquisto, il cliente deve pensare che sta facendo un
affare, deve percepire un valore.
In pratica
Anche il classico “Prendi due e paghi uno” fa leva sulla percezione del valore.
5. Senso di appartenenza
Voler appartenere a un gruppo è tipico della natura umana e spesso chi compra
qualcosa lo fa proprio per sentirsi parte di una comunità.
In pratica
I social media sono lo strumento più usato a questo scopo perché riescono a
rafforzare la relazione tra cliente e brand. Perché rendono l’azienda più umana,
permettono interazioni dirette e danno la possibilità di costruire comunità —
pensate ai gruppi Facebook.
Per decidere di comprare, i clienti devono avere la sensazione che quello che
vendiamo li renderà migliori dei loro pari.
In pratica
Fare leva sul senso di competizione è tipico del marketing dei prodotti di lusso,
ma si può adattare a qualsiasi oggetto. L’importante è sottolineare quanta invidia
il nostro cliente potrà suscitare nel prossimo, che sia un vicino, un collega o un
familiare.
7. Gratificazione immediata
Ottenere tutto e subito sta diventando la norma: possiamo farci consegnare
qualcosa a casa in un paio di giorni e invece di noleggiare un film in negozio
possiamo guardarlo subito in streaming.
In pratica
Chi si rivolge a un target del genere deve far emergere gli aspetti trendy dei
propri prodotti.
In pratica
In pratica
Ecco, tutto quello che ci promette di ottenere qualcosa in metà tempo, su di noi
— sempre così indaffarati — ha un gran potere.
Prima di scegliere quale trigger usare, dobbiamo conoscere bene i nostri clienti e
sapere cosa può funzionare con loro.
Per esempio alcune persone sono disposte a spendere qualcosa in più per
risparmiare tempo, altre invece preferiscono risparmiare denaro. Nel primo caso
l’innesco emotivo è il tempo, nel secondo il valore.
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1. Le storie
Tutti amiamo le storie perché scatenano pensieri, emozioni e ricordi, perciò:
Mettete al centro delle vostre storie il cliente: è lui l’eroe, e il prodotto che
vendete lo deve far sentire tale.
15 Costruite un mondo in cui i vostri clienti si sentano meglio, più
soddisfatti, magari più belli o più intelligenti o più felici. Si tratta di uno strumento di
marketing emozionale molto efficace.
BRAND
Dai una svolta e fatti notare con un abbigliamento da cerimonia unico come te. Con una
particolare attenzione ai dettagli di lusso, ASOS EDITION è disegnata per i momenti più
memorabili della tua vita. Vestiti, spezzati e accessori in tutti i fit: ASOS Curve, Tall, Petite e
Maternity, e ovviamente, la nostra stupenda collezione ASOS EDITION Bridal, che ti farà
venir voglia di ballare, ancor prima la festa che inizi. Vestita per tutte le occasioni.
2. Il linguaggio
Le parole, la costruzione delle frasi, le figure retoriche sono strumenti potenti.
Vale la pena usarli con cura in tutti i testi che producete, dalle descrizioni dei
prodotti ai post sui social.
Trigger words
Proprio come gli inneschi emotivi, esistono delle parole trigger che fanno
scattare emozioni e sensazioni in chi legge.
Fate una ricerca per capire quali parole scrivono più spesso:
• scoprite quali sono le parole trigger usate dai vostri clienti più soddisfatti e da
quelli più frustrati;
• visitate i siti dei competitor e fate caso a come sfruttano il linguaggio per evocare
emozioni.
Linguaggio inaspettato
Chiarezza e precisione
Caratteristiche
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inoltre realizzate con un filo morbido per maggiore comfort a contatto con la pelle
• Le cuciture a basso profilo con struttura a punto piatto evitano gli sfregamenti
• Gamba attillata; lunghezza interno gamba: 69,8 cm
• Taschino nascosto in vita per le chiavi
• Logo nella parte posteriore della vita
One Lipstick
Rossetto cremoso tratto pieno
One Lipstick è l’esclusivo rossetto cremoso dal tratto pieno e corposo disponibile in 10
nuance brillanti e luminose.
3. Elementi visivi
l nostro cervello elabora le immagini più in fretta di altri messaggi, per questo gli
elementi visivi sono utili per creare connessioni emotive e per rendere i brand
riconoscibili e indimenticabili.
Font e colori
Per quanto riguarda i colori, diversi studi hanno dimostrato che alterano gli stati
emotivi, psicologici e comportamentali di chi li guarda.
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