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Dipende.
Non so se voi avete mai provato questa esperienza, di viaggiare nel tempo intendo, ma a
me è già capitato e adesso vi dico.
A proposito, non sorridete, che l’avete già fatto anche voi.
Basandomi sulla mia esperienza esistono tre tipi di viaggio e due versi, non importa con o
senza l’assunzione di sostanze psict..rf.. dopandovi insomma.
La classificazione dei tipi è la seguente:
1. Viaggi nel tempo letterari
2. Viaggi nel tempo cinematografici
3. Viaggi nel tempo in carne e ossa
La classificazione dei versi è:
o-Avanti
x-Indrè
Insomma, anche voi avete già provato le mie stesse esperienze, o le proverete, almeno
quasi tutte, quindi smettete di ridacchiare:
1o-quando avete letto Isaac Asimov
1x-quando avete letto Jules Verne
2o-quando avete visto Space Jam
2x-quando avete visto Ritorno al futuro
3o-quando avete ascoltato i sogni dei figli
3x-quando avete ascoltato i racconti dei nonni
L’ultima cosa che rimane da definire è il titolo di questo scritto, e se esiste che cosa si
prova, se è simile a quando si attraversano vari fusi orari (di solito più di due fusi orari),
come avviene nel caso di un lungo viaggio in aereo. Provoca sonnolenza, stanchezza,
confusione e meno frequentemente emicrania? Viene influenzato dalla distanza? Dalla
durata? Lascia cicatrici, nostalgia?
Dipende.
Da ognuno di noi, ed è molto personale, come la storia che vi sto per raccontare.
I MIEI VIAGGI NEL TEMPO
Grazie al famoso dio Papallacanestro, cugino di Eupalla, quello del grande Gianni Brera,
avevo già intrapreso alcuni viaggi nel tempo di tipo 1x della pallacanestro. Mi ero
addentrato fino alla fine del 1891, a Springfield, e avevo scartabellato i primi documenti
dell’invenzione della palla-al-cesto, la sua evoluzione. Avevo provato addirittura,
andando a Coba nel 2017 con mia moglie Antonella, a immaginare quei cerchi di pietra
Maya insanguinati, come antesignani del cerchio senza la retina.
Poi avevo provato i viaggi di tipo 1o della pallacanestro, dal 9 vs 9 alla gabbia delle
scimmie di Trenton; dalle schiacciate di Jack Inglis appeso alla rete di corda con una mano,
alle doppiette di Earl Manigoat; dai trucchi alla palla contesa dopo ogni canestro, alle 100
varianti dell’Armani di oggi.
Effetti collaterali di tipo1: un grande senso di soddisfazione per la riscoperta.
Poi avevo anche effettuato viaggi nel tempo di tipo 2o, i più divertenti con Bugs Bunny,
Bill Murray e i NBAers. In quelli di tipo 2x avevo viaggiato con Manigoat in Rebound, con i
Miners in Glory Road, e recentissimamente con i Crusaders di Holy Cross e il loro Purple
Reign.
Effetti collaterali di tipo2: un grande senso di meraviglia e ammirazione per gli autori.
Poi vengono i più difficili da catalogare come effetti collaterali, quelli di tipo3, che
implicano una interazione con degli esseri viventi, sono di carne e ossa. Non sono un
grande esperto dei tipo 3o, anche se ho tre figli grandi, ma ho appena fatto un’esperienza
di tipo 3x, della durata di 36 ore.
Venerdì 4 ottobre 2019, mi reco a Milano in auto, parcheggio al solito park di San Donato e
mi reco in centro con la M3, prendo la M2 e la M1, in 40 minuti sono a Sant’Agostino, e
trascinando la mia chiavetta USB da 30kg arrivo all’incrocio di piazzale Cantore e via
Cicco Simonetta, e mi viene subito un coccolone di tipo 1x, perché il Cicco era un calabrese
molto in gamba serio, pignolo, con un senso del dovere di cui avremmo bisogno oggi. Era
nipote del consigliere strategico di Muzio Attendolo, e quando lo zio si ritirò dal servizio,
lo raccomandò al figlio di Muzio, quel tale Francesco Sforza che fece grande il Ducato.
Ebbene, per rinforzare il passaggio dai Visconti agli Sforza, fu celebrato un fastoso
matrimonio nella futura Basilica di San Sigismondo a Cremona, dote di Bianca Maria
Visconti.
Davanti all’altare maggiore sono raffigurate le nozze storiche del 25 ottobre 1441, e il 23
maggio 1992 le osservai dalla stessa posizione, inginocchiato insieme alla mia Antonella,
che non era duchessa ma divenne la mia regina.
Il dio Papallacanestro si agiterà se non racconto che le prime mattonate a canestro le
lanciai nei cortili della Basilica, sul campetto all’aperto, con buca da tombino che era molto
meglio della 1-3-1 della banda Bassotti. Giocai per la VISCONTEA, e rifondai la
SFORZESCA di Cremona. Iniziammo anche un minibasket da 0 a 150 iscritti, esercitando i
giochini di Mondoni nel refettorio del chiostro con tanto di Ultima Cena del Tommaso
Aleni detto il Fadino, ma con la benedizione di Monsignor Franco Voltini.
Rinvengo dal coccolone e, in pochi passi, passo dal Cicco all’Arturo.