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I DIECI LADRI DELLA TUA ENERGIA

1- Lascia andare le persone che solo condividono lamentele, problemi, storie


disastrose, paura e giudizio sugli altri. Se qualcuno cerca un cestino per buttare
la sua immondizia, fa sì che non sia la tua mente.

2- Paga i tuoi debiti in tempo. Nel contempo fai pagare a chi ti deve o scegli di
lasciarlo andare, se ormai non lo può fare.

3- Mantieni le tue promesse. Se non l'hai fatto, domandati perché fai fatica. Hai
sempre il diritto di cambiare opinione, scusarti, compensare, rinegoziare e offrire
un'alternativa ad una promessa non mantenuta; ma non
farlo diventare un'abitudine. Il modo più semplice di evitare di non fare una cosa
che prometti di fare e dire NO subito.

4- Elimina nel possibile e delega i compiti che preferisci non fare e dedica il tuo
tempo a fare quelli che ti piacciono.

5- Permettiti di riposare quando ti serve e dati il permesso di agire se hai


un'occasione buona.

6- Butta, raccogli e organizza, niente ti prende più energia di uno spazio


disordinato e pieno di cose del passato che ormai non ti servono più.

7- Dà priorità alla tua salute, senza il macchinario del tuo corpo lavorando al
massimo, non puoi fare molto. Fai delle pause.

8- Affronta le situazioni tossiche che stai tollerando, da riscattare un amico o un


famigliare, fino a tollerare azioni negative di un compagno o un gruppo; prendi
l'azione necessaria.

9- Accetta. Non per rassegnazione, ma niente ti fa perdere più energia di litigare


con una situazione che non puoi cambiare.

10-Perdona, lascia andare una situazione che è causa di dolore, puoi sempre
scegliere di lasciare il dolore del ricordo.

DALAI LAMA - I DIECI LADRI DELLA TUA ENERGIA


La gelosia è una delle aree più comuni di ignoranza psicologica rispetto a se stessi,
rispetto agli altri e, in particolare, rispetto alle relazioni d’amore.

La gente pensa di sapere cos’è l’amore; in effetti non sa nulla. Il fraintendimento


dell’amore crea gelosia. Per ‘amore’ la gente intende una specie di monopolio, una
possessività, senza comprendere un fatto basilare della vita: quando possiedi un essere
vivente, lo hai ucciso.

La vita non può essere posseduta. Non puoi tenerla in pugno. Se vuoi averla, devi tenere
le mani aperte.

Ma la cosa è andata così, per il verso sbagliato, per secoli; è diventata parte integrante di
noi, quindi non riusciamo più a separare l’amore dalla gelosia. Sono diventati quasi
un’unica energia.

Per esempio, sei gelosa se l’uomo che ami va con un’altra donna. In questo momento è
questo che ti disturba, ma vorrei dirti che se non ti sentissi gelosa, saresti ancora di più nei
pasticci, perché penseresti di non amarlo; penseresti: se lo amassi sarei gelosa. A tal
punto si sono mescolati amore e gelosia.

In realtà, essi sono ai poli opposti. Una mente che può essere gelosa non può amare, e
viceversa una mente che ama non può essere gelosa.

Qual è il problema? Devi osservare la domanda come se non l’avessi posta tu – come se
fosse la domanda di qualcun altro, il problema di qualcun altro – in modo da poterti
mettere da una parte e vederne la struttura complessiva. L’emozione della gelosia è un
prodotto del matrimonio.

Nel mondo degli animali, degli uccelli, non c’è gelosia. Ogni tanto accade che lottino per
un oggetto d’amore, ma lottare è meglio che sentirsi gelosi, è una cosa molto più naturale
che essere intrappolati in questa emozione, e straziarsi il cuore con le proprie mani.

Il matrimonio è un’istituzione creata dall’uomo, non una cosa naturale; la natura non gli ha
fornito una mente che si possa adattare al matrimonio. L’uomo ha trovato necessario un
qualche tipo di contratto legale tra amanti, perché l’amore in se stesso è fatto della
sostanza dei sogni, non è affidabile… In questo momento c’è, e nel prossimo è
scomparso.

Tu vuoi una sicurezza per il momento successivo, per sempre, per il futuro. Ora sei
giovane; presto sarai vecchio e vorresti avere con te nella vecchiaia, nella malattia, tua
moglie o tuo marito. Ma, a questo scopo, devi fare alcuni compromessi, e quando ci sono
compromessi, ci sono sempre dei problemi.

Questo è il compromesso fatto dall’umanità: per essere certo del futuro, per essere certo
del domani, devi avere una garanzia cha la donna che ti ama adesso, ti amerà per
sempre, che non si tratta di un episodio temporaneo…

Ecco perché le persone religiose dicono che i matrimoni sono “voluti dal cielo”…
dev’essere un cielo ben strano, perché allora come sarebbero quelli voluti dall’inferno? I
matrimoni non mostrano i segni, la fragranza, la freschezza, la bellezza del cielo. Sono
brutti, disgustosi… mostrano di sicuro la qualità dell’inferno. Ma l’umanità ha accettato il
matrimonio perché era l’unico modo di proteggere la proprietà privata.

Gli animali non hanno proprietà privata, sono tutti comunisti, e comunisti molto migliori di
quelli che sono apparsi nella storia dell’umanità. Non hanno la dittatura del proletariato e
non hanno perso la loro libertà, ma non hanno neanche la proprietà privata.

Anche l’uomo ha vissuto per migliaia di anni senza il matrimonio, ma quelli erano i giorni in
cui non c’era proprietà privata. Erano i giorni della caccia: l’uomo viveva di caccia. E quella
gente di migliaia di anni fa, non aveva un sistema di conservazione del cibo con la
refrigerazione, né altri tipi di tecnologie: il cibo che avevano, doveva essere consumato in
fretta. Potevano solo sperare di trovare dell’altro cibo il giorno dopo.

Dato che non c’era nulla da accumulare, non sorgeva la questione del matrimonio. La
gente viveva in comuni, in tribù; amava, si riproduceva, ma all’inizio non esisteva neppure
una parola per ‘padre’. La parola ‘madre’ è molto più antica e più naturale. Ti sorprenderà
sapere che la parola ‘zio’ è più antica della parola ‘padre’, perché tutte le persone dell’età
di tuo padre… non conoscevi l’identità di tuo padre. Uomini e donne si mescolavano
gioiosamente, senza obblighi, senza legami legali, in base ai loro desideri spontanei.
Quando volevano incontrarsi e stare insieme, non sorgeva la questione di chi dovesse
avere il predominio. I bambini non sapevano mai chi fosse il padre, conoscevano solo la
madre. E conoscevano tanti uomini della tribù; uno di loro doveva essere il padre, quindi
per loro erano tutti zii.

Quando, con l’inizio della coltivazione dei campi, è arrivata anche la proprietà privata…
Con la caccia, l’uomo non poteva sopravvivere a lungo. Intere specie di animali erano
state distrutte, centinaia di specie che una volta avevano danzato su questo pianeta…
erano state uccise per mangiare, fino alla completa estinzione. Bisognava fare qualcosa,
non ci si poteva basare solo sulla caccia: un giorno trovi del cibo, domani potresti anche
dover soffrire la fame. Era un lavoro durissimo; e la caccia agli animali non permetteva
all’uomo di sviluppare gli altri suoi talenti, il suo genio. La coltivazione ha cambiato
completamente la vita umana.

Devi anche tenere bene in mente il fatto che la coltivazione dei campi è stata
un’invenzione delle donne, non degli uomini. La donna era confinata in casa, non poteva
andare a caccia: la maggior parte del tempo era incinta, era debole, portava dentro di sé
un’altra anima. Aveva bisogno di cure e di protezione… quindi rimaneva a casa. Ha
iniziato a rendere più bello lo spazio in cui viveva, e lo puoi vedere anche oggi, migliaia di
anni dopo.

Se entri nella camera di uno scapolo, puoi dire subito che è la camera di uno scapolo.
Magari non riesci, quando vedi lo scapolo di persona, a dire che è scapolo, ma con la sua
stanza è chiarissimo! Manca la donna, il suo tocco. La casa di uno scapolo non dà mai la
sensazione di casa, è solo il posto dove dorme. Non è una cosa con cui sente una certa
intimità, una certa relazione creativa.

La casa, il villaggio, la città, la civiltà nel suo complesso, esistono grazie alla donna,
perché essa non partecipava alla caccia e aveva valori diversi sia del cuore che della
mente; aveva più senso estetico, era più aggraziata, più collegata alla terra, era priva di
qualsiasi interesse nell’inferno, nel paradiso, in dio e nel diavolo, e in tutta quella
spazzatura! Nessuna donna ha mai creato una scrittura religiosa. Nessuna donna è mai
stata un filosofo che si occupa di cose astratte e distanti.

La consapevolezza femminile è interessata solo all’ambiente intimo che la circonda; la


donna vuole una bella casa, un bel giardino. Vuole creare un piccolo mondo che le
appartenga, comodo e accogliente. Essa può dare a una casa morta una certa qualità che
la trasforma in una casa viva. È una trasformazione magica.

L’uomo ha continuato a cacciare, e la donna ha iniziato a guardarsi intorno… L’uomo non


ne aveva il tempo, era sempre occupato con il suo lavoro, mentre la donna aveva tutto il
tempo. Il lavoro di base della caccia era fatto da gruppi di uomini, e nel frattempo la donna
aveva agio di guardarsi intorno. Scoprì così la coltivazione delle piante, perché vide la
crescita dei frutti selvatici, vide altre piante crescere e notò che ogni anno le piante
morivano, i semi ricadevano nella terra e, quando arrivava la pioggia, i semi rispuntavano
in migliaia di nuove piante. Cominciò a sperimentare quali fossero commestibili e quali no.
E presto, con la caccia che diventava sempre più difficile, gli uomini hanno dovuto
concordare con le donne: “Dobbiamo spostare il punto focale della nostra economia.
Dobbiamo metterci a coltivare alberi da frutta e verdure. Questa è una cosa che possiamo
controllare; possiamo produrre tutto ciò che vogliamo, tutto ciò che ci serve, e ci sono
tante possibilità”.

A poco a poco i nomadi, le tribù itineranti… perché i cacciatori non possono rimanere fissi
in un posto. Devono continuamente spostarsi per seguire gli animali. Quando la caccia
venne abbandonata e l’agricoltura divenne il nostro metodo di sopravvivenza, accadde
anche un’altra cosa.

C’erano persone fisicamente potenti e persone più deboli. Chi era più forte fisicamente
riuscì a rivendicare il possesso di un’estensione maggiore di terra. Ricavavano di più… a
poco a poco iniziò un sistema di baratto, perché se hai una quantità troppo grande di un
prodotto, cosa puoi farne? Devi scambiarla con qualcos’altro; puoi avere molte più cose.
La vita diventò più complessa, più eccitante.

Ma cominciò a essere avvertito un problema: quando la persona muore, chi erediterà la


sua proprietà? Nessuno voleva che la sua proprietà fosse ereditata dal primo venuto.
Desideravano che andasse a qualcuno del proprio sangue.

È per una questione economica, non attraverso la comprensione dell’amore, che si arrivò
alla nascita del matrimonio. La sua stessa nascita è stata sbagliata: il matrimonio è nato
sotto una cattiva stella.

E l’uomo ha dovuto acconsentire al matrimonio… La donna lo voleva per il semplice


motivo che per migliaia di anni, nel periodo della caccia, era stata esclusa dal lato
finanziario della società; l’uomo era tutto. Ed ha continuato a detenere il potere, anche
quando l’intera struttura sociale è cambiata. La vita nomadica del cacciatore divenne una
vita tranquilla di villaggio, ma l’attenzione dell’uomo riguardo alla proprietà… Voleva un
contratto con la donna per essere sicuro che il figlio a cui lei dava vita non appartenesse a
qualcun altro, che fosse sicuramente suo. Per questo semplice motivo, la libertà della
donna doveva essere completamente annientata. Essa doveva vivere quasi come in
prigione, o anche peggio.
L’uomo acconsentì; accettò il compromesso, per forza. Se la donna perdeva qualcosa – la
sua libertà di movimento, la sua libertà di cambiare partner – anche l’uomo era pronto a
sacrificare la sua libertà. Sarebbero rimasti reciprocamente devoti l’uno all’altro, per
sempre.

Ma questa è una cosa contro natura. Anche se tu avessi il desiderio di farlo, la natura non
ti sosterrà. La natura sostiene la libertà, non i legami, di qualsiasi genere siano.

Perciò cominciarono ad apparire nuovi problemi. Gli uomini cominciarono a trovare delle
prostitute che non erano sposate con nessuno, o, come si diceva in India, la prostituta era
la moglie di tutta la città: nagarvadhu. Non appartiene a nessuno, è solo un oggetto da
usare; devi pagare per usare il suo tempo e il suo corpo. Con il matrimonio, era difficile
incontrare donne sposate, perché questo creava difficoltà ancora più grandi: c’erano i
mariti… Le prostitute andavano meglio.

E ti sorprenderà sapere che in India ogni città aveva la sua prostituta più importante: era la
ragazza più bella nata in quella città. Proprio perché era così bella, non era giusto lasciare
che sposasse solo una persona, doveva essere condivisa. Era così bella che se si fosse
sposata, ci sarebbero stati dei problemi: altre persone si sarebbero innamorate di lei. Era
meglio tenerla libera per chiunque potesse pagarla.

Il matrimonio ha creato il sospetto. Il marito non era sicuro se il bambino che nasceva a
sua moglie, fosse davvero suo. E il problema è che il padre non ha alcun modo di
determinare se il bambino è suo oppure no. Solo madre lo sa. Proprio perché non aveva
modo di essere sicuro, il padre creò sempre più barriere intorno alla donna – era l’unica
possibilità, l’unica alternativa – in modo da tagliarla fuori dal resto dell’umanità. Nessuna
istruzione per lei, perché l’istruzione dà nuove possibilità alle persone, dà spazio alla loro
mente, le rende capaci di ribellarsi; quindi nessuna istruzione per le donne. E neanche
istruzione religiosa, perché la religione fa di te un santo, una persona sacra, e invece in
una società dominata dall’uomo per secoli, un uomo non può accettare che una donna
vada più in alto, o sia più santa di lui.

L’uomo ha tagliato alle radici ogni possibilità di crescita per la donna. Lei è solo una
fabbrica per produrre bambini; in nessuna cultura del mondo viene accettata come uguale
all’uomo. Ci sono persino culture, come quella cinese, che hanno negato l’esistenza
dell’anima nella donna; la donna è solo una macchina, senza un’anima.

In Cina potevi uccidere tua moglie: nessuna legge lo impediva. La moglie era una
proprietà e, se volevi distruggerla, nessuno poteva metterci il naso per impedirlo.

In tutto il mondo la donna è stata repressa. E più è stata repressa, più la sua energia si è
inasprita. Non avendo libertà – mentre l’uomo ha ogni libertà – tutte le sue emozioni
represse, i suoi pensieri, la sua individualità, si trasformano nel fenomeno della gelosia.
Ha sempre paura che il marito la lasci, che vada con un’altra donna. Se l’abbandonasse,
lei avrebbe dei problemi: non ha un’istruzione, non è capace di stare sulle sue gambe a
livello economico. È stata allevata in modo tale da non poter andare nel mondo; le è stato
detto dall’inizio che è troppo debole….

Le scritture indiane dicono che la donna dovrebbe essere protetta da bambina dal padre,
da giovane dal marito, e da vecchia dal figlio. Deve essere protetta dalla culla alla tomba,
non può ribellarsi contro questa società sessista. Tutto ciò che può fare è trovare dei difetti
– che ci saranno per forza – trovare qualcosa che non va, brontolare. Di solito non ha
torto; ha pienamente ragione.

E poi quando un uomo si innamora di un’altra donna, qualcosa in lui cambia rispetto alla
prima donna. Sono di nuovo degli estranei, non c’è più un collegamento. Lei è stata resa
un’invalida, una schiava, e ora viene abbandonata. Tutta la sua vita è una vita di
sofferenza, di agonia.

Da questa agonia nasce la gelosia. La gelosia è la rabbia dei deboli: quelli che non
possono far nulla tranne bollire dentro, che vorrebbero bruciare il mondo, ma non possono
fare altro che piangere e gridare e fare scenate.

Questa situazione durerà finché il matrimonio non diventerà un pezzo da museo.

Adesso non c’è più bisogno del matrimonio. Poteva essere utile nel passato, o magari
poteva anche allora essere solo una scusa per rendere la donna schiava. Si sarebbe
potuto agire in modo diverso, ma non ha senso ora rivangare il passato.

Giusto o sbagliato, il passato ha una buona qualità: non esiste più.

Per quanto riguarda il presente e il futuro, il matrimonio è assolutamente irrilevante, è in


contraddizione con l’evoluzione dell’umanità e con tutti i valori che amiamo: libertà, amore,
gioia.

L’uomo, che voleva che la donna fosse imprigionata, ha creato le scritture religiose che le
insegnano la paura dell’inferno, che creano in lei l’ambizione per il paradiso… dove può
arrivare solo se segue le regole. Quelle regole esistono solo per le donne, non per gli
uomini. Lasciare che le donne vivano in questa situazione avvelenata dalla gelosia, è
chiaramente in contrasto con la loro salute mentale.

E la salute mentale delle donne influenza quella dell’umanità intera: anche l’uomo nasce
da una donna. La donna deve diventare un individuo indipendente.
Osho

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